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La guerra non si combatte solo con le bombe. Si prepara con le parole. “Spopolamento”, “kill zone”, “Nakba 2023”, “fame”, “migrazione volontaria”, “Amaleciti”. È il lessico con cui, secondo il libro Lessico della brutalità di Adam Raz e Assaf Bondy, Israele racconta la distruzione di Gaza. Il vocabolario militare non descrive: legittima. Svuota di umanità. Così il massacro diventa strategia. La fame, una leva. I morti civili, “nessuno è innocente”. Le parole preparano il crimine, lo giustificano, lo ripetono. E cancellano la storia. Le espressioni usate da ministri, analisti e generali raccontano una brutalità che non ha più bisogno di travestimenti. Il ministro dell'Agricoltura Avi Dichter ha dichiarato in tv: “È la Nakba di Gaza”. Il ministro delle Finanze e leader del Partito Sionista Religioso, Bezalel Smotrich, parla apertamente di “spopolamento” come obiettivo bellico. Benjamin Netanyahu definisce l'offensiva “la seconda guerra di indipendenza”. E poi c'è la parola più agghiacciante: “Amaleciti”. Nella Bibbia ebraica, gli Amalek erano un popolo nemico d'Israele che Dio ordinò di sterminare completamente, uomini, donne, bambini e animali compresi. Usarla oggi per indicare i palestinesi significa sacralizzare il genocidio. Raz e Bondy non si limitano a denunciare. Decostruiscono. Perché ogni parola è una prova. Ogni formula ripetuta nei documenti ufficiali è un passo verso l'abisso. L'orrore è iniziato prima delle bombe. È cominciato quando un popolo intero è stato riscritto come bersaglio. Quando i confini morali sono crollati, e il linguaggio ha smesso di nascondere l'orrore e ha cominciato a compiacerlo. #LaSveglia per La NotiziaDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/la-sveglia-di-giulio-cavalli--3269492/support.
Giulio Guidorizzi"Il lessico dei Greci"Una civiltà in 30 paroleRaffaello Cortina Editorewww.raffaellocortina.itTutti sappiamo che le origini della nostra cultura stanno là, in quella penisola assolata e spazzata dai venti, e nella miriade di isole che popolano il mare viola dell'Egeo. In quelle terre cominciarono a essere usate le parole più antiche di cui si abbia memoria, e alcune di queste continuano dopo più di tremila anni a essere pronunciate. La storia delle parole è anche la storia dei concetti che esprimono e che si misurano col tempo.Giulio Guidorizzi ne ha scelte trenta che fanno da guida alla genesi di alcune idee fondamentali anche per noi. Da “anima” a “sapienza”, da “legge” a “giustizia”, da “amore” a “amicizia”, l'indagine investe la politica e l'arte, il diritto, le forze morali e i sentimenti. Ogni voce di questo lessico, vero vocabolario di antropologia della cultura, esprime un modo di concepire la realtà delle nostre origini e fa rivivere lo straordinario mondodei Greci esplorando alcuni concetti tuttora attualissimi nella nostra civiltà.L'autore ringrazia Beatrice Flammini, che ha collaborato in modo importante a questo libro. Giulio Guidorizzi, studioso di mitologia classica e di antropologia del mondo antico, ha insegnato Letteratura greca all'Università degli Studi di Milano e di Torino. Nelle nostre edizioni ha pubblicato Ai confini dell'anima (2010), Il compagno dell'anima (2013), vincitore del premio Viareggio-Rèpaci, I colori dell'anima (2017), In viaggio con gli dei (con S. Romani, 2019), Il mare degli dei (con S. Romani, 2021), La Sicilia degli dei (con S. Romani, 2022), I miti delle stelle (2023) e Il lessico dei greci (2024).IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
Pensi di avere una buona padronanza della lingua italiana? Mettiti alla prova! In questo articolo — tratto da uno dei nostri video — verificheremo insieme la tua conoscenza del lessico italiano avanzato. Test di Italiano: Vocabolario di Livello C2 Sapresti dire quali sono le parole (C2) che corrispondono alle seguenti definizioni? Scrivile da qualche parte, e poi verifica le risposte con quelle giuste (che trovi nel video). Attenzione: tutti i livelli sono benvenuti! È un ottimo esercizio anche per chi è ancora in fase di apprendimento! Vocabolario C2 – Sfida il tuo italiano! 1. Qualcosa che dura poco, che esiste solo per un breve periodo 2. Qualcosa che costa molto o richiede molte risorse o energie 3. Una sensazione di malessere o imbarazzo in una certa situazione 4. Una persona che parla poco e preferisce stare in silenzio 5. Mostrare qualcosa con orgoglio, spesso in modo esagerato 6. Chi è incline o portato a fare qualcosa 7. Un sentimento di rabbia o odio persistente, spesso per un torto subito 8. Chi si comporta in modo naturale, sicuro e senza imbarazzo 9. L'atteggiamento di chi non ha vergogna e si comporta in modo audace 10. Confondere intenzionalmente qualcuno per allontanarlo dalla verità 11. Chi evita la fatica e non ha voglia di fare nulla 12. La capacità di prevedere il futuro e prendere decisioni sagge 13. Attirare la simpatia o l'attenzione di qualcuno 14. Qualcosa di molto faticoso, che stanca tantissimo Hai in programma un viaggio in Italia (o in qualsiasi altra parte del mondo) e ti serve Internet sul tuo cellulare? Prova Saily, la e-sim che ti offre Internet all'estero sin dal momento in cui atterri! Scopri di più! Sei pronto per una nuova sfida? Approfondisci con il nostro articolo e svolgi il test di livello avanzatoFacci sapere il tuo livello!
C'è un testo di Christophe Clavé che gira sui social, soprattutto su Facebook da molti anni, che parla di effetto Flynn inverso e impoverimento del lessico. Forse andrebbe condiviso con qualche cautela. E poi la paroletta della settimana: sdigiunino. - Articolo originale di Christophe Clavé - BUTAC sull'articolo e sull'effetto Flynn - Guy Deutscher, Through the language glass - Instagram La donna a caso - Libro delle parole dell'anno Treccani - Treccani Neologismi - Scheda della Crusca su sdigiunino Il link per abbonarti al Post e ascoltare la puntata per intero. Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
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Italiano per Stranieri con Marco è il blog di riferimento per gli studenti d'italiano di livello intermedio che vogliono raggiungere il livello avanzato Oggi nel nostro podcast d'italiano avanzato parliamo di: IL LESSICO DELL'ABBIGLIAMENTO. Vuoi prendere lezioni private d'italiano online? Contattami su Italki cliccando su QUESTO LINK. Sto accettando nuovi studenti! Se ti piace il podcast e vuoi supportare il mio progetto e aiutare altre persone a migliorare il loro italiano, puoi farlo mandando una donazione QUI. Ti piacerebbe ascoltare un podcast su un certo argomento? Scrivimi su marcopolla1955@gmail.com. Un saluto, Marco
In questo articolo esploreremo insieme il fantastico mondo dei gialli! In particolare, impareremo i termini e le espressioni che non potete non conoscere se siete appassionati di crimini, misteri e intrighi. Pronti? IL VOCABOLARIO ITALIANO DEI GIALLI MOVENTE Il movente è la motivazione che spinge qualcuno a commettere un reato. Spesso nei gialli ci si trova a dire “Manca il movente”: ovvero, dopo varie ricerche non si riesce ancora a capire perché è stato commesso il delitto. ALIBI L'alibi è una prova che dimostra che, al momento del crimine, la persona sospettata si trovava altrove, escludendola come possibile colpevole. E... un “alibi di ferro”? Cos'è? È un alibi così solido che è quasi impossibile da confutare. DELITTO Il delitto è l'atto criminale che viola la legge, spesso un omicidio. Nei gialli, ruota tutto attorno a questo atto. E non dimentichiamoci del famigerato “delitto perfetto”: quello in cui l'autore riesce a farla franca, senza mai essere scoperto! LE FASI INVESTIGATIVE IRRUZIONE Quando una o più persone fanno un'irruzione, entrano con violenza in un luogo. È un termine che sentiamo spesso nei gialli, soprattutto quando la polizia entra in scena con forza! SCENA DEL CRIMINE La scena del crimine è il luogo in cui si è consumato il reato. Di solito viene isolata e recintata con del nastro per non compromettere le indagini. RILEVARE LE IMPRONTE DIGITALI Un momento cruciale: il rilevamento delle impronte digitali è l'operazione condotta dall'esperto forense per associare le impronte a una persona specifica, svelando così l'autore del crimine. CAMPIONE Il campione è una piccola quantità di una sostanza, utilizzata come riferimento nelle indagini. Pensiamo ai tipici test di laboratorio nei gialli, soprattutto quelli del dna! GLI INTERROGATORI E IL PROCESSO INTERROGATORIO Durante l'interrogatorio, vengono poste domande all'indiziato per determinare il suo coinvolgimento nel caso. Un momento di forte tensione che spesso porta a rivelazioni inaspettate! INCHIESTA L'inchiesta raccoglie tutte le prove e le informazioni utili alla risoluzione del caso, che potranno essere utilizzate in tribunale. PROCESSO Il processo è il procedimento legale che si conclude con la sentenza del giudice: colpevole o innocente. È qui che si decidono le sorti dell'imputato! IL MONDO DEI COLPEVOLI DEPISTAGGIO Il depistaggio è il tentativo, spesso da parte del colpevole, di sviare l'attenzione degli investigatori con false piste o informazioni ingannevoli. È un trucco che rende i gialli sempre più intriganti! ERGASTOLO L'ergastolo è la pena massima che un giudice può emettere: prevede la detenzione a vita per l'imputato. Accedi a siti e contenuti italiani da qualsiasi parte del mondo e in totale sicurezza con NordVPN! Se ami i gialli e vuoi saperne di più su come funziona il mondo del crimine, non perderti il nostro articolo proprio dedicato al lessico del crimine. Seguici per nuovi contenuti e approfondimenti! A presto e buono studio!
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Italiano per Stranieri con Marco è il blog di riferimento per gli studenti d'italiano di livello intermedio che vogliono raggiungere il livello avanzato Oggi nel nostro podcast d'italiano avanzato parliamo di: IL LESSICO DEI VIAGGI. Vuoi prendere lezioni private d'italiano online? Contattami su Italki cliccando su QUESTO LINK. Sto accettando nuovi studenti! Se ti piace il podcast e vuoi supportare il mio progetto e aiutare altre persone a migliorare il loro italiano, puoi farlo mandando una donazione QUI. Ti piacerebbe ascoltare un podcast su un certo argomento? Scrivimi su marcopolla1955@gmail.com. Un saluto, Marco
“Invasione limitata in Libano”, ha scritto il Corriere della sera spiegandoci che “il governo di Israele ha votato sì alle incursioni”. Gli oltre 11 mila bambini uccisi a Gaza e le oltre 6 mila donne vittime delle bombe e dei proiettili israeliani avrebbero da ridire sull'uso della parola incursione, probabilmente, se potessero ancora parlare. Anche Repubblica ha titolato con “incursioni in Libano” con un sottotitolo notevole: “Washington: le operazioni saranno limitate. Biden chiede una tregua”. Il lettore potrà comprendere che gli Usa hanno chiesto una tregua con la mano destra e hanno assicurato che la guerra sarà “limitata” con la sinistra. Quindi Biden dovrebbe chiedere una tregua a se stesso, sostanzialmente. Il Maessaggero titola “Israele entra in Libano”, immaginando un distinto signore che ha suonato al campanello del Libano chiedendo di poter salire un secondo per lasciare sul tavolo un paio di cose. Erano bombe. Nell'occhiello si legge che i militari italiani sono “in allarme”: si vede che non leggono i giornali italiani. Il Giornale, quotidiano che in questi anni ci ha abituato a prime pagine fragorose e spesso iperboliche, ieri deve avere ingerito una dose di bromuro: “Blitz degli israeliani in Libano”. Sembra la cronaca di un abigeato. Un bel pezzo della stampa italiana è campionessa di war washing, professionista dell'imbellettamento della guerra come legittima difesa o esportazione di democrazia o difesa dei valori occidentali o democratica incursione o chirurgica operazione o azione contro il terrorismo o riequilibrio internazionale o invasione obbligata o difesa dei confini. L'importante è non chiamarla guerra e riuscire ad avere lo stomaco per non vedere le vittime. #LaSveglia per La NotiziaDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/la-sveglia-di-giulio-cavalli--3269492/support.
Come arricchire il lessico? (anche in inglese)Corso comunicazione: https://go.giuseppefranco.it/cef
"Autobiogrammatica" di Tommaso Giartosio (minimum fax). "Sono nato nell'anno di Lessico famigliare", scrive Giartosio e questa coincidenza con la pubblicazione del libro di Natalia Ginzburg offre all'autore il pretesto per raccontare una parte della sua storia e di quella della sua famiglia attraverso l'uso delle parole, le parole che vengono ereditate dalla famiglia. Un padre ufficiale della Marina che non è taciturno ma le sue parole sembrano svanire; una madre che non ricorda neanche se si è diplomata, ma che è molto incisiva con il suo lessico nella famiglia.
Selene ha 34 anni e vive a Milano dove ha aperto un ristorante di cucina al vapore prossimo al fallimento, l'ultimo di una serie di fallimenti che Selene registra nella sua vita. In questo momento di crisi decide di fare una toccata e fuga nel luogo della sua infanzia felice: un ashram in Puglia dove aveva trascorso alcuni anni con i genitori e la sorella. Per una serie di vicessitudini il suo soggiorno pugliese si prolunga e questa sarà l'occasione per Selene per incontrare alcune persone del suo passato felice e riflettere sul futuro. Tutto questo accade nel romanzo "Tutto il bello che ci aspetta" (Feltrinelli) di Lorenza Gentile, autrice di libri come "Le piccole libertà" in cui raccontava la sua esperienza nella famosa libreria di Parigi Shakespeare&Co e "Le cose che ci salvano". Nella seconda parte parliamo di "Autobiogrammatica" di Tommaso Giartosio (minimum fax). "Sono nato nell'anno di Lessico famigliare", scrive Giartosio e questa coincidenza con la pubblicazione del libro di Natalia Ginzburg offre all'autore il pretesto per raccontare una parte della sua storia e di quella della sua famiglia attraverso l'uso delle parole, le parole che vengono ereditate dalla famiglia. Un padre ufficiale della Marina che non è taciturno ma le sue parole sembrano svanire; una madre che non ricorda neanche se si è diplomata, ma che è molto incisiva con il suo lessico nella famiglia.
Marco Campedelli"Lessico disobbediente"Parole per una rivoluzione quotidianaPrefazione di Alex ZanotelliGabrielli Editoriwww.gabriellieditori.itLe parole sono fragili, un segno sulla carta, un soffio che esce dalla bocca.“Lessico disobbediente”, le parole antifasciste di Marco Campedelli in collaborazione con Adista.Questo libro raccoglie parole. Sono fragili, un segno sulla carta, un soffio che esce dalla bocca. Eppure hanno una forza ancestrale: quelle dei miti, dei grandi racconti. Custodiscono la memoria che abbiamo perduto. Sono parole-alberi, parole-mare. Su di esse possiamo arrampicarci verso la luce, tuffarci, talvolta naufragare. Questo campionario di parole è un appello a ritrovarle, a scandirle, a liberarle se imprigionate, a tenerle strette dentro la bufera. Sono parole marginali, lasciate ai bordi. Non addomesticate. (Dall'introduzione dell'Autore)Oggi viviamo in una società di sonnambuli, una società che sperimenta un “intontimento psichico”. Una società che, senza accorgersene, sta ballando sull'orlo del precipizio o dell'“inverno nucleare” o dell'“estate incandescente”. Ecco perché ritengo così importante il lavoro critico, fatto con la parola e la penna, dell'amico Marco Campedelli, dentro la società civile come dentro la Chiesa. (Dalla prefazione di Alex Zanotelli)«Le parole a margine, quelle scritte sui bordi della pagina. Annotate, risucchiate dal testo e messe in salvo. Le parole scritte a matita, accompagnate dalla grammatica della punteggiatura. Un punto esclamativo, se è una parola ritrovata, quella che aspettavamo apparire prima o dopo all'orizzonte. Oppure un punto interrogativo a volerle come indagare, rovesciare a gambe all'aria. Le parole marginali o emarginate. Le parole fragili o quelle prestate al potere o alla guerra.»Marco Campedelli, narratore e teologo, nasce a San Michele Extra, Verona (le sue antiche genealogie montanare affondano le radici nella Lessinia veronese e nell'Altopiano di Asiago).Allievo del Maestro burattinaio Nino Pozzo, continua il suo “Teatro Mondo Piccino” (1923). Studia teologia a Verona e a Padova, conseguendo il Dottorato con il Prof. Aldo Natale Terrin sulla relazione tra poesia, rito e teatro. Ha avuto poi come maestri i teologi Marcelo Barros e José Maria Castillo. Con Claudiana ha pubblicato una trilogia su Alda Merini, Dario Fo, Eduardo De Filippo. Gli ultimi lavori del suo Teatro civile sono dedicati a don Lorenzo Milani, S. Francesco e la guerra e Sostiene Pereira. Parte delle poesie che Alda Merini gli ha dettato sono raccolte nel libro “Nel cerchio di un pensiero” (Crocetti). A lui e alla memoria di Giorgio Gaber la poeta milanese ha dedicato “La clinica dell'abbandono” (Einaudi). Scrive per Adista e per Rocca. È impegnato nella lotta per i Diritti e la libertà di coscienza, anche nella Chiesa. Il suo ultimo libro “Lessico disobbediente. Parole per una rivoluzione quotidiana” con prefazione di Alex Zanotelli è pubblicato da Gabrielli editori (2024), un libro nato in collaborazione con Adista.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
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Italiano per Stranieri con Marco è il blog di riferimento per gli studenti d'italiano di livello intermedio che vogliono raggiungere il livello avanzato Oggi nel nostro podcast d'italiano avanzato parleremo di: IL LESSICO DELLA CUCINA. Vuoi prendere lezioni private d'italiano online? Contattami su Italki cliccando su QUESTO LINK. Sto accettando nuovi studenti! Se ti piace il podcast e vuoi supportare il mio progetto e aiutare altre persone a migliorare il loro italiano, puoi farlo mandando una donazione QUI. Ti piacerebbe ascoltare un podcast su un certo argomento? Scrivimi su marcopolla1955@gmail.com. Un saluto, Marco --- Send in a voice message: https://podcasters.spotify.com/pod/show/italianoconmarco/message
Nella rubrica Contemporaneamente, Mariantonietta Firmani intervista Federico Faloppa linguista e Laura Caponnetto filosofa. L'intervista è in Contemporaneamente di Mariantonietta Firmani, il podcast divulgato da Artribune.com e Parallelo42.it In Contemporaneamente podcast trovate incontri tematici con autorevoli interpreti del contemporaneo tra arte e scienza, letteratura, storia, filosofia, architettura, cinema e molto altro. Per approfondire questioni auliche ma anche cogenti e futuribili. Dialoghi straniati per accedere a nuove letture e possibili consapevolezze dei meccanismi correnti: tra locale e globale, tra individuo e società, tra pensiero maschile e pensiero femminile, per costruire una visione ampia, profonda ed oggettiva della realtà. Federico Faloppa e Laura Caponnetto ci raccontano della grande varietà linguistica, e dello studio filosofico dei linguaggi. 7000 lingue nel mondo, alcune a rischio estinzione, dove il linguaggio è un ecosistema che racconta umani e territori. Quindi, cruciale è il dibattito tra la ricerca di una lingua comune e la necessità di salvare le molteplicità locali. La filosofia del linguaggio si muove dal significato dei nomi, alle ingiustizie illocutorie, all'innovazione concettuale che riempie di nuovo senso la percezione del mondo. E ancora, ci parlano di fallaci retoriche, argomentazioni deboli, narrazioni distorte delle migrazioni, e molto altro. GUARDA IL VIDEO!! https://youtu.be/PCYF4YrOSpU BREVI NOTE BIOGRAFICHE DEGLI AUTORI Federico Falloppa linguista, ordinario di Italian Studies and linguistics, Dipartimento di Languages and Cultures, all'Università di Reading (UK), dove dirige il Corso di Studi Italiani. Laurea in Lettere e Filosofia all'Università di Torino, Dottorato alla Royal Holloway, Università di Londra, ha insegnato nelle università di Birmingham, Granada, Londra e Torino.È anche PhD esaminatore esterno a Birmingham, Leeds, Cardiff e Sheffield; è anche editor e consulente presso enti pubblici e organizzazioni non governative. Le sue ricerche si rivolgono soprattutto allo studio degli stereotipi etnici, migrazioni e rifugiati, costruzione linguistica della diversità, politica linguistica, letteratura italiana contemporanea. Tra i molti progetti di ricerca è co-investigatore in "MultiMind", Marie Skłodowska-Curie funded Innovative Training Networks, Horizon 2020 3,7 milioni di euro. Inoltre è anche rete internazionale "ProLanguage” finanziata da ESRC (Economic and Social Research Council), 131.000 euro. Autore di numerose pubblicazioni tra cui: “Lessico e alterità. La formulazione del diverso”, 2000; “Parole contro. La rappresentazione del diverso nella lingua italiana e nei dialetti”, 2004. Ed anche: “#Odio. Manuale di resistenza alla violenza delle parole”, 2020. Ultimo: “Sbiancare un etiope. La costruzione di un immaginario razzista”, 2022; e molto altro. Laura Caponetto è Sarah Smithson Research Fellow presso il Newnham College, University of Cambridge, già ricercatrice alla Facoltà di Filosofia dell'Università Vita-Salute San Raffaele, Milano. È anche docente a contratto nel Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell'Università di Pavia. La sua ricerca verte sulla filosofia sociale del linguaggio, disciplina al crocevia tra filosofia del linguaggio, filosofia sociale e politica, e studi di genere.Sono due i temi principali della sua produzione scientifica. Primo: l‘ingiustizia discorsiva, quando l'identità sociale influisce negativamente sulle possibilità comunicative; secondo: le strategie per “disfare” col linguaggio, ovvero ritrattare dichiarazioni, cancellare promesse, ritirare accuse. Ha pubblicato articoli su prestigiose riviste internazionali, come Analysis, Synthese, Rivista italiana di filosofia del linguaggio. È tra le 100 esperte in storia e filosofia per il progetto “100 donne contro gli stereotipi” condotto dall'Osservatorio di Pavia e l'associazione Gi.U.Li.A giornaliste. Infine, è tra le socie fondatrici di SWIP Italia – Società italiana per le donne in filosofia.
Questo e gli altri podcast gratuiti del Post sono possibili grazie a chi si abbona al Post e ne sostiene il lavoro. Se vuoi fare la tua parte, abbonati al Post. Eventi meteorologici nuovi ed estremi portano con sé un lessico nuovo, non sempre giustificato dalla realtà delle cose. Per approfondire: Blizzard Bomba d'acqua Burian Downburst Esondare Flash flood Gelicidio su Terminologia Gelicidio sul blog di Michele Cortelazzo Gelicidio sul sito della Crusca Medicane su Terminologia Medicane Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
L'Italia è il Paese dell'arte, lo sappiamo tutti. Ma quali sono le parole e le espressioni più opportune per parlare di arte e di quadri in italiano? Proseguite con la lettura per scoprirle! Lessico per parlare nei Musei in Italia 1. DIPINTO Opera d'arte che consiste in un'immagine su una tela o una tavola, creata usando dei colori e un pennello. Un dipinto può raffigurare paesaggi, ritratti, scene di vita, nature morte, ecc… I colori usati possono essere tempere, acquerelli, colori a olio, colori acrilici. Il dipinto di un paesaggio di montagna era appeso sulla parete della sala da pranzo. 2. QUADRO Qual è la differenza rispetto a un dipinto? Un quadro è pur sempre un dipinto, ma con delle caratteristiche molto specifiche: un dipinto si può anche chiamare quadro se realizzato su un supporto mobile e se è racchiuso in una cornice. Il quadro di Monet appeso in questo museo è un capolavoro. 3. NATURA MORTA La natura morta è una raffigurazione pittorica che rappresenta degli oggetti inanimati: fiori, frutta, piatti, bottiglie, arredamento ecc… Queste rappresentazioni sono molto realistiche e dettagliate per creare un ordine visivo. La natura morta viene utilizzata come celebrazione della bellezza della vita quotidiana, attraverso oggetti di uso comune. Questo dipinto raffigurante un vaso di fiori freschi e una mela rossa sul tavolo rappresenta la natura morta. 4. TELA Riquadro di tessuto resistente e liscio, soprattutto lino o canapa, che viene teso su un telaio e che costituisce il supporto su cui realizzare un dipinto a olio o a tempera. Spesso, si può utilizzare la parola “tela” con significato esteso, anche per indicare un “quadro” vero e proprio. Il pittore ha scelto una grande tela bianca per la sua opera. 5. SCULTURA La scultura è un'opera che rappresenta figure o immagini a tutto tondo o in rilievo, ottenuta modellando o incidendo materiali come marmo, pietra, legno, bronzo. Il David di Michelangelo è una delle sculture più famose al mondo. 6. ARTISTA Colui che crea le opere d'arte. L'artista è stato molto bravo nel creare questo dipinto. 7. PITTORE - SCULTORE Un artista che crea opere d'arte utilizzando dei colori su una tela. Può utilizzare diverse tecniche di pittura e creare ritratti, scene di vita o opere astratte. Un artista che realizza sculture si chiama invece “scultore”. Frida Kahlo è stata una pittrice messicana famosa per i suoi autoritratti. 8. MUSEO Luogo in cui sono raccolte opere d'arte o oggetti di particolare interesse artistico o storico-scientifico, che sono esposti per il pubblico che vuole vederli. I musei possono essere gratuiti o a pagamento e offrono servizi come visite guidate e mostre temporanee. Il British Museum di Londra è uno dei musei più antichi e famosi al mondo. 9. MOSTRA D'ARTE Evento in cui vengono esposte le opere di uno o più artisti. Può essere pubblica o privata e può anche concentrarsi su un tema in particolare piuttosto che su un artista in particolare. La mostra può anche essere temporanea, cioè solo per un periodo di tempo limitato. La mostra d'arte di Salvador Dalì ha attirato migliaia di visitatori da tutto il mondo. 10. GALLERIA D'ARTE Luogo, solitamente privato, in cui sono esposte e vendute delle opere d'arte di artisti viventi o recentemente scomparsi. Le gallerie sono utili per gli artisti perché così questi hanno la possibilità di promuovere le loro opere e cercare collaborazioni, con musei o con privati. Questa sera la galleria d'arte ospita mostre di artisti emergenti. 11. CRITICO D'ARTE Professionista capace di determinare l'autenticità delle opere d'arte, classificarle, valutarle e determinare il loro valore economico. Il critico d'arte verrà per valutare il quadro che è stato ritrovato nella villa. PARLARE D'ARTE IN ITALIANO Descrizioni positive L'opera è…
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Italiano per Stranieri con Marco è il blog di riferimento per gli studenti d'italiano di livello intermedio che vogliono raggiungere il livello avanzato. Oggi nel nostro podcast d'italiano avanzato parleremo del lessico dell'automobile. Vuoi prendere lezioni private d'italiano online? Contattami su Italki cliccando su QUESTO LINK. Sto accettando nuovi studenti! Se ti piace il podcast e vuoi supportare il mio progetto e aiutare altre persone a migliorare il loro italiano, puoi farlo mandando una donazione QUI. Ti piacerebbe ascoltare un podcast su un certo argomento? Scrivimi su marcopolla1955@gmail.com. Un saluto, Marco --- Send in a voice message: https://podcasters.spotify.com/pod/show/italianoconmarco/message
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Giovanni Casalegno"Il paradiso delle biciclette"Di angeli, biciclette e strade celestialiEdizioni Ediciclohttps://ediciclo.itQuando muoiono le biciclette vanno in paradiso o all'inferno? Se lo chiede la bici protagonista che, come un Dante con telaio e pedivella, si ritrova a pedalare nell'Empireo imbattendosi in sue simili di tutti i tipi e trascorsi. Errando per le strade celestiali, incontrerà storie struggenti ed eroiche, bici testimoni di sofferenze e conquiste, che hanno avuto in sella donne, uomini e artisti eccezionali, che hanno condiviso fatiche e sogni, desideri e sconfitte. Giovanni Casalegno scrive un libro originale e creativo, una raccolta di venti storie avventurose che vedono protagoniste bici da corsa, da bambino, elettriche, gravel, biciclette partigiane, rubate, ricomposte, artistiche e immaginate…Giovanni Casalegno, originario di Moncucco Torinese, insegnante di lettere, ha curato un'edizione delle Carte Parlanti di Pietro Aretino (Sellerio, 1992) e due antologie per Einaudi: Nella tua carne. Racconti erotici (2009) e Storie di libri. Amati, misteriosi, maledetti (2011). Ha pubblicato 5 romanzi, una trentina di racconti e due libri d'ambito letterario-gastronomico. È coautore di fortunati dizionari: Dizionario storico del lessico erotico italiano (con V. Boggione, Tea, 1999), Scrostati gaggio. Dizionario storico dei linguaggi giovanili (con R. Ambrogio, Utet, 2004), Brutti, fessi e cattivi. Lessico della maldicenza (con G. Goffi, Utet 2005). Collabora con Rizzoli Education occupandosi di didattica della storia e della letteratura.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarehttps://ilpostodelleparole.itQuesto show fa parte del network Spreaker Prime. Se sei interessato a fare pubblicità in questo podcast, contattaci su https://www.spreaker.com/show/1487855/advertisement
Una nostra serie del 2013 faceva raccontare ad alcune grandi donne le storie di altre straordinarie donne che le avevano ispirate. In questo sesto episodio la scrittrice Paola Mastrocola parla dell'autrice di "Lessico famigliare", Natalia Ginzburg.
A chi non piace la musica? Penso che più o meno tutti la ascoltiamo almeno una volta al giorno, mentre lavoriamo, cuciniamo, guidiamo o facciamo qualsiasi altra cosa. Proseguite con la lettura per scoprire le parole più importanti per parlare di musica in italiano! Parole Utili per parlare di MUSICA in Italiano In questo articolo, vedremo le parole più importanti del lessico della musica: prendete appunti e potrete finalmente parlare di musica con i vostri amici italiani! 1 - CANZONE, BRANO o PEZZO? La canzone è un componimento musicale di breve durata (alcuni minuti), formato da testo (generalmente in versi) accompagnato da musica. Insomma, una canzone è quella che cantiamo a squarciagola nella doccia. Spesso si usano brano e pezzo come sinonimi di canzone. Ma hanno anche un significato più ampio. Un brano (o pezzo) è anche un componimento solo strumentale (di sola musica), spesso di maggiore lunghezza e complessità rispetto alla canzone. Per esempio, per la musica classica. Brano può anche essere una parte di un'opera musicale più ampia (un brano della Primavera di Vivaldi). 2 - STROFA + RITORNELLO La maggior parte delle canzoni è composta da strofe e un ritornello. La strofa è un insieme di versi con cui inizia (e prosegue) una canzone. In una canzone, ce ne sono di solito due, tre o quattro, con la stessa musica ma con parole diverse. Le strofe nella canzone sono di solito divise da un ritornello, cioè un insieme di versi che si ripete tra una strofa e l'altra in una canzone, sempre con le stesse parole. Questa è la parte di una canzone che solitamente resta più impressa nella mente delle persone, perché è la più orecchiabile e musicabile. 3 - TESTO L'insieme delle parole di una canzone si chiama testo. Molti stranieri usano la parola lirica / lirica musicale (magari per l'influenza dell'inglese), ma sarebbe preferibile non farlo, sia perché è un termine più antico e poco utilizzato oggi, sia perché potrebbe creare confusione. In italiano, per lirica si intende (in musica) il melodramma, cioè una rappresentazione teatrale cantata, con accompagnamento di musica e orchestra. 4 - RITMO + MELODIA Il ritmo è l'insieme di battute che si ripetono per formare la musica. Ogni musica ha un ritmo differente composto da armonia e melodia. La melodia è il “suono” che rende ogni canzone riconoscibile alle nostre orecchie. Si può anche parlare di motivo con lo stesso significato. 5 - SPARTITO La composizione grafica di una musica, composta da diverse note musicali ed è destinata a chi suona uno strumento musicale, ad esempio un violino o un pianoforte. 6 - ORCHESTRA Insieme di strumenti musicali che lavorano insieme per un'esecuzione musicale. Solitamente sono disposti a semicerchio e organizzati in un preciso ordine in base agli strumenti presenti (necessari alla composizione). Sono diretti e organizzati dal DIRETTORE d'orchestra. 7 - CANTANTE - CANTAUTORE - PAROLIERE Viene definito cantante chi canta per professione. Può essere l'autore dei propri testi (in questo caso si parlerà di cantautore) o può semplicemente cantare un testo scritto da altri. Chi scrive testi di canzoni per altre persone si chiama paroliere. Infine, l'autore della musica di una canzone è il COMPOSITORE. 8 - SOLISTA - GRUPPO MUSICALE Un cantante può essere solista, se canta da solo, oppure può essere parte di un gruppo musicale (o band), in cui ci sono anche altri cantanti e/o musicisti, che suonano diversi strumenti. Tra i musicisti in una band, ci possono essere il BATTERISTA (che suona la batteria), il CHITARRISTA (che suona la chitarra), il TASTIERISTA (che suona il sintetizzatore), il PIANISTA (che suona il pianoforte). 9 - INTONATO - STONATO Intonato è un aggettivo che indica una persona che sa cantare, che lo fa in modo piacevole all'orecchio perché va a tempo con la musica. Il contrario, cioè per indicare una persona che non sa cantare,
Sara Sozzani Maino, Educational and Scouting Advisor Vogue Italia con Matteo Augello, curatore e docente e Riccardo Scaburri di Lessico Familiare hanno conversato nel talk “The Italian Heritage Closet”, parte del progetto The Vogue Closet, sul valore, per il mondo della moda italiana, dell'infanzia, dei bauli delle nonne, delle perle della mamma, delle pellicce delle signore e dei panni stesi. Registrazione ed editing di Gabriele Giuggioli, a cura di Elisa Pervinca Bellini.
Xi Jinping ha iniziato la sua “visita per la pace” in Russia, incontrando Putin. In Italia si torna a parlare di presidenzialismo dopo le proteste in Francia. Contemporaneamente si parla di maternità surrogata e l'Accademia della Crusca da la sua opinione sul lessico inclusivo.Ascolta gli altri podcast di Will su Spotify o Apple Podcast
Roberto De Gaetano"Critica del visuale"Orthotes Editricehttps://orthotes.comLo sviluppo di un pensiero critico è la condizione per contrastare il pericolo del consenso generalizzato e totalizzante. Il rischio maggiore nelle democrazie attuali. La critica è la pratica che articola il campo della discussione pubblica in posizioni distinte, evitando uniformità e conformismi. L'eclissi oggi del pensiero critico è stata anticipata dalla crisi della critica in ambito artistico e cinematografico. Il presente volume, attraversando i momenti più alti della riflessione novecentesca sulla critica, sia in prospettiva filosofica (Walter Benjamin) che letteraria (Northrop Frye), giunge a pensare, attraverso due grandi critici cinematografici come André Bazin e Serge Daney, da un lato il rilievo e dall'altro l'attuale crisi della critica cinematografica, ritrovandone una delle ragioni maggiori nell'uso imperante e totalizzante di una nozione-mondo come quella di “visuale”. Che uniforma singolarità, empiricità, esteticità delle opere, trasformandole in meri indicatori di dinamiche sociali e culturali. L'eclissi della critica nel dominio del visuale non è un destino, ma è lo stato in cui è approdata una certa prospettiva ideologico-teorica. Il presente volume indica i segni e gli atti per una possibile inversione di tendenza, e per ricollocare il pensiero e la pratica della critica al centro della riflessione teorica, della discussione pubblica e dell'operato culturale.Roberto De Gaetano insegna Discipline Cinematografiche a "La Sapienza" - Università di Roma. Tra le sue più recenti pubblicazioni: La potenza delle immagini (2012), Lessico del cinema italiano. Forme di rappresentazione e forme di vita (3 volumi, 2014-2016), Il cinema e i film. Le vie della teoria in Italia (2017), Cinema italiano: forme, identità, stili di vita (2018, Premio Limina), Le immagini dell'amore (2022). Ha fondato nel 2006 il quadrimestrale «Fata Morgana» e nel 2017 la rivista di critica «Fata Morgana Web».IL POSTO DELLE PAROLEAscoltare fa Pensarehttps://ilpostodelleparole.it
Federico Faloppa"Sbiancare un etiope"La costruzione di un immaginario razzistaUtet Librihttps://www.utetlibri.it/Nel 2017 una pubblicità della Dove fu al centro di polemiche: grazie al potere del brand, una ragazza nera si trasformava in una ragazza bianca dai capelli rossi. Per l'azienda, si trattava di un omaggio alla diversità. Ma in tanti non gradirono: l'effetto sbiancante del docciaschiuma appariva nella migliore delle ipotesi un inspiegabile scivolone, nella peggiore un messaggio razzista, neanche tanto velato. Dai social partì un'ondata di indignazione che fece sparire velocemente lo spot incriminato. Perché quella reazione? Perché, a prescindere dalle intenzioni dell'azienda, quella pubblicità riprendeva un motivo che, nei secoli, si era radicato in molte culture, non solo europee: quello dello “sbiancare un etiope” (o “un moro”, “un nero”), col significato di “fare uno sforzo inutile” o “tentare un'impresa impossibile”. Di questo motivo culturale tanto profondo quanto nascosto, che affonda le proprie radici nei primi secoli dopo Cristo e arriva fino ai giorni nostri, Federico Faloppa raccoglie qui i frammenti e ricostruisce le vicende, muovendosi tra proverbi popolari, fiabe antiche e commedie secentesche, affreschi medievali e dipinti rinascimentali, vignette satiriche e manifesti pubblicitari, pamphlet politici e romanzi autobiografici. Si scopre così che la favola attribuita a Esopo del servo (nero) lavato e sfregato dal proprio padrone trova nei libri per bambini di epoca moderna risvolti moraleggianti e pedagogici sull'immutabilità della natura e dell'ordine sociale, o che il battesimo dell'etiope raccontato negli Atti degli Apostoli diventa motivo iconografico privilegiato nell'Olanda post Riforma protestante. E si tracciano fili rossi che uniscono i padri della Chiesa ed Erasmo da Rotterdam, libri di emblemi e mondi alla rovescia, poesia burlesca e letteratura alchemica, pubblicità di saponi e propaganda fascista, fino ad arrivare a Calimero, il pulcino nero sbiancato da un detersivo che ha segnato l'immaginario italiano del secondo dopoguerra.Nel ripercorrere la sorprendente storia di questo topos di lunga durata, scopriamo anche una vera e propria ossessione “occidentale”, quella per il bianco, attraverso i tentativi – allegorici o reali – di “sbiancare l'etiope”, e di costruire un sistema prima simbolico e poi razzista per raccontare e governare il mondo a propria immagine e somiglianza.Federico Faloppa è Professor of Italian Studies and Linguistics nel Department of Cultures and Languages dell'Università di Reading, in Gran Bretagna. Da vent'anni la sua ricerca ruota intorno alla costruzione del “diverso” nelle lingue europee, alla rappresentazione mediatica delle minoranze, alla produzione e circolazione del discorso razzista e discriminante in Italia. Tra le sue pubblicazioni: Lessico e alterità. La formulazione del diverso (2000), Parole contro. La rappresentazione del diverso in italiano e nei dialetti (2004), Razzisti a parole (per tacer dei fatti) (2011), Contro il razzismo. Quattro ragionamenti (con M. Aime, G. Barbujani, C. Bartoli, 2016), Brevi lezioni sul linguaggio (2019). #Odio. Manuale di resistenza alla violenza delle parole (2020). Ha sempre affiancato il suo lavoro di insegnante e di ricercatore a quello di divulgatore e consulente per associazioni e organizzazioni non governative, ed è attualmente collaboratore di Amnesty International Italia per i discorsi e fenomeni d'odio e membro del Committee of Experts on Combating Hate Speech del Consiglio d'Europa.IL POSTO DELLE PAROLEAscoltare fa Pensarehttps://ilpostodelleparole.it/
Siamo andate in vacanza in Puglia! In questo episodio vi raccontiamo dove siamo state, che cosa abbiamo fatto e vi diamo alcuni consigli per un itinerario di viaggio... e gastronomico! Support the show
Prima o poi, a tutti voi capiterà di dover parlare di case in italiano, sia che vogliate comprarne una in Italia, sia che un vostro amico italiano venga a farvi visita a casa vostra, sia che siate in affitto in Italia e abbiate un problema da spiegare a qualcuno… E così via. Non sempre, però, si conoscono tutte le parole e le espressioni necessarie per descrivere le componenti di una casa in italiano, dalle stanze ai mobili alle rifiniture. Perciò, è quello che faremo in questo video! Preparate carta e penna! Ne avrete bisogno… Il lessico italiano della casa Occorre una piccola premessa prima di iniziare, ovvero chiarire una volta per tutte un dubbio che tanti stranieri hanno. Quando in italiano si parla di casa, non si indica una tipologia specifica, ma si indica abitazione in senso generale, ossia il luogo in cui un nucleo famigliare vive. Quante tipologie di case ci sono in Italia? Prima di scoprire le caratteristiche interne di una casa, ti propongo questo elenco delle principali tipologie di case italiane: vi sarà utile per conoscere i loro nomi in italiano e le loro particolarità. Appartamento: Abitazione che si trova all'interno di un edificio che ne ospita più di uno. Questo edificio più grande che comprende tutti gli appartamenti si chiama “condominio”. Baita: Abitazione tipica di montagna. Casa a schiera: Parte di un complesso in cui le abitazioni sono uguali e sono disposte una accanto all'altra. Casa singola: Abitazione individuale, che non fa parte di un complesso. Casale: Grande abitazione di campagna rustica e isolata. Cascina: Abitazione di campagna tipica per i contadini, con ambienti per attrezzi ed animali. Nel Sud Italia, generalmente questo tipo di abitazione si chiama “masseria”. Palazzo: Grande edificio, usato come abitazione signorile ed elegante oppure come sede di uffici. Villa: Abitazione ampia ed elegante, circondata da un giardino piuttosto grande. Villino: Abitazione singola con un piccolo giardino. Entriamo insieme in una casa! Chiarito questo, procediamo alla casa vera e propria. Come dicevamo, alcune possono avere un giardino davanti, con del verde e magari un vialetto. Però quello che tutte le case hanno è una porta d'ingresso. Ormai è sempre più comune optare per una porta blindata, pensata per resistere a tentativi di intrusione. In generale è molto molto sicura e resistente, anche la maniglia e la serratura. Se si vuole vedere chi ha suonato il campanello, si può guardare dallo spioncino. Una volta aperta la porta, c'è di solito un ingresso, cioè un piccolo spazio con un appendiabiti per lasciare il proprio cappotto, oppure dei ganci per le chiavi o ancora uno specchio per guardarsi prima di uscire, un mobile per lasciarvi gli oggetti che abbiamo nelle tasche e che non ci servono in casa. Io di solito ci lascio la borsa oppure gli occhiali da sole. Non è molto ordinato, ma è molto pratico. L'ingresso può anche essere in forma di corridoio, lungo e stretto, che conduce alle varie stanze. E ora vediamo le varie stanze! Le stanze di una casa Dopo aver varcato l'ingresso e aver percorso il corridoio, sarete pronti per esplorare tutte le stanze e sentirvi veramente a casa! IL SOGGIORNO È la stanza della casa più ampia e accogliente delle altre, dove si trascorre la maggior parte della giornata, ci si rilassa, si ricevono le visite degli ospiti. Infatti qui ci sono sempre divani e poltrone, per sedersi comodamente a chiacchierare o a guardare la TV. La differenza principale tra divano e poltrona è che la poltrona ha un solo posto, mentre il divano ha più posti. Spesso, in un soggiorno c'è un camino, perfetto per le serate invernali. In molte case, il soggiorno coincide anche con la sala da pranzo, cioè la stanza in cui consumano i pasti più importanti, pranzi, cene, feste con gli ospiti. Se la casa è più grande, la sala da pranzo sarà una stanza a se stante, con un ampio tavolo e molte sedie.
Claudio MarazziniAccademia della Crusca"Giusto, sbagliato, dipende"Mondadori Editorehttps://www.mondadori.it/https://accademiadellacrusca.it/È davvero sbagliato ma però? Come va scritto qual è? Attenzionare è un verbo ammissibile? Si dice arancina o arancino? Che cos'è la cazzimma? Su sé stesso l'accento ci va o non ci va? Come si affrontano le questioni di genere nella lingua italiana?Sono solo alcune delle centinaia di domande contenute in questo libro a cui l'Accademia della Crusca, da secoli il punto di riferimento, in Italia e nel mondo, per tutto ciò che riguarda la lingua italiana, dà una risposta. Dal lessico all'etimologia, dalla grammatica alla sintassi, dalla punteggiatura ai neologismi, dubbi di ogni tipo, errori ricorrenti, equivoci o falsi miti riguardanti l'italiano vengono analizzati e spiegati con la ormai celebre semplicità e precisione dall'Accademia della Crusca.Un libro pratico pieno di curiosità, aneddoti e storia che, pagina dopo pagina, ci fornisce il ritratto di una lingua vitale e in continuo cambiamento che, finalmente, potremo conoscere nei minimi dettagli.Giusto, sbagliato, dipende è lo strumento indispensabile attraverso il quale i più autorevoli esperti di italiano ci segnalano gli errori più comuni, sciolgono i dubbi più ostinati e danno una soluzione ai quesiti che ci accompagnano quotidianamente quando scriviamo e parliamo in una delle più belle lingue del mondo.Fondata a Firenze tra il 1582 e il 1583, l'Accademia della Crusca è, in Italia e nel mondo, uno dei principali punti di riferimento per le ricerche sulla lingua italiana. L'opera principale dell'Accademia, il Vocabolario (1612; ampliato e ripubblicato più volte fino al 1923), pur sottoposta ad attacchi per i limiti che poneva all'uso linguistico vivo, ha dato un contributo decisivo all'identificazione e alla diffusione della lingua italiana. Ancora oggi, l'Accademia, attraverso i suoi centri specializzati, sostiene l'attività scientifica e la formazione di nuovi ricercatori nel campo della linguistica e della filologia italiana e diffonde la conoscenza storica della nostra lingua e la consapevolezza critica della sua evoluzione attuale.IL POSTO DELLE PAROLEAscoltare fa Pensarehttps://ilpostodelleparole.it/
Ammucchiata, Bandwagon, Bella ciao, Dio patria e famiglia, Fascisten, Front runner, Gratuitamente, Mainstream, Sudore, Occhi di tigre, Pacchia, Patriarcale, Saluto romano, Tik Tok Tak, Utile. https://www.corriere.it/elezioni/22_settembre_23/lessico-voto-piccolo-dizionario-semiserio-campagna-elettorale-83c6455c-3b58-11ed-8e93-4aa9ade4f3e7_amp.html
Paolo Miorandi"Nannetti. La polvere delle parole"Exòrma Edizionihttp://www.exormaedizioni.com/Questa è la storia del più noto recluso del manicomio di Volterra e del suo libro di pietra.Paolo Miorandi visita più volte i padiglioni abbandonati dell'Ospedale Psichiatrico, raccogliendo i frammenti con cui ricostruire la vicenda di Oreste Fernando Nannetti. Torna infine a Volterra, assieme al fotografo Francesco Pernigo, per documentare ciò che resta e farsi interprete della straziante banalità dell'istituzione manicomiale e del lavoro compiuto dal tempo, sulle parole di Nannetti e sui volti e i ricordi delle persone, in un luogo sempre più eroso dall'abbandono.Oreste Fernando Nannetti «era una di quelle cose per cui non c'è posto al mondo», uno tra le migliaia di uomini e donne senza voce internati nell'istituto psichiatrico. Aldo Trafeli, che al manicomio lavora come infermiere, si accorge che giorno dopo giorno Nannetti sta trasformando il muro del padiglione Ferri in un immenso libro. Incide con la fibbia del panciotto parole a prima vista indecifrabili e disegni. Aldo è il solo che presta attenzione alla sua voce, poi nel corso degli anni copia e trascrive il graffito, mentre il muro a poco a poco si sbriciola e le parole tornano a essere polvere, pagine strappate da un quaderno di sabbia e calce.Paolo Miorandi è nato e vive a Rovereto in Trentino, un buon posto dove stare – dice – ammesso che uno abbia delle vie di fuga. Lavora come psicoterapeuta e dedica alla scrittura parte del suo tempo. Oltre a contributi in ambito specialistico ha pubblicato: In basso a sinistra. Un viaggio in Cile (2003); Ospiti (2010); Nannetti (2012) da cui è stato tratto il cortometraggio Libro di sabbia, realizzato con il regista Lucio Fiorentino; Lessico di Hiroshima (2015) portato in scena con le musiche originali composte da Roberto Conz.IL POSTO DELLE PAROLEAscoltare fa Pensarehttps://ilpostodelleparole.it/
https://www.repubblica.it/cronaca/2022/08/30/news/meteo_parole_fenomeni_atmosferici-363408995/
Avete mai sentito parole come asciugacapelli, terracotta o lavastoviglie? Queste parole, in italiano, si chiamano parole composte: sono formate cioè, da due parole. Vuoi conoscerne altre e sapere come si formano? Ascolta questo episodio!Support the show
Quando si studia una lingua, spesso si inizia imparando a parlare della propria routine o dei propri hobby. Per molte persone, il trucco rientra in entrambe le categorie: alcune persone si truccano per prepararsi alla giornata e migliorare il proprio aspetto, mentre altre lo fanno perché vogliono sperimentare con una forma d'arte non completamente convenzionale. Qualsiasi sia il motivo per il quale siete interessati a parlare di trucco, sono moltissimi i vocaboli e i verbi necessari per spiegare ogni singola fase del processo - in questo articolo troverete tutto il lessico e tutti i verbi fondamentali per parlare di cosmesi! VERBI E VOCABOLI RELATIVI AL TRUCCO Avete voglia di presentare la vostra routine di bellezza alle vostre amiche italiane ma non sapete come fare? Non vi preoccupate, oggi vi presento 18 verbi e 20 vocaboli attraverso un monologo in prima persona! Pronti? Iniziamo! IL MONOLOGO Per prima cosa, detergo la pelle con un tonico, massaggio delicatamente la crema idratante su tutto il viso e metto un burro cacao per idratare le labbra. Dato che starò tutto il giorno fuori, applico il primer per far durare il mio trucco più a lungo. Inizio così a preparare la mia base, stendendo con un pennello o una spugnetta inumidita il fondotinta su tutto il viso, mentre per nascondere imperfezioni della pelle e le occhiaie, applico un po' di correttore. Per sottolineare maggiormente i lineamenti del mio viso e valorizzarli, applico con un altro pennello la terra e per dar vita all'incarnato metto un po' di blush e illuminate sulle guance e sugli zigomi. Una volta terminata la base, passo a definire e a infoltire le sopracciglia con un gel e una matita per sopracciglia. In seguito, passo a truccare gli occhi, applicando e sfumando con un pennello degli ombretti, poi uso un eyeliner liquido e per le ciglia metto un mascara. Dato che voglio mettere in risalto le mie labbra, rimuovo il burro cacao e utilizzo prima una matita labbra lungo i contorni, poi passo il rossetto e infine applico un lucidalabbra. Per terminare il mio trucco, passo con un pennello un po' di cipria traslucida solo nelle zone del viso che voglio opacizzare. Di seguito ti riporto una lista di tutti i verbi e dei termini in ordine di apparizione nel testo, accompagnati da definizioni o spiegazioni. I VERBI DETERGERE - sinonimo di "pulire" o "lavare", togliere le impurità dalla superficie.MASSAGGIARE - effettuare movimenti circolari, in varie direzioni, su una porzione del corpo. In questo caso, si tratta di movimenti sul viso col fine di applicare il prodotto nel modo migliore.METTERE - questo verbo, in un contesto simile, è sinonimo di "applicare".IDRATARE - "far assorbire acqua", "rendere più ricco in acqua". Idratare le labbra vuol dire prevenirne o combatterne la secchezza, ridare morbidezza applicando prodotti vari. APPLICARE - prendere un prodotto (o un oggetto) e posizionarlo su una superficie al fine di farlo aderire, attaccare. STENDERE - in questo caso, "stendere" significa far sì che una determinata quantità di prodotto venga ben distribuita sull'intera superficie, su tutto il viso.NASCONDERE - in questo caso, sinonimo di "coprire", fare in modo che non si veda. VALORIZZARE - dare più valore a una determinata cosa; porla in rilievo, metterla in risalto.DARE VITA - in generale vuol dire "creare qualcosa di completamente nuovo", ma in questo contesto significa "dare colore": anziché rendere l'incarnato più chiaro, si applica un prodotto per renderlo più roseo, più radioso.DEFINIRE - rendere più netti i contorni, tracciarne i bordi. INFOLTIRE - rendere più folto, ovvero denso o fitto. TRUCCARE - applicare del trucco su una parte del viso o del corpo per modificarne l'aspetto - per coprire imperfezioni o mettere in risalto determinate parti.SFUMARE - attenuare la intensità di un colore in maniera graduale, rendere un determinato colore sempre più chiaro.
Giovanni Casalegno"Una primavera italiana"Neos Edizionihttp://www.neosedizioni.it/Maya vive con gli zii a New York da quando suo padre si è reso responsabile della morte della madre, guidando ubriaco sulla neve del Monferrato. Glielo ripetono da venticinque anni, lei non ricorda. Ora il padre è morto. Un notaio l'aspetta in Italia. L'apertura del testamento darà il via a una caccia al tesoro dal premio inaspettato.Il padre di Maya tenta, da morto, ciò che da vivo non saputo fare: riavvicinarsi alla figlia mai più rivista dopo la tragica morte della moglie. Maya apparentemente non lo pensa mai, ma il riflesso di questa assenza l'ha resa fragile.Il testamento la condurrà, in un percorso progettato dal padre, a riscoprire la sua casa con l'immensa biblioteca paterna e la terra dove è nata, le colline del Monferrato, le vigne, la gente, i paesi, le chiesette romaniche. Di giorno in giorno anche la verità si farà strada a rischiarare il buio e a restituire infine il respiro pieno della vita.Un romanzo appassionante in cui la narrazione si intreccia con le lettere paterne, le pagine dei libri della mitica biblioteca, le chiacchiere con l'amica ritrovata, la storia del territorio, i giri in bicicletta. Le pievi di Bagnasco, Tigliole, Vezzolano, Buttigliera, Montafia, Cortazzone e Montemagno, sono anche loro protagoniste di un disvelamento al tempo stesso esistenziale e culturale: come a dire che ritroviamo la nostra vera storia solo insieme al valore delle nostre radici.Cara Maya,se stai leggendo questa lettera significa che qualcosa dentro di te è successo…Ho preparato questo piano con cura e con la speranza di ottenere un doppio risultato. Il primo è quello di dirti la verità. Il secondo lo scoprirai quando lo raggiungerai. Tu penserai che si tratterà della mia verità, sì, sarà la mia versione verso la quale ti accompagnerò se vorrai seguirmi. Poi sarai tu a decidere a quale lato della medaglia credere. Sono anni che voglio farlo, ma non ci sono mai riuscito. Il perché lo capirai un po' da sola, in parte te lo dirò io. Non posso pensare di morire con l'idea che mi ossessiona da sempre, che tu possa continuare la tua lunga esistenza con la certezza di aver avuto un padre che ha commesso quello che ti hanno raccontato…Giovanni Casalegno,è nato a Chieri nel ‘62, vive a Moncucco Torinese e insegna Lettere alle Superiori. Si occupa di didattica della storia (La Nuova Italia, 2014-15, Sansoni, 2016). Ha curato due antologie di racconti per Einaudi: Nella tua carne. Racconti erotici (2009) e Storie di libri (2011). Ha scritto anche Dizionario del lessico erotico (Longanesi, 1996, poi Utet, 2000 e 2004), Scrostati gaggio. Dizionario dei linguaggi giovanili (Utet, 2004), Brutti, fessi e cattivi. Lessico della maldicenza italiana (Utet, 2005). Ha inoltre pubblicato La luna, il cibo e i falò. La cucina sulle colline di Pavese (Il Leone Verde, 2008). Per Neos edizioni ha pubblicato due racconti nelle antologie Chieri, Freisa e rubatà (2013) e Brindare alla vita (2015).IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarehttps://ilpostodelleparole.it/
Che la conosciate con il nome di macchina, automobile o semplicemente auto, questo mezzo di trasporto su quattro ruote è noto a tutti, ne sono certa. Però, a meno che non siate particolarmente interessati alle automobili, dubito che conosciate tutti gli elementi che compongono questo mezzo, soprattutto in italiano! Anche se sapete già le componenti principali dell'auto, siete sicuri di conoscerle tutte? In ogni caso, in questa lezione vi insegnerò tutti quei vocaboli e verbi che hanno a che fare con l'automobile: vedremo insieme tutte le varie parti che compongono una macchina, ma anche tutti i verbi utili per farla funzionare, e guidare! VOCABOLI E VERBI RELATIVI ALLA MACCHINA Nella lista qui sotto troverete più di 50 termini utilissimi sulla macchina: prima parleremo delle varie parti che si trovano al suo interno ed esterno, i verbi utili collegati ad essi, e alle componenti da conoscere quando si guida. L'INTERNO DELL'AUTO Partiamo con gli elementi più facili che compongono l'interno della macchina (detto "abitacolo"): nelle automobili della maggior parte dei Paesi, la persona che si siede davanti a sinistra è il CONDUCENTE (che significa letteralmente "la persona che conduce", colei o colui che guida), quindi il suo posto si chiama SEDILE DEL CONDUCENTE. Alla sua destra c'è un sedile, un altro posto: quello è il SEDILE DEL PASSEGGERO - il termine "passeggero" indica una persona che è seduta all'interno dell'auto ma che non guida. Per guidare, ciò che il conducente deve fare è prendere la CHIAVE (DELLA MACCHINA), lo strumento che permette alla macchina di accendersi. Questa chiave va inserita in una parte dell'auto che si trova dietro al VOLANTE, la parte dell'auto tipicamente tonda che permette di guidarla; la parte dell'auto in cui si inserisce la chiave si chiama BLOCCHETTO. Per accendere l'auto, la chiave va inserita e girata. IL CAMBIO, LE MARCE E I PEDALI Alla destra del conducente, tra i due sedili, si trova il CAMBIO, ovvero la parte dell'auto che permette di cambiare la velocità dell'auto. Esso può essere MANUALE o AUTOMATICO - nel primo caso bisogna selezionare manualmente le marce azionando una LEVA DEL CAMBIO e una frizione, mentre se si ha un manuale automatico, esso provvede autonomamente al cambio delle marce e quindi non necessita l'intervento dell'operatore del veicolo. Quindi cosa servono le MARCE? Le marce servono per regolare l'andatura dell'auto - in base all'andatura va cambiata la potenza del motore, cioè va adeguata alle esigenze del veicolo. Le marce sono sei: le marce dalla prima alla quinta (per ridurre/aumentare la velocità) e l'ultima, che viene indicata con una R - questa indica la RETROMARCIA, la marcia che permette di muoversi all'indietro. Ai piedi del conducente, ci sono tre PEDALI che permettono di mettere l'auto in movimento, cambiare i rapporti e frenare. Essi sono: LA FRIZIONE, posta a sinistra e quindi si aziona con il piede sinistro, viene azionata per CAMBIARE le marce, per controllare la macchina nelle situazioni di bassa velocità, per farla partire e per arrestarla.IL FRENO, posto al centro della pedaliera, si aziona con il piede destro, e permette di RALLENTARE o frenare, FERMARE la vettura.L'ACCELERATORE è posto a destra e quindi si aziona col piede destro. Consente al conducente di accelerare, ovvero di far diventare la vettura più veloce, di farla MUOVERE. Per fermare la macchina dopo aver parcheggiato, ovviamente non si può semplicemente premere il freno. Infatti, per mantenere l'auto ancorata sul terreno ed assicurarsi che essa non si muova, bisogna azionare il FRENO A MANO tirando una leva. L'inserimento del freno a mano in sosta è sempre obbligatorio, anche su percorsi in piano, e va attivato anche su percorsi inclinati. IL CRUSCOTTO e i vari elementi Il cruscotto è la parte anteriore (davanti) dell'abitacolo, nonché quadro o pannello in cui sono raccolti gli strumenti di controllo,
Lessico Salutare è il podcast promosso da Sanofi e #PerchéSì per riflettere sul tema della comunicazione scientifica. L'obiettivo è costruire un glossario, coinvolgendo diversi esperti dal mondo della comunicazione: Vera Gheno, Paolo Iabichino, Stefano Milano e Massimo Polidoro. Quattro puntate per quattro parole e una domanda: come possiamo rendere la comunicazione scientifica più efficace e inclusiva?
Publisher Marigold Atkey and journalist Emily Rhodes join us for a discussion of Lessico famigliare, Natalia Ginzburg's novelistic memoir or autobiographical novel, first published in Italy in 1963 and most recently translated by Jenny McPhee as Family Lexicon (Daunt/NYRB). Ginzburg had a long and distinguished career in Italian literature, theatre and politics. This episode explores her fascinating life and asks why her work is finding new readers and admirers in the 21st century, amongst them Rachel Cusk and Sally Rooney. Also in this episode John enjoys How To Gut a Fish (Bloomsbury), a debut collection of short stories by Shelia Armstrong; while Andy reflects on Vashti Bunyan's pilgrimage to the Outer Hebrides, as recounted in Wayward (White Rabbit), her memoir of the 1960s and beyond. For more information visit https://www.backlisted.fm. Please support us and unlock bonus material at https://www.patreon.com/backlisted Timecodes: 13:00 Wayward by Vashti Bunyan 21:07 How To Gut a Fish by Shelia Armstrong 27:13 Family Lexicon by Natalia Ginzburg
Alcune esperienze sono universali, vanno al di là della lingua e della cultura...e il male ai denti è decisamente una di queste! Che si tratti di una semplice visita di routine o di un piccolo intervento odontoiatrico, andare dal dentista vuol dire dover usare o sentire (e capire) innumerevoli espressioni e un ampio repertorio di parole molto specifiche: come si parla di un dolore ai denti? Come si cura? E come si chiamano gli strumenti per l'igiene orale? Lo scoprirete in questo articolo! UNA VISITA DAL DENTISTA IN ITALIANO In questo articolo vi accompagneremo nel vostro appuntamento dal dentista, a partire dalla prenotazione fino alla cura e alla prevenzione...il tutto in italiano, s'intende! DAL DENTISTA PER UNA CARIE... La prima cosa che si fa quando si ha male a un dente è chiamare lo studio del dentista, indicando il problema. Un motivo per il quale dovreste chiamare il vostro dentista, ad esempio, è se pensate di avere... UNA CARIE In italiano, si chiama carie la malattia dentale caratterizzata, nella fase iniziale, dalla distruzione dello smalto, cioè lo strato più esterno del dente. Per presentare il problema al vostro dentista, potete dire: "Ho una carie", "Mi si è formata una carie" oppure "Mi si è cariato un dente". -Studio dentistico LearnAmo. Mi dica, come posso aiutarla?+Sì, salve. Vorrei prenotare un appuntamento con la dottoressa Filomeno.-La ragione?+Una carie.-D'accordo. Che ne dice di venerdì alle 10?+Perfetto! La ringrazio.-Grazie a lei! Buona giornata! Una volta prenotata la visita, non vi resta che attendere il giorno dell'appuntamento. Una volta arrivati allo studio, la dottoressa potrebbe essere impegnata con un altro paziente. In questo caso vi verrà chiesto di attendere in una stanza che si chiama... SALA D'ATTESA La sala d'attesa è il luogo in cui i pazienti aspettano, negli ospedali, negli studi medici e in tutti quei luoghi in cui chi attende è preso dall'ansia, dalla commozione e da sentimenti simili. A differenza della sala d'aspetto, che è il luogo con la stessa funzione, ma tipico di stazioni, uffici e simili. Il dolore è fortissimo, ma ricordatevi che ormai è una questione di pochi minuti prima che vi venga chiesto di entrare nello studio vero e proprio, dove incontrate la vostra dottoressa. Dovrete quindi descrivere da quanto tempo vi fa male il dente, come ve ne siete accorti ma, soprattutto, dove sentite dolore! ACCUSARE DOLORE Accusare dolore, nel contesto medico, significa “manifestare dolore”. Insomma, è un modo più formale per dire “provare, sentire dolore”. MASTICARE Il verbo masticare è quello usato per indicare l'azione di sottoporre il cibo all'azione dei denti prima di ingoiarlo. MOLARE “Molare” è il nome di alcuni denti, più precisamente quelli che si trovano più in fondo alla bocca. Avvicinandoci alla parte davanti della bocca, abbiamo in ordine: molari, premolari, canini e incisivi. -Buongiorno! Dunque… Lei è qui per una carie, giusto?+Buongiorno, dottoressa. Sì esatto. Vorrei curarla prima che peggiori.-Controlliamo subito. Come se n'è accorta?+Da qualche giorno ho iniziato ad accusare dolore mentre masticavo dalla parte sinistra, proprio qui, sul molare in basso. Dopo aver parlato del problema in sé, la dottoressa potrebbe chiedervi altre domande riguardanti altri sintomi, prima di confermare (o smentire) di che problema si tratta. Uno dei sintomi potrebbe essere... L'ALITO CATTIVO Per alito cattivo (o alitosi) si intende una condizione in cui l'aria che esce dalla bocca ha un odore sgradevole persistente e può essere rinfrescato temporaneamente con mentine o gomme da masticare. -Eh sì… Temo si tratti di carie. Ha avvertito qualche altro sintomo?+Sinceramente, un po' di alito cattivo… Trovata la radice del problema, la dottoressa procederà con la soluzione. Nella maggior parte dei casi, si cerca di far in modo che il paziente non senta il dol...
Quali sono le parole giuste per un romanzo o un racconto?
"Noi siamo cinque fratelli. Abitiamo in città diverse, alcuni di noi stanno all'estero: e non ci scriviamo spesso. Quando c'incontriamo, possiamo essere, l'uno con l'altro, indifferenti o distratti. Ma basta, fra noi, una parola. Basta una parola, una frase: una di quelle frasi antiche, sentite e ripetute infinite volte, nel tempo della nostra infanzia. Ci basta dire: «Non siamo venuti a Bergamo per fare campagna» o «De cosa spussa l'acido solfidrico», per ritrovare a un tratto i nostri antichi rapporti, e la nostra infanzia e giovinezza, legata indissolubilmente a quelle frasi, a quelle parole. Una di quelle frasi o parole, ci farebbe riconoscere l'uno con l'altro, noi fratelli, nel buio d'una grotta, fra milioni di persone. Quelle frasi sono il nostro latino, il vocabolario dei nostri giorni andati, sono come i geroglifici degli egiziani o degli assiro-babilonesi, la testimonianza d'un nucleo vitale che ha cessato di esistere, ma che sopravvive nei suoi testi, salvati dalla furia delle acque, dalla corrosione del tempo. Quelle frasi sono il fondamento della nostra unità familiare, che sussisterà finché saremo al mondo, ricreandosi e risuscitando nei punti più diversi della terra, quando uno di noi dirà – Egregio signor Lipmann, – e subito risuonerà al nostro orecchio la voce impaziente di mio padre: Finitela con questa storia! l'ho sentita già tante di quelle volte!" Lessico famigliare, Natalia Ginzburg https://www.ibs.it/lessico-famigliare-libro-natalia-ginzburg/e/9788806219291
Qualche piccola riflessione sulla situazione che sta sconvolgendo il mondo. Analizziamo insieme un riassunto della giornalista italiana Milena Gabbanelli e analizziamo il lessico della geopolitica, nella speranza che questa folle guerra finisca presto. La trascrizione di questo podcast sarà GRATIS su www.patreon.com/stivaleitaliano Buon ascolto --- Send in a voice message: https://anchor.fm/alessandro-ligorio/message
Incontro con Daniele Marini. Presenta Giuseppe Ragogna Viviamo una fase storica inedita che esige di riesaminare, alla luce delle trasformazioni in corso, i paradigmi precedenti. Non siamo di fronte a una semplice evoluzione o accelerazione di un insieme di fenomeni. Non abbiamo davanti un'epoca di cambiamento, ma un cambiamento d'epoca. Perché qualcosa di profondo e sconosciuto sta accadendo, e non possiamo continuare a interpretare i fenomeni nuovi con le categorie di un tempo. Serve un nuovo lessico. Edizione 2021 www.pordenonelegge.it
Ne abbiamo parlato con Gianni Latini, curatore del progetto "Lessico e nuvole"
Forse chi scrive è dipendente dalle parole più di chiunque altro.
Radioimmaginaria Verona-Dublino-VillasantaPodcastBella regaz! Anzi non va bene, un secondo che dobbiamo entrare nel mood della puntata: salve a voi che ci state ascoltando, quest'oggi abbiamo deciso all'unanimità di adottare il registro lessicale da noi adoperato per scrivere ai nostri amatissimi professori. Se siete riusciti a decifrare questo linguaggio stay tuned with Verona!radioimmaginaria.it
Questa mattina, i capelli di Graziana erano un disastro! Per questo, ha deciso di andare dalla sua parrucchiera di fiducia, Annagrazia, con la speranza che lei potesse sistemarli e fare un miracolo! Venite con noi e scopriamo insieme quali sono tutte le parole e le espressioni italiane più usate quando si va dal parrucchiere! Come parlare di capelli in italiano? Grazie a questo articolo scoprirete tutte le parole che vi servono per farvi tagliare i capelli e spiegare al meglio ciò che desiderate! Pronti? Ma prima di tutto… qualche precisazione! Parrucchiere o barbiere? Annagrazia è una parrucchiera. La parrucchiera (o il parrucchiere, se si tratta di un uomo) si occupa di tagliare e sistemare i capelli alle donne. Il barbiere, invece, (o la barbiera) si occupano dei capelli degli uomini. È sempre più comune, comunque, vedere parrucchieri unisex, che hanno come clienti sia uomini che donne. Il luogo in cui queste persone lavorano prende il nome dalla loro professione (es: "Ha aperto un parrucchiere nuovo in centro", "Vado dal barbiere"), oppure si può anche parlare di “salone da parrucchiere”. - Salve, sono qui per dare una sistemata ai capelli.- Buongiorno, certamente! Vuole dare una spuntatina oppure vuole un vero e proprio taglio?- No, no, sono già abbastanza corti così, preferirei solo dare una spuntatina e fare una bella piega.- Perfetto! Si accomodi sul salottino. Non appena arriva il suo turno, la chiamo per fare lo shampoo. Lessico per tagliare, asciugare e fare la tinta Dare una spuntatina = tagliare solo le punte dei capelli di un paio di centimetri, solo per ridare vita al taglio di capelli e alla chioma in generale Taglio (di capelli) = tagliare i capelli, di poco o di tanto, fino a dare loro la lunghezza e la forma desiderata Fare la piega (o messa in piega) = dare una forma liscia, ondulata o riccia ai capelli dopo che sono stati lavati. Di solito, per fare questo si usano degli strumenti, come l'asciugacapelli, la spazzola, il pettine, i bigodini, la piastra, il ferro. Fare lo shampoo = lavare i capelli utilizzando prodotti specifici, come lo shampoo e, eventualmente, il balsamo, che aiuta a renderli morbidi. - Bene, bene! Allora li accorciamo solo un po'?- Sì, esatto. Poi vorrei anche dargli un tocco diverso… Secondo lei cosa potrei fare? Forse una tinta?- Ovviamente posso farle una tinta, ma questo sarebbe forse un cambiamento troppo drastico, non trova? Piuttosto, posso suggerirle altri trattamenti… Come le meches, i colpi di sole, oppure lo shatush. Che ne dice?- Ah sì! Mi piacerebbe tanto avere i capelli come le stelle di Hollywood! Vada per i colpi di sole allora!- Perfetto! Ottima scelta! Li schiariamo quindi?- Sì… Forse dei riflessi color miele?- Andata!- Mi raccomando! Non mi metta delle extension come l'ultima volta! Ho sofferto un sacco per toglierle…- No no… Oggi una permanente, che ne dice?- *faccia shockata*- Sto scherzando! Ahahah Fare la tinta (o il colore) = trattamento che permette di cambiare il colore dei capelli. Meches = tecnica di trattamento dei capelli che consente di colorarne solo alcune ciocche. Nella maggior parte dei casi, si tratta di rendere intere ciocche dei capelli di un colore più chiaro rispetto a quello naturale (decolorazione), ma ultimamente si vedono anche moltissime meches di tonalità diverse rispetto a quelle naturali, come il verde, il blu o il fucsia. Colpi di sole = questo nome fantasioso si riferisce in realtà a una tecnica con cui i capelli vengono scuriti o schiariti solo su alcune parti o su alcune ciocche, generalmente molto più piccole rispetto alle ciocche su cui si fanno le meches. Le sfumature, inoltre, con i colpi di sole, sono meno intense. Shatush = trattamento che consiste nella schiaritura dei capelli con un effetto più naturale (generalmente) rispetto alle meches perché va a creare una sfumatura nella lunghezza e con tre gradazioni differenti.
Durante le mie lezioni, molti studenti mi raccontano dei loro progressi in palestra, ma qualche volta è difficile per loro esprimersi perché non conoscono il lessico. Lo stesso problema lo hanno se vengono in Italia e provano ad allenarsi in palestra… Tra tartarughe, tapis roulant e bilancieri, non è così semplice riuscire a districarsi! Perciò, in questo video vedremo tutta una serie di parole ed espressioni relazionate con il mondo della palestra così che il fatto di non sapere la lingua non sarà più un ostacolo alla vostra forma fisica! Espressioni relazionate al mondo della palestra Le attività della palestra Allenare (una parte del corpo)/Allenarsi/Fare allenamento: fare esercizi fisici per mantenere la propria forma o rafforzare una certa parte del corpo. Definire: pratica motoria con l'obiettivo di ridurre al minimo la percentuale di massa grassa e di incrementare al massimo la massa muscolare. Dimagrire/Perdere peso: è l'obiettivo di chi va in palestra per bruciare calorie e grassi per diventare più magri, perché forse ha qualche chilo di troppo. Fare cardio: sta per “allenamento cardiovascolare”, ossia un tipo di attività fisica in cui l'apparato cardiorespiratorio è sottoposto a stimoli allenanti. Questo tipo di allenamento è caratterizzato da esercizi di aerobica che aiutano ad accelerare il fiato, qualcosa che interessa, per esempio, chi anche dopo piccoli sforzi trova difficoltà a respirare, ossia ha il “fiatone”. Fare pesi: significa allenarsi usando dei pesi. Si possono usare attrezzi come: manubri (aste di metallo su cui devono essere montati i pesi, o nei quali i pesi sono saldati in maniera definitiva), o bilancieri (barre di acciaio caricabili alle loro estremità da dischi di ghisa) da sollevare e abbassare ripetutamente con le braccia. La differenza tra manubri e pesi è che i primi sono impugnati con una sola mano, infatti sono più piccoli, mentre i secondi con entrambe le mani. Metter su peso/Metter su massa muscolare Ingrossarsi: è l'obiettivo del Body Building, ossia non tanto dimagrire, quanto accumulare muscoli. L'aggettivo più adatto a chi fa esercizi di questo tipo è “muscoloso”, ossia una persona con muscoli forti, saldi e ben visibili. Tuttavia, una persona che è muscolosa a livelli esagerati e, talvolta, eccessivi è definita “palestrata”. Mettersi in forma/Rimettersi in forma: è l'obiettivo della maggior parte delle persone che vanno in palestra e significa dimagrire o tonificare il proprio corpo, ma anche semplicemente sentirsi più sani. L'aggettivo collegato è “in forma”, mentre il contrario è “fuori forma”. Riscaldarsi/Fare il riscaldamento: fa riferimento a tutti gli esercizi propedeutici all'allenamento vero e proprio che vengono svolti per prima cosa per preparare il corpo all'esercizio fisico. Tonificare: significa rafforzare e rinvigorire i muscoli in modo da avere un corpo non caratterizzato da “curve”, come possono essere quelle del grasso, ma da linee. Si può usare anche il verbo “scolpire” e l'aggettivo che descrive un corpo di questo tipo è “tonico”o “scolpito”. Sostantivi legati alla palestra Addominali: questo termine fa riferimento sia ai muscoli dell'addome, sia agli esercizi che allenano quella parte del corpo (in questo caso, si dirà “fare gli addominali”). Attrezzo: tutti i macchinari e gli oggetti che trovate in palestra che vengono usati per svolgere gli esercizi si chiamano così. Se svolgete esercizi senza alcun attrezzo, allora vi state allenando “a corpo libero”. Circuito: una serie di esercizi multipli senza pause, o con pause molto brevi tra gli esercizi. Cyclette: è un attrezzo sportivo che da fermo, consente di simulare l'utilizzo di una bicicletta per l'allenamento cardiovascolare del fisico come nel reale utilizzo della stessa. L'allenamento incentrato sulla cyclette è detto “spinning”. Dieta: in generale, è l'insieme degli alimenti consumati da una persona...
Lo scorso 6 ottobre Stroncature ospita al presentazione di “Il lessico del potere. L'arte di governo dall'antichità alla globalizzazione” di Piero Paolo Portinaro (Carocci, 2021). Con l'autore dialogano Gaetano Azzariti e Francesco Bilancia.
Settembre è già qui e, come tutti sanno, è il mese preferito dagli studenti, siccome comincia la scuola! Per celebrare questo lieto (lieto?) evento, ho deciso di proporvi, in questo video, una serie di espressioni da utilizzare nel contesto scolastico, per qualsiasi tipo di scuola voi vogliate frequentare. Le Espressioni da utilizzare nel contesto Scolastico Ecco una lista di espressioni italiane indispensabili per parlare di scuola: Iscriversi/Immatricolarsi Mollare/abbandonare gli studi significa entrare a far parte di un'istituzione o di un'organizzazione facendo registrare il proprio nome e seguendo le formalità richieste. La prima iscrizione di uno studente a un istituto di istruzione secondaria o università si chiama immatricolazione. E la persona che vi si iscrive per la prima volta è una matricola. Essere una matricola significa essere uno studente al primo anno di scuola superiore o università Mollare/Abbandonare gli studi significa interrompere gli studi senza completarli. Seguire le lezioni - L'orario delle materie significa frequentare le lezioni delle varie materie, secondo uno schema (orario) prestabilito, che riporta le varie materie da seguire durante i diversi giorni della settimana, ora per ora. Assegnare i compiti (insegnante) - Svolgere/Fare i compiti (studente) succede quando l'insegnante assegna i compiti e dice agli studenti cosa dovranno fare a casa prima della prossima lezione. Loro, poi, dovranno seguire quelle istruzioni: svolgeranno (o faranno) i compiti. Fare l'appello significa chiamare più persone per nome, secondo un ordine stabilito (per lo più alfabetico), per accertarsi che siano presenti. Essere presente/assente: se lo studente risponde “Presente!”, significa che è in classe. Altrimenti, se per qualsiasi ragione è rimasto a casa, si considera assente. Essere bocciato/promosso: nel caso si parli di un singolo esame o test, significa non superarlo. Al contrario, se superiamo quell'esame, siamo promossi. Essere bocciato a scuola, invece, significa non essere ammesso alla classe successiva (generalmente a causa di voti troppo bassi) e dover ripetere l'anno. Se invece si supera l'anno e si è ammessi alla classe successiva, si è promossi. Essere rimandato: uno studente può essere rimandato alla fine dell'anno in una o più materie (massimo 3). Questo significa che non è bocciato, ma che in quelle materie non c'è un voto, perché dovrà sostenere degli esami di riparazione alla fine dell'estate, prima dell'inizio della scuola. Se supera quegli esami, è ufficialmente promosso, altrimenti, è ufficialmente bocciato. Prendere/Beccarsi una nota sul registro: il registro di classe è il quaderno in cui si scrive la storia della classe. Lo possono compilare solo gli insegnanti, che dovranno inserire le proprie firme, le assenze, le giustificazioni degli alunni, i compiti assegnati, i lavori svolti durante la lezione e i dati generali degli alunni, giorno per giorno. Lì, tra le altre cose, si scrivono le note (forma abbreviata di “note disciplinari”). Una nota è un appunto, un'annotazione dell'insegnante riguardo un comportamento scorretto di uno o più studenti. Ogni nota presa influenza il voto finale dello studente. Se lo studente si comporta spesso male oppure fa qualcosa di molto molto grave, può essere sospeso dalle attività scolastiche fino a un massimo di 15 giorni. Fare sega/fare filone/marinare la scuola/bigiare significa non andare a scuola per un giorno (o più), senza che i genitori lo sappiano. È un problema per la giustifica (documento che il genitore firma in cui si dichiara consapevole dell'assenza del proprio figlio per ragioni di salute o famiglia). Smette di essere un problema quando si raggiungono i 18 anni e ci si può firmare da soli le giustifiche. Andare alla lavagna significa essere chiamati dall'insegnante e doversi alzare e andare verso la lavagna,