Unica Radio Podcast

Follow Unica Radio Podcast
Share on
Copy link to clipboard

Radio degli studenti universitari di Cagliari. Mission del media è raccontare il movimento culturale e la città nei suoi molteplici aspetti

UnicaRadio.it


    • Sep 10, 2025 LATEST EPISODE
    • daily NEW EPISODES
    • 16m AVG DURATION
    • 470 EPISODES


    Search for episodes from Unica Radio Podcast with a specific topic:

    Latest episodes from Unica Radio Podcast

    Sergio Gerasi, dal sogno al successo nel fumetto

    Play Episode Listen Later Sep 10, 2025 14:25


    Dalle prime letture da ragazzino fino a Dylan Dog, il fumettista milanese racconta il suo percorso tra passione, incontri decisivi e consigli ai giovani che vogliono intraprendere la strada del disegno Parlare con Sergio Gerasi significa entrare nel cuore del fumetto italiano contemporaneo. Disegnatore e autore apprezzato, ha collaborato con Sergio Bonelli Editore firmando albi storici di Dylan Dog. Un percorso lungo e ricco di soddisfazioni, nato dalla passione per le storie e i disegni sin da bambino, quando il suo passatempo preferito era dare vita a mondi di carta. Gerasi racconta che nonostante studi non sempre legati all'arte, il fumetto non lo ha mai abbandonato. Ha iniziato il suo percorso senza i mezzi digitali di oggi: portando i disegni alle fiere, mostrando i lavori direttamente agli editor e sperando in un'occasione. A soli 21 anni pubblica la sua prima storia, e da quel momento la sua carriera non si è più fermata. Gli incontri che cambiano la vita Nel suo cammino, Gerasi riconosce l'importanza di alcuni maestri e colleghi. Da Cavazzano a Silver, fino ai disegnatori della prima generazione di Dylan Dog, ogni autore lo ha influenzato in modo diverso, secondo le età e i gusti del momento. Decisivo è stato l'incontro con Ade Capone, storico editor di Star Comics, che gli ha permesso di esordire e trasformare una passione in un mestiere. Un altro punto di svolta è arrivato con l'ingresso in Sergio Bonelli Editore, dopo dieci anni di lavoro intenso in Star Comics. Il primo albo di Dylan Dog rimane per lui un ricordo indelebile, simbolo di un traguardo raggiunto e di nuove sfide artistiche. Tra Dylan Dog e nuovi progetti Oggi Gerasi continua a disegnare storie che appassionano i lettori. È impegnato nei preparativi per il quarantesimo anniversario di Dylan Dog, che cadrà nel 2026, un evento atteso da migliaia di fan. Accanto a questo progetto, sta lavorando a un'altra iniziativa importante ancora top secret, che promette di sorprendere il pubblico. Il fumettista sottolinea quanto questo lavoro sia affascinante ma impegnativo. Ogni pagina richiede ore di dedizione, disegno e riscrittura, pur sapendo che sarà letta in pochi minuti. Una fatica “novecentesca”, dice Gerasi, che oggi contrasta con la velocità del mondo digitale. I consigli ai giovani Dalla sua esperienza arriva anche un messaggio diretto ai ragazzi che sognano di diventare fumettisti. «Non abbiate paura di sbagliare», afferma. L'errore è parte fondamentale del percorso creativo, serve a crescere e a migliorare. Cancellare sempre significa rinunciare a quell'imperfezione che può diventare forza e originalità. Con la sua voce pacata ma appassionata, Sergio Gerasi ricorda a tutti che il fumetto non è solo un mestiere, ma un modo di raccontare il mondo senza limiti di budget o immaginazione.

    Nicola Carrus, in arte Apathico: la voce delle emozioni tra pop e rap melodico

    Play Episode Listen Later Sep 5, 2025 7:55


    Da bambino prodigio nel cinema a cantautore, Nicola Carrus svela il suo percorso artistico, l'origine del nome "Apathico" e come l'arte sia diventata il suo potente mezzo espressivo. Nicola Carrus, noto come Apathico, è un talentuoso artista diciassettenne di Cabras, studente all'Istituto Turistico Sportivo Lorenzo Mossa di Oristano. L'inclinazione di Nicola Carrus verso il mondo artistico si manifestò precocemente, già all'età di soli 4 anni, e fu grazie alla profonda passione della madre per la recitazione che questo percorso ebbe inizio. Fu infatti sua madre a proporgli di fare una "piccola prova" per vedere se il mondo del cinema potesse interessargli. Quel primo approccio si rivelò un momento rivelatore per il piccolo Nicola: dopo aver provato, si innamorò immediatamente di questa espressione artistica e decise di intraprendere questa strada. Questo precoce inizio lo ha portato a recitare in film significativi come "Figlia mia" e "Il Vangelo secondo Maria", oltre a partecipare a diversi cortometraggi. La scintilla accesa dalla madre non solo ha dato il via alla sua carriera di attore, ma ha anche aperto la porta a una più ampia esplorazione artistica, portandolo a formarsi anche nel canto e nella danza, e persino a condurre eventi. Il nome d'arte "Apathico" deriva dalla sua difficoltà a esprimere le emozioni apertamente, anche di fronte a belle notizie. Fu sua madre a definirlo "apatico", e lui trovò il nome particolarmente adatto per la sua identità artistica. Il canto, in particolare, gli permette di esprimere pienamente se stesso, mentre la recitazione gli offre un'altra via per manifestare sentimenti, interpretando personaggi diversi. Un percorso artistico poliedrico: dalle scene ai palchi Nel 2025 Apathico ha debuttato discograficamente con i singoli "Solo tu", "L'umor nero" e "Ade", pubblicati da Greylights Records e Visory Record.s La sua musica, che si muove tra pop e rap melodico, narra esperienze personali e emozioni profonde. Il brano "L'umor nero" è particolarmente toccante, affrontando la perdita di una persona cara. La sua scrittura, durata circa un mese, è stata impegnativa, portandolo ad alleggerire alcune parti troppo intense per sé e per l'ascolto della sua famiglia. Diversamente, "Solo tu" non è una storia vera personale, ma un racconto ispirato a esperienze di vita comuni e universali. Dopo "Ade", l'ultimo singolo già pubblicato, l'artista ci informa dei nuovi progetti in cantiere. La prossima uscita sarà una canzone più pop e ritmata, dal sapore estivo. Sta anche componendo un brano su una "storia d'amore burrascosa" di un amico, confermando il suo impegno costante nella creazione musicale. Novità e sfide: l'arte come riscatto Il percorso di Nicola Carrus non è stato senza sfide. Le esperienze di bullismo subite durante le scuole medie lo hanno segnato profondamente, facendolo talvolta dubitare del suo cammino. Tuttavia, queste difficoltà sono diventate una spinta per la sua arte, offrendogli un canale per esprimere ciò che non riusciva a dire direttamente. I genitori lo hanno sempre supportato incondizionatamente, benché la sua natura "apatica" a volte celasse le sue lotte interiori. La storia di Nicola è un potente messaggio di resilienza, mostrando come l'arte possa essere un rifugio e un mezzo efficace per superare le avversità.

    Su Coru Si Solidarizara: Sport, Beneficenza e Spettacolo al Palacus

    Play Episode Listen Later Sep 1, 2025 161:21


    Domenica 31 agosto, il Palacus di Cagliari ha ospitato la prima edizione di Su Coru Si Solidarizara, una giornata speciale che ha unito sport e beneficenza in un clima di festa e partecipazione. Al Palacus L'iniziativa, nata con lo scopo di raccogliere fondi per tre associazioni impegnate nel sociale, ha visto la presenza di ex calciatori del Cagliari, influencer, cantanti e tantissimi spettatori accorsi per sostenere la causa. Il ricavato dell'evento sarà devoluto a tre realtà attive nel volontariato: Amici del Branco e degli Stortini, che si occupa della cura e dell'adozione di animali disabili o in difficoltà; Associazione Charlie Brown, che realizza i desideri dei pazienti oncologici, offrendo supporti concreti come l'Armadio del Sorriso e parrucche; e infine Emergency, che utilizzerà i fondi raccolti per supportare un ospedale a Gaza, in una situazione di emergenza umanitaria. Sport e intrattenimento: il cuore dell'evento Il campo del Palacus è stato il palcoscenico di un quadrangolare di calcio a 5 molto combattuto e ricco di emozioni. Le quattro squadre – bianca, rossa, nera e blu – erano capitanate da volti noti del Cagliari Calcio: Marco Sau, Andrea Cossu, Marco Mancosu e Pisano. A curare la telecronaca della giornata è stato Vittorio Sanna, storica voce del Cagliari Calcio, con il supporto tecnico di Unica Radio, Eja TV e Radio Supersound. Un'organizzazione impeccabile che ha valorizzato ogni momento della manifestazione. Le partite: un racconto ricco di emozioni I protagonisti in campo: le formazioni delle quattro squadre Squadra Rossa, capitanata da Pisano, ha potuto contare su una formazione composta da Il Maestro tra i pali, affiancato da Contu, LordJey, Diem, Unto, Espa, Stuart Arrodu, Miga, Marcello Mancosu, Sensei e Ale Diablo. La Squadra Bianca, guidata da Marco Sau, ha risposto con Fruit Giuse in porta, insieme a Zeep, Matteo Bruni, Ero Caddeo, Rolly, Gavio, Cristino, Roxx, Iuser e Calafiura. La Squadra Blu, con Andrea Cossu alla guida, tra i pali ancora Fruit Giuse, Sa Leggenda, Moska, Treno, Vintage, Bartolini, Uselinho, Manu Invisibile e Fema. Squadra Nera, capitanata da Marco Mancosu, Frenk in porta, Kry, Calcio Emotivo, Samu, Zorcollo, Deligia, Basciu, Brick, Sitzi e Langella. Prima semifinale: Squadra Bianca vs Squadra Rossa Il primo incontro ha messo di fronte la squadra bianca di Marco Sau e la squadra rossa di Pisano. Il match si è acceso fin dai primi minuti, con Ero Caddeo che ha portato in vantaggio i bianchi, sfruttando un errore difensivo. La risposta dei rossi non si è fatta attendere: Miga ha raccolto un perfetto assist dalla fascia destra di Unto e ha appoggiato in rete il gol del pareggio. La squadra rossa ha poi trovato il vantaggio grazie a Marcello Mancosu, ma i bianchi sono riusciti a reagire prontamente. Calafiura, su tacco illuminante di Iuser, ha riportato il punteggio sul 2-2. Poco prima dell'intervallo, Mancosu e Contu hanno costruito una splendida azione: tunnel, scambio stretto e assist per Mancosu che segna il momentaneo 3-2. Nella ripresa, la squadra bianca è entrata in campo con determinazione. Marco Sau ha servito un perfetto pallone a Ero Caddeo che non ha sbagliato: 3-3. I bianchi hanno poi preso il largo con un'azione corale conclusa da Sau, che ha finalizzato dopo un doppio scambio con Caddeo. Il 5-3 è arrivato grazie a Iuser, bravo a sfruttare l'assist di Sau e mettere il pallone in rete con freddezza. I rossi hanno provato a riaprire l'incontro con un bel gol ancora di Mancosu, ma nel finale Sau ha chiuso la partita con la sua doppietta, portando i bianchi alla vittoria con il punteggio finale di 6-4. Seconda semifinale: Squadra Blu vs Squadra Nera Nel secondo match si sono affrontate la squadra blu capitanata da Andrea Cossu e la squadra nera guidata da Marco Mancosu. La partita è iniziata con grande equilibrio. Il primo tempo si è sbloccato grazie a una brillante giocata di Cossu che, dopo essersi allungato il pallone, ha servito Bartolini per il più facile dei gol: 1-0 per i blu. Nel secondo tempo la reazione dei neri è stata immediata. Mancosu, con una potente conclusione al volo, ha trafitto Fruit Giuse e pareggiato i conti. Poco dopo, Uselinho ha approfittato di un errore difensivo per riportare avanti i blu, ma la squadra nera ha risposto con decisione. Zorcolo ha firmato il 2-2 su assist di Mancosu, e poco dopo è stato Calcio Emotivo a finalizzare un'azione spettacolare ancora su assist del capitano, portando il punteggio sul 3-2. I neri, in pieno controllo, hanno allungato con Basciu, che ha calciato forte sul portiere trovando il gol del definitivo 4-2. Con questa vittoria, la squadra nera ha raggiunto la finale. La finale: Squadra Bianca vs Squadra Nera L'ultimo atto del torneo ha visto affrontarsi le squadre capitanate da Marco Sau e Marco Mancosu. Il primo tempo è stato molto equilibrato, con entrambe le squadre attente in difesa. Il primo squillo è arrivato dalla squadra nera con Kry Fisso Ridendo, che su assist di Mancosu ha caricato il destro e battuto il portiere per l'1-0. I bianchi non si sono lasciati intimidire e hanno risposto con il solito Ero Caddeo, che ha sfruttato un errore difensivo per riportare la gara in parità. Ma prima del fischio dell'intervallo, Calcio Emotivo ha inventato una splendida azione personale: dribbling secco, tiro sul palo e ribattuta vincente per il 2-1. Sul finale di tempo, ancora lui ha firmato il 3-1 con un gol a porta vuota dopo un contropiede orchestrato da Kry. Nella ripresa, la squadra nera ha dominato in lungo e in largo. Calcio Emotivo ha firmato il 4-1 con un'altra azione da manuale e poco dopo ha messo a segno anche il quarto gol personale, risultando imprendibile per la difesa avversaria. A chiudere i conti ci ha pensato Basciu, su assist del solito Calcio Emotivo, per il definitivo 6-1. Una vittoria per tutti La finale si è conclusa con la netta affermazione della squadra nera, ma al di là del risultato sportivo, la vera vittoria è stata quella della solidarietà. La prima edizione di Su Coru Si Solidarizara ha dimostrato come lo sport possa essere veicolo di valori importanti, in grado di unire comunità, artisti, atleti e pubblico per una causa comune. Un evento da ripetere, con l'obiettivo di continuare a dare voce e sostegno a chi ogni giorno si impegna per il bene degli altri.

    Giulia Anania a Cagliari: la forza dell'amore come linguaggio universale

    Play Episode Listen Later Sep 1, 2025 12:35


    Giulia Anania racconta a Cagliari la sua arte poliedrica tra musica, poesia e illustrazione, mostrando come l'amore diventa strumento di espressione, libertà e partecipazione culturale attiva per tutti. Unica Radio ospita Giulia Anania, artista poliedrica e provocatrice culturale, autrice di brani per grandi nomi della musica italiana e protagonista di un percorso creativo che abbraccia musica, poesia e illustrazione. La sua nuova opera, Rotaje, un graphic poem di forte impatto emotivo, sarà presentata al Ficco d'India di Cagliari nell'ambito dell'evento Lesbicis 2025, dal 28 al 31 agosto, occasione di confronto, inclusività e cultura. Durante l'intervista, Giulia ha raccontato il suo approccio ai diversi linguaggi artistici: «Scrivere una canzone, una poesia o un libro è, per me, molto simile. Ogni forma mi permette di esprimere l'amore nelle sue mille sfumature, creando connessioni profonde con chi ascolta o legge». La parola “accollo”, presente nella sua poetica, simboleggia proprio la capacità di prendersi cura e responsabilità dei sentimenti altrui, un concetto universale che attraversa tutta la sua produzione artistica. Il graphic poem Rotaje nasce dall'urgenza di raccontare l'umanità attraverso immagini e parole: un'esperienza visiva e narrativa che amplifica la libertà creativa rispetto a un romanzo tradizionale. Giulia spiega come il disegno, praticato fin dall'infanzia, sia diventato strumento per affrontare momenti difficili e trasformare emozioni personali in arte condivisa. Rotaje racconta un amore che si svolge tra autobus e spazi urbani, con l'obiettivo di riflettere sull'umanità e sulla bellezza nascosta nei gesti quotidiani. Parallelamente, il suo album Come Loro rappresenta il primo esempio di urban pop italiano, una miscela di esperienze personali e collaborazioni con artisti emergenti e consolidati. Giulia sottolinea come la produzione musicale le permetta di mantenere la propria voce artistica, pur confrontandosi con progetti sociali e collaborazioni con altri interpreti. La sua attività dimostra che è possibile conciliare visione creativa e impegno sociale, creando opere che parlano a un pubblico ampio senza perdere autenticità. La relazione con il contesto culturale italiano resta centrale nel lavoro di Giulia. La sua scelta di partecipare a eventi come Lesbicis e di coinvolgersi in progetti di musica, poesia e illustrazione nasce dalla volontà di promuovere dibattito, inclusione e partecipazione: «Se in una piazza accade qualcosa che possa emozionare, divertire o far riflettere, quella piazza vive davvero». Il pubblico di Cagliari potrà sperimentare dal vivo l'arte di Giulia stasera alle 18.30 al Ficco d'India, un incontro che promette emozioni, poesia e musica in un contesto di condivisione autentica e partecipazione collettiva.

    Alessia Dulbecco a Cagliari con “Il piacere sovversivo”, tra educazione, desiderio e libertà

    Play Episode Listen Later Aug 31, 2025 12:42


    La pedagogista e consulente Alessia Dulbecco presenta a Cagliari il libro "Il piacere sovversivo", un'opera che intreccia storia, educazione e politica del corpo, all'interno dell'evento Lesbeach 2025. Durante LesBeach 2025, in corso a Cagliari dal 28 al 31 agosto, la pedagogista e consulente Alessia Dulbecco ha presentato Il piacere sovversivo. Breve storia della masturbazione, un libro che affronta il rapporto tra corpo, piacere e libertà. L'opera nasce come ampliamento di un articolo pubblicato su una rivista culturale e si trasforma in un testo che scardina tabù antichi, mettendo in luce come l'educazione, la società e le istituzioni abbiano storicamente condizionato la percezione del piacere. Con un approccio accessibile, l'autrice racconta come miti e pregiudizi, come quello secondo cui la masturbazione danneggerebbe la vista, abbiano radici nel Settecento ma siano sopravvissuti nel tempo, influenzando generazioni intere. Il libro si propone come strumento educativo e politico, capace di stimolare nuove riflessioni sul rapporto con il corpo e sulla possibilità di vivere il piacere come parte integrante della libertà individuale. Dal tabù alla pedagogia: il piacere come strumento di emancipazione Secondo Alessia Dulbecco, affrontare la sessualità in chiave educativa significa restituire dignità a un aspetto della vita troppo spesso relegato ai margini. La cultura della performance, che privilegia produttività e razionalità, ha infatti contribuito a mettere in secondo piano la dimensione corporea e affettiva. Questo silenzio educativo ha avuto conseguenze importanti, in particolare sul concetto di consenso, che richiede un vero e proprio processo di apprendimento sociale. Il piacere, sostiene l'autrice, non deve essere interpretato come un rischio o una deviazione, ma come una risorsa per comprendere se stessi e costruire relazioni sane. Parlare di piacere oggi significa rompere con l'idea che il corpo sia un terreno da disciplinare e restituirgli invece valore come luogo di ascolto, desiderio e libertà. Un messaggio alle nuove generazioni e un invito al dialogo Il libro di Dulbecco guarda anche alle nuove generazioni, considerate più consapevoli e meno inclini a ripetere i modelli educativi repressivi del passato. La pedagogista incoraggia i giovani a fidarsi della propria sensibilità, senza lasciarsi schiacciare dalle logiche adulte fondate sulla produttività e sulla paura del corpo. L'esperienza di Dulbecco nei centri antiviolenza e nel lavoro pedagogico ha influenzato profondamente la sua scrittura, trasformando Il piacere sovversivo in uno strumento di riflessione collettiva. Non a caso, la sua presentazione a Cagliari ha assunto i toni di un dialogo aperto, più che di una semplice esposizione, con l'obiettivo di stimolare il confronto e arricchire il pubblico attraverso lo scambio di idee e prospettive.

    Yoko Yamada porta la sua comicità a LesBeach 2025 tra ironia, introspezione e inclusione

    Play Episode Listen Later Aug 30, 2025 7:51


    Yoko Yamada racconta la sua comicità nata dall'incontro tra culture diverse. Dai premi ricevuti ai nuovi spettacoli, fino alla partecipazione a eventi inclusivi come LesBeach 2025 a Cagliari. Yoko Yamada rappresentava una delle voci più sorprendenti della stand up comedy italiana. Nata a Brescia nel 1993 da madre italiana e padre giapponese, ha iniziato il suo percorso nel 2017 e in pochi anni ha conquistato pubblico e critica. Nel 2023 riceveva il premio al Festival della Satira di Forte dei Marmi, un riconoscimento che confermava la sua crescita artistica. La sua comicità nasceva inizialmente dall'incontro tra due mondi culturali molto diversi, con storie familiari che diventavano materia comica. Negli ultimi anni però Yoko stava virando verso una comicità più introspettiva, capace di scavare nei temi personali e universali con leggerezza e profondità. Nei suoi primi spettacoli, come Pizza sul gelato, Yoko affrontava argomenti complessi come la malattia, il coming out e le crisi esistenziali, riuscendo sempre a trasformarli in un'occasione di risata condivisa. Il coraggio di raccontarsi sul palco veniva bilanciato da un'ironia naturale, che le permetteva di affrontare paure e fragilità senza perdere la leggerezza. Per Yoko, far ridere significava ridimensionare le ansie quotidiane, trasformando ogni esperienza in un'occasione di riflessione collettiva. Premi, tour e nuovi progetti per una carriera in crescita Il 2024 segnava un'altra tappa importante: la finale di Italia's Got Talent su Disney+, che la portava sotto i riflettori nazionali. L'artista non nascondeva l'emozione e l'insicurezza tipica della sindrome dell'impostore, ma l'affetto del pubblico le dava conferma del suo talento. L'anno vedeva anche un successo di pubblico con oltre cinquanta date del suo show Mary Poppins e i doni della morte, spettacolo in cui giocava con il contrasto tra leggerezza e oscurità, tra fantasia e paura. Il futuro di Yoko si arricchiva di nuove sfide. Dal 28 novembre 2025 partirà il suo tour Stellina Shintillina, atteso in diverse città italiane, con uno sguardo ancora più profondo sull'introspezione personale. Allo stesso tempo, la comica manifestava il desiderio di avvicinarsi al mondo della recitazione, sia teatrale che cinematografica, per esplorare anche ruoli drammatici. Una scelta che dimostrava la volontà di ampliare il proprio linguaggio espressivo oltre la comicità. Partecipazione a LesBeach 2025 e comicità come inclusione In questi giorni Yoko Yamada è protagonista anche di LesBeach 2025, evento che si svolge a Cagliari dal 28 al 31 agosto negli spazi del Fico d'India. La sua partecipazione porta in scena non solo comicità, ma anche riflessioni sui temi dell'inclusione e dell'identità. Lo spettacolo previsto il 30 agosto alle 23:15 promette di lasciare il pubblico con più domande che risposte, perché per Yoko l'ironia è anche uno strumento per stimolare pensiero critico e confronto. Il percorso di Yoko Yamada si inserisce così nel panorama della comicità femminile italiana come un esempio di originalità e coraggio, capace di unire intimità, satira e leggerezza. Un'artista che non teme di raccontarsi e di trasformare il palcoscenico in uno spazio di condivisione autentica.

    Informalmente edizione del 28 agosto 2025

    Play Episode Listen Later Aug 28, 2025 4:30


    Con uno sguardo attento al mondo accademico e uno stile diretto, il podcast “Informalmente” è un punto di riferimento per chi vive l'università non solo come percorso di studio. È anche un'occasione di crescita culturale e personale. Il notiziario, curato e prodotto da Unica Radio, parla agli studenti e alle studentesse con un linguaggio semplice e diretto. Racconta bandi, progetti e opportunità in modo chiaro e dinamico. In questa edizione del 28 agosto 2025 si parla di ricerca scientifica, innovazione e sport. In questa edizione Le notizie di oggi mettono la Sardegna al centro della scienza. Si parla dell'evento “Verso Einstein Telescope”, delle novità nel Piano strategico 2022-2027 dell'Università di Cagliari e della quarta edizione di USSIC 2025, dove sport e ricerca si incontrano. Verso Einstein Telescope, Sardegna al centro della ricerca Cagliari ha ospitato l'evento “Verso Einstein Telescope: i risultati di TeRABIT e ETIC”. L'incontro ha visto la partecipazione di istituzioni come INAF, INGV, OGS e il consorzio GARR. Sono stati presentati i risultati dei progetti TeRABIT ed ETIC. Grazie ai fondi del PNRR, la Sardegna si sta trasformando in un polo di ricerca scientifica e innovazione. Questo percorso rafforza la candidatura italiana a ospitare il futuro Einstein Telescope per lo studio delle onde gravitazionali. Nuovo Piano strategico per l'Università di Cagliari L'Ateneo di Cagliari aggiorna il proprio Piano strategico 2022-2027 con un sistema di qualità più solido e un piano di comunicazione più efficace. Tra le novità spicca la progettazione di cinque nuovi corsi di laurea e magistrale. Potranno partire dall'anno accademico 2026/2027. Obiettivo: migliorare la didattica e rendere l'università più competitiva a livello nazionale e internazionale. USSIC 2025, scienza e sport insieme Si è chiusa con successo la quarta edizione di USSIC 2025 – Unica Sport Science International Conference, che ha portato in Sardegna ricercatori da 11 Paesi. L'evento, organizzato da Filippo Tocco e Myosotis Massidda, ha offerto simposi internazionali, premiazioni ai giovani ricercatori e attività pratiche. Tra queste anche gare di orienteering e visite alle accademie sportive. Il prossimo appuntamento è nel 2026 e sarà dedicato all'esercizio fisico come prevenzione e terapia.

    Salute mentale e adolescenza: il ruolo della scuola e del digitale nella crescita dei giovani

    Play Episode Listen Later Aug 28, 2025 16:10


    Approfondimento su come insegnanti, psicologi e famiglie possono affrontare le sfide emotive e sociali degli adolescenti, favorendo ambienti sicuri e stimolanti per il loro sviluppo personale e digitale. Le scuole rappresentano oggi il cuore pulsante per la crescita dei giovani, ma spesso si trovano a fronteggiare sfide legate alla salute mentale e alle dinamiche emotive degli studenti. Il progetto Make It Thrive, co-finanziato dalla Commissione Europea nell'ambito di Erasmus+, ha l'obiettivo di offrire strumenti pratici a insegnanti, psicologi e operatori educativi per colmare il divario tra i bisogni degli adolescenti e le competenze del personale scolastico. Il progetto coinvolge diverse scuole in Sardegna e partner internazionali provenienti da Grecia e Portogallo. Attraverso ricerche approfondite, questionari e focus group con studenti tra i 13 e i 17 anni, sono state identificate dieci problematiche principali che incidono sul benessere dei giovani: disturbi alimentari, bullismo e cyberbullismo, autolesionismo, ansia e altre difficoltà emotive. La fase successiva ha permesso di sviluppare strumenti educativi mirati per affrontare queste sfide in maniera efficace, rendendo il percorso scolastico più sereno e consapevole. Ansia e linguaggio emotivo: come dare parole ai sentimenti dei ragazzi Uno degli aspetti centrali emersi è la gestione dell'ansia. Molti adolescenti non hanno ancora sviluppato un vocabolario emotivo adeguato, rendendo difficile comprendere e comunicare i propri stati d'animo. L'educatore e psicologo Paolo Schetter sottolinea l'importanza di insegnare ai ragazzi a riconoscere le emozioni di base e a dare loro un nome. Questo approccio aiuta non solo a gestire situazioni lievi di ansia, ma anche a prevenire problemi più profondi, creando una cultura della consapevolezza emotiva all'interno della scuola. Creare ambienti sicuri e non giudicanti è fondamentale: quando uno studente si sente accettato e ascoltato, può esprimere liberamente le proprie emozioni, raccontare frustrazioni o gioie, e affrontare gli errori come opportunità di apprendimento. La sfida principale per insegnanti e genitori consiste nel favorire la tolleranza, la pazienza e la capacità di accogliere le imperfezioni, elementi essenziali per una crescita equilibrata. Il digitale come strumento di consapevolezza e pensiero critico L'influenza del mondo digitale sulla vita degli adolescenti è enorme. Se da un lato offre opportunità educative senza precedenti, dall'altro crea bolle di informazione e rischi di isolamento. L'obiettivo non è vietare l'uso della tecnologia, ma educare al pensiero critico, stimolando la curiosità, la lettura, l'arte e la musica. Paesi come l'Estonia hanno introdotto l'intelligenza artificiale nelle scuole primarie e secondarie per insegnare un utilizzo consapevole e attivo del digitale, stimolando riflessioni critiche e la capacità di analizzare informazioni diverse. Educare i ragazzi a riflettere, interrogarsi e comprendere il mondo digitale rappresenta una priorità per la formazione di cittadini consapevoli. Come ricordano gli esperti, questo percorso richiede anche che gli adulti imparino a sviluppare la propria capacità di osservazione, ascolto e comprensione, diventando modelli di pensiero critico e gestione emotiva. Il progetto Make It Thrive rappresenta dunque un laboratorio di innovazione educativa, in cui salute mentale, strumenti digitali e formazione emotiva si intrecciano per costruire scuole più inclusive, consapevoli e capaci di accompagnare i giovani nel loro percorso di crescita.

    Carlo Manca presenta l'Officina Film Festival: il cinema sociale e indipendente a Decimomannu

    Play Episode Listen Later Aug 27, 2025 14:04


    Il festival dal 1 al 6 settembre affronta immigrazione, carcere e ambiente, dando spazio a giovani autori sardi e proponendo laboratori creativi per adolescenti e studenti del territorio. Intervista a Carlo Manca. Dal 1 al 6 settembre, Decimomannu ospita la prima edizione dell'Officina Film Festival, la rassegna ideata e organizzata da Oficina Progetti. A presentarla è Carlo Manca, direttore organizzativo, che sottolinea l'importanza di un festival capace di unire la forza narrativa del cinema sociale con l'urgenza di riflettere sui problemi contemporanei. Il cuore della rassegna è un intreccio di serate tematiche che toccano argomenti cruciali: immigrazione, carcere, ambiente e le produzioni della sezione Visioni Sarde, dedicate agli autori isolani. Un calendario che non si limita alla proiezione di opere indipendenti, ma che vuole diventare spazio di confronto e dialogo con il pubblico, coinvolgendo soprattutto le nuove generazioni. Visioni Sarde e un cinema che illumina le zone d'ombra Tra i momenti più attesi della rassegna emerge Visioni Sarde, una selezione di lavori che raccontano la Sardegna attraverso lo sguardo dei giovani registi. La sezione valorizza il talento di chi, pur restando ai margini dei grandi circuiti, riesce a costruire narrazioni originali e di qualità, capaci di coniugare memoria, territorio e innovazione. Allo stesso tempo, l'attenzione al tema del carcere mette in luce storie invisibili che meritano ascolto. Come spiega Carlo Manca, il cinema diventa uno strumento per denunciare le condizioni difficili degli istituti penitenziari e dare spazio a progetti creativi che coinvolgono direttamente i detenuti. Tra questi spiccano laboratori cinematografici che affrontano la ludopatia e altre fragilità sociali, trasformando la visione in occasione di crescita collettiva. Laboratori per adolescenti e il segno di Greca La rassegna non si limita alle proiezioni: i laboratori di cinema rappresentano una parte fondamentale del festival. Disegno, sceneggiatura e riprese diventano strumenti per permettere agli adolescenti di scoprire il linguaggio audiovisivo e partecipare alla realizzazione di un cortometraggio. Un esempio è il progetto “Il segno di Greca”, che unisce storia, tradizione e creatività locale. I ragazzi, guidati da professionisti come Mauro Aragoni, vivono l'esperienza di trasformare la memoria di Santa Greca in narrazione cinematografica, passando dal fumetto alle riprese sul set. L'obiettivo è farli diventare protagonisti di un percorso culturale che valorizza il territorio e al tempo stesso stimola la loro espressività.

    Fabio Carta porta i Franz Ferdinand al Sulky Rock Festival di Sant'Antioco

    Play Episode Listen Later Aug 26, 2025 6:15


    Il 26 agosto l'Arena Fenicia ospita il Sulky Rock Festival: cinque band, tra cui i Franz Ferdinand, riportano il rock internazionale in Sardegna con un evento che unisce passione e visione culturale. Il Sulky Rock Festival torna a Sant'Antioco con una serata che promette energia pura e atmosfere internazionali. Il 26 agosto l'Arena Fenicia ospita i Franz Ferdinand, icona assoluta dell'indie rock europeo, protagonisti di un evento che punta a riportare la Sardegna al centro della scena musicale mondiale. Dietro l'organizzazione c'è Mis Factory, guidata da Fabio Carta e Alberto Murru, realtà che da anni lavora per costruire un ponte tra i grandi palchi internazionali e l'isola, con determinazione e passione. Portare una band di livello globale come i Franz Ferdinand non è stata un'impresa semplice. Le sfide logistiche, dagli spostamenti ai costi, hanno reso l'operazione complessa, ma la volontà di offrire al pubblico sardo un'esperienza irripetibile ha prevalso. L'arrivo della band a Sant'Antioco diventa quindi non solo un concerto, ma un vero traguardo culturale e organizzativo. Un festival che nasce dalla passione per il rock e dal desiderio di rilanciare il genere in Sardegna Il nome stesso, Sulky Rock Festival, rivela la sua natura: un progetto che mette al centro il rock in tutte le sue sfumature. Gli organizzatori, Fabio Carta e Alberto Murru, hanno scelto questo genere non solo per passione personale, ma anche per colmare un vuoto. Negli ultimi anni, infatti, il rock ha perso spazio nei festival sardi, lasciando un pubblico affamato di chitarre, riff e sonorità potenti. La risposta degli spettatori conferma questa intuizione: il festival trova terreno fertile in un'isola che ha ancora voglia di vivere grandi eventi rock. Il sostegno delle istituzioni locali, con l'assessore alla cultura Luca Medau in prima fila, ha reso possibile questa rinascita, trasformando il Sulky Rock Festival in un appuntamento ormai atteso. Cinque band sul palco e un futuro che guarda ancora più in alto La serata del 26 agosto si annuncia come una vera maratona musicale. Le porte dell'Arena Fenicia aprono alle 19, con biglietti disponibili anche al botteghino. A scaldare il pubblico ci saranno i Ray Grot, seguiti dai King Owl, dai Vrongo New e dagli internazionali Molotov, giovane band inglese che porta freschezza e nuove sonorità. Il gran finale è affidato ai Franz Ferdinand, attesi sul palco intorno alle 23, per uno show che promette energia e coinvolgimento. Il Sulky Rock Festival non si ferma qui. L'organizzazione guarda già al futuro, con trattative avviate per portare in Sardegna nuove band internazionali. La volontà è chiara: continuare ad alzare l'asticella e consolidare la reputazione del festival come punto di riferimento per il rock in Sardegna.

    Benessere ed inclusione a Cagliari con l’International Summer Week

    Play Episode Listen Later Aug 25, 2025 7:58


    Dal 28 al 31 agosto oltre 200 giovani provenienti da 38 paesi del mondo si incontrano a Cagliari per discutere di benessere, inclusione sociale e scoprire la Sardegna all'interno della International Summer Week. La città di Cagliari si prepara ad accogliere un evento che trasformerà il capoluogo sardo in un punto di riferimento per la mobilità giovanile internazionale. Dal 28 al 31 agosto si terrà l'International Summer Week, manifestazione organizzata da TDM 2000, che celebra i suoi 25 anni di attività. Circa 200 giovani provenienti da 38 paesi diversi si riuniranno per affrontare il tema centrale del benessere – o wellbeing – attraverso attività formative, momenti di confronto culturale e iniziative di scoperta del territorio. L'obiettivo è quello di creare uno spazio inclusivo in cui i ragazzi possano condividere esperienze, apprendere nuove competenze e valorizzare la dimensione europea della cittadinanza attiva. L'inaugurazione, prevista per il 26 agosto alla Ex Manifattura Tabacchi, vedrà la partecipazione delle istituzioni locali che daranno il benvenuto ufficiale ai partecipanti. Attività educative, escursioni e sport tra Cagliari e l'entroterra Il programma della settimana alterna momenti di riflessione a esperienze pratiche. Nei primi giorni i ragazzi prenderanno parte a laboratori guidati da psicologi e nutrizionisti, affrontando temi legati al benessere psicofisico e allo stile di vita sano. Parallelamente, verranno organizzate visite nei luoghi storici della città, dalle chiese ai monumenti più significativi. Successivamente l'attenzione si sposterà verso l'entroterra, con escursioni in aree poco battute dal turismo di massa. Le attività includono il dragon boat sul lago di San Sebastiano a Isili, una festa conviviale a Nurri sul lago Flumendosa e momenti di relax presso strutture locali. Non mancheranno esperienze legate al mare, con gite a Chia e Villasimius, oltre a sessioni di yoga, tornei di beach volley e beach soccer lungo la spiaggia del Poetto. Global Village e scambio culturale tra i giovani di 38 paesi Un momento particolarmente atteso è il Global Village, che quest'anno si svolgerà a Ussana, presso i Campi d'Arte. Ogni partecipante porterà in Sardegna una parte della propria cultura: piatti tipici, danze, abiti tradizionali e bevande. Si tratta di un'occasione unica per favorire il dialogo interculturale e costruire legami oltre i confini geografici. La presenza di ragazzi e ragazze provenienti non solo dall'Europa ma anche dall'India, dal Brasile e dal Centro Asia arricchisce ulteriormente l'iniziativa, rendendola un crocevia di storie e identità. Anche i giovani sardi e italiani saranno protagonisti, sia come partecipanti che come volontari del Corpo Europeo di Solidarietà, a conferma del ruolo strategico della Sardegna nei progetti di cooperazione giovanile.

    Sant'Antioco accoglie i Franz Ferdinand: “musica, cultura ed economia locale”

    Play Episode Listen Later Aug 24, 2025 8:12


    La seconda edizione del Sulky Rock Festival porta a Sant'Antioco un evento di portata internazionale con i Franz Ferdinand, coinvolgendo turismo, cultura e economia locale, grazie a una location unica e spettacolare. Sant'Antioco si prepara a vivere un'esperienza musicale senza precedenti con la seconda edizione del Sulky Rock Festival, in programma il 26 agosto. Il concerto dei Franz Ferdinand, band internazionale di fama mondiale, rappresenta il momento clou di un evento che unisce passione per la musica rock, valorizzazione culturale e impulso economico per il territorio. L'iniziativa ha visto il coinvolgimento diretto del Comune, guidato dall'assessore alla Cultura e al Parco Archeologico, Gianluca Mereu, e degli organizzatori locali, con l'obiettivo di proporre un festival di alto livello capace di attirare appassionati da tutta la Sardegna e dall'Italia. L'edizione 2025 punta a superare il successo della passata stagione, che aveva visto ospiti i Wolfmother, offrendo al pubblico un concerto di risonanza internazionale. I Franz Ferdinand, con oltre 10 milioni di dischi venduti e inseriti tra le band imprescindibili del rock internazionale, porteranno a Sant'Antioco un pubblico stimato di circa 2.500 spettatori. Oltre all'aspetto musicale, l'evento rappresenta un volano economico per la città, generando flussi turistici, pernottamenti e attività commerciali. L'amministrazione comunale ha investito risorse significative per garantire sicurezza, logistica e gestione ottimale dell'evento, puntando a un'esperienza indimenticabile per tutti i partecipanti. Un festival che unisce cultura e turismo La scelta dell'Arena Finicia come location è strategica e suggestiva. Situata all'interno del Parco Archeologico di Sant'Antioco, la struttura offre un'acustica perfetta e una vista panoramica sul mare, creando un connubio tra musica e valorizzazione del patrimonio culturale locale. Ogni artista che si esibisce qui rimane colpito dalla bellezza e dalla funzionalità della venue, capace di coniugare spettacolo, sicurezza e accessibilità. L'evento non è solo un concerto, ma un'opportunità per vivere Sant'Antioco in tutta la sua dimensione culturale e paesaggistica, stimolando la curiosità dei visitatori e favorendo lo sviluppo economico del territorio. L'assessore Mereu sottolinea come l'amore per la musica rock sia alla base della progettazione del festival. La collaborazione con gli organizzatori, esperti del settore, permette di proporre band di livello internazionale, attrattive non solo per i fan sardi, ma anche per un pubblico europeo. L'obiettivo futuro è consolidare il Sulky Rock Festival come appuntamento fisso nel calendario culturale della Sardegna, mantenendo standard elevati nella scelta degli artisti e nella qualità dell'esperienza offerta. Sant'Antioco, quindi, si conferma meta imprescindibile per gli amanti della musica alternativa, con un evento capace di coniugare spettacolo, economia e valorizzazione culturale. Appuntamento il 26 agosto per vivere dal vivo i Franz Ferdinand tra storia, mare e rock internazionale, in un contesto unico nel panorama musicale sardo.

    In Verticale 2025 con Federico Cozzucoli: “l'arte è comunità e partecipazione a cagliari”

    Play Episode Listen Later Aug 23, 2025 13:32


    La città di Cagliari si prepara ad accogliere la terza edizione del festival In Verticale, un progetto culturale che unisce arte, comunità e nuove tecnologie. L'evento inaugurale, dal titolo Mail Art In Verticale, si terrà giovedì 28 agosto alle 18.30 presso la Passeggiata Coperta del Bastione di Saint Remy, offrendo al pubblico una prima esperienza immersiva di arte verticale, un linguaggio contemporaneo che trasforma immagini, video e cartoline in opere che dialogano con gli spazi urbani e storici. Il festival nasce dall'intuizione di associare la verticalità dei video social alla verticalità dei monumenti cittadini, come la Torre dell'Elefante, simbolo della città e cuore delle proiezioni finali del festival. Federico Cozzucoli, direttore artistico della cooperativa SEMACA, spiega come la manifestazione sia cresciuta fino a coinvolgere non solo artisti di fama, ma anche il pubblico, dai bambini agli adulti, in un percorso creativo partecipativo. “L'arte è comunità e partecipazione”, afferma Cozzucoli, sottolineando come cartoline verticali e video realizzati dai cittadini possano contribuire alla costruzione di un'opera collettiva proiettata sul monumento il 4 ottobre. Mail Art e coinvolgimento del pubblico: un ponte tra tradizione e innovazione La scelta della mail art come linguaggio artistico nasce da un'intuizione del curatore Antonio Spanedda, che ha voluto riportare al centro l'importanza del gesto creativo fisico e del dialogo tra persone. Gli artisti inviano le loro opere per posta, mentre il pubblico può partecipare sia con contributi materiali sia attraverso piattaforme digitali. Questo approccio valorizza la materialità della comunicazione, offrendo una dimensione concreta all'esperienza artistica, pur integrando strumenti moderni come i video verticali. La rassegna, sotto la cura di Spanedda, si distingue anche per il legame con altre regioni: il progetto ha portato l'arte verticale dalla Sardegna al Piemonte, creando un ponte culturale tra territori e confermando il valore innovativo dell'iniziativa. Le installazioni video e cartacee non solo arricchiscono la città, ma permettono agli artisti e ai partecipanti di vivere un'esperienza condivisa, tra dimensione estetica e sociale, rafforzando l'idea di arte come strumento di coesione. Momenti imperdibili e modalità di partecipazione Tra i momenti più suggestivi del festival c'è senza dubbio la proiezione dei video verticali sulla Torre dell'Elefante, un'opera collettiva che rappresenta l'identità della città e la creatività della sua comunità. I visitatori possono contribuire inviando le proprie cartoline o i propri video tramite email o modulo online reperibile sui social dei Monumenti di Cagliari, oppure partecipando fisicamente agli spazi dedicati alla Passeggiata Coperta. L'evento proseguirà fino all'11 ottobre, offrendo esposizioni temporanee e videoinstallazioni partecipative in vari luoghi della città.

    Dentro le ultime colonie penali d'Europa il viaggio di Ferruccio Goia

    Play Episode Listen Later Aug 12, 2025 14:49


    Il regista produttore e fotografo Ferruccio Goia porta sullo schermo insieme ad Alberto Diana Silvia Perra e Gaetano Crivaro un documentario che apre uno squarcio sulle ultime colonie penali attive in Sardegna dove il lavoro e l'isolamento scandiscono la vita dei detenuti in un equilibrio sospeso tra passato e presente. Un documentario che esplora l'isolamento e il lavoro Il film “Nella Colonia Penale” di Ferruccio Goia, diretto da Alberto Diana con la collaborazione di Silvia Perra e Gaetano Crivaro, conduce lo spettatore nel cuore delle colonie penali della Sardegna più remota. Questo documentario di 85 minuti penetra in un sistema carcerario che appare sospeso nel tempo, un regime penale che sopravvive come un retaggio del passato. L'opera, prodotta con attenzione ai dettagli visivi e narrativi, si concentra su tre luoghi simbolo: Isili, Mamone e Is Arenas, tre colonie penali ancora attive in Europa, celate in territori quasi irraggiungibili. Qui i detenuti alternano ore di reclusione a lavori agricoli e di allevamento, oltre alla manutenzione delle strutture stesse. Non emerge la provenienza dei reclusi, né il reato che li conduce in queste strutture, ma il film ne rivela la quotidianità scandita dal contatto diretto con la terra e con gli animali. Il lavoro assume il ruolo di metronomo, segna il passare delle giornate e crea un ritmo lento e costante che avvolge ogni gesto. Maggiori informazioni sul progetto si trovano sul sito ufficiale di Alberto Diana e sulla pagina dedicata di Sardegna Film Commission. Il sistema di controllo che resiste nel tempo Le immagini di Ferruccio Goia e la regia di Alberto Diana catturano la ripetizione del dispositivo di sorveglianza che si mantiene identico da colonia a colonia. Cambiano i volti delle guardie e dei detenuti, ma il sistema rimane stabile, come una struttura che resiste a qualsiasi mutamento sociale o politico. Il documentario osserva con occhio attento le relazioni tra esseri umani e animali, mostrando come il confine tra libertà e prigionia possa sfumare. Nella ex colonia penale dell'Asinara, oggi dismessa, lo sguardo si posa sulle rovine delle prigioni abbandonate, dove il rapporto tra carceriere e carcerato si dissolve, lasciando spazio a una nuova dinamica di confronto: animali liberi e uomini in visita si incontrano in un terreno di simbolica sopraffazione. Questa riflessione sul potere e sul controllo attraversa tutto il film, che si inserisce nel panorama del cinema documentario contemporaneo come un'opera capace di unire valore storico, antropologico e visivo

    “Su Coru si Solidarizzara” unisce sport, musica e comunità per tre cause benefiche

    Play Episode Listen Later Aug 10, 2025 12:22


    Il 31 agosto al Palacus di Cagliari una giornata di sport, spettacolo e solidarietà riunirà artisti, influencer e cittadini per sostenere animali, pazienti oncologici e un ospedale a Gaza. La città di Cagliari si prepara ad accogliere un evento che unisce il sorriso all'impegno: Su Coru si solidarizzarà. Domenica 31 agosto, il Palacus diventerà il palcoscenico di una giornata dove sport, musica e solidarietà si intrecciano per dare vita a un momento unico. Ideata da Giuseppe Siena e Cristian Bascio (FissoRidendo), la manifestazione prenderà il via alle 17 e coinvolgerà un quadrangolare di calcio tra influencer, cantanti, musicisti ed ex calciatori di spicco, come Cossu e Pisano. Ma dietro il divertimento si nasconde un obiettivo più grande: sostenere tre realtà che ogni giorno si impegnano per il bene comune. Tre realtà solidali, un solo cuore Il ricavato dell'evento sarà destinato a tre associazioni. Amici del Branco e degli Stortini accoglie e cura animali disabili o in difficoltà, offrendo loro la possibilità di trovare una nuova casa. Charlie Brown realizza i desideri dei pazienti oncologici e mette a disposizione servizi come l'Armadio del Sorriso o la fornitura di parrucche. Infine, Emergenzi utilizzerà i fondi per supportare un ospedale di Gaza, portando aiuto in un contesto di grave emergenza umanitaria. Sport, web e musica per un fine comune Su Coru si solidarizzarà riuscirà in una sfida non da poco: riunire il mondo del web e quello dello spettacolo in un unico evento, superando rivalità e gelosie per un bene condiviso. La giornata sarà animata da musica, comicità e dalla telecronaca di Vittorio Sanna, con il supporto tecnico di Unica Radio, IaTV e numerosi partner locali. L'ingresso sarà a offerta libera, con la possibilità di contribuire direttamente alle cause benefiche. L'atmosfera che si respirerà sarà di leggerezza e partecipazione, ma con la consapevolezza di fare qualcosa di concreto per chi ha bisogno. Aggiornamenti e dettagli sono disponibili sulla pagina ufficiale Su Coru si solidarizzarà, dove è possibile trovare informazioni su programma e punti di raccolta delle offerte.

    Il costume teatrale tra arte, rito e innovazione: intervista a Emilio Ortu Lieto

    Play Episode Listen Later Aug 9, 2025 16:04


    Emilio Lieto Ortu racconta la sua Controstoria del costume teatrale, svelando l'evoluzione poetica e rivoluzionaria del costume come elemento essenziale dell'arte scenica e del rito teatrale. Il costume teatrale non è solo un abito, ma una forma d'arte che dialoga con la storia, la poesia e l'anima del teatro. Emilio Lieto Ortu, scenografo e costumista con oltre 35 anni di esperienza internazionale, ci guida in un viaggio attraverso la sua Controstoria del costume teatrale, un saggio che rompe con le narrazioni tradizionali accademiche per riscoprire il costume come rito e linguaggio visivo autonomo. Lieto Ortu evidenzia come il costume teatrale non sia mai stato solo una riproduzione della moda quotidiana: fin dalle origini del teatro greco, infatti, i costumi rappresentano elementi di un rito antico e complesso, lontani dal semplice abbigliamento di tutti i giorni. Questa distinzione è cruciale per comprendere il valore e la funzione rivoluzionaria del costume sulla scena, che diventa strumento poetico e eversivo all'interno di uno spettacolo totale dove si uniscono musica, testo, regia e recitazione. Il percorso creativo di un costumista come Emilio si fonda su una solida documentazione storica e filologica, ma parte da questo studio per spingersi verso un'astrazione artistica che risponda alle esigenze profonde del personaggio e dello spettacolo. Il costume diventa così una “seconda pelle” psicologica e spirituale, capace di comunicare emozioni e significati invisibili. Il suo impatto visivo, infatti, è immediato e fondamentale, poiché il teatro si basa sulla contemplazione visiva oltre che sull'aspetto sonoro e narrativo. Nel suo saggio, Lieto Ortu sottolinea anche la dimensione antropologica e psicomagica del teatro, dove il rito scenico diventa mezzo di catarsi per il pubblico e gli artisti, una pratica che ricompone le frammentazioni della realtà quotidiana attraverso l'energia collettiva di attori, registi, musicisti e tecnici. È questo processo sinergico a rendere unico ogni spettacolo e a mantenere vivo il linguaggio del costume teatrale. Guardando al futuro, Lieto Ortu individua nelle recenti tendenze una crescente attenzione agli aspetti materici e poetici del costume, con ricerche innovative su tessuti, colori e luci. Pur riconoscendo una fase di crisi culturale e sociale del teatro, il costumista vede ancora ampio spazio per la creatività e la sperimentazione, elementi indispensabili per mantenere il costume teatrale come arte viva e pulsante.

    DramaQueer: ironia e verità in un beat hyperpop con “Gymbro”

    Play Episode Listen Later Aug 8, 2025 8:20


    Tra estetica, identità e provocazione, il duo DramaQueer rompe i cliché della comunità LGBTQ+, e non solo, con “Gymbro”, un brano che mescola ironia tagliente, hyperpop esplosivo e uno sguardo sincero sulla realtà queer contemporanea. Il panorama musicale italiano si arricchisce di nuove voci, e tra queste spiccano senza dubbio i DramaQueer, alias Davide aka Lannister e Matthias aka Shoot&M. Due performer audaci, coloratissimi e fuori da ogni convenzione, che hanno debuttato nel 2024 con un'identità musicale e visiva già potentissima. Il loro singolo "Gymbro” è una vera provocazione in chiave ironica: un mix esplosivo di hyperpop, techno e riferimenti visivi alla cultura queer da palestra. “Sappiamo quanto nella comunità LGBT+ ci sia pressione sull'estetica. Tre chili in più sembrano cento in più”, raccontano. E la palestra? Diventa lo scenario perfetto per incontri, sguardi ambigui e metafore contemporanee. Musica elettronica, autotune e tanta verità I DramaQeer non si limitano a fare musica: costruiscono un immaginario. “Siamo performer prima ancora che cantanti. Il nostro obiettivo è far ballare, far divertire, ma anche far riflettere,” spiegano. Il loro suono è fortemente influenzato dalla scena pop attuale, tra distorsioni vocali, autotune e una vena sonora che richiama le piste da ballo europee. Il progetto è tanto musicale quanto visivo. Ogni uscita è pensata come uno show, un'esperienza artistica a tutto tondo, con una presenza scenica carismatica e mai banale. Nei testi parlano di ghosting, relazioni tossiche, immagine corporea, e lo fanno con una scrittura pungente, onesta e, sì, a volte anche scomoda. “Quando pensiamo ‘forse questa cosa è troppo', allora capiamo che dobbiamo assolutamente dirla.” La missione dei DramaQueer? Portare i loro show ovunque Il loro sogno è chiaro: suonare al Nora Festival, affiancare grandi artisti italiani, e soprattutto portare il loro spettacolo in giro per l'Italia. “Vogliamo vedere la gente ballare con noi, divertirsi, sentirsi libera.” E se potessero parlare con un politico? “Diremmo di ascoltare "Gymbro" con attenzione, anche se fa ballare. Perché dietro la leggerezza c'è una realtà vera. E noi questa realtà la raccontiamo ogni giorno.” Gym Bros e cheerleader: il cuore dietro al progetto Infine, i loro veri Gym Bros non sono bodybuilder scolpiti, ma amici, familiari, alleati che li supportano quando i riflettori si spengono. “Più che Gym Bros, sono cheerleader. E magari la prossima canzone si chiamerà proprio così.”

    ClimaX Sardegna 2025: Costruire Giustizia Energetica

    Play Episode Listen Later Aug 3, 2025 13:02


    ClimaX Sardegna 2025: energia, giustizia e inclusione per il futuro dell'isola Dal 10 al 12 ottobre 2025, Cagliari ospiterà ClimaX Sardegna, una tre giorni di laboratori, workshop e assemblee organizzata da Transistor, rete nazionale di hub locali per la transizione ecologica equa. L'iniziativa si svolgerà presso il Laboratorio di Ecologia Urbana “Enrico Corti”, nella MEM (Mediateca del Mediterraneo), in via Mameli 164. L'obiettivo dell'evento è quello di costruire strategie concrete e partecipate che mettano al centro giustizia sociale, equità e partecipazione attiva nella gestione e trasformazione del sistema energetico sardo. Un evento aperto a tutte le realtà attive per il cambiamento ClimaX Sardegna è pensato come uno spazio di ascolto e dialogo aperto a cittadinanza, attivistə, movimenti e realtà locali. Ogni voce è importante nella costruzione di un modello di sviluppo basato su energie rinnovabili, giustizia climatica e inclusione sociale. Saranno benvenuti contributi su temi quali: ambiente e territorio spazi urbani sostenibili diritti e minoranze lotte sociali transizione ecologica partecipata Dalla teoria alla pratica: laboratori, assemblee e progettazione collettiva Il percorso di ClimaX sarà articolato in tre fasi: Ascolto e ispirazione, con interventi di esperti e attivistə su clima, energia e questioni sociali Laboratori tematici, per analizzare il contesto sardo e individuare azioni urgenti Progettazione collettiva, per dar vita a proposte concrete e creare nuovi gruppi d'azione locali Partecipa e porta il tuo contributo La partecipazione è gratuita, con ospitalità garantita per chi arriva da fuori Cagliari. È richiesta la registrazione al seguente link: forms.gle/wCoYuAeqU3A8vRYEA

    Cagliari inaugura il Laboratorio di Ecologia Urbana “Enrico Corti”

    Play Episode Listen Later Aug 2, 2025 14:04


    Un laboratorio urbano per ripensare l'ambiente e la città Con l'obiettivo di promuovere un pensiero collettivo sulle trasformazioni della città e dell'ambiente, il Comune di Cagliari ha inaugurato il nuovo Laboratorio di ecologia urbana (Leu) “Enrico Corti”. Questo spazio pubblico nasce come punto di incontro tra istituzioni, cittadine e cittadini, esperte ed esperti, per affrontare in modo condiviso le grandi sfide urbane e climatiche del nostro tempo. Il Laboratorio si propone come un luogo di confronto, ricerca e immaginazione collettiva, capace di accogliere differenze e divergenze per costruire un futuro più sostenibile, equo e partecipato. Il primo evento: arte urbana per salvare il pianeta In occasione della sua inaugurazione ufficiale, il Leu ha ospitato la presentazione del libro “Arte sui muri per salvare il pianeta”, della geografa Stefania Benetti. L'evento, a ingresso libero, ha visto la partecipazione dell'autrice in dialogo con la geografa sarda Alice Salimbeni, in un confronto aperto con il pubblico sul ruolo della street art ecologista nella narrazione e denuncia delle crisi ambientali. Il volume analizza come murales e graffiti trasformino i muri delle città italiane in veri strumenti di comunicazione visiva, popolati da balene, orsi, alberi e simboli della crisi climatica. Un'arte accessibile e potente, capace di parlare a tutti e coinvolgere collettivamente nella tutela dell'ambiente. Cultura, immaginazione e partecipazione per la giustizia ambientale Durante l'incontro, Matteo Lecis Cocco Ortu, assessore alla Pianificazione strategica, urbanistica e ambientale, ha evidenziato il valore politico della street art ecologista come strumento di partecipazione civica. “I muri delle città raccontano le paure, le speranze e le lotte di una generazione che vuole un mondo giusto”, ha dichiarato. L'iniziativa, curata dall'associazione Mesu, si inserisce nel progetto più ampio del Laboratorio di Ecologia Urbana “Enrico Corti”, pensato per riflettere su disuguaglianze ambientali, diritto alla città e giustizia ecologica. Attraverso eventi culturali, dialoghi pubblici e ricerca condivisa, Cagliari si afferma come città sensibile alle sfide ambientali, capace di coniugare arte, impegno sociale e partecipazione civica.

    Un mare di emozioni 2025: inclusione al Poetto

    Play Episode Listen Later Aug 1, 2025 9:38


    “Un mare di emozioni 2025”: oltre 250 persone con disabilità già accolte alla spiaggia del Poetto grazie al progetto inclusivo di ANMIC Cagliari Cagliari, luglio 2025 – In appena un mese dall'avvio, il progetto “Un mare di emozioni 2025” ha già raggiunto un risultato importante: oltre 250 persone con disabilità hanno potuto godersi il mare gratuitamente, in un contesto sicuro e accessibile, grazie all'impegno di ANMIC Cagliari. Lo stabilimento Golfo 7 del Poetto è il cuore dell'iniziativa. Per il quarto anno consecutivo, ANMIC mette a disposizione 20 postazioni attrezzate per accogliere ogni giorno decine di persone con disabilità e i loro accompagnatori. Tutto è pensato per eliminare le barriere: passerelle fino alla battigia, pedane solarium, docce e spogliatoi accessibili, oltre a sedie da mare speciali (job) per facilitare l'ingresso in acqua. A rendere speciale questo progetto, però, non sono solo le strutture. È il clima di accoglienza, rispetto e umanità che si respira in spiaggia. Molti partecipanti hanno raccontato l'emozione di potersi sentire finalmente liberi, accolti e curati. “Un progetto che ci fa sentire meno soli”, dice una socia. In linea con i suoi valori, ANMIC sottolinea che il mare non è un privilegio, ma un diritto. Come afferma il presidente Teodoro Rodin, l'iniziativa rappresenta lo spirito dell'associazione: azioni concrete per l'inclusione, anche nei momenti di svago. Novità di quest'anno è la collaborazione con il Comune di Cagliari. Grazie al progetto Estate Solidale, ogni martedì e giovedì mattina sarà presente in spiaggia un Operatore Socio Sanitario (OSS) e due assistenti ai bagnanti. Un supporto pratico per accompagnare le persone in acqua in totale sicurezza. “Un mare di emozioni” è un esempio virtuoso di sinergia tra enti pubblici, terzo settore e cooperative sociali. Dimostra come l'inclusione, quando è pianificata e condivisa, può diventare quotidiana.

    In viaggio con il Mongol Rally. Il racconto di Luca Frongia tra ostacoli, sorrisi e sogni

    Play Episode Listen Later Jul 31, 2025 7:30


    Da confini sbarrati a cene improvvisate con sconosciuti: il racconto di una corsa solidale e culturale che attraversa l'Eurasia. L'auto? Non convenzionale. Lo spirito? Inarrestabile. Nel cuore del deserto turkmeno, in un bar con Wi-Fi clandestino, Luca Frongia racconta in diretta a Unica Radio il suo incredibile viaggio attraverso il Mongol Rally. Partito dall'Europa, insieme a un team italo-norvegese-australiano, sta attraversando oltre venti paesi su un'auto non convenzionale. La corsa, infatti, impone regole precise: veicoli piccoli, percorsi imprevedibili e uno spirito solidale che sostituisce ogni forma di assistenza ufficiale. «Siamo nel nostro quindicesimo paese, il Turkmenistan», racconta Luca, «un luogo affascinante, raro da visitare, dove ogni città ha regole incredibili come quella di Ashgabat, in cui tutto dev'essere bianco, dalle auto agli edifici». Il viaggio finora ha mostrato l'ospitalità dei popoli, la curiosità di chi non conosce il Rally ma si ferma a offrire aiuto, indicazioni, o semplicemente a firmare il cofano della macchina, ormai coperto di nomi e messaggi da ogni angolo del mondo. Imprevedibilità, cultura e problemi da risolvere ogni giorno Tra i momenti più complessi c'è stato il passaggio dal confine russo-kazako: problemi con i visti hanno costretto Luca e il suo equipaggio a vendere temporaneamente l'auto e attraversare a piedi, prima di riprenderla più avanti. Ma è proprio in queste difficoltà che si fa spazio l'anima del Rally: «Abbiamo visto la solidarietà vera», dice, «persone che ci prestavano contanti per poter fare benzina, quando le carte non funzionavano e cambiare denaro era quasi impossibile». Ogni deviazione si trasforma in scoperta. L'Iran è saltato per motivi burocratici, ma ciò ha portato il gruppo a esplorare il nord della Russia. «In un villaggio una signora ci ha venduto la benzina e ci ha poi invitati a cena. Abbiamo capito forse l'un per cento delle sue parole, ma il senso era chiaro: accoglienza e umanità superano qualsiasi barriera linguistica o politica». La macchina resiste, la musica accompagna, lo spirito cresce L'auto, una vecchia utilitaria, ha affrontato strade sterrate, deserti sabbiosi e guasti tecnici, come un tubo della benzina rotto. Riparata in trenta minuti da un meccanico georgiano, è tornata in pista, pronta per affrontare anche i 50 km di off-road tra Kazakistan e Turkmenistan. La musica non manca: dal rock italiano agli animati, ogni canzone alimenta l'entusiasmo e la determinazione. «Il Mongol Rally non è solo un viaggio su ruote», conclude Luca, «è un modo per imparare a vivere la complessità del mondo con leggerezza e curiosità. Dove non arriva il GPS, arriva la relazione umana». Prossime tappe? Il cratere del fuoco di Darvaza, poi Buchara, in Uzbekistan. Il viaggio continua, tra cultura, sorpresa e la certezza che, anche quando manca internet, c'è sempre un modo per comunicare. E forse è proprio lì, tra un pasto condiviso e un prestito improvvisato, che nasce l'Europa più vera.

    Il viaggio di Vittorio Sanna, tra poesia e radio: un reading per risvegliarci

    Play Episode Listen Later Jul 30, 2025 11:46


    A 22 anni dalla prima edizione, Il viaggio di Vittorio Sanna torna in una nuova veste. Un progetto intimo, teatrale e itinerante per raccontare la vita attraverso emozione, memoria e relazione. C'è un momento in cui le parole non bastano più e devono farsi suono, sguardo, presenza. Vittorio Sanna, giornalista, autore sardo, voce storica dello sport, riporta in scena Il viaggio, libro pubblicato per la prima volta 22 anni fa e oggi pronto per una nuova vita. Una nuova edizione, ma anche una proposta culturale che diventa reading itinerante, esperienza sensoriale, dialogo umano. Tutto nasce quasi per caso, da una rilettura del testo da parte di Matteo Ghiani, che ne ha colto la forza ancora attuale. Da lì, il desiderio di rivolgersi a un nuovo pubblico: «Chi leggerà questo libro oggi – spiega Sanna – sarà diverso da chi l'ha letto vent'anni fa». Il protagonista del libro è un ragazzo in coma. Attorno a lui, la vita, la memoria, gli affetti che cercano di riportarlo indietro. Vittorio Sanna racconta con poesia, prosa, sensibilità narrativa la possibilità che anche ciò che sembra ordinario – come una radiocronaca sportiva – possa contenere un'energia straordinaria. Un'energia che cura, risveglia, cambia. Parole, musica e odori: il viaggio diventa esperienza viva Nel libro, e ora anche nel reading, le emozioni si fanno corpo attraverso suoni, immagini, profumi, costruendo un ponte sensoriale tra il protagonista e il pubblico. «La multimedialità – afferma l'autore – è fondamentale, sia nell'educazione che nella comunicazione. L'idea è quella di aiutare anche chi non legge, chi non ascolta, a sentire comunque qualcosa». Il progetto diventa così accessibile, intimo e collettivo allo stesso tempo. Un'opportunità di incontro, anche nei contesti più inattesi: una sala di biblioteca, una festa di compleanno, un centro culturale o una scuola. Non è solo un viaggio letterario, ma un percorso emotivo. Un modo per riscoprire la presenza, la relazione, la memoria condivisa in un'epoca in cui i social sembrano sostituire lo sguardo diretto e il silenzio condiviso. «Oggi ci mancano le emozioni vere – dice Sanna – e questo reading può essere un'occasione per recuperarle». Tra campioni e cadute: raccontare la fragilità come forza Nel suo mestiere di giornalista, Vittorio Sanna ha raccontato lo sport, la passione, la fatica. Ma in questo libro la narrazione si sposta su un piano più interiore: «Che tu parli di un campione o di un uomo in coma, stai sempre raccontando una risalita. La vera forza – aggiunge – non è nel successo, ma nel rialzarsi dopo una caduta». Il viaggio si rivolge a chi si sente perso, fermo, smarrito. Ai giovani e a chiunque cerchi un motivo per ricominciare. «La crescita – conclude Sanna – è affrontare ciò che non conosciamo. È da lì che nasce qualcosa di nuovo». Chi desidera portare il reading nel proprio territorio può contattare direttamente l'autore. Basta poco: «Un gruppo di persone curiose, l'interesse per le emozioni, e la voglia di condividere».

    Conferenza Regionale: Cittadini di Paesi terzi nei comuni sardi

    Play Episode Listen Later Jul 26, 2025 12:55


    Nel corso della Conferenza Regionale sull'Immigrazione del 4 luglio 2025, è stato presentato un quadro aggiornato sulla presenza dei cittadini di Paesi terzi nei comuni della Sardegna, tra bisogni, opportunità e prospettive. Durante la Conferenza Regionale sull'Immigrazione è stato presentato un focus dettagliato sulla presenza dei cittadini di Paesi terzi nei comuni della Sardegna. L'incontro, supportato da dati aggiornati e testimonianze dirette, ha fornito uno spaccato importante sul ruolo crescente delle popolazioni migranti nei territori locali. Secondo le analisi illustrate, i cittadini provenienti da Paesi extra-UE sono presenti in modo significativo in molte aree della regione, sia nei grandi centri urbani che nei piccoli comuni. Le comunità più numerose provengono da Senegal, Marocco, Nigeria, Pakistan, Ucraina e Bangladesh, con una distribuzione che varia tra costa e interno. La realtà nei territori: criticità e contributi Nel corso del dibattito, è emerso come la presenza migrante rappresenti una risorsa fondamentale per molti comuni colpiti da spopolamento e invecchiamento demografico. Tuttavia, restano forti criticità legate alla carenza di servizi, alla fragilità abitativa, alla scarsa integrazione linguistica e culturale, e alla mancanza di politiche locali strutturate. Molti comuni faticano a garantire servizi adeguati di mediazione culturale, formazione linguistica, assistenza sanitaria e accesso al lavoro. Spesso, le amministrazioni locali si trovano isolate e senza risorse sufficienti per affrontare le sfide dell'inclusione. Le proposte emerse Dal confronto tra istituzioni, operatori e comunità migranti sono emerse alcune proposte condivise. Tra queste, la necessità di rafforzare la collaborazione tra Regione e Comuni, promuovere reti territoriali di accoglienza e istituire osservatori locali sull'integrazione. I partecipanti hanno inoltre suggerito di valorizzare il contributo delle associazioni di migranti, garantire trasparenza e continuità nei fondi per l'integrazione e avviare percorsi di cittadinanza attiva nei territori. Il quadro presentato conferma che la presenza dei cittadini di Paesi terzi in Sardegna è una componente strutturale della società regionale. Per costruire una convivenza equa e sostenibile, è essenziale agire su più livelli: locale, regionale e nazionale. Il futuro dell'integrazione passa dalla capacità dei territori di trasformare la diversità in opportunità e i migranti in protagonisti del cambiamento.

    Il viaggio creativo di Mirko Loi e la nascita di un progetto unico

    Play Episode Listen Later Jul 26, 2025 18:52


    La storia di Mirko Loi e l'evoluzione di un progetto che unisce arte cultura e comunità in modo originale con eventi corsi mostre e iniziative che coinvolgono appassionati di arte e non solo valorizzando la cultura Il racconto inizia con Mirko Loi, figura centrale di questo ambizioso progetto culturale. Mirko Loi esplora la combinazione tra intrattenimento e arte quando concepisce la Ruota Della Fortuna come installazione multisensoriale pubblica. Il progetto sviluppa un'esperienza che fonde gioco, riflessione e partecipazione sociale, attirando l'attenzione della città, dei media locali e dei promotori culturali. Mirko Loi mescola arte contemporanea, performance pubblica e coinvolgimento urbano, ottenendo un'opera dinamica che gira letteralmente tra passanti e spettatori, rendendo la città di Cagliari un palcoscenico culturale. In questo contesto la Ruota diventa simbolo di scelte, casualità e narrazione visiva. Il sostegno degli orari di apertura agli eventi e delle sedi pubbliche agevola la partecipazione: eventi in Cagliari o sedi dell'Associazione che permettono alle persone di incontrarsi, discutere e vivere l'arte attivamente. L'identità dell'associazione attività scopo e pubblico L'associazione si dedica a promuovere arte visiva, pittura e disegno, organizzando corsi, mostre, workshop e performance artistiche. Si occupa di formazione attraverso i corsi tenuti negli studi, destinati ad appassionati, principianti e artisti affermati. L'associazione promuove mostre collettive, laboratori ed eventi aperti al pubblico. Il lavoro include l'ideazione di progetti culturali quali la Ruota Della Fortuna, mostre temporanee e l'offerta di corsi di disegno e pittura. Lo scopo principale consiste nel favorire l'accesso all'arte per una pluralità di persone, sia attraverso esposizioni, sia tramite formazione. Nell'ambito dei corsi, l'offerta spazia da lezioni di pittura ad acquerello, olio su tela e tecniche miste, disegno dal vivo, storia dell'arte e dialoghi artistici. Il pubblico comprende adulti, giovani, famiglie e chi desidera approfondire linguaggi visivi in modo consapevole. Nature delle esposizioni e criteri di partecipazione Le mostre che realizziamo includono esposizioni collettive tematiche e individuali in presenza, rivolte ad artisti emergenti e professionisti. Ogni mostra segue descrizione del progetto artistico, coerenza con il tema scelto, e coinvolgimento attivo nel processo curatorial della sede. Si Selezionano opere legate a pittura, disegno, arte visiva contemporanea. La sede dell'Associazione ospita periodi espositivi in location interne ed esterne. I partecipanti devono dimostrare interesse e preparazione, inviare dossier con immagini e descrizioni delle opere. Consapevolezza prima dell'approccio artistico Prima di avvicinarsi all'arte, in particolare alla pittura e al disegno, è importante acquisire consapevolezza di sé, motivazioni e obiettivi. Serve riflettere sul perché si vuole dipingere o disegnare: desiderio di comunicare emozioni, esplorare tecniche, raccontare una propria visione. Occorre conoscere i materiali: tipi di carta, acquerelli, colori acrilici, olio, supporti, pennelli. È utile seguire corsi base che introducono concetti di luce, composizione, colore e prospettiva. Anche comprendere il linguaggio dell'arte contemporanea e la storia dell'arte aiuta a collocarsi nel panorama creativo. incoraggiamo a fare esperienza pratica, frequentare eventi e corsi appositi, avvicinandosi all'arte in modo giocoso e leggero. Per maggiori dettagli sull'associazione "La Ruota della Fortuna" non perdere l'intervista integrale su Unica Radio.it

    Conferenza Regionale: migrazioni e mercato del lavoro

    Play Episode Listen Later Jul 25, 2025 76:18


    Durante la Conferenza Regionale sull'Immigrazione del 4 luglio 2025, si è discusso del ruolo dei migranti nel mercato del lavoro sardo, tra integrazione, diritti, competenze e nuove sfide occupazionali. Il 4 luglio 2025, nell'ambito della Conferenza Regionale sull'Immigrazione, si è tenuto un importante incontro dedicato al rapporto tra migrazioni e mercato del lavoro. L'iniziativa ha visto la partecipazione di esperti del lavoro, sindacati, imprenditori, rappresentanti delle istituzioni e membri delle comunità migranti, con l'obiettivo di analizzare criticità e opportunità legate all'inserimento lavorativo dei migranti in Sardegna. Il dibattito ha messo in evidenza il ruolo fondamentale dei lavoratori stranieri in settori chiave dell'economia regionale, come agricoltura, edilizia, logistica, turismo e cura alla persona. Tuttavia, sono emerse anche numerose problematiche: dalla precarietà contrattuale allo sfruttamento, passando per il mancato riconoscimento delle competenze professionali maturate nei Paesi d'origine. Sfide e prospettive per l'integrazione lavorativa Le difficoltà principali segnalate riguardano l'accesso al lavoro regolare, la burocrazia legata ai permessi di soggiorno, la scarsa formazione linguistica e la mancanza di servizi di orientamento professionale pensati specificamente per i migranti. A questi ostacoli si aggiungono fenomeni di discriminazione sistemica e condizioni di fragilità abitativa, che incidono negativamente sulla stabilità lavorativa e sull'inclusione sociale. Per affrontare queste sfide, i partecipanti hanno proposto di rafforzare i percorsi di formazione professionale, migliorare i servizi di accompagnamento al lavoro e incentivare il riconoscimento delle qualifiche acquisite all'estero. È stato inoltre suggerito di promuovere reti territoriali tra enti pubblici, imprese e terzo settore, e di tutelare attivamente i diritti dei lavoratori migranti, attraverso un efficace sistema di monitoraggio e contrasto allo sfruttamento. Un'economia più giusta e inclusiva L'incontro ha evidenziato come la presenza migrante rappresenti una risorsa per l'economia regionale, non un'emergenza. Investire in integrazione attiva, formazione continua e tutela dei diritti non solo migliora la qualità del lavoro, ma contribuisce a una società più equa, dinamica e coesa. La Conferenza Regionale Immigrazione 2025 ha lanciato un messaggio chiaro: lavoro e inclusione devono procedere insieme. Solo attraverso politiche strutturate, partecipazione e responsabilità condivisa sarà possibile costruire un modello di sviluppo che riconosca il valore di ogni persona, indipendentemente dalla sua origine.

    Intervista ad Antonio Murru, fondatore di Is Mascareddas

    Play Episode Listen Later Jul 25, 2025 11:07


    Fondata nel 1980 da Antonio Murru e Donatella Pau, Is Mascareddas ha rivoluzionato il panorama teatrale sardo valorizzando il Teatro di Figura. La compagnia ha contribuito alla diffusione di questa antica arte, spesso poco conosciuta sull'isola, con produzioni innovative e partecipazione a festival internazionali. Fin da subito, Is Mascareddas ha avuto un ruolo di primo piano nella diffusione di questa forma teatrale, organizzando eventi, festival e collaborando con compagnie italiane e internazionali. Nel 1999 la compagnia ha inaugurato la Biblioteca Yorick. Un archivio unico in Europa con circa 4.000 volumi su teatro di animazione provenienti da tutto il mondo. Nel 2008, Is Mascareddas ha inaugurato il Teatro Mo.Mo.Ti a Monserrato, un luogo dedicato al teatro, al cinema e all'arte internazionale. Dopo una ristrutturazione nel 2012, il teatro è stato reso accessibile a tutti, senza barriere architettoniche. Questo spazio rappresenta oggi un punto di riferimento per il teatro di figura in Sardegna e oltre. Is Mascareddas ha realizzato numerosi spettacoli, partendo dal tradizionale teatro di burattini e spingendosi verso nuove tecniche di animazione. Tra le produzioni più importanti ci sono La Giara di Pirandello (1985) e Rebecca. Le avventure di una gallina (2000), uno spettacolo senza parole. Negli anni '90 è nata la figura di Areste Paganòs, un burattino sardo protagonista di una trilogia che affronta temi come la faida, la balentìa e il banditismo. Nel 2007 è stato il turno di Giacomina e il popolo di legno, ispirato alle opere di Eugenio Tavolara e Tosino Anfossi. Tra le produzioni per adulti spiccano Le Mosche (2009), ispirato a William Golding, e A Regime di brezza (2009). La nostra intervista con Antonio Murru ha toccato diversi temi centrali che raccontano il valore e l'unicità di questa forma teatrale spesso sottovalutata. Uno degli argomenti principali è stata la potenza espressiva del teatro con i burattini, considerato un linguaggio artistico completo e capace di emozionare tanto quanto il teatro tradizionale. Grande attenzione è stata dedicata anche ad uno dei personaggi simbolo della compagnia, il burattino Areste Paganòs. L'intervista ha affrontato inoltre anche l'importanza di avvicinare un pubblico sempre più vasto. In particolare le famiglie, invitando genitori e bambini a scoprire il teatro di figura come un'esperienza unica e coinvolgente per tutte le età. Non sono mancati i riferimenti alle esperienze internazionali di Is Mascareddas, dove la compagnia ha portato con orgoglio un pezzo di Sardegna, ricevendo grande interesse e apprezzamento.

    Conferenza Regionale: i giovani e la costruzione del futuro

    Play Episode Listen Later Jul 24, 2025 52:00


    Durante la Conferenza Regionale sull'Immigrazione, i giovani sono stati al centro del dibattito, offrendo proposte, visioni e riflessioni sulla costruzione di un futuro equo, multiculturale e partecipato in Sardegna. Il 4 luglio 2025, nell'ambito della Conferenza Regionale sull'Immigrazione, si è svolto un incontro speciale dal titolo “Il futuro è qui: i giovani e la costruzione del futuro”. L'iniziativa ha visto protagonisti giovani italiani e di origine straniera, studenti, attivisti, educatori e rappresentanti delle istituzioni. Il tema centrale è stato il ruolo delle nuove generazioni nella trasformazione della società sarda in una direzione più aperta, equa e interculturale. Attraverso testimonianze, interventi e laboratori partecipativi, i giovani hanno raccontato le proprie esperienze quotidiane di integrazione, le sfide vissute tra scuola, lavoro e cittadinanza, ma anche le loro aspirazioni e idee per il futuro. Le parole chiave dell'incontro: partecipazione, inclusione, identità I giovani hanno evidenziato la necessità di essere ascoltati, coinvolti attivamente nei processi decisionali e riconosciuti come parte integrante del tessuto sociale. Hanno parlato di identità plurali, del bisogno di spazi in cui poter esprimere liberamente la propria cultura e dei limiti ancora presenti nei contesti educativi, istituzionali e lavorativi. Sono emerse proposte chiare: educazione interculturale, accesso equo alle opportunità, politiche giovanili inclusive, valorizzazione della diversità, supporto alla creatività e all'autoimprenditorialità, lotta contro ogni forma di discriminazione. L'incontro ha mostrato quanto i giovani siano pronti a contribuire attivamente alla costruzione di una Sardegna accogliente e dinamica, capace di valorizzare ogni esperienza di vita come risorsa collettiva. “Il futuro è qui” non è solo un titolo, ma una dichiarazione d'intenti. I giovani, migranti e non, chiedono spazi, diritti e fiducia. Sono pronti a partecipare, creare e innovare. Le istituzioni hanno ora il compito di trasformare le loro voci in politiche concrete, capaci di costruire una società più giusta, inclusiva e multiculturale. Il coinvolgimento dei giovani nella Conferenza Regionale sull'Immigrazione ha dimostrato quanto sia fondamentale dare spazio alle nuove generazioni nella definizione delle politiche pubbliche. Ascoltare le loro esperienze e valorizzare le loro idee rappresenta un passo essenziale verso una Sardegna inclusiva, dove ogni individuo, indipendentemente dalle proprie origini, possa sentirsi parte attiva della comunità. Il futuro non è un orizzonte lontano: è fatto di scelte concrete che iniziano oggi. La partecipazione giovanile deve essere sostenuta, ascoltata e tradotta in azioni, affinché i valori di uguaglianza, solidarietà e diversità diventino realtà quotidiana.

    Immaginare futuri possibili: l'arte generativa di Felice Colucci a ImagoMare

    Play Episode Listen Later Jul 24, 2025 12:59


    Dall'intelligenza artificiale alla musica analogica, Felice Colucci racconta come si costruiscono scenari futuri tra arte, scienza e umanesimo. Dal 24 al 29 luglio a Bari Sardo e Ilbono, il festival ImagoMare. Felice Colucci è una figura di confine. Ingegnere elettronico, artista, esperto di computer vision e intelligenza artificiale generativa, è tra i protagonisti della prima edizione di ImagoMare, il festival di media art relazionale che si svolgerà dal 24 al 29 luglio tra Bari Sardo e Ilbono, in Ogliastra. Un evento che unisce territorio, arte, tecnologia e sperimentazione. Insieme al sound artist Enrico Sesselego, Colucci presenta Audible Landscapes for Unforeseeable Cities, un'esplorazione audiovisiva dei futuri possibili e delle città invisibili dell'anima. Vent'anni di lavoro sul rapporto tra uomo e macchina hanno portato Colucci a una conclusione netta: “L'intelligenza artificiale è utile solo se sa immaginare con noi, non al posto nostro”. La loro installazione diventa quindi un luogo vivo, dove la creatività aumentata non è un orpello spettacolare ma un'occasione per riflettere su quello che potremmo diventare. Dare forma ai desideri attraverso l'AI “Abbiamo lavorato – racconta Colucci – sull'idea che l'immaginazione tecnologica debba aiutare l'essere umano a costruire scenari in cui vorrebbe vivere, e non solo adattarsi a quelli che altri disegnano per lui”. Una visione fortemente umanistica che rovescia il paradigma dell'AI: la macchina diventa specchio e strumento, mai protagonista assoluta. Ma come si fa a evitare che l'AI diventi solo “effetto speciale”? “Ci vuole studio, un pensiero profondo, anche antico”, dice Colucci. “Serve l'approccio dei filosofi, dei poeti, non solo dei tecnologi”. Nel progetto portato a ImagoMare, l'AI generativa incontra suoni analogici, registrati con strumenti che non usano algoritmi. “Abbiamo voluto unire due mondi in apparenza distanti”, spiega, “e creare un cortocircuito capace di stimolare un pensiero nuovo sul futuro”. È qui che si gioca la sfida più interessante per Colucci: “Inventare linguaggi nuovi. Non imitare l'arte del passato, ma rischiare con strumenti che ci obbligano a ripensare tutto”. L'arte immersiva come esperienza politica del futuro Il lavoro di Colucci e Sesselego sarà visibile durante tutte le giornate di ImagoMare, che propone sei giorni di installazioni generative, camminate poetiche, performance immersive e azioni collettive. Il cuore della proposta è la relazione tra le comunità locali e la tecnologia, intesa non come fine, ma come mezzo per aprire nuove prospettive. Colucci crede che l'arte tecnologica debba restare accessibile anche emotivamente: “Non si tratta solo di stupire, ma di toccare corde profonde”. Per farlo, occorre tornare alle domande fondamentali: “Cosa vogliamo raccontare? Perché immaginiamo certi futuri e non altri?”. Solo così l'intelligenza artificiale nell'arte potrà diventare un linguaggio autentico, in grado di cambiare le cose.

    Conferenza Regionale immigrazione: sguardi e parole di confine

    Play Episode Listen Later Jul 23, 2025 69:51


    Un approfondimento dettagliato su come l'informazione di confine, raccontata nell'audio del 3 luglio 2025 trasmesso da Unica Radio, valorizza le voci marginali, stimola il dibattito pubblico e difende la verità giornalistica, contrastando disinformazione e favorendo dialogo intercomunitario in un'epoca digitale complessa. “Sguardi e parole di confine – l'importanza dell'informazione”, affronta temi cruciali del giornalismo contemporaneo: l'ascolto delle comunità marginalizzate, la lotta alla disinformazione, il valore della pluralità e l'impatto della radio come mezzo di informazione critica. L'informazione di confine come atto politico Il programma sottolinea quanto sia fondamentale ascoltare e amplificare le voci marginalizzate, spesso ignorate o distorte nei media mainstream. L'informazione di confine non è solo una scelta editoriale, ma un atto politico, un modo per promuovere il pluralismo, la trasparenza giornalistica e una comunicazione più giusta e rappresentativa. L'audio mette in evidenza l'importanza di una narrazione partecipativa, dove il microfono diventa uno strumento di empowerment culturale e sociale. Il valore del giornalismo partecipativo Durante l'episodio, viene ribadito come la radio – soprattutto in ambito universitario – possa svolgere un ruolo essenziale nella costruzione di una media literacy diffusa. Coinvolgere studenti, cittadini e comunità locali significa favorire un'informazione più inclusiva e critica. La verifica delle fonti, l'ascolto attivo, il racconto delle identità locali e la diffusione di contenuti autentici diventano elementi centrali in questa visione del giornalismo partecipativo. La voce diventa quindi uno spazio di resistenza alla manipolazione e un ponte tra saperi ed esperienze. La radio come strumento di cittadinanza Oltre ad essere un mezzo di intrattenimento, la radio si conferma uno degli strumenti più efficaci per favorire la partecipazione civica, stimolare il dialogo intergenerazionale e costruire consapevolezza. L'informazione locale, quando ben curata e raccontata in modo autentico, diventa un elemento di coesione sociale e di inclusione. È proprio questo che emerge dall'audio pubblicato da Unica Radio: un invito a restituire dignità e visibilità alle storie che spesso restano inascoltate. Questo contenuto dimostra come l'informazione di confine possa diventare un potente strumento di partecipazione democratica e rappresentazione inclusiva. In un panorama mediatico frammentato, produzioni come questa confermano il valore della radio come spazio libero e voce per chi altrimenti resterebbe inascoltato. Dare spazio all'ascolto significa creare comprensione, e la comprensione è il primo passo verso una società più giusta e consapevole.

    Riccardo Mantelli e il potere poetico della tecnologia

    Play Episode Listen Later Jul 23, 2025 16:26


    Dal 24 al 29 luglio tra Bari Sardo, Ilbono, Lanusei e Triei, va in scena MagoMare. L'artista Riccardo Mantelli porta installazioni interattive che mettono in discussione l'uso quotidiano della tecnologia. Nel cuore dell'Ogliastra, tra Bari Sardo, Ilbono, Lanusei e Triei, nasce MagoMare, un festival dove la media art relazionale diventa esperienza collettiva e momento critico verso il nostro rapporto con la tecnologia. Tra i protagonisti c'è Riccardo Mantelli, artista e docente alla NABA e alla Domus Academy di Milano, che con le sue installazioni accompagna il pubblico in una dimensione inaspettata e poetica. Lontano dai grandi centri urbani, Mantelli trova terreno fertile per portare rituali elettronici e strumenti “disobbedienti”, capaci di creare smarrimento invece che orientamento. «Viviamo in un'epoca dominata da efficienza e performance», racconta l'artista a Nicaradio, «ma è proprio dove ci perdiamo che troviamo nuove possibilità di conoscenza». La sua camminata poetica anti-GPS è un atto simbolico che rifiuta la logica del controllo e invita a ritrovare il senso del vagare, del cercare senza sapere esattamente cosa si troverà. Installazioni generative, dialogo e critica come strumenti creativi A MagoMare il pubblico potrà esplorare l'installazione “Alidangelo”, un'opera corale fatta di frasi e testi dedicati alla pace, scritti dai partecipanti e generati anche con l'ausilio dell'intelligenza artificiale. Un angelo collettivo, dice Mantelli, che non viene dall'alto ma si costruisce con l'intento condiviso degli esseri umani. «La tecnologia, se non guidata, può diventare un tubo vuoto», spiega, «ma se usata con spirito critico può trasformarsi in mezzo espressivo e relazionale». Alidangelo diventa così un muro della pace, uno spazio di connessione tra persone, idee e aspirazioni, in netta opposizione alla narrazione dominante che marginalizza il tema del disarmo. Media art nei piccoli paesi, dove si amplifica l'intensità L'artista sottolinea quanto sia prezioso lavorare in luoghi non metropolitani. «In Sardegna ogni volta trovo persone capaci di dialoghi profondi, anche lontano dai circuiti culturali», osserva. «Nei contesti più raccolti si crea una risonanza tra le persone che amplifica il messaggio dell'opera». Con un approccio che unisce tecnologia e spiritualità, Mantelli propone installazioni partecipative che rompono la barriera tra spettatore e autore, e che trasformano i festival in veri e propri atti di condivisione collettiva. L'arte relazionale, in questa visione, è una risposta al vuoto delle relazioni digitali, un tentativo di recuperare il senso della comune e non solo della community. In chiusura, immagina un atto poetico diffuso, un “cinema segreto” fatto di NFC, suoni, immagini e narrazioni interattive che prendono vita lungo le strade dei paesi. Un invito a sognare insieme, a reinventare la realtà con strumenti nuovi e antichi, connessi non solo alla rete ma all'umano.

    ImagoMare, quando l'arte incontra le comunità: tra Sardegna, tecnologia e sogni condivisi

    Play Episode Listen Later Jul 22, 2025 14:45


    Sei giorni di installazioni, performance immersive e partecipazione collettiva tra Barisardo, Ilbono, Lanusei e Triei, guidati dalla visione dell'artista e curatrice Nicoletta Zonchello. Nel cuore dell'Ogliastra, dal 24 al 29 luglio 2025, si accende ImagoMare, il primo festival di media art relazionale nato dalla visione dell'associazione EIA Factory. Un progetto culturale che esplora le connessioni tra arte contemporanea, tecnologia e territorio, dando vita a un dialogo profondo tra i linguaggi digitali e la memoria collettiva. Ne abbiamo parlato con Nicoletta Zonchello, artista, curatrice e direttrice artistica del festival, nonché voce sensibile e instancabile del collettivo promotore. Zonchello racconta che l'idea di ImagoMare è cresciuta dal lavoro svolto da EIA Faktori nel contesto del CRS4, il centro di ricerca del parco tecnologico della Sardegna. Lì, sin dal 2018, venivano proposti esperimenti formativi tra creativi, ricercatori, filosofi e artisti, quando parlare di intelligenza artificiale in ambito culturale era ancora pionieristico. Da quell'esperienza è nato il desiderio di costruire uno spazio che parlasse di arte generativa, installazioni interattive e performance digitali nel cuore della Sardegna, coinvolgendo non solo addetti ai lavori ma anche le comunità locali. Il concetto di "bixinau" e l'arte come atto relazionale Il festival affonda le sue radici nel concetto sardo del "bixinau", il vicinato, quella rete di scambi e relazioni che anima i piccoli paesi. Nicoletta Zonchello immagina un festival capace di unire generazioni, linguaggi e orizzonti attraverso l'arte come strumento partecipativo. Le installazioni e le azioni collettive, infatti, saranno pensate per coinvolgere i cittadini: un esempio è “Il muro della pace”, installazione visuale costruita a partire dai messaggi lasciati dalle persone sulla facciata del MAB – Museo d'Arte di Barisardo. L'idea che l'arte possa contribuire allo sviluppo delle comunità locali è per Zonchello una convinzione profonda. Cita con affetto l'esempio di Ulassai e Maria Lai, a conferma di come anche nei territori più piccoli si possa costruire un racconto potente e innovativo. “Barisardo ha i suoi artisti, le sue storie, la sua potenza creativa”, afferma con entusiasmo, “e ImagoMare vuole essere un'occasione per far emergere tutto questo”. Un festival per tutti: turismo lento, accessibilità e nuove visioni notturne Il pubblico a cui si rivolge ImagoMare è ampio: abitanti dei paesi coinvolti, artisti, curiosi, giovani creativi e anche turisti in cerca di esperienze immersive e consapevoli. Il festival dialoga con chi ama il turismo lento, con chi cerca un incontro autentico con le persone e i luoghi. L'evento clou, previsto per il 26 luglio, sarà “Risonanze celestiali” nella suggestiva Tomba dei Giganti di Osono, a Triei: una serata tra geometrie cosmiche, tecnologie interattive e linguaggi arcani che promette emozioni fuori dal tempo. Zonchello immagina il futuro del MAB come un luogo stabile di sperimentazione, punto di riferimento per i giovani del territorio. “Serve bellezza, serve curiosità, serve stimolo”, dice, convinta che lo spazio museale possa essere una chiave contro il rischio di abbandono o disorientamento. Con l'entusiasmo e la determinazione che l'accompagnano, conclude: “Se ci metti il cuore, la comunità risponde”.

    Conferenza Regionale Immigrazione: scuola

    Play Episode Listen Later Jul 21, 2025 11:16


    Durante l'incontro del 3 luglio 2025, dedicato al tema scuola e immigrazione, esperti, educatori e rappresentanti istituzionali hanno discusso strategie inclusive per migliorare l'accesso all'istruzione e contrastare la dispersione scolastica. Il 3 luglio 2025 si è svolto un importante incontro sul tema scuola e inclusione, parte del percorso di confronto avviato dalla Conferenza Regionale sull'Immigrazione. L'iniziativa ha riunito docenti, dirigenti scolastici, mediatori culturali, rappresentanti delle istituzioni regionali e delle comunità migranti. L'obiettivo era condividere pratiche educative efficaci, analizzare criticità e costruire insieme un modello scolastico più equo e accessibile per tutti. Il focus è stato sull'importanza della scuola come strumento di integrazione sociale, in particolare per i minori di origine straniera che vivono in Sardegna. Le testimonianze raccolte durante l'incontro hanno evidenziato tanto le buone pratiche in atto quanto i limiti strutturali ancora presenti nei contesti scolastici. Le principali sfide emerse Tra le criticità più discusse figurano il ritardo nell'apprendimento linguistico, la mancanza di personale formato per l'insegnamento interculturale, l'insufficienza di mediatori linguistici, e i frequenti casi di discriminazione o esclusione indiretta. Inoltre, è emerso il problema della dispersione scolastica, che colpisce in modo più marcato gli studenti con background migratorio. Per far fronte a queste difficoltà, i partecipanti hanno proposto diverse soluzioni condivise. Tra le più rilevanti, la necessità di potenziare i corsi di italiano L2 all'interno delle scuole, garantire una formazione interculturale adeguata per gli insegnanti e attivare sportelli di ascolto rivolti sia agli studenti che alle famiglie. È stato inoltre sottolineato quanto sia importante valorizzare le competenze multilingue e multiculturali degli studenti, così come favorire il coinvolgimento attivo delle famiglie migranti nella vita scolastica, considerandole parte integrante del processo educativo. La scuola come ponte per la cittadinanza Uno dei messaggi chiave emersi dall'incontro è che l'educazione interculturale non riguarda solo gli studenti stranieri, ma l'intera comunità scolastica. Promuovere una scuola inclusiva, aperta e attenta alle differenze significa contribuire alla costruzione di una cittadinanza attiva, consapevole e plurale. L'incontro ha confermato che la scuola è un nodo centrale nei percorsi di integrazione. Investire in formazione, ascolto e dialogo è essenziale per garantire pari opportunità a tutti gli studenti, indipendentemente dalla loro origine.

    Conferenza Regionale Immigrazione: documento conclusivo

    Play Episode Listen Later Jul 21, 2025 84:53


    Il documento finale presentato durante la Conferenza Regionale sull'Immigrazione del 4 luglio 2025 raccoglie proposte operative, impegni politici e obiettivi condivisi per una gestione inclusiva e strutturale del fenomeno migratorio in Sardegna. La Conferenza Regionale sull'Immigrazione, tenutasi il 4 luglio 2025 in Sardegna, si è conclusa con la pubblicazione ufficiale del documento conclusivo. È un documento che sintetizza il confronto tra istituzioni, comunità migranti, enti locali e realtà del terzo settore. Il documento non è solo una sintesi, ma una vera e propria roadmap per l'inclusione, pensata per guidare le future politiche migratorie regionali. Al suo interno si delineano azioni concrete, priorità condivise e principi fondamentali per una gestione sostenibile e strutturata del fenomeno migratorio. Viene evidenziata l'importanza di un approccio basato su partecipazione, ascolto e diritti, superando definitivamente la logica dell'emergenza. Le priorità del documento conclusivo Il documento si articola in diverse aree tematiche, affrontando tutti gli aspetti fondamentali dell'integrazione. Tra le priorità indicate, si sottolinea l'importanza di un'accoglienza diffusa, sostenibile e gestita in stretta sinergia con i territori. Viene valorizzata l'integrazione linguistica e culturale, promossa attraverso corsi di lingua e attività interculturali. Centrale anche l'inserimento lavorativo, che passa per il riconoscimento delle competenze acquisite nei Paesi d'origine e il contrasto deciso a ogni forma di sfruttamento. Altri punti chiave sono il pieno accesso ai servizi pubblici, in particolare sanità, scuola e alloggi dignitosi, e la promozione della partecipazione civica, con il coinvolgimento diretto delle persone migranti nei processi decisionali. Il testo sottolinea infine la necessità di istituire un coordinamento permanente tra istituzioni, indispensabile per monitorare l'efficacia delle misure adottate e rispondere in modo tempestivo alle nuove sfide che interessano il territorio. Un impegno condiviso per il futuro Tra le proposte accolte vi sono l'istituzione di un Osservatorio Regionale sull'Immigrazione, il potenziamento dei progetti SAI, campagne contro la disinformazione e un maggiore sostegno ai mediatori culturali. Le comunità migranti hanno espresso soddisfazione per essere state ascoltate e coinvolte nella stesura del testo, segno di un cambiamento culturale in atto. Il documento conclusivo rappresenta un punto di partenza per rendere la Sardegna più inclusiva, giusta e partecipativa. La sfida ora sarà trasformare queste linee guida in azioni concrete, monitorabili e durature. Il coinvolgimento di tutti – istituzioni, cittadini, migranti – sarà fondamentale per costruire una società più coesa e aperta alla diversità.

    Intervista al nuovo sovrintendente del Teatro Lirico di Cagliari

    Play Episode Listen Later Jul 21, 2025 10:41


    Unica Radio intervista il nuovo sovrintendente del Teatro Lirico di Cagliari, Andrea Cigni, il più giovane tra le fondazioni liriche italiane. Con lui parliamo di accessibilità, sostenibilità, pubblico giovane e rilancio internazionale della cultura operistica sarda. Andrea Cigni, recentemente nominato sovrintendente e direttore artistico del Teatro Lirico di Cagliari, è oggi il più giovane dirigente di una fondazione lirica in Italia. Tuttavia, come spiega lui stesso ai microfoni di Unica Radio, l'età non è il punto centrale: ciò che conta è avere una visione di lungo periodo, capace di coniugare radici e futuro. Un teatro realmente per tutti Tra gli obiettivi principali, Cigni sottolinea la necessità di rendere il teatro davvero accessibile e inclusivo. Questo non significa solo abbattere le barriere economiche e sensoriali, ma anche aprire le porte a pubblici diversi per età, background e possibilità. In altre parole, il Teatro Lirico deve diventare uno spazio sociale, educativo e partecipato, non solo un luogo d'élite. Dopo l'esperienza al Teatro Ponchielli di Cremona, dove ha costruito un forte rapporto con la cittadinanza, Cigni intende replicare quel modello di connessione anche a Cagliari. Il teatro, infatti, non rappresenta solo la città, ma tutta la Sardegna, con il suo straordinario patrimonio storico e culturale. Strategia di marketing e apertura ai privati Per attrarre sponsor e investimenti privati, è necessario – sottolinea – raccontare bene cosa fa il teatro. Non è sufficiente puntare sulla bellezza delle produzioni: bisogna comunicare l'impatto sociale, educativo e culturale. Inoltre, incentivi fiscali e criteri ESG possono rappresentare un'opportunità concreta per le aziende che decidono di investire in cultura. Uno dei punti cruciali riguarda il pubblico giovane. Il teatro deve sapersi raccontare, offrendo un'alternativa valida alle tante opzioni della vita quotidiana. Biglietti accessibili, vendita smart tramite smartphone, promozione nelle scuole e università: sono questi gli strumenti per avvicinare i più giovani. Verso un respiro internazionale Infine, il Teatro Lirico di Cagliari deve tornare a dialogare con le grandi istituzioni culturali europee. Invitare artisti internazionali, creare scambi e costruire una rete di relazioni globali sono le chiavi per riportare il teatro al centro del panorama culturale internazionale.

    Conferenza Regionale: migrazioni e mercato del lavoro

    Play Episode Listen Later Jul 20, 2025 14:14


    Durante la Conferenza Regionale sull'Immigrazione si è discusso del ruolo dei migranti nel mercato del lavoro sardo, tra integrazione, diritti, competenze e nuove sfide occupazionali. Il 4 luglio 2025, nell'ambito della Conferenza Regionale sull'Immigrazione, si è tenuto un importante incontro dedicato al rapporto tra migrazioni e mercato del lavoro. L'iniziativa ha visto la partecipazione di esperti del lavoro, sindacati, imprenditori, rappresentanti delle istituzioni e membri delle comunità migranti, con l'obiettivo di analizzare criticità e opportunità legate all'inserimento lavorativo dei migranti in Sardegna. Il dibattito ha messo in evidenza il ruolo fondamentale dei lavoratori stranieri in settori chiave dell'economia regionale, come agricoltura, edilizia, logistica, turismo e cura alla persona. Tuttavia, sono emerse anche numerose problematiche: dalla precarietà contrattuale allo sfruttamento, passando per il mancato riconoscimento delle competenze professionali maturate nei Paesi d'origine. Sfide e prospettive per l'integrazione lavorativa Le difficoltà principali segnalate riguardano l'accesso al lavoro regolare, la burocrazia legata ai permessi di soggiorno, la scarsa formazione linguistica e la mancanza di servizi di orientamento professionale pensati specificamente per i migranti. A questi ostacoli si aggiungono fenomeni di discriminazione sistemica e condizioni di fragilità abitativa, che incidono negativamente sulla stabilità lavorativa e sull'inclusione sociale. Per affrontare queste sfide, i partecipanti hanno proposto di rafforzare i percorsi di formazione professionale, migliorare i servizi di accompagnamento al lavoro e incentivare il riconoscimento delle qualifiche acquisite all'estero. È stato inoltre suggerito di promuovere reti territoriali tra enti pubblici, imprese e terzo settore, e di tutelare attivamente i diritti dei lavoratori migranti, attraverso un efficace sistema di monitoraggio e contrasto allo sfruttamento. Un'economia più giusta e inclusiva L'incontro ha evidenziato come la presenza migrante rappresenti una risorsa per l'economia regionale, non un'emergenza. Investire in integrazione attiva, formazione continua e tutela dei diritti non solo migliora la qualità del lavoro, ma contribuisce a una società più equa, dinamica e coesa. La Conferenza Regionale Immigrazione 2025 ha lanciato un messaggio chiaro: lavoro e inclusione devono procedere insieme. Solo attraverso politiche strutturate, partecipazione e responsabilità condivisa sarà possibile costruire un modello di sviluppo che riconosca il valore di ogni persona, indipendentemente dalla sua origine.

    Conferenza Regionale: interventi rappresentanti comunità

    Play Episode Listen Later Jul 20, 2025 73:37


    Durante la Conferenza Regionale sull'Immigrazione, tenutasi il 4 luglio 2025, i rappresentanti delle comunità straniere in Sardegna hanno condiviso testimonianze, criticità e proposte per costruire un modello di convivenza equo e partecipativo. La Conferenza Regionale sull'Immigrazione, svoltasi il 4 luglio 2025 in Sardegna, ha posto al centro del dibattito le voci dirette delle comunità migranti presenti nel territorio. Un momento di confronto fondamentale, non solo tra istituzioni e operatori del settore, ma soprattutto tra cittadini e cittadine di origine straniera. Questi ultimi hanno potuto raccontare le proprie esperienze e avanzare proposte concrete per migliorare i percorsi di accoglienza, integrazione e partecipazione. Tra gli interventi più significativi, si segnalano quelli dei rappresentanti di comunità provenienti da Senegal, Nigeria, Marocco, Ucraina, Bangladesh, Pakistan, e altre realtà migranti ben radicate nell'isola. Le testimonianze hanno evidenziato sia i progressi fatti, sia le criticità ancora presenti nei servizi pubblici e nella percezione sociale. Le richieste delle comunità: ascolto, formazione, diritti Durante gli interventi, le comunità migranti hanno espresso con forza alcune richieste fondamentali. Tra le richieste più ricorrenti, il bisogno di corsi di italiano accessibili per adulti e minori. È stata sottolineata anche l'importanza del riconoscimento delle competenze professionali acquisite nei Paesi d'origine, spesso ignorate o sottovalutate. Un'altra esigenza riguarda un accesso più equo al mercato del lavoro, privo di sfruttamento e discriminazioni. Le comunità hanno chiesto inoltre il potenziamento dei servizi pubblici, in particolare quelli di mediazione culturale, sanità e istruzione, che sono strumenti essenziali per una vera integrazione. Infine, è emersa con chiarezza la necessità di garantire la presenza attiva dei rappresentanti delle comunità migranti nei tavoli istituzionali, affinché possano contribuire direttamente alle politiche che li riguardano. Questi temi riflettono l'urgenza di superare una gestione emergenziale dell'immigrazione e di adottare una visione strutturale, fondata su diritti, doveri e corresponsabilità. Verso una Sardegna più inclusiva Molti interventi hanno sottolineato il desiderio di essere parte attiva della società sarda. Le comunità hanno chiesto di poter contribuire alla crescita economica, culturale e sociale dell'isola, promuovendo inclusione, pluralismo, interculturalità e rispetto reciproco. Il coinvolgimento delle nuove generazioni, nate o cresciute in Sardegna, è stato indicato come elemento chiave per costruire una convivenza sostenibile e contrastare la marginalizzazione. La conferenza ha rappresentato un'occasione importante per ascoltare le esigenze reali delle comunità migranti. Le istituzioni regionali hanno preso l'impegno di valutare le proposte e potenziare le politiche di inclusione, partendo proprio dal dialogo costruttivo con chi vive ogni giorno i territori.

    Conferenza Regionale Immigrazione: Todde e rappresentanti

    Play Episode Listen Later Jul 20, 2025 49:28


    La Conferenza Regionale sull'Immigrazione ha riunito la Presidente della Regione Sardegna Alessandra Todde e numerosi rappresentanti istituzionali per affrontare insieme sfide, criticità e opportunità legate ai flussi migratori e all'integrazione sociale. La Conferenza Regionale sull'Immigrazione, svoltasi il 4 luglio 2025, ha visto la partecipazione della Presidente della Regione Sardegna, Alessandra Todde. All'evento erano presenti anche numerosi rappresentanti delle istituzioni locali, organizzazioni del terzo settore, sindaci e associazioni attive nei settori dell'accoglienza e dell'integrazione. Un evento fondamentale per fare il punto sulla gestione dei flussi migratori, ma anche sulle politiche di inclusione sociale e sul rafforzamento dei servizi territoriali. Durante la conferenza, sono stati affrontati temi chiave come: accoglienza diffusa, integrazione culturale, inclusione lavorativa, accesso ai servizi sanitari, istruzione per i minori stranieri, diritti umani, sicurezza e coesione sociale. La Regione ha sottolineato la necessità di interventi strutturati, pianificati su base locale e regionale, per garantire un'accoglienza dignitosa e sostenibile. Le parole di Todde: "L'immigrazione non è un'emergenza, ma una realtà da governare" Nel suo intervento, Alessandra Todde ha dichiarato che la Regione intende superare la logica dell'emergenza, puntando su una strategia a lungo termine. "L'immigrazione è una componente strutturale della nostra società – ha detto – e va gestita con responsabilità, ascolto e collaborazione tra enti pubblici e privati". I sindaci presenti hanno ribadito l'importanza del ruolo dei comuni, spesso lasciati soli ad affrontare le difficoltà dell'accoglienza. Le associazioni, invece, hanno sottolineato l'urgenza di rafforzare i servizi di mediazione culturale e i percorsi di inserimento lavorativo. Verso un nuovo modello di accoglienza Tra le proposte emerse: potenziamento dei progetti SAI (Sistema Accoglienza e Integrazione), promozione della formazione professionale per i migranti, campagne di sensibilizzazione per combattere la disinformazione, supporto psicologico e sociale, maggiore coinvolgimento delle comunità locali. L'obiettivo dichiarato dalla Regione è quello di costruire un modello sardo di accoglienza, basato su solidarietà, diritti e partecipazione attiva. la Conferenza Regionale sull'Immigrazione ha rappresentato un importante momento di dialogo e confronto tra istituzioni e territorio. Le sfide sono molte, ma l'impegno condiviso dimostra che è possibile costruire percorsi di integrazione efficaci, capaci di valorizzare le competenze dei migranti e rafforzare il tessuto sociale locale. La Regione Sardegna intende proseguire su questa strada, promuovendo un approccio basato su inclusione, diritti e partecipazione attiva. Un modello che, se ben attuato, potrà diventare un riferimento anche a livello nazionale. La collaborazione resta la chiave per affrontare il fenomeno migratorio con equilibrio, responsabilità e visione a lungo termine.

    The Colvins tra punk, nostalgia e sonorità con Riccardo Besia

    Play Episode Listen Later Jul 20, 2025 12:55


    Riccardo Besia racconta il viaggio dei The Colvins tra influenze punk, crescita personale e legami con la scena sarda. Una storia di amicizia, energia e indipendenza musicale. In Sardegna si respira aria di musica autentica, di palco e sudore, di strette di mano e amplificatori che tremano. E tra le band che da oltre un decennio alimentano questa linfa c'è The Colvins, gruppo nato nel 2012 e ormai punto fermo della scena punk-rock indipendente. Ne abbiamo parlato con Riccardo Besia, chitarrista entrato nella band nel 2018, in vista della loro partecipazione al Beach Day Out Volume 19, il 18 e 19 luglio al Poetto di Cagliari. Riccardo ci ha raccontato il suo ingresso nella band come un ritorno a casa: un'amicizia già viva, esperienze condivise e una passione comune per il punk. Ma anche un'evoluzione importante: “I Colvins erano legati al Ramonescore, il culto dei Ramones e delle sonorità più crude. Con il mio arrivo, abbiamo iniziato a esplorare il punk revival degli anni '90, ma anche suoni contemporanei come quelli di The Menzingers”. Una trasformazione naturale, che si è consolidata nel disco Nothing To Write Home About, un lavoro che ha saputo unire melodia e rabbia, introspezione e distorsione. Musica come terapia, testi come confessioni Il cuore pulsante del progetto sono i testi, quasi sempre scritti da Riccardo, veri e propri frammenti di autobiografia. “Scrivo quando ho bisogno di tirar fuori qualcosa, è una specie di terapia. Parlo di me, ma cerco sempre di toccare corde universali: crescita personale, nostalgia, inquietudini condivise”. Un esempio? Bad Girl, brano il cui testo è un regalo di Cristiano Paler, batterista storico degli FN e ora nei Daenerds. La musica dei Colvins non è mai solo un suono: è un racconto in cui ritrovarsi. Suonare in Sardegna, poi, ha un sapore speciale: “Al Beach Day Out ci siamo cresciuti. È uno di quegli eventi che segna un'intera generazione musicale. Salire su quel palco per noi è un'emozione che si rinnova ogni volta, come se fosse la prima”. Il pubblico sardo, spiega Riccardo, non è mai distante: “Il palco ci separa solo fisicamente. Sotto ci sono amici, volti nuovi, persone che vogliono condividere. Dopo i concerti si scherza, si beve insieme: è una comunità vera”. Indipendenza, tour e progetti futuri La solidità dei The Colvins si regge anche su una rete indipendente che ha creduto in loro. “Grazie a etichette come I Buy Records e Mom's Basement Records, la nostra musica è arrivata negli Stati Uniti e perfino in Giappone. È importante avere una rete che non si limiti al digitale, ma ti porti fisicamente in altri luoghi, con distro vere, dischi in mano”. E questa estate, tra le varie date, torneranno anche a San Sperate il 23 agosto, mentre altri appuntamenti sono ancora segreti ma in arrivo. Non mancano i progetti in cantiere: “Stiamo già lavorando su nuovi pezzi. Sperimentare è nel nostro DNA: il nostro sound è in continuo movimento, non ci fermiamo mai”.

    Conferenza Regionale sull’Immigrazione, i giovani

    Play Episode Listen Later Jul 19, 2025 7:05


    Un confronto aperto e concreto sull'inclusione sociale dei giovani con background migratorio, tra discriminazioni vissute, sfide normative e il ruolo cruciale di scuole, social e istituzioni locali. Durante la conferenza si è discusso dell'esperienza quotidiana dei giovani con background migratorio. Questi ragazzi affrontano spesso pregiudizi, emarginazione e aggressioni, causati da credenze radicate nella società. Tali stereotipi si trasmettono di generazione in generazione, alimentando discriminazioni ancora presenti. Il messaggio principale è che la società deve mettere in atto un cambiamento culturale profondo. Sensibilizzazione nelle scuole È emersa la necessità di promuovere interventi educativi dedicati all'integrazione e al rispetto. Si è sottolineato il ruolo di conferenze, laboratori e momenti di socializzazione, gestiti da esperti o da giovani testimoni, per mostrare che i migranti non sono una minaccia ma alleati e compagni di vita. Social media come strumento educativo I social media sono stati identificati come canale strategico per veicolare messaggi di inclusione sociale. Non più solo strumenti di intrattenimento, ma piattaforme per dare visibilità a progetti regionali e nazionali, informare i giovani e diffondere valori importanti come il rispetto, la solidarietà e la comprensione inter-culturale. Partecipazione attiva e consulte giovanili È stato evidenziato l'importanza dei tavoli di coprogettazione e delle consulte giovanili, sia scolastiche sia comunali e regionali. Soltanto coinvolgendo giovani migranti si può superare la contraddizione di "parlare di loro senza di loro". L'inclusione attiva è la chiave per politiche più efficaci e aderenti alla realtà vissuta. Ostacoli normativi e ingiustizie familiari La relatrice ha denunciato la rigidità della legislazione nazionale sull'immigrazione, che limita l'accesso alla cittadinanza, i ricongiungimenti familiari e la regolarizzazione dei minori. È stato richiamato l'esempio della recente modifica della normativa sulla cittadinanza, che ancora limita i diritti dei figli conviventi per meno di due anni. Ruolo della Regione e delle istituzioni locali A questo punto, il testo ha evidenziato come le Regioni e le istituzioni locali possano intervenire su temi come istruzione, formazione professionale e lavoro – tutte aree di loro competenza – per alleggerire gli effetti delle norme nazionali e rispettare il dettato costituzionale, in particolare l'art. 3, che impone allo Stato di rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale allo sviluppo delle persone.

    Fuck You Fuckin’ Fuckers: il ritorno al Beach Day Out Vol 19

    Play Episode Listen Later Jul 19, 2025 11:39


    Dopo oltre un decennio di silenzio, i Fuck You Fuckin' Fuckers tornano sulla scena punk hardcore dal Poetto di Cagliari, portando in musica il bisogno di essere sé stessi. Dall'Inghilterra fino alla spiaggia del Poetto di Cagliari, Marco Concas torna con i suoi Fuck You Fuckin' Fuckers (FFF) per rimettere in moto una macchina musicale che non ha mai davvero spento il motore. Dopo dieci anni di apparente silenzio, la band punk hardcore cagliaritana risale sul palco del Beach Day Out Vol. 19 con un messaggio chiaro: non smettere di essere te stesso. Intervistato da Unica Radio, Marco racconta la scelta di tornare a suonare nella propria terra, tra le onde del mare e l'energia di una scena underground che – sebbene spesso ignorata – continua a pulsare sotto pelle. Il ritorno dei FFF non è solo una questione musicale, ma una scelta di presenza e resistenza culturale. “La realtà è cambiata, ma abbiamo ancora qualcosa da dire”, confessa Marco. Ed è proprio questo bisogno di espressione autentica, slegata dalle mode e dai diktat sociali, che ha riportato la band a fare rumore. “Apichu”, il nuovo singolo, è l'esempio perfetto: un grido diretto, feroce, sincero. Tra Sardegna e Londra, il punk sopravvive e si evolve grazie al dialogo e alla contaminazione Concas vive a Londra da molti anni e conosce bene la differenza tra le due scene: se in Inghilterra il punk si è ritirato in una nicchia resistente, in Sardegna si respira ancora un'energia collettiva viva, giovane, ibrida. “Non sono solo punk a seguirci: anche chi ascolta drum'n'bass o rap entra in connessione con il nostro messaggio. La musica è un mezzo per esprimere opinioni, ed è bello vedere che questa esigenza non ha confini”. L'impatto sul pubblico è stato immediato, grazie anche alla voglia della band di mescolare vecchi suoni e nuove influenze, mantenendo però intatta la potenza del messaggio. “Il nuovo EP avrà cinque o sei tracce, tutte legate da un filo comune: l'invito a non omologarsi, a essere veri, a non vivere per compiacere gli altri. È un discorso di libertà e autodeterminazione”. Il beach day out come specchio dell'identità culturale punk e motore della scena sarda La partecipazione al Beach Day Out – per la terza volta – segna una sorta di rinascita collettiva. Marco ringrazia i Cool Kids, Stage Type Production e il collettivo Tuogo H.C. per il lavoro dietro le quinte, sottolineando quanto sia fondamentale un evento che unisce: “Il festival porta il nome di Cagliari anche fuori dalla Sardegna. È un'occasione per dire al mondo che qui c'è una scena viva, forte, indipendente”. E a chi chiede se questa sia solo una parentesi isolata, Marco lascia aperta la porta: “Abbiamo progetti in corso. Probabilmente è un ritorno definitivo”. Il 19 luglio al Poetto non sarà solo un concerto, ma un'esplosione di senso e presenza. I Fuck You Fucking Fuckers sono tornati, e hanno qualcosa da dirti. Forte.

    Conferenza Regionale Immigrazione

    Play Episode Listen Later Jul 18, 2025 24:52


    Appuntamento di due giorni a Olbia dedicato al tema dell'immigrazione, l'intervento dell'assessora Desirè Manca La prima Conferenza Regionale sull'Immigrazione si è svolta a Olbia, presso il Museo Archeologico, nei giorni 3 e 4 luglio. Un'iniziativa storica promossa dalla Regione Sardegna e coordinata dall'assessora regionale al Lavoro Desirè Manca, con l'obiettivo di dare visibilità alla diversità come fonte di ricchezza e includere cittadini provenienti da paesi terzi nel tessuto socio-economico dell'isola. Confronto tra istituzioni e comunità per l'inclusione sociale L'evento si è aperto con il saluto del sindaco di Olbia, Settimo Nizzi, e ha visto la partecipazione attiva della presidente della Regione Alessandra Todde, che ha sottolineato il ruolo della Sardegna come "popolo di migranti" e ha ribadito l'impegno per una Sardegna inclusiva, capace di trasformare la paura del diverso in opportunità di crescita. La presenza della prefetta, del vescovo, dell'imam e della presidente di ANCI Sardegna Daniela Falconi ha arricchito il confronto, rendendolo un momento di confronto tra istituzioni, società civile e comunità straniere. Inclusione, lavoro e diritti: le priorità al centro della conferenza Desirè Manca ha evidenziato i risultati concreti: oggi in Sardegna vivono circa 55.000 cittadini stranieri, pari al 3,5% della popolazione regionale, con presenze stabili grazie ai permessi di lungo soggiorno, lavoro, familiari o protezione internazionale . Dalla conferenza sono emerse due priorità. La prima riguarda l'istituzione urgente di un Osservatorio regionale contro lo sfruttamento lavorativo, strumento fondamentale per monitorare il mercato del lavoro, prevenire le situazioni di sfruttamento e accompagnare politiche attive d'inclusione. La seconda priorità sono le misure di politiche attive del lavoro, come corsi di lingua italiana, formazione professionale e programmi POR per facilitare l'inserimento nel mondo del lavoro, con particolare attenzione a donne migranti e vittime di violenza. Durante la conferenza sono stati organizzati laboratori tematici su lavoro, scuola, sanità, imprenditorialità e mediazione culturale: un percorso partecipativo che ha messo al centro il dialogo tra istituzioni, rete delle imprese, sindacati, associazioni, centri di studio come il CESPI, e le comunità migranti. L'iniziativa si è conclusa con l'impegno della Giunta regionale e del consiglio sull'avvio di politiche stabili per favorire la convivenza multiculturale, promuovere ingressi programmati e contrastare ogni forma di odio, razzismo e tratta .

    Carlame dei Discomostro: “urliamo la verità, anche quando fa male”

    Play Episode Listen Later Jul 18, 2025 9:59


    Il leader della band punk-hardcore racconta l'evoluzione musicale del gruppo, tra suoni più maturi e testi senza filtri, in vista del Beach Out Poetto Vol. 19 a Cagliari. Carlame, voce e anima dei Discomostro, non è il tipo da risposte scontate. La sua intervista con Unica Radio, in vista del concerto al Beach Out Poetto Vol. 19, è un flusso di coscienza sincero, diretto, a tratti crudo, proprio come la loro musica. La band è giunta al quarto album in studio e, come racconta Carlame, il suono oggi è più definito, le atmosfere più stratificate, ma l'anima resta la stessa: rabbiosa, ironica, profondamente umana. “Ci sentiamo male prima e male adesso, ma musicalmente siamo molto soddisfatti”, dice sorridendo. Una frase che riassume il paradosso del progetto Discomostro: usare il punk e l'hardcore per veicolare disagio e negatività, ma con un fine terapeutico. “Ogni canzone è una valvola di sfogo, un urlo liberatorio che ci permette di stare meglio”, continua. Dalla batteria al microfono: l'urgenza di mettersi a nudo Carlame è passato dalla batteria al ruolo di frontman, non per calcolo ma per esigenza. “Scrivevo già i testi ai tempi degli Scloniars, ma avevo paura di mettermi a nudo. Poi ho deciso: le cose che scrivo, le canto io”. Da quel momento, la voce è diventata strumento e confessionale. Il palco, invece, non è cambiato: resta il luogo dove liberarsi e connettersi con un pubblico eterogeneo, fatto di fan della prima ora e nuovi adepti, giovani e adulti. Il nuovo album sorprende anche per le sonorità: accanto all'anima punk, compaiono sfumature rock'n'roll, melodie leggere e toni quasi estivi. “Non è stata una scelta a tavolino, è successo. Ci siamo evoluti naturalmente”, racconta. Una parte del gruppo ha curato con precisione la registrazione e il sound, mentre Carlame ha preferito concentrarsi sui contenuti. “A me interessa arrivare sincero, non perfetto”. Sincerità come strumento di connessione e sopravvivenza I testi dei Discomostro non fanno sconti: solitudine, pressione sociale, suicidio e isolamento sono raccontati con lucidità. Portarli su un palco estivo, tra il mare e la sabbia del Poetto, è un atto che potrebbe sembrare spiazzante. Ma Carlame lo vive serenamente: “I contenuti sono duri, ma il nostro atteggiamento è leggero. Sopravviviamo anche grazie all'ironia”. Per il pubblico, spiega, i concerti sono un momento di riconoscimento e sfogo collettivo. “È come una grande famiglia di mostri e casi umani che si ritrova per urlare insieme, ma anche per ridere. C'è rispetto, condivisione, e soprattutto onestà. Se una canzone è sincera, arriva. E resta”. Il ritorno al Poetto, per Carlame, è anche una questione personale: “Ci ho suonato vent'anni fa, quando stavo ancora dietro la batteria. Tornarci oggi da frontman, con questi brani, sarà un'emozione fortissima”.

    Beach Day Out Vol 19: il festival più underground dell'estate

    Play Episode Listen Later Jul 17, 2025 11:44


    Due giornate tra onde, chitarre distorte e passione vera: Michelangelo Rombi e Alessio Schirru raccontano l'anima del Beach Day Out, evento simbolo dell'underground sardo. Cagliari si prepara ad accogliere Beach Day Out Volume 19, il festival che da quasi vent'anni anima la spiaggia del Poetto con musica punk, rock e hardcore, proponendo un'esperienza che va oltre il semplice concerto. Un evento che nasce dal basso, dalla passione di chi vive la scena musicale indipendente e la vuole condividere. Michelangelo Rombi e Alessio Schirru, due dei principali organizzatori, ci hanno raccontato cosa c'è dietro le quinte di questo appuntamento sempre più atteso. L'idea del festival, spiegano, nasceva dall'esigenza di dare spazio alle band sarde che producevano musica originale. “All'inizio erano venti gruppi, si iniziava nel pomeriggio e si finiva all'alba”, ricorda Michelangelo. Un progetto che ha saputo crescere, aprendosi a ospiti italiani e internazionali, mantenendo però saldo il filo conduttore: musica autentica, non commerciale, fortemente identitaria. Tra scouting, passione e collaborazione: così nasce la line-up ogni anno La scelta delle band non è mai casuale. “Diamo spazio alle nuove uscite, a chi ha appena pubblicato un disco, ma anche ai gruppi giovani e emergenti dell'isola che si affacciano alla scena underground”, racconta Alessio. Fondamentale anche il lavoro di Stefano Panzeri, storico collaboratore del festival, e oggi anche l'apporto dei Cool Kids, collettivo di cui Schirru fa parte. Tra gli ospiti dell'edizione 2025 spiccano nomi come Discomostro da Milano e Burning heads dalla Francia, ma il valore aggiunto è sempre il mix tra il locale e il globale. La collaborazione con la webzine Punkadeka.it garantirà quest'anno anche la diretta streaming dell'evento, amplificando la portata nazionale e internazionale del festival. Un festival che nasce dalla sabbia, tra memoria e futuro Il Beach Day Out non è solo musica, ma anche atmosfera, libertà e condivisione. “Il palco guarda la Sella del Diavolo, il pubblico può godersi i concerti in costume, magari dopo un tuffo. È un'esperienza unica”, racconta Rombi. L'edizione di quest'anno parte al tramonto, con il calore del sole e delle chitarre distorte a colorare la spiaggia. E tra un'organizzazione sempre più rodata, amicizie che si trasformano in booking, e la voglia di rinnovarsi, si pensa già alla ventesima edizione. “Ogni anno è una sfida, ma anche un'enorme soddisfazione”, confermano entrambi. Un ricordo su tutti? “Portare in Sardegna band che ascoltavamo da adolescenti, sederci con loro a cena, condividere storie. È questo lo spirito del festival.”

    Conferenza Regionale Immigrazione, intervento ANCI

    Play Episode Listen Later Jul 16, 2025 5:22


    Appuntamento di due giorni a Olbia dedicato al tema dell'immigrazione, l'intervento di Daniela Sitzia ANCI. La direttrice dottoressa Sitzia, ha portato un contributo prezioso alla conferenza, sottolineando il ruolo fondamentale delle istituzioni pubbliche e dei soggetti del terzo settore nell'affrontare il tema dell'immigrazione e dell'integrazione in Sardegna. Dall'accoglienza alla coprogettazione In un dialogo tra istituzioni e terzo settore, emerge la distinzione tra l'accoglienza strutturata dei migranti – con i problemi evidenziati precedentemente dalla Garante – e l'integrazione dei cittadini stranieri già stabilmente presenti nel territorio regionale, spesso soggetti a vulnerabilità e precarietà. La dr.ssa Sitzia ha evidenziato che, grazie a una ricerca recente, è emerso uno “spaccato” positivo: in quindici anni i comuni hanno accumulato un bagaglio di esperienze solide, condivise da associazioni, enti locali, università e scuole. Il concetto chiave proposto è quello di coprogrammazione e coprogettazione, strumenti che vanno oltre le semplici idee e si traducono in progetti amministrativi concreti. Sitzia ha insistito sulla necessità di collaborare, di “misurare” l'esperienza, riconoscere il valore acquisito e trasformarlo in sistemi strutturati che durino nel tempo. Verso un approccio interassessoriale L'Italia rurale, in particolare la Sardegna, conta 28 comuni medio-grandi e decine di piccoli, costieri e interni, che hanno già maturato una alleanza istituzionale storica con l'ANCI e la Regione, collaborando con assessorati al lavoro, affari generali, politiche sociali, sanità e istruzione. La sfida è far evolvere la cabina di regia da settoriale a interassessoriale, in modo da integrare le procedure amministrative con gli investimenti allocati dalla Regione senza duplicazioni, ma con sinergie operative. Durante la conferenza, sono stati descritti i primi risultati di questa trasformazione, con la firma di protocolli d'intesa tra l'ANCI e l'associazione dei comuni del Senegal. Questo salto in avanti segna un impegno concreto verso la cooperazione internazionale, finalizzata a creare una nuova consapevolezza politico-istituzionale tra gli amministratori locali, attraverso lo scambio di competenze e conoscenze. Una comunità amministrativa integrata L'obiettivo delineato da Sizia è ambizioso: trasformare i “corridori umanitari” in strumenti di accoglienza paritaria, rafforzando l'emancipazione culturale e amministrativa. Solo così è possibile costruire una comunità partecipata, in cui le istituzioni e i cittadini collaborano per inclusione, sicurezza, opportunità e crescita collettiva. Attraverso questo nuovo paradigma, la Sardegna può diventare un modello di integrazione ben strutturata, dove ogni processo è condiviso, ogni risorsa è valorizzata e ogni attore ha un ruolo attivo nella costruzione di un futuro più equo.

    Eleonora Spiga e la magia delle pietre che incontra l'anima

    Play Episode Listen Later Jul 16, 2025 30:56


    Tra le strade della Sardegna e le aule dell'Istituto Gemmologico I.RI.GEM Eleonora Spiga costruisce un mondo fatto di pietre storie personali e connessione con la natura trasformando il suo negozio EleGems in un laboratorio di emozioni autentiche e gioielli vibranti di energia. Quando la gemmologia si fa arte e introspezione Nel cuore della Sardegna, precisamente a Cagliari, Eleonora Spiga porta avanti con passione EleGems, un progetto nato nel 2008 che riflette il suo amore per la natura e le pietre. Dopo la laurea in Scienze della Terra, ottenuta con il massimo dei voti, Eleonora prosegue la sua formazione presso l'Istituto Gemmologico I.RI.GEM, dove diventa Gemmologa e Tagliatrice di gemme. Questa base scientifica le permette di comprendere la struttura e le proprietà delle pietre in modo profondo, ma la vera forza del suo lavoro sta nella capacità di ascoltare e interpretare le storie di chi si affida a lei. Nel suo negozio EleGems, ogni gioiello nasce dall'incontro con una persona, da un momento di vita che ha bisogno di essere raccontato, ricordato o trasformato. La personalizzazione diventa così la chiave del suo approccio creativo. Eleonora accoglie i clienti, ne ascolta le emozioni e propone pietre che non solo rispecchiano l'estetica desiderata, ma che possano anche supportare un percorso interiore. Visita la pagina ufficiale di EleGems per scoprire le collezioni disponibili e lasciarti ispirare dai suoi pezzi unici. Ogni creazione si distingue per autenticità, equilibrio e uno stile profondamente legato all'ambiente circostante. Oltre alla competenza tecnica, Eleonora Spiga coltiva un approccio olistico alla gemmologia, affiancando alla conoscenza scientifica uno studio spirituale ed energetico. Le pietre, secondo la sua visione, non sono solo elementi decorativi, ma veri strumenti di benessere. Questo approccio nasce da anni di osservazione e ascolto, ma anche da un apprendistato durato due anni accanto a un orafo esperto che le insegna le basi dell'artigianato e l'importanza dei dettagli. L'arte di creare gioielli diventa quindi un mezzo per trasmettere energia, armonia e consapevolezza. La bottega delle emozioni tra pietre natura e spiritualità Le collezioni di EleGems spesso si ispirano ai viaggi e ai paesaggi visitati da Eleonora, ma ancora più spesso traggono linfa dalle storie di chi entra nel suo mondo. Ogni cliente viene accolto come un alleato nella creazione: dalla scelta della pietra alla definizione del design, ogni passaggio diventa occasione di riflessione e scambio. Il risultato è un gioiello che non solo completa l'aspetto esteriore, ma accompagna la persona nel proprio cammino. La filosofia del brand si radica an

    Parkinson: nuove speranze dalla Sardegna

    Play Episode Listen Later Jul 15, 2025 9:16


    L'Università di Cagliari guida un progetto internazionale che indaga il potenziale neuroprotettivo di una particolare famiglia di proteine, con l'obiettivo di rallentare la progressione della malattia di Parkinson La ricerca scientifica non si ferma mai, soprattutto quando si tratta di sfide complesse come quelle poste dal morbo di Parkinson. Una nuova luce arriva dalla Sardegna, dove l'Università di Cagliari è capofila di un ambizioso progetto europeo che punta a esplorare il potenziale di una famiglia di proteine poco note al grande pubblico: le cromogranine. Guidato dalla professoressa Cristina Cocco, docente di Anatomia Umana presso la Facoltà di Medicina, il progetto si concentra sull'impiego delle cromogranine come strumento per proteggere i neuroni dalle conseguenze dannose di questa malattia neurodegenerativa. Le cromogranine sono note per il loro ruolo nella regolazione delle risposte cellulari allo stress, e il team di ricerca vuole capire se possano rallentare la degenerazione neuronale tipica del Parkinson. Il morbo di Parkinson colpisce milioni di persone nel mondo e si manifesta principalmente con la perdita dei neuroni dopaminergici nella cosiddetta sostanza nera del cervello. A peggiorare il quadro clinico, interviene l'alfa-sinucleina, una proteina che si accumula in forma tossica nei neuroni e ne compromette la funzionalità. Nel laboratorio dell'Università di Cagliari, le cromogranine sono testate in vitro su cellule staminali umane e murine, esposte a una tossina chiamata rotenone, che simula i danni provocati dal Parkinson. Parallelamente, all'Università di Masaryk (Repubblica Ceca), sono effettuati test in vivo su un modello murino della malattia, valutando gli effetti delle cromogranine somministrate per via intranasale. Infine, presso l'Università di Precarpazia in Ucraina, l'attenzione sarà rivolta all'interazione con l'alfa-sinucleina, per comprendere se queste proteine siano in grado di bloccarne l'aggregazione tossica. Il progetto avrà una durata di 18 mesi e, se i risultati si confermeranno promettenti, le cromogranine potrebbero rappresentare una svolta innovativa nel trattamento precoce della malattia, aprendo la strada a nuove strategie terapeutiche.

    “Ponitì ad una party”: Michele Atzori racconta l'attivismo

    Play Episode Listen Later Jul 15, 2025 9:17


    In questa intervista esclusiva, Michele Atzori, in arte Dr. Drer, ci parla del suo libro “Ponitì ad una party”, un viaggio ironico, affettivo e politico attraverso decenni di attivismo tra Cagliari, la Sardegna e la Francia, tra spazi condivisi, memorie collettive e movimenti giovanili vecchi e nuovi. Intervista a Michele Atzori: il cuore pulsante dell'attivismo raccontato in “Ponitì ad una party” Unica Radio ha avuto il piacere di ospitare Michele Atzori, conosciuto anche come Dr. Drer, per parlare del suo nuovo libro: “Ponitì ad una party”. Un titolo ironico per un'opera profonda, che mescola memoria, politica e affetto, ripercorrendo trent'anni di attivismo vissuto tra Cagliari, il Magistero, la Francia e tanti altri luoghi simbolici. «Il desiderio di scrivere nasce quando ti accorgi che certe esperienze non devono andare perdute», racconta Michele. Il libro è nato da una riflessione profonda su ciò che l'attivismo ha rappresentato per lui e per la sua generazione. Un mix di emozioni, incontri, vittorie e sconfitte, raccontate con ironia e passione. Uno strumento per trasmettere valori, visioni e, soprattutto, storie spesso dimenticate. «Mi sono reso conto che le nuove generazioni non avevano accesso a molte di queste vicende. Raccontarle significa creare connessioni e restituire senso alla memoria collettiva», aggiunge. Uno degli aspetti più interessanti del libro è il rapporto con gli spazi fisici. Michele sottolinea come luoghi come l'Aula 8 e la Sala Maria Carta non siano semplici scenari, ma veri e propri protagonisti dell'esperienza politica. «Sono spazi che creano relazioni, reti, solidarietà. Lì si forma il pensiero critico, si costruisce l'identità collettiva. Sono palcoscenici di lotta e di sogni», spiega. Nel confronto tra i movimenti giovanili di ieri e quelli di oggi, Michele vede differenze, ma anche forti punti di contatto. «I giovani di oggi sono attivi, attenti, capaci di usare nuovi strumenti come i social. Lottano per i diritti, la giustizia climatica, l'uguaglianza. In fondo, hanno la stessa spinta che avevamo noi». “Ponitì ad una party” non è solo un libro politico. È una cronaca affettiva, un memoir che abbraccia esperienze personali e collettive. «Spero che chi lo leggerà, anche chi non ha vissuto quegli anni, possa sentire l'importanza delle relazioni umane, della lotta condivisa, della solidarietà», conclude Michele. Puoi ascoltare l'intervista completa su Unicaradio.it, Spotify, Apple Music e Amazon Music. Grazie a Michele Atzori per aver condiviso con noi questo intenso viaggio nella memoria e nell'attivismo.

    Virgilio Careddu e la rivoluzione vegan con Animal Voices United

    Play Episode Listen Later Jul 14, 2025 25:16


    Con il suo attivismo instancabile Virgilio Careddu coordina una rete di volontari a Cagliari. Sono in 43 città italiane e tre estere portando nelle strade la voce degli animali e promuovendo uno stile di vita vegan fondato sull'abolizione dello sfruttamento animale e sull'informazione capillare. Virgilio Careddu si muove con il suo gruppo per le vie del centro di Cagliari. Coordina le azioni dell'associazione Animal Voices United, una realtà attivista che si struttura attorno a una precisa missione: diffondere consapevolezza sui diritti degli animali, denunciare lo specismo e proporre una concreta alternativa vegan. Con un'organizzazione meticolosa, Careddu guida un team formato da attivisti, grafici, comunicatori e formatori che lavorano insieme per costruire materiali informativi, performance pubbliche e momenti di dialogo nelle piazze di Cagliari. “Il nostro compito è portare una testimonianza diretta della condizione animale”, spiega Careddu, mentre elenca le città coinvolte: 43 in Italia, più tre all'estero, tra cui una nel Regno Unito, una in Spagna e una in Germania. Ogni attività si svolge con un approccio pacifico ma determinato. I volontari di Animal Voices United occupano spazi pubblici strategici e parlano con i passanti, mostrando video e immagini che documentano la realtà negli allevamenti intensivi, nei macelli e nei circhi. L'obiettivo è aprire un varco nella coscienza collettiva, smontando le narrazioni dominanti sul consumo di carne e derivati. Sul sito ufficiale dell'associazione, si trovano risorse gratuite, guide per iniziare un percorso vegan e contatti per chi desidera partecipare attivamente. Un attivismo fondato su studio etica e visione globale La formazione personale è centrale nel percorso di Virgilio Careddu. Dopo aver compiuto la scelta vegan, sente l'urgenza di formarsi a fondo per diventare un attivista consapevole. Studia testi fondamentali del pensiero antispecista come Liberazione animale di Peter Singer, Gabbie vuote di Tom Regan e Se niente importa di Jonathan Safran Foer. Ogni lettura arricchisce la sua visione, rafforza la sua convinzione e alimenta il progetto di una rete attivista sempre più solida. “L'obiettivo è rendere internazionale il lavoro di Animal Voices United”, racconta, mentre illustra i prossimi passi dell'associazione. In questo contesto, l'internazionalizzazione non rappresenta solo una crescita logistica, ma anche una dichiarazione politica: la condizione degli animali e la questione specista non conoscono confini. Careddu immagina una rete interconnessa di attivisti, capace di dialogare con realtà europee e globali, e di portare le istanze animaliste nei dibattiti pubblici, culturali e politici. Un movimento che parte dalla strada e guarda al futuro Animal Voices United non si limita a parlare di animali: mette al centro una rivoluzione etica che coinvolge consumi, economia, comunicazione e cultura. La scelta vegan diventa un punto di partenza per interrogare l'intero sistema sociale. Attraverso l'attivismo pubblico e l'uso strategico dei social media, l'associazione raggiunge migliaia di persone ogni mese, con campagne mirate e contenuti formativi. L'intero lavoro di Virgilio Careddu si basa su una convinzione chiara: la realtà può cambiare, ma serve impegno costante e presenza visibile. Per seguire le attività dell'associazione, conoscere i prossimi eventi e approfondire i temi trattati, è possibile visitare le pagine ufficiali su Facebook e Instagram cercando non solo l'associazione ma anche il nome di Virgilio Careddu. Lì si trovano anche testimonianze, materiali scaricabili e link per donazioni. Careddu e il suo gruppo non si limitano a parlare, ma agiscono ogni giorno, trasformando la piazza in un luogo di riflessione e azione concreta.

    Cycle Hub: la rivoluzione a pedali di Kety Piras

    Play Episode Listen Later Jul 13, 2025 23:11


    Oggi a Unica Radio B Podcast vi proponiamo un'intervista a Kety Piras, urban cyclist e fondatrice di Cycle Hub, un progetto innovativo che fonde sostenibilità, inclusione sociale e mobilità dolce. Scopriamo insieme il racconto di chi ha trasformato una passione in un'officina meccanica, un punto di ritrovo culturale e un centro pulsante per la comunità di Pirri. Kety Piras è un'urban cyclist e attivista e ora fondatrice del Cycle Hub, uno spazio nato per unire mobilità sostenibile, comunità locale e cultura. Dopo anni di esperienze nel mondo della micromobilità e una formazione all'Università di Verona come esperta promotrice della ciclabilità, Kety ha deciso di dare vita a un luogo che fosse molto più di una semplice officina. Un punto di riferimento a Pirri Cycle Hub nasce dall'esigenza concreta di creare uno spazio fisico dedicato alla mobilità sostenibile, alla condivisione e all'incontro. Per anni, Kety Piras ha osservato quanto fosse difficile, a Cagliari, trovare un posto dove parlare di ciclabilità, confrontarsi su idee nuove, organizzare attività e costruire relazioni. Così è maturata la decisione di creare un luogo che fosse più di un'officina, un punto di riferimento per il quartiere, dove le persone potessero sentirsi accolte, ascoltate e coinvolte in un progetto di comunità e cambiamento urbano. Cycle Hub nasce per rispondere a questo bisogno: offrire uno spazio autentico, accessibile e vivo, pensato per chi crede in un modo diverso di muoversi e vivere la città. Officina, coworking, cultura Nato come officina meccanica per biciclette, il Cycle Hub si è trasformato rapidamente in un luogo dinamico e multifunzionale. Oggi ospita coworking, eventi culturali, presentazioni di libri e laboratori creativi. Il progetto ha ricevuto il sostegno del bando Resto al Sud. Kety ha seguito ogni fase: dalla progettazione del logo fino all'arredamento, pensato per far sentire ogni visitatore a casa. Innovazione e sostenibilità ambientale Il Cycle Hub è anche un esempio di sostenibilità ambientale concreta. Tra i servizi offerti spicca il bike wash enzimatico, un sistema di lavaggio completamente ecologico e privo di scarichi inquinanti. È inoltre presente un parcheggio temporaneo per bici e monopattini, pensato per chi si muove in città senza dover ricorrere all'auto. Una menzione speciale va alla collaborazione con Brompton, marchio inglese di biciclette pieghevoli, che ha scelto Cycle Hub come primo service center ufficiale in Sardegna. Un riconoscimento importante per l'impegno e la qualità del lavoro di Kety. Un messaggio a chi sogna il cambiamento Kety invita chiunque voglia cambiare la propria vita a iniziare da sé: “Scrivilo, parlane, cerca supporto. Il cambiamento non arriva da solo, bisogna costruirlo giorno dopo giorno, con testardaggine e visione”. Cycle Hub è oggi un modello di impresa femminile, inclusiva, ecologica e profondamente legata al territorio. Un piccolo seme piantato a Pirri, che punta a diventare una foresta di idee, relazioni e mobilità sostenibile.

    Da Cagliari in Kazakistan con una Fiat uno per solidarietà

    Play Episode Listen Later Jul 12, 2025 9:41


    Dalla Sardegna all'Asia Centrale, passando per Praga, in un rally che racconta il mondo che cambia con l'ironia di una Fiat Uno. Un viaggio che è anche un progetto sociale e culturale. Un'associazione sarda con una visione globale, un'auto leggendaria e la voglia di attraversare mezzo mondo. È così che Federico Gaviano e Luca Frongia, insieme a Gianghi e Duncan, hanno deciso di festeggiare i 25 anni di TDM, realtà attiva tra mobilità internazionale, educazione interculturale e progetti sociali. La loro avventura prende il nome di Mongol Rally, una folle corsa non competitiva che unisce equipaggi da tutto il mondo in un viaggio epico: dalla Sardegna fino al Kazakistan, passando per Praga e l'Asia centrale, a bordo di un'auto simbolo del passato italiano, la mitica Fiat Uno, ribattezzata “Fiamma”. Segui il progetto https://linktr.ee/tdmislanders La Mongol Rally 2025 è un rally non competitivo, senza premi, regole fisse o supporto tecnico. Ogni equipaggio viaggia con veicoli economicamente e meccanicamente inadatti, attraversando frontiere, deserti, catene montuose e città dimenticate. Lo scopo è umanitario e ambientale: raccogliere fondi per l'organizzazione benefica Cool Earth, che protegge le foreste tropicali e le comunità che le abitano. Il progetto TDM 25 Islanders è anche un omaggio ai 25 anni dell'associazione TDM 2000, con un team composto da giovani provenienti dalla Sardegna e da Malta. viaggio sostenibile, comunicazione dal vivo e spirito comunitario: il rally è anche un progetto sociale L'idea nasce per gioco, ma si trasforma presto in una sfida logistica, culturale e organizzativa. Dalla preparazione meccanica, curata da Gianghi, all'organizzazione dei documenti e dei visti per affrontare territori complessi come l'Iran, il Turkmenistan o la Russia. Duncan, architetto e presidente di TDM Malta, completa l'equipaggio con competenze tecniche e uno spirito profondamente legato alla Sardegna. L'auto, soprannominata Fiamma, incarna l'ironia del progetto: un veicolo "nuovo e perfetto"… solo nello slang di Cagliari. Ogni suo cigolio è una promessa di guasti e aneddoti da raccontare. Visualizza questo post su Instagram Un post condiviso da TDM 2000 Mongol Rally 2025 Team (@mongolrallytdm25) L'equipaggio del TDM 25 Islanders Mongol Rally riunisce quattro personalità complementari, unite dalla voglia di esplorare, raccontare e affrontare l'imprevisto con ingegno e spirito solidale. A guidare la spedizione c'è Luca Frongia, presidente di TDM2000, promotore dell'impresa e principale pilota del team, con il compito di tracciare la rotta dall'Europa al cuore dell'Asia centrale. Al suo fianco Federico, giornalista e comunicatore, è il cronista ufficiale della spedizione: documenterà l'intera avventura, trasformando strade, soste e incontri in un racconto collettivo. Parte fondamentale della squadra è Giangi, esperto in tecnologie, riparazioni e soluzioni ingegnose, pronto a intervenire in ogni situazione tecnica con creatività e prontezza. Infine Duncan, architetto e ingegnere maltese, co-pilota e logista, con una lunga esperienza internazionale e un ruolo chiave nell'organizzazione e nella tenuta dell'equipaggio. Quattro ruoli diversi, una sola missione: portare la loro mitica Fiat Uno “Fiamma” fino in Kazakistan, sostenendo nel frattempo il progetto ambientale Cool Earth. Mongol Rally non è solo un viaggio su quattro ruote: è un gesto simbolico e concreto per promuovere cause sociali e ambientali. Ogni squadra, infatti, si impegna a raccogliere fondi per sostenere progetti di responsabilità sociale, e TDM ha scelto di supportare Cool Art, iniziativa che fonde arte, sostenibilità e inclusione. Federico, giornalista e voce dell'avventura, cura la comunicazione social, condividendo ogni tappa via Instagram (@mongolrally_tdm_25), blog e GPS tracker, dove chiunque può seguire l'equipaggio in tempo reale.

    Mark Hill e il Giallo della Strage di Bologna

    Play Episode Listen Later Jul 11, 2025 6:36


    L'autore di Mitchell Rose and the Bologna Massacre, Mark Hill, si racconta ai microfoni di Unica Radio Unica Radio ha avuto il piacere di ospitare Mark Hill, autore del romanzo Mitchell Rose and the Bologna Massacre, per una conversazione approfondita sul suo nuovo e avvincente giallo. Il libro si immerge in un periodo cruciale della storia italiana, esplorando decenni di intrecci tra criminalità organizzata, servizi segreti e politica. Liberamente ispirato alla tragica strage di Bologna del 1980, il romanzo introduce un protagonista affascinante: il detective privato Mitchell Rose, londinese che si muove tra Milano e Bologna in cerca di verità. L'Ispirazione Nata dalla Storia L'idea del romanzo nasce da un incontro casuale ma potente con la storia italiana. Hill ha raccontato che l'ispirazione per scrivere è arrivata durante un corso d'inglese tenuto per un gruppo di giudici a Bologna, nel 2019. Lì, il tema della strage del 1980 è emerso con forza. “Mi ha preso talmente tanto,” ha confessato l'autore, da spingerlo a un'approfondita ricerca durata anni. Il lavoro è proseguito anche durante la pandemia, attraverso lo studio di testi di saggistica e documentazione storica. L'autore ha percepito che l'intero episodio era ricco di materiale narrativo, e che le molteplici teorie del complotto rappresentavano terreno fertile per una narrazione gialla. Pur mantenendo libertà creativa, Hill ha costruito una trama solida e documentata. Il Processo Creativo: Disciplina e Revisione Scrivere un romanzo di tale portata ha richiesto metodo e costanza. Hill ha descritto la sua routine quotidiana di scrittura: ogni mattina, per quattro ore, si dedicava al lavoro senza accettare altri impegni. Seduto al PC, iniziava semplicemente a scrivere. Ha realizzato file dettagliati per i personaggi, costruito l'intreccio narrativo e lavorato a più riprese sul testo, aggiungendo dialoghi e rivedendo la struttura. Il processo ha richiesto circa quattro mesi per una prima bozza. Hill sottolinea che “riscrivere è molto più difficile che scrivere” e confessa di essere severo con se stesso, anche disposto a scartare intere sezioni se non soddisfacenti. Il suo mantra è chiaro: “Devo rivedere, rivedere e sempre rivedere.” L'Unicità di Mitchell Rose: Angoscia e Fragilità Mitchell Rose è un uomo guidato dalla necessità di portare a termine un compito, di aiutare chi incontra, ma sempre mantenendo un approccio pragmatico. C'è una rete di complessità che lo circonda, ma che lui stesso fatica a comprendere. Anche se estraneo alla politica e diffidente verso le teorie del complotto, Rose finisce per leggere il mondo in termini di schieramenti, di “noi e loro”. La sua progressione nella vita è fatta di passi lenti e ostacoli, proprio come tanti investigatori della narrativa noir. Ma ciò che lo distingue è la sua umanità, la sua angoscia, la sua fragilità. Ed è proprio questa dimensione emotiva a creare un legame forte tra il protagonista e il lettore. La Soddisfazione della Pubblicazione e il Pubblico Il momento in cui un autore riceve la conferma da un editore è sempre speciale. Hill ha descritto la sua reazione alla proposta di Walless Publishing come un mix di gioia e orgoglio: “Sono stato contento, felice, orgoglioso di aver creato qualcosa che fosse considerato valido da una casa editrice importante.” Il romanzo si rivolge a diversi tipi di lettori: appassionati di crime, amanti del giallo, ma anche chi è interessato alla politica o desidera approfondire un periodo storico controverso. Attualmente disponibile in lingua inglese, Mitchell Rose and the Bologna Massacre sta riscuotendo un buon successo anche in Italia, segno che la storia ha saputo colpire nel segno.

    Claim Unica Radio Podcast

    In order to claim this podcast we'll send an email to with a verification link. Simply click the link and you will be able to edit tags, request a refresh, and other features to take control of your podcast page!

    Claim Cancel