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MILANO (ITALPRESS) - Sulla prossima manovra economica “ci sono tante cose da correggere. Faremo le nostre proposte e lavoreremo per la riduzione della pressione fiscale, dell'aiuto al ceto medio produttivo, chiederemo la modifica della web tax che deve essere inflitta ai grandi e non ai piccoli e altre proposte su cose che mi sembrano da paesi dell'est tipo la presenza dei revisori dei conti indicati dal Mef nelle società che ricevono finanziamenti pubblici”. Così il ministro degli Esteri e vicepremier, Antonio Tajani, a margine dell'inaugurazione dell'anno accademico dell'Università Vita-Salute San Raffaele a Milano.xh7/sat/gsl
In Italia solo a fine 2023 il Pil reale è tornato ai livelli del 2007, quelli precedenti il crak della Lehman Brothers: in 15 anni si è accumulato un divario di crescita di oltre 10 punti con la Spagna, 14 con la Francia e 17 con la Germania. Se si confronta il 2023 con il 2000, il divario è di oltre 20 punti con Francia e Germania, e di oltre 30 con la Spagna. Il 32esimo rapporto annuale dell Istat sulla situazione del Paese - presentato a Montecitorio il 15 maggio - fotografa un economia che nell ultimo triennio è cresciuta di più della media Ue27 e di più di Francia e Germania ma permangono fattori di debolezza strutturali e ritardi sulle parti più innovative. Alla crescita si è associato il buon andamento del mercato del lavoro. La stagnazione della produttività del lavoro è uno degli elementi che ha caratterizzato il debole andamento del Pil in volume negli ultimi vent anni e il conseguente allargamento del divario di crescita con le altre principali economie dell Ue. In volume, il Pil per ora lavorata in Italia è cresciuto di solo l 1,3 per cento tra 2007 e 2023, contro il 3,6 per cento in Francia, il 10,5 in Germania e il 15,2 per cento in Spagna. Nel sistema delle imprese, in Italia, il livello della produttività (valore aggiunto per addetto) a prezzi correnti nella manifattura è inferiore a quello osservato in Francia e Germania solo nel segmento delle micro e piccole imprese, che però hanno un peso maggiore in Italia. Nei servizi, invece, le imprese italiane mostrano una produttività inferiore in tutte le classi dimensionali. Insomma, scrive l'Istat, negli ultimi 20 anni, l'Italia ha difeso il proprio posizionamento come paese esportatore, ma la concorrenza delle economie emergenti ha messo in crisi una parte rilevante delle industrie su cui si basava la specializzazione nazionale, che si è gradualmente modificata. In questo contesto però fa ben sperare la previsione della Commissione europea che oggi ha ricordato che, nonostante l Italia continui a essere segnata da una crescita debole, ma che quest'anno dovrebbe far segnare un +0,9% quest anno, una cifra molto vicina all'1% stimato dal governo. L'Italia - con una crescita dello 0,9% nel 2024 e dell'1,1% nel 2025 - quest'anno crescerà più di Germania e Francia. E' quanto emerge dalle previsioni economiche di primavera della Commissione europea. "Dopo la recessione nel 2023, si prevede che l'attività economica in Germania ristagnerà nel 2024", evidenzia la Commissione europea. La crescita di Berlino è prevista allo 0,1% nel 2024 per poi raggiungere l'1% nel 2025, restando fanalino di coda tra i maggiori Paesi dell'Eurozona. La Francia crescerà invece dello 0,7% nel 2024, per arrivare all'1,3% nel 2025. A trainare l'Eurozona risultano essere i Paesi del sud. L'attività economica in Spagna dovrebbe crescere del 2,1% nel 2024 e dell'1,9% nel 2025, trainata dalla domanda interna e sostenuta da un forte mercato del lavoro. Per la Grecia si prevede una crescita del 2,2% quest'anno e del 2,3% il prossimo. Il Portogallo registrerà un aumento del Pil dell'1,7% nel 2024 e dell'1,9% nel 2025. Ieri ha presentato le sue stime anche Ey e Oxford Economics stimano per l'Italia una crescita del Pil reale intorno allo 0,7%-0,8% nel 2024 e poco sopra l'1% nel 2025, con una riduzione del tasso di inflazione dal 5,6% nel 2023 al di sotto del target della Bce del 2% per il 2024 e il 2025. Ne parliamo con Mario Rocco, Valuation, Modelling and Economics Leader di EY in Italia.Quando l'internazionalizzazione è una storia di successo. E la questione Sugar TaxLa famiglia Busi è tra gli storici imbottigliatori di CocaCola (gli imbottigliatori per il modello di business di CocaCola sono importantissimi), in Italia e all'estero. Il 19 maggio la Coca-Cola Bottling Shqiperia (CCBS) festeggia i 30 anni di presenza in Albania, l'evento sarà celebrato presso la "Piramide" di Tirana e vedrà anche la partecipazione del Primo Ministro Edi Rama. La famiglia Busi in Albania è riuscita a sviluppare con successo uno dei brand iconici a livello globale, nonostante un contesto imprenditoriale molto complesso. Si tratta di un traguardo storico per una famiglia di industriali italiani che trent'anni fa ha deciso di internazionalizzare il proprio business investendo in un Paese che oggi è terra di grandi opportunità per le imprese italiane innovative.Il tutto è stato possibile esportando le best practices italiane, che vedono il Gruppo Acies (con sede a Bologna) attivo anche a Catania attraverso Sibeg Coca-Cola, azienda virtuosa che dal 1960 produce, imbottiglia, sviluppa e distribuisce in esclusiva per la Sicilia le bevande di The Coca-Cola Company. CCBS è il risultato della volontà di trasformare una delle più importanti Global Company in un'impresa familiare a km0, con l'obiettivo di portare valore aggiunto in un Paese che si distingue per l'intelligenza, la vivacità e la resilienza delle sue risorse. In questo contesto si inerisce però un "pericolo scampato" tutto italiano. Ieri infatti, dopo giorni in cui si paventava l'imminente introduzione della Sugar Tax per il prossimo luglio, l'imposta è stata spostata al 2025. La legge punta a disincentivare l'acquisto di drink e bevande ad alta concentrazione di zuccheri, facendone aumentare il pezzo alla vendita. Da Palazzo Chigi ricordano che sia la sugar che la plastic tax sono state introdotte con la legge di Bilancio 2020 dal Governo Conte 2, ma fino ad oggi è stata oggetto di continui rinvii. Con la manovra 2024 l'ultima proroga è fissata a luglio 2024. Le associazioni, compresa Confindustria Catania e Assobibe, si sono dette soddisfatte del rinvio, ma come si sta organizzando la filiera per prepararsi a una tassa che inevitabilmente a breve verrà introdotta?Ne parliamo con Cristina Busi, neo eletta presidente di Confindustria Catania (eletta lo scorso 3 maggio) e vicepresidente con delega alle piccole e medie imprese di Assobibe (Associazione Italiana Industria Bevande analcoliche).Reclutamenti in salita, i rifiuti dei candidati sono oltre la metàSecondo l'Osservatorio Hr del PoliMi, il 90% dei lavoratori vive una condizione di malessere: il benessere è il primo motivo per cambiare lavoro ma le aspettative spesso sono deluse. Nel nostro Paese, della ricerca del benessere da parte dei lavoratori le direzioni delle risorse umane non possono non tenere conto, perché sta condizionando sempre più prepotentemente il mercato del lavoro. Non come categoria astratta, come mostrano alcuni trend: uno è sicuramente l'aumento del tasso di rifiuti dei candidati alle proposte di lavoro in fase di selezione che ormai supera la metà, aggravando il mismatch domanda e offerta. I più giovani ormai fanno colloqui in maniera quasi compulsiva «e sono sempre alla ricerca di un lavoro dove stare meglio. Chi fa parte della Gen Z non si preoccupa nemmeno di interrompere un percorso professionale durante la fase di induction, quella in cui si viene inseriti in azienda», spiega il professor Mariano Corso, responsabile scientifico dell'Osservatorio hr innovation practice della School of management del Politecnico di Milano, che ha realizzato con Doxa una ricerca sui temi dominanti nella gestione delle risorse umane. L'inquietudine della GenZ Il confronto tra le diverse generazioni mostra un approccio diverso rispetto al lavoro. «Sicuramente la GenZ appare come quella più inquieta, capace di rassegnare le dimissioni anche in fase di inserimento e sempre alla ricerca di qualcosa di meglio che consenta di avere dal lavoro maggiore soddisfazione, senza però sacrificare gli spazi privati - dice Corso -. Se per un giovane boomer, una volta iniziato un determinato percorso di carriera il lavoro diventava una priorità assoluta, per la GenZ non è così, tant'è che i più giovani hanno un'opinione negativa di chi oggi sacrifica tutto per il lavoro». In questo contesto non ci deve stupire che i ragazzi facciano continuamente colloqui e tantomeno la percentuale molto elevata di rifiuti che le aziende ricevono in fase di recruiting da parte dei candidati, che sono in crescita e sono saliti alla quota record del 54%. Così come non stupisce il dato del 17% delle aziende che parla di neoassunti che hanno lasciato il posto durante la fase di induction. Nell'interpretazione di Corso «il mondo del lavoro negli ultimi anni è stato interessato da una vera e propria rivoluzione e la ricerca del "vivere bene" è una risposta alle incertezze emergenti. Se in passato il lavoro era il centro delle aspirazioni e dei progetti di autorealizzazione per crescere anche di ruolo e status sociale, ora la fragilità del futuro sembra spingere le persone soprattutto a stare bene qui ed ora. Nel lavoro si cerca un benessere economico e mentale, in cui la flessibilità nei tempi e luoghi è fondamentale.Ne parliamo con Cristina Casadei, Sole24Ore.
NAPOLI (ITALPRESS) - “Avete sentito alcune stupidaggini che hanno raccontato in queste ore e cioè che il Governo Meloni ha dato un miliardo di euro alla sanità campana: è una grande palla, il Governo Meloni non ha dato neanche un euro”. Lo dice il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, parlando con i giornalisti a margine della conferenza stampa di presentazione della campagna di promozione turistica “Campania Divina”. Il governatore cita gli sforzi della Regione per la realizzazione dell'Ospedale unico della penisola sorrentina e della costiera amalfitana per il quale c'è un investimento da “quasi un centinaio di milioni di euro”. “Questo - precisa De Luca - è un programma partito 2-3 anni fa e che utilizza i finanziamenti stanziati dal Governo Conte e dal Governo Draghi: il Governo Meloni non ha stanziato un euro per l'edilizia ospedaliera". "Poi - prosegue - abbiamo recuperato queste risorse in primo luogo perché siamo riusciti a uscire dal commissariamento, e, secondo, perché siamo stati bravi, perché hanno spostato i fondi sanitari dal Pnrr sull'articolo 20 tranne che per la Campania: non perché ci vogliono bene, ma perché avevamo firmato il protocollo d'intesa due settimane prima, perché avevamo fatto un lavoro enorme con le nostre strutture. Bisogna spiegare bene ai cittadini perché ci avviciniamo alla campagna elettorale e avremo una valanga di palle che racconteranno” conclude l'inquilino di Palazzo Santa Lucia.xc9/pc/gtr
auspicate proroghe 2024 sembrano sempre più lontane.Per la prossima legge di bilancio di fine anno (2024) non ci sono sufficienti coperture finanziarie da destinare ai vari settori. Qualcuno rimarrà fuori.Riporto alcuni stralci dei virgolettati delle ultime dichiarazioni della Presidente Meloni:“Di certo non possiamo permetterci sprechi, stiamo pagando in manierapesante il disastro del Superbonus 110%““Nel complesso dei bonus edilizi introdotti dal Governo Conte 2, compreso ilbonus facciate, i documenti dell'Agenzia delle Entrate ci dicono esserci più di 12miliardi di irregolarità. Si è consentita la più grande truffa ai danni dello Stato”“Noi dobbiamo occuparci di coloro che, per queste norme, ora rischiano ditrovarsi per strada"Quale sarà la fine del Superbonus, e più in generale, dell'edilizia?Fammi sapere cosa ne pensi, nei commenti.Un salutoDanilo●▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬●Analizzo, studio, approfondisco e ti informo sulle norme ed i bonus per ristrutturare la tua casa.Accedi ai contenuti esclusivi che pubblico ogni settimana
A cura di Daniele Biacchessi Si chiamerà MIA (Misura Inclusione Attiva), e sostituirà a breve il Reddito di cittadinanza, voluto dal secondo Governo Conte, dal M5s e dallo schieramento del centrosinistra, e fortemente contrastato dal centrodestra e dal terzo Polo. Un assegno massimo da 500 euro per le famiglie caratterizzate dall'assenza di "occupabili"; in caso questi ultimi ci siano, bonus da 375 euro. Durata del sostegno tagliata, con un meccanismo a calare, così come i tetti reddituali per accedere. Coinvolgimento delle agenzie per il lavoro private, controlli per evitare i furbetti e conciliazione con i redditi da lavoro per evitare la tentazione del disimpegno. La bozza di riforma, in 12 articoli, prevede che il "vecchio" Rdc possa essere richiesto fino al 31 agosto e comunque erogato fino a fine anno. Poi sarà sostituita dal nuovo provvedimento che di fatto separa le platee tra famiglie con over 60, minori o disabili e quelle senza queste categorie. Anche i minorenni con almeno 16 anni saranno tenuti all'obbligo di partecipazione attiva, formazione e lavoro nel nuovo sussidio contro la povertà se non impegnati in un percorso di studi. La Misura di inclusione attiva resterà comunque un provvedimento economico, in un Paese dove continuano a vivere in povertà assoluta 5 milioni e 600 mila persone per un totale di 2.2 milioni di nuclei familiari. Ma la povertà è un fenomeno complesso, non basta la presa in carico dal punto di vista economico, ci vorrebbero anche visioni sociali più ampie che al momento non si intravedono.
A cura di Daniele Biacchessi Si chiamerà MIA (Misura Inclusione Attiva), e sostituirà a breve il Reddito di cittadinanza, voluto dal secondo Governo Conte, dal M5s e dallo schieramento del centrosinistra, e fortemente contrastato dal centrodestra e dal terzo Polo. Un assegno massimo da 500 euro per le famiglie caratterizzate dall'assenza di "occupabili"; in caso questi ultimi ci siano, bonus da 375 euro. Durata del sostegno tagliata, con un meccanismo a calare, così come i tetti reddituali per accedere. Coinvolgimento delle agenzie per il lavoro private, controlli per evitare i furbetti e conciliazione con i redditi da lavoro per evitare la tentazione del disimpegno. La bozza di riforma, in 12 articoli, prevede che il "vecchio" Rdc possa essere richiesto fino al 31 agosto e comunque erogato fino a fine anno. Poi sarà sostituita dal nuovo provvedimento che di fatto separa le platee tra famiglie con over 60, minori o disabili e quelle senza queste categorie. Anche i minorenni con almeno 16 anni saranno tenuti all'obbligo di partecipazione attiva, formazione e lavoro nel nuovo sussidio contro la povertà se non impegnati in un percorso di studi. La Misura di inclusione attiva resterà comunque un provvedimento economico, in un Paese dove continuano a vivere in povertà assoluta 5 milioni e 600 mila persone per un totale di 2.2 milioni di nuclei familiari. Ma la povertà è un fenomeno complesso, non basta la presa in carico dal punto di vista economico, ci vorrebbero anche visioni sociali più ampie che al momento non si intravedono.
A cura di Ferruccio Bovio Francamente, quella condotta dalla Procura di Bergamo sulla gestione della pandemia al suo primo manifestarsi, ci appare come un'indagine più politica che giudiziaria, dal momento che non esita a contestare le scelte fatte, in quei frangenti, dal Governo Conte, dalla Regione Lombardia e dalle massime istituzioni sanitarie: tutti accusati di non aver decretato, con la dovuta puntualità, la “zona rossa” nei comuni della Val Seriana. Cosa che poi avvenne, come tutti ricorderemo, l'8 marzo: giorno in cui fu tutta la Lombardia a fare la sua sgradita conoscenza con il lockdown. Ora la magistratura bergamasca si domanda (e risponde affermativamente) se la politica di quelle drammatiche giornate abbia mancato di salvare la vita di 4 mila cittadini, perchè troppo superficiale e poco informata. Però, se la nostra memoria non ci inganna, nel febbraio 2020, in merito alle caratteristiche del nuovo ed insidioso virus, regnava la più assoluta incertezza anche ai massimi livelli scientifici: non staremo certo qui a fare dei nomi, ma a circolare erano piuttosto numerosi i pareri di virologi che tendevano a minimizzare la portata del problema, riconducendolo spesso nell'ambito delle normali influenze stagionali. Il capo di imputazione è oggi quello di “epidemia colposa” e coinvolge 22 indagati, tutti ai più alti gradi delle responsabilità pubbliche: si va dall'ex premier Giuseppe Conte all'ex ministro della Salute Roberto Speranza, dal governatore della Lombardia Attilio Fontana ai vari componenti del Comitato Tecnico Scientifico. E' una storia travagliata quella della gestione del Covid 19 guidata dal governo Conte 2: non si può dire, infatti, che, fin dai suoi passaggi iniziali, non le siano piovute addosso critiche dovute ad una sua presunta natura irrazionale ed autoritaria che veniva denunciata dai partiti allora di opposizione (segnatamente Lega e Fratelli d'Italia). E ci stiamo riferendo alla fase dell'emergenza sanitaria in cui – a Destra - parvero saldarsi, a livello di rappresentanza politica, gli interessi dei commercianti e delle piccole imprese che mal sopportavano le restrizioni imposte dal lockdown con quelli che diedero vita al movimento No-Vax in tutte le sue sfaccettature. Fu questo il brodo di coltura da cui nacque l'idea di promuovere, una volta finalmente giunti ad occupare le stanze di Palazzo Chigi, un'inchiesta parlamentare sul lavoro svolto dall'esecutivo Conte: idea che, non a caso (e probabilmente sulla scia dell'iniziativa bergamasca), sta prendendo corpo proprio in queste ore alla Camera. Evidentemente, alle forze politiche che avevano sempre osteggiato il lockdown, pur di dare addosso ai partiti avversari, vengono oggi utili anche le conclusioni alle quali perviene una Procura che accusa, invece, Conte e Speranza di non aver fatto il lockdown fino in fondo...
A cura di Ferruccio Bovio Francamente, quella condotta dalla Procura di Bergamo sulla gestione della pandemia al suo primo manifestarsi, ci appare come un'indagine più politica che giudiziaria, dal momento che non esita a contestare le scelte fatte, in quei frangenti, dal Governo Conte, dalla Regione Lombardia e dalle massime istituzioni sanitarie: tutti accusati di non aver decretato, con la dovuta puntualità, la “zona rossa” nei comuni della Val Seriana. Cosa che poi avvenne, come tutti ricorderemo, l'8 marzo: giorno in cui fu tutta la Lombardia a fare la sua sgradita conoscenza con il lockdown. Ora la magistratura bergamasca si domanda (e risponde affermativamente) se la politica di quelle drammatiche giornate abbia mancato di salvare la vita di 4 mila cittadini, perchè troppo superficiale e poco informata. Però, se la nostra memoria non ci inganna, nel febbraio 2020, in merito alle caratteristiche del nuovo ed insidioso virus, regnava la più assoluta incertezza anche ai massimi livelli scientifici: non staremo certo qui a fare dei nomi, ma a circolare erano piuttosto numerosi i pareri di virologi che tendevano a minimizzare la portata del problema, riconducendolo spesso nell'ambito delle normali influenze stagionali. Il capo di imputazione è oggi quello di “epidemia colposa” e coinvolge 22 indagati, tutti ai più alti gradi delle responsabilità pubbliche: si va dall'ex premier Giuseppe Conte all'ex ministro della Salute Roberto Speranza, dal governatore della Lombardia Attilio Fontana ai vari componenti del Comitato Tecnico Scientifico. E' una storia travagliata quella della gestione del Covid 19 guidata dal governo Conte 2: non si può dire, infatti, che, fin dai suoi passaggi iniziali, non le siano piovute addosso critiche dovute ad una sua presunta natura irrazionale ed autoritaria che veniva denunciata dai partiti allora di opposizione (segnatamente Lega e Fratelli d'Italia). E ci stiamo riferendo alla fase dell'emergenza sanitaria in cui – a Destra - parvero saldarsi, a livello di rappresentanza politica, gli interessi dei commercianti e delle piccole imprese che mal sopportavano le restrizioni imposte dal lockdown con quelli che diedero vita al movimento No-Vax in tutte le sue sfaccettature. Fu questo il brodo di coltura da cui nacque l'idea di promuovere, una volta finalmente giunti ad occupare le stanze di Palazzo Chigi, un'inchiesta parlamentare sul lavoro svolto dall'esecutivo Conte: idea che, non a caso (e probabilmente sulla scia dell'iniziativa bergamasca), sta prendendo corpo proprio in queste ore alla Camera. Evidentemente, alle forze politiche che avevano sempre osteggiato il lockdown, pur di dare addosso ai partiti avversari, vengono oggi utili anche le conclusioni alle quali perviene una Procura che accusa, invece, Conte e Speranza di non aver fatto il lockdown fino in fondo...
Dopo la frana che ha colpito Ischia, causando diverse vittime, alcune forze politiche hanno accusato il leader del M5S Giuseppe Conte di aver approvato un condono edilizio per l'isola quando era al governo nel 2018. Conte ha reagito negando tutto. Come stanno effettivamente le cose? Ascolteremo anche qual è stata all'epoca del provvedimento la posizione del partito oggi di maggioranza, Fratelli d'Italia. Lasceremo, poi, da parte la polemica politica per andare ad approfondire il fenomeno dell'abusivismo in Italia: quante sono e dove si concentrano le case abusive nel Paese? Andremo poi a Venezia, per fare un po' di chiarezza sulla storia travagliata e sui costi del Mose, la cui attivazione ha salvato Venezia dall'acqua alta negli ultimi giorni.Bonus track: che cosa c'è di vero nella storia raccontata dal ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, delle trote che bloccherebbero la costruzione di un ponte in Sardegna?Scriveteci all'indirizzo podcast@pagellapolitica.it o via Whatsapp al 3332652626.Seguiteci sui nostri siti https://pagellapolitica.it/ e https://facta.news/ sui nostri profili Facebook, Instagram e Twitter.Condotto da Tommaso CanettaEpisodio scritto da Tommaso Canetta e Carlo CanepaProdotto da Jessica Mariana MasucciLINK UTILIhttps://pagellapolitica.it/articoli/conte-condono-ischia https://pagellapolitica.it/fact-checking/voto-fratelli-italia-condono-ischia https://pagellapolitica.it/articoli/costo-mose-venezia https://pagellapolitica.it/articoli/salvini-ponte-trote-sardegna Audio Matteo Salvini https://www.facebook.com/watch/live/?ref=watch_permalink&v=669952771465400 CREDIT BRANI“Right on target” di Lemonmusicstudio https://pixabay.com/it/music/musica-rock-right-on-target-15699/ “At the fork” di lemonmusicstudio https://pixabay.com/it/music/blues-moderno-at-the-fork-113217/
Ministeri inutili e dove trovarli. Fonti: video della comunicazione dei ministri del Governo Gentiloni, pubblicato sul canale Youtube della Presidenza della Repubblica Italiana Quirinale il 12 dicembre 2016; video della comunicazione dei ministri del Governo Renzi, pubblicato sul canale Youtube della Presidenza della Repubblica Italiana Quirinale il 25 febbraio 2014; video della comunicazione dei ministri del Governo Draghi, pubblicato sul canale Youtube della Presidenza della Repubblica Italiana Quirinale il 12 febbraio 2021; video della comunicazione dei ministri del Governo Conte, pubblicato sul canale Youtube della Presidenza della Repubblica Italiana Quirinale il 4 settembre 2019; video della comunicazione dei ministri del Governo Letta, pubblicato sul canale Youtube Pupia News il 27 aprile 2013; estratto dell'intervista di David Parenzo a Silvio Berlusconi pubblicata sul canale Youtube di La7 Attualità il 23 giugno 2017; estratto della Lectio magistralis di Romano Prodi alla Fondazione Luigi Sturzo del 5 maggio 2017, pubblicata sul canale Youtube di Vista Agenzia Televisiva Nazionale; servizio di Simone Bauducco per Il Fatto Quotidiano, pubblicato sul canale Youtube di Il Fatto Quotidiano il 7 ottobre 2022; servizio di Alessandro Madron per Il Fatto Quotidiano, pubblicato sul canale Youtube di Il Fatto Quotidiano il 4 maggio 2014; intervista di Roberto Calderoli al Tg1 del 15 febbraio 2006 pubblicato da Corriere TV il 14 luglio 2013; video "Piccone e torcia, Calderoli manda al rogo 375.000 leggi inutili" pubblicato sul canale Youtube di Adnkronos il 24 marzo 2010; video dell'intervista di Dillinger a Giorgia Meloni pubblicata sul canale Youtube DillingerVideo il 14 novembre 2009; video del giuramento del ministro Cécile Kyenge per il governo letta, pubblicato sul canale Youtube de Il Fatto Quotidiano il 28 aprile 2013; estratto dell'intervista di Giuseppe Conte nel quartiere Baggio, pubblicato sul canale Youtube di AGTW il 7 settembre 2022; video pubblicato su profilo TikTok davymetal71 il 19 maggio 2022.
GLI SCORRETTI – ON. LORENZO FONTANA – ON. EDOARDO RIXI – CARLO CAMBI – GIULIO CAINARCA – ANTONINO D’ANNA – 02/02/2022 Dalle 9.30 fino – eccezionalmente – alle 11.30, parleremo di abolizione del 2 giugno, perché celebrare la festa della Repubblica con un Presidente a vita sembra fuori luogo. La politica è impazzita, si dice. Forse il concetto va un poco affinato e puntualizzato. Siamo fuori stagione: i Meloni maturano a giugno, quando ci sarà la crisi. Il PIL al 6,5% e il ministro brunetta come Cetto La Qualunque: cchiù PIL pe ttutti! Purtroppo la realtà è diversa e stiamo per entrare nella foresta dei tassi. Ma la domanda che tutti si fanno è: c’entro a destra? Tra Toti e Lupi, si va alla Calenda e si rischia di fare la fine dei polli di Renzi, ovvero è un gran Casini. In questo marasma, è sempre meglio chi si Lega! I nostri interlocutori saranno Edoardo Rixi, deputato della Lega, Segretario Lega Liguria, Responsabile nazionale Infrastrutture Lega Salvini Premier, componente Commissione Trasporti, e Lorenzo Fontana, Vicesegretario della Lega, componente della Commissione Difesa della Camera, già Ministro per la Famiglia e la Disabilità e poi Ministro per gli Affari Europei nel Governo Conte
GLI SCORRETTI - ON. LORENZO FONTANA - ON. EDOARDO RIXI - CARLO CAMBI - GIULIO CAINARCA - ANTONINO D'ANNA - 02/02/2022 Dalle 9.30 fino - eccezionalmente - alle 11.30, parleremo di abolizione del 2 giugno, perché celebrare la festa della Repubblica con un Presidente a vita sembra fuori luogo. La politica è impazzita, si dice. Forse il concetto va un poco affinato e puntualizzato. Siamo fuori stagione: i Meloni maturano a giugno, quando ci sarà la crisi. Il PIL al 6,5% e il ministro brunetta come Cetto La Qualunque: cchiù PIL pe ttutti! Purtroppo la realtà è diversa e stiamo per entrare nella foresta dei tassi. Ma la domanda che tutti si fanno è: c'entro a destra? Tra Toti e Lupi, si va alla Calenda e si rischia di fare la fine dei polli di Renzi, ovvero è un gran Casini. In questo marasma, è sempre meglio chi si Lega! I nostri interlocutori saranno Edoardo Rixi, deputato della Lega, Segretario Lega Liguria, Responsabile nazionale Infrastrutture Lega Salvini Premier, componente Commissione Trasporti, e Lorenzo Fontana, Vicesegretario della Lega, componente della Commissione Difesa della Camera, già Ministro per la Famiglia e la Disabilità e poi Ministro per gli Affari Europei nel Governo Conte
Nella prima parte della trasmissione torniamo ad occuparci del settore dell'autotrasporto. La carenza di autisti è ormai un problema cronico le cui conseguenze non possono che aggravarsi con l'avvicinarsi delle festività. Torniamo a fare il punto con Andrea Manfron, Segretario generale FAI Conftrasporto, Federazione Autotrasportatori Italiani. Per i pagamenti in contante c'è una data da segnare sul calendario: 1° gennaio 2022. Dal prossimo anno passerà infatti da 2mila a mille euro la soglia a partire dalla quale è vietato fare transazioni con banconote. È un effetto del decreto fiscale collegato alla manovra 2020 (Governo Conte-bis), che dal 1° luglio dell'anno scorso aveva già ridotto il limite da 3mila a 2mila euro, programmando un'altra stretta nel 2022. Torniamo a riepilogare l'impatto che, nel concreto, questo tipo di limitazione andrà a costituire per i cittadini, rispondendo ai dubbi più diffusi. Intervengono Dario Aquaro del Sole 24 ORE e Nicola Forte, consulente tributario ed esperto per Il Sole 24 ORE.
A cura di Daniele Biacchessi Nei giorni della crisi del Governo Conte bis, il tema della transizione ecologica determina la composizione della maggioranza che sostiene il mandato di Mario Draghi, soprattutto il via libera sofferto del M5s. Dopo i fallimenti di Cop 26 e gli scarsi risultati ottenuti al G20 di Roma, Draghi rilancia la grande sfida ambientale. "La transizione ecologica ha un'importanza esistenziale per noi come individui e per noi come Italia. E' molto importante che per sfide essenziali per l'Italia e il futuro tutti trovino il modo di andare d'accordo", sostiene il premier Mario Draghi che promette nuovi interventi per arginare il caro bollette. La transizione ecologica che si immagina il Presidente del Consiglio deve mettere d'accordo tutti: imprese, istituzioni, cittadini. Nella sostanza, per Draghi, dobbiamo puntare a entrare nei segmenti più innovativi del mercato, come la produzione di batterie. Non solo. Bisogna sviluppare e adottare tecnologie all'avanguardia, ancora non pienamente sfruttate. Insomma lo Stato torna ad essere protagonista nella sfida ecologica, e deve fare in modo che i rischi della transizione si trasformino in occasioni di crescita. Queste sono le promesse. Ora vedremo se dalle parole si passerà ai fatti concreti che ancora sembrano lontani a venire. _________________________________________ "Il Corsivo" a cura di Daniele Biacchessi non è un editoriale, ma un approfondimento sui fatti di maggiore interesse che i quotidiani spesso non raccontano. Un servizio in punta di penna che analizza con un occhio esperto quell'angolo nascosto delle notizie di politica, economia e cronaca. Per i notiziari sempre aggiornati ascoltaci sul sito: https://www.giornaleradio.fm oppure scarica la nostra App gratuita: iOS - App Store - https://apple.co/2uW01yA Android - Google Play - http://bit.ly/2vCjiW3 Resta connesso e segui i canali social di Giornale Radio: Facebook: https://www.facebook.com/giornaleradio.fm/ Instagram: https://www.instagram.com/giornaleradio.tv/?hl=it Twitter: https://twitter.com/giornaleradiofm
A cura di Daniele Biacchessi Nei giorni della crisi del Governo Conte bis, il tema della transizione ecologica determina la composizione della maggioranza che sostiene il mandato di Mario Draghi, soprattutto il via libera sofferto del M5s. Dopo i fallimenti di Cop 26 e gli scarsi risultati ottenuti al G20 di Roma, Draghi rilancia la grande sfida ambientale. "La transizione ecologica ha un'importanza esistenziale per noi come individui e per noi come Italia. E' molto importante che per sfide essenziali per l'Italia e il futuro tutti trovino il modo di andare d'accordo", sostiene il premier Mario Draghi che promette nuovi interventi per arginare il caro bollette. La transizione ecologica che si immagina il Presidente del Consiglio deve mettere d'accordo tutti: imprese, istituzioni, cittadini. Nella sostanza, per Draghi, dobbiamo puntare a entrare nei segmenti più innovativi del mercato, come la produzione di batterie. Non solo. Bisogna sviluppare e adottare tecnologie all'avanguardia, ancora non pienamente sfruttate. Insomma lo Stato torna ad essere protagonista nella sfida ecologica, e deve fare in modo che i rischi della transizione si trasformino in occasioni di crescita. Queste sono le promesse. Ora vedremo se dalle parole si passerà ai fatti concreti che ancora sembrano lontani a venire. _________________________________________ "Il Corsivo" a cura di Daniele Biacchessi non è un editoriale, ma un approfondimento sui fatti di maggiore interesse che i quotidiani spesso non raccontano. Un servizio in punta di penna che analizza con un occhio esperto quell'angolo nascosto delle notizie di politica, economia e cronaca. Per i notiziari sempre aggiornati ascoltaci sul sito: https://www.giornaleradio.fm oppure scarica la nostra App gratuita: iOS - App Store - https://apple.co/2uW01yA Android - Google Play - http://bit.ly/2vCjiW3 Resta connesso e segui i canali social di Giornale Radio: Facebook: https://www.facebook.com/giornaleradio.fm/ Instagram: https://www.instagram.com/giornaleradio.tv/?hl=it Twitter: https://twitter.com/giornaleradiofm
A cura di Daniele Biacchessi Nei giorni della crisi del Governo Conte bis, il tema della transizione ecologica determina la composizione della maggioranza che sostiene il mandato di Mario Draghi, soprattutto il via libera sofferto del M5s. Dopo i fallimenti di Cop 26 e gli scarsi risultati ottenuti al G20 di Roma, Draghi rilancia la grande sfida ambientale. "La transizione ecologica ha un'importanza esistenziale per noi come individui e per noi come Italia. E' molto importante che per sfide essenziali per l'Italia e il futuro tutti trovino il modo di andare d'accordo", sostiene il premier Mario Draghi che promette nuovi interventi per arginare il caro bollette. La transizione ecologica che si immagina il Presidente del Consiglio deve mettere d'accordo tutti: imprese, istituzioni, cittadini. Nella sostanza, per Draghi, dobbiamo puntare a entrare nei segmenti più innovativi del mercato, come la produzione di batterie. Non solo. Bisogna sviluppare e adottare tecnologie all'avanguardia, ancora non pienamente sfruttate. Insomma lo Stato torna ad essere protagonista nella sfida ecologica, e deve fare in modo che i rischi della transizione si trasformino in occasioni di crescita. Queste sono le promesse. Ora vedremo se dalle parole si passerà ai fatti concreti che ancora sembrano lontani a venire. _________________________________________ "Il Corsivo" a cura di Daniele Biacchessi non è un editoriale, ma un approfondimento sui fatti di maggiore interesse che i quotidiani spesso non raccontano. Un servizio in punta di penna che analizza con un occhio esperto quell'angolo nascosto delle notizie di politica, economia e cronaca. Per i notiziari sempre aggiornati ascoltaci sul sito: https://www.giornaleradio.fm oppure scarica la nostra App gratuita: iOS - App Store - https://apple.co/2uW01yA Android - Google Play - http://bit.ly/2vCjiW3 Resta connesso e segui i canali social di Giornale Radio: Facebook: https://www.facebook.com/giornaleradio.fm/ Instagram: https://www.instagram.com/giornaleradio.tv/?hl=it Twitter: https://twitter.com/giornaleradiofm
Si delinea il piano quinquennale per ridisegnare l'Italia secondo Draghi, in continuità con le linee delle sei missioni del Governo Conte implementate da progetti di riforma coerenti e strutturati. È un progetto di ricostruzione e di rilancio di tutto il paese, non solo economico ma anche culturale, infrastrutturale e sociale.
A cura di Daniele Biacchessi L'Italia si sta riprendendo faticosamente dall'emergenza Covid e tornano puntuali i temi di scontro politico di sempre. Con quota 100 il Governo Conte in versione gialloverde e giallorosso aveva superato la legge Fornero, nella norma che prevede l'uscita di anzianità 62 anni e 38 anni di contributi. Ma il Presidente del Consiglio Mario Draghi non intende proseguire con nessuna forma di Quota 100 e già la misura è in scadenza il 31 dicembre 2021. Quindi che fare? Il governo ha fissato i suoi paletti con il Documento programmatico di bilancio (Dpb) inviato a Bruxelles: per ciascun capitolo della manovra sono state definite le grandi cifre e Draghi non ha alcuna intenzione di stravolgere l'impianto. L'esecutivo ha respinto la proposta di Matteo Salvini di applicare Quota 102 per due anni, perché creerebbe uno scalone. Si starebbe lavorando su un meccanismo con età fissa di uscita a 64 anni fino al 2024 e contributi crescenti. L'idea potrebbe essere più gradita al Pd ma non convince ancora i leghisti, che però dicono di voler trattare e lanciano le loro contro-proposte. I sindacati hanno già bocciato l'idea di Draghi. Il presidente di Confindustria Carlo Bonomi ribadisce il suo no alle quote sulle pensioni e chiede un intervento sui lavori usuranti. La sensazione è che sul piano politico tutti utilizzino la tattica per portare qualcosa a casa in Senato sulla manovra 2022, come da tradizione italiana. _________________________________________ "Il Corsivo" a cura di Daniele Biacchessi non è un editoriale, ma un approfondimento sui fatti di maggiore interesse che i quotidiani spesso non raccontano. Un servizio in punta di penna che analizza con un occhio esperto quell'angolo nascosto delle notizie di politica, economia e cronaca. Per i notiziari sempre aggiornati ascoltaci sul sito: https://www.giornaleradio.fm oppure scarica la nostra App gratuita: iOS - App Store - https://apple.co/2uW01yA Android - Google Play - http://bit.ly/2vCjiW3 Resta connesso e segui i canali social di Giornale Radio: Facebook: https://www.facebook.com/giornaleradio.fm/ Instagram: https://www.instagram.com/giornaleradio.tv/?hl=it Twitter: https://twitter.com/giornaleradiofm
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A cura di Daniele Biacchessi L'Italia si sta riprendendo faticosamente dall'emergenza Covid e tornano puntuali i temi di scontro politico di sempre. Con quota 100 il Governo Conte in versione gialloverde e giallorosso aveva superato la legge Fornero, nella norma che prevede l'uscita di anzianità 62 anni e 38 anni di contributi. Ma il Presidente del Consiglio Mario Draghi non intende proseguire con nessuna forma di Quota 100 e già la misura è in scadenza il 31 dicembre 2021. Quindi che fare? Il governo ha fissato i suoi paletti con il Documento programmatico di bilancio (Dpb) inviato a Bruxelles: per ciascun capitolo della manovra sono state definite le grandi cifre e Draghi non ha alcuna intenzione di stravolgere l'impianto. L'esecutivo ha respinto la proposta di Matteo Salvini di applicare Quota 102 per due anni, perché creerebbe uno scalone. Si starebbe lavorando su un meccanismo con età fissa di uscita a 64 anni fino al 2024 e contributi crescenti. L'idea potrebbe essere più gradita al Pd ma non convince ancora i leghisti, che però dicono di voler trattare e lanciano le loro contro-proposte. I sindacati hanno già bocciato l'idea di Draghi. Il presidente di Confindustria Carlo Bonomi ribadisce il suo no alle quote sulle pensioni e chiede un intervento sui lavori usuranti. La sensazione è che sul piano politico tutti utilizzino la tattica per portare qualcosa a casa in Senato sulla manovra 2022, come da tradizione italiana. _________________________________________ "Il Corsivo" a cura di Daniele Biacchessi non è un editoriale, ma un approfondimento sui fatti di maggiore interesse che i quotidiani spesso non raccontano. Un servizio in punta di penna che analizza con un occhio esperto quell'angolo nascosto delle notizie di politica, economia e cronaca. Per i notiziari sempre aggiornati ascoltaci sul sito: https://www.giornaleradio.fm oppure scarica la nostra App gratuita: iOS - App Store - https://apple.co/2uW01yA Android - Google Play - http://bit.ly/2vCjiW3 Resta connesso e segui i canali social di Giornale Radio: Facebook: https://www.facebook.com/giornaleradio.fm/ Instagram: https://www.instagram.com/giornaleradio.tv/?hl=it Twitter: https://twitter.com/giornaleradiofm
Il 30 giugno si chiude la “fase 1” del cashback, ovvero il programma di rimborsi per coloro che pagano con carta o app, pensato dal Governo Conte per incentivare i consumi e l'utilizzo della moneta elettronica.
«La Corte dei Conti boccia il piano Cashless introdotto dal Governo Conte: la lotteria degli scontrini non ha riscosso nessun interesse e il cashback non è classificato». Così su Facebook la presidente di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni. «E pensare che per introdurre questo piano utile solo a far lucrare banche e società che gestiscono la moneta elettronica, il Governo giallorosso ha stanziato la bellezza di 5 miliardi. Basta con queste follie, Draghi intervenga subito per abolire queste misure destinando i fondi alle piccole e medie imprese che rischiano di chiudere i battenti», ha concluso Meloni. Giovedì la leader di Fdi ha avuto un «lungo e franco colloquio» con il premier Mario Draghi «nel quale FdI ha portato molte delle sue proposte e priorità», tra le quali il tema «della limitazione delle libertà personali». «Continuano ad esserci misure assolutamente irragionevoli: dal tema del coprifuoco, alle mascherine all’aperto fino alle 4 persone a tavola», ha spiegato Meloni.
Quale crescita economica vogliamo per i prossimi anni? E che ruolo potrà avere il turismo? Queste le domande che da mesi si pongono le migliaia di imprese del settore che, dai bar agli hotel, dai ristoranti ai grossisti, dai produttori alle agenzie di viaggio, più di tutti hanno pagato il prezzo di una crisi che rischia di diventare una catastrofe di fronte alle decine di miliardi di fatturato perso, alle migliaia di aziende già chiuse e a quelle che possono non riaprire lasciando senza lavoro un numero oggi incalcolabile di addetti. Per mesi i ristori o arrivavano tardi o erano insufficienti, e tutto veniva rinviato in maniera quasi miracolista al Recovery Plan, occasione storica per riorganizzare uno Stato che fra sanità, giustizia, scuola, ricerca ed ambiente è assolutamente inadeguato. Ma le scelte fatte dal Governo Conte non erano soddisfacenti, al punto che è andato in crisi con la soddisfazione di non pochi ristoratori o albergatori che lamentavano, fra le altre cose, un’esclusione dagli investimenti previsti proprio nei nuovi progetti da realizzare grazie ai maxi prestiti europei. Ora ci si aspetta soluzioni che non possono più essere il frutto di mediazioni con incompetenti o inconcludenti. Servono scelte per creare ricchezza, eliminare i vincoli allo sviluppo e abbandonare l’assistenzialismo demagogico degli ultimi tempi. Usando il buon senso si capisce che non si può rinunciare al Turismo, uno dei cardini dello stile di vita italiano e dell’immagine dell’Italia nel mondo: i soldi pubblici servono per creare sviluppo e vanno quindi utilizzati anche per rendere competitivo e più efficiente anche il nostro giacimento di ricchezza. E non a caso uno dei pochi impegni sfuggiti di bocca al riservatissimo Draghi in questi giorni di consultazioni riguarda proprio il turismo, oltre ovviamente alla lotta alla pandemia e alla disoccupazione che grava sull'Italia come la peggiore minaccia sociale dei prossimi mesi. Del resto il pensiero dell'ex presidente della Bce è da tempo chiaro: i debiti si dividono fra buoni e cattivi. Fra quelli cioè che permetto di creare ricchezza, e quindi fare crescere le imprese e l'occupazione (soprattutto dei giovani), per avere poi le risorse per restituire i prestiti, e quelli per fini assistenzialistici improduttivi e senza valore (tipo la gestione del reddito di cittadinanza), che alla fine ci rendono più poveri e più indebitati. Come dire, secondo un detto molto usato in questi giorni, agli italiani andranno dati soldi per comprarsi canne da pesca, non per comprare del pesce. In questa prospettiva il turismo 4.0 è sicuramente un settore che può generare nuova ricchezza, ma ha assolutamente bisogno di rafforzare e valorizzare ristoranti e hotel, E questo obiettivo non può non essere ai primi posti dell'agenda di Mario Draghi. Parliamo di imprese che muovono circa un terzo dell’intero Pil nazionale e che in questo anno di pandemia hanno pagato costi altissimi nella quasi indifferenza delle istituzioni. Fra gli investimenti necessari ci sono almeno due macro aree che devono essere previste nei progetti del Recovery Plan, con benefici per tutto il Sistema Italia: - la revisione delle aree urbane e delle licenze - la digitalizzazione di tutte le imprese, dai ristoranti ai musei La questione urbanistica è ovviamente la più complessa, ma è indispensabile se non si vuole abbandonare al degrado e all’impoverimento una gran parte dei centri storici italiani. Fra trasporti saturi, inquinamento e scelta di molte aziende di delocalizzare gli uffici o di proseguire con lo smart working, molti esercizi pubblici chiuderanno. Ciò pone il duplice obiettivo di riqualificare i locali commerciali lasciati liberi (che non possono essere occupati da attività marginali di extracomunitari) e di accompagnare l’insediamento di nuovi bar o ristoranti là dove si creeranno nuove domande di chi ha necessità dei servizi del “fuori casa”. Il tutto con nuove norme all’ingresso e un controllo dei requisiti di professionalità per avere le licenze. La digitalizzazione e i big data sono l’altro cardine che non può mancare nel Recovery Plan. Pensiamo solo al tema delle prenotazioni, dei pagamenti o della vendita e consegna dei prodotti (per lo più alimentari ed artigianali) che può essere fatta nei ristoranti, invece che negli alberghi o nei siti turistici. Per non parlare della gestione della delivery o della possibilità di offrire ospitalità durante la giornata anche a clienti che vogliono magari lavorare lontano dall’ufficio o da casa, invece che studiare o incontrare amici.
Il ministro in scadenza del Governo Conte ha firmato i decreti per l’avvio anticipato di un giorno delle zone arancione nemmeno 4 ore prima della scadenza (facendo così annullare tutte le prenotazioni e le spese fatte dai ristoranti per il giorno di San Valentino) e lo stesso ministro, confermato nel Governo Draghi, ha firmato sempre con un anticipo di sole 4 ore il blocco delle stazioni sciistiche (annullando così tutte le prenotazioni di skipass e alberghi). In entrambi i casi la reazione delle imprese e dei cittadini è rabbia e delusione, anche perché sempre lo stesso ministro, che è poi Roberto Speranza, se ne è guardato bene dal dire una sola parola, preferendo mandare avanti i tecnici su cui si scaricano i fulmini dell’opinione pubblica e parlando genericamente dei soliti “ristori” con cui coprire le vergogne di una certa politica ondivaga e irresponsabile. Un comportamento che si è ripetuto anche col suo consulente numero uno, il professor Walter Ricciardi che ha allarmato mezza Italia parlando di un possibile lockdown immediato. E per fortuna che era domenica, altrimenti i mercati avrebbero salutato in ben altro modo l’avvio del Governo Draghi. Ma anche in questo caso Speranza è rimasto zitto. Così come era successo nei giorni scorsi quando aveva imposto al suo Cts di smentire in modo grossolano e patetico la decisione positiva già presa dallo stesso Comitato sulla possibilità di riaprire parzialmente la sera i ristoranti nelle zone gialle. Il guaio è che con queste decisioni all’ultimo momento e senza motivazioni vere, Speranza ha alimentato un risentimento che difficilmente potrà essere sanato, tanto da costituire un possibile vulnus per il Governo Draghi. E non è un caso che sui social si sia scatenato un polverone in cui, quando va bene, il ministro è tacciato di essere pregiudizialmente contrario alle piccole imprese o al mondo dell’accoglienza. Per parte nostra pensiamo che questo politico sia solo inadeguato al ruolo che svolge e che proprio in questa fase stia dimostrando tutta la debolezza di chi non ha autorevolezza. Pensiamo solo al piano vaccinale che ogni regione gestisce a modo suo e il Ministero conta meno del commissario Arcuri, altro personaggio di cui in tanti richiedono la sostituzione. E in mezzo resta il mondo dell’accoglienza e del turismo, che è stanco di una navigazione a vista fatta di illusioni, mezzi impegni e poi bastonate. Il compito di Draghi da questo punto di vista è davvero improbo, perché oltre a garantire risultati positivi dopo le perdite di tempo del governo Conte dovrà anche rimediare ai danni causati dai troppi tecnici che parlano senza prima confrontarsi con chi deve decidere o che, peggio, come nel caso della sanità, sono sollecitati dal ministro a intervenire su ogni cosa, per poi agevolargli il lavoro, certo non gradevole, di chi deve porre i limiti o i divieti con la scusa che lo chiedono gli esperti. I ristoranti, gli hotel, i bar e le pizzerie aspettano di poter riprendere a lavorare in sicurezza. Piaccia o non piaccia a Speranza. E se non si potrà fare subito, qualcuno lo deve spiegare con chiarezza e responsabilità. L’importante è finirla con gli allarmismi. Serve un cambio di passo. C’è un mondo pronto a ripartire con coraggio e che ha la fiducia dei consumatori. Lo dimostra l’incredibile successo del nostro sondaggio annuale sui Personaggi dell’anno che, nonostante i locali siano per lo più chiusi, ha confermato ancora una volta l’interesse e il consenso di centinaia di migliaia di italiani che sanno bene come la ripresa del Paese ci sarà solo quando ripartiranno i simboli del nostro stile di vita. Il ministro in scadenza del Governo Conte ha firmato i decreti per l’avvio anticipato di un giorno delle zone arancione nemmeno 4 ore prima della scadenza (facendo così annullare tutte le prenotazioni e le spese fatte dai ristoranti per il giorno di San Valentino) e lo stesso ministro, confermato nel Governo Draghi, ha firmato sempre con un anticipo di sole 4 ore il blocco delle stazioni sciistiche (annullando così tutte le prenotazioni di skipass e alberghi). In entrambi i casi la reazione delle imprese e dei cittadini è rabbia e delusione, anche perché sempre lo stesso ministro, che è poi Roberto Speranza, se ne è guardato bene dal dire una sola parola, preferendo mandare avanti i tecnici su cui si scaricano i fulmini dell’opinione pubblica e parlando genericamente dei soliti “ristori” con cui coprire le vergogne di una certa politica ondivaga e irresponsabile. Un comportamento che si è ripetuto anche col suo consulente numero uno, il professor Walter Ricciardi che ha allarmato mezza Italia parlando di un possibile lockdown immediato. E per fortuna che era domenica, altrimenti i mercati avrebbero salutato in ben altro modo l’avvio del Governo Draghi. Ma anche in questo caso Speranza è rimasto zitto. Così come era successo nei giorni scorsi quando aveva imposto al suo Cts di smentire in modo grossolano e patetico la decisione positiva già presa dallo stesso Comitato sulla possibilità di riaprire parzialmente la sera i ristoranti nelle zone gialle. Il guaio è che con queste decisioni all’ultimo momento e senza motivazioni vere, Speranza ha alimentato un risentimento che difficilmente potrà essere sanato, tanto da costituire un possibile vulnus per il Governo Draghi. E non è un caso che sui social si sia scatenato un polverone in cui, quando va bene, il ministro è tacciato di essere pregiudizialmente contrario alle piccole imprese o al mondo dell’accoglienza. Per parte nostra pensiamo che questo politico sia solo inadeguato al ruolo che svolge e che proprio in questa fase stia dimostrando tutta la debolezza di chi non ha autorevolezza. Pensiamo solo al piano vaccinale che ogni regione gestisce a modo suo e il Ministero conta meno del commissario Arcuri, altro personaggio di cui in tanti richiedono la sostituzione. E in mezzo resta il mondo dell’accoglienza e del turismo, che è stanco di una navigazione a vista fatta di illusioni, mezzi impegni e poi bastonate. Il compito di Draghi da questo punto di vista è davvero improbo, perché oltre a garantire risultati positivi dopo le perdite di tempo del governo Conte dovrà anche rimediare ai danni causati dai troppi tecnici che parlano senza prima confrontarsi con chi deve decidere o che, peggio, come nel caso della sanità, sono sollecitati dal ministro a intervenire su ogni cosa, per poi agevolargli il lavoro, certo non gradevole, di chi deve porre i limiti o i divieti con la scusa che lo chiedono gli esperti. I ristoranti, gli hotel, i bar e le pizzerie aspettano di poter riprendere a lavorare in sicurezza. Piaccia o non piaccia a Speranza. E se non si potrà fare subito, qualcuno lo deve spiegare con chiarezza e responsabilità. L’importante è finirla con gli allarmismi. Serve un cambio di passo. C’è un mondo pronto a ripartire con coraggio e che ha la fiducia dei consumatori. Lo dimostra l’incredibile successo del nostro sondaggio annuale sui Personaggi dell’anno che, nonostante i locali siano per lo più chiusi, ha confermato ancora una volta l’interesse e il consenso di centinaia di migliaia di italiani che sanno bene come la ripresa del Paese ci sarà solo quando ripartiranno i simboli del nostro stile di vita.
Vi proponiamo l'ascolto del dibattito in studio sul piano delle riaperture previste dal Governo Conte a cominiciare dal prossimo 26 aprile. Nel podcast ascoltere le voci di Maurizio Landini, Daniele Silvetri tra i promotori della protesta "Bauli in piazza", Giuliano Cazzola, Luca Telese, Stefania Salmaso, Carlo Cottarelli, Raffaello Lupi, Lino Enrico Stoppani
Carlo Stagnaro e Andrea Giuricin discutono delle ultime novità su ASPI. Dopo le minacce del Governo Conte, il clima sembra essere cambiato con Draghi che si trova ora ad un bivio #Giuricin #Stagnaro #liberioltre #autostrade #governo _____________________________
Maurizio Crozza in uno dei suoi monologhi durante una puntata di Fratelli di Crozza. Guarda Fratelli di Crozza senza pubblicità qui: https://www.discoveryplus.it/programmi/fratelli-di-crozza Support the show: https://it.dplay.com/nove/fratelli-di-crozza/ See omnystudio.com/listener for privacy information.
Il podcast presenta il rapporto IAI 2020 sulla politica estera italiana, dal titolo “Il governo Conte bis, la pandemia e la crisi del multilateralismo”, frutto della partnership strategica tra l'Istituto Affari Internazionali e la Fondazione Compagnia di San Paolo. Un'analisi che ripercorre gli avvenimenti più importanti di politica estera italiana dello scorso anno, con particolare attenzione alle dimensioni europea, transatlantica e mediterranea, insieme a una riflessione sui rapporti bilaterali tra l'Italia, la Cina e la Russia. Il rapporto evoca anche altri aspetti della proiezione internazionale dell'Italia, come la politica migratoria, il ruolo nelle missioni internazionali all'estero e la politica energetica nell'ambito del Green Deal europeo.Intervengono: Ferdinando Nelli Feroci, Presidente dell'Istituto Affari Internazionali1. La dimensione europea: il ritorno dell'Italia nell'Ue, di Nicoletta Pirozzi2. Il Green Deal europeo: sfide e opportunità per l'Italia, di Luca Franza3. La dimensione transatlantica: le relazioni con gli Stati Uniti, di Riccardo Alcaro4. Politica di difesa: continuità e maggiore dinamismo, di Alessandro Marrone5. La dimensione mediterranea: l'azione dell'Italia di fronte a un caleidoscopio di crisi e conflitti, di Silvia Colombo e Andrea Dessì6. La questione migratoria nella politica estera italiana, di Luca Barana7. Attori globali7.1 Pandemia e cambio di governo dettano gli sviluppi delle relazioni con la Cina, di Francesca Ghiretti7.2 I rapporti Italia-Russia ai tempi del Covid-19: tra crisi e tentativi di dialogo, di Nona Mikhelidze
Oggi a Prisma commento sugli sviluppi della crisi con il viceministro dell'economia Antonio Misiani, che ci aggiornerà anche sul decreto ristori, bloccato dalla caduta del Governo Conte. Con gli ascoltatori e le ascoltatrici commentiamo l'ipotesi di prolungare l'anno scolastico che avrebbe fatto Draghi ai partiti (alle 9). I focolai della variante inglese nel bresciano, con il sindaco di Castrezzato Giovanni Aldi: perché non fanno una zona rossa? Infine punto della situazione sulla riorganizzazione degli orari di Milano nel primo mattino: mezzi pubblici, ingressi a scuola, apertura degli uffici pubblici e dei negozi. Sentiamo come sta andando da Beatrice Uguccioni delegata ai trasporti di Città Metropolitana e Giorgia Lauzi preside dell'Istituto Torricelli di Milano
Oggi a Prisma commento sugli sviluppi della crisi con il viceministro dell'economia Antonio Misiani, che ci aggiornerà anche sul decreto ristori, bloccato dalla caduta del Governo Conte. Con gli ascoltatori e le ascoltatrici commentiamo l'ipotesi di prolungare l'anno scolastico che avrebbe fatto Draghi ai partiti (alle 9). I focolai della variante inglese nel bresciano, con il sindaco di Castrezzato Giovanni Aldi: perché non fanno una zona rossa? Infine punto della situazione sulla riorganizzazione degli orari di Milano nel primo mattino: mezzi pubblici, ingressi a scuola, apertura degli uffici pubblici e dei negozi. Sentiamo come sta andando da Beatrice Uguccioni delegata ai trasporti di Città Metropolitana e Giorgia Lauzi preside dell'Istituto Torricelli di Milano
C'è possibilità che nasca un nuovo governo conte, con Renzi?
- Governo Conte, dalla crisi politica alle dimissioni - La fine di un’epoca? - Scampia e Stephen King, contro le armi - Procida, capitale italiana della cultura 2022 - Storia di un furto misterioso
#JNSP notizie: cosa succede al Governo Conte? Andiamo verso il Conte 3? Segui questa nuova iniziativa web che vuole portare direttamente sui social e con un formato mobile First (schermata verticale) le notizie del giorno in pillole con un approfondimento. Con noi il giornalista radiotelevisivo Ugo Floro, Christian Maglia ed il nuovo inviato di #JNSP dalla Spagna, Danilo Patella Iscriviti al canale Je Ne Sais Pas su YouTube e clicca sulla campanella per ricevere una notifica ogniqualvolta un nuovo video sarà online. TAGS: #governo #governo_conte #conte_ter #notizie #online_news #Ugo_Floro #notizie_del_giorno #passaparola #news_in_pillole # #Danilo_Patella #Christian_Maglia #walk_show #walking_show #le_notizie_corrono_da_te #JeNeSaisPas #notizieonlineinpillole. YouTube Channel: https://youtu.be/68TXg72vHxU
Capitola il Governo Conte. Il Nasdaq sconta un roseo futuro per Apple.
00:00 È nato il governo Conte-Ciampolillo. Quest’ultimo dovrebbe pagare una class action per i danni che ha fatto, ma invece arriva all’ultimo per sorreggere un governo senza vergogna. E Travaglio […]
In Italia il premier Conte ha ottenuto la fiducia del governo anche alla camera, pur non raggiungendo la maggioranza assoluta. Si apre l'ipotesi di un governo di minoranza che però avrà vita breve a meno che non riesca ad allargare il suo appoggio. Negli Usa Trump concede la grazia a oltre cento persone, fra cui il suo ex consigliere Steve Bannon. Non la concede - di contro - a Assange e Snowden. Il primo però, giorni fa, ha ricevuto una buona notizia con la sentenza che ha negato l'estradizione negli Usa. Infine parliamo della riapparizione di Jack Ma, il magnate cinese fondatore di Alibaba scomparso dopo aver criticato aspramente il governo centrale.Tutte le notizie qui: https://www.italiachecambia.org/rassegna-stampa/la-poca-fiducia-al-governo-conte-e-le-grazie-di-trump/
Tante ore di seduta, botta e risposta continuo tra Matteo Renzi e il Premier Giuseppe Conte: si è dovuti arrivare fino al punto di verificare il voto di un senatore, ma alla fine la fiducia al Governo è stata confermata anche al Senato. Un momento delicato, tra i più tesi della storia politica italiana. Si dovrà rafforzare la maggioranza: il primo banco di prova sarà sul decreto ristori. La ricostruzione dei fatti a cura della redazione.
00:00 Crisi nella maggioranza sulla Tav? Le sei mozioni, inutili sul piano pratico ma dal peso politico rilevante. Detto questo, tra voti e maggioranze in Senato nessuno vuol far cadere […]
00:00 I leghisti si dividono sui mini BOT e i grillini si dividono sui leghisti. 03:25 Pezzo in prima pagina sul Corriere della Sera di Fubini. Non vale la pena […]
00:00 Governo, crisi o non crisi? Savona dice che non bisogna tirare troppo la corda con l'Europa. 01:58 Lega, il retroscena di Labbate 03:23 Di Maio è incavolato con Dibba. […]
00:00 Scandalo Csm, la retorica dell'inaccettabile e la guerra interna tra magistrati. 04:51 Movimento 5 Stelle ancora contro la Lega. Per Giorgetti tra una settimana capiremo se il governo dura. […]
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00:00 Governo, litigano anche per un tweet. Intanto sulla vicenda Siri, Conte ribadisce che il caso è chiuso. 02:15 Il Cavaliere dal letto dell'ospedale parla di politica e del suo […]
00:00 Sul caso Siri governo a rischio? Io continuo a non crederci. Ma segnali di vera crisi ci sono. E Dibba si ricandida. 02:28 Elezioni inglesi: disastro totale per i […]
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