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ROMA (ITALPRESS) - L'Intelligenza artificiale spingerà il Prodotto interno lordo italiano fino a 38 miliardi, con una crescita al 2035 dell'1,8%; ma 6 milioni di lavoratori sono a rischio sostituzione, mentre altri 9 milioni potrebbero vedere l'IA integrarsi con le loro mansioni. E' un conto economico in chiaroscuro quello che emerge da “Intelligenza artificiale e persone: chi servirà chi?”, focus presentato da Censis e Confcooperative secondo il quale le professioni più esposte alla sostituzione sono quelle intellettuali automatizzabili come contabili e tecnici bancari, mentre le professioni ad alta complementarità includono avvocati, magistrati e dirigenti. Il grado di "rischio" cresce con l'aumentare del livello di istruzione, come dimostra il dato secondo cui nella classe dei lavoratori a basso rischio solo il 3% possiede una laurea. Anche in questo caso si verificherebbe un acuirsi del gender gap dal momento che le donne risultano più esposte rispetto agli uomini: rappresentano, infatti, il 54% dei lavoratori ad alta esposizione di sostituzione e il 57% di quelli ad alta complementarità. Il gap non è solo di genere ma anche nel confronto tra i sistemi imprenditoriali dei paesi europei. Nel 2024, solo l'8,2% delle imprese italiane utilizza l'IA, contro il 19,7% della Germania e la media UE del 13,5%. Sul fronte occupazionale, si stima che entro il 2030 circa il 27% delle ore lavorate in Europa sarà automatizzato. I settori più esposti sono la ristorazione, il supporto d'ufficio e la produzione, mentre quelli meno impattati sono la sanità e il management.gsl
ROMA (ITALPRESS) - L'Intelligenza artificiale spingerà il Prodotto interno lordo italiano fino a 38 miliardi, con una crescita al 2035 dell'1,8%; ma 6 milioni di lavoratori sono a rischio sostituzione, mentre altri 9 milioni potrebbero vedere l'IA integrarsi con le loro mansioni. E' un conto economico in chiaroscuro quello che emerge da “Intelligenza artificiale e persone: chi servirà chi?”, focus presentato da Censis e Confcooperative secondo il quale le professioni più esposte alla sostituzione sono quelle intellettuali automatizzabili come contabili e tecnici bancari, mentre le professioni ad alta complementarità includono avvocati, magistrati e dirigenti. Il grado di "rischio" cresce con l'aumentare del livello di istruzione, come dimostra il dato secondo cui nella classe dei lavoratori a basso rischio solo il 3% possiede una laurea. Anche in questo caso si verificherebbe un acuirsi del gender gap dal momento che le donne risultano più esposte rispetto agli uomini: rappresentano, infatti, il 54% dei lavoratori ad alta esposizione di sostituzione e il 57% di quelli ad alta complementarità. Il gap non è solo di genere ma anche nel confronto tra i sistemi imprenditoriali dei paesi europei. Nel 2024, solo l'8,2% delle imprese italiane utilizza l'IA, contro il 19,7% della Germania e la media UE del 13,5%. Sul fronte occupazionale, si stima che entro il 2030 circa il 27% delle ore lavorate in Europa sarà automatizzato. I settori più esposti sono la ristorazione, il supporto d'ufficio e la produzione, mentre quelli meno impattati sono la sanità e il management.gsl
Quando a inizio febbraio uno studio della fondazione Gimbe ha certificato che la percentuale del Pil destinata alla spesa sanitaria totale è in calo dello 0,6%, si è scatenato un putiferio. Alcuni leader di partito della maggioranza hanno innescato attacchi diretti al presidente di Gimbe, Nino Cartabellotta, e altri hanno contestato il metodo. Le percentuali sul Pil non contano, hanno spiegato dalla maggioranza. La cosmesi dei numeri della maggioranza passa dalla semplificazione utile per la propaganda: se la spesa sanitaria cresce, nessuno deve permettersi di fiatare. Francesco Zaffini, senatore di Fratelli d'Italia e presidente della Commissione Affari Sociali del Senato, già lo scorso ottobre l'aveva detto chiaro e tondo, rispondendo a un attacco di Giuseppe Conte: «A Conte dico che la percentuale sul Pil non conta, il 2023 è stato in crescita», disse ospite di Coffee Break su La7. L'anno prima anche il deputato di Forza Italia Ugo Cappellacci aveva parlato di una “stucchevole litania sulle cifre” perché “il problema non è la quantità di risorse”. Il ragionamento di Cappellacci era: “il 6,2 per cento della spesa sanitaria sul Pil è una misura esattamente pari a quella che era stata prevista dal governo precedente. È stata confermata con la differenza che il Pil è aumentato e quindi, in termini assoluti, anche la cifra destinata alla sanità”. Insomma, la percentuale sul Pil è una gabbia brutta, sporca e cattiva che l'opposizione usa per sabotare il governo. Da mesi ci dicono di smetterla di usare il Pil per sentirci in dovere di fare qualcosa. Basta Pil, ripetono. Fino a ieri. Da ieri le percentuali del Pil che servono per gli armamenti sono tornate a essere un argomento serissimo. #LaSveglia per La NotiziaDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/la-sveglia-di-giulio-cavalli--3269492/support.
Italia a crescita zero. L'ISTAT ha pubblicato ieri i dati sulle stime preliminari del quarto trimestre del 2024, il fatturato dell'industria di novembre e l'occupazione. Una sequela di numeri che certificano la progressiva crisi dell'economia italiana. Il PIL del 2024 si chiuderà a +0,5%, la metà di quanto stimato dal governo e meno delle previsioni degli istituti internazionali. Unico elemento positivo è la ripresa dell'andamento dell'industria, confermato anche dal fatturato di novembre. Non è però detto che tutto questo venga confermato almeno nel primo semestre di quest'anno. La conferma arriva dal Consiglio Direttivo della BCE che prosegue nel taglio timido dei tassi, ampliando la divergenza con la FED che, sempre in settimana, ha deciso di non muovere l'andamento dell'economia. La conferenza stampa della governatrice Lagarde è stata quasi un match con i giornalisti che hanno tempestato di domande la presidente dell'Eurotower per capire eventuali indicazioni sulle scelte della Banca Centrale, ricevendo però sempre e solo risposte lapidarie: "È irrealistico tornare alle indicazioni prospettiche perché l'incertezza sta aumentando in questo momento". In questo contesto si inserisce la conferenza della presidente della Commissione VDL che ha presentato la "Bussola Competitività": 27 cartelle di scenario con molti rimandi a provvedimenti specifici che dovrebbero vedere la luce tra fine febbraio e il prossimo maggio. L'unica certezza è che, sotto la pressione di Germania, Italia e altri paesi e in vista delle elezioni tedesche, la Commissione è pronta a una frenata secca sul Green Deal. Per evitare la guerra ideologica dopo le dichiarazioni di Trump, si parte con la ridenominazione: ora si chiama Clean Industry. Poi, nascosto nel capitolo semplificazione, viene rinviato tutto il pacchetto di direttive destinate alla trasparenza nella conduzione delle attività economiche. Ci riferiamo al pacchetto CSDD, CRSD, tassonomia, veri e propri pilastri decisi dalla prima Commissione VDL e tutti approvati dal Parlamento Europeo che avrebbero dovuto entrare in vigore tra questo e il prossimo anno. Sicuramente i tecnici della Commissione non hanno tenuto sufficientemente in considerazione le difficoltà delle PMI ad adeguarsi a norme stringenti sulla trasparenza nella conduzione delle loro attività. Tra gli elementi nuovi della Bussola c'è sicuramente la proposta di revisione del CBAM, lo strumento base per difendere la manifattura europea dal dumping ambientale dei prodotti importati da altri continenti con impronta di carbonio molto negativa. Entro marzo la VDL annuncia il piano d'azione sull'automotive. Noi, grazie al lavoro di Roberto Romano per TheWashingNews.com, possiamo anticipare alcuni numeri delle analisi che saranno pubblicate integralmente tra una decina di giorni. Il Wall Street Journal ha fatto le pulci ai conti di Tesla, evidenziando che le vendite non vanno così bene, diversamente dai bonus energetici. Veniamo all'Italia, dove sono in corso due grandi partite che definiamo risiko bancario ma che in realtà sembrano sempre più una partita di potere economico-finanziario molto importante per i futuri assetti. Stiamo ovviamente parlando dell'assalto di MPS a Mediobanca e Unicredit a BPM, che si intreccia in larga parte e ruota sempre intorno all'istituto senese. In settimana il CDA di Mediobanca ha bocciato senza appello l'OPS di MPS, sostenendo che distrugge valore per gli azionisti di Piazzetta Cuccia. In realtà la partita ha come obiettivo strategico il controllo delle Generali e l'attore è e rimane Francesco Gaetano Caltagirone, quello che con la sua massima compiacenza è stato dipinto da alcune firme di punta del giornalismo l'ottavo re di Roma. Oggi l'AD di Generali imperversa sulle pagine economiche dei principali quotidiani e in particolare sulla Stampa, dove spiega la strategia dell'alleanza con la francese Natixis, oggetto della campagna sulla difesa del risparmio nazionale lanciata, guarda caso, dai quotidiani del gruppo Caltagirone. Sull'altra partita, oggi o al più tardi lunedì, Unicredit presenterà la notifica formale al governo relativa all'OPS su BPM. Da quel momento il MEF ha 45 giorni per dare una risposta e mettere eventuali paletti. Lontano dai riflettori c'è la battaglia sul cosiddetto Milleproroghe, che ogni anno diventa l'omnibuss dove le maggioranze parlamentari e tutti i governi buttano i provvedimenti che soddisfano le esigenze dei diversi interessi economici e territoriali. È così che, per esempio, c'è battaglia sulle concessioni idroelettriche. Un asse FI, PD, IV punta a imporre un rinvio sino a fine anno. Questa è stata però la settimana del clamoroso sequestro da 46 milioni ai danni della multinazionale FedEx. È solo l'ultimo atto della Procura di Milano sul sistema malato cresciuto nel comparto della logistica. Negli ultimi tre anni i magistrati milanesi hanno recuperato 552 milioni tra imposte e contributi evasi. Uno dei nodi è il mancato recepimento del regolamento UE 1055 del 2022. L'attenzione è tutta puntata sulla mossa di DeepSeek, che è stata bloccata per ora dall'AGCOM, ma nella battaglia sull'IA per i consumatori potrebbe emergere come vincitrice la Apple, secondo un'analisi pubblicata oggi dall'FT. Dazi minacciati su tutto, ma ci saranno e dove ogni giorno cambia il panorama. Meta pagherà 25 milioni di dollari a Trump per aver cancellato il suo account.
Nel nuovo episodio del podcast settimanale di Wall Street Italia ci concentriamo su tre notizie finanziarie importanti. Subito il focus sui risultati positivi delle trimestrali delle banche USA, con Morgan Stanley e Bank of America che superano le attese. Spazio anche alla mossa di Intesa Sanpaolo, prima grande banca italiana a investire in Bitcoin, e alla crescita del PIL cinese, che nel 2024 ha raggiunto il 5%, uno dei dati più bassi degli ultimi anni. Un'analisi chiara e approfondita per rimanere aggiornati sulle principali dinamiche finanziarie globali. Ascoltala subito la puntata!
Nel terzo trimestre di quest'anno la crescita del Pil è stata pari a zero rispetto ai tre mesi precedenti. Ed è solo dello 0,4% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso. Analizziamo le principali cause: alto costo dell'energia per le aziende e minor domanda dall'estero, oltre a una Germania che ci trascina giù con lei. Intanto Itinerari Previdenziali ha fatto un po' di conti su quanti sono gli italiani che dichiarano meno di 20mila euro e a cui tutti gli altri quindi pagano le tasse: la piramide è rovesciata. Mentre il ministro della Salute Orazio Schillaci parla del suo piano per portare in Italia circa 10mila infermieri dall'India. ... Qui il link per iscriversi al canale Whatsapp di Notizie a colazione: https://whatsapp.com/channel/0029Va7X7C4DjiOmdBGtOL3z Per iscriverti al canale Telegram: https://t.me/notizieacolazione ... Qui gli altri podcast di Class Editori: https://milanofinanza.it/podcast Musica https://www.bensound.com Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
ROMA (ITALPRESS) - Nel 2024 i consumi tornano ai livelli pre-Covid ma, rispetto allo scorso anno, rallentano in tutte le Regioni ad eccezione di Liguria e Umbria, dove crescono rispettivamente di 7 e 4 decimi di punto, e del Molise, dove sono stabili. Per quanto riguarda il Prodotto interno lordo, nel 2024 la stima è di un +0,8%; a livello territoriale, il Mezzogiorno cresce più del doppio rispetto al Nord, ma i consumi al Sud mostrano una maggiore debolezza e il divario tra le due aree resta ampio. Il Pil pro capite registra uno scarto superiore ai 18.000 euro: a pesare, la dinamica demografica. La popolazione del Sud, infatti, ha subito una riduzione di circa 161.000 unità tra il 2022 e il 2024. Sono i principali risultati che emergono dall'analisi sulle economie regionali dell'Ufficio Studi di Confcommercio. "L'economia italiana è in una fase complessa: il Sud cresce più del Nord, ma il divario resta ancora ampio. Preoccupano, in generale, la crisi demografica e la debolezza dei consumi: c'è un problema di fiducia, nonostante l'aumento dei redditi reali - spiega il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli -. Occorre più coraggio nella revisione della spesa pubblica, per poter alleggerire il peso fiscale che penalizza famiglie e imprese".fsc/gsl
BARI (ITALPRESS) - “Dati alla mano è un 2023 in cui in Puglia e a Bari in particolare è cresciuto il Pil e sono soprattutto cresciute le entrate contributive. Dico soprattutto, perché all'istituto interessano quelle al fine di provvedere adeguatamente al pagamento delle prestazioni previdenziali e assistenziali. Cresce l'occupazione, anche se trainata dai rapporti di lavoro a tempo determinato e stagionali. Chiaramente poi bisogna nettizzare il tutto con riferimento alle persone che lavorano per poche ore, per pochi giorni all'anno. Sta di fatto che a Bari, rispetto al resto della regione, registriamo una crescita occupazionale più elevata e un tasso di disoccupazione che si avvicina alla media nazionale". Lo ha detto il direttore regionale dell'Inps, Vincenzo Tedescoxa2/pc/
ROMA (ITALPRESS) - L'Istat, in base alla revisione generale dei conti economici nazionali, ha rivisto al ribasso le stime di crescita del Pil per il 2023. In particolare, sulla base dei nuovi dati, il tasso di variazione del prodotto interno lordo in volume è pari a 0,7%, in ribasso di 0,2 punti percentuali rispetto alla stima del marzo scorso. Nel 2022 l'Istat sottolinea che il Pil in volume è aumentato del 4,7%, al rialzo di 0,7 punti percentuali, nel 2021 è cresciuto dell'8,9%, con una revisione di +0,6 punti percentuali. Il Pil in volume del 2023 si è attestato a un livello per la prima volta superiore al massimo raggiunto prima della crisi finanziaria del 2008. L'Istat fa notare che la revisione generale dei conti economici e degli aggregati di finanza pubblica ha comportato un miglioramento dell'indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche in rapporto al Pil che, per il 2022 e per il 2023, si attesta rispettivamente a -8,1% e -7,2%, dal -8,6% e -7,4% nelle stime rilasciate lo scorso aprile.fsc
Prosegue il rialzo delle Borse europee che in alcuni casi viaggiano sui massimi storici, rafforzate dalla revisione al rialzo del Pil statunitense, cresciuto del 3% nel secondo trimestre 2024, in base alla seconda lettura del dato. Le attese erano per un dato al 2,8%, pari alla prima lettura. A Wall Street si registra però lo scivolone di Nvidia dopo i conti che, seppur solidi, non sono riusciti a placare le preoccupazioni degli investitori sulla tenuta del settore dell intelligenza artificiale. Il colosso controlla l'80% del mercato dei semiconduttori per l'Ia. Il commento di Maximilian Cellino, Il Sole 24 Ore.L'Europa dell'auto in stallo: a luglio +0,4% di immatricolazioniUna crescita delle immatricolazioni nell area (Ue, Efta e Uk) dello 0,4% nel mese di luglio e volumi che dall inizio dell anno hanno recuperato il 3,9% restando di quasi il 20% sotto i livelli del 2019. I dati diffusi dall Acea restituiscono una situazione del mercato auto in Europa in stallo. «Non vi è quindi ancora nessun segnale che autorizzi a ritenere che il mercato dell auto possa ritornare in tempi ragionevolmente brevi ai livelli ante-crisi e ciò nonostante che il prodotto interno lordo della Ue abbia pienamente recupero gli effetti della crisi» scrive nella sua nota il Centro Studi Promotor.Ne parliamo con Gian Primo Quagliano, direttore Centro Studi Promotor.
Parto dagli effetti dell'uccisione del capo di Hamas Haniyeh in Iran. Vediamo le conseguenze sui mercati e sulle materie prime. Vado sui risultati di Microsoft e AMD a Wall Street e concludo con i dati sul pil italiano, mentre la Germania fatica ancora. Vi aspetto.
ROMA (ITALPRESS) - La crescita è lenta, e i consumi, complice anche la stagnazione salariale, restano fragili. Lo scrive Bankitalia nel suo bollettino economico: "Dopo la moderata espansione del primo trimestre di quest'anno, il Pil ha continuato a crescere in misura contenuta in primavera". Un miglioramento, osserva via Nazionale, "sostenuto ancora dai servizi, in particolare del turismo, che si avvantaggia del buon andamento della spesa dei viaggiatori stranieri. Per contro l'attività si è ridotta nelle costruzioni e nella manifattura. Dal lato della domanda, all'ulteriore espansione delle esportazioni e alle indicazioni positive sui consumi si associa un quadro meno favorevole per gli investimenti". In questo contesto le aspettative sono modeste. Il Pil aumenterà dello 0,6 per cento nel 2024, dello 0,9 nel 2025 e dell'1,1 nel 2026. L'eventuale aggravamento dei conflitti in corso rappresenta ancora il principale rischio al ribasso per la crescita globale. L'aumento dell'occupazione e soprattutto il calo dell'inflazione che in Italia è sotto la media Ue e ben al di sotto dell'obiettivo del 2%, hanno fatto risalire il potere d'acquisto. Tuttavia le famiglie si troveranno di fronte in questi mesi vacanzieri a una robusta crescita dei prezzi nel comparto turistico.mgg/abr/mrv
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Inizia oggi la terza assemblea plenaria del partito comunista cinese del quinquennio, che ha come tema principale gli interventi per risollevare l'economia del Paese dalla crisi immobiliare e dalla pandemia. I quattro giorni della riunione, in programma fino a giovedì, saranno attentamente osservati a livello globale perché i vertici politici di Pechino aggiorneranno la politica economica del Paese. Ufficialmente si lavora a "misure importanti". Il mantra è "nuova forza produttiva di qualità". Il 'conclave', sottolineano gli osservatori, giunge in un momento in cui resta in dubbio la ripresa della Cina, tra tempesta nel settore immobiliare e conseguenze delle politiche decise nel mezzo della pandemia di Covid-19. Intanto questa mattina l'ufficio nazionale di statistica cinese ha reso noto che nel secondo trimestre 2024, il Pil della Cina è aumentato del 4,7% su base annua, meno del previsto 5,1%. Frenano anche le vendite al dettaglio di giugno, che si limitano a un incremento del 2% contro l'atteso 3,3%. Positivo invece il risultato della produzione industriale che segna un incremento del 5,3%, superiore alle aspettative. Ne parliamo con Luca Simoncelli è Investment Strategist di Invesco.Le sfide dell'Intelligenza artificiale "La crisi epocale della pandemia ci ha fatto superare l'ultimo miglio dello tsunami digitale perché per la prima volta ci siamo trovati, tra le pareti delle nostre case, a sviluppare solo digitalmente idee, relazioni, affari ha dichiarato il neo Presidente dell'Osservatorio Italiano sull'Intelligenza Artificiale Angelo Deina -. In sintesi, abbiamo vissuto il più grande esperimento sociale della Storia generando una trasformazione epocale: l'era delle reti e dell'IA è entrata d'impatto nelle nostre vite cambiandole". Approfondiamo il tema con Angelo Deiana, Presidente di Confassociazioni e neo Presidente dell'Osservatorio Italiano sull'Intelligenza Artificiale.L'export italiano cresce del 30,4% rispetto al 2019Nel 2023 export italiano a quota 626 miliardi di euro, stabile rispetto al 2022 ma cresciuto del +30,4% rispetto al 2019 (480 miliardi di euro) e del +60,5% sul 2012 (390 miliardi di euro). L'Italia supera la Corea del Sud ed è sesta nella graduatoria dei principali esportatori mondiali di merci. È quanto rivela l'analisi di ICE che rivela che le imprese che hanno esportato in modo continuativo nel periodo 2021-2023 hanno aumentato le vendite all estero del 18% in valore e del 3,4% in volume, con i tassi di crescita più elevati per le micro e le grandi imprese. Ne parliamo con Matteo Zoppas, presidente ICE - Agenzia per la promozione all'estero e l'internazionalizzazione delle imprese.
Dopo i dati negativi della manifattura (produzione industriale a marzo -0,5% su mese, -3,5% annuo; e produzione metalmeccanica nel primo trimestre dell'anno ha registrato un calo del 2,1% rispetto al trimestre precedente e del 4,1% rispetto al primo trimestre del 2023) anche le vendite al dettaglio non lasciano ben sperare. Ad aprile le vendite al dettaglio registrano una variazione congiunturale negativa sia in valore sia in volume (rispettivamente -0,1% e -0,3%). Lo rileva l'Istat diffondendo le stime sul commercio al dettaglio. Su base tendenziale, le vendite al dettaglio diminuiscono dell'1,9% in valore e del 3,3% in volume. "Ad aprile 2024, rispetto al mese precedente, le vendite al dettaglio registrano una lieve diminuzione. Le vendite dei beni alimentari sono in calo mentre quelle dei beni non alimentari mostrano un aumento contenuto", spiega l'Istat nel suo commento. "A livello tendenziale si registra una variazione negativa sia in valore sia in volume, determinata dalla flessione delle vendite di beni alimentari, che anche questo mese risentono in misura significativa della differente collocazione della Pasqua, che nell'anno in corso è caduta a fine marzo mentre nel 2023 ha avuto luogo ad aprile". Ma intanto proprio l'Istat vede per il Pil italiano è una crescita dell 1% nel 2024 e dell 1,1% nel 2025, in moderata accelerazione rispetto al 2023, scrive l Istat nelle prospettive per l economia italiana 2024-25. Nel Def di aprile la stima tendenziale è di +1% quest anno e +1,2% il prossimo. Ne parliamo con Patrizia De Luise, presidente nazionale Confesercenti e con Mariano Bella, direttore Ufficio studi Confcommercio.Bce taglia i tassi ma alza le stime di inflazione: Lagarde prevede un percorso accidentatoLa Banca centrale europea taglia i tassi. Come previsto. Si tratta del primo taglio dei tassi nell'Unione europea dal settembre 2019 e della fine del ciclo di inasprimento monetario iniziato nel luglio 2022 e dopo nove mesi di attesa (aumento complessivo di 450 punti base attuato tra il luglio 2022 e il settembre 2023). Con una riduzione di un quarto di punto percentuale, ha portato il tasso sui depositi dal 4 al 3,75%, quello sulle di riferimento dal 4,50 al 4,25 per cento e quello sui prestiti marginali dal 4,75% al 4,50 per cento. La decisione è stata presa con un solo governatore contrario. Sono state però riviste al rialzo le previsioni sull inflazione. Le prossime decisioni saranno prese «meeting dopo meeting» e la riduzione dei tassi seguirà «un percorso accidentato», ha detto in conferenza stampa la presidente Christine Lagarde. La Bce non dà quindi indicazioni sul ritmo della normalizzazione: sottolinea anzi nel comunicato che «le pressioni restano forti, dal momento che la crescita dei salari resta elevata e l inflazione resterà verosimilmente a livelli più alti del target per gran parte del 2025». Indicatori anticipatori sul costo del lavoro - ha poi aggiunto Lagarde - indicano che la sua crescita si ridurrà nel corso dell anno. I profitti, inoltre, stanno assorbendo parte della crescita «pronunciata» dei costi del lavoro unitari, «il che riduce i soui effetti inflazionistici».Nello specifico la Lagarde ha dichiarato: "Ci saranno vari scossoni sulla strada" dell'allentamento della stretta monetaria, "alcuni li possiamo anticipare e predire, ma altri possono arrivare a sorpresa oppure alcuni li anticipiamo ma la portata è più grade del previsto. E' una strada accidentata e i prossimi mesi saranno altrettanto, lo sappiamo". Approfondiamo il tema con Donato Masciandaro, docente politiche monetarie università Bocconi, editorialista de Il Sole 24 Ore.
In 60 secondi, ogni giorno, il vicedirettore del Sole 24 Ore Alberto Orioli commenta le principali notizie, su Radio24 e in questo podcast
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In Italia solo a fine 2023 il Pil reale è tornato ai livelli del 2007, quelli precedenti il crak della Lehman Brothers: in 15 anni si è accumulato un divario di crescita di oltre 10 punti con la Spagna, 14 con la Francia e 17 con la Germania. Se si confronta il 2023 con il 2000, il divario è di oltre 20 punti con Francia e Germania, e di oltre 30 con la Spagna. Il 32esimo rapporto annuale dell Istat sulla situazione del Paese - presentato a Montecitorio il 15 maggio - fotografa un economia che nell ultimo triennio è cresciuta di più della media Ue27 e di più di Francia e Germania ma permangono fattori di debolezza strutturali e ritardi sulle parti più innovative. Alla crescita si è associato il buon andamento del mercato del lavoro. La stagnazione della produttività del lavoro è uno degli elementi che ha caratterizzato il debole andamento del Pil in volume negli ultimi vent anni e il conseguente allargamento del divario di crescita con le altre principali economie dell Ue. In volume, il Pil per ora lavorata in Italia è cresciuto di solo l 1,3 per cento tra 2007 e 2023, contro il 3,6 per cento in Francia, il 10,5 in Germania e il 15,2 per cento in Spagna. Nel sistema delle imprese, in Italia, il livello della produttività (valore aggiunto per addetto) a prezzi correnti nella manifattura è inferiore a quello osservato in Francia e Germania solo nel segmento delle micro e piccole imprese, che però hanno un peso maggiore in Italia. Nei servizi, invece, le imprese italiane mostrano una produttività inferiore in tutte le classi dimensionali. Insomma, scrive l'Istat, negli ultimi 20 anni, l'Italia ha difeso il proprio posizionamento come paese esportatore, ma la concorrenza delle economie emergenti ha messo in crisi una parte rilevante delle industrie su cui si basava la specializzazione nazionale, che si è gradualmente modificata. In questo contesto però fa ben sperare la previsione della Commissione europea che oggi ha ricordato che, nonostante l Italia continui a essere segnata da una crescita debole, ma che quest'anno dovrebbe far segnare un +0,9% quest anno, una cifra molto vicina all'1% stimato dal governo. L'Italia - con una crescita dello 0,9% nel 2024 e dell'1,1% nel 2025 - quest'anno crescerà più di Germania e Francia. E' quanto emerge dalle previsioni economiche di primavera della Commissione europea. "Dopo la recessione nel 2023, si prevede che l'attività economica in Germania ristagnerà nel 2024", evidenzia la Commissione europea. La crescita di Berlino è prevista allo 0,1% nel 2024 per poi raggiungere l'1% nel 2025, restando fanalino di coda tra i maggiori Paesi dell'Eurozona. La Francia crescerà invece dello 0,7% nel 2024, per arrivare all'1,3% nel 2025. A trainare l'Eurozona risultano essere i Paesi del sud. L'attività economica in Spagna dovrebbe crescere del 2,1% nel 2024 e dell'1,9% nel 2025, trainata dalla domanda interna e sostenuta da un forte mercato del lavoro. Per la Grecia si prevede una crescita del 2,2% quest'anno e del 2,3% il prossimo. Il Portogallo registrerà un aumento del Pil dell'1,7% nel 2024 e dell'1,9% nel 2025. Ieri ha presentato le sue stime anche Ey e Oxford Economics stimano per l'Italia una crescita del Pil reale intorno allo 0,7%-0,8% nel 2024 e poco sopra l'1% nel 2025, con una riduzione del tasso di inflazione dal 5,6% nel 2023 al di sotto del target della Bce del 2% per il 2024 e il 2025. Ne parliamo con Mario Rocco, Valuation, Modelling and Economics Leader di EY in Italia.Quando l'internazionalizzazione è una storia di successo. E la questione Sugar TaxLa famiglia Busi è tra gli storici imbottigliatori di CocaCola (gli imbottigliatori per il modello di business di CocaCola sono importantissimi), in Italia e all'estero. Il 19 maggio la Coca-Cola Bottling Shqiperia (CCBS) festeggia i 30 anni di presenza in Albania, l'evento sarà celebrato presso la "Piramide" di Tirana e vedrà anche la partecipazione del Primo Ministro Edi Rama. La famiglia Busi in Albania è riuscita a sviluppare con successo uno dei brand iconici a livello globale, nonostante un contesto imprenditoriale molto complesso. Si tratta di un traguardo storico per una famiglia di industriali italiani che trent'anni fa ha deciso di internazionalizzare il proprio business investendo in un Paese che oggi è terra di grandi opportunità per le imprese italiane innovative.Il tutto è stato possibile esportando le best practices italiane, che vedono il Gruppo Acies (con sede a Bologna) attivo anche a Catania attraverso Sibeg Coca-Cola, azienda virtuosa che dal 1960 produce, imbottiglia, sviluppa e distribuisce in esclusiva per la Sicilia le bevande di The Coca-Cola Company. CCBS è il risultato della volontà di trasformare una delle più importanti Global Company in un'impresa familiare a km0, con l'obiettivo di portare valore aggiunto in un Paese che si distingue per l'intelligenza, la vivacità e la resilienza delle sue risorse. In questo contesto si inerisce però un "pericolo scampato" tutto italiano. Ieri infatti, dopo giorni in cui si paventava l'imminente introduzione della Sugar Tax per il prossimo luglio, l'imposta è stata spostata al 2025. La legge punta a disincentivare l'acquisto di drink e bevande ad alta concentrazione di zuccheri, facendone aumentare il pezzo alla vendita. Da Palazzo Chigi ricordano che sia la sugar che la plastic tax sono state introdotte con la legge di Bilancio 2020 dal Governo Conte 2, ma fino ad oggi è stata oggetto di continui rinvii. Con la manovra 2024 l'ultima proroga è fissata a luglio 2024. Le associazioni, compresa Confindustria Catania e Assobibe, si sono dette soddisfatte del rinvio, ma come si sta organizzando la filiera per prepararsi a una tassa che inevitabilmente a breve verrà introdotta?Ne parliamo con Cristina Busi, neo eletta presidente di Confindustria Catania (eletta lo scorso 3 maggio) e vicepresidente con delega alle piccole e medie imprese di Assobibe (Associazione Italiana Industria Bevande analcoliche).Reclutamenti in salita, i rifiuti dei candidati sono oltre la metàSecondo l'Osservatorio Hr del PoliMi, il 90% dei lavoratori vive una condizione di malessere: il benessere è il primo motivo per cambiare lavoro ma le aspettative spesso sono deluse. Nel nostro Paese, della ricerca del benessere da parte dei lavoratori le direzioni delle risorse umane non possono non tenere conto, perché sta condizionando sempre più prepotentemente il mercato del lavoro. Non come categoria astratta, come mostrano alcuni trend: uno è sicuramente l'aumento del tasso di rifiuti dei candidati alle proposte di lavoro in fase di selezione che ormai supera la metà, aggravando il mismatch domanda e offerta. I più giovani ormai fanno colloqui in maniera quasi compulsiva «e sono sempre alla ricerca di un lavoro dove stare meglio. Chi fa parte della Gen Z non si preoccupa nemmeno di interrompere un percorso professionale durante la fase di induction, quella in cui si viene inseriti in azienda», spiega il professor Mariano Corso, responsabile scientifico dell'Osservatorio hr innovation practice della School of management del Politecnico di Milano, che ha realizzato con Doxa una ricerca sui temi dominanti nella gestione delle risorse umane. L'inquietudine della GenZ Il confronto tra le diverse generazioni mostra un approccio diverso rispetto al lavoro. «Sicuramente la GenZ appare come quella più inquieta, capace di rassegnare le dimissioni anche in fase di inserimento e sempre alla ricerca di qualcosa di meglio che consenta di avere dal lavoro maggiore soddisfazione, senza però sacrificare gli spazi privati - dice Corso -. Se per un giovane boomer, una volta iniziato un determinato percorso di carriera il lavoro diventava una priorità assoluta, per la GenZ non è così, tant'è che i più giovani hanno un'opinione negativa di chi oggi sacrifica tutto per il lavoro». In questo contesto non ci deve stupire che i ragazzi facciano continuamente colloqui e tantomeno la percentuale molto elevata di rifiuti che le aziende ricevono in fase di recruiting da parte dei candidati, che sono in crescita e sono saliti alla quota record del 54%. Così come non stupisce il dato del 17% delle aziende che parla di neoassunti che hanno lasciato il posto durante la fase di induction. Nell'interpretazione di Corso «il mondo del lavoro negli ultimi anni è stato interessato da una vera e propria rivoluzione e la ricerca del "vivere bene" è una risposta alle incertezze emergenti. Se in passato il lavoro era il centro delle aspirazioni e dei progetti di autorealizzazione per crescere anche di ruolo e status sociale, ora la fragilità del futuro sembra spingere le persone soprattutto a stare bene qui ed ora. Nel lavoro si cerca un benessere economico e mentale, in cui la flessibilità nei tempi e luoghi è fondamentale.Ne parliamo con Cristina Casadei, Sole24Ore.
ROMA (ITALPRESS) - Lieve miglioramento della performance economica dell'agroalimentare nel quarto trimestre 2023, con un aumento del PIL nei confronti del trimestre precedente dello 0,2% e dello 0,6% rispetto al 2022. È quanto emerge dal CREAgritrend, il bollettino trimestrale messo a punto dal CREA, con il suo Centro di Ricerca Politiche e Bioeconomia. Rispetto allo stesso periodo del 2022, fra ottobre e dicembre 2023, l'indice della produzione ha registrato un incremento per l'industria alimentare e una flessione per quella delle bevande.fsc/gsl
ROMA (ITALPRESS) - Lieve miglioramento della performance economica dell'agroalimentare nel quarto trimestre 2023, con un aumento del PIL nei confronti del trimestre precedente dello 0,2% e dello 0,6% rispetto al 2022. È quanto emerge dal CREAgritrend, il bollettino trimestrale messo a punto dal CREA, con il suo Centro di Ricerca Politiche e Bioeconomia. Rispetto allo stesso periodo del 2022, fra ottobre e dicembre 2023, l'indice della produzione ha registrato un incremento per l'industria alimentare e una flessione per quella delle bevande.fsc/gsl
I Paesi del G7, confermando le anticipazioni di ieri si impegnano a "eliminare progressivamente la generazione di energia a carbone durante la prima metà degli anni 2030 o in un periodo coerente con il mantenimento dell'aumento della temperatura entro un grado e mezzo". È questa la rotta tracciata, con il documento finale, dalla riunione del G7 Ambiente Clima ed Energia che si chiude oggi alla reggia di Venaria Reale (Torino) e che ribadisce la traiettoria disegnata dalla COP 28 e dalle precedenti sessioni del G7 nell'ottica di mettere in campo misure concrete come auspicato alla vigilia dal padrone di casa, il ministro dell'Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin.Ne parliamo con:- Sergio Ferraris, Direttore QualEnergia e autore del libro "Vivere senza gas"- Agostino Re Rebaudengo, Presidente Elettricità FuturaLavoro e Fisco, da Cdm ok a riforma Coesione e decreto Ires-IrpefIl Consiglio dei ministri ha approvato il decreto legge che riforma le politiche di Coesione e il decreto legislativo per la revisione del regime Irpef e Ires. Ora le nuove misure sono contenute nel decreto Coesione, che riforma le relative politiche in materia, e in un decreto legislativo, nell'ambito dell'attuazione della delega fiscale.Ieri la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, insieme a metà Governo, aveva presentato ai sindacati le novità in arrivo sul lavoro e sul fisco in vista della festa dei lavoratori mettendo sul tavolo un "nuovo decreto Primo maggio" - come già ribattezzato - dopo che l'anno scorso in quella data furono approvate le norme sull'inclusione, con l'addio al Reddito di cittadinanza, sulle causali per i contratti a termine e sul taglio del cuneo fiscale fino a 7 punti. L'obiettivo, come rimarcato da Meloni è quello di continuare a sostenere la crescita dell occupazione, la riduzione della disoccupazione e degli inattivi, ovvero di coloro che non hanno un lavoro e neppure lo cercano, per farli rientrare nel mercato. E anche di difendere il potere d acquisto delle famiglie e dei lavoratori, segnatamente quelli più esposti.La premier aveva preannunciato anche una misura per erogare «a gennaio 2025, un indennità di 100 euro a favore dei lavoratori dipendenti, con reddito complessivo non superiore a 28.000 euro con coniuge e almeno un figlio a carico, oppure per le famiglie monogenitoriali con un unico figlio a carico». La misura è già stata ribattezzata "Bonus Befana".Ne parliamo con Giorgio Pogliotti - Sole 24 Ore.Pil, inflazione e protezionismo, tra macroeconomia e geopoliticaOggi sono usciti i dati del Pil dell'Eurozona e di Italia, Spagna, Francia e Germania. Anche i dati sull'inflazione.Il Pil cresce ovunque e l'inflazione cala dappertutto, con l'eccezione della Germania.Dopo oltre due decenni di globalizzazione, da qualche anno è in corso un fenomeno opposto di deglobalizzazione, con politiche protezioniste, sanzioni e accorciamento delle filiere.Ne parliamo con Adriana Castagnoli, Professoressa di Storia Contemporanea ed economica all'Università di Torino ed editorialista del Sole 24 ore.
ROMA (ITALPRESS) - L'economia italiana cresce lentamente ma va meglio del previsto. Il Pil crescerà dello 0,9% nel 2024 e dell'1,2% nel 2025, con i consumi rispettivamente a +0,9% e a +1,1%, mentre l'inflazione si collocherà all'1,3% quest'anno e all'1,7% nel 2025. È quanto emerge dalla ricerca “L'Italia in Europa” presentata da Confcommercio in apertura del Forum internazionale “I protagonisti del mercato e gli scenari per gli anni 2000”, organizzato a Roma in collaborazione con Ambrosetti. La due giorni mette a confronto protagonisti della politica e della ricerca su temi come guerra e pace, intelligenza artificiale e crescita economica, Unione europea e Made in Italy. xi2/sat/gtr
Il volume di pannelli usati nel mondo nel 2030 arriverà a circa 8 mln di tonnellate (è una stima ottimistica). Nel 2050 raggiungerà 80 milioni di tonnellate. La Cina esporta il 90% dei pannelli utilizzati nel mondo. È probabile un collo di bottiglia. Solo nel 2023 in EU abbiamo importato dalla Cina circa 203 milioni di pannelli, in grado di produrre 101.5GW. Equivalgono a circa 254 mila container che messi uno in fila all'altro potrebbero collegare Torino con Tromso, al circolo polare artico). Le stime sono in crescita. Secondo studi della Arizona State University, si registra una carenza di argento. Il comparto fotovoltaico cuba il 15% dell'argento al mondo(fonte Bloomberg) e di questo passo nel 2040 si arriverà a consumarne il 100% dell'argento estratto in anno. KeepTheSun, primo marketplace italiano di pannelli fotovoltaici usati, ha come obiettivi: trasformare un potenziale rifiuto in una fonte di energia pulita e a basso costo, dare nuovo impulso alla transizione energetica in un'ottica di economia circolare e sostenere così la filiera europea del fotovoltaico. Un progetto dell'ESCo (Energy Service Company) COESA che dopo una prima fase di test da metà Marzo è diventato pienamente operativo. L'azienda torinese - che sviluppa soluzioni all'avanguardia per la transizione ecologica di imprese, pubblica amministrazione e famiglie - punta a un mercato tutto da costruire, gestito attualmente in maniera amatoriale da privati che vendono i vecchi pannelli sulle piattaforme online. Il potenziale è enorme, se si considera che il 90% dell'usato 78 milioni di tonnellate di pannelli entro il 2050 secondo le stime ENEA è destinato a finire in discarica.Ne parliamo con Federico Sandrone, amministratore delegato e cofondatore di COESA.Gimbe, in Italia quasi 2 miliioni di persone non si curano per motivi economiciNel 2022 la spesa sanitaria sostenuta direttamente dalle famiglie italiane, la cosiddetta 'out of pocket', ammonta a quasi 37 miliardi di euro. Oltre 25,2 milioni di famiglie in media hanno speso per la salute 1.362 euro, oltre 64 euro in più rispetto al 2021 che salgono a 100 euro per il Centro sud. 4,2 milioni di famiglie hanno limitato le spese per la salute, in particolare al Sud. E più di 1,9 milioni di persone hanno rinunciato a prestazioni sanitarie per ragioni economiche. E' a rischio la salute di oltre 2,1 milioni di famiglie indigenti. Lo rileva l'analisi della Fondazione Gimbe che si basa su dati Istat. L'entità della spesa out-of-pocket sottostima le mancate tutele pubbliche perché viene arginata da fenomeni conseguenti alle difficoltà economiche delle famiglie. Questi fenomeni sono molto più frequenti nelle Regioni del Mezzogiorno, proprio quelle dove l'erogazione dei Livelli Essenziali di Assistenza è inadeguata. Lo status di povertà assoluta che coinvolge oggi più di due milioni di famiglie richiede urgenti politiche di contrasto alla povertà, non solo per garantire un tenore di vita dignitoso a tutte le persone, ma anche perché le diseguaglianze sociali nell'accesso alle cure e l'impossibilità di far fronte ai bisogni di salute con risorse proprie rischiano di compromettere la salute e la vita dei più poveri, in particolare nel Mezzogiorno. Dove l'impatto sanitario, economico e sociale senza precedenti rischia di peggiorare ulteriormente con l'autonomia differenziata.Ne parliamo con Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE.Def, Pil 2024 all'1%, il debito sale al 137,8%. Giorgetti: «Obiettivo taglio cuneo anche nel 2025»Il consiglio dei ministri ha approvato il Documento di economia e finanza. Il Pil del 2024 è stato fissato al +1%. Nella Nadef il Pil programmatico per quest'anno era al +1,2%. Si alza dunque oggi il velo sulle nuove stime per l'economia italiana con l'approvazione del Def all'esame del Consiglio dei ministri. La riunione è durata circa un ora. I documenti di finanza pubblica contengono le politiche economiche e finanziarie decise dal Governo. Nel corso degli ultimi decenni i documenti programmatici hanno assunto sempre di più un ruolo chiave nella definizione ed esposizione delle linee guida di politica economica del Paese. Tuttavia quello che ha registrato il via libera del Cdm è un Documento di economia e finanza che indica solo il quadro tendenziale, e quindi è destinato presto a cambiare: nel testo non ci sono le stime programmatiche che rappresentano la direzione in cui il Governo intende muovere. «La mancanza del programmatico è un fatto non nuovo, verificatosi già in 4 precedenti», ha ricordato il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti, intervenuto in conferenza stampa al termine della riunione dell0'esecutivo a Palazzo Chigi. Anche se nei 4 precedenti si trattava di governi che avevano il voto alle porte. «Le nostre previsioni sono viste in ribasso rispetto alla Nafef per la crescita, passiamo a una previsione dell'1% in diminuzione dello 0,2% rispetto a quanto previsto l'anno scorso», ha aggiunto il ministro dell'Economia. Si tratta di «previsioni assai complicate da fare per un quadro di carattere internazionale e geopolitico complicato».Ne parliamo con Dino Pesole, editorialista del Sole 24 Ore e Lorenzo Codogno, Visiting professor alla London School of Economics e al College of Europe e consulente con LC Macro Advisors Ltd dal 2015. È stato capo economista del Ministero dell'Economia e delle Finanze (2006-2015), e di Bank of America a Londra (1998-2006).
ROMA (ITALPRESS) - Prodotto interno lordo in aumento dello 0,6%, inflazione in netto calo all'1,3%, occupazione ancora in salita anche se a ritmi inferiori. Sono le principali proiezioni macroeconomiche stilate dalla Banca d'Italia per il 2024. Il Pil crescerebbe poi dell'1% nel 2025 e dell'1,2% nel 2026. L'attività economica, sottolinea Bankitalia, beneficerebbe della ripresa della domanda estera e del potere d'acquisto delle famiglie ma condizioni di finanziamento ancora restrittive e il ridimensionamento degli incentivi all'edilizia residenziale peserebbero sugli investimenti. Nell'anno in corso, è previsto un brusco calo dell'inflazione all'1,3%, principalmente per via degli effetti della discesa dei prezzi dell'energia e dei prodotti intermedi. Il venir meno di questo fattore e l'aumento delle retribuzioni comporterebbero però una leggera risalita nel successivo biennio, all'1,7%. Sempre secondo Bankitalia, nel triennio 2024-2026 l'occupazione, in forte aumento nel 2023, continuerebbe a crescere ma a ritmi inferiori. Il tasso di disoccupazione scenderebbe lentamente, portandosi al 7,4%.sat/mrv
All'interno del Pnrr è previsto l'investimento "Sviluppo dell'industria cinematografica (Progetto Cinecittà)", da realizzare entro giugno 2026, che ha l'obiettivo di potenziare la competitività del settore cinematografico e audiovisivo italiano. Il Progetto è strutturato su tre linee di intervento:1. potenziamento degli studi cinematografici di Cinecittà SpA per migliorare il livello qualitativo e quantitativo dell'offerta produttiva e aumentare la capacità di attrazione delle grandi produzioni nazionali, europee e internazionali anche favorendo la sostenibilità ambientale, lo sviluppo tecnologico e la riqualificazione dell'area;2. valorizzazione della produzione dei servizi per la tutela del patrimonio digitale detenuto dall'Archivio Luce Cinecittà (digitalizzazione archivio fotografico e audiovisivo).3. rilancio delle attività della Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia mediante lo sviluppo di infrastrutture ad uso professionale e didattico tramite e-learning, digitalizzazione, modernizzazione ed efficientamento del parco immobiliare e impiantistico.Ne parliamo con Nicola Maccanico, amministratore delegato di Cinecittà.Prometeia migliora le stime, +0,7% il Pil italiano nel 2024. Ma lontano dalle stime del governoPrometeia ieri ha rivisto a rialzo le stime sulla crescita dell'Italia nel 2024, che dovrà comunque fare i conti con un primo semestre "ancora cauto": il trascinamento positivo dallo scorso anno, si legge nell'ultimo Rapporto di previsione della società di consulenza e analisi, porta a una revisione del Pil allo 0,7%, dallo 0,4% del precedente rapporto di dicembre, mentre nel 2025 la crescita sarà dello 0,9%. Intanto oggi Stefano Costa, primo ricercatore del Servizio per l'analisi e la ricerca economica e sociale dell'Istat, durante il briefing di presentazione del Rapporto sulla competitività dei settori produttivi dell'Istat, ha spiegato che nello scenario avverso in cui la Bce non dovesse allentare le condizioni finanziarie per le imprese, "fino a un quarto delle società di capitali potrebbe andare sotto la linea di galleggiamento, specie terziario".Ne parliamo con Lorenzo Forni, Segretario generale di Prometeia.Regno Unito in recessione, Pil quarto trimestre a -0,3%Il Pil del quarto trimestre dello scorso anno nel Regno Unito è diminuito dello 0,3%. Lo ha reso noto l'Ufficio per le statistiche nazionali, confermando la precedente stima di febbraio. Il calo segue una contrazione dello 0,1% nel terzo trimestre del 2023, confermando la recessione tecnica (segnata cioè da due trimestri consecutivi di andamento negativo). Nell'intero anno l'economia è cresciuta dello 0,1%.Ne parliamo con Nicol Degli Innocenti - collaboratrice del Sole 24 Ore da Londra.
Oggi parliamo dell'illegittimità degli atti di nascita con due madri, del pil della Russia che cresce nonostante la guerra e del passo indietro dell'Ue sull'uso dei pesticidi. ... Qui il link per iscriversi al canale Whatsapp di Notizie a colazione: https://whatsapp.com/channel/0029Va7X7C4DjiOmdBGtOL3z Per iscriverti al canale Telegram: https://t.me/notizieacolazione ... Qui gli altri podcast di Class Editori: https://milanofinanza.it/podcast Musica https://www.bensound.com. Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
Il Pil dell'Italia crescerà dello 0,7% nel 2024 e dell'1,2% del 2025. È quanto emerge dalle Prospettive economiche dell'Ocse. Le stime sono rimaste invariate rispetto a quelle di novembre 2023. In Italia l'inflazione dovrebbe passare dal 5,9% del 2023, all'1,8% del 2024, al 2,2% del 2025. Riguardo all'economia mondiale, per l'Ocse "le forti tensioni geopolitiche rappresentano un rischio significativo a breve termine, in particolare se il conflitto in Medio Oriente dovesse portare perturbazioni nei mercati dell'energia". I governi si trovano quindi ad affrontare sfide fiscali crescenti a causa dell'aumento dei costi sul debito" e "significative ulteriori pressioni future", sono dunque "necessari sforzi più incisivi a breve termine per contenere la crescita della spesa" e "cornici di bilancio a medio termine ben delineati per garantire la sostenibilità e la flessibilità per rispondere agli shock futuri".sat/mrv
Le prime pagine dei principali quotidiani nazionali commentate in rassegna stampa da Davide Giacalone. Il Pil frena, Meloni basta amichettismo, Consulta e licenziamenti collettivi. Spazio Casa Facile. Oggi abbiamo parlato di punti luce in casa con Francesca Magni, direttrice di Casa Facile. Al via su RTL 102.5 la rubrica "Più Che Un Posto Fisso", sei appuntamenti quindicinali che si protrarranno da gennaio ad aprile. L'obiettivo di questa speciale rubrica sarà quello di esplorare e evidenziare tutti gli aspetti positivi legati al mondo del lavoro nella pubblica amministrazione. Ne abbiamo parlato con Paolo Zangrillo, ministro della Pubblica Amministrazione. Don Antonio Mazzi, fondatore della comunità Exodus, regala ogni giorno un pensiero, un suggerimento, una frase agli ascoltatori di RTL 102.5. Mutui: secondo un'indagine pubblicata dal Sole 24 Ore la garanzia statale rimane fondamentale per molti giovani under 36 e per le famiglie. E con la manovra approvata a dicembre la platea di destinatari potrebbe allargarsi. Ne abbiamo parlato con Michele Damiani, giornalista di Italia Oggi. Giuseppe Bitti, di Kia Italia, è intervenuto in diretta per parlarci delle auto elettriche, e la strategia che adotterà la Kia. Calcio. La scomparsa di Gigi Riva e la vittoria dell'Inter in Supercoppa, con il commento di Paolo Pacchioni. All'interno di Non Stop News, con Massimo Lo Nigro, Enrico Galletti e Giusi Legrenzi.
È iniziata in Svizzera la 54esima edizione del World Economic Forum, che durerà per cinque giorni a Davos. Più di sessanta capi di Stato, oltre a economisti, banchieri e politici, discuteranno delle attuali e future sfide globali, tra cui i conflitti in corso e la crisi climatica. E in occasione dell'apertura dell'evento oggi è stato lanciato il report di Oxfam sulle diseguaglianze. Le fortune dei cinque uomini Ue più ricchi sono cresciute di 5,7 milioni l'ora dal 2020 passando da 244 ai 429 miliardi dello scorso anno (+76%), oltre la metà del budget per l'istruzione nei Paesi europei. Il 99% della popolazione è diventato invece più povero. Una tassa sul patrimonio sui multimilionari Ue tra il 2 e il 5% potrebbe raccogliere 286,5 miliardi l'anno, pari a circa il 40% del fondo di ripresa Ue. Ne parliamo con l'inviato a Davos del Sole 24 Ore Gianluca Di Donfrancesco.Germania in recessione nel 2023. Annata nera per l'industriaIl Pil della Germania è sceso dello 0,3% nel 2023, leggermente meglio delle aspettative che prevedevano un calo dello 0,4 per cento. É questo il dato preliminare pubblicato questa mattina dall ufficio federale di statistica Destatis. Il settore che ha registrato la peggiore performance è stato quello dell industria (-2%), male anche l'edilizia, mentre è stata registrata una buona tenuta dei servizi. Il Pil tedesco è sceso dello 0,3% nel 2023, in linea con le stime. L'anno precedente era in rialzo dell'1,9% al 13 gennaio del 2023. Negli anni precedenti: +3,2% nel 2021 mentre nell'anno del coronavirus (2020) ha subito una contrazione del 3,8%. Dal 2010 la crescita del Prodotto interno della Germania è oscillata tra il 4,2% di quell'anno e lo 0,4% del biennio 2013-2014. Ne parliamo con Daniel Gros, direttore dell'Institute for european policy making della Bocconi.
Con l'inizio dell'anno nuovo, dopo esserci guardati indietro e aver osservato quale è stato l'andamento dei mercati lungo il corso del 2023, osserviamo cosa prevede il mondo in termini di crescita economica per il 2024. “Il PIL non misura né la nostra arguzia né il nostro coraggio, né la nostra saggezza né la nostra conoscenza, né la nostra compassione né la devozione al nostro paese. Misura tutto, eccetto ciò che rende la vita degna di essere vissuta.” Robert Kennedy Sigla di Eric Buffat Per chi vuole acquistare i libri, il cui ricavato andrà totalmente in beneficienza: https://www.amazon.it/kindle-dbs/entity/author/B08FF1ZFV9 Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
Lo scenario 2024 per le costruzioni in Italia porta il segno negativo: -8,5% di investimenti. Anticipato da un primo, seppur timido, rallentamento degli ultimi mesi del 2023 con -0,6%, il prossimo si annuncia per le opere l'anno della grande frenata, una tempesta perfetta scatenata dalla sovrapposizione dei due grandi protagonisti che tengono banco nel settore: la chiusura del Superbonus e l'incognita sui cantieri del Pnrr che per ora dispiega una valanga di bandi e di contratti firmati. È il XXXV Rapporto congiunturale e previsionale del Cremse che sarà presentato questa mattina a Milano e anticipato dal Sole24Ore oggi sul cartaceo ad analizzare i numeri che stanno attraversando il mondo delle costruzioni. Ne parliamo con Federica Brancaccio, presidente dell'Ance.Sindacati ex Ilva, sciopero di 48 ore in area AltoforniI delegati Rsu Fim, Fiom e Uilm di Acciaierie d'Italia hanno inviato una comunicazione all'azienda diffidandola dal fermare l'impianto Afo2 dello stabilimento di Taranto, che sarebbe già in fase di rallentamento della carica, e annunciando lo stato di agitazione da subito e lo sciopero di 48 ore dei lavoratori di esercizio dell'area Altoforni a partire da domani, giorno in cui si riunisce l'assemblea di Acciaierie d'Italia.Facciamo il punto con Domenico Palmiotti, Il Sole 24 OreRapporto Svimez. Il Pnrr salva il Sud dalla recessione ma è in ritardoÈ stato presentato oggi il rapporto Svimez 2023 che monitora il quadro economico del Mezzogiorno. Il Pil del Mezzogiorno è stimato dal rapporto Svimez in aumento dello 0,4% nel 2023, con una crescita dimezzata rispetto al Centro-Nord (0,8%). La Svimez prevede che il Pil nel 2024 cresca dello 0,7% a livello nazionale (+0,7 al Centro-Nord e +0,6 a Sud) e nel 2025 dell'1,2% (+1,3 al Centro Nord e +0.9% a Sud). La crescita è vincolata all'attuazione del Pnrr. La SVIMEZ ha stimato in 2,2 punti percentuali l impatto cumulato sul PIL nazionale nel biennio '24-'25 nell ipotesi di completo e tempestivo utilizzo delle risorse disponibili: +2,5 nel Mezzogiorno e +2% nel Centro-Nord.Secondo le stime della SVIMEZ, il PNRR eviterà la recessione al Sud in entrambi gli anni di previsione: 0,6% e 0,7% il PIL del Mezzogiorno nel 2024 e nel 2025 senza PNRR . Ne parliamo con Luca Bianchi, Direttore di Svimez.
La crescita del Pil dell'Italia dovrebbe rallentare. Il Pil dovrebbe aumentare dello 0,7% sia nel 2023 sia nel 2024 prima di una lieve ripresa dell'1,2% nel 2025: è quanto emerge dalle Prospettive economiche dell'Ocse presentate oggi a Parigi. Un dato che, come avevano già evidenziato altre istituzioni in questi mesi, rimane molto al di sotto dell'1,2% per il 2024 scritto nella Nadef dal governo. Sul rallentamento dell'Italia incide anche la recessione tedesca, la Germania dovrebbe chiudere il 2023 con un -0,3%, con effetti molto pesanti soprattutto nelle regioni del Nord. Ad esempio se a livello nazionale Berlino vale il 12,4% del nostro export, nella provincia di Brescia si arriva oltre il 20%, addirittura quasi ad un quarto delle vendite estere nell area vasta dei metalli, architrave della manifattura locale. Acciaierie e fonderie, componentisti e subfornitori che sul mercato tedesco sviluppano 4,4 miliardi di vendite, record tra tutti i territori che nel 2023 non verrà avvicinato neppure da lontano. Nel secondo trimestre, le vendite manifatturiere verso la Germania sono crollate del 18%, calo di oltre 200 milioni. La discesa dei listini per il rientro dello shock energetico ha un peso ma a ciò si aggiunge una frenata anche nei volumi, minori acquisti da parte di una manifattura tedesca ampiamente al di sotto dei valori pre-Covid. Tanto nell industria che nelle costruzioni, frenata quest ultima che ha ricadute negative ad ampio raggio. Se su base nazionale nell area dei metalli il calo è di 1,5 miliardi, Brescia da sola perde 260 milioni. Questi timori sono stati registrati da un analisi di Confindustria Brescia tra 150 aziende, oltre nove miliardi di ricavi. A crescere è solo il 7%, mentre nel 52% dei casi si segnalano volumi invariati e il 41% indica invece una frenata dell export verso Berlino. E per quasi due imprese su dieci si tratta di un calo di oltre il 20%, con gli esiti peggiori tra chimica, gomma-plastica e soprattutto metalli e metallurgia. Approfondiamo il tema con Luca Paolazzi, advisor di Ceresio Investors, presidente e direttore scientifico della Fondazione Nord Est.Dl energia, dall'addio al mercato tutelato ai rigassificatoriIl Cdm l'altro giorno ha approvato il decreto energia, che promuove il ricorso alle fonti rinnovabili e il sostegno alle imprese energivore. Non verrà prorogato, invece, il mercato tutelato per elettricità e gas. Le tariffe in bolletta fissate dallo Stato e non dalla concorrenza, infatti, finiranno come previsto dalla legge: il 10 gennaio 2024 per il gas e l'1 aprile per l'elettricità. Nel Decreto legge Energia, approvato dal Consiglio dei ministri, non c'è traccia del rinvio di cui si era parlato negli scorsi mesi. Questo siginifica che circa 5 milioni di famiglie su un totale di 9,5 milioni di famiglie e partite Iva dovranno sottoscrivere entro la metà dell anno prossimo un nuovo contratto sia per la fornitura di metano sia per l elettricità. Il Ministero dell'Ambiente e della sicurezza energetica Pichetto Fratin ha fatto sapere che istituirà un tavolo per studiare modalità di passaggio "morbide" e non traumatiche per le famiglie. "Il 10 gennaio ci sono le gare. Faremo delle valutazioni rispetto ai clienti vulnerabili, pensando per loro a una metodologia diversa. Con Arera stiamo definendo le modalità di attuazione", aveva già anticipato il ministro dell'Ambiente Gilberto Pichetto Fratin sul futuro. I clienti interessati dal passaggio hanno già ricevuto o riceveranno a breve dai rispettivi venditori una lettera in cui sono illustrate le possibili offerte, oltre ad alcuni chiarimenti sulle prossime scadenze. Come ricorda il ministro dell'Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto, Il decreto energia approva anche: una norma per considerare di pubblica utilità, indifferibili e urgenti, le opere per la costruzione e l esercizio di terminali di rigassificazione di gas naturale liquido on-shore, nonché le infrastrutture connesse: una norma importante per impianti come Porto Empedocle e Gioia Tauro". Quest'ultimo, nello specifico, è stato progettato da Sorgenia e Iren. L opera può dare un contributo di 12 ai 16 miliardi di metri cubi annui di importazione di gas, pari a quasi al 50% del totale dell importazione che un anno fa avevamo dalla Russia. Torniamo a parlarne con Luca Dal Fabbro, Presidente del Gruppo Iren.Viaggio nei consumi. Percassi Retail gestisce Nike e Starbucks. Commercio al dettaglio in calo a settembre, ne risente maggiormente l'acquisto onlineTorna il nostro appuntamento con Viaggio nei consumi, fra il maggio e il luglio della scorsa stagione abbiamo infatti fatto una serie di interviste ai principali attori del largo consumo come Conad, McDonald's, Ovs, Yamamay, Piquadro, Triboo.. etc. Riprendiamo il percorso di Viaggio nei Consumi con uno dei più grandi marchi per la gestione e sviluppo delle reti commerciali e del retail dei più importanti brand. Percassi Retail gestisce in Italia e all'Estero brand come Nike, Lego, Victoria's Secret, Saint Lauren, Gucci e Starbucks. Proprio di Starbucks è licenziatario unico e gestisce i 31 negozi presenti in Italia. Percassi Retail ha un fatturato (anno '22) di 376milioni di euro, di cui 261 in Italia e 115 milioni all'estero. Presenza in 6 Paesi: Italia, Francia, Spagna, Portogallo, Grecia, Cipro. 181 store, di cui 132 in Italia e 49 negli altri Paesi (Francia, Spagna, portogallo, Grecia, Cipro). 2.900 dipendenti di cui 2.100 in Italia. Sono tuttavia di ieri i non entusiasmanti dati Istat sul commercio. Le vendite al dettaglio in Italia a settembre sono in calo, scendono dello 0,3% in valore rispetto al mese precedente e la flessione raddoppia allo 0,6% in volume, secondo i dati Istat. Approfondiamo il tema con Matteo Morandi, Amministratore Delegato di Percassi Retail e di Starbucks Italia.
È uscita la Congiuntura Flash, del Centro studi di Confindustria sull'economia italiana ed internazionale. Il Pil italiano è rimasto fermo nel terzo trimestre e anche all'inizio del quarto l'attività nei servizi è in lieve calo, come nell'industria. L'inflazione in Italia è finalmente tornata sotto il 2%, ad ottobre è all'1,7%, ma i tassi sono ai massimi e bloccano il canale del credito, frenando consumi e investimenti, mentre l'export aiuta poco. L'allarme che desta più preoccupazione è quello legato al credito troppo caro: la situazione per le imprese è peggiorata, il costo è salito al 5,35% a settembre, la caduta dei prestiti è arrivata al -6,7% annuo. Nel frattempo venerdì è uscito anche il giudizio di Moody's che ha confermato il rating dell'Italia 'Baa3' e ha alzato l'outlook da 'negativo' a 'stabile' . Le ragioni - ha spiegato Moody's - che hanno influenzato il giudizio sono una maggiore solidità del sistema bancario e la spinta proveniente dagli investimenti PNRR. Ne parliamo con Alessandro Fontana, Direttore Centro Studi di Confindustria.Il co fondatore di Open Ai passa a Microsoft Sam Altman, co fondatore di OpenAi e fra i padri di Chat Gpt guiderà un nuovo laboratorio di ricerca sull Intelligenza Artificiale di Microsoft. La notizia arriva da Satya Nadella ceo Microsoft in persona, che in un tweet ha annunciato il nuovo incarico, proprio mentre OpenAI ha annunciato che il nuovo Ceo sarà Emmet Shear, ex ceo di Twitch. Ma cosa significa questo terremoto nel mondo AI? Quali sono le ragioni della rottura fra Altman e OpenAi e qual è ora il futuro scenario? Facciamo il punto con "Dietro la Notizia" a cura di Alessandro Plateroti, direttore di Newsmondo.itArgentina, «abolire lo stato sociale»: ecco l agenda economica anarco-liberista di Javier MileiIl libertario con idee di estrema destra Javier Milei sarà il nuovo presidente dell'Argentina. Ha vinto al ballottaggio di ieri con un margine più ampio del previsto: il 55,8% dei voti contro il 44,2% del ministro uscente dell'Economia Sergio Massa, un peronista. L'outsider ha cavalcato la rabbia degli elettori nei confronti della politica e della crisi economica, con le sue visioni radicali per risanare l'economia colpita da un inflazione del 142%, da una recessione incombente e da una crescente povertà. Mauricio Monte, collaboratore di Radio24 da Buenos Aires.
Oggi parliamo dei dati sull'inflazione e il Pil in Italia, dei problemi con l'acqua delle Big Tech che aumentano con l'AI e della routine mattutina dei grandi Ad americani. ... Qui il link per iscriversi al canale Whatsapp di Notizie a colazione: https://whatsapp.com/channel/0029Va7X7C4DjiOmdBGtOL3z Per iscriverti al canale Telegram: https://t.me/notizieacolazione ... Qui gli altri podcast di Class Editori: https://milanofinanza.it/podcast Musica https://www.bensound.com Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
57° Marmomac, in programma a Veronafiere dal 26 fino al 29 settembre è il più internazionale di sempre. Arriva dall estero, infatti, il 68,5%delle 1.507 aziende che espongono sugli oltre 76mila metri quadrati dei 12 padiglioni e delle 3 aree esterne che danno vita al salone di riferimento per la filiera tecno-marmifera. Una percentuale che supera di 3,8 punti anche il risultato dell edizione pre-Covid del 2019, quando il numero degli espositori stranieri aveva toccato il 64,7%. Ne parliamo con Federico Bricolo, Presidente di Verona Fiere e Flavio Marbelli, Presidente onorario Confindustria MarmomacchineNadef, verso crescita Pil 2023 al ribasso allo 0,8%. Per la manovra la leva del deficitIl Pil del 2023 potrebbe crescere dello 0,8%. Sarebbe questa, secondo quanto si apprende da fonti vicine al dossier, la stima che il governo si appresta ad inserire nella Nadef, rivedendo così al ribasso quella del Def di aprile che indicava una crescita dell 1%. Del resto sul Pil del secondo trimestre è piombato il segno meno (-0,4%), e la Commissione europea i primi di settembre ha tagliato le stime per quest'anno (+0,9%) e il prossimo (+0,8%). Il Pil tendenziale del 2024, ovvero la base di partenza per calcolare la stima del Pil programmatico, si aggirerebbe invece intorno all 1% dall 1,4% stimato nel Def. L andamento dell economia si è rivelato insomma meno positivo del previsto, sia per quest anno che per il prossimo.La verità si scoprirà tra poco durante il consiglio dei ministri convocato alle 18.30 che avrà all'ordine del giorno proprio la Nadef. Facciamo il punto con Gianni Trovati, Il Sole 24 Ore.
#Meteo tra bufere e #incendi @cristianamangani ; #Pil in crescita grazie al #turismo ; #Rai ultime nomine ecco chi ci guadagna @marioajello; #Spagna , le soluzioni dopo il voto @MauroEvangelisti ; #Scuola apertura d'estate contro il caro #centriestivi @lorenaloiacono
Il Governo si è dato da fare con le leggi e con le polemiche, l'Unione Europea a metà giugno legifererà sull'Intelligenza Artificiale e a Sidney hanno fatto un passo avanti per combattere l'endometriosi. Il PIL italiano è cresciuto meglio di quanto previsto, negli Stati Uniti stanno quasi a posto e oggi escono le puntate 3 e 4 di Rewind, il nostro nuovo podcast storico che in questi giorni è secondo in classifica su Spotify, se volete dargli un ascolto ne vale davvero la pena. Questo e altro nella puntata di oggi, buon ponte, buon mese del Pride, e noi ci sentiamo martedì! --- Send in a voice message: https://podcasters.spotify.com/pod/show/vitamine-factanza/message
Il Def passa dopo il caos di ieri. Lavoro e cuneo fiscale: Meloni convoca i sindacati domenica, ma Landini protesta per il metodo. Ne parliamo con Alessandro Cattaneo, deputato di Forza Italia. In Spagna passa la legge che limita gli aumenti di affitto dovuti all'inflazione. Penisola iberica che in questi giorni è colpita anche da un caldo record. Ci colleghiamo con Mario Magarò, corrispondente da Barcellona. In vetta alla classifica delle buone notizie di questa settimana c'è la stima Istat di aumento del Pil dello 0,5% nel primo trimestre, con un dato tendenziale dell'1,8%. Sentiamo il vicedirettore vicario del Sole 24 Ore Alberto Orioli.
Il Pil della Cina è cresciuto nel 2022 di appena il 3%, ai minimi dal 1976, ma il vero incubo per il presidente Xi Jinping si è materializzato con il primo calo demografico dal 1961. Lo scorso anno i decessi hanno superato le nascite di 850mila unità, ha riferito l'Ufficio nazionale di statistica, ingigantendo le preoccupazioni per lo tsunami in arrivo sui conti pubblici, tra welfare e social security, e gli inevitabili riflessi economici e geopolitici.
L'episodio di oggi rappresenta la versione podcast del Cenacolo organizzato lo scorso 5 ottobre dal Canova Club Roma sull'economia dello Sport. Il Canova Club è un'associazione di manager, professionisti e imprenditori che, da oltre 44 anni, promuove Amicizia, Cultura e Solidarietà, con particolare attenzione al futuro dei giovani, alla parità di genere, alla sostenibilità, alla terza età e allo sviluppo economico e culturale del Paese. Un precursore ante litteram dell'Economia Sociale Circolare, per cui l'Amicizia genera Eventi di Cultura i cui surplus alimentano la Solidarietà. Per chi volesse, maggiori informazioni sono reperibili sul sito internet www.canova.club. L'incontro, focalizzato sul contributo dello Sport all'economia del Paese, si origina dallo studio “Il Pil dello Sport: la dimensione economica del settore Sport in Italia”, un documento promosso ed elaborato dall'Istituto per il Credito Sportivo, presente al link: https://www.creditosportivo.it/pildellosport2022/Questo nuovo strumento di analisi consente di stimare un insieme di indicatori per comprendere diversi fattori chiave tra i quali:- le dimensioni e le performance economiche del settore in Italia;- il posizionamento del nostro Paese rispetto a quelli europei - il contributo dello Sport, nelle sue diverse articolazioni, al Prodotto Interno Lordo nazionale e all'occupazione. Un impegno di ricerca che diventerà sistematico e sistemico, attraverso una piattaforma permanente di analisi, studi e ricerche, alla quale possano aderire anche altre Istituzioni, per migliorare lo “strumento”, la sua efficacia e la sua utilità. Il documento permette inoltre di valutare e mettere a disposizione del movimento sportivo, delle istituzioni e dei diversi operatori di tutta la filiera, un dato aggiornato per il nostro Paese all'anno 2019, con un confronto rispetto al 2018. L'anno 2019, infatti, è l'anno più recente per il quale si disponga di tutti i dati prodotti dalla statistica ufficiale, necessari per una corretta ed esaustiva rappresentazione del perimetro "osservato".Dai risultati è emerso come, con un contributo al PIL di circa 24,5 miliardi di euro – 1,37% del PIL totale - e circa 420.000 occupati, l'apporto dello sport all'economia del Paese nel 2019 è sostanziale e presenta margini di crescita rispetto alle migliori pratiche europee. A discuterne nell'episodio di oggi, tre dei più autorevoli esponenti di questo settore: ANDREA ABODI, attuale Presidente dell'Istituto per il Credito Sportivo; NERIO ALESSANDRI, Presidente e CEO di Technogym, azienda italiana leader mondiale nella produzione di attrezzi per lo sport ed il tempo libero, GIOVANNI MALAGO', Presidente del CONI e massima espressione dello sport italiano, quale ex giocatore di calcio a 5, vincitore di 3 campionati italiani e 4 Coppe Italia.Modera l'incontro il Presidente e Fondatore del Canova Club, Stefano Balsamo, Vicechairman Italy di JPMorgan.Un ringraziamento particolare va ai soci Canova del gruppo di lavoro che ha promosso l'organizzazione del cenacolo, a partire dallo stesso Andrea Abodi, Lodovico Mazzolin, Debora Miccio, Alessandro Bolis ed Eliana Ventola. Lo scopo principale di questo nuovo progetto è amplificare, attraverso contenuti multimediali, lo sviluppo della cultura economico politico sociale a disposizione della Società e del Paese, proponendo a scuole, università ed altre strutture di cultura non profit i contenuti discussi attraverso i service del canova club.Se apprezzate il nostro lavoro come occasione unica di divulgazione economico-finanziaria vi invitiamo a sostenere il podcast condividendo i nostri episodi nelle vostre pagine social. Per non perdere i prossimi aggiornamenti, ricordiamo agli interessati di iscriversi al podcast Inside Finance nelle principali piattaforme di podcasting o alla pagina LinkedIn dedicata, insieme alla possibilità di entrare in contatto per i vostri commenti, suggerimenti o proposte di collaborazione inviando una mail a segreteria@insidefinance.it
Il Pil italiano dovrebbe contrarsi dello 0,7% nel 2023 sotto il peso del caro-energia. Lo rileva Fitch nel suo Globals Economic Outlook 2022. Sulla stessa lunghezza d'onda le stime di Confcommercio che però ha parlato di "recessione mite". Ospite Mariano Bella, direttore dell'Ufficio Studi di Confcommercio. Crisi energetica, le soluzioni per le imprese per sfruttare al meglio la materia prima Con dei costi energetici così opprimenti molte imprese rischiano di chiudere e in questo contesto diventa sempre più importante migliorare l'efficientamento energetico dell'industria italiana per riuscire a sfruttare al meglio la materia prima evitando sprechi e contribuendo ad essere il meno impattanti possibili per l'ambiente. Un esempio virtuoso in questo senso è portato dalla Cementi Rossi Spa che ci ha raccontato cosa ha ideato. Ne parliamo con Luca Pozzoni, Cfo di Exergy International. Guerra e crisi energetica mettono a rischio la ripresa delle Pmi È stato presentato oggi il Rapporto regionale Pmi 2022 di Confindustria e Cerved in collaborazione conUnicredit e Gruppo 24 Ore. Il Rapporto analizza le performance economico-finanziarie delle circa 160 mila PMI di capitali italiane, su base territoriale e regionale, e le misure adottate a sostegno delle imprese nel corso dell ultimo anno, compreso il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Ospite Vito Grassi, presidente del Consiglio delle Rappresentanze Regionali e per le Politiche di Coesione Territoriale e Vice Presidente Confindustria.
Il Pil dell'Italia cresce e il dato annuale acquisito per il 2022 è di +3,4%. Uno scenario in controtendenza rispetto agli Stati Uniti e anche alla Germania. Intanto, le guerra del gas con l'Europa costringe la Russia a cercare nuovi sbocchi verso la Cina, ma non tutto è così semplice come vorrebbe la propaganda di Mosca. Infine, negli Usa è allarme vaiolo delle scimmie, con San Francisco che dichiara lo stato di emergenza.
Il Pil dell'Italia cresce e il dato annuale acquisito per il 2022 è di +3,4%. Uno scenario in controtendenza rispetto agli Stati Uniti e anche alla Germania. Intanto, le guerra del gas con l'Europa costringe la Russia a cercare nuovi sbocchi verso la Cina, ma non tutto è così semplice come vorrebbe la propaganda di Mosca. Infine, negli Usa è allarme vaiolo delle scimmie, con San Francisco che dichiara lo stato di emergenza.
Negli Stati Uniti Il Pil è diminuito nel secondo trimestre del 2022 al tasso annualizzato dello 0,9% rispetto ai tre mesi precedenti, contro stime per un dato in rialzo dello 0,3%. È quanto emerge dalla prima lettura diffusa dal dipartimento del Commercio, dopo il -1,6% della lettura finale del I trimestre. L'economia americana è quindi entrata in recessione tecnica, seppur questa condizione non è stata certificata ufficialmente. Spetta infatti al National Bureau of Economic Research (Nber), che definisce "recessione" il significativo declino dell'attività diffuso in tutte l'economia per più di qualche mese. Uno stato, quello recessivo, che Biden e i democratici cercheranno di allontanare per ovvie ragioni politiche. Per capire che posizione prenderà l'inquilino della Casa Bianca bisognerà attendere il tardo pomeriggio quando parlerà anche il segretario al Tesoro Janet Yellen. Il presidente degli Stati Uniti, intanto, ha dichiarato che il rallentamento dell'economia americana "non è una sorpresa mentre la Fed agisce per far calare l'inflazione". Ne parliamo con Franco Bruni, docente economia monetaria internazionale università Bocconi Wartsila, «fiducia incrinata verso Finlandia»Ieri durante la riunione convocata al Mise, la multinazionale Wartsila ha fatto sapere che non ha in programma una marcia indietro sulla chiusura dell attività produttiva a Trieste. Il presidente di Wartsila Corporation, Håkan Agnevall, ha ribadito che «quella presa è una decisione difficile ma la volontà è di andare avanti». Ci sarebbe comunque la volontà di mantenere a Trieste il presidio del Service della ricerca e sviluppo, formazione. Sempre eri è arrivata la presa di posizione del ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti che in una nota ha scritto che la conferma della decisione di Wartsila di non ritirare la procedura di chiusura delle attività produttive del sito di Trieste «incrina la fiducia che era alla base dei rapporti tra Italia e Finlandia». La società finlandese nelle scorse settimane ha deciso di fermare la produzione di motori 4 tempi. Con questa decisione sono a rischio circa 400 lavoratori. Wartsila finora ha ricevuto 11,5 milioni di contributi pubblici in Italia. Approfondiamo il tema con Cristina Casadei de Il Sole 24 Ore. L'indice Balocco: il prossimo autunno non sarà sempliceLe aziende italiane iniziano a temere l'arrivo dell'autunno e non fanno eccezione quelle che lavorano nell'alimentare. Balocco, ad esempio, sta rivedendo i budget di continuo, risparmiando su tutto il possibile, ma "l effetto sui margini del 2022 farà sembrare una passeggiata l anno del Covid". Resta inoltre grande incertezza sulla disponibilità delle materie prime. Carenza e rincari che mettono in pericolo la produzione dei prodotti tipici del Natale come panettoni e pandori. Ne parliamo con Alberto Balocco, Presidente e AD di Balocco Spa.
Nelle campagne italiane la situazione è drammatica: le aziende agricole difficilmente faranno reddito a causa dell'emergenza idrica e al caro energia. Ragione per la quale molte associazioni di categoria chiedono l'estensione del credito di imposta per altri tre mesi e un intervento sul costo del gasolio. Ne parliamo con Massimiliano Giansanti, Presidente di Confagricoltura. Rialzo dei tassi, il rischio più grande è bloccare la crescita o l'inflazione? Il Pil statunitense è diminuito al tasso annualizzato dell'1,6% nel primo trimestre del 2022 rispetto ai tre mesi precedenti. Si tratta del primo calo del prodotto interno lordo dal secondo trimestre del 2020, nel pieno della recessione COVID-19. Il dato, che segue la forte espansione (+6,9%) degli ultimi tre mesi del 2021, è l'ennesimo indicatore negativo dell'economia americana che vede l'inflazione è ai massimi da 40 anni (8,6%) e la fiducia dei consumatori che è crollata a giugno. In queste ore, il presidente della Fed, Jerome Powell, parlando alla riunione dei banchieri centrali a Sintra in Portogallo e giustificando il rialzo dei tassi, ha dichiarato che il rischio più grande non è la bloccare la crescita ma l'inflazione. Approfondiamo l'argomento con Donato Masciandaro, docente politiche monetarie università Bocconi ed editorialista Sole 24 Ore. Panico nell'autotrasporto: mancano gli autisti È apparso in questi giornisu alcuni giornali, fra cui L'Arena di Verona un annuncio pubblicitario della Germani s.p.a. una azienda di autotrasporto su gomma. Il testo è chiaro: si cercano 50 autisti, e anche rapidamente, dato che se si risponde entro il 31 luglio si avranno ulteriori 5mila euro di bonus. Oltre ad un importante stipendio: l'azienda offre dai 2.800 ai 3.500 euro netti al mese. Sono tante le aziende come la Germani che sono in grossa difficoltà nella ricerca di autisti. Ne parliamo con Pasquale Russo, segretario generale di Conftransporto e direttore di Confcommercio Campania e con Alessio Miglietta, Direttore generale di Germani S.P.A.
Il podcast che farebbe bene a digiunare durante i viaggi aerei questa settimana presenta le Finals, le dimissioni di Quin Snyder, l’ingaggio di Kenny Atkinson da parte degli Hornets, le possibilità di espansione della NBA, un primo sguardo ai free agent più significativi e le prospettive di spesa dei Golden State Warriors A cura di […]
Il Pil italiano è atteso continuare a crescere sia nel 2022 (+2,8%) sia nel 2023 (+1,9%), seppur in rallentamento rispetto al 2021. Lo rileva l'Istat nel report Le prospettive per l economia italiana 2022-2023 . "Le prospettive per i prossimi mesi sono caratterizzate da elevati rischi al ribasso quali ulteriori incrementi nel sistema dei prezzi, una flessione del commercio internazionale e l aumento dei tassi di interesse", puntualizza però l Istat, aggiungendo che «anche le aspettative di famiglie e imprese potrebbero subire un significativo peggioramento». La stima del Governo nel Def di aprile era per quest anno di un Pil a +3,1%. Ne parliamo con Stefano Manzocchi, Prorettore alla ricerca Università Luiss e Ordinario di Economia internazionale. Un'opportunità nel biometano Il Gruppo CAP, società che gestisce il servizio idrico integrato sul territorio della Città metropolitana di Milano, ha calcolato che dai 65 impianti per il compostaggio in Lombardia si potrebbero ottenere 70milioni di metri cubi di biometano all'anno, che per intenderci potrebbero alimentare 200mila auto per tragitti di 11mila km all'anno ciascuna. Questo è uno dei tanti esempi positivi che si potrebbero prendere come paradigma per il percorso di differenziazione energetica nel nostro Paese avviato dopo la crisi energetica scatenata dalla guerra russo-ucraina. Capiamo quali sono le opportunità di questa tecnologia con il Presidente e Amministratore Delegato di Gruppo CAP, Alessandro Russo. Trovato l'accordo sul salario minimo a Bruxelles. Rischio spirale prezzi-salari? A Strasburgo, a poco più di un anno e mezzo dalla proposta della Commissione europea, già approvata dal Parlamento europeo e dal Consiglio in prima lettura, è stato raggiunto un accordo sul tema del salario minimo. La direttiva, che sarà operativa da metà giugno, prevede la possibilità che il salario minimo dovrà essere agganciato all'inflazione, con un meccnismo che ricorda quello della "scala mobile" in vigore in Italia negli anni '80. Nel testo, il tentativo di preservare il potere d'acquisto, prende il nome di "Automatic indexation" e punta a lasciare inalterata la capacità di sopravvivenza di chi percepisce la retribuzione minima. Il rischio, in questo frangente storico in cui l'inflazione ha ricominciato a galoppare a ritmi che non si vedevano da decenni, è che inizi una rincorsa salari prezzi che vada a gravare ulteriormente sul debito pubblico. Ne parliamo con Dino Pesole, editorialista del Sole 24 Ore.
La fiammata dei costi dell energia e i rincari delle materie prime aggravati dalla guerra in Ucraina iniziano, come previsto, a farsi sentire sulla crescita economica europea reduce dal forte rimbalzo dello scorso anno. E l Italia risulta già il Paese più colpito. Nel primo trimestre, stando ai dati provvisori diffusi dai rispettivi istituti di statistica, il pil francese è infatti rimasto invariato rispetto a quello precedente, quello spagnolo è cresciuto solo dello 0,3% (contro il +2,2% dei tre mesi precedenti). Solo la Germania tiene il passo, con un pil che sale dello 0,2% dopo il calo di fine 2021 determinato dall ondata di contagi Covid. Quello italiano, invece, è calato dello 0,2% dopo il +0,7% dei tre mesi precedenti. L Istat rileva che il dato è migliore delle previsioni del governo, che nel Def aveva previsto un -0,5%. Ne parliamo con Mario Deaglio, docente Economia Internazionale Università di Torino. Generali, vince la lista del cda. Soci confermano Donnet ceo I soci hanno confermato Philippe Donnet ceo. Dopo mesi di scontro, grazie al supporto dei fondi esteri, la lista del cda ha incassato il via libera dell assemblea degli azionisti piazzandosi al primo posto. Complessivamente ha ricevuto 55,99% dei voti del capitale presente contro 41,73% incassato dai candidati di Francesco Gaetano Caltagirone, per uno scarto, in termini di capitale sociale di circa il 9,7%. Questo dopo aver stabilito con il 57,7% dei presenti in 13 il numero dei membri del consiglio. Approfondiamo il tema con Laura Galvagni, de il Sole 24 Ore. Imprese italiane ed export russo La guerra in Ucraina sta mettendo a dura prova tutte le imprese italiane specialmente le pmi che, se i costi energetici e il crollo dell'export continueranno di questo passo, si troveranno (se non lo stanno già facendo) costrette a licenziare o riddurre la produzione per tagliare i costi. Con l'aggiunta della guerra e della crisi energetica serve però un maggiore sforzo a copertura delle imprese italiane specialmente quelle che esportano verso la Russia, per scongiurare il peggio. Ne parliamo con Gaetano Stio, presidente Gruppo NSA.