Autobiographical book by Primo Levi
POPULARITY
Ella no es mía, tampoco soy suyo, lo nuestro es temporal, somos un préstamo voluntario de momentos inolvidables que quizás podría durar la vida entera. Mario Benedetti Adaptación libre de la novela de Mario Benedetti, trasladada de Montevideo a Buenos Aires, donde se enmarca una historia de amor entre una pareja con bastante diferencia de edad. Ana María Picchio y Héctor Alterio, él, viudo, cansado de levantarse cada día para ir a una oficina, a quien los hijos le regalan en su cumpleaños un batín gris, y de pronto una nueva empleada en el trabajo, y una conexión inesperada que iluminará sus días, solo algunos días, porque el tiempo pasa y va a su aire, y además hay que contar con los caprichos del destino. Renan traslada los diálogos internos de Santomé en la novela a la sintaxis fílmica mediante los gestos, las emociones, con tanto acierto que el film resultó un éxito de taquilla en su Argentina natal. Además toca otros temas de manera audaz, estamos en la década de los setenta, la homosexualidad del hijo, o la rutina alienada de los chupatintas en la oficina. El film optó al Oscar por película en habla no inglesa, que terminó llevándose “Amarcord” de Fellini. La naturalidad de esa pareja, la humanidad de cada plano, los dos pasean por la ciudad, los diálogos, las salidas en días de lluvia, acaso eso era la felicidad. Secuencias de un sentimentalismo maravilloso, sin cursilerías, que seguro inspiraron al Garci de “Volver a empezar” o al Campanella de “El mismo amor, la misma lluvia”. Al ritmo del bandoneón de Julián Plaza y pasos de tango, de la nostalgia de un corazón al que el destino dio una tregua, un breve lapso de alegría y brillo en las miradas, y de pronto, una tos repetitiva, el destino llama a la puerta con malas nuevas. Y entonces en el restaurante Santomé le dice que él es demasiado viejo, que es mejor sufrir que estar viviendo así, y Laura contesta que no va a pasar por alto ese episodio, y suenan los violines, y Renán se las arregla para que no quede eso dulzón, que no parezca impostado, que se agarren las manos y los recuerdos nos asalten. Esta noche nos preguntamos si puede uno caer en que consiste la felicidad… Salvador Limón, Raúl Gallego y Zacarías Cotán
Cosa accade sul campo in Ucraina. La tregua a Gaza all'alba della “fase 2”. Questo podcast e gli altri nostri contenuti sono gratuiti anche grazie a chi ci sostiene con la membership. Per sostenere il nostro lavoro e ricevere contenuti esclusivi iscriviti alla membership su membership.willmedia.it Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
En este nuevo episodio, tenemos de invitado a Román Brutti, creador del sitio argentino archivocuir.ar : un registro del cine argentino a través de una mirada cuir. En su versión actual, es una base de datos curada con más de 120 películas estrenadas entre 1933 y 2009.Repasamos con Román algunos títulos que se pueden encontrar ahi (La Tregua, Los Tres Berretines, Adios Roberto, Atracción Peculiar, etc.) y nos detenemos en un gran ejemplo, pedido hace rato por algunos de ustedes.Otra Historia De Amor (1986), escrita y dirigida por Américo Ortiz de Zárate y protagonizada por Arturo Bonín y Mario Pasik. Un empleado de oficina comienza una relación con su jefe directo, casado y hombre de familia, desencadenando la típica serie de eventos de una película de trolos.Novedosa para su época y llevada adelante durante años por un director gay, la película se puede ver gratis en archivocuir y no solo comentamos su trama y nuestra opinión sino tambien todo lo que pasó luego de su estreno.Además, leemos los mensajes de ustedes sobre nuestro episodio anterior.Aqui pueden entrar al archivocuirRoman en redes sociales es @romanbruttiDejen vuestros comentarios acá abajo o en nuestras redes y si les gusta nuestro contenido pueden dejarnos un cafecito!https://cafecito.app/sodomaramaSi no pueden mandar cafecitos aca esta nuestro paypal amigueshttps://www.paypal.com/donate/Instagram:@SODOMARAMA@axelfritzler_@pabloataboadaO en Twitter:@NoSoyAlexOk@EnAfter Email: sodomarama@gmail.com
La tregua iniziata il 19 gennaio scorso potrebbe terminare tra due giorni, e nel braccio di ferro tra Hamas e Israele "rischiano di essere stritolati i civili palestinesi e le famiglie degli ostaggi israeliani".
Trump e Putin parlano di tregua in Ucraina mentre la tregua a Gaza è a rischio. Questo podcast e gli altri nostri contenuti sono gratuiti anche grazie a chi ci sostiene con la membership. Per sostenere il nostro lavoro e ricevere contenuti esclusivi iscriviti alla membership su membership.willmedia.it. Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
Los aranceles de Donald Trump al aluminio y acero desatan una "guerra comercial" mundial con la UE como parte afectada. La Guardia Civil confirma que el fiscal general del Estado no habló con ningún periodista la noche de la filtración del mail del novio de Ayuso y constata el doble borrado del Whatsapp de García Ortiz. Y Hamás suspende la entrega de rehenes e Israel activa la alerta máxima ante un escenario imprevisible.
El frágil alto el fuego entre Israel y Hamás se tensa aún más con la llegada de Donald Trump a la presidencia de los Estados Unidos.See omnystudio.com/listener for privacy information.
In Congo, il gruppo M23 dichiara la tregua e dice di non avere intenzione di conquistare Bukavu. Tutto dipenderà dall'incontro tra i presidenti Tshisekedi e Kagame previsto per sabato. Ne parliamo con Patrick Syaluha, corrispondente a Goma per la rete congolese B-one Tv. Nel frattempo, il presidente Trump è alle prese con altri due conflitti. Quello israelo-palestinese, per cui il presidente incontrerà Benjamin Netanyahu oggi, e quello tra Russia e Ucraina, di cui discuterà con l'omonimo russo a data da destinarsi. Ne parliamo con Michael Milshstein, responsabile del Centro per gli studi palestinesi del Dayan Center dell'Università di Tel Aviv, e con Antonella Scott, firma del Sole 24Ore, esperta di Russia.
Proseguono gli scambi di prigionieri e ostaggi tra Israele e Hamas ma proseguono al contempo gli attacchi delle forze armate israeliane in Cisgiordania, in particolare a Jenin.
Puntata del 02 Febbraio 2025La tregua effimera a Gaza, Meloni contro la magistratura, la mancanza del dibattito pubblico
Ad una settimana dall'inizio della tregua, i bombardamenti sono cessati nella Striscia e gli aiuti umanitari sono tornati ad essere consegnati in misura maggiore, ma il ritorno dei palestinesi verso le proprie case rimane difficile, specialmente nelle regioni settentrionali.
Secondo i dati resi noti dalla banca centrale di Israele, i costi della guerra con Hamas potrebbero raggiungere i 60 miliardi di euro, pari a circa il 12% del Pil. Il deficit di bilancio, alimentato dalla spesa per la difesa raddoppierà fino all’8% del Pil. Le proiezioni di crescita economica per Israele sono scese dall’aspettativa iniziale del 3,4% a una forbice compresa tra l’1% e l’1,9%. Anche a causa della mancanza di manodopera palestinese, la produzione agricola in Israele ha subito una flessione del 25%. Ma se la situazione in Israele desta preoccupazione, a Gaza è semplicemente devastante a causa della disoccupazione (oltre l’80%), della crisi umanitaria e della mancanza di fonti di reddito. il Fondo monetario internazionale (Fmi) ha indicato che il Pil di Gaza si è ridotto di quasi il 90%. Sono alcune delle conseguenze economiche innescate dalla guerra ora avviata a una faticosa quanto fragile tregua. Al conflitto tra Israele e Hamas esploso in seguito alla strage del 7 ottobre 2023 compiuta da Hamas, e che ha finora causato oltre 47mila vittime a Gaza, è dedicato un libro pubblicato da Laterza, dal titolo “Il suicidio di Israele”. L’autrice è Anna Foa, che ha insegnato per molti anni storia moderna all’Università di Roma La Sapienza.
STRASBURGO (FRANCIA) (ITALPRESS) - "Abbiamo quaranta giorni di tempo circa per costruire le condizioni per consolidare la tregua e impedire che la guerra ricominci". Lo ha detto l'eurodeputato del Partito Democratico, Marco Tarquinio, in merito alla tregua a Gaza.xf4/sat/gtr
STRASBURGO (FRANCIA) (ITALPRESS) - "Abbiamo quaranta giorni di tempo circa per costruire le condizioni per consolidare la tregua e impedire che la guerra ricominci". Lo ha detto l'eurodeputato del Partito Democratico, Marco Tarquinio, in merito alla tregua a Gaza.xf4/sat/gtr
Israele attacca i palestinesi in Cisgiordania. La tregua è a rischio. Non c'è vera pace in Medio Oriente e al terzo giorno di una tregua fragilissima scatta l'operazione israeliana in Cisgiordania. Si tratta di un'operazione militare su vasta scala che ha preso di mira Jenin, la città del nord che i palestinesi considerano il simbolo della resistenza all'occupazione israeliana. I bulldozer dell'Idf hanno chiuso i passaggi in ingresso e in uscita. I raid degli elicotteri hanno già fatto morti e feriti. L'azione congiunta Idf e Shin Bet, il servizio di intelligence interno, si chiama “Muro di ferro”. L'ha annunciata Benjamin Netanyahu. “Agiamo sistematicamente e con forza contro l'asse iraniano ovunque estenda le sue braccia a Gaza, in Libano, Siria, lo Yemen, la Giudea e la Samaria”, ha detto il premier israeliano. A rischio l'accordo di Doha. L'accordo siglato con difficoltà a Doha, che ha già avuto riflessi positivi con la liberazione di tre ostaggi israeliani e 91 detenuti palestinesi, sembra a rischio fallimento. Arriva proprio da Jenin la prima tegola di politica estera della nuova amministrazione di Donald Trump, che aveva annunciato per primo l'intesa. La mossa avviene a poche ore dalla rimozione delle sanzioni americane ai coloni estremisti, decisa da Donald Trump e inserita nei primi ordini esecutivi del suo mandato. Solo una settimana fa, il Battaglione Jenin, che mette insieme vari gruppi di miliziani, aveva raggiunto un accordo di tregua con le forze di sicurezza dell'Anp dopo quasi un mese di violento assedio del campo profughi che aveva lo scopo di sottrarre il controllo ad Hamas, Jihad Islamica e agli altri gruppi combattenti. Quella a Jenin appare più come un'azione di Netanyahu per ammorbidire il dissenso interno al suo governo del ministro dell'ultradestra israeliana Bezalel Smotrich. "Il Corsivo" a cura di Daniele Biacchessi non è un editoriale, ma un approfondimento sui fatti di maggiore interesse che i quotidiani spesso non raccontano. Un servizio in punta di penna che analizza con un occhio esperto quell'angolo nascosto delle notizie di politica, economia e cronaca. ___________________________________________________ Ascolta altre produzioni di Giornale Radio sul sito: https://www.giornaleradio.fm oppure scarica la nostra App gratuita: iOS - App Store - https://apple.co/2uW01yA Android - Google Play - http://bit.ly/2vCjiW3 Resta connesso e segui i canali social di Giornale Radio: Facebook: https://www.facebook.com/giornaleradio.fm/ Instagram: https://www.instagram.com/giornale_radio_fm/?hl=it
Israele attacca i palestinesi in Cisgiordania. La tregua è a rischio. Non c'è vera pace in Medio Oriente e al terzo giorno di una tregua fragilissima scatta l'operazione israeliana in Cisgiordania. Si tratta di un'operazione militare su vasta scala che ha preso di mira Jenin, la città del nord che i palestinesi considerano il simbolo della resistenza all'occupazione israeliana. I bulldozer dell'Idf hanno chiuso i passaggi in ingresso e in uscita. I raid degli elicotteri hanno già fatto morti e feriti. L'azione congiunta Idf e Shin Bet, il servizio di intelligence interno, si chiama “Muro di ferro”. L'ha annunciata Benjamin Netanyahu. “Agiamo sistematicamente e con forza contro l'asse iraniano ovunque estenda le sue braccia a Gaza, in Libano, Siria, lo Yemen, la Giudea e la Samaria”, ha detto il premier israeliano. A rischio l'accordo di Doha. L'accordo siglato con difficoltà a Doha, che ha già avuto riflessi positivi con la liberazione di tre ostaggi israeliani e 91 detenuti palestinesi, sembra a rischio fallimento. Arriva proprio da Jenin la prima tegola di politica estera della nuova amministrazione di Donald Trump, che aveva annunciato per primo l'intesa. La mossa avviene a poche ore dalla rimozione delle sanzioni americane ai coloni estremisti, decisa da Donald Trump e inserita nei primi ordini esecutivi del suo mandato. Solo una settimana fa, il Battaglione Jenin, che mette insieme vari gruppi di miliziani, aveva raggiunto un accordo di tregua con le forze di sicurezza dell'Anp dopo quasi un mese di violento assedio del campo profughi che aveva lo scopo di sottrarre il controllo ad Hamas, Jihad Islamica e agli altri gruppi combattenti. Quella a Jenin appare più come un'azione di Netanyahu per ammorbidire il dissenso interno al suo governo del ministro dell'ultradestra israeliana Bezalel Smotrich. "Il Corsivo" a cura di Daniele Biacchessi non è un editoriale, ma un approfondimento sui fatti di maggiore interesse che i quotidiani spesso non raccontano. Un servizio in punta di penna che analizza con un occhio esperto quell'angolo nascosto delle notizie di politica, economia e cronaca. ___________________________________________________ Ascolta altre produzioni di Giornale Radio sul sito: https://www.giornaleradio.fm oppure scarica la nostra App gratuita: iOS - App Store - https://apple.co/2uW01yA Android - Google Play - http://bit.ly/2vCjiW3 Resta connesso e segui i canali social di Giornale Radio: Facebook: https://www.facebook.com/giornaleradio.fm/ Instagram: https://www.instagram.com/giornale_radio_fm/?hl=it
Tras 15 meses de guerra la paz ha llegado al conflicto de Gaza. La diplomacia paralela de los espías ha tenido mucho que ver en este tregua.
Esta es la semana en la que van a cambiar las cosas. Esta tarde, Donald Trump tomará posesión de nuevo como presidente de los Estados Unidos: volverá a la Casa Blanca y dice que va a tomar ya las primeras cien medidas. Mientras, en Oriente Próximo se pone a prueba el alto el fuego entre Israel y Hamás que ha permitido abrir un paréntesis, aunque no resuelve el conflicto de fondo. En España, la gran empresa que es noticia es Telefónica después de que el Consejo de Administración aprobase el relevo al frente de la compañía de José María Álvarez-Pallete por Marc Murtra.
Massimo Giannini, editorialista e opinionista di Repubblica, racconta dal lunedì al venerdì il suo punto di vista sullo scenario politico e sulle notizie di attualità, italiane e internazionali. “Circo Massimo - Lo spettacolo della politica“ lo puoi ascoltare sull’app di One Podcast, sull’app di Repubblica, e su tutte le principali piattaforme.See omnystudio.com/listener for privacy information.
Migliaia di profughi tornano a casa, primi camion di aiuti.
Resumen informativo con las noticias más destacadas de Colombia del domingo 19 de Enero de 2025 a las once de la mañana.
Silvia Boccardi e Francesco Rocchetti parlano con Ugo Tramballi, Senior Advisor ISPI, giornalista ed esperto di Medio Oriente, della tregua tra Israele e Hamas. In coda, una testimonianza di Francesco Sacchi, program coordinator di Emergency, che da pochi giorni opera nella Striscia di Gaza. Abbiamo raccontato cosa prevede e quanto può durare il cessate il fuoco sul nostro canale YouTube
Israel firma el acuerdo de tregua con Hamás y ahora el ejecutivo tendrá que aprobarlo a pesar de la oposición de los aliados ultras de Netanyahu. Mazón compara las ayudas directas a Gaza con las destinadas a la Generalitat para criticar al Gobierno. Y Puigdemont convoca a la cúpula de Junts para evaluar la decisión de la Mesa del Congreso de aplazar su iniciativa para que Pedro Sánchez se someta a una cuestión de confianza.
Oggi con Lorenzo Vita commentiamo le difficoltà del governo israeliano di Netanyahu di approvare la tregua, Poi ci sposteremo in America con Anna Guaita e l'ultimo discorso a sorpresa del presidente Joe Biden, quindi il commento di Gloria Satta sulla morte del regista visionario David Linch
El alto el fuego en la Franja de Gaza, cuyo inicio está previsto para el 19 de enero, está en vilo. El gabinete de Seguridad israelí votó finalmente este viernes a favor del acuerdo, pero todavía falta un paso para implementarlo: la aprobación del gabinete completo. No obstante, algunos ministros ya han adelantado su rechazo. ¿Se puede caer el acuerdo?
El alto el fuego en la Franja de Gaza, cuyo inicio está previsto para el 19 de enero, está en vilo. El gabinete de Seguridad israelí votó finalmente este viernes a favor del acuerdo, pero todavía falta un paso para implementarlo: la aprobación del gabinete completo. No obstante, algunos ministros ya han adelantado su rechazo. ¿Se puede caer el acuerdo? La oficina de Benjamin Netanyahu confirmó que los equipos negociadores de Israel y Hamás firmaron el acuerdo de alto el fuego en Gaza y de liberación de rehenes. Aunque está previsto que la tregua en Gaza comience el domingo 19 de enero, el acuerdo aún no ha recibido el aval necesario del gabinete completo de Israel, aunque sí del de Seguridad, Este viernes, el gabinete de Seguridad israelí, integrado por los principales ministros y altos cargos de Defensa, avaló el alto el fuego en Gaza y recomendó al Gobierno en pleno ratificarlo."Después de examinar todos los aspectos políticos, de seguridad y humanitarios, y al entender que el acuerdo propuesto apoya el logro de los objetivos de la guerra, el Comité Ministerial de Asuntos de Seguridad Nacional (gabinete de Seguridad) recomendó que el Gobierno aprobara el esquema propuesto", anunció la Oficina del primer ministro, Benjamin Netanyahu.El gabinete de Seguridad es el equipo más estrecho del primer ministro Benjamin Netanyahu, que se encarga de dictar las políticas sobre la guerra en el enclave palestino. Mientras, el gabinete total incluye a los 33 ministros y al premier.En principio, se iban a reunir el jueves, pero Netanyahu postergó el encuentro alegando que Hamás estaba haciendo cambios de última hora, concretamente con una cláusula sobre quiénes serán los presos palestinos excarcelados en el canje por rehenes."Contrariamente a una cláusula explícita que otorga a Israel el derecho a vetar la liberación de asesinos en masa que son símbolos de terrorismo, Hamás quiere dictar la identidad de esos terroristas", señaló el jueves la Oficina del primer ministro israelí.Hamás, por su parte, niega que esté haciendo cambios a lo pactado.Con el acuerdo, de tres etapas, se prevé el intercambio de un número de prisioneros palestinos por cada rehén de Hamás liberado y entregado a Israel, mientras se fijan las condiciones para un alto el fuego permanente. Leer también¿Por qué hay retrasos desde Israel en la votación del acuerdo con Hamás?¿Se iniciará la tregua el 19 de enero?Aunque crecen las dudas por el inicio de la tregua, la Oficina del primer ministro confirmó este viernes que el intercambio de rehenes israelíes por presos palestinos comenzará "según el plan previsto" el domingo 19 de enero, mientras continúa reunido el gabinete de Seguridad."Una vez el gabinete (de seguridad) y el Gobierno den su aprobación y el acuerdo entre en vigor, la liberación de los rehenes se llevará a cabo según el plan previsto, según el cual se espera que los (primeros) rehenes sean liberados el domingo", explicó la Oficina de Netanyahu en un comunicado.Según medios, como 'The Times of Israel', la dilatación de las reuniones puede buscar dar tiempo suficiente a los detractores del acuerdo para que presenten sus peticiones ante la Justicia, lo que podría atrasar la entrada en vigor del alto en fuego en Gaza, programada el domingo 19 de enero.De entrada, el ministro de Defensa, el ultranacionalista israelí Itamar Ben Gvir, amenazó con abandonar el Gobierno de coalición si se respalda el acuerdo al asegurar que eso permitirá a Hamás rearmarse y volver a atacar a las comunidades israelíes fronterizas.El esperado pacto tiene lugar tras 15 meses de guerra que causaron 1.200 muertes en el ataque del 7 de octubre de 2023 de Hamás en Israel y más de 46.000 muertos y un número indeterminado de desaparecidos en Gaza. Leer tambiénLas dudas empiezan a planear sobre la tregua en Gaza: ¿puede fracasar el acuerdo?¿Por qué el Gobierno de Israel no ha aprobado aún el alto el fuego y la liberación de rehenes? ¿Está Hamás cambiando los puntos? ¿O Netanyahu intenta mantener en pie su coalición mientras logra la luz verde de su Gobierno? Para analizar el tema, participan en El Debate tres invitados.- Óscar Palma, profesor de la Facultad de Estudios Internacionales, de la Universidad del Rosario (Colombia).-Manuel Férez, especialista en minorías de Medio Oriente y Cáucaso de la Universidad Alberto Hurtado de Santiago de Chile.-Carlos Patiño, docente de la Universidad Nacional de Colombia, escritor y analista de asuntos de Medio Oriente.
Federico comenta con Fleur Hassan, vicealcaldesa de Jerusalén, el pacto con Hamás para una tregua en Gaza. Federico comenta con Fleur Hassan, vicealcaldesa de Jerusalén, el pacto con Hamás para una tregua en Gaza: "El problema es que el acuerdo tiene varias fases. Las familias de los rehenes no tienen ninguna garantía de que vayan a ser liberados todos", advierte Hassan.
(00:45) Davide Frattini racconta le difficoltà dell'ultimo momento che hanno complicato la chiusura dell'accordo con Hamas per il cessate il fuoco.(07:20) Viviana Mazza spiega qual è stato il ruolo degli Stati Uniti nella trattativa, con cui terminano i 4 anni del presidente democratico.(14:35) Michela Rovelli parla del successo del lancio di New Glenn, con cui il fondatore di Amazon vuole fare concorrenza a SpaceX di Elon Musk.I link di corriere.it:La crisi notturna tra Netanyahu e il ministro Smotrich: le tensioni nel governo di Israele dopo l'annuncio del cessate il fuoco a GazaLa Striscia di Gaza del futuro nel discorso d'addio di BlinkenBezos lancia con successo il nuovo razzo New Glenn. I complimenti (ironici?) di Musk
Dopo le parole trionfanti di Donald Trump ("Un accordo epico, realizzabile solo grazie alla mia vittoria"), il premier Netanyahu ha riferito che Hamas sta rinnegando parte dell'accordo per la tregua. Il governo israeliano ha quindi rinviato la riunione per discuterne i termini. Ne parliamo con Pejman Abdolmohammadi, professore di Storia e Istituzioni del Medio Oriente all'Università di Trento, Mario Del Pero, professore di Storia internazionale a Sciences Po, Eleonora Colpo, infermiera di Emergency a Gaza, e con Brian Katulis, Senior Fellow del Middle East Institute.
Paternità contesa per la tregua a Gaza
El pacto llega tras 15 meses de conflicto y cuando faltan solo cinco días para que Trump regrese a la Casa Blanca. El alto el fuego que anunció ayer el primer ministro catarí, país mediador junto a EE.UU. y Egipto, establece como mínimo una tregua de seis semanas y deja ya casi 47.000 personas asesinadas en Gaza. En España, la crónica política se escribe con la decisión de la mesa del Congreso sobre la iniciativa de Junts que pide a Pedro Sánchez que se someta a una cuestión de confianza y con la reunión entre Carles Puigdemont y Oriol Junqueras por primera vez desde que revalidaron sus liderazgos.
El mundo mira muy atento a lo que ocurrirá en los próximos días con el alto al fuego en Gaza. Analizamos la situación en la que se encuentra la zona con Ignacio Álvarez Ossorio, catedrático de Estudios Árabes e Islámicos de la Universidad Complutense de Madrid. "La tregua será muy frágil, y todo dependará de si Netanyahu conserva su mayoría en el Parlamento israelí", apunta el entrevisado. Por ese motivo, advierte que "los acuerdos en ningún momento hablan de una solución del conflicto", ya que hay "diversos bandos" y es una guerra que lleva latente más de 80 años. Todos estos factores hacen que resulte complicado el que se den las condiciones para llegar a una mesa de negociación entre ambas partes. Escucha la entrevista completa en RNE Audio. Escuchar audio
Resumen informativo con las noticias más destacadas de Colombia del Jueves 16 de enero 7:00am
Se espera que el 19 de enero entre en vigor el esperado alto el fuego en Gaza. El acuerdo entre Israel y Hamás permitirá la liberación de rehenes en manos del grupo islamista palestino y el acceso de ayuda a Gaza, donde han muerto más de 46.000 personas en 15 meses de guerra. No obstante, ya han comenzado a surgir objeciones. ¿Qué tan sólido es el pacto? Es el tema de El Debate.
Se espera que el 19 de enero entre en vigor el esperado alto el fuego en Gaza. El acuerdo entre Israel y Hamás permitirá la liberación de rehenes en manos del grupo islamista palestino y el acceso de ayuda a Gaza, donde han muerto más de 46.000 personas en 15 meses de guerra. No obstante, ya han comenzado a surgir objeciones. ¿Qué tan sólido es el pacto? Es el tema de El Debate. Tras las múltiples celebraciones de gazatíes, israelíes y de la comunidad internacional por el anuncio de un alto el fuego, el primer ministro de Israel, Benjamin Netanyahu, advirtió este jueves que una “crisis de última hora” con Hamás estaba demorando la aprobación por parte de su país del esperado acuerdo para cesar la ofensiva en Gaza y liberar a decenas de rehenes.Se prevé que el alto el fuego entre Israel y el grupo islamista palestino Hamás en Gaza entre el vigor "a las 12.15 del mediodía" (hora local) del domingo 19 de enero, según el primer ministro y canciller de Qatar, Mohamed bin Abderrahmán, quien confirmó y detalló este miércoles el acuerdo entre las partes.Después de 15 meses de guerra y ocho de negociaciones, mediadas por Estados Unidos, Qatar y Egipto, las discusiones para alcanzar un acuerdo de alto el fuego y liberación de rehenes en manos de Hamás rindieron frutos.El pacto tiene lugar después de 1.200 muertes en el ataque del 7 de octubre de 2023 de Hamás en Israel y más de 46.000 muertos y un número indeterminado de desaparecidos en Gaza. Este acuerdo es crucial para la población civil palestina, que no solo ha sufrido la muerte de más de 46.000 personas y las heridas y mutilaciones de otros decenas de miles, sino que también está afectada por una crisis humanitaria sin precedentes.También lo es para los secuestrados en la Franja y sus familias. De los 251 rehenes que capturó Hamás el 7 de octubre, quedan dentro de la Franja 94, 34 de ellos confirmados muertos. Dudas y objeciones ponen dudas sobre el acuerdoSin embargo, el pacto ha dejado dudas en el aire. La primera de ellas: ¿será un acuerdo definitivo?Las preguntas han empezado a surgir con las declaraciones luego del anuncio del alto el fuego. Este jueves, por ejemplo, un funcionario israelí se refirió a uno de los puntos que generaron más diferencias: el corredor de Filadelfia. Aseguró a medios que Israel se mantendrá en esa franja de 14 kilómetros que marca la frontera entre Gaza y Egipto durante la primera fase del acuerdo, en contravía de lo que se conoce del documento.El funcionario agregó que Israel permanecerá en el corredor "hasta nuevo aviso" si Hamás no cumple sus exigencias de poner fin a la guerra de forma acorde a los objetivos israelíes.El Gobierno israelí acusó, además, este jueves a Hamás de crear una "crisis de último minuto" tras intentar supuestamente modificar detalles del borrador, aunque no ha especificado cuáles.Las nuevas exigencias del grupo palestino son un esfuerzo para “extorsionar concesiones de última hora”, indicó la oficina del primer ministro, Benjamin Netanyahu.Incertidumbre en Israel y GazaCon el acuerdo, de tres etapas, se logrará el intercambio de un número de prisioneros palestinos por cada rehén de Hamás liberado y entregado a los israelíes, al tiempo que se fijan las condiciones para un alto el fuego permanente. Esto último plantea interrogantes sobre si se mantendrá la tregua tras la primera fase.Por su parte, los familiares de los rehenes se mantienen en vilo y exigen que salgan a la vez todos los rehenes que siguen dentro de Gaza, para evitar que alguno se quede atrapado si el pacto fracasa.Leer también¿Qué se sabe del acuerdo de alto al fuego en Gaza alcanzado entre Israel y Hamás?Con este trasfondo, ¿qué puede pasar en la primera etapa del acuerdo?¿qué tan frágil o qué tan robusto puede ser este pacto? Para analizar el tema, participan en El Debate dos invitados.-Desde Ramallah, en Cisjordania, Xavier Abu Eid, politólogo y exasesor del Departamento de Negociaciones de la Organización por la Liberación Palestina.-En Tel Aviv, el politólogo israelí Mario Sznajder, profesor emérito de Ciencia Política de la Universidad Hebrea de Jerusalén.Leer tambiénEn Gaza, júbilo y lágrimas de alegría por el alto el fuego entre Hamás e Israel
Israele e Hamas hanno trovato l'accordo per mettere fine alle operazioni militari nella Striscia di Gaza iniziate dopo il blitz del 7 ottobre 2023 in territorio israeliano.
L'attualità internazionale in primo piano con l'annunciata tregua tra Israele e Hamas. A seguire ci occupiamo di devianza minorile e sempre più spesso armata di coltelli. Una dirigente di Napoli ha predisposto l'impiego di un metal detector all'ingresso a scuola. Ci spostiamo infine su un tema linguistico. La Treccani ha sdoganato nella sua Enciclopedia il termine "Supercazzola" come esempio di neologismo politico.
Siamo davvero finalmente vicini a un cessate il fuoco tra Israele e Hamas? E quali saranno i termini? Ne abbiamo parlato con Paola Caridi, giornalista, autrice di “Il Gelso di Gerusalemme. L'altra storia raccontata dagli alberi” (Feltrinelli), Eleonora Colpo, infermiera di Emergency nella Striscia di Gaza, e con Kobi Michael, analista del Misgav Institute for National Security and Zionist Strategy di Gerusalemme.
Victor Harel comenta el cercano acuerdo entre Israel y Hamás.
Oggi con l'inviato Francesco Bechis andiamo in Lapponia dove Giorgia Meloni cerca di convincere gli alleati a spendere più soldi per gli armamenti e venire incontro alle richieste di Donald Trump, l'analisi di Lorenzo Vita spiega quanto questo podcast aveva temuto: l'annunciata tregua a Gaza è molto più fragile di quanto era stato annunciato, quindi la pagina dello spettacolo con Momenti di Gloria che oggi parla del film dedicato a Bob Dylan con il commento di Gloria Satta
Stellantis e le nuove produzioni in Italia - Tutti in Egitto per la tregua a Gaza, anche Netanyahu?
En este episodio hablamos de dos treguas: una que ocurrió en 1914, en plena Primera Guerra Mundial, y otra que hoy necesita nuestro país. Recordamos cómo soldados alemanes e ingleses dejaron a un lado sus diferencias por Navidad, y reflexionamos sobre los llamados a la paz en México frente a la crisis de violencia actual. ¿Qué podemos aprender de estas historias para construir nuestras propias treguas? Escúchalo, compártelo y súmate a la conversación. . Recuerda que nuestra intención es abrir la conversación, así que te invitamos a investigar más, a contrastar posturas y que tú formes tu propia opinión. . Link para donar: https://donorbox.org/donativosbuscaminas Tienda en línea:https://www.somosbuscaminas.com/tiendaenlinea Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
Caos in Corea del Sud. La tregua Israele-Hezbollah regge? . Puoi sostenere il lavoro di Will iscrivendoti alla membership: ci aiuterai a continuare a raccontare la complessità in modo chiaro, accessibile e senza lasciare indietro nessuno. Vai su membership.willmedia.it Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
Según los términos del frágil alto el fuego que entró en vigor la semana pasada, el ejército libanés debe desplegarse en el sur del Líbano, cerca de la frontera israelí, una región hasta ahora controlada por Hezbolá. Los desplazados están volviendo a sus casas que quedaron en parte destruidas. Desde Tiro, Joan Cabasés VegaDurante el día, Tiro, la mayor ciudad del sur de Líbano, es radiante. En tiempos de paz, sus residentes estarían paseando enfrente del mar. Hoy, sin embargo, muchos están ocupados rescatando objetos personales entre las ruinas o llorando sus muertos en fosas comunes.“Es la primera vez que bombardean tanto”Tras la tregua, Fatima ha regresado a su casa. O a lo que queda de ella. Un bombardeo israelí destruyó la mitad del hogar, reduciéndolo de cuatro habitaciones a sólo una. “Hemos vivido en esta casa durante 50 años y cuando vimos la destrucción nos impactó muchísimo”, comenta.El bombardeo ocurrió hace tres semanas, antes de que Fatima y su familia hubieran huido de casa. Por suerte, aquella noche Fatima decidió dormir en la misma habitación que su madre y sus hermanos: “Si esa noche hubiera dormido donde siempre duermo, ahora estaría muerta”, cuenta.Su madre Salwa tiene 88 años y varias guerras con Israel a sus espaldas. Dice que ninguna fue como esta: “Es la primera vez que bombardean tanto. Nunca había sido así. En 2006 la guerra fue en los pueblos. Pero ahora ha sido aquí también”.“El escenario aquí en Tiro es devastador”Mahmoud es enfermero y se quedó en Tiro durante los bombardeos ofreciendo servicios médicos a la población local y a los desplazados desde territorio fronterizo. Cuando su familia regresó del exilio, se desató la emoción: “Hubo llantos, hubo alegría. Ya sabes. El escenario aquí en Tiro es devastador. Pero estaban contentas que tanto mi padre como yo estuviéramos bien y que la casa también estuviera bien”, relata.No es el caso de todo el mundo. En Tiro, lamenta Mahmoud, muchos se han quedado sin un lugar en el que vivir: “Muchos durante la guerra solían venir a Tiro o al sur en general a comprobar el estado de sus casas. Veían que ya no tienen casa y se volvían allí donde se refugian en el resto de Líbano, sabiendo que tendrán que esperar allí hasta reconstruirla”.
Come sta andando la tregua Libano-Israele? L'Australia vieta i social ai minori di 16 anni . Puoi sostenere il lavoro di Will iscrivendoti alla membership: ci aiuterai a continuare a raccontare la complessità in modo chiaro, accessibile e senza lasciare indietro nessuno. Vai su membership.willmedia.it Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
La tregua firmada entre Israel y Hezbolá y que entró en vigor hace unas horas de momento aguanta. Miles de libaneses desplazados por los bombardeos israelíes de estas semanas intentan ahora regresar a sus hogares en el centro y sur del Líbano, mientras que al norte de Israel, objetivo de los cohetes de la milicia proiraní, no se acaban de fiar y muestran su malestar con el gobierno por, dicen, claudicar ante Hezbolá.Vamos a saber qué contiene el manual de guerra que se está repartiendo entre los ciudadanos de los países nórdicos, conoceremos al nuevo equipo de la presidenta de la Comisión Europea Ursula Von der Leyen que ha recibido hoy la aprobación de la Eurocámara, estaremos en Irlanda que celebra elecciones este viernes y donde los sondeos más recientes dibujan un escenario apretado y también en Alemania para analizar los últimos movimientos en el poder en la región de Brandeburgo.Escuchar audio
(00:44) Davide Frattini spiega l'accordo che prevede il cessate il fuoco lungo la Linea Blu, nel nord di Israele, e che ha avuto Stati Uniti e Francia come garanti.(06:43) Francesca Basso racconta l'andamento del voto del Parlamento europeo, che ha dato a Ursula von der Leyen il via libera definitivo, ma con la maggioranza più bassa mai vista.(13:47) Rinaldo Frignani parla della vasta operazione di polizia che ha scoperto 22 milioni di utenti illegali di tv a pagamento.I link di corriere.it:Tregua tra Libano e Israele: Usa e Francia garantiSì alla nuova Commissione Ue, ma von der Leyen manca quota 401 e perde 31 votiPirateria streaming, così gli utenti aggirano i limiti: la rete scoperta dalla polizia
Cuatro horas lleva en vigor en Líbano el alto el fuego que han acordado Israel y Hezbolá miles de muertos después. Esa es hoy la primera imagen: la de caravanas de coches con refugiados que están regresando al sur de su país con la esperanza de que esta tregua en Líbano, que es en principio de 60 días, pueda convertirse en permanente.
E oggi il commento è affidato a @MarioAjello che si occupa della svolta dei Cinquestelle che eliminano Beppe Grillo, il papà del movimento, per cercare di risalire da dove Conte ha fallito; Con l'analisi di @LorenzoVita andiamo tra i soldati italiani in medioriente che guardano come una liberazione la tregua annunciata ufficialmente da Israele; Roma sta tornando a diventare capitale dell'Europa e del Mondo grazie a una rinascita che passa anche per la moda come ci spiega nel suo reportage l'inviata di cronaca Camilla Mozzetti.