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VIDEO: Pierina Morosini ➜ https://www.youtube.com/watch?v=Rnj0rXeoC1E&list=PLolpIV2TSebVM7CoAHtiTvbPX4t2opTUUTESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=8103BEATA PIERINA MOROSINI, MARTIRE DELLA PUREZZA COME SANTA MARIA GORETTIPrimogenita di nove figli, a 16 anni partecipa a Roma alla beatificazione di Santa Maria Goretti e dieci anni dopo un giovane tenta di violentarla, ma respinto la uccide (VIDEO: Pierina Morosini)di Gianpiero Pettiti ed Emilia Flocchini Pierina Morosini nasce il 7 gennaio 1931 a Fiobbio di Albino, nella bergamasca; viene battezzata il giorno seguente, coi nomi di Pierina Eugenia. È la primogenita di una famiglia di nove figli. Suo padre, Rocco Morosini, rimane invalido e guadagna qualcosa facendo il guardiano notturno in uno stabilimento. Sua madre, Sara Noris, invece bada, oltre che ai figli propri, anche a quelli degli altri, solo in cambio del pane con cui riempire la bocca della sua nidiata.Con simili premesse Pierina cresce, imparando da subito ad archiviare i sogni senza troppi rimpianti: deve rinunciare a studiare ed a diplomarsi maestra, anche se ne avrebbe i numeri; deve rinunciare a entrare tra le Suore delle Poverelle di Bergamo, anche se tutti trovano che la sua vocazione sia solida e ben fondata; deve rinunciare anche al sogno missionario, il cui solo pensiero le fa battere il cuore come se fosse il primo amore.Il 18 marzo 1946, poco più che quindicenne, fu assunta nel Cotonificio Honegger di Albino, un'azienda di circa 1300 dipendenti. Qui cominciò a lavorare prima come addetta alle pulizie del reparto e dei telai, poi come apprendista e aiutante delle altre operaie, infine divenne operatrice ai telai. Questo stipendio è l'unica entrata fissa su cui può contare la sua famiglia. Per il primo turno deve svegliarsi alle quattro del mattino, ma invariabilmente trova ancora il tempo di prendere un "pezzo" di Messa e soprattutto di fare la Comunione, che l'accompagnerà per tutto il giorno. Pierina prega lungo la strada, prega quando è al telaio, prega quando riesce a scappare per qualche minuto in chiesa. Durante un ricovero ospedaliero dovuto a un incidente sul lavoro, conobbe padre Luciano Mologni, del Convento dei frati minori Cappuccini di Albino, che sarebbe diventato il suo padre spirituale. Pierina viene nominata dirigente parrocchiale di Azione Cattolica ed è attivissima in parrocchia, il suo specifico campo di apostolato. Trova, così, in famiglia, il convento cui ha dovuto rinunciare; nella fabbrica, la scuola in cui aveva sperato di insegnare; nella sua parrocchia, la missione in cui aveva sognato di andare.PICCOLO REGOLAMENTO QUOTIDIANOSi dà un regolamento di vita e soprattutto traccia per se stessa alcuni propositi che, nella loro semplicità, danno la misura di quest'anima innamorata di Dio. Tra le altre cose, si propone di «tener la pace in famiglia», di «mostrarsi sempre allegra» e di «cercare di non sapere le cose altrui». Tra i suoi appunti spicca una frase in cui è condensata tutta la sua vita: «il mio amore, un Dio Crocifisso; la mia forza, la Santa Comunione; l'ora preferita, quella della Messa; la mia divisa, essere un nulla; la mia meta, il cielo». In questo periodo manifestò alla mamma il desiderio di farsi suora ma venne distolta da questo proposito in quanto il suo lavoro e la sua presenza erano necessari alla famiglia.Nel 1947 è a Roma, per la beatificazione di Maria Goretti, la piccola martire delle Paludi Pontine, che su indicazione di papa Pio XII venne proposta come modello di virtù cristiane per le nuove generazioni. Alla nuova beata e futura santa Pierina "ruba" il segreto che l'ha portata sugli altari, lasciandolo maturare lentamente in lei. L'8 dicembre, festa dell'Immacolata, professò i voti privati di castità, povertà e obbedienza. Nel 1948 approfondì il suo impegno spirituale e il suo servizio alla Chiesa. S'iscrisse all'Apostolato della Riparazione e alle Figlie di Maria. Indossò lo scapolare carmelitano e aderì al Terz'Ordine francescano. Nel 1950 provò ancora una volta a chiedere ai genitori il permesso di entrare tra le Suore delle Poverelle di Bergamo, ma anche questa volta ricevette un fermo diniego. Continuò senza soste il suo impegno in famiglia, sul lavoro e a servizio della parrocchia; diventò zelatrice dell'Opera San Gregorio Barbarigo che aiuta il seminario diocesano di Bergamo.IL MARTIRIODieci anni dopo la beatificazione di Maria Goretti confida ad uno dei suoi fratelli: «Piuttosto che commettere un peccato mi lascio ammazzare». Che questo non sia solo un pio desiderio lo dimostra appena un mese dopo aver pronunciato questa frase. Pierina, nella freschezza dei suoi 26 anni, anche se volutamente vestita in modo dimesso, non può nascondere la sua avvenenza, che accende insani desideri in una mente malata.Il 4 aprile 1957, pochi minuti prima delle 15, Pierina è di ritorno dal suo turno di lavoro in fabbrica. Lungo i sentieri solitari del monte Misna, viene assalita dal violentatore nel castagneto che abitualmente, due volte al giorno, attraversa da undici anni per recarsi al lavoro. È inutile il suo tentativo di fuga, perché l'uomo le fracassa il cranio a colpi di pietra. Trasportata in ospedale a Bergamo, vi muore due giorni dopo, senza aver ripreso conoscenza.È fin troppo facile, per la gente, vedere in lei una nuova Maria Goretti; ed è infatti proprio la sua gente ad impedire che Pierina resti a lungo sottoterra e che il suo omicidio venga semplicemente archiviato come un pur tragico fatto di cronaca nera.Così, mentre la giustizia umana compie il suo corso nei confronti del giovane di Albino individuato come l'omicida, la Chiesa comincia invece ad interessarsi di lei. Il vescovo di Bergamo, monsignor Clemente Gaddi, l'8 dicembre 1975 avvia l'iter per la causa di beatificazione. [...] Il 3 luglio 1987 il Papa san Giovanni Paolo II ha autorizzato la promulgazione del decreto con cui l'uccisione di Pierina Morosini era da considerare un autentico martirio. Lo stesso Pontefice ha celebrato la sua beatificazione il 4 ottobre 1987, durante l'assemblea del Sinodo dei Vescovi dedicata al tema «Vocazione e missione dei laici nella Chiesa e nel mondo», proponendola come autentica icona di un laicato maturo e coerente, anche a costo della vita.Nella diocesi di Bergamo la memoria liturgica della Beata Pierina Morosini si celebra il 6 maggio, un mese dopo la sua nascita al Cielo, perché il 6 aprile può corrispondere ai giorni della Settimana Santa o dell'Ottava di Pasqua.Il 10 aprile 1983 i resti mortali di Pierina erano stati traslati dal cimitero di Fiobbio alla chiesa parrocchiale, dedicata a Sant'Antonio di Padova, e posti in un sarcofago di marmo bianco, situato vicino al banco dove solitamente lei s'inginocchiava a pregare. Dopo la beatificazione, sono stati collocati sotto l'altare maggiore della chiesa di Sant'Antonio di Padova a Fiobbio.Nota di BastaBugie: negli scritti di Pierina si trovano il prezioso "Piccolo regolamento quotidiano" e "I sette propositi". Eccoli qui riportati.I SETTE PROPOSITI1) Mi sforzerò di tenere la pace nella famiglia.2) Quando la stanchezza m'avrà vinta, mi mostrerò sempre allegra.3) Avrò sommo rispetto verso la mamma, la obbedirò e non risponderò sgarbatamente.4) Non prenderò nessuna golosità.5) Durante la giornata mi terrò alla presenza di Dio, farò Comunioni spirituali e reciterò giaculatorie.6) Non cercherò di sapere cose altrui.7) Non dirò mai parola in mia lode e procurerò di star nascosta agli occhi degli uomini.PICCOLO REGOLAMENTO QUOTIDIANO1) Mi alzerò per tempo, senza poltrire e, vestendomi modestamente, offrirò la mia giornata a Gesù per le mani di Maria SS.2) Preghiere del mattino - Santa Messa e - possibilmente, Comunione quotidiana.3) Meditazione di almeno 15 minuti raccoglimento, amore, propositi pratici per il giorno.4) Tornata a casa, attenderò con la massima fedeltà e serenità alle mie faccende domestiche e al mio lavoro.5) Al suono di ogni ora penserò a Gesù e a Maria con una giaculatoria o uno sguardo d'amore.6) Ogni mia azione la farò in unione con Maria; e nelle contrarietà mi abbandonerò, come una bambina sul suo Cuore materno, invocando il suo aiuto e quello del mio caro Angelo custode.7) Dirò il S. Rosario o almeno una corona, secondo le mie possibilità.8) Ogni giorno mi sforzerò di offrire a Maria Santissima qualche "fiore" profumato e nascosto una mortificazione di lingua, di occhi, di gola, soprattutto di volontà.9) Non mi metterò mai a tavola senza aver fatto una piccola preghiera, né mai mi alzerò senza aver compiuto una mortificazione di gola.10) Mi sforzerò di sorridere a tutti e di cedere, con amabilità, al giudizio degli altri, specialmente dei miei genitori e superiori.11) Curerò sommamente la modestia nel vestito, nello star seduta e nel camminare; con nessuno mi permetterò leggerezze di parole o di mani.12) Prima di coricarmi, secondo le possibilità, farò un po' di lettura spirituale e scriverò il resoconto dell'esame di coscienza; quindi, recitata la preghiera della sera mi addormenterò pensando alla Comunione dell'indomani o a qualche buona cosa.N.D. Tutto questo mi propongo di metterlo in pratica fedelmente, con amore e gioia, ma senza eccessive preoccupazioni; pronta ad omettere qualche devozione o ad interromperla, quando l'ubbidienza ai superiori o ai miei doveri lo richiede, sicura che la Madonna preferisce da me, sua piccola schiava d'amore, l'offerta del mio cuore e della mia volontà in tutte le circostanze della vita.
Una piantumazione presso il convento dei Cappuccini e le nuove panchine nell'area verde sul Castello come iniziative che valorizzano il territorio e migliorano l'ambiente. Su Radio Pnr, nello spazio condotto da Stefano Brocks (1815-1930), il socio past president Mario Mariani illustra gli interventi.
1 Il Papa ai Cappuccini: siate "uomini di pace", e con i dipendenti di Terna Francesco ricorda che sulla terra c'è troppa energia sporca 2 Le truppe di Mosca avanzano nel Donetsk, bombardamenti russi e ucraini provocano numerose vittime 3 Ancora nulla di fatto sul piano negoziale, tra Israele e Hamas. Al rientro da Doha, la delegazione israeliana ha parlato di “nessun progresso”
Anantara Convento di Amalfi Grand Hotel, situato in un convento di Cappuccini del XIII secolo, in una delle destinazioni più famose d'Italia, è stato inserito nella classifica TIME's 2024 World's Greatest Places.
EVENTI - L'Anantara Convento di Amalfi Grand Hotel presenta un'esperienza culinaria unica, che si svolgerà il 2 e 3 agosto 2024 presso il rinomato ristorante Dei Cappuccini, sulla suggestiva terrazza all'aperto dell'ex convento dei Cappuccini, risalente al XIII secolo, e offrirà una vista mozzafiato sul mare.
L'Identità Sospesa: la mostra di Emanuele Boi in arte Skan Oggi si è svolta l'intervista a Roberta Vanali, curatrice della mostra "L'Identità Sospesa" dell'artista Emanuele Boi in arte Skan che ha visto la sua inaugurazione giovedì 23 maggio alle ore 19:00 nella Galleria Siotto di Cagliari in Via dei Genovesi 114. È proprio da Emanuele Boi che nasce la mostra, spiega Roberta, specificando il loro bellissimo rapporto professionale che li ha portati alla realizzazione di una mostra come quella di "L'Identità Sospesa" che ha come elemento portante un tema complesso e profondo come quello dell'identità. Per quanto riguarda la mostra Roberta Vanali spiega che non ci sono stati particolari tecniche di illuminazione, mentre, per quanto riguarda la tecnica, è stata utilizzata la pittura acrilica, tecnica utilizzata con una maestria ineguagliabile da Skan realizzando opere che toccano vari temi, come quello dell'io frammentario e mutevole. A tal proposito siamo passati a discutere di quanto sia importante oggi stare con la nostra interiorità, quesito al quale Roberta risponde sottolineando la sua importanza in un'attualità in continuo movimento, sempre in mezzo al caos, fermarsi e sentirsi, connettersi con quell'io di cui parlavamo pocanzi è fondamentale oggi. La maestria ineguagliabile di Skan Nelle sue opere infatti Skan scarnifica se stesso per connettersi, per stare, con quell'interiorità. Il tema dell'identità inoltre è un tema ricorrente su cui Roberta ci lavora svariati anni e per il futuro ci illustra i suoi progetti futuri ricordandoci oggi l'inaugurazione di una sua mostra sui più importanti artisti sardi, quelli che sono stati grandi sperimentatori, che unisce gli artisti che hanno rivoluzionato quella che è l'arte contemporanea in Sardegna, che però erano legati alla tradizione. Questi artisti hanno combattuto a suon di opere per mandare via il folklorismo e ci sono riusciti sperimentando riunendosi in gruppi però mantenendo la propria individualità. La prossima settimana inaugura un'altra personale, di Rugiada Cadoni, al Chiostro del Convento dei Cappuccini sempre a Quartu. E poi aggiunge che sta lavorando alla sua seconda pubblicazione dove ha coinvolto 28 dei più grandi illustratori sardi che uscirà tra l'autunno e l'inverno. La mostra sarà visitabile fino al 9 Giugno dal Giovedì alla Domenica, dalle ore 19 alle ore 21.
Si è concluso con la cerimonia di consegna degli awards la Coffee Challenge relativa alla qualità del caffè e del cappuccino in tutta la Provincia di Napoli. La cerimonia ha avuto luogo il 7 Maggio 2024 durante l'evento Nu BbèlluCcafè nella splendida cornice del Maschio Angioino di Napoli.
Il 28 e 29 gennaio 2024, gli amanti del vino naturale avranno l'opportunità di immergersi in un'esperienza enologica senza precedenti a Grottaglie (TA). "Evoluzione Naturale" farà il suo ritorno nella suggestiva cornice dell'Antico Convento dei Cappuccini, trasformando la millenaria struttura in un tempio dedicato ai vini naturali.
Fermato con un amico in zona Cappuccini per un controllo, è stato portato al comando di via Rasa dalla polizia locale, dove ha tentato di fuggire e di disfarsi del panetto di hashish. E' stato quindi arrestato per detenzione ai fini di spaccio e resistenza a pubblico ufficiale.
Pier Luigi Bassignana"Torino in carrozza"Storia del trasporto pubblico dal tramway alla metropolitanaCentocinquant'anni di trasporto pubblico a TorinoEdizioni del Capricornowww.edizionidelcapricorno.itNel 1835 un certo signor Adrien Toaran di Lione fece istanza al Comune di Torino per ottenere la concessione per l'esercizio di una linea di vetture omnibus. L'istanza venne respinta. Bisognava attendere dieci anni quando il signor Giovanni Rissone, che già svolgeva analogo servizio fra Torino e Moncalieri, ruscì a ottenere la concessione di due linee: una sul tragitto via della Rocca - piazza Emanuele Filiberto; l'altra da Porta Susa a Porta di Po. Il prezzo della singola corsa era di 10 centesimi.Il libro di Pier Luigi Bassignana, con un ricco apparato iconografico e fotografie storiche inedite, ci racconta la storia di Torino attraverso quella della rete dei trasporti pubblici che, fin dalla seconda metà dell'Ottocento, ha dato modo a cittadini e ai lavoratori, ai turisti e ai viaggiatori, ad adulti e bambini, di attraversarla e di viverla.Dai primi collegamenti cittadini negli anni ‘40 dell'Ottocento alla nascita del trasporto cittadino su rotaia, che fu avviato alcuni anni dopo l'Unità d'Italia, fino alla Tav. Le vetture omnibus trainate da cavalli con guida di rotaia, che dominarono per quasi 50 anni il trasporto pubblico urbano di Torino; i primi tram elettrici (1898); la funicolare di Superga e quella per il Monte dei Cappuccini, che nei mesi invernali quando nevicava diventava una sorta di impianto di risalita trasformando il Monte dei Cappuccini in una Bardonecchia urbana; il trenino Torino-Rivoli; il traforo del Frejus; i treni popolari degli anni Trenta del Novecento e i viaggi organizzati da La Stampa come la “Giornata della neve” a Bardonecchia il 5 febbraio del 1934; la monorotaia di Italia '61, la metropolitana “leggera” e quella sotterranea. Pier Luigi Bassignana stato funzionario e dirigente di organizzazioni imprenditoriali, assistente alla presidenza della Federmeccanica e della Confindustria. Ha organizzato l'Archivio Storico dell'Associazione industriali metalmeccanici torinesi, allo scopo di costituire un centro permanente di documentazione di cui continua a essere curatore. Direttore della rivista “Le culture della tecnica”, svolge un'intensa attività pubblicistica e editoriale. Per Edizioni del Capricorno ha pubblicato i sette volumi della collana Torino Novecento (2021).IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itQuesto show fa parte del network Spreaker Prime. Se sei interessato a fare pubblicità in questo podcast, contattaci su https://www.spreaker.com/show/1487855/advertisement
Pollice verde per un thienese ma "paletta" rossa alla coltivazione di piantine per usi illeciti quella mostrata nel fine settimana scorso dagli agenti di polizia locale Nordest Vicentino. In un orto privato nel quartiere dei Cappuccini, infatti, erano in piena maturazione - e quindi emanavano le fragranze nell'aria - le foglie di cannabis, osservate dalla pattuglia impegnata in un servizio di controllo del territorio sulla circolazione stradale. Dopo aver individuata la proprietà privata da dove proveniva l'inconfondibile odore, gli agenti del consorzio con sede a Thiene hanno effettuato un'ispezione accurata all'interno e all'esterno dell'abitazione. Trovando conferma visiva ai sospetti "olfattivi". L'episodio reso noto oggi, dopo il vaglio della Procura di Vicenza, risale al fine settimana corso. Con il supporto di una seconda pattuglia e dell'unità cinofila, proprio grazie al fiuto del segugio antidroga sono emerse anche altre sostanze stupefacenti nei locali interni: 10 grammi di hashish e una dose di pericolosa eroina. La presenza di un bilancino elettronico di precisione ha di fatto aggravato la posizione del 45enne thienese inquilino della casa, che si è trovato a fine sopralluogo la notifica di denuncia per coltivazione e detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Tra le piante di ortaggi coltivate con una certa cura nell'orticello, pomodoro in particolare, crescevano gli esemplari di canapa indiana sequestrati perché considerati come destinati alla produzioni di marijuana. Le due piante erano alte 2,65 e 2.35 metri, come si può notare nell'immagine diffusa dal Comando del consorzio Ne.Vi.
A morire ieri in seguito allo schianto su un palo della luce è stato Claudio Zambon, un appassionato di moto andato in pensione e residente nel quartiere dei Cappuccini. Non è noto cosa possa aver causato l'uscita di strada tra le colline di Sovizzo, nel corso della gara ciclistica Under 23 "Piccola Sanremo", giunta alle battute finali al momento della disgrazia.
VIDEO: Descrizione in minuscolo ➜ https://www.youtube.com/watch?v=ADZQvN3BitkTESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=5253SANTA MARIA GORETTI FU DEFINITA DA PAPA PIO XII ''LA PICCOLA E DOLCE MARTIRE DELLA PUREZZA'' di Giovanni AlbertiÈ come un'antologia di virtù, ricca di insegnamenti oggi dimenticati dal mondo e perfino derisi, la vita eroica di santa Maria Goretti (1890-1902), «la piccola e dolce martire della purezza», come la chiamò Pio XII nel canonizzarla, che preferì la morte terrena anziché peccare con colui che divenne il suo carnefice. Seconda dei sei figli di Assunta Carlini e Luigi, due umili braccianti, era nata il 16 ottobre nel piccolo comune marchigiano di Corinaldo, ricevendo il Battesimo a 24 ore dalla nascita. I suoi genitori avevano una grande fede e, come dirà la madre, si curarono di dare ai figli un'educazione «perché crescessero buoni cristiani». Marietta, com'era chiamata, ricevette la Cresima a meno di sei anni e nell'ottobre 1897 si trasferì con la famiglia a Paliano, nel Lazio, dove i genitori, accettando la proposta del proprietario terriero e senatore Giacinto Scelsi, lavorarono come mezzadri al fianco di Giovanni Serenelli e del giovane figlio Alessandro, orfano della madre.Nel 1899 lei e i familiari furono costretti a trasferirsi di nuovo e, insieme ai Serenelli, si accasarono nella cascina di un conte alle Ferriere di Conca, nel mezzo delle paludi pontine, ancora non bonificate. Da quelle parti la malaria era micidiale e appena un anno dopo si portò via il padre della santa, segnando un vero dramma familiare per i Goretti. Mamma Assunta, rimasta sola ad allevare i sei figli, dovette sostituire il marito nel lavoro dei campi, mentre Marietta si dedicò alle faccende di casa. Fu proprio lei, pur affranta dal dolore, a fortificare la madre con la sua fiducia nella Provvidenza: «Mamma, non ti preoccupare, Dio non ci abbandonerà». Dio lo cercava e lo trovava nel quotidiano. Si alzava di buon mattino prima degli altri, diceva le orazioni, sistemava il pollaio, preparava la colazione, svegliava i fratellini, li aiutava a prepararsi per la giornata e li faceva pregare.Nutriva un amore filiale per la Madonna e alla sera, dopo una giornata di fatiche, si inginocchiava insieme ai fratellini per recitare il Rosario, «che le era indispensabile come l'aria che respirava», come testimonierà la mamma, alla quale i vicini dicevano spesso: «Che angelo di figlia avete!». Marietta non sapeva leggere ma aveva un grande desiderio di imparare «la dottrina» per poter fare in anticipo la Prima Comunione, che allora si riceveva abitualmente solo dopo il 12° anno di età. Moltiplicò i sacrifici per andare al catechismo, che poi insegnava con entusiasmo in famiglia, e il 16 giugno 1901 ricevette per la prima volta Gesù Eucaristico. Fu allora che maturò il proposito di morire piuttosto che commettere peccati, un fatto comune ad altri giovanissimi santi, come per esempio Domenico Savio. La Messa domenicale era per lei la gioia più grande e nulla le impediva di partecipare, né gli undici chilometri di distanza, percorsi a piedi, né le intemperie.DIO NON VUOLE, SE FAI QUESTO VAI ALL'INFERNO!Approfittando della mancanza del padre, i Serenelli rivelarono il loro lato peggiore. L'anziano Giovanni insidiò, invano, Assunta («osò farmi delle proposte infami») e lasciò spesso affamati i Goretti. Il figlio Alessandro tentò più volte Marietta, che respinse sempre i suoi approcci, desiderando rimanere casta. Il 5 luglio 1902 Alessandro, allora ventenne, trascinò con forza la piccola dentro la cucina, ma si sentì dire: «No, no, Dio non vuole, se fai questo vai all'inferno!». Accecato dall'ira, la colpì ripetutamente con un punteruolo, infliggendole 14 ferite. Durante i disperati tentativi di cura all'ospedale Marietta invocò di continuo la Vergine e rimase lucida e serena, nonostante i dolori atroci. Il 6 luglio le fu messa al collo una medaglia, che sanciva la sua iscrizione alle Figlie di Maria, e i presenti videro il suo volto illuminarsi. Il sacerdote le chiese infine se perdonava Serenelli: «Sì, per amore di Gesù lo perdono, e voglio che venga con me in Paradiso». Alle 15:43 di quello stesso giorno, quando aveva 11 anni e 8 mesi, la vergine e martire Maria Goretti fece il suo ingresso nella gloria eterna.Le grazie della sua santità si manifestarono presto. Serenelli passò 27 anni in carcere, ma già nel 1906 vide in sogno la santa nell'atto di offrirgli dei gigli. Dopo essere uscito di prigione chiese perdono in ginocchio ad Assunta, lavorò come ortolano dai Cappuccini e il 24 giugno 1950 fu presente alla canonizzazione di Maria: la folla di fedeli fu tale che per la prima volta la funzione religiosa si svolse in piazza San Pietro. Assunta, ormai anziana, assistette all'evento da una finestra del Palazzo Apostolico, diventando la prima mamma della storia a sentire proclamata la santità della figlia. Una figlia che la Provvidenza ha posto come lampada per far risplendere la luce di Cristo, prima che le virtù cristiane da lei fedelmente incarnate - dalla castità all'obbedienza ai genitori, dal sacrificio allo sguardo ai beni celesti - fossero sottoposte al disprezzo dei movimenti femministi e sessantottini, noncuranti dell'eternità. A cui invece guardò con gratitudine Serenelli.LA MIA LUCE, LA MIA PROTETTRICEL'omicida convertito così scrisse nel suo testamento spirituale: «Sono vecchio di quasi 80 anni, prossimo a chiudere la mia giornata. Dando uno sguardo al passato, riconosco che nella mia prima giovinezza infilai una strada falsa: la via del male che mi condusse alla rovina. Vedevo attraverso la stampa, gli spettacoli e i cattivi esempi che la maggior parte dei giovani segue quella via, senza darsi pensiero: ed io pure non me ne preoccupai [...]. Maria Goretti, ora santa, fu l'angelo buono che la Provvidenza aveva messo avanti ai miei passi. Ho impresse ancora nel cuore le sue parole di rimprovero e di perdono. Pregò per me, intercedette per me, suo uccisore. [...] Maria fu veramente la mia luce, la mia Protettrice; col suo aiuto mi diportai bene e cercai di vivere onestamente, quando la società mi riaccettò tra i suoi membri. [...] Coloro che leggeranno questa mia lettera vogliano trarre il felice insegnamento di fuggire il male, di seguire il bene, sempre, fin da fanciulli. Pensino che la religione coi suoi precetti non è una cosa di cui si può fare a meno, ma è il vero conforto, la unica via sicura in tutte le circostanze, anche le più dolorose della vita. Pace e bene!».
Si terrà a Quartu Sant'Elena il 25 e 26 maggio al Convento dei Cappuccini l'edizione 2023 del Concorso Enologico Nazionale Vermentino.Giunto alla sua terza edizione, il concorso vuole dare rilievo alla migliore produzione enologica nazionale di vermentino, farla conoscere ai consumatori e agli operatori, presentare al pubblico le diverse tipologie, nonché premiare e stimolare lo sforzo delle aziende vinicole per il miglioramento qualitativo dei loro prodotti.
Glavna novica tedna je definitivno odhod Remca Evenepoela iz dirke. A do nedelje, ko je ekipa objavila novico, se je zgodilo še ogromno drugega. Pes, živčnost, padci in govorice. Uspešni in manj uspešni begi ter mehanske težave. Kaj vse? Prisluhni!
Milo Kamil lebt für Kaffee und der Meister-Barista spricht sogar «fliessend Kaffee», wie das Migros-Magazin berichtete. Als zertifizierter SCA-Trainer teilt er heute sein Wissen und seine Erfahrungen mit der Branche. Er arbeitete in den angesagtesten Kaffeebars in Zürich, seine Cappuccini wurden stadtbekannt - und er gewann in den Jahren 2015 und 2016 die Schweizer Latte Art Meisterschaft.
Ospite Claudia Garofalo appartenente all'Associazione San Damiano che ha in gestione il Convento dei Cappuccini di Savoca
Se incontri una persona in difficoltà che cosa fai? In questa storia due ragazzi si comportano in modo molto differente e differentemente verranno ricompensati!Questa storia è stata raccolta da fra Terence, un quarantunnne origninario della città di Buea in Camerun, impegnato nelle missioni dei frati minori Cappuccini a Shisong.Scritta da Maria Angela CeruttiVoci e suoni di valeria BattainiTema musicale di BELGAhttps://valeriabattaini.it/
В преддверии Международного женского дня мы пригласили косметолога-тренера Алису Алимбаеву и руководителя Germaine de Cappuccini Зарину Джангитаеву, которая поделилась секретами весеннего ухода за кожей. Мы также обсудили актуальную тему инъекций и затронули вопросы, как эффективно бороться с акне. Но это еще не все! В этом эпизоде вы узнаете, как связано питание с состоянием нашей кожи и как правильно заботиться о ней весной. Кроме того, Зарина рассказала о своем опыте развития бизнеса и дала советы начинающим специалистам в индустрии красоты. Автор: Сайора Карабаева | https://instagram.com/mrs_sayora?igshid=YmMyMTA2M2Y= Гость: Зарина Джангитаева | https://instagram.com/zarina_jng?igshid=YmMyMTA2M2Y= Гость: Алиса Алимбаева | https://instagram.com/kosmetolog_aalisa?igshid=YmMyMTA2M2Y= Телеграмм-канал подкаста: https://t.me/podcast_vzletaem Промокод на скидку 10% на косметику @germaine_kz Sayora
Questa storia parla di una sfida molto piccante. Chi avrà la meglio fra Elefante, Orangutan, Leone e Tartaruga? Scoprilo ascoltandola!Questa storia è stata raccolta da fra Terence, un quarantunnne origninario della città di Buea in Camerun, impegnato nelle missioni dei frati minori Cappuccini a Shisong.Scritta da Maria Angela CeruttiVoci e suoni di valeria BattainiTema musicale di BELGAhttps://valeriabattaini.it/
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Conquesta storia scoprirai come mai le zanzare ronzano sempre moooolto vicine al tuo orecchio!Questa storia è stata raccolta da fra Terence, un quarantunnne origninario della città di Buea in Camerun, impegnato nelle missioni dei frati minori Cappuccini a Shisong.Scritta da Maria Angela CeruttiVoci e suoni di valeria BattainiTema musicale di BELGAhttps://valeriabattaini.it/
Scopri perché si dice che... la Morte è cieca!Questa storia è stata raccolta da fra Terence, un quarantunnne origninario della città di Buea in Camerun, impegnato nelle missioni dei frati minori Cappuccini a Shisong.Scritta da Maria Angela CeruttiVoci e suoni di valeria BattainiTema musicale di BELGAhttps://valeriabattaini.it/
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Questa è la storia di un'amicizia, di un debito d'amicizia...Questa storia è stata raccolta da fra Terence, un quarantunnne origninario della città di Buea in Camerun, impegnato nelle missioni dei frati minori Cappuccini a Shisong.Scritta da Maria Angela CeruttiVoci e suoni di valeria BattainiTema musicale di BELGA
Perché Sole e Pipistrello non si incontrano mai? Scoprilo ascoltando questa storia che parla della fine della loro amicizia.Questa storia è stata raccolta da fra Terence, un quarantunnne origninario della città di Buea in Camerun, impegnato nelle missioni dei frati minori Cappuccini a Shisong.Scritta da Maria Angela CeruttiVoci e suoni di valeria BattainiTema musicale di BELGA
La storia di signora Morte e di Pellicano (l'uccello più sciocco di tutti, come dicono i Tapuri).Questa storia è stata raccolta da fra Terence, un quarantunnne origninario della città di Buea in Camerun, impegnato nelle missioni dei frati minori Cappuccini a Shisong.Scritta da Maria Angela CeruttiVoci e suoni di valeria BattainiTema musicale di BELGA
Una passeggiata nel quadrilatero del silenzio - idealmente disegnato tra via Serbelloni, via Mozart, via Cappuccini e via Vivaio Testo: https://bit.ly/3HEicMj
Questa settimana andiamo a camminare nelle Marche, sulle vie e sulle orme dei Cappuccini. Poi in provincia di Verona, a Malcesine, borgo arancione del Touring club affacciato sul lago. E poi andiamo in provincia di Brescia per entrare nel castello di Padernello.
L'incidente giovedì in via Cappuccini poco prima delle 19: quattro i feriti, uno grave estratto dall'auto accartocciata e rovesciata dai vigili del fuoco. Si tratta di un 26enne di Malo a bordo di una Volkswagen Golf: è stato portato in gravi condizioni all'ospedale di Vicenza. Feriti anche i tre occupanti dell'altra vettura. Illeso il guidatore della terza auto.
Ich feiere im kleinsten Kreis und mit einem Mindestabstand von 1,5 m meine 400. Episode. Einen langatmigen Rückblick erspare ich euch. Das würde den Rahmen einer einzigen Episode sprengen. Ich freue mich aber, dass ihr trotzdem dabei seid und dass ich zwe
Questa settimana torniamo a camminare, da Cortona e Assisi a Loreto. Restiamo poi in centro Italia per conoscere un borgo arancione del Touring, Cantiano, in provincia di Pesaro e Urbino. E poi a Genova, entriamo nel museo dei Cappuccini
Tenuta Bonzara della famiglia Lambertini produce vini dei Colli Bolognesi da 60 anni, con passione e amore per il nostro territorio.Avvalendoci della preziosa consulenza del nostro enologo Walter Iannini, ci impegniamo per dare ai nostri clienti vini di qualità: alcuni più complessi, che richiedono una maggiore esperienza per essere apprezzati appieno, e altri più freschi e immediati. Ogni vino trasmette l'amore per il nostro territorio collinare e la passione che mettiamo nel produrlo. Per maggiori informazioni sui vini potete consultare la pagina I Nostri Vini.Su di un poggio nelle immediate vicinanze di Bologna, immersa nel verde, l'agriturismo Tenuta Bonzara si presenta come un luogo ideale per trascorrere un periodo in armonia con sé stessi e l'ambiente circostante. Azienda vitivinicola tra le più importanti dei Colli Bolognesi, a due passi da Bologna, offre anche un agriturismo e un'attività di organizzazione eventi: come un matrimonio, un incontro di degustazione, un corso per sommeliers, un meeting aziendale. Ai 6 appartamenti dell'agriturismo, si è aggiunta la rinata Trattoria San Chierlo.Nella cantina si è affermata una enologia di valorizzazione, volta ad esaltare i caratteri varietali di grandi vitigni: dal Merlot al Pignoletto, al Cabernet Sauvignon.
Journey down into the Cappuccini Catacomb of Palermo, to where the walls are lined with mummified corpses and the "Sleeping Beauty” rests peacefully in her glass coffin. Support the show (https://www.buymeacoffee.com/creepypasta)
Sabato mattina alle 10.30 nella zona sportiva del quartiere dei Cappuccini si terrà una cerimonia di intitolazione del grande parco al soldato italiano perito in Afghanistan il 31 dicembre del 2010. A lui, giovane thienese molto sportivo, la dedica dell'intera città.
Dalla strada che dal borgo medievale di Bertinoro conduce alla località di Casticciano attraverso le più belle colline di Romagna, si intravede un casolare circondato da vigneti ordinati e boschi rigogliosi: è la cantina Bissoni, fondata da Raffaella nel 1988.Da lì, la vista raggiunge una linea netta e blu all'orizzonte: il mare Adriatico, che porta le sue brezze benefiche contribuendo a creare le condizioni climatiche di un terroir unico.La Cantina Bissoni si estende su 11 ettari, di cui 5 vitati, a circa 200 metri sul livello del mare. Nei vigneti della cantina Bissoni si coltivano due varietà d'uva: il Sangiovese e l'Albana, le migliori e più tipiche espressioni della viticoltura del territorio.Qui, nel cuore della Romagna, si produce vino fin dai tempi degli antichi Romani, come testimonia la leggenda di Galla Placidia: alla figlia dell'imperatore Teodosio, di passaggio a Bertinoro, venne servito un nettare dorato a base di uve Albana e la sua esclamazione “Non di così rozzo calice sei degno, o vino, ma di berti in oro” darebbe origine al nome della località.Da quasi trent'anni, Raffaella Bissoni si concentra sulla produzione di uve nel pieno rispetto dei cicli naturali e dell'ambiente. Grazie a un sapiente lavoro in cantina, queste uve diventano poi i vini di qualità che possiedono uno stile inconfondibile.Dal 2016, la Cantina Bissoni ha ottenuto la certificazione “Biologica” da parte dell'autorevole ente indipendente CCPB.
I casi rilevati sono decuplicati in una settimana: da 12 a 136. Per la vaccinazione anti-covid sono disponibili oltre 30 mila nuovi posti: l'Ulss 7 ha aperto le agende fino all'8 settembre e rafforza l'appello ad aderire alla campagna di screening mediante tampone. L'appello del direttore generale Bramezza: fondamentale l'adesione dei cittadini per bloccare sul nascere il nuovo incremento dei contagi.
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6646IL FRATE FRANCESCANO CHE SCONFISSE L'ISLAM CON CROCE E SPADA di Rino CammilleriPozega è la storica capitale della Slavonia, regione della Croazia orientale. La cattedrale (i croati sono cattolici) è intitolata a Santa Teresa e davanti ad essa si erge una curiosa statua. Raffigura un uomo fiero con grandi baffoni che brandisce una spada e calpesta vittorioso la mezzaluna islamica. La cosa curiosa, come dicevamo, è che indossa il saio francescano con tanto di sandali. Una specie di Fra Diavolo, che si vestiva da frate per ingannare gli invasori francesi? No, si tratta proprio di un frate, pare addirittura ordinato sacerdote.Il suo nome era p. Luka Ibrisimovic e il 12 marzo 1689 guidò il popolo in armi nella battaglia definitiva per la liberazione dal dominio ottomano. Lo chiamavano Il Falco (della guerra), Sokol in lingua locale. Ne parla il bel libro di Ambrogio M. Canavesi e Wawrzyniec M. Waszkiewics Guerrieri serafici. Racconti di pace e bene... e guerra (Tabula Fati, pp. 230, €. 13). I due autori sono non a caso preti e hanno messo insieme una serie di figure di francescani, più o meno conosciuti, che hanno guidato i cristiani in battaglia nelle varie epoche. I più noti sono, ovviamente, il b. Marco d'Aviano e s. Giovanni da Capestrano, liberatori a mano armata di Vienna e Belgrado, ma anche s. Lorenzo da Brindisi (vittoria di Albareale) e p. Anselmo da Pietramelara a Lepanto. Più altre figure rimaste nelle pieghe della storia e che meritava far riemergere. Come il Falco con cui abbiamo aperto queste righe.Perché portava i baffoni anziché la barba alla cappuccina? Perché per lungo tempo i turchi occupanti avevano vietato gli abiti religiosi e anche i frati dovevano vestire alla laica. La chiesa dei francescani era una moschea da un secolo e mezzo. Ora, gli slavoni a quel tempo portavano tutti dei grandi baffi e non era il caso di distinguersi attirando l'attenzione. Ma il Falco non aveva mai smesso di tramare contro gli infedeli. Era praticamente l'informatore dell'Imperatore sui movimenti delle truppe ottomane, la loro dislocazione e consistenza. E il vescovo di Balgrado (che era suo zio) doveva a lui le notizie sulla situazione del cristianesimo e dei cristiani in Slavonia. Ma non poteva durare: il corriere di cui si serviva portava le informazioni dentro a un bastone da pellegrino cavo. Scoperto per chissà quale soffiata, finì impalato (morte atroce e di lunghissima agonia di cui i turchi erano specialisti). P. Luka Ibrisimovic fu incarcerato carico di catene. Ma c'era un'altra usanza dei turchi che era più forte di ogni altra, il baksis. Cioè, la mazzetta (pare che in molti luoghi islamici esista sempre, a partire dall'impiegato delle poste). I confratelli di p. Luka raggranellarono una cifra congrua e il prigioniero venne rilasciato.La riscossa cominciò a muoversi nel 1684, un anno dopo la liberazione di Vienna da parte del re di Polonia Jan Sobieski e il suo «veni, vidi, Deus vicit». Nel 1686 venne liberata Buda. L'anno seguente i turchi vennero sconfitti proprio a Mohàcs, in Ungheria (perdite: 600 cristiani, 10mila turchi), dove 160 anni prima avevano schiacciato i cristiani e ucciso il re Luigi Jagellone. In quattro anni gli ottomani avevano perso ben tre gran visir, giustiziati dal sultano per le loro sconfitte. Il momento era dunque favorevole e l'imperatore Leopoldo I emanò un proclama in cui esortava gli slavoni a prendere le armi contro gli occupanti. Nel frattempo truppe imperiali entravano nella Slavonia e p. Luka andò loro incontro alla testa dei ribelli che aveva personalmente radunato. Pozega venne liberata, ma gli imperiali dovettero proseguire verso la Serbia. A tenere la città rimase un presidio insufficiente. E infatti i turchi si ripresentarono in forze.L'assedio era senza speranza, ma il Falco escogitò un piano audacissimo e folle: attaccare di notte l'immenso accampamento nemico che stava sul colle del Sokolovac. Armati anche di forconi e bastoni (le armi erano scarse) e guidati all'assalto dal settantenne p. Luka col crocifisso in una mano e la spada nell'altra, l'impresa disperata riuscì. La giornata divenne festa nazionale.
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6646IL FRATE FRANCESCANO CHE SCONFISSE L'ISLAM CON CROCE E SPADA di Rino CammilleriPozega è la storica capitale della Slavonia, regione della Croazia orientale. La cattedrale (i croati sono cattolici) è intitolata a Santa Teresa e davanti ad essa si erge una curiosa statua. Raffigura un uomo fiero con grandi baffoni che brandisce una spada e calpesta vittorioso la mezzaluna islamica. La cosa curiosa, come dicevamo, è che indossa il saio francescano con tanto di sandali. Una specie di Fra Diavolo, che si vestiva da frate per ingannare gli invasori francesi? No, si tratta proprio di un frate, pare addirittura ordinato sacerdote.Il suo nome era p. Luka Ibrisimovic e il 12 marzo 1689 guidò il popolo in armi nella battaglia definitiva per la liberazione dal dominio ottomano. Lo chiamavano Il Falco (della guerra), Sokol in lingua locale. Ne parla il bel libro di Ambrogio M. Canavesi e Wawrzyniec M. Waszkiewics Guerrieri serafici. Racconti di pace e bene... e guerra (Tabula Fati, pp. 230, €. 13). I due autori sono non a caso preti e hanno messo insieme una serie di figure di francescani, più o meno conosciuti, che hanno guidato i cristiani in battaglia nelle varie epoche. I più noti sono, ovviamente, il b. Marco d'Aviano e s. Giovanni da Capestrano, liberatori a mano armata di Vienna e Belgrado, ma anche s. Lorenzo da Brindisi (vittoria di Albareale) e p. Anselmo da Pietramelara a Lepanto. Più altre figure rimaste nelle pieghe della storia e che meritava far riemergere. Come il Falco con cui abbiamo aperto queste righe.Perché portava i baffoni anziché la barba alla cappuccina? Perché per lungo tempo i turchi occupanti avevano vietato gli abiti religiosi e anche i frati dovevano vestire alla laica. La chiesa dei francescani era una moschea da un secolo e mezzo. Ora, gli slavoni a quel tempo portavano tutti dei grandi baffi e non era il caso di distinguersi attirando l'attenzione. Ma il Falco non aveva mai smesso di tramare contro gli infedeli. Era praticamente l'informatore dell'Imperatore sui movimenti delle truppe ottomane, la loro dislocazione e consistenza. E il vescovo di Balgrado (che era suo zio) doveva a lui le notizie sulla situazione del cristianesimo e dei cristiani in Slavonia. Ma non poteva durare: il corriere di cui si serviva portava le informazioni dentro a un bastone da pellegrino cavo. Scoperto per chissà quale soffiata, finì impalato (morte atroce e di lunghissima agonia di cui i turchi erano specialisti). P. Luka Ibrisimovic fu incarcerato carico di catene. Ma c'era un'altra usanza dei turchi che era più forte di ogni altra, il baksis. Cioè, la mazzetta (pare che in molti luoghi islamici esista sempre, a partire dall'impiegato delle poste). I confratelli di p. Luka raggranellarono una cifra congrua e il prigioniero venne rilasciato.La riscossa cominciò a muoversi nel 1684, un anno dopo la liberazione di Vienna da parte del re di Polonia Jan Sobieski e il suo «veni, vidi, Deus vicit». Nel 1686 venne liberata Buda. L'anno seguente i turchi vennero sconfitti proprio a Mohàcs, in Ungheria (perdite: 600 cristiani, 10mila turchi), dove 160 anni prima avevano schiacciato i cristiani e ucciso il re Luigi Jagellone. In quattro anni gli ottomani avevano perso ben tre gran visir, giustiziati dal sultano per le loro sconfitte. Il momento era dunque favorevole e l'imperatore Leopoldo I emanò un proclama in cui esortava gli slavoni a prendere le armi contro gli occupanti. Nel frattempo truppe imperiali entravano nella Slavonia e p. Luka andò loro incontro alla testa dei ribelli che aveva personalmente radunato. Pozega venne liberata, ma gli imperiali dovettero proseguire verso la Serbia. A tenere la città rimase un presidio insufficiente. E infatti i turchi si ripresentarono in forze.L'assedio era senza speranza, ma il Falco escogitò un piano audacissimo e folle: attaccare di notte l'immenso accampamento nemico che stava sul colle del Sokolovac. Armati anche di forconi e bastoni (le armi erano scarse) e guidati all'assalto dal settantenne p. Luka col crocifisso in una mano e la spada nell'altra, l'impresa disperata riuscì. La giornata divenne festa nazionale.
Prima ora - Audio Whatsapp degli ascoltatori. - GKN chiude la fabbrica a Firenze: 422 lavoratori a casa con una mail. Al telefono, Emiliano Fossi, sindaco di Campi Bisenzio (Fi), che ha emesso un'ordinanza anti smantellamento. Seconda ora - RadioTraffic: la viabilità con Marco Casa. - Intervista a Federica Cappuccini, ricercatrice nel team del vaccino AstaZeneca. La FIGC l'ha invitata allo stadio di Wembley per assistere a Italia-Inghilterra. Terza ora - Borse e Mercati con Ettore Livini: vittorie sportive e aumento del Pil. - Gianni Riotta commenta con noi la vittoria dell'Italia anche dal punto di vista politico.
Prima ora - Audio Whatsapp degli ascoltatori. - GKN chiude la fabbrica a Firenze: 422 lavoratori a casa con una mail. Al telefono, Emiliano Fossi, sindaco di Campi Bisenzio (Fi), che ha emesso un'ordinanza anti smantellamento. Seconda ora - RadioTraffic: la viabilità con Marco Casa. - Intervista a Federica Cappuccini, ricercatrice nel team del vaccino AstaZeneca. La FIGC l'ha invitata allo stadio di Wembley per assistere a Italia-Inghilterra. Terza ora - Borse e Mercati con Ettore Livini: vittorie sportive e aumento del Pil. - Gianni Riotta commenta con noi la vittoria dell'Italia anche dal punto di vista politico.
Federica Cappuccini, unica connazionale nel team di ricerca di Oxford, a caccia di un biglietto per Italia-Inghilterra. E lo slogan diventa: “It's coming Rome…”
Katelyn and Sophie discuss the Jardines Del Humaya and the Catacombe dei Cappuccini. These two unique cemeteries were suggested by the hosts' parents.For links to the sources used for this episode and more, please visit anythingbonespodcast.squarespace.comFind us on instagram.com/anythingbonespodcast and facebook.com/anythingbonespodcast
Un'iniziativa per fare del bene, fornendo pasti ai bisognosi che si rivolgono alla mensa presso il convento dei frati, e anche un modo per evitare spreco alimentare. I risotratori e gli chef stanno finalmente tornando al lavoro ma non dimenticano l'impegno nel progetto in collaborazione con la Caritas. Con Anna Ghisolfi, referente dell'associazione Amm tortona buona che raggruppa tanti ristoranti del territorio, nel programma condotto da Brocks su Pnr si illustrano le ragioni del progetto e si commenta anche la positiva sensazione di ripresa dell'attività che esprimono i ristoratori della zona, dopo mesi di forzata inattività.
Un'iniziativa della Caritas coinvolge i ristoratori dell'associazione Amm Tortona Buona e la scuola Santachiara per fornire i pasti per la mensa dei bisognosi. Nello spazio condotto da Brocks su Pnr (lun-ven 16-18)i dettagli con il condirettore Caritas Luca Simoni.
Come ci aveva introdotto Remo, il Palazzo Senza Tempo ha ospitato per vari anni le prime scuole medie di Peccioli, ed oggi ascoltiamo i ricordi di una alunna. Licia, dopo vari trasferimenti ed esami, ha frequentato soltanto la terza media nel palazzo ma se lo ricorda sempre con grande piacere. Infatti partecipa volentieri alle cene di classe e tuttora saluta tutti i suoi ex compagni, anche quelli che erano stati i più fastidiosi per lei...
Lisa Cappuccini was a fantastic guest who's willingness to be so open so early on in her sobriety is absolutely fantastic!!! It's true what they say in the rooms...its the day counters that keep me sober. Hear about Lisa's first 20 days in this episode and follow her and her progress on IG @soberdistancing
In questi giorni il nostro studio è stato scelto tra i vincitori di un concorso per idee bandito dal Carcere di San Vittore insieme a Triennale di Milano, Fondazione Maimeri, con il supporto di Shifton, studio avanzato di design per l'innovazione sociale e dell'associazione Amici della Nave.Avere passato la selezione significa poter contribuire a un progetto di riqualificazione di alcuni spazi del carcere.Questa puntata è dedicata a fare conoscere la struttura circondariale collocata al centro della città di Milano ma quasi sconosciuta ai suoi cittadini A Milano, il 24 giugno 1879, venne inaugurato il carcere di San Vittore, una nuova struttura che permise di concentrare lì i quasi 600 detenuti reclusi in 5 diversi luoghi di detenzione disposti sul territorio milanese. Il progetto della nuova casa circondariale seguì il dibattito ottocentesco riguardo alle più efficienti soluzioni per la detenzione e si allinea alla concezione di controllo razionalizzato dei detenuti. L'esito fu la realizzazione di un carcere a celle singole, per questo detto "cellulare o cellare" e realizzato sul modello americano del panottico, con un corpo centrale e sei bracci che si dipanano da esso.La casa circondariale è ora intitolata a Francesco di Cataldo, ex-vicecomandante del carcere e vittima di terrorismo nel 1978, sorge sull'area di quasi 50mila mq dell'antico convento di S. Vittore all'Olmo dei Cappuccini, tra Porta Genova e Corso Magenta, un'area, al tempo della costruzione, periferica e poco popolata. La struttura è circondata da un alto muro di cinta con ai vertici cinque torrette ad uso di garitta.Il complesso carcerario è costituito da tre distinti corpi di fabbrica: uno anteriore verso piazza Filangieri destinato agli uffici e agli alloggi del personale; uno intermedio con diverse destinazioni (tra cui uffici della direzione carceraria, sale dei giudici e avvocati, parlatori, dormitori dei guardiani); e il terzo di forma panottica per le celle dei detenuti. I 6 raggi sono lunghi 62,50 m, larghi 16m e alti 18,80 m, e nel progetto originale contenevano ognuno 100 celle disposte su tre piani. Tali celle misuravano per lo più 2,30 m x 4,30 m con altezza di 3,40 m ed erano dotate di una finestra a strombo per impedire la visuale esterna. I diversi corridoi convergono alla rotonda centrale, dove è situato l'osservatorio, costituito da un poligono di sedici lati coperto da una cupola con diametro 20,80 m ed impostata a circa 20 m da terra.Tra i raggi vennero costruite le cosiddette rose di passeggio, per l'ora d'aria dei prigionieri. Queste erano divise in venti settori destinati ciascuno a un singolo detenuto, per impedire la comunicazione tra i reclusi. Quest'ultima caratteristica esemplifica le concezioni di detenzione singola e rigido controllo individuale sulla base delle quali il progetto ha avuto origine. Tale principio di detenzione è mutato nel tempo fino ad essere fortemente contrastato dalle direttive italiane ed europee. In particolare il Comitato per la Prevenzione della Tortura del Consiglio Europeo ha più volte sollecitato l'Italia ad allinearsi agli standard dimensionali minimi per la permanenza dei detenuti nelle carceri, che prevedono almeno 6 m x 2 m di spazio vitale, esclusi i sanitari, per le sole celle singole.Oggi gli spazi esterni sono stati modificati per mediare tra lo spazio a disposizione e avere condizioni migliori di permanenza. I nuovi standard dimensionali evidenziano i limiti di una struttura carceraria così datata e per di più sovraffollata che porta le persone detenute come i secondini in uno stato di continua tensione. I tempi d'attesa per i pasti, per le docce e per le visite coniugali si allungano inesorabilmente, dando adito a conflitti tra i detenuti, esasperati dalla situazione e rendendo l'ambiente poco sicuro. Le condizioni di vivibilità risultano essere estremamente variabili da raggio a raggio: in generale le condizioni di sovraffollamento, di precarietà igienica e sanitaria, di inattività e ozio sono drammatiche, mentre il III raggio presenta caratteristiche completamente diverse. Da poco ristrutturato, non è sovraffollato e verte in buone condizioni di vivibilità. Tale braccio è stato destinato ad un circuito ‘selezionato' di detenuti inseriti nel progetto “Nave”, nato nel 2002 e dedicato al trattamento avanzato per le tossicodipendenze. Il nome del reparto ne dichiara anche l'obiettivo: una sorta di traghettamento verso l'uscita dal carcere e, soprattutto, verso l'uscita dalla dipendenza della droga. Ciò avviene attraverso plurime attività come corsi di pittura, di teatro, di musica, di computer, di pelletteria e percorsi di psicoterapia e di agopuntura, colloqui individuali con psicologi ed educatori finalizzati al reinserimento in società dei detenuti ospitati.Le celle della casa circondariale sono essenzialmente singole, doppie, o camerate da 5-7 posti. Sono tutte provviste di bagno privato, ma non di doccia, che generalmente sono comuni e situate all'ingresso della sezione. La condizione della struttura è discreta: pavimenti, pareti, finestre, anche se con schermature, sono in condizioni medio-buone e vi è la presenza dei riscaldamenti; tuttavia le dimensioni sono molto ridotte, sia per le celle singole o doppie che per le camerate. Gli ingombri dei mobili non lasciano molto spazio al movimento all'interno della cella, anche considerando la presenza in quasi tutte le celle di almeno uno (se non due o tre) letti a castello. L'ingente numero dei detenuti, inoltre, non permette di garantire a tutti un adeguato supporto: la direzione riferisce la particolare difficoltà di gestione delle situazioni psichiatriche, specialmente di persone straniere. Nonostante sia notevolmente migliorato il rapporto con i servizi esterni per la riallocazione delle persone una volta uscite dal carcere, permangono situazioni di criticità. Alcuni stranieri che necessitano di cure psichiatriche o di trattamento della tossicodipendenza all'interno del carcere, si trovano in un paradosso al momento dell'uscita: se, come spesso accade, sono senza documenti non possono essere presi in carico dal sistema sanitario e, di conseguenza, non hanno la possibilità di essere assegnati a comunità di supporto, finendo in tal modo per avere nuovamente problemi con la legge dopo pochi mesi. SitografiaAntigone (2014). Inside Carceri: il web-doc inchiesta sulle prigioni italiane. San Vittore. [sito web – ultimo accesso 16.03.2021].http://www.insidecarceri.com/#institutes/milano_sanvittoreAntigone (2020). Casa circondariale "Francesco Di Cataldo" - San Vittore. [sito web – ultimo accesso 16.03.2021].https://www.antigone.it/osservatorio_detenzione/lombardia/98-casa-circondariale-di-milano-san-vittoreCassetti, A. (2007). Carcere giudiziario di San Vittore, in Lombardia Beni Culturali. [sito web – ultimo accesso 16.03.2021].http://www.lombardiabeniculturali.it/archivi/soggetti-produttori/ente/MIDB000D16/Ministero della Giustizia (2017). Milano San Vittore - Casa circondariale, in Schede trasparenza istituti penitenziari – 2017.https://www.camerapenalemonza.it/images/Carcere/Casa-Circondariale-Milano-San-Vittore.pdfMinistero della Giustizia (2020). Milano San Vittore: Casa circondariale Francesco Di Cataldo. [sito web – ultimo accesso 17.03.2021].https://www.giustizia.it/giustizia/it/dettaglio_scheda.page?s=MII158895#Gapit, K. (16 Novembre 2018). Sovraffollamento carcerario: focus San Vittore, in Milano AllNews [articolo - ultimo accesso 16.03.2021].http://www.milanoallnews.it/sovraffollamento-carcerario-focus-san-vittore/Giusti, A. (17 Marzo 2018) Sentenza Torreggiani: i diritti dei detenuti nelle carceri sovraffollate in Ius In Itinere [articolo – ultimo accesso 16.03.2021].Pisa, M. (09 Marzo 2020). Milano. A San Vittore detenuti sui tetti, distrutto un ambulatorio. A Bollate uffici sfasciati, in La Repubblica [articolo - ultimo accesso 17.03.2021].http://www.ristretti.org/index.php?option=com_content&view=article&id=87969:milano-a-san-vittore-detenuti-sui-tetti-distrutto-un-ambulatorio-a-bollate-uffici-sfasciati&catid=220:le-notizie-di-ristretti&Itemid=1Ribaudo, R. (2011). Carcere di San Vittore, Milano, in Lombardia Beni Culturali.http://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede-complete/LMD80-00361/Ristretti Orizzonti (18 Novembre 2002). La Nave di San Vittore: inaugurato un reparto "umano". [sito web – ultimo accesso 16.03.2021].http://www.ristretti.it/areestudio/droghe/progetti/nave.htmSaccoia, G. (29 Febbraio 2016). San Vittore, il lavoro del poliziotto penitenziario, in Funzione Pubblica Cgil [video – ultimo accesso 16.03.2021].https://www.youtube.com/watch?v=mw6f_24ioiI
Alcune biblioteche forniscono servizi particolari, dedicati a documenti e pubblicazioni speciali. Spesso si tratta di libri antichi, o addirittura unici. Stiamo parlando delle biblioteche speciali e specialistiche, che approfondiamo con il nostro ospite Roberto Carta, bibliotecario della Biblioteca Provinciale Monte dei Cappuccini di Torino e coordinatore del Sibep.
L'ospite di questa puntata è Alberto Cirelli, Direttore Commerciale e socio di Gep Informatica. Il viaggio nelle sue letture preferite inizia con “Memorie di Adriano”, uno di quei libri che, secondo Cirelli, ogni volta che si rilegge insegna valori diversi in base all'età. Il tema principale è il passaggio generazionale, problema che nelle aziende PMI è molto sentito e non sempre si riesce a gestire. Il secondo titolo è “Business alla velocità del pensiero” di Bill Gates, che immagina il mondo digitale già nel 1999.La puntata si conclude con “La Cripta dei Cappuccini” di Joseph Roth, un testo che racconta un mondo che si sta disintegrando, quello dell'impero austroungarico, ma che termina con una nota di speranza.
Parlando di mummie si pensa sempre alle mummie dell’antico Egitto o al massimo dell’America precolombiana.. ma anche l’Europa ha le sue mummie!La puntata di questa settimana è dedicata alle mummie europee: le mummie di palude del nord Europa, le mummie Guanci di Tenerife in Spagna e le mummie delle Catacombe dei Cappuccini a Palermo in Italia.
"Ricordare" viene dal latino "Re-cordis": ripassare dalle parti del cuore. Dario Piombino Mascali racconta come ogni paese nel mondo onora e ricorda i bambini venuti meno prematuramente spiegando il perché della pratica della mummificazione e riallacciandosi alla storia di Rosalia Lombardo, la bambina che da cento anni è esposta nelle catacombe dei Cappuccini di Palermo. Un tema delicato e toccante, affrontato con profondità e tenerezza. Buon ascolto.
Le catacombe del convento dei Cappuccini di Palermo, sono un luogo misterioso ed incredibile e presentano la collezione di mummie più ampia del mondo, descrivere quest'angolo sotterraneo non è assolutamente facile ma posso assicurarvi che si tratta di un viaggio imperdibile e che vi consiglio assolutamente di fare se vi trovate a Palermo o nelle sue vicinanze e non siete reduci da traumi infantili “da film horror”!Ci sono dei luoghi in cui il tempo sembra fermarsi e le domande sulla vita e sulla morte diventano presenti e toccabili, qualsiasi sia il credo personale.Ci sono posti in cui avventurarsi significa fare un viaggio affascinante fino alla soglia della vita, un viaggio misterioso ed unico, in cui il tempo delle certezze e quello dell’ignoto sembrano darsi la mano, invitandoci a pensare all’ineffabilità del nostro tempo terreno.Prendiamoci "per mano" e scendiamo insieme nelle Catacombe dei Cappuccini di Palermo.Scendi, o fratel, non paventar la morte:Vieni ed impara a meditar la vita.Il Duca, il Prence, l’insignito, il forte,Han la storta superbia qui smentita.Potete trovare il post da cui è tratto questo Podcast al seguente indirizzo:https://italiabenetti.blogspot.com/2014/06/le-catacombe-dei-cappuccini-di-palermo.htmlLe musiche in sottofondo sono del bravissimo Josh Woodward (HereLies, Roll Away the Stone, Disappear e Vegan Zombies.
The death day of a worldwide worshipped priest and saint from the 1900s. -Credits: "Tra cielo e terra" by Ennio Morricone, 2000.
L' anfiteatro di Ancona è stato costruito tra il Colle Guasco e il Colle dei Cappuccini nel I secolo a.c. Poteva ospitare fino a 10.000 spettatori. Oltre 20 gradinate erano distribuite su 3 ordini, in parte scavati nella roccia, in parte creati appositamente in pietra e laterizi. L'anfiteatro è a 50 metri sul livello del mare e dalle gradinate più alte si vedeva l'Adriatico su due fronti: sia a nord est che a sud ovest. Chissà, magari la bellezza dello scenario naturale riusciva a distrarre qualche spettatore dagli spettacoli cruenti che si svolgevano nell'arena. I gladiatori entravano in processione dalla Porta pompae e, se lo spettacolo non volgeva a loro favore, ne risultavano moribondi o morti, per loro si apriva il passaggio della Porta Libitinensis, consacrata alla Dea dell'aldilà. Accanto all'anfiteatro, è stato rinvenuto un complesso termale, con un frigidarium una vasca in marmo, un pavimento in mosaico e pareti affrescate.
È o non è un Caravaggio? Potrebbe esserlo, mancano però analisi accurate, per stabilire con esattezza se questo quadro è attribuibile a Caravaggio, oppure appartiene ad un pittore minore. Intanto, l'opera è appesa nella seconda cappella a destra, nella Chiesa del Convento dei Cappuccini, a Recanati. La Madonna dell'Insalata rimane comunque un dipinto che suscita interesse. Il Bambino lava l'insalata (forse cicoria) e la Madre asciuga le foglie con un telo. Giuseppe osserva con aria affaticata. Sembra l'immagine drammatica di una famiglia contemporanea, in un campo profughi o migrante, che va alla ricerca di una terra in cui mangiare qualcosa di più di un semplice piatto di insalata.
Che relazione possono avere Boccioni e l'Arte Sacra? Lo scopriamo attraverso una visita alla collezione Rusconi al Museo dei Cappuccini, fondato nel 2000 a partire dalla volontà dei frati di restituire il patrimonio artistico alla cittadinanza.
Nell'ultima puntata di questa stagione di Bip scaliamo le vette della Valle d'Aosta per conoscere due realtà molto particolari. A farci da guide il Professor Michele Freppaz, Docente di Pedologia e Nivologia Università di Torino, e Gabriella Tedi, aiuto bibliotecaria nella Biblioteca intercomunale e specializzata Walser di Gressoney-Saint Jean.A tenerci compagnia, il libro Il paradiso degli orchi, di Daniel Pennac, musicato da Roberto Carta, bibliotecario alla Biblioteca dei Cappuccini di Torino.
In the latest episode of The Passing Shot, the tennis podcast by tennis fans, Joel and Kim meet Olivia Cappuccini, Director of Andy Murray: Resurfacing.Olivia gives us a unique insight behind the scenes of the acclaimed documentary charting Andy Murray's groundbreaking hip resurfacing operation and recovery process. She reveals what it was like filming Andy for months on end (including his surgery) and how she got Andy to open up so candidly about his feelings and experiences during this time.Follow Olivia on Twitter at @Liv_Cap and @scenesofreason for more from Olivia and her Production Company.
Le Catacombe dei Cappuccini di Palermo vengono completate alla fine del XVI secolo per dare dimora ai frati deceduti. Lo straordinario stato di conservazione di alcuni dei cadaveri sepolti nelle cripte, tuttavia, spinge i frati a esporre le salme mummificate in piccole nicchie. Le mummie indossano i loro vestiti migliori e, da 400 anni, ricordano ai visitatori la brevità della vita e la caducità dei piaceri terreni.Per maggiori informazioni e materiale su questo cimitero, visita il sito camposantopodcast.comSe vuoi contribuire al progetto: https://ko-fi.com/camposantopodcastCredits:Canzone della sigla: "Beat the Burglar" by scottholmesmusic.comGrafiche: Elena Lombardi lombardielena.comEffetti sonori:Da freesound.org-"Chant" di christislord-"Footstep echoes in church" di LordFluffeh-"Bologna Asinelli tower collapse" di roccapl
La prima puntata del 2020 di Chiamando Eva parte sull'onda delle polemiche con cui è iniziato l'anno nuovo in merito al lavoro delle “bookinfluencer”.Spesso sono donne, fanno foto carine ai libri e recensioni sulle letture appena fatte: ma nel 2020 si può smettere di giudicare un libro dalla copertina e conseguente anche di chi ne parla.Le donne che oggi parlano di libri su Instagram non sono delle parnevenue: sono donne che si sono fatte le ossa nell'editoria, spesso sono scrittrici o esperte della parola e hanno dimostrato più volte coi fatti di avere delle competenze che vanno ben al di là di un feed ben costruito. Abbiamo voluto raccogliere qualche opinione in merito: ne parliamo con Ilenia Zodiaco in arte @conamoresquallore.Ma di che cosa si occupa una bookinfluencer? In che modo nasce questa occupazione? Chi la fa? Ne abbiamo parlato con Chiara — sui social meglio conosciuta come @chiarasuilibri — che ci ha raccontato come è finita a parlare di libri come una bibliotecaria di fiducia.
La prima puntata del 2020 di Chiamando Eva parte sull’onda delle polemiche con cui è iniziato l’anno nuovo in merito al lavoro delle “bookinfluencer”.Spesso sono donne, fanno foto carine ai libri e recensioni sulle letture appena fatte: ma nel 2020 si può smettere di giudicare un libro dalla copertina e conseguente anche di chi ne parla. Le donne che oggi parlano di libri su Instagram non sono delle parnevenue: sono donne che si sono fatte le ossa nell’editoria, spesso sono scrittrici o esperte della parola e hanno dimostrato più volte coi fatti di avere delle competenze che vanno ben al di là di un feed ben costruito. Abbiamo voluto raccogliere qualche opinione in merito: ne parliamo con Ilenia Zodiaco in arte @conamoresquallore.Ma di che cosa si occupa una bookinfluencer? In che modo nasce questa occupazione? Chi la fa? Ne abbiamo parlato con Chiara — sui social meglio conosciuta come @chiarasuilibri — che ci ha raccontato come è finita a parlare di libri come una bibliotecaria di fiducia.
La prima puntata del 2020 di Chiamando Eva parte sull’onda delle polemiche con cui è iniziato l’anno nuovo in merito al lavoro delle “bookinfluencer”.Spesso sono donne, fanno foto carine ai libri e recensioni sulle letture appena fatte: ma nel 2020 si può smettere di giudicare un libro dalla copertina e conseguente anche di chi ne parla. Le donne che oggi parlano di libri su Instagram non sono delle parnevenue: sono donne che si sono fatte le ossa nell’editoria, spesso sono scrittrici o esperte della parola e hanno dimostrato più volte coi fatti di avere delle competenze che vanno ben al di là di un feed ben costruito. Abbiamo voluto raccogliere qualche opinione in merito: ne parliamo con Ilenia Zodiaco in arte @conamoresquallore.Ma di che cosa si occupa una bookinfluencer? In che modo nasce questa occupazione? Chi la fa? Ne abbiamo parlato con Chiara — sui social meglio conosciuta come @chiarasuilibri — che ci ha raccontato come è finita a parlare di libri come una bibliotecaria di fiducia.
Jillian & Mike went to Italy! Listen to them chat about all the beautiful food they ate, the delicious wine they slurped, and how awesome Italy is.
Felice Porro, nato a Cantalice (Rieti) nel 1515 e morto a Roma il 18 maggio 1587, giunse nella città eterna nel 1547, e si stabilì nel convento di San Bonaventura (attualmente Santa Croce dei Lucchesi, sotto il Quirinale), dove nei rimanenti quarant'anni della sua vita questuò pane e vino per i suoi confratelli rispondendo sempre con il suo famoso “Deo Gratias”.
This podcast will highlight donor circles, one of the many ways we engage with our donors in order to enhance their philanthropic experience at SVCF. We will hear from Tobi Becerra, Senior Philanthropy Advisor, and Sawako Sonoyama Clarin, Philanthropy Advisor, both of whom work with individual donors on their philanthropy in various ways. They will be interviewing two SVCF donors, Monica Cappuccini and Jim Ducey, who are active founding members of the Donor Circle for the Arts and Africa, respectively. You will hear about SVCF’s donor circles, why we think they’re an important philanthropic tool, and what motivates our donors to become part of them. Access the full show notes at siliconvalleycf.org
Sono state annunciate dall’Agenzia del Demanio le aggiudicazioni per 22 edifici dello Stato che, grazie a concessioni di lungo periodo, potranno ora essere riqualificati e tornare ad essere fruibili e utili alla collettività. Tra i beni messi a bando nell’ambito dei progetti a rete del 2017 e che ora verranno recuperati c’è anche un’isola. Tra le 22 aggiudicazioni effettuate ci sono 5 edifici costieri per cui si sono concluse tutte le operazioni di gara e sono stati selezionati i privati che li gestiranno:l’Isola di San Secondo nella Laguna di Venezia è andata in concessione alla società New Fari Srl, che ha proposto il recupero dell’isola in chiave turistico-culturale con la riconversione dell’edificio esistente in una guest house per eventi e ristorazione e la riqualificazione del parco circostante in uno spazio destinato ad eventi culturali e attività sportive;la Torre Cupo a Corigliano Calabro (CS) è stata invece assegnata alla società Movida Beach Srl, che ha proposto una soluzione di recupero e riuso con la creazione di spazi espositivi all’interno e all’esterno della struttura, un box office turistico e un ristorante gourmet con annessa scuola di formazione di Alta Cucina; il Faro del Colle dei Cappuccini ad Ancona sarà gestito da Artingegneria Srl, che oltre a ripristinare la lanterna aprendola al pubblico avvierà un ristorante e allestirà un bar nella ex casa del fanalista con vista panoramica sul parco;la Torre Monte Pucci di Peschici (FG) è stata assegnata alla Peschici Srl Unipersonale, che lo trasformerà in uno spazio destinato alla cultura, all’arte e al commercio sostenibile; il Faro di Capo Santa Croce ad Augusta (SR) verrà gestito dalla Costituendo RTI tra Isme Srl e Effebi Srl, che lo faranno diventare un Luxury Lighthouse Art Resort, con stanze arricchite da installazioni artistiche, un diving center per fornire supporto agli appassionati di subacquea ed un wine bar.La mappa dei fari e degli edifici costieri si arricchisce così di 5 nuove strutture che ora saranno avviate al recupero proprio mentre per i 24 fari già assegnati con i bandi precedenti continuano i lavori di riqualificazione per riaprirli alla fruizione pubblica. Le offerte saranno analizzate dalle Commissioni di gara nelle prossime settimane e porteranno a nuove ulteriori aggiudicazioni entro l’estate. Prosegue, dunque, l’impegno dell’Agenzia del Demanio per il recupero e il riuso degli immobili pubblici abbandonati e non più utilizzati. Nel 2017 sono stati 55 gli edifici dello Stato messi a bando attraverso i “progetti a rete”. Un anno quindi che segna l’avvio di numerose operazioni di rigenerazione del patrimonio pubblico che continueranno ad essere incrementate nel 2018 con i nuovi bandi.Ascolta l'audio per avere info maggiori su questo argomento. Approfondisci leggendo, guardando ed ascoltando direttamente andando sul blog >>> www.antonioleone.net
Sono state annunciate dall’Agenzia del Demanio le aggiudicazioni per 22 edifici dello Stato che, grazie a concessioni di lungo periodo, potranno ora essere riqualificati e tornare ad essere fruibili e utili alla collettività. Tra i beni messi a bando nell’ambito dei progetti a rete del 2017 e che ora verranno recuperati c’è anche un’isola. Tra le 22 aggiudicazioni effettuate ci sono 5 edifici costieri per cui si sono concluse tutte le operazioni di gara e sono stati selezionati i privati che li gestiranno:l’Isola di San Secondo nella Laguna di Venezia è andata in concessione alla società New Fari Srl, che ha proposto il recupero dell’isola in chiave turistico-culturale con la riconversione dell’edificio esistente in una guest house per eventi e ristorazione e la riqualificazione del parco circostante in uno spazio destinato ad eventi culturali e attività sportive;la Torre Cupo a Corigliano Calabro (CS) è stata invece assegnata alla società Movida Beach Srl, che ha proposto una soluzione di recupero e riuso con la creazione di spazi espositivi all’interno e all’esterno della struttura, un box office turistico e un ristorante gourmet con annessa scuola di formazione di Alta Cucina; il Faro del Colle dei Cappuccini ad Ancona sarà gestito da Artingegneria Srl, che oltre a ripristinare la lanterna aprendola al pubblico avvierà un ristorante e allestirà un bar nella ex casa del fanalista con vista panoramica sul parco;la Torre Monte Pucci di Peschici (FG) è stata assegnata alla Peschici Srl Unipersonale, che lo trasformerà in uno spazio destinato alla cultura, all’arte e al commercio sostenibile; il Faro di Capo Santa Croce ad Augusta (SR) verrà gestito dalla Costituendo RTI tra Isme Srl e Effebi Srl, che lo faranno diventare un Luxury Lighthouse Art Resort, con stanze arricchite da installazioni artistiche, un diving center per fornire supporto agli appassionati di subacquea ed un wine bar.La mappa dei fari e degli edifici costieri si arricchisce così di 5 nuove strutture che ora saranno avviate al recupero proprio mentre per i 24 fari già assegnati con i bandi precedenti continuano i lavori di riqualificazione per riaprirli alla fruizione pubblica. Le offerte saranno analizzate dalle Commissioni di gara nelle prossime settimane e porteranno a nuove ulteriori aggiudicazioni entro l’estate. Prosegue, dunque, l’impegno dell’Agenzia del Demanio per il recupero e il riuso degli immobili pubblici abbandonati e non più utilizzati. Nel 2017 sono stati 55 gli edifici dello Stato messi a bando attraverso i “progetti a rete”. Un anno quindi che segna l’avvio di numerose operazioni di rigenerazione del patrimonio pubblico che continueranno ad essere incrementate nel 2018 con i nuovi bandi.Ascolta l'audio per avere info maggiori su questo argomento. Approfondisci leggendo, guardando ed ascoltando direttamente andando sul blog >>> www.antonioleone.net
Siete pronti per andare a scuola di mummie? Dario Piombino-Mascali, antropologo e curatore scientifico delle Catacombe dei Cappuccini di Palermo, ci parla della summer school che si terrà in collaborazione con l'Università del Nebraska.
con: Benedict Ayodi frate kenyano responsabile di Giustizia, Pace e Integrità del Creato dell'Ordine dei Cappuccini, Irene Panozzo capo dell'ufficio di Jubaa della Rappresentanza UE del Corno d'Africa, Alexander Rondos rappresentante speciale UE per il Corno d'Africa
con: Benedict Ayodi frate kenyano responsabile di Giustizia, Pace e Integrità del Creato dell'Ordine dei Cappuccini, Irene Panozzo capo dell'ufficio di Jubaa della Rappresentanza UE del Corno d'Africa, Alexander Rondos rappresentante speciale UE per il Corno d'Africa, Matteo Matzuzzi de ilFoglio
con: Benedict Ayodi frate kenyano responsabile di Giustizia, Pace e Integrità del Creato dell'Ordine dei Cappuccini, Fabrizio Noli dal Kenya con don Giulio Albanese
Recensione su "La Cripta dei Cappuccini" di Joseph Roth - prof. Gaudio
La cripta dei Cappuccini di J. Roth
Schloß Schönbrunn - Gli Appartamenti imperiali al piano nobile
Questa stanza insieme al salotto adiacente fu abitata nell‘Ottocento dall‘arciduca Francesco Carlo, padre dell‘imperatore Francesco Giuseppe. I dipinti ci riportano nuovamente all‘epoca di Maria Teresa. Il celebre ritratto di famiglia di Martin van Meytens e bottega mostra l’imperatore Francesco Stefano I e Maria Teresa circondati da uno stuolo di figli. La coppia ebbe sedici figli, undici femmine e cinque maschi, undici dei quali raggiunsero l’età adulta. Il quadro non ritrae i due figli nati successivamente e i tre che erano già morti. Uno dei compiti più importanti di una famiglia di sovrani era dare alla luce il numero maggiore possibile di eredi al trono per garantire la prosecuzione della dinastia. Di fronte a questo quadro di famiglia vediamo i ritratti delle dame che ebbero un ruolo importante nella vita di Maria Teresa. A destra dello specchio c’è il ritratto della madre Elisabetta Cristina, a sinistra invece quello della contessa Fuchs, un tempo istitutrice e in seguito intima confidente della sovrana. In segno di gratitudine, Maria Teresa dispose che fosse sepolta nella Cripta dei Cappuccini come unica persona non appartenente agli Asburgo. www.schoenbrunn.at | Download Tour-Guide (PDF)© by Schloß Schönbrunn Kultur- und Betriebsges.m.b.H.