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Se il conflitto contro la Russia ci insegna che molte donne donne ucraine sono venute in Italia per svolgere lavori domestici, l'ultimo rapporto Domina dimostra quanto il loro lavoro rimanga precario, senza garanzie e spesso invisibile.Chiamando Eva torna dopo una settimana di pausa per riflettere sul lavoro domestico in Italia, partendo dal bluff di Lucia Annunziata e Antonio Di Bella. “Centinaia di migliaia di cameriere e badanti…” e “amanti”: si sono riferiti così i due giornalisti alla comunità ucraina in Italia. Annunziata e Di Bella si sono scusati, ma forse era il caso proprio di non dire una cosa del genere in principio.In Italia una grande fetta di popolazione femminile si dedica al lavoro domestico — ma viene spesso trascurata nel dibattito pubblico o, ancor peggio, trattata con razzismo.Una buona notizia per il settore è di inizio anno: dal primo gennaio 2022 ci sono nuovi minimi retributivi per il lavoro domestico. Il sindacato Assindatcolf ha fatto però notare che cambierà ben poco. Sono infatti pochi i lavoratori regolarizzati: la maggior parte si muove in nero. Il report di Domina uscito settimana scorsa mostra infatti che, nonostante la domanda di lavoro domestico sia in aumento, gli irregolari (circa un milione) continuano a superare i regolari (921 mila). La metà dei lavoratori sono extracomunitari — spesso senza permesso di soggiorno — che si trovano in difficoltà a richiedere la cittadinanza perché senza lavoro contrattualizzato. Le principali nazionalità sono Romania, Ucraina e Filippine. Ma non per questo possiamo definire gli ucraini una popolazione di “badanti.” Al posto di fermarsi agli stereotipi, bisognerebbe invece analizzare le intersezioni tra disuguaglianze di genere e razziste che caratterizzano il settore.Sostieni the Submarine: https://thesubmarine.it/hw-abbonati/in copertina, foto via Twitter / @PolandMOI
Chiamando Eva torna per la prima puntata dell'anno, dopo un'edizione di Sanremo che ha cercato davvero di dare spazio a nuove voci e nuove identità — riuscendoci solo parzialmente.Ai tempi dei Romani, febbraio era considerato l'ultimo mese dell'anno — il nome del mese sembrerebbe derivare da “februare,” che in latino significa “purificare:” era infatti dedicato a riti purificatori in vista dell'anno nuovo. Ed è un po' questa la funzione che sembra aver assunto Sanremo.Il festival per una settimana concentra su di sé l'attenzione di tutto il paese in una vera e propria catarsi collettiva. Quest'anno, ancora più che nelle scorse edizioni, ci ha restituito una fotografia delle due velocità in cui si muove l'Italia. Apprezzatissimi i discorsi commossi e giusti di Lorena Cesarini e Drusilla Foer, che con parole semplici hanno dimostrato quanto sia semplice ferire con il razzismo ed etichettare una persona in quanto “diversa.” Come ha detto Foer, “Le parole sono come le amanti quando non si amano più: vanno cambiate subito.” Durante Sanremo abbiamo sentito parlare di unicità, senza distinzione di genere, colore della pelle, orientamento sessuale. Solo pochi anni fa sarebbe stato impossibile pensare a momenti del genere in onda sulla rete nazionale. Ma è bastato aspettare qualche pubblicità per vedere Checco Zalone che faceva “umorismo” transfobico, o Fiorello che scherzava sulla lunghezza del membro del conduttore. L'ultima parola però l'hanno avuta i cantanti, che hanno dimostrato in modo netto — con le musiche e i testi delle loro canzoni — in che direzione stiano davvero andando le nuove generazioni. Ed ecco Mahmood e Blanco, con un pezzo che smuove l'anima, e che —come ha raccontato Jonathan Bazzi in un editoriale su Domani — spiazzano tutti con la loro perfomance, dove “Riccardo/Blanco ha agguantato Alessandro/Mahmood con un impeto di rabbia e tenerezza violando la legge non scritta che proibisce ai maschi “normali” di giocare all'amore tra uguali.” Un momento che l'autore di Febbre ha definito “liberatorio.”E lo è effettivamente stato. Così come è stato liberatorio vedere una cantante navigata come la Rettore a braccetto con una giovane Ditonellapiaga cantare serenamente di orgasmo. O Cosmo ospite dei La rappresentante di lista che canta “Stop greenwashing” nel festival sponsorizzato da ENI. Contraddittorio, sì: ma è proprio questa l'anima della televisione italiana, che spesso racconta un paese che cambia più velocemente di quanto riesca lei stessa a capire e raccontare. Il festival continuerà la strada intrapresa all'insegno del rinnovamento degli ultimi anni, riuscendo a dare voce al nuovo e all'inclusione? Solo se la risposta sarà sì, il risultato sarà davvero purificatorio.
In questa puntata speciale di TRAPPIST, con ospiti Francesca Motta ed Elena D'Alì di Chiamando Eva e Leila Belhadj Mohamed di Matassa cerchiamo di fare il punto sulle più importanti notizie di quest'anno, dall'Italia al Sud Ovest Asiatico, dall'implosione della maggioranza sul ddl Zan alla colonscopia di Joe Bidenhttps://open.spotify.com/episode/2tfD5y16WIYUXCXUPGwRNG?si=1rlan_eBTJKiST--zKS7XQIl 2021 doveva essere l'anno di uscita dalla pandemia, e non lo è stato. In Italia, doveva essere l'anno in cui si garantiva protezioni minime per le minoranze di genere e doveva essere l'anno del rilancio grazie ai fondi del PNRR — non lo è stato. È stato invece l'anno della catastrofica uscita occidentale dall'Afghanistan, che ora invece è uscito completamente dalla cronaca italiana, nonostante la situazione, in questi mesi, sia rimasta gravissima. E la crisi in Afghanistan è solo una di quelle del Sud Ovest Asiatico che la nostra stampa ha appena sfiorato. In compenso nel 2022 andrà tutto benissimo, giusto? Forse no: i casi trainati dalla variante Omicron continuano a salire, il governo sembra sempre più disinteressato al benessere collettivo in favore del profitto delle imprese, e la responsabilità della gestione della pandemia viene ancora lasciata sulle spalle delle persone comuni. Per fortuna che presto potremo divertirci con le previsioni sull'elezione del nuovo Presidente della Repubblica, con i principali pretendenti al Quirinale che si annunciano già — come dire — densi di significato. Sostieni l'informazione indipendente di the Submarine: abbonati a Hello, World! La prima settimana è gratis In copertina, foto via Twitter @Quirinale
Chiamando Eva torna con una nuova stagione dieci giorni dopo una sconfitta storica per i diritti civili in Italia. Ma perché chi è al potere si dice perseguitato da una “dittatura,” quando si chiedono solo maggiori tutele?Il 27 ottobre 2021 in Senato è stato affossato il ddl Zan. Con 154 voti favorevoli, 131 contrari e 2 astenuti, la richiesta di “non passaggio all'esame degli articoli,” la tanto discussa “tagliola,” ha spento in pochi minuti il sogno che aveva riempito le piazze di tutta Italia a sostegno dei diritti civili. Il resto della storia la sapete: sui social sono circolati i video – desolanti – dei banchi della destra esplosi in applausi e cori da stadio, in un exploit di goduria e follia collettiva.Nelle pagine di Repubblica del 31 ottobre Luca Ricolfi, sociologo, scriveva un articolo molto critico in merito alla questione del politicamente corretto nella lingua e del tanto odiato asterisco o schwa. Nell'articolo si legge che “i discendenti dell'uomo bianco (anche se non hanno alcuna colpa) devono pagare per le colpe, vere o presunte, dei loro progenitori colonialisti, oppressori, schiavisti, in ogni caso privilegiati.” Chiara Valerio ha risposto qualche giorno dopo: dire “maschio bianco eterosessuale” per riferirsi a una determinata categoria di persone – guarda caso quelle stesse persone che non si sono mai poste il problema di nominarsi e che Kubra Gumusay chiama per questo “innominati” – non vuole essere degradante. Semplicemente è una categorizzazione fatta per insiemi. Tutti rientriamo in una qualche definizione, per quanto ci possa sembrare limitante.Le due notizie rientrano in un più esteso sentimento di opposizione a qualsiasi istanza di trasformazione culturale verso una maggiore rappresentazione. Se il linguaggio inclusivo e la presunta “dittatura del politicamente corretto” fanno paura, bisogna chiedersi a chi. La lingua in realtà è già di per sé in continuo cambiamento, in quanto specchio della cultura e del quotidiano. Il momento “linguisticamente molto frizzante” che stiamo vivendo, come aveva evidenziato la linguista Vera Gheno in una nostra intervista, è infatti mera espressione del grande sommovimento sociale attuale. Il cambiamento spaventa chi pensa che i propri privilegi siano a rischio – e così finisce per schernire i vari esperimenti. In realtà le due cose non sono autoescludenti. Un linguaggio che rappresenti coloro che oggi mancano degli strumenti per farlo non è un affronto a chi invece questo diritto già ce l'ha, ma un tentativo di apertura. Le trasformazioni non vogliono sradicare, ma aprire una porta, una possibilità.Per fortuna, una buona notizia dal teatrino del Senato italiano c'è: con l'approvazione del Decreto Infrastrutture, sarà vietata qualsiasi forma di pubblicità a sfondo sessista, razzista o abilista per le strade.In copertina, foto di Marco CasinoShow notes Carə tuttə, il linguaggio inclusivo esiste. Perché non usarlo? Intervista a Vera Gheno Il dibattito. Parlar “giusto” non è questione di etichetta - la Repubblica Nel mondo senza schwa mio nonno era un geometro Il ddl Zan non limita la libertà di nessuno: chi lo sostiene è in malafede Risultati sondaggio: legge Zan, l'omotransfobia deve essere reato Sondaggio BiDiMedia, Ddl Zan: la maggioranza degli italiani è a favore Con l'affossamento del ddl Zan ha vinto il fondamentalismo cattolico La marea umana per il ddl Zan TikTok: Il costume a tema Fleabag per Halloween Sostieni l'informazione indipendente di the Submarine: abbonati a Hello, World! La prima settimana è gratis
La storie che si celano dietro le lapidi nascondono più di una sorpresa. In questa puntata Giulia Depentor, autrice del podcast Camposanto, ci racconta quelle che hanno avuto come protagoniste alcune donne straordinarieIn questa nuova puntata di Chiamando Eva un'ospite speciale racconta il mondo delle sepolture femminili. Giulia Depentor, blogger e autrice del fortunato podcast Camposanto, è appassionata di cimiteri e negli ultimi anni ha dedicato tempo e attenzione alle storie di coloro che li abitano.Non sempre è facile ricostruire il passato che si cela dietro una lapide, o persino trovare il luogo di sepoltura, anche quando appartiene a un personaggio famoso. Come il caso di Fernanda Pivano, sepolta al Cimitero Monumentale di Staglieno a Genova e volutamente “nascosta”: per trovare la sua tomba, conviene convincere il custode, ma non è un'impresa facile.In altri casi invece, esistono cimiteri molto poco spettacolari e avvolti in una natura bucolica, o inquietante, come il cimitero Skogskyrkogården a Stoccolma dove è sepolta Greta Garbo, o il Friedhof Grunewald-Forst, il cosiddetto “cimitero dei suicidi” dove curiosamente volle farsi seppellire, insieme alla madre Margarete, Christa Päffgen, più comunemente nota come la Nico dei Velvet Underground.Frequentare cimiteri porta anche a scoprire storie di donne meno famose ma non per questo con vite meno interessanti. È il caso di Rosa May, prostituta della cittadina di Bodie, un villaggio fantasma della California, mantenuto nello stato dell'epoca con l'architettura in stile far west, o della patriota tirolese Katharina Lanz, passata alla storia come colei che cacciò i nemici col forcone.Segui Giulia DepentorAscolta Camposanto
Chiamando Eva ritorna con una puntata in cui indaga gli archetipi femminili per eccellenza, passando in rassegna le grandi figure del mito greco, dall'Iliade all'OdisseaPerché quando diciamo che le donne sono state a lungo etichettate nel binomio o “sante” o “poco di buono” dobbiamo anzitutto partire dall'Iliade e dall'Odissea? Perché è proprio nei testi di Omero che si fissano i canoni di quella che sarebbe poi diventata l'immagine esemplare della femminilità. Nati come testi per raccontare le origini dei popoli dell'antica Grecia, i poemi omerici proponevano dei “modelli di comportamento” per il pubblico, anche femminile. Se Andromaca è il perfetto esempio di madre e protettrice del focolare domestico, Elena, per contrapposizione, è l'esempio negativo della donna che tradisce il talamo nuziale, la patria e i suoi sudditi.Ma questa contrapposizione trova le sue cause nella storica rivalità tra Atene e Sparta. Ad Atene le donne vivevano recluse in casa, non ricevevano un'educazione e non dovevano fare mostra di sé se non in limitate occasioni sociali. A Sparta invece le donne ricevevano un'istruzione, si allenavano al pari degli uomini e si mostravano in pubblico. Nonostante questo trattamento venisse riservato alle donne affinché donassero alla città figli guerrieri più forti, gli ateniesi avevano una visione estremamente licenziosa delle donne spartane.Le conseguenze di questa dicotomia fra spartane e ateniesi si sono poi trasformate, nel corso dei secoli, nei modelli stereotipati di rappresentazione femminile che si fatica ancora a scardinare. Ma per riuscire a debellarli definitivamente, è necessario conoscerli.Ne parliamo con Maddalena Parziani, laureata in Lettere classiche e insegnante di liceo.
In questi tempi di Zoom call e lezioni a distanza, si sono anche moltiplicati i già tantissimi club del libro e con essi l'ansia da prestazione legata alla lettura. Tra reading challenges e gare a chi è più colto, leggere tanto sembra sempre di più una posa e sempre meno una passione. Per questo motivo — e anche per una insana voglia di parlare FINALMENTE di romanzi rosa — le speaker di Chiamando Eva hanno deciso di inaugurare una diretta Instagram mensile (o poco più) dedicata alle letture del mese. Con la promessa di dire solo la verità e nient'altro che la verità, di portare alto il baluardo delle scrittrici contemporanee e non, e di dare spazio anche (e soprattutto) a quei libri meno cool ma, in certi casi, assolutamente necessari. Nella diretta di Gennaio si è parlato di : J.K. Rowling, Harry Potter e la Pietra Filosofale, edizione MinaLima, Salani, 2020 Stefania Bertola, A neve ferma, TEA, 2020 Emma Cline, Le Ragazze, Einaudi 2017 Nicola Lagioia, La Città dei vivi, Einaudi, 2020 Antonella Lattanzi, Questo giorno che incombe, HarperCollins 2021 Marta Barone, Città Sommersa, Bompiani, 2020 Sophie Gee, Lo scandalo della stagione, Neri Pozza, 2007 Io non sono Islam, Benedetta Argenteri e Sara Gironi Carnevale, Magazzini Salani, 2019 Emil Ferris, La mia cosa preferita sono i mostri, Bao, 2018 Walter Moers, Le tredici vite e mezzo del capitano Orso Blu, Salani, 2001 Benedetta Craveri, Amanti e Regine, Adelphi, 2008
Un nuovo movimento femminista sta attraversando il partito democratico statunitense, ma non è tutto empowerment quel che luccica. Ne parliamo nell'ultima puntata di Chiamando EvaA poche ore dall'attesissimo insediamento di Joe Biden — e dall'ancora più attesa performance di Lady Gaga — è ormai indubbio che quest'ultimo anno ci abbia fatto conoscere meglio diverse voci femminili della politica americana, a partire da Kamala Harris, prima vicepresidente donna e prima vicepresidente afroamericana e prima vicepresidente asioamericana.Kamala nasce a Oakland da una donna indoamericana del Chennai e da un uomo di origine giamaicana. Si forma prima alla Howard University e poi alla Hastings College of Law di San Francisco e arriva sulla mappa nazionale nel 2003, quando viene eletta procuratrice distrettuale di San Francisco. Da quel momento inizia una carriera brillante, che la porta ad essere poi procuratrice generale della California, nel 2010, e nel 2014, e poi in Senato nel 2016. L'anno scorso è stata protagonista di una campagna per le primarie che ha avuto molto poco successo, ma il suo profilo, le ha garantito il “ripescaggio” come vice di Biden. Ma la “donna dei tre primati” porta con sé diversi tratti controversi: femminista e concentrata sull'empowerment femminile (come ha sottolineato anche nel suo discorso post elezione), nel suo passato da procuratrice ha mantenuto una linea estremamente lassista verso le forze di polizia ed è nota anche per le sue proposte di legge draconiane — come la perseguibilità penale dei genitori dei figli che marinano la scuola.Ma in una realtà come quella statunitense, dove posizioni come quelle di Alexandra Ocasio Cortez sono considerate estreme, cosa possiamo aspettarci dall'elezione di Kamala Harris come vicepresidente? E quanto il femminismo ha influito e influirà su quelle che saranno le sue possibili mosse politiche? In questa puntata Elena e Francesca fanno una chiacchierata con Bianca Giacobone, vecchia conoscenza di Chiamando Eva, giornalista e newyorkese di adozione. Linkini Articolo di Pardis Mahdavi su Zócalo Public Square, sul movimento femminista che ha permesso l'elezione di Kamala Harris Sul passato di Kamala Harris come prosecutor, un approfondimento Kamala is a cop La riflessione di Reginald Dwayne Betts Cose che ci fanno volare: la questione Vogue I prossimi anni saranno una vera e propria battaglia per i diritti delle donne nel Congresso: ad esempio, stanno arrivando un sacco di donne contro l'aborto nelle file dei repubblicani Friendly reminder: questa ondata arriva dopo un anno che è stato chiave nella battaglia retrograda di tantissimi stati contro il diritto all'interruzione di gravidanza Cose positive di Nancy Pelosi: è per la difesa e l'aumento dello stipendio minimo legale, è a favore di azione progressista — ma non radicale — contro il cambiamento climatico: "'The existential threat of our time': Pelosi elevates climate change on Day One"; È a favore dell'aborto e dell'uso di contraccettivi ma una volta per spiegare perché era a favore ha detto «almeno così la gente non faceva figli se non li vogliono — che poi sono cari da mantenere per lo stato» Cose non positive di Nancy Pelosi: Lo spionaggio di massa ops; non si è mai opposta agli interrogatori con torture e waterboarding e Tifava Israele nella guerra del 2014, ma almeno è contro i piani di annessione israeliani Però la questione dell'outfit per l'impeachment ci ha fatto volare, grazie Nancy L'importanza di Stacey Abrams, la donna che ha contribuito alla vittoria democratica in Georgia Melania and Me, il libro che ora vogliamo leggere Feticisti per il sociale
Negli ultimi anni è emersa un'onda di giovani scrittrici che parlano di donne e questioni di genere, ma che soprattutto descrivono una generazione alle prese con il proprio destino sentimentale, lavorativo, e psicologicoLa seconda puntata di Chiamando Eva torna a parlare di un argomento caro alle autrici: donne e letteratura. Negli ultimi anni, nel panorama editoriale, è stata vista crescere e diffondersi un'onda di giovani scrittrici che parlano di donne, femminismo, questioni di genere, ma che soprattutto descrivono la generazione dei millennials alle prese con il proprio destino, sentimentale, lavorativo, psicologico.Ne esce un quadro di un insieme di soggettività complesse, i/le protagonisti/e si osservano con occhio cinico e disincantato, presentando un'immagine di sé carica di fragilità, vizi e difetti. Viene però da chiedersi se questa tendenza, nata nel panorama anglosassone e suggellata dal grande successo di “Normal People” di Sally Rooney, non abbia il limite di presentare una realtà parziale: c'è forse il rischio che la letteratura si “appiattisca” tutta in questa direzione?In Italia questa lezione per ora non sembra essere pienamente colta. Ma non per questo mancano esempi lodevoli di giovani autrici che stanno emergendo come le nuove voci della letteratura. Spesso però partono da un vissuto autobiografico — Città sommersa di Marta Barone, La straniera di Claudia Durastanti, ma anche Nuova era onirica e Noi non abbiamo colpa di Marta Zura Puntaroni — tralasciando il mondo della cosiddetta “fiction”.In un panorama — quale è quello italiano — in cui, ancora con molta difficoltà, le scrittrici vengono presentati per i più importanti premi letterari, fa fatica a emergere un filone letterario ormai ben collaudato nel panorama anglosassone. Infine, passando in rassegna i 40 titoli consigliati da Elena Ferrante, le speaker commentano la lista dispensando consigli per gli acquisti.Links Has Self-Awareness Gone Too Far in Fiction? Elena Ferrante's Recommended Reading Normal People' Review: Their Love Will Tear You Apart. Naoise Dolan, il poliamore nel libro Exciting Times Ottessa Moshfegh's Painful, Funny Novel of a Young Woman's Chemical Hibernation Perché anche al premio Strega sono quasi sempre tutti maschi
Il caso di una maestra d'asilo torinese, licenziata dal proprio istituto dopo essere stata vittima di revenge porn, ha contribuito a riportare la scuola al centro del dibattito nazionale. Ma com'è la scuola che i ragazzi e i professori sono costretti a vivere durante il lockdown?La scuola sarebbe dovuta essere una delle priorità del governo, insieme al lavoro — ma appena i contagi hanno cominciato a risalire, è stata rapidamente sacrificata in favore della produttività nazionale. Com'è la situazione oggi che la maggior parte degli alunni sono in didattica a distanza? Ne abbiamo parlato con Elena D'Alì di Chiamando Eva, e insieme a lei abbiamo cercato di capire com'è possibile che il problema della scuola italiana, per alcuni, sia il fatto che una maestra d'asilo sia libera di vivere la propria vita privata come vuole, senza essere oggetto di revenge porn.Di problemi, infatti, ce ne sono numerosi. La didattica a distanza, per dichiarazione della stessa ministra Azzolina, aumenta le disuguaglianze tra gli alunni. “In mezzo a tante incognite, una certezza c'è: la chiusura delle scuole non produce gli stessi effetti per tutti,” aveva scritto la ministra su Facebook a fine ottobre. Ora è discutibile e discusso che le scuole possano mai riaprire prima di giugno: il deputato del M5S Marco Bella ha detto che l'ipotesi di tenerle chiuse per tutto l'anno è fuori discussione — ma se qualcuno deve smentire una voce, vuol dire che questa voce per qualche motivo circola. O no?Ci sono, comunque, studenti e docenti che non si rassegnano alla dad. È il caso di Anita, una giovane studente torinese che ha deciso di organizzare un flashmob fuori dalla propria scuola, e seguire da lì alcune delle lezioni in segno di protesta. Il suo esempio è stato velocemente raccolto da altri studenti e studentesse in giro per l'Italia, come a Bologna, dove si è deciso di partecipare alle lezioni davanti alla scuola perché “un'aula non sarà mai più contagiosa di una chiesa.”Ma quanto ha influito la riapertura delle scuole sull'aumento del contagio? Il discorso è molto delicato: nonostante l'aumento dei casi si sia registrato tra settembre e ottobre, non esistono prove conclusive sul fatto che l'aumento dei casi sia stato causato dal rientro scolastico — anzi: evidenze da studi internazionali segnalerebbero il contrario. È però vero che, una volta deterioratasi la situazione, lasciare a casa ampie fette della popolazione — come quella scolastica, appunto — è un buon modo per diminuire in fretta la circolazione del virus.Ma in questi giorni per quanto riguarda la scuola si è parlato soprattutto della vicenda della maestra torinese vittima di revenge porn e successivamente licenziata dal proprio istituto. Nel 2018 la maestra era stata licenziata per colpa della diffusione di alcuni suoi video e foto di nudo, diffusione che è stata fatta a suo danno dall'ex fidanzato.La vicenda è avvenuta nel torinese due anni fa, ma è emersa soltanto ora per via del processo in cui sono state implicate insieme ad altri la direttrice scolastica — accusata di aver obbligato la vittima alle dimissioni e di averla diffamata — e una donna che, imbattutasi nelle foto in una chat di gruppo del mario, aveva riconosciuto e minacciato l'insegnante e fatto circolare ulteriormente il materiale.Per l'ex sono stati disposti i lavori socialmente utili e il risarcimento del danno — ma è chiaro chi ha pagato di più in questa storia, che fa scalpore anche perché al centro vi è quello che per eccellenza nelle categorie che vogliono la donna ferma a un modello degli anni ‘50 è stato il simbolo della donna illibata e premurosa: la maestra d'asilo — Lady Diana insegna. Sembra assurdo che una maestra d'asilo possa avere una vita sessuale — incredibile, vero?Leggi le note dell'episodio su: https://thesubmarine.it/2020/11/20/trappist-094/
Il caso di una maestra d’asilo torinese, licenziata dal proprio istituto dopo essere stata vittima di revenge porn, ha contribuito a riportare la scuola al centro del dibattito nazionale. Ma com’è la scuola che i ragazzi e i professori sono costretti a vivere durante il lockdown?La scuola sarebbe dovuta essere una delle priorità del governo, insieme al lavoro — ma appena i contagi hanno cominciato a risalire, è stata rapidamente sacrificata in favore della produttività nazionale. Com’è la situazione oggi che la maggior parte degli alunni sono in didattica a distanza? Ne abbiamo parlato con Elena D’Alì di Chiamando Eva, e insieme a lei abbiamo cercato di capire com’è possibile che il problema della scuola italiana, per alcuni, sia il fatto che una maestra d’asilo sia libera di vivere la propria vita privata come vuole, senza essere oggetto di revenge porn.Di problemi, infatti, ce ne sono numerosi. La didattica a distanza, per dichiarazione della stessa ministra Azzolina, aumenta le disuguaglianze tra gli alunni. “In mezzo a tante incognite, una certezza c’è: la chiusura delle scuole non produce gli stessi effetti per tutti,” aveva scritto la ministra su Facebook a fine ottobre. Ora è discutibile e discusso che le scuole possano mai riaprire prima di giugno: il deputato del M5S Marco Bella ha detto che l’ipotesi di tenerle chiuse per tutto l’anno è fuori discussione — ma se qualcuno deve smentire una voce, vuol dire che questa voce per qualche motivo circola. O no?Ci sono, comunque, studenti e docenti che non si rassegnano alla dad. È il caso di Anita, una giovane studente torinese che ha deciso di organizzare un flashmob fuori dalla propria scuola, e seguire da lì alcune delle lezioni in segno di protesta. Il suo esempio è stato velocemente raccolto da altri studenti e studentesse in giro per l’Italia, come a Bologna, dove si è deciso di partecipare alle lezioni davanti alla scuola perché “un'aula non sarà mai più contagiosa di una chiesa.”Ma quanto ha influito la riapertura delle scuole sull’aumento del contagio? Il discorso è molto delicato: nonostante l’aumento dei casi si sia registrato tra settembre e ottobre, non esistono prove conclusive sul fatto che l’aumento dei casi sia stato causato dal rientro scolastico — anzi: evidenze da studi internazionali segnalerebbero il contrario. È però vero che, una volta deterioratasi la situazione, lasciare a casa ampie fette della popolazione — come quella scolastica, appunto — è un buon modo per diminuire in fretta la circolazione del virus.Ma in questi giorni per quanto riguarda la scuola si è parlato soprattutto della vicenda della maestra torinese vittima di revenge porn e successivamente licenziata dal proprio istituto. Nel 2018 la maestra era stata licenziata per colpa della diffusione di alcuni suoi video e foto di nudo, diffusione che è stata fatta a suo danno dall’ex fidanzato. La vicenda è avvenuta nel torinese due anni fa, ma è emersa soltanto ora per via del processo in cui sono state implicate insieme ad altri la direttrice scolastica — accusata di aver obbligato la vittima alle dimissioni e di averla diffamata — e una donna che, imbattutasi nelle foto in una chat di gruppo del mario, aveva riconosciuto e minacciato l’insegnante e fatto circolare ulteriormente il materiale. Per l’ex sono stati disposti i lavori socialmente utili e il risarcimento del danno — ma è chiaro chi ha pagato di più in questa storia, che fa scalpore anche perché al centro vi è quello che per eccellenza nelle categorie che vogliono la donna ferma a un modello degli anni ‘50 è stato il simbolo della donna illibata e premurosa: la maestra d’asilo — Lady Diana insegna. Sembra assurdo che una maestra d’asilo possa avere una vita sessuale — incredibile, vero?Leggi le note dell’episodio su: https://thesubmarine.it/2020/11/20/trappist-094/
Puntuale come i tormentoni estivi, ogni anno arriva il timore di mostrarsi in costume, in pantaloncini corti, in abiti “estivi.” In questa puntata di Chiamando Eva — l'ultima della stagione — Francesca e Elena ne parlano dopo aver raccolto le opinioni delle proprie follower su InstagramEsiste un termine in psichiatria per definire quando percepiamo la nostra immagine corporea come sbagliata: si tratta di dismorfofobia e ne soffrono sia donne che uomini. Il modello di fisico che viene imposto, pur cambiando a seconda delle mode e dei tempi è perennemente inarrivabile, dunque anche la percezione del proprio fisico ne risulta alterata perché mai abbastanza aderente al modello proposto.Ma se quantomeno oggi — a differenza di 10 anni fa — si parla finalmente in maniera condivisa di accettazione del proprio fisico e della propria body shape, ciò non toglie che è altrettanto facile imbattersi, in una panoramica di TikTok, in challenge che sfidano le adolescenti a provare la propria magrezza: ad esempio facendo fare un doppio giro intorno alla vita il cavo delle cuffiette dell'iPhone.Nella seconda parte della puntata, Francesca e Elena ripercorrono gli highlight della stagione passata, tra lockdown e previsioni astrali, in un anno che — come ci aveva anticipato l'astrologa Lumpa nella prima puntata — presentava “la stessa conformazione astrale dell'anno in cui è scoppiata la Prima guerra mondiale.” In attesa di “cieli” migliori, Chiamando Eva tornerà a settembre con una nuova stagione.
Puntuale come i tormentoni estivi, ogni anno arriva il timore di mostrarsi in costume, in pantaloncini corti, in abiti “estivi.” In questa puntata di Chiamando Eva — l’ultima della stagione — Francesca e Elena ne parlano dopo aver raccolto le opinioni delle proprie follower su InstagramEsiste un termine in psichiatria per definire quando percepiamo la nostra immagine corporea come sbagliata: si tratta di dismorfofobia e ne soffrono sia donne che uomini. Il modello di fisico che viene imposto, pur cambiando a seconda delle mode e dei tempi è perennemente inarrivabile, dunque anche la percezione del proprio fisico ne risulta alterata perché mai abbastanza aderente al modello proposto.Ma se quantomeno oggi — a differenza di 10 anni fa — si parla finalmente in maniera condivisa di accettazione del proprio fisico e della propria body shape, ciò non toglie che è altrettanto facile imbattersi, in una panoramica di TikTok, in challenge che sfidano le adolescenti a provare la propria magrezza: ad esempio facendo fare un doppio giro intorno alla vita il cavo delle cuffiette dell’iPhone.Nella seconda parte della puntata, Francesca e Elena ripercorrono gli highlight della stagione passata, tra lockdown e previsioni astrali, in un anno che — come ci aveva anticipato l’astrologa Lumpa nella prima puntata — presentava “la stessa conformazione astrale dell’anno in cui è scoppiata la Prima guerra mondiale.” In attesa di “cieli” migliori, Chiamando Eva tornerà a settembre con una nuova stagione.
Puntuale come i tormentoni estivi, ogni anno arriva il timore di mostrarsi in costume, in pantaloncini corti, in abiti “estivi.” In questa puntata di Chiamando Eva — l’ultima della stagione — Francesca e Elena ne parlano dopo aver raccolto le opinioni delle proprie follower su InstagramEsiste un termine in psichiatria per definire quando percepiamo la nostra immagine corporea come sbagliata: si tratta di dismorfofobia e ne soffrono sia donne che uomini. Il modello di fisico che viene imposto, pur cambiando a seconda delle mode e dei tempi è perennemente inarrivabile, dunque anche la percezione del proprio fisico ne risulta alterata perché mai abbastanza aderente al modello proposto.Ma se quantomeno oggi — a differenza di 10 anni fa — si parla finalmente in maniera condivisa di accettazione del proprio fisico e della propria body shape, ciò non toglie che è altrettanto facile imbattersi, in una panoramica di TikTok, in challenge che sfidano le adolescenti a provare la propria magrezza: ad esempio facendo fare un doppio giro intorno alla vita il cavo delle cuffiette dell’iPhone.Nella seconda parte della puntata, Francesca e Elena ripercorrono gli highlight della stagione passata, tra lockdown e previsioni astrali, in un anno che — come ci aveva anticipato l’astrologa Lumpa nella prima puntata — presentava “la stessa conformazione astrale dell’anno in cui è scoppiata la Prima guerra mondiale.” In attesa di “cieli” migliori, Chiamando Eva tornerà a settembre con una nuova stagione.
La lotta femminista si può inserire nel dibattito nato dalle proteste di Black Lives Matter a patto che l'intersezionalità non sia soltanto un'etichetta. In questa puntata di Chiamando Eva ne parliamo con Nadeesha Uyangoda, giornalista e autrice freelanceA quasi un mese dalla morte di George Floyd, cosa rimane delle polemiche su Indro Montanelli, la riesumazione dell'intervista televisiva con l'intervento di Elvira Banotti e la questione se sia giusto o meno abbattere i monumenti?Non molto, o meglio, in Italia anziché cogliere l'occasione per parlare di diritti delle minoranze, ci si è focalizzati sul problema visto dai bianchi. Come ha fatto notare Francesca Moretti, il dibattito sul razzismo italiano ha deliberatamente evitato di prendere in considerazione i diretti interessati, i neri italiani.Cosa può significare allora, per la lotta femminista, rivendicare il proprio posto all'interno di questo dibattito? In che modo — in Italia — si può parlare di un femminismo realmente più inclusivo? L'aggettivo “intersezionale” troppo spesso viene utilizzato come etichetta apposta a molte femministe italiane, che continuano a essere una maggioranza — se non una totalità — di bianche.L'internazionalità, però, nasce proprio come unione di due blocchi che per troppo tempo sono stati visti come contrapposti: le discriminazioni subite dalle donne bianche in quanto donne, e la discriminazione dei neri in quanto neri. Tuttavia, oggi in Italia tante donne non bianche non si sentono rappresentate dal femminismo italiano.Ma come si può rendere più forte la voce delle donne — il cui stesso aggettivo “nere” è riduttivo — in Italia? Bisogna forse replicare l'esperienza statunitense in Europa o si rischia di appiattire e dimenticare la storia di lotte presenti anche in Europa?Ne parliamo in questa puntata con Nadeesha Uyangoda, giornalista e autrice freelance che si occupa di migrazioni e identità, da diverso tempo collaboratrice di The Submarine (già ospite di S/Confini) e per testate quali Vice, Al Jazeera, The Telegraph e Corriere della Sera.Leggi le note dell'episodio qui: https://thesubmarine.it/2020/06/24/chiamando-eva-314/
Dopo esserci dedicati allo yoga, alla meditazione e agli esperimenti di panificazione, che fine ha fatto la nostra vita sessuale? Le speaker di Chiamando Eva ne parlano con Leni di Vengo anch'io podcast.A inizio lockdown, tutti eravamo ovviamente assorbiti dalla preoccupazione per l'aumento dei contagi e del numero dei morti. A oltre due mesi dal primo caso di Codogno, però, ci siamo in qualche modo abituati al bollettino dei malati e alle autocertificazioni, cambiando drasticamente la nostra quotidianità.Ma dopo esserci scoperti grandi panificatori, esperti di fitness home-made e aver provato app di meditazione nel nostro salotto, dobbiamo fare i conti anche con la nostra vita sessuale. Perché esattamente come la nostra mente e il nostro corpo, anch'essa va saziata.È vero che la quarantena sta azzerando la libido o è invece un'occasione preziosa per scoprire come meglio darsi piacere? Come la stanno passando le donne e gli uomini costretti all'isolamento da oltre due mesi? Come faremo a tornare ad avere una vita serenamente attiva quando sarà finita questa pandemia?Per aiutarci a trovare le risposte, è stata nostra ospite Leni, laureata in psicologia e autrice del podcast Vengo anch'io, un programma che “racconta con serietà e ironia il sesso di oggi, perché domani sia un sesso migliore.”Ascolta Vengo anch'io: https://podtail.com/it/podcast/vengo-anch-io/Segui Vengo anch'io su Instagram: https://www.instagram.com/vengo_anchio_podcast/
In questi giorni di ormai infinita quarantena sono sempre meno le cose a cui aggrapparsi per non perdersi d'animo e pensare che presto o tardi, torneremo ad avere una vita normale.C'è chi sta vivendo questi giorni in isolamento totale e chi invece vive in una sorta di reclusione coatta con familiari, amici, compagni, coinquilini.Nella decima puntata di Chiamando Eva, le speaker raccontano come si sopravvive al lockdown se si è un genitore. Complice la chiusura delle scuole, la didattica a distanza non sempre virtuosa e tutti i problemi che possono sorgere per semplice mancanza di una buona connessione internet, la quarantena ha imposto ai genitori — più spesso alle madri — di diventare al contempo insegnanti, educatori, psicologi e tuttofare h24.E sempre più emerge come l'isolamento coatto causato da Covid-19 metta in luce le problematiche legate al digital divide, alle difficoltà che molte famiglie hanno di anche solo avere una rete internet e di quale ricchezza rappresenti — per bambini provenienti da contesti economici umili — il poter andare andare scuola.Infine, non si può pensare di parlare di lockdown senza pensare a quelle donne che sono “rinchiuse” in casa con chi commette violenza su di loro. E a quali misure esistano per evitarlo.In questa puntata Francesca ed Elena ne parlano con Costanza Cappelli — più comunemente conosciuta sui social come La Connie — che da sempre racconta la sua quotidianità di madre e moglie in maniera molto leggera e al contempo non banale. Dalla profonda Toscana del Ciclone, la puntata è qua per alleviare la vostra reclusione. Buon ascolto.Leggi le note dell'episodio su: https://thesubmarine.it/2020/04/15/chiamando-eva-310/
La puntata odierna di Chiamando Eva è un appuntamento questa volta un po' particolare: ci siamo trovate a interrompere lo svolgimento normale delle nostre vite e seguiamo, con ansia crescente, lo sviluppo della pandemia di Covid-19. Sono giorni in cui è difficile capire quali siano le questioni importanti su cui concentrarsi mentre, intorno a noi, continuano ad ammalarsi persone e, in alcuni casi, morire.Ma la reclusione forzata e la quarantena portano alla luce anche quelli che sono dei problemi intrinseci della società, come ad esempio le violenze domestiche e la scia di video che, con macabro intento ironico, trasmettono messaggi stereotipati e allarmanti sulle donne costrette a stare in casa col marito che le picchia, le insulta, le mette a tacere.Fortunatamente esistono reti di solidarietà che si stanno occupando di questo, come la rete “Dire contro la violenza” che raccoglie tutti i servizi anti-violenza disponibili in questo momento di emergenza in Italia, senza dimenticare i “Collages femminicidi”, disseminati in ogni angolo della città, che speriamo di tornare a vedere il prima possibile quando potremo passeggiare di nuovo liberamente. Sempre in questi giorni, nascono iniziative solidali per coloro che, costretti a stare a casa, hanno difficoltà a reperire farmaci, beni di prima necessità o semplicemente fare la spesa: è il caso delle Brigate di solidarietà.Ma come si sconfigge la vita sedentaria e costretta davanti a un computer? Abbiamo raccolto un po' di stimoli, culturali, letterari e non (dato che ci siamo persino messe a fare Yoga in differita) per superare questi giorni e renderli, quando possibile, un momento utile e ricco di nuove scoperte.La puntata è stata registrata con una diretta in parallelo su Instagram, un primo esempio di podcast femminista con “il pubblico in studio”, con interventi anche da parte delle nostre ascoltatrici e dei nostri ascoltatori, con cui abbiamo chiacchierato di questioni di genere, patriarcato e del ruolo della donna in questo 2020 di quarantena.Note dell'episodioForse questa cosa del “Dagli all'untore!” sta un po' sfuggendo di mano https://twitter.com/ValeriaParrell2/status/1239884638912499713I collages femminicidi, dove, quando, perché https://thesubmarine.it/colleuses-milano/Una rete che sta funzionando: le Brigate di solidarietahttps://thesubmarine.it/2020/03/17/brigate-solidarieta-cibo-farmaci-anziani-milano/Il Saggiatore rende disponibili gratuitamente un ebook ogni due giorni: noi vi consigliamo La Dragunera di Linda Barbarinohttps://www.ilsaggiatore.com/solidarieta/Marta Barone, candidata Premio Strega 2020 con “La città sommersa”, ha preparato un corso online su cinque autori “outsider” del Novecento: ci si può iscrivere fino al 25 marzo https://martabarone.comLe lezioni di Yoga powered by Lifegate sono il giusto modo per superare l'ansia che ci circondahttps://smartyogaclass.lifegate.itSe invece volete ammazzarvi di squat e addominali, lei vi motiva come si deve https://www.youtube.com/user/ChloesAddictionVolete scoprire la versione islandese di Nino Sarratore? Leggete questo https://followthebooks.com/miss-islanda-recensione/
Nell'ottava puntata di Chiamando Eva, le speaker affrontano per la prima volta il tema della transessualità. Si tratta di un argomento frequentemente dipinto alla stregua della caricatura e spiegato in maniera molto approssimativa. Ecco perché a unirsi alla chiacchierata, è l'ospite Francesco Cicconetti, un ragazzo trans che, grazie ai suoi canali social e alla serie Freeda “Un uomo con la T maiuscola,” ha parlato della sua esperienza di transizione in maniera aperta e sincera.In un paese come il nostro non è facile avere una comunicazione chiara di cosa significhi esattamente intraprendere un percorso di transizione: come si comincia? A chi ci si rivolge? Quanto dura? Quale trafila burocratica bisogna affrontare? Il percorso è irto di ostacoli e può richiedere anni, il corpo nel frattempo inizia a cambiare a diventare quello che la persona trans sente appartenere come suo. Peccato che la società nel frattempo non cambi alla stessa velocità e non sono pochi gli insulti e i pregiudizi che bisogna affrontare nel passaggio “F to M” o “M to F.”E ancora, gli stereotipi più comuni partono proprio dal genere della lingua: si dice “un” o “una” transessuale? In quale caso? Quando si ottiene una carta di identità dove “Alessandro” diventa “Alessandra,” o viceversa?Questo, e molto altro, è ciò di cui si parla nella nuova puntata.Note dell'episodioPer seguire Francesco sui suoi canali social:Instagram: https://www.instagram.com/mehths/Per recuperare la serie “Un uomo con la T maiuscola”https://www.youtube.com/playlist?list=PL7VF_2Qm3flbh1wGD2LiZ2rFTYSTaca7S
Viviamo nell'epoca della mancanza di certezze dal punto di vista relazionale. Venuto meno il paradigma che ci vuole tutte mogli, fedeli, amiche, amanti ecc. si apre uno scenario dove è sempre meno facile dare una definizione di relazione duratura, affidabile, basata sulla reciproca fiducia.Ed è forse questo uno dei motivi che ha portato al diffondersi di cosiddette “relazioni disfunzionali” basate sul ricatto psicologico, sulla mancanza di fiducia e sull'incapacità di trovare un punto di incontro o - eventualmente - troncare una relazione tossica.Ma cosa definisce esattamente una “relazione disfunzionale”? Possiamo dire che sia una costante della nostra epoca o non sia in fondo esistita dai tempi di Adamo ed Eva? E sono solo le relazioni o sono forse le persone a essere disfunzionali?Le ragazze di Chiamando Eva si interrogano e affrontano l'argomento chiedendosi cosa vuol dire avere una relazione nel 2020: partendo dalla navigazione delle maree delle dating app, passando per il poliamore, lo stalking, i social all'interno della coppia.Leggi le note complete dell'episodio su: https://thesubmarine.it/2020/01/29/eva-relazioni-disfunzionali/
La prima puntata del 2020 di Chiamando Eva parte sull'onda delle polemiche con cui è iniziato l'anno nuovo in merito al lavoro delle “bookinfluencer”.Spesso sono donne, fanno foto carine ai libri e recensioni sulle letture appena fatte: ma nel 2020 si può smettere di giudicare un libro dalla copertina e conseguente anche di chi ne parla.Le donne che oggi parlano di libri su Instagram non sono delle parnevenue: sono donne che si sono fatte le ossa nell'editoria, spesso sono scrittrici o esperte della parola e hanno dimostrato più volte coi fatti di avere delle competenze che vanno ben al di là di un feed ben costruito. Abbiamo voluto raccogliere qualche opinione in merito: ne parliamo con Ilenia Zodiaco in arte @conamoresquallore.Ma di che cosa si occupa una bookinfluencer? In che modo nasce questa occupazione? Chi la fa? Ne abbiamo parlato con Chiara — sui social meglio conosciuta come @chiarasuilibri — che ci ha raccontato come è finita a parlare di libri come una bibliotecaria di fiducia.
Le ragazze di Chiamando Eva chiudono il 2019 con una top 10 delle donne che hanno lasciato un segno nell'anno che volge alla conclusione.Quali sono state le donne che hanno scardinato gli equilibri definendo un nuovo modo di affermarsi nel mondo? Fanno parte del mondo della politica, dello spettacolo, della letteratura, della scienza e dello sport. Di molte avrete sentito parlare tantissimo, altre invece non sono avvolte dalla luce dei riflettori, ma non per questo vanno dimenticate: da Greta Thunberg a Alexandria Ocasio Cortez, passando per Greta Gerwig e Phoebe Waller-Bridge, ma anche le protagoniste del mondiale femminile e dei più importanti centri di ricerca del mondo.Una classifica non in ordine di importanza, che ripercorre un anno ricco, in attesa delle donne dell'anno che verrà.Leggi le note dell'episodio su: https://thesubmarine.it/2019/12/18/chiamando-eva-304/
Nella nuova puntata di Chiamando Eva, Francesca e Elena insieme all'ostetrica Chiara Mastromauro affrontano il tema del ciclo dal punto di vista fisiologico, sociale e politico.A seguito dell'acceso dibattito sulla Tampon Tax, le speaker di Chiamando Eva tornano a parlare di questioni legate al corpo della donna e alla poca attenzione con cui viene questo considerato. Pur essendo un processo naturale — e quindi, per la maggior parte dei casi, inevitabile — le mestruazioni in Italia sono considerate un “bene di lusso”, o almeno è quanto comunica la tassazione al 22% per gli assorbenti e le coppette mestruali.Il tema è stato spesso fonte di discussioni e querelle parlamentari che se si sono sempre risolte in un nulla di fatto, malgrado fosse una battaglia portata avanti da anni.Ma come funziona nel resto d'Europa e del mondo? Perché in Italia abbiamo ancora così poca attenzione per una questione che tocca da vicino tutte le donne? Ma soprattutto, se vogliamo che le cose cambino è necessario che venga tolto il tabù legato alle mestruazioni e il conseguente pudore e imbarazzo che per troppo tempo affligge le donne facendole sentire in colpa e a disagio una volta al mese.Come combattiamo tutto questo?Ne parliamo con Chiara Mastromauro, ostetrica, autrice dello sportello Freeda e già ospite di Chiamando Eva nelle passate stagioni.Leggi le note dell'episodio complete su: https://thesubmarine.it/2019/11/27/chiamando-eva-303/
Giovedì 7 Novembre è uscito in tutte le librerie il nuovo, attesissimo, e assai chiacchierato, libro di Elena Ferrante La vita bugiarda degli adulti. Un libro dove si ritrova l'atmosfera napoletana, il mondo visto dagli occhi di una preadolescente e la descrizione dettagliata della psicologia dei personaggi. Le speaker di Chiamando Eva sono corse in libreria e l'hanno recensito, ma non senza prima ri-sfogliare le pagine della amata teatralogia de L'amica geniale. Ma cosa ha reso così “geniale” i suoi romanzi? Perché vale la pena leggere una autrice più che spinta - con un marketing a tappeto - dalla case editrici? Ma soprattutto, possiamo definire “femminista” Elena Ferrante?Caratterizzata da un alone di mistero, questa autrice è stata spesso fin troppo oscurata dalla sua stessa ignota identità, ma una volta che si mette da parte la questione anagrafica, la sua voce arriva in maniera potente, diretta e racconta storie in cui tante donne riescono a riconoscersi e, conseguentemente, ad amare.Leggi le note dell'episodio su: https://thesubmarine.it/2019/11/13/chiamando-eva-302/
Chiamando Eva ritorna con una puntata live in Santeria Paladini per l'inizio della sua terza stagione. In questo episodio, assieme alla famosa astrologa Lumpa e allo scrittore Jonathan Bazzi, riscopriamo donne, scrittrici, sfortunatamente dimenticate ma che sono state donne libere, eccentriche, inimitate. Ripercorriamo le loro storie e i loro cieli astrali, passando in rassegna vite e pianeti di queste figure iconiche e senza tempo. Da Leda Rafanelli a Edith Stein, passando per Lisa Morpurgo, Lina Pietravalle e Marina Cvetaeva, parliamo di fantasy molisani, filosofe tedesche atee convertite al monachesimo, anarchiche musulmane e molto altro ancora.
Chiamando Eva, il podcast femminista di the Submarine, ritorna più forte di prima, per una nuova, fiammante, attesissima, terza stagione.È con la stessa umiltà di questo incipit che vi invitiamo, se siete a Milano o in zone limitrofe, mercoledì 30 Ottobre alla prima puntata live: “Figlie delle Stelle”. La serata sarà dedicata a scrittrici e a donne ingiustamente dimenticate, che hanno però ancora molto da dirci. Se siete curiosi di sapere di più su filosofe tedesche convertite in monache o su autrici di fantasy ambientati in Molise, siete tutt* caldamente invitat*. A condividere la chiacchiera con noi ci saranno due ospiti d'eccezione: la famosa astrologa Lumpa e lo scrittore e giornalista Jonathan Bazzi. Dalle 19:30 in Santeria Paladini 8 (quella dove andate a fare aperitivo, per capirci).All'evento troverete anche le tote bag e gli adesivi (flashosissimi) di Chiamando Eva, insieme a tanti, tantissimi palloncini. What else.Link all'evento su Facebook
Dalle regine dei draghi alle boss della camorra: le storyline femminili e la loro evoluzione.Nelle serie Tv, ultimamente, si fa molta più attenzione a come vengono scritti e pensati i personaggi femminili. Eppure, cadere nel tranello del cliché e della macchietta sembra ancora molto semplice, soprattutto quando si tratta di donne, e soprattutto quando queste sono inserite in uno schema per natura patriarcale. Ne è un esempio l'ultima stagione di Game of Thrones, che ha visto molte delle sue eroine trasformarsi in personaggi piatti e perdere un po' della loro particolarità. Gomorra, dal canto suo, ha fatto parlare per la morte dell'ultima grande boss donna, colpevole di volere una famiglia. Le speaker di Chiamando Eva ne parlano in questa puntata, chiedendosi che ne è stato delle grandi protagoniste delle serie Tv più in voga, e chiedendosi perché, in questo tipo di narrazioni, amore e potere sembrino sempre incompatibili.Leggi le note dell'episodio complete su: https://thesubmarine.it/2019/05/15/chiamando-eva-214/
Spesso, nei colloqui di lavoro, alle donne in età fertile vengono fatte domande circa il loro stato civile e i loro progetti futuri: “sei sposata?”, “convivi?”, “hai intenzione di avere figli?”.Nell'ultima puntata di Chiamando Eva, le speaker Francesca e Elena discutono delle politiche del lavoro italiane sulla maternità, dal congedo di maternità a quello di paternità – spesso pressoché simbolico – al confronto con gli altri paesi europei e non. Passando, poi, per idee folli tutte nostrane, come quella del reddito di maternità.Leggi le note complete dell'episodio su: https://thesubmarine.it/2019/05/02/chiamando-eva-213/
In questo periodo di drammatiche notizie circa le violenze sulle donne, le speaker di Chiamando Eva si interrogano e dialogano sulle tante forme di violenza che, in maniera implicita o esplicita, le donne affrontano nel quotidiano. Senza necessariamente incontrare lo stupro o la violenza fisica, esistono forme di violenza che passano dal linguaggio, da espressioni infelici, ma al contempo profondamente radicate nella mentalità. Tali forme di violenza si ripetono, crescono e creano paradigmi a cui sottostiamo senza farci troppe domande.E se “le parole sono importanti”, per dare una citazione di Morettiana memoria, anche quando è una violenza esplicita, dalla cronaca di stupro al femminicidio, ad essere affrontata —dai giornali, dalla televisione, dalla politica— quanto, veramente, vengono pesate le parole? Quanto la ricerca di uno o una colpevole portano all'utilizzo di un linguaggio che è esso stesso violento?Affrontando la questione in maniera trasversale, dai fatti cronaca a vicende personali, la puntata scava in diverse direzioni, alla ricerca di una nuova consapevolezza e anche, se possibile, di un nuovo modello dove non necessariamente le coscienze siano “schiave” della violenza, della paura.Leggi le note dell'episodio: https://thesubmarine.it/2019/04/10/chiamando-eva-212/
Si definisce Revenge Porn la condivisione non consensuale di materiale erotico/pornografico — rubato o meno.Il caso Giulia Sarti — deputata del Movimento 5 Stelle ed ex presidente della Commissione di Giustizia, vittima di revenge porn nel 2013 e le cui foto sono recentemente riapparse online — ha reso nuovamente attuale il problema del revenge porn. Se in altri stati europei è già attiva una legge contro chi condivide foto private altrui senza il consenso, in Italia l'iter sembra essere ancora lungo e complesso — anche se qualcosa, finalmente, sembra muoversi.Nella nuova puntata di Chiamando Eva si tenta di fare il punto della situazione su un fenomeno che sta diventando sempre più inquietante.Leggi le note dell'episodio su: https://thesubmarine.it/2019/03/27/chiamando-eva-211/
In questa nuova puntata di Chiamando Eva le nostre speaker si confrontano su come sia passato lo scorso 8 marzo. Ci sono state manifestazioni in tutta Italia, partecipate e sentite, le abbiamo viste e vissute in prima persona da Roma a Milano, infine, tornate a casa abbiamo sentito una bella soddisfazione. Una volta ogni tanto. Con tanti cari saluti a Pillon, Fontana e compagnia.Ma non sono mancate le polemiche. Se il gesto di rovesciare della vernice rosa sulla statua di Indro Montanelli ha scatenato le ire di fior fiore di giornalisti (fra cui alcuni che “pur avendo la mamma femminista” hanno etichettato come gesto di “isteria” quello che era un grido di lotta), non è mancato chi ha giustamente tirato gli scheletri fuori dagli armadi di uno dei personaggi più controversi di sempre.Una polemica che ancora non si è spenta, ed è bello che per una volta venga messa in discussione una figura che più che “personaggio” assomiglia ad un dogma apparentemente inattaccabile.Tuttavia, nonostante le agitazioni, i cortei e le vernici super fashion, c'è ancora chi —sulle pagine di Rolling Stone — descrive gli uomini come unicamente accomunati “dall'amore per la figa” e che gli uomini che si oppongono al maschilismo tossico non facciano altro che riempirsi la bocca di una retorica che li rende “eunuchi”.C'è ancora chi muore vittima di femminicidio, ci sono uomini che vedono la pena ridursi per “tempesta emotiva”, c'è chi si sente dire che non è possibile che sia stata violentata perché “è troppo mascolina”Insomma, la strada è ancora fin troppo lunga e non possiamo che rimanere pronti per i prossimi 10, 100, 1000 8 marzo.Leggi tutte le note dell'episodio su https://thesubmarine.it/2019/03/13/chiamando-eva-210/
La settimana di Sanremo è appena passata e tiriamo un po' di somme. Quest'anno le donne in gara erano solo sei su ventiquattro, e di queste poche si sono distinte per originalità. Dal canto suo, Francesco Renga ci ha tenuto a far sapere al mondo la sua personalissima teoria secondo cui le voci femminili sarebbero per natura meno armoniose di quelle maschili.In questo clima di velato e meno velato sessismo, è ancora difficile per una donna inserirsi nell'industria musicale — un mondo in cui persistono pregiudizi, regole non scritte e tanta ipocrisia.Le speaker di Chiamando Eva ne discutono con Eleonora Tremolada, in collegamento da Parigi, tentando di dare uno specchio della situazione italiana e di quella francese.Leggi le note dell'episodio complete su: https://thesubmarine.it/2019/02/13/chiamando-eva-208/
Nella settima puntata di Chiamando Eva, le speaker Francesca e Elena affrontano il tema della mascolinità tossica: teorizzata negli anni '80 e '90 dallo psicologo Shepherd Bliss, questa “etichetta” viene indicata per distinguere i tratti negativi degli uomini da quelli positivi.I tratti “tossici” sono ad esempio la necessità — per gli uomini — di evitare ogni espressione emotiva, lo sforzo nel presentarsi come sempre forti, determinati, mai vulnerabili.L'argomento è tornato recentemente in auge a seguito dello spot della Gillette, causa di grandi polemiche, “Be The Best A Man Can Be,” dove viene proposto un nuovo paradigma: non c'è più l'uomo “che non deve chiedere mai,” che lotta, che afferma il proprio predominio in ogni situazione (dall'ambito lavorativo al tempo libero); l'uomo è finalmente nel giusto a mostrarsi vulnerabile, a evitare lo scontro, a non fare ad ogni costo commenti non richiesti quando passa una donna per strada.La narrazione dell'uomo sta cambiando di pari passo con il femminismo, prova ne sono gli esempi lodevoli di serie tv come “Sex Education” o il remake italiano di “SKAM.” C'è sempre maggiore bisogno di raccontare storie dove l'uomo si stacca dal modello machista — perpetrato dalla notte dei tempi — ed è libero di mostrare le sue vulnerabilità. Tuttavia, ci sono ancora larghe fasce di pubblico che non accettano questo tipo di narrazione o la accusano di “genderizzare” la violenza.Come trovare un dialogo? La sfida è tuttora aperta.
Nella prima puntata del 2019 le speaker di Chiamando Eva sono al gran completo, è infatti tornata a parlare con noi Bianca da New York, che ci ha raccontato dell'argomento su cui sta improntando la sua tesi di Master: il Burlesque.Nato in Inghilterra prima, sviluppatosi negli Stati Uniti poi, il Burlesque è una esibizione satirica e poliedrica in cui da sempre le donne si sono esibite mostrando il proprio corpo, vincendo ogni pregiudizio e stereotipo.Tornato in voga intorno al 2010, oggi gli spettacoli di Burlesque raccolgono un pubblico eterogeneo, da uomini, donne, trans, queer; sia sul palco, sia nel pubblico, si respira un'atmosfera decisamente friendly e di celebrazione dell'accettazione di sé.Ma come si pone la questione femminista di fronte a un'arte che nasce anzitutto per piacere agli uomini? Siamo davanti a una perfomance che abbraccia la body-positivity o a un ennesimo prodotto del patriarcato? E qual è la situazione in Italia? Questo e molte altre riflessioni troverete nell'ultima puntata.
Sessant'anni fa veniva approvata la Legge Merlin — tutt'ora in vigore — che aboliva la regolamentazione della prostituzione, chiudeva le case di tolleranza e introduceva i reati di sfruttamento, induzione e favoreggiamento della prostituzione.Da allora il mondo della compravendita del sesso si è evoluto: lo sfruttamento è ancora un triste dato di fatto, ma esistono anche sex worker che scelgono spontaneamente la professione. Nel dibattito sempre acceso sulla criminalizzazione o decriminalizzazione della prostituzione, e sulla riapertura o meno delle case chiuse — di cui si ha un'idea spesso distorta — non si parla quasi mai dei diritti delle sex worker.Le speaker di Chiamando Eva provano a fare il punto della situazione, con l'aiuto redazionale di Erica Farina.
Il termine Ucronia indica un genere di narrativa fantastica basata sulla premessa generale che la storia del mondo abbia seguito un corso alternativo rispetto a quello reale.Negli ultimi anni — grazie anche alla serie USA The Handmaid's Tale, tratta dall'omonimo romanzo di Margaret Atwood — si è parlato sempre più di distopia femministe: sono stati ripubblicati diversi titoli, caduti nell'oblio, e sempre più scrittrici si sono cimentate nelle narrazioni ucroniche relative ai diritti della donna.Le speaker di Chiamando Eva ripercorrono le tappe di questo trend, tentando di comprenderne le ragioni e le spinte, e lo fanno insieme ad Arianna Miglio, project manager e traduttrice residente a Sheffield.
Negli ultimi anni si è finalmente iniziato a parlare della discriminazione di genere nel mondo dello sport: lo hanno mostrato al cinema film come “Battle of the Sexes” o “I Tonia”; ne ha scritto Forbes, pubblicando la lista dei cento atleti più pagati del mondo nel 2017 (tra cui compare una sola donna); ne ha parlato Serena Williams nella conferenza stampa a seguito del litigio con l'arbitro Carlos Ramos.Anche negli sport professionistici, per legge le donne possono solo essere considerate atlete dilettanti, non hanno accesso alle tutele previdenziali, e vengono pagate nettamente meno dei colleghi uomini.Le speaker di Chiamando Eva si interrogano sulle sorti di un mondo ancora fortemente maschilista — benché a vincere siano principalmente le donne — e per l'occasione si fanno aiutare da una voce decisamente più autorevole, quella di Giulia Rulli, campionessa mondiale di basket 3x3.
Chiamando Eva inizia la seconda stagione affrontando un argomento che non dovrebbe risultare particolarmente complesso, e invece lo è: la sorellanza.Il termine sorellanza — nell'accezione di “unione tra donne al di là di qualsiasi differenza (razza, religione, classe sociale)” — nasce negli anni Settanta, grazie a Kate Millet, attivista della seconda ondata del femminismoOggi si parla tanto del concetto di sorellanza e di quanto molto spesso il concetto venga semplificato, travisato, e utilizzato come arma contro i movimenti femministi.Il metoo è ancora considerabile un movimento di sorellanza? E in Italia come siamo messi? (spoiler: male)Ne discutiamo in questa prima puntata -- e, nel mentre, vi parliamo anche di sorellanza lemuriana, sorellanza ovarica, e Signore degli Anelli.
In occasione dello storico referendum del 25 maggio, grazie al quale l'Irlanda ha abrogato una delle leggi contro l'aborto più severe del mondo, e dei 40 anni della legge 194 in Italia, celebrati il 22 maggio, a “Chiamando Eva” si parla di interruzione di gravidanza, obiezione di coscienza e dei manifesti pro vita di pessimo gusto apparsi a Roma nello scorso mese. Nonostante in Italia l'aborto sia legale dal 1978, il numero di medici obiettori di coscienza è vertiginosamente alto, e abortire non è facile come dovrebbe essere. Non si tratta di essere a favore o contro l'interruzione di gravidanza, ma del diritto umano fondamentale che una donna dovrebbe avere di prendere decisioni sul proprio corpo.“Grandma”, grazioso film su una nonna rock'n'roll che cerca di aiutare la giovane nipote ad abortire negli Stati Uniti - https://www.elle.com/culture/movies-tv/news/a29936/tiger-lily/Sul referendum in Irlanda:https://www.ilpost.it/2018/05/26/irlanda-referendum-aborto-risultati/https://www.theguardian.com/world/2018/may/24/irish-anti-abortion-campaigners-dodge-google-ad-banhttps://www.nytimes.com/2018/05/27/world/europe/savita-halappanavar-ireland-abortion.html?rref=collection%2Ftimestopic%2FAbortion&action=click&contentCollection=timestopics®ion=stream&module=stream_unit&version=latest&contentPlacement=2&pgtype=collectionhttps://www.irishtimes.com/news/politics/abortion-referendum/fact-check-will-abortion-be-legalised-up-to-the-sixth-month-of-pregnancy-1.3488418Lista di Paesi in cui l'aborto è ancora illegalequi una bella lista di paesi in cui l'aborto è ancora illegaleL'aborto in Italia:https://www.wired.it/scienza/medicina/2018/05/22/aborto-sofferenza-colpa/Perché gli obiettori obiettano? https://abortoinchiesta.wordpress.com/2015/05/23/obiezione-coscienza-aborto-ricerca-antropologica/I brutti poster contro l'aborto https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/04/06/manifesto-provita-roma-cosa-cera-di-grave-in-quel-poster-antiabortista/4276135/La pillola abortiva in Italia:https://www.vice.com/it/article/z4jww3/aborto-farmacologico-ru486-come-funziona-in-italiaWomen on Web:https://www.womenonweb.org/
Per la tredicesima puntata di Chiamando Eva abbiamo fatto una chiacchierata con due italiane che si sono fatte strada nel mondo dell'editoria, su quanto il genere influisca (o non influisca) nei mestieri della cultura, sulle minigonne di finta pelle e sulle nuove autrici di narrativa e fumetto.Alessandra Sternfeld è la fondatrice, direttrice, capo supremo dell'agenzia letteraria Am-Book, nata nel 2014 con sede a Brooklyn. Am-Book si occupa principalmente di graphic novel e fumetti: vendita e negoziazione dei diritti all'estero, merchandise e adattamento televisivo. Molti dei suoi autori hanno scritto libri che sono stati Best Seller del New York Times, e recentemente due dei libri venduti da Alessandra hanno ricevuto nomination agli Eisner, gli Oscar del mondo dei fumetti.Carlotta Colarieti lavora come scout letteraria per il mondo dell'editoria italiana ed è junior editor di Effe - periodico di Altre Narratività, un'antologia semestrale di racconti e illustrazioni a cura di Flanerì e 42 Linee. “Effe” è una delle poche riviste letterarie italiane, con uno stile che può ricordare il Paris Review o McSweeney's, e si concentra sulla pubblicazione di racconti di autori esordienti.
Non può mancare nella prima stagione di “Chiamando Eva” una puntata dedicata alle mestruazioni. Senso prendersi troppo sul serio, e senza spiegazioni scientifiche chiacchieriamo di cicli mestruali, assorbenti, coppette, e dei fatti più strani che si possono trovare sull'internet a riguardo. Come chiamate le mestruazioni? Marchese? Barone rosso? Tempo della Luna? Cosa ne pensate di un rispettabile signore cinquantenne che aperto il Museo delle Mestruazioni nella cantina di casa sua, in un sobborgo di Washington D.C.? E lo sapete che quando comprate gli assorbenti, in Italia, pagate la stessa tassa che si paga quando si comprano i beni di lusso?Museum of Menstruation, strano sorprendente, divertente, accattivante. Ci si può passare dentro una giornata intera, e non sarà tempo perso.http://www.mum.org/La storia dell'uomo che in India ha creato gli assorbenti a basso costo https://www.tpi.it/2016/03/02/mestruazioni-assorbenti-basso-costo-india/Coppetta mestruale: il sito italiano che spiega tutto sulle coppette mestruali https://www.coppetta-mestruale.it/La tampon-tax in Italiahttps://news.vice.com/it/article/italia-tampon-taxLa petizione online per abbassare la tassazione degli assorbenti https://www.change.org/p/le-mestruazioni-non-si-tassano-iva-al-minimo-sugli-assorbenti
Perché quando una donna famosa collabora con altre donne, e riconosce il loro talento, senza rivalità e cattiverie, è considerata un'eroina femminista, un'eccezione ammirevole?L'ostilità tra donne è molto diffusa, e troppo spesso ci critichiamo a vicenda, osservando con occhio malizioso i corpi, i vestiti, i trucchi e le abitudini sessuali delle altre. C'è chi dice che è biologia, e chi dice che è una conseguenza di secoli di patriarcato. Nella decima puntata di Chiamando Eva esploriamo la famigerata rivalità femminile, e ci facciamo un sano esame di coscienza, fiammiferi annessi.
Nella nona puntata di Chiamando Eva (siamo quasi a dieci! Che, voi ci credete? Noi quasi quasi no) si parla dell'importanza di fare quella fantomatica visita dal ginecologo almeno una volta all'anno, e di quelle patologie vulvo-vestibolari che sembrano strane e sconosciute ma sono in realtà comunissime. Le vostre speaker preferite si dilettano nell'auspicare visite ginecologiche regolari, e più frequenti, e più economiche, e meno bigotte, e hanno anche dei suggerimenti sui posti più hot dove andare a farsi fare pap-test e compagnia (altro che fashion blogger). Il rapporto sessuale non deve mai essere doloroso, e la normalizzazione di ciò porta tante donne giovani e vecchie a vivere la propria vita sessuale come un dovere poco piacevole. Patologie come vaginite, vulvodinia e vestibolite sono molto diffuse, e, nonostante siano difficili da diagnosticare, è possibile curarle, anche se ahimè spesso non vengono coperte dalla ASL, perché c'è ancora tanta strada da fare per le donne nel mondo della sanità, soprattutto quando si ha a che fare con il sesso.Centro Medico Santagostinohttps://www.cmsantagostino.it/Vaginismo psicosomaticohttps://www.alessandragraziottin.it/it/div_scheda.php/Il-vaginismo?ID=429Vestibolitehttps://www.alessandragraziottin.it/it/div_scheda.php/Vestibolite-vulvare-che-cos-e-?ID=32http://vestibolite.it/Vulvodiniahttps://www.vulvodiniapuntoinfo.com
In occasione del 4 marzo, Chiamando Eva ha deciso di registrare una puntata dedicata e speciale. Cosa succede il 4 marzo? Ci sono gli Oscar, certo, ma soprattutto è la fatidica data delle imminenti e cruciali elezioni politiche in Italia. Noi speaker non potevamo lasciar passare l'opportunità di leggervi tutti i programmi politici, e scoprire quali sono più femministi e quali meno. Non temete, sarà un ascolto meno noioso di quel che pensate. Con l'augurio che tutte voi abbiate voglia di esercitare quel diritto fondamentale conquistato per la prima volta dalle donne in Inghilterra 100 anni fa, e andiate a votare. Rendete orgogliose le sufraggette! E buon ascolto.
Per la puntata di Chiamando Eva di San Valentino, abbiamo deciso di parlare dei ruoli di coppia.Nelle scorse settimane abbiamo condiviso dalla pagina facebook di Chiamando Eva un breve questionario: una sola risposta, aperta, circa i ruoli di genere nelle coppia:“Come sono i ruoli nella vostra coppia? Chi si occupa di mansioni tradizionalmente maschili e chi di quelle tradizionalmente femminili? Ha ancora senso, secondo voi, parlare di ruoli di coppia?”Secondo la maggior parte degli utenti che hanno risposto al sondaggio, non solo non sussisterebbe più una divisione di ruoli all'interno della coppia, ma sarebbe anche anacronistico e improprio utilizzare il termine “ruolo di genere”.I dati raccolti nell'indagine Istat del 2016 relativa all'uso del tempo, in realtà, dipingono una realtà relazionale in cui i ruoli tradizionali sussistono, ben radicati nella cultura italiana.I ruoli maschili e femminili sono prodotto di interpretazioni e teorie basate principalmente su argomenti biologici/fisiologici, sessuali, religiosi e relativi alla divisione di lavoro. Queste logiche, consolidate nella società in cui viviamo, contribuiscono ancora oggi a tener viva la costruzione di ruoli di genere.Consigli di lettura:L'indagine Istat sull'uso del tempo nella coppiaI ruoli di genere secondo l'Enciclopedia TreccaniIl caso della pubblicità di Pandora e le risposte dell'azienda
Nella sesta puntata di ‘Chiamando Eva' si parla di narrative femministe e femminili. Le migliaia di narrative prodotte nella storia, per quanto spesso meravigliose, sono per la maggior parte profondamente permeate dalle dinamiche del patriarcato, e incentrate su personaggi maschili. Le cose stanno cambiando, e storie di donne e con donne stanno diventando sempre più popolari, ma c'è ancora molto lavoro da fare. Secondo una ricerca pubblicata recentemente dall'Università del Sud California, nei 100 film più popolari usciti tra il 2007 e il 2014 solo il 30% dei ruoli erano femminili. Oggi parliamo delle strategie migliori per promuovere narrative con più donne e più diversità, del Bechdel Test e delle nostre principesse Disney preferite. Cosa si comunica al pubblico quando personaggi tradizionalmente maschili vengono trasformati in femminili? E serve a qualcosa cambiare il finale della Carmen per combattere il femminicidio?Brevi ritratti dei principi Disney come alleati femministi. https://www.newyorker.com/magazine/2017/11/20/disney-princes-reimagined-as-feminist-alliesSu principesse Disney e femminismo.https://www.huffingtonpost.com/sean-randall/feminisney-when-disney-me_b_10634040.htmlLibri femministi per bambine e bambini.https://www.bustle.com/articles/123638-50-feminist-book-gifts-for-your-nieces-and-nephews-this-holiday-seasonhttps://www.buzzfeed.com/tabathaleggett/feminist-childrens-books-that-every-child-should-read?utm_term=.nhrYKpoD1#.vyrZga12QRuoli scritti per uomini e dati a donnehttps://www.theguardian.com/film/filmblog/2015/oct/23/sex-change-why-male-roles-are-being-rewritten-for-womenLa polemica sulla Carmen di Bizet con il finale cambiatohttp://www.linkiesta.it/it/article/2018/01/09/non-solo-carmen-e-adesso-smettete-di-massacrare-le-opere-darte/36733/
I sex toys sono un business da 15 miliardi di dollari, che negli ultimi anni è passato dall'essere rivolto principalmente a uomini ad avere un pubblico di consumatori soprattutto femminile. Grazie all'intuizione pioneristica di alcuni sexy shops dedicati esclusivamente al piacere femminile, il sex toy è diventato un simbolo femminista di riappropriazione del piacere sessuale della donna.Nella quarta puntata di Chiamando Eva parliamo dell'aspetto politico del sex toy, della popolarità delle erotic boutique a New York e di come in Italia quando si menzionano i vibratori si sia ancora tutti casti e pudichi.E siccome Natale si avvicina, e non ci crediamo che avete già comprato tutti i regali che dovete comprare, facciamo una piccola lista di consigli fra il serio e il faceto per far felici amici e parenti.Consigli di letturaIl libro “Vibrator Nation: How Feminist Sex-Toys Stores chenged the Businedd of Pleasure”, di Lynn Comella https://www.dukeupress.edu/vibrator-nationCome l'industria dei sex-toys è cambiata negli ultimi anni, e com'è la vita quando il vibratore è un business di famiglia https://www.nytimes.com/2017/11/18/style/doc-johnson-sex-toys.html?_r=0Il concept dell'erotic boutique, e perchè è diverso da quello di un normale sexy shop http://vulcanostatale.it/2015/04/il-problema-dei-sexy-shop-sono-le-scritte-al-neon/Le reazioni italiane al primo spot di sex toys mai andato in onda sulla tv nazionale https://www.vice.com/it/article/kzzp3v/dobbiamo-parlare-delle-reazioni-al-primo-spot-di-sex-toys-sulla-tv-italianaDove comprare i vostri futuri sex toys preferitiA New York:http://www.babeland.com/http://shop.weloveshag.com/A Milano:http://www.sex-sade.it/Online:https://www.mysecretcase.com/I vostri futuri sex toys preferiti, e ottime idee per provocatori regali di NataleEva, il nostro preferito, anche perchè si chiama come noi
Cosa vuol dire ‘body positivity'? E cosa vuol dire ‘curvy'? E come fare per limitare gli insulti che i corpi diversi dallo standard estetico hollywoodiano si beccano su internet?Nel terzo episodio di ‘Chiamando Eva' si parla di ciccia. Si parla di donne grasse e donne magre, di donne coi fianchi, con le tette e il sedere, la cellulite e pure le smagliature. E si parla del perché la discriminazione contro chi è grasso (o magro, ma soprattutto grasso) è una questione femminista.Di body positivity e fat feminism, di dieta perenne e taglie di vestiti sempre sbagliate, fat-shaming e skinny-shaming e di come dovremmo tutti imparare a giudicare meno il corpo altrui, soprattutto quando non ne sappiamo niente.=== Note dell'episodio ===Karen Stimson, Fat Feminism: Politics and Perspective https://web.archive.org/web/20080512074722/http://www.largesse.net/feminism.htmlLa modella plus-size Ashley Graham sfida Victoria's Secret: https://d.repubblica.it/moda/2017/11/21/news/ashley_graham_victorias_secret_plus_size-3761493/Perché skinny-shaming e fat-shaming non sono proprio la stessa cosa: https://qz.com/1079537/body-shaming-why-skinny-shaming-is-not-the-same-as-fat-shaming-and-masks-thin-privilege/Sito ufficiale del movimento Body Positive: https://www.thebodypositive.org/Pagina fb https://www.facebook.com/bodypositiveitalia/What is the Body-positive movement? https://www.youtube.com/watch?v=6tTmYmc6ubESi può essere grassi e sani? https://www.nytimes.com/2017/10/26/well/eat/fat-but-fit-the-controversy-continues.html
Una donna su tre subisce violenza fisica o psicologica nel corso della sua vita. Una donna su tre! Non e' forse un po' tanto? In occasione del 25 novembre, Giornata Internazionale per l'Eliminazione della Violenza contro le Donne, Chiamando Eva propone una conversazione sul tema. Cosa vuol dire violenza contro le donne? Cosa succede nella bufera mediatica post Harvey Weinstein? Come hanno risposto all'accumularsi delle denunce Stati Uniti e Italia (spoiler, molto diversamente)?
Chiamando Eva inizia il suo percorso femminista con un invito, tra il serio e il faceto, alla conoscenza, alla cura e all'osservazione del corpo femminile, della vulva e della vagina.***Ringraziamo Chiara Mastromauro di Lotus - Radio Statale.Ai microfoni Bianca Giacobone (New York) e Francesca Motta (Milano).Prodotto da Francesca MottaSupporto tecnico a cura di Marco Ferrè