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Ogni due mesi c'è Altre Indagini: altre storie di Stefano Nazzi per le persone abbonate al Post. Per ascoltare Altre Indagini, abbonati al Post. Il 23 dicembre 1984 alle 19.08 una bomba esplose sul treno Rapido 904, da Napoli a Milano mentre percorreva la Grande Galleria dell'Appennino, tra le stazioni di Vernio, in Toscana, e San Benedetto San Val di Sambro, in Emilia-Romagna. Morirono 15 persone. Un'altra persona morì mesi dopo per le lesioni riportate. I feriti furono più di 250. Quella notte i soccorsi furono molto difficili perché la bomba era stata fatta esplodere mentre il treno si trovava a metà della galleria e l'esplosione aveva fatto saltare le linee elettriche. Fu chiamata la strage di Natale. Le indagini vennero affidate alla procura di Firenze perché secondo le testimonianze la bomba era stata piazzata sul treno da un uomo salito alla stazione di Santa Maria Novella. Fu il procuratore Pier Luigi Vigna a occuparsi dell'inchiesta. Le indagini coinvolsero Cosa Nostra, la mafia siciliana, la camorra napoletana, un politico, futuro deputato della Repubblica, i servizi segreti, elementi legati alla destra eversiva. Fu una strage ideata, secondo quello che scoprì Vigna, dalla mafia con l'aiuto di vari altri gruppi criminali che si unirono per distogliere l'attenzione da indagini che in quel periodo si stavano svolgendo. A Palermo le testimonianze del collaboratore di giustizia Tommaso Buscetta avevano condotto la procura a chiedere centinaia di arresti. Anche a Napoli la camorra era stata colpita da indagini e arresti. E parte dei vertici dei servizi segreti erano stati coinvolti nella scoperta degli elenchi della loggia massonica Propaganda 2, la P2, guidata da Licio Gelli. L'obiettivo di chi compì quella strage era quello di riportare l'attenzione della magistratura al terrorismo distogliendo l'attenzione dalle organizzazioni criminali e dalle attività dei cosiddetti servizi segreti deviati. L'esplosivo usato per far esplodere la carrozza nove del Rapido 904, il Semtex H, fu lo stesso utilizzato otto anni dopo per uccidere, a Palermo, in via D'Amelio, Paolo Borsellino e la sua scorta. Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
Le opportunità dei territori interni dell'Italia, quelli a ridosso dell'Appennino dal Sud al Nord, turismo e possibilità di crescita, lentezza e velocità digitale tutto insieme. Con Gianni Lacorazza della Fondazione Appennino. Buon ascolto!———Il podcast è sponsorizzato da WineAround, la piattaforma per il DTC del vino in Italia winearound.com——— Puoi finanziare il podcast abbonandoti alla newsletter o alla pagina Patreon, oppure offrendomi un caffé: La Newsletter Offrimi un caffè La pagina PatreonSeguimi qui: Il gruppo Telegram Il sito web———CreditsSigla iniziale: I Got a Stick Arr Bryan Teoh" Kevin MacLeod (incompetech.com) Licensed under Creative Commons: By Attribution 4.0 License http://creativecommons.org/licenses/by/4.0 Soundtrack: Funky Thanksgiving by Admiral Bob (c) copyright 2022 Licensed under a Creative Commons Attribution (3.0) license. https://dig.ccmixter.org/files/admiralbob77/65571 Ft: Wally TungstenJingle Finale: Brush Strokes by texasradiofish (c) copyright 2022 Licensed under a Creative Commons Attribution Noncommercial (3.0) license. https://dig.ccmixter.org/files/texasradiofish/64682 Ft: billraydrums
Lo conosce bene Stefano Bonaccini il problema dello spopolamento montano che riguarda anche i 121 comuni dell'Appennino emiliano-romagnolo: una tematica complessa dove dall'inizio del suo mandato, da Presidente della Regione ha voluto investire risorse corpose convinto non solo della necessità di dare nuovo ossigeno a paesi altrimenti condannati a sparire, ma soprattutto che questo ritorno alla montagna veda per protagonisti i giovani. E' una sala gremita con quasi 200 persone quella che ha accolto nei giorni scorsi il governatore dell'Emilia Romagna a Valdastico, ospitato nel comune valligiano all'interno di un'ampia rassegna di incontri per ragionare sul territorio e le criticità più sentite dalla popolazione voluto dal locale circolo PD guidato dal segretario Luca Cislaghi.
Mario Ferraguti"L'alfabeto delle anime"Piccola incursione nell'aldilàEdiciclo Editorewww.ediciclo.itLa collana «Piccola filosofia di viaggio» invita lo scrittore Mario Ferraguti a raccontarci il delicato passaggio all'aldilà su chi va e chi resta. Questo libro poetico e profondo indaga il nostro cercare, il desiderio struggente di instaurare un dialogo surreale con i cari estinti tra superstizioni, rituali e nostalgia."... l'ultimo giorno di ottobre, la notte in cui tornano i morti; spero tu ti stia preparando. I cimiteri fioriscono all'improvviso, tutti ad andare a trovarli, c'è traffico, c'è fila per entrare. Io non verrò, mi sembra che tu sia rimasto attaccato al tuo corpo fin troppo, comunque tutta la vita; l'hai visto crescere, trasformarsi, invecchiare, ti ha procurato piacere e dolore, ha fatto tutto, per più di settant'anni tutto, fino a stancarsi, consumarsi, fino ad avere voglia di non esserci più; figurati se adesso sei lì, dove ti abbiamo sepolto..."Mario Ferraguti abita a Faviano Superiore, sulle colline di Parma. Dopo una ricerca in Appennino, nel 2003 ha pubblicato La magia dei folletti nell'Appennino parmense e in Lunigiana (Luna editore, La Spezia). Nel 2005 il romanzo Malalisandra (Cadmo, Firenze), nel 2007 Dove il vento si ferma a mangiare le pere (Diabasis, Reggio Emilia) da cui è nato lo spettacolo teatrale Viaggio tra le figure magiche dell'Appennino con Giacomo Agnetti e Andrea Gatti. Nel 2009 ha realizzato il film Folletti, Streghe, Magie, il lungo viaggio nella tradizione dell'Appennino, vincitore di numerosi premi. Nel 2012 ha pubblicato Ti segno e ti incanto (Fedelo's, Parma) sulle guaritrici e streghe d'Appennino, e ha realizzato Tre volte al tramonto, film/documentario girato da Andrea Rossi. Nel 2014 ha pubblicato Sulle tracce.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itQuesto show fa parte del network Spreaker Prime. Se sei interessato a fare pubblicità in questo podcast, contattaci su https://www.spreaker.com/show/1487855/advertisement
#gianluigileoni #radiovacanze #viaggiandoemangiando #marcomarucelliBenvenuto sul canele You Tube di Radio Vacanze, da Gianluigi Leoni.*********************************************************************Puoi ascoltare il programma del nostro Marco Marucelli Viaggiando e Mangiando ogni venerdìalle 14,00 su www.radiovacanze.com che ti porta ovunque vada il tuo gusto. Per la trasmissione di venerdì 29 settembre 2023. In questa puntata ho parlato di: Il Porcino si incorona re dell'Appennino e Golose sfumature d'autunno all'Alpe di Siusi; In Val Gardena le mattine e le notti sono speciali e Dolce autunno in Provincia di Brescia, a ottobre tanti eventi a tema; Tre esperienze tra vigna e natura da vivere nel weekend a Fattoria La Maliosa e FATTORIA MANTELLASSI RACCONTA IL SUO VEGOIA ALL'EVENTO SFUMATURE DI ANSONICA.telegram – https://t.me/radiovacanzeEditore Gianluigi Leoni
Leonessa, Rieti; comune con poco più di 2mila residenti. Tipica realtà di montagna dove anche fare sport non è poi così scontato viste anche le difficili condizioni invernali. Grazie ai fondi europei (poco meno di un milione di euro), il "datato" palazzetto sportivo tornerà a nuova vita. Strutture rinnovate e polifunzionali; pannelli fotovoltaici e autonomia energetica, materiali di riciclo ed eco-compatibili. Fondi di coesione e complementari al Pnrr aiuteranno i centri di aggregazione realizzando il diritto alla socialità.
Fuoco e fiamme accendono il gusto sulle colline di Modena, dove l'alta gastronomia infiamma griglie, bistecchiere e ofyr per creativi e saporiti barbecue d'autore. La nuova frontiera della cucina, che fa venire l'acquolina in bocca a tanti appassionati del mondo dell'arrosto e della brace, si trova da Exé Restaurant dell'Executive Spa Hotel di Fiorano Modenese (MO), dove ha da poco inaugurato un angolo barbecue sul dehors panoramico, per nuove evoluzioni enogastronomiche. Carni selezionate tra le migliori sul territorio, come il maiale nero dell'Appennino, ma anche la Chianina, il pesce fresco e le verdure di stagione, diventano piatti succulenti grazie alla maestria dello Chef Paolo Balboni, che ha ideato una originale carta “Exè Barbecue”.
Viaggiando a est del Monte San Vicino, vetta dell'Appennino umbro marchigiano, procedendo verso sud ovest in direzione della catena dei Monti Sibillini si può scoprire la bellezza di una valle dai paesaggi suggestivi.Ampi pascoli si alternano ad aree protette, baluardo della biodiversità, dove l'aspra morfologia ha favorito la conservazione di una vegetazione spontanea, e a zone dove l'antropizzazione ha restituito l'ordine geometrico che accompagna la coltivazione della vite, un territorio ricco di testimonianze di un passato medioevale evocato da antiche mura, eremi, abbazie e castelli che si ergono tra le colline e da un patrimonio artistico culturale la cui storia si intreccia con quella di un vitigno dalle antichissime origini.È la Valle del fiume Esino e si sviluppa parallelamente alla linea della costa adriatica, condizione che la rende anima duale nella sua identità pedoclimatica. Risente infatti contemporaneamente degli effetti degli influssi del mare e di quelli della presenza delle catene montuose e per questione di altitudini, esposizioni, suoli fisicamente continui ma tanto diversi presenta un'eterogeneità che la caratterizza.Una alterità che prende corpo anche nel vitigno che qui ha trovato il suo territorio di elezione, il Verdicchio, e da cui nasce un vino bifronte, dalle due facce, che si manifestano ciascuna con i propri tratti a seconda che si muova nell'areale dei Castelli di Jesi, nella Bassa valle dell'Esino, o in quello di Matelica riconducibile alla Alta Valle.
A cura di Daniele Biacchessi L'emergenza idrogeologica del Paese è una priorità della politica? Assolutamente no, se ci si dovesse basare sui dati della Corte dei Conti e di altre istituzioni che hanno documentato il mancato investimento. Nel luglio 2022, l'ultima relazione annuale della magistratura contabile sulle “Misure per la gestione del rischio di alluvione e per la riduzione del rischio idrogeologico” affermava che in 7mila comuni a “rischio idrogeologico” servirebbero 26 miliardi di euro, ma 14 governi che si sono succeduti in 20 anni ne hanno utilizzati solo sette. Intanto in 20 anni ci sono state decine di alluvioni, smottamenti, frane che hanno provocato morti, dispersi, distruzioni, danni all'uomo e all'ambiente. Il 16,6 per cento del territorio nazionale è classificato a “maggiore pericolosità”, con 7.275 Comuni coinvolti. In 20 anni sono stati finanziati solo 6mila progetti per 7 miliardi a fronte di 26 miliardi effettivi. La durata media della consegna delle opere è di 4,2 anni, oltre la metà usati per la fase di progettazione. Nel febbraio 2022 la giunta dell'Emilia approva la graduatoria di 13 progetti di intervento per 17 milioni (impianti sollevamento, ripristino funzionalità idraulica, sicurezza rete scolante, casse di espansione) tra Modena, Ferrara, Fidenza, Rimini, Sala Bolognese. I tempi medi di consegna sono di 13-32 mesi, molti non sono ancora stati consegnati. A questo si devono aggiungere le sovrapposizioni tra Dipartimento della Protezione Civile e del Ministero dell'Ambiente, così gli interventi per l'emergenza hanno avuto precedenza su quelli destinati alla prevenzione. I progetti per la riduzione del rischio idrogeologico inseriti nel Pnrr valgono 2,4 miliardi, nulla rispetto al fabbisogno. Ora servono rendere operativi la legge 233/2021 del governo Draghi, il decreto attuativo della legge che converte la 186/2022 del governo Meloni, quella che stanzia 2,5 milioni per formare e reclutare personale da impiegare in attività finalizzate a mitigare il rischio idrogeologico e rafforzare il contingente dell'Autorità di bacino distrettuale dell'Appennino meridionale.
Un romanzo di formazione che si concentra sul rapporto padre-figli, ambientato alla fine degli anni Ottanta in un piccolo paese dell'Appennino umbro-marchigiano. Il protagonista di "Cuori in piena" di Alessio Torino (Mondadori) è un dodicenne chiamato dagli amici con il suo cognome: Corsi. Vive a Roma, ma trascorre l'estate a Pieve Lanterna con i suoi coetanei Giorgio e Achille. Siamo nell'estate 1987. Un anno prima un ragazzino era annegato nel fiume, alle Caldare, e così il padre di Corsi gli fa promettere che non si tufferà mai in quel posto. Il ragazzo vive le avventure tipiche di un adolescente insieme agli amici e vive anche il primo amore. Sullo sfondo c'è, però, la figura del padre di Andrea Gori, il ragazzino annegato, che tutti in paese considerano un po' matto e anche responsabile dell'avvelenamento del cane di Giorgio. Nella seconda parte parliamo di "L'ultima foresta" di Mauro Garofalo (Aboca), un romanzo duro, quasi apocalittico, che parla di cambiamenti del clima e di migranti climatici. La protagonista è una famiglia (padre, madre, due figli maschi e una bambina di 3 anni) che in seguito a un cataclisma deve abbandonare casa e terra e inizia a vagare tra campi di accoglienza lungo la cosiddetta rotta balcanica. Qui si troverà di fronte alla violenza dei miliziani che cercano di respingere tutti i migranti alle frontiere, ma si troverà anche ad affrontare la violenza della natura. Accanto ai protagonisti umani, c'è infatti la natura, intesa come foresta, ma anche la natura intesa come animali: ci sono i lupi affamati e c'è un'orsa arrabbiata con gli esseri umani che le hanno sottratto i cuccioli.
Laura Falqui"Trilogia della vita vagabonda"Medusa Edizionihttps://medusa-mcedizioni.comIl retroterra di Laura Falqui affonda in una eccellente tradizione di autori che rasentano il comico, ma colmandolo di umori, sapori, afrori. Per stare ai nostri tempi, la nostra terra è la patria di Stefano Benni e di Ermanno Cavazzoni. Indietreggiando solo di un poco troviamo l'enorme Cesare Zavattini, e da lontano vigila Palazzeschi con il suo uomo di fumo. “L'uovo di Silesius” è una fiaba dai tratti esoterici e giocosi. “Fondamenti di vita celeste sulla terra” segue le vicende di un drappello di mendicanti sguinzagliati in un mondo post-naturale. “Vaniglio road” è un'avventura fra le stanze di un Museo delle Meraviglie dislocato in Canada.L'autrice li definisce “Tre romanzi felici” a cui si potrebbe aggiungere: comicità, ironia, caricatura in tre mondi reali ma ambientati nella fantasia con Silesius, Cinichetti e Vaniglio.I tre romanzi della vita vagabonda sono zampillati all'improvviso dalla testa dell'autrice, nati e cresciuti uno dopo l'altro come estrose utopie di vita. In comune l'allegria e il gusto per gli sbalzi narrativi e stilistici da cui affiora un sentimento della vita intensamente immaginativo nel solco di speciali predilezioni pittoriche, letterarie, cinematografiche.Scritture in cui l'autrice si è ritagliata uno spazio di libertà assoluta, ma non senza una coerenza “tutta sua”.Fondamenti Di Vita Celeste Sulla Terra L'Uovo di Silesius Vaniglio RoadLaura Falqui è saggista, drammaturga, specialista di arti visive. Studiosa dei Preraffaelliti inglesi, ha dedicato a questo argomento vari saggi. Tra le opere più recenti: Forme e materiali della città fantastica (2014), La sostanza nascosta. Il silenzio nella pittura (2017), e il romanzo Il mago dell'Appennino. La leggenda del conte Mattei e della sua Rocchetta (2018). Da tempo ha trasferito la sua scrittura creativa dalla drammaturgia a una forma narrativa in cui affiorano le sue passioni di sempre: la pittura del secondo Ottocento in- glese, il mondo della fiaba e del sogno. L'uovo di Silesius è il primo romanzo della Trilogia della vita vagabonda, cui seguono Fondamenti di vita celeste sulla terra (2021) e Vaniglio road (2022).IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarehttps://ilpostodelleparole.itQuesto show fa parte del network Spreaker Prime. Se sei interessato a fare pubblicità in questo podcast, contattaci su https://www.spreaker.com/show/1487855/advertisement
Andrea Cuminatto"Il cammino di San Bartolomeo a piedi"Da Fiumalbo a Pistoia in 5 tappeEdizioni Ediciclohttps://edicico.itIl Cammino di San Bartolomeo è un itinerario di circa 100 chilometri che unisce i luoghi dedicati al culto del santo fra Emilia e Toscana, da Fiumalbo a Pistoia passando per Cutigliano e Spedaletto. Percorribile a piedi in cinque giorni, adatto anche a escursionisti non esperti, permette di toccare con mano eccellenze storiche, artistiche e religiose. Un cammino che, snodandosi nel suggestivo contesto naturalistico dell'Appennino pistoiese, si sviluppa quasi interamente all'ombra del bosco, offrendo ai pellegrini una grande varietà di paesaggio naturale. La guida, oltre ad accompagnare il pellegrino con tutte le informazioni pratiche necessarie per organizzare il cammino, è arricchita con approfondimenti sulla storia locale e con le curiosità che rendono unica ogni tappa.Le cinque tappe classiche del cammino:Fiumalbo-Cutigliano (20,3 km)Cutigliano-Piteglio (15 km)Piteglio-Pontepetri (19,5 km)Pontepetri-Spedaletto (9 km)Spedaletto-Pistoia (22 km)Le foto presenti nella guida sono di Lorenzo Gori, fotografo professionista e curatore della mostra dedicata al Cammino di San Bartolomeo “Un cammino sotto al bosco”.Andrea Cuminatto è un giornalista freelance di Campi Bisenzio (FI) con la passione del viaggio e del trekking. Nel 2019 ha pubblicato la guida di viaggio Transiberiana per l'editore Polaris e nel 2021 la guida escursionistica La Via Medicea per l'editore Fusta. Collabora con siti web dedicati al turismo in diversi Paesi del mondo e con riviste dedicate a temi sociali. È impegnato nella promozione del territorio in Toscana e unisce la passione per il trekking e i cammini alla scoperta, a passo lento, delle bellezze della sua regione.IL POSTO DELLE PAROLEAscoltare fa Pensarehttps://ilpostodelleparole.itQuesto show fa parte del network Spreaker Prime. Se sei interessato a fare pubblicità in questo podcast, contattaci su https://www.spreaker.com/show/1487855/advertisement
Oggi lo chef Oldani e Pier Pardo vi portano in Alto Sangro, tra sciate e mangiate di polenta, arrosticini, cazzarielli e molto altre specialità di questa zona dell'Appennino abruzzese. Prima di iniziare, facciamo un salto a Sanremo perché sono i giorni del Festival e c'è un'inviata che ci preparerà alla finale di questa sera anche dal punto di vista culinario: Roberta Morise presenta lo speciale di Food Network "Sanremo a tavola", un viaggio gastronomico tra musica, costume e cucina. La nostra gita in Alto Sangro non poteva che cominciare dall'ambasciatore di questa terra per quanto riguarda l'alta cucina: siamo al "Reale" di Castel di Sangro del tristellato Niko Romito. Poi una piccola carrambata per gli chef: si unisce alla nostra chiacchierata anche Antonio Santini, patron del ristorante "Dal Pescatore" di Canneto sull'Oglio e vice presidente dell'Associazione "Le Soste". Approfittiamo proprio per parlare di cosa fate voi grandi chef riuniti in questa associazione.Un'idea afrodisiaca per San Valentino? Ce la da il Maître pâtissier Gianluca Fusto che, in collaborazione con Acetaia Giusti di Modena, ha ideato "Alchimia", un cioccolatino realizzato con fave di cacao affinate all'interno delle botti esauste di Balsamico. Torniamo al nostro viaggio. Da Castel di Sangro, prendiamo la SS19 e arriviamo alla famosa località sciistica di Roccaraso. Dopo una bella sciata, ci vuole anche una bella mangiata. Lo facciamo con gli studenti dell'Istituto Alberghiero "De Panfilis - Di Rocco" e con la preside Cinzia d'Altorio che ci presentano una pietanza della tradizione imperdibile, la Scoppa.Ci avviciniamo all'ultima tappa del nostro viaggio nell'Alto Sangro. Da Roccaraso, la SS17 ci porta a Pettorano sul Gizio dove Augusto De Panfilis, membro della Pro Loco e consigliere comunale esperto in turismo ed enogastronomia del territorio ci parlerà di una delizia verde molto particolare, i mugnoli.
condotto da Sara e Manfredi
condotto da Sara e Manfredi
Questa docuserie è dedicata al Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise, dove da un secolo la natura è protetta. Cento anni fa, nel cuore dell'Appennino, quella che era stata una riserva di caccia del Re d'Italia si trasforma in uno dei luoghi più belli del nostro Paese. Paesaggi mozzafiato, animali straordinari e immense foreste che si distendono sui pendii delle montagne come una coperta dai colori intensi e profondi, che custodisce la fragile vita animale che vi ha trovato rifugio. Oltrepassandone i confini si percepisce chiara la sensazione di trovarsi in un luogo in cui la Natura ha ricevuto un rispetto singolare ed è stata libera di evolversi spontaneamente accanto all'uomo.Oggi chi dedica la propria esistenza alla protezione del Parco cerca in ogni modo di coniugare la conservazione con lo sviluppo umano e sostenibile del meraviglioso territorio in cui è immerso, nella costante e a volte difficile ricerca del sottile equilibrio tra essere umano e natura. Le loro voci vi accompagneranno alla scoperta del Parco.Docuserie in 3 puntate.Intervengono nell'ordine Giovanni Cannata (Presidente del Parco Nazionale d'Abruzzo Lazio e Molise), Luciano Sammarone (Direttore del Parco Nazionale d'Abruzzo Lazio e Molise), Daniela D'Amico (Responsabile dell'Ufficio Promozione e Rapporti internazionali del Parco Nazionale d'Abruzzo Lazio e Molise), Roberta Latini (Responsabile Uffici studi e ricerche faunistiche e censimenti del Parco Nazionale d'Abruzzo Lazio e Molise), Carmelo Gentile (Responsabile dell'Ufficio Conservazioni e Attività Agrosilvopastorali del Parco Nazionale d'Abruzzo Lazio e Molise), Paola Cocuzzi (Guardia Parco), Ezechia Trella (Guardia Parco).Di Francesco De LeoMontaggio di Silvio Farina. Montaggio sigla e voce narrante: Mario Cagol.https://storiainpodcast.focus.it - Canale Le Docuserie------------Storia in Podcast di Focus si può ascoltare anche su Spotify http://bit.ly/VoceDellaStoria ed Apple Podcasts https://podcasts.apple.com/it/podcast/la-voce-della-storia/id1511551427.Siamo in tutte le edicole... ma anche qui:- Facebook: https://www.facebook.com/FocusStoria/- Gruppo Facebook Focus Storia Wars: https://www.facebook.com/groups/FocuStoriaWars/ (per appassionati di storia militare)- YouTube: https://www.youtube.com/user/focusitvideo- Twitter: https://twitter.com/focusstoria- Sito: https://www.focus.it/cultura
Questa docuserie è dedicata al Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise, dove da un secolo la natura è protetta. Cento anni fa, nel cuore dell'Appennino, quella che era stata una riserva di caccia del Re d'Italia si trasforma in uno dei luoghi più belli del nostro Paese. Paesaggi mozzafiato, animali straordinari e immense foreste che si distendono sui pendii delle montagne come una coperta dai colori intensi e profondi, che custodisce la fragile vita animale che vi ha trovato rifugio. Oltrepassandone i confini si percepisce chiara la sensazione di trovarsi in un luogo in cui la Natura ha ricevuto un rispetto singolare ed è stata libera di evolversi spontaneamente accanto all'uomo.Oggi chi dedica la propria esistenza alla protezione del Parco cerca in ogni modo di coniugare la conservazione con lo sviluppo umano e sostenibile del meraviglioso territorio in cui è immerso, nella costante e a volte difficile ricerca del sottile equilibrio tra essere umano e natura. Le loro voci vi accompagneranno alla scoperta del Parco.Docuserie in 3 puntate.Intervengono nell'ordine Giovanni Cannata (Presidente del Parco Nazionale d'Abruzzo Lazio e Molise), Luciano Sammarone (Direttore del Parco Nazionale d'Abruzzo Lazio e Molise), Daniela D'Amico (Responsabile dell'Ufficio Promozione e Rapporti internazionali del Parco Nazionale d'Abruzzo Lazio e Molise), Roberta Latini (Responsabile Uffici studi e ricerche faunistiche e censimenti del Parco Nazionale d'Abruzzo Lazio e Molise), Carmelo Gentile (Responsabile dell'Ufficio Conservazioni e Attività Agrosilvopastorali del Parco Nazionale d'Abruzzo Lazio e Molise), Paola Cocuzzi (Guardia Parco), Ezechia Trella (Guardia Parco).Di Francesco De LeoMontaggio di Silvio Farina. Montaggio sigla e voce narrante: Mario Cagol.https://storiainpodcast.focus.it - Canale Le Docuserie------------Storia in Podcast di Focus si può ascoltare anche su Spotify http://bit.ly/VoceDellaStoria ed Apple Podcasts https://podcasts.apple.com/it/podcast/la-voce-della-storia/id1511551427.Siamo in tutte le edicole... ma anche qui:- Facebook: https://www.facebook.com/FocusStoria/- Gruppo Facebook Focus Storia Wars: https://www.facebook.com/groups/FocuStoriaWars/ (per appassionati di storia militare)- YouTube: https://www.youtube.com/user/focusitvideo- Twitter: https://twitter.com/focusstoria- Sito: https://www.focus.it/cultura
Questa docuserie è dedicata al Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise, dove da un secolo la natura è protetta. Cento anni fa, nel cuore dell'Appennino, quella che era stata una riserva di caccia del Re d'Italia si trasforma in uno dei luoghi più belli del nostro Paese. Paesaggi mozzafiato, animali straordinari e immense foreste che si distendono sui pendii delle montagne come una coperta dai colori intensi e profondi, che custodisce la fragile vita animale che vi ha trovato rifugio. Oltrepassandone i confini si percepisce chiara la sensazione di trovarsi in un luogo in cui la Natura ha ricevuto un rispetto singolare ed è stata libera di evolversi spontaneamente accanto all'uomo.Oggi chi dedica la propria esistenza alla protezione del Parco cerca in ogni modo di coniugare la conservazione con lo sviluppo umano e sostenibile del meraviglioso territorio in cui è immerso, nella costante e a volte difficile ricerca del sottile equilibrio tra essere umano e natura. Le loro voci vi accompagneranno alla scoperta del Parco.Docuserie in 3 puntate.Intervengono nell'ordine Giovanni Cannata (Presidente del Parco Nazionale d'Abruzzo Lazio e Molise), Luciano Sammarone (Direttore del Parco Nazionale d'Abruzzo Lazio e Molise), Daniela D'Amico (Responsabile dell'Ufficio Promozione e Rapporti internazionali del Parco Nazionale d'Abruzzo Lazio e Molise), Roberta Latini (Responsabile Uffici studi e ricerche faunistiche e censimenti del Parco Nazionale d'Abruzzo Lazio e Molise), Carmelo Gentile (Responsabile dell'Ufficio Conservazioni e Attività Agrosilvopastorali del Parco Nazionale d'Abruzzo Lazio e Molise), Paola Cocuzzi (Guardia Parco), Ezechia Trella (Guardia Parco).Di Francesco De LeoMontaggio di Silvio Farina. Montaggio sigla e voce narrante: Mario Cagol.https://storiainpodcast.focus.it - Canale Le Docuserie------------Storia in Podcast di Focus si può ascoltare anche su Spotify http://bit.ly/VoceDellaStoria ed Apple Podcasts https://podcasts.apple.com/it/podcast/la-voce-della-storia/id1511551427.Siamo in tutte le edicole... ma anche qui:- Facebook: https://www.facebook.com/FocusStoria/- Gruppo Facebook Focus Storia Wars: https://www.facebook.com/groups/FocuStoriaWars/ (per appassionati di storia militare)- YouTube: https://www.youtube.com/user/focusitvideo- Twitter: https://twitter.com/focusstoria- Sito: https://www.focus.it/cultura
Il Vitellone Bianco dell'Appennino Centrale IGP sarà a Gustus, l'expo dei sapori mediterranei che si terrà alla Mostra d'oltremare di Napoli da domenica 20 a martedì 22 novembre. Il Consorzio di tutela, all'interno dello spazio istituzionale nel padiglione 4 - Stand 3088, farà conoscere ai visitatori le caratteristiche della carne bovina certificata “Vitellone Bianco dell'Appennino Centrale IGP” e la qualità garantita dal marchio e dalle attività di controllo del Consorzio sull'intera filiera: dall'allevamento alla macellazione fino alla ristorazione.
Facciamo un punto sullo stato di salute dei laghi italiani insieme a Elisa Scocchera, portavoce di Goletta dei Laghi e facente parte dell'ufficio scientifico nazionale di Legambiente.Andrea Del Duca, direttore di Ecomuseo del Lago dO'rta e Mottarone, spiega come sia possibile migliorare le condizioni del lago piemontese attraverso numerosi progetti di valorizzazione e tutela.Il lago di Varano, in Puglia, versa in uno stato di abbandono ormai da anni, ma basterebbe poco per rivitalizzarlo: ce ne parla Gianfranco Pazienza, ricercatore dell'Università di Foggia.Maria Chiara Contini collabora con il Parco nazionale dell'Appennino tosco-emiliano nell'ambito di Life Claw, un progetto per salvare il gambero di fiumePer la rubrica "Si può fare nel sociale", questa settimana la nostra Cristina Carpinelli ci parla di affido, con le voci di chi è stato preso in cura da una nuova famiglia e con le voci delle famiglie affidatarie. Un lavoro per ragionare anche su quanto va ancora fatto sul tema e per evitare il più possibile che i bambini vengano tolti alle loro famiglie.
Intervista avvincente e informativa all'autrice NICOLA MASTRONARDI sui Sanniti che occuparono l'Italia centrale per molti secoli prima di Cristo e combatterono diverse guerre con Roma.Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze – Indirizzo Storico-Internazionale. Membro dell'Accademia dei Georgofili, è studioso delle civiltà semi nomadi dell'Appennino italiano e del Mediterraneo. Da venti anni alterna la libera professione nel campo dei reportages di turismo escursionistico, agli interessi di storia antica (sannita) e contemporanea.Addetto stampa di istituzioni e ambienti politici italiani, ha collaborato, tra le altre, con testate come La Repubblica, Il Sabato, Il Tempo, riviste del gruppo QN-Quotidiani Nazionali e trasmissioni televisive della Rai Radiotelevisione Italiana. Dal 2003 al 2010 è stato consulente di Linea Verde Orizzonti, Rai Uno. Cultore di Storia del Giornalismo e Storia Contemporanea presso il Corso di laurea in Scienze Politiche dell' Università degli Studi del Molise, nel 2011 ha pubblicato “Gheddafi, la rivoluzione tradita” ( Mimesis Edizioni, Mi). Noti i suoi saggi sul sistema tratturale dell'Appennino italiano e il volume “I Giganti verdi – Immagini e suggestioni sui tratturi del Molise” (Volturnia Ed., 2006)“Viteliú, il nome della libertà” è stato il suo noto romanzo d'esordio cui seguirà una trilogia sulle guerre sannitiche del IV e III secolo avanti Cristo. “I Figli del Toro” è il primo di questi.ViteluiTranslation by Letizia Sinisi from Italy Rooting.The Greg Krino ShowVeteran, pilot, and attorney - Greg Krino - takes you on a deep-dive with experts to...Listen on: Apple Podcasts SpotifyToro Buy Nicola's BooksSupport the show
Diventa un esperto di vino con il podcast di Tannico. Il nome sulla bocca di tutti è quello del Sangiovese, che in Toscana trova espressioni altissime. Ci sono però tanti altri vitigni in questa regione, dal Trebbiano al Vermentino, dagli internazionali di Bolgheri fino agli esperimenti con il Pinot Noir sui monti dell'Appennino. Scopri la più accurata selezione di vini della Toscana e non solo sul sito di Tannico. Al primo acquisto avrai diritto a uno sconto del 10% su tutto il catalogo (*): https://bit.ly/3xyibEa (*) La promozione è valida solo in Italia e per i clienti non ancora iscritti a Tannico. Sono esclusi i vini rari e le Master Experience. Per qualsiasi informazione o chiarimento ci puoi contattare all'indirizzo tfs@tannico.it
Alessandro Vanoli"Altri orizzonti"camminare, conoscere, scoprireMarco Aime, Duccio Demetrio, Adriano Favole, Vera Gheno, Marco Vannini, Alessandro VanoliUtet Librihttps://www.utetlibri.it/Dialoghi di Pistoiahttps://www.dialoghidipistoia.it/Mettersi in viaggio per scoprire il mondo e se stessi, è stato questo anelito a segnare l'evoluzione del genere umano. Il cammino verso nuovi orizzonti, il pellegrinaggio degli studiosi, l'avventura degli esploratori. È il movimento ad averci reso umani, e l'esigenza di andare oltre il qui e ora alla ricerca di forme di spiritualità, di nuovi incontri, di altri orizzonti geografici, linguistici o filosofici è il fil rouge di questo volume.Sei interventi per approfondire il tema del cammino: Marco Aime ci racconta la storia di due donne che a inizio Novecento sfidarono l'ambiente maschile dell'antropologia per uscire dall'accademia ed effettuare ricerche sul campo; Duccio Demetrio descrive la relazione tra pensiero e cammino, individuando nel movimento la metafora filosofica della condizione umana; Adriano Favole esamina i resoconti di viaggio di Bruce Chatwin per ritrovare quel senso del vagabondaggio che può aiutarci a esaminare il presente e reimparare a spostarci in un mondo postpandemico; Vera Gheno osserva il vagare inafferrabile della lingua, necessario per districarci nella complessità del presente; Marco Vannini parte dall'ascesa di Petrarca al Monte Ventoso per parlarci dell'allargamento degli orizzonti esteriori, punto di vista privilegiato sull'interiorità per conoscere veramente la propria anima; infine, Alessandro Vanoli spazia dalla leggenda di Sindbad al Milione di Marco Polo per mostrarci come la mente umana abbia sempre immaginato mondi favolosi prima ancora di osservarli, e come sia stato il potere della fantasia a spingerci oltre l'ignoto.Un'antologia che supera i confini tra le discipline per affrontare il rapporto tra movimento e conoscenza, perché muoversi è l'unica possibilità per allargare sempre più l'orizzonte di quel che sappiamo.In collaborazione con festival Dialoghi di Pistoia www.dialoghidipistoia.itGli interventi:Marco Aime, Lettere da Sanga. Denise Paulme e Deborah Lifchitz: due etnologhe sul campoDuccio Demetrio: Filosofia del camminare. Passeggiare, peregrinare, vagabondareAdriano Favole: Le Vie dei Canti di Bruce Chatwin al crocevia del viaggioVera Gheno: La via delle parole verso una società più equaMarco Vannini: Oltre l'orizzonte dell'anima. Il cammino della misticaAlessandro Vanoli: La scoperta e il sogno. Come i viaggi e l'immaginazione hanno creato il nostro mondoMarco Aime è professore di Antropologia culturale all'Università di Genova. Ha svolto ricerche sulle Alpi italiane e in Africa occidentale. Si occupa del rapporto fra identità culturale e contemporaneità. All'attività di antropologo affianca la produzione favolistica e narrativa. Fra le sue ultime pubblicazioni ricordiamo: Il soffio degli antenati. Immagini e proverbi africani (2017), L'isola del non arrivo. Voci da Lampedusa (2018), Comunità (2019), Classificare, separare, escludere. Razzismi e identità (2020). Per Utet ha pubblicato Senza sponda. Perché l'Italia non è più una terra d'accoglienza (2015) e Tra i castagni dell'Appennino. Conversazioni con Francesco Guccini (2016).Duccio Demetrio ha insegnato Filosofia dell'educazione e della narrazione alla Bicocca di Milano. È fondatore della Libera Università dell'Autobiografia di Anghiari e di Accademia del silenzio.Adriano Favole insegna “Cultura e potere” e “Antropologia Culturale” presso il Dipartimento di Culture, Politica e Società dell'Università di Torino. Specialista delle culture oceaniane, ha lavorato più di recente sugli Oltremare europei, fondando il Centro di Ricerca “Arcipelago Europa”. Si interessa di antropologia politica, del corpo e del patrimonio. Collabora con il settimanale “La Lettura” del “Corriere della Sera”. Fra i suoi saggi ricordiamo: Resti di umanità. Vita sociale del corpo dopo la morte (2003), Oceania. Isole di creatività culturale (2010) e La bussola dell'antropologo (2015). Di recente ha curato L'Europa d'Oltremare. Culture, mobilità, ambienti. Con Utet ha pubblicato Vie di fuga. Otto passi per uscire dalla propria cultura (2018).Vera Gheno (1975), sociolinguista, ha collaborato per quasi vent'anni con l'Accademia della Crusca, gestendone il profilo Twitter dal 2012 al 2019. Da settembre 2021 è ricercatrice a tempo determinato di tipo A presso l'Università di Firenze. Tra i suoi libri: Femminili singolari (effequ 2019) e Le ragioni del dubbio. L'arte di usare le parole (Einaudi 2021)Marco Vannini, filosofo, è da sempre impegnato nel recupero della grande tradizione mistico-speculativa. Dirige la collana “Il tesoro nascosto” e la rivista “Mistica e Filosofia” per l'editore Le Lettere.Alessandro Vanoli è storico e scrittore. Ha insegnato all'Università di Bologna e alla Statale di Milano, specializzandosi sulla storia del Mediterraneo e la presenza islamica in Spagna e Sicilia. Collabora con Rai Radio3 e con il “Corriere della Sera”.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarehttps://ilpostodelleparole.it/
Oggi viaggiamo a Sud, tra mare e montagna: l'Aspromonte è un massiccio montuoso dell'Appennino calabro, limitato da mar Ionio e mar Tirreno. Dal pesce della costiera di Reggio Calabria alla tradizione pastorale e contadina dell'entroterra montuoso. Prima di arrivare qui, facciamo un salto dall’altra parte dello Stretto da una messinese Doc: Maria Grazia Cucinotta, non è solo un'attrice brava e bellissima, ma anche un'ottima cuoca e oggi conduce su La7 il programma "L'ingrediente perfetto". Prendiamo un traghetto, attraversiamo lo Stretto e arriviamo su quei 100 chilometri di costa jonica Reggina dove viene coltivato il Bergamotto, un'eccellenza unica al mondo che scopriamo insieme ad Enzo Pizzi, presidente del Consorzio di Tutela del Bergamotto di Reggio Calabria. Altra tappa costiera del nostro viaggio la facciamo all'Istituto Professionale Alberghiero Turistico di Villa San Giovanni : con la preside Carmela Ciappina, assaggeremo i Maccheroni filati a mano con ragù di maialino nero d'Aspromonte. La ‘Cerca e della cavatura del tartufo in Italia’ è ufficialmente iscritta nella lista UNESCO del Patrimonio culturale immateriale. Una bella notizia che commentiamo con Michele Boscagli, presidente dell'Associazione nazionale Città del tartufo. E’ arrivato il momento di andare al cuore dell’Aspromonte. Da Reggio, possiamo prendere l’Autostrada del Mediterraneo che segue la costa, prima di imboccare le contrade che ci porteranno a Santa Cristina d’Aspromonte, nella cucina stellata di Chef Nino Rossi del ristorante “Qafiz”
Puntata n.55 e l'ospite di oggi è Leonardo Dal Pont Founder di Jungle-Farm una startup di giovani agricoltori che coltiviamo canapa 100% naturale ai piedi dell'Appennino emiliano.Con Leonardo abbiamo parlato di agricoltura sostenibile e di come sia necessario riconquistare il concetto di rigenerazione quando si parla di agricoltura. Abbiamo parlato inoltre della coltivazione della Canapa e della complessità culturale, dettata da moderni bias cognitivi, che ne condizionano lo sviluppo.Trovi qui maggiori informazioni: https://www.jungle-farm.it_Se ti è piaciuta la puntata non dimenticarti di aggiungere una recensione su Apple Podcast (https://podcasts.apple.com/it/podcast/pensa-circolare/id1445292324).Se vuoi contattarmi e lasciarmi un feedback, opporre rivolgermi una domanda o darmi qualche suggerimento, puoi scrivermi o mandami un messaggio vocale con Telegram a @carloghigliettioppure puoi scrivermi una email a: carlo.ghiglietti@zeroenvironment.comI link della puntata li puoi trovare al sito zeroenvironment.com.Nuove puntate e notizie extra su https://telegram.me/pensacircolare
Terzo episodio del lavoro dedicato ai paesi fantasma delle Alpi e dell'Appennino. Il testo è ispirato all'incontro con una bambina che, diversi anni fa, in pieno sole, falciava l'erba scalza […]
Secondo episodio del lavoro dedicato ai paesi fantasma delle Alpi e dell'Appennino. In questo caso, l'ispirazione nasce dalla visita ai ruderi di Borsana, sullo sfondo di luce di una mattina […]
Ubicata in altitudine media, sul primo gradino dell'Appennino tosco- romagnolo affacciato al mare Adriatico, è assistita oltre che da un congeniale microclima, dall'amore che la famiglia Pezzi ha sempre nutrito per la vite in particolare (oltre al Sangiovese) per il Barbarossa, fiore all'occhiello aziendale, il Pagadebit e la Cagnina, vitigni di cui si era persa ogni traccia e che vennero restituiti al patrimonio regionale (1960) e che in seguito ottennero la D.O.C. la Vigna delle Lepri.Altro primato, nei primi anni '70, la creazione del Sangiovese Vigna delle Lepri, prima riserva in assoluto di Sangiovese in purezza, consacrando ufficialmente la longevità di questo vino col la Manifestazione titolata dalla stampa nazionale “La Pasqua del Sangiovese” in cui cinquemila bottiglie “delle Lepri” stivate in una nevaia della villa nell'estate del '79 tornarono alla luce ed al piacere della tavola il 9 giugno del 1985. il vitigno “Barbarossa” E' senza dubbio il fiore all'occhiello di Fattoria Paradiso. Mario Pezzi individuò una pianta differente dalle altre nell'estate del 1954 durante una camminata di assaggio delle uve pre- raccolta in una vecchia vigna ormai destinata alla ruspa.Non riuscendo a catalogarne la varietà ed essendo stupito dalla dolcezza di quell'uva nonché della sua elegante freschezza decise di chiedere consiglio prima all'Istituto Agrario di Cesena e poi successivamente alle facoltà di viticultura ed enologia di S. Michele all'Adige e di Conegliano. Il risultato: nessuna assimilazione varietale con altre varietà già catalogate.Di lì poi la conferma del DNA. Probabilmente si tratta di una varietà antica non catalogata o un incrocio naturale come ne possono esistere decine in natura... non si sa. Mario Pezzi decise di propagare questa vite creandone un piccolo vigneto. Nel 1968 vinificò la prima vendemmia creando un emblema che oggi è presente nelle più importanti tavole del mondo.Decise di chiamare l'uva (e poi il vino) “Barbarossa” in memoria del fulvo imperatore Federico Barbarossa che soggiornò nel castello di Bertinoro durante il medioevo. Ancora oggi l'annata '68 si presenta elegante e vivace.
Bici come alternativa alla routine di traffico e smog, bici come viaggio, Bici come impresa, come opportunità di lavoro, come tendenza; bici come mezzo di socializzazione, per reinventare itinerari, per sfuggire al quotidiano, per mantenersi in salute. Bici come ecologia, come filosofia di vita, come modo di osservare il mondo con altri occhi e con altri ritmi. Bici come mito, con le sue figure leggendarie e i suoi grandi personaggi. Bici tecnologiche, vintage, tradizionali, pieghevoli, cargo o elettriche. Pedalare non è solo un impegno muscolare, ma una predisposizione dell'animo. E fa girare anche la nostra economia: il mercato della bici in Italia vale oltre un miliardo di euro l'anno, siamo tra i maggiori esportatori di prodotti legati alla bici. Un programma che vuole raccontare le mille declinazioni di un mezzo antico, ma che rappresenta una grande scommessa per il futuro.
Un cammino sociale alla scoperta della sconosciuta Val Borbera, nel cuore dell'Appennino, tra storie di resistenza e incontri con le realtà che donano nuovo valore al territorio. Articolo di @Silvia e voce di @Feffa
Questa settimana andiamo a camminare nel cuore dell'Appennino sul sentiero Spallanzani. Poi a Montelupone, borgo bandiera arancione del Touring club italiano, in provincia di Macerata. E poi scendiamo giù giù fino in Calabria, per entrare in un castello svevo.
Ritorna la #rassegnaadaltaquota che esordisce anche come podcast! Si parla delle notizie dell'Appennino modenese, il turismo, il caso Bargi e, per gli amanti della cultura un bel articolo di Uto Ughi su Vivaldi e Goldoni
Laura Falqui"Il mago dell'Appennino"La leggenda del conte Mattei e della sua RocchettaEditrice La Mandragorahttps://www.editricelamandragora.it/In queste pagine il conte Cesare Mattei, Signore della Rocchetta di Riola di Vergato, rinasce a nuova vita tra realtà e immaginazione, sulle tracce di una personalità amante del Segreto. L'autrice ha disegnato una biografia immaginaria, dove la narrazione del fantastico si unisce alle atmosfere della Bologna ottocentesca, del paesaggio tosco-emiliano, tra evocazioni occultiste e suggestioni cosmiche. Ogni cosa è osservata attraverso lo sguardo del protagonista, ma il Narratore è una terza persona, un osservatore privilegiato che segue il suo personaggio nei momenti di più drammatica o esaltata solitudine creativa, a contatto con gli Elementi, con il cosmo, con la natura, dentro la potente volontà che lo condusse alle straordinarie invenzioni gemelle di architettura e Nuova Medicina. Mattei fu, come disse Alfonso Rubbiani, “feudatario, elemosiniere, taumaturgo, artista”; generoso con gli indigenti, nobile con i nobili, amabile con i semplici, implacabile con i nemici dell'Elettromeopatia, la medicina alternativa più praticata al mondo tra il 1870 e il 1930.Incontrò re e regine, contadini e santoni indiani, nobildonne e gentiluomini accorsi in incognito alla Rocchetta da ogni parte del globo per ritrovarvi un benessere altrimenti impossibile. L'architettura, specchio della terapia, conquistava e confondeva il visitatore lungo la misteriosa via della guarigione.Laura Falqui è saggista, drammaturga e specialista di arti visive. Studiosa del Preraffaellitismo inglese, ha dedicato a questo argomento una trilogia di saggi in volume e diversi altri scritti. Tra le sue opere: Ascoltare l'incenso. Confraternite di pittori nell'Ottocento (1985); La gemma. Estetismo ed esoterismo nei preraffaelliti (1994); Aurea domus. Viaggio nel sogno preraffaellita (1995). Assieme a Raffaele Milani ha pubblicato L'atelier naturale. Cinema e giardini (2008). Ultima sua pubblicazione è Forme e materiali della città fantastica (2014). Da qualche anno ha trasferito la sua scrittura creativa dalla drammaturgia a una forma narrativa, in cui affiorano le sue passioni di sempre: la pittura del secondo Ottocento inglese, la fiaba, il sogno, il nonsense.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarehttps://ilpostodelleparole.it/
Marco Aime"Dialoghi sull'uomo"https://www.dialoghisulluomo.it/Domenica 24 maggio, ore 18, l'antropologo Marco Aime e il giornalista e scrittore Gad Lerner si confronteranno sul tema Parlare in tempi oscuri: nuovi confini e nuovi razzismi in diretta streaming FB, YT La lingua è un fondamentale testimone della propria epoca, una cartina di tornasole dello spirito dei tempi in cui viviamo. Quando il linguaggio si impoverisce, come è accaduto nelle retoriche mediatiche e politiche degli ultimi anni, è perché il pensiero si è impoverito. Abbiamo tutti perso qualcosa. Come scrisse Albert Camus: «Nominare male le cose, è partecipare all'infelicità del mondo». Se il numero di parole usate diminuisce, si riduce anche il mondo in cui viviamo, si fa più stretto, incolore, grigio. Quando tutti pensano allo stesso modo, è perché si pensa poco. In un tempo che sta tracciando nuovi confini, nuove alterità e diversità, nuovi razzismi una riflessione sulla centralità del linguaggio per la convivenza e il dialogo.Marco Aime insegna Antropologia culturale all'Università di Genova. Ha condotto ricerche sulle Alpi e in Africa Occidentale (Benin, Burkina Faso, Mali). Ha pubblicato favole per ragazzi, testi di narrativa e saggi, tra cui: Le radici nella sabbia (EDT, 1999); Il primo libro di antropologia (2008); L'altro e l'altrove (con D. Papotti, 2012); La fatica di diventare grandi (con G. P. Charmet, 2014) per Einaudi; Verdi tribù del Nord (Laterza, 2012); African graffiti (Stampa Alternativa, 2012); Gli specchi di Gulliver (2006); Timbuctu (2008); Il diverso come icona del male (con E. Severino, 2009); Gli uccelli della solitudine (2010); Cultura (2013); L'isola del non arrivo (2018) per Bollati Boringhieri; La macchia della razza (2013); Etnografia del quotidiano (2014) per elèuthera; Tra i castagni dell'Appennino. Conversazione con Francesco Guccini (2014); Senza sponda (2015) per UTET; Comunità (il Mulino, 2019), Classificare, separare, esclude. Razzismi e identità (Einaudi, 2020). Ha curato Atlante delle frontiere (2018, Add editore).Marco Aime"Classificare, separare, escludere"Razzismi e identitàEinaudi Editorehttps://www.einaudi.it/Il razzismo è un fenomeno diffuso e insinuante, che si incarna in forme sempre nuove, piú o meno gravi, nei diversi contesti storici, sociali e culturali. I pregiudizi, le esclusioni, l'odio e la paura dell'altro sembrano essere una costante del comportamento umano.Il primo gesto della costruzione dell'identità sembra essere quello di tracciare una linea tra «Noi» e gli «Altri», classificando chi va separato ed eventualmente rifiutato. Il volume affronta questa complessa questione da angolazioni diverse, ripercorrendo dapprima le molteplici forme storiche di razzismo nel contesto europeo, per poi adottare una prospettiva piú ampiamente antropologica, utile a individuare il confine, incerto e mobile, che separa quelle che possono essere considerate forme autentiche da altri tipi di avversione verso l'altro. Infine, l'autore intreccia queste due prospettive con quella della politica, per spiegare le nuove declinazioni del razzismo contemporaneo, figlio di quello passato, ma forte di caratteristiche inedite e sfuggenti, adattate ai tempi attuali, quando le costruzioni identitarie, basate su un principio di autoctonia, vengono sempre piú strumentalizzate e tradotte in azioni xenofobe violente.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarehttps://ilpostodelleparole.it/
Un'altra accoglienza è possibile. Questa è la prima di 3 puntate dedicate all'accoglienza dei migranti negli SPRAR (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati). Partiamo con la visita di Psicoradio a Casa Rupe, una struttura Sprar Vulnerabili per rifugiati con sofferenza psichica o problemi di tossicodipendenza, gestita dalla cooperativa sociale Open Group...David Lovelock è il coordinatore di Casa Rupe. In cima a una delle prime colline dell'Appennino bolognese, a Sasso Marconi, convivono 6 ragazzi in un appartamento con tre camere, una sala e una cucina in comune, “Sono loro a prendersi cura della casa. – spiega David - Seguono anche un laboratorio dove fanno dei piccoli lavori di assemblaggio e cablaggio per alcune aziende del territorio”...Nello SPRAR vulnerabili gli ospiti vengono aiutati a superare le dipendenze, imparano l'italiano, qualcuno ha ripreso la scuola, fa corsi di formazione, e si avvicinano in vari modi al mondo del lavoro...Vivere in un contesto piccolo come quello di Sasso Marconi favorisce anche l'inserimento nel tessuto sociale locale: “Fanno la fila dal medico e chiacchierano con gli altri pazienti, fanno sport vanno a fare la spesa, instaurano delle relazioni reali con gli altri abitanti e tutti li conoscono. – sottolinea David, – Siamo fortunati perché questo paese e la sua amministrazione si sono dimostrati subito accoglienti e disponibili”...“La nostra Costituzione riconosce il diritto di una persona a una vita dignitosa, non a un italiano, ma a chiunque provenga da una situazione dove non può perseguire la dignità della propria esistenza.” ..Le tre puntate sullo SPRAR sono state realizzate da Psicoradio in collaborazione con il progetto del Comune di Bologna e Asp “Bologna Cares! Sprar Metropolitano”.
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