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"Non sono portato per il flamenco" è una frase che gli insegnanti di flamenco, che insegnino musica, canto o danza, hanno sentito molte volte. Tutti gli insegnanti anche di altre materie hanno sentito più volte questa frase. E' un pensiero autosabotante, o quanto meno un sistema per non predersi la responsabilità di imparare qualcosa. Imparare non significa riuscire benissimo, ma significa confrontarsi con qualcosa di nuovo, sperimentare.Il nostro cervello è molto plastico, e resta tale per tutta la vita, non solo quandi è giovani, come si credeva fino a qualche tempo fa. Questa plasticità ci rende possibile modificare delle autoconvinzioni autosabotanti che abbiamo. Molte persone dicono "Se non lo faccio bene, allora non lo faccio!" ma se viviamo così e ogni cosa diventa un impegno e un dovere, anziché una scelta, e la vita perde il suo lato gioioso per convertirsi in una infinita somma di doveri. Una domanda che mi viene in mente è sempre "Ma perché dovrei essere portato per fare una cosa per divertimento?". Quindi se vado al cinema non posso vedere un film che parla di un argomento che non conosco... Perché per le cose artistiche bisogna subito dire "non sono dotato o sono dotato"? Dotato per che cosa? In base a quali canoni? Qual è l'obiettivo, quando mi iscrivo ad un corso? Voglio distrarmi, voglio divertirmi, esplorare qualcosa che mi piace, voglio tenermi in forma, voglio diventare il primo della classe...E qui occorre parlare della identificazione: ci identifichiamo così tanto con i nostri pensieri da farli diventare delle verità assolute. La psicologia cognitiva ci dice che i pensieri sono mometni in cui la mente interpreta la realtà e le dà un valore personale. Quando esprimo un giudizio sulla realtà il mio pensiero facilmente diventa un dogma. E tutti mettiamo dogmi invalidanti nella nostra vità, soprattutto quell del tipo "non sono in grado". "Non sono dotato" è un pensiero e come tale dovrebbe essere suscettibile di modifica. Ma quando ho un pensiero giudicante non riesco a separare i fatti dall'interpretazione che ne ho. Se penso che non sono capace, troverò tutte le scuse perconfermare questo pensiero invalidante. La nostra mente fa questo, pur di dimostrare di avere ragione. Saremo capaci di modificare il nostro sentire, la nostra capacità di stare nel corpo, la nostra intera vita, pur di darci ragione. Il nostro sistema neurocognitivo dovrebbe coniugare ciò che so con ciò che sento e con l'esperienza, facendolo diventare un'idea, ma spesso i pensieri sono frutto di paure, di giudizi, magari di altre persone. E spesso i pensieri sono autosabotanti. Che spesso sono alibi: mi possono sottrare a qualcosa che mi avrebbe potuto mettere in discussione, non facendomi correre il rischio di... avere successo, di riuscire a fare ciò che sto facendo con soddisfazione. Torniamo al flamenco. Per definire se sono portato o meno per il flamenco, devo prima stabilire degli obiettivi. Le persone che normalmente affrintano un corso amatoriale, come i miei allievi, non hanno l'obiettivo di essere dei professionisti, il primo giorno, o i primi tempi. Il fatto di non essere i primi della classe all'inizio è quasi obbligatorio. Se il mio obiettivo resta imparare, allora sono molto portata per il flamenco, ma se il mio obiettivo è di essere subito brava, non riuscirò ad imparare: solo attraverso tentativi ed errori posso imparare. Se mi concdentro sul non sbagliare mi sto autosabotando. Non rusciamo far stare zitta la mente, che vuole sempre dare una specie di recensione a ciò che stiamo facendo. E' una cosa culturale! Ogni errore è una occasione per imparare delle cose. Se cerco di non sbagliare salto delle lezioniCiò che muove le persone a fare flamenco da sempre è l'esigenza di avere cose da raccontare e condividere. L'aspetto egoico nel flamenco è un fenomeno moderno, che ha a che fare con il mondo dello spettacolo, il desiderio di diventare ricchi, ma questo non ha a che fare con la tradizione. Sono Sabina Todaro, mi occupo di flamenco e di danze e musiche del mondo arabo dal 1985 e insegno baile flamenco dal 1990 a Milano, al Mosaico Danza, e un lavoro sull'espressione delle emozioni attraverso le danze del mondo arabo che ho chiamato Lyrical Arab Dance. Sono appassionatissima di pedagogia, di psicologia, di neurologia e di neuroscienze in generale. E quando insegno tengo sempre presenti tutti questi aspetti. Ciò che è importante è considerare tutti gli aspetti del vantaggio che posso avere nello studio del flamenco. Il percorso di studi nell'ambito del flamenco diventa un aspetto collaterale di un fenomeno molto più largo, nel quale pensare se sono o non sono portato è molto marginale. Mi viene in mente una frase di Karl Popper: “Whenever a theory appears to you as the only possible one, take this as a sign that you have neither understood the theory nor the problem which it was intended to solve.” Ogni volta che una teoria sembra l'unica verità possibile, tieni presente che questo è un segnale che non hai capito la teoria stessa o non hai capito il problema che la teoria avrebbe cercato di risolvere.Ogni volta che sono un assolutista e che la mia teoria diventa un dogma innegabile e non, come la vita, qualcosa di mutabile, mi devo rendere conto che i miei stessi pensieri devono essere un prodotto dinamico e non un dogma.Come la vita, i nostri pensieri devono essere confutabili e provvisori. Questa è proprio la loro essenza, ed è l'essenza stessa della vita!
Welcome back to the Top Contractor School Podcast, where elite contractors come to lead better, scale faster, and build legacies that last. In this episode, Eric Guy sits down with Maris Todaro, Vice President & Chief Operating Officer, of Holland Paving & Sealcoating for an inspiring conversation about leadership, resilience, and thriving in a male-dominated industry. Maris shares her journey from growing up in an asphalt paving family to co-owning one of Cleveland's most respected paving companies—and how her father's early encouragement helped her see opportunity where others saw limits.
Ti racconto del recupero del flamenco antico, storico fatto dalla Sociedad Pizarras.Il progetto nasce nel 2021 grazie alla creatività di Pedro Moral Soriano, aficionado granadino , cresciuto alla "scuola" di suo padre Fernando, che ha da sempre una passione ed una conoscenza infinita verso i lflamenco storico. Ciò che ha avuto più successo, che è stato portato avanti da manager, spettacoli teatrali, case discografiche, non è tutto ciò che aveva valore: molti artisti, stili e modi si sono persi perché non sono stati incisisu nessun supporto. Dalla fine dell'800 il flamenco è stato coinvolto nell'industria discografica, dapprima con i dischi di "pizarra", che noi chiameremmo a 78 giri. Ascoltarli all'epoca era un lusso, perché richiedeva di avere un grammofono che non tutti potevano permettersi. Con l'espansione del disco, gli artisti hanno visto espandersi il loro mercato. Fra l'altro le case discografiche pagavano gli artisti molto di più di quanto di solito venivano pagati nei locali. Molti artisti non vollero incidere perché il flamenco si basa sul momento presente, sul rapporto con il pubblico presente in sala, che interagisce. Incidere in una stanza senza pubblico poteva non essere stimolante. Molti artisti erano più interessati alla comunicazione con il pubblico e all'espressione e quindi non incisero, ma molti lo fecero.Torniamo alla Sociedad Pizarras. Pedro decide, nel 2021, di digitalizzare e rendere disponibile la sua grossa discografia flamenca storica su Youtube, nel canale "Flamendro". Capisce ben presto che questo impegno richiede la collaborazione di altre persone, e conosce Antonio Sanchez Moya, altro aficionado che viene da una famiglia di aficionados e decide di fondare una associazione che si occupi della diffusione del flamenco storico, quello dei dischi antichi. Si crea un gruppo di persone intorno a questo canale youtube, grazie anche ai commenti fatti dagli utenti, e si crea una comunicazione fra di loro grazie ad un gruppo Whatsapp. Il gruppo raggiunge i familiari di alcuni artisti, che condividono le loro testimonianze e i ricordi di famiglia. E al tempo stesso il canale si arricchisce di foto, che accompagnano i video. Di molti artisti non si sa nulla, neanche il nome "vero", perché magari incisero o si esibirono sotto uno pseudonimo. Di molti non si sa nulla, o molto poco. La flamencologia attuale fa ricerche grazie agli archivi delle riviste e dei giornali, gli atti di nascita e di morte, e anche utilizza i manifesti di spettacoli, conservati dagli aficionados (io stessa ne ho parecchi!).La Sociedad Pizarras raccoglie sempre più materiali, sempre più dischi, e digitalizza anche cassette rare, cd a tiratura limitata, concerti. Nei video, Pedro Moral, con una energia infinita, inserisce commenti, consigli di ascolto, confronto con altri artisti, immagini d'epoca, e una comodissima guida al minutaggio dei vari brani, titoli. E' uno strumento incredibile di studio. La Sociedad Pizarras, senza scopo di lucro, sta sviluppando un sito web, www.flamencopizarra.com, al quale stiamo collaborando in tanti membri della Sociedad, che offre guide di ascolto, biografie di artisti, immagini, i testi delle strofe cantate, che a volte sono difficilissimi da capire, spesso da indovinare, analisi stilistiche, consigli. Un sito molto didattico pieno di informazioni introvabili.Alcuni cantaores magari nei primi del 900 hanno inciso solo un disco, due brani. Ciò che poteva essere contenuto in un supporto antico. il flamenco di allora era molto "puro", e nel corso della storia qualche personaggio ha avuto molto successo, e ha messo in ombra altri artisti, magari per questioni politiche, di commercializzazione, di capacità di creare contatti politici. Alcuni cantaores cantavano per una esigenza spontanea, di vita, non per una esigenza di lavoro. Molti cantaores antichi hanno rifiutato anche offerte di lavoro grosse, tournée, per seguire il proprio cuore. Capire le radici del flamenco è importante per capire il flamenco di oggi. E' ovviamente di difficile ascolto, soprattutto i dischi più antichi sono pieni di fruscii. Pedro li ha un po' ripuliti con dei filtri, ma non si può filtrare più di tanti perché si rischierebbe di cancellare anche il suono della voce o della chitarra! Ascoltare il flamenco antico ci fa capire il perché di ogni cosa che esiste oggi. Nelle registraiozni antiche si trovano addirittura cantes fatti da qualcuno dell'epoca, che a sua volta aveva appreso stili di altri artisti precedenti, che vissero prima di poter registrare. Nel canale Flamendro ci sono migliaia di brani, oltre mille video, e si può fare una full immersion in qualcosa di super interessante, e di vedere l'evoluzione del flamenco nell'epoca dei dischi a 78 giri. Ci sono flamencologi che fanno ricerche storiche, ma non è così comune.Alcuni soci della Sociedad hanno messo in condivisione i materiali di loro proprietà personale per ampliare l'elenco. Altri dischi vengono comprati in mercatini e siti specializzati in oggetti antichi, tipo "todocoleccion". E questo ha un costo! Anche la produzione del sito comporta spese, i tecnici informatici, lo spazio web. E' vero che i soci lavorano su volontariato, e pagano una quota sociale proprio per far fronte alle spese. Spesso gli eredi di un aficionado non sanno neanche valutare la importanza dei dischi lasciati dal loro nonno, e magari li eliminano come spazzatura. O a volte li vendono a caro prezzo, se si rendono conto del business. L'intento che c'è dietro alla Sociedad Pizarras non ha nulla di commerciale, ma solo di condivisione, esatttamente come faccio io con i miei podcast. Chiunque li può ascoltare, gratis. Un piccolo neo della situazione è che le istituzioni per ora non stanno sostenendo la Sociedad. E' vero che noi membri della Sociedad dovremmo essere più furbi e contattare politici e istituizoni. Ma al momento non si sta facendo. E l'impatto educativo ufficiale non c'è ancora. Quando ho incontrato il canale ho pensato che tutti gli appassionati al flamenco del mondo dovrebbero essere iscritti, e invece sono ancora troppo pochi.Sono Sabina Todaro, mi occupo di flamenco e musiche e danze del mondo arabo dal 1985. Dal 2022 sto tenendo questi podcast.Voglio sottolineare l'importanza del lavoro della Sociedad Pizarras: soprattutto se balli (e molti degli ascoltatori del podcast ballano) non ti puoi esimere dall'ascoltare questa musica antica.La mia Call to action è: diffondete il canale e il sito, sui vostri canali social, commentate, scrivete, iscrivetevi al canale, se avete materiali da condividere contattate anche me, se volete, o direttamente la Sociedad alla mail sociedadpizarras@gmail.comDa quando ascolto queste registraiozni storiche, mi si è aperta una conoscenza molto più profonda e commovente, che posso offrire ai miei allievi con maggiore profondità
Parliamo dell'importanza del cantaor onubense Jeromo Segura nello sviluppo della storia del fangando de Huelva. Nessuno ne parla, forse perché è qualcosa che sta succedendo adesso, ma occorre dirlo!Jeromo nasce a Huelva città, nel 1979, e fin da bambino si appassiona al flamenco grazie alla sua nonna Catalina. E' autodidatta fino a che nel 2000 riesce ad entrare nella finale del concorso per il cante por Fandango della sua città e vince una borsa di studio per entrare a studiare nella famosissiam scuola Fundacion Cristina Heeren di Siviglia, dove ha occasione di studiare con Naranjito de Triana, che Jeromo riconosce come il suo maestro, e con José de la Tomasa. Nel 2001 vince il premio per giovani cantaores del concorso de La Union, con un cante por Martinete de Triana. Comincia così a farsi conoscere, e viene adocchiato da Eva la Yerbabuena, che lo incorpora nella sua compagnia, offrendoglio una esperienza lavorativa incredibile. Grazie a questa collaborazione Jeromo a poco più di 20 anni ha sviluppato incredibili capacità di osservazione, gli ha aperto la mente alla curiosità nei confronti di altre forme culturali e musicali oltre al flamenco, di vedere il mondo con occhi curiosi e di imparare ogni giorno da ciò che vedeva intorno a sé. Jeromo, da persona intelligente e molto curiosa che è, ha cominciato ad investigare sul flamenco. Nel 2011 produce un cd come solista, "Oro viejo", e nel 2013 vince i prestigiosissimo premio "Lampara Minera" del festival de Cantes de las Minas de La Union. Questa esperiena, oltre a dargli una rilevanza come cantaor solista, gli dà il via per esplorare i cantes de levante per come vengono interpretati a La Union. A Murcia, intorno al festival de La Union, c'è un modo particolare di cantare, che ha insegnato a Jeromo ad esplorare un modo diverso di respirare e lo ha portato ad aver voglia di investigare sui cantes antichi della zona: si sedeva con Rosendo Fernandez, il chitarrista ufficiale del festival, e con i ristoratori della zona, soprattutto Fernando el Vinagrero, e dalla loro esperienza Jeromo faceva tesoro per esplorare modalità di cante più antichi, facendosi cantare ciò che loro, senza essere evidentemente dei cantaores, avevano vissuto. Così arriva ad incidere una antologia di cantes della zona. Grazie a questa esperienza, Jeromo pernsa di poter fare un recupero i questo genere anche con i cantes tradizionali di Huelva. Questo produce un disco meraviglioso fatto in tiratura limitata e venduto per vie semi ufficiali, bellissimo: "Romances del Alosno". Era il 2016. In questo disco Jeromo incide canti tradizionali che non erano mai stati incisi prima. Per fare questa operazione, andò a cantare con gli anziani del paese del Alosno, e incise brani come La Nana de las coplas del Nino, Romance de Gerineldo, Seguidillas antiguas de la Cruz, Sevillanas biblicas... tutti brani che rischiavano di perdersi, perché ciò che non viene inciso ma solo affidato alla tradizione orale, a volte si perde! Da ora in poi chiunque potrà ascoltarli e goderne! Il fandango de Huelva nasce dallo sviluppo dei cantes precedenti, e il ruolo del Alosno nel fandango è chiarissimo, e Ascoltando questo cd sarà possibile conoscere una tradizione fondamentale per lo sviluppo del fandango de Huelva!Ti faccio ascoltare una piccola parte de la copla del pino e del Romance de Gerineldo, che sono melodie tradizionali semplici e ripetitive, che Jeromo rende prodotto artistico, con la sua creatività, ma da queste melodie si coglie la loro origine popolare. Una altro progetto importantissimo per quello che riguarda lo sviluppo del Fandango de Huelva da parte di Jeromo Segura è lo spettacolo teatrale, nato nel 2021 "La vida cantada y contada del genio de Paco Toronjo", nel quale Jeromo canta ed impersona Paco, raccontando la sua vita ed imitiando il suo stile in modo molto toccante. Jeromo si è immedesimato moltissimo nel suo cante, e ce ne riporta lo stile. A distanza di tanti anni dalla morte di Paco, nessuno gli aveva dedicato un omaggio del genere. Ascoltiamo una stessa letra cantata da Paco Toronjo e ri-cantata da Jeromo. Si nota che Jeromo lo ha ascoltato tantissimo! Anche per questo ti dico che Jeromo è una pietra fondamentale nell'edificio del fandango de Huelva. Lo spettacolo mostra come il fandanguillo si è trasformato nel fandango che conosciamo oggi grazie all'opera di Paco Toronjo. Jeromo non rende omaggio a se stesso, come fanno altri cantaores, ma la storia stessa del fandango! Ha sempre cantato molto bene ma la sua maniera di cantare si è molto evoluta grazie al lavoro fatto con i cantes de levante e anche grazie al lavoro fatto sul cante di Paco Toronjo.Un'altra qualità che ha Jeromo Segura rispetto al fandango è la sua capacità didattica: ha insegnato a moltissimi giovani ad amare il cante flamenco e in particolare il cante por fandango.Sono Sabina Todaro, mi occupo di flamenco e danze e musiche del mondo arabo dal 1985Insegno flamenco, dance workout e Lyrical Arab dance dal 1990.Ho una passione spropositata per il cante flamenco, collaboro dal 2013 con Jeromo Segura, con cui ho anche una bella amicizia. Dico sempre che Jeromo è il mio maestro di baile flamenco. Jeromo non balla ma attraverso il lavoro sul cante che facciamo con lui sento di capire il baile molto di più.Per preparare questi podcast ho spulciato internet per trovare i cantes di Huelva, anche in versioni non professionali, nelle feste, nelle occasioni informali e devo dire diessermi resa conto di conoscere già... tutto! Tutte le melodie, tutti i temi tradizionali. Grazie a 12 anni di collaborazioni, di confronti, e di corsi di cante che Jeromo è venuto ad impartire a Milano, alla mia scuola, Il Mosaico Danza, ho imparato tantissimo sulla cultura del Fandango di Huelva.E grazie a Jeromo ho avuto voglia di ascoltare altri cantaores della storia del fandango de Huelva.Mi spiace che nessun sito in cui si parla di Jeromo ne ammetta il grandissimo valore nei confronti della storia del flamenco e la sua impportanza nel tramandare il fandango alle generazioni successive. Io lo affermo!Ho avuto molta fortuna ad incontrare Jeromo Segura!
Paco Toronjo è una figura assolutamente imprescindibile, parlando dell'evoluzione del Fandango de Huelva. Francisco Antonio Toronjo Arreciado nasce all'Alosno nel 1928. Appassionatissimo ai cantes della sua terra, Paco imparò a cantare ascoltando i suoi compaesani. Iniziò facendo lavori "normali", nei campi e nelle miniere di Rio Tinto, per poi affacciarsi al professionismo. Inizia a cantare con suo fratello Pepe, formando il duo "Los hermanos Toronjo", con il quale approfondì moltissimo le sevillanas, dando una svolta importante a questo genere musicale, che prima era limitato a pochi brani "famosi", resi popolari da cantaores cone la Nina de los Peines. Le seguidillas Alosneras tradizionali grazie a loro diventano Sevillanas biblicas, più complesse e con una morale finale. Ti faccio ascoltare un cante por fandango del Alosno fatto dal fratello Pepe, che cantava in modo molto aderente alla tradizione.Purtroppo Pepe muore e Paco prosegue l'attività artistica spostandosi totalmente verso il fandango. Paco aveva una voce molto particolare, distintiva, e una capacità impressionante di improvvisare testi. Conosceva tutte le diverse melodie delle varie zone della provincia di Huelva, ma interpretò il tutto in maniera molto personale. Fra l'altro aveva un carattere molto socievole ed empatico, che manteneva anche queando si trovava in suituazioni molto formali, in teatro, in televisione: rimaneva l'amico della porta accanto! Durante una intervista televisiva, non avendo accanto un musicista che potesse accompagnarlo, cantò ugualmente senza accompagnamento, per compiacere la richiesta della conduttrice, mantenendo sempre la sua spontaneità. Questo rese molto facile per il pubblico identificarsi con lui.Il regime franchista stava schiacciando il flamenco e il fandango poteva rimanere confinato in una storia locale, ma Paco Toronjo riesce ad evolvere il fandango verso l'arte, e farlo conoscere ben al di là dei confini della provincia di Huelva. Portò il fandango anche al cinema, partecipando a due film di Carlos Saura, negli anni 90, "Sevillanas" e "Flamenco".E' figlio prediletto del Alosno, ha due vie a lui dedicate, una a Huelva e l'altra al Alosno. E'' molto riconosciuto e molto amato ancora oggi, a 27 anni dalla sua morte. La sua voce è moltlo personale e il suo modo di cantare generoso, senza limiti. Non si risparmiava ed era presente in modo spontaneo, avvicinandosi alla potenza espressiva del cante jondo, evolvendo il fandanguillo, più semplice e leggero, verso il flamenco, grazie anche ad una passione per il cante por Siguiriya. Possiamo ascoltare sue salidas del cante por siguiriya che poi evolvono in fandango!Ha ricercato uno stile forte e personale anche per la salida del cante por fandango, cosa che ha molto influenzato i cantaores a seguire, che sono stati incoraggiati a ricercare una propria via personale: Arcangel, Sandra Carrasco, Jesus Corbacho, La Argentina, Jeromo Segura (del quale ti parlerò nella prossima puntata del podcast). Questo ha enormemente arricchito il panorama del fandango de Huelva. A 70 Paco morì a Huelva, nel 1998. Qualcuno dice che una volta ammalatosi, non potendo più cantare, morì perché senza il cante la sua vita non aveva più senso per lui.Sono Sabina Todaro mi occupo di flamenco e danze e musiche del mondo arabo dal 1985, dal 1990 insegno a Milano, al Mosaico Danza, baile flamenco e un lavoro di ricerca sulle espressioni delle emozioni attraverso le dinamiche delle danze del mondo arabo che ho chiamato Lyrical Arab Dance e unpotente lavoro corporeo, Dance Workout. Personalmente ho sempre considerato Paco Toronjo come un punto chiave della storia del fandango, e grazie alla preparazione di questi podcast ho apprezzato tutti gli altri cantaores che hanno fatto la storia di questo palo, riconoscendo a Paco la capacità di averlo reso davvero definitivamente flamenco!
In questo podcast parliamo di una selezione di cantaores che hanno fattola storia del Fandango di Huelva. Ho scelto come criterio di parlare di cantaores che hanno lasciato incisioni della loro musica e che sono di Huelva, e mi sono fatta guidare dal mio gusto e da quello che ho studiato sull'argomento. Moltissimi sono stati i cantaores che hanno contribuito parecchio allo sviluppo del Fandango de Huelva, come ad esempio El Gloria, Manuel Vallejo, Pepe Marchena, Macandé, el Niño de Alora, el Niño de Aznalcollar, la Niña de los Peines, ma non sono di Huelva.La Parrala era una cantaora mitica di fandango ma era del 1845, e non ci ha lasciato nulla di registrato, ovviamente!Iniziamo subito però con una eccezione: José Pérez de Guzman, che era di Jerez de Los Caballeros, provincia di Badajoz, Estremadura. Nacque nel 1891 e si trasferì però a Huelva molto presto. Creò uno stile di fandango de Huelva più simile al cante jondo. Sembra un fandango abandolao, e ha avuto tantissima influenza sui cantaores a seguire. Era benestante, quindi non aveva bisogno di cantare per vivere. Una volta arrivato a Huelva, si appassionò enormemente al cante flamenco e alla chitarra. Creò melodie più emozionanti, personali e non più di tradizione popolare, e questo punto di vista ha generato una nuova maniera di cantare fandango. Perez de Guzman fu anche calciatore semiprofessionale, e proprio per causa di un problema di salute che gli impedì di continuare a giocare, si tolse la vita a soli 39 anni. Non incise nulla, purtroppo (quindi mi sto contraddicendo due volte, parlando di un cantaor che non era di Huelva e che non ha inciso), ma la sua influenza sull'evoluzione del Fandango fu imprescindibile. L'eredità di Perez de Guzman fu fortissima su José Rebollo. Nato a Moguer (la stessa cittadina in cui era nata la Parrala!) nel 1895, cominciò a cantare giovanissimo e a 17 anni si trasferì a Huelva, per lavorare al porto come scaricatore. Si trasferì poi a Siviglia, condividendo il palcoscenico con tutti i maggiori cantaores della sua epoca, collaborò con i chitarristi di punta dell'epoca: Manolo Badajoz, Ramon Montoya, Manolo de Huelva, e visse in quella fucina del cante che fu la zona della Alameda de Hercules della Siviglia di quell'epoca. Cantava incredibilmente bene anche altri palos, ad esempio la Siguiriya.Aveva una voce intonatissima, un grande senso del ritmo e un modo di cantare molto personale. Creò una salida del cante por fandango di tutto rispetto. Era adorato dal pubblico e anche dai colleghi. Pare che nessuno avesse il coraggio di cantare dopo di lui in una riunione. Era talmente pura la sua voce, che fu d'esempio per tanti. Avrei voluto farti sentire un fandango di Perez de Guzman cantato da Rebollo, ma non ce n'è nessuno registrato. Te lo faccio ascoltare più avanti, cantato da Paco Isidro. I brani che ti faccio ascoltare sono quasi tutti frutto della recerche e del lavoro della Sociedad Pizarras, che preserva la musica antica flamenca, quella incisa sugli antichi cilindri di cera e sui dischi di ardesia. Trovi un immenso patrimonio nel loro canale Youtube e tantissime informazioni sul sito flamencopizarra.com Paco Isidro, al secolo Francisco Barrera Garcia era nato a Huelva nel 1896. Prese il nome dal suo patrigno, che si chiamava Isidro ed era famoso perché aveva una fiorente attività di affitto di carrozze, alla quale Paco Isidro collaborava. Essendo ricco, non aveva bisogno di cantare per professione, ma era molto appassionalto al cante e fu bambino prodigio. Incise diversi dischi con successo, poi smise di farlo per anni e quando riprese, ormai all'epoca del vinile, non ebbe più il seguito che aveva avuto, probabilmente non essendosi evoluto nella stessa direzione del flamenco più recente. Ti faccio sentire un fandango di Perez de Guzman cantato da Paco Isidro accompagnato da Manolo de Huelva, molto simile ai fandangos che si possono trovare nella zona più centrale dell'Andalusia, e con la caratteristica scaletta di note a discendere, la cadenza andalusa, alla fine della strofa.Aveva una capacità tecnica incredibile nel quiebro de voz, una tecnica flamenca molto difficile, di spezzare la voce come se si stesse piangendo. Ascoltala con attenzione perché è molto particolare ed espressiva. Una raccomandazione: se lo trovi nominato come El Niño Isidro, non ti confondere: è sempre lui!Era molto fedele alla Madonna del Rocio e che frequentava la Feria di Sevilla e il camino del Rocio. Cantò tantissime strofe dedicate alla Madonna. Si dice che avesse una memoria prodigiosa e che fosse in gradi di cantare più di 200 diverse strofe di fandango senza ripeterne nessuna!Ti consiglio anche di ascoltare Pepe de la Nora, nato a San Juan Del Puerto, sempre in provincia di Huelva nel 1903. Figlio di madre cantaora di El Alosno, registrò qualche disco con il fratello Curro, e qualcosa anche in solitario, accompagnato dalla meravigoliosa chitarra del Niño Ricardo, il simbolo della chitarra flamenca dell'epoca. Avendo una voce bellissima, poté condividere il palco con più grandi cantaores dell'epoca. Aveva una voce molto dolce, super espressiva e molto "pura", sincera. Da ultimo ti parlo di Antonio Rengel, nato a Huelva nel 1903 o 1904. Fu amatissimo proprio perché era molto legato ai cantes di Huelva ed era molto legato alla storia del flamenco e già da bambino crebbe nel flamenco grazie alla passione della madre Rosa. A soli 8 anni cominciò a cantar ein pubblico per animare gli intervalli delle proiezioni dei film muti. Non cercava mai di compiarece il pubblico, ma era onesto rispetto a se stesso. Per questo motivo venne molto apprezzato da Chacon e da Antonio Mairena. Cantava benissimo anche gli altri palos, non solo il fandango. In particolare le Serranas, che probabilmente cantò meglio di altri cantaores. Ti faccio ascoltare una letra sua molto famosa, "olas de la mar en calma", con la chitarra del bravissimo Niño Ricardo. Di seguito ascoltiamo la stessa strofa cantata da Paco Isidro accompagnato da Manolo Badajoz e poi anche, in tempi di oggi, da Mayte Martin accompagnata da Juan Ramon Caro. E' interessante vedere come la storia del flamenco si costruisca sulle proprie origini, e come il cante si evolva rimanendo fedele a se stesso. Il brano cantato da Mayte Martin è molto conosciuto, e magari lo conosci, ma è giusto sapere da dove viene!Ogni cantaor lascia dei semi che germogliano anche a tanti anni di distanza. Antonio Rengel adorava il flamenco e non voleva perderne l'autenticità, non nveniva a compromessi con il pubblico. Aveva una voce grave e la usava con forza, per cui poteva cantare qualunque stile. Era molto riservato nella vita, ma nel cantare era morlo espressivo e coinvolgente.Il sou nome è sinonimo di profondità, serietà e purezza. Ci sarà una successiva puntata per osservare l'evoluzine più recente del cante por fandango de HuelvaSono Sabina Todaro, mi occupo di flamenco e di danze e musiche del mondo arabo dal 1985. Dal 1990 insegno baile flamenco a Milano al Mosaico Danza. Sono molto appassionata di tutti gli aspetti del flamenco, da quelli storici a quelli psicologici, musicali, espressivi. Sono una ricercatrice instancabile. L'evoluzione del fandango è affascinante e non si può neanche definirlo un solo palo, ma una famiglia di stili. E' molto interessante vedere da dove viene e come si è evoluto, ed è incredibile verificare come da una origine popolare si sia potuti arrivare ad un livello artistico come quello che ti ho fatto sentire. Alcuni snobbano il fandango perché non è "abbastanza profondo", e lo considerano un po' banale, e invece è molto complesso, vitale, conivolgente e ricco di spunti di riflessione e di apprendimento. La gioia di vivere che porta con sé è molto forte e preziosa.
PALERMO (ITALPRESS) - Un metodo più 'smart' per raccogliere i rifiuti nelle zone di Palermo a maggior affluenza turistica: Rap introduce i cestini intelligenti, con un sistema compattante per impedire un riempimento immediato e un'alimentazione esclusivamente a energia solare. Il prototipo è stato collocato questa mattina di fronte al teatro Massimo, alla presenza del presidente dell'azienda partecipata Giuseppe Todaro: altri nove verranno messi in punti diversi del territorio cittadino, rigorosamente in zone dove il sole è più forte per favorire la ricarica. I cestini sono dotati di un corpo in metallo con adesivi che richiamano al rispetto dell'ambiente, una bocca per l'apertura che può essere attivata con una leva o un pedale anti inciampo (e una spia rossa per segnalare quando il cestino è pieno), un contenitore carrellato nel quale i rifiuti vengono compattati a ogni riempimento, un pannello solare in alto protetto da una cupola trasparente in policarbonato e un sistema di gestione online accessibile ai responsabili di Rap accreditati al monitoraggio dei livelli di riempimento. "L'auspicio è di evolverci come nelle più grandi città europee - sottolinea Todaro, - I cestini intelligenti dovrebbero aiutarci ad avere meno spazzatura per le strade, l'obiettivo è l'avanzamento lento verso un senso civico maggiore. La differenza con un normale cestino è che è dotato di un sistema compattante, quindi si riempie in più tempo: al suo interno è possibile inserire i classici rifiuti da cestino, di certo non i sacchetti. Non possiamo mettere venti cestini in ogni luogo, perché sarebbe uno scempio: così invece in unico spazio mettiamo un solo contenitore".xd8/vbo/mca3
L'argomento fandango de Huelva si riferisce alla musica della zona della città di Huelva, una città portuale che si affaccia sull'Atlantico. Il suo territorio è molto eterogeneo, e questo crea una varietà di climi e di ambienti geografici, ha zone marittime, il porto, fiumi, miniere, lavoro nei campi, zone montagnose...A Huelva ci sono anche altre cose, seguidillas alosneras, sevillanas, villancicos, cascabeles, Gerineldo, ninnenanne, tutte canzoni tradizionali legate al folklore. Il flamenco invece parte dalla tradizione ma fa nascere novità e varianti grazie alla creatività di artisti specifici.Un tempo si cantava nelle riunioni fra vicini e famiglia, oggi ovviamente molto meno. Per fortuna c'è chi incide e fa anche ricerca, perché le tradizioni orali si possono sempre perdere o modificarsi tanto da non essere più se stesse, e ci sono le peñas flamenche.Nel prossimo episodio parleremo di importanti autori che hanno fatto la storia del fandango. Nella discografía si trova anticamente il nome di fandanguillo, diminutivo si usò, come accadde per i tanguillo, indicando che si trattava di una musica di carattere popolare, senza intento peggiorativo. La ritmica del fandango si basa sul ritmo ternario, e si identifica con il termine palilleo, che è molto caratteristico. Il termine "palilleo" (tamburellare nervosamente con le dita) si riferisce a una tecnica percussiva utilizzata per marcare il compás dei Fandangos de Huelva. Consiste nel battere il pugno chiuso sul tempo forte (il primo tempo) e nell'aprire progressivamente e ritmicamente le dita per i tempi deboli (il secondo e il terzo). In questo modo, si crea un accompagnamento ritmico caratteristico che supporta il canto e il ballo. Il palilleo enfatizza la struttura ritmicae caratterizza l'identità ritmica di questo palo. Paliòllos sono le nacchere nel linguaggio popolare, perché fatte di legno, palo. Appena si sente il palilleo, si riconosce subito l'ambito del Fandango de Huelva.Spesso si dice che il fandango de Huelva è in 12 tempi, ma... in certi momenti l'inizio della frase musicale non coincide più con l'inizio della frase ritmica: il flamenco sta stretto dentro alle definizioni accademiche. Partiamo quindi a posteriori e ricerchiamo la struttura ritmica, il palilleo appunto. Originariamente il fandango della provincia di Huelva era un baile e faceva parte del repertorio folkloristico. Su youtube puoi vedere parecchi video di fandangos popolari, e si vede bene che non sono danze eseguite da professionisti o da danzatori allenati. Si tratta di una danza popolare. Mentre nel flamenco balla solo chi sa ballare! Eccezion fatta per qualche piccolo particolare modo di ballare, una pataita di buleria o di tango... Annovera tantissime varianti, circa 40, che sono state integrate nel flamenco grazie all'opera di importanti artisti, fin dall'inizio del XX secolo. Si allontanò dalla versione ballabile per diventare un cante de alante, da ascolto, grazie al lavoro di grandi figure artistiche, non solo di Huelva ma anche di altre zone limitrofe.All'inizio dell'epoca del flamenco i fandangos di Huelva non erano diffusissimi, tanto che nei primi dischi registrati ce n'erano molto pochi e anche nelle operette spagnole, le Zarzuelas, in pratica non ce n'erano.Tutti i paesi della provincia di Huelva che hanno stili di fandango specifici si trovano nella comarca (zona) del Cerro dell'Andévalo, che comprende gli stili dell' Alosno, del Cerro de Andévalo, La Puebla de Guzman, Cabezas Rubias, Santa Bárbara de Casa, Calañas, Zalamea la Real nella zona delle miniere de Riotinto, e Valverde del Camino. Nella zona de la sierra ci sono le località di Encinasola e Almonaster la Real.Ascoltiamo esempi di strofe di tutti questi stili.Il cuore del fandango di Huelva è l' Alosno, che ha tanti diversi stili di cante por fandango, alcuni dei quali, detti cané, sono cantati in coro, cosa che ne sottolinea l'origine popolare e probabilmente religiosa. Poi, per ordine di importanza c'è il fandango di Valverde e da queste due località probabilmente tutto si diramò.Gli onubensi dicono che l'origine del fandango è tartessica, quindi non ha subito influenze da nessuna invasione. E che quindi si è conservato puro ed autentico. Il termine "tartessico" si riferisce a tutto ciò che concerne Tartesso, un'antica città-stato protostorica situata nell'Iberia meridionale, in particolare in Andalusia, nell'area del delta del Guadalquivir. La civiltà tartessica era nota per la sua ricchezza derivante dall'attività metallurgica e dal commercio di metalli preziosi La maniera di suonare e cantare il fandango di Huelva è molto diversa da quella del flamenco. La chitarra viene accarezzata, suonata cpon maggiore dolcezza rispetto al flamenco. E all'Alosno viene suonata all'unisono con altre chitarre.Gli stili di fandango della città di Huelva sono molto artistici e legati alla creatività degli artisti che li hanno generati. Alcuni cantaores sono stati molto creativi e hanno fatto introduzioni al cante por fandango che sembrano flamenco jondo, ad esempio Siguiriya, ma poi si evolvono in fandango. Prima di decretare di che cante si tratti, aspetta che si giunga alla strofa!Una caratteristica del fandango è la sua bimodalità: una parte del palo si realizza in modo flamenco, ad esempio le falsetas o le variazioni di chitarra fra le letras, e di certo il finale delle letras, e solitamente in maggiore durante il cante. Eccezione fa il fandango di Cabezas Rubias che è in minore e flamenco. Le strofe hanno 5 versi ottosillabi, che durano un compas (un ciclo ritmico) ciascuno, e uno si ripete. I temi sono l'amore, la zona, il campanilismo, i santi, la vita dei campi, il lavoro nelle miniere, il fandango stesso. Canta di cose molto concrete.In comune c'è i lmodod di cantare, il rapporto del cante con la chitarra, il ritornare alla modalità flamenca dopo che la strofa è in modalittà maggiore o minore, le tematiche, il palilleo, l'uso della chitarra. Il cante in modo maggiore ricalca la maniera di cantare le malagueñas e le rondeñas nel 1700, quindi di una musica preflamenca, ma anche l'uso della modalità minore è una eredità antica, più tipica del fandango stesso. Il cante rimane quasi sempre in tonalità maggiore, ma a fine letra solitamente ritorna in modo flamenco. Ad esempio a letra forse più famosa di fandango cané valiente del Alosno il cante sta in do maggiore e la chitarra accompagna por arriba in tono di mi.Sono Sabina Todaro, mi occupo di flamenco e di danze e musiche del mondo arabo dal 1985, dal 1990 insegno baile flamenco a Milano, al Mosaico Danza, e un avoro sperimentale sull'espressione delle emozioni attraverso la danza che ho chiamato Lyrical Arab Dance. Sono una studiosa appassionata della storia della musica e della danza e di tutto ciò che l'uomo ha creato e di come ha espresso se stesso. Nel flamenco ricerco l'umanità, che è ciò che io , da straniera, ho in comune con il flamenco. Non mi interessa che il falmenco venga percepito come una cosa bella, ma che si viva come qualcosa di umano ed universale. Scoprire attraverso la gioia di vivere e l'amore verso le proprie origini, ci può aiutare a rendere omaggio a ciò che siamo, da dove veniamo. Ad amare la nostra storia!Montare un baile por fandango de Huelva significa far riferimento ad una tradizione di folklore, e al repertorio popolare di passi semplici e fortemente legati alla terra d'origine. Spesso il fandango viene interpretato dal baile flamenco come se fosse una buleria por solea, snaturandolo completamente. La coralità del fandango è meravigliosa e va approfondita. Il fandango è evidentemente molto orecchiabile, venendo dalla tradizione popolare, e può aiutarci ad entrare anche in zone del flamenco più "difficili" da ascoltare.
The CWB Association brings you a weekly podcast that connects welding professionals around the world and unrepresented communities as we continue to strive for a more diverse workforce. Join us as we celebrate Women Empowerment Month to learn about the incredible contributions of Women in the welding industry and our communities.Stepping into the steel industry in her early twenties, Daniela Todaro never imagined she'd be running a company two decades later as President of Quality Plates & Profiles Ltd. Yet her remarkable journey from Logistics Coordinator to President showcases exactly what's possible when determination meets opportunity. Beyond her corporate role, Daniela's decade-long involvement with the Association for Women in the Metal Industries (AWMI) has provided a parallel track for skill development. Beginning as a treasurer and rising to regional director, she's leveraged association work to overcome public speaking fears, build an invaluable professional network, and create pathways for other women. Her dual-track approach to career building offers a blueprint for ambitious professionals in any field.Follow Daniela:LinkedIn: www.linkedin.com/in/daniela-todaro-5273a277 Check out AWMI: https://www.awmi.org/ Thank you to our Podcast Advertisers:Canada Welding Supply: https://canadaweldingsupply.ca/ Canaweld: https://canaweld.com/ Josef Gases: https://josefgases.com/ There is no better time to be a member! The CWB Association membership is new, improved and focused on you. We offer a FREE membership with a full suite of benefits to build your career, stay informed, and support the Canadian welding industry. https://www.cwbgroup.org/association/become-a-member What did you think about this episode? Send a text message to the show!
Bright on Buddhism - Shōji Jissō GiJoin us as we read and discuss the Hakeda Yoshito translation of the Shōji Jissō Gi by Kūkai in its entirety. Resources: Clipston, Janice (2000). Sokushin-jōbutsu-gi: Attaining Enlightenment in This Very Existence, Buddhist Studies Reviews 17 (2), 207-220; Giebel, Rolf W.; Todaro, Dale A.; trans. (2004). Shingon texts, Berkeley, Calif.: Numata Center for Buddhist Translation and Research; Green, Ronald S. (2003). "Kūkai, Founder of Japanese Shingon Buddhism: Portraits of His Life." Ph.D. dissertation, University of Wisconsin-Madison.; Hakeda Yoshito. 1972. Kūkai – Major Works. New York, USA: Columbia University Press.; Inagaki Hisao (1972). "Kukai's Sokushin-Jobutsu-Gi" (Principle of Attaining Buddhahood with the Present Body), Asia Major (New Series) 17 (2), 190-215; Skilton, A. 1994. A Concise History of Buddhism. Birmingham: Windhorse Publications.; Wayman, A and Tajima, R. 1998 The Enlightenment of Vairocana. Delhi: Motilal Barnasidass [includes Study of the Vairocanābhisambodhitantra (Wayman) and Study of the Mahāvairocana-Sūtra (Tajima)].; White, Kenneth R. 2005. The Role of Bodhicitta in Buddhist Enlightenment. New York: The Edwin Mellen Press (includes Bodhicitta-śāstra, Benkenmitsu-nikyōron, Sanmaya-kaijō); Ryūichi Abe (2000). The Weaving of Mantra: Kūkai and the Construction of Esoteric Buddhist Discourse. Columbia University Press. pp. 3, 113–4, 391–3. ISBN 978-0-231-11287-1.; Hakeda, Yoshito S. (1972). Kūkai and His Major Works. Columbia University Press. ISBN 978-0-231-05933-6.Do you have a question about Buddhism that you'd like us to discuss? Let us know by finding us on email or social media! https://linktr.ee/brightonbuddhismCredits:Nick Bright: Script, Cover Art, Music, Voice of Hearer, Co-HostProven Paradox: Editing, mixing and mastering, social media, Voice of Hermit, Co-Host
Fandango è un termine conosciuto nel mondo, che si riferisce a "qualcosa di spagnolo". Il dizionario di Real Academia Spagnola non ne dà una origine certe. Ci dice che forse viene dal Fado, la musica portoghese, e che forse originariamente si parlasse di "Fadango". Indica sicuramente un tipo di danza Andalusa in particolare ma spagnola in generale, ballata in coppia, forse molto diffusa nel 600, caratterizzata dal solito ritmo ternario di tutta la musica spagnola. Si tratta del genere musicale più diffuso in Spagna. Esiste dappertutto, forse solo in Catalogna non c'è. La musica classica se ne è occupata parecchio: nel 1984 è stato scoperto un brano, "Fandango in re minore" di Domenico Scarlatti, della quale ti faccio ascoltare una parte (è molto bella e la trovi facilmente completa on line). Non si sa di preciso se sia stato davvero Scarlatti a comporla, ma il suo colore è proprio spagnolo, e Scarlatti visse a Madrid alla ricerca della essenza della cultura popolare spagnola. E' molto vivace, focoso, passionale e bellissimo. Antonio Soler, allievo di Scarlatti ne compose uno, anch'esso per clavicembalo, del quale ti faccio ascoltare un assaggio, accompagnato dalle nacchere.Anche Boccherini ne compose uno.Torniamo al fandango come genere popolare spagnolo. E' diffuso ovunque, quiandi potrebbe essere un elemento unificatore, ma in reltà ne esistono tantissime varianti. Questo corrisponde alle grandissime varietà del territorio andaluso: i climi e la geografia tanto eterogenei che troviamo in Andalusia hanno generato molte differenze di stile di vita, di economia, ma anche di ricorrenze religiose, abitudini culturali e di vita. Il fandango, al di là delle sue specificità locali, è un elemento unificatore della cultura!Ricordiamo che la musica in Andalusia non è solo il flamenco, ma anche il flamenco stesso è nato in larga misura dal folklore.La ritmica ternaria del fandango 123 123 12 12 12 è quella della musica popolare, che è entrata nel flamenco molto profondamente. La musica popolare vive nella omologazione, nell'aderire ed appartenere ad una comunità culturale. Non si basa su artisti eccezionali, che hanno creato prodotti artistici speciali: si basa su qualcosa che possono fare tutti! Mentre il flamenco è una musica d'arte, fatta da personalità artistiche eccezionali, e che ha risentito tanto delle difficoltà della vita (ecco che ci ritroviamo alla perfezione l'elemento gitano del flamenco!). Un po' come nel blues, la miseria e le difficoltà di vita possono dare una spinta alla creatività artistica. Trasferirsi nelle città o comunque nei paesi, ha reso possiblie il confronto fra melodie tradizionali di diversa provenienza geografica. E il flamenco di questa varietà si è tanto arricchito. Il flamenco poteva quindi aiutare a far mantenere le tradizioni della propria zona di origine. Il mantenimento quindi della propria individualità ed unicità, che rende la musica sempre con una vena di tristezza o malinconia, anche quando è motlo allegro. Un po' come nel jazz, il flamenco parla di emozioni dell'animo umano e non di un piccolo gruppo, e quiandi diventa assolutamente universale. Questo senso di appartenenza e individualità che si è approfondito nel confronto con altre culture provienienti da latre zone, cosa che è iniziata dal 1492, con l'espulisone dei mori e degli ebrei e il ripopolamento, l'arrivo di cultura proveniente dalle Americhe... In una parola, la musica popolare andalusa è proprio il fandango. Il fandango nasce da un fenomeno arabo, lo zejel, una forma poetica ancora oggi esistente, che prevede la creazione momentanea di strofe rimate, nata per giocare con le parole. Lo zejel arabo prevede un ritornello, che ne definisce la dimensione sociale, e si fa in dialetto arabo (se fosse in arabo classico si chiamerebbe Muashshahat, e farebbe parte della tradizione della musica colta, ma questa è un'altra storia).Nel Sud della Spagna, soprattutto a Murcia e nei paesini dell'Alpujarra, sulla Sierra Nevada, ma anche altrove, Malaga, Almeria, persino delle Canarie esiste un fenomeno musical/poetico che si chiama "Trovo". Si crea una sorta di competizione poetica, una piccola diatriba che prevede ironia cantata o anche solo recitata, per rispondere a ciò che l'altro cantore sta dicendo, giocando con le parole, improvvisando in particolare su una musica che è fandango. A volte i troveros sono due, un poeta che crea i versi poetici e li suggerisce all'orecchio del suo compagno, che magari non è poeta ma ha una bella voce e quindi può cantare i versi, a tono e a ritmo con la musica. Lo schema ritmico è sempre di versi ottosillabi, e le strofe sono composte da 5 o 6 versi (se sono 5, uno viene ripetuto, come si fa nel flamenco).Il trovo è una tradizione agricola, magari dopo una dura giornata nei campi ci si riuniva per far festa, giocando con le parole e l'ironia. Era un genere poetico diffuso nella Andalusia araba. Tutti questi momenti sono legati al mondo del fandango. I fandangos sono talmente diversi ed eterogenei che anche nel flamenco ne ritroviamo tantissimi. La loro struttura poetica ha un crescendo che arriva ad un climax che si esprime, e poi termina con grande emotività. Alcuni, come malaguena, granaina e i fandangos di Levante, non hanno neanche un ritmo. Altri sono invece ritmici, come tutti i fandangos abandolaos della sona campestre e di altopiani fra le province centrali dell'Andalusia, Malaga, Granada e Cordova, e c'è poi la famiglia dei fandangos di Huelva, regione caratterizzata da una grande varietà territoriale e quindi di differenze di modi di vivere, dalla vivace città portuale, Huelva appunto, a zone di maremma, a zone minerarie, a zone agricole e montagnose, a fiumi... In ogni paesino della provincia di Huelva si sono create e sviluppate una grande quantità di melodie. Un'altra parte interessante dei fandangos sono quelli definiti "de coro y danzas". Molti sembrano antichi ma magari non lo sono: la sezione femminile della falange spagnola, aveva il compito di portare avanti delle tradizioni che rappresentassero l'identità tradizionale spagnola. Questo fece nascere competizione e creò rappresentazioni un po' false, imbellettate, non più popolari ma formali , magari suonate da professionisti. E metterlo su un palcoscenico. D'altra parte non è che tutto ciò che è tradizionale potrebbe essere messo su un palcoscenico! Per alcuni versi quindiquesto fenomeno ha deviato il corso della musica e della danza dell'ambito fandango, ma lo scotto da pagare poteva essere la perdita totale di una parte della tradizione. Cosa che è succesa comunque in parecchie culture tradizionali nel mondo!Il fandango è un fenomeno molto ampio che corrisponde all'identità musicale spagnola e la sua caratteristica è che la quasi totalità dei fandangos lavora sulla modalità musicale flamenca (anche se ci sono tante escursioni in modalità minore o maggiore, come nei fandangos di Huelva), che forse rappresenta l'identità musicale spagnola.Sono Sabina Todaro mi occupo di flamenco e danze e musiche del mondo arabo dal 1985. Dal 1990 insegno baile flamenco a Milano al Mosaico Danza e un lavoro di ricerca usll'espressione delle emozioni attraverso danze e musiche arabe che ho chiamato Lyrical Arab Dance. Sono appassionatissima di flamenco e di tutta la cultura che gli sta intorno, e credo che capire il flamenco non possa prescindere dalla conoscenza di tutti i suoi legami culturali. Suddivideremo i fandangos in varie parti per conoscerli un po' meglio. Trovo molto interessante che tutti i fandangos abbiano elementi in comune e ricercarli ce ne fa capire meglio le ragioni umane, ma anche storiche
Oggi parliamo della giornata dell'Andalusia, che si celebra il 28 febbraio in commemorazione del referendum del 1980 con cui gli andalusi scelsero di essere comunità autonoma. Cosa che furono in realtà effettivamente il 30 dicembre 1981.Blas Infante, politico e scrittore, sottolineò la cultura andalusa e viene considerato come il padre dell patria andalusa. Nel 1918 organizzò l'assemblea regionalista andalusa a Ronda, e fu lì che nacque la famosa bandiera bianca e verde andalusa, che conosciamo perché in quella terra sventola ovunque. E' il verde della speranza, delle campagne andaluse, ma anche, essendo il tipico colore dell'Islam, il verde simboleggia anche il dominio arabo. E il bianco esprime la pace. Durante le feste per questa ricorrenza, i politici attribuiscono premi e fanno discorsi ufficiali.L'inno è astato composto da Blas Infante. L'andalusia è molto campanilista, se ci sei stato lo sai. Fin dalla prima infanzia i bambini vengono educati all'amore per questa terra, e il 28 febbraio tutto è incentrato su questa festa: i colori della ragione, la festa, le tradizioni e l'inno che tutti sanno a memoria (a differenza di quanto accade in altri posti!)Leggiamo il testo: La bandera blanca y verde Vuelve tras siglos de guerra A decir paz y esperanza Bajo el sol de nuestra tierra Andaluces, Andaluces Levantaos, levantaos Pedir tierra y libertad Sean por Andalucía libre España y la humanidad Los Andaluces queremos Volver a ser los que fuimos Hombres de luz que a los hombres Alma de hombre, les dimos L'amore verso questo testo è enorme, ma forse la più amata interprete dell'inno è stata Rocio Jurado, una cantante vicina al flamenco ma non flamenca, iper radicata nell'identità andalusa. Aveva un modo di cantare molto enfatico e con il cuore in mano, e il suo canto è, per un Andaluso, molto toccante. Ascoltiamolo!Nel 2005 è stato prodotto un cd "Flamenco andalucia y la humanidad", nel quale il testo dell'inno è stato cantato e suonato da vari aartisti del flamenco, facendolo aderire a vari palos flamenchi, sfruttando la plasticità dei versi ottosillabi che lo compongono, e creando opere interessanti. Ascoltiamo la versione por tango de Granada di Marina Heredia e quella por Alegrias di Chano Lobato per la chitarra di Diego del Morao. In Andalucia c'è una attenzione tremenda allo spirito di identificazione verso la cultura! Gli andalusi sono prima andalusi che spagnoli. Feliz Dia de Andalucia!Sono Sabina Todaro, mi occupo di flamenco e di danze e musiche del mondo arabo dal 1985, e insegno baile flamenco e Lyrical Arab Dance dal 1990 a Milano al Mosaico Danza. Mi stupisce sempre l'amore che gli andalusi hanno verso la loro terra ma ce l'hanno perché è stato coltivato!In Italia facciamo persino fatica a conoscere l'inno nazionale... immaginiamo un inno locale!Il collegamento fra Andalucia e flamenco è enorme e occorre quindi parare di Andalusia studiando il flamenco
Lo zorongo Gitano non è esattamente un palo flamenco, ma una canzone che viene dal repertorio popolare andaluso. Ha una melodia popolare semplice. Si suona por medio in modalità flamenca, quindi è facile da afflamencare. Abbiamo una sola forma di letra e un estribillo, e questo indica che non si è sviluppato molto. Non si sa gran che delle sue origini, forse le sue radici antiche sono da ricercarsi in balli africani provenienti dal Congo. Non è una follia, dato che nel porto di Cadice e nel porto di fiume di Siviglia passavano tutti i commerci dalle indie e dall'Africa, inclusi gli schiavi diretti alle Americhe.In effetti la parola stessa non suona molto europea!Che fosse un ballo di schiavi africani lo dicevano i pliegos de cordel, antichi libretti che venivano venduti in una sorta di edicola ante litteram: fogli stampati, piegati appesi su una cordicella in vendita. Raccontavano storie, poesie, aneddoti. Probabilmente lo zorongo era un baile gitano, sulla scia della zarabanda, della quale era una versione meno volgare, più morigerata. Si ballava a coppie, nelle zambras del Sacromonte di Granada. Ce ne parla Faustino Nuñez, il flamencologo di cui sempre ti parlo, nel suo libro "Guia comentada de musica y baile preflamencos (1750-1808)", come una parte importante del folklore spagnolo. Ci parla di una letra antica: "!Ay, zorongo, zorongo, zorongo! Que lo que mi madre me compra me pongo, que si me compraba una camisita que llena de encajes que por las manguitas que toma zorongo" Ahi zorongo, che quello che mi compra mia madre io me lo metto, che se mi avesse comprato una camicetta con le maniche di pizzo, que toma (espressione intraducibile, che significa qualcosa come "ecco!"). Comunque anche con questa strofa non si capisce il significato della parola! Probabilmente è un suono divertente. La parola stessa indica un fazzoletto triangolare usato come bandana.All'inizio del 900 viene praticato dai gitani del Sacromonte soprattutto come danza. Il ritmo era ternaio, come tutto il folklore spagnolo. Le strofe parlano di amore non corrisposto, di cui però si è molto fieri. Importantissimo a riguardo il lavoro di Federico Garcia Lorca. Il sommo poeta raccolse le strofe di canti popolari antichi spagnoli, e li incise in una collezione di 5 dischi per il grammofono, per l'etichetta "La voz de su Amo" (La Voce del Padrone) nel 1931, arrangiandone la musica, e suonandola al piano personalmente. Ad accompagnarlo, al canto, nacchere e zapateo, La Argentinita. Ogni disco conteneva due brani, uno su ogni lato, e uno di questi era proprio lo zorongo.La collezione ebbe un enorme successo e salvò dall'oblio molte canzoni popolari antiche. Lo zorongo in effetti come tale venne dimenticato, ma venne da lì in poi ricordata la versione del poeta, che ne compose anche qualche strofa, oltre a ricostruirne di popolari: se ascolti le strofe di zorongo gitano, ti rendi conto che non possono essere di tradizione popolare, perché contengono parole troppo ricercate e immagini non banali. Ad esempio la strofa famosa: "las manos de mi cariño estan bordando una capa con nagréman de alhelies y con esclavinas de agua" (le mani del mio amore stanno ricamando un mantello con passamanerie di violacchiocche e con mantelline di acqua)... non è propriamente linguaggio popolare!Esistono parecchie strofe poetiche por zorongo, ma la melodia è sempre la stessa. Inoltre c'è un ritornello. Che nella versione del 1931 non viene neppure cantato ma soltanto suonato al piano e ripetuto ritmicamente dal zapateo de la Argentinita. Il poeta però scrisse le parole del ritornello. La voce di Argentinita ci fa capire che nel flamenco ognuno canta.. con la voce che ha! E che non esiste una estetica della voce! Antonio el bailarin, Antonio Ruiz Soler, nel 1964 lo ballò con Marisol, Pepa Flores, sul canto della stessa Marisol, nel film "La nueva cenicienta". Il film era stato fatto con il proposito di lanciare Marisol sul mercato cinematografico internazionale, e infatti fu diretto da un regista americano che era solito produrre film western. Non ebbe molto successo, forse anche perché Marisol non era più la bambina prodigio dei tempi in cui divenne famosa. Però il fatto che sia stato registrato lo zorongo in questo film ci dice che il brano era molto noto, e forse anche questo intervento di Antonio el bailarin lo rese ancor più famoso. Nel modo di cantare di Marisol si sente molto il gusto di canto che c'è nella storia della copla spagnola. Il ritmo è il solito ritmo 123 123 12 12 12, tipico del folklore spagnolo, e che chi conosce il flamenco sa che è molto diffuso. Nelle orecchie questo ritmo ce l'hai già: ascolta la colonna sonora di West Side Story! Leonard Bernstein ha preso questo ritmo proprio dal folklore spagnolo!Un ritmo ternario di amalgama, suonato in modo flamenco, in tono di la minore... suona molto flamenco! Ed è molto facilmente afflamencabile!Ti faccio ascoltare l'introduzione con gli "y" tipica por Caña o Policaña o Polo (che sono altri palos del flamenco), per la voce di José de La Tomasa, che è praticamente la stessa melodia del ritornello dello zorongo. Comunque questa sequenza di suoni è basata sulla cadenza andalusa, che è proprio la atmosfera tipica delle sonorità musicali spagnole. Ascoltiamolo insieme al ritornello di zorongo!Ti faccio sentire una registrazione di uno Zorongo cantato da Teodoro Perez Villanueva un cantaor sivigliano storico, che raccoglie in sé la storia del flamenco. Classe 1912, è l'esempio di un'epoca. Per la chitarra di El Pucherete. Questo audio viene da una trasmissione televisiva del 1973, emessa dalla televisione spagnola Tve, dallo storico tablao Torre Bermeja di Madrid. Voce forte potente e chiara. La sua versione dello zorongo è molto bella e personale. Parlando dello zorongo non ci possiamo dimenticare della versione che mne fece nel 1993 Carmen Linares, con il disco Canciones populares antiguas, con la collaborazione di musicisti eccezionali (Miguel Angel e Paco Cortes alla chitarra, Javier Colina al contrabbasso, Bernardo Parrilla al violino, Juan Parrilla al flauto). La grande particolarità è che Carmen lo canta il 4/4 come se fosse un tango, e la sua versione ha fatto scuola. Sono Sabina Todaro, mi occupo di flamenco e danze e musiche del mondo arabo dal 1985. Dal 1990 insegno baile flamenco e Lyrical Arab Dance, un lavoro sull'espressione delle emozioni attraverso le danze e le musiche del mondo arabo al Mosaico Danza di Milano. Mi sono più volte cimentata con lo zorongo insegnando, e il tema è davvero facile da ricordare. Interessante è il ritornello che può essere cantato molto lentamente come introduzione, ed è molto espressivo! La danza può far riferimento alla danza spagnola, se viene fatto in 12 tempi con il ritmo ternario originale, o si assimila ad un tango flamenco. Ha una identità non particolarmente individuata, proprio perché non ci sono tante melodie: infatti non si tratta di un vero e proprio palo flamenco ma di una canzone afflamencata.Ascoltalo e.. formati il tuo gusto personale!
In questa intervista esclusiva, ho avuto il piacere di parlare conAngela Todaro, psicologa e autrice del libroSe mi lasci rinasco. Un'opera che trasmette un messaggio di speranza per chi sta cercando di uscire da una relazione tossica.Abbiamo affrontato insieme diversi temi fondamentali:
Craig Todaro started the same year as me. Craig is an anomaly in comedy, he specializes in story telling and " penis jokes" , he doesn't do any social media or worry about the industry. He comes in and kills, if he gets on a show locally he usually headlines , just a sweetheart of a dude, fantastic comic.
Prima di ascoltare questo podcast ti consiglio di andare ad ascoltare i due precedenti, in cui ho parlato delle origini e dell'evoluzione della Petenera in tempi più antichi.Questo podcast parla di come la Petenera si è evoluta fino ai nostri giorni.Ascoltiamo diversi esempi, partendo dalla petenera più antica mai incisa, del Mochuelo, edita da Gramophone nel 1899. La registrazione viene dall'archivio della Sociedad Pizarras, che fa un lavoro incredibile di recupero dei dischi antichi che vengono messi on line a disposiizone di tutti su youtube invece che buttati in discarica. Fra l'altro io sono socia, e tu puoi associarti, o per lo meno sostenere la Sociedad seguendo il canale youtube.Ascoltare dischi antichi pieni di click e fruscii non è facile ma sono dei gioielli incredibili, ed è molto prezioso ascoltarli.La petenera più antica era quella di Medina el Viejo, che però non ha inciso nulla ma possiamo ascoltare una registrazione fatta da suo figlio, El Nino Medina, accompagnato dal chitarrista Ramon Montoya, un mito della storia del flamenco.Ascoltiamo anche un esempio della bellissima voce di Juan Breva, che aveva imparato a cantare la petenera dal Nino Medina, collega di spettacolo nei locali. Juan Breva, classe 1844 o forse 1846, era bravissimo e molto famoso, nacque a Velez Malaga, ed ebbe grande successo a Malaga e poi a Madrid. Personalizzò il cante di Medina el Viejo, e probabilmente fu lui a rendere famosa questa melodia, La seconda strofa cantata dal Mochuelo nella registrazione del 1899 è proprio la petenera di Juan Breva, in una versione più rapida e leggera, "commerciale". Come mai ci fu questa evoluzione da allora ad oggi? La petenera di quell'epoca a cavallo fra 800 e 900 era molto diversa. Grande responsabilità fu quella di Pastora Pavon la Nina de los Peines, che imparò il cante por petenera di Medina attraverso el Nino Medina, grazie a suo fratello, Arturo Pavon, che non divenne un cantaor famoso perché non amava esibirsi in pubblico. Tutto ciò che Pastora cantava diventava meravigliosamente flamenco e molto artitico e profondo. Petenera inclusa! Ascoltiamo un esempio di una letra dello stile che viene attribuio proprio a lei. Il suo cante era molto più lento e molto meno ritmico. Anche Antonio Chacon fece molto per la storia della petenera. Cantava due letras di petenera di Medina el Viejo e una di propria creazione (qualche flamencologo dice che non fu lui a creare questa forma specifica, ma fatto sta che la cantava lui). Non possiamo ascoltare Chacon che canta Petenera perché purtroppo non ci sono registrazioni sue, ma possiamo ascoltare il suo stile cantato da Alfredo Arrebola. Per fortuna il flamenco cita spesso se stesso!Il modo di cantare di Chacon è stato tramandato tantissimo non solo da Chacon stesso ma dal suo chitarrista, Perico el Del Lunar, che fra l'altro ha gestito la famosissima antologia del Cante Flamenco edita da Hispavox negli anni 50 che è stata una pietra miliare del cante flamenco, punto di riferimento per tutti i cantaores a venire. Ascoltiamo anche Rafael Romero El Gallina accompagnato da Perico, che canta allo stile di Chacon. El Gallina ha educato altri cantaores a cantare allo stile di Chacon, come Bernardo de los Lobitos, Pericon de Cadiz o Pepe de la Matrona.Ci sono anche creazioni personali di Petenera, interessanti. C'è quella suonata da Federico Garcia Lorca al piano e cantata da la Argentinita, ripresa da Carmen Linares. TI faccio ascoltare entrambe le versioni, ma prima di quella di Carmen Linares nel disco "Canciones populares antiguas", ti faccio ascoltare la stessa Carmen che canta El Pano Moruno, che molti vedono come un predecessore della petenera. Sentirai gli elementi in comune.La stessa Carmen Linares ci regala un'altra strofa incredibile di petenera, bellissima, nel Cd La Luna y el Rio. La letra parla di tema ebraico. Spendiamo due parole per la salida del cante. Anticamente si faceva, ed era molto breve (forse perché il tempo a disposizione per le registrazioni era cortissimo), soltanto prendere la nota. Oggi in pratica non si fa più. Altra cosa su cui riflettere è il fatto che la petenera ha fama di portare sfortuna. Questa superstizione nacque probabilmente a metà del 900, quando nell'opera teatrale La Cabalgata durante la tournee a Londra dello spettacolo, mentre veniva cantata la Petenera, la ballerina Mari Paz doveva interpretare una donna di nome petenera, morta e in corteo funebre, ma la ballerina morì davvero e lo spettacolo venne interrotto. Forse i cantaores hanno questa superstizione a causa del legame fra questo cante e la tradizione ebraica, per pregiudizio.In realtà i cantaores gitani, che sono anche superstiziosi, l'hanno cantata, come la Nina de los peines o lo stesso Camaron de la Isla.Probabilmente la questione è che il cante por petenera è molto difficile sia emozionalmente che tecnicamente E non tutti riescono a cantarlo!Sono Sabina Todaro, mi occupo di flamenco e di danze e musiche del mondo arabo dal 1985 e dal 1990 insegno a Milano baile flamenco e Lyrical Arab Dance, un lavoro sull'espressione delle emozioni attraverso le danze del mondo arabo.Insegnando amo tantissimo montare beiles por petenera e anche usare questo palo per fare esercizi. Per un bailaor, è di grande ispirazione per lavorare sulla danza in modo espressivo. Consiglio assolutamente di ascoltare il meraviglioso lavoro di Carmen de la Jara, che forse è l'unica cantaora che nel suo repertorio oggi conserva tutte le melodie della storia della petenera.
Lucia Todaro"La felicità possibile"Piccoli indizi di quotidiana saggezzaFeltrinelli Editorewww.feltrinellieditore.itSe la felicità non fosse l'ideale irraggiungibile che ci immaginiamo e la potessimo scorgere in ogni situazione, anche in quelle che avremmo preferito evitare? E se le cose potessero parlare, che cosa ci direbbero della felicità? Per rispondere a queste domande Lucia Todaro, psicopedagogista, da sempre interroga i piccoli oggetti d'uso quotidiano. Sono proprio le cose “da nulla”, quelle di cui non misuriamo il valore in termini estetici, funzionali o economici, a suggerire la via d'accesso e il percorso più breve verso una felicità possibile. Svelandone il senso nascosto, metaforico, l'autrice le rende promemoria emotivi, che ci dotano delle competenze vitali per affrontare il nostro personale viaggio verso una vita piena e profonda. A volte basta saper osservare e ascoltare con attenzione per andare oltre l'apparenza, basta saper scoprire o attribuire valore per poterci stupire. Possiamo allenarci a farlo, cambiando il nostro modo di guardare gli oggetti più banali. Portandoli idealmente in tasca, possiamo trasformarli in opportunità per aprirci alla meraviglia, in indizi di speranza e coraggio; possiamo affinare la nostra abilità di orientarci nelle scelte e nelle relazioni, nutrire la resilienza e la capacità di sognare. Non sono solo oggetti, ma rappresentano concetti e delineano traiettorie verso la felicità che desideriamo. L'essere felici ha poco a che fare con il successo dei supereroi, la perfezione o il raggiungimento di obiettivi imposti dalla società; corrisponde piuttosto al saper dare significato a tutto ciò che siamo, abbiamo e sperimentiamo.Lucia Todaro, psicopedagogista, promuove il benessere emotivo, relazionale e spirituale delle persone di ogni età e ruolo. Dopo la laurea in Filosofia con indirizzo in Scienze umane ed essersi occupata di selezione e formazione aziendale, da oltre trent'anni opera come consulente psicopedagogica, di orientamento e formazione, lavorando in scuole, università della terza età e associazioni di promozione sociale (Caritas, Aido, Sportello Scuola Volontariato). Dal 1995 collabora stabilmente con il Centro Sportivo Italiano come formatrice psicopedagogica in progetti educativi e motivazionali. Si occupa di progetti, anche pluriennali, dedicati alle competenze umane e alla relazione d'aiuto sia per le amministrazioni pubbliche, sia in aziende ed enti privati. Questo è il suo primo libro. Il potere straordinario di dare senso alle cose ordinarie, nelle riflessioni e nelle parole di una psicopedagogista e formatrice che, da oltre tre decenni, guida ragazzi e genitori, educatori e insegnanti a immaginare e costruire il proprio percorso verso una felicità piena e una saggezza a portata di mano.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
Seconda parte dello studio sulla petenera (ce ne sarà un a terza parte!).La storia della Petenera è complessa ed è stata studiata molto da parecchi studiosi, quindi ci sono tantissime cose da dire. Sulla sua storia ci sono parecchie contraddizioni.Ascoltiamo una registrazione di un brano popolare spagnolo composto anche da Manuela De Falla, che potrebbe aver dato i natali alla petenera. Ho scelto una versione suonata al piano dalla meravigliosa Alicia De La Rocha, e cantata da Victoria de los Angeles, che ho scelto perché esprime molto bene il canto spagnolo, e non è troppo lirica, come invece lo sono altre incisioni.Nel prossimo podcast ti farò notare come questa melodia influenza una petenera famosa, grazie alla voce di Carmen Linares.La petenera fu molto famosa nella seconda metà dell'800, con un cante leggero e rapido che era ballabile, e che via via si è andato rallentando, afflamencando e diventando più profondo. Il primo cantaor che cantò la petenera fu Medina el Viejo. In realtà non ci sono notizie chiarissime su di lui, come sempre nella storia del flamenco. In particolare, il flamencologo Manuel Yerga Lancharro disse che il vero nome di Medina el Viejo era José Rodriguez Concepcion, nato in una famiglia non gitana di Jerez, da madre di Arcos e padre del quartiere Santiago. Per molti anni si pensò che Medina el Viejo e il cantaor el Nino Medina fossero la stessa persona, ma Yerga Lancharro iuscì a capire che Medina el VIejo era il padre del Nino Medina. Pare che el Nino abbia insegnato il cante por petenera del padre ad Arturo Pavon, il fratello di Pastora Pavon, la Nina de los Peines, che imparò questo cante, lo fece proprio e lo condusse fortemente verso il flamenco. Il giornalista e scrittore Manuel Bohorquez, molto appassionato di flamenco, si rese conto che un cantaor di nome José Rodriguez Concepcion non è mai esistito, mentre trovò notizie di un cantaor e bailaor attivo a Madrid, José Medina Trujillo. Ecco scoperta l'identità di Medina El Viejo! José Medina fu piuttosto attivo a Madrid, e probabilmente non tornò mai a Jerez. Di lui si sa che forse non era un grandissimo cantaor, ma che creò la petenera come la conosciamo oggi. Non incise nulla ma ti posso far ascoltare una letra di petenera di Medina el Viejo cantata da Pepe de la Matrona, un cantaor importantissimo, sivigliano, classe 1887, con una aficion al flamenco enorme, conoscenze enciclopediche sulla materia, molto legato alle tradizioni del cante. E' morto molto anziano nel 1980, e qualcuno lo ha definito archivio vivente del cante. Non amava i teatri e i grandi palcoscenici, ma preferiva quello cantato nelle piccole riunioni, in cui non cercava di compiacere nessuno, ma cantava ciò che sentiva, come la tradizione avrebbe voluto. Pare che cantasse addirittura ad occhi chiusi. La petenera di Medina el Viejo somiglia molto a quella della Rubia de Malaga, che ti farò ascoltare fra poco. Non è illogico questo, visto che El Canario de Alora, compagno della Rubia, era collega di Medina el Viejo in moltissimi spettacoli!Ascoltiamo ancora un esempio di petenera corta di Medina cantato da Josè Sanchez Bernal, Naranjito dei Triana, nato nel 1933 appunto a Siviglia. Un cantaor super importante, che ha insegnato cante a moltissimi dei cantaores del panorama flamenco attuale. La sua petenera è molto lenta, e ci mostra come il gusto si sia modificato, nei confronti del flamenco. Ascoltiamo una incisiione importantissima, fra fine 800 e inizio 900, cantata da El Mochuelo, cantaor nato nel 1886, e un altro esempio cantato dalla Rubia di Valencia, Encarnacion Santisteban, sua amica e forse compagna. El Mochuelo ebbe tantissimo successo, e fece, fra i primi cantaores, spettacoli oltreoceano. La sua petenera era piuttosto leggera e divertente, proprio per accattivarsi il mercato discografico. Nella sua incisione si sente la Rubia che suona le nacchere (se ne riconosce la voce nel jaleo), che non entrano all'inizio della letra come succede nelle sevillanas. Non so se sia significativo, ma te lo faccio notare. La Rubia aveva una voce acutissima e conoscenze enciclopediche sul flamenco. Nelle sue registrazioni canta anche cose che sarebbero scomparse senza di lei. La Rubia de Malaga, Francisca Colomer, faceva una versione sua, ed è una persona da conoscere per capire la storia della petenera. Ebbe un discerto successo, ma dovette andarsene a Madrid, dovendo ricominciare la sua carriera, poiche suo padre pare abbia ucciso il cantaor El Canario, con cui lei aveva una relazione. Non ha inciso nulla, ma possiamo ascoltare Antonio De Canillas cantare la petenera della Rubia de Malaga, che sicuramente è solo in parte fedele all'originale. In sintesi abbiamo Medina El Viejo che ha influenzato vari cantaores fra i quali La Rubia de Malaga, Poi venne la petenera del Mochuelo, che prendeva spunti da altre cose precedenti, ma non si sa chi la abbia creata: si sa solo che la cantava lui! Forse i cantaores hanno cominciato a cantare la petenera sempre più lentamente per fornirle un'aria più flamenca e più drammatica. Sono Sabina Todaro, insegno baile flamenco a Milano dal 1990, me ne occupo dal 1985. Compilare questi podcast sulla petenera è stato meraviglioso. Mi domando come mai nessun cantaor abbia più rispolverato la petenera del Mochuelo, che ho sentito cantare solo a Carmen de la Jara. Il flamenco, dicono i flamenchi, non inventa niente, ma va a raccontare qualcosa che ha già raccontato in passato. E lo ripete. Quanto più si approfondisce un aspetto del flamenco e tanto più si capirà tutto il resto, perché è un corpo unico, in cui tutto influenza tutto.
Le origini della petenera sono avvolte nel mistero:si ipotizza una origine ebraica, oppure che fosse nata a Paterna de la Ribera, in provincia di Cadice, o che fosse il nome di una cantaora mitica, di cui in realtà non si sa nulla. Esploriamo un po' la storia, per capire meglio. I flamencologi lavorano oggi parecchio sulle emeroteche per verificare storicamente che cosa sia successo, relativamente alla presenza del flamenco. La prima volta in assoluto in cui si parla di Petenera fu a Città del Messico, il 6 gennaio 1823, parlando di uno spettacolo al Teatro Coliseo. Si è anche trovata una petenera scritta, del 1827, sempre petenera messicana.Ci sono due studiosi che hanno investigato tanto sulla petenera americana: Lenica Reyes Uñiga, messicana che ha scritto sulla petenera la tesi per il suo dottorato in etnomusicologia, e José Miguel Hernandez Jaramillo, etnomusicologo sivigliano, che gestisce un bellissimo podcast, "Sonidos olvidados". Altro studioso importantissimo è Faustino Nuñez, che ha ricaercato nella stampa indicazioni sulla petenera. In Spagna si comincia a parlare della petenera nel 1826 a Cadice, quando entrò a far parte del repertorio di pionieri danzatori come Luis Alonso, che ballava "la petenera, il son di Veracruz", il son “jarocho”, cioè di Veracruz, Messico. E nel 1827 Lázaro Quintana, nipote anche del cantaor delle origini El Planeta, cantava la petenera americana o veracruzana. Per la prima volta nel 1844 si parla di una petenera gaditana, a Cuba, come spettacolo di danza: per la prima volta si parla di una petenera gaditana e non di petenera americana. Logicamente Cadice è il maggiore porto sull'atlantico in Spagna, e quindi le novità culturali entravano in SPagna da lì, quindi la prima petenera spagnola era per forza gaditana!A metà dell'800 la petenera comincia a comparire nell'elenco dei brani interpretati a Triana durante le feste organizzate in locali pubblici o privati per il divertimento dei ricchi o per intrattenere i primi viaggiatori, solitamente animate da artisti gitani. Nel 1954 la petenera entra in teatro con danzatori professionisti. ed entra sempre pèiù a far parte di serate e spettacoli. La petenera delle origini aveva un ritmo ternario, quello tipico del folklore andaluso in particolare e di quello spagnolo in generale. La petenera che esiste in Messico è un Son, un genere musicale popolare ballabile. La melodia della petenera flamenca è chiarissimamente influenzata dalla melodia tradizionale messicana della zona Huasteca. In Messico la petenera ha varianti regionali, e si riconoscono almeno 4 stili: Jarocho, uno delle coste Grande e Chica di Oaxaca e Guerrero, una canzone istmeña di Oaxaca, e la petenera huasteca, incentrata sul personaggio della sirena. Ascoltiamo un esempio di come suona la petenera messicana: chi conosce la petenera flamenca sentirà sicuramente la stessa melodia!E' molto probabile che questa melodia nasca in Spagna, come una tonada, e si sia modificata una volta arrivata in America. La forma poetica è quella del romance, componimento poetico spagnolo di origine castigliana, a carattere epico-lirico, in doppi ottonari in assonanza. Non si può però sapere se alcuni cantes antichi restarono in Spagna e si evolsero verso la petenera o se in Spagna non rimase nulla e tutti i canti andarono in America e lì vennero trasformati. CIò che è certo è che ci sono melodie tradizionalli spagnole in cui si possono ravvisare le origini della petenera. Ti faccio ascoltare una prima melodia, del repertorio sefardita ebraico. Gli ebrei nel 1492 sono stati espulci da Spagna e Portogallo, e alcuni sono arrivati in america. Il brano è cantato in Ladino, la antica lingua ebraica di origine neolatina, molto simile allo spagnolo, parlata teoricamente da circa 200.000 persone al mondo ma poco conosciuta. Il titolo è "A la una yo nassí a las dos me engrandesí". Fa parte del canzoniere ebraico del XV secolo. Ascoltiamo un'altro brano, portato alla luce da Antonio Barberán, direttore della cattedra di flamencologia di Cadice e creatore di un interessantissimo blog, "El callejon del Duende". Al brano Barberán ha posto come titolo "La petenera del Niño Turco", ma il vero titolo sarebbe "Las horas de la vida". Il cantante della registrazione è Haim Effendi, probabilmente la maggiore autorità storica in termini di canto ebraico sefardita. Nato in Tracia, oggi territorio turco, ha vissuto tanto in Egitto e ha viaggiato molto, diffondendo il suo modo di cantare e il suo repertorio. Il brano pubblicato dall'uniersità ebraica di Gerusalemme, grazie alle ricerche del Centro di musica Ebraica. Si sente che è una melodia antica, ma si sente che la petenera viene da lì. Altro brano che voglio farti ascoltare è registrato da José de Los Reyes Santos El Negro del Puereto, registrata nella Magna Antologia del Cante Flamenco del 1982. Il padre del Negro era di Paterna de la Ribera. Il brano è un antico Corrido Gitano, "El romance de la Monja" o "Mi madre me metio a monja". Quello che non si sa è se questa melodia sia stata cantata così perché la melodia di questo corrido fosse veramente questa o se sia stato El Negro o se qualcun altro di Paterna de la Ribera abbia messo qeusta melodia, dato che a Paterna c'è un amore particolare veros questo palo. Fatto sta che la melodia è la questa!Parliamo delle origini del nome. Nel dizionario non c'è nulla che possa riportare alle origini di questo nome. Per moltissimo tempo si è fatto riferimento alle tesi di Antonio Machado Alvarez Demófilo, scrittore, antropologo e folclorista spagnolo, padre dei poeti Antonio e Manuel Machado, uno dei maggiori intellettuali in Andalusia nella seconda metà dell'800 e il primo esponente dello studio “scientifico” del flamenco.Nel 1881 esce la sua "Colección de cantes flamencos", pietra miliare nella storia del flamenco: la prima volta in cui ci si avvicina a quest'arte con criteri scientifici antropologici. L'opera tratta delle origini dei cantes e compila letras di vari palos. Demófilo si appoggiò a due cantaores riconosciuti all'epoca, Juanelo di Jeréz e Silverio Franconetti (colui che spinse il flmenco verso il professionismo). La opera di Demofilo è fonte di studio inevitabile.Demófilo afferma che petenera è corruzione del termine paternera. Vero è che gli andalusi distorcono facilmente le parole, e che Petenera suona come Trianera, come aggettivo di un luogo, e in più Juanelo non avrebbe avuto interessi nel mentire.Altra possibile opzione è che Petenera fosse una cantaora, forse di Malaga, forse di Cuba o di Paterna... ma di questo personaggio non ci sono evidenze storiche. Molti, studiosi anche autorevolissimi, del flamenco, la accettano come teoria indiscutibile, ma Juanelo però non era uno studioso, e semplicemente vedeva la realtà dal suo punto di vista. Consideriamo sempre che è difficile cambiare idea quando un parere è molto radicato da molto tempo!Un altro teorico del flamenco, Francisco Rodriguez Marin, aggiunge a quella di Demofilo una teoria mitica, nel 1898: Petenera era una cantaora (avallando le teorie di Juanelo e di Demofilo) molto bella, che seminava intorno a sé donne gelose e uomini innamorati. La teoria si basa sul contenuto di alcune letras, come se fossero verità scientifiche: "quien te puso petenera no te supo poner nombre que te debió de haber puesto la perdición de los hombres" chi ti ha chiamato petenera non ti ha saputo mettere il nome, ti avrebbe dovuto chiamare la perdizione degli uomini. Qualcuno ha persino ipotizzato che Paterna non fosse quella in provincia di Cadice ma in provincia di Valencia. Molto più probabilmente il termine viene etimologicamente dall'America: una regione del Guatemala al confine con il Messico si chiama Petén e il suo aggettivo è proprio petenero. La Spagna ebbe molto a che fare con questa regione perché è la sede della cultura Maya. E appunto in Messico si dà questo nome Petenera a diversi Son. Altra cosa importante da valutare riguardo alla petenera flamenca sono le sue origini ebraiche. A parte le origini musicali che affondano nella tradizione ebraico sefardita, nei brani che abbiamo già ascoltato, abbiamo diverse letras che parlano degli ebrei, la più famosa delle quali è "A donde vas bella judia, tan descompuesta y a a deshoras? Voy en busca de Rebeco que esta en la sinagoga" Dove vai bella ebrea così sconvolta e a questa tarda ora? Vado a cercare Rebeco che è nella sinagogaIl contenuto di questa letra è po' strano: non esistevano più le sinagoghe in Spagna dal 1492 (quindi dovrebbe essere una letra precedente al 1492, ma non ne sono rimaste tracce per secoli), Rebeco è un nome strano, se fosse ebraico sarebbe al femminile, Rebeca, inoltre le donne non andavano alla sinagoga, e tanto meno da sole e in tarda serata. Sembra parlare di una atmosfera molto più recente. Insomma i punti interrogativi sono grandi! D'altra parte nessuna letra ci può dire dove nascano i palos, altrimenti questa letra: En La Habana nací yo debajo de una palmera; allí me echaron el agua cantando la petenera. (Sono nato all'Havaa sotto una palma e lì mi hanno battezzato cnatando la petenera) vorrebbe dire che viene da Cuba La melodia antica era ritmata e piuttosto rapida, ma nel corso del tempo si è flamenchizzata, perdendo la componente ritmica, e rallentando tantissimo. Sono Sabina Todaro, mi occupo di flamenco e danze e musiche del mondo arabo dal 1985. Dal 1990 insegno baile flamenco e Lyrical Arab Dance, un interessante lavoro sull'espressione delle emozioni in danza, a Milano al Mosaico Danza.Ti consiglio di affrontare lo studio di un baile por petenera se vuoi capirte meglio il flamenco!o su
Megkeresett minket a Budapest Film, hogy forgalmaznak ősszel egy háborús filmet és mi lenne, ha premier utáni attrakcióként összehoznánk egy filmhez kapcsolódó élő felvételt. Ilyesmit még nem csináltunk, hát most kipróbáltuk: 2024. november 14-én a Toldi Mozi nagytermében megnéztük a filmet, aztán teltház előtt beszéltünk a film témájáról, Salvatore Todaro olasz tengeralattjáró-parancsnokról. De azzal a feltétellel vállaltuk el a műsort, hogy eltérünk majd a filmtől, szóval a rendelkezésünkre álló idő második felében mindenféle mélyvízi nyúlüregekbe is lemerültünk. Ennek a felvételnek a minimálisan vágott verziója hallható az adásban. A moziterem adottságait kihasználva vizuálisan is szerettünk volna adni valamit a közönségnek, ezért képek kísérték a felvételt, ezeket itt lehet megcsodálni. De reményeink szerint a szöveg képek nélkül is szórakoztató.
A bordo con le Donne al Volante, in compagnia di Liliana Russo e Katia De Rossi, è stata ospite la psicoterapeuta Angela Todaro per presentare il suo nuovo libro Se mi lasci rinasco che spiega quanto le relazioni tossiche lascino ferite profonde. La Dottoressa spiega come sia necessario imparare a riconoscere i campanelli d'allarme, la difficoltà non è poca visto che si comincia spesso con la fase iniziale dell'idealizzazione in cui sembra che il partner sia la persona giusta, il manipolatore invece fa intenzionalmente gesti e promesse perfette per noi ma poco tempo dopo avviene la trasformazione. Quest'ultima può essere graduale o improvvisa ma in ogni caso c'è un cambiamento drastico nei comportamenti, il manipolatore infatti comincia a trovare difetti nella partner e a criticare o ridicolizzare determinati atteggiamenti che fino a poco prima venivano apprezzati. Da qui comincia il controllo, l'ossessione fino ad arrivare in molti casi a violenza psicologica e fisica. Al tempo stesso però ci sono anche molti uomini che sono vittime di manipolazione e che si trovano incastrati in rapporti di dipendenza malsana con donne insoddisfatte e super richiedenti che danno vita a forti abusi emotivi e finanziari.
PALERMO (ITALPRESS) - “La sfida è di aumentare la raccolta differenziata nel centro storico di Palermo, perché era umiliante vedere che in alcune zone si faceva e in altre no". Così il presidente di Rap, Giuseppe Todaro, a margine della presentazione delle nuove iniziative imminenti per il recupero dei rifiuti nella città di Palermo. "Auspichiamo che i cittadini ci vengano dietro e accettino di buon grado questo cambio di passo: meritiamo una città più pulita, per raggiungere quest'obiettivo serve la collaborazione di tutti - sottolinea -. A gennaio partiremo anche con Tommaso Natale e Sferracavallo, con l'obiettivo di raggiungere quanto prima 200 mila persone: se le aggiungiamo alle 200 mila già coperte si arriva a due terzi di città con la raccolta differenziata attiva”. xd8/vbo/gtr
In this episode, Rob welcomes back Mathew Todaro, a partner at Verrill Law who defends and negotiates on behalf of his clients under statutes such as the Clean Water Act, EPCRA, and FIFRA, with a particular focus on Section 112(r) of the Clean Air Act. Today, Rob and Mat give listeners a crash course on the EPA's Risk Management Plan (RMP) Rule. They cover applicability, the three program levels, the components and requirements of RMP, and touch on some recent RMP rule changes. Be sure to check out Mat's previous appearances on our show at the links below: Episode 25 - After the EPA Inspector Leaves with Guest Mathew Todaro Episode 35 - Environmental Compliance Audits with Guest Mathew Todaro Episode 52 - EPA's General Duty Clause with Guest Mathew Todaro Episode 56 - Implementing EPA's General Duty Clause (GDC) (Does not feature Mat, but is a companion episode to #52) Episode 106 - EPA's National Enforcement and Compliance Initiatives with Guest Mathew Todaro Connect with Mat on LinkedIn here.
Per fruire di questo podcast dovrai ascoltare il precedente, che è dedicato più genericamente alla bambera. In questo episodio faremo un ascolto guidato di brani.La più antica registrazione è del 1935 fatta dal cantaor Pepe Pinto, con il titolo Pintera, come fosse una creazione sua o in altri casi la chiamò Fandango de Aznalcazar, che è in relatà il suo nome corretto di origine. Il cante è por fandango.Ascoltiamo la interpretazione molto forte e decisa di Pepe Marchena, che era molto creativo e non era interessato ad aderire a schemi, e della Bambera fece, per il film "Martingala" del 1940, una versione molto creativa por Milonga.Nel 1941 Gracia de Triana cantante di copla la incide come cante campero popular, por fandango. I flamencologi non avevano preso in considerazione questo brano, attribuendo alla coppia Pinto/Nina de los Peines la diffusione della Bambera.La moglie di Pepe Pinto, Pastora Pavon la Nina de los Peines, la rese molto famosa, cantandola parecchio, e la incise nel 1949 con il chitarrista Melchor de Marchena. In questa incisione canta in modo molto flamenco la più famosa letra di bambera, "Entre sabanas de Holanda": Fu lei a mettere a questo palo il nome.Ascoltiamo El Lebrijano che incide nel 1966 una primissima versione por buleria por solea, con la chitarra Nino Ricardo. La più famosa versione in buleria por solea, quella che ha fatto storia, è in realtà del 1970, suonata da Paco de Lucia, con il cante di Naranjito de Triana. Naranjito studiò parecchi cantes, andando a recuperare anche cantes non molto diffusi, e influenzò tanto altri cantaores, perché fu anche maestro, nella scuola forse più importante di cante flamenco della storia fino ad oggi, la Fundacion Cristina Heeren di Siviglia, con la sua voce potente ed espressiva, e ricama la melodia in modo molto flamenco. Il brano esce nella Antologia Cantaora, con il tiolo Homenaje a la Nina de los Peines. Alrtro brano da ascoltare per comprendere la bambera è inciso nel 1996 da Carmen Linares, con la chitarra dei fratelli Habichuela, ancora por fandango, nahce se ormai a quell'epoca era molto più diffusa la versione in buleria por solea. Anche Enrique Morente cantava la bambera por fandango, ma quando la incise, nel 1999 nel disco Lorca, la incise por tango, con la chitarra granadina meravigliosa di Pepe Habichuela. Interessante è che alla fine della strofa Enrique Morente ripete gli ultimi due versi, cosa che in Bambera non si fa, ma che invece si fa por tango. Ascoltiamo La Leyenda del Tiempo, pubblicata da Camaron de la Isla nel 1979. Il pubblico e la critica ricevettero male il disco, ma con il tempo lo apprezzarono sempre più. E' stata una versione psichedelica, rock, di una melodia tradizionale di un canto de columpio, che ti faccio ascoltare per farti sentire da dove viene. Il pianoforte introduce una melodia che ricorda la bambera che conosciamo come la più diffusa. Ma il canto ha una melodia diversa, quella che Camaron scelse per il suo La Leyenda del Tiempo. E' fatto su un tipico ritmo molto ternario, tipico del folklore andaluso. Ascoltiamo anche la Bambera di Arcos, per verificare che è proprio diversa! Canta Manolo Cantarrana con la chitarrqa di Manolo Sanlucar. Il cante por bambera non richiede necessariamente una salida del cante, visto che non nasce in ambito campestre e non flamenco. Molti importanti cantaores entrano direttamente con una letra. Ascoltiamo Gracia de Triana, che introduce il cante con un temple, più che una vera salida del cante. Intona la voce con le note della melodia. Ascoltiamo invece un esempio di salida del cante por bambera datto dal cordobese Jiménez Rejano: la voce copia la melodia di una strofa. In effetti, quale sistema migliore per sintonizzarsi su un palo che cantare la melodia stessa che lo identifica?La bambera non ha un cambio de sentido, ma c'è una bellissima registrazione fatta da Sonia Miranda, cantaora sivigliana residente ad Almeria, che voglio farti ascoltare, che va in modalità maggiore. Chissà perché questo cante così bello non è più diffuso di quello che è!Sono Sabina Todaro, mi occupo di flamenco e danze e musiche del mondo arabo dal 1985. Insegno dal 1990 a Milano, al Mosaico Danza, baile flamenco e un lavoro interessante sull'epressione delle emozioni attraverso le danze del mondo arabo che ho chiamato Lyrical Arab Dance. Mi è capitato di montare spesso una bambera nel mio lavoro di insegnante, ma per preparare questi episodi sulla bambera ho dovuto approfondire molto, e passare oltre rispetto alle informazioni superficiali che descrivono questo palo come una solea leggera con una letra particolare, scoprendo un vero gioiello. E' un po' una metafora della vita quello di non fermarsi alla superficie, e si possono scoprire dei veri tesori, cercando di capire perché le cose sono come sono. Ed è prezioso imparare a... cambiare idea.
In questo episodio ti racconto la teoria di questo bellissimo palo. Ce ne sarà un secondo di guida all'ascolto. E' un cante non tantissimo preso in considerazione nei recitales flamenchi, forse perché è troppo legato al folklore. Il nome viene da Bamba, nome popolare usato nella zona di Siviglia e Cadice, per indicare il columpio, l'altalena. Il termine viene forse da bambolear, che significa dondolare, oscillare. Tradizionalmente si creavano nelle feste soprattutto intorno al Guadalquivir, di cui sappiamo grazie a pittura e letteratura, forse su imitazione delle feste francesi, nelle quali si attaccava una corda ad un grosso albero, con una seduta di legno o di corde intrecciate. I giovani spingevano le fidanzate sull'altalena, cantando e facendo festa.L'idea dell'altalena era di spingere la fidanzata molto in alto vicino alla luna per propiziarle fertilità. I cantes de columpio avevano tematiche leggere, doi amore, gelosia, e il franchismo non li amò perché considerati "piccanti". Ma anche se il potere costituito non amava questi canti non li distrusse perché si trattava di una tradizione popolare orale, apprezzata e diffusa. Questi canti non erano complessi dal punto di vista musicale. Ad un certo punto i canti popolaroi di columpio cominciarono ad essere afflamencati, con influenza da parte dei cantes camperos, la temporera, la trillera, le ninnanane ecc. Importante nello sviluppo del palo che conosciamo oggi sono stati i cantes de columpio di Aznalcazar, un paese situato nella zona dell'Aljarafe Sivigliano, in direzione di Huelva. In quella zona andava in vacanza una coppia di cantaores importantissimi nella storia del flamenco: Pepe Pinto e la moglie Pastora Pavon, la Niña de los Peines, che appresero questi canti e cominciarono a farli propri. Anche Pepe Marchena conosceva questo canto. Pepe Pinto inserisce il cante fandango di Aznalcazar e lo chiama "pintera". Nel 1935 lo incide con questo nome, o con il nome di Fandango di Aznalzacaz, su ritmo di fandango, per l'etichetta Disco Gramofono. Come si arriva alla attuale concezione della bambera come di una sorta di variante della buleria por solea? Trattandosi di un cante di origine campestre, il suo ritmo naturale sarebbe quello del fandango, ma nel cante si sente tanto la cadenza andalusa e la modalità flamenca, con escursioni sulla scala minore. E la chitarra può accompagnarlo in modo molto spontaneo con le note della solea. Pepe Marchena nel 1940 ne incide una su aire di milonga per la colonna sonora del film "MNartin Gala". Davvero particolare: te lo farò sentire nel prossimo podcast! E' interessante come si possa riconoscere una melodia, nonostante venga cantata in un contesto musicale differente. Nel 1941 Gracia de Triana, una cantante popolare in Andalusia, la incide por fandango con il titolo di cante campero popular. La Niña de los Peines la incise nel 1949, accompagnata dal mitico chitarrista Melchor de Marchena, con il titolo "Entre Sabanas de Holanda", per l'etichetta "La voz de su amo" (La voce del padrone!) dopo averla cantata parecchio e averla fatta conoscere, dandole per la prima volta il nome di Bambera.Fino a qui, il cante por bambera non era mai stato cantato por buleria por solea. Il primo cantaor che lo mise in buleria por solea fu Juan Peña El Lebrijano, accompagnato da Niño Ricardo alla chitarra. Era il 1966. Dopo pochi anni, nel 1970, Naranjito De Triana nel fa una sua versione con la chitarra di Paco de Lucia, in una Antologia Cantaora, con il titolo "Homenaje a la Niña de los Peines". Molti dicono che sia stata la Niña de los Peines a mettere il ritmo di Solea alla Bambera, ma non è vero!Altro esempio da tener presente è quello di Enrique Morente, che lo cantava por fandango dal vivo, ma che lo incise nel 1999, accompagnato da Pepe Habichuela, con ritmo di tango! Questo cante è nato libero da ritmo, quindi si presta a diverse possibilità.La letra si basa su versi ottosillabi, 4 con due versi ripetuti o 5 con un verso ripetuto, per cui siamo in uno schema di fandango con 6 versi. Una bambera che ha fatto storia è La Leyenda del tiempo, nell'omonimo disco del 1979 di Camaron. All'epoca fu un disco super rivoluzionario, molto rock e innovativo e il suo valore viene riconosciuto molto tempo dopo. La melodia viene da un canto del canzoniere dei cantos populares españoles, dal titolo "La niña que esta en la bamba".Il flamenco non butta via niente, recupera e ricicla. Esiste anche la Bambera di Arcos de la frontera, ma non ha nulla a che vedere con quella che conosciamo. E viene accompagnata in modo maggiore, con una atmosfera diversa. Sono Sabina Todaro, mi occupo di flamenco e di danze e musiche del mondo arabo dal 1985. Dal 1990 insegno baile flamenco e Lyrical Arab Dance, un lavoro sull'espressione delle emozioni attraverso le danze del mondo arabo a Milano. La bambera è un bellissimo palo da affrontare, che ha una sonorità molto melodica. Il background musicale che le si suole dare quando viene ballata è quello della buleria por solea, ma rispetto a quest'ultimo la bambera è molto più fluida e melodica. Spesso purtroppo i bailaores la ballano come se si trattasse di una buleria por solea, cancellandone l'identità. Troppo veloce, e con movimenti piuttosto forti e un po' violenti, che nulla hanno a che fare con la dolcezza e la fluidità di questo cante. E' imteressante ballare con una velocità abbastanza elevata ma sempre fluida. Dal punto di vista fisico è simile a ballare por Caña o Polo.
Giuseppe Todaro nato a Palermo, classe 1966 , imprenditore di seconda generazione, Giuseppe Todaro è il presidente della RAP (Risorse Ambiente Palermo), azienda che gestisce la raccolta dei rifiuti nel capoluogo siciliano. Nominato nel 2023, Todaro è già amministratore di diverse aziende, prevalentemente impegnate nel settore della logistica. È stato pure vicepresidente del Cda di Gesap, società che gestisce l'aeroporto di Palermo, ma anche consigliere di amministrazione, rappresentante legale e socio di distretti produttivi, consorzi e società di trasporti. Ha ricoperto anche diversi incarichi in Confindustria Sicilia, tra cui la presidenza della Piccola Industria. Durante Smau ha ricevuto per Rap il premio per Fire Monitoring, la nuova piattaforma adottata da RAP per la prevenzione degli incendi per il settore Igiene ambientale. "Fire Monitoring" è il nuovo sistema di prevenzione incendi adottato da RAP Risorse ambiente Palermo nella discarica di Bellolampo e sviluppato da Italtel. La soluzione utilizza l'intelligenza artificiale per analizzare e confrontare le immagini fornite da telecamere termiche e ottiche che scansionano automaticamente il territorio, rilevando tempestivamente fiamme, fumi e aree in cui la temperatura è superiore a valori predefiniti. In azienda si provvede alla formazione, informazione e addestramento sec. D.lgs. n.81/08, addestramento specifico su macchine ed attrezzature in uso con personale esperto aziendale, addestramento specifico su macchine ed attrezzature di nuova acquisizione con personale esperto del fornitore specializzato. Con riferimento alle ditte esterne che a vario titolo eseguono attività lavorative all'interno delle sedi RAP e/o in collaborazione con RAP, è richiesta alle stesse ditte, oltre a quella strettamente cogente in tema di sicurezza, una specifica formazione di addetti antincendio e addetti primo soccorso adeguatamente dimensionata in relazione alle attività da eseguire con RAP; è altresì richiesto un incontro preliminare con il S.P.P. di RAP ed un sopralluogo preventivo mirato alla visione degli ambiti in cui le stesse ditte sono chiamate ad operare anche sotto il profilo della sicurezza e della gestione delle emergenze da coordinare con RAP. Con specifico riferimento alla piattaforma impiantistica di Bellolampo, sono organizzate squadre di addetti antincendio e addetti primo soccorso, aventi un livello di formazione superiore (ALTO) rispetto a quello previsto ai sensi di legge per il grado di rischio del sito (MEDIO). Con specifico riferimento al sistema di Fire Monitoring installato a Bellolampo, sono stati effettuati incontri formativi e di addestramento a vari livelli in relazione alle specifiche attività/mansioni, in particolare: Formazione a tutti i responsabili; Formazione, Informazione e addestramento a tutti gli utenti ed alle squadre antincendio e primo soccorso.Siti, app libri e link utiliRAP (Risorse Ambiente Palermo) RAP (Risorse Ambiente Palermo) smaltimento rifiutiPremio Innovazione Smau, in cui è presentato il caso di successoLive Show Smau, con lo streaming dell'evento in cui avete presentato il vostro progetto di innovazioneEcomondo RiminiI libri da scegliereLa formazione tech in sicurezza, prevenzione e igiene ambientaleCi sono molti corsi in varie Università che preparano diverse figure che svolgono con autonomia tecnico-professionale attività di prevenzione, verifica e controllo in materia di igiene e sicurezza ambientale ed occupazionale nei luoghi di vita e di lavoro, di igiene degli alimenti e delle bevande, di igiene e sanità pubblica e veterinaria, e igiene ambientale. Ma la formazione avviene anche e soprattutto sul campo, in azienda privata o nel pubblico. Ad esempio, la figura del tecnico della prevenzione nell'ambiente e nei luoghi di lavoro, TPALL, è una delle 23 professioni sanitarie attualmente riconosciute in Italia. È una professione che offre più sbocchi lavorativi, a cui si accede dopo aver conseguito la laurea in Tecniche della prevenzione nell'ambiente e nei luoghi di lavoro.
Questo podcast è una guida all'ascolto della Siguiriya, con esempi pratici commentati. Ho scelto brani di cantaores importanti nella storia del flamenco soprattutto dal punto di vista di questo palo, ma non soltanto.Ti consiglio di ascoltare prima il n.125 di questo podcast, che è dedicato alla teoria.La prima cosa che succede in un brano por siguiriya è che entra la chitarra che definisce la modalità musicale di riferimento. Trattandosi di modalità flamenca, forte è l'impatto della cadenza andalusa. Nell'introduzione por Siguiriya il chitarrista deve sottolieare moltissimo le due note più gravi della cadenza, che ne definiscono l'atmosfera. Il primo esempio è Perico El Del Lunar che accompagna il cante di Don Antonio Chacon: due giganti della storia del flamenco.Nota come il chitarrista nella sua introduzione faccia diverse pause, nelle quali il cantaor portebbe inserire il suo cante. E' come dire "prego, canta pure se vuoi!", anzi, "cante Usted si gusta". Ecco perché si dice "cante" e non "canto"!La salida del cante por Siguiriya, fatta magistralmente da Antonio Chacon, sottolinea le due note più gravi della cadenza, con una escursione ad una nota più acuta, che è la più acuta della cadenza.Chacon era non gitano, mentre nel secondo esempio ti faccio ascoltare il cante della Niña de Los Peines, accompagmnata da Ramon Montoya, figure altrettanto importanti, ma Pastora Pavon La Niña de los Peines era gitana. Il cante por Siguiriya è spesso definito dai gitanti stessi patrimonio esclusivo della loro cultura, ma Don Antonio Chacon è un esempio di quanto questo non sia una verità assoluta.La chitarra accompagna molto gentilmente la voce del cante, rimanendo nel background, per spingere con forza il finale del quejio con dei rasgueos, momenti in cui la chitarra gratta le corde con energia. Il quejio si fa con Tiritiri o con Ay Lele.L'introduzione cantata dalla Niña è più breve, forse perché a quell'epoca (intorno al 1910) la lunghezza del brano era molto determinata dal supporto sul quale si poteva registrare il brano! Quando c'è il baile, o se si fa un montaggio "creativo" di questa musica, si possono fare montaggi molto creativi. Ad esempio entrare con una letra por Martinete, palo che condivide con la Siguiriya scala musicale e frase ritmica ma che non prevede l'accompagnamento di chitarra. Su youtube trovi due bellissimi esempi di baile por Siguiriya che iniziano conun martinete, uno di Antonio Canales e l'altro di Mario Maya, e anche altri. Alla fine della introduzione il bailaor deve offrire al cantaor la possibilità di cantare, con una llamanda. Dopo la salida del cante il chitarrista può fare una falseta, anche molto semplificata per far entrare una strofa cantata senza portare l'attenizione lontano dal cante. Un altro esempio che ascoltiamo è il cantaor Jerezano Manuel Agujetas, gitano, e accompagnato da Parrilla de Jerez. Un urlo soffocato, qualcuno che canta come gli esce dalle viscere, senza curarsi di piacere o di compiacere. Non fa mai l'occhiolino ad un aspetto estetico. Il suo cante era una necessità viscerale.Il cante nella letra ruota sempre intorno alla cadenza andalusa. La letra è molto lunga e divisa in due parti da un intermezzo di chitarra anche abbastanza lungo, e ci sono parecchie pause. Il chitarrista accompagna il cante ripetendo le stesse note pronunciate dal cante. Questo ci indica quanto sia importante la voce!Altro ascolto con una pietra miliare del cante flamenco è il cante di Antonio Mairena: Mairena ha creato una vera scuola di pensiero sul cante flamenco e il suo stile è stato studiato quasi come un libro di testo da tutti i cantaores che sono venuti dopo di lui, quindi il suo contributo è irrinunciabile. Sicurezza, forza, energia, autoaffermazione sono elementi tipici del suo cante. La sua voce viene considerata un punto di riferimento assoluto ed innegabile, soprattutto per il cante por Solea, ma anche per quello por Siguiriya.Il baile risponderà in modo ritmico al cante, e poi sicuramente ci sarà una escobilla ritmica. Alla fine del brano ballato, ci sarà forse una letra di Macho, più difficile, più potente. Ascoltiamo una letra di macho cantata da Luis El Zambo, anche lui jerezano. Il cante por siguiriya tira fuori tutta l'emozionalità possibile, senza filtri e senza vergogna. Altra modalità per chiudere una Siguiriya è fare un cambio in modalità maggiore e cantare letras di Cabales. Il cantaor che ascoltiamo è il sivigliano José Menese, erede artistico della tradizione Mairenista. Le Cabales hanno un'atmosfera diversa dalla Siguiriya, con la quale condividono le tematiche.Sono Sabina Todaro, mi occupo di flamenco e musiche e danze del mondo arabo dal 1985, dal 1990 insegno baile flamenco a Milano, al Mosaico Danza, e un lavoro sulla espressione delle emozioni attraverso le danze del mondo arabo che ho chiamato Lyrical Arab Dance.Affrontare lo studio di una siguiriya è un momento irrinunciabile e una fonte inesauribile di ispirazione per capire che cosa sia il flamenco. Nel baile è un passaggio obbligato. Significa che dovrai ad un certo punto entrare in questa atmosfera così travolgente e coinvolgente. Ci porta a confrontarci con emozioni di cui nella nostra società non si parla, la morte, la sofferenza, la perdita. Andare nella direzione dell'esplorazione della morte e del dolore significa viverlo in prima persona e ci aiuta ad integrarlo dentro di noi, dandoci come sempre uno strumento per passare oltre: qualunque cosa succeda, la vita continua, comunque. E' un bel messagio, questo, del flamenco!
PALERMO (ITALPRESS) - “Oggi sono felice perché sono giornate particolari. Questo credo che sia un percorso che abbiamo fatto con le Associazioni e siamo contentissimi di averlo fatto, anzi lo stiamo ampliando e lo vorrò ampliare. E' veramente una chiusura di un cerchio, perché credo che per dare dignità a questa città dobbiamo unire tutti i puntini. I puntini sono sicuramente le società partecipate come RAP e RESET, ma sono i cittadini, sono le associazioni, sono i commercianti. Forse tutti insieme possiamo riuscire a dare una nuova dignità a questa città. Quello di oggi è messaggio positivo perché contaminiamo i cittadini bravi agli altri che io credo che ascoltando e vedendo queste azioni mi auguro, spero e auspico che facciano lo stesso”. Così Giuseppe Todaro, presidente di Rap, a margine della seconda giornata del nuovo ciclo di "Piazze Pulite", progetto svolto con la collaborazione delle associazioni di Idea e Azione e di Quartiere Pulito, che si è svolta a Piazza Lolli a Palermo e che ha visto impegnati decine di cittadini nella pulizia della piazza. xd6/vbo/gtr
La Siguiríya è uno dei cantes di base del flamenco, quelli che danno origine ad altri palos e che devono essere conosciuti da chi si occupa di flamenco.E' uno fra i cantes più antichi e più forti, è molto collegato con la cultura gitana e andalusa in generale. Seguirà un secondo podcast con ascolti guidati. Ci saranno esempi gitani e non gitani, proprio per capirne meglio l'essenza. Parla della perdita, della morte, della sofferenza, che vengono deninciate come essenza della vita stessa. E' molto toccante, travolge spettatori e artisti. Richiede orecchie educate al flamenco per chi lo ascolta, e richiede esperienza di vita e maestria nel flamenco e nell'espressione da parte di chi lo interpreta. La modalità musicale utilizzata è la modalità flamenca, e si basa sulla cadenza andalusa, 4 note a discendere (La sol fa mi) che vengono toccate continuamente dalla chitarra, che accompagna il cante in tono di La.Ascoltiamo un esempio di chitarra por Siguiríya suonata da Manuela Fernandez Molina, Parrilla de Jerez, classe 1945, purtroppo scomparso nel 2009.Faccio ascoltare 4 note che rappresentano la cadenza andalusa.Dopo alcune strofe di cante por Siguiríya entra una letra di Macho, più energica. La chitarra durante il macho insiste su forti suoni creati con la tecnica del rasgueo, che consiste nel suonare le corde in rapida successione con tutte le dita, utilizzando la mano come se si trattasse di un ventaglio. Il cante por Siguiríya ricorda molto il canto del muezzin, come già ti ho raccontato altre volte, e trova le sue origini nella famiglia delle toná, che sembrano, ad un ascolto superficiale, una vera e propria filiazione del richiamo alla preghiera islamico!Le note usate dal cante sono davvero poche, la melodia è minimalista, quindi dove sta la bravura del cantaor? Nell'espressività, nelle grandi ornamentazioni e nell'uso espressivo del silenzio. La frase ritmica che sottende la Siguiríya si svolge su un compás di amalgama di 12 tempi distribuiti in modo asimmetrico, come molto spesso accade nel flamenco, e ha una sua ritmica peculiare. 1-2 1-2 1-2-3 1-2-3 1-2. Quando il cantaor la canta, non segue una pulsazione regolare, da metronomo, proprio perché al primo posto deve sempre essere l'espressività, quindi l'emozionalità è sottolineata da questa imprevedibilità ritmica.Si tratta di un cante difficilissimo da interpretare perché richiede una profonda conoscenza del flamenco in generale e della Siguiríya stessa in particolar, raccontando l'essenza della storia del palo, non solo il dolore. Alcuni cantoares, bravi in altri generi musicali, non sono capaci di cantarla efficacemente, perché magari stanno attenti alla sua estetica, e hanno espresso emozioni diverse da quelle della Siguiríya ma questo cante è e deve essere "rude". La voce deve essere solenne, carica di pathos e in grado di sostenere note molto lunghe, e la cosa non è facile!I testi sono molto ripetitivi, i versi sono solamente 4 ma vengono trascinati e ripetuti, e il cantaor può accorciare o prolungare la voce a seconda del suo sentire. L melodia resta la stessa ma le varianti possono essere infinite. Pare che originariamente si cantassero senza chitarra, ma durante il corso del XIX secolo la chitarra ha cominciato ad accompagnare le Siguiríyas, che ancora oggi però possono esser cantare solo sul ritmo "al golpe". Il chitarrista deve essere molto attento al cante, sostenendolo al 100%, e anche le falsetas, le melodie di chitarra, non devono essere troppo complicate, per mantenere l'attenzione sul cante.Probabilmente la natura tragica e profonda di questo palo ne fa supporre una origine intima, nel seno della famiglia, ma da molto tempo ormai si interpreta in pubblico in teatro, creando sempre una atmosfera riflessiva. Quando c'è il baile, il cante deve essere regolare dal punto di vista ritmico, per dare modo al bailaor di creare i suoi suoni di commento ritmico, che accompagna la strofa con movimenti ampi e solenni, mantenendosi in ascolto, e uando il cante si ferma, il baile esprime la sua rabbia, il suo dolore, con suoni secchi e vigoroi, molto intensi. Quando c'è la letra di Macho, il baile può lavorare al contrario del cante, cioè muoversi lentamente, in contrasto con la grande velocità raggiunta nel finale, come a ribadire l'ineluttabilità del fato, che comprende per forza la morte e la sofferenza. Un altro modo può essere invece fare tanti suoni molto rapidi, cosa che personalmente mi piace meno perché è come coprire l'essenza di un cante tanto espressivo. Un'altra scelta può essere quella di fare ambedue le cose. Sono Sabina Todaro, mi occupo di flamenco e di musiche e danze del mondo arabo dal 1985. Dal 1990 insegno baile flamenco a Milano, al Mosaico Danza, e un lavoro di mia creazione, Lyrical Arab Dance, che aiuta ad esprimere le emozioni attraverso il corpo, utilizzando le danze del mondo arabo.Amo moltissimo montare un baile por Siguiríya. Dà molto spazio alla creatività, e apre le porte ad una dimenzione onirica, ti porta davvero in un altrove. La chitarra ha un suono molto ipnotico, che si inchioda nel cervello con grande forza. Se stai ballando devi trattenere il moviemnto ed essere molto umile, senza metterti in primo piano in modo presente nella statica, mantenendo energia e tesione emozionale con grande umiltà. Dopo che hai espresso il dolore e la tristezza, senti una forza nuova, che ti dà la forza di superare momenti difficili nella tua vita: il flamenco è molto catartico!Il cante è difficilissimo da affrontare. Il risultato sarà magari mediocre, ma, perché non provarci? Il risultato non è importante! Il cante por Siguiríya è talmente forte che ti permetterà di esplorare emozioni molto profonde. Ringraziamo il flamenco per questo!
In this episode, Rob sits down with Mat Todaro of Verrill Law, who listeners may remember from his previous guest appearances on the show related to EPA's Risk Management Program and General Duty Clause. Today Rob and Mat discuss EPA's National Enforcement and Compliance Initiatives (NECI) for 2024, including what they are and which initiatives are new, modified, and continued, what is different about how NECI will be managed this time around, what this means for RMP facilities who have ammonia, HF, or are near an overburdened community, and Mat's thoughts on the Supreme Court's recent overturning of the Chevron doctrine. If you haven't listened to our previous episodes featuring Mat, be sure to check them out at the links below: Episode 25 - After the EPA Inspector Leaves with Guest Mathew Todaro Episode 35 - Environmental Compliance Audits with Guest Mathew Todaro Episode 52 - EPA's General Duty Clause with Guest Mathew Todaro Episode 56 - Implementing EPA's General Duty Clause (GDC) (Does not feature Mat, but is a companion episode to #52) Connect with Mat on LinkedIn here.
Oggi a Cult: Saul Beretta sulla 2° settimana di Suoni Mobili; Donatella Massimilla sullo spettacolo "Alda. Parole al vento" all'Estate Sforzesca di Milano; al Festival di Santarcangelo l'artista ginevrino Baptiste Cazaux con "Gimme a Break!!!"; in studio la giallista Paola Varalli con il suo ultimo libro "Alba tragica" (Todaro); il Re-Mapped Festival all'Hangar Bicocca...
The HBS hosts take a break from the bar and lie down on the couch.Almost from the beginning of its theoretical elaboration and clinical practice, Psychoanalysis has had a profound impact on culture, particularly in the west. We all laugh at the idea that “sometimes a cigar is just a cigar!” And we speak freely of “Freudian slips.” And many are at least passingly familiar with the main concepts: Ego, Id, repression, sublimation, etc. Philosophy, in particular, has been in a fairly constant dialogue with Freud and psychoanalysis–some philosophers embracing it and using it to understand aspects of our moral, political, social, and cultural lives, others critiquing or even rejecting it. It seems that European philosophy and its heirs cannot get away from Freud and psychoanalysis. But what is so compelling about the theory? Why have philosophers turned to psychoanalysis but not to, for example, behaviorism? Is the influence of psychoanalysis on philosophy a good thing? And are there not really terrible things about psychoanalysis–that it simply helps bourgeois people adjust to their own alienation; that it turns social and political issues into psychological ones; and that it is not necessarily liberating but might instead be reactionary?This week, were are joined by philosopher and practicing psychoanalyst Benedetta Todaro to bring psychoanalysis on the couch, dig into its darkest recesses, understand its dreams, and see what is really going on.Full episode notes available at this link:https://hotelbarpodcast.com/podcast/episode-132-psychoanalysis-with-benedetta-todaro-------------------If you enjoy Hotel Bar Sessions podcast, please be sure to subscribe and submit a rating/review! Better yet, you can support this podcast by signing up to be one of our Patrons at patreon.com/hotelbarsessions!Follow us on Twitter/X @hotelbarpodcast, on Facebook, on TikTok, and subscribe to our YouTube channel!
Join hosts Ashley and Bethany for another fabulous episode of The Sewcial Hour, where the threads of creativity weave together in a tapestry of sewing stories and inspiration. This week, they are joined by the multi-talented Amanda Todaro, an Education Specialist at SVP Worldwide, freelance Costume Designer/Fabricator, Sewing Pattern Designer, Fabric Designer, and Illustrator.Special Guest Spotlight: Amanda TodaroAmanda's journey in the world of sewing and design is nothing short of spectacular. With over a decade of experience as a Costume Shop Manager, she's orchestrated the costuming of over 100 theatrical productions. From managing quick changes to integrating lights and special effects, Amanda's love for unique sewing challenges knows no bounds.Pivoting Creativity During the PandemicWhen the curtains temporarily closed on the theatre industry during the pandemic, Amanda seamlessly transitioned to fabric design. Her 2021 collection with Ink and Arrow fabrics, featuring her favorite furry companions—cats, showcased her playful, colorful, and fun design style. Learn how she navigated the shift and embraced a new creative outlet.Educator ExtraordinaireAmanda's passion for teaching extends beyond the stage. As a professor at Temple University in Philadelphia, she imparts her garment sewing skills for Ditto, while also teaching Pattern Drafting, Tailoring, and Corsetry. Discover how Amanda is shaping the future of sewing enthusiasts and aspiring designers.2024 Goals and BeyondAs we step into the new year, Amanda shares her aspirations for 2024. From spreading more of her expertise to releasing new patterns for sewing and fabric enthusiasts, Amanda is on a mission to share her love for the craft far and wide.Tune in for a lively conversation filled with insights, laughter, and a touch of sewing magic. Whether you're a seasoned seamstress or a beginner with a passion for fabrics, this episode with Amanda Todaro is bound to inspire your next creative venture. Don't miss out on the stitches and stories—it's The Sewcial Hour you won't want to unravel! Follow Amanda: -Fabric designs and Sewing patterns Instagram Cotton Stitches Co: https://www.instagram.com/cottonstitchesco-Personal/Sewing/Costumes Instagram: https://www.instagram.com/amandatodarosews-Cotton Stitches Co Website: https://www.cottonstitchesco.com-Costume Design Website: https://www.amandatodaro.com-Etsy Shop: https://www.etsy.com/shop/cottonstitchesco/-Spoonflower: https://www.spoonflower.com/profiles/cottonstitchesco-Youtube: https://www.youtube.com/cA/mandaTodaroFind our digital sewing resources in The Sewcial Shop. https://thesewcialhourpodcast.com/shop/Check out our NEW website and signup for our newsletter to be the first to know who we are interviewing next, submit questions for the podcast, and so much more!https://thesewcialhourpodcast.com/Follow The Hosts:Ashley: https://linktr.ee/charmedbyashleyBethany: https://linktr.ee/CraftwithbethanySupport the show - https://www.patreon.com/thesewcialhourpodcast Support the show
Calogero "Carlos" Todaro, renowned for his expertise in all things relating to wine, joins Discover Lafayette to share his adventures in the U. S. over the past sixty-two years. Carlos is well-known in the Lafayette area for his hard work ethic and desire to be of service to others. For years, he and his brother, Gene, were the resident wine experts at Marcello's Wine Market in Lafayette. After the sale of Marcello's last year, Carlos retired from working full time, but is still providing his expertise for pairing wines with food for the grateful customers of Champagne's Market in the Oil Center. "I have always been fortunate to have met many nice, kind and generous people throughout my life. People have been kind to me in so many ways. I try to repay as best I can." Carlos has a rich family history. A native of Palermo, the capital of the Italian island of Sicily, he's lived in the U. S. since 1961 when the family moved to New Orleans from Sicily. Interestingly, Carlos' dad was already a U. S. Citizen, having been born in Pueblo CO in 1915; his dad's family returned to Sicily when he was young. After his dad served in the Italian Army in WWII, he realized he wanted to return to the U. S. Carlos joked that his dad wrote a letter to then U. S. Senator John Kennedy asking for help and he got his Visa a few months later! Pictured in Palermo, Sicily, 1956, is the Todaro family send-off of cousin Blaise Todaro, who was headed to New Orleans. Calogero "Carlos" Todaro would follow with his immediate family members in 1961 where they relocated to New Orleans to live with Aunt Lucy. No one in Carlos' family spoke English when they moved to the U. S. The "Marcello's name is a tribute to brother, Marcello Todaro, who attended USL and realized there was no authentic Italian restaurant in Lafayette. Brother Gene moved to Lafayette to assist with opening the restaurant, and along with Marcello, opened the original Marcello's on the Abbeville Highway in 1981. Carlos moved to Lafayette to open up a grocery store next door to Marcello's, bringing along his expertise as a longtime manager of A & P in New Orleans. "Mama (Rosalie Todaro) was a very good cook, using a minimum of spices and the least amount of money. Pasta with broccoli, for example, a staple of Sicily. Feed a whole family of five people within your budget. We ate very little meat and chicken was a treat." Marcello's enjoyed great success and moved into a larger space at Time Plaza where it remained until the oil bust of 1987/88 forced its closure. Todaro family pictured in Glen Ellen, CA for Marcello's wedding in 1990. Carlos moved to Memphis with his brother, Marcello, to sell wine for a liquor company and met many of the greats in the industry such as Jordan and Fetzer. In the meantime, brother Gene opened two liquor stores, one in New Orleans and one in Lafayette in the old La Promenade Mall. When Gene decided to reopen Marcello's Restaurant in 1993, Marcello and Carlos returned from Memphis to help in the family venture. Carlos reminisced how they started selling wine on the sidewalk outside of Marcello's to make extra money to float the restaurant's expenses. In 1994/95, Marcello's Market moved to its current location at 2800 Johnston Street and Carlos says, "It's been successful since Day One." It was the first wine retailer in the area, way before Total Wines or other box stores. With all of the acumen and discernment Carlos brought to Marcello's Wine Market, he says he never trained formally. "I am self taught. You don't really know anything until you go to wineries and see the process. I always learn from others. There is always someone who knows more than you." Dustin andJolie Poirier, Kyle and Stefanie Kellner, and Tim Metcalf acquired Marcello's Wine Market in 2023 from owners Carlos and Gene Todaro. Marcello's has been the place to go for decades for all liquor needs including wine, beer, spirits, mixers,
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Fluent Fiction - Italian: The Laughing Girl: A Whirlwind Chase in Venice Find the full episode transcript, vocabulary words, and more:fluentfiction.org/the-laughing-girl-a-whirlwind-chase-in-venice Story Transcript:It: Il sole era appena sorto su Venezia, quella mattina.En: The sun had just risen over Venice that morning.It: Le prime luci del giorno si riflettevano sull'acqua dei canali, dipingendo la città con sfumature d'oro.En: The first lights of the day were reflecting on the water of the canals, painting the city with golden hues.It: Questa è la storia di Giovanni, un turista curioso, e Sofia, una ragazza veneziana dal riso contagioso.En: This is the story of Giovanni, a curious tourist, and Sofia, a Venetian girl with a contagious laughter.It: Giovanni, affascinato dalla Piazza San Marco, aveva deciso di passarci tutta la giornata.En: Giovanni, fascinated by Piazza San Marco, had decided to spend the whole day there.It: Le colonne di Marco e Todaro che svettavano all'ingresso della piazza, il Duomo con il suo manto dorato e le gabbiane volanti tutt'intorno erano un vero spettacolo per i suoi occhi.En: The columns of Marco and Todaro towering at the entrance of the square, the Cathedral with its golden mantle, and the flying seagulls all around were a true spectacle for his eyes.It: Ma c'era una cosa che lo incuriosiva più di tutte: i piccioni.En: But there was one thing that intrigued him more than anything else: the pigeons.It: La piazza era una carcassa di piccioni.En: The square was a swarm of pigeons.It: Giovanni voleva catturare uno di loro, convinto che fosse un portafortuna.En: Giovanni wanted to catch one of them, convinced that it was a good luck charm.It: Ne individuò uno radioso, tutto piumoso e colorato, e iniziò a seguirlo cautamente.En: He spotted a radiant one, all feathery and colorful, and started following it cautiously.It: All'improvviso, un riso squillante riempì la piazza.En: Suddenly, a pealing laughter filled the square.It: Era Sofia, una ragazza dal lungo vestito a fiori e dagli occhi color nocciola.En: It was Sofia, a girl in a long flowery dress with hazel eyes.It: Con un gelato in una mano e l'altra puntata su Giovanni, scoppiò a ridere.En: With an ice cream in one hand and the other pointed at Giovanni, she burst out laughing.It: Lui, con le mani tese e gli occhi fissi sul piccione, somigliava a un gatto pronto a balzare sulla sua preda.En: He, with his hands extended and eyes fixed on the pigeon, resembled a cat ready to pounce on its prey.It: Quando Giovanni finalmente fece un balzo per afferrare il piccione, la piazza sembrò trasformarsi in una scena da film.En: When Giovanni finally made a leap to catch the pigeon, the square seemed to transform into a scene from a movie.It: Lo stormo di piccioni spiccò il volo insieme, inseguito dal povero Giovanni.En: The flock of pigeons took flight together, chased by poor Giovanni.It: Sofia non poteva fare a meno di ridere finché non le uscirono le lacrime.En: Sofia couldn't help but laugh until tears streamed down her face.It: Un rincorrersi all'infinito, con Giovanni che seguiva i piccioni e Sofia che inseguiva Giovanni con la sua risata melodiosa.En: An infinite chase, with Giovanni following the pigeons and Sofia following Giovanni with her melodious laughter.It: Alla fine, Giovanni si lasciò cadere sull'ampio scalone della Basilica, esausto ma ancora con un sorriso sul volto.En: In the end, Giovanni collapsed on the broad staircase of the Basilica, exhausted but still wearing a smile.It: Sofia invitò Giovanni a sedersi accanto a lei, ancora ridendo.En: Sofia invited Giovanni to sit next to her, still giggling.It: "Lei sembrava divertirsi moltissimo", disse Giovanni, fingendo di essere offeso.En: "You seemed to be having a lot of fun," said Giovanni, pretending to be offended.It: "E lo facevo!En: "And I was!"It: ", rispose Sofia, il riso ancora evidente nei suoi occhi scintillanti.En: replied Sofia, her laughter still evident in her sparkling eyes.It: In quel momento, la piazza fu inondata da una luce dorata del tramonto.En: In that moment, the square was flooded with the golden light of sunset.It: I due si guardavano mentre il sole si nascondeva dietro le antiche strutture.En: The two gazed at each other as the sun hid behind the ancient structures.It: Il tentativo fallito di catturare un piccione si trasformò in un ricordo incredibile che avrebbe fatto sorridere entrambi ogni volta che ci avrebbero pensato.En: The failed attempt to catch a pigeon turned into an incredible memory that would make them both smile every time they thought about it.It: Giovanni capì che a volte la fortuna non ha bisogno di essere catturata.En: Giovanni understood that sometimes luck doesn't need to be captured.It: A volte, è sufficiente semplicemente vivere il momento e godersi la risata di una bella ragazza veneziana.En: Sometimes, it is enough to simply live in the moment and enjoy the laughter of a beautiful Venetian girl.It: Il giorno si concluse con una vera fortuna per Giovanni, un ricordo prezioso che avrebbe custodito per sempre nel suo cuore.En: The day ended with true fortune for Giovanni, a precious memory that he would cherish forever in his heart.It: E Sofia?En: And Sofia?It: Lei aveva una nuova storia da raccontare, quella del turista che cercava di catturare un piccione portafortuna e finiva inseguito da un intero stormo, facendo ridere tutta Venezia.En: She had a new story to tell, the story of the tourist who tried to catch a lucky pigeon and ended up being chased by an entire flock, making all of Venice laugh.It: E così, la piazza San Marco riecheggiò di risate e storie, come sempre aveva fatto.En: And so, Piazza San Marco echoed with laughter and stories, as it always had. Vocabulary Words:sun: soleVenice: Veneziamorning: mattinawater: acquacanals: canalicity: cittàgolden: d'orocurious: curiosotourist: turistalaughter: risofascinated: affascinatosquare: piazzacolumns: colonneentrance: ingressoCathedral: Duomoflying: volantiseagulls: gabbianispectacle: spettacolopigeons: piccioniswarm: stormoluck charm: portafortunafeathery: piumosocolorful: coloratofollow: seguirelaughter: risoburst out: scoppiarehands: maniprey: predaattempt: tentativochase: rincorrersi
Florida Grand Opera's new Director Maria Todaro join us to talk opera and it's place in communities, and why we should support the arts! fgo.org socialsecharity.org
Jeff Todaro is owner of United Jewelers, a full service jewelry store on Johnstown's Main Street established in 1917. Todaro succeeded his father as owner, and his father succeeded Oscar Zion, the son of the original owner, Abraham Zion. In this episode, Todaro tells his story about his business, which has had one location, owned by a succession of two families for 106 years.
Aldo Pagano"Erba d'annata"Edizioni Piemmewww.edizpiemme.itÈ un lunedì mattina di metà dicembre con un freddo cane e una gran tramontana quando il sostituto procuratore Emma Bonsanti arriva nella periferia di Bari, fuori da un capannone dove è stato segnalato il cadavere di un ragazzo della Bari bene. Il sovrintendente capo della polizia Michele Lorusso la informa che la vittima è Giorgio De Santis, ventitreenne, studente in legge, praticante notaio e figlio di noti ristoratori locali. La vittima è stesa a terra, fuori dal capannone, il corpo segnato da fratture multiple provocate dall'impatto al suolo dopo un volo di una decina di metri dal colmo del tetto. Disgrazia, suicidio, omicidio: il medico legale non esclude nessuna ipotesi. Spetta a Emma accertare la verità. Il fatto è che Emma non ha nessuna voglia di indagare su quell'ennesima morte in cui è incappata; è in un momento di fragilità, si sente sola, vuota, inutile e non ha energie da spendere per quello che pensa essere il gesto volontario di un ragazzo problematico. Quando, però, Lorusso scopre che ci sono molte cose che non tornano nella vita e nella morte di De Santis - un rave party svoltosi proprio nel capannone, una lite furiosa a pochi minuti dalla scomparsa, il progetto di un matrimonio da cui forse voleva tirarsi indietro e la coltivazione, non proprio legale, di marijuana - Emma capisce che è necessario svegliarsi dal torpore e mettere, di nuovo, tutta se stessa in un caso che di suicidio non sembra avere più neanche l'ombra. Aldo Pagano è un vero maestro del giallo e riesce a coniugare la passione per il genere e per le indagini con una magistrale interpretazione degli stati d'animo umani.Aldo Pagano, nato a Palermo nel 1966, ha vissuto a lungo a Roma, Bari, Milano, Como. Ex giornalista ed ex sommelier, fra le tante altre cose che ha fatto gli piace ricordare gli anni nelle pubbliche relazioni e il lancio di un fichissimo chiosco da spiaggia. La protagonista di Motivi di famiglia, il pubblico ministero Emma Bonsanti, è apparsa anche nel suo primo romanzo, La trappola dei ricordi, pubblicato nel 2015 da Todaro e in corso di ripubblicazione per Piemme.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itQuesto show fa parte del network Spreaker Prime. Se sei interessato a fare pubblicità in questo podcast, contattaci su https://www.spreaker.com/show/1487855/advertisement
1940, Seconda guerra mondiale. L'ufficiale della Regia Marina italiana Salvatore Todaro è a capo del sommergibile "Cappellini" che nell'Oceano Atlantico affonda una nave belga. Il Belgio in quel momento è ancora neutrale (entrerà in guerra poco dopo), ma quella nave risulta sospetta perché non ha segnalato la sua posizione. Ci sono uomini in mare, potenziali nemici, che sono condannati a morte certa, ma il comandante Todaro fa una scelta imprevedibile e controcorrente: decide di salvarli perché sono innanzitutto naufraghi e la legge del mare è più forte di qualsiasi altra legge. Questa storia vera è raccontata nel libro "Comandante" (Bompiani) da Sandro Veronesi ed Edoardo De Angelis che hanno anche scritto la sceneggiatura del film.
Alessandro Morbidelli"I figli dei chiodi"Vallecchi Firenzehttps://vallecchi-firenze.it"Credete che siete nati qui in Italia perché avete qualche merito? No, nessun merito. Solo fortuna. E quando nasci in un posto, nasci nelle regole di quel posto. Qualcuno nasce negro e muore di fame, qualcuno nasce Campani ed è figlio a me, qualcun altro nasce Pelusi e fa la vita. Ognuno ha il posto suo. Queste sono le regole, e chi prova a cambiarle fa una brutta fine. Ricordatevelo sempre. Non si cambia mai. Si nasce oro e si muore oro. Si nasce merda e si muore merda."Cosimo e Mina, fratello e sorella, sono figli dei capi. Sergio, Carlino e la bellissima Rosa sono figli degli ultimi. Ognuno di loro possiede il chiodo, simbolo di affiliazione al clan e della violenza che vincolò Cristo alla Croce. Nel 1989, all'ombra delle faide mafiose, in una Puglia garganica ruvida e sanguigna, finisce l'estate e la loro infanzia. La brutalità adulta lacera per sempre l'innocenza e Cosimo, destinato a diventare re, sceglie la vendetta contro un nemico osceno e inesorabile, il Drago, il braccio destro di suo padre. Trent'anni dopo, a Milano, Cosimo è colui che decide il destino di molti, ed è pronto a sterminare una famiglia intera, simbolo vivente del suo più oscuro segreto. Ne fanno parte, tra gli altri, Sandra, madre tormentata e irrealizzata, incapace di fuggire dalla sua vita fatta di gabbie e di ossessioni, e suo figlio Giacomo, bambino silenzioso e sensibile, l'unico in grado di disinnescare la rabbia di Cosimo con l'ingenuità dei puri. Dopo Storia nera di un naso rosso, Alessandro Morbidelli torna con un romanzo di formazione sulla perdita dell'innocenza, sull'amore come motore principale delle vicende umane, sulla fuga come unica salvezza e sul prezzo da pagare per proteggere chi si ama.Alessandro Morbidelli nasce nel 1978 ad Ancona. È libero professionista e docente accademico. Ha pubblicato i romanzi Ogni cosa al posto giusto (Robin Editore), Storia nera di un naso rosso (Todaro) e Trenta cani e un bastardo (Todaro). Dal 2020 è presidente di giuria del Concorso Letterario Città di Grottammare per quanto riguarda la sezione Racconto Breve e direttore artistico del Festival Lacrima in Giallo (www.lacrimaingiallo.it) di Morro D'Alba in provincia di Ancona.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarehttps://ilpostodelleparole.itQuesto show fa parte del network Spreaker Prime. Se sei interessato a fare pubblicità in questo podcast, contattaci su https://www.spreaker.com/show/1487855/advertisement
Climate Neutral is on a mission to make it incredibly easy to vote with your dollar. By providing a way for companies to calculate their emissions, guidance for reduction goals, and a final stamp of approval that companies can add at their point of sale—Climate Neutral is streamlining and incentivizing carbon neutrality. Here we chat with Isabella Todaro, who, at the time of this interview, was their Director of Carbon Measurement. She walks us through how companies become Climate Neutral Certified and provides insight into how this movement can sway heavy hitter industries such as steel, cement, and textile.Climate Neutral has an expansive volunteer program. If you're interested in learning more, tap the link below.https://climateneutral.notion.site/Looking-to-Get-Involved-with-Climate-Neutral-1330539994644816bef3fe38f517b167This interview was recorded in December of 2022; in July of 2023, Isabella left Climate Neutral to pursue her MBA at Columbia in New York City.
We examine latest news on the Buffalo Mafia, including recent legal cases involving alleged members of the Magaddino crime family.
We examine latest news on the Buffalo Mafia, including recent legal cases involving alleged members of the Magaddino crime family.
1940, Seconda guerra mondiale. L'ufficiale della Regia Marina italiana Salvatore Todaro è a capo del sommergibile "Cappellini" che nell'Oceano Atlantico affonda una nave belga. Il Belgio in quel momento è ancora neutrale (entrerà in guerra poco dopo), ma quella nave risulta sospetta perché non ha segnalato la sua posizione. Ci sono uomini in mare, potenziali nemici, che sono condannati a morte certa, ma il comandante Todaro fa una scelta imprevedibile e controcorrente: decide di salvarli perché sono innanzitutto naufraghi e la legge del mare è più forte di qualsiasi altra legge. Questa storia vera è raccontata nel libro "Comandante"(Bompiani) da Sandro Veronesi ed Edoardo De Angelis che hanno anche scritto la sceneggiatura del film attualmente in lavorazione. Nella seconda parte parliamo di "Ragazze perbene" di Olga Campofreda (NN Editore). La protagonista è Clara, trentenne che vive a Londra e che si sente precaria anche nei sentimenti, cresciuta a Caserta, città dalla quale è letteralmente fuggita quando aveva vent'anni. Torna nella sua terra d'origine raramente e lo fa in occasione del matrimonio della cugina Rossella, con la quale aveva passato insieme l'infanzia e l'adolescenza. Poi avevano seguito strade diverse: Clara era andata via da un contesto considerato claustrofobico dove conta soprattutto l'apparenza, mentre Rossella aveva scelto di rimanere. Ogni volta che torna a Caserta, Clara deve indossare la vecchia pelle, deve interpretare un ruolo e non riesce a sentirsi sè stessa.
Cosa sono le fasi del LOVE BOMBING, del GASLIGHTING e dello SCARTO? Quali sono i meccanismi psicologici della dipendenza affettiva? Insieme ad una bravissima Angela Todaro facciamo un viaggio nella mente del narcisista per comprendere le varie fasi manipolative della storia con un narcisista, come affrontarlo senza perdere l'equilibrio mentale e tutti i campanelli d'allarme per riconoscerlo.***
Let's talk about grief. In this heartfelt episode, movement artist and visual storyteller Michaela Todaro shares her story of losing her mother to cancer, how she uses movement to express her emotions and some advice for those who want to explore dancing. Connect with Michaela: - LinkedIn: linkedin.com/in/michaela-todaro-5a21741b4 - Instagram: instagram.com/michaelatodaro Resources mentioned: Energy Medicine: Balancing Your Body's Energies for Optimal Health, Joy, and Vitality By Donna Eden
Steve Bannon, Raheem Kassam, Jack Maxey, and Vish Burra are joined by Jerome Riviere and Joe Wang to discuss the latest on the coronavirus pandemic as fatalities are reported from Kenosha. Calling in is John Fredericks to give a temperature check from the Deplorables. Also calling in is Dr. James Todaro to discuss COVID, plasma, and HCQ.
Steve Bannon, Raheem Kassam, Jack Maxey, and Vish Burra are joined by Jerome Riviere to discuss the latest on the coronavirus pandemic as fatalities are reported from Kenosha. Calling in is Dr. James Todaro to discuss COVID, plasma, and HCQ. Also calling in is Louis Aliot about his big victory in Perpignan, France.
Jack Maxey and Vish Burra bring you a special edition of War Room: Pandemic with a Town Hall making the case for hydroxychloroquine. Calling in is Dr. James Todaro, Dr. Elizabeth Vliet, Dr. Li Meng Yan, and Senator Ron Johnson to make their case and answer audience questions.