POPULARITY
Au sortir de la Seconde Guerre mondiale, Jean Monnet lie le sort de l'Allemagne à celui de la France dans la CECA et jette les bases de l'union européenne. Mention légales : Vos données de connexion, dont votre adresse IP, sont traités par Radio Classique, responsable de traitement, sur la base de son intérêt légitime, par l'intermédiaire de son sous-traitant Ausha, à des fins de réalisation de statistiques agréées et de lutte contre la fraude. Ces données sont supprimées en temps réel pour la finalité statistique et sous cinq mois à compter de la collecte à des fins de lutte contre la fraude. Pour plus d'informations sur les traitements réalisés par Radio Classique et exercer vos droits, consultez notre Politique de confidentialité.Hébergé par Ausha. Visitez ausha.co/politique-de-confidentialite pour plus d'informations.
Puola on suuri eurooppalainen maa, jonka politiikka on ollut viime vuosina Euroopan seuratuimpia. Oikeistokonservatiivinen Laki ja oikeus -puolue (PiS) hallitsi maata lähes vuosikymmenen, jona aikana muun muassa Viktor Orbánin johtaman Unkarin kanssa Visegrád-ryhmään asemoituneen Puolan politiikka haastoi eurooppalaisia käsityksiä riippumattomasta oikeusvaltiosta ja naisten oikeuksista. Mutta nyt valtaan on noussut jälleen astetta liberaalimpi ja selkeästi eurooppamyönteisempi Kansalaisfoorumi (PO) Donald Tuskin johdolla. Tulevat presidentinvaalit määrittävät pitkälti Puolan hallituksen kyvyn toimeenpanna vaalilupauksiaan. Varmalta näyttää, että Puolasta tulee jatkossa yhä merkityksellisempi Euroopan maa, jonka näkökulmia kuunnellaan tarkasti. Miten uusi valtakausi Puolassa on lähtenyt käyntiin? Mitä uusi johto ja politiikka tarkoittaa Puolalle ja sen asemalle EU:ssa? Entä millaisena Puola nähdään nyt Helsingistä ja Brysselistä käsin? Tässä jaksossa pureudumme Puolan sisäpolitiikkaan, sen suhteisiin Euroopan unioniin ja Suomeen sekä siihen, miltä maan tulevaisuus näyttää - unohtamatta Puolan vaiherikkaan historian vaikutusta nykyisyyteen. Jakson vieraina ovat Erja-Outi Heino, joka työskentelee erityisasiantuntijana ulkoministeriössä ja on kirjoittanut yhdessä Antti Blåfieldin kanssa tuoreen Puola on samaa maata -tietokirjan, sekä Katalin Miklossy, joka on Jean Monnet -professori ja itäisen Euroopan tutkimuksen tieteenalavastaava Helsingin yliopiston Aleksanteri-instituutissa. Jakson juontavat Ida-Susanna Pöllänen ja Jalmari Sarla ja sen leikkasi Pauliina Saloranta. Jakso äänitettiin Fortress Soundworksin studiolla.
Ci sono episodi che sono importanti. Altri innovativi. Altri trascurabili. Altri divertenti.Questo e' uno di quei episodi per il quale sono orgoglioso di aver scelto questa linea editoriale, come si suole dire, del Caffe20.itOggi si parla di storia, di racconti umani, di sogni e di tecnologia. Di esilio, fascismo e persino di Star Trek in un modo che, se mi ascolterete, non potrete dimenticarlo piu'.Come ripeto e spiego piu' volte, invito Rai a mettere in vendita ad un euro il video della trasmissione per chi lo vuole comprare per uso personale, per formazione scolastica o aziendale.Questa lezione di storia narrata in stile Benigni, secondo metodi che Piero Angela aveva teorizzato lungamente negli anni, apre le menti come mai io sapro' fare. In pochi minuti vi riporto quello che Benigni mi ha trasmesso, aggiungendo del mio, ma andate a vedere subito su RaiPlay o con un media center, IL SOGNO.Non perdetelo. Cambia la vita.Fa capire come questa Europa sia nata con idee mature di sognatori senza potere che hanno riunito tutti nella diversità attorno ad un sogno comune, quello che ora la Commissione e il Consiglio potrebbero tradire, e ci sono vicinissimi a farlo.Credete nelle vostre idee. Discutetele in silenzio, per poter cambiare idea se vi sbagliate.Questo e' il doscro del metodo. il metodo per la pace.https://www.raiplay.it/video/2025/03/Il-Sogno-934482dc-d556-4191-a973-634d1756a1cc.htmlQuesta la dichiarazione Schuman Ministro degli esteri francese, che legge il testo preparato da Jean Monnet, mai citato !Il testo integrale della dichiarazione rilasciata il 9 maggio 1950, che diede origine al processo di integrazione europea:"La pace mondiale non potrà essere salvaguardata se non con sforzi creativi, proporzionali ai pericoli che la minacciano. Il contributo che un'Europa organizzata e vitale può apportare alla civiltà è indispensabile per il mantenimento di relazioni pacifiche. Uno degli Stati fondatori dell'idea di un'Europa unita ha sempre avuto per obiettivo essenziale di servire la pace. L'Europa non è stata fatta: abbiamo avuto la guerra. L'Europa non potrà farsi in una sola volta, né sarà costruita tutta insieme; essa sorgerà da realizzazioni concrete che creino anzitutto una solidarietà di fatto. L'unione delle nazioni esige l'eliminazione del contrasto secolare tra due nazioni centrali in Europa: l'azione intrapresa deve concernere in prima linea questi due paesi.A tal fine, il governo di uno degli Stati propone di concentrare immediatamente l'azione su un punto limitato ma decisivo. Propone di mettere l'insieme della produzione di risorse strategiche sotto una comune Alta Autorità, nel quadro di un'organizzazione alla quale possono aderire gli altri paesi europei. La fusione delle produzioni assicurerà subito la costituzione di basi comuni per lo sviluppo economico, prima tappa della Federazione europea, e cambierà il destino di queste regioni che per lungo tempo si sono dedicate alla fabbricazione di strumenti bellici di cui più costantemente sono state le vittime. La solidarietà di produzione in tal modo realizzata farà sì che una qualsiasi guerra tra questi due paesi diventi non solo impensabile, ma materialmente impossibile. La creazione di questa potente unità di produzione, aperta a tutti i paesi che vorranno aderirvi e intesa a fornire a tutti i paesi in essa riuniti gli elementi di base della produzione industriale a condizioni uguali, getterà le fondamenta reali della loro unificazione economica.Questa produzione sarà offerta al mondo intero senza distinzione né esclusione per contribuire al rialzo del livello di vita e al progresso delle opere di pace. Se potrà contare su un rafforzamento dei mezzi, l'Europa sarà in grado di proseguire nella realizzazione di uno dei suoi compiti essenziali: lo sviluppo del continente africano. Sarà così effettuata, rapidamente e con mezzi semplici, la fusione di interessi necessari all'instaurazione di una comunità economica e si introdurrà il fermento di una comunità più profonda tra paesi lungamente contrapposti da sanguinose scissioni.Questa proposta, mettendo in comune le produzioni di base e istituendo una nuova Alta Autorità, le cui decisioni saranno vincolanti per i paesi che vi aderiranno, costituirà il primo nucleo concreto di una Federazione europea indispensabile al mantenimento della pace. Per giungere alla realizzazione degli obiettivi così definiti, il governo è pronto ad iniziare dei negoziati sulle basi seguenti. Il compito affidato alla comune Alta Autorità sarà di assicurare entro i termini più brevi: l'ammodernamento della produzione e il miglioramento della sua qualità; la fornitura, a condizioni uguali, delle risorse sui mercati dei paesi aderenti; lo sviluppo dell'esportazione comune verso gli altri paesi; l'uguagliamento verso l'alto delle condizioni di vita della manodopera di queste industrie.Per conseguire tali obiettivi, partendo dalle condizioni molto dissimili in cui attualmente si trovano le produzioni dei paesi aderenti, occorrerà mettere in vigore, a titolo transitorio, alcune disposizioni che comportano l'applicazione di un piano di produzione e di investimento, l'istituzione di meccanismi di perequazione dei prezzi e la creazione di un fondo di riconversione che faciliti la razionalizzazione della produzione. La circolazione delle risorse tra i paesi aderenti sarà immediatamente esentata da qualsiasi dazio doganale e non potrà essere colpita da tariffe di trasporto differenziali. Ne risulteranno gradualmente le condizioni che assicureranno automaticamente la ripartizione più razionale della produzione al più alto livello di produttività.Contrariamente ad un cartello internazionale, che tende alla ripartizione e allo sfruttamento dei mercati nazionali mediante pratiche restrittive e il mantenimento di profitti elevati, l'organizzazione progettata assicurerà la fusione dei mercati e l'espansione della produzione. I principi e gli impegni essenziali sopra definiti saranno oggetto di un trattato firmato tra gli stati e sottoposto alla ratifica dei parlamenti. I negoziati indispensabili per precisare le misure d'applicazione si svolgeranno con l'assistenza di un arbitro designato di comune accordo: costui sarà incaricato di verificare che gli accordi siano conformi ai principi e, in caso di contrasto irriducibile, fisserà la soluzione che sarà adottata.L'Alta Autorità comune, incaricata del funzionamento dell'intero regime, sarà composta di personalità indipendenti designate su base paritaria dai governi; un presidente sarà scelto di comune accordo dai governi; le sue decisioni saranno esecutive nei paesi aderenti. Disposizioni appropriate assicureranno i necessari mezzi di ricorso contro le decisioni dell'Alta Autorità. Un rappresentante delle Nazioni Unite presso detta autorità sarà incaricato di preparare due volte l'anno una relazione pubblica per l'ONU, nelle quale renderà conto del funzionamento del nuovo organismo, in particolare per quanto riguarda la salvaguardia dei suoi fini pacifici.L'istituzione dell'Alta Autorità non pregiudica in nulla il regime di proprietà delle imprese. Nell'esercizio del suo compito, l'Alta Autorità comune terrà conto dei poteri conferiti all'autorità internazionale di una specifica regione e degli obblighi di qualsiasi natura imposti ad uno dei paesi, finché tali obblighi sussisteranno."La dichiarazione è stata rilasciata 75 anni fa, segnando l'inizio di un'importante fase storica per l'integrazione europea.
Jean-Marc Lieberherr examines Jean Monnet's vital role in securing US arms for Britain and France during the Second World War and in driving international cooperation. A committed internationalist, long before becoming one of the founding fathers of the EU, Jean Monnet played a crucial role in enabling cooperation between countries in two world wars. As a member of the Executive Committee of the Allied Maritime Transport Council during the First World War, he helped coordinate shipping between the Allied powers of France, Great Britain, Italy and, from 1918, the US, before becoming the Deputy Secretary General of the League of Nations in 1919. During the subsequent world conflagration, , Monnet, trusted by Winston Churchill and Charles de Gaulle, coordinated arms procurement from the US through the Anglo-French Co-Ordinating Committee, the British Purchasing Committee and the Combined Production and Resources Board. According to economist John Maynard Keynes, Monnet's work shortened that war by one year. After 1945, Monnet continued seeking internationalist solutions, connecting the French and German markets under the European Coal and Steel Community. Seeing how the principles of cooperation could be applied more broadly, he advocated for a European Defence Community during the Korean War. While this attempt at European defence integration failed, his work inspired the founding treaties of the EU. He became the first ‘Honorary Citizen of Europe' in 1976. Jean-Marc Lieberherr is the founding chairman of the Jean Monnet Institute (JMI), which is devoted to promoting Monnet's historical heritage. Before creating the JMI in 2021, he had a career with large international groups such as LVMH, Unilever and Rio Tinto. Further Reading Jean Monnet, Memoirs (London: Harper Collins, 1978). François Duchêne, Jean Monnet: The First Statesman of Interdependence (New York, NY: W W Norton, 1994). Robert R Nathan, ‘An Unsung Hero of World War II', in Douglas Brinkley and Clifford Hackett (eds), Jean Monnet: The Path to European Unity (New York, NY: St Martin's Press, 1991). W W Rostow, ‘Jean Monnet: The Innovator As Diplomat' in Gordon A Craig and Francis L Loewenheim (eds), The Diplomats, 1939-1979 (Princeton, NJ: Princeton University Press, 1994), pp. 257–88. Sherrill Brown Wells, Jean Monnet: Unconventional Statesman (Boulder, Colorado: Lynne Reinner, 2011). Institut Jean Monnet Website, available at: https://institutjeanmonnet.eu/en/.
Ce dimanche 2 mars, tous les regards sont tournés vers Londres où Keir Starmer accueille une quinzaine de dirigeants européens et alliés de l'Ukraine pour un sommet crucial. L'objectif est de bâtir des garanties de sécurité solides, alors que le soutien américain vacille. Après l'altercation explosive entre Volodymyr Zelensky et Donald Trump vendredi, une question s'impose : si Washington flanche, qui prendra le relais ? Londres veut croire en son rôle de leader : soutien militaire clé, prêt de 2,74 milliards d'euros pour armer Kiev, le Royaume-Uni se pose en pilier du front occidental. Un sommet stratégique pour l'Ukraine, mais aussi pour l'avenir diplomatique du Royaume-Uni. Analyse avec Aurélien Antoine, professeur à l'université Jean-Monnet de Saint-Étienne, fondateur de l'observatoire du Brexit. À lire aussiUkraine: sommet européen crucial à Londres avec Volodymyr Zelensky, reçu chaleureusement par Keir Starmer
Miksi Usa halusi palauttaa suhteet Venäjään? Onko Yhdysvaltain ulkopoliittinen linja todella muuttunut? Keskustelemassa taloushistorian professori Jari Eloranta Helsingin yliopistosta ja tutkija Joel Linnainmäki Ulkopoliittisesta instituutista. Miten hallituksen leikkaukset ovat vaikuttaneet muihin tukiin? Haastateltavana Kelan tutkija Tuija Korpela. Kuinka huumekuolemia torjutaan? Hallituksen tuore ohjelma kohdistaa 10 miljoonaa euroa huumekuolemien torjuntaan. Mitä tällä summalla saadaan aikaiseksi? Keskustelemassa toiminnanvastaava Juha Sededgren Tukikohta ry:stä ja Jenny Kaasinen-Wickman A-klinikkasäätiöstä. Eu-komissaareja vierailee tänään Helsingissä. Millaisia tavoitteita Suomella on EU:ssa? Haastatetaltavana Helsingin yliopiston Eurooppa-tutkimuksen keskuksen Jean Monnet -professori Hanna Tuominen. Juontajana Atte Uusinoka. Toimittajina Anna Nevalainen ja Lotta Lautala. Tuottajana Marija Skara.
Mantelero es profesor de Derecho Privado en el Politécnico de Turín, director de la Cátedra Jean Monnet sobre Sociedades Mediterráneas y Derecho, y asesor del Consejo de Europa en materia de inteligencia artificial y protección de datos.
Az Európai Unió 2024-2029-es ciklusának kiemelt kérdései, különös tekintettel a versenyképességi kihívásokra - ezzel a címmel szervezett online kerekasztal-beszélgetést a Magyar Közgazdasági Társaság Európai Uniós Szakosztálya 2025. február 3-án, hétfőn. A kerekasztal-beszélgetés résztvevői: Andor László, a FEPS (Foundation for European Progressive Studies) főtitkára, korábbi EU-biztos, az MKT alelnöke; Jelasity Radován, az Erste Bank Hungary Zrt. elnök-vezérigazgatója, a Magyar Bankszövetség elnöke; Koller Boglárka, a Nemzeti Közszolgálati Egyetem Európa-tanulmányok Tanszékének tanszékvezető egyetemi tanára, Jean Monnet-professzora, a HUN-REN KRTK Világgazdasági Kutatóintézetének tudományos főmunkatársa és Terták Elemér, az Európai Bizottság belpiaci főigazgatóságának pénzügyi intézményekért felelős korábbi igazgatója, az MKT elnökségi tagja. A beszélgetést Iván Gábor, az Európai Unió Tanácsának igazgatója, az MKT Európai Uniós Szakosztályának elnöke moderálta.
Today's European Union grew out of functional communities set up in the wake of world war in the 1950s. It would shock the new White House intake to learn that the wartime American political class lobbied hard for a postwar United States of Europe. The role of US officials in building Europe's first community – one for the coal and steel industries – and their close ties to "founding father" Jean Monnet have long been known. But, in Building Europe in New York: From the Munich Conference to the European Coal and Steel Community (Routledge, 2025), Enrico Ciappi takes things back a step - to the intellectual groundwork done by a network of American, French, and British politicians, diplomats, economists, and strategic thinkers. "The Schuman Plan arrived at the end of a long intellectual journey," he writes, with the two critical players in that journey being Monnet himself and the renowned New York-based think tank: the Council on Foreign Relations. Enrico Ciappi is a postdoctoral research fellow in history at the LUISS Guido Carli University of Rome. This is his first book. *His book recommendations were The Emergence of Globalism: Visions of World Order in Britain and the United States, 1939–1950 by Or Rosenboim (Princeton University Press, 2017) and The Great Game: On Secret Service in High Asia by Peter Hopkirk (John Murray, 1990 — reprint in 2006). Tim Gwynn Jones is an economic and political risk analyst at Medley Advisors, who also writes and podcasts on Substack at 242.news. Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices Support our show by becoming a premium member! https://newbooksnetwork.supportingcast.fm/new-books-network
Today's European Union grew out of functional communities set up in the wake of world war in the 1950s. It would shock the new White House intake to learn that the wartime American political class lobbied hard for a postwar United States of Europe. The role of US officials in building Europe's first community – one for the coal and steel industries – and their close ties to "founding father" Jean Monnet have long been known. But, in Building Europe in New York: From the Munich Conference to the European Coal and Steel Community (Routledge, 2025), Enrico Ciappi takes things back a step - to the intellectual groundwork done by a network of American, French, and British politicians, diplomats, economists, and strategic thinkers. "The Schuman Plan arrived at the end of a long intellectual journey," he writes, with the two critical players in that journey being Monnet himself and the renowned New York-based think tank: the Council on Foreign Relations. Enrico Ciappi is a postdoctoral research fellow in history at the LUISS Guido Carli University of Rome. This is his first book. *His book recommendations were The Emergence of Globalism: Visions of World Order in Britain and the United States, 1939–1950 by Or Rosenboim (Princeton University Press, 2017) and The Great Game: On Secret Service in High Asia by Peter Hopkirk (John Murray, 1990 — reprint in 2006). Tim Gwynn Jones is an economic and political risk analyst at Medley Advisors, who also writes and podcasts on Substack at 242.news. Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices Support our show by becoming a premium member! https://newbooksnetwork.supportingcast.fm/history
Today's European Union grew out of functional communities set up in the wake of world war in the 1950s. It would shock the new White House intake to learn that the wartime American political class lobbied hard for a postwar United States of Europe. The role of US officials in building Europe's first community – one for the coal and steel industries – and their close ties to "founding father" Jean Monnet have long been known. But, in Building Europe in New York: From the Munich Conference to the European Coal and Steel Community (Routledge, 2025), Enrico Ciappi takes things back a step - to the intellectual groundwork done by a network of American, French, and British politicians, diplomats, economists, and strategic thinkers. "The Schuman Plan arrived at the end of a long intellectual journey," he writes, with the two critical players in that journey being Monnet himself and the renowned New York-based think tank: the Council on Foreign Relations. Enrico Ciappi is a postdoctoral research fellow in history at the LUISS Guido Carli University of Rome. This is his first book. *His book recommendations were The Emergence of Globalism: Visions of World Order in Britain and the United States, 1939–1950 by Or Rosenboim (Princeton University Press, 2017) and The Great Game: On Secret Service in High Asia by Peter Hopkirk (John Murray, 1990 — reprint in 2006). Tim Gwynn Jones is an economic and political risk analyst at Medley Advisors, who also writes and podcasts on Substack at 242.news. Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices Support our show by becoming a premium member! https://newbooksnetwork.supportingcast.fm/world-affairs
Mit dem italienischen Gorizia und dem slowenischen Nova Gorica sind dieses Jahr zum ersten Mal zwei Städte in zwei Ländern als europäische Kulturhauptstadt ausgewählt worden. Die Kultur überwindet Grenzen. Jean Monnet, einer der Gründerväter der Europäischen Gemeinschaften, der Vorgängerin der EU, soll angeblich einmal gesagt haben: »Wenn ich nochmals mit dem Aufbau Europas beginnen könnte, würde ich mit der Kultur beginnen». So oder so: Wahr ist dieser Satz auf jeden Fall. Der Beweis sind die diesjährigen Kulturhauptstädte Gorizia in Italien und Novo Gorica in Slowenien. Einst gehörte Gorizia zu Österreich-Ungarn und galt als «Nizza Österreichs». Nach 1918 wurde Gorizia italienisch, und 1945 wurde die Stadt sogar geteilt. Das Zentrum gehörte zu Italien und die Aussenbezirke wurden zu Nova Gorica, einer sozialistischen Planstadt Jugoslawiens. Von 1947 bis 1954 waren beide Teile durch den Eisernen Vorhang hermetisch getrennt. Familien wurden auseinandergerissen. Später wurden die Schlagbäume schrittweise wieder gehoben. Heute sind Gorizia und Nova Gorica gemeinsam eine Kulturhauptstadt Europas. Und das ist wichtig. Denn Gorizia und Nova Gorica haben einen unterschiedlichen Blick auf eine gemeinsame, blutige Geschichte. Der italienische Diktator Mussolini ist noch immer Ehrenbürger von Goriza und der Namenszug von Tito, dem jugoslawischen Autokraten, prangt noch immer auf den Hängen hinter Nova Gorica. Mussolini unterdrückte die Slowenen blutig und Titos Partisanen rächten sich grausam an den Italienern. Nun versuchen Gorizia und Nova Gorica zu verstehen, dass die blutigen Geschichten zwei Seiten derselben Medaille sind.
Today's European Union grew out of functional communities set up in the wake of world war in the 1950s. It would shock the new White House intake to learn that the wartime American political class lobbied hard for a postwar United States of Europe. The role of US officials in building Europe's first community – one for the coal and steel industries – and their close ties to "founding father" Jean Monnet have long been known. But, in Building Europe in New York: From the Munich Conference to the European Coal and Steel Community (Routledge, 2025), Enrico Ciappi takes things back a step - to the intellectual groundwork done by a network of American, French, and British politicians, diplomats, economists, and strategic thinkers. "The Schuman Plan arrived at the end of a long intellectual journey," he writes, with the two critical players in that journey being Monnet himself and the renowned New York-based think tank: the Council on Foreign Relations. Enrico Ciappi is a postdoctoral research fellow in history at the LUISS Guido Carli University of Rome. This is his first book. *His book recommendations were The Emergence of Globalism: Visions of World Order in Britain and the United States, 1939–1950 by Or Rosenboim (Princeton University Press, 2017) and The Great Game: On Secret Service in High Asia by Peter Hopkirk (John Murray, 1990 — reprint in 2006). Tim Gwynn Jones is an economic and political risk analyst at Medley Advisors, who also writes and podcasts on Substack at 242.news. Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
Today's European Union grew out of functional communities set up in the wake of world war in the 1950s. It would shock the new White House intake to learn that the wartime American political class lobbied hard for a postwar United States of Europe. The role of US officials in building Europe's first community – one for the coal and steel industries – and their close ties to "founding father" Jean Monnet have long been known. But, in Building Europe in New York: From the Munich Conference to the European Coal and Steel Community (Routledge, 2025), Enrico Ciappi takes things back a step - to the intellectual groundwork done by a network of American, French, and British politicians, diplomats, economists, and strategic thinkers. "The Schuman Plan arrived at the end of a long intellectual journey," he writes, with the two critical players in that journey being Monnet himself and the renowned New York-based think tank: the Council on Foreign Relations. Enrico Ciappi is a postdoctoral research fellow in history at the LUISS Guido Carli University of Rome. This is his first book. *His book recommendations were The Emergence of Globalism: Visions of World Order in Britain and the United States, 1939–1950 by Or Rosenboim (Princeton University Press, 2017) and The Great Game: On Secret Service in High Asia by Peter Hopkirk (John Murray, 1990 — reprint in 2006). Tim Gwynn Jones is an economic and political risk analyst at Medley Advisors, who also writes and podcasts on Substack at 242.news. Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
Mit dem italienischen Gorizia und dem slowenischen Nova Gorica sind dieses Jahr zum ersten Mal zwei Städte in zwei Ländern als europäische Kulturhauptstadt ausgewählt worden. Die Kultur überwindet Grenzen. Jean Monnet, einer der Gründerväter der Europäischen Gemeinschaften, der Vorgängerin der EU, soll angeblich einmal gesagt haben: »Wenn ich nochmals mit dem Aufbau Europas beginnen könnte, würde ich mit der Kultur beginnen». So oder so: Wahr ist dieser Satz auf jeden Fall. Der Beweis sind die diesjährigen Kulturhauptstädte Gorizia in Italien und Novo Gorica in Slowenien. Einst gehörte Gorizia zu Österreich-Ungarn und galt als «Nizza Österreichs». Nach 1918 wurde Gorizia italienisch, und 1945 wurde die Stadt sogar geteilt. Das Zentrum gehörte zu Italien und die Aussenbezirke wurden zu Nova Gorica, einer sozialistischen Planstadt Jugoslawiens. Von 1947 bis 1954 waren beide Teile durch den Eisernen Vorhang hermetisch getrennt. Familien wurden auseinandergerissen. Später wurden die Schlagbäume schrittweise wieder gehoben. Heute sind Gorizia und Nova Gorica gemeinsam eine Kulturhauptstadt Europas. Und das ist wichtig. Denn Gorizia und Nova Gorica haben einen unterschiedlichen Blick auf eine gemeinsame, blutige Geschichte. Der italienische Diktator Mussolini ist noch immer Ehrenbürger von Goriza und der Namenszug von Tito, dem jugoslawischen Autokraten, prangt noch immer auf den Hängen hinter Nova Gorica. Mussolini unterdrückte die Slowenen blutig und Titos Partisanen rächten sich grausam an den Italienern. Nun versuchen Gorizia und Nova Gorica zu verstehen, dass die blutigen Geschichten zwei Seiten derselben Medaille sind.
Today's European Union grew out of functional communities set up in the wake of world war in the 1950s. It would shock the new White House intake to learn that the wartime American political class lobbied hard for a postwar United States of Europe. The role of US officials in building Europe's first community – one for the coal and steel industries – and their close ties to "founding father" Jean Monnet have long been known. But, in Building Europe in New York: From the Munich Conference to the European Coal and Steel Community (Routledge, 2025), Enrico Ciappi takes things back a step - to the intellectual groundwork done by a network of American, French, and British politicians, diplomats, economists, and strategic thinkers. "The Schuman Plan arrived at the end of a long intellectual journey," he writes, with the two critical players in that journey being Monnet himself and the renowned New York-based think tank: the Council on Foreign Relations. Enrico Ciappi is a postdoctoral research fellow in history at the LUISS Guido Carli University of Rome. This is his first book. *His book recommendations were The Emergence of Globalism: Visions of World Order in Britain and the United States, 1939–1950 by Or Rosenboim (Princeton University Press, 2017) and The Great Game: On Secret Service in High Asia by Peter Hopkirk (John Murray, 1990 — reprint in 2006). Tim Gwynn Jones is an economic and political risk analyst at Medley Advisors, who also writes and podcasts on Substack at 242.news. Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
Massimo Giannini, editorialista e opinionista di Repubblica, racconta dal lunedì al venerdì il suo punto di vista sullo scenario politico e sulle notizie di attualità, italiane e internazionali. “Circo Massimo - Lo spettacolo della politica“ lo puoi ascoltare sull’app di One Podcast, sull’app di Repubblica, e su tutte le principali piattaforme.See omnystudio.com/listener for privacy information.
À quoi sert de running ? Pourquoi se retrouve-t-on chaque week-end en petite foulée à la queue leu leu autour des parcs, tous en leggings et baskets fluos ? Comment peut-on trouver du plaisir à cracher ses poumons ? Que signifie cette lubie généralisée autour de la course à pied ? Le capitalisme postindustriel nous a-t-il transformé en hamsters camés à la dopamine et au gel énergétique ? Prêts à se flinguer les ménisques pour compenser le vide intersidéral de nos existences sédentaires de bons petits soldats du secteur tertiaire ? D'où vient cette obsession masochiste de la performance, du cardiotraining et des chaussures à 200 euros ? Delphine Saltel consulte différents spécialistes pour repenser sa propre addiction au running, et éclairer notre pratique collective. À la lumière de la paléoanthropologie, de la sociologie et de la philosophie, se dégagent quelques pistes pour renouer avec nos instincts de chasseur-cueilleur, échapper au grand méchant Nike et courir hors des sentiers battus. Avec : - Guillaume Millet : professeur de physiologie de l'exercice à l'université Jean Monnet de Saint-Etienne, auteur d' Ultra-trail : plaisir, performance et santé, Éditions Outdoor-éditions, 2012, Défatiguez-vous., Éditions Marabout, 2024. - Olivier Bessy : professeur au département de géographie et d'aménagement de l'université de Pau, auteur de Courir de 1968 à nos jours, Éditions Cairn, 2022 et Le Grand raid de la Réunion : une folle Diagonale, Éditions Orphie, 2023. - Guillaume Le Blanc : philosophe, écrivain et professeur de philosophie politique et sociale à l'université Paris-Diderot, auteur de Courir, Éditions Flammarion, 2012. - Vicky : fondatrice du club de course à pied féministe Run VNR. - Extrait du spectacle “Madame Foresti” de Florence Foresti Ressources : - Born to run de Christopher McDougall, publié en 2009, trad. Éditions Guérin, 2012. - Free to run de Pierre Morath, production ARTE France, YUZU Productions, 2015. - Le marathon de Jean-Claude et autres épreuves de fond, Cyrille Martinez, Verticales, 2022 - Courir, de Marathon à Athènes, les ailes aux pieds, Andrea marcolongo, Gallimard, 2024 - Vidéos de Francis Chaouloff, directeur de recherche à l'INSERM Merci à Pierre Manil, Cyrille Martinez, Andrea Marcolongo, Marie Morand, Guillaume Lalu, le GANG groupe athéltique de Noisy le grand Enregistrements : septembre, octobre 24 - Réalisation : Charlie Marcelet - Accompagnement éditorial : Mina Souchon - Illustration : Yasmine Gateau - Production ARTE Radio
À quoi sert de running ? Pourquoi se retrouve-t-on chaque week-end en petite foulée à la queue leu leu autour des parcs, tous en leggings et baskets fluos ? Comment peut-on trouver du plaisir à cracher ses poumons ? Que signifie cette lubie généralisée autour de la course à pied ? Le capitalisme postindustriel nous a-t-il transformé en hamsters camés à la dopamine et au gel énergétique ? Prêts à se flinguer les ménisques pour compenser le vide intersidéral de nos existences sédentaires de bons petits soldats du secteur tertiaire ? D’où vient cette obsession masochiste de la performance, du cardiotraining et des chaussures à 200 euros ? Delphine Saltel consulte différents spécialistes pour repenser sa propre addiction au running, et éclairer notre pratique collective. À la lumière de la paléoanthropologie, de la sociologie et de la philosophie, se dégagent quelques pistes pour renouer avec nos instincts de chasseur-cueilleur, échapper au grand méchant Nike et courir hors des sentiers battus. Avec : - Guillaume Millet : professeur de physiologie de l’exercice à l’université Jean Monnet de Saint-Etienne, auteur d' Ultra-trail : plaisir, performance et santé, Éditions Outdoor-éditions, 2012, Défatiguez-vous., Éditions Marabout, 2024. - Olivier Bessy : professeur au département de géographie et d’aménagement de l’université de Pau, auteur de Courir de 1968 à nos jours, Éditions Cairn, 2022 et Le Grand raid de la Réunion : une folle Diagonale, Éditions Orphie, 2023. - Guillaume Le Blanc : philosophe, écrivain et professeur de philosophie politique et sociale à l’université Paris-Diderot, auteur de Courir, Éditions Flammarion, 2012. - Vicky : fondatrice du club de course à pied féministe Run VNR.- Extrait du spectacle “Madame Foresti” de Florence Foresti Ressources : - Born to run de Christopher McDougall, publié en 2009, trad. Éditions Guérin, 2012. - Free to run de Pierre Morath, production ARTE France, YUZU Productions, 2015. - Le marathon de Jean-Claude et autres épreuves de fond, Cyrille Martinez, Verticales, 2022 - Courir, de Marathon à Athènes, les ailes aux pieds, Andrea marcolongo, Gallimard, 2024 - Vidéos de Francis Chaouloff, directeur de recherche à l'INSERM Merci à Pierre Manil, Cyrille Martinez, Andrea Marcolongo, Marie Morand, Guillaume Lalu, le GANG groupe athéltique de Noisy le grand Enregistrements septembre, octobre 24 Réalisation Charlie Marcelet Accompagnement éditorial Mina Souchon Illustration Yasmine Gateau Production ARTE Radio
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7930IL MANIFESTO DI VENTOTENE: L'OLIGARCHIA TECNOCRATICA AL POTERE di Riccardo PedrizziFin dalla campagna elettorale per le europee tutti i candidati di Italia Viva, Più Europa e della sinistra in genere avevano ripetuto la litania: "Ventotene da sogno di pochi diventerà una necessità per tutti", dimenticando tutti gli altri fondatori. Per realizzare questo sogno si è subito ricostituito il "Gruppo Spinelli" in questa legislatura del Parlamento europeo. Con l'obiettivo ambizioso di costituire un'Unione federale, sovrana e democratica. Per ultimo, nei giorni scorsi, Josep Borrell, alto rappresentante della Politica estera dell'Ue, ha detto che: "Il Manifesto di Ventotene è la base dell'Unione europea e rappresenta tutti i valori in cui crediamo, lo manderei a Putin". Ed è naturale che la pensi cosi lui che è del Partito Socialista Operaio spagnolo, inaugurando domenica 1° settembre sull'isola pontina il murales che riproduce il testo dello scritto di Altiero Spinelli, Ernesto Rossi ed Eugenio Colorni, considerato dalla sinistra internazionale il documento fondativo dell'Unione europea.Ora, che siano esponenti della sinistra più o meno estrema a sognare "Ventotene" è anche comprensibile, quello che non si capisce, invece, è il giudizio positivo espresso su quel manifesto da qualche rappresentante della gerarchia cattolica, che alla vigilia del voto sul laicista giornale Repubblica dichiarava: "Mi auguro che l'Europa torni ad essere coerente con lo spirito di Ventotene che prevalgano i principi della solidarietà, della condivisione e della fraternità". Non so, a questo punto, se si possa parlare di ignoranza o di mala fede di questi vescovi italiani.Come molti sanno, il manifesto di Ventotene sull'Europa unita era stato redatto nell'omonima isola da un gruppo di confinati dal regime fascista, di ideologia socialista, marxista e atea. Pochi però sanno, perché non l'hanno mai neppure letto che quel manifesto voleva attuare una rivoluzione socialista, abolire la proprietà privata; rifiutava il metodo democratico; il popolo doveva essere guidato da pochi esperti e soprattutto doveva essere "educato".UN'EUROPA AUTORITARIA, ATEA E ANTICRISTIANAIn estrema sintesi quello di Ventotene è il manifesto di un'Europa autoritaria, atea e anticristiana, guidata da una categoria di esperti illuminati. Ciononostante qualche ecclesiastico si augurava che l'Europa ritornasse ancora di più a quello spirito. L'offensiva su e con Ventotene era iniziata qualche anno fa con la venuta nell'isola di personaggi delle istituzioni europee come Ursula von del Layen, presidente della Commissione e come lo scomparso David Sassoli, presidente del Parlamento europeo.Il decollo dell'attenzione - come si ricorderà - era proseguito, con il vertice promosso da Matteo Renzi il 22/8 del 2016 e con la partecipazione di Francois Holland e di Angela Merkel sulla portaerei Garibaldi, perché - disse l'allora il presidente del Consiglio italiano - "l'Isola di Ventotene rappresenta i valori e gli ideali che hanno fondato l'Unione europea". Poi arrivò il 20 agosto del 2021 il Presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella, si recò in occasione dell'ottantesimo anniversario del "Manifesto di Ventotene" e del 40° "Seminario per la formazione federalista europea" sull'isola pontina, rendendo omaggio alla tomba di Altiero Spinelli, sulla quale depose una corona di fiori. In pratica anche lui, ex democristiano e, quindi, presumibilmente cattolico, contribuì ad alimentare la tesi secondo la quale il "Manifesto di Ventotene" sarebbe il fondamento della Unione europea.Da allora il leit-motive di tutte le manifestazioni è stato quello, appunto, di far passare sempre più l'idea che quel "manifesto" fosse la base, l'atto di battesimo della causa europeista. [...]In realtà le istituzioni europee erano nate con tutt'altra ispirazione molto diversa di quella del Manifesto per principale impulso dei tre statisti, tutti e tre cattolici, i quali avevano preso le mosse dalle comuni radici cristiane dell'Europa ed avevano assunto come riferimento simbolico il Sacro Romano Impero (attualmente il massimo riconoscimento europeo è proprio e non a caso un premio intitolato a Carlo Magno) e pochi sanno che le stelle che circondano il vessillo europeo sono le stelle che ornano il capo della Vergine Maria.Il filone "laico" era già allora presente, ma aveva i suoi antesignani nel francese Jean Monnet e nel belga Paul-Henri Spaak e non certo negli autori del Manifesto di Ventotene e nella loro Unione dei Federalisti Europei.Ora ci si dovrebbe chiedere perché si sta insistendo tanto su tale manifesto e perché si rende omaggio alla tomba di Altiero Spinelli, sepolto a Ventotene? Ciò è evidente. Perché la cultura, e quindi il progetto politico attuale dell'Europa, sono del tutto subalterni proprio a quei circoli politico-culturali, eredi del mondo da cui provenivano gli autori del Manifesto di Ventotene.C'è dunque un obbiettivo ideologico e ci sono poi gli aspetti simbolici per celebrare col massimo risalto possibile il "Manifesto di Ventotene". Scritto nel 1941 da Altiero Spinelli, Ernesto Rossi, Eugenio Colosini e altri, infatti è molto celebrato dalla cultura di sinistra italiana, ma in effetti largamente ignoto altrove. In pratica si sta facendo passare quel Manifesto come se fosse davvero la pietra angolare delle istituzioni europee e si parla dei suoi autori come se fossero davvero i padri dell'Europa.IMAGINE THERE'S NO COUNTRIESLa verità è che, redatto da intellettuali di sinistra, futuri co-fondatori del Partito d'Azione, il documento è un vessillo di quell'idea d'Europa molto "laica", se non laicista, e molto statalista, che in effetti all'inizio del processo di unificazione ebbe ben poco peso e che prevalse più tardi, solo dagli anni '80 del secolo scorso, fino a condurre l'attuale Unione europea nella situazione in cui si trova adesso.In effetti l'Europa di Spinelli e compagni è oligarchica e mondialista, vuole superare le differenze nazionali e non è pensata come il coronamento di un'unità di popoli europei, basata sui loro caratteri comuni (etnici, culturali, religiosi), ma come l'embrione di una futura aggregazione di livello mondiale, che elimini definitivamente dalla faccia della Terra ogni confine, ogni differenza culturale e che riunisca tutti i popoli del Mondo. Insomma l'Europa del Manifesto è solo un primo passo di una struttura che dovrebbe preludere ad un internazionalismo indifferenziato ed uniforme con un governo globale mondialista.È la visione, per essere ancora più chiaro, di un insieme di tutti i popoli che costituiscono l'umanità, di cui la federazione europea dovrebbe essere la garanzia perché i rapporti con i popoli asiatici e americani possano svolgersi su una base di pacifica cooperazione, in attesa di un avvenire, in cui diventi possibile l'unità politica dell'intero globo. Risulta chiaro pertanto l'impostazione antinazionale di tutto il progetto.Basta leggere bene tutto il documento.Nella prima parte del Manifesto si sostiene che gli Stati nazionali sono stati uno strumento utile a ridurre il potere reazionario del Vaticano, ma poi sono diventati gli artefici di nazionalismi e totalitarismi; sono stati una tappa, che è da superare in vista di una sempre più grande aggregazione statale, prima europea e poi mondiale.Nessun riferimento alla comune identità europea, alla cultura, alle tradizioni, alla religione che hanno costituito la storia del continente europeo è rilevabile all'interno del freddo e burocratico manifesto spinelliano, che vuole l'unità europea perché "è la tendenza storica della Modernità a volerlo".LA RELIGIONE COME FATTORE DI OSCURANTISMOAncora, considerata la religione come fattore di oscurantismo, [...] si propone di sostituirla con la fratellanza universale che ignora le differenze tra i popoli. Il Manifesto di Ventotene ha, inoltre, un sapore elitario: Spinelli critica il processo democratico e la sovranità popolare e chiarisce che deve essere una minoranza "veramente rivoluzionaria" a guidare il processo di integrazione europea.Di fronte a questa vera e propria ideologia antidemocratica, oligarchica, tecnocratica e persino dittatoriale [...] non viene riconosciuto spazio alcuno all'autonomia della persona, alla società civile, insomma al principio di sussidiarietà.Come tutte le leggende, dunque, anche quella dell'Ue ha i suoi miti. Uno dei più significativi e falsi è il Manifesto di Ventotene; ma la semplice lettura di quel documento dovrebbe indurre i suoi apologeti ad avere un po' di pudore nell'esaltarlo, visto che in quel Manifesto vi è la radice ideologica di istituzioni lontane dai popoli ed oggi arroccate in burocrazie, che guardano alla democrazia come a un pericolo, che ritengono l'unificazione europea non l'esito di un percorso di federazione fra popoli e nazioni, nel rispetto delle specificità di ciascuna, ma l'imposizione dall'alto di regole comuni.Ora questa leggenda, con i suoi falsi miti, mostra i suoi limiti nel confronto con la realtà.L'alternativa vera oggi non è fra europeismo e nazionalismo (o sovranismo), ma fra Ventotene e Magistero della Chiesa quanto al rispetto delle identità e della volontà dei popoli, alla consapevolezza di una storia e di un destino comune.In pratica Altiero Spinelli avrebbe voluto alla guida della futura Unione europea un organismo indipendente, senza legittimità democratica, non eletto, competente (i migliori di oggi) e non soggetto a scrupoli di carattere morale o sentimentale; in una
Public : adulte A l'Académie des Pluriels, nous souhaitons un monde où chacune et chacun a la capacité de créer sa place en ayant le sentiment de réussir sa vie. L'activité phare de l'Académie des Pluriels est la Coop'J, un parcours de formation centré sur la découverte de l'entreprenariat. C'est aussi un tiers lieu vivant avec des ateliers : bricolage, jardinage, dessin, sophrologie, ciné-débat... Avec le prix des Plurielles, l'Académie des Pluriels porte un mouvement en faveur de l'égalité femme-homme. Parce que nous croyons que s'engager dans un processus créatif est facteur de changement social. Nous contacter : 4, rue Jean Monnet - 78130 Les Mureaux 07 69 44 84 00 // contact@academiedespluriels.org ww.academiedespluriels.org Facebook : LAcademie-des-Pluriels
Jean Monnet, de 'vader van Europa', geloofde dat de Europese Unie sterker zou worden door crisis. Als dat waar blijkt, dan is het Europees politieke seizoen goed begonnen. Het is een lastige zoektocht naar een gelijke verdeling man/vrouw in de Europese Commissie, Duitsland sluit haar grenzen en Mario Draghi stelt radicale verandering voor. Te gast: EU-kenner en journalist bij Brusselse Nieuwe, Yves Lacroix. Universitair Hoofddocent politicologie aan de UvA, Liza Mügge.
Ook deze zomer hebben Jaap Jansen en PG Kroeger zes boekentips in de aanbieding. We reizen de hele wereld over en trekken door vele eeuwen tussen brandende actualiteit en fundamentele vragen van alle tijden. We ontmoeten een Trump van 1860, denkers en doeners en een verrassend liefdesverhaal in de Gouden Eeuw.***Deze aflevering is mede mogelijk gemaakt met donaties van luisteraars die we hiervoor hartelijk danken. Word ook vriend van de show!Als vriend kun je meedingen naar vijf exemplaren van het boek van Joris Backer, vijf van het boek van Roel Bekker, drie van Joshua Livestro en drie van Simone van der Vlugt. De boeken zijn beschikbaar gesteld door uitgeverij Boom en uitgeverij Prometheus. Vrienden krijgen hierover bericht via de site en via de nieuwsbrief.Heb je belangstelling om in onze podcast te adverteren of ons te sponsoren? Zend een mailtje naar adverteren@dagennacht.nl en wij zoeken contact.Op sommige podcast-apps kun je niet alles lezen. De complete tekst en een overzicht van al onze eerdere afleveringen vind je hier***1] Joris Backer - Over de democratie in Nederland (vanaf 00:08:21)Uit de reeks actuele boeken over de democratie is dit de meest originele. Oud D66-senator Joris Backer reist door Nederland aan de hand van de epische trektocht van Alexis de Tocqueville door de Verenigde Staten van het begin van de 19e eeuw. Hij ontdekt net als de jonge Franse edelman toen hoe 'formele democratie' ook nu niet het wezen is van een democratische samenleving.Het brengt hem tot zelfkritiek op de hang naar regelstelsels en staatkundige abstracties. Het boek is daarom extra uitdagend voor D66'ers van het eerste uur en NSC'ers die hier nu opnieuw toe neigen.2] Erik Larson - Demon of Unrest (vanaf 00:23:15)Deze aangrijpende roman gaat voort waar Tocqueville rond 1840 stopte. Larson schreef een op diep onderzoek gebouwd boek over de vijf maanden tussen Lincolns verkiezing tot president (eind 1860) en het uitbarsten van de bloedige burgeroorlog die Amerika verscheurde. Hij volgt het levenslot, angsten, avonturen en worstelingen van bijzondere karakters.Erik Larson begon te schrijven toen '6 januari 2021' alles beheerste. Het boek is daarmee ook een doordenking van een door polarisatie verscheurd land. De vraag naar 'het experiment Amerika', raakt aan een verkiezing die niet algemeen erkend werd en vertelt over de gevolgen van geweld en haat voor mensen met een eigen levensverhaal.3] Roel Bekker - De hoogste Ambtenaar (vanaf 00:38:00)Een portrettenreeks van de secretarissen-generaal van het ministerie van Algemene Zaken sinds 1945 saai? Niet als je even stilstaat bij dit voorjaar. Oud-SG Richard van Zwol die een kabinet moest kneden en oud-SG Dick Schoof die zomaar premier werd.Roel Bekker geeft een tijdsbeeld van Nederland en het Haagse bestuurlijk en politiek leven vol verrassende inzichten. Hoe ‘AZ' bewust klein bleef: de premiers hielden het graag overzichtelijk. Ruud Lubbers en Mark Rutte drukten hun stempel door vooral veel zelf te blijven doen. Wim Kok poogde te moderniseren, maar het Jan Peter Balkenende was de premier die daar in slaagde. En zo werd dit opeens hét boek voor wie juist nu scherp wil kijken naar Den Haag.4] Richard Overy - Blood and Ruins, the Great Imperial War 1931 – 1945 (vanaf 00:57:44)Een magnum opus over de Tweede-Wereldoorlog, kan dat nog? Weten we niet alles al? De Britse historicus deed het. En hoe. Richard Overy durft de these aan dat deze oorlog de laatste was van de conflicten van de 19e eeuw tussen de koloniale wereldmachten.Door het gebeuren ook echt als een mondiale crisis te analyseren, juist óók militair en economisch, wordt dit boek uitdagend en komt met heel veel nieuwe inzichten en vragen.5) Joshua Livestro - Een volmaaktere Unie (vanaf 01:12:35) De titel is vintage Abraham Lincoln, maar het boek kijkt naar Europa en hoe dit continent door de eeuwen heen het idee van 'eenheid in verscheidenheid' ontwikkelde. Van Machiavelli tot Monnet diept Joshua Livestro de soms abstracte en soms verrassend concrete vormen van Europese samenwerking uit.Waarom bleef de Republiek steken, waarom verviel Oekraïne met die grootse Litouws-Poolse Federatie? Wat kon Europa leren van wat Tocqueville verwonderd zag in wat over de plas wél lukte en bloeide? Welke denkfouten maken we steeds weer bij actuele Europese concepties? Hoe rijk was wat Immanuel Kant zag in zijn filosofische dromen?6] Simone van der Vlugt - Wij zijn de Bickers! (vanaf 01:22:51)Met dit heerlijke boek kun je vele stadswandelingen maken en het Amsterdam van de 16e en 17e eeuw herontdekken. De familie Bicker was een grote naam in de Republiek en de wereldhandel. Zij waren er fier op échte autochtonen van de Amstelstad te zijn in een – ook toen! - dynamische tijd van immigratie en globalisering.Zoals vele patriciërs hadden ze weinig op met de machtsaspiraties van de Oranjes. Hun blik - ook intellectueel en cultureel - was Europees. En hun netwerken ook. In dit elitaire, rijke leven ontspringt een verrassend verhaal over Wendela Bicker die met Johan de Witt trouwde. Een liefdesverhaal als zelden in de top van ons land verteld. Maar het eindigde in moord. Dankzij de Oranjes.***Verder luisteren363 - Extra zomeraflevering: PG tipt boeken!317 - Extra winteraflevering: PG tipt boeken!286 - Extra zomeraflevering: PG tipt boeken!269 - Vijf boeken die je moet lezen om Europa beter te begrijpen259 - Boeken over Rusland - juist nu lezen en begrijpen207 - Zomer 2021: Boekentips van PG! 133 - Amerikaanse presidenten: boeken die je volgens PG móet lezen!99 - Zomer 2020: Boekentips van PG!57 - PG Kroeger over Alexis de Tocqueville161 - Hans van Mierlo, een politieke popster185 - De Amerikaanse Burgeroorlog (1): Black Lives Matter en George Floyd, hoe de burgeroorlog op de VS nog altijd zijn stempel drukt228 - De Amerikaanse Burgeroorlog (2): hoe Abraham Lincoln onvoorbereid de strijd in ging263 - De Amerikaanse Burgeroorlog (3): de overwinning van Abraham Lincoln en Ulysses Grant427 - Europa wordt een grootmacht en daar moeten we het over hebben336 - Timothy Garton Ash: Hoe Europa zichzelf voor de derde keer opnieuw uitvindt109 - Mathieu Segers: Sterke lidstaten maken Europa sterk120 - Roel Bekker: Waarom bij de overheid dingen zo vaak fout gaan428 – Dick Schoof, de 'premier van buiten', is de ultieme insider200 - De Heerser: Machiavelli's lessen zijn nog altijd actueel107 - Jean Monnet, de vader van Europa***Tijdlijn00:00:00 – Deel 100:23:15 - Deel 200:57:44 - Deel 301:39:12 - EindeZie het privacybeleid op https://art19.com/privacy en de privacyverklaring van Californië op https://art19.com/privacy#do-not-sell-my-info.
durée : 00:08:00 - Les Nuits de France Culture - par : Philippe Garbit - Grâce à cette archive nous écoutons Jean Monnet qui intervient en mai 1953 sur les actualités de la Chaîne nationale : il lance la Communauté Européenne du Charbon et de l'Acier en direct du Luxembourg dans l'usine de Belval où sera coulé le premier lingot d'acier européen. - invités : Jean Monnet Ancien président de la Haute autorité de la CECA
durée : 00:04:00 - Les Nuits de France Culture - par : Philippe Garbit - La Déclaration Robert Schuman du 9 mai 1950 est devenue l'une des bases du projet d'unification du vieux continent. Ce jour-là, Robert Schuman devient, selon l'expression consacrée, l'un des "pères de l'Europe" au même titre que Jean Monnet ou Paul-Henri Spaak. - invités : Robert Schuman Ancien président du Parlement européen, promoteur de la CECA et ancien député français
La république des mythomanes. Tombée dans un trou de mémoire, la IVe République n'est souvent connue que par sa crise finale qui déboucha sur l'avènement de la Ve. Ses débuts, dans le sillage de la Libération, constituent pourtant l'une des périodes les plus folles de l'histoire contemporaine. Comme le Directoire après la Terreur, elle vit s'édifier d'immenses fortunes sur le crime et la corruption. Des carrières fulgurantes se bâtir sur l'imposture avant de s'effondrer dans la honte. Et même d'anciens collaborateurs parvenir au sommet de la hiérarchie judiciaire... Grâce aux procès de l'épuration ! À tous les étages de la société, le travestissement est alors l'artifice le plus usité pour s'adapter aux temps nouveaux. De l'escroquerie consistant à s'inventer un passé de résistant jusqu'au cas – unique dans l'histoire parlementaire – d'un complice des nazis (Jacques Tacnet) parvenant à se faire élire député sous une fausse identité (Jacques Ducreux), en passant par l'invention de faux complots (le Plan bleu) et la dissimulation d'authentiques séditions (comme celle dite de la Pentecôte), rarement communauté ne se sera autant menti à elle-même ni chaque citoyen à son voisin avec une telle audace... Et pour tout dire, pareille impunité ! C'est cette histoire jamais racontée, reconstituée à partir d'archives oubliées ou non encore consultées (en particulier celles de Jacques Foccart) que retrace La République des imposteurs. À l'heure où la défiance revient en force dans le débat public et où l'accusation de mensonge est celle que les Français lancent le plus volontiers au visage des " princes qui [les] gouvernent " (Michel Debré), ressusciter cette période s'imposait. Au-delà de contextes institutionnels, politiques, sociologiques, foncièrement différents, elle nous dit beaucoup de ce que deviennent les hommes de l'ombre dans les moments de transition. Lesquels sont aussi nécessairement des temps de confusion. Eric Branca est venu en studio nous raconter ces histoires invraissemblables - mais vraies - qui éclairent notre quotidien.
EU-vaaleissa äänestetään Euroopan parlamentin uudesta valtatasapainosta ja kannoista. Menestystä on ennakoitu erityisesti laitaoikeiston ryhmille. Miten EU-vaalien tulos vaikuttaa Euroopan unionin suuntaan ja parlamentin toimintakykyyn? Mitkä ovat vaalien isot kysymykset eri puolella Eurooppaa, ja miten ne jakavat eri jäsenmaita ja poliittisia ryhmiä? EU-vaaleista ja niiden seurauksista ovat keskustelemassa väitöskirjatutkija Topi Juga, Euroopan politiikan tutkimuksen professori Johanna Kantola ja Jean Monnet -professori Katalin Miklóssy. Juontajana on Helsingin Sanomien toimittaja Anni Keski-Heikkilä. Tapahtuman aikana Tiedekulmassa nähtiin mielenilmauksia, joiden vuoksi keskusteluun tuli pieniä taukoja. Keskustelu on osa Helsingin yliopiston ja Helsingin Sanomien tapahtumasarjaa: https://www.helsinki.fi/fi/tiedekulma/ohjelma-ja-sisallot/tapahtumasarjat/pinnalla Se on nauhoitettu Helsingin yliopiston Tiedekulmassa 28.5.2024. Katso tapahtuma koko tallenne osoitteessa: https://tiedekulmamedia.helsinki.fi/fi/web/tiedekulma/player/webcast?eventId=291134704&playerId=38521893&assetId=294989107
À moins de deux semaines du scrutin, la France et l'Allemagne affichent leur détermination commune à défendre la démocratie, la construction européenne et le soutien à l'Ukraine. Allemagne :Emmanuel Macron est en visite d'État outre-RhinDepuis quelques années, les différends ne manquent pas entre le président français et le chancelier Olaf Scholz, qu'il s'agisse de l'énergie, du budget, de l'armement ou encore du commerce... Or, la convergence franco-allemande est plus que jamais nécessaire pour faire avancer les politiques européennes et préserver son projet d'origine. Autre sujet à l'ordre du jour, le danger de la montée de l'extrême-droite face auquel Emmanuel Macron a appelé à défendre la démocratie. En Allemagne, les sondages prédisent une très forte hausse de l'AFD, le 9 juin 2024, avec des conséquences au niveau national également. L'analyse d'Alberto Alemanno, professeur titulaire de la chaire Jean Monnet en droit et politique européenne.Le climat de la campagne électorale n'est pas des plus détendusL'attaque contre un candidat qui collait des affiches, début mai 2024, a laissé des traces. Matthias Ecke, eurodéputé social démocrate, a été battu par trois jeunes hommes dont l'un a revendiqué son appartenance à l'extrême-droite. Depuis, d'autres candidats ont subi des agressions verbales ou physiques... Chez les Verts, les militants s'organisent pour finir cette campagne le plus sereinement possible alors que le parti, en perte de recul dans les sondages, est la cible numéro un de l'AfD. Reportage à Berlin de Salomé Hénon-Cohin. L'Œil européen de Franceline Beretti : en France, le Parlement commence à débattre de la loi pour «une aide à mourir»Le Comité consultatif national d'éthique s'était prononcé, il y a deux ans, en faveur d'une discussion sur la légalisation du suicide assisté. En posant comme condition, le développement parallèle des soins palliatifs et l'accès à la sédation profonde. Au niveau européen, le délicat sujet de la fin de vie laisse les pays très divisés.L'irlandais en plein renouveau En Irlande, moins de 2 % de la population parle le gaélique de façon quotidienne. L'anglais, héritage colonial, domine. Mais, la seule langue celtique officielle de l'Union européenne est de plus en plus à la mode sur l'île. En particulier dans le domaine culturel. Un exemple : la chanson Peacach du groupe celtique IMLE a été choisie comme chanson titre de la première série de la maison de production du couple Obama, Bodkin sur netflix. Reportage à Dublin, Clémence Pénard.
À moins de deux semaines du scrutin, la France et l'Allemagne affichent leur détermination commune à défendre la démocratie, la construction européenne et le soutien à l'Ukraine. Allemagne :Emmanuel Macron est en visite d'État outre-RhinDepuis quelques années, les différends ne manquent pas entre le président français et le chancelier Olaf Scholz, qu'il s'agisse de l'énergie, du budget, de l'armement ou encore du commerce... Or, la convergence franco-allemande est plus que jamais nécessaire pour faire avancer les politiques européennes et préserver son projet d'origine. Autre sujet à l'ordre du jour, le danger de la montée de l'extrême-droite face auquel Emmanuel Macron a appelé à défendre la démocratie. En Allemagne, les sondages prédisent une très forte hausse de l'AFD, le 9 juin 2024, avec des conséquences au niveau national également. L'analyse d'Alberto Alemanno, professeur titulaire de la chaire Jean Monnet en droit et politique européenne.Le climat de la campagne électorale n'est pas des plus détendusL'attaque contre un candidat qui collait des affiches, début mai 2024, a laissé des traces. Matthias Ecke, eurodéputé social démocrate, a été battu par trois jeunes hommes dont l'un a revendiqué son appartenance à l'extrême-droite. Depuis, d'autres candidats ont subi des agressions verbales ou physiques... Chez les Verts, les militants s'organisent pour finir cette campagne le plus sereinement possible alors que le parti, en perte de recul dans les sondages, est la cible numéro un de l'AfD. Reportage à Berlin de Salomé Hénon-Cohin. L'Œil européen de Franceline Beretti : en France, le Parlement commence à débattre de la loi pour «une aide à mourir»Le Comité consultatif national d'éthique s'était prononcé, il y a deux ans, en faveur d'une discussion sur la légalisation du suicide assisté. En posant comme condition, le développement parallèle des soins palliatifs et l'accès à la sédation profonde. Au niveau européen, le délicat sujet de la fin de vie laisse les pays très divisés.L'irlandais en plein renouveau En Irlande, moins de 2 % de la population parle le gaélique de façon quotidienne. L'anglais, héritage colonial, domine. Mais, la seule langue celtique officielle de l'Union européenne est de plus en plus à la mode sur l'île. En particulier dans le domaine culturel. Un exemple : la chanson Peacach du groupe celtique IMLE a été choisie comme chanson titre de la première série de la maison de production du couple Obama, Bodkin sur netflix. Reportage à Dublin, Clémence Pénard.
Avec sa déclaration du 9 mai 1950, Robert Schuman est entré dans les livres d'histoire comme l'un des principaux artisans de la construction européenne. Un discours historique qui s'apprécie pleinement à la lumière de la vie de Schuman, partagée des deux côtés de la frontière franco-allemande. Virginie Girod vous la raconte dans un récit inédit. Né en 1886 à Luxembourg, Robert Schuman est allemand de naissance. 15 ans plus tôt, la défaite de Napoléon III face à la Prusse a arraché l'Alsace et la Moselle à la France. Schuman apprend le français lors de sa scolarité, mais ne grandit donc pas dans l'esprit de revanche qui caractérise la IIIe République. Réformé, Robert Schuman ne vit pas l'horreur des tranchées qui fracturent l'Europe lors de la Première Guerre mondiale. Il effectue des tâches administratives au sein de l'armée allemande. Au lendemain de la Grande Guerre, il fait son entrée en politique, côté français cette fois-ci : l'Alsace-Lorraine est redevenue française. Robert Schuman est élu député de la Moselle et s'attache à défendre le particularisme de sa circonscription. Lorsque la Seconde Guerre mondiale éclate, l'Histoire prend Schuman de vitesse. Il fait partie de ceux qui votent les pleins pouvoirs à Pétain, et intègre malgré lui son premier gouvernement. Alors qu'il est rentré en Moselle pour prendre ses distances avec le pouvoir, il est fait prisonnier par la Gestapo avant de parvenir à s'enfuir en zone libre. A la Libération, Schuman est inquiété, avant de réintégrer les cercles du pouvoir, jusqu'à devenir ministre. Avec son collaborateur Jean Monnet, Schuman porte alors le projet qui le rendra célèbre : celui d'une Europe unie. L'idée n'est pas nouvelle, mais le contexte est propice. Schuman, ministre des Affaires étrangères, propose le 9 mai 1950 la création d'une Communauté européenne du charbon et de l'acier, la CECA. Un embryon d'Europe, et l'espoir d'un continent en paix. Thèmes abordés : Première Guerre mondiale, Seconde Guerre mondiale, Régime de Vichy, construction Européenne, amitié franco-allemande "Au cœur de l'histoire" est un podcast Europe 1 Studio- Auteure et Présentatrice : Virginie Girod - Production : Caroline Garnier- Réalisation : Nicolas Gaspard- Direction artistique : Julien Tharaud- Composition de la musique originale : Julien Tharaud et Sébastien Guidis- Edition et Diffusion : Nathan Laporte- Coordination des partenariats : Marie Corpet- Visuel : Sidonie Mangin Ressources en ligne : https://european-union.europa.eu/principles-countries-history/history-eu/1945-59/schuman-declaration-may-1950_fr#:~:text=Texte%20intégral,au%20maintien%20des%20relations%20pacifiques . https://www.france-memoire.fr/traite-de-francfort%E2%80%AF-lalsace-moselle-est-annexee-a-lempire-allemand/ https://www.touteleurope.eu/histoire/qu-est-ce-que-la-ceca/ À voir : Robert Schuman, un destin européen, un film de Alain Ries et Philippe Thomine, France3 Lorraine-Champagne-Ardennes, 2015. Découvrez l'abonnement "Au Coeur de l'Histoire +" et accédez à des heures de programmes, des archives inédites, des épisodes en avant-première et une sélection d'épisodes sur des grandes thématiques. Profitez de cette offre sur Apple Podcasts dès aujourd'hui !
Jean Monnet et Robert Schuman à l'origine de la Communauté européenne du charbon et de l'acier (CECA), ancêtre de l'Union européenne... Jacques Delors, fondateur de la monnaie unique... Des couples franco-allemands mythiques : Valéry Giscard d'Estaing et Helmut Schmidt, François Mitterrand et Helmut Kohl... De nombreuses personnalités françaises ont participé à la construction européenne depuis plus de 70 ans, et pourtant : de nos jours, la France semble s'éloigner de l'institution qu'elle a fondée. À moins d'un mois des élections européennes, l'Hexagone a du mal à s'intéresser à un scrutin qui mobilise déjà, traditionnellement, peu d'électeurs. Y a-t-il, donc, une défiance des Français vis-à-vis de l'Europe et si oui, jusqu'à quel point ? Pour quelles raisons ? Que faire pour changer la tendance ? Pour en débattre :- Laurence de Nervaux, directrice du think tank Destin Commun- Yves Bertoncini, enseignant, consultant en Affaires européennes- Christophe Préault, administrateur et directeur de la rédaction de Toute l'Europe, site pédagogique de référence sur les questions européennes en France.
Jean Monnet et Robert Schuman à l'origine de la Communauté européenne du charbon et de l'acier (CECA), ancêtre de l'Union européenne... Jacques Delors, fondateur de la monnaie unique... Des couples franco-allemands mythiques : Valéry Giscard d'Estaing et Helmut Schmidt, François Mitterrand et Helmut Kohl... De nombreuses personnalités françaises ont participé à la construction européenne depuis plus de 70 ans, et pourtant : de nos jours, la France semble s'éloigner de l'institution qu'elle a fondée. À moins d'un mois des élections européennes, l'Hexagone a du mal à s'intéresser à un scrutin qui mobilise déjà, traditionnellement, peu d'électeurs. Y a-t-il, donc, une défiance des Français vis-à-vis de l'Europe et si oui, jusqu'à quel point ? Pour quelles raisons ? Que faire pour changer la tendance ? Pour en débattre :- Laurence de Nervaux, directrice du think tank Destin Commun- Yves Bertoncini, enseignant, consultant en Affaires européennes- Christophe Préault, administrateur et directeur de la rédaction de Toute l'Europe, site pédagogique de référence sur les questions européennes en France.
À l'occasion de cette "journée de l'Europe", créée en souvenir du 9 mai 1950. Lorànt Deutsch revient sur l'histoire de l'ancêtre de l'Union européenne : la Communauté Européenne du Charbon et de l'Acier. Du lundi au vendredi, Lorànt Deutsch vous donne rendez-vous dans la matinale de RTL. Chaque jour, l'animateur de "Entrez dans l'histoire" revient sur ces grands moments qui ont façonné notre pays.
Zelfs Geert Wilders heeft ontdekt hoe fijn toch die goeie ouwe E.E.G. was. Bijna alle partijen op extreem en nationalistisch rechts en links hebben hun beloften van een Nexit-Frexit-Grexit-Hungrexit-Danexit laten schieten. Zij zijn ‘de gebrande kinderen van Nigel Farage', zegt PG Kroeger. En zo ontstaat in deze EP-campagne onverwacht ineens een heel nieuw debat over de toekomst van Europa.PG duikt daarom met Jaap Jansen in de diepere motivaties van zulke partijen - als PVV, BBB en nu ook NSC in ons land - voor die nieuwe EU-koers. Want het valt al snel op dat de exit-bepleiters ook bij hun nieuwe pleidooi voor 'hervorming van binnenuit' dezelfde argumenten blijven hanteren waarmee Farage en Johnson hun Brexit-campagne voerden. Licht aangepast om de gewenste uitkomst wat te verhullen. De gouden bergen voor 'bestaanszekerheid' en de verzekering dat al het fijne van de EU ongemoeid zal blijven klinken ook nu weer.***Deze aflevering is mede mogelijk gemaakt met donaties van luisteraars die we hiervoor hartelijk danken. Word ook vriend van de show!Deze aflevering bevat een advertentie van de Vrije Universiteit Amsterdam. Wist je dat de VU naast bachelors en masters ook onderwijs voor professionals aanbiedt? Ga naar vu.nl/vrijedenkersHeb je belangstelling om in onze podcast te adverteren of ons te sponsoren? Zend een mailtje naar adverteren@dagennacht.nl en wij zoeken contact.Op sommige podcast-apps kun je niet alles lezen. De complete tekst en een overzicht van al onze eerdere afleveringen vind je hier***De bijstelling van het anti-Europese discours van de PVV en haar verwanten kent een duidelijke inspirator: Viktor Orbán. De Hongaarse premier en strateeg heeft bijna een kunstwerkje gemaakt van zijn aanpak van het 'cakeism'. Hij doet wat Boris Johnson nooit lukte: “To have your cake and eat it too.” Zijn leerlinge Giorgia Meloni, de premier van Italië, past deze inmiddels zeker zo behendig toe.Het is daarom nuttig in de historie én de mythologie te duiken van die postuum nu zo vereerde E.E.G. Wie zich verdiept in de politiek, economie en cultuur van 1957 tot en met de jaren '70 begrijpt wel hoeveel nostalgische potentie die EEG van toen heeft. Het zijn de rozige jeugdjaren van de 'boze burgers' van nu, een tijdperk van een economie in turbo-bloei, van het eerste massa-consumentisme en toerisme, van de televisie, verzoening en idealisme, chianti in een mandfles, de Beatles en explosieve salarisverhogingen en banen voor iedereen. Het best beluisterde radioprogramma in de tweede helft van de jaren '70 was de Europarade, een Europese hitlijst. Europa was jong, hip en happening!En de EEG was lekker overzichtelijk. Het gaf een douane-unie, protectionisme en stabiliteit, exportmarkten en gesubsidieerd voedsel. Maar geheel vergeten lijkt hoe snel dit mechanisme uit het lood dreigde te lopen. Vergeten is 'de Lege Stoel' van Charles de Gaulle, de heftige strijd om een politieke unie tegen een mercantiele unie.En vergeten lijkt hoe de EG na 1970 - mede door Richard Nixon en de oliecrisis - in zwaar weer terecht kwam en eigenlijk volledig vastliep. Wie aan die E.E.G. zonder mededogen een eind hielp maken? De door Brexiteers en E.E.G.-nostalgici zo verafgode Margaret Thatcher.Zou een volgend kabinet de lijn van de 'E.E.G.-nostalgie' voor hervormingen van binnenuit gaan voeren, dan moeten Kamer en regering wel op hun tellen passen. De EU heeft voldoende ervaring én instrumenten in huis om zo'n lidstaat met de neus op de feiten te drukken. Niet elke premier bezit het brutaal vernuft en de machtspositie in eigen land als een Viktor Orbán bovendien.Daar komt nog bij dat twee Italiaanse oud-premiers nu met een gedurfd pakket van zulke 'interne hervormingen' komen. Enrico Letta en Mario Draghi trekken de consequenties uit de nieuwe, turbulente geopolitieke omstandigheden en stellen dat de 27 EU-listaten samen voor eenzelfde uitdaging staan als 'De zes' met Jean Monnet in 1952. Zou 'Den Haag' als antwoord daarop komen met een 'Terug naar de E.E.G. van 1958' zal het nieuwe kabinet zich marginaliseren en isoleren. Een Orbán of Meloni zou in elk geval nooit zo dom zijn zich in zo'n doodlopende straat te begeven.***Verder luisteren411 - Negen opmerkelijke aspecten van de Europese Unie407 - Cruciale Europese verkiezingen378 - Dertig jaar na 'Maastricht' is Europa toe aan een nieuwe sprong voorwaarts344 - Nederland in Europa: een masterclass door Tom de Bruijn340 – Caroline van der Plas ontvangt Frans Timmermans. Vijf misverstanden over Europa336 - Timothy Garton Ash: Hoe Europa zichzelf voor de derde keer opnieuw uitvindt328 – Nieuwe rauwe wereld. Brexit, what Brexit?299 - Dramatische verschuivingen in de wereldpolitiek. Europa heeft eindelijk een telefoonnummer290 - Bondskanselier Olaf Scholz en de razendsnelle ontwikkeling van de EU272 - Dankzij Poetin: nu écht intensief debat over de toekomst van Europa223 - De degelijke daadkracht van Mario Draghi's Italië124 - 95 jaar Jacques Delors109 - Mathieu Segers: Sterke lidstaten maken Europa sterk107 - Jean Monnet, de vader van Europa100 - Nederland in Europa: lusten en lasten door de eeuwen heen63 - Judit Varga, minister van Justitie van Hongarije: lessen uit de geschiedenis***Tijdlijn00:00:00 – Deel 100:36:39 – Deel 201:08:56 – Deel 301:47:00 – EindeZie het privacybeleid op https://art19.com/privacy en de privacyverklaring van Californië op https://art19.com/privacy#do-not-sell-my-info.
Nu avem o ediție obișnuită de Upgrade 100 Live Talks, ci una de Digitalination cealaltă producție a noastră - o realizăm împreună cu Aspen Institute România, și al cărei moderator cu normă întreagă este colegul Radu Puchiu, expert e-guvernare. Deși suntem ultimii din Europa la digitalizare, vestea aparent bună ar fi că avem un Plan Național de acțiune privind deceniul digital. Ce cuprinde el, cum reușim să recuperăm decalajele și să ne atingem țintele pentru 2030? Vei afla din această ediție de la Mirela Mărcuț, Head of Policy @ Transilvania IT Cluster dar și fondatoarea digitalpolicy.ro. Mirela Mărcuț este și lector universitar doctor la Departamentul de Relații Internaționale și Studii Europene al Universității din Oradea, unde predă discipline legate despre influența Internetului și a tehnologiilor digitale în relațiile internaționale și politici digitale. În 2015, a obținut titlul de doctor în relații internaționale și studii europene la Universitatea Babeș-Bolyai din Cluj Napoca, iar din 2016 activează în domeniul academic. Cercetările sale se axează pe politici digitale și guvernanță cu accent pe Uniunea Europeană. În 2017, a obținut bursa Henri Rieben a Fundației Jean Monnet pentru Europa pentru a cerceta începuturile societății informaționale în Europa în arhivele lui Jacques Delors. De asemenea, în 2020 a obținut o bursă DAAD de cercetare postdoctorală pentru a cerceta guvernanța orașelor inteligente din Germania. Timpul liber și-l dedică articolelor de pe digitalpolicy.ro, unde traduce politicile digitale pe înțelesul tuturor.
Toen 1949 begon had Nederland net een nieuwe koningin, maar de relatie met de rest van de wereld was nog ‘oude politiek'. De strategie van Van Oldenbarnevelt, De Witt en de VOC domineerde nog: een mercantiele, maritieme, anti-continentale en antikatholieke geopolitiek van een koloniaal imperium dat 'neutraal' bleef. Eind 1949 was alles fundamenteel anders. Nederland was lid geworden van de NAVO, grootste militaire alliantie in de Europese geschiedenis. Het imperium was verloren, de neutraliteit verdwenen. Jaap Jansen en PG Kroeger duiken in het wat en waarom van dat unieke jaar 1949. ***Deze aflevering is mede mogelijk gemaakt door de Atlantische Commissie. En met donaties van luisteraars die we hiervoor hartelijk danken. Word ook vriend van de show!Heb je belangstelling om in onze podcast te adverteren of ons te sponsoren? Zend een mailtje naar adverteren@dagennacht.nl en wij nemen contact met u opOp sommige podcast-apps kun je niet alles lezen. De complete tekst en een overzicht van al onze eerdere afleveringen vind je hier***Zonder de Amerikaanse president Harry Truman en zijn onverwachte glorieuze herverkiezing in november 1948 was het allemaal niet gebeurd. Deze taaie realist lanceerde het concept van 'collectieve veiligheid' waarin vrije landen vrijwillig hun strategische kracht zouden gaan delen.Dat deed hij bepaald niet zonder kille politieke calculaties, binnenslands en geopolitiek. Op 4 april 1949 tekende hij met Canada en een reeks Europese naties in Washington het NAVO-verdrag. We laten een stukje horen van zijn speech dat - als je niet beter wist - over 2024 en Oekraïne zou kunnen gaan.Nederland was erbij vanaf dag één. Waarom eigenlijk? Omdat Truman Den Haag een strategische keus opdrong en er geen weg terug meer was. De NAVO was voor Nederland antikoloniaal en pro-continentaal. En de alliantie opende de route naar nog veel meer collectieve veiligheid. Rond kolen en staal, rond defensie en het delen van economische voorspoed. Truman wilde ook een krachtige Europese pijler binnen de NAVO. Daarin vonden de Franse visionair Jean Monnet en bondskanselier Konrad Adenauer van het nieuwe West-Duitsland elkaar. Toch liep dit in 1954 faliekant mis. De gevolgen hebben tot op de dag van vandaag zowel de NAVO als de Europese Unie ernstig benadeeld. De Europese parlementsverkiezingen in juni 2024 gaan in belangrijke mate over de vraag of partijen bereid zijn dat fiasco van 1954 goed te maken.Voor Nederland en Europa werd 1949 het jaar van een fundamentele omslag. Nergens was dat zo voelbaar als bij de herdenking van 200 jaar Goethe. Terwijl in Frankfurt (in het westen) en in Weimar (in de DDR) diens humaniteit, vrijheidszin en artistieke inspiratie gevierd werd, voelde feestredenaar Thomas Mann dat naast een ‘schuldig verleden' ook een IJzeren Gordijn werd opgetrokken.Enkele dagen later testte Jozef Stalin de eerste Sovjet-atoombom. De Koude Oorlog was begonnen.***Verder kijken1949 Footage of the original signing session of the North Atlantic TreatyIntroducing The Netherlands (The Atlantic Community Series - NATO Documentaries, 1955)Thomas Mann besucht 1949 Deutschland***Verder luisteren361 - Vilnius, juli 2023: NAVO-top in het oog van de storm336 - Timothy Garton Ash: Hoe Europa zichzelf voor de derde keer opnieuw uitvindt286 - Harry Truman 279 - Jaap de Hoop Scheffer over Poetin, Oekraïne, de NAVO en de toekomst van de EU 273 - Opnieuw actueel: 75 jaar Marshall Plan265 - Toetreding tot de NAVO, de reuzensprong van Finland257 - Het machtige Rusland als mythe: hoe 'speciale militaire operaties' een fiasco werden256 - Na de inval in Oekraïne: 'Nu serieus werk maken van Europese defensiesamenwerking'163 - De ondergang van de Sovjet-Unie: hoe een wereldmacht verdampte111 - De onverwachte herrijzenis van Helmut Kohl – en van Truman, Merkel en Rutte107 - Jean Monnet, de vader van Europa101 - 75 jaar bevrijding: De laatste dagen van Franklin D. Roosevelt47 - Konrad Adenauer, de eerste bondskanselier 35 - Charles de Gaulle31 - Jamie Shea, oud-woordvoerder van de NAVO***Tijdlijn00:00:00 – Deel 100:34:25 – Deel 200:57:38 – Deel 301:19:06 – Einde Zie het privacybeleid op https://art19.com/privacy en de privacyverklaring van Californië op https://art19.com/privacy#do-not-sell-my-info.
Connaissez-vous notre site ? www.lenouvelespritpublic.fr Une émission de Philippe Meyer, enregistrée en public à l'Ecole alsacienne le 7 janvier 2024. Avec cette semaine : Nicolas Baverez, essayiste et avocat. Jean-Louis Bourlanges, président de la Commission des Affaires étrangères de l'Assemblée nationale. Béatrice Giblin, directrice de la revue Hérodote et fondatrice de l'Institut Français de Géopolitique. Lucile Schmid, vice-présidente de La Fabrique écologique et membre du comité de rédaction de la revue Esprit. L'HÉRITAGE EUROPÉEN DE JACQUES DELORS À L'HEURE DE L'IMPÉRIALISME RUSSE Jacques Delors l'ancien président de la Commission européenne s'est éteint, le 27 décembre, à 98 ans. Entré en fonction à Bruxelles en janvier 1985, l'ancien ministre des Finances français prévient « L'Europe n'a d'autre choix qu'entre la survie et le déclin. Il occupera son bureau bruxellois durant dix années consécutives, et marquera la construction européenne de son empreinte, au point que la presse américaine le baptise le « tsar de Bruxelles ». Son impulsion est décisive dans l'adoption de l'Acte unique, qui donne naissance au marché unique européen. Dans ses Mémoires, Jacques Delors donne à ce marché une triple fonction : organiser « la compétition qui stimule, la coopération qui renforce et la solidarité qui unit. » Suivront le traité de Maastricht, la monnaie commune, la création des fonds de cohésion pour soutenir l'élargissement de l'Union à des entrants moins bien lotis économiquement que les membres fondateurs, ou encore le programme d'échanges universitaires Erasmus. Jacques Delors était devenu le partenaire de nombreux chefs d'État et de gouvernement engagés comme lui en faveur de la construction européenne : le Chancelier allemand Helmut Kohl, le Premier ministre belge Jean-Claude Dehaene, le chef du gouvernement espagnol Felipe Gonzalez et François Mitterrand. En 2015, il a été nommé « citoyen d'honneur de l'Europe » troisième personnalité à être ainsi distingué, après Jean Monnet en 1976 et Helmut Kohl en 1998. Si Jacques Delors quitte Bruxelles, en janvier 1995, avec la satisfaction d'avoir rempli sa mission, il s'en va aussi avec le regret de constater, comme bien d'autres mais en l'ayant vécu de l'intérieur, à quel point l'Europe reste un nain politique. Il reste donc un long chemin à parcourir. Il va s'y employer, dans la mesure de ses moyens, avec sa fondation, Notre Europe. En 2021, il finira par porter sur l'Union européenne un regard critique, dans son interview testamentaire au Point constatant qu'« À vingt-sept, on s'éloigne des projets qui étaient ceux de Jean Monnet ou Robert Schuman. Du moins, on les rend beaucoup plus difficiles. Rien que le fonctionnement d'une Commission européenne à vingt-sept, déjà... » Pascal Lamy, son ancien directeur de cabinet, confie que Jacques Delors avait conscience de la difficulté de la situation actuelle, dans laquelle un seul des 27 peut jouer contre les 26 autres, voire, comme l'a fait récemment Viktor Orban monnayer son vote sur l'adhésion de l'Ukraine. Au moment où Jacques Delors disparait, deux questions se posent : face aux régimes illibéraux « la compétition qui stimule, la coopération qui renforce et la solidarité qui unit » va-t-elle passer du marché aux marchandages ? Face à l'impérialisme russe l'Europe est-elle toujours un nain politique ? *** LE NAUFRAGE DU BREXIT Le 1er janvier 2021 la Grande Bretagne est sortie de l'Union européenne. Sept ans après le référendum qui a vu les partisans du divorce l'emporter, un sondage de l'institut Opinium publié par « The Guardian » note que les Britanniques ne sont désormais plus que 22 % à juger que la séparation a été une bonne chose pour le Royaume-Uni. L'institut a demandé à 2.000 électeurs de juger si la sortie de l'UE avait eu un effet positif ou négatif dans différents domaines. Résultat : les avis positifs ne l'emportent pour aucune question. Seul un sondé sur dix estime que la sortie de l'UE a amélioré sa situation financière personnelle ou optimisé les salaires, quand 63 % la rendent responsable d'une partie de l'inflation. « Une nette majorité de l'opinion publique estime désormais que le Brexit a été néfaste pour l'économie britannique, a fait monter les prix dans les magasins et a entravé les tentatives du gouvernement de contrôler l'immigration », résume le quotidien. En 2023, 29.437 migrants ont fait la traversée, contre 45.774 en 2022 qui avait été une année record, selon des chiffres du ministère de l'Intérieur publiés le 1er janvier. Une autre enquête, menée auprès des entreprises, montre que les sociétés travaillant avec l'UE se plaignent des nouvelles règles douanières. Christopher Hayward, le président du conseil d'administration de la City of London Corporation, l'organisation qui gère le quartier financier de Londres, estime que « Le Brexit a été un long et douloureux divorce. La confiance a été anéantie. » Selon un sondage de la British Chambers of Commerce de décembre, 2023, 60 % des exportateurs vers l'UE estiment que les échanges commerciaux sont plus difficiles qu'il y a un an. Or, toutes les obligations liées au Brexit ne sont pas encore en place. Les contrôles sanitaires sur les importations n'entreront en vigueur que cette année. Pour le gouvernement de Rishi Sunak, 2024 s'ouvre dans l'appréhension d'une défaite électorale, sur fond de prédictions économiques moroses et d'un retournement d'opinion sur le Brexit Quelques sondages mesurent même un « Bregret », le regret du Brexit… Après quatorze ans au pouvoir, cinq premiers ministres, un Brexit et divers scandales, les tories sont devancés d'au moins quinze points par le Labour dans toutes les enquêtes d'opinion. Toutefois, contrairement aux précédentes le Brexit ne devrait pas s'imposer comme un thème central des élections législatives qui auront lieu cette année.Chaque semaine, Philippe Meyer anime une conversation d'analyse politique, argumentée et courtoise, sur des thèmes nationaux et internationaux liés à l'actualité. Pour en savoir plus : www.lenouvelespritpublic.fr
2018'de Toronto'ya taşınan ve hem kariyer koçluğu yapan hem de Kanada hükümet programıyla göçmenlerin istihdamı üzerine çalışan Esin Turhan konuğum. Kanada'ya göç etmek ve iş bulmak konusunda çok güzel öneriler paylaşan Esin ile ayrıca bölüm sonunda Jean Monnet bursu ile yüksek lisans yapmasını ve konudaki önerilerini konuştuk.TED Ankara ve ODTÜ Uluslarası İlişkiler mezunu Esin, daha sonra Jean Monnet bursuyla University of Kent'in Brüksel kampüsünde Uluslararası Kalkınma alanında master yapıyor. Ardından bir süre boyunca Birleşmiş Milletler bünyesinde mültecilerle çalışıyor.2018 Kasım'da oturum izni alıp Kanada'ya taşınıyor. Ayrıca Esin de bir podcaster, üç senedir Kendimiz İçin Yapıyoruz isimli feminist podcast serisinde içerik üretiyor. Esin'in websitesi: https://www.firstsightcanada.ca/ Uygun kur ve düşük gönderim ücretiyle yurt dışı para transferlerinizi kolayca yapabileceğiniz TransferGo uygulamasını http://bit.ly/bigidenesoralim 'dan indirip inceleyebilirsiniz.
187. Bölümde Enquire AI Kurucusu ve CEO'su Cenk Sidar konuğum oldu. Yapay zeka ve iş zekasının kesişimin de öncü olan Cenk Sidar, Yüksek lisans eğitimini Washington'daki Johns Hopkins Üniversitesi İleri Uluslararası İlişkiler Okulu'nda (SAIS) uluslararası iktisat ve uluslararası ilişkiler dallarında yaptıktan sonra Avrupa Birliği ve T.C. Dışişleri Bakanlığının ortak programı olan Jean Monnet programı bursuyla, İtalya'nın Bologna şehrinde Johns Hopkins Üniversitesi'nde (SAIS Bologna Center) “Avrupa Güvenlik ve Dış Politikası” üzerine yüksek lisans eğitimi gördü. HONDA Katkılarıyla... Bu bölüm HONDA hakkında tanıtım içerir. https://www.honda.com.tr/otomobil/modeller/honda-hr-v (00:00) – Açılış (01:20) – Cenk Sidar'ı tanıyoruz. (05:00) - Enquire AI nasıl kuruldu? Nasıl bir model? https://www.enquire.ai/ (11:57) - Enquire AI'da uzmanlar nasıl yer alabiliyor? (15:50) – Üretken yapay zeka ve Enquire AI ilişkisi. - Ayda - ChatGPT halüsinasyon görüyor. - Bilgi ekonomisi (22:45) – Enquire AI'da gelir modeli ve ücretlendirme nasıl? (29:18) - Üretken Yapay Zeka sizce bir teknoloji heyecanı mı, yoksa oyunun kurallarını değiştiren bir fırsat mı? - Promt Engineering (35:00) -Yapay Zeka işlerimizi nasıl etkiliyor? (37:44) – Kapsül Bülteni https://kapsul.com.tr/ (39:40) - Teknoloji dünyası, son günlerde ChatGPT'yi geliştiren şirket OpenAI'da yaşananlarla çalkalanıyor. Open AI ile ilgili son gelişmeleri nasıl değerlendiriyorsunuz? (43:10) - Kitap önerisi Elon Musk - https://www.goodreads.com/book/show/122765395-elon-musk?ac=1&from_search=true&qid=e7aCr01Svm&rank=2 Selçuk Altun - https://www.goodreads.com/book/show/8086351-yaln-zl-k-gitti-in-yoldan-gelir?from_search=true&from_srp=true&qid=vuGr9pqV1f&rank=4 (43:52) - Kapanış Cenk Sidar - https://www.linkedin.com/in/cenksidar/ Sosyal Medya takibi yaptın mı? Twitter - https://twitter.com/dunyatrendleri Instagram - https://www.instagram.com/dunya.trendleri/ Linkedin - https://www.linkedin.com/company/dunyatrendleri/ Youtube - https://www.youtube.com/c/aykutbalcitv Goodreads - https://www.goodreads.com/user/show/28342227-aykut-balc aykut@dunyatrendleri.com Bize bağış yapıp destek olmak için Patreon hesabımız – https://www.patreon.com/dunyatrendleri
Dans cet épisode #207, j'ai souhaité traiter le sujet de la place des femmes dans le sport et particulièrement dans le trail. Pour ce faire, j'ai fait appel à Blandine L'Hirondel, double championne du monde de trail et qui exerce le métier de gynécologue obstétricienne. Guillaume Millet , physiologiste du sport et professeur à l'université Jean Monnet de Saint Etienne apportera ses précieuses connaissances en ce qui concerne la physiologie féminine dans le cadre des sports d'endurance et partagera sont point de vue sur la place des femmes dans . Thibaut Besson : Chef de projet en Recherche et développement chez Human Fab Aix en Provence , Docteur en physiologie de l'exercice et qui a défendu une thèse sous la direction de Guillaume intitulée : Différences physiologiques et biomécaniques entre hommes et femmes en courses d'endurance. J'ai également fait appel à Maxence Roger, fidèle soutien du podcast et que vous aviez pu entendre lors du 200 ème épisode anniversaire à la Skyrhune et qui nous apportera son point de vue intéressant notamment en sa qualité d'ancien professeur de sport en école. Nous allons donc aborder ce thème sur différents aspects : - La place de la femme dans le sport et dans le trail d'un point de vue socio-culturel. - Les principaux atouts du point de vue de leurs qualités physiologiques, dans les sports d'endurance et particulièrement d'ultra endurance. - Les caractéristiques limitatives qui les empechent de performer autant que les hommes , particulièrement lorsque les formats sont courts Et enfin nous allons échange sur Les qualités mentales prétendues dont elles font preuve et leur approche face à la compétition et Blandine nous partagera son expérience de sportive de très haut niveau. Bonne écoute !!! Liens utiles : Thèse Thibaut Besson : Biomechanical and physiological differences between males and females in endurance running Thèse sociologique évoquée par Guillaume Millet Enablers and barriers in ultra-running: a comparison of male and female ultra-runners Thèse sur la comparaison des performances Hommes/ femmes VS format de course : Running Endurance in Women Compared to Men: Retrospective Analysis of Matched Real-World Big Data NB : Aucune rétribution n'est accordée aux podcasteurs de la part des plateforme de diffusion Aucune publicité n'est diffusée sur le LTP Le seul moyen de faire en sorte que tout le travail réalisé puisse être rétribué et que le podcast puisse perdurer est d'apporter votre soutien financier via la plateforme PATREON : Pour soutenir le projet et intégrer la communauté des Patrailons c'est par là : https://www.patreon.com/lets_trail_le_podcast -> Accès aux épisodes en avant première (le mercredi de la semaine de sortie) -> Accès à un épisode mensuel réservé aux soutiens participatifs -> Participation aux visios mensuels -> Accès aux vidéos de mes courses et entrainements Selon le niveau d'engagement : -> Possibilité de participer à des des épisodes en tant que co-animateur Pour rejoindre la communauté LTP Les principaux liens c'est par ici : https://linktr.ee/lets_trail_le_podcast Instagram : @lets_trail_le_podcast Facebook : lets trail N'hésitez pas : abonnez-vous sur les principales plateformes d'écoute (Deezer, spotify, podcast addict ...) pour être informés lors de la sortie des épisodes et notez avec 5 étoiles si vous utilisez APPLE PODCAST lorsque vous appréciez le contenu proposé. Ce petit geste permet d'augmenter la visibilité du podcast. Je suis également attentif à tous vos commentaires et retours que vous pourriez faire ici : letstrail08@gmail.com
Dans un discours prononcé à Washington le 30 avril 1952, Jean Monnet, l'un des pères fondateurs de l'Union européenne, affirmait que « Nous ne coalisons pas des États, nous unissons des hommes ». Cette formule est demeurée célèbre. Pourtant, en 1957, la construction européenne s'est faite au premier chef sur un plan économique, La citoyenneté européenne n'est explicitement consacrée que par le traité de Maastricht signé en 1992. Comment la construction européenne est-elle aussi devenue une construction politique ? Et dans ce cadre, quelle place occupe la citoyenneté européenne ? De quelle manière la citoyenneté européenne se conjugue-t-elle avec la citoyenneté des différents Etats membres ? Pour répondre à ces questions essentielles sur la construction européenne et sur la citoyenneté européenne, je reçois aujourd'hui Benoît Quennedey, professeur de culture générale et de droit public à la Prépa ISP.
Venäjän hyökkäyssota Ukrainaan on ravistellut eurooppalaista politiikkaa perustojaan myöten. Samalla koko itäinen Eurooppa on saanut osakseen aivan uutta huomiota. Muukin Eurooppa heräsi Venäjän imperialismin perintöön ja sen vaikutuksiin tähän yli 100 miljoonan ihmisen maanosaan. Jaksossa keskustelemme itäisen Euroopan dekolonisaatiosta, eli alueen maiden poliittisesta, taloudellisesta ja kulttuurisesta vapautumisesta Venäjän otteesta. Mitä on tapahtunut kylmän sodan jälkeen? Mikä on maiden Venäjä-suhde nyt? Vieraina Katalin Miklóssy, itäisen Euroopan tutkimuksen yliopistonlehtori ja Jean Monnet -professori Helsingin yliopiston Aleksanteri-instituutista sekä Jussi Lassila, vanhempi tutkija Ulkopoliittisen instituutin Venäjä, EU:n itäinen naapuruus ja Euraasia -tutkimusohjelmasta. Jakson juontavat Olli Puumalainen ja Jalmari Sarla.
durée : 01:00:24 - Les Nuits de France Culture - par : Albane Penaranda - Par Christophe Deleu - Avec Frédéric Bourdin, Kathleen Kelley-Lainé (psychanalyste, auteur de "Peter Pan ou l'enfant triste" Ed. Calmann-Lévy), Claire Chadourne (principale du collège Jean Monnet, à Pau), Christelle (sa cousine) et des élèves du collège - Réalisation François Teste
Hello, dans cet épisode
L'interview croisée d'Emmanuel Todd dans le quotidien Le Figaro : Alain Minc, intellectuel libéral bon teint, était face à Emmanuel Todd, un excellent historien, plutôt classé à gauche. Première remarque intéressante d'Alain Minc au fond, l'Europe se construit toujours sous la menace. Nous croyons tous que l'Europe est née avec la volonté de fer de Jean Monnet et quelques-uns de ses disciples. Eh bien non, elle est née grâce à Staline et à ses menaces sur notre vieux continent. Alain Minc précise que Vladimir Poutine est également une sorte de nouveau père de l'Europe, car c'est grâce à lui et à ses menaces que l'Allemagne a donc cessé de lorgner vers les pays de l'Est et rapprochée de l'Europe de l'Ouest et des Etats-Unis. Et si nous nous sommes rapprochés des Etats-Unis, c'est parce que nous n'avons pas les moyens militaires de nous défendre par nous-mêmes. Ce sont les Etats-Unis qui tirent les marrons du feu de cette guerre en Ukraine et ce sont eux qui font le plus grand effort militaire en Ukraine. Et c'est là où l'interview croisée devient passionnante. Pour l'historien Emmanuel Todd, pas du tout. Nous n'étions pas menacés par la Russie. Pour lui, c'est du pipeau pour le grand public ou les médias, dans le sens où, selon lui, les Russes ne menaçaient pas l'Europe occidentale, vu la disproportion des forces conventionnelles entre l'OTAN et la Russie. Pour lui, la vraie raison de cette guerre, c'est que les Etats-Unis ne voulaient pas d'une domination allemande sur l'Europe. Les Etats-Unis redoutaient une mise en complémentarité de l'industrie allemande et des ressources énergétiques russes. Le rapprochement entre Moscou et Berlin aurait signé l'expulsion des Anglo saxons du continent. Et donc les Etats-Unis ont donc fait exploser le gazoduc Nord Stream, qui associait donc la Russie à l'Allemagne. De son côté, Alain Minc remarque que les Etats-Unis sont en train de changer sur le plan de la géopolitique, changement qui vient principalement de la démographie : les Etats-Unis d'Amérique ont été fondés par des Européens, souvent des Britanniques, des Allemands ou des Néerlandais, et l'élite américaine est donc resté proche de l'Europe au fil du temps. Mais demain, les Américains d'origine chinoise auront remplacé les white anglo saxons protestants. Ce qu'on appelle les WASP et les Américains d'origine indienne auront remplacé la communauté juive. Selon Alain Minc, la carte stratégique des Etats-Unis ne sera plus une carte occidentale ou pro occidentale. L'élite américaine de demain sera asiatique, surtout chinoise et indienne. Et pour eux, l'Europe, c'est juste un continent de vieux avec lequel ils n'ont aucun lien ancestral. --- La chronique économique d'Amid Faljaoui, tous les jours à 8h30 et à 17h30 sur Classic 21, la radio Rock'n'Pop.
Bruno Cardoso Reis é mestre em História Contemporânea pela Faculdade de Letras da Universidade de Lisboa, em Historical Studies pela Universidade Cambridge e é doutorado na área das Relações Internacionais, em War Studies pelo King's College de Londres. Atualmente é Professor no ISCTE-IUL, onde coordena o doutoramento em História e Defesa, em parceria com a Academia Militar. Tem investigado e lecionado sobre História Global, Estudos Europeus, Relações Internacionais, Estudos de Segurança, entre outros. É colaborador regular na imprensa na análise de política e segurança internacional nomeadamente na SIC Notícias e no Observador. Entre 2019-22, foi assessor do Ministro da Defesa Nacional. -> Apoie este projecto e faça parte da comunidade de mecenas do 45 Graus em: 45grauspodcast.com _______________ Índice (com timestamps): (5:03) INÍCIO da conversa: qual era o ambiente que se vivia na Europa nos anos do pós II GM? | Alemanha, Ano Zero (filme) | Plano Morgenthau (14:41) O que levou a França a tomar a iniciativa? Motivos securitarios, políticos e económicos | A OSCE | Salazar e o Plano Marshall | Candidatura do Brasil à OCDE | A ansiedade entre os diplomatas franceses em relação à RFA. | A defesa por Churchill de uns Estados Unidos da Europa (29:13) O que levou a Alemanha a aceitar o Plano Schuman? | O que pesou mais de ambos os lados: realismo ou idealismo? | Europeístas pré sec XX | Plano Pleven. (40:35) A importância do papel dos Estados Unidos. | Guerra da Coreia de 1950 | Reunião da NATO em Lisboa em 1952 | A importância dos Açores para os EUA | A posição da URSS (59:12) Porque escolheu o Reino Unido manter-se de fora? | A Commonwealth | a EFTA enquanto projecto concorrente à Comunidade Europeia | Os dois vetos de De Gaulle à adesão dos britânicos à CEE | o Brexit | Porque não tomaram os britânicos a iniciativa primeiro? (1:13:10) A União Europeia hoje — e o que esperar do futuro | Jean Monnet Livros recomendados: Europa. A Luta pela Supremacia. De 1453 aos nossos dias, de Brendan Simms | O Continente das Trevas - O século XX na Europa, de Mark Mazower _______________ No dia 5 de maio de 1950, Robert Schuman, então ministro dos negócios estrangeiros (MNE) da França, fez uma das comunicações mais marcantes do século XX europeu, ao anunciar o plano francês para que as nações europeias passassem a gerir de forma partilhada os seus recursos de carvão e de aço. O plano era uma ideia da equipa pela política económica do governo francês, liderada por Jean Monnet, que veio a ser uma das principais figuras do projecto. O «Plano Schuman», como ficou conhecido, levaria mais tarde, a 19 de março de 1951 à assinatura do Tratado de Paris e, com ele, à criação da Comunidade Europeia do Carvão e do Aço (CECA), composta por seis países da Europa ocidental: França, Alemanha Ocidental (RFA), Bélgica, Holanda, Luxemburgo (os membros do Benelux) e ainda a Itália. Mas a principal consequência da iniciativa do governo francês não foi económica, mas sim política: criar a aliança franco-germânica que tem estado desde então na base do sucesso do projecto europeu. A proposta de Schuman, e o estender de mão à Alemanha, apanharam a maioria dos observadores de surpresa, porque marcaram uma viragem de 180º em relação à política externa que a França tinha seguido até então. Durante os anos do pós guerra, o grande objectivo francês tinha sido resolver, de uma vez por todas, a eterna “questão alemã” -- ou seja, impedir que o país vizinho pudesse reerguer-se e tornar-se agressivo uma vez mais. E para isso, na visão francesa, era necessário restringir ao máximo a reconstrução da Alemanha, a todos os níveis — político, económico e, sobretudo, militar. Ou seja, o poder político francês acreditava que a força da França dependia diretamente da fraqueza da Alemanha. Mas, de repente, tudo mudou. Schuman anuncia o plano, a RFA aceita e os EUA apoiam-no entusiasticamente, contribuindo decisivamente para a formação da CECA (os únicos a estragar a festa foram os britânicos, que optaram desde o início por ficar de fora das negociações). Como foi isto possível? Este é um tema fascinante e, ao mesmo tempo, complexo. Porque para compreendê-lo temos de perceber o ambiente que se vivia na Europa do pós-guerra, conhecer as prioridades de política externa e interna dos vários países envolvidos ainda ter ainda em conta o papel imprescindível da Guerra Fria em acelerar todo o processo. Ou seja, é preciso, conhecer muito bem a História da Europa deste período nestes vários níveis É, por isso, uma job description difícil. Mas o convidado deste episódio, Bruno Cardoso Reis, encaixa nela perfeitamente. Como vão ver, o convidado tem um conhecimento enciclopédico sobre a História das relações Internacionais, que nos ajuda a compreender as múltiplas dimensões deste período em que começou o processo que viria a dar origem à UE. _______________ Obrigado aos mecenas do podcast: Francisco Hermenegildo, Ricardo Evangelista, Henrique Pais João Baltazar, Salvador Cunha, Abilio Silva, Tiago Leite, Carlos Martins, Galaró family, Corto Lemos, Miguel Marques, Nuno Costa, Nuno e Ana, João Ribeiro, Helder Miranda, Pedro Lima Ferreira, Cesar Carpinteiro, Luis Fernambuco, Fernando Nunes, Manuel Canelas, Tiago Gonçalves, Carlos Pires, João Domingues, Hélio Bragança da Silva, Sandra Ferreira , Paulo Encarnação , BFDC, António Mexia Santos, Luís Guido, Bruno Heleno Tomás Costa, João Saro, Daniel Correia, Rita Mateus, António Padilha, Tiago Queiroz, Carmen Camacho, João Nelas, Francisco Fonseca, Rafael Santos, Andreia Esteves, Ana Teresa Mota, ARUNE BHURALAL, Mário Lourenço, RB, Maria Pimentel, Luis, Geoffrey Marcelino, Alberto Alcalde, António Rocha Pinto, Ruben de Bragança, João Vieira dos Santos, David Teixeira Alves, Armindo Martins , Carlos Nobre, Bernardo Vidal Pimentel, António Oliveira, Paulo Barros, Nuno Brites, Lígia Violas, Tiago Sequeira, Zé da Radio, João Morais, André Gamito, Diogo Costa, Pedro Ribeiro, Bernardo Cortez Vasco Sá Pinto, David , Tiago Pires, Mafalda Pratas, Joana Margarida Alves Martins, Luis Marques, João Raimundo, Francisco Arantes, Mariana Barosa, Nuno Gonçalves, Pedro Rebelo, Miguel Palhas, Ricardo Duarte, Duarte , Tomás Félix, Vasco Lima, Francisco Vasconcelos, Telmo , José Oliveira Pratas, Jose Pedroso, João Diogo Silva, Joao Diogo, José Proença, João Crispim, João Pinho , Afonso Martins, Robertt Valente, João Barbosa, Renato Mendes, Maria Francisca Couto, Antonio Albuquerque, Ana Sousa Amorim, Francisco Santos, Lara Luís, Manuel Martins, Macaco Quitado, Paulo Ferreira, Diogo Rombo, Francisco Manuel Reis, Bruno Lamas, Daniel Almeida, Patrícia Esquível , Diogo Silva, Luis Gomes, Cesar Correia, Cristiano Tavares, Pedro Gaspar, Gil Batista Marinho, Maria Oliveira, João Pereira, Rui Vilao, João Ferreira, Wedge, José Losa, Hélder Moreira, André Abrantes, Henrique Vieira, João Farinha, Manuel Botelho da Silva, João Diamantino, Ana Rita Laureano, Pedro L, Nuno Malvar, Joel, Rui Antunes7, Tomás Saraiva, Cloé Leal de Magalhães, Joao Barbosa, paulo matos, Fábio Monteiro, Tiago Stock, Beatriz Bagulho, Pedro Bravo, Antonio Loureiro, Hugo Ramos, Inês Inocêncio, Telmo Gomes, Sérgio Nunes, Tiago Pedroso, Teresa Pimentel, Rita Noronha, miguel farracho, José Fangueiro, Zé, Margarida Correia-Neves, Bruno Pinto Vitorino, João Lopes, Joana Pereirinha, Gonçalo Baptista, Dario Rodrigues, tati lima, Pedro On The Road, Catarina Fonseca, JC Pacheco, Sofia Ferreira, Inês Ribeiro, Miguel Jacinto, Tiago Agostinho, Margarida Costa Almeida, Helena Pinheiro, Rui Martins, Fábio Videira Santos, Tomás Lucena, João Freitas, Ricardo Sousa, RJ, Francisco Seabra Guimarães, Carlos Branco, David Palhota, Carlos Castro, Alexandre Alves, Cláudia Gomes Batista, Ana Leal, Ricardo Trindade, Luís Machado, Andrzej Stuart-Thompson, Diego Goulart, Filipa Portela, Paulo Rafael, Paloma Nunes, Marta Mendonca, Teresa Painho, Duarte Cameirão, Rodrigo Silva, José Alberto Gomes, Joao Gama, Cristina Loureiro, Tiago Gama, Tiago Rodrigues, Miguel Duarte, Ana Cantanhede, Artur Castro Freire, Rui Passos Rocha, Pedro Costa Antunes, Sofia Almeida, Ricardo Andrade Guimarães, Daniel Pais, Miguel Bastos, Luís Santos _______________ Esta conversa foi editada por: Hugo Oliveira _______________ Bio: Bruno Cardoso Reis é mestre em História Contemporânea pela Faculdade de Letras da Universidade de Lisboa, em Historical Studies pela Universidade Cambridge e é doutor em War Studies pelo King's College de Londres. Entre 2019-22 foi assessor do Ministro da Defesa Nacional. Atualmente é Professor no ISCTE-IUL e Coordenador do respetivo doutoramento em História e Defesa, em parceria com a Academia Militar. Tem lecionado cadeiras de História Global, Estudos Europeus, Relações Internacionais, Estudos de Segurança, Liderança e Grande Estratégia. Sobre estes temas tem publicado artigos e livros vários em Portugal e no estrangeiro. Nomeadamente: Pode Portugal ter uma Estratégia? (2019) É colaborador regular na imprensa na análise de política e segurança internacional nomeadamente na SIC Notícias e no Observador.
Esto es HistoCast. No es Esparta pero casi. Iniciamos el año con una nueva saga de programas, nos lanzamos a ver la Historia de la Unión Europea. Lo hacemos con @cerveranavas al que acompañan @danigalpe, @HugoACanete y @goyix_salduero.Secciones Historia: - Cómo funciona la UE - 19:00 - El concepto de Europa en la historia - 40:05 - Europa Año 0, la ruina material y moral del continente europeo - 1:31:50 - La campaña europeista de Winston Churchill - 2:14:38 - El estallido de la guerra fría - 2:38:42 - El Congreso de la Haya de 1948 - 2:53:55 - Alcide de Gasperi - 3:12:57 - El origen del plan Marshall y la OTAN - 3:24:30 - Harry Truman - 3:29:40 - Josef Stalin - 3:50:10 - El problema alemán - 4:03:35 - Konrad Adenauer - 4:08:57 - El problema de El Sarre - 4:40:18 - Robert Schuman (entrevista a Victoria Martín de la Torre) - 4:47:25 - El plan Monnet-Schuman - 05:03:26 - Jean Monnet - 05:14:44 - Cómo se gesta la declaración Schuman - 05:31:20 - La falsa foto de la declaración Schuman (entrevista a Victoria Martín de la Torre) - 05:46:48 - Bibliografía - 5:59:43
durée : 01:00:24 - Les Nuits de France Culture - par : Albane Penaranda - Par Christophe Deleu - Avec Frédéric Bourdin, Kathleen Kelley-Lainé (psychanalyste, auteur de "Peter Pan ou l'enfant triste" Ed. Calmann-Lévy), Claire Chadourne (principale du collège Jean Monnet, à Pau), Christelle (sa cousine) et des élèves du collège - Réalisation François Teste