Radio degli studenti universitari di Cagliari. Mission del media è raccontare il movimento culturale e la città nei suoi molteplici aspetti
Come il progetto Challenge ha coinvolto giornalisti, studenti, ONG e radio universitarie per promuovere una narrazione più consapevole sull'agroecologia e la sostenibilità ambientale, in Italia e in Africa occidentale. Riascolta il webinar. La formazione dei giornalisti ha rappresentato uno dei punti centrali del progetto, con un ciclo di webinar organizzati in collaborazione con l'Ordine dei Giornalisti della Sardegna. L'obiettivo era rafforzare la capacità degli operatori dell'informazione nel trattare con competenza e rigore tematiche complesse come la giustizia alimentare, la sovranità dei semi, il diritto al cibo sano e le politiche agricole globali. Una rete per costruire nuove narrazioni ambientali Il progetto Challenge ha coinvolto sette regioni italiane e diversi partner tra cui Deafal, ACRA, Manitese, Open Impact, Reattiva e Terra Nuova. In Sardegna, grazie alla collaborazione con Unica Radio e l'Università di Cagliari, è nata una serie di podcast realizzati da studenti tirocinanti, per raccontare buone pratiche locali legate all'agroecologia. Il percorso ha incluso anche attività educative nelle scuole, festival tematici, campagne social con influencer ambientali e laboratori partecipativi. Tutto questo per raggiungere tre pubblici chiave: giovani e docenti, attori del sistema agroecologico e cittadini-consumatori. Durante i seminari, esperte come Paola De Meo e la giornalista Monica Di Sisto hanno ribadito l'importanza di una comunicazione che sappia evitare le banalizzazioni, che approfondisca i dati e che utilizzi gli strumenti della narrazione visiva e sonora per favorire l'accesso consapevole all'informazione. Una sfida educativa e democratica per la cittadinanza globale Oggi, in un contesto segnato da cambiamenti climatici, disinformazione e crisi del giornalismo generalista, progetti come Challenge indicano una direzione: promuovere la cultura agroecologica come spazio di partecipazione e cittadinanza. Cagliari è tra le città che hanno avviato politiche urbane del cibo, segnale di una crescente attenzione istituzionale. L'agroecologia, come hanno sottolineato i relatori, non è un ritorno al passato, ma un modello resiliente, sostenibile e giusto, in grado di produrre benefici ambientali, economici e sociali. Ed è proprio attraverso una comunicazione responsabile e accessibile che possiamo contribuire a renderla parte del discorso pubblico quotidiano.
Il Consorzio di Bonifica della Sardegna Meridionale apre le porte agli studenti per far conoscere il ciclo dell'acqua, il funzionamento degli impianti di irrigazione e l'importanza della gestione consapevole delle risorse idriche in agricoltura. In occasione della Settimana Nazionale della Bonifica e dell'Irrigazione, il Consorzio di Bonifica della Sardegna Meridionale organizza un evento speciale. Più di 80 bambini delle scuole primarie di Domusnovas, Villacidro e Villamassargia visiteranno l'impianto di Is Forreddus a Quartucciu. L'iniziativa si svolgerà il 22 e 23 maggio. L'obiettivo è far conoscere ai giovani il valore dell'acqua. Si parlerà del ciclo dell'acqua e del funzionamento degli impianti di irrigazione. I tecnici del Consorzio mostreranno due tipi di irrigazione: a goccia e per aspersione. Gli studenti vedranno in azione pompe, trince ed escavatori. Questi strumenti sono fondamentali per la manutenzione del territorio. Il presidente Efisio Perra sottolinea l'importanza di educare i ragazzi alla tutela dell'acqua. “L'acqua è un bene prezioso da salvaguardare”, dice. Il risparmio idrico è fondamentale nella vita di tutti i giorni. Anche l'acquisto consapevole di cibo e il rispetto della stagionalità aiutano a proteggere le risorse. Tutto parte dal lavoro che si fa nei campi. La direttrice generale Patrizia Mattioni parla anche della sicurezza. L'amianto, usato un tempo nelle condotte, è pericoloso. Il Consorzio spiega come smaltirlo e bonificare in sicurezza. L'evento è un'opportunità importante. Gli studenti imparano il ruolo del Consorzio e la gestione dell'acqua sul territorio. Anna Maria Leonhttps://www.cbsm.it/e, responsabile dell'iniziativa, ricorda: “L'acqua va preservata per il futuro della nostra terra e dei nostri ragazzi.”
Dal banco alla radio, nove ragazzi e ragazze di terza media raccontano il progetto Iscentzias. Scienze, tecnologia, italiano e matematica per affrontare parità, identità culturale e lotta al razzismo. Il racconto partiva dall'aula dell'Istituto Puxeddu di Villasor, dove sei maschi e tre femmine di diversa provenienza culturale sperimentavano quotidianamente la convivenza multiculturale. Durante il progetto Iscentzias, i docenti proponevano schede di autodescrizione, giochi di ruolo e la celebre “battaglia a griglia”, un esercizio al computer che chiedeva di indovinare caselle e rispondere a quesiti sulla parità di genere. I ragazzi riflettevano sul diritto di scegliere lo sport preferito—dal judo alla danza—senza pregiudizi. Nei loro dialoghi emergevano esempi concreti: in alcune aree del mondo le donne indossavano il burqa e rimanevano confinate in casa, mentre in Italia ciascuno poteva esprimersi liberamente. Il podcast, registrato in classe e poi montato negli studi di Unica Radio, restituiva quel confronto sincero, dimostrando come ogni differenza diventasse ricchezza collettiva. La città che cambiava prendendo voce dagli studenti e dalle frequenze di Unica Radio Il secondo segmento è stato il tema del razzismo. Un alunno sceglieva di portarlo all'esame finale perché sentiva l'urgenza di discuterne. La classe riconosceva che “ci distinguevamo solo per un colore” e che spesso le vere barriere nascevano dalla paura del diverso. Grazie a un gioco teatrale chiamato “marito geloso”, gli studenti simulavano ruoli opposti e sperimentavano empatia, scoprendo quanto fosse facile cadere in stereotipi. La registrazione catturava risate, silenzi e scoperte, trasformando la lezione in un racconto vivo. Ogni voce testimoniava che, dietro le differenze, i desideri di libertà e rispetto erano gli stessi. In aula, i ragazzi imparavano che la vera forza stava nel gruppo: “Ognuno di noi era diverso tra gesti ed emozioni—raccontavano—ma davvero, se pensavamo bene, eravamo tutti uguali”. Così, il microfono diventava strumento di educazione civica e la radio un archivio permanente di esperienze che ispiravano altre scuole a replicare la pratica. Dall'inclusione scolastica alla memoria condivisa Le docenti valorizzano ogni intercultura, aiutando gli studenti stranieri stimolandoli alla cooperazione. L'atmosfera risultava dinamica: si preparavano disegni autobiografici, si discutevano emozioni, si provava a “mettere i panni” degli altri. Gli alunni sottolineano che le differenze di genere sono spesso solo fisiche, perché nella sfera emotiva tutti sperimentavano gioia, timore o desiderio di appartenenza. Il podcast restava un documento unico: un archivio digitale, pronto per essere riascoltato da genitori, docenti e studenti, che mostrava come il dialogo superava barriere invisibili. Un semplice elaborato scolastico diveniva testimonianza di progresso sociale, invitava altre scuole a ripensare la didattica e incoraggiava i giovani a usare la voce per creare cambiamento. Grazie alla diffusione online, chiunque poteva scoprire come un gruppo di preadolescenti aveva trasformato giochi, esercizi e discussioni in un progetto multimediale focalizzato su inclusione, uguaglianza e rispetto.
L'isola guida l'Italia nella lotta all'inquinamento per la Giornata mondiale dell'Ambiente e degli Oceani: sedici eventi e oltre 300 volontari coinvolti Nel fine settimana del 7 e 8 giugno, la Sardegna si mobilita in massa per difendere il suo ambiente, diventando la regione più attiva d'Italia durante le celebrazioni della Giornata mondiale dell'Ambiente e della Giornata degli Oceani. A guidare questa imponente operazione di clean up è Plastic Free Onlus, associazione ambientalista che ormai da anni coinvolge cittadini, istituzioni e territori in una vera e propria rivoluzione culturale contro la plastica monouso. L'isola risponde con 16 eventi ufficiali, ben 313 volontari e una quantità sorprendente di rifiuti rimossi: 4.300 chili, pari a 45 quintali, strappati a spiagge, parchi urbani e aree periferiche. Una prova di forza e coesione che parte da Cagliari, Iglesias, Sardara, Castelsardo, Sennori, Sorso, Stintino e Usellus, dove i volontari si attivano sin dal sabato, per poi proseguire la domenica in altri otto comuni: Aglientu, Arzachena, Sassari, Tempio Pausania, Assemini, Sestu, Nuoro e Oristano. L'evento è possibile grazie alla collaborazione tra Plastic Free Onlus, i Comuni patrocinanti e le centinaia di cittadini che non temono caldo e fatica. una rete civica per la Sardegna: istituzioni e cittadini uniti per l'ambiente A sottolineare il successo dell'iniziativa è Maria Francesca Carone, referente regionale di Plastic Free Sardegna, che parla di “un traguardo davvero significativo”. Nonostante le alte temperature, i volontari rispondono con entusiasmo e senso di responsabilità. Mostrano quanto la coscienza ambientale, di fatto, stia crescendo in tutta la regione. L'obiettivo è ambizioso: restituire bellezza e dignità ai luoghi pubblici, prevenire l'inquinamento marino e promuovere abitudini sostenibili. Un obiettivo condiviso anche dalle amministrazioni comunali sarde che, concedendo il patrocinio alle operazioni di raccolta, dimostrano attenzione concreta verso le politiche ambientali. Ogni evento è occasione per educare, sensibilizzare e creare legami tra cittadini e territorio. In un mondo sempre più inquinato, dove la plastica gioca un ruolo chiave, associazioni come Plastic Free accendono una speranza. Contribuiscono a rendere possibile un mondo più sostenibile, più green.
Musica, viaggi e orgoglio sardo: l'appassionante Claudia Aru regala un messaggio forte ai giovani e a chi pensa sia troppo tardi per seguire le proprie ambizioni. Claudia Aru è un'artista che non segue le strade già tracciate. Cresciuta a Villacidro in una famiglia lontana dal mondo dello spettacolo, ha scoperto la sua vera vocazione non da bambina, ma dopo studi universitari e tante esperienze all'estero. La sua carriera nel canto inizia intorno ai 27 anni, dopo un periodo difficile e un percorso lavorativo in ambito museale che non le ha mai restituito soddisfazioni. Da quel momento ha deciso di inseguire il sogno di diventare cantautrice, con coraggio e determinazione. «Se avete una passione, non pensate mai che sia tardi» è uno dei messaggi più belli che Claudia lancia agli ascoltatori, raccontando come la sofferenza può trasformarsi in energia creativa, purché si scelga ciò che si ama davvero. La svolta arriva con l'iscrizione al Conservatorio a 34 anni, dove ottiene la laurea in canto jazz, un altro traguardo che testimonia la sua tenacia. Viaggiare per contaminare: la musica come linguaggio globale Claudia ha vissuto a Bologna, Barcellona, New York, e ha girato mezzo mondo: «Mi sento sardissima, ma cittadina del mondo», racconta con orgoglio. I suoi viaggi sono stati fondamentali per costruire il suo stile musicale, fatto di suoni sardi contaminati da tango, blues, milonga, world music. Un mix inconfondibile che riflette le sue esperienze e le sue emozioni. Uno degli episodi più curiosi riguarda il brano “Oi mi scidu chitzi”, nato come gioco linguistico tra campidanese e giapponese, con un videoclip girato tra Tokyo e Osaka. Oppure la canzone ispirata a un viaggio in Niger con l'ONU, dove ha usato il termine “Babudu” (campidanese), dal suono apparentemente africano. «Mi piace far cantare in sardo chiunque incontro», dice ridendo. Claudia è anche allieva prediletta di Cheryl Porter, vocal coach di fama internazionale, che l'ha definita «la persona più sarda e allo stesso tempo la più capace di adattarsi ovunque nel mondo». Un riconoscimento che sintetizza alla perfezione l'identità e la versatilità dell'artista. La lingua sarda come ponte tra generazioni Oltre a esibirsi, Claudia insegna canto da oltre 14 anni e crede profondamente nel potere educativo della musica. Nel suo programma televisivo su RaiPlay “S'Iscola de Cantu”, dedicato ai più piccoli, porta la lingua sarda nelle scuole con entusiasmo e leggerezza. «I bambini ascoltano tutto quello che gli fai ascoltare... sono spugne... », dice, spiegando come anche i più giovani, se stimolati, possano innamorarsi della propria lingua e cultura. Claudia alterna le lezioni tra Cagliari e Mandas, dove ha ormai messo radici. E osserva con speranza la curiosità dei suoi piccoli allievi verso la lingua sarda: «I bambini cagliaritani si mettono in gioco con entusiasmo, senza reticenze». Sognare in grande: il messaggio finale A chi sogna una carriera nel mondo dell'arte, Claudia Aru lascia un consiglio semplice ma potente: «Non abbiate paura di sognare. Più in alto sognate, più ci arrivate, DIVERTITEVI!». Il suo è un invito a credere nei propri sogni, a investire in formazione e a non mollare mai. La musica, dice, le ha salvato la vita più volte, e oggi desidera restituire agli altri la speranza e l'energia che ha ricevuto.
Il dottor Roberto Pili ci spiega come la comunità di Perdasdefogu, famosa per la longevità dei suoi abitanti, ha ispirato un modello integrato per promuovere salute e autonomia nella vita quotidiana, basato su sei principi fondamentali di benessere psicologico, relazionale e fisico. Unica Radio propone oggi un'intervista al dottor Roberto Pili, esperto della comunità mondiale della longevità, per approfondire il cosiddetto “Codice Perdas”, un modello pedagogico e sociale ispirato alla realtà di Perdasdefogu, piccolo comune sardo noto per la longevità straordinaria dei suoi abitanti. Pili sottolinea come questa comunità abbia il primato mondiale per il numero di centenari in ottima salute, capaci di mantenere autonomia fisica e mentale anche in età avanzata. Il modello Perdas non è una semplice ricetta replicabile, ma una vera e propria postura esistenziale da applicare quotidianamente per prolungare la vita in condizioni di benessere e funzionamento ottimale. I sei principi fondamentali del codice perdas per una vita lunga e sana Il modello si basa su sei elementi chiave, riassunti nell'acronimo APODAS, che integrano aspetti psicologici, relazionali, nutrizionali e fisici: A come Progetto di vita significativo: avere uno scopo chiaro e un ruolo sociale riconosciuto, che dia senso e dignità, non solo come lavoro produttivo ma anche come utilità sociale e crescita personale. P per Emozioni regolate positivamente: coltivare una salute emotiva basata su pazienza, perdono e controllo dello stress, fondamentali per mantenere lucidità e equilibrio. R per Relazioni dense e solide: legami familiari, intergenerazionali e comunitari costituiscono un potente fattore di protezione e coesione sociale. D come Dieta mediterranea a km zero: alimentazione locale, stagionale e variata, che nutre l'organismo con i massimi benefici dai prodotti del territorio. A per Attività fisica naturale: non esercizio formale, ma movimento quotidiano integrato nel lavoro e nella vita sociale, con la stigmatizzazione dello sedentarismo. S per Salute intesa come equilibrio dinamico tra corpo, mente e ambiente, con una prevenzione quotidiana attenta ai segnali del corpo e una medicina popolare radicata nel territorio. Dalla medicina centrata sulla malattia a una cultura della longevità Il dottor Pili evidenzia come il codice Perdas proponga una rivoluzione culturale, allontanandosi dalla medicalizzazione eccessiva e da un approccio alla longevità come prodotto commerciale. La longevità deve diventare un diritto collettivo, un obiettivo da perseguire con modelli pedagogici inseriti anche nelle scuole e nelle istituzioni, per migliorare la qualità della vita di tutte le età, giovani inclusi. Quali strategie per invertire il declino degli anni vissuti in buona salute? L'aumento dell'aspettativa di vita non coincide con un aumento degli anni in salute. Pili sottolinea la necessità di investire nell'educazione a stili di vita salutari, promuovendo comportamenti coerenti con il modello Perdas e diffondendo questi messaggi tramite media istituzionali e scolastici. Prossimi passi della comunità mondiale della longevità La ricerca e azione della comunità continuerà con l'inserimento di questi principi nei programmi pedagogici, con l'obiettivo di fornire alle persone, soprattutto ai giovani, gli strumenti per vivere meglio e invecchiare in salute, portando avanti il proprio progetto di vita.
Scopri i segreti delle microespressioni facciali con Fabio Pandiscia: come riconoscere emozioni, menzogne, segnali di disagio e capire se piacciamo davvero Nel panorama della comunicazione non verbale, Fabio Pandiscia si distingue come uno dei massimi esperti italiani nel campo delle microespressioni facciali,ed emozioni intrinseche. Partner ufficiale per l'Italia di Humintell, azienda statunitense leader nella ricerca scientifica sulle emozioni, Pandiscia offre strumenti pratici e approfondimenti per interpretare i segnali nascosti che il nostro volto rivela in modo istantaneo. La sua attività si rivolge a chi desidera migliorare le proprie capacità di comunicazione, riconoscere menzogne, individuare segnali di disagio e capire se una persona ci piace davvero. Attraverso corsi, analisi dal vivo di eventi e personaggi attuali, e una comunicazione semplice e accessibile, Pandiscia rende il complesso mondo delle microespressioni comprensibile a tutti, contribuendo a migliorare le relazioni interpersonali e la fiducia in sé stessi. Le microespressioni facciali: un linguaggio nascosto che svela emozioni autentiche Le microespressioni facciali rappresentano un vero e proprio linguaggio nascosto che il nostro volto utilizza per esprimere emozioni profonde e spesso inconsce. Questi segnali, che durano solo frazioni di secondo, permettono di capire se una persona mente, si sente a disagio o prova sentimenti autentici. Fabio Pandiscia spiega come riconoscere queste microespressioni in modo semplice, offrendo strumenti pratici per interpretare correttamente i segnali del volto. La conoscenza di questo linguaggio permette di migliorare le proprie capacità di ascolto attivo, di evitare fraintendimenti e di instaurare relazioni più sincere e autentiche. Per approfondire, si può consultare la pagina ufficiale di Humintell e scoprire i corsi dedicati alla comunicazione non verbale. Come riconoscere menzogne e segnali di disagio in modo efficace Uno degli aspetti più affascinanti delle microespressioni riguarda la capacità di riconoscere menzogne e segnali di disagio in modo rapido e affidabile. Fabio Pandiscia insegna come individuare i segnali di insincerità, come il cambiamento improvviso di espressione, il movimento degli occhi o delle labbra, e altri dettagli che spesso sfuggono all'occhio inesperto. Questi segnali sono fondamentali in ambiti come il miglioramento delle relazioni personali, il mondo del lavoro e le interviste di selezione. La capacità di leggere le microespressioni aiuta a evitare di essere raggirati o fraintesi, migliorando la propria autostima e la capacità di comunicare con sincerità. Per approfondire, si può visitare la pagina ufficiale di Humintell dedicata alla formazione sulla detecting deception.
La seconda edizione di Ridda Selvaggia, Festival di Letteratura per l'Infanzia, si svolge a giugno 2025 nel Bosco Seleni a Lanusei, con eventi anche nelle scuole e biblioteche dell'Ogliastra Nel cuore verde dell'Ogliastra, tra i sentieri del suggestivo Bosco Seleni, torna Ridda Selvaggia, il festival di letteratura per l'infanzia che fa sognare grandi e piccini. Giunto alla seconda edizione, l'evento è promosso dal Comune di Lanusei e diretto artisticamente da Manuela Fiori, con il sostegno appassionato dell'assessora alla cultura Maria Tegas. Abbiamo intervistato entrambe per scoprire lo spirito profondo di questo progetto, che è molto più di una rassegna di eventi: è un inno alla natura, alla fantasia e alla memoria del territorio. Un festival che unisce comunità, libri e natura «Vogliamo riportare bambini, famiglie e giovani nel cuore della natura attraverso la magia delle storie», racconta Maria Tegas ai nostri microfoni. L'obiettivo del Comune è chiaro: fare cultura, partendo dai più piccoli, valorizzando allo stesso tempo il patrimonio ambientale del territorio. Ridda Selvaggia rappresenta una vera “rinascita culturale” nel bosco, animata da laboratori, letture e percorsi tematici che accendono l'immaginazione e rinsaldano i legami con la propria terra. Il luogo non è scelto a caso: il Bosco Seleni è un teatro naturale perfetto per vivere l'infanzia come spazio aperto, libero e creativo. Un'idea condivisa anche da Manuela Fiori, che spiega: «Ridda Selvaggia si ispira al capolavoro "Nel paese dei mostri selvaggi" di Maurice Sendak. La nostra è una visione di infanzia selvaggia, mutevole, che attraversa confini e paure grazie alle storie». Fiabe, stelle e silenzi: un programma ricchissimo Il programma 2025 si annuncia variegato e travolgente: oltre cento appuntamenti tra letture, danze, atelier, laboratori sensoriali, illustrazione e divulgazione scientifica. Tra le chicche di quest'anno, un percorso notturno a tappe ispirato alla fiaba di Hansel e Gretel, con spettacoli, danzatrici e performance immersive nel buio del bosco. Spazio anche ai più piccoli con laboratori per bimbi da 1 a 3 anni, e momenti speciali come il Silent Reading Party, dove si spegne il cellulare e si accende la lettura, immersi nel silenzio verde. Non mancano collaborazioni d'eccellenza, da Nati per leggere al Museo Radici di Palermo, fino all'Osservatorio Astronomico e al Nurarcheo Park. Un festival che abbraccia lettura, arte, ambiente e persino scienza, senza mai perdere di vista il cuore del progetto: far crescere cittadini consapevoli e creativi. Cultura e identità per il futuro dei più piccoli L'evento è solo uno dei tanti tasselli della visione culturale del Comune di Lanusei, come sottolinea ancora Maria Tegas: «La cultura è una forma di salvezza per i giovani. Vogliamo portarla ovunque, dalle scuole al bosco, con progetti sulla lettura ma anche sulla memoria storica e il canto a tenore, identità profonda del nostro territorio». Ridda Selvaggia è quindi un progetto educativo, sociale e ambientale, che guarda al futuro con radici salde nel presente. Un festival per i bambini, ma anche per la comunità intera, che riconosce nel bosco, nei libri e nelle storie, un patrimonio vivo da tramandare. Le iscrizioni ai laboratori sono aperte dal 5 al 12 giugno sul sito www.tuttestorie.it, mentre dal 13 al 15 giugno al Bosco Seleni.
Claudia Pala, biologa e scienziata di Bitti con anni di esperienza internazionale, torna in Sardegna per lanciare Abbistas, una start-up innovativa dedicata al monitoraggio ambientale marino e alla tutela degli ecosistemi sardi. Dai laboratori d'avanguardia della Max Planck Society in Germania fino ai fondali della sua amata Sardegna. Claudia Pala, originaria di Bitti, in provincia di Nuoro, ha lasciato la sua isola a soli 19 anni per inseguire la passione per la biologia marina, portandola a collaborare con alcune tra le più importanti istituzioni scientifiche d'Europa. Ma nonostante i successi, la nostalgia per la Sardegna e la volontà di restituire valore al territorio l'hanno spinta a tornare. Nasce così Abbistas, una start-up innovativa che prende il nome dal termine bittese abistu ("intelligente") e propone dispositivi intelligenti a basso costo per il monitoraggio ambientale marino in tempo reale. Questi dispositivi raccolgono dati fondamentali per anticipare gli effetti dei cambiamenti climatici, offrendo un supporto prezioso alla pesca, al turismo e all'acquacoltura, settori chiave per l'economia isolana. Il progetto ha anche una forte valenza sociale: rappresenta un esempio concreto di come la scienza possa generare sviluppo locale, attirando risorse e competenze. Dopo una laurea ad Ancona e un dottorato in ecologia microbica tra il CNR e l'Università di Parma, Claudia ha proseguito i suoi studi in Germania. Qui ha dato un contributo fondamentale allo sviluppo della Bioprint First Aid, una biostampante per la cura delle ferite degli astronauti a bordo della Stazione Spaziale Internazionale, sviluppata nell'ambito di un progetto ESA. Questa tecnologia all'avanguardia, capace di simulare tessuti umani e testata in condizioni di assenza di gravità, rappresenta un perfetto esempio della multidisciplinarità scientifica che ha contraddistinto il percorso di Claudia: dal mare allo spazio, dalla ricerca accademica all'applicazione tecnologica.
Un evento che ha trasformato Cagliari in un polo di eccellenza nella formazione e nella cura delle malattie renali. Un progetto possibile grazie alla collaborazione con istituti come la Mayo Clinic e la Columbia University. Il settimo International Renal Meeting organizzato in Sardegna con la collaborazione della Mayo Clinic rappresenta un esempio concreto di come l'iniziativa e la visione a lungo termine possano trasformare una realtà territoriale in un centro di riferimento medico-scientifico. Antonio Pani, docente e promotore dell'evento, racconta ai microfoni di Unica Radio la storia e i risultati di un congresso che da oltre quindici anni contribuisce a elevare il livello della nefrologia italiana e sarda. L'iniziativa prese vita nel 2011 portarono a un primo contatto con il professor Fernando Fervenza, tra i massimi esperti mondiali di glomerulonefriti. Il rapporto con la Mayo Clinic, riconosciuta ogni anno come miglior ospedale degli Stati Uniti, apre la strada a un vero e proprio gemellaggio scientifico. L'evento biennale ha attirato nel tempo non solo i migliori nefrologi italiani, ma anche professionisti provenienti da istituzioni accademiche americane e europee, come la Virginia University, la Columbia University di New York e diverse università francesi e spagnole. Formazione, ricerca e clinica: un modello vincente Il congresso ha avuto un impatto tangibile non solo sul piano scientifico, ma anche nella formazione dei giovani medici. Molti degli specializzandi sardi hanno potuto svolgere periodi di studio e ricerca all'estero, tornando a Cagliari con competenze avanzate e una rete di contatti internazionali. Il modello della Mayo Clinic, è il modello della scuola di specializzazione in nefrologia dell'Università di Cagliari. Dopo anni di inattività, infatti, la scuola è stata riaperta proprio grazie all'impegno di Pani e del suo team. Il corso offre un percorso formativo congiunto che coinvolge anche le sedi di Sassari e Nuoro. Il programma formativo non solo permette agli studenti sardi di specializzarsi nella propria regione, ma li espone a una dimensione internazionale attraverso docenze e workshop con esperti mondiali. Il futuro della nefrologia tra nuove terapie e vocazione Secondo Pani, il futuro della nefrologia è promettente, grazie allo sviluppo di nuove terapie biologiche personalizzate, in grado di agire in modo mirato sulle specifiche condizioni dei pazienti. La disciplina si sta evolvendo anche nel campo dell'onconefrologia e nelle tecniche dialitiche avanzate, che combinano depurazione e assorbimento. Tuttavia, sottolinea come sia necessario un rinnovato entusiasmo tra i giovani medici per una professione sì impegnativa, ma fondamentale. Nel corso dell'intervista, Pani lancia anche un appello agli studenti: abbracciare con passione una disciplina che richiede dedizione totale, ma che può offrire grandi soddisfazioni professionali. La presenza di eccellenze sanitarie a Cagliari, come la divisione di nefrologia, dialisi e trapianto del Brotzu, garantisce un'assistenza completa ai malati renali, dalla diagnosi al trapianto di rene, dalle cure ambulatoriali alle terapie per malattie autoimmuni e rare.
Il podcast, registrato a Cagliari durante il convegno accreditato per avvocati, esplora le principali questioni giuridiche e operative legate alla gestione delle società partecipate e in house pubbliche. Il podcast registrato durante il convegno “La disciplina delle società partecipate e delle società in house”, tenutosi presso la Sala Anfiteatro della RAS in Via Roma a Cagliari, raccoglie contenuti di grande interesse per chi si occupa di diritto pubblico, pubblica amministrazione e governo societario. L'iniziativa, accreditata dal Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Cagliari con 3 crediti formativi, ha offerto una panoramica aggiornata sulle criticità normative, le responsabilità penali e gli sviluppi giurisprudenziali relativi alla gestione delle società pubbliche. Il podcast documenta fedelmente i contributi di relatori autorevoli, tra cui il Sostituto Procuratore della Repubblica Andrea Vacca, che ha introdotto spunti critici sulle recenti riforme in materia di delitti dei pubblici ufficiali, e il prof. avv. Enrico Maria Mastinu, che ha trattato il tema del rapporto di lavoro nelle società pubbliche. L'evento ha visto anche la partecipazione di rappresentanti istituzionali, come l'avv. Carlo Andrea Arba (Presidente Confservizi-CISPEL Sardegna), e di esponenti dell'avvocatura e del mondo accademico. Diritto, governance e prassi operative nelle società partecipate Uno dei passaggi più rilevanti del podcast riguarda l'approfondimento del divieto di cumulo delle indennità e delle incompatibilità degli amministratori, illustrato dall'avv. Mattia Pani. A questo si è aggiunto l'intervento dell'avv. Matteo Pinna, che ha delineato le condizioni di responsabilità penale dei dipendenti pubblici e degli organi gestionali delle società partecipate. Particolarmente apprezzato il focus della dott.ssa Antonella Marcello, segretario generale del Comune di Cagliari, sull'importanza del controllo analogo, strumento essenziale per garantire la legalità e l'efficienza delle società in house. Il dott. Carlo Sanna ha poi trattato con taglio tecnico la costituzione di una società partecipata e il relativo controllo della Corte dei Conti, offrendo esempi concreti e spunti metodologici per i professionisti del settore. L'ultima parte del podcast è dedicata a esperienze operative raccontate da protagonisti del tessuto imprenditoriale sardo come Emanuele Lilliu (Fondazione Barumini), Giuseppe Sardu (Abbanoa Spa) e Fabrizio Rodin (CTM Spa), che hanno condiviso buone pratiche e modelli di gestione virtuosa nel panorama delle società pubbliche regionali. Un volume per orientarsi tra norme, riforme e applicazioni pratiche L'evento è stato anche l'occasione per presentare il libro “La disciplina delle società partecipate e delle società in house”, curato dagli avvocati Mattia Pani e Carlo Sanna. Il volume, pensato per gli operatori delle aziende pubbliche ma utile anche per studenti, amministratori e studiosi del diritto, propone una guida aggiornata e accessibile alle norme e alle prassi applicative in ma
Unica Radio racconta il progetto “Generazione Talenti” di Lidl: un'opportunità concreta per studenti e neolaureati in cerca di crescita professionale. Un percorso meritocratico, flessibile e formativo. Nel cuore di un'epoca in cui i giovani faticano a trovare sbocchi lavorativi coerenti con i propri studi, Lidl propone un percorso che sfida i pregiudizi e punta sull'ambizione e sulla formazione sul campo. Si chiama “Generazione Talenti”, il programma che l'azienda ha attivato per accompagnare studenti e neolaureati in un'esperienza lavorativa concreta, retribuita e strutturata. Unica Radio ha raccolto la testimonianza di Benedetta Magri, oggi coordinatrice regionale del personale Lidl in Sardegna, che ha iniziato il suo cammino proprio grazie a questo programma nove anni fa. «All'inizio non conoscevo davvero il mondo Lidl – racconta – lo vedevo solo dal carrello della spesa. Poi mi si è aperto un mondo». Il percorso prevede un approfondimento verticale di un reparto tra Vendite o Logistica, ruotando tra tanti ruoli presenti in ciascuna area: un modo per conoscere l'azienda a 360 gradi. Imparare dal basso e crescere nel tempo: un modello formativo meritocratico L'obiettivo di “Generazione Talenti” è formare figure pronte ad assumere responsabilità in azienda. Per questo si parte da attività base, come l'allestimento degli scaffali, fino ad arrivare all'affiancamento dei responsabili di punto vendita. Ma non si tratta solo di mansioni operative: «Abbiamo avuto anche una formazione sulle soft skills – spiega Magri– che è stata fondamentale nei ruoli manageriali». Il programma è pensato per conciliare lo studio universitario con il lavoro. Chi ha obblighi di frequenza può iniziare con contratti part-time, come quelli domenicali, utili per sostenersi economicamente. Benedetta, invece, ha scelto il contratto full-time: «Mi mancava poco alla laurea e sono riuscita a organizzarmi. L'università non richiedeva frequenza obbligatoria, quindi ho potuto cogliere questa occasione». Il tratto distintivo del progetto resta la meritocrazia: chi dimostra impegno, viene valorizzato. E le opportunità di crescita, anche all'estero, non mancano. «Lidl investe nelle persone. Il mio ruolo è cambiato molte volte: sono stata all'estero, ho gestito team, ora coordino le risorse umane in Sardegna. Ma nulla è avvenuto per caso: ho lavorato duro per cogliere ogni possibilità». Lidl, un'opportunità concreta per il futuro dei giovani Generazione Talenti si può svolgere in due ambiti principali: vendita o logistica. Ogni area è progettata per fornire una visione completa e concreta delle attività aziendali. Le rotazioni nei vari ruoli consentono ai partecipanti di acquisire competenze trasversali, sempre più richieste dal mercato del lavoro. L'esperienza dimostra come anche chi proviene da percorsi accademici non direttamente legati al retail possa trovare una strada in Lidl: «Ci sono filosofi, linguisti, economisti – racconta Magri – oggi non si assume per competenze specifiche ma per attitudine e voglia di imparare». Il messaggio è chiaro: più che il curriculum, conta l'approccio. “Generazione Talenti” è una di quelle rare esperienze che riescono a trasformare il passaggio dall'università al lavoro in un percorso consapevole e guidato. Unica Radio ha deciso di raccontarlo, per offrire ai giovani un esempio concre
Un tour celebrativo che è anche un atto di fede nella musica: il ritorno degli Afterhours Manuel Agnelli ha presentato alla stampa un progetto tanto atteso quanto denso di significati: il tour che celebra i vent'anni di "Ballate per piccole iene", uno degli album più iconici del rock alternativo italiano, uscito nel 2005. La band ha annunciato anche un'edizione speciale rimasterizzata del disco, che restituisce nuova vita a brani che hanno segnato una generazione. La conferenza stampa ha assunto i toni di un racconto autobiografico, in cui Agnelli ha ripercorso la nascita del disco e le dinamiche, anche conflittuali, con il pubblico e all'interno della band. Nel cuore dell'incontro, il leader degli Afterhou rs ha descritto il momento storico in cui nacque l'album: un periodo di successo ma anche di smarrimento, in cui la band sentiva di essere celebrata in modo quasi eccessivo, perdendo il contatto con l'urgenza creativa iniziale. È in questo contesto che nacque l'esigenza di rompere con l'ironia e l'estetica dei dischi precedenti per abbracciare un tono più cupo, crudo e diretto. “Ballate per piccole iene” si pose come un'opera sul disorientamento, sulla rinuncia agli obiettivi, e sull'accettazione della mediocrità. Da Catania agli Stati Uniti: un album nato tra amicizie internazionali e collaborazioni visionarie Una parte centrale della narrazione è dedicata alla collaborazione con Greg Dulli degli Afghan Whigs, che produsse l'album, portando nel suono degli Afterhours una nuova dimensione ritmica e live. Dulli li spinse a registrare dal vivo negli studi di Catania, infondendo nei brani energia e immediatezza. Una svolta che segnò profondamente la band, donando coerenza a un disco nato in modo frammentario. All'edizione italiana seguì una versione inglese pubblicata nel circuito internazionale, che suscitò reazioni contrastanti nel pubblico italiano. Fischi, lanci di oggetti e contestazioni mostrarono quanto il legame affettivo dei fan fosse anche una forma di possesso. Un momento di crisi sfociato in un episodio violento, simbolo di una rottura con il passato e al contempo di una rinascita artistica. Carne fresca e il futuro della scena: una nuova visione, tra scouting e responsabilità culturale Il rilancio del disco e del tour si intreccia con “Carne Fresca”, la rassegna nata da Germi (lo spazio culturale fondato da Agnelli), dedicata ai giovani musicisti tra i 15 e i 30 anni. Un laboratorio musicale e sociale che ha l'ambizione di rigenerare la scena indipendente italiana, offrendo visibilità a chi suona per necessità espressiva e non per marketing. “Carne Fresca” ha portato sul palco band emergenti capaci di riempire i locali, spesso sconosciute alla critica e ai media tradizionali, ma con una forza genuina e incontaminata. Alcuni di questi gruppi accompagneranno gli Afterhours come opening act nel nuovo tour, creando un ponte tra passato e futuro, tra esperienza e scoperta. Agnelli sottolinea il valore politico e culturale di questa scelta: “Vogliamo dire a questa generazione che esistono alternative reali, concrete. E noi ci mettiamo a disposizione per costruirle insieme.”
Un percorso formativo che unisce concretezza, ambizione e possibilità di crescita. Con la testimonianza di Michela, scopriamo come il progetto Generazione Talenti può cambiare davvero la vita di uno studente universitario. Raccontare la trasformazione del mondo del lavoro significa dare voce a chi sta vivendo questa rivoluzione in prima persona. È ciò che fa Unica Radio con B Podcast, selezionando le migliori interviste a giovani, professionisti, innovatori e protagonisti del cambiamento sociale e culturale. Oggi vi proponiamo la storia di Michela Pillittu, studentessa sarda che ha scoperto il progetto Generazione Talenti promosso da Lidl, trovando una nuova direzione professionale inaspettata ma perfettamente coerente con le sue aspirazioni. Partita da un corso di Scienze Politiche con il sogno di diventare giornalista, Michela ha conosciuto Lidl durante un Job Day e ha deciso di candidarsi per un programma pensato per unire formazione e occupazione. Un contratto full-time, con retribuzione adeguata e formazione continua, ha rappresentato per lei una vera alternativa ai classici stage o tirocini non retribuiti. L'equilibrio tra studio universitario e impegno lavorativo è stato possibile grazie a una gestione flessibile dei turni e al riconoscimento del valore della formazione accademica da parte dell'azienda. Formazione sul campo e possibilità reali di crescita All'interno del percorso, l'esperienza pratica si è affiancata a momenti di formazione strutturati, dedicati a temi come leadership, management e competenze trasversali. Un modello bilanciato, secondo Michela, tra lavoro sul campo e formazione in aula. L'obiettivo? Preparare i partecipanti a ricoprire ruoli di responsabilità anche nel breve termine. Importante anche il riconoscimento economico, che nel caso del progetto Generazione Talenti si concretizza in un contratto a tempo pieno con inquadramento di terzo livello del commercio. Una scelta che garantisce dignità professionale fin dall'inizio, in un contesto in cui troppo spesso ai giovani viene chiesto di lavorare senza tutele o compensi adeguati. Esistono inoltre formule part-time, pensate per chi studia a tempo pieno, come il ruolo di addetto vendita domenicale. Il progetto Lidl to your career e le opportunità post-laurea Oltre a Generazione Talenti, Lidl ha avviato anche Lidl to your Career, un progetto di apprendistato duale per neodiplomati che prevede tre settimane al mese di formazione pratica nei punti vendita e una settimana in aula presso un ITS, con un titolo finale riconosciuto a livello internazionale. Una formula innovativa e gratuita per i partecipanti, grazie alla collaborazione con la Camera di Commercio Italo-Germanica. Michela, dopo un anno da giovane talento, ha proseguito il suo percorso in azienda diventando area manager in Toscana e successivamente ha fatto ritorno in Sardegna per lavorare nelle risorse umane. Una carriera avviata da un'opportunità concreta, che dimostra come un progetto ben strutturato possa trasformarsi in un trampolino di lancio.
Dall'ospitalità estiva nel campus universitario ai fondi per l'inclusione dei migranti, fino ai laboratori di cinema: ecco come vivere l'università in modo più equo e consapevole. Edizione del 5 giugno 2025. Informalmente è il notiziario culturale di Unica Radio che racconta l'università dal punto di vista di chi la attraversa ogni giorno. In questa edizione si parla di inclusione, accoglienza estiva, contributi per l'alloggio e laboratori di comunicazione audiovisiva. Temi concreti, raccontati in modo semplice, con l'obiettivo di rendere l'informazione un vero strumento di equità. Edizione del 5 giugno 2025. Al centro della puntata, i nuovi fondi della Regione Sardegna per favorire l'inclusione socio-lavorativa dei cittadini migranti. Grazie a una dotazione superiore a 2,5 milioni di euro, enti pubblici e organizzazioni del terzo settore potranno presentare progetti volti a migliorare l'integrazione attraverso formazione linguistica, tirocini lavorativi, orientamento, supporto psicologico e mediazione interculturale. Il bando, parte del programma FAMI 2021-2027, scade il 4 luglio 2025 e intende sostenere in particolare le persone vulnerabili: minori non accompagnati, donne e vittime di tratta. accoglienza estiva e diritto allo studio: servizi per gli studenti a cagliari L'ERSU di Cagliari ha annunciato la riapertura del Campus Emilio Lussu per l'accoglienza estiva nel mese di agosto 2025. L'iniziativa è pensata per offrire ospitalità a studenti fuori sede, docenti in visita e partecipanti a programmi universitari estivi. Le prenotazioni vanno inviate dal 9 al 20 luglio via email all'Ufficio Alloggi. Le tariffe sono agevolate: 15 euro al giorno per una doppia, 378 euro al mese per una singola. I visiting professors pagano al massimo 700 euro al mese. Maggiori dettagli sono disponibili sul sito ufficiale ersucagliari.it. Nel frattempo, il 27 maggio 2025, sono state pubblicate le graduatorie provvisorie per il contributo “fitto casa” per l'anno accademico 2024/2025. Gli studenti possono consultare l'elenco online e, se necessario, inviare una richiesta di riesame tramite PEC all'indirizzo dell'ERSU. Il bando aiuta gli universitari a sostenere le spese per l'affitto in città, contribuendo alla lotta alla disuguaglianza abitativa e al diritto allo studio. cinema, linguaggio e diritti: i laboratori dell'ateneo cagliaritano Novità anche sul fronte culturale e creativo. L'Università degli Studi di Cagliari ha lanciato “Corti per comunicare”, un ciclo di laboratori
La band lodigiana si prepara a due date in Sardegna con un doppio singolo dalle atmosfere shoegaze e cinematiche, tra introspezione, sperimentazione e omaggi a Fellini. Il dream pop italiano si tinge di riflessi cinematografici e sbarca in Sardegna con due date cariche di atmosfera. I Six Impossible Things, band lodigiana attiva dal 2017, saranno protagonisti il 5 giugno a Iglesias presso La Cantina degli Spiriti, e il 7 giugno al Cousinà di Cagliari, in un mini-tour isolano che promette emozioni sospese tra malinconia, riverberi e architetture post-rock. L'occasione è il lancio del nuovo doppio singolo "Eight and a Half / Nevermore", pubblicato dall'etichetta Dear Gear Records, primo tassello di un percorso che porterà all'uscita dell'atteso album d'esordio full length. Il brano “Eight and a Half”, già disponibile su Spotify e YouTube, prende il nome dall'omonimo film di Federico Fellini e ne richiama le atmosfere oniriche e riflessive. Registrato con Daniele Mandelli e mixato da Maurizio Baggio (The Soft Moon, Messa, Glazyhaze), il singolo segna un punto di svolta per la formazione, che dopo anni di attività come duo ha scelto un suono più corposo e collettivo. Le chitarre avvolgenti, il piano evocativo e l'assenza di un vero e proprio ritornello contribuiscono a creare una struttura fluida e sperimentale, che mantiene però intatta l'identità intimista che ha sempre contraddistinto la band. Introspezione, cinematicità e nuove rotte sonore per il duo lodigiano Il secondo brano del doppio singolo, “Nevermore”, verrà pubblicato nei prossimi mesi, mentre la band è al lavoro su nuove tracce che faranno parte del loro primo disco completo, previsto entro il 2025. Intanto i Six Impossible Things si godono un meritato momento di attenzione da parte della critica: dopo l'EP del 2023, The Physical Impossibility of Death in the Mind of Someone Living, sono entrati in diverse playlist editoriali di Spotify (Fresh Finds globale, Rock Italia) e hanno condiviso il palco con nomi come NewDad, Delta Sleep, Public Service Broadcasting. Con influenze che vanno dai Beach House agli Explosions in the Sky, passando per le suggestioni vocali alla Sinéad O'Connor e le atmosfere alla Julien Baker, i Six Impossible Things rappresentano una delle voci più originali del nuovo panorama dream pop e shoegaze italiano. Le loro date in Sardegna diventano quindi un'occasione da non perdere per chi ama la musica che sa scavare dentro, sospesa tra sogno e reale, tra identità e suono.
In un podcast realizzato con Unica Radio e promosso dal Comune di Quartu, gli studenti danno voce a una città che si evolve attraverso passioni, idee e nuovi linguaggi generazionali. Un gruppo di giovani studenti dell'Istituto Levi di Quartu Sant'Elena ha preso in mano microfoni e idee per raccontare la loro città attraverso un progetto speciale. Il podcast, realizzato in collaborazione con Unica Radio, è promosso e finanziato dal Comune di Quartu Sant'Elena – Assessorato ai Servizi Sociali e alle Politiche Generazionali, nell'ambito delle attività dell'Assessorato alla Coesione Sociale. Un progetto che unisce educazione, cittadinanza attiva e comunicazione in un format audio originale, dinamico, libero, dove i ragazzi esplorano i temi più vicini alla loro quotidianità: la musica, lo sport, l'editoria, l'evoluzione della radio e le relazioni. Dalla scuola alla radio: una palestra di espressione libera Nel podcast, i microfoni diventano strumenti per esercitare la voce, ma anche il pensiero critico. I protagonisti, tra cui Carlo Parel, Timeo, Kiki, Massi e tanti altri, discutono insieme ai compagni e ai tutor di Unica Radio della nascita della radio universitaria, della sua evoluzione e della convivenza con il podcasting nell'era digitale. Le riflessioni si intrecciano a momenti di musica dal vivo – come l'esibizione inedita del brano Ultimo Time, nato dall'esperienza personale dell'autore – e a classifiche sui migliori e peggiori giocatori della Serie A, dimostrando come passione e competenza giovanile possano fondersi in un prodotto autentico e coinvolgente. Il progetto permette ai ragazzi di sviluppare competenze comunicative, confrontarsi con i linguaggi del digitale e raccontare il proprio vissuto. Non mancano momenti di ironia, spontaneità e riflessione emotiva, come nelle interviste sul significato di un tatuaggio o sulle dinamiche affettive dietro un testo musicale. Ogni episodio diventa un ritratto sincero del mondo adolescenziale, colto nei suoi slanci creativi e nelle sue domande sul futuro. Un archivio sonoro per raccontare la città che cambia L'iniziativa si configura come un archivio audio unico, in grado di custodire voci, storie e riflessioni che spesso restano escluse dai canali informativi tradizionali. La radio, con la sua capacità di adattarsi e rinnovarsi, resta al centro di questa esperienza. È un medium vivo, capace di offrire ancora spazio alla parola, alla narrazione e alla relazione, anche in un tempo dominato da video e social network. I ragazzi lo dimostrano con spontaneità: dalla domanda su chi abbia creato la radio alla consapevolezza che oggi i podcast sono figli e alleati del mezzo radiofonico. Il podcast è disponibile su UnicaRadio.it e rappresenta un esempio concreto di come l'educazione informale e i media possano lavorare insieme per stimolare consapevolezza, socialità e capacità espressiva. Il Comune di Quartu, attraverso il suo Assessorato ai Servizi Sociali, ha scelto di investire sui giovani, ascoltandoli e offrendo loro strumenti per diventare narratori del proprio tempo. Un esempio di buona pratica territoriale da ascoltare e replicare.
In questa intervista esclusiva, Giampaolo Salice, professore di storia moderna e coordinatore della Ludica Scuola estiva di storia digitale e pubblica, ci racconta come nasce e si sviluppa questo progetto innovativo: un laboratorio immersivo dove si costruiscono insieme biografie digitali, si esplorano archivi pubblici e privati, si creano piattaforme online con strumenti open source e si vive il territorio dialogando con le comunità locali. Ludica è molto più di una scuola estiva: è un'esperienza laboratoriale, un progetto formativo e di ricerca partecipata che trasforma il modo di fare storia. Lo racconta con entusiasmo Giampaolo Salice, professore associato di storia moderna all'Università di Cagliari e coordinatore della scuola. Dalla Bottega Digitale al campo sul territorio Il progetto si articola in due momenti principali: la Bottega Digitale e il campo estivo sul territorio. La prima è un laboratorio tecnico e concettuale in cui studenti e studiosi imparano a costruire bibliografie automatizzate, schede di classificazione per oggetti storici e archivi digitali. «L'obiettivo – spiega Salice – è fornire strumenti pratici per descrivere e collegare tra loro fotografie storiche, interviste, documenti, tutto ciò che può essere meta-datato e reso accessibile sul web in modo competente». Le tecnologie usate sono Zotero per la costruzione delle bibliografie e Omeka S per realizzare portali tematici. Ogni edizione di Ludica genera così un sito web completo, con centinaia di oggetti digitali organizzati e consultabili. Una volta terminata la fase digitale, i partecipanti si spostano sul campo, esplorando il territorio e interagendo direttamente con archivi comunali, ecclesiastici e privati. A Cagliari, tema e luogo dell'edizione 2025, l'attenzione è rivolta alle confraternite laicali, realtà storiche secolari che hanno lasciato un segno profondo nella storia cittadina. La forza di Ludica sta anche nella sua dimensione collaborativa e inclusiva: si lavora in gruppo, si coinvolgono archivisti, amministratori locali, associazioni, ma anche semplici cittadini, custodi di memorie e patrimoni immateriali. Ogni giornata si conclude con un seminario pubblico, occasione per confronti e dibattiti. La storia si scrive insieme Gli studenti non solo partecipano ma diventano autori di storie digitali. Ogni esperienza viene raccolta in un portale chiamato Storie digitali Unica e successivamente pubblicata in un quaderno diari-di-bordo a cura di UnicaPress, la casa editrice dell'ateneo. Giampaolo Salice è ottimista: «Ludica è un modello che sta suscitando interesse anche altrove. Continueremo in Sardegna per ora, ma potremmo presto portare il nostro approccio in altre città italiane o addirittura all'estero».
Con lo sguardo di Damiano, studente universitario sardo, il podcast “Europa, questa sconosciuta: diario di una cittadina (quasi) consapevole” intreccia esperienze personali, storia dell'Unione e desiderio di appartenenza, tra insularità e sogni di mobilità. Nel cuore della Sardegna, tra i paesaggi familiari e la distanza dal continente, nasce il racconto di Damiano, giovane studente di Scienze della Comunicazione con un sogno chiaro: sentirsi davvero europeo. Il suo diario, trasformato in podcast narrativo, accompagna l'ascoltatore lungo un viaggio personale e collettivo. “Europa, questa sconosciuta: diario di una cittadina (quasi) consapevole” è il titolo di questo progetto audio che unisce esperienze vissute in un'isola con i grandi temi dell'identità europea. Attraverso il format del podcast, il racconto si sviluppa in dodici minuti di riflessione intensa e coinvolgente. Damiano osserva l'Europa dal margine geografico della Sardegna, sentendosi lontano e vicino allo stesso tempo. La sua è una voce che pone domande, che cerca risposte nel dialogo con la memoria storica, nelle opportunità offerte dalla mobilità giovanile e nell'incontro con altri ragazzi europei. Il Manifesto di Ventotene e l'EYE come simboli di partecipazione Il cuore del racconto è il viaggio a Strasburgo in occasione dell'European Youth Event (EYE), l'evento che ogni due anni riunisce migliaia di giovani nel Parlamento europeo. Damiano parte da una riflessione su cosa significhi oggi essere europei, per poi scoprire, nella partecipazione e nel confronto, nuove possibilità di sentirsi parte di una comunità più grande. Un ruolo centrale lo gioca anche il riferimento al Manifesto di Ventotene, simbolo della speranza in un'Europa unita e democratica. Questo documento diventa, nel podcast, un ponte ideale tra il passato e il presente, tra le idee di Altiero Spinelli e le istanze delle nuove generazioni. La narrazione si carica così di valore simbolico e politico, portando l'ascoltatore a interrogarsi sull'eredità dell'Unione Europea e sulla sua attualità. Uno strumento di educazione civica e narrazione autentica Il podcast non è solo un racconto personale: rappresenta anche un efficace strumento di sensibilizzazione e educazione civica. Attraverso un linguaggio semplice ma profondo, si rivolge a studenti, docenti, operatori culturali e curiosi. La forma del diario permette di accedere in modo diretto e intimo a riflessioni che toccano temi come l'insularità, la cittadinanza attiva, il diritto alla mobilità e la costruzione di un'identità europea condivisa. Il progetto, realizzato per l'EYE 2025 e diffuso attraverso le reti giovanili e universitarie, si inserisce in un panorama in cui l'audiovisivo e il podcasting diventano strumenti potenti per raccontare l'Europa da una prospettiva inedita: quella dei giovani che la vivono, la sognano e vogliono cambiarla.
La cantautrice sarda Maria Giovanna Cherchi si apre ai microfoni di Unica Radio con un'intervista che attraversa emozioni, ricordi e progetti futuri. Un racconto che parte dall'infanzia e arriva fino ai circoli sardi nel mondo, passando per scuole, piazze e teatri Maria Giovanna Cherchi festeggia trent'anni di carriera con “Brincu”, il nuovo album pubblicato il 25 aprile, che segna una tappa fondamentale nel percorso della cantautrice sarda. Un disco celebrativo che nasce da un'esigenza profonda: fare il punto su una carriera vissuta con leggerezza, serenità e radicamento nella cultura sarda. Intervistata da Unica Radio, Maria Giovanna Cherchi racconta le sue prime esperienze nel mondo della musica, partite all'età di sei anni grazie all'influenza del padre, e ricorda il momento decisivo del 1995, quando la vittoria a un concorso canoro a Olbia le aprì le porte del panorama musicale isolano. Il titolo dell'album, Brincu, significa “salto” in lingua sarda: “questi anni – spiega – sono volati come un salto, ricchi di emozioni e incontri”. Il disco si configura come un ponte tra memoria e innovazione, tra balli tradizionali e arrangiamenti moderni, con l'intento di proiettare la musica popolare sarda verso un pubblico contemporaneo, mantenendone intatta la magia. Brinco, come simbolo di continuità: scuole, piazze e circoli sardi nel mondo tra i prossimi appuntamenti dell'artista Nel 2025, Maria Giovanna Cherchi porterà Brincu in tour in tutta la Sardegna, con tappe previste nei teatri, nelle piazze e soprattutto nelle scuole: “sono anche un'insegnante, e credo nel ruolo della scuola come motore culturale”. Non mancheranno, inoltre, le date nei circoli dei sardi all'estero, da sempre punti di riferimento fondamentali nella sua carriera internazionale. La musica di Maria Giovanna è profondamente intessuta di identità, ma capace di parlare anche a chi non conosce il sardo. Le emozioni che desidera trasmettere sono universali: serenità, appartenenza, affetto. La sua voce si fa veicolo di una Sardegna che accoglie, che resiste, che si evolve. “Quando un bambino mi manda un video mentre canta una mia canzone – racconta – quello è il regalo più grande. La mia missione è aiutare la Sardegna a essere popolo, a sentirsi famiglia”. Nel disco, dedicato alla nonna novantaduenne e alla sua famiglia, si sente forte l'influenza di una Sardegna vissuta e sofferta, ma sempre con coraggio e dignità. Tra le collaborazioni, spiccano nomi come Piero Marras, Fausto Leali e Mango, che hanno arricchito il percorso musicale di Maria con sensibilità e rispetto per le sue radici.
Un viaggio tra smartwatch, gettoni e ricordi in bianco e nero per capire come i cambiamenti tecnologici influiscano sulle relazioni tra generazioni. Il podcast Mind The Gap debutta con una puntata ricca di spunti, tra tecnologia, storia e divari generazionali. Ospiti d'eccezione Andrea Congiu, professore e esperto di economia, guidano gli ascoltatori in un viaggio che parte dagli smartphone per arrivare ai ricordi degli anni '60. Uno dei temi centrali è il divario tecnologico tra genitori e figli. Si racconta di un bambino di 4 anni che, con uno smartwatch senza SIM, ha intasato i numeri di emergenza 112 e 118. Un episodio che evidenzia come le nuove generazioni abbiano una familiarità innata con dispositivi che per gli adulti restano misteriosi. Tra gli argomenti principali spicca il tema del divario generazionale, ben rappresentato da un episodio curioso: un bambino di quattro anni, giocando con uno smartwatch senza SIM, riesce a bloccare le linee di emergenza del 112 e 118. L'aneddoto, per quanto divertente, mette in luce un tema importante: la familiarità dei bambini con i dispositivi digitali, spesso superiore a quella degli adulti, ma senza una piena consapevolezza dei rischi. La tecnologia, dunque, non è neutra, e il podcast lo dimostra esplorando anche l'importanza della media education. Gettoni, cabine e treni: la telecomunicazione negli anni del boom economico La seconda parte della puntata si trasforma in un racconto d'epoca, in cui Andrea Congiu riporta alla luce oggetti e abitudini oggi dimenticati, ma carichi di significato. Dalle cabine telefoniche pubbliche al monopolio SIP, dai gettoni telefonici alla prenotazione dei biglietti ferroviari con giorni d'anticipo: ogni ricordo diventa uno strumento per comprendere il modo in cui gli italiani comunicavano prima dell'avvento del digitale. Non manca un passaggio sull'autostrada del Sole, simbolo del miracolo economico italiano e della mobilità ritrovata, ma anche delle trasformazioni sociali che coinvolsero intere famiglie. In quel contesto, la comunicazione era lenta, spesso vincolata allo spazio fisico e alle infrastrutture statali, un mondo lontano anni luce dagli attuali messaggi vocali su WhatsApp o dai reel su Instagram. cultura pop e segni distintivi: la moda come specchio delle ideologie Un altro elemento che arricchisce Mind The Gap è l'analisi delle culture giovanili, che tra gli anni '60 e '70 si esprimevano anche attraverso l'abbigliamento. Il podcast racconta come le scelte di stile fossero veri e propri manifesti politici: gli eschimi (giacconi con cappuccio) per la sinistra giovanile, gli stivaletti con tacco per i giovani borghesi, i Ray-Ban come emblema di un certo stile americano, reso celebre da film come Top Gun. Anche la musica occupa un posto centrale nella narrazione, con riferimenti ai vinili, alle discoteche e all'impatto visivo di film iconici come Saturday Night Fever. Questo intreccio di musica, moda e memoria aiuta gli ascoltatori a comprendere come ogni generazione si sia raccontata e riconosciuta attraverso simboli e codici condivisi, oggi spesso trascurati nell'epoca dell'ipercondivisione digitale. Ascoltare per comprendere: la missione di Mind the Gap Il podcast si conclude con una riflessione aperta: cosa possiamo imparare dai conflitti e dai dialoghi tra generazioni? Mind The Gap non si limita a un'operazione nostalgica, ma propone una chiave di lettura critica del presente, suggerendo che conoscere il passato non significa rifiutare l'innovazione, ma comprenderla meglio.
Fili di emozioni: l'artigianato che con pazienza e amore tesse fili di esperienze che rimangono impresse in eterno. Deborah Mazzuzi è un ex imprenditrice cagliaritana, che per lungo tempo investe tutta la sua passione con impegno e volontà, nei suoi diversi saloni di estetica e nails studio Unghie Da Diva. Inizia così la sua grande passione per l'arte, qualcosa che porta dentro Sé, non solo come indole ma come sfida continua con la sua personalità forte e determinata. Inizialmente Deborah costruisce il suo impero con tenacia, affrontando sicuramente incertezze e dubbi iniziali, per poi mettersi definitivamente in gioco, diventando insegnante e divulgatrice di un'arte che ai metà del 2000, nell'ambito cagliaritano era poco conosciuto. Fu una delle prime a ricreare armonia e delicatezza nelle unghie di tutte le sue clienti, donando la perfezione di mani e piedi curati; unghie ricostruite, ben modellate e decorate, come se impressi ci fossero ricami e fili colorati. Strade e sentieri che cambiano La vita spesso, però cambia rotta e direzione, anche quando tutto sembra già compiuto; Diventa mamma e seppur inizialmente continua nel suo operato, con la nascita della seconda figlia decide che la sua missione diventa quella della mamma a tempo pieno. Deborah, però, in tutto il tempo in cui svolge la sua nuova missione di mamma, sente battere ancora dentro il cuore l'emozione per l'arte. Decide così di portare qualcosa di innovativo e che riesce a mettere d'accordo emozioni, cuore, e ricordi. Ricordi fatti di messaggi, dediche ornamentate da fili che intrecciandosi vanno a ricreare situazioni vissute in diversi campi esistenziali. In cosa consiste il progetto fili di emozioni? Fili di emozioni è il nuovo progetto di Debora Mazzuzi; un modo di riproporre l'artigianato con il cuore. Come una fata sarda, tesse e intreccia fil di ferro realizzando cornici, che ripropongono figure e sagome di persone, animali, vestiti e tanto altro con l'utilizzo di vari strumenti e oggettistica. Ricrea la perfezione di momenti sentimentali, celebrazioni, eventi lavorativi e tanto altro in meravigliose cornici ed emotions box. Lo strumento principale rimangono e rimarranno sempre le sue mani; dai tempi di Unghie Da Diva a Fili Di Emozioni, Deborah Mazzuzi, per mezzo di esse esprime la sua anima, che con molta generosità regala luce e sorrisi alla sua clientela. Non manca sicuramente qualche lacrima, di gioia e commozione! ma d'altronde le emozioni sono anche questo. Per tutti i dettagli dell'intervista Unica radio.it Spotify Apple Music
L'importanza del ritiro estivo per il Cagliari Calcio Il Cagliari Calcio ha ufficializzato la data e la location del ritiro estivo in vista della prossima stagione calcistica. La squadra rossoblù si ritirerà a Ponte di Legno a partire dal 13 luglio, in una scelta che punta a un ambiente ideale per la preparazione atletica e mentale dei giocatori. Il ritiro rappresenta un momento cruciale per lo staff tecnico e la squadra, fondamentali per mettere le basi di un campionato competitivo e ambizioso. Il ritiro a Ponte di Legno è una tappa fondamentale per il Cagliari, soprattutto dopo una stagione ricca di sfide. La montagna e l'aria pura del Trentino offrono condizioni ottimali per la preparazione fisica degli atleti, consentendo allo staff tecnico di lavorare su allenamenti intensivi e programmi personalizzati. Durante il ritiro, il tecnico e il suo staff avranno modo di valutare la condizione dei calciatori, inserire i nuovi arrivati e perfezionare schemi tattici. In un periodo delicato come quello pre-campionato, l'ambiente raccolto di Ponte di Legno favorisce la coesione del gruppo e la concentrazione sui prossimi obiettivi. Dettagli del ritiro e programma Il ritiro del Cagliari inizierà ufficialmente il 13 luglio e si svolgerà per circa due settimane. La scelta di Ponte di Legno non è casuale: la località è nota per le sue strutture sportive di alto livello e per la possibilità di combinare allenamenti intensi con momenti di recupero e relax in un contesto naturale. Oltre agli allenamenti quotidiani, sono previste amichevoli e incontri con la stampa per tenere i tifosi aggiornati sullo stato di forma della squadra. Il ritiro sarà anche l'occasione per presentare nuovi acquisti e confermare la fiducia nei protagonisti già presenti in rosa. Obiettivi e aspettative per la stagione 2025-2026 Il Cagliari Calcio arriva a questo ritiro con la volontà di migliorare la posizione in classifica rispetto alla scorsa stagione. Il club punta a una stagione di rilancio, facendo leva sulla solidità tattica e sull'entusiasmo dei giovani talenti. L'ambiente di Ponte di Legno sarà quindi il laboratorio perfetto per costruire un'identità chiara, aumentando la compattezza della squadra e preparando al meglio i giocatori per gli impegni futuri. Il ritiro a Ponte di Legno dal 13 luglio segna l'inizio ufficiale della preparazione del Cagliari Calcio per la stagione 2025-2026. Un momento chiave per costruire un gruppo forte e determinato, capace di rispondere alle sfide del campionato. I tifosi possono già iniziare a sognare, consapevoli che la squadra sta lavorando duramente per tornare protagonista.
Il documentario Run Trip Life di Karim Galici racconta la disabilità con autenticità e speranza Il documentario nasce da un'esperienza reale: un viaggio da Cagliari a San Francisco compiuto da Galici insieme a Marco Altea, ideatore dell'app Weibull. Il film intreccia tecnologia, amicizia, accessibilità e amore, offrendo uno sguardo profondo sul tema della disabilità, vissuto con forza e dignità. Senza tralasciare il valore artistico, Galici realizza un'opera toccante e coinvolgente, pensata per sensibilizzare e ispirare. Run Trip Life è stato definito da Antonello Zanda come una perfetta sintesi tra cinema del viaggio e cinema sociale. Girato in presa diretta durante l'esperienza americana, il film evita la costruzione artificiale tipica dei documentari a tema sociale e si affida invece alla forza del vissuto autentico. Galici non utilizza una troupe, ma si affida alla spontaneità dei momenti condivisi con Marco, cogliendo riflessioni sincere e confessioni che danno spessore al racconto. Tra cinema del reale e missione sociale: un film che rompe i confini della rappresentazione Nel film non si parla solo di mobilità, tecnologia inclusiva e barriere architettoniche, ma anche di sentimenti, relazioni e quotidianità. Galici racconta l'amore di Marco per Milly, il legame con i genitori, le fragilità e la resilienza. San Francisco diventa il simbolo di un sogno possibile: una città dove l'accessibilità urbana è la norma, ma anche il luogo in cui emergono contraddizioni profonde, tra ricchezza tecnologica e povertà estrema. Una storia che commuove e stimola il pensiero: il pubblico reagisce con empatia e consapevolezza Durante l'intervista Galici ha raccontato l'impatto che le proiezioni di Run Trip Life hanno avuto sul pubblico. Dai festival italiani ai centri culturali svizzeri, fino alle scuole medie di Lugano, il documentario ha toccato corde emotive inaspettate. I ragazzi più giovani, considerati inizialmente “non pronti” per un tema così profondo, hanno invece partecipato attivamente, mostrando attenzione, commozione e grande sensibilità. Karim sottolinea come il film abbia trasformato anche la sua visione del mondo e dell'arte: «L'accessibilità non è un traguardo, ma un punto di partenza per costruire una società più giusta, dove ognuno ha le stesse opportunità». Questo viaggio lo ha spinto a voler continuare a raccontare storie che abbiano un impatto reale sulla vita delle persone. Run Trip Life verrà proiettato venerdì 30 maggio alle 20:30 al Cinema Greenwich d'Essai di Cagliari, con la partecipazione del cast e ospiti speciali. Un appuntamento imperdibile per chi vuole lasciarsi toccare da una narrazione vera, che attraversa luoghi, corpi, cuori e idee.
In un periodo in cui la tutela dell'ambiente è al centro dell'agenda internazionale, la sinergia tra enti e fondazioni può rappresentare un volano determinante per il cambiamento. È in quest'ottica che Giampiero Teofili, presidente di Federparchi, ha sottolineato il valore strategico della collaborazione con Fondazione UNA (Uomo, Natura, Ambiente), realtà impegnata nella promozione della conservazione della biodiversità e nell'educazione alla sostenibilità ambientale. Teofili ha parlato di “progetti di respiro internazionale“, evidenziando come questa alleanza punti a portare l'Italia al centro di una rete virtuosa di buone pratiche ambientali condivise anche con altri Paesi europei. L’obiettivo principale è quello di costruire una nuova visione della gestione sostenibile del territorio, che tenga conto delle esigenze ecologiche, economiche e sociali, senza sacrificare la ricchezza degli ecosistemi. Uno dei punti cardine di questa collaborazione è la creazione di progetti pilota nei parchi naturali italiani, destinati a diventare modelli replicabili anche all'estero. In particolare, si punterà su iniziative che integrino conservazione della fauna, agricoltura sostenibile, educazione ambientale, e promozione di un turismo lento e responsabile. Fondazione UNA, già nota per il suo impegno nel promuovere un rapporto equilibrato tra uomo e natura, metterà a disposizione competenze, risorse e una visione sistemica che ben si integra con la missione di Federparchi. Teofili ha evidenziato come questo partenariato possa attrarre anche finanziamenti europei, rafforzando la capacità progettuale delle aree protette italiane. “La forza di questa collaborazione – ha detto Teofili – sta nella volontà di andare oltre il localismo, portando le esperienze italiane a dialogare con quelle di altri Paesi, in un'ottica di scambio di buone pratiche ambientali.” Il futuro delle aree protette italiane passa dunque anche da queste sinergie. Una strada che, se ben percorsa, potrebbe trasformare l'Italia in un esempio internazionale di innovazione ecologica e sviluppo sostenibile.
Un evento da non perdere: il 30 maggio a Selegas verrà presentato ufficialmente il ricettario di Saboris Antigus, un progetto che celebra la cucina tradizionale sarda attraverso i sapori, le storie e le ricette autentiche del territorio. Meta descrizione:Scopri il nuovo ricettario di Saboris Antigus, una raccolta di ricette tradizionali sarde che verrà presentata ufficialmente il 30 maggio a Selegas. Un evento all’insegna della cultura e della cucina locale. Un viaggio nei sapori della Sardegna: arriva il ricettario di Saboris Antigus Il prossimo 30 maggio 2025, presso il suggestivo comune di Selegas, si terrà la presentazione ufficiale del ricettario di Saboris Antigus, un'iniziativa culturale e gastronomica che racchiude in sé l'anima della tradizione culinaria sarda. L'evento rappresenta il coronamento di un percorso fatto di ricerca, testimonianze e passione per i sapori antichi e autentici della nostra isola. Il ricettario nasce dall'esperienza del progetto Saboris Antigus, che da anni si impegna a valorizzare le tradizioni locali attraverso eventi, laboratori, degustazioni e incontri tra generazioni. La pubblicazione raccoglie ricette tradizionali, tramandate oralmente di generazione in generazione, che ora trovano finalmente una forma scritta per conservarne la memoria e condividerne la conoscenza. In questa versione ho sostituito le forme passive con strutture attive o impersonali più fluide, mantenendo il significato originale. Se vuoi una variante ancora più colloquiale o formale, fammi sapere! Un patrimonio gastronomico da tramandare Nel ricettario si trovano piatti tipici come malloreddus alla campidanese, pane carasau, culurgiones, e dolci tradizionali come le sebadas e le pardulas, accompagnati da racconti, curiosità e aneddoti raccolti direttamente dagli abitanti dei paesi coinvolti. Ogni ricetta è spiegata nel dettaglio, con ingredienti, dosi e procedimenti precisi, per permettere a chiunque di replicare a casa i sapori autentici della Sardegna. La pubblicazione è anche un omaggio alla cultura contadina, alla cucina povera ma ricca di significato, e al forte legame tra cibo, territorio e identità. Non si tratta solo di un libro di cucina, ma di un vero e proprio documento storico e antropologico. La presentazione a Selegas: un evento tra gusto e memoria La presentazione si terrà il 30 maggio presso il centro culturale di Selegas, con inizio alle ore 18:00. Durante l'evento sarà possibile ascoltare gli interventi degli ideatori del progetto, degli autori e di alcuni protagonisti delle ricette. Seguirà una degustazione di piatti tipici presenti nel ricettario, preparati da cuoche e cuochi locali. L'iniziativa è patrocinata dal Comune di Selegas e dalla Regione Sardegna, ed è aperta al pubblico con ingresso gratuito. È un'occasione unica per scoprire o riscoprire le radici gastronomiche sarde, e per portare a casa un pezzo di cultura viva e genuina. Conclusione Il ricettario di Saboris Antigus è molto più di un semplice libro di cucina: è un simbolo di identità, un gesto d'amore verso la tradizione sarda e un ponte tra passato e futuro. La sua presentazione a Selegas sarà un momento di condivisione, cultura e gusto da vivere in prima persona.
L'Associazione Culturale Il Cornetto Acustico, con sede in via San Giovanni, nello storico quartiere di Villanova, è una bella novità nel panorama culturale di Cagliari. Ne parliamo col Presidente dell'associazione, Giampiero Spanedda. Giampiero Spanedda, Presidente dell'Associazione Culturale Il Cornetto Acustico, ci racconta della nascita dell'associazione, dalla fondazione con un gruppo di amici alla scelta della sede in via San Giovanni 219, nello storico quartiere di Villanova, fino alla curiosa origine del nome. Proprio quest'ultimo è l'aspetto più interessante che lega i destini dell'associazione a quelli di un libro scritto da Leonora Carrington intitolato, appunto, Il Cornetto Acustico. Nel corso dell'intervista, Giampiero ci ha fatto conoscere questa straordinaria figura di scrittrice e pittrice, consigliando al nostro pubblico alcuni testi e dipinti dell'artista. L'associazione è nata il 29 febbraio del 2024 dall'idea di un gruppo di amici con l'idea di aprire un nuovo spazio culturale a Cagliari e con l'obiettivo di dare spazio ad artisti poco conosciuti al grande pubblico anche se di grande talento. La scelta di collocare la sede nel quartiere storico di Villanova ha avuto un impatto fondamentale nella crescita di questa bella realtà culturale. Giampiero, nel corso dell'intervista, ci ha parlato del rapporto sempre più stretto con gli abitanti di Villanova, un quartiere dove sono presenti ancora qualche bottega artigiana e qualche bed & breakfast di troppo. L'associazione tra passato e presente Nel corso del suo primo anno di vita Il Cornetto Acustico ha organizzato numerose e interessantissime attività culturali che spaziano in diversi campi: dalle mostre d'arte ai concerti di musica (dalla musica classica al jazz) passando per conferenze riguardanti temi di più stretta attualità affidate a studiosi di grande competenza. Il presidente dell'associazione ci ha ricordato la conferenza presentata dal Professor Gessa o, più recentemente, quella di Roberto Zanata, Professore di Tecnologia del Suono e della Multimedialità del Conservatorio di Cesena e Rimini, riguardante i rischi e le potenzialità dell'intelligenza artificiale nella composizione musicale; entrambe hanno richiamato un numero importante di partecipanti. Per quanto riguarda le mostre d'arte, il 7 maggio è stata inaugurata la mostra di pittura di Attilio Della Maria, un'istituzione nel panorama pittorico cagliaritano, dal titolo Cronache dai Metamondi e che è stata visitabile fino al 25 maggio. Tra le sfide per il futuro dell'associazione culturale c'è senz'altro quella di coinvolgere sempre di più un pubblico giovane cercando di dare vita ad una collaborazione con gli studenti del Conservatorio di Cagliari, che potranno trovare nei locali del Cornetto Acustico un luogo suggestivo per la loro arte. Insomma, ad un anno dalla fondazione, l'associazione culturale Il Cornetto Acustico si sta rivelando una delle realtà culturali più interessanti e affascinanti di Cagliari.
Cristian Zara, campione europeo silver e orgoglio sardo. Oggi ci racconta del suo percorso, nato quasi per caso, ma costruito con sacrificio, disciplina e un'incredibile forza mentale. Il salto al professionismo, la rivincita con Picardi, il passaggio alla categoria Supermosca e l'ambizione mondiale sono solo alcune delle tappe di una carriera in ascesa. Cristian Zara non è solo un pugile. È la rappresentazione concreta di come la costanza, il sacrificio e la passione possano cambiare una vita. La sua storia inizia quasi per caso: voleva semplicemente perdere peso, ma ben presto si innamora della boxe, attratto dalla disciplina, dall'adrenalina e dal rispetto che questo sport impone. Nel 2023 Zara raggiunge due traguardi importanti: conquista il titolo italiano e, poco dopo, il titolo europeo silver. Risultati che non sono frutto del caso, ma della dedizione assoluta e degli anni trascorsi a costruirsi, fisicamente e mentalmente, dentro e fuori dal ring. Quando passa dal dilettantismo al professionismo, Cristian racconta di non vedere l'ora di conquistare il titolo italiano, un traguardo che aveva già sfiorato anni prima. Con una preparazione meticolosa e una motivazione incrollabile, riesce finalmente a vincere quello che considera il match più importante della sua carriera. Il 9 maggio 2025 combatte contro Vincenzo Picardi a Foiano Val Fortore. Un match difficile, interrotto alla decima ripresa per un infortunio del suo avversario. Nonostante la vittoria, Zara confessa un po' di delusione: si sentiva pronto ad arrivare fino in fondo, fino al dodicesimo round. Più che per la cintura, dice, ha combattuto per una rivincita personale. Dopo il successo nella categoria Gallo, Zara decide con il suo allenatore Claudio Iannarelli di affrontare una nuova sfida: quella dei Supermosca, con l'obiettivo dichiarato di arrivare a conquistare il titolo WBC International. Una scelta ponderata, dato che il suo peso naturale è più vicino ai 52,5 kg, e nella nuova categoria sente di non regalare nulla all'avversario. L'orgoglio per la sua terra, la Sardegna, è un elemento centrale nel racconto di Cristian. Portare a casa le cinture, sentire l'affetto della gente per strada, vedere la propria comunità fiera: sono emozioni che ripagano ogni sforzo. Infine, Zara lancia un messaggio ai giovani: “Fate questo sport. La boxe ti forma, ti fa crescere, ti insegna il valore del sacrificio e ti rende più forte nella vita”.
La Fondazione Siotto è una delle istituzioni culturali più importanti della città di Cagliari. Scopriamo le loro attività dalle parole di Alice Deledda. Alice Deledda (nella foto scattata da Beatrice Schivo), curatrice della Galleria Siotto, lo spazio espositivo della Fondazione, responsabile della segreteria organizzativa e dei social, nonché degli eventi organizzati a Palazzo Siotto, ci ha raccontato in questa intervista la storia e le molteplici attività che riguardano la Fondazione di Ricerca "Giuseppe Siotto". Nel 1986 il testamento redatto da Vincenzina Siotto istituì la Fondazione "Giuseppe Siotto", situata in via dei Genovesi, dedicandola al padre. Un ulteriore e importante passaggio avvenne nel 1996 con l'istituzione del Consiglio di Amministrazione. La Fondazione, unico caso in Sardegna, è stata inserita tra gli Istituti nazionali di Alta cultura nella tabella del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, un riconoscimento alle attività svolte e al rigore della gestione organizzativa e amministrativa. Palazzo Siotto, sede della omonima Fondazione, si affaccia su tre antiche strade del quartiere Castello: via dei Genovesi, vico III dei Genovesi e via Stretta. Durante la sua ormai decennale collaborazione con la Fondazione Siotto, Alice, assieme ad altri collaboratori, ha organizzato numerosi eventi che spaziano dalla musica, alle mostre d'arte, alle presentazioni di libri. Gli studi e le competenze espresse da Alice e dai suoi collaboratori hanno permesso alla Fondazione Siotto di rimanere una delle istituzioni culturali più prestigiose di Cagliari. Il Patrimonio della Fondazione e le attività culturali tra passato e presente Tra gli argomenti affrontati durante l'intervista la nostra attenzione si è concentrata sul grande patrimonio librario. All'interno della biblioteca della famiglia Siotto infatti sono presenti dei pezzi davvero unici; documenti che per il loro pregio sono maneggiabili esclusivamente da un personale specializzato: parliamo di Cinquecentine, Seicentine e Settecentine. Naturalmente, accanto al patrimonio librario storico, nella sede di via dei Genovesi trova spazio anche la biblioteca moderna il cui patrimonio è rintracciabile sul catalogo regionale OPAC Sardegna con la possibilità di prestito per chiunque li volesse richiedere. Nel corso dell'intervista, Alice ci ha illustrato le innumerevoli ed interessantissime attività organizzate dalla Fondazione Giuseppe Siotto nel passato, dai concerti che abbracciano diversi generi musicali, alle mostre allestite nella Galleria Siotto, passando per le presentazioni letterarie, e le sfide del futuro a cominciare dall'apertura per Monumenti Aperti il 17 e il 18 maggio: un opportunità per tutti i cittadini cagliaritani e non solo di scoprire gli spazi, davvero bellissimi, di Palazzo Siotto e di conoscere le attività di questa prestigiosa Fondazione che da quasi quarant'anni illumina con le proprie iniziative il panorama culturale di Cagliari e della Sardegna.
Più di 1.000 farmacie in Italia e Spagna si uniscono per contrastare una delle complicanze più gravi del diabete: il piede diabetico. La campagna “Proteggi i tuoi piedi dal diabete!” offre informazione prevenzione e supporto diretto ai cittadini da maggio a giugno 2025. Un'iniziativa europea per la salute pubblica: al via “Proteggi i tuoi piedi dal diabete!” Da maggio a giugno 2025, parte in tutta Italia e Spagna la nuova campagna di prevenzione “Proteggi i tuoi piedi dal diabete!”, una mobilitazione su scala europea che coinvolge più di 1.000 farmacie. L'iniziativa nasce dalla volontà di sensibilizzare il grande pubblico su una delle conseguenze più insidiose del diabete: il piede diabetico, condizione che interessa ogni anno migliaia di persone e che, senza un'adeguata prevenzione, può portare a gravi complicazioni cliniche, fino all'amputazione. Promossa da Apoteca Natura, la campagna si rivolge quindi ai cittadini attraverso il contatto diretto con le farmacie territoriali, veri e propri presìdi sanitari di prossimità. Le attività previste includono sessioni di informazione personalizzata, la distribuzione gratuita di materiali educativi sviluppati con il contributo scientifico del Prof. Angelo Avogaro, figura di riferimento nella ricerca diabetologica italiana, e un servizio di autovalutazione del rischio svolto direttamente in farmacia. L'impegno di Apoteca Natura si inserisce nel crescente interesse per il ruolo della farmacia nella promozione della salute pubblica. Le farmacie coinvolte, consultabili tramite la mappa interattiva ufficiale, operano con l'obiettivo di trasformare la prevenzione in un gesto quotidiano, accessibile e consapevole. Il ruolo della farmacia e della scienza nella lotta al piede diabetico La sinergia tra il mondo scientifico e la rete delle farmacie rappresenta uno dei punti di forza della campagna. Il contributo del Prof. Angelo Avogaro, diabetologo e accademico di fama internazionale, garantisce la qualità e l'attendibilità dei contenuti proposti. I materiali educativi forniti nelle farmacie affrontano in modo chiaro e comprensibile le buone pratiche per prevenire le complicanze del piede diabetico, spiegando ai pazienti come riconoscere i segnali precoci e quando rivolgersi al medico. Il servizio di autovalutazione disponibile nelle farmacie aderenti è semplice, veloce e gratuito. Si basa su una serie di domande e misurazioni che aiutano a individuare il livello di rischio e a stabilire un percorso di prevenzione personalizzato.
Il successo nella ricerca del lavoro non è mai frutto del caso: richiede preparazione, costanza e una strategia ben definita. Sfruttare in modo combinato tutti i canali a disposizione permette di aumentare le probabilità di trovare un'opportunità adatta alle proprie ambizioni. La ricerca del lavoro oggi richiede strategia, determinazione e l'uso intelligente di tutti i canali disponibili. Utilizzare in modo efficace i canali di ricerca attiva può fare la differenza tra un processo lungo e frustrante e un'esperienza produttiva e di successo. 1. Piattaforme online Siti come LinkedIn, Indeed, InfoJobs o Monster offrono migliaia di annunci aggiornati ogni giorno. È fondamentale creare un profilo professionale completo e aggiornato, includendo esperienze, competenze e una foto professionale. Utilizzare le parole chiave corrette aumenta la visibilità del proprio profilo. 2. Rete di contatti (networking) Il passaparola è ancora uno dei metodi più efficaci per trovare lavoro. Partecipare a eventi professionali, conferenze o gruppi tematici può portare a incontri utili. Anche un semplice messaggio su LinkedIn a un ex collega può aprire nuove opportunità. 3. Candidature spontanee Molte aziende apprezzano l'iniziativa. Inviare una candidatura mirata, accompagnata da una lettera motivazionale personalizzata, dimostra interesse e proattività. È importante informarsi bene sull'azienda prima di scrivere. 4. Centri per l'impiego e agenzie interinali I centri pubblici per l'impiego offrono orientamento, corsi e accesso a offerte locali. Anche le agenzie interinali (come Adecco o Randstad) possono rappresentare un canale veloce per accedere al mercato del lavoro, specialmente per profili junior. 5. Social media Anche Facebook e Instagram possono essere utili, soprattutto per lavori nel commercio, nella ristorazione e nella creatività. Seguire le pagine aziendali e gruppi locali può rivelarsi strategico.
Alla fiera delle opportunità del 9 maggio al Lazzaretto di Cagliari, i bambini della scuola Nanni Loy hanno partecipato con entusiasmo. I loro progetti, nati in classe, hanno dato voce a un quartiere che cambia grazie alla creatività e all'impegno collettivo. Nel pomeriggio di venerdì 9 maggio, dalle 15:30 alle 19:30, il Lazzaretto di Cagliari ospitava la fiera delle opportunità, evento promosso dalla rete Onde di Quartiere. La manifestazione accoglieva decine di associazioni e realtà attive nel quartiere Sant'Elia, offrendo uno spazio di incontro per l'intera comunità. Tra i partecipanti, spiccava la scuola Nanni Loy, che comprende sia la scuola primaria sia la secondaria. Gli alunni, con età dai 6 ai 13 anni, condividevano alcuni dei lavori realizzati nei mesi precedenti. I progetti includevano disegni, brevi racconti, cartelloni e piccoli video. Ogni lavoro rappresentava un frammento di vita del quartiere, filtrato dallo sguardo dei più giovani. Ai microfoni di Unica Radio, gli insegnanti raccontavano come la scuola avesse colto questa occasione per farsi conoscere, valorizzando il legame con il territorio. L'obiettivo era anche quello di far emergere il punto di vista dei bambini sul quartiere in cui vivono. Con entusiasmo, i piccoli illustravano ciò che amavano del proprio ambiente e ciò che avrebbero voluto cambiare. Un quartiere raccontato con occhi nuovi Durante la giornata, i visitatori si avvicinavano allo stand della scuola con curiosità. I bambini, accompagnati dagli insegnanti, spiegavano i contenuti dei lavori con parole semplici ma dense di significato. Il quartiere di Sant'Elia, spesso raccontato attraverso stereotipi, appariva invece come uno spazio vissuto, ricco di relazioni e sogni. La scuola Nanni Loy lavorava da tempo per costruire un percorso educativo che andasse oltre le mura dell'aula. L'obiettivo era coinvolgere il quartiere e rafforzare l'identità collettiva. Il racconto degli alunni rifletteva questa missione: c'era chi parlava delle partite al campetto, chi disegnava il mare vicino a casa, chi immaginava un parco più grande. Il progetto, oltre a dare spazio alla creatività, stimolava il senso di appartenenza e la consapevolezza civica. La partecipazione all'evento diventava così parte di un processo educativo ampio. Un modo per dire che anche i più piccoli possono essere protagonisti attivi della vita del quartiere. Un evento per tutte le generazioni La fiera delle opportunità, organizzata dalla rete Onde di Quartiere, raccoglieva molte realtà sociali, culturali e associative del capoluogo sardo. Oltre alla scuola, erano presenti gruppi sportivi, centri anziani, cooperative sociali, laboratori per bambini e punti informativi. Lo spazio del Lazzaretto di Cagliari si animava con giochi, laboratori creativi, musica e incontri informali. Le attività coinvolgevano tutte le fasce d'età, dall'infanzia all'età adulta. Il pubblico si muoveva tra gli stand, scoprendo progetti e servizi presenti nel quartiere di Sant'Elia. Il Comune di Cagliari sosteneva l'iniziativa, confermando l'importanza del lavoro di rete. L'evento mostrav
In un'aula gremita all'Università di Cagliari, Peppe Russo di Manpower ha guidato studenti e studentesse in un percorso pratico sull'evoluzione del lavoro, tra sostenibilità e innovazione digitale. Competenze digitali e sostenibilità: il futuro del lavoro spiegato agli studenti da Peppe Russo. Al Career Lab 2025 l'intervento di Peppe Russo di Manpower ha messo a fuoco le competenze richieste dal mercato in evoluzione, tra nuove tecnologie e responsabilità ambientale. Un'aula piena, tanta partecipazione e un messaggio chiaro: il futuro del lavoro sarà digitale, sostenibile e ricco di opportunità per chi saprà affrontarlo con consapevolezza. Così si è aperto l'incontro dedicato a intelligenza artificiale e green jobs, tenuto da Peppe Russo, Pre-Talent Marketing Manager di Manpower, martedì 20 maggio presso la Facoltà di Scienze Economiche, Giuridiche e Politiche dell'Università di Cagliari, all'interno del progetto Career Lab 2025. Russo, con uno stile diretto e coinvolgente, ha scelto di partire non dai numeri, ma dalle domande giuste. Quanto ci sentiamo consapevoli del cambiamento climatico? Siamo pronti ad affrontare un mondo del lavoro in cui l'IA seleziona curriculum e definisce profili? Le risposte sono arrivate da un confronto interattivo, supportato da dati, esempi e attività che hanno reso l'incontro più simile a un laboratorio che a una lezione frontale. Intelligenza artificiale nei colloqui e green mindset: così cambia il lavoro per la generazione z Nella prima parte del workshop – ora disponibile su Be Podcast di Unica Radio – Peppe Russo ha illustrato come l'intelligenza artificiale stia già modificando il modo in cui si fa recruiting. Dalle analisi predittive alla valutazione automatica delle soft skill, l'IA diventa uno strumento imprescindibile per chi seleziona e, quindi, anche per chi si candida. La sfida? Prepararsi a dialogare con gli algoritmi senza perdere l'autenticità. La seconda parte ha messo al centro i green jobs: nuove professioni legate alla transizione ecologica, sempre più richieste in settori come energia, edilizia sostenibile, economia circolare. Ma, ha spiegato Russo, non bastano nozioni tecniche: serve un mindset green, la capacità di leggere i cambiamenti ambientali come occasioni per innovare, progettare, lavorare meglio. Con il supporto di grafici e scenari occupazionali, Russo ha presentato un mercato in fermento, in cui le aziende cercano giovani pronti a contribuire attivamente con idee, flessibilità e capacità di adattamento. Ha poi sottolineato come la Generazione Z sia al centro di questo cambiamento: «Avete un vantaggio – ha detto – siete cresciuti nel digitale e siete già sensibili alla sostenibilità. Ora potete fare la differenza».
Il notiziario “Informalmente” racconta l'università a misura di studente, tra diritti allo studio, inclusività e valorizzazione del territorio. Edizione del 22 maggio 2025 Informalmente, il settimanale che racconta l'Università di Cagliari dal punto di vista di chi la vive ogni giorno. Uno spazio informativo dove corsi, opportunità, eventi e idee prendono forma con il linguaggio degli studenti. Tra il 26 e il 29 maggio 2025, l'ateneo cagliaritano sarà attraversato da elezioni, seminari e grandi eventi legati all'innovazione. In programma: il Sios Sardinia 2025, un evento nazionale sulle startup, un seminario dedicato alla letteratura elettronica e un incontro che riflette sul ruolo delle emozioni e dei corpi nel lavoro contemporaneo. Ascolta l'edizione del 22 maggio 2025. Sios Sardinia 2025: innovazione, startup e futuro per gli studenti Il 29 maggio, l'Università di Cagliari ospita una nuova edizione del StartupItalia Open Summit, il Sios Sardinia 2025. Organizzato da Innois con il supporto della Fondazione di Sardegna, l'evento rappresenta un punto d'incontro tra studenti, imprenditori, investitori e istituzioni. Il tema centrale è chiaro: promuovere la cultura dell'innovazione e della progettualità imprenditoriale. Tra panel, workshop e networking, l'iniziativa offre occasioni concrete per avvicinare il mondo accademico al tessuto produttivo dell'isola. Un'opportunità imperdibile per chi sogna di lanciare una startup e vuole comprendere da vicino le dinamiche del settore. Nel corso della giornata si potrà esplorare l'ecosistema sardo dell'innovazione, con l'obiettivo di creare nuove connessioni e ispirazioni. Un'occasione preziosa per capire come l'università possa diventare motore di sviluppo. La letteratura si fa elettronica: un seminario sulla narrazione digitale Sempre il 29 maggio, l'università propone un momento di alta cultura con il seminario dedicato alla letteratura elettronica. Dalla poesia generativa ai racconti interattivi, l'incontro ospiterà esperti del calibro di Antonello Zanda, Arnaldo Pontis, Marco Giovenale e Roberta Iadevaia. L'evento analizzerà come la scrittura si trasformi attraverso il digitale, ridefinendo forme e linguaggi. Un'occasione per riflettere sulle nuove modalità narrative che nascono dall'incontro tra testo e tecnologia, con un approccio interdisciplinare che coinvolge arte, filosofia e informatica. L'appuntamento si rivolge a studenti e appassionati che vogliono scoprire come anche la creatività letteraria possa evolvere in chiave contemporanea, digitale e partecipativa.
Con base a Cagliari, l'associazione Malik anima territori spesso dimenticati come la Barbagia, il Gerrei e il quartiere Sant'Elia, portando il volontariato come chiave di accesso a opportunità internazionali, educazione e crescita collettiva. Nel cuore della Sardegna, dove le montagne si intrecciano con la storia e i piccoli centri combattono lo spopolamento, l'associazione Malik Cagliari ETS costruiva ogni giorno una rete di relazioni, scambi ed esperienze per i giovani. Nata nel 2004 grazie all'iniziativa di Valeria Sanna, socia fondatrice e vicepresidente, Malik trovava le sue radici in un'esperienza vissuta in Kenya, dove durante un progetto di cooperazione internazionale, Valeria incontrava un ragazzo brillante di nome Malik. Il giovane sognava di venire in Europa, ma la sua vita si spezzava tragicamente in un incidente prima che il progetto si concludesse. A quel sogno interrotto, Valeria e i suoi compagni di viaggio dedicavano l'associazione, affidando al logo – realizzato dal grafico Stefano Esili – il compito di far “volare” idealmente Malik fino in Europa. Il lavoro dell'associazione non si limitava alla città metropolitana di Cagliari, ma si estendeva nelle aree interne della regione: territori come la Barbagia, Barbagia di Seulo, il Gerrei e anche quartieri popolari come San Michele o Smerrionis. In questi luoghi, Malik portava avanti progetti pensati per i giovani con minori opportunità, mirando a combattere la povertà educativa attraverso iniziative come Schillellè e Pronti per il mondo, sviluppate tra il 2017 e il 2023. In questi percorsi, l'associazione collaborava anche con istituzioni come il Centro di Giustizia Minorile di Quartucciu, con cui firmava un protocollo nel 2016, contribuendo a offrire occasioni di crescita a ragazzi provenienti da contesti difficili. Maggiori informazioni sulle attività sono disponibili sul sito dell'Associazione Malik e sulla pagina del Comune di Cagliari dedicata al volontariato. Mobilità, europa e territori dimenticati: sportello in spalla e il sogno Erasmus Dal 2006, l'associazione Malik portava avanti “Sportello in spalla”, un progetto itinerante che faceva tappa nei piccoli comuni e nelle aree rurali per far conoscere ai giovani le possibilità offerte dal programma Erasmus Plus. L'iniziativa si rivolgeva a ragazze e ragazzi tra i 14 e i 35 anni, senza distinzione tra studenti, disoccupati o lavoratori, offrendo supporto per la compilazione di curriculum, lettere motivazionali e per la scelta dei partner internazionali. I partecipanti ricevevano crediti formativi riconosciuti anche da scuole e università, aprendo un varco reale tra le zone marginali della Sardegna e l'Europa. Oltre a Erasmus Plus, Malik curava progetti come il Corpo Europeo di Solidarietà, che coinvolgeva volontari internazionali in attività a Gavoi e Ovodda, e Erasmus per Giovani Imprenditori, pen
Una parata su due ruote che unisce beneficenza, moda vintage e passione per le moto. Oltre cento motociclisti sfilano per sostenere la salute mentale e la ricerca sul tumore alla prostata. “The Distinguished Gentleman's Ride”è stato fondato a Sidney, in Australia, da Mark Hawwa. È stato ispirato da una foto di Don Draper, protagonista di “Mad Men”, a cavallo di una moto classica con addosso il suo abito migliore. Mark decise che un giro in moto a tema sarebbe stato un ottimo modo per combattere lo stereotipo, spesso negativo, dei motociclisti e, allo stesso tempo, per connettere le comunità motociclistiche esclusive. Domenica 18 maggio, le strade di Cagliari e Quartu Sant'Elena si preparano ad accogliere una manifestazione che fonde stile, solidarietà e motori. Si tratta del Distinguished Gentleman's Ride, evento motociclistico internazionale che promuove la ricerca sul tumore alla prostata e il supporto alla salute mentale maschile, in collaborazione con la fondazione Movember. L'iniziativa, che coinvolge simultaneamente centinaia di città in tutto il mondo, arriva anche in Sardegna con una giornata ricca di contenuti ed emozioni. Oltre 150 motociclisti in abiti eleganti partiranno da Cagliari per partire a suon di musica live, attraversare le strade dell'hinterland e concludere la corsa a Quartu Sant'Elena, dove verranno accolti da un'intera comunità in festa. Quest'anno, la realizzazione dell'evento è stata possibile grazie alla collaborazione con il Centro Commerciale Naturale “La Via del Mare”, attivo nel valorizzare il territorio attraverso eventi culturali e sociali. Tra musica dal vivo, street food e artigianato locale L'intera giornata sarà animata da un programma coinvolgente e trasversale. Dalle moto d'epoca alle modern classic, passando per i DJ set e le performance delle band The Crazy Slivers e The Dylan's Dogs, l'evento vuole offrire non solo uno spettacolo visivo e musicale, ma anche un'occasione concreta per fare comunità e sensibilizzazione. I locali della zona proporranno menù speciali e street food, mentre non mancheranno le esibizioni di danza a cura della scuola ASD Black Stars, che porterà il ballo di strada tra i motori e le cromature. Un'area sarà interamente dedicata all'artigianato locale, con creazioni originali e materiali sostenibili, per sottolineare il legame tra cultura del territorio e solidarietà. Il Comune di Quartu Sant'Elena, patrocinatore ufficiale della manifestazione, ha espresso il suo sostegno al progetto, in linea con le iniziative che promuovono benessere, salute e coesione sociale. Motori, solidarietà e comunità per cambiare la narrazione sulla salute Il Distinguished Gentleman's Ride non è solo un evento spettacolare: è anche un'occasione per rompere i tabù legati al benessere psicologico degli uomini e promuovere una cultura della prevenzione. Tutti i fondi raccolti attraverso le donazioni andranno a sostegno della Movember Foundation, che si occupa di ricerca oncologica e programmi di supporto per la salute mentale maschile. Info su&nb
Come si definisce un obiettivo professionale? Quali strumenti servono per trasformare sogni e aspirazioni in un piano concreto? A queste e molte altre domande risponde il Career Lab, l'iniziativa promossa da Giobir, impresa sociale innovativa, in collaborazione con Unica Radio e l'Università di Cagliari. Spazio dedicato alle trasformazioni sociali e culturali della città, il Career Lab propone una serie di interviste e contenuti dedicati al tema della pianificazione del futuro professionale. L'obiettivo è fornire una guida pratica per aiutare studenti e giovani lavoratori a orientarsi nel mondo del lavoro, definendo i propri obiettivi in modo razionale, consapevole e strategico. Perché pianificare il proprio futuro Pianificare il futuro professionale è fondamentale. Definire un obiettivo lavorativo rappresenta la base di qualsiasi percorso efficace di ricerca attiva del lavoro. Senza una meta chiara, si rischia di “nuotare a caso” o “girare in tondo”, sprecando energie e tempo, con il rischio di perdere opportunità preziose o di non raggiungere gli obiettivi nei tempi prefissati. L'impatto delle scelte professionali Le decisioni in ambito professionale hanno un impatto profondo sulla qualità della vita: influenzano il tempo libero, la vita personale e le aspettative retributive. Un titolo universitario, ad esempio, garantisce un vantaggio economico significativo rispetto a chi non lo possiede, con un differenziale che cresce con l'età, arrivando fino al 70% dopo i 55 anni. Inoltre, la scelta della professione può ampliare ulteriormente questo potenziale. Oltre lo stipendio: benessere e qualità della vita La retribuzione è solo una delle componenti da considerare. Le scelte professionali influiscono direttamente sul benessere, sulla soddisfazione personale e persino sull'aspettativa di vita. Esistono infatti forti correlazioni tra tipologia contrattuale, livello di soddisfazione lavorativa e condizioni di salute, con aspettative di vita più alte per i dirigenti rispetto a impiegati e operai. Conoscere sé stessi: punti di forza, interessi e valori Una pianificazione efficace richiede consapevolezza di sé. È importante comprendere: Cosa sappiamo fare (punti di forza: competenze tecniche e tratti personali), Cosa ci appassiona (interessi: personali, formativi, professionali), Cosa è importante per noi (valori: ciò in cui crediamo). Identificare e sintetizzare questi elementi aiuta a definire con chiarezza ciò che conta davvero, filtrando le opzioni che non sono in linea con la nostra identità. Considerare il mercato e le influenze esterne Le scelte professionali non avvengono in un vuoto: media, social network, famiglia e società esercitano un'influenza costante. È essenziale esserne consapevoli, decidere cosa accogliere e restare centrati su sé stessi. Allo stesso tempo, conoscere le esigenze del mercato del lavoro è cruciale: si può partire dall'analisi degli annunci e delle competenze richieste per i ruoli desiderati. Strumenti e strategie per la scoperta Capire cosa si vuole fare non è solo una questione di riflessione, ma richiede azione. Ricercare in autonomia, studiare, vivere esperienze all'estero, fare volontariato o partecipare a eventi e conferenze amplia la consape
Con una carriera che prende il via nel cuore del centro Italia Fabien Pizar diventa una figura di riferimento per la musica della scena elettronica tra house tech-house e funky. Dai primi passi al Jackal fino alle collaborazioni con Radio 105 il suo percorso si intreccia con artisti e club leggendari. Fabien Pizar è un Dj-Producer, speaker radiofonico, un' artista completo di origine umbra. Porta con sé da sempre un' amore che mai tramonta ma che costantemente sorge come un sole, e che brilla intensamente come una stella in tutte quelle notti che fanno da padrone, durante le sue performances in giro per l'Italia. Le piste si infuocano, la gente balla; segue l'unico filo che unisce, l'unico linguaggio universale che tutto accomuna e nulla separa : la musica! Tutto si plasma in una sapiente apoteosi che sfocia in un grido di armoniosa libertà Cosa rappresenta per Fabien Pizar la musica? Fabien Pizar si racconta in maniera realmente profonda, a tratti nostalgici, e con un pizzico di ironia; dichiara apertamente come la musica è da sempre il suo più grande amore: "Lei" che richiama un immenso senso di libertà. La musica, un abbraccio, un contatto che scorre, dal fisico, all'emotivo, fino a diventare qualcosa di quasi intangibile ed impalpabile. Qualcosa che emoziona talmente a fondo da provocare brividi, sfiorando sensi molto più elevati. Un percorso in continua trasformazione Nel panorama musicale odierno, Fabien Pizar si distingue per la sua capacità di reinventarsi. Il suo lavoro in studio prosegue con dedizione, alla ricerca di un equilibrio tra sperimentazione e funzionalità da club. Le influenze si moltiplicano: dal funk all'elettronica più minimale, ogni nuova traccia racconta una tappa del suo cammino artistico. Anche nei momenti più intimi della produzione, resta saldo il legame con il pubblico e con i club che lo hanno visto crescere. Parallelamente, Fabien Pizar rafforza la sua rete di contatti nel settore musicale, stringendo collaborazioni con artisti e promoter. I live si confermano una componente fondamentale del suo approccio, alimentando il desiderio di innovare e stupire. La sua presenza costante in eventi importanti, unita a una solida reputazione tra gli addetti ai lavori, lo posiziona come uno dei protagonisti della scena elettronica italiana. La profondità della musica Passione che racconta spesso anche malinconia, quella che spinge ancora più a fondo verso la strada dei sogni, verso la bellezza di quella goccia d'acqua che si fonde in un pieno oceano, elargendo emozioni, annullando spazio e tempo durante tutte le sue serate in discoteca. Non solo locali per Fabien Pizar, ma anche momenti a tu per tu con la sua grande passione, dove l'intreccio di due vite danno origine ad un disegno di note cariche di gioia, spensieratez
Edoardo Zedda, artista sardo e voce attiva sui social per la libertà di espressione, debutta a Milano con Cliché; uno spettacolo che racconta con ironia e profondità i luoghi comuni sulla ricerca dell'identità personale Il 17 e 18 Maggio va in scena al teatro Repower di Milano Cliché, spettacolo organizzato dalla fondazione ItalyBares, che vedrà protagonista il giovane artista sardo Edoardo Zedda, al fianco di noti personaggi dello spettacolo come Katia Follesa, Angelo Pisani e Paolo Camilli. Lo spettacolo è arrivato alla sesta edizione e quest'anno tutto il ricavato verrà devoluto in beneficienza, all'ente Anlaids Lombardia. Edaordo Zedda, originario di Capoterra è un ragazzo transgender, che ha iniziato il percorso di transizione anni fa, riuscendo ad abbattere pregiudizi bigotti e irrazionali. Oggi è un ragazzo che dedica la vita all'arte e alla libertà di esprimersi, e spera che la divulgazione del suo percorso sia una ispirazione per le tante persone che si trovano nella situazione che lui ha già affrontato. L'obbiettivo di Cliché è un po' anche questo, abbattere le barriere del pregiudizio che anche oggi troppo spesso ci impediscono di essere noi stessi. Edoardo Zedda, giovane sardo e voce attiva sui social nella promozione della libertà sessuale e dell'autenticità personale, è tra i protagonisti di Cliché, spettacolo teatrale in scena al teatro Repower di Milano, prodotto dalla fondazione di Italy Bares. Lo show porta sul palco una riflessione profonda sui pregiudizi legati all'identità di genere. Edoardo interpreta la coscienza di una bambina che comunica alla famiglia il desiderio di diventare un ragazzo. Accanto a lui sul palco anche Katia Follesa e Angelo Pisani, in un cast di oltre 350 artisti. L'intero ricavato è destinato ad Anlaids Lombardia, per la lotta all'HIV. Edoardo racconta anche il suo percorso personale, nato sui social. Sul rapporto tra società e identità di genere, dice
Una grande sfida per un importante contributo al pianeta quello che Nicola De Agostini opera nel suo quotidiano. Nicola De Agostini dopo anni di lavoro al mercato, come pescivendolo, decide improvvisamente di seguire il suo sentire più profondo, facendo emergere un nuovo aspetto di sé. Qualcosa fa rumore, forse una sfida del destino, dentro al suo cuore, e dopo un periodo di comprensione interiore consapevolizza che il suo percorso mira totalmente a qualcosa di diverso. La sua più grande sfida, è anche la sua più meticolosa battaglia. Che cosa significa però battaglia? non un imposizione, ma una semplice e accurata sensibilizzazione che opera attraverso il suo negozio SardegnaVeg. Cosa propone attraverso la sua principale attività alimentare? Sicuramente una scelta generosa di prodotti vegani, dove ci si può sbizzarrire dal salato, al dolce e tante altre prelibatezze; alimentazione e prodotti sani che ritornano utili anche alle persone con problemi di intolleranza al glutine e lattosio. Vegani quindi per scelta e sicuramente per amore; un argomento vasto, spesso difficoltoso, che a tratti potrebbe creare divergenza e separazione. Questo non è il caso di Nicola che si adopera con forza e dedizione per la protezione e prevenzione dei diritti degli animali, anime coscienti e viventi. Un'intervista che non impone ma porta alla riflessione Nella chiacchierata con Nicola traspare la grinta per ogni suo progetto, che non consiste solo nell'avere una attività di prodotti vegani e sostenibili, ma soprattutto quella dei progetti che porta avanti con sacrificio e determinazione per ciò in cui crede. Nella sua attività si svolgono periodicamente degli aperitivi cento per cento vegan, il quale ricavato viene evoluto al rifugio La Fattoria Di Minù; inoltre si attiva nella divulgazione per le strade del centro di Cagliari, dove giovani, adulti, uomini e donne danno voce ad un grido soffocato. Per maggiori dettagli ascolta l'intervista su Unica Radio.It Spotify e Google Podcast
Nel cuore del quartiere Castello, “L'ultima nota” racconta tre minuti di punk, solitudine e identità. Ciro Iaia, volto dell'underground cagliaritano, guida un cast sorprendente in un viaggio visivo che unisce realtà e finzione, poesia e disincanto, memoria e redenzione. Il 29 aprile 2025, al Su Tzirculu, i fratelli Pili hanno presentato in anteprima “L'ultima nota”. La stampa ha accolto il cortometraggio con attenzione e silenzio. Il film dura tre minuti. È rapido, diretto, intenso. Roberto Pili firma regia, fotografia e sceneggiatura. Francesco Pili produce e coordina. I due fratelli scelgono Castello, cuore storico di Cagliari, come unico set. Protagonista è Ciro “Cyrus” Iaia. È una voce storica del punk sardo. Ha guidato i Wicked Apricots e i Cyrus Gang. Qui interpreta sé stesso. Con dolore. Con verità. «È un mix di realtà e finzione», dice Iaia. «Toccare le emozioni vere è difficile. Ma qui ci siamo riusciti». Il suo volto attraversa i vicoli. Ogni inquadratura racconta qualcosa. Un addio. Un ricordo. Una ferita. Il cast lo affianca con forza. Virginia Chessa, attrice teatrale, debutta sul grande schermo. Interpreta un personaggio tormentato. «Girare a Castello mi ha aiutata», spiega. «È il mio quartiere. Lo sento dentro». Gisella Trincas, presidente dell'A.S.A.R.P., appare in un ruolo oscuro. «Non sapevo cosa aspettarmi», racconta. «Ma le emozioni mi hanno travolta». Cristina Argiolas completa il cast. La sua presenza dona equilibrio e intensità. Il corto parteciperà a “Tre minuti per raccontare Cagliari”. È stato pensato per questo. «Volevamo una forma breve, ma densa», dice Francesco Pili. «Ciro ha superato le aspettative. Virginia è stata una rivelazione. Gisella ha portato profondità». Roberto Pili dirige con stile asciutto. Lascia parlare i silenzi, i volti, le strade. «Ciro è autentico», afferma. «Rappresenta una Cagliari che cambia, ma non dimentica». “L'ultima nota” è un viaggio breve ma potente. Parla di musica. Di dolore. Di memoria. Ogni nota pesa. Ogni sguardo resta. Castello non è solo sfondo. È anima viva del racconto. I vicoli respirano. Raccontano. Il corto si chiude come un brano punk. Forte. Sincero. Poi, il silenzio.
Cagliari Lindy Circus non è solo una scuola di ballo, ma una vera e propria comunità che promuove la cultura dello swing, dove la passione per la danza diventa occasione di socializzazione e divertimento. Cagliari Lindy Circus è una scuola di ballo che promuove la cultura afroamericana dello swing degli anni '30 e ‘40, in tutte le sue forme. Fondata da appassionati del ballo e della musica swing, la scuola non è solo un luogo dove imparare a danzare, ma una vera e propria comunità. Stefano Murgia, insegnante e responsabile artistico della scuola, ci racconta com'è nata questa realtà e la filosofia che guida il suo lavoro. Un Progetto che Unisce Danza e Comunità Cagliari Lindy Circus è il frutto del desiderio di creare uno spazio dove la danza non sia solo tecnica, ma un'opportunità per condividere e stare insieme. La scuola è nata dalla voglia di far rivivere la cultura dello swing, con un gruppo di persone che, appassionate di questo genere musicale, hanno deciso di costruire una comunità a Cagliari. L'obiettivo principale non è solo insegnare a ballare, ma anche promuovere la socialità attraverso la musica dal vivo e il dialogo che nasce tra i ballerini. Cos'è lo Swing Dance? Lo swing dance è una famiglia di balli che prende il nome dalla musica jazz degli anni '30 e ‘40, un periodo storico in cui il jazz divenne la colonna sonora di tante sale da ballo. Questi balli sono pieni di energia, libertà e socialità. Cagliari Lindy Circus insegna il Lindy Hop, l'Authentic Jazz e il Balboa, tre stili che, pur avendo radiei comuni, si differenziano per modalità di esecuzione e dinamiche di coppia. Secondo Stefano, la bellezza dello swing sta nella sua capacità di adattarsi a diverse velocità e stili musicali, permettendo agli artisti di esprimersi in modo unico, sia con il partner che individualmente. Lindy Hop, Balboa e Solo Jazz: Stili a Confronto Oltre al Lindy Hop, la scuola offre corsi di Solo Jazz e Balboa, due stili che, pur derivando dallo stesso linguaggio dello swing, si esprimono in maniera diversa. Il Lindy Hop è un ballo di coppia che consente ampio spazio all'improvvisazione, mentre il Balboa è caratterizzato da un abbraccio più stretto e si adatta a spazi ristretti e a ritmi veloci. Il Solo Jazz, invece, è un'espressione individuale che permette di lavorare sul movimento personale, senza la necessità di un partner. La Comunità di Cagliari Lindy Circus Stefano sottolinea la scuola non sia solo un luogo di insegnamento, ma una vera e propria comunità. Gli insegnanti e gli allievi contribuiscono tutti alla crescita collettiva. La danza, secondo lui, è un linguaggio che unisce e permette di creare legami che vanno oltre la pista da ballo. La scuola accoglie persone di tutte le età, costituendo un ambiente amichevole dove socializzare, divertirsi e fare movimento. Lo swing, pur essendo associato a un'epoca passata, continua a parlare anche alle nuove generazioni grazie alla sua capacità di trasmettere emozioni universali. Il Ballo Fuori dalla Scuola Uno degli aspetti più apprezzabili di Cagliari Lindy Circus è che la scuola non si limiti a lezioni in aula, ma promuova anche eventi di social dance e serate con musica dal vi
Una missione lunga due decenni tra corsie ospedaliere, risate e formazione: l'associazione Maramao Odv raccontata da chi la vive ogni giorno con il cuore. Vent'anni di attività, centinaia di volontari coinvolti, migliaia di bambini incontrati. È la straordinaria storia di Maramao Odv, associazione di clownterapia attiva a Cagliari dal 2004, che ha trasformato il dolore in occasione di sollievo, portando leggerezza nei reparti ospedalieri pediatrici. Nella Puntata 48 del podcast ospiti Rita Leone, in arte "Trilli", presidente dell'associazione, e Simone Cavagnino, alias “Dottor Suonato”, volontario di lunga data. I due raccontano con passione un percorso fatto di impegno, formazione costante e capacità di entrare in relazione con i più piccoli nei momenti più difficili. Rita, una delle fondatrici dell'associazione, ha ricordato come tutto sia iniziato dal sogno di un gruppo di amici: «Volevamo portare l'allegria in ospedale. Ci siamo chiesti cosa potevamo fare per regalare un sorriso a chi soffre. Così è nato Maramao». Da allora, la realtà è cresciuta, fino a diventare un punto di riferimento per la clownterapia in Sardegna. Simone, che si è unito al gruppo nel 2008, ha sottolineato l'importanza di essere parte attiva del progetto: «Il mio clown è parte di me, e in corsia cerco sempre di metterlo al servizio del bambino». Il potere trasformativo del clown: un personaggio per affrontare il dolore e regalare un sorriso Essere clown dottori non significa improvvisare. Maramao Odv pone grande attenzione alla formazione dei volontari, che affrontano percorsi specifici per apprendere tecniche di approccio, gestione emotiva e costruzione del personaggio. «Quando ci cambiamo, diventiamo i nostri clown. Non indossiamo solo un costume, ma anche una prospettiva diversa, che ci permette di affrontare la sofferenza con strumenti nuovi», racconta Rita Leone. È in questo passaggio, dalla persona al personaggio, che nasce la magia della clownterapia. Il clown, infatti, diventa una maschera che non nasconde, ma rivela: la capacità di accogliere, giocare e prendersi cura con leggerezza. Simone Cavagnino lo descrive come “un alter ego che ti protegge e ti dà coraggio”, ma che ti obbliga anche a rimanere autentico. «I bambini ti smascherano subito se non sei sincero», sottolinea.
Il 13 e 14 maggio all'Exma di Cagliari torna Level Up, il Salone dell'Orientamento dedicato ai giovani dai 17 ai 35 anni con incontri, simulazioni e opportunità reali. Il 13 e 14 maggio 2025, l'EXMA di Cagliari ospita “Level Up – Costruisci il tuo futuro”, il Salone dell'Orientamento organizzato dall'Assessorato alle Politiche Giovanili del Comune in collaborazione con AT Orientare Data Bank, nell'ambito del Progetto Giovani Cagliari. L'evento, rivolto a giovani dai 17 ai 35 anni, vuole offrire strumenti concreti per affrontare con consapevolezza le scelte post-diploma, post-laurea e di ingresso nel mondo del lavoro. L'assessora Giulia Andreozzi, intervistata in merito all'iniziativa, sottolinea l'importanza di offrire ai giovani uno spazio di confronto diretto con università, enti di formazione, agenzie per il lavoro, forze armate e associazioni. Il Salone sarà suddiviso in tre aree tematiche: studio, lavoro e partecipazione. Tra i partecipanti: Università di Cagliari, ERSU, ITS, università telematiche, Europe Direct, ASFAL, agenzie interinali e la Consulta dei Giovani. Durante le due giornate, i partecipanti potranno accedere a workshop pratici, simulazioni di colloqui, redazione di curriculum, incontri individuali di orientamento, ma anche scoprire opportunità di scambio europeo e progetti sociali. Un'occasione utile sia per chi ha ancora dubbi sul proprio percorso, sia per chi cerca nuove occasioni di crescita. “Spesso i giovani vivono l'incertezza con paura – spiega Andreozzi – ma hanno anche tante idee e voglia di proporre. Noi istituzioni dobbiamo ascoltarli e costruire insieme a loro una città a misura delle nuove generazioni.” Il consiglio dell'assessora ai partecipanti è semplice: andare al Salone con curiosità e mente aperta, pronti anche a cambiare idea su quello che pensavano fosse il proprio futuro. Il Salone è un invito ad esplorare e a partecipare attivamente, perché il futuro si costruisce insieme. L'appuntamento con Level Up è quindi per martedì 13 e mercoledì 14 maggio presso l'EXMA di Cagliari. Un evento gratuito, ricco di contenuti, per aiutare i giovani a orientarsi nel mondo che cambia.
Manuela Mameli, in occasione di Sa Die de sa Sardigna, pubblica un brano intenso e autentico, che intreccia la poesia di Mario Puddu alla sua voce, alla musica e all'identità culturale sarda. Un gesto d'amore verso la sua terra, un invito a custodire e tramandare tradizione e bellezza. Manuela Mameli, musicista, cantante e direttrice di coro, interprete moderna della tradizione sarda, torna a emozionare con un nuovo singolo: Ti Amo, uscito il 28 aprile in occasione di Sa Die de sa Sardigna. Il brano nasce dalla poesia di Mario Puddu, con cui Manuela condivide un legame di amicizia e stima profonda. Nella poesia Manuela non ha visto un inno solenne, ma una malinconia intima, un richiamo all'anima della Sardegna più profonda: solitudine, silenzio, raccoglimento, come i canti antichi delle nonne. Una Sardegna matriarcale e autentica, che non ha bisogno di essere spiegata, ma solo ascoltata. La voce della terra e della memoria Nel brano, la voce di Manuela Mameli si fonde con le note di due musicisti sardi: Fabrizio Bandinu alla chitarra e Maria Antonietta Bosu all'organetto. Il videoclip, girato tra le Tombe dei Giganti di Triei, evoca la forza millenaria della Sardegna. L'intero progetto è frutto di un processo istintivo e emotivo, in cui Manuela ha composto la musica lasciandosi guidare solo dal cuore. Educare alla tradizione, parlare ai bambini Maestra nella vita e nella musica, Manuela crede che la lingua sarda debba essere insegnata ai bambini, anche se non è ancora prevista nei programmi scolastici. Lei stessa è cresciuta ascoltando il sardo in casa, tra genitori e zii, un'eredità preziosa che oggi trasmette anche scrivendo e arrangiando brani per il coro di Santa Lucia, tutti in limba. Una voce artigianale nell'era digitale In un'epoca dominata dai suoni digitali, la voce di Manuela rimane autentica, artigianale, scolpita dalla terra che ama. Pur rispettando l'andamento del mercato musicale, non rinuncia mai all'anima nei suoi brani. Per lei la musica ha senso solo se porta emozione, verità, bellezza. Un messaggio di coraggio e rinascita Nel verso “pèsadi e cammina”, Manuela coglie un invito alla rinascita collettiva, un messaggio universale rivolto alla Sardegna e a chiunque senta il bisogno di andare avanti nonostante tutto. È un canto che parla di amore, coraggio e rispetto verso una terra che è più di un luogo: è identità. Quando le chiedo cosa sussurrerebbe alla sua terra se potesse parlarle senza che nessuno ascolti, Manuela non esita e con la dolcezza di chi si rivolge a una persona amata risponde: “Le direi quello che direi a mia nonnina anziana, Lucia: grazie di aver scelto anche me, sono orgogliosa di essere nata tua e cercherò di onorarti sempre.” In queste parole c'è tutto: l'umiltà di chi sente di appartenere a qualcosa di più grande, la gratitudine di una figlia devota, il rispetto profondo per le radici. È questo legame i
Un punto di riferimento per l'arte a Cagliari: la mostra che racconta la Duchamp L'EXMA di Cagliari ospita una mostra dedicata alla storica Galleria Duchamp, attiva tra il 1973 e il 1992. L'esposizione rievoca una delle esperienze artistiche più significative della Sardegna, capace di dialogare con la scena nazionale e internazionale. A raccontare il progetto è Caterina Ghisu, relatrice dell'evento e curatrice del percorso. La Galleria Duchamp fu uno spazio di sperimentazione e confronto tra artisti, teorici e pubblico. La mostra è pensata come un omaggio visivo e narrativo a quell'esperienza, con l'obiettivo di avvicinare anche le nuove generazioni all'arte contemporanea. L'allestimento propone un itinerario tra linguaggi visivi, performance, installazioni e materiali d'archivio, con opere di artisti che hanno segnato la storia della galleria. Il Comune di Cagliari e il Centro Comunale d'Arte e Cultura EXMA sostengono l'iniziativa, disponibile sul sito ufficiale EXMA Cagliari. Ogni elemento della mostra è frutto di un attento lavoro di ricostruzione e valorizzazione. La memoria visiva si fonde con contenuti digitali accessibili grazie a QR code e supporti multimediali. L'arte che coinvolge, educa e dialoga con il presente La mostra è costruita per parlare a tutti, con particolare attenzione al pubblico giovane. Secondo Caterina Ghisu, la sfida oggi è rendere l'arte contemporanea accessibile, senza semplificare. Il progetto punta a coinvolgere le scuole, i visitatori occasionali e gli appassionati. Il percorso espositivo stimola la riflessione su temi attuali come l'identità, il corpo, la politica, l'ambiente. Il linguaggio visivo viene usato come strumento educativo e sociale. I cambiamenti nella fruizione dell'arte sono evidenti. Il pubblico oggi è più consapevole, ma anche più esigente. Per questo l'EXMA propone attività collaterali, incontri, visite guidate, e contenuti interattivi. L'intento è costruire un dialogo vivo con chi visita la mostra. Il progetto è realizzato anche grazie al contributo dell'Associazione Duchamp, consultabile sulla pagina ufficiale Associazione Duchamp. Uno sguardo verso il futuro: nuovi progetti in cantiere La mostra è solo l'inizio di un percorso più ampio. La volontà è quella di trasformare l'eredità della Galleria Duchamp in un laboratorio continuo di idee. Sono già in corso contatti con altre istituzioni culturali, artisti e curatori per future collaborazioni. La mostra, infatti, ha riattivato una rete di relazioni importanti che si erano assopite. L'obiettivo è estendere il progetto anche ad altri spazi dell'isola e oltre, favorendo la circolazione di contenuti e opere. L'EXMA, con il supporto del Comune di Cagliari, intende rafforzare il suo ruolo come centro propulsore di cultura contemporanea. La sinergia con realtà come l'Università di Cagliari e le associazioni culturali locali alimenta nuove possibilità progettuali. Il lavoro di curatela si apre così a nuove forme di narrazione e coinvolgimento. L'esperienza della Duchamp si rinnova, portando con sé lo stesso spirito innovatore che la rese unica.
Un Progetto di Integrazione e Cultura quella della Biblioteca della Marina nel Cuore di Cagliari Nel quartiere Marina di Cagliari, la Biblioteca della Marina rappresenta un esempio straordinario di come la lettura possa diventare un ponte di comunicazione tra culture diverse. Nata nel 2011 come "biblioteca di piazza" per servire una specifica comunità di migranti, principalmente donne provenienti dall'ex Unione Sovietica, la biblioteca è oggi un punto di riferimento culturale e sociale, nonostante le sfide che ha affrontato, tra cui quelle legate agli eventi storici recenti. Dalla Piazza alla Sede Fissa: La Nascita di un'Idea Il progetto della biblioteca ha avuto inizio in Piazza Ingrao, spesso chiamata "Piazza Ucraina" per la sua affluenza di donne ucraine, molte delle quali lavorano come badanti. L'idea iniziale era di utilizzare la lettura come strumento di integrazione, con il fine di stabilire una connessione profonda con questa fascia di popolazione. Ogni giovedì pomeriggio, tradizionalmente il giorno libero delle badanti, venivano allestiti gazebo e tavolini per condividere libri con le donne della piazza. L'iniziale successo del progetto ha permesso, nel tempo, di ottenere una sede fissa grazie alla collaborazione di diverse associazioni. Attualmente, la biblioteca è gestita da volontari, con un focus particolare sulle comunità di lingua russa, ucraina e kirghisa. Nonostante la fine dei finanziamenti iniziali, la biblioteca ha mantenuto la sua attività grazie a una continua partecipazione della comunità, con un'offerta di letture mirata alle esigenze delle utenti. La Collezione e gli Utenti: Un Tesoro di Storie e Tradizioni La biblioteca ha raccolto un patrimonio di libri in russo e ucraino, che oggi conta tra gli 800 e 1000 testi. Questa collezione è cresciuta grazie anche alle donazioni delle stesse lettrici. La raccolta è il frutto di un'indagine iniziale condotta tramite questionari in russo e ucraino per raccogliere le preferenze di lettura delle donne. Tuttavia, l'impatto della guerra tra Russia e Ucraina ha segnato un cambiamento nelle dinamiche della biblioteca. L'invasione russa ha portato a nuove tensioni tra le utenti ucraine e russe, creando un ambiente di riflessione sul conflitto. Nonostante ciò, la biblioteca ha continuato la sua attività con l'intento di mantenere uno spazio neutrale, senza entrare nel merito del conflitto ma privilegiando la missione di promuovere la lettura e la comprensione reciproca. Nuovi Utenti e Rivitalizzazione del Servizio L'arrivo dei profughi ucraini in Sardegna ha portato una nuova ondata di utenti, contribuendo a rivitalizzare il servizio. Molti dei nuovi arrivati sono persone adulte e anziane che, pur non parlando italiano, si fanno sentire attraverso gesti e traduttori, confermando la forza di un progetto che non si limita alla lettura, ma diventa anche un punto di supporto emotivo. La Biblioteca nel Quartiere Marina: Simbolo di Multiculturalismo Situata nel quartiere Marina, la biblioteca è un simbolo della multiculturalità di Cagliari, sebbene i residenti del quartiere non siano i principali frequentatori. L'interazione tra le diverse comunità migranti, inclusi i contatti con la Chiesa Ortodossa Ucraina e altre realtà locali, rappresenta una delle sfide future della biblioteca, che aspira a diventare un vero e proprio punto di riferimento per tutti. Sfide e Sogni per il Futuro Il progetto si basa sul lavoro di volontari, che non sempre possono dedicarsi al progetto con la continuità desiderata. Nonostante le difficoltà, la biblioteca continua a prosperare, con
Il 13 maggio l'Università di Cagliari ha ospitato un workshop dedicato a Jobiri, la piattaforma di career coaching basata su intelligenza artificiale, per aiutare studenti e laureati a orientarsi nel mondo del lavoro. Il 13 maggio, dalle ore 11:00 alle 12:00 in Aula B, l'Università degli Studi di Cagliari organizza un workshop dedicato alla piattaforma Jobiri, un innovativo strumento di career coaching basato su intelligenza artificiale. L'evento si inserisce nel programma del Career Lab, un'iniziativa volta a facilitare l'ingresso degli studenti e dei laureati nel mondo del lavoro. Jobiri è una piattaforma digitale che offre una vasta gamma di servizi per supportare gli utenti nella pianificazione della carriera. Tra le sue funzionalità principali, spiccano la possibilità di creare e analizzare curriculum vitae e lettere motivazionali, la preparazione a colloqui di lavoro attraverso simulazioni e l'accesso a offerte di lavoro personalizzate. Grazie all'utilizzo dell'intelligenza artificiale, Jobiri è in grado di fornire consigli su misura, aiutando gli utenti a valorizzare le proprie competenze e a individuare le opportunità più adatte al proprio profilo. Le funzionalità della piattaforma Durante il workshop, i partecipanti avranno l'opportunità di esplorare le diverse funzionalità della piattaforma e di comprendere come utilizzarla efficacemente per migliorare le proprie prospettive professionali. L'incontro sarà guidato da esperti del settore, che illustreranno le potenzialità di Jobiri e forniranno consigli pratici su come affrontare la ricerca di lavoro in modo strategico. L'evento è rivolto a studenti e laureati di tutti i corsi di studio, interessati a potenziare le proprie competenze in ambito professionale e a conoscere strumenti innovativi per l'orientamento al lavoro. La partecipazione al workshop rappresenta un'occasione preziosa per acquisire conoscenze pratiche e per entrare in contatto con professionisti del settore.
In Sardegna un impianto esemplare dimostra che le acque depurate possono diventare una risorsa strategica. A Serramanna si è discusso delle opportunità della nuova normativa europea sulle acque reflue urbane. La nuova direttiva europea sul trattamento delle acque reflue urbane rappresenta un cambio di paradigma per la gestione delle risorse idriche nel contesto mediterraneo. In Sardegna, regione caratterizzata da uno stress idrico cronico, la questione assume un valore ancora più urgente. A Serramanna, durante il seminario promosso da Confservizi-CISPEL Sardegna e ospitato dal Consorzio CISA, esperti e rappresentanti istituzionali hanno discusso l'importanza strategica del riuso idrico. Tra i protagonisti, Mauro Musio, direttore del CISA, ha illustrato l'esperienza pionieristica del consorzio: “Abbiamo realizzato già vent'anni fa un impianto di trattamento terziario, con tecnologie avanzate all'ozono e raggi UV, capace di produrre oltre sei milioni e mezzo di metri cubi d'acqua depurata all'anno, perfettamente idonea all'uso irriguo”. L'acqua trattata viene reimmessa nel sistema agricolo della piana del Medio Campidano, grazie alla collaborazione con il Consorzio di Bonifica. Un esempio concreto di economia circolare applicata al ciclo idrico. il riuso idrico come risposta all'emergenza climatica La Sardegna vive da anni una condizione di stress idrico cronico, aggravata dai cambiamenti climatici e dalla progressiva desertificazione. Secondo Musio, “l'acqua dei depuratori può e deve diventare protagonista: è oro puro, costante, stabile, disponibile subito e senza bisogno di nuovi bacini”. L'attuale sistema degli invasi, sebbene ben collegato sull'isola, non basta più a coprire il fabbisogno agricolo. In media, ogni anno mancano circa 100 milioni di metri cubi d'acqua. Ma gli ostacoli non sono solo tecnici o finanziari: esiste anche una barriera culturale. Il riuso delle acque depurate è spesso osteggiato per motivi psicologici, perché ancora associato a un'acqua “di scarto”. In realtà, sottolinea Musio, “si tratta di acqua depurata ai più alti standard, addirittura superiore a quella potabile in alcuni parametri, ma destinata all'agricoltura”. Finanziamenti, manutenzione e sostenibilità economica La realizzazione e l'ammodernamento degli impianti richiede investimenti importanti. Il sistema di Serramanna è costato circa 5 milioni di euro, coperti grazie a fondi del Ministero dell'Ambiente. “Oggi – aggiunge Musio – occorre puntare su fondi europei, nazionali e strumenti come il leasing, perché il valore dell'acqua giustifica ogni spesa”. Il riuso delle acque reflue, oltre a salvaguardare le risorse idriche naturali, permette di ridurre l'estrazione dalle falde, evitando fenomeni come l'intrusione salina che sta colpendo molte aree costiere, in particolare nella zona di Cagliari.
RebelTerra lancia la seconda edizione dell'iniziativa ambientale che coinvolge famiglie, scuole e associazioni in una sfida per ripulire la spiaggia di Giorgino. Un'occasione per riflettere sull'importanza della cittadinanza attiva, dell'ecoattivismo e della tutela ambientale. Intervista a Carola Farci. Torna a Giorgino, il prossimo 10 maggio, l'appuntamento con i Clean Up Games, un evento ideato dall'associazione ambientalista RebelTerra. Dopo il grande successo dello scorso anno – con oltre 200 volontari coinvolti e 1,6 tonnellate di rifiuti raccolti sotto la pioggia – il progetto si prepara a una nuova edizione ancora più inclusiva e partecipata racconta Carola Farci presidente dell'associazione, . L'iniziativa unisce la dimensione ludica della competizione all'urgenza della tutela ambientale, promuovendo una cultura della partecipazione civica e del rispetto per il territorio. "L'idea – spiega Carola Farci, presidente di RebelTerra – è quella di ripulire le spiagge trasformando un'azione necessaria in un momento di condivisione e consapevolezza". Quest'anno i partecipanti potranno scegliere tra quattro categorie: scuole, famiglie, associazioni e singoli cittadini. Un modo per coinvolgere trasversalmente tutta la comunità, rendendo accessibile l'attivismo ecologico anche a chi partecipa per la prima volta. L'appuntamento è alle ore 9 nello spiazzo vicino all'ex carcere minorile di Giorgino. È prevista anche una navetta gratuita in partenza da piazza Matteotti alle 8:30, grazie alla collaborazione con il CTM. un evento sostenuto da partner pubblici e privati, con premi per ogni categoria e rifiuti insoliti da segnalare La seconda edizione dei Clean Up Games si presenta come un evento sempre più strutturato e supportato. RebelTerra ha infatti coinvolto una vasta rete di partner istituzionali e sponsor privati, che hanno contribuito offrendo premi e supporto logistico. Sul sito rebelterra.it è possibile consultare la lista dei premi in palio per ciascuna categoria. Anche quest'anno, oltre alla quantità di rifiuti raccolti, sarà premiata la "scoperta più assurda": tra i ritrovamenti precedenti spiccano un televisore, un water, bottiglie piene di mozziconi di sigaretta e persino una tessera dell'ecocentro. "Una dimostrazione di quanto sia necessario lavorare sull'educazione ambientale", sottolinea Farci. Guardando al futuro, RebelTerra ha in cantiere altri progetti legati all'ecoattivismo: dal programma educativo nelle scuole al progetto “Tempo Blue” che promuove un turismo in barca a vela sostenibile, fino alle pulizie mensili nei quartieri di Cagliari, in collaborazione con l'Assessorato all'Ambiente. Un lavoro capillare che parte dal basso e coinvolge tutte le fasce d'età, perché – come ricorda Farci – "la sfida ambientale è una battaglia di tutti, senza distinzione di età, residenza o idee politiche". Per partecipare o sostenere il progetto, è possibile consultare le indicazioni dettagliate sul sito ufficiale di RebelTerra. L'evento sarà raccontato anche da Unica Radio, disponibile su Spotify, Amazon Music e
Sant'Eulalia, Un patrimonio culturale e archeologico che racconta la storia di Cagliari, tra sfide di conservazione e impegno verso la comunità del quartiere Marina Un patrimonio unico nel cuore di Cagliari Il Sistema Museale di Sant'Eulalia, situato nel cuore del quartiere Marina di Cagliari, comprende una serie di beni storici e archeologici di grande valore. Tra questi, troviamo l'area archeologica sotto la chiesa di Sant'Eulalia, il Museo del Tesoro, la Chiesa del Santo Sepolcro e i ruderi di Santa Lucia. Questi luoghi sono di proprietà della parrocchia di Sant'Eulalia, che dal 2021 ha affidato la gestione a un team dedicato alla conservazione, valorizzazione e promozione culturale. L'area archeologica, scoperta casualmente alla fine del secolo scorso, rappresenta un "unicum" per la città di Cagliari. Questo sito, infatti, offre un'interpretazione unica della storia della città e si distingue rispetto ad altri spazi museali per la sua profondità storica. Accanto a essa, il Museo del Tesoro conserva una ricca collezione di opere d'arte e oggetti sacri provenienti dalle tre chiese della parrocchia, preziosi per la storia religiosa e artistica della zona. Un centro vivace per la comunità e i visitatori Negli ultimi anni, il Sistema Museale di Sant'Eulalia ha visto una crescita significativa nel numero di visitatori. Nel 2024, il museo ha accolto ben 24.000 persone, un traguardo importante per una realtà culturale di Cagliari. I visitatori sono vari e provengono da tutta la Sardegna, con una presenza rilevante di scolaresche e turisti. L'offerta del museo va oltre la semplice valorizzazione dei beni culturali: organizza anche eventi culturali, conferenze e spettacoli, diventando così un punto di riferimento per la comunità locale. La missione del museo è anche quella di riaffermare il ruolo centrale della parrocchia nel quartiere Marina, che ha una lunga tradizione di multiculturalismo e pluralismo religioso. Nonostante l'evidente spopolamento del quartiere a causa degli affitti turistici, il Sistema Museale cerca di promuovere un'idea di comunità integrata e inclusiva, dove persone di diverse nazionalità e religioni possano condividere spazi e attività in "assoluta parità". Eventi e feste che uniscono residenti e visitatori sono frequenti, contribuendo alla creazione di un'atmosfera di accoglienza. Archivi profondi e sfide di conservazione Il complesso museale ospita anche un ricco archivio storico, che documenta la storia del quartiere Marina a partire dal Cinquecento. Tra i documenti custoditi vi sono informazioni sulla vita commerciale, religiosa e artistica del quartiere, nonché atti delle arciconfraternite storiche che hanno operato nella zona. Questo archivio è consultabile dal pubblico ed è una risorsa preziosa per ricostruire il passato della città. Tuttavia, la conservazione del patrimonio non è priva di sfide. Le infiltrazioni d'acqua nell'area archeologica sono una delle problematiche più urgenti, con le "pareti verdi" che peggiorano continuamente. Il complesso ha anche subito danni durante la Seconda Guerra Mondi