Podcast appearances and mentions of vittorio emanuele iii

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Lezioni di storia con Stefano D'Ambrosio
#478 - La finta moderazione di Mussolini

Lezioni di storia con Stefano D'Ambrosio

Play Episode Listen Later May 6, 2025 52:40


La lezione spazia dalla marcia su Roma, alle ragioni per cui Vittorio Emanuele III decise di incaricare Mussolini a formare un nuovo governo, al "discorso del Bivacco" , alle riforme votate dal cosiddetto governo moderato, con varie incursioni nella storia della prima repubblica e riflessioni di carattere attualizzante.

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Unica Radio Podcast
Andrea Giacomo Grazzini: il passato si racconta

Unica Radio Podcast

Play Episode Listen Later Jan 22, 2025 9:44


Un libro che esplora la storia dell'elettrificazione sarda e il suo legame con i grandi eventi del Novecento Andrea Giacomo Grazzini, geologo e appassionato di storia, offre un contributo unico alla narrazione del Novecento con il suo libro Elettricità guerra e Sardegna. L'opera, pubblicata nel 2024, racconta come la costruzione della diga Santa Chiara e la successiva elettrificazione dell'isola abbiano trasformato la Sardegna, intrecciandosi con le vicende della Seconda Guerra Mondiale e i cambiamenti sociali del tempo. Disponibile su diverse piattaforme online, il libro si distingue per il ricco apparato fotografico che include immagini d'epoca e scatti recenti dei luoghi descritti. Grazzini parte dalla realizzazione della diga sul fiume Tirso, inaugurata il 28 aprile 1924 alla presenza di Vittorio Emanuele III di Savoia, per poi analizzare come questa grande opera abbia gettato le basi per lo sviluppo industriale della Sardegna. Il racconto si espande fino a includere le ripercussioni dei bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, che colpirono infrastrutture energetiche considerate bersagli strategici. La diga Santa Chiara e il legame tra energia e guerra La diga Santa Chiara rappresentò un punto di svolta nella storia della Sardegna. Costruita per imbrigliare il fiume Tirso, diede origine al lago Omodeo, il più grande bacino artificiale d'Europa al momento della sua creazione. Grazzini esplora come questa infrastruttura fosse strettamente collegata alle esigenze energetiche e belliche dell'epoca. L'autore analizza il ruolo delle miniere del Sulcis e del Sud Sardegna, che completarono il sistema energetico insulare grazie al carbone. Grazzini evidenzia come l'elettrificazione delle miniere abbia trasformato le condizioni di lavoro, permettendo turni notturni e una maggiore produttività forzata per soddisfare le necessità belliche. Questo aspetto mette in luce le pressioni sociali e i sacrifici imposti ai lavoratori per garantire un costante approvvigionamento di carbone, indispensabile per sostenere le attività industriali e militari. Un autore tra storia e radici familiari Oltre a Elettricità guerra e Sardegna, Grazzini ha dedicato altre opere alla memoria storica. Tra queste ricordiamo A difesa di Roma! Capisaldi e bunker italiani intorno alla Capitale durante la Seconda Guerra Mondiale, un'analisi approfondita delle postazioni difensive costruite dal Regio Esercito tra il 1940 e il 1943. Il libro esplora il ruolo strategico di queste fortificazioni, corredato da mappe e fotografie che ne documentano lo stato attuale. Un legame affettivo e familiare emerge invece in Buggerru in guerra: 1940-1943, che racconta la vita di questo piccolo centro sardo durante il conflitto. Buggerru è il paese natale di suo padre, e l'autore ha voluto ripercorrere e raccontare le vicende di questo paese, intrecciando testimonianze familiari, documenti storici e immagini d'epoca. Grazie al supporto del Comune di Buggerru, il progetto ha dato vita anche a una mostra fotografica che diventerà esposizione permanente

Lezioni di storia con Stefano D'Ambrosio
#416 - Da Umberto I a Vittorio Emanuele III

Lezioni di storia con Stefano D'Ambrosio

Play Episode Listen Later Oct 8, 2024 28:36


Lezione dedicata all'approfondimento della casa Savoia, con particolare attenzione al passaggio di consegne tra Umberto I e Vittorio Emanuele III.

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BASTA BUGIE - Santi e beati
Il beato Schuster

BASTA BUGIE - Santi e beati

Play Episode Listen Later Sep 18, 2024 8:25


https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7924IL BEATO SCHUSTER, ARCIVESCOVO DI MILANOdi Roberto de MatteiIl 30 agosto sono ricorsi i 70 anni dalla morte del beato cardinale Ildefonso Schuster, monaco benedettino, cardinale di Santa Romana Chiesa e arcivescovo di Milano.Fu battezzato con il nome di Alfredo Ludovico a Roma, dove nacque il 18 gennaio 1880, primogenito di Giovanni, zuavo pontificio di origine bavarese, e della sua terza moglie, Maria Anna Tutzer di Bolzano. A nove anni, perse il padre e per interessamento del barone Pfiffer d'Altishofen, colonnello delle guardie svizzere, venne mandato a studiare presso i benedettini del monastero romano di S. Paolo fuori le Mura. Qui ebbe come maestro il beato Placido Riccardi (1844-1915), rettore dell'abbazia di Farfa, che lo aiuto a discernere la vocazione religiosa. Entrato come novizio nell'ordine benedettino col nome di Ildefonso prese i voti nel 1899, si laureò in filosofia al Collegio di S. Anselmo e nel 1904 divenne sacerdote.Mostrò, fin da giovanissimo, grandi qualità di studioso, nei campi della storia, dell'archeologia, della liturgia, della musica sacra, ma soprattutto si distinse per una grande pietà ed esattezza nell'osservanza della disciplina monastica. Gli vennero perciò affidati importanti incarichi, come il rettorato del Pontificio istituto Orientale e la missione di visitatore apostolico in Lombardia, Campania e Calabria. Il 26 marzo 1918, a soli 38 anni, fu eletto abate del monastero romano di S. Paolo fuori le Mura, incarico che mantenne fino a quando, nel 1929, Pio XI lo scelse come arcivescovo di Milano, creandolo cardinale. Fu il primo vescovo a prestare giuramento di fedeltà davanti a Vittorio Emanuele III, come prevedevano i Patti Lateranensi appena firmati tra Italia e Santa Sede l'11 febbraio dello stesso anno.Il cardinale Schuster osservò una posizione di lealismo nei confronti delle legittime autorità politiche, che in quel momento erano rappresentate dal sovrano sabaudo e dal Duce del fascismo Benito Mussolini. Ciò non gli impedì di resistere ai tentativi di ingerenza del regime fascista nella vita della sua diocesi e di denunciare il razzismo hitleriano come "un'eresia", in una celebre predica dal pulpito del Duomo, il 13 novembre 1938, che suscitò la protesta del regime (Angelo Majo, Schuster, una vita per Milano, NED, Milano 1994, pp. 64-65).UN PASTORE ESEMPLAREFu un pastore esemplare del popolo a lui affidato. Milano era una diocesi di 1000 parrocchie servite da 2000 sacerdoti. Schuster compì in venticinque anni ben cinque Visite Pastorali, consacrando 280 nuove chiese, ma senza mai mancare alla Messa Capitolare di ogni domenica e di ogni festa.Durante la Seconda guerra mondiale appartenne a quel gruppo di coraggiosi Pastori, come i cardinali Elia Dalla Costa (1872 - 1961), arcivescovo di Firenze, e Antonio Santin (1895-1981), arcivescovo di Trieste, ai quali fu applicato il titolo di "defensor civitatis", per l'impegno con cui difesero la loro diocesi nelle ore più buie del conflitto. Nell'aprile 1945, alla caduta della Repubblica Sociale Italiana, il cardinale propose una trattativa tra i rappresentanti partigiani e Mussolini, ma quest'ultimo invece di consegnarsi agli alleati, preferì partire verso quel confine svizzero dove trovò la morte. Quando i corpi di Mussolini e dei gerarchi fascisti furono esposti a piazzale Loreto, Schuster ne condannò lo scempio e li benedisse per il rispetto che si deve a qualsiasi cadavere. Nel dopoguerra fu eletto primo presidente della Conferenza episcopale italiana e nel 1954, ammalato, si ritirò nel seminario di Venogono, da lui fatto costruire, dove si spense il 30 agosto di quell'anno. Fu beatificato il 12 maggio 1996 da Giovanni Paolo II, che ne fissò la memoria liturgica al 30 agosto. E' sepolto nel Duomo di Milano, dove è continuo il flusso davanti ai suoi resti mortali.Il cardinale Schuster fu sempre e innanzitutto un figlio di San Benedetto, di cui meditò a fondo la Regola, basata sull'Ora et labora. Egli era convinto che questa Regola, che fonde in un armonioso equilibrio la preghiera e l'azione, potesse plasmare la vita non solo dei monaci, ma di chiunque sia disposto a vivere nel mondo, ispirandosi alla spiritualità benedettina.  Prese certamente come modello uno dei suoi predecessori più illustri nel governo della diocesi di Milano, san Carlo Borromeo, ma non bisogna dimenticare, un'altra eminente figura a lui particolarmente cara, il beato benedettino, Giuseppe Benedetto Dusmet, dei marchesi de Smours (1818 - 1894), cardinale-arcivescovo di Catania, pastore amatissimo del popolo della città etnea.RTANTI STUDI SUI SACRAMENTI E SULLA LITURGIAIl cardinale Schuster va ricordato inoltre per i suoi importanti studi sui sacramenti e sulla liturgia, come il Liber Sacramentorum (Marietti, Torino 1919-1929), un commento storico-liturgico in 9 volumi al Messale Romano, frutto delle lezioni tenute presso il Pontificio Istituto di Musica sacra. Il vescovo Cesario d'Amato, che di lui fu successore alla guida dell'abbazia di San Paolo, racconta di aver avuto, per due anni, l'onore di servire la Messa al futuro cardinale nel suo oratorio privato e riferisce che Schuster "[...] subito si metteva allo scrittoio a scrivere rapidamente il commento alla messa del giorno. La maggior parte del Liber Sacramentorum è nata così, per dirlo con una frase che gli piaceva: «sulle ginocchia».Al centro della vita spirituale del cardinale Schuster è Gesù Cristo, Verbo Incarnato e Re della storia. Questo è il titolo delle sue Lezioni di storia ecclesiastica, in cui scrive: "la storia della società cristiana esige (...) un primo principio di azione tutto divino, onnipotente e sapiente che noi ammaestrati dalla Teologia riconosciamo nello Spirito di Colui che ci ha promesso che sarebbe rimasto tra noi sino alla fine dei secoli" (Gesù Cristo nella storia. Benedictina Editrice, Roma 1996, pp. 34-35).Ai seminaristi di Venegono, poco prima di morire, disse: «Altro ricordo non ho da darvi che un invito alla santità. La gente pare che non si lasci più convincere dalla nostra predicazione, ma di fronte alla santità, ancora crede, ancora si inginocchia e prega. La gente pare che viva ignara delle realtà soprannaturali, indifferente ai problemi della salvezza. Ma se un santo, o vivo o morto, passa, tutti accorrono al suo passaggio» (Angelo Majo, Schuster, una vita per Milano, p. 32).Vivo o morto. La distinzione è importante. Non sempre infatti nella vita di un santo tutti accorrono al suo passaggio. Sappiamo bene che molti attraversano il proprio tempo, ignoti o incompresi dai più. Ma tutti accorrono al passaggio dei santi dopo la loro morte, amandoli e onorandoli, soprattutto quando la Chiesa ne ha decretato le virtù. Così accade oggi per il beato cardinale Ildefonso Schuster, di cui chiediamo l'intercessione.

Lezioni di storia con Stefano D'Ambrosio
#383 - CORSOSERALE 6.7 (2/2): Processo alla storia: a chi dobbiamo il ventennio fascista?

Lezioni di storia con Stefano D'Ambrosio

Play Episode Listen Later Apr 24, 2024 44:21


Nella seconda parte della lezione seguiamo la parabola di Mussolini dall'internazionalismo all'interventismo, convinzione che lo porta a condividere violente battaglie propagandistiche nella primavera del 1915 con Gabriele d'Annunzio. Dopo la guerra Mussolini fonda i Fasci di combattimento e si propone come figura rispettabile di un movimento di picchiatori formato di ex Arditi, futuristi, giovani scioperati cresciuto nel mito della guerra. Una serie di eventi segnano l'escalation delle violenze fino al culmine della Marcia su Roma, colpo di Stato sui generis che per responsabilità di Vittorio Emanuele III consegue l'obiettivo più grande: regalare a Mussolini il ruolo di presidente del Consiglio dei Ministri, avendo una sparuta pattuglia di soli 35 deputati eletti alla Camera. La lezione termina con una riflessione sulle ragioni della scelta del re e con la lettura del primo discorso di Mussolini alla Camera, sprezzante nei confronti delle istituzioni e del gioco liberaldemocratico. In copertina: Vittorio Emanuele III di fronte alle sue responsabilitàvit --- Send in a voice message: https://podcasters.spotify.com/pod/show/stefano-dambrosio5/message

Lezioni di storia con Stefano D'Ambrosio
#373 - Mussolini è stato moderato?

Lezioni di storia con Stefano D'Ambrosio

Play Episode Listen Later Apr 11, 2024 27:39


In questa lezione troviamo già un Mussolini incaricato da Vittorio Emanuele III di formare un nuovo governo, che si rivolge alla Camera per ricevere dai deputati il voto di fiducia. Da quell'atto avrebbe preso avvio il cosiddetto "biennio moderato", col quale si chiudeva definitivamente la precedente fase del "biennio rosso". Ma perché molti pensavano che Mussolini potesse "essere moderato" nel duplice senso che, in fondo, moderato lo fosse già, o che, non essendolo ancora, presto avrebbe potuto diventarlo? Proviamo a rispondere a questa domanda. --- Send in a voice message: https://podcasters.spotify.com/pod/show/stefano-dambrosio5/message

il posto delle parole
Gianni Oliva "45 milioni di antifascisti"

il posto delle parole

Play Episode Listen Later Mar 10, 2024 32:39


Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.Gianni Oliva"45 milioni di antifascisti"Il voltafaccia di una nazione che non ha fatto i conti con il ventennioMondadori Editorewww.mondadori.it«In Italia sino al 25 luglio c'erano 45 milioni di fascisti; dal giorno dopo, 45 milioni di antifascisti. Ma non mi risulta che l'Italia abbia 90 milioni di abitanti»: la frase attribuita a Winston Churchill fotografa con la forza del sarcasmo la condizione di un paese che nel 1940 è entrato in guerra inneggiando all'aggressività fascista e tre anni dopo se ne è prontamente dimenticato.Dopo la Conferenza di Pace di Parigi del 1946, tutte le responsabilità della disfatta vengono infatti attribuite esclusivamente a Mussolini, ai gerarchi e a Vittorio Emanuele III. Una volta eliminati i primi a Dongo e in piazzale Loreto ed esautorata la monarchia con il referendum del 2 giugno, l'Italia può riacquistare la sua presunta integrità politica e morale usando la Resistenza, opera di una minoranza, come alibi per assolversi dalle responsabilità del Ventennio.Quando i perdenti salgono sul carro dei vincitori la memoria storica viene spazzata via e ha inizio una nuova stagione. Per eliminare una classe dirigente bisogna però averne un'altra a disposizione: come defascistizzare tutto e tutti se in quegli anni pressoché tutto e tutti erano stati fascisti?La rottura con il passato si rivela così un brusco e disarmante riciclo senza pudore di uomini, di strutture e di apparati: come nel caso eclatante di Gaetano Azzariti che, da presidente del Tribunale della Razza, massimo organismo dell'aberrazione razziale, diventa vent'anni dopo presidente della Corte costituzionale, massimo organismo di garanzia della democrazia, senza che nessuno gli abbia chiesto di ritrattare, né il monarchico Badoglio, né il comunista Togliatti, né il democristiano Gronchi.Gianni Oliva ci costringe, ancora una volta, a guardare alla storia con onestà, facendo luce su quanto i «conti non fatti sul passato» pesino ancora sul presente.Gianni Oliva, docente di Storia delle istituzioni militari, ha dedicato molti studi al periodo 1940-45. Da Mondadori ha pubblicato, tra gli altri, I vinti e i liberati, Foibe, «Si ammazza troppo poco», Soldati e ufficiali, Il tesoro dei vinti, Gli ultimi giorni della Monarchia, La guerra fascista, La bella morte, Il purgatorio dei vinti. È presidente del conservatorio Giuseppe Verdi di Torino.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.it

VADO DOVE MI PORTA IL VENTO
La colonia Vittorio Emanuele III di lido di Ostia

VADO DOVE MI PORTA IL VENTO

Play Episode Listen Later Feb 14, 2024 1:46


Testo ChatBox foto di Arcj.Mutediale ISS Testo trasformato in audio progetto cultura per ipovedenti di @tepare

lido ostia la colonia vittorio emanuele iii
Storia in Podcast
Vittorio Emanule di Savoia. Un Re mancato - Prima parte

Storia in Podcast

Play Episode Listen Later Feb 6, 2024 21:33


Se n'è andato a quasi 87 anni Vittorio Emanuele di Savoia, figlio dell'ultimo re d'Italia, Umberto II, ma soprattutto figura controversa che ha attraversato quasi un secolo di storia, passando per l'esilio, il sogno del ritorno, i guai giudiziari, le contraddizioni, la mondanità e il grande amore, andando contro la sua stessa famiglia.“Alle ore 7.05 di questa mattina 3 febbraio 2024 sua altezza reale Vittorio Emanuele, duca di Savoia e Principe di Napoli, circondato dalla sua famiglia, si è serenamente spento in Ginevra” è stato l'annuncio ufficiale dato con una nota dalla ‘Real Casa di Savoia'.In questo podcast, il Prof. Aldo Alessandro Mola ricostruisce storicamente e istituzionalmente la figura di Vittorio Emanuele. L'importanza per Casa Savoia della nascita del Principe; il contesto storico; i rapporti tra l'utimo Re – Umberto II – e suo figlio; la questione della successione dinastica: questi i temi del podcast.Lo storico Aldo A. Mola si occupa da sempre di Monarchia e ha scritto recentemente per Bompiani “Vita di Vittorio Emanuele III”.A cura di Francesco De Leo. Montaggio di Silvio Farina.https://storiainpodcast.focus.it - Canale I Savoia------------Storia in Podcast di Focus si può ascoltare anche su Spotify http://bit.ly/VoceDellaStoria ed Apple Podcasts https://podcasts.apple.com/it/podcast/la-voce-della-storia/id1511551427.Siamo in tutte le edicole... ma anche qui:- Facebook: https://www.facebook.com/FocusStoria/- Gruppo Facebook Focus Storia Wars: https://www.facebook.com/groups/FocuStoriaWars/ (per appassionati di storia militare)- YouTube: https://www.youtube.com/user/focusitvideo- Twitter: https://twitter.com/focusstoria- Sito: https://www.focus.it/cultura

Storia in Podcast
Vittorio Emanule di Savoia. Un Re mancato - Seconda parte

Storia in Podcast

Play Episode Listen Later Feb 6, 2024 27:14


Se n'è andato a quasi 87 anni Vittorio Emanuele di Savoia, figlio dell'ultimo re d'Italia, Umberto II, ma soprattutto figura controversa che ha attraversato quasi un secolo di storia, passando per l'esilio, il sogno del ritorno, i guai giudiziari, le contraddizioni, la mondanità e il grande amore, andando contro la sua stessa famiglia.“Alle ore 7.05 di questa mattina 3 febbraio 2024 sua altezza reale Vittorio Emanuele, duca di Savoia e Principe di Napoli, circondato dalla sua famiglia, si è serenamente spento in Ginevra” è stato l'annuncio ufficiale dato con una nota dalla ‘Real Casa di Savoia'.In questo podcast, il Prof. Aldo Alessandro Mola ricostruisce storicamente e istituzionalmente la figura di Vittorio Emanuele. L'importanza per Casa Savoia della nascita del Principe; il contesto storico; i rapporti tra l'utimo Re – Umberto II – e suo figlio; la questione della successione dinastica: questi i temi del podcast.Lo storico Aldo A. Mola si occupa da sempre di Monarchia e ha scritto recentemente per Bompiani “Vita di Vittorio Emanuele III”.A cura di Francesco De Leo. Montaggio di Silvio Farina.https://storiainpodcast.focus.it - Canale I Savoia------------Storia in Podcast di Focus si può ascoltare anche su Spotify http://bit.ly/VoceDellaStoria ed Apple Podcasts https://podcasts.apple.com/it/podcast/la-voce-della-storia/id1511551427.Siamo in tutte le edicole... ma anche qui:- Facebook: https://www.facebook.com/FocusStoria/- Gruppo Facebook Focus Storia Wars: https://www.facebook.com/groups/FocuStoriaWars/ (per appassionati di storia militare)- YouTube: https://www.youtube.com/user/focusitvideo- Twitter: https://twitter.com/focusstoria- Sito: https://www.focus.it/cultura

Storia dei Carabinieri
Episodio 76. Seconda Guerra Mondiale. I Carabinieri in Albania all'8 settembre. La tragica sorte della colonna Gamucci

Storia dei Carabinieri

Play Episode Listen Later Nov 22, 2023 17:03


Care amiche, cari amici, questa volta tocchiamo un tema che ancora oggi crea una certa tensione e sofferenza. Alla proclamazione dell'armistizio, la situazione in Italia si fece estremamente difficile e i reparti italiani improvvisamente e senza alcuna comunicazione preventiva si trovarono a vivere un cambiamento di fronte che portò al crollo dell'Esercito in pochissimo tempo. Nei territori esteri la situazione fu anche più complessa. In particolare vogliamo parlare della situazione in Albania, occupata nel 1939 e diventata formalmente un regno sotto lo scettro di Vittorio Emanuele III. Sicuramente il 23 settembre 1943 rappresenta una data importante per la Storia del nostro Paese. Un Vice Brigadiere dei Carabinieri Reali, Salvo D'Acquisto, offre la propria vita per salvare quella di ostaggi innocenti ed è ucciso dai tedeschi che cercano una vendetta immotivata. Ne abbiamo parlato in un episodio di questo podcast, poi chiacchierando con il giornalista Paolo Borrometi di AGI e infine ne vorremmo scrivere sul nostro blog (sempre aperto a collaborazioni). Quel 23 settembre rappresenta anche la nascita dell'effimera Repubblica Sociale Italiana. Infine, per la nostra storia è la data di cattura o di passaggio ai partigiani albanesi dei Carabinieri della colonna Gamucci. Alla proclamazione dell'armistizio andiamo a scoprire quale fu la sorte dei Carabinieri Reali in quei territori. Ne parliamo brevemente in questa puntata. Vi ricordiamo che per noi è importante il vostro riconoscimento con l'attribuzione di una specie di voto, le stelline (mi raccomando, se vi è piaciuto almeno 5) votando il podcast sia su Spotify, sia su Apple Podcast. Buon ascolto! Fonti consultate: I Carabinieri 1814 – 1980, Roma, Ente Editoriale per l'Arma dei Carabinieri, 1980; Si segnala il diario del tenente Ponzi reperito su di un sito internet curato da un discendente; Tullio Mereu, Da Tirana a fushe gurra. La Storia della Colonna Gamucci, su Academia.edu; Tullio Mereu, Colonna Gamucci. A case of predictable inevitability, su Academia.edu; Relazione L'eccidio della colonna Gamucci. Ottobre-dicembre 1943 Albania custodita presso la Direzione dei Beni Storici e Documentali dell'Arma dei Carabinieri; Giovanni Villani, Il sistema di occupazione fascista in Albania, in Laura Brazzo e Michele Sarfatti (a cura di) Gli ebrei in Albania sotto il fascismo una storia da ricostruire, Giuntina, 2010. Credits per l'immagine dei due Carabinieri adottata in copertina: Archivio Centrale dello Stato (immagine reperita in internet). --- Send in a voice message: https://podcasters.spotify.com/pod/show/storiadeicarabinieri/message

Lezioni di storia con Stefano D'Ambrosio
#282- 25LUGLIO1943 - 2. Il colpo di Stato

Lezioni di storia con Stefano D'Ambrosio

Play Episode Listen Later Nov 20, 2023 15:54


Continua la serie dedicata alla fatidica data del 25 luglio 1943. Dopo un riepilogo delle varie fasi attraversate dal fascismo, proviamo ad entrare nel vivo di ciò che accadde nella lunga notte tra il 24 e il 25 luglio 1943. Racconteremo della sfiducia votata a maggioranza dal Gran Consiglio del fascismo a Mussolini e la sua giornata lavorativa nella mattina del 25 luglio. Gli eventi precipitano soltanto nel pomeriggio del 25 luglio, nel quale è previsto il colloquio con Vittorio Emanuele III. In questa sede Mussolini apprende di essere stato estromesso dal ruolo di Capo del Governo e sostituito col maresciallo Badoglio, ma non basta: uscito dal colloquio, viene arrestato dai carabinieri e portato in una vicina stazione dove viene trattenuto in carcere. Riceve nella notte una missiva di Badoglio, con la quale lo si rassicura che questa strana procedura è stata messa in atto a tutela della sua incolumità. Nel frattempo i programmi radiofonici vengono sospesi e si dà notizia dell'avvenuto cambio al vertice. La guerra, però, continua... In copertina: Mussolini in alta uniforme con al fianco il maresciallo Badoglio. --- Send in a voice message: https://podcasters.spotify.com/pod/show/stefano-dambrosio5/message

Alessandro Barbero Podcast - La Storia
Chi ci ha perso dall'Unificazione: Nord o Sud? - Alessandro Barbero (Patti, 2023)

Alessandro Barbero Podcast - La Storia

Play Episode Listen Later Mar 30, 2023 10:25


Alessandro Barbero viene interrogato sulla questione meridionale e su chi effettivamente abbia tratto maggior giovamento dall'Unificazione d'Italia.Estratto dall'evento online organizzato dal liceo “Vittorio Emanuele III” di Patti.Fonte: https://www.patti24.it/patti-gli-alunni-del-liceo-hanno-incontrato-alessandro-barbero-professore-ordinario-di-storia-medievale-delluniversita-piemonte-orientale/--- // Disclaimer //Tutti gli audio disponibili sono utilizzati negli episodi dopo previo consenso e accordo con i distributori originali di altre piattaforme e/o comunque distribuiti liberamente e originariamente con licenze CC BY 4.0 e affini - o registrati in loco, viene sempre riportata la fonte. I titoli potrebbero differire in caso di titoli originali troppo lunghi.Per qualsiasi dubbio o problema contattateci PER FAVORE prima alla nostra mail: flamsteed46[@]gmail[dot]com Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices

Italia Nera - Il Male nel Belpaese
Sangue Blu - l'omicidio di Giulia Tasca Lanza

Italia Nera - Il Male nel Belpaese

Play Episode Listen Later Mar 28, 2023 22:31


Giulia Tasca Lanza, zia del celebre scrittore Giuseppe Tomasi di Lampedusa, è la protagonista sfortunata di questa storia. Un triangolo di sangue "blu" che ha fatto scalpore tra i giornali dell'epoca e che è arrivato a coinvolgere anche gli stessi regnanti, Vittorio Emanuele III e la consorte Elena di Montenegro.Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/italia-nera-il-male-nel-belpaese--5702018/support.

il posto delle parole
Diego Aleo "La tassa sul morto"

il posto delle parole

Play Episode Listen Later Dec 6, 2022 21:28


Diego Aleo"La tassa sul morto"Bonfirraro Editorehttps://www.bonfirraroeditore.it/Dicembre 1911, la guerra in Libia, una aspra e difficile guerra di conquista dichiarata da Giovanni Giolitti e il re Vittorio Emanuele III, diffonde i suoi effetti negativi nelle campagne della Sicilia rurale mietendo vittime tra i contadini e creando una folla di vedove desiderose di vendetta e giustizia. Tra i volti delle donne, intente ormai a occupare i ruoli dei mariti in guerra, spicca quello di Rosalia, una donna temeraria e tenace che, lottando per la conquista della propria libertà, sfiderà le Istituzioni e il potere.Diego Aleo ci conduce, attraverso Rosalia, in una terra vessata, dove il fragore della guerra lascia nelle case della povera gente una melodia di morte e ingiustizia. Una terra dove anche la religione, strizzando l'occhio al potere, dimentica gli ultimi lasciandoli soli davanti alle insidie del loro tempo.Ma, come in un gioco di specchi, l'incontro tra i personaggi svelerà sfumature inedite, desideri nascosti e la consapevolezza di aver vissuto la propria vita nell'inganno del male che cosparge di buone intenzioni la strada per l'inferno o, in questo caso, la guerra.Spetterà proprio a Rosalia, aiutata dal giovane parroco del piccolo paese di campagna, riportare speranza e dignità tra la sua gente per poter finalmente “dire sì alla vita, quella che genera pace, quella che sa distinguere il bene dal male”.Diego Aleo, laureato in lettere, è stato uno dei fondatori della Pro Loco di Barrafranca e dell'attuale Radio Luce. Ha rivestito per diversi anni il ruolo di presidente del Circolo Cattolico, (di cui è stato anche fondatore), e dell'UCIIM di Barrafranca. Studioso di tradizioni popolari, nel 1986 ha pubblicato con Gaetano Vicari il libro La grande eredità-Viaggio attraverso le tradizioni della Settimana Santa nel cuore della Sicilia – Fede e folklore a Barrafranca; nel 2010 il saggio Dimenticare non si può – padre Cravotta; C'era una volta – raccolta di racconti popolari. Uno squarcio di paese fra passato e presente è il suo ultimo saggio scritto a quattro mani con Gaetano Vicari. Libidine di un angelo è il suo primo romanzo e Mezzo dollaro d'argento il suo ultimo, entrambi pubblicati con Bonfirraro.IL POSTO DELLE PAROLEAscoltare fa Pensarehttps://ilpostodelleparole.it/

Learn Italian with LearnAmo - Impariamo l'italiano insieme!
Storia della Dinastia di Casa Savoia: la Famiglia Reale italiana

Learn Italian with LearnAmo - Impariamo l'italiano insieme!

Play Episode Listen Later Sep 16, 2022 15:15


In questo articolo parleremo di un momento molto importante per la storia d'Italia. Tutti sanno che oggi l'Italia è una repubblica, ma non è sempre stato così! Infatti, la Repubblica italiana è nata nel 1946, dopo un referendum popolare. Prima di questa data, l'Italia era una monarchia, cioè governata da un re, a quell'epoca Vittorio Emanuele II di Savoia. Quando l'Italia è diventata ufficialmente un Paese unito (il 17 marzo 1861), infatti, si chiamava Regno d'Italia. In questa lezione, parleremo proprio della famiglia reale italiana dei Savoia! I SAVOIA - La storia della famiglia reale italiana Origini della famiglia Innanzitutto, da dove deriva il nome Savoia? Il nome viene dalla regione geografica della “Savoia”, che si trova nel sud della Francia. Tuttavia, sull'origine della famiglia non si hanno notizie certe né documenti, persi a causa di guerre e incendi, ma sembrerebbe che la dinastia sabauda (questo è l'aggettivo che si riferisce ai Savoia) affondi le sue radici proprio in quella zona francese. Il capostipite della famiglia fu molto probabilmente Umberto I, che proprio nella regione francese della Savoia divenne conte, intorno all'anno 1000 d.C., pensate un po'! Dopo questa figura non si sa molto. E quello che si sa è stato probabilmente inventato dalla famiglia stessa, per ricollegare la propria immagine a quella di personaggi molto importanti. Circolavano, ad esempio, voci che Umberto I fosse nipote di Ottone II, imperatore del Sacro Romano Impero, perché i Savoia volevano far valere il proprio potere all'interno dell'impero di cui facevano parte, dimostrando di discendere da una dinastia imperiale. In ogni caso, Umberto ebbe due figli. Uno di questi, Oddone, sposò Adelaide di Susa, margravia di Torino. Fu proprio grazie a questo importante matrimonio che i Savoia ottennero i primi territori in Italia. I Savoia in Italia La famiglia reale italiana dei Savoia si trasferì solo nel XVI secolo, quando la sede centrale fu spostata da Chambery (in Savoia) a Torino: è stato il Duca Emanuele Filiberto a deciderlo. E così si apre la stagione moderna della casata, con Torino che diventa una metropoli europea e si abbellisce grazie alle opere di architetti urbanisti (Guarini, Juvarra). Il potere della famiglia reale era, però, ancora abbastanza ristretto. Il salto di qualità avvenne durante la guerra di successione al trono di Spagna (1701), quando Vittorio Amedeo II cambiò segretamente alleanza, passando dal fronte franco-spagnolo a quello austriaco. Questa mossa è stata un successo per lui, visto che poi lo stesso Re di Spagna, per riavvicinarlo, gli concesse il Regno di Sicilia. Questi non furono anni facili. I sovrani erano ovviamente lontani dalla Sicilia e in più non apprezzavano molto la cultura e le tradizioni dell'isola. E così i siciliani iniziarono a odiarli, fino a quando non scambiarono la Sicilia con un'altra isola italiana: la Sardegna. Andando avanti con la storia, arriviamo al XIX secolo, quello dell'unità d'Italia. In effetti è stato anche grazie ai Savoia se il processo di unificazione dell'Italia è diventato realtà. Prima del 1861 l'Italia era suddivisa in piccoli Stati. Successivamente Giuseppe Garibaldi, con il sostegno di Vittorio Emanuele II, riuscì a creare la magia, ufficializzata il 17 marzo 1861. La dinastia dei Savoia durò dal 1861 al 1946. Si susseguirono ben 4 sovrani: Vittorio Emanuele II (1861-1878), Umberto I (1878-1900), Vittorio Emanuele III (1900-1946) e Umberto II (maggio 1946-giugno 1946). In particolare, ricordiamo Vittorio Emanuele III, che ha governato l'Italia durante il periodo delle due guerre mondiali. Dopo la sconfitta di Mussolini e del fascismo, il re Vittorio Emanuele III decise di abdicare in favore di suo figlio Umberto II, nel tentativo di salvare la monarchia, e partì in esilio. Tuttavia poi un mese dopo, a giugno del 1946, ci fu il famoso referendum popolare.

Storia in Podcast
Il Castello di Racconigi

Storia in Podcast

Play Episode Listen Later Mar 19, 2022 22:03


Tra le Residenze Sabaude, quella di Racconigi è di certo una delle più amate. L'attaccamento della Famiglia Savoia a questa residenza fu tale che ancora oggi se ne respira la presenza. La ricchezza degli ambienti e la maestosità del parco rendono la scoperta sempre diversa e piena di sorprese. Vi raccontiamo il Castello di Racconigi in un podcast realizzato all'interno della residenza reale.Fondato intorno all'XI secolo come casaforte nella Marca di Torino, il castello di Racconigi passò successivamente ai marchesi di Saluzzo e poi ai Savoia. L'originaria struttura fortificata con torri angolari fu trasformata nel corso del XVII secolo: nel 1670, in concomitanza con l'elevazione del castello a residenza dei Savoia-Carignano, André Le Nôtre progettò il giardino; nel 1676 Guarino Guarini intraprese una globale ristrutturazione dell'edificio, mai portata a termine. A partire dal 1755 i lavori furono ripresi dall'architetto Giambattista Borra per volontà del principe Luigi di Savoia-Carignano: a questa fase risalgono i padiglioni sul prospetto principale, il grande pronao di accesso, il salone caratterizzato dalla cosiddetta “loggia dei musici”, la sala di Diana e i gabinetti cinesi. Ma è con l'ascesa al trono di Carlo Alberto, principe di Carignano, che la residenza assunse il suo aspetto odierno: nel 1820 il giardiniere tedesco Xavier Kurten ridisegnò gli spazi verdi, mentre la decorazione e il riallestimento degli interni furono affidati all'architetto Pelagio Palagi, il cui gusto tra neoclassico ed eclettico è ben rappresentato da un ambiente di singolare fascino come il Gabinetto Etrusco. Contemporaneamente furono costruiti, ai margini del parco, gli edifici di servizio in stile neogotico delle Serre e della Margaria, destinata alla gestione agricola del territorio di pertinenza del castello. Col trasferimento della capitale da Torino a Firenze (1865) e poi a Roma (1871), i reali persero progressivamente interesse per il castello, almeno sino ai primi anni del XX secolo, quando il re Vittorio Emanuele III la elesse di nuovo a sede di villeggiatura. Il castello fu acquistato nel 1980 dallo Stato italiano.I sontuosi appartamenti sono testimonianza delle più significative fasi di trasformazione che il castello subì a partire dal XVII secolo e sino all'inizio del XX: stucchi, affreschi e arredi costituiscono un rilevante panorama del mutare del gusto della corte nel corso di circa quattrocento anni. I giardini e il parco mantengono intatto l'assetto ottocentesco, caratterizzato da un impianto di matrice romantica con corsi d'acqua, laghetti, grotte e monumenti.La voce del podcast è di Alessandra Giovannini Luca, direttrice del Castello di Racconigi, studiosa della cultura figurativa piemontese anche in riferimento ai Castelli di Agliè e di Racconigi, di cui è stata nominata responsabile delle collezioni nel 2018, poco dopo il suo ingresso nel Ministero come funzionario storico dell'arte. Dottore di ricerca in Museologia, critica artistica e del restauro e docente a contratto all'Università degli Studi di Torino, ha dedicato il suo lavoro di ricerca alle interazioni tra storiografia artistica, storia della tutela e del restauro, mentre, più recentemente, si è occupata di indagini sulla storia della fotografia, nonché di committenza e collezionismo dinastico in relazione al circuito delle residenze sabaude. A Racconigi ha lavorato al miglioramento dell'accessibilità al patrimonio con particolare riferimento all'iconografia sabauda, alle raccolte dell'Armeria e alla stagione novecentesca della dimora.A cura di Francesco De Leo. Montaggio di Silvio Farina.https://storiainpodcast.focus.it - Canale I Savoia------------Storia in Podcast di Focus si può ascoltare anche su Spotify http://bit.ly/VoceDellaStoria ed Apple Podcasts https://podcasts.apple.com/it/podcast/la-voce-della-storia/id1511551427.Siamo in tutte le edicole... ma anche qui:- Facebook: https://www.facebook.com/FocusStoria/- Gruppo Facebook Focus Storia Wars: https://www.facebook.com/groups/FocuStoriaWars/ (per appassionati di storia militare)- Youtube: https://www.youtube.com/user/focusitvideo- Twitter: https://twitter.com/focusstoria- Sito: https://www.focus.it/cultura

Storia in Podcast
I Savoia dinastia europea

Storia in Podcast

Play Episode Listen Later Feb 15, 2022 51:16


A cura di Gustavo Mola di Nomaglio (Storico, Centro Studi Piemontesi).La dinastia, originatasi nel territorio del Regno di Borgogna tra il 10° e l'11° sec., regnò sull'Italia dal 1861 al 1946 ed è una delle più antiche e illustri dinastie reali europee. Trae nome dall'omonima regione dove inizialmente ebbe propri possedimenti, poi estesi anche al di qua delle Alpi fino a formare uno Stato. Dopo che l'Italia diventò un regno unificato nel 1861, quattro Re (Vittorio Emanuele II, Umberto I, Vittorio Emanuele III e Umberto II) si succedettero sul trono, negli 85 anni che trascorsero da allora al 1946, quando con un referendum popolare la monarchia fu sostituita dalla Repubblica.«Nemo propheta in patria»? Talora, per declinare la remota dimensione e rilevanza europea di Casa Savoia, conviene riferirsi anche al pensiero e alla voce di alcuni autorevoli studiosi stranieri. Il belga Alain Marchandisse afferma che, senza possibilità di discussioni, il lignaggio che più di ogni altro coltivò ante litteram l'idea d'Europa fu quello sabaudo. Per citare un altro esempio, David Carpenter, il maggiore medievista inglese contemporaneo, scrisse, riferendosi alla metà del XIII secolo, che la real casa di Savoia aveva in quel tempo «tentacles reaching throughout Europe». Principi sin dai tempi più remoti giudicati molto influenti nelle elezioni imperiali (sino alle normazioni due-trecentesche, che limitarono il numero dei principi elettori a sette), ciò in conseguenza della creduta origine sassone, della stretta consanguineità – sempre ricordata dagli imperatori -, della diretta dipendenza dall'Impero e in considerazione dei loro ruoli di vicari imperiali generali e perpetui. Non si può negare che la dinastia ebbe ben chiaro l'obiettivo di espandersi nella penisola sin da quegli anni, pur senza volere a lungo rinunciare ai vasti domini e poteri che deteneva nelle attuali Svizzera (in particolare, ma non solo, Vaud, Vallese, Ginevrino) e Francia (Savoia, Bresse, Bugey, Valromey, Nizza). Gli Stati sabaudi furono a lungo considerati in Europa, qualunque fosse la loro etichetta formale (contea, ducato) alla pari per estensione e importanza, con vari tra i principali Regni, mentre la dinastia che li reggeva non era, superfluo dirlo, seconda a nessuno. Pur tra alti e bassi (tutto, innegabilmente, avrebbe potuto svilupparsi in modi diversi) i Savoia, forti di regnare su paesi e genti pronti a seguirli, con convinzione o senza troppe riserve, considerarono nel corso di parecchi secoli l'espansione lungo lo stivale tra i propri fondamentali e costanti traguardi. Alla costituzione del Regno e dell'unità d'Italia (che alcune correnti di pensiero preferirebbero considerare esito non di un percorso, per così dire, “regio” ma “rivoluzionario”) la dinastia giunse ad opera di sovrani dotati di non ordinarie capacità e volontà. Questi per mantenersi liberi nel corso di quasi un millennio e per giungere poi alla libertà italiana, non fecero ricorso primariamente all'azione militare – difensiva o offensiva -, ma ben più alle alleanze matrimoniali con le principali dinastie e a una lungimirante ed efficace azione politica e diplomatica. Il risultato poté però essere raggiunto anche grazie a un trasversale sostegno attraverso l'intero paese e pure alla spinta impressa dai popoli meridionali, a partire da quello siciliano i cui rappresentanti già offrirono a un Savoia la corona di Sicilia nel 1848.Gustavo Mola di Nomaglio ha recentemente curato la pubblicazione “1416: Savoie Bonnes Nouvelles. Studi di storia sabauda nel 600° anniversario del Ducato di Savoia”, edito dal Centro Studi Piemontesi.A cura di Francesco De Leo. Montaggio di Silvio Farina.https://storiainpodcast.focus.it - Canale I Savoia------------Storia in Podcast di Focus si può ascoltare anche su Spotify http://bit.ly/VoceDellaStoria ed Apple Podcasts https://podcasts.apple.com/it/podcast/la-voce-della-storia/id1511551427.Siamo in tutte le edicole... ma anche qui:- Facebook: https://www.facebook.com/FocusStoria/- Gruppo Facebook Focus Storia Wars: https://www.facebook.com/groups/FocuStoriaWars/ (per appassionati di storia militare)- Youtube: https://www.youtube.com/user/focusitvideo- Twitter: https://twitter.com/focusstoria- Sito: https://www.focus.it/cultura

Lezioni di storia con Stefano D'Ambrosio
Le responsabilità di Vittorio Emanuele III

Lezioni di storia con Stefano D'Ambrosio

Play Episode Listen Later Feb 15, 2022 29:23


- Marcia su Roma: fu vero colpo di Stato? - L'azione del re fu in violazione dello Statuto Albertino? --- Send in a voice message: https://anchor.fm/stefano-dambrosio5/message

roma stato responsabilit vittorio emanuele iii
Hôm nay ngày gì?
29 Tháng 10 Là Ngày Gì? Hôm Nay Là Ngày Sinh Của Nhà Văn Nam Cao

Hôm nay ngày gì?

Play Episode Listen Later Oct 29, 2021 2:57


29 Tháng 10 Là Ngày Gì? Hôm Nay Là Ngày Sinh Của Nhà Văn Nam Cao SỰ KIỆN 2002 – Xảy ra vụ hỏa hoạn ITC – một trong rất ít vụ cháy được đánh giá là thảm khốc nhất tại Thành phố Hồ Chí Minh. 1969 – Bằng chiếc máy tính tại Viện nghiên cứu Stanford nằm tại California của Hoa Kỳ, một sinh viên Đại học UCLA gửi tin nhắn đầu tiên qua mạng ARPANET, tiền thân của Internet. 1922 – Quốc vương Vittorio Emanuele III của Ý bổ nhiệm Benito Mussolini làm thủ tướng. 1863 – Hội nghị đa quốc gia tại Genève của Thụy Sĩ kết thúc, thống nhất thành lập Ủy ban Chữ thập đỏ quốc tế. 1787 – Vở nhạc kịch Don Giovanni của Mozart được biểu diễn lần đầu tiên tại Praha 2015 - Trung Quốc tuyên bố chấm dứt chính sách Một con sau 35 năm. Sinh 1917 – Nam Cao, nhà văn Việt Nam. Ông là nhà văn hiện thực lớn (trước Cách mạng Tháng Tám), một trong những nhà văn tiêu biểu nhất thế kỷ 20. Nam Cao có nhiều đóng góp quan trọng đối với việc hoàn thiện phong cách truyện ngắn và tiểu thuyết Việt Nam ở nửa đầu thế kỷ 20. Các tác phẩm tiêu biểu của ông gồm như: tiểu thuyết Truyện người hàng xóm, Sống mòn, Truyện ngắn: Chí Phèo, Lão Hạc, Đôi mắt 1948 – Thanh Tuyền, nữ ca sĩ dòng nhạc Vàng của miền Nam Việt Nam. Bà là một trong những ca sĩ trụ cột của Trung tâm Asia và trung tâm Thúy Nga tại hải ngoại từ những ngày đầu tiên thành lập. Bà đã trình bày thành công nhiều nhạc phẩm của những nhạc sĩ như Nguyễn Văn Đông, Lam Phương, Thanh Sơn, Trần Thiện Thanh, Minh Kỳ. 1980 – Ben Foster, Nam diễn viên Mỹ. Anh đã góp mặt trong các bộ phim The Punisher, X-Men 1982 - Ariel Lin , nữ diễn viên và ca sĩ Đài Loan. Lin đã giành được Nữ diễn viên chính xuất sắc nhất tại Lễ trao giải Chuông vàng lần thứ 43 và 47 cho các vai diễn lần lượt trong They Kiss Again (2007) và In Time with You Mất 1953 – William Kapell, nghệ sĩ Piano Mỹ 1940 – Phan Bội Châu, nhà yêu nước Việt Nam Chương trình "Hôm nay ngày gì" hiện đã có mặt trên Youtube, Facebook và Spotify: - Facebook: https://www.facebook.com/aweekmedia#chulalongkorn - Youtube: https://www.youtube.com/c/AWeekTV - Spotify: https://open.spotify.com/show/6rC4CgZNV6tJpX2RIcbK0J - Apple Podcast: https://podcasts.apple.com/.../h%C3%B4m-nay.../id1586073418 #aweektv #29thang10 #NamCao #BenFoster #ArielLin #WilliamKapell #Mussolini Các video đều thuộc quyền sở hữu của Adwell jsc (adwell.vn) , mọi hành động sử dụng lại nội dung của chúng tôi đều không được phép. --- Send in a voice message: https://anchor.fm/aweek-tv/message

Il Pilpul di Pagine Ebraiche
14 luglio, il dovere della Memoria

Il Pilpul di Pagine Ebraiche

Play Episode Listen Later Jul 14, 2021 3:22


Pubblicato, con il titolo "Il fascismo e i problemi della razza", su “Il Giornale d'Italia” del 14 luglio 1938, il manifesto della “razza”, anticipa di poche settimane la promulgazione della legislazione antiebraica fascista (settembre-ottobre 1938), sottoscritta dal re Vittorio Emanuele III. Il manifesto diviene la base ideologica e pseudo-scientifica della politica razzista dell'Italia fascista, anticamera della Shoah in Italia. A distanza di 83 anni da quella nefasta data, sottolinea l'Anpi Milano in una nota, "dobbiamo promuovere una vasta e costante iniziativa di carattere culturale e storico contro la deriva razzista e antisemita che sta investendo l'Europa e il nostro Paese".

Lezioni di storia con Stefano D'Ambrosio
Le responsabilità di Vittorio Emanuele III

Lezioni di storia con Stefano D'Ambrosio

Play Episode Listen Later May 12, 2021 28:50


- Marcia su Roma - Biennio moderato - Legge Acerbo - Riforma Gentile

responsabilit vittorio emanuele iii
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Il Ventennio Fascista: storia di Benito Mussolini e del fascismo italiano

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Play Episode Listen Later Aug 9, 2020 12:19


In questa lezione ci occuperemo di storia, più precisamente di di uno dei momenti più delicati, drammatici e oscuri della storia italiana: il ventennio fascista. Vedremo, infatti, le origini del movimento fascista, analizzeremo la figura di Benito Mussolini, leader del movimento, e scopriremo gli eventi che hanno portato l'Italia a ritrovarsi in una dittatura totalitaria e, in seguito, in una guerra mondiale!    Il Ventennio Fascista: date ed eventi   La crisi del biennio rosso Iniziamo con il dire che la prima guerra mondiale aveva portato l'Italia a trovarsi in uno stato di totale devastazione, a causa dei combattimenti, e in una profonda crisi economica e sociale, soprattutto a causa delle crescenti disoccupazione e inflazione, che colpivano soprattutto impiegati, contadini e operai. - 1919 e 1920: in Italia, tutti gli avvenimenti sopraccitati portarono ad una serie di manifestazioni, scioperi, proteste e rivolte (caratterizzate anche dall'occupazione delle fabbriche) al fine di ottenere aumenti sugli stipendi e misure per contrastare l'aumento dei prezzi, in un periodo conosciuto come “biennio rosso”.   L'inizio del fascismo - 1919/1921: Benito Mussolini fondò i Fasci di Combattimento (dal nome dei bastoni usati dagli antichi littori, ossia le “guardie del corpo” dei magistrati romani), il movimento politico che, due anni dopo, avrebbe dato origine al fascismo, movimento caratterizzato principalmente per l'uso della violenza contro tutti gli oppositori politici. I fascisti, infatti, si riunivano in squadre riconoscibili dalla tipica camicia nera con l'obiettivo di terrorizzare e umiliare gli avversari. Presto in molti si convinsero che il fascismo avrebbe potuto placare le rivolte delle classi inferiori e riportare ordine nel Paese, tanto che i fascisti, per la prima volta, riuscirono ad entrare in parlamento con 35 deputati.   La marcia su Roma e l'ascesa al potere di Mussolini - 1922: i fascisti, mossi da una crescente smania di potere, organizzarono la famosa marcia su Roma: una manifestazione durante la quale circa 25 mila fascisti  occuparono stazioni e strade della capitale nel tentativo di ottenere le dimissioni del primo ministro Luigi Facta e ottenere la guida politica del regno. Facta, pertanto, chiese a Vittorio Emanuele III di bloccare l'avanzata fascista con il supporto dell'esercito, ma il re, per non rischiare di causare scontri violenti, convocò a Roma Benito Mussolini (che si trovava a Milano) e lo incaricò di formare un nuovo governo, nonostante avesse pochissimi deputati. Nel 1922 iniziò dunque il potere di Benito Mussolini, il quale rimarrà alla guida del Regno d'Italia fino al 1943 con il titolo di Duce. Il regime fascista iniziò da subito a governare l'Italia con il pugno di ferro, eliminando chiunque si opponesse. - 1924: i fascisti vinsero le nuove elezioni, falsificando i risultati elettorali, ma alcuni si accorsero della pratica fraudolenta, come il deputato antifascista Giacomo Matteotti, il quale denunciò apertamente le violenze e gli imbrogli   Il Delitto Matteotti, le leggi fascistissime e la propaganda - (10 giugno): Giacomo Matteotti fu assassinato. Il suo omicidio sarebbe passato alla storia come uno degli eventi più bui della storia d'Italia: il delitto Matteotti, l'omicidio che fece più scalpore tra tutti quelli commessi dai fascisti. Il  discorso del deputato, carico di accuse, è sicuramente rimasto nella storia dell'Italia, soprattutto la celebre frase che avrebbe detto ai suoi compagni al termine: “Io, il mio discorso l'ho fatto. Ora voi preparate il discorso funebre per me”. - 1925: Mussolini decise di optare definitivamente per la dittatura, emanando le cosiddette “leggi fascistissime” , le quali stabilivano stabilivano che: 1) il Partito Nazionale Fascista era l'unico ammesso 2) il capo del governo doveva rispondere del proprio operato solo al re d'Italia e non più al parlamento; 3) il Gran Consiglio del fascismo,

La Storia - Novecento
1922 - La Marcia su Roma

La Storia - Novecento

Play Episode Listen Later Jan 18, 2020 10:20


La marcia su Roma fu una manifestazione armata[1] organizzata dal Partito Nazionale Fascista (PNF), guidato da Benito Mussolini, il cui successo ebbe come conseguenza l'ascesa al potere del partito stesso in Italia. Il 28 ottobre 1922, circa 25.000 camicie nere si diressero sulla capitale rivendicando dal sovrano la guida politica del Regno d'Italia e minacciando, in caso contrario, la presa del potere con la violenza. La manifestazione eversiva[2] si concluse con successo quando, il 30 ottobre, il re Vittorio Emanuele III cedette alle pressioni dei fascisti e decise di incaricare Mussolini di formare un nuovo governo. Vengono ricompresi nella medesima locuzione anche altri eventi collegati verificatisi, fra il 27 e il 30 ottobre, in tutto il territorio nazionale. La marcia su Roma venne celebrata negli anni successivi come il prologo della "rivoluzione fascista" e il suo anniversario divenne il punto di riferimento per il conto degli anni secondo l'era fascista. --- Support this podcast: https://anchor.fm/claudia-diletta-milioni-guerriero8/support

Ristretto
Il discorso del «Re»

Ristretto

Play Episode Listen Later Nov 20, 2019 10:03


A quanto pare, a gettare nello scompiglio il Paese, almeno virtuale, è sufficiente un tweet di un discendente della casa sovrana del non rimpianto Regno d’Italia. Intanto Matteo Salvini e Giorgia Meloni tentano lo sbarco su TikTok, andando a sbattere contro le contestazioni dei giovanissimi, che preferirebbero – legittimamente – continuare a divertirsi invece di sorbirsi la propaganda. Settimana scorsa, la viralità effimera ha premiato una piazzata di Emanuele Filiberto. In un video posato da oltre 250 mila visualizzazioni, annuncia «l’imminente ritorno della Famiglia Reale». Nei tweet, svettava l’hashtag #adv: palese riferimento a una marchetta. Montano l’astio e lo scherno: il bisnonno Vittorio Emanuele III si giocò la corona spalancando i cancelli del cadente Stato liberale al golpe di Benito Mussolini. E quindi alla dittatura. I fasti della stirpe sabauda coincidono con le fortune televisive del rampollo. Come la vittoria di Ballando con le stelle nel 2009, o l’argento al festival di Sanremo con «Italia amore mio», rivelatasi una bieca operazione commerciale. Non è andata molto diversamente quest’autunno: dietro il «discorso del re» c’era la promozione della terza stagione di The Crown, serie-tv targata Netflix. Dopo aver arruolato Salvatore Aranzulla e Myss Keta, il colosso dello streaming si conferma brillante nel casting. Lo preferivamo con un microfono a fianco di Pupo, ma il polverone dà l’idea dei tempi, e della caratura: da queste parti scada nella farsa pure la strumentalizzazione di quanto resta di una poco felpata dinastia, non immune agli scandali. In Spagna, prove di coalizione fra il partito socialista e Podemos, per arginare l’avanzata dell’ultra-destra di Vox. A proposito, in Inghilterra gli ultrà del Brexit party spianano la strada a Boris Johnson ritirando i candidati nei collegi a trazione conservatrice.

#AccadeOggi
15 ottobre 1933, viene a Ferrara Vittorio Emanuele III - #AccadeOggi - s01e02

#AccadeOggi

Play Episode Listen Later Oct 15, 2019 2:40


Il 15 ottobre 1933 il re d'Italia Vittorio Emanuele III venne a Ferrara per visitare la città e in particolare la mostra dei pittori ferraresi del rinascimento allestita a Palazzo dei Diamanti. Se volete scoprire di più ascoltate Domenico Lugas parlarcene in questo podcast!

WIKIRADIO
WIKIRADIO del 12/04/2018 - L'ATTENTATO A VITTORIO EMANUELE III raccontato da Mimmo Franzinelli

WIKIRADIO

Play Episode Listen Later Apr 12, 2018 29:26


L'ATTENTATO A VITTORIO EMANUELE III raccontato da Mimmo Franzinelli

attentato vittorio emanuele iii mimmo franzinelli
Religione | RRL
06 - Regina Montis Regalis

Religione | RRL

Play Episode Listen Later Apr 5, 2018 8:30


Le cronache ne han parlato, poiché qui nello scorso mese di dicembre sono state collocate, al rientro in patria dall’esilio, le salme della Regina Elena prima e di Vittorio Emanuele III poi.

montis vittorio emanuele iii radioromalibera
Tra poco in edicola
TRA POCO IN EDICOLA del 19/12/2017 - 2 - IL RITORNO DI VITTORIO EMANUELE III 1P

Tra poco in edicola

Play Episode Listen Later Dec 18, 2017 27:47


Scarica il programma

Tra poco in edicola
TRA POCO IN EDICOLA del 19/12/2017 - 3 - IL RITORNO DI VITTORIO EMANUELE III 2P

Tra poco in edicola

Play Episode Listen Later Dec 18, 2017 17:51


Scarica il programma

Den Röda Tråden
DRT44 - Från Italiens nästsiste kung till vänsterprassel

Den Röda Tråden

Play Episode Listen Later May 10, 2016 38:44


I avsnitt 44 återvänder Den röda tråden till att snacka svenska, och Kike Bertell tar tag i en trådbit som delvis belystes i föregående podd. Allt startar med Vittorio Emanuele III, Italiens nästsiste kung, och slutar med hur ordet "vänsterprassel" kommit till. Mirka Kettunen är idel öra!

allt kung italiens vittorio emanuele iii
BASTA BUGIE - Storia
La profezia di San Giovanni Bosco ai Savoia

BASTA BUGIE - Storia

Play Episode Listen Later Apr 29, 2015 11:18


TESTO DELL'ARTICOLO ➜ http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=3727LA PROFEZIA DI SAN GIOVANNI BOSCO AI SAVOIA di Alberto TorresaniI Savoia, prima come conti, poi duchi e infine come re di Sardegna, sono stati presenti in Piemonte per quasi mille anni. Reggevano uno Stato cuscinetto per tenere distanti due grandi potenze: Francia e Impero tedesco. Hanno assolto tale funzione adottando l'alleanza col maggiore offerente, acquistando un territorio sempre più esteso ed armando sempre un esercito superiore alle loro finanze, da impiegare oculatamente, per intimorire l'avversario.La storia di quella famiglia conosce alcuni casi di santità, a preferenza tra le donne, perché venivano educate con rigore morale, mentre gli uomini dovevano essere rudi soldati, coi relativi usi e costumi.La rivoluzione francese rischiò di travolgere i Savoia. Furono sconfitti da Napoleone e il re trovò rifugio in Sardegna, difeso dalla flotta di Nelson. Il Piemonte corse il rischio di esser trasformato in un dipartimento francese: solamente la vittoria dell'ultima coalizione antifrancese riportò Vittorio Emanuele I a Torino. Qui giunto, allontanò da corte coloro che si erano compromessi col governo francese, ma le terre confiscate agli enti ecclesiastici rimasero ai nuovi proprietari.Purtroppo, nessun re di casa Savoia risultò una mente superiore e così andò sprecato un tesoro immenso, la fedeltà dei loro sudditi. Fra tutte le opzioni politiche allora discusse per unificare l'Italia, il modello federativo suggerito da Antonio Rosmini, che era il migliore, fu sciupato da Carlo Alberto. Nel 1847, il papa Pio IX inviò Mons. Corboli Bussi in missione a Firenze, Modena, Parma e Torino, proponendo l'Unione Doganale tra quegli Stati, a somiglianza di quanto era avvenuto per lo Zollverein tedesco, preludio dell'unificazione politica. La missione ricevette risposta positiva ovunque, meno che a Torino. Qui ormai prevalevano venti di guerra.UN ANTICLERICALISMO MONTANTEDurante la Prima guerra del Risorgimento i liberali si scoprirono antigesuiti, anticlericali, desiderosi di uscire da ogni tutela ecclesiastica. Fu decisa la cacciata dei Gesuiti (una ventina) e la chiusura delle loro scuole, comprese quelle dei "gesuitanti" come le Dame del Sacro Cuore. A Chambery, in Savoia, esse avevano una scuola superiore femminile, frequentata anche da alunne francesi e svizzere. I deputati della Savoia che lamentavano, in caso di chiusura, l'assenza completa di istituti analoghi in grado di sostituirla, si sentirono dire dal ministro: "Meglio nessuna scuola piuttosto di una scuola di gesuitanti".Don Bosco, nel 1848, notò tra i suoi ragazzi un crescente bellicismo con fioritura di esercizi militari, marce, odio al nemico e dovette prodigarsi perché quei sentimenti non distruggessero il suo lavoro. Per poco tempo don Bosco ritenne possibile favorire un qualche partito che si ponesse a difesa dei valori cattolici, ma quando percepì la disunione esistente tra i cittadini dichiarò di aderire al "partito del Papa" nel senso di obbedire a principi religiosi non legati a partiti. Avendo bisogno di tutti non poteva schierarsi per alcuno.LA PROFEZIA DI DON BOSCOLa Prima guerra del Risorgimento terminò col disastro di Novara nel febbraio 1849, l'abdicazione di Carlo Alberto e la successione di Vittorio Emanuele Il.Ben presto si fece luce il liberalismo del Cavour, dapprima come ministro di Commercio e Agricoltura, poi dal 1852 come primo ministro. Cavour decise di appiattire la politica piemontese su quella d'Oltralpe: perciò riforme liberali, investimenti in infrastrutture come strade, porti, ferrovie, telegrafo. Nel 1855 il Cavour prese a pretesto la necessità di ridurre la voce del bilancio statale riservata al culto. Perciò, unilateralmente, decise la confisca di metà del patrimonio ecclesiastico presente nel Regno, di venderlo e col ricavato costituire un fondo dal quale attingere per le future necessità del culto. Il re Vittorio Emanuele II pensava che fosse un buon affare. Don Bosco ebbe una delle sue premonizioni e fece sapere al re di aver sognato un valletto che annunciava tristemente: «Grandi funerali a corte» e supplicò perciò il Sovrano «che pensasse a regolarsi in modo da schivare i minacciati castighi, e di impedire a qualunque costo quella legge», e gli fece sapere che chi ruba alla Chiesa non arriva alla quarta generazione. Non fu ascoltato e, durante la discussione della legge, la famiglia del re fu colpita da quattro lutti: in poco tempo morirono la moglie del re col figlio di otto giorni, la madre e l'unico fratello.LO STATO È TUTTO, LA CHIESA È NIENTELa Seconda guerra d'indipendenza fu il capolavoro del Cavour che con l'intervento francese trovò l'unico modo per sconfiggere l'Austria. Furono acquisite la Lombardia, i Ducati padani, le legazioni di Romagna e il Granducato di Toscana. Seguì la conquista del resto d'Italia con Garibaldi in Sicilia e l'esercito piemontese che lo ferma a Napoli, rimandando a più tardi la presa di Roma.Il governo italiano diceva di praticare la nota politica di Cavour «libera Chiesa in libero Stato», ma nei fatti si riteneva erede degli Stati preunitari che avevano esercitato il diritto di placet e di veto per le nomine episcopali. Molte diocesi erano senza vescovo perché o defunto o scacciato. Bastava aver detto mezza parola o scritto una riga critica nei confronti della nuova realtà politica per venire esclusi dalla nomina a vescovo.Don Bosco fu inviato da Pio IX nelle diocesi sprovviste di vescovi per cercare candidati all'episcopato. Dopo aver effettuato l'inchiesta canonica, quei nominativi venivano portati al Ministro degli interni che effettuava la propria indagine e finalmente si poteva nominare il vescovo. Insomma, la Chiesa aveva la libertà del girarrosto che può solo presentare alla fiamma la parte non ancora ben rosolata. Il De Sanctis spiegava che in quel momento il motto di Cavour andava interpretato nel senso che «lo Stato è tutto e la Chiesa niente».LA PROFEZIA SI COMPIEIl papa Leone XIII volle edificare un tempio votivo nei pressi della stazione Termini, con la stessa funzione del Sacro Cuore di Parigi. I costruttori fecero il riccio della spesa e fermarono i lavori annunciando che i denari erano finiti. Il cardinal Nina suggerì al Papa di affidare il completamento dell'edificio a don Bosco, giudicato un imprenditore che non si faceva imbrogliare. Dovette compiere due viaggi a Parigi e uno a Barcellona per trovare il denaro necessario. La chiesa fu portata a termine e don Bosco poté celebrare una Messa di ringraziamento nel corso della quale molte volte si commosse fino al pianto, rievocando le tappe del cammino che la Provvidenza gli aveva riservato.Ancora adesso i Salesiani curano l'avviamento professionale di giovani sottratti alla strada per munirli di solide competenze lavorative e di un orientamento cristiano alla vita.I Savoia, invece, fecero le guerre coloniali, poi la Prima guerra mondiale a seguito di un colpo di Stato del sovrano; poi, con un secondo colpo di Stato, scelsero Mussolini come primo ministro che procurò loro l'Impero d'Etiopia e il regno di Albania e infine lo scacciarono. Vittorio Emanuele III non imitò il trisnonno Carlo Alberto e non si dimise nel 1943. Quando lo fece, nel 1946 era troppo tardi e il 2 giugno il referendum scelse la repubblica: Umberto II, il re di maggio, andò in esilio.Era la quarta generazione dei Savoia in Italia: la profezia di don Bosco così si adempiva del tutto.

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WIKIRADIO del 09/05/2013 - VITTORIO EMANUELE III raccontato da Giuseppe Parlato

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VITTORIO EMANUELE III raccontato da Giuseppe Parlato