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In quel tempo, Gesù [nel tempio] diceva alla folla nel suo insegnamento: «Guardatevi dagli scribi, che amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze, avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti. Divorano le case delle vedove e pregano a lungo per farsi vedere. Essi riceveranno una condanna più severa». Seduto di fronte al tesoro, osservava come la folla vi gettava monete. Tanti ricchi ne gettavano molte. Ma, venuta una vedova povera, vi gettò due monetine, che fanno un soldo. Allora, chiamati a sé i suoi discepoli, disse loro: «In verità io vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. Tutti infatti hanno gettato parte del loro superfluo. Lei invece, nella sua miseria, vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere».
Dal Vangelo secondo MarcoIn quel tempo, Gesù [nel tempio] diceva alla folla nel suo insegnamento: «Guardatevi dagli scribi, che amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze, avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti. Divorano le case delle vedove e pregano a lungo per farsi vedere. Essi riceveranno una condanna più severa».Seduto di fronte al tesoro, osservava come la folla vi gettava monete. Tanti ricchi ne gettavano molte. Ma, venuta una vedova povera, vi gettò due monetine, che fanno un soldo. Allora, chiamati a sé i suoi discepoli, disse loro: «In verità io vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. Tutti infatti hanno gettato parte del loro superfluo. Lei invece, nella sua miseria, vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere».Commento di don Andrea, sacerdote della Diocesi di MondovìPodcast che fa parte dell'aggregatore Bar Abba: www.bar-abba
Liturgia della Settimana - Il Commento e il Vangelo del giorno
In quel tempo, Gesù [nel tempio] diceva alla folla nel suo insegnamento: «Guardatevi dagli scribi, che amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze, avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti. Divorano le case delle vedove e pregano a lungo per farsi vedere. Essi riceveranno una condanna più severa». Seduto di fronte al tesoro, osservava come la folla vi gettava monete. Tanti ricchi ne gettavano molte. Ma, venuta una vedova povera, vi gettò due monetine, che fanno un soldo. Allora, chiamati a sé i suoi discepoli, disse loro: «In verità io vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. Tutti infatti hanno gettato parte del loro superfluo. Lei invece, nella sua miseria, vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere».
Altre pillole dall'età contemporanea : https://www.youtube.com/watch?v=vfSB5rwk8to&list=PLpMrMjMIcOklAamXwkzlub85zjR3Eh74B&index=1
Dal Vangelo secondo LucaUn sabato Gesù entrò nella sinagoga e si mise a insegnare. C'era là un uomo che aveva la mano destra paralizzata. Gli scribi e i farisei lo osservavano per vedere se lo guariva in giorno di sabato, per trovare di che accusarlo. Ma Gesù conosceva i loro pensieri e disse all'uomo che aveva la mano paralizzata: «Àlzati e mettiti qui in mezzo!». Si alzò e si mise in mezzo. Poi Gesù disse loro: «Domando a voi: in giorno di sabato, è lecito fare del bene o fare del male, salvare una vita o sopprimerla?». E guardandoli tutti intorno, disse all'uomo: «Tendi la tua mano!». Egli lo fece e la sua mano fu guarita. Ma essi, fuori di sé dalla collera, si misero a discutere tra loro su quello che avrebbero potuto fare a Gesù.Commento di Don Fabrizio (Bab), sacerdote della Diocesi di CuneoPodcast che fa parte dell'aggregatore Bar Abba: www.bar-abba
Lo scorso aprile a Lugano, in una sala del Cinestar strapiena, è stato presentato Food for Profit: documentario di Giulia Innocenzi e Pablo d'Ambrosi che racconta i retroscena più oscuri dell'industria degli allevamenti, con tutto il suo carico di sofferenza e di sfruttamento sia animale che umano. Seduto in prima fila c'era uno dei coproduttori esecutivi: Sebastiano Cossia Castiglioni, che ha contribuito alla realizzazione del film con un importante finanziamento. Mecenate, collezionista e consulente d'arte internazionale, imprenditore, investitore etico, attivista antispecista, Cossia Castiglioni impegna una parte considerevole delle sue energie e del suo tempo per perseguire e realizzare le idee in cui crede: un mondo più giusto per tutti, umani e non umani. Marco Pagani lo ha incontrato. Il risultato è una conversazione che, nel raccontare la persona, arriva ad affrontare alcuni tra gli interrogativi più urgenti e fondamentali del nostro tempo: il modo in cui ci nutriamo e le sue conseguenze nella crisi climatica; i meccanismi che muovono l'industria alimentare e la grande distribuzione; in che direzione stia andando l'evoluzione della coscienza umana: in altre parole come sta cambiando il nostro sguardo sull'altro, sia umano che non umano.Per l'utilizzo del brano Happy Animals? si ringraziano Daana Green & Endless.
DescrizioneIn questa puntata troviChe cosa fare quando sei davanti al clienteQuale è il prmo obiettio (eh no, non è vendere)Di chi ti fidi?E se siamo a distanza?Che cosa viene dopoIl corso Basta suonare il campanello lo comperi quihttps://pugnmalago.it/basta-suonare-il-campanelloIl romanzo sulla vendita Il valore del venditore lo trovi qui https://www.amazon.it/Valore-del-Venditore-vendita-sconti/dp/B0D7S96PVT/ in formato podcast è qui https://www.spreaker.com/show/il-valore-del-venditorePer ricevere i miei appunti personali sul tema VendereValore, vai qui https://pugnimalago.it/appuntiPer accede a Valueland e ai privilegi conenssi vai qui https://pugnimalago.it/newsletterPer iscriverti a 1annodiVendereValore vai qui https://pugnimalago.it/un-anno-di-vendere-valore/Qui trovi il workshop che spiega il tema della strategia https://pugnimalago.krtra.com/c/xD3lpu5SXCZa/kmJoIl videocorso gratuito sul processo di vendita https://www.youtube.com/watch?v=4dOKslfKveI&list=PLsvBLLrj9ZsV-k29B4q2js6fK1xBWe6Yt&index=10&t=56sDove trovi tutti i nostri articoli nel nostro blog https://pugnimalago.it/articoli/Qui trovi tutti i volumi l del progetto 1AnnodiVendereValorePrimo volume https://www.amazon.it/dp/B0B45GTTYLSecondo Volume https://www.amazon.it/anno-Vendere-Valore-Parte-seconda/dp/B0BLQW27KV/Terzo volume https://www.amazon.it/anno-Vendere-Valore-Parte-terza/dp/B0BQGVV3B4/Quarto Volume https://www.amazon.it/Anno-Vendere-Valore-Parte-quarta/dp/B0C1HXZTR1/ref=sr_1_1?Per entrare nel gruppo di discussione sulla vendita La compagnia: https://t.me/joinchat/f3f4aMd5rLhkNWY8Il canale Telegram d Vendere Valore è questo https://t.me/venderevaloreI nostri corsi e libri sono disponibili qui https://pugnimalago.it/in-vendita/Il corso DISC lo trovate qui, con uno sconto speciale del 20%: https://venderevalore.gumroad.com/l/Zzhfe/PodcastVV
ROMA (ITALPRESS) - Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ci ha preso gusto e dopo aver assistito alle imprese di Gimbo Tamberi e Nadia Battocletti non è voluto mancare all'ultima serata di gare degli Europei di atletica leggera allo stadio Olimpico di Roma. Seduto al fianco del presidente del Coni Giovanni Malagò e di quello della Fidal, Stefano Mei, Mattarella ha applaudito la 4X100 composta da Melluzzo, Jacobs, Patta e Tortu che ha dominato la finale davanti a Olanda e Germania: dopo l'oro olimpico ecco quello europeo, che si aggiunge all'argento mondiale della scorsa stagione. Sotto gli occhi del presidente della Repubblica altre tre medaglie, che hanno permesso all'Italia di chiudere col bilancio record di 24 podi: l'argento di Larissa Iapichino nel lungo e quello della 4X400 maschile con Sito, Aceti, Meli e Scotti, alle spalle del solo Belgio. Splendido bronzo anche per Pietro Arese nei 1500, podio solo sfiorato ma nuovo record italiano per un'altra staffetta, la 4X400 femminile, che si piazza al quarto posto con Ilaria Accame, Giancarla Trevisan, Anna Polinari e Alice Mangione. Per la prima volta nella sua storia, l'Italia dell'atletica chiude in testa nel medagliere degli Europei.glb/mrv(fonte video: Quirinale)
In quel tempo, Gesù [nel tempio] diceva alla folla nel suo insegnamento: «Guardatevi dagli scribi, che amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze, avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti. Divorano le case delle vedove e pregano a lungo per farsi vedere. Essi riceveranno una condanna più severa». Seduto di fronte al tesoro, osservava come la folla vi gettava monete. Tanti ricchi ne gettavano molte. Ma, venuta una vedova povera, vi gettò due monetine, che fanno un soldo. Allora, chiamati a sé i suoi discepoli, disse loro: «In verità io vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. Tutti infatti hanno gettato parte del loro superfluo. Lei invece, nella sua miseria, vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere».
In quel tempo, Gesù [nel tempio] diceva alla folla nel suo insegnamento: «Guardatevi dagli scribi, che amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze, avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti. Divorano le case delle vedove e pregano a lungo per farsi vedere. Essi riceveranno una condanna più severa». Seduto di fronte al tesoro, osservava come la folla vi gettava monete. Tanti ricchi ne gettavano molte. Ma, venuta una vedova povera, vi gettò due monetine, che fanno un soldo. Allora, chiamati a sé i suoi discepoli, disse loro: «In verità io vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. Tutti infatti hanno gettato parte del loro superfluo. Lei invece, nella sua miseria, vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere».
In quel tempo, Gesù [nel tempio] diceva alla folla nel suo insegnamento: «Guardatevi dagli scribi, che amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze, avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti. Divorano le case delle vedove e pregano a lungo per farsi vedere. Essi riceveranno una condanna più severa». Seduto di fronte al tesoro, osservava come la folla vi gettava monete. Tanti ricchi ne gettavano molte. Ma, venuta una vedova povera, vi gettò due monetine, che fanno un soldo. Allora, chiamati a sé i suoi discepoli, disse loro: «In verità io vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. Tutti infatti hanno gettato parte del loro superfluo. Lei invece, nella sua miseria, vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere».
Fluent Fiction - Italian: Lost in Rome: A Sweet Surprise Beyond Google Maps Find the full episode transcript, vocabulary words, and more:fluentfiction.org/lost-in-rome-a-sweet-surprise-beyond-google-maps Story Transcript:It: Un sole di piombo picchiava sulle strade di Roma. Giovanni, il nostro coraggioso protagonista, stava per affrontare un'avventura inattesa. Aveva sempre avuto una passione per l'arte e la storia, ed era deliziato di visitare il Colosseo, ma non aveva idea che il suo fedele strumento di navigazione, Google Maps, lo avrebbe condotto in una direzione del tutto diversa.En: A leaden sun beat down on the streets of Rome. Giovanni, our brave protagonist, was about to embark on an unexpected adventure. He had always had a passion for art and history, and was delighted to visit the Colosseum, but he had no idea that his faithful navigation tool, Google Maps, would lead him in a completely different direction.It: Dappertutto, la città eterna esalava un'aura secolare. Le sue strade pittoresche, i palazzi ricchi di storie antiche e l'aria che sapeva di tradizioni vibravano nel cuore di Giovanni. Le sue mani tremavano leggermente quando digitava "Colosseo" nelle sue mappe di Google. Senza perdere un attimo, mise le cuffie e seguì le indicazioni vocali.En: Everywhere, the eternal city exuded a centuries-old aura. Its picturesque streets, palaces rich in ancient stories, and the air that smelled of vibrant traditions resonated in Giovanni's heart. His hands trembled slightly as he typed "Colosseum" into his Google maps. Without wasting a moment, he put on his headphones and followed the vocal directions.It: Le strade di Roma sembravano un labirinto intricato di storia e modernità. Alle indicazioni di Google, Giovanni passò dai mercati rionali brulicanti di vita alla tranquillità dei parchi ombrosi, dai maestosi acquedotti romani alle chiese barocche, fino ad arrivare alle piazze vivaci, dove musicisti di strada e artisti di strada rendevano vivace l'atmosfera. Eppure, la meraviglia del Colosseo non si presentava all'orizzonte. Dopo un tempo che gli sembrava un'eternità, il caldo diventava soffocante. Il sole, ora in alto nel cielo, trasformava le strade in fiumi di fuoco. Prosciugato e sudato, Giovanni cominciò a preoccuparsi.En: Rome's streets seemed like an intricate maze of history and modernity. Following Google's directions, Giovanni went from bustling neighborhood markets to the tranquility of shady parks, from majestic Roman aqueducts to baroque churches, until he reached lively squares, where street musicians and artists enlivened the atmosphere. Yet, the wonder of the Colosseum did not appear on the horizon. After what felt like an eternity, the heat became suffocating. The sun, now high in the sky, turned the streets into rivers of fire. Drained and sweaty, Giovanni started to worry.It: "Arrivo a destinazione", annunciò la voce impassibile di Google Maps. Giovanni alzò gli occhi, aspettandosi di vedere l'imponente silhouette del Colosseo. Invece, davanti ai suoi occhi comparve una gelateria. Sconcertato, osservò il negozio, poi tornò a guardare il suo telefono. Non c'era dubbio a riguardo: Google Maps lo aveva guidato alla gelateria invece che al Colosseo.En: "Arriving at your destination," announced Google Maps' impassive voice. Giovanni looked up, expecting to see the imposing silhouette of the Colosseum. Instead, in front of his eyes appeared an ice cream parlor. Bewildered, he observed the shop, then looked back at his phone. There was no doubt about it: Google Maps had guided him to the ice cream parlor instead of the Colosseum.It: Per un attimo, Giovanni sentì una fitta di delusione. Poi, però, l'aroma intenso e dolce del gelato lo investì. Il fiume di persone che entravano ed uscivano dal negozio, con i coni di gelato in mano, sembrava fluttuare in un mondo di colori pastello e dolce riposo. Spinto da una curiosità spontanea, Giovanni entrò.En: For a moment, Giovanni felt a pang of disappointment. Then, however, the intense and sweet aroma of the ice cream enveloped him. The flow of people going in and out of the shop, with ice cream cones in hand, seemed to float in a world of pastel colors and sweet repose. Driven by spontaneous curiosity, Giovanni walked in.It: Gli venne servito un gelato al cioccolato, il sapore del quale non aveva mai provato prima. Mentre il gelato dolce e fresco si scioglieva in bocca, sentì la stanchezza e la delusione svanire. Seduto su una panca di legno all'ombra, Giovanni si ritrovò ad osservare la piazza davanti a lui, piena di vita e carattere. Capì che Roma non era solo il Colosseo e le sue antiche rovine; era fatta anche di piccole gelaterie, strade animate, tranquille piazze e soprattutto le persone che le popolavano.En: He was served a chocolate ice cream, the flavor of which he had never tasted before. As the sweet and fresh ice cream melted in his mouth, he felt the tiredness and disappointment fade away. Seated on a wooden bench in the shade, Giovanni found himself observing the square in front of him, full of life and character. He realized that Rome was not just the Colosseum and its ancient ruins; it was also made up of small ice cream parlors, lively streets, quiet squares, and above all, the people who populated them.It: La gelateria divenne per lui una metafora della città eterna: affascinante, un po' caotica, ma sempre piena di sorprese inaspettate. E in quel momento, Giovanni si perse in Roma, non nelle sue mappe. La storia non è finita nel modo in cui si aspettava, ma fu soddisfacente per lui. Non avrebbe mai visto il Colosseo quel giorno, ma trovò qualcosa di altrettanto significativo: la dolce sorpresa di Roma.En: The ice cream parlor became a metaphor for the eternal city for him: charming, a bit chaotic, but always full of unexpected surprises. And in that moment, Giovanni got lost in Rome, not on his maps. The story did not end as he expected, but it was fulfilling for him. He would not see the Colosseum that day, but found something equally significant: the sweet surprise of Rome. Vocabulary Words:streets: stradeRome: RomaGiovanni: Giovannibrave: coraggiosopassion: passioneart: artehistory: storiaColosseum: ColosseoGoogle Maps: Google Mapsdirection: direzionecity: cittàaura: aurapicturesque: pittoreschepalaces: palazzitrembled: tremavanotype: digitavamodernità: modernitybustling: brulicantitranquility: tranquillitàmajestic: maestosibustling: vivacilively: vivacewonder: meravigliahorizon: orizzontedisappointment: delusionearoma: aromasweet: dolcesurprise: sorpresa
Audio, ita_t_rav_2024-03-12_lesson_bs-shamati-104-mechabel-havei-yetiv_n2_p1. Lesson_part :: Daily_lesson 2
Video, ita_t_rav_2024-03-12_lesson_bs-shamati-104-mechabel-havei-yetiv_n2_p1. Lesson_part :: Daily_lesson 2
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7583LO SPLENDORE DELLA CONCEZIONE GERARCHICA CONTRO GLI EGUALITARISMI MODERNI di Plinio Corrêa de OliveiraL'ondata satanica dell'egualitarismo, che dalla rivoluzione protestante del XVI secolo alla rivoluzione comunista dei nostri giorni ha attaccato, calunniato, sovrastato e fatto appassire tutto ciò che è o simboleggia la gerarchia, presenta ogni disuguaglianza come un'ingiustizia. È nella natura umana, dicono gli egualitari, che l'uomo si senta sminuito e umiliato quando si inchina a un superiore. Se lo fa, è perché certi preconcetti, o la regola delle circostanze economiche, lo costringono a farlo. Ma questa violenza contro l'ordine naturale delle cose non rimane impunita. Il superiore deforma la sua anima per l'arroganza e la vanità che lo portano a pretendere che qualcuno si pieghi davanti a lui. L'inferiore perde con il suo gesto alienante qualcosa dell'elevazione della personalità propria dell'uomo libero e indipendente. In altre parole, ogni volta che una persona si inchina a un'altra, c'è un vincitore e un perdente, un despota e uno schiavo.LA DOTTRINA CATTOLICA RIGUARDO L'ORDINE GERARCHICO DELL'UNIVERSOLa dottrina cattolica ci dice esattamente il contrario. Dio ha creato l'universo secondo un ordine gerarchico. E ha fatto della gerarchia l'essenza di ogni ordine veramente umano e cattolico.A contatto con il superiore, l'inferiore può e deve portargli ogni rispetto, senza il minimo timore di abbassarsi o degradarsi. Il superiore, a sua volta, non deve essere presuntuoso o arrogante. La sua superiorità non deriva dalla forza, ma da un ordine di cose santissimo e voluto dal Creatore.Nella Chiesa cattolica, le usanze esprimono questa dottrina con ammirevole fedeltà. In nessun altro ambiente i riti e le formule di cortesia sanciscono così fortemente il principio della gerarchia. E in nessun altro luogo è così chiaro quanta nobiltà possa esserci nell'obbedienza, quanta elevazione dell'anima e quanta bontà possano esserci nell'esercizio dell'autorità e della preminenza.In una certosa spagnola un monaco inginocchiato bacia lo scapolare del suo superiore. È l'espressione della più completa sottomissione.Tuttavia, considerate attentamente la scena e vedrete quanta virilità, quanta forza di personalità, quanta sincerità di convinzione, quanta elevatezza di motivazioni l'umile monaco inginocchiato mette nel suo gesto. C'è qualcosa di santo e di cavalleresco, di grandioso e di semplice, che fa venire in mente allo stesso tempo la "Legende Dorée", la "Chanson de Roland" e i "Fioretti" di San Francesco d'Assisi.Inginocchiato e sconosciuto, questo umile religioso è più grande dell'uomo moderno, una molecola vana, impersonale, anonima e inespressiva della grande massa amorfa in cui si è trasformata la società contemporanea.L'AMBASCIATORE DI FRANCIA INGINOCCHIATO DAVANTI AL SANTO PADREDopo l'umiltà del monaco, consideriamo quella del gentiluomo. Il conte Wladimir d'Ormesson è stato ambasciatore di Francia presso la Santa Sede fino alla metà del 1956. Nella nostra fotografia, è vestito con la solenne uniforme di un diplomatico, inginocchiato davanti al Santo Padre Pio XII durante un'udienza. È difficile immaginare un atteggiamento che esprima, in modo così completo e al tempo stesso, un'alta consapevolezza della propria dignità e un vivo rispetto per l'autorità eccelsa e suprema davanti alla quale l'ambasciatore ha l'onore di trovarsi. Il ginocchio a terra, ma il tronco e il collo eretti, la nobiltà e la riverenza del saluto, tutto, insomma, dimostra quanto rispetto e quanta dignità siano contenuti negli stili diplomatici tradizionali, di cui il Conte si mostra qui fedele interprete, e che si sono sviluppati nei secoli d'oro della civiltà cristiana.D'altra parte, consideriamo il priore. C'è una sorta di contrasto tra la sua figura grande, bianca, eretta, robusta, stabile, che esprime autorità, sicurezza e protezione paterna, e l'espressione fisionomica che sembra neutra, impassibile, serena, un po' distante. La figura esprime l'atteggiamento ufficiale del priore. La fisionomia esprime il distacco, la semplicità dell'uomo. Perché non è l'uomo in quanto tale, ma la carica, a cui è rivolto l'omaggio.E, con tutto il rispetto, consideriamo la posizione del Pontefice. Seduto su un piccolo trono, non si alza per ricevere l'omaggio dell'ambasciatore. Tuttavia, inclina leggermente il busto per avvicinarsi al conte. Tiene la mano nella sua. Dà all'intero ricevimento una nota di cordialità molto marcata. E pur mantenendosi, tuttavia, interamente come Papa, dà ogni segno della più calda benevolenza e della più alta stima per l'ambasciatore.Quattro atteggiamenti ispirati da una visione molto gerarchica delle cose, tutti loro nobili, dignitosi, onorevoli, anche se ognuno a modo suo. In una parola, lo splendore dell'umiltà cristiana e la bellezza di una vita gerarchica.
«…vi ha gettato tutto quanto. Tutto quanto aveva per vivere.» (Mc 12,44)Dal Vangelo secondo MarcoIn quel tempo, Gesù [nel tempio] diceva alla folla nel suo insegnamento: «Guardatevi dagli scribi, che amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze, avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti. Divorano le case delle vedove e pregano a lungo per farsi vedere. Essi riceveranno una condanna più severa».Seduto di fronte al tesoro, osservava come la folla vi gettava monete. Tanti ricchi ne gettavano molte. Ma, venuta una vedova povera, vi gettò due monetine, che fanno un soldo.Allora, chiamati a sé i suoi discepoli, disse loro: «In verità io vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. Tutti infatti hanno gettato parte del loro superfluo. Lei invece, nella sua miseria, vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere».Chiediamo oggi la libertà dall'attaccamento alle cose e al denaro. Perché possiamo essere liberi da tutto per donare tutto. Fiduciosi in Dio, che è Padre. Lui provvede e ci vuole liberi. «Rapisca, ti prego, o Signore, l'ardente e dolce forza del tuo amore la mente mia da tutte le cose che sono sotto il cielo» (S.Francesco)
A Piccoli Sorsi - Commento alla Parola del giorno delle Apostole della Vita Interiore
- Premi il tasto PLAY per ascoltare la catechesi del giorno e condividi con altri se vuoi -+ Dal Vangelo secondo Marco +In quel tempo, Gesù [nel tempio] diceva alla folla nel suo insegnamento: «Guardatevi dagli scribi, che amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze, avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti. Divorano le case delle vedove e pregano a lungo per farsi vedere. Essi riceveranno una condanna più severa».Seduto di fronte al tesoro, osservava come la folla vi gettava monete. Tanti ricchi ne gettavano molte. Ma, venuta una vedova povera, vi gettò due monetine, che fanno un soldo.Allora, chiamati a sé i suoi discepoli, disse loro: «In verità io vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. Tutti infatti hanno gettato parte del loro superfluo. Lei invece, nella sua miseria, vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere».Parola del Signore.
Dal Vangelo di Marco 12,38-44 In quel tempo, Gesù [nel tempio] diceva alla folla nel suo insegnamento: «Guardatevi dagli scribi, che amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze, avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti. Divorano le case delle vedove e pregano a lungo per farsi vedere. Essi riceveranno una condanna più severa».Seduto di fronte al tesoro, osservava come la folla vi gettava monete. Tanti ricchi ne gettavano molte. Ma, venuta una vedova povera, vi gettò due monetine, che fanno un soldo.Allora, chiamati a sé i suoi discepoli, disse loro: «In verità io vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. Tutti infatti hanno gettato parte del loro superfluo. Lei invece, nella sua miseria, vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere». --- Send in a voice message: https://podcasters.spotify.com/pod/show/vangelo/message
Maurizio Crozza nei panni di Red Ronnie in occasione di una puntata di Fratelli di Crozza. Guarda Fratelli di Crozza senza pubblicità qui: https://bit.ly/3gS5JXwSee omnystudio.com/listener for privacy information.
A ‘Cazzi Nostri' è momento di prevenzione. Studi affermano che più del 50% dei maschi sia reticente nel farsi visitare alla prostata. La sorpresa, però, è che più della metà di questi si ricrede sul livello di fastidio/dolore legato all'esplorazione digito rettale. Seduto al tavolo assieme a Diego e Nicola, pronto a “confessarsi”, un uomo che è sempre andato a fondo nelle questioni e ha sempre cercato le verità in tutto: l'irreprensibile Peter Gomez. In un excursus sulle varie fasi della sua educazione sessuale e affettiva, il Direttore della versione online de ‘Il Fatto in Quotidiano' racconterà inoltre della sua prostatite e di quanto sia stato fondamentale fare prevenzione. Perché e come si dice in questi casi.. un dito può salvarti la vita!See omnystudio.com/listener for privacy information.
Davide Susanetti"L'altrove della tragedia greca"Scene, parole e immaginiCarocci Editorehttps://carocci.itAntigone, Medea, Agamennone, Oreste, Edipo… lunga è la schiera degli eroi e delle eroine che sfilano e si muovono sulla scena del teatro di Atene. Qui e ora, nel tempo dello spettacolo, i personaggi del mito vivono le loro storie, come se fosse sempre la prima volta: agiscono, parlano e soffrono, andando incontro al loro destino. Seduto in silenzio nella cavea, il pubblico vede e ascolta. Ma che tipo di esperienza suscita la tragedia? Quali nodi della condizione umana, della conoscenza e della politica sono toccati dall'agire tragico? A quali visioni e a quali emozioni Dioniso, signore della maschera e della follia, conduce gli spettatori insieme ai personaggi stessi? Forse in un altrove dove le identità si lacerano, i discorsi si spezzano, la mente manca la presa della realtà, l'esistenza si disgiunge dall'essenza. Perché è solo perdendosi nella ferita spaesante di un altrove che la parola e lo sguardo possono rigenerarsi, trovando una diversa consapevolezza del vivere. Quell'altrove che noi stessi, ancora, intimamente siamo, anche quando non lo sappiamo e non vogliamo intenderlo.Davide SusanettiÈ professore di Letteratura greca all'Università degli Studi di Padova. Si occupa di teatro antico, di filosofia greca e di tradizioni esoteriche.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarehttps://ilpostodelleparole.itQuesto show fa parte del network Spreaker Prime. Se sei interessato a fare pubblicità in questo podcast, contattaci su https://www.spreaker.com/show/1487855/advertisement
Gesù vide un pubblicano di nome Levi, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi!». Ed egli, lasciando tutto, si alzò e lo seguì.Poi Levi gli preparò un grande banchetto nella sua casa. C'era una folla numerosa di pubblicani e d'altra gente, che erano con loro a tavola. I farisei e i loro scribi mormoravano e dicevano ai suoi discepoli: «Come mai mangiate e bevete insieme ai pubblicani e ai peccatori?». Gesù rispose loro: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori perché si convertano».
Il sergente capo plotone Oleh, nome di battaglia “Redbull”, è uno di quelli che il Natale l'ha festeggiato in trincea. Seduto contro il muro di terra di un fossato, fuma una sigaretta per rilassarsi e quando gli chiedono cosa facesse prima della guerra si sorprende a dover raccogliere i pensieri.
Gesù si avvicinava a Gèrico, un cieco era seduto lungo la strada a mendicare. Sentendo passare la gente, domandò che cosa accadesse. Gli annunciarono: «Passa Gesù, il Nazareno!». Allora gridò dicendo: «Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me!». Quelli che camminavano avanti lo rimproveravano perché tacesse; ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!». Gesù allora si fermò e ordinò che lo conducessero da lui. Quando fu vicino, gli domandò: «Che cosa vuoi che io faccia per te?». Egli rispose: «Signore, che io veda di nuovo!». E Gesù gli disse: «Abbi di nuovo la vista! La tua fede ti ha salvato». Subito ci vide di nuovo e cominciò a seguirlo glorificando Dio. E tutto il popolo, vedendo, diede lode a Dio.
"Ma come pensi di riuscire a studiare in quella posizione?"Ti sarà capitato innumerevoli volte di dire a tuo figlio di sedersi "composto" per poter ottenere risultati.Magari hai anche studiato, facendo corsi, che la fisiologia sia qualcosa di fondamentale e che condiziona i pensieri e questo è anche vero, ma ci sono una serie di "ma"...Devi capire che il suo obiettivo è fare i compiti, non farli come pensi sia meglio per te.Ad esempio in W LA DISLESSIA abbiamo un sacco di bambini che fanno i compiti in piedi.Altri bambini riescono a stare più concentrati se stanno sdraiati.Non significa che se ti accorgi che quella posizione non va bene non devi farlo notare.Quello che però cambia tutto è questo: non è detto che quello che funziona per te possa funzionare per lui.La parola d'ordine diventa osservare!E ricorda che l'obiettivo principale è che lui faccia.
E se fossi proprio Tu a generare il sabotaggio organizzativo che mina l'efficienza dello Studio? Ebbene sì: c'è un errore molto comune, commesso quasi dalla totalità dei Titolari di Studio Dentistico, che non fa altro che rallentare le performance dello Studio.Le Risorse Umane sono un elemento chiave per il funzionamento dello Studio ed è necessario mettere la Persona giusta nel posto giusto. Ma……Cosa significa essere la Persona “giusta”?…Cosa accade quando la Persona che si occupa di una determinata attività, lascia lo Studio?…E soprattutto: come si possono raggiungere Risultati Straordinari in maniera stabile e continuativa?La risposta a queste domande è all'interno di questa puntata!Scoprirai infatti che non servono Persone Straordinarie ma che c'è un ingranaggio fondamentale attorno al quale costruire i risultati che stai cercando. ;-) Buon ascolto,AndreaGrazie per ascoltare il Podcast e restare in contatto con me!Scopri cosa può fare per Te il Sistema Operativo Profit Monday: https://bit.ly/SistemaOperativoProfitMonday Trovami sui social: FACEBOOK https://bit.ly/Andrea-Grassi-FB INSTAGRAM https://bit.ly/Andrea-Grassi-IG Segui le puntate anche su Youtube, iscriviti al canale: https://bit.ly/Andrea-Grassi-YT Scopri tutta La Verità sul Successo del tuo Studio Dentistico e sul perché fare il Dentista che ragiona solo da Professionista, potrebbe portarti alla rovina (indipendentemente da quanto lavori)......Acquista il libro "Fuori dai Denti": https://bit.ly/fuori-dai-denti
Troppo spesso vedo persone che abusano di questo “comando”, a tal punto da creare qualche problema al cane e a se stessi.Vediamo insieme perché.
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6921IL CARDINALE JOSYF SLIPYJ E LA SUA UCRAINA di Roberto de MatteiVi sono uomini che incarnano le virtù e i valori più profondi di un popolo. Tale fu il cardinale Josyf Slipyj, arcivescovo maggiore di Halyč e di Leopoli degli Ucraini, di cui ricorre il 130esimo anniversario della nascita, proprio mentre la sua terra natale conosce una nuova immane tragedia.Nato 17 febbraio 1892 a Zazdrist, nell'Ucraina occidentale, a diciannove anni Josef Slipyj entrò nel Seminario di Leopoli, dove fu ordinato sacerdote il 30 settembre 1917 e poi inviato a Roma per completare i suoi studi presso l'Istituto Orientale e l'Università Gregoriana. Nel 1925 venne nominato Rettore del seminario di Leopoli e nel 1929 dell'Accademia teologica della stessa città. L'Ucraina intanto era caduta sotto il giogo sovietico e Stalin, tra il 1932 e il 1933, requisì tutta la produzione agricola per imporre la collettivizzazione forzata del paese attraverso la carestia, conosciuta come Holodomor [il miglior film che parla dell'Holodomor è senza dubbio Raccolto amaro del 2017; per approfondimenti e per vedere il trailer, clicca qui http://www.filmgarantiti.it/it/edizioni.php?id=80].Mentre si avvicinava la guerra, il metropolita greco-cattolico dell'Ucraina Andrej Szeptycki (1865-1944), che lo aveva avviato al sacerdozio, lo richiese a Pio XII come suo coadiutore con diritto di successione. Così, nel 1939, mons. Josef Slipyj venne nominato esarca dell'Ucraina orientale e alla morte del metropolita Szeptycki, il 1° novembre 1944, divenne Capo e padre della Chiesa cattolica ucraina. Era un momento terribile per il suo Paese, stretto tra la morsa dei nazisti e dei comunisti. L'11 aprile 1945 il metropolita Slipyj venne arrestato dai sovietici e condannato a otto anni di lavori forzati nei gulag, mentre veniva inscenato un Sinodo illegale che proclamava la "riunificazione" della Chiesa cattolica ucraina con il Patriarcato ortodosso di Mosca, dominato dal regime sovietico. Le chiese dei greco-cattolici, circa 3.000, vennero date agli ortodossi e quasi tutti i vescovi e i sacerdoti furono uccisi o incarcerati. Nel 1953 l'arcivescovo Slipyj subì una seconda condanna a cinque anni di Siberia e nel 1958 una terza a quattro anni di lavori forzati. Nel 1962, a settant'anni, patì la quarta condanna, consistente nella deportazione a vita nel durissimo campo di Mordovia. In tutto, l'eroico presule passò 18 anni nelle carceri e nei gulag.PIO XII E GIOVANNI XXIIIIl padre gesuita Pietro Leoni (1909-1995), sopravvissuto ai lager sovietici, descrivendo gli orrori del campo di transito di Kivov, racconta che un giorno alcuni detenuti furono introdotti nella sua cella. "Sull'imbrunire mi sentii chiamare da una voce sconosciuta: un uomo anziano, con la barba, stava in piedi davanti al mio posto; mi porse la mano presentandosi: Giuseppe Slipyj. Fu allo stesso tempo una gioia e un dolore sapermi insieme al mio metropolita".Pio XII intervenne ripetutamente in favore degli ucraini e del loro metropolita incoraggiandoli a resistere alle persecuzioni, soprattutto con l'enciclica Orientales Omnes Ecclesias del 23 dicembre 1945. Tuttavia, nel 1958, dopo la morte di Pio XII, i rapporti tra la Russia e il Vaticano iniziarono a mutare. Quando Giovanni XXIII annunciò il Concilio Vaticano II, volle che ad esso partecipassero i rappresentanti del Patriarcato di Mosca. Le autorità del Cremlino imposero come condizione il silenzio del Concilio sul comunismo. Un accordo segreto fu siglato, nell'agosto del 1962, nella cittadina francese di Metz tra il cardinale Tisserant, rappresentante del Vaticano, e il vescovo ortodosso Nikodim da parte russa. La grande assemblea convocata per discutere sui problemi del proprio tempo avrebbe taciuto sulla maggiore catastrofe politica del Novecento.In quegli anni i gulag comunisti pullulavano di prigionieri per motivi religiosi, specialmente della Chiesa cattolica ucraina. Sarebbe stato uno scandalo se nell'aula del Concilio fossero stati assenti i vescovi vittime della persecuzione e presenti invece gli esponenti del Patriarcato di Mosca, che appoggiavano i carnefici. Fu svolta dunque una trattativa tra la Santa Sede e il Cremlino, per permettere al metropolita Slipyj di partecipare al Concilio. Il capo della Chiesa ucraina non voleva abbandonare il suo paese, ma ubbidì al Papa e prima di lasciare Mosca consacrò clandestinamente vescovo il sacerdote redentorista ucraino Wasyl Welyckowskyj.Giunse a Roma il 9 febbraio 1963, ma non tacque. L'11 ottobre 1963 Slipyj intervenne in Concilio parlando della testimonianza di sangue della Chiesa ucraina e proponendo di elevare la sede di Kiev-Halyč al rango patriarcale. Egli ricorda di aver rivolto questa richiesta numerose volte a Paolo VI ma di avere sempre ricevuto un diniego per ragioni politiche. Il riconoscimento del Patriarcato ucraino avrebbe infatti ostacolato l'Ostpolitik e il dialogo ecumenico con la chiesa ortodossa di Mosca. Però, il 25 gennaio 1965 fu creato cardinale da papa Paolo VI, che elevò la Chiesa greco-cattolica ucraina al rango di Arcivescovato maggiore di Leopoli degli Ucraini.IL FUTURO DELLA CHIESA UCRAINAFra il 1968 e il 1976, malgrado l'età avanzata, il cardinale Slipyj intraprese lunghi e faticosi viaggi presso le comunità della diaspora ucraina nelle Americhe, in Australia e in Europa, continuando a svolgere il ruolo di Pastore del suo popolo. Nel 1976 lanciò un appello alle Nazione Unite in favore delle vittime del comunismo e nel 1977, in un drammatico intervento presso il Tribunale Sakharov, denunciò ancora una volta la persecuzione religiosa in Ucraina. Il mondo guardava a lui e al cardinale József Mindszenty (1892-1975) come a due grandi testimoni della fede cattolica nel Novecento.Per assicurare il futuro della Chiesa ucraina, il cardinale Slipyj non arretrò di fronte a gesti estremi. Peter Kwasniewski ha recentemente ricordato come il 2 aprile 1977 egli ordinò clandestinamente tre vescovi, senza l'autorizzazione di Paolo VI, incorrendo automaticamente nelle censure canoniche previste dal can. 953 del Codice allora vigente. Però, a differenza di quanto accadrà per mons. Marcel Lefebvre, scomunicato nel 1986 per la stessa infrazione della legge canonica, nessuna misura scattò ipso facto, nei confronti del cardinale Slipyj. Uno dei vescovi da lui ordinati era mons. Lubomyr Husar (1933-2017), che Giovanni Paolo II nominò, dopo Slipyj, arcivescovo maggiore della Chiesa greco-cattolica e cardinale. A lui successe come primate Svjatoslav Ševčuk, che si trova in questo momento sotto le bombe nella città assediata di Kiev. Nel 2004 la sede dell'arcivescovato maggiore è stata trasferita a Kiev e ha mutato il proprio nome in quello attuale di Kiev-Halyč.Il cardinale Josef Slipyj morì in esilio a Roma a novantadue anni il 7 settembre 1984 ed è ora sepolto a Leopoli, nella cripta della cattedrale di San Giorgio, accanto al metropolita Andrej Szeptycki. Giovanni Paolo II lo definì «uomo di fede invitta, pastore di fermo coraggio, testimone di fedeltà eroica, eminente personalità della Chiesa» (L'Osservatore Romano, 19 ottobre 1984).Mentre l'identità religiosa e politica della sua terra è ancora una volta brutalmente calpestata, la memoria dell'eroica resistenza del cardinale Josyf Slipyj ci aiuta a confidare nel futuro dell'Ucraina. Kiev fu il luogo della conversione del popolo russo alla Chiesa cattolica, e da Kiev, non da Mosca, è destinata a partire la seconda grande conversione della Russia annunciata dalla Madonna a Fatima. Del messaggio di Fatima il cardinale Slipyj fu un grande zelatore. Nel 1980 egli presentò a Giovanni Paolo II due milioni di firme raccolte dall'Armata Azzurra, insistendo in un lungo colloquio con il Papa sulla necessità di consacrare la Russia al Cuore Immacolato di Maria. Questa consacrazione non è ancora avvenuta secondo le modalità richieste dalla Beatissima Vergine, alla quale il cardinale Slipyj così si rivolse nel suo testamento: «Seduto sulla slitta e facendomi strada verso l'eternità... recito una preghiera alla nostra protettrice e Regina del Cielo, la sempre Vergine Madre di Dio. Prendi la nostra Chiesa ucraina e il nostro popolo ucraino sotto la tua efficace protezione!». Facendo nostre le sue parole in questo momento tragico della storia del mondo non possiamo che proclamare a voce alta: "Onore al cardinale Slipyj e al suo popolo martire".
Lettura Biblica - Salmo 110:1 Chiesa ADI Portici - #MenoDistantiPiùUniti
Mio Nicia, per l'amore mai fu scoperto un farmaco, né polvere, né unguento... se non, credo, le Pièridi. Rimedio dolce, lieve: si trova tra gli umani, ma averlo, non è facile. Tu lo conosci, certo, che sei un esperto medico, e t'amano oltretutto le Muse, tutte e nove. Così pure il Ciclope, il nostro conterraneo, l'antico Polifemo, si addolciva la vita, quando – la prima barba sulle gote e sul mento appena gli fioriva – amava Galatea. E non era un amore da pomi, o rose, o riccioli, ma una vera follia, e tutto quanto il resto considerava inutile. Dalla fresca pastura, al chiuso, sole spesso tornavano le agnelle, mentre lui, sulla spiaggia tutta coperta d'alghe se ne stava, cantandola, celando sotto il cuore un'odiosa ferita, la freccia che Afrodite gli confisse nel fegato. Il farmaco trovò. Seduto sulla roccia, guardando verso il mare, tali cose cantava: [...]
Mio Nicia, per l'amore mai fu scoperto un farmaco, né polvere, né unguento... se non, credo, le Pièridi. Rimedio dolce, lieve: si trova tra gli umani, ma averlo, non è facile. Tu lo conosci, certo, che sei un esperto medico, e t'amano oltretutto le Muse, tutte e nove. Così pure il Ciclope, il nostro conterraneo, l'antico Polifemo, si addolciva la vita, quando – la prima barba sulle gote e sul mento appena gli fioriva – amava Galatea. E non era un amore da pomi, o rose, o riccioli, ma una vera follia, e tutto quanto il resto considerava inutile. Dalla fresca pastura, al chiuso, sole spesso tornavano le agnelle, mentre lui, sulla spiaggia tutta coperta d'alghe se ne stava, cantandola, celando sotto il cuore un'odiosa ferita, la freccia che Afrodite gli confisse nel fegato. Il farmaco trovò. Seduto sulla roccia, guardando verso il mare, tali cose cantava: [...]
Mio Nicia, per l'amore mai fu scoperto un farmaco, né polvere, né unguento... se non, credo, le Pièridi. Rimedio dolce, lieve: si trova tra gli umani, ma averlo, non è facile. Tu lo conosci, certo, che sei un esperto medico, e t'amano oltretutto le Muse, tutte e nove. Così pure il Ciclope, il nostro conterraneo, l'antico Polifemo, si addolciva la vita, quando – la prima barba sulle gote e sul mento appena gli fioriva – amava Galatea. E non era un amore da pomi, o rose, o riccioli, ma una vera follia, e tutto quanto il resto considerava inutile. Dalla fresca pastura, al chiuso, sole spesso tornavano le agnelle, mentre lui, sulla spiaggia tutta coperta d'alghe se ne stava, cantandola, celando sotto il cuore un'odiosa ferita, la freccia che Afrodite gli confisse nel fegato. Il farmaco trovò. Seduto sulla roccia, guardando verso il mare, tali cose cantava: [...]
Se una notte * Storie dalle Storie di Erodoto * Viaggi e Meraviglie
Mio Nicia, per l'amore mai fu scoperto un farmaco, né polvere, né unguento... se non, credo, le Pièridi. Rimedio dolce, lieve: si trova tra gli umani, ma averlo, non è facile. Tu lo conosci, certo, che sei un esperto medico, e t'amano oltretutto le Muse, tutte e nove. Così pure il Ciclope, il nostro conterraneo, l'antico Polifemo, si addolciva la vita, quando – la prima barba sulle gote e sul mento appena gli fioriva – amava Galatea. E non era un amore da pomi, o rose, o riccioli, ma una vera follia, e tutto quanto il resto considerava inutile. Dalla fresca pastura, al chiuso, sole spesso tornavano le agnelle, mentre lui, sulla spiaggia tutta coperta d'alghe se ne stava, cantandola, celando sotto il cuore un'odiosa ferita, la freccia che Afrodite gli confisse nel fegato. Il farmaco trovò. Seduto sulla roccia, guardando verso il mare, tali cose cantava: [...]
Mio Nicia, per l'amore mai fu scoperto un farmaco, né polvere, né unguento... se non, credo, le Pièridi. Rimedio dolce, lieve: si trova tra gli umani, ma averlo, non è facile. Tu lo conosci, certo, che sei un esperto medico, e t'amano oltretutto le Muse, tutte e nove. Così pure il Ciclope, il nostro conterraneo, l'antico Polifemo, si addolciva la vita, quando – la prima barba sulle gote e sul mento appena gli fioriva – amava Galatea. E non era un amore da pomi, o rose, o riccioli, ma una vera follia, e tutto quanto il resto considerava inutile. Dalla fresca pastura, al chiuso, sole spesso tornavano le agnelle, mentre lui, sulla spiaggia tutta coperta d'alghe se ne stava, cantandola, celando sotto il cuore un'odiosa ferita, la freccia che Afrodite gli confisse nel fegato. Il farmaco trovò. Seduto sulla roccia, guardando verso il mare, tali cose cantava: [...]
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Una borta ci fiat - una volta c'era - Novelline popolari sarde, di Francesco Mango
Mio Nicia, per l'amore mai fu scoperto un farmaco, né polvere, né unguento... se non, credo, le Pièridi. Rimedio dolce, lieve: si trova tra gli umani, ma averlo, non è facile. Tu lo conosci, certo, che sei un esperto medico, e t'amano oltretutto le Muse, tutte e nove. Così pure il Ciclope, il nostro conterraneo, l'antico Polifemo, si addolciva la vita, quando – la prima barba sulle gote e sul mento appena gli fioriva – amava Galatea. E non era un amore da pomi, o rose, o riccioli, ma una vera follia, e tutto quanto il resto considerava inutile. Dalla fresca pastura, al chiuso, sole spesso tornavano le agnelle, mentre lui, sulla spiaggia tutta coperta d'alghe se ne stava, cantandola, celando sotto il cuore un'odiosa ferita, la freccia che Afrodite gli confisse nel fegato. Il farmaco trovò. Seduto sulla roccia, guardando verso il mare, tali cose cantava: [...]
Audio, ita_t_rav_2021-12-21_lesson_bs-shamati-104-mechabel-havei-yetiv_n1_p1. Lesson_part :: Daily_lesson 1
Video, ita_t_rav_2021-12-21_lesson_bs-shamati-104-mechabel-havei-yetiv_n1_p1. Lesson_part :: Daily_lesson 1
Dal Vangelo secondo MarcoIn quel tempo, Gesù [nel tempio] diceva alla folla nel suo insegnamento: «Guardatevi dagli scribi, che amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze, avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti. Divorano le case delle vedove e pregano a lungo per farsi vedere. Essi riceveranno una condanna più severa».Seduto di fronte al tesoro, osservava come la folla vi gettava monete. Tanti ricchi ne gettavano molte. Ma, venuta una vedova povera, vi gettò due monetine, che fanno un soldo. Allora, chiamati a sé i suoi discepoli, disse loro: «In verità io vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. Tutti infatti hanno gettato parte del loro superfluo. Lei invece, nella sua miseria, vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere».Commento di don Andrea, sacerdote della Diocesi di MondovìPodcast che fa parte dell'aggregatore Bar Abba: www.bar-abba
Dal Vangelo secondo Marco 12,38-44 In quel tempo, Gesù [nel tempio] diceva alla folla nel suo insegnamento: «Guardatevi dagli scribi, che amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze, avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti. Divorano le case delle vedove e pregano a lungo per farsi vedere. Essi riceveranno una condanna più severa». Seduto di fronte al tesoro, osservava come la folla vi gettava monete. Tanti ricchi ne gettavano molte. Ma, venuta una vedova povera, vi gettò due monetine, che fanno un soldo. Allora, chiamati a sé i suoi discepoli, disse loro: «In verità io vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. Tutti infatti hanno gettato parte del loro superfluo. Lei invece, nella sua miseria, vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere». --- Send in a voice message: https://anchor.fm/vangelo/message
Gesù [nel tempio] diceva alla folla nel suo insegnamento: «Guardatevi dagli scribi, che amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze, avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti. Divorano le case delle vedove e pregano a lungo per farsi vedere. Essi riceveranno una condanna più severa».Seduto di fronte al tesoro, osservava come la folla vi gettava monete. Tanti ricchi ne gettavano molte. Ma, venuta una vedova povera, vi gettò due monetine, che fanno un soldo. Allora, chiamati a sé i suoi discepoli, disse loro: «In verità io vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. Tutti infatti hanno gettato parte del loro superfluo. Lei invece, nella sua miseria, vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere».
Il titolo della terza puntata della quarta stagione di J-TACTICS, trae spunto da: “Caos calmo”, che è un film del 2008 diretto da Antonello Grimaldi e interpretato da Nanni Moretti, tratto dall'omonimo romanzo di Sandro Veronesi.Pietro Paladini, per uno strano scherzo del destino, rimane vedovo proprio nel momento in cui sta salvando la vita a una sconosciuta.Vivendo interiormente una sorta di “caos calmo”, Pietro elabora una personale forma di lutto che lo porta a isolarsi dal mondo mettendo in “stand by” la propria vita: una mattina, davanti alla scuola, promette alla figlia che d'ora in avanti la aspetterà fuori fino alla fine delle lezioni.Seduto su una panchina scoprirà il mondo da un punto di vista diverso, ricevendo le visite di molti personaggi accorsi sia per consolarlo, straniti dalla sua inconsueta calma, sia per confidargli i loro problemi, che Pietro ascolta per lo più senza dire alcunché di utile.Ma saranno proprio questi personaggi in perenne crisi (tra cui il fratello, la cognata, i colleghi, la sconosciuta che ha salvato) uniti alle nuove conoscenze avute in questo paradossale “auto-isolamento” (un bambino Down, il proprietario del chiosco della piazza, una ragazza che porta ogni mattino a passeggio un San Bernardo) a smuovere Pietro verso la svolta e a ricominciare a vivere.Facendo la nostra solita trasposizione dalla cinematografia al mondo del calcio, ed in modo particolare alle vicende juventine, potremo utilizzare il titolo e le vicende narrate nella pellicola per analizzare il match giocato domenica sera tra la Juve ed i rossoneri del Milan.L'incontro ha ribadito per l'ennesima volta in questo scorcio di stagione tutti i limiti caratteriali e di tenuta della squadra bianconera.Solito canovaccio delle ultime settimane, la squadra di Allegri palesa un'autonomia limitata a circa un'ora di gioco, per poi spegnersi progressivamente.Solita Juve appunto, in vantaggio al 4′ con Morata, controlla a tratti in modo convincente il match contro gli uomini di Pioli, ma non riesce a chiudere l'incontro fino a subire il prevedibile ritorno dell'avversario.Rebic di testa, lasciato inspiegabilmente libero di saltare in area da Rabiot, firma il pareggio.Risultato amaro, che manifesta soprattutto negli ultimi tratti di partita l'incapacità della Juve di reggere fisicamente e mentalmente l'avversario nonché l'assenza di idee e forza per ribaltare la situazione.Una vecchia Signora come non la si vedeva dagli anni sessanta, con errori, equivoci e caos.Un “Caos calmo” appunto, come il titolo della pellicola da cui trae spunto l'odierna puntata di J-TACTICS.Una situazione che pare aver colpito anche mister Allegri, il quale come il Pietro Paladini del film di Grimaldi pare vivere interiormente una sorta di “caos" personale.Non è sfuggito alle telecamere lo sfogo del tecnico bianconero, infuriato all'uscita del campo dopo il pareggio col Milan.“Porca t…a state a giocà nella Juve”. L'urlo di Max Allegri all'uscita dal campo dopo il fischio finale di Juve-Milan mentre raggiungeva gli spogliatoi dell'Allianz Stadium.Frase che testimonia palesemente il suo nervosismo e la confusione totale dello spogliatoio (compresa la lite tra Rabiot-Szczesny in campo e negli spogliatoi).Allegri ha il dovere di insegnare ai giovani il senso della gloriosa maglia che indossano, ma forse è il primo ad aver smarrito coscienza e serenità.L'1-1 dello Stadium ha messo in mostra una Juve fin troppo scolastica nello schema 4-4-2 e ancora lontana da quella squadra affamata di vittorie che con Allegri era riuscita a conquistare due finali di Champions League.Un mix di giocatori esperti come i senatori Bonucci e Chiellini e giocatori giovani, che però non hanno ancora ben compreso il significato di giocare alla Juve, secondo il pensiero di Max.Al momento forse questo è il vero problema del tecnico livornese.Concetto sottolineato dallo stesso Allegri in conferenza stampa, dove ha spiegato chiaramente di aver sbagliato le sostituzioni: “Non le ho azzeccate oggi, in questo tipo di partite diventano determinanti”. Dopo di che ha tenuto a sottolineare un altro aspetto: “Quando c'è un momento decisivo della partita bisogna giocare in un certo modo. Quando si gioca alla Juve la palla ha un peso diverso rispetto ad altre squadre. Bisogna stare in campo con la cattiveria giusta e questo ci manca ora a noi”.Un concetto chiaro e preciso, diretto ai nuovi entrati Kulusevski, Kean e Chiesa, ovvero gli unici tre cambi effettuati in partita. Riguardo a Federico Chiesa, il tecnico livornese è tranchant: “È entrato in un momento difficile della partita e avevo bisogno di lui per portare la palla nella metà campo avversaria, deve crescere e acquisire la consapevolezza di quello che può fare perché siamo alla Juventus“.Sarà opportuno ritrovare la vittoria per il momento presente soltanto in Champions.Ci sono uomini da recuperare, equivoci da chiarire, errori da evitare.C'è soprattutto una Juve da definire, nei ruoli, nelle responsabilità.Insomma un “Caos calmo”, da risolvere anche per mister Allegri.Sarà nostro gradito ospite l'amico Alessandro Irrisolvibile direttamente da Parigi.Diteci la vostra, interagiremo con voi in chat live! Ecco i link dei nostri social:CANALE TELEGRAM:https://t.me/joinchat/AAAAAE2Dp-yj5b1N4SNcMQINSTAGRAM:https://instagram.com/jtactics_?igshid=1fg7nrkzhl2mtFACEBOOK:http://m.facebook.com/jtacticsmdn/
L'uomo era bello, - alto, agile, con un viso bruno e rapace di arabo adolescente, - e sembrava sincero quanto il suo passato era brutto e torbido. Ma a sentirle raccontare da lui le sue vicende avevano un sapore quasi romantico. Seduto sullo sgabello che la sua piccola padrona di casa s'era affrettata a metter fuori della porta appena la figura di lui era apparsa in fondo alla piazza illuminata dalla luna, con le braccia nervose incrociate sul petto, la gamba destra attorcigliata intorno alla sinistra,
Ne Il Mordente n° 22 vi parlo di coraggio e di scelte, di come reinventarsi o dell'accettare quel che c'è, del mettersi seduti al bar ad osservare la vita o del comprare un nuovo sportwatch per correre finché ce n'è.➡ Link e dettagli su https://ilmordente.it/work/podcast-22/➡ Compra su Amazon e supportami: https://amzn.to/2TA24naIn mezzo, spazio alla voce e alle sue frequenze più complesse (quelle che mi fanno piangere) con la mostra "Il corpo della voce" al Palazzo delle Esposizioni di Roma e il film di Amazing Grace di Aretha Franklin. Infine, la mia opinione sul docu-film "Il Museo Del Prado".Buon ascolto! Come al solito potete inviare messaggi vocali su Telegram o Whatsapp al numero 351 8516089, oppure usare il modulo contatti su ilmordente.it per scrivere una e-mail.