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Con lo sguardo di Damiano, studente universitario sardo, il podcast “Europa, questa sconosciuta: diario di una cittadina (quasi) consapevole” intreccia esperienze personali, storia dell'Unione e desiderio di appartenenza, tra insularità e sogni di mobilità. Nel cuore della Sardegna, tra i paesaggi familiari e la distanza dal continente, nasce il racconto di Damiano, giovane studente di Scienze della Comunicazione con un sogno chiaro: sentirsi davvero europeo. Il suo diario, trasformato in podcast narrativo, accompagna l'ascoltatore lungo un viaggio personale e collettivo. “Europa, questa sconosciuta: diario di una cittadina (quasi) consapevole” è il titolo di questo progetto audio che unisce esperienze vissute in un'isola con i grandi temi dell'identità europea. Attraverso il format del podcast, il racconto si sviluppa in dodici minuti di riflessione intensa e coinvolgente. Damiano osserva l'Europa dal margine geografico della Sardegna, sentendosi lontano e vicino allo stesso tempo. La sua è una voce che pone domande, che cerca risposte nel dialogo con la memoria storica, nelle opportunità offerte dalla mobilità giovanile e nell'incontro con altri ragazzi europei. Il Manifesto di Ventotene e l'EYE come simboli di partecipazione Il cuore del racconto è il viaggio a Strasburgo in occasione dell'European Youth Event (EYE), l'evento che ogni due anni riunisce migliaia di giovani nel Parlamento europeo. Damiano parte da una riflessione su cosa significhi oggi essere europei, per poi scoprire, nella partecipazione e nel confronto, nuove possibilità di sentirsi parte di una comunità più grande. Un ruolo centrale lo gioca anche il riferimento al Manifesto di Ventotene, simbolo della speranza in un'Europa unita e democratica. Questo documento diventa, nel podcast, un ponte ideale tra il passato e il presente, tra le idee di Altiero Spinelli e le istanze delle nuove generazioni. La narrazione si carica così di valore simbolico e politico, portando l'ascoltatore a interrogarsi sull'eredità dell'Unione Europea e sulla sua attualità. Uno strumento di educazione civica e narrazione autentica Il podcast non è solo un racconto personale: rappresenta anche un efficace strumento di sensibilizzazione e educazione civica. Attraverso un linguaggio semplice ma profondo, si rivolge a studenti, docenti, operatori culturali e curiosi. La forma del diario permette di accedere in modo diretto e intimo a riflessioni che toccano temi come l'insularità, la cittadinanza attiva, il diritto alla mobilità e la costruzione di un'identità europea condivisa. Il progetto, realizzato per l'EYE 2025 e diffuso attraverso le reti giovanili e universitarie, si inserisce in un panorama in cui l'audiovisivo e il podcasting diventano strumenti potenti per raccontare l'Europa da una prospettiva inedita: quella dei giovani che la vivono, la sognano e vogliono cambiarla.
In questa puntata, ci immergiamo in una riflessione sull'Europa, partendo dal Manifesto di Ventotene, scritto da Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi durante il confino fascista. In un'epoca, la nostra, in cui il nazionalismo e il sovranismo avanzano, il manifesto ci ricorda che l'Europa non è solo una questione politica, ma una scelta di civiltà. Oggi, tuttavia, il nostro attuale governo italiano sta utilizzando la retorica contro l'Europa unita per scopi populisti. Interroghiamoci allora sul futuro di un continente che dovrà rispondere con forza all'arroganza e alla divisione. Non si tratta solo di difendere una visione politica, ma di proteggere i valori che hanno reso possibile l'Unione Europea. Temi correlati:Manifesto di VentoteneUn artistico pazzo puzzleSerie completaTutti i podcast di SALTOAbbonati a SALTO
Il monito di Mattarella: l'Europa creata da statisti coraggiosi. L'Europa? Messa insieme da statisti coraggiosi. Il Capo dello Stato Sergio Mattarella non nomina la premier Giorgia Meloni, neppure i membri della maggioranza che hanno citato, a sproposito, il manifesto di Ventotene scritto da Altiero Spinelli e Eugenio Rossi insieme a Ernesto Colorni, ma delinea chi per primo ha avuto l'idea di Europa. Secondo Mattarella, bisogna riflettere sul contesto in cui si muoveva l'idea europea in quegli anni. “Nel 1945 – sottolinea Mattarella – l'Italia usciva da una guerra devastante. Vi erano state brutali dittature e l'abisso dell'olocausto”. E proprio in questo periodo di tragedie, di disperazioni ci sono stati alcuni statisti lungimiranti che cercarono di capovolgere la situazione con una rivoluzione di pensiero: mettere insieme il futuro dell'Europa. L'Europa si deve aggiornare. Il Presidente della Repubblica Mattarella tiene a precisare che si tratta di un modello imitato nel mondo e dimostra quanto sia stata un'esperienza di successo, anche se ha lacune da colmare come processi decisionali più veloci. Quindi per Mattarella servono risposte veloci e tempestive, perché l'Europa ha bisogno di aggiornarsi. Il Capo dello Stato ricorda anche che quello della nascita dell'Ue è stato un grande fenomeno storico a cui si è aggiunto l'Euro, uno strumento senza il quale i Paesi europei sarebbero stati travolti dalla crisi finanziaria. La moneta comune li ha protetti, ma ora con i dazi di Trump avverrebbe la stessa cosa? Per Mattarella, i mercati aperti corrispondono alla pace e ai nostri interessi vitali di esportazione. I mercati contrapposti mettono in pericolo la fiducia tra i Paesi e la collaborazione internazionale, mentre mercati aperti con commerci comuni creano rapporti di fiducia, di conoscenza, una tessitura di collaborazione che garantisce la pace. "Il Corsivo" a cura di Daniele Biacchessi non è un editoriale, ma un approfondimento sui fatti di maggiore interesse che i quotidiani spesso non raccontano. Un servizio in punta di penna che analizza con un occhio esperto quell'angolo nascosto delle notizie di politica, economia e cronaca. ___________________________________________________ Ascolta altre produzioni di Giornale Radio sul sito: https://www.giornaleradio.fm oppure scarica la nostra App gratuita: iOS - App Store - https://apple.co/2uW01yA Android - Google Play - http://bit.ly/2vCjiW3 Resta connesso e segui i canali social di Giornale Radio: Facebook: https://www.facebook.com/giornaleradio.fm/ Instagram: https://www.instagram.com/giornale_radio_fm/?hl=it
Il 19 marzo 2025, durante un intervento alla Camera dei deputati, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha preso pubblicamente le distanze dal Manifesto di Ventotene, redatto nel 1941 da Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi durante il loro confino nell'isola di Ventotene.
di Massimiliano Coccia | in collaborazione con Linkiesta | Rassegna stampa del 20 03 2025 Piero Graglia ci racconta il Manifesto di Ventotene e Altiero Spinelli presi di mira dalla Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni nella seduta di ieri della Camera dei Deputati mentre rispondeva alle opposizioni sul ReArmEu.
Meloni, il manifesto di Ventotene e le amnesie della Storia La presidente del Consiglio Giorgia Meloni conosce la storia europea o fa finta di conoscerla? Le dimande sono legittime dopo ciò che è accaduto ieri davanti ai parlamentari, alla vigilia del Consiglio europeo di oggi. Meloni si è lanciata in una improvvida serie di citazioni del Manifesto di Ventotene, scritto durante il confino imposto dal fascismo, da Altiero Spinelli e Ernesto Rossi, chiudendo con una frase lapidaria e inaspettata per una istituzione del nostro paese: " Questa non è la mia idea di Europa". Le opposizioni sono insorte, la maggioranza ha fatto quadrato intorno alla premier, e la seduta è stata sospesa. Un testo sacro dell'Europa libera. In una sede istituzionale come la Camera dei deputati che doveva autorizzare la posizione del Governo al Consiglio europeo sul piano di riarmo proposto da Ursula von der Leyern, Giorgia Meloni è apparsa più una leader di un partito di estrema destra che una presidente del Consiglio. Non so se Meloni sa che il titolo originario del Manifesto di Ventotene era in realtà "Per un'Europa libera e unita". Per quella idea di Europa centinaia di migliaia di persone sono state arrestate, torturate, assassinate, e altre confinate dal Fascismo: gente come Sandro Pertini, Umberto Terracini, Camilla Ravera, Giuseppe Di Vittorio, gli stessi che anni dopo pensarono di scrivere la nostra Costituzione. Su quella Costituzione Meloni ha giurato, così come tutti i suoi ministri, davanti al Capo dello Stato. Scordare la prerogativa istituzionale della sua posizione, magari per recuperare la compattezza di una maggioranza divisa in tema di investimenti all'industria bellica, sarebbe un po' come venire meno al ruolo che Meloni ha ricevuto dal popolo italiano e dai suoi stessi elettori. "Il Corsivo" a cura di Daniele Biacchessi non è un editoriale, ma un approfondimento sui fatti di maggiore interesse che i quotidiani spesso non raccontano. Un servizio in punta di penna che analizza con un occhio esperto quell'angolo nascosto delle notizie di politica, economia e cronaca. ___________________________________________________ Ascolta altre produzioni di Giornale Radio sul sito: https://www.giornaleradio.fm oppure scarica la nostra App gratuita: iOS - App Store - https://apple.co/2uW01yA Android - Google Play - http://bit.ly/2vCjiW3 Resta connesso e segui i canali social di Giornale Radio: Facebook: https://www.facebook.com/giornaleradio.fm/ Instagram: https://www.instagram.com/giornale_radio_fm/?hl=it
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Manifesto di Ventotene: cos'è, spiegazione semplice e punti fondamentali del testo di Altiero Spinelli, Ernesto Rossi ed Eugenio Colorni.
Un pugno di uomini nel buio della dittatura fascista, con la guerra nazista che dilaga, nell'isolamento del confino su una piccola isola immagina un futuro diverso, dopo la catastrofe dei nazionalismi. Nasce un'idea di Europa che non è solo un sogno di palingenesi ma un progetto di liberazione collettiva e un programma politico concreto. Di fronte alla miseria ideale e alle difficoltà politiche di oggi, leggere quel manifesto può non solo consolare ma ispirare. Il Manifesto di Ventotene di Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi, People Questo e gli altri podcast gratuiti del Post sono possibili grazie a chi si abbona al Post e ne sostiene il lavoro. Se vuoi fare la tua parte, abbonati al Post. Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7930IL MANIFESTO DI VENTOTENE: L'OLIGARCHIA TECNOCRATICA AL POTERE di Riccardo PedrizziFin dalla campagna elettorale per le europee tutti i candidati di Italia Viva, Più Europa e della sinistra in genere avevano ripetuto la litania: "Ventotene da sogno di pochi diventerà una necessità per tutti", dimenticando tutti gli altri fondatori. Per realizzare questo sogno si è subito ricostituito il "Gruppo Spinelli" in questa legislatura del Parlamento europeo. Con l'obiettivo ambizioso di costituire un'Unione federale, sovrana e democratica. Per ultimo, nei giorni scorsi, Josep Borrell, alto rappresentante della Politica estera dell'Ue, ha detto che: "Il Manifesto di Ventotene è la base dell'Unione europea e rappresenta tutti i valori in cui crediamo, lo manderei a Putin". Ed è naturale che la pensi cosi lui che è del Partito Socialista Operaio spagnolo, inaugurando domenica 1° settembre sull'isola pontina il murales che riproduce il testo dello scritto di Altiero Spinelli, Ernesto Rossi ed Eugenio Colorni, considerato dalla sinistra internazionale il documento fondativo dell'Unione europea.Ora, che siano esponenti della sinistra più o meno estrema a sognare "Ventotene" è anche comprensibile, quello che non si capisce, invece, è il giudizio positivo espresso su quel manifesto da qualche rappresentante della gerarchia cattolica, che alla vigilia del voto sul laicista giornale Repubblica dichiarava: "Mi auguro che l'Europa torni ad essere coerente con lo spirito di Ventotene che prevalgano i principi della solidarietà, della condivisione e della fraternità". Non so, a questo punto, se si possa parlare di ignoranza o di mala fede di questi vescovi italiani.Come molti sanno, il manifesto di Ventotene sull'Europa unita era stato redatto nell'omonima isola da un gruppo di confinati dal regime fascista, di ideologia socialista, marxista e atea. Pochi però sanno, perché non l'hanno mai neppure letto che quel manifesto voleva attuare una rivoluzione socialista, abolire la proprietà privata; rifiutava il metodo democratico; il popolo doveva essere guidato da pochi esperti e soprattutto doveva essere "educato".UN'EUROPA AUTORITARIA, ATEA E ANTICRISTIANAIn estrema sintesi quello di Ventotene è il manifesto di un'Europa autoritaria, atea e anticristiana, guidata da una categoria di esperti illuminati. Ciononostante qualche ecclesiastico si augurava che l'Europa ritornasse ancora di più a quello spirito. L'offensiva su e con Ventotene era iniziata qualche anno fa con la venuta nell'isola di personaggi delle istituzioni europee come Ursula von del Layen, presidente della Commissione e come lo scomparso David Sassoli, presidente del Parlamento europeo.Il decollo dell'attenzione - come si ricorderà - era proseguito, con il vertice promosso da Matteo Renzi il 22/8 del 2016 e con la partecipazione di Francois Holland e di Angela Merkel sulla portaerei Garibaldi, perché - disse l'allora il presidente del Consiglio italiano - "l'Isola di Ventotene rappresenta i valori e gli ideali che hanno fondato l'Unione europea". Poi arrivò il 20 agosto del 2021 il Presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella, si recò in occasione dell'ottantesimo anniversario del "Manifesto di Ventotene" e del 40° "Seminario per la formazione federalista europea" sull'isola pontina, rendendo omaggio alla tomba di Altiero Spinelli, sulla quale depose una corona di fiori. In pratica anche lui, ex democristiano e, quindi, presumibilmente cattolico, contribuì ad alimentare la tesi secondo la quale il "Manifesto di Ventotene" sarebbe il fondamento della Unione europea.Da allora il leit-motive di tutte le manifestazioni è stato quello, appunto, di far passare sempre più l'idea che quel "manifesto" fosse la base, l'atto di battesimo della causa europeista. [...]In realtà le istituzioni europee erano nate con tutt'altra ispirazione molto diversa di quella del Manifesto per principale impulso dei tre statisti, tutti e tre cattolici, i quali avevano preso le mosse dalle comuni radici cristiane dell'Europa ed avevano assunto come riferimento simbolico il Sacro Romano Impero (attualmente il massimo riconoscimento europeo è proprio e non a caso un premio intitolato a Carlo Magno) e pochi sanno che le stelle che circondano il vessillo europeo sono le stelle che ornano il capo della Vergine Maria.Il filone "laico" era già allora presente, ma aveva i suoi antesignani nel francese Jean Monnet e nel belga Paul-Henri Spaak e non certo negli autori del Manifesto di Ventotene e nella loro Unione dei Federalisti Europei.Ora ci si dovrebbe chiedere perché si sta insistendo tanto su tale manifesto e perché si rende omaggio alla tomba di Altiero Spinelli, sepolto a Ventotene? Ciò è evidente. Perché la cultura, e quindi il progetto politico attuale dell'Europa, sono del tutto subalterni proprio a quei circoli politico-culturali, eredi del mondo da cui provenivano gli autori del Manifesto di Ventotene.C'è dunque un obbiettivo ideologico e ci sono poi gli aspetti simbolici per celebrare col massimo risalto possibile il "Manifesto di Ventotene". Scritto nel 1941 da Altiero Spinelli, Ernesto Rossi, Eugenio Colosini e altri, infatti è molto celebrato dalla cultura di sinistra italiana, ma in effetti largamente ignoto altrove. In pratica si sta facendo passare quel Manifesto come se fosse davvero la pietra angolare delle istituzioni europee e si parla dei suoi autori come se fossero davvero i padri dell'Europa.IMAGINE THERE'S NO COUNTRIESLa verità è che, redatto da intellettuali di sinistra, futuri co-fondatori del Partito d'Azione, il documento è un vessillo di quell'idea d'Europa molto "laica", se non laicista, e molto statalista, che in effetti all'inizio del processo di unificazione ebbe ben poco peso e che prevalse più tardi, solo dagli anni '80 del secolo scorso, fino a condurre l'attuale Unione europea nella situazione in cui si trova adesso.In effetti l'Europa di Spinelli e compagni è oligarchica e mondialista, vuole superare le differenze nazionali e non è pensata come il coronamento di un'unità di popoli europei, basata sui loro caratteri comuni (etnici, culturali, religiosi), ma come l'embrione di una futura aggregazione di livello mondiale, che elimini definitivamente dalla faccia della Terra ogni confine, ogni differenza culturale e che riunisca tutti i popoli del Mondo. Insomma l'Europa del Manifesto è solo un primo passo di una struttura che dovrebbe preludere ad un internazionalismo indifferenziato ed uniforme con un governo globale mondialista.È la visione, per essere ancora più chiaro, di un insieme di tutti i popoli che costituiscono l'umanità, di cui la federazione europea dovrebbe essere la garanzia perché i rapporti con i popoli asiatici e americani possano svolgersi su una base di pacifica cooperazione, in attesa di un avvenire, in cui diventi possibile l'unità politica dell'intero globo. Risulta chiaro pertanto l'impostazione antinazionale di tutto il progetto.Basta leggere bene tutto il documento.Nella prima parte del Manifesto si sostiene che gli Stati nazionali sono stati uno strumento utile a ridurre il potere reazionario del Vaticano, ma poi sono diventati gli artefici di nazionalismi e totalitarismi; sono stati una tappa, che è da superare in vista di una sempre più grande aggregazione statale, prima europea e poi mondiale.Nessun riferimento alla comune identità europea, alla cultura, alle tradizioni, alla religione che hanno costituito la storia del continente europeo è rilevabile all'interno del freddo e burocratico manifesto spinelliano, che vuole l'unità europea perché "è la tendenza storica della Modernità a volerlo".LA RELIGIONE COME FATTORE DI OSCURANTISMOAncora, considerata la religione come fattore di oscurantismo, [...] si propone di sostituirla con la fratellanza universale che ignora le differenze tra i popoli. Il Manifesto di Ventotene ha, inoltre, un sapore elitario: Spinelli critica il processo democratico e la sovranità popolare e chiarisce che deve essere una minoranza "veramente rivoluzionaria" a guidare il processo di integrazione europea.Di fronte a questa vera e propria ideologia antidemocratica, oligarchica, tecnocratica e persino dittatoriale [...] non viene riconosciuto spazio alcuno all'autonomia della persona, alla società civile, insomma al principio di sussidiarietà.Come tutte le leggende, dunque, anche quella dell'Ue ha i suoi miti. Uno dei più significativi e falsi è il Manifesto di Ventotene; ma la semplice lettura di quel documento dovrebbe indurre i suoi apologeti ad avere un po' di pudore nell'esaltarlo, visto che in quel Manifesto vi è la radice ideologica di istituzioni lontane dai popoli ed oggi arroccate in burocrazie, che guardano alla democrazia come a un pericolo, che ritengono l'unificazione europea non l'esito di un percorso di federazione fra popoli e nazioni, nel rispetto delle specificità di ciascuna, ma l'imposizione dall'alto di regole comuni.Ora questa leggenda, con i suoi falsi miti, mostra i suoi limiti nel confronto con la realtà.L'alternativa vera oggi non è fra europeismo e nazionalismo (o sovranismo), ma fra Ventotene e Magistero della Chiesa quanto al rispetto delle identità e della volontà dei popoli, alla consapevolezza di una storia e di un destino comune.In pratica Altiero Spinelli avrebbe voluto alla guida della futura Unione europea un organismo indipendente, senza legittimità democratica, non eletto, competente (i migliori di oggi) e non soggetto a scrupoli di carattere morale o sentimentale; in una
di Massimiliano Coccia | in collaborazione con Linkiesta | Rassegna stampa del 30 08 2024 Il 31 agosto 1907 nasceva a Roma Altiero Spinelli, padre fondatore dell'Unione Europea e oggi lo ricordiamo con una rassegna stampa storica, con interviste d'epoca e un contributo del Presidente emerito Giorgio Napolitano. Nella puntata l'intervista a Roberto Sommella, direttore di Milano Finanza e presidente de La Nuova Europa.
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Milano, 3 giugno 1927. La polizia fascista fa irruzione in un bar e arresta un giovane che non ha ancora compiuto vent'anni. È “un elemento pericolosissimo”, che “ha sempre esercitato deleteria attività sovversiva”. Qualche anno dopo, quel giovane pericolosissimo scriverà il Manifesto di Ventotene o dell'Europa unita. Diventandone, di fatto, uno dei padri fondatori.Ospiti della puntata: Anna Foa, Piero Graglia e Maurizio Molinari
durée : 00:58:02 - Le Cours de l'histoire - par : Xavier Mauduit - Militants antifascistes et pionniers du fédéralisme européen, Altiero Spinelli et Ursula Hirschmann ont marqué l'histoire de la construction européenne et de ses institutions. Du "Manifeste de Ventotene" à l'association "Femmes pour l'Europe", ils ont porté l'idée d'une Europe unie et démocratique. - invités : Andrew Glencross Directeur de l'École Européenne de Sciences Politiques et Sociales, et professeur en science politique à l'Institut Catholique de Lille; Araceli Turmo Maîtresse de conférences en droit à Nantes Université, spécialisée en droit de l'Union européenne
Arno Wellens komt langs om nogmaals te praten over de vreemde politieke situatie in Nederland. Wat is de rol van Renew Europe, de Europese moederpartij van de VVD en D66? Hoe groot is de invloed van voorzitter Guy Verhofstadt? En wat is hun ideologie? We bespreken de grondlegger van de Europese federale natte droom, Altiero Spinelli. Is het toeval dat deze Marxist vandaag de dag nog altijd zo'n grote aanhang heeft in de Europese politieke top? Deze mag je niet missen. Word bazige baas
GUERRA IN MEDIO ORIENTE, AGGIORNAMENTI E ANALISI con Lorenzo Cremonesi inviato del Corriere della Sera UCRAINA, LA GUERRA DIMENTICATA il punto con Emanuele Valenti - UN MESE A COP 28, PROSPETTIVE PER LA CONFERENZA SUL CLIMA DI DUBAI con Marirosa Iannelli coordinatrice della sezione clima della onlus Italian Climate Network che partecipa alle Conferenze Onu sul clima con un team di osservatori - I NEOFASCISTI MILANESI RENDONO OMAGGIO AI MORTI DEL CAMPO X Antonella Barranca, Memoria Antifascista, autrice con Andrea Palladino di “Il ritorno del Reich. Sulle tracce di un nuovo piano Odessa” - TRENT'ANNI DI UNIONE EUROPEA l'1 novembre 93 entrava in vigore il Trattato di Maastricht: domani uno speciale di Radio Popolare con Alessandro Principe e Piervirgilio Dastoli presidente del Movimento Europeo in Italia, è stato assistente di Altiero Spinelli. In studio Lorenza Ghidini, in redazione Massimo Alberti
L'isola di Santo Stefano, situata a pochi chilometri da Ventotene, è un luogo di grande interesse storico e culturale. L'isola ha ospitato, nel corso dei secoli, prigionieri politici, esiliati e dissidenti di ogni genere. Tra i suoi ospiti illustri, si possono ricordare Altiero Spinelli, Ernesto Rossi ed Eugenio Colorni, che proprio a Santo Stefano hanno […]
Op Ventonene zat Altiero Spinelli gevangen. Hij sprak er voor het eerst over een 'verenigd' Europa. Hij schreef zijn ideeën neer op sigarettenblaadjes en liet die dan wegsmokkelen. Robert Schuman zag wel iets in dat revolutionaire idee van een eengemaakt Europa. Met een list kon hij het Franse parlement overtuigen om het een kans te geven. Het Vaticaan wil Schuman nu heilig verklaren. Hoezo? En waarom dan wel? Reis mee met Prof. Hendrik Vos en Sven Speybrouck naar de roots van de EU.
In the summer of 1941, as Italy warred its way to a series of territorial annexations in east Africa and the Mediterranean, a little-known anti-fascist activist by the name of Altiero Spinelli languished in prison, his restless mind fantasizing about Europe's postbellum future. Named the Ventotene Manifesto after the island where Spinelli was jailed, the resulting document would become the blueprint of the European Federalist Movement (EFM) founded two years later, a call for the nations of the Old Continent to forfeit their sovereignty and give way to a European federation under socialist principles. 80 years into the integration project that Spinelli helped spearhead, has the EU lived up to the hopes and expectations of its progressive cheerleaders? Undoubtedly yes, argues historian Konrad H. Jarausch, Lurcy Ann Professor of European Civilization at the University of North Carolina. In Embattled Europe: A Progressive Alternative (2021), Professor Jarausch remarks that Europe has become something of a dirty word for right-wing populists on both sides of the Atlantic, which he views as a testament of the bloc's success in building a mixed model of laissez-faire capitalism buffered by a strong safety net. Similarly, in The Primacy of Politics (2006), Professor Sheri Berman of Columbia's Barnard College described European-style social democracy as the end-stage solution to the central challenge of modern politics, that of reconciling a free enterprise economy with a democratic polity. Professors Jarausch and Berman join us on the podcast this week to discuss Europe's complex place betwixt social democracy and neoliberalism. As always, rate and review Uncommon Decency on Apple Podcasts, and send us your comments or questions at @UnDecencyPod or undecencypod@gmail.com. Please consider supporting the show through Patreon: https://www.patreon.com/undecencypod.
Simone Lattes"Premio Belma"https://www.latteseditori.it/A Lattes Editori il Premio BELMA 2021, tra Dante e l'educazione civicaAssegnato questo pomeriggio in collaborazione con la Fiera del Libro di Francoforte Anche i libri di testo scolastici hanno il loro premio internazionale. Si chiama BELMA (Best European Learning Materials Awards) e celebra ogni anno i migliori materiali educativi d'Europa. Quest'anno tra i premiati c'è anche l'Italia, con il Premio Speciale della Giuria assegnato alla Casa Editrice Lattes per il suo Cittadini con Dante, un testo per la scuola media scritto dalle professoresse Enrica Lavazza, Maria Acanfora, Silvia Fraboni e Anna Jacod.Questo premio arriva durante la Settimana della Lingua Italiana nel Mondo, l'iniziativa nata nel 2001 e giunta quest'anno alla XXI edizione, in programma dal 18 al 24 ottobre, che quest'anno ha come tema “Dante, l'italiano”.L'idea alla base di Cittadini con Dante è quella di svolgere con la classe dei percorsi interdisciplinari di educazione civica tra letteratura, storia e arte, a partire dalla vita e dalle opere di Dante Alighieri, di cui quest'anno ricorre il 700° anniversario della morte. Così, ad esempio, l'esilio del Poeta da Firenze apre un percorso che conduce fino al confino fascista e alla vicenda di Altiero Spinelli a Ventotene, dove prese forma l'idea dell'Europa unita. La figura di Francesca da Rimini, che compare nel Canto V dell'Inferno, permette di affrontare il delicato tema del femminicidio.Partendo poi da Costanza d'Altavilla, regina di Sicilia, che troviamo nel Canto III del Paradiso, si sviluppa il tema delle donne in politica, arrivando alle suffragette e alle Madri della Costituzione italiana.La pubblicazione del libro era stata accompagnata in primavera da una serie di webinar su questi temi, tenuti dalle autrici del testo e seguiti da migliaia di insegnanti. L'entusiasmo mostrato in quell'occasione dai docenti ha suggerito a Lattes l'idea di candidare il libro di testo ai BELMA. Oggi, la vittoria.“Può sembrare sorprendente che a ottenere questo riconoscimento sia un libro di testo tutto sommato tradizionale nella forma” racconta Simone Lattes, amministratore delegato della Casa editrice. “Cittadini con Dante non ha effetti speciali; niente percorsi multimediali, esercizi interattivi o tecnologie d'avanguardia. Ci sono solo l'originalità della proposta e la chiarezza espositiva. Un lavoro congiunto tra le nostre ottime autrici e la nostra redazione. A dimostrazione del fatto che, anche nell'età del digitale, la qualità dei materiali didattici è data prima di tutto dal contenuto.”I BELMA Awards sono assegnati in collaborazione con la Fiera del Libro di Francoforte, IARTEM (International Association for Research on Textbooks and Educational Media) e European Educational Publishers Group.La Casa Editrice Lattes è stata fondata a Torino nel 1893, quando Simone, allora impiegato dell'odierna Libreria Luxemburg, aprì la Libreria Lattes di via Garibaldi 3. Nella seconda metà del Novecento si è progressivamente concentrata sulla scuola secondaria di primo e secondo grado pubblicando libri di testo che hanno accompagnato milioni di studenti. Oggi la Casa Editrice è guidata dalla quinta generazione della famiglia.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarehttps://ilpostodelleparole.it/
A cura di Daniele Biacchessi Gli ultimi dati economici globali danno l'Italia in netta ripresa economica. Ma sarà davvero così? Pare più una ripresa che non riprende fino in fondo, piuttosto che un exploit della nostra economia che ancora dipende, come tutte del resto, alle variabili non sempre chiare del mercato e dell'evolversi della pandemia. Veniamo alle cifre. Il Pil mondiale ha registrato la peggior contrazione dal dopoguerra (-3,2%), ma una forte prospettiva di ripresa del 6% per il 2021 e del 4,9% del 2022. Lo prevede The European House Ambrosetti che ha presentato questi dati nel corso del Forum a Cernobbio. Per quanto riguarda l'Italia la stima del Pil per il 2021 al 4,9% (1.648 miliardi di euro) e per il 2022 al 4,4% (1.721 miliardi di euro). Il Pil generato nel secondo trimestre 2021 ammonta a 413,6 miliardi di euro. In italia si è registrata anche una forte accelerazione dei consumi, soprattutto nel secondo trimestre 2021, trainata dall'acquisto di beni non alimentari (+4,4% rispetto al trimestre precedente). I beni alimentari non mostrano una crescita così sostenuta (+0,6% nel secondo trimestre 2021), ma nel 2020 si erano ridotti in misura molto minore. Registrata inoltre una moderata ripresa dell'export nazionale. Tra marzo e maggio 2021 l'export è aumentato del 6,1% rispetto ai tre mesi precedenti, sia considerando l'export intra-Eu che quello extra-Eu (+6,1% per entrambi). Il problema vero è che c'è una politica economica su scala europea, ma manca un punto di vista politico-economico da parte di chi, almeno sulla carta, avrebbe la maggioranza. L'Europa di Altiero Spinelli non si è ancora avverata. Ascolta "Il Corsivo" a cura di Daniele Biacchessi, ogni giorno su www.giornaleradio.fm oppure scarica la nostra app
A cura di Daniele Biacchessi Gli ultimi dati economici globali danno l'Italia in netta ripresa economica. Ma sarà davvero così? Pare più una ripresa che non riprende fino in fondo, piuttosto che un exploit della nostra economia che ancora dipende, come tutte del resto, alle variabili non sempre chiare del mercato e dell'evolversi della pandemia. Veniamo alle cifre. Il Pil mondiale ha registrato la peggior contrazione dal dopoguerra (-3,2%), ma una forte prospettiva di ripresa del 6% per il 2021 e del 4,9% del 2022. Lo prevede The European House Ambrosetti che ha presentato questi dati nel corso del Forum a Cernobbio. Per quanto riguarda l'Italia la stima del Pil per il 2021 al 4,9% (1.648 miliardi di euro) e per il 2022 al 4,4% (1.721 miliardi di euro). Il Pil generato nel secondo trimestre 2021 ammonta a 413,6 miliardi di euro. In italia si è registrata anche una forte accelerazione dei consumi, soprattutto nel secondo trimestre 2021, trainata dall'acquisto di beni non alimentari (+4,4% rispetto al trimestre precedente). I beni alimentari non mostrano una crescita così sostenuta (+0,6% nel secondo trimestre 2021), ma nel 2020 si erano ridotti in misura molto minore. Registrata inoltre una moderata ripresa dell'export nazionale. Tra marzo e maggio 2021 l'export è aumentato del 6,1% rispetto ai tre mesi precedenti, sia considerando l'export intra-Eu che quello extra-Eu (+6,1% per entrambi). Il problema vero è che c'è una politica economica su scala europea, ma manca un punto di vista politico-economico da parte di chi, almeno sulla carta, avrebbe la maggioranza. L'Europa di Altiero Spinelli non si è ancora avverata. Ascolta "Il Corsivo" a cura di Daniele Biacchessi, ogni giorno su www.giornaleradio.fm oppure scarica la nostra app
A cura di Daniele Biacchessi Gli ultimi dati economici globali danno l'Italia in netta ripresa economica. Ma sarà davvero così? Pare più una ripresa che non riprende fino in fondo, piuttosto che un exploit della nostra economia che ancora dipende, come tutte del resto, alle variabili non sempre chiare del mercato e dell'evolversi della pandemia. Veniamo alle cifre. Il Pil mondiale ha registrato la peggior contrazione dal dopoguerra (-3,2%), ma una forte prospettiva di ripresa del 6% per il 2021 e del 4,9% del 2022. Lo prevede The European House Ambrosetti che ha presentato questi dati nel corso del Forum a Cernobbio. Per quanto riguarda l'Italia la stima del Pil per il 2021 al 4,9% (1.648 miliardi di euro) e per il 2022 al 4,4% (1.721 miliardi di euro). Il Pil generato nel secondo trimestre 2021 ammonta a 413,6 miliardi di euro. In italia si è registrata anche una forte accelerazione dei consumi, soprattutto nel secondo trimestre 2021, trainata dall'acquisto di beni non alimentari (+4,4% rispetto al trimestre precedente). I beni alimentari non mostrano una crescita così sostenuta (+0,6% nel secondo trimestre 2021), ma nel 2020 si erano ridotti in misura molto minore. Registrata inoltre una moderata ripresa dell'export nazionale. Tra marzo e maggio 2021 l'export è aumentato del 6,1% rispetto ai tre mesi precedenti, sia considerando l'export intra-Eu che quello extra-Eu (+6,1% per entrambi). Il problema vero è che c'è una politica economica su scala europea, ma manca un punto di vista politico-economico da parte di chi, almeno sulla carta, avrebbe la maggioranza. L'Europa di Altiero Spinelli non si è ancora avverata. Ascolta "Il Corsivo" a cura di Daniele Biacchessi, ogni giorno su www.giornaleradio.fm oppure scarica la nostra app
Democrazia europea cercasi. Il 9 maggio scorso, festa dell'Europa, c'è stato il lancio della “Conferenza per il futuro dell'Europa”. Un'assemblea che coinvolgerà 450 tra deputati, nazionali ed europei, governi, Commissione e gruppi di rappresentanze di cittadini. Non è ancora chiaro come verranno utilizzate le conclusioni di un anno di discussioni e proposte sull'Europa. L'Unione Europea resta un'architettura istituzionale molto sbilanciata dove i governi nazionali gestiscono il grosso del potere, dove la Commissione dipende dai governi nazionali e il parlamento europeo eletto dai cittadini ha meno poteri di qualsiasi parlamento nazionale. La democrazia delle istituzioni europee resta ancora incompleta. Memos ne ha parlato con Piervirgilio Dastoli, collaboratore di Altiero Spinelli, storico dell'integrazione europea. Ospite anche l'economista Antonella Stirati (Università di Roma 3) per parlare dell'Europa del futuro attraverso Next Generation EU: gli effetti dei piani di rilancio sulla crescita dell'economia; le scarse risorse effettive messe a disposizione dall'Europa ai governi nazionali al di là della grandi cifre stanziate; la gestione dei debiti pubblici accumulati, tra rischi di ritorno a forme di austerità fiscali e appelli alla cancellazione di quote di debito.
Democrazia europea cercasi. Il 9 maggio scorso, festa dell’Europa, c’è stato il lancio della “Conferenza per il futuro dell’Europa”. Un’assemblea che coinvolgerà 450 tra deputati, nazionali ed europei, governi, Commissione e gruppi di rappresentanze di cittadini. Non è ancora chiaro come verranno utilizzate le conclusioni di un anno di discussioni e proposte sull’Europa. L’Unione Europea resta un’architettura istituzionale molto sbilanciata dove i governi nazionali gestiscono il grosso del potere, dove la Commissione dipende dai governi nazionali e il parlamento europeo eletto dai cittadini ha meno poteri di qualsiasi parlamento nazionale. La democrazia delle istituzioni europee resta ancora incompleta. Memos ne ha parlato con Piervirgilio Dastoli, collaboratore di Altiero Spinelli, storico dell’integrazione europea. Ospite anche l’economista Antonella Stirati (Università di Roma 3) per parlare dell’Europa del futuro attraverso Next Generation EU: gli effetti dei piani di rilancio sulla crescita dell’economia; le scarse risorse effettive messe a disposizione dall’Europa ai governi nazionali al di là della grandi cifre stanziate; la gestione dei debiti pubblici accumulati, tra rischi di ritorno a forme di austerità fiscali e appelli alla cancellazione di quote di debito.
Antonella CavalloAssociazione Culturale TwitteraturaVincitrice del Premio Spinelli#Ventotene. Comunità, cittadinanza e identità europea - il progetto realizzato nel 2018 da Associazione Culturale Twitteratura in collaborazione con ABCittà e Cooperativa Liberitutti e con il sostegno di Compagnia di San Paolo e Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo - ha ricevuto il “2019 Spinelli Prize for Outreach”.Il riconoscimento viene assegnato dalla Commissione Europea a iniziative che promuovono la conoscenza dell'Unione Europea come progetto di integrazione e i suoi valori, in particolare tra i giovani, e consiste in un premio del valore di 25.000 euro. La giuria, composta da esperti indipendenti, per questa edizione ha premiato 16 progetti tra 150 candidature ricevute.“Questo premio prestigioso - ha dichiarato Antonella Cavallo, presidentessa dell'Associazione Culturale Twitteratura - ci rende estremamente felici e orgogliosi e ci incoraggia a proseguire nel confronto costruttivo sull'identità europea e sulle sfide del nostro tempo, coinvolgendo in primo luogo le nuove generazioni e il mondo della scuola.“Le motivazioni del PremioIl progetto si è distinto per l'ampiezza e rilevanza dei temi trattati: “[coprendo] diversi ambitidelle politiche e dell'azione dell'UE, ha il potenziale per sviluppare una consapevolezzacritica di ciò per cui l'UE si batte e per sfatare i miti populisti”. Altro punto di forza, la suacomponente innovativa che ha permesso di raggiungere e coinvolgere i giovani, proponendo un'attività che è “facilmente accessibile, chiara e user-friendly (...) accattivante e adatta a cittadini giovani e non addetti ai lavori” e che “promuove la motivazione e l'attaccamento emotivo dei giovani studenti, incoraggiando la partecipazione nel processo democratico”. Inoltre, combinando l'attività online a una serie di iniziative offline, il progetto “genera un dibattito approfondito e contribuisce a mettere in luce la disinformazione sul funzionamento e sull'importanza delle istituzioni dell'Unione Europea”. Infine, realizzando l'evento finale sull'isola di Ventotene, ha offerto “l'opportunità di un'interazione in prima persona sui valori, sulle politiche e sui successi dell'UE, così come sui suoi difetti”. Ulteriore elemento premiante, “l'alto potenziale di replicabilità” a livello locale e internazionale, così come al di fuori dell'ambiente scolastico.A causa delle restrizioni imposte dalla pandemia, la cerimonia si è svolta interamente online,alla presenza della Direttrice Generale della DG Istruzione, gioventù, sport e cultura Themis Christophidou e con i saluti di apertura di Mariya Gabriel, Commissaria Europea per l'innovazione, la ricerca, la cultura, l'educazione e i giovani.“Siamo molto contenti che l'associazione Twletteratura abbia ottenuto questo importante riconoscimento a livello europeo – aggiunge Giandomenico Genta Presidente della Fondazione CRC – un'ulteriore conferma della capacità da parte dei soggetti del nostro territorio di creare innovazione. La nostra Fondazione ha fin dall'inizio creduto nella bontà della sperimentazione sostenendo il progetto Ventotene. Comunità, cittadinanza e identità europee nel corso del 2018”.Il progetto #Ventotene nasce dall'idea di aprire un percorso di cittadinanza attiva attorno altema dell'Europa unita e dei valori che ne sono alla base. Combinando social reading(Associazione Culturale Twitteratura), costruzione di comunità (Cooperativa Liberitutti) ecoinvolgimento diretto dei cittadini (ABCittà), il progetto ha aggregato una comunità cheinsieme si è confrontata sulla costruzione dell'identità europea e sulla rottura degli stereotipia partire dalla lettura condivisa del Manifesto di Ventotene di Altiero Spinelli ed ErnestoRossi.Con #Ventotene abbiamo voluto diffondere strumenti e risorse utili ad affrontare alcune delle grandi sfide dell'Europa di oggi e di domani. Lo abbiamo fatto online, leggendo e commentando il Manifesto di Ventotene con studenti e lettori di tutta Italia sulla app per il social reading Betwyll, e dal vivo, con una serie di workshop condotti da ABCittà a Torino e Genova e finalizzati a testare i contenuti di un ‘kit anti pregiudizio' per i luoghi della cultura, realizzato al termine del progetto e disponibile gratuitamente online. A questi si sono aggiunti vari eventi di approfondimento e restituzione: il 9 e il 14 maggio 2018 al Polo del ‘900 di Torino, per celebrare la Festa dell'Europa, in collaborazione con la Fondazione Carlo Donat-Cattin all'interno del programma del Salone Off; il 18 luglio 2018, ai Bagni Pubblici di Via Agliè alla presenza dell'europarlamentare Daniele Viotti; il 3 settembre 2018, sull'isola di Ventotene in occasione della settimana federalista; il 27 settembre 2018, di nuovo al Polo del ‘900 per presentare con una mostra esperienziale l'esito del percorso laboratoriale e il kit anti pregiudizio che ne è nato.Video della cerimonia di premiazione:https://www.facebook.com/EuropeanYouthEU/videos/271461564502291/IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarehttps://ilpostodelleparole.it/
Die 18. Folge beleuchtet den Plan einer Gründung der Europäischen Union unter politischer Führung des Europäischen Parlaments. Der Kopf hinter dem Vorhaben zu Beginn der 1980er Jahre war der italienische Politiker Altiero Spinelli. Einzelheiten sind das Manifest von Ventotene, der Club Crocodile, das politische Momentum nach der ersten Direktwahl des EP, die Rolle des Institutionellen Ausschusses, die wesentlichen Vertragsinhalte sowie sein weiteres Schicksal, in dem der Dooge-Ausschuss noch eine Nebenrolle hat. Der Podcast enthält Originalzitate natürlich von Altiero Spinelli und von Piet Dankert. Literaturhinweis unter www.schorkopf.eu
Che ruolo sta giocando l'Unione Europea nella lotta ai cambiamenti climatici? Un approccio multilaterale rappresenta ancora una soluzione efficace nell'affrontare problematiche complesse e urgenti?In questa nuova puntata di Clorofilla parliamo di:✅ Green Deal europeohttps://ec.europa.eu/info/strategy/priorities-2019-2024/european-green-deal_it✅ Altiero Spinelli e il Manifesto di Ventotènehttps://it.wikipedia.org/wiki/Manifesto_di_Ventotene✅ Metternich «La parola "Italia" è un'espressione geografica»https://it.wikipedia.org/wiki/Klemens_von_Metternich✅ Produzione energia da fonti rinnovabili supera le fonti fossili - luglio 2020https://bit.ly/2ExT6QC✅ Portogallo 100% rinnovabilehttps://bit.ly/3jMPydg✅ Germania e l'addio alle centrali a carbonehttps://bit.ly/2P4a4Im✅ Costa Rica a emissioni zero entro 2021https://www.lifegate.it/2021-costa-rica-decarbonizzato✅ Il tramonto del petrolio arabohttps://www.internazionale.it/notizie/2020/07/23/petrolio-calo-prezzi-paesi-arabi✅ Economia circolarehttps://bit.ly/3jThYm1✅ Figli costituentihttps://figlicostituenti.eu/
Con Silvia Bernardi andiamo in viaggio a Ventotene, isola di confino durante il fascismo ma anche culla d'Europa perché proprio lì nacque un'idea di Europa unita contemporanea. Nel 1941, Altiero Spinelli, Ernesto Rossi, Eugenio Colorni e Ursula Hirschmann scrissero il Manifesto di Ventotene, documento che traccia le linee guida di quella che sarà la Carta dei Diritti Fondamentali dell'Unione Europea. Ad accompagnarci c'è Fabio Masi, proprietario della libreria L'Ultima Spiaggia, dove si possono trovare libri sulla storia che ha reso grande Ventotene e l'Europa. In collaborazione con Euranet Plus
Con Silvia Bernardi andiamo in viaggio a Ventotene, isola di confino durante il fascismo ma anche culla d'Europa perché proprio lì nacque un'idea di Europa unita contemporanea. Nel 1941, Altiero Spinelli, Ernesto Rossi, Eugenio Colorni e Ursula Hirschmann scrissero il Manifesto di Ventotene, documento che traccia le linee guida di quella che sarà la Carta dei Diritti Fondamentali dell'Unione Europea. Ad accompagnarci c'è Fabio Masi, proprietario della libreria L'Ultima Spiaggia, dove si possono trovare libri sulla storia che ha reso grande Ventotene e l'Europa. In collaborazione con Euranet Plus
Con Silvia Bernardi andiamo in viaggio a Ventotene, isola di confino durante il fascismo ma anche culla d'Europa perché proprio lì nacque un'idea di Europa unita contemporanea. Nel 1941, Altiero Spinelli, Ernesto Rossi, Eugenio Colorni e Ursula Hirschmann scrissero il Manifesto di Ventotene, documento che traccia le linee guida di quella che sarà la Carta dei Diritti Fondamentali dell'Unione Europea. Ad accompagnarci c'è Fabio Masi, proprietario della libreria L'Ultima Spiaggia, dove si possono trovare libri sulla storia che ha reso grande Ventotene e l'Europa. In collaborazione con Euranet Plus
Era il 9 luglio del 1980, precisamente 40 anni fa, quando Altiero Spinelli fondò il Club del Coccodrillo, un piccolo gruppo informale di Eurodeputati. L’obiettivo era riformare le istituzioni comunitarie. Simone Pavesi
Alla fiera "Più libri più liberi" una riflessione di altissimo livello con Benedetto Croce e Altiero Spinelli e Oriana Fallaci
ALTIERO SPINELLI raccontato da Marcello Flores
Il Manifesto di Ventotene del 1941, ad opera di Ernesto Rossi con la collaborazione di Altiero Spinelli ed Eugenio Colorni, pone le basi del pensiero europeista e teorizza alcuni scenari nefasti che, se non facciamo attenzione, potrebbero avverarsi in tempi non troppo lontani.Chiara e Patrizia ce ne leggono alcuni estratti.
Marino Sinibaldi con Marcello Flores e Anna Maria Giordano. L'ospite di questa puntata è la filosofa Roberta De Monticelli che insegna all'Università Vita Salute San Raffaele di Milano.
Chris' blog post on the West Lothian Question and UK federalism (or lack of). John Pinder's obituary Altiero Spinelli The Ventotene Manifesto Guy Verhofstadt and Dany Cohn-Bendit's manifesto "There Is No Alternative To A Federal Europe" Chris' table comparing EU and UK democratic accountability Steve's Twitter thread, unrolled, on the threat to UK democracy Unicorn Chaser We welcome potential sponsors - but we don’t want your money! If you represent an organisation that is working to stop Brexit, and you’d like some free publicity, contact us via this website or DM one of us on Twitter. Intro music: “Going up the Wrong Way” by Bai Kamara Jr, from his album "The Mystical Survivors and Some Rare Earthlings". Available Fnac, iTunes, Spotify, Amazon etc. http://www.baikamara.com Special outro music courtesy of Jon Worth, Anders Ekberg, and Malena Britz.
I denne sendingen foteller vi i Fortiden Demrer om livene til Jean Monnet, Robert Schuman og Altiero Spinelli. De var tre veldig forskjellige individer med forskjellige erfraringer, men de ble sentrale etter krigen i å skape den europeiske unionen.
“L'inganno delle celebrazioni”, scrive oggi Barbara Spinelli a proposito della riunione di sabato prossimo a Roma dei capi di stato e di governo dell'Unione europea. E' l'inganno di “una oligarchia sovranazionale sempre più lontana dalla vita reale della gente”, sostiene l'eurodeputata della sinistra, grande esperta della storia del vecchio continente, figlia di uno dei fondatori dell'idea di Europa unita come Altiero Spinelli. A Roma dopodomani si celebrano i sessant'anni della firma del Trattato che il 25 marzo 1957 istituì la Comunità economica europea. Si celebra un grande passato, se lo si paragona al resto del novecento europeo: il secolo segnato nella sua prima metà dalle due guerre mondiali, dai nazionalismi e dai fascismi, dall'orrore della Shoah. L'Europa di oggi, invece, ha poco da celebrare. L'Ue è in preda del suo presente di disuguaglianze sociali e crisi economica, di egoismi e xenofobie, di rappresentanze politiche inaridite e poteri oligarchici rafforzati. ..I leader di oggi sono in grado di decidere alcunché sabato prossimo a Roma sul futuro dell'Europa? Basti pensare che tra i leader Ue ce ne sono alcuni (come Hollande) in uscita, altri (come Merkel) in attesa di un'incertissima riconferma e altri ancora in un precario incarico di governo (vedi Gentiloni). Sono in grado, loro, di decidere un futuro diverso e più giusto per l'Europa? Da questo interrogativo comincia la puntata di oggi di Memos con Andrea Baranes, della Fondazione Culturale Banca Etica e del gruppo di Sbilanciamoci.info, una piattaforma online di analisi e informazioni; e con Fabio Masini, vice-presidente del Consiglio Italiano del Movimento Europeo, economista docente di Storia e teorie delle relazioni economiche internazionali all'Università di Roma 3.
“L’inganno delle celebrazioni”, scrive oggi Barbara Spinelli a proposito della riunione di sabato prossimo a Roma dei capi di stato e di governo dell’Unione europea. E’ l’inganno di “una oligarchia sovranazionale sempre più lontana dalla vita reale della gente”, sostiene l’eurodeputata della sinistra, grande esperta della storia del vecchio continente, figlia di uno dei fondatori dell’idea di Europa unita come Altiero Spinelli. A Roma dopodomani si celebrano i sessant’anni della firma del Trattato che il 25 marzo 1957 istituì la Comunità economica europea. Si celebra un grande passato, se lo si paragona al resto del novecento europeo: il secolo segnato nella sua prima metà dalle due guerre mondiali, dai nazionalismi e dai fascismi, dall’orrore della Shoah. L’Europa di oggi, invece, ha poco da celebrare. L’Ue è in preda del suo presente di disuguaglianze sociali e crisi economica, di egoismi e xenofobie, di rappresentanze politiche inaridite e poteri oligarchici rafforzati. ..I leader di oggi sono in grado di decidere alcunché sabato prossimo a Roma sul futuro dell’Europa? Basti pensare che tra i leader Ue ce ne sono alcuni (come Hollande) in uscita, altri (come Merkel) in attesa di un’incertissima riconferma e altri ancora in un precario incarico di governo (vedi Gentiloni). Sono in grado, loro, di decidere un futuro diverso e più giusto per l’Europa? Da questo interrogativo comincia la puntata di oggi di Memos con Andrea Baranes, della Fondazione Culturale Banca Etica e del gruppo di Sbilanciamoci.info, una piattaforma online di analisi e informazioni; e con Fabio Masini, vice-presidente del Consiglio Italiano del Movimento Europeo, economista docente di Storia e teorie delle relazioni economiche internazionali all’Università di Roma 3.
“L’inganno delle celebrazioni”, scrive oggi Barbara Spinelli a proposito della riunione di sabato prossimo a Roma dei capi di stato e di governo dell’Unione europea. E’ l’inganno di “una oligarchia sovranazionale sempre più lontana dalla vita reale della gente”, sostiene l’eurodeputata della sinistra, grande esperta della storia del vecchio continente, figlia di uno dei fondatori dell’idea di Europa unita come Altiero Spinelli. A Roma dopodomani si celebrano i sessant’anni della firma del Trattato che il 25 marzo 1957 istituì la Comunità economica europea. Si celebra un grande passato, se lo si paragona al resto del novecento europeo: il secolo segnato nella sua prima metà dalle due guerre mondiali, dai nazionalismi e dai fascismi, dall’orrore della Shoah. L’Europa di oggi, invece, ha poco da celebrare. L’Ue è in preda del suo presente di disuguaglianze sociali e crisi economica, di egoismi e xenofobie, di rappresentanze politiche inaridite e poteri oligarchici rafforzati. ..I leader di oggi sono in grado di decidere alcunché sabato prossimo a Roma sul futuro dell’Europa? Basti pensare che tra i leader Ue ce ne sono alcuni (come Hollande) in uscita, altri (come Merkel) in attesa di un’incertissima riconferma e altri ancora in un precario incarico di governo (vedi Gentiloni). Sono in grado, loro, di decidere un futuro diverso e più giusto per l’Europa? Da questo interrogativo comincia la puntata di oggi di Memos con Andrea Baranes, della Fondazione Culturale Banca Etica e del gruppo di Sbilanciamoci.info, una piattaforma online di analisi e informazioni; e con Fabio Masini, vice-presidente del Consiglio Italiano del Movimento Europeo, economista docente di Storia e teorie delle relazioni economiche internazionali all’Università di Roma 3.
Il 7 febbraio del 1992 la firma del Trattato di Maastricht da parte dei dodici paesi della Comunità europea. Venticinque anni dopo, l'Europa di Maastricht è nel pieno di una crisi politica e istituzionale. Austerità e recessione, ridimensionamento del welfare e disuguaglianze. Sono le politiche di questi ultimi anni con i loro effetti disastrosi. E' il neoliberismo europeo costruito sull'architettura di Maastricht. Quella dei parametri del 1992 (3% deficit-pil, 60% debito-pil, etc.) a cui si sono aggiunte una serie di strette successive sulle politiche di bilancio, dai nomi per lo più oscuri: “two packs”, “six packs”, “semestre europeo”. ..Come si può salvare l'Europa da “Maastricht”? Come si contrasta il nazionalismo di Le Pen e della destra “sovranista” europea? A cosa punta l'Europa delle due velocità di Angela Merkel? ..Sono alcune delle domande che Memos ha girato ai suoi ospiti di oggi: Pier Virgilio Dastoli, presidente del consiglio italiano del Movimento Europeo, è stato assistente parlamentare di Altiero Spinelli per dieci anni, tra il 1977 e il 1986; e Alessandro Somma, giornalista e professore di diritto comparato all'università di Ferrara.
Il 7 febbraio del 1992 la firma del Trattato di Maastricht da parte dei dodici paesi della Comunità europea. Venticinque anni dopo, l’Europa di Maastricht è nel pieno di una crisi politica e istituzionale. Austerità e recessione, ridimensionamento del welfare e disuguaglianze. Sono le politiche di questi ultimi anni con i loro effetti disastrosi. E’ il neoliberismo europeo costruito sull’architettura di Maastricht. Quella dei parametri del 1992 (3% deficit-pil, 60% debito-pil, etc.) a cui si sono aggiunte una serie di strette successive sulle politiche di bilancio, dai nomi per lo più oscuri: “two packs”, “six packs”, “semestre europeo”. ..Come si può salvare l’Europa da “Maastricht”? Come si contrasta il nazionalismo di Le Pen e della destra “sovranista” europea? A cosa punta l’Europa delle due velocità di Angela Merkel? ..Sono alcune delle domande che Memos ha girato ai suoi ospiti di oggi: Pier Virgilio Dastoli, presidente del consiglio italiano del Movimento Europeo, è stato assistente parlamentare di Altiero Spinelli per dieci anni, tra il 1977 e il 1986; e Alessandro Somma, giornalista e professore di diritto comparato all’università di Ferrara.
Il 7 febbraio del 1992 la firma del Trattato di Maastricht da parte dei dodici paesi della Comunità europea. Venticinque anni dopo, l’Europa di Maastricht è nel pieno di una crisi politica e istituzionale. Austerità e recessione, ridimensionamento del welfare e disuguaglianze. Sono le politiche di questi ultimi anni con i loro effetti disastrosi. E’ il neoliberismo europeo costruito sull’architettura di Maastricht. Quella dei parametri del 1992 (3% deficit-pil, 60% debito-pil, etc.) a cui si sono aggiunte una serie di strette successive sulle politiche di bilancio, dai nomi per lo più oscuri: “two packs”, “six packs”, “semestre europeo”. ..Come si può salvare l’Europa da “Maastricht”? Come si contrasta il nazionalismo di Le Pen e della destra “sovranista” europea? A cosa punta l’Europa delle due velocità di Angela Merkel? ..Sono alcune delle domande che Memos ha girato ai suoi ospiti di oggi: Pier Virgilio Dastoli, presidente del consiglio italiano del Movimento Europeo, è stato assistente parlamentare di Altiero Spinelli per dieci anni, tra il 1977 e il 1986; e Alessandro Somma, giornalista e professore di diritto comparato all’università di Ferrara.
A Erbusco, in Franciacorta, nuovo progetto di espansione di un centro commerciale: il territorio è a rischio cementificazione - La Civica Scuola per interpretri e traduttori di Milano è intitolata a Altiero Spinelli - Gli 80 anni del quartiere San Siro e i lavori per la finale di Champions League - La rubrica GialloNaviglio di Luca Crovi
A Erbusco, in Franciacorta, nuovo progetto di espansione di un centro commerciale: il territorio è a rischio cementificazione - La Civica Scuola per interpretri e traduttori di Milano è intitolata a Altiero Spinelli - Gli 80 anni del quartiere San Siro e i lavori per la finale di Champions League - La rubrica GialloNaviglio di Luca Crovi
“Siamo di fronte a crimini di guerra e sterminio in tempo di pace, commessi dall'Unione europea, dai suoi 28 stati, dagli europarlamentari e anche dall'alto commissariato dell'Onu. Il crimine non è episodico ma ormai sistemico , e va messo sullo stesso piano delle guerre e delle carestie prolungate”. Sono alcune frasi che ho preso dall'articolo di Barbara Spinelli, deputata europea del gruppo della sinistra unitaria, pubblicato questa mattina in prima pagina sul Sole 24 Ore, il quotidiano della Confindustria. Barbara Spinelli racconta così la strage di migranti nel Mediterraneo dell'altro giorno. E da qui comincia l'intervista di oggi a Memos. L'ospite è Piervirgilio Dastoli, europeista per storia politica e culturale, è stato assistente di Altiero Spinelli, fa parte del Movimento Federalista Europeo. «Abbiamo un dovere di solidarietà – racconta Dastoli - nei confronti di decine di migliaia di persone che fuggono ad una morte certa e l'Europa, fondata sui principi della democrazia e dei diritti, non può fare a meno di aiutare queste persone».
“Siamo di fronte a crimini di guerra e sterminio in tempo di pace, commessi dall'Unione europea, dai suoi 28 stati, dagli europarlamentari e anche dall'alto commissariato dell'Onu. Il crimine non è episodico ma ormai sistemico , e va messo sullo stesso piano delle guerre e delle carestie prolungate”. Sono alcune frasi che ho preso dall'articolo di Barbara Spinelli, deputata europea del gruppo della sinistra unitaria, pubblicato questa mattina in prima pagina sul Sole 24 Ore, il quotidiano della Confindustria. Barbara Spinelli racconta così la strage di migranti nel Mediterraneo dell'altro giorno. E da qui comincia l'intervista di oggi a Memos. L'ospite è Piervirgilio Dastoli, europeista per storia politica e culturale, è stato assistente di Altiero Spinelli, fa parte del Movimento Federalista Europeo. «Abbiamo un dovere di solidarietà – racconta Dastoli - nei confronti di decine di migliaia di persone che fuggono ad una morte certa e l'Europa, fondata sui principi della democrazia e dei diritti, non può fare a meno di aiutare queste persone».
“Siamo di fronte a crimini di guerra e sterminio in tempo di pace, commessi dall'Unione europea, dai suoi 28 stati, dagli europarlamentari e anche dall'alto commissariato dell'Onu. Il crimine non è episodico ma ormai sistemico , e va messo sullo stesso piano delle guerre e delle carestie prolungate”. Sono alcune frasi che ho preso dall'articolo di Barbara Spinelli, deputata europea del gruppo della sinistra unitaria, pubblicato questa mattina in prima pagina sul Sole 24 Ore, il quotidiano della Confindustria. Barbara Spinelli racconta così la strage di migranti nel Mediterraneo dell'altro giorno. E da qui comincia l'intervista di oggi a Memos. L'ospite è Piervirgilio Dastoli, europeista per storia politica e culturale, è stato assistente di Altiero Spinelli, fa parte del Movimento Federalista Europeo. «Abbiamo un dovere di solidarietà – racconta Dastoli - nei confronti di decine di migliaia di persone che fuggono ad una morte certa e l'Europa, fondata sui principi della democrazia e dei diritti, non può fare a meno di aiutare queste persone».
"Di Europa si deve parlare". Tra le varie iniziative per la Maratona Europa, la Rai dedica una fiction ad Altiero Spinelli, uno dei padri fondatori dell'Unione Europea. Ne parliamo con il regista Alberto Negrin.
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