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Il Messaggio di Oggi: "QUANDO LA VITA VENIVA MENO IN ME, HO PREGATO" • Giona 2: 8 • Giona 2: 1 • Giona 2: 6 • Giona 1: 3 • Giona 1: 4 • Giona 1: 7 • Giona 2: 2 • Giona 1: 5 • Giona 1: 15 • 1 Re 18: 29 • 1 Re 18: 36-38 • Giona 1: 9 • Giona 1: 16 • Giona 2 :1 (2-6) • Giona 2: 7 • Giona 2: 8 • 1 Tessalonicesi 5: 17 • Giona 3: 2 • 1 Tessalonicesi 5: 17 --Guarda Canale 245 | Tivùsat 454 | Sky 854Scopri di più su www.paroledivita.org/linkinbio
Nel 1925 nasceva ufficialmente la meccanica quantistica e il mondo non fu più lo stesso. Veniva alla luce una visione diversa della fisica, anche per dare una spiegazione a ciò che la relatività generale non riusciva più a dimostrare. Ma cosa è la fisica quantistica e si riuscirà mai ad arrivare ad una fisica "universale" ? Le risposte di Angelo Bassi professore ordinario di Fisica Teorica al dipartimento di Fisica dell'Università di Trieste, "Il fisico ribelle che vuole riscrivere le regole della meccanica quantistica" secondo il New York Times.
In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era, in principio, presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste. In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l'hanno vinta. Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce. Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Era nel mondo e il mondo è stato fatto per mezzo di lui; eppure il mondo non lo ha riconosciuto. Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto. A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali, non da sangue né da volere di carne né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati. E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità. Giovanni gli dà testimonianza e proclama: «Era di lui che io dissi: Colui che viene dopo di me è avanti a me, perché era prima di me». Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto: grazia su grazia. Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo. Dio, nessuno lo ha mai visto: il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato.
Dal Vangelo secondo GiovanniIn principio era il Verbo,e il Verbo era presso Dioe il Verbo era Dio.Egli era, in principio, presso Dio:tutto è stato fatto per mezzo di luie senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste.In lui era la vitae la vita era la luce degli uomini;la luce splende nelle tenebree le tenebre non l'hanno vinta.Venne un uomo mandato da Dio:il suo nome era Giovanni.Egli venne come testimoneper dare testimonianza alla luce,perché tutti credessero per mezzo di lui.Non era lui la luce,ma doveva dare testimonianza alla luce.Veniva nel mondo la luce vera,quella che illumina ogni uomo.Era nel mondoe il mondo è stato fatto per mezzo di lui;eppure il mondo non lo ha riconosciuto.Venne fra i suoi,e i suoi non lo hanno accolto.A quanti però lo hanno accoltoha dato potere di diventare figli di Dio:a quelli che credono nel suo nome,i quali, non da sanguené da volere di carnené da volere di uomo,ma da Dio sono stati generati.E il Verbo si fece carnee venne ad abitare in mezzo a noi;e noi abbiamo contemplato la sua gloria,gloria come del Figlio unigenitoche viene dal Padre,pieno di grazia e di verità.Giovanni gli dà testimonianza e proclama:«Era di lui che io dissi:Colui che viene dopo di meè avanti a me,perché era prima di me».Dalla sua pienezzanoi tutti abbiamo ricevuto:grazia su grazia.Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè,la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.Dio, nessuno lo ha mai visto:il Figlio unigenito, che è Dioed è nel seno del Padre,è lui che lo ha rivelato.Commento di don Tonino, sacerdote della Diocesi di CuneoPodcast che fa parte dell'aggregatore Bar Abba: www.bar-abba
Dal Vangelo secondo GiovanniIn principio era il Verbo,e il Verbo era presso Dioe il Verbo era Dio.Egli era, in principio, presso Dio:tutto è stato fatto per mezzo di luie senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste.In lui era la vitae la vita era la luce degli uomini;la luce splende nelle tenebree le tenebre non l'hanno vinta.Venne un uomo mandato da Dio:il suo nome era Giovanni.Egli venne come testimoneper dare testimonianza alla luce,perché tutti credessero per mezzo di lui.Non era lui la luce,ma doveva dare testimonianza alla luce.Veniva nel mondo la luce vera,quella che illumina ogni uomo.Era nel mondoe il mondo è stato fatto per mezzo di lui;eppure il mondo non lo ha riconosciuto.Venne fra i suoi,e i suoi non lo hanno accolto.A quanti però lo hanno accoltoha dato potere di diventare figli di Dio:a quelli che credono nel suo nome,i quali, non da sanguené da volere di carnené da volere di uomo,ma da Dio sono stati generati.E il Verbo si fece carnee venne ad abitare in mezzo a noi;e noi abbiamo contemplato la sua gloria,gloria come del Figlio unigenitoche viene dal Padre,pieno di grazia e di verità.Giovanni gli dà testimonianza e proclama:«Era di lui che io dissi:Colui che viene dopo di meè avanti a me,perché era prima di me».Dalla sua pienezzanoi tutti abbiamo ricevuto:grazia su grazia.Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè,la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.Dio, nessuno lo ha mai visto:il Figlio unigenito, che è Dioed è nel seno del Padre,è lui che lo ha rivelato.Commento di don Marco (Giordy), sacerdote della Diocesi di MondovìPodcast che fa parte dell'aggregatore Bar Abba: www.bar-abba
In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era, in principio, presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste. In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l'hanno vinta. Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce. Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Era nel mondo e il mondo è stato fatto per mezzo di lui; eppure il mondo non lo ha riconosciuto. Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto. A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali, non da sangue né da volere di carne né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati. E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità. Giovanni gli dà testimonianza e proclama: «Era di lui che io dissi: Colui che viene dopo di me è avanti a me, perché era prima di me». Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto: grazia su grazia. Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo. Dio, nessuno lo ha mai visto: il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato.
A Piccoli Sorsi - Commento alla Parola del giorno delle Apostole della Vita Interiore
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Dal Vangelo secondo GiovanniIn principio era il Verbo,e il Verbo era presso Dioe il Verbo era Dio.Egli era, in principio, presso Dio:tutto è stato fatto per mezzo di luie senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste.In lui era la vitae la vita era la luce degli uomini;la luce splende nelle tenebree le tenebre non l'hanno vinta.Venne un uomo mandato da Dio:il suo nome era Giovanni.Egli venne come testimoneper dare testimonianza alla luce,perché tutti credessero per mezzo di lui.Non era lui la luce,ma doveva dare testimonianza alla luce.Veniva nel mondo la luce vera,quella che illumina ogni uomo.Era nel mondoe il mondo è stato fatto per mezzo di lui;eppure il mondo non lo ha riconosciuto.Venne fra i suoi,e i suoi non lo hanno accolto.A quanti però lo hanno accoltoha dato potere di diventare figli di Dio:a quelli che credono nel suo nome,i quali, non da sanguené da volere di carnené da volere di uomo,ma da Dio sono stati generati.E il Verbo si fece carnee venne ad abitare in mezzo a noi;e noi abbiamo contemplato la sua gloria,gloria come del Figlio unigenitoche viene dal Padre,pieno di grazia e di verità.Giovanni gli dà testimonianza e proclama:«Era di lui che io dissi:Colui che viene dopo di meè avanti a me,perché era prima di me».Dalla sua pienezzanoi tutti abbiamo ricevuto:grazia su grazia.Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè,la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.Dio, nessuno lo ha mai visto:il Figlio unigenito, che è Dioed è nel seno del Padre,è lui che lo ha rivelato.Commento di don Fabrizio (Bab), sacerdote della Diocesi di CuneoPodcast che fa parte dell'aggregatore Bar Abba: www.bar-abba
Benvenuti ai 4 Vangeli-letture in 1 anno 5 gg a settimanaOggi: Il Verbo fatto carneLa luce del mondo1 Prima che esistesse qualsiasi altra cosa, cʼera Cristo. 2 Egli era con Dio. Vive da sempre, ed egli stesso è Dio. 3 Egli ha creato tutte le cose; non cʼè nulla che non sia stato fatto da lui. 4 In lui cʼè la vita eterna, e questa vita dà luce a tutta lʼumanità. 5 La sua vita è la luce che splende nelle tenebre, ma le tenebre non lʼhanno ricevuta.6-7 Dio mandò Giovanni Battista per testimoniare che Gesù Cristo era la vera luce. 8 Lo stesso Giovanni non era la luce; era soltanto un testimone, che poteva riconoscerla e parlarne, perché tutti credessero. 9 Veniva nel mondo colui che è la vera luce per illuminare ogni essere umano.10 Benché fosse stato lui a creare il mondo, il mondo non lo riconobbe, quando venne.11-12 Non fu accettato neppure nel proprio paese, fra la sua gente, i Giudei. Soltanto pochi lʼavrebbero accolto e ricevuto. Ma a tutti quelli che lo hanno accolto egli ha dato il diritto di diventare figli di Dio. Tutto ciò che devono fare è credere che Cristo è la loro salvezza. 13 Chi crede in questo, nasce di nuovo. Non si tratta di una rinascita fisica, risultante da un progetto dellʼuomo, o dalla sua passione, ma di una nascita spirituale per volontà di Dio.lascia un commentoSupport the show
FIRENZE (ITALPRESS) - Solidarietà nei confronti di Luciano Spalletti, ma anche la consapevolezza che adesso "è il momento di fare qualcosa per la Nazionale". Così Cesare Prandelli, ex ct azzurro, dopo l'eliminazione della Nazionale agli Europei del 2024 e margine del Premio Internazionale Fair Play Menarini. "Nella gara contro la Svizzera c'era una sensazione di impotenza. Veniva quasi voglia di entrare in campo, i giocatori sembravano catatonici ed è difficile capire perchè", ha aggiunto il tecnico.col/ari/gtr
In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era, in principio, presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste. In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l'hanno vinta. Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce. Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Era nel mondo e il mondo è stato fatto per mezzo di lui; eppure il mondo non lo ha riconosciuto. Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto. A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali, non da sangue né da volere di carne né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati. E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità. Giovanni gli dà testimonianza e proclama: «Era di lui che io dissi: Colui che viene dopo di me è avanti a me, perché era prima di me». Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto: grazia su grazia. Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo. Dio, nessuno lo ha mai visto: il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato.
In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era, in principio, presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste. In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l'hanno vinta. Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce. Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Era nel mondo e il mondo è stato fatto per mezzo di lui; eppure il mondo non lo ha riconosciuto. Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto. A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali, non da sangue né da volere di carne né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati. E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità. Giovanni gli dà testimonianza e proclama: «Era di lui che io dissi: Colui che viene dopo di me è avanti a me, perché era prima di me». Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto: grazia su grazia. Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo. Dio, nessuno lo ha mai visto: il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato.
In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era, in principio, presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste. In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l'hanno vinta. Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce. Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Era nel mondo e il mondo è stato fatto per mezzo di lui; eppure il mondo non lo ha riconosciuto. Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto. A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali, non da sangue né da volere di carne né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati. E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità. Giovanni gli dà testimonianza e proclama: «Era di lui che io dissi: Colui che viene dopo di me è avanti a me, perché era prima di me». Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto: grazia su grazia. Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo. Dio, nessuno lo ha mai visto: il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato.
In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era, in principio, presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste. In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l'hanno vinta. Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce. Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Era nel mondo e il mondo è stato fatto per mezzo di lui; eppure il mondo non lo ha riconosciuto. Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto. A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali, non da sangue né da volere di carne né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati. E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità. Giovanni gli dà testimonianza e proclama: «Era di lui che io dissi: Colui che viene dopo di me è avanti a me, perché era prima di me». Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto: grazia su grazia. Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo. Dio, nessuno lo ha mai visto: il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato.
In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era, in principio, presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste. In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l'hanno vinta. Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce. Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Era nel mondo e il mondo è stato fatto per mezzo di lui; eppure il mondo non lo ha riconosciuto. Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto. A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali, non da sangue né da volere di carne né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati. E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità. Giovanni gli dà testimonianza e proclama: «Era di lui che io dissi: Colui che viene dopo di me è avanti a me, perché era prima di me». Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto: grazia su grazia. Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo. Dio, nessuno lo ha mai visto: il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato.
In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era, in principio, presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste. In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l'hanno vinta. Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce. Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Era nel mondo e il mondo è stato fatto per mezzo di lui; eppure il mondo non lo ha riconosciuto. Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto. A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali, non da sangue né da volere di carne né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati. E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità. Giovanni gli dà testimonianza e proclama: «Era di lui che io dissi: Colui che viene dopo di me è avanti a me, perché era prima di me». Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto: grazia su grazia. Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo. Dio, nessuno lo ha mai visto: il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato.
FIRENZE (ITALPRESS) - "Hamrin ha rappresentato una generazione di grandi campioni, un mito". Lo ha detto l'ex giocatore della Fiorentina Alberto Di Chiara, intervenuto alla camera ardente di Kurt Hamrin. "Veniva dalla Svezia, ma ha riscaldato i nostri cuori, ha dimostrato di essere anche al di fuori del campo una persona eccezionale, entrato nel cuore di tanti fiorentini".xb8/gm/gtr
Dal Vangelo secondo Giovanni 1,1-18 In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era, in principio, presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste. In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l'hanno vinta. Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce. Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Era nel mondo e il mondo è stato fatto per mezzo di lui; eppure il mondo non lo ha riconosciuto. Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto. A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali, non da sangue né da volere di carne né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati. E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità. Giovanni gli dà testimonianza e proclama: «Era di lui che io dissi: Colui che viene dopo di me è avanti a me, perché era prima di me». Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto: grazia su grazia. Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo. Dio, nessuno lo ha mai visto: il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato. Commento del Vescovo Francesco Beschi https://youtu.be/4ziKKfORYhQ --- Send in a voice message: https://podcasters.spotify.com/pod/show/vangelo/message
Furio Rabitti aderì prima al circolo socialista poi alla federazione giovanile del neonato Partito comunista d'Italia, come fece la quasi totalità della gioventù socialista di Correggio. Veniva spesso arrestato e anche percosso, in occasione di movimenti di alti gerarchi o di feste socialiste. Insieme al fratello Ivanoe e al più piccolo Parsifal, che faceva il garzone, aveva aperto un salone di barbiere nel 1923. Duramente bastonato dai fascisti nel 1925, contrasse, in con- seguenza delle gravi lesioni, una nefrite, che lo portò alla morte, a Correggio, il 25 novembre 1930, a ventisei anni di età. La composizione è di Stefano Pilia, che la esegue per chitarra sola. La voce e il testo sono di Wu Ming 2.
Benvenuti ai 4 Vangeli-letture in 1 anno 5 gg a settimanaOggi: Il Verbo fatto carneLa luce del mondo1 Prima che esistesse qualsiasi altra cosa, cʼera Cristo. 2 Egli era con Dio. Vive da sempre, ed egli stesso è Dio. 3 Egli ha creato tutte le cose; non cʼè nulla che non sia stato fatto da lui. 4 In lui cʼè la vita eterna, e questa vita dà luce a tutta lʼumanità. 5 La sua vita è la luce che splende nelle tenebre, ma le tenebre non lʼhanno ricevuta.6-7 Dio mandò Giovanni Battista per testimoniare che Gesù Cristo era la vera luce. 8 Lo stesso Giovanni non era la luce; era soltanto un testimone, che poteva riconoscerla e parlarne, perché tutti credessero. 9 Veniva nel mondo colui che è la vera luce per illuminare ogni essere umano.10 Benché fosse stato lui a creare il mondo, il mondo non lo riconobbe, quando venne.11-12 Non fu accettato neppure nel proprio paese, fra la sua gente, i Giudei. Soltanto pochi lʼavrebbero accolto e ricevuto. Ma a tutti quelli che lo hanno accolto egli ha dato il diritto di diventare figli di Dio. Tutto ciò che devono fare è credere che Cristo è la loro salvezza. 13 Chi crede in questo, nasce di nuovo. Non si tratta di una rinascita fisica, risultante da un progetto dellʼuomo, o dalla sua passione, ma di una nascita spirituale per volontà di Dio.Support the show
Smistava giornali nelle edicole da Nord a Sud e ha finito per riempire le pagine con il suo volto. Veniva da lontano e lontano, anzi lontanissimo è andato, scegliendo un mestiere che nella sua famiglia era più eretico di una bestemmia. L'unica religione che ha guidato Sergio Castellitto nei decenni è stata quella della curiosità. Ha interpretato più di cento vite e non si è stancato di cercarne ancora. È stato attore e regista, padre e marito, osservatore disincantato del presente e anticipatore del futuro. In questa intervista si racconta come uomo e come professionista abbandonandosi ai ricordi e alla memoria.
La canapa (Cannabis sativa) è stata per secoli una delle coltivazioni più importanti nella nostra penisola. Veniva usata per produrre una vastissima gamma di materiali, dalla carta, ai vestiti, ai materiali da costruzione. Dagli anni sessanta però sparisce dai nostri campi, e i motivi potrebbero essere più complessi di quello che crediamo. La canapa resta però una pianta straordinaria, che attraverso le sue qualità e la sua versatilità può aiutarci a far fronte ad alcune delle grandi sfide del nostro tempo, dal fast fashion alla carbon sequestration, se solo aprissimo la nostra mente e re-imparassimo a comprenderla.
Era il 1935 quando Giuseppe Olmo è conosciuto come Gepin – passò alla storia segnando il Record dell'Ora. Olmo conosceva il valore della fatica, sapeva come ogni sportivo che ogni traguardo è il frutto di sacrificio e tenacia. Veniva da una famiglia semplice, seppe farsi da solo: la terra era per lui rifugio e sostentamento, bellezza e responsabilità. Quando acquistò la Tenuta di Artimino, negli anni '80, era un imprenditore di successo che con lungimiranza guardava al futuro.La Tenuta aveva alle spalle una storia importante: una terra già abitata dal popolo etrusco, poi borgo medievale turrito e sulla fine del XVI secololuogo amato dalla famiglia Medici. Ferdinando I de' Medici nel 1596 decise di costruire qui la sua dimora di caccia, oggi Villa Medicea La Ferdinanda, patrimonio Unesco. Culla di arti, bien vivre e di vino fin da quando ne abbiamo memoria, come da testimonianze illustri, che fanno de la Villa Medicea di Artimino un luogo unico.In un mattino del 1924, qualcuno notò Giuseppe Olmo, mentre tornava da scuola, con i libri legati al telaio della bicicletta. Erano gli anni dei grandi campioni, Binda, Guerra, Bini, Bartali: Olmo con estro e imprevedibilità riuscì a conseguire risultati sportivi sempre più brillanti, che gli valsero le convocazioni in nazionale in occasione dei mondiali del '31 in Danimarca e delle Olimpiadi del '32 a Los Angeles. Tanti furono i suoi successi, fino allo storico Record dell'Ora nel 1935: stabilì il nuovo primato con 45,090 chilometri.La seconda guerra mondiale mise fine alla sua carriera agonistica, ma non certo alla sua intraprendenza e alla sua voglia di ciclismo. Appesa la bicicletta al chiodo, iniziò la sua produzione di biciclette nello stabilimento di Celle Ligure. Al termine del conflitto, affiancò all'industria ligure la produzione di pneumatici e tubolari, creando dal niente aziende che sono oggi un'eccellenza mondiale.L'eredità più grande che Gepin ha saputo lasciare alla sua famiglia sono dei valori senza tempo: il valore della famiglia, il valore del lavoro, la lungimiranza, ma anche il valore della terra come luogo di rifugio e di sostentamento.Giuseppe Olmo acquistò la Tenuta di Artimino negli anni '80: amava la campagna toscana, la terra e i suoi frutti, la storia e le bellezze paesaggistiche.Sapeva, da uomo e da imprenditore, che nessuno avrebbe mai potuto portarcele via, mentre le aziende avrebbero potuto dislocarsi in nuove sedi e le Guerre avrebbero potuto intaccare le produzioni.Oggi la Tenuta di Artimino è per la famiglia Olmo una casa, un luogo da custodire, un tesoro da valorizzare. Da qualche anno alla guida dell'azienda ci sono Annabella Pascale e Francesco Spotorno Olmo, terza generazione della famiglia.
Gesù e i suoi discepoli, compiuta la traversata fino a terra, giunsero a Gennèsaret e approdarono. Scesi dalla barca, la gente subito lo riconobbe e, accorrendo da tutta quella regione, cominciarono a portargli sulle barelle i malati, dovunque udivano che egli si trovasse. E là dove giungeva, in villaggi o città o campagne, deponevano i malati nelle piazze e lo supplicavano di poter toccare almeno il lembo del suo mantello; e quanti lo toccavano venivano salvati.
Nel 1973 quella che oggi si chiama Ocean Race si chiamava ancora Whitbread Round the World ed era alla sua prima edizione. Si iscrissero 18 barche, tra cui Sayula, l'imbarcazione di Ramón Carlìn, che aveva 50 anni e pochissima esperienza di vela. Veniva dal Messico, e per questo sui giornali lo prendevano in giro con vignette in cui portava il sombrero e faceva una siesta. Eppure… I contributi audio di questo episodio sono tratti dal film I Pirati dei Caraibi - La maledizione della prima luna e dal documentario The Weekend Sailor: i frammenti ascoltati sono disponibili su YouTube. Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
Gesù uscì di nuovo lungo il mare; tutta la folla veniva a lui ed egli insegnava loro. Passando, vide Levi, il figlio di Alfeo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì.Mentre stava a tavola in casa di lui, anche molti pubblicani e peccatori erano a tavola con Gesù e i suoi discepoli; erano molti infatti quelli che lo seguivano. Allora gli scribi dei farisei, vedendolo mangiare con i peccatori e i pubblicani, dicevano ai suoi discepoli: «Perché mangia e beve insieme ai pubblicani e ai peccatori?». Udito questo, Gesù disse loro: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori».
Vangelo del giorno: Dal Vangelo secondo Giovanni (1,1-18) In principio era il Verbo,e il Verbo era presso Dioe il Verbo era Dio.Egli era, in principio, presso Dio:tutto è stato fatto per mezzo di luie senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste.In lui era la vitae la vita era la luce degli uomini;la luce splende nelle tenebree le tenebre non l'hanno vinta.Venne un uomo mandato da Dio:il suo nome era Giovanni.Egli venne come testimoneper dare testimonianza alla luce,perché tutti credessero per mezzo di lui.Non era lui la luce,ma doveva dare testimonianza alla luce.Veniva nel mondo la luce vera,quella che illumina ogni uomo.Era nel mondoe il mondo è stato fatto per mezzo di lui;eppure il mondo non lo ha riconosciuto.Venne fra i suoi,e i suoi non lo hanno accolto.A quanti però lo hanno accoltoha dato potere di diventare figli di Dio:a quelli che credono nel suo nome,i quali, non da sanguené da volere di carnené da volere di uomo,ma da Dio sono stati generati. E il Verbo si fece carnee venne ad abitare in mezzo a noi;e noi abbiamo contemplato la sua gloria,gloria come del Figlio unigenitoche viene dal Padre,pieno di grazia e di verità.Giovanni gli dà testimonianza e proclama:«Era di lui che io dissi:Colui che viene dopo di meè avanti a me,perché era prima di me».Dalla sua pienezzanoi tutti abbiamo ricevuto:grazia su grazia.Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè,la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.Dio, nessuno lo ha mai visto:il Figlio unigenito, che è Dioed è nel seno del Padre,è lui che lo ha rivelato. Commento: I primi versetti di questo inno descrivono il mistero del Dio trinitario, un Dio che è unico, ma non è uno, non è da solo. Dio è Amore perché è in relazione con sé stesso nelle tre persone, ma è anche un amore traboccante che decide di legarsi alla nostra storia incarnandosi.Citazione del giorno: L'inizio è sempre oggi (Mary Shelley)
Dal Vangelo di Giovanni 1,1-18 In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era, in principio, presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste. In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l'hanno vinta. Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce. Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Era nel mondo e il mondo è stato fatto per mezzo di lui; eppure il mondo non lo ha riconosciuto. Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto. A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali, non da sangue né da volere di carne né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati. E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità. Giovanni gli dà testimonianza e proclama: «Era di lui che io dissi: Colui che viene dopo di me è avanti a me, perché era prima di me». Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto: grazia su grazia. Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo. Dio, nessuno lo ha mai visto: il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato. --- Send in a voice message: https://anchor.fm/vangelo/message
In principio era il Verbo,e il Verbo era presso Dioe il Verbo era Dio.Egli era, in principio, presso Dio:tutto è stato fatto per mezzo di luie senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste.In lui era la vitae la vita era la luce degli uomini;la luce splende nelle tenebree le tenebre non l'hanno vinta.Venne un uomo mandato da Dio:il suo nome era Giovanni.Egli venne come testimoneper dare testimonianza alla luce,perché tutti credessero per mezzo di lui.Non era lui la luce,ma doveva dare testimonianza alla luce.Veniva nel mondo la luce vera,quella che illumina ogni uomo.Era nel mondoe il mondo è stato fatto per mezzo di lui;eppure il mondo non lo ha riconosciuto.Venne fra i suoi,e i suoi non lo hanno accolto.A quanti però lo hanno accoltoha dato potere di diventare figli di Dio:a quelli che credono nel suo nome,i quali, non da sanguené da volere di carnené da volere di uomo,ma da Dio sono stati generati.E il Verbo si fece carnee venne ad abitare in mezzo a noi;e noi abbiamo contemplato la sua gloria,gloria come del Figlio unigenitoche viene dal Padre,pieno di grazia e di verità.Giovanni gli dà testimonianza e proclama:«Era di lui che io dissi:Colui che viene dopo di meè avanti a me,perché era prima di me».Dalla sua pienezzanoi tutti abbiamo ricevuto:grazia su grazia.Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè,la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.Dio, nessuno lo ha mai visto:il Figlio unigenito, che è Dioed è nel seno del Padre,è lui che lo ha rivelato.
A Piccoli Sorsi - Commento alla Parola del giorno delle Apostole della Vita Interiore
- Premi il tasto PLAY per ascoltare la catechesi del giorno e condividi con altri se vuoi -+ Dal Vangelo secondo Giovanni +In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era, in principio, presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste. In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l'hanno vinta.Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce.Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Era nel mondo e il mondo è stato fatto per mezzo di lui; eppure il mondo non lo ha riconosciuto. Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto. A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali, non da sangue né da volere di carne né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati.E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità. Giovanni gli dà testimonianza e proclama: «Era di lui che io dissi: Colui che viene dopo di me è avanti a me, perché era prima di me». Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto: grazia su grazia. Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.Dio, nessuno lo ha mai visto: il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato.Parola del Signore.
Vangelo del giorno: Dal Vangelo secondo Giovanni (1,1-18 ) In principio era il Verbo,e il Verbo era presso Dioe il Verbo era Dio.Egli era, in principio, presso Dio:tutto è stato fatto per mezzo di luie senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste.In lui era la vitae la vita era la luce degli uomini;la luce splende nelle tenebree le tenebre non l'hanno vinta.Venne un uomo mandato da Dio:il suo nome era Giovanni.Egli venne come testimoneper dare testimonianza alla luce,perché tutti credessero per mezzo di lui.Non era lui la luce,ma doveva dare testimonianza alla luce.Veniva nel mondo la luce vera,quella che illumina ogni uomo.Era nel mondoe il mondo è stato fatto per mezzo di lui;eppure il mondo non lo ha riconosciuto.Venne fra i suoi,e i suoi non lo hanno accolto.A quanti però lo hanno accoltoha dato potere di diventare figli di Dio:a quelli che credono nel suo nome,i quali, non da sanguené da volere di carnené da volere di uomo,ma da Dio sono stati generati.E il Verbo si fece carnee venne ad abitare in mezzo a noi;e noi abbiamo contemplato la sua gloria,gloria come del Figlio unigenitoche viene dal Padre,pieno di grazia e di verità. Giovanni gli dà testimonianza e proclama:«Era di lui che io dissi:Colui che viene dopo di meè avanti a me,perché era prima di me».Dalla sua pienezzanoi tutti abbiamo ricevuto:grazia su grazia.Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè,la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.Dio, nessuno lo ha mai visto:il Figlio unigenito, che è Dioed è nel seno del Padre,è lui che lo ha rivelato. Commento:Gesù si fa uomo in mezzo a noi, accogliendolo riconosciamo di essere figli di Dio. Dio ci vuole vicino, prende l'iniziativa, ci viene a cercare: mettiamoci in ascolto, apriamo il nostro cuore per accoglierlo. Citazione del giorno: Il tuo destino è l'amore.Sempre. Nient'altro.Nient'altro. Nient'altro.(Mariangela Gualtieri)
Anna Folli"Ardore"Romain Gary e Jean Seberg, una storia d'amoreNeri Pozzahttps://neripozza.it/Il suo nome era Romain Gary, ma anche Roman Kacev, Shatan Bogat, Émile Ajar. Voleva vivere mille esistenze, ognuna con una delle sue tante personalità. Prima di diventare uno dei piú grandi scrittori del Novecento, è stato un bambino ebreo scappato dalla Lituania, un eroe della Seconda guerra mondiale e un diplomatico. È stato l'unico scrittore nella storia della letteratura a vincere due volte il Premio Goncourt grazie a una finzione che l'ha fatto entrare nel mito. Ha vissuto tutta la sua vita come fosse un romanzo. Jean Seberg era bellissima, fragile e piena di sogni. Veniva da una sperduta cittadina dello Iowa dove i giorni scorrevano tutti uguali e la vita era una lunga strada dritta e monotona. Ma lei sentiva di essere diversa, anche se ancora non sapeva come. Lo scoprí una sera quando, nel buio della sala, apparve un giovane Marlon Brando ne Il mio corpo ti appartiene. Da quel momento Jean seppe che solo recitare poteva renderla felice. E come in una fiaba, a diciassette anni un grande regista di Hollywood la scelse tra migliaia di ragazze e la rese una star. A ventidue, con À bout de souffle di Godard, diventò l'indimenticabile musa della Nouvelle Vague. Ma a Jean ancora non bastava. La sua anima era vicina agli ultimi della terra e le sue lotte per l'uguaglianza la resero una diva scomoda, perseguitata dall'FBI. Jean e Romain erano diversi in tutto e appartenevano a mondi lontani, eppure a entrambi è bastato uno sguardo per capire che volevano passare insieme il resto della loro esistenza. Per vivere fino in fondo la loro passione hanno messo in gioco tutto e per dieci anni sono stati la coppia piú invidiata e piú ammirata di Parigi. Poi la depressione, la paura, il declino. Si suicidano entrambi a distanza di un anno l'una dall'altro. Prima Jean, poi Romain. Non erano fatti per la felicità, anche se insieme hanno conosciuto momenti luminosi e perfetti e il loro amore, che ha segnato un'epoca, è andato oltre i tradimenti, le separazioni, la malattia, i disinganni. Ed è andato persino oltre la morte. Questo libro, a metà tra biografia e romanzo, montato come un film, è il racconto della loro storia. Una storia profonda e irresistibile. Jean è di una bellezza che a Romain pare quasi intollerabile: «Una meraviglia di bocca carnosa, il cui disegno svelava una sorta di strana vulnerabilità: era una bocca indifesa, come quella dei bambini. Il naso un po' all'insú e i capelli dai riflessi biondi, davano al viso un alone di tenerezza e di dolcezza». Tutto, in Jean, ha il sapore della gioventú.Anna Folli è stata caporedattore per l'Editoriale Domus negli anni Novanta e direttore di riviste di settore. Autrice di interviste, reportage culturali, recensioni di libri, ha collaborato con i principali quotidiani e settimanali e con note riviste letterarie on line. È autrice del programma I Magnifici trasmesso su Radio 24. È stata coautrice e direttrice del festival di letteratura e musica Le Corde dell'Anima che ha ospitato scrittori e musicisti internazionali.IL POSTO DELLE PAROLEAscoltare fa Pensarehttps://ilpostodelleparole.it/
L'etichetta di essere "il pilota che viene sempre doppiato" sarà difficile da scrollarsi di dosso, ma il Gran Premio di casa potrebbe essere l'occasione di far la pace con i propri tifosi. Una storia che corre veloce come una monoposto in pista... Al traguardo ci sarà gloria o vergogna?
Forse il mostro di Firenze non era di Firenze. Veniva da oltre il mare e si era portato con se' i suoi demoni, Barbara ed Antonio. Due nomi che avrebbe ritrovato anche a Signa negli anni ‘60, innamorandosi ancora una volta di una Barbara e trovando come rivale un altro Antonio: le prime due vittime del Mostro di Firenze. La verità sull'identità del Mostro, secondo alcuni, si racchiude tutta in quel delitto. “Nessuno, il mostro di Firenze” è un podcast prodotto da Caso Zero Media. Testi e voci: Eugenio Nocciolini e Edoardo Orlandi. Montaggio e Sound Design: Andrea Casagni. Copertina: Giuseppe Di Bernardo. Seguici su: https://www.instagram.com/casozeromedia Contatti: casozeromedia@gmail.com Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
Sono trascorsi esattamente 50 anni da quando quattro giovani attivisti di Sydney si recarono a Canberra e piantarono un ombrellone da spiaggia davanti alla vecchia sede del Parlamento federale, fondando quella che sarebbe divenuta nota come l'Ambasciata Aborigena. Mezzo secolo dopo la "tenda" dell'Ambasciata è ancora lì.
A cura di Daniele Biacchessi La passione per il giornalismo e l'amore per la politica. Erano i due tratti salienti di David Sassoli, presidente del parlamento europeo, morto la notte tra lunedì e martedì a causa di una grave patologia che aveva compromesso il sistema immunitario. Sassoli era un cattolico progressista. I suoi riferimenti culturali erano Dossetti, La Pira, i preti di frontiera come Don Milani e padre Balducci, e il suo approccio politico guardava all'Europa delle origini, al manifesto di Spinelli e Rossi scritto durante il confino fascista dell'isola di Ventotene. Era una Europa ancorata ai diritti delle persone, dei più umili quella che Sassoli immaginava. Veniva da una famiglia antifascista, il padre partigiano gli aveva messo il nome David Maria in memoria di padre Turoldo. Il cammino di Sassoli sul piano giornalistico si snoda lungo le esperienze al quotidiano Il Giorno, al programma di michele Santoro "Il rosso e il Nero", fino alla conduzione del telegiornale più popolare della Rai, il mitico Tg1. Poi nel 2009 lo sbarco in politica con la candidatura per il Pd come capolista dell'Italia centrale alle europee di quell'anno, fino alla carica alla guida delle istituzioni parlamentari europee. Se ne va un uomo giusto, per bene, oltre che un giornalista raffinato, dalla bella prosa e dallo sguardo suadente. Credits: Agenzia Fotogramma _________________________________________ "Il Corsivo" a cura di Daniele Biacchessi non è un editoriale, ma un approfondimento sui fatti di maggiore interesse che i quotidiani spesso non raccontano. Un servizio in punta di penna che analizza con un occhio esperto quell'angolo nascosto delle notizie di politica, economia e cronaca. Per i notiziari sempre aggiornati ascoltaci sul sito: https://www.giornaleradio.fm oppure scarica la nostra App gratuita: iOS - App Store - https://apple.co/2uW01yA Android - Google Play - http://bit.ly/2vCjiW3 Resta connesso e segui i canali social di Giornale Radio: Facebook: https://www.facebook.com/giornaleradio.fm/ Instagram: https://www.instagram.com/giornaleradio.tv/?hl=it Twitter: https://twitter.com/giornaleradiofm
A cura di Daniele Biacchessi La passione per il giornalismo e l'amore per la politica. Erano i due tratti salienti di David Sassoli, presidente del parlamento europeo, morto la notte tra lunedì e martedì a causa di una grave patologia che aveva compromesso il sistema immunitario. Sassoli era un cattolico progressista. I suoi riferimenti culturali erano Dossetti, La Pira, i preti di frontiera come Don Milani e padre Balducci, e il suo approccio politico guardava all'Europa delle origini, al manifesto di Spinelli e Rossi scritto durante il confino fascista dell'isola di Ventotene. Era una Europa ancorata ai diritti delle persone, dei più umili quella che Sassoli immaginava. Veniva da una famiglia antifascista, il padre partigiano gli aveva messo il nome David Maria in memoria di padre Turoldo. Il cammino di Sassoli sul piano giornalistico si snoda lungo le esperienze al quotidiano Il Giorno, al programma di michele Santoro "Il rosso e il Nero", fino alla conduzione del telegiornale più popolare della Rai, il mitico Tg1. Poi nel 2009 lo sbarco in politica con la candidatura per il Pd come capolista dell'Italia centrale alle europee di quell'anno, fino alla carica alla guida delle istituzioni parlamentari europee. Se ne va un uomo giusto, per bene, oltre che un giornalista raffinato, dalla bella prosa e dallo sguardo suadente. Credits: Agenzia Fotogramma _________________________________________ "Il Corsivo" a cura di Daniele Biacchessi non è un editoriale, ma un approfondimento sui fatti di maggiore interesse che i quotidiani spesso non raccontano. Un servizio in punta di penna che analizza con un occhio esperto quell'angolo nascosto delle notizie di politica, economia e cronaca. Per i notiziari sempre aggiornati ascoltaci sul sito: https://www.giornaleradio.fm oppure scarica la nostra App gratuita: iOS - App Store - https://apple.co/2uW01yA Android - Google Play - http://bit.ly/2vCjiW3 Resta connesso e segui i canali social di Giornale Radio: Facebook: https://www.facebook.com/giornaleradio.fm/ Instagram: https://www.instagram.com/giornaleradio.tv/?hl=it Twitter: https://twitter.com/giornaleradiofm
A cura di Daniele Biacchessi La passione per il giornalismo e l'amore per la politica. Erano i due tratti salienti di David Sassoli, presidente del parlamento europeo, morto la notte tra lunedì e martedì a causa di una grave patologia che aveva compromesso il sistema immunitario. Sassoli era un cattolico progressista. I suoi riferimenti culturali erano Dossetti, La Pira, i preti di frontiera come Don Milani e padre Balducci, e il suo approccio politico guardava all'Europa delle origini, al manifesto di Spinelli e Rossi scritto durante il confino fascista dell'isola di Ventotene. Era una Europa ancorata ai diritti delle persone, dei più umili quella che Sassoli immaginava. Veniva da una famiglia antifascista, il padre partigiano gli aveva messo il nome David Maria in memoria di padre Turoldo. Il cammino di Sassoli sul piano giornalistico si snoda lungo le esperienze al quotidiano Il Giorno, al programma di michele Santoro "Il rosso e il Nero", fino alla conduzione del telegiornale più popolare della Rai, il mitico Tg1. Poi nel 2009 lo sbarco in politica con la candidatura per il Pd come capolista dell'Italia centrale alle europee di quell'anno, fino alla carica alla guida delle istituzioni parlamentari europee. Se ne va un uomo giusto, per bene, oltre che un giornalista raffinato, dalla bella prosa e dallo sguardo suadente. Credits: Agenzia Fotogramma _________________________________________ "Il Corsivo" a cura di Daniele Biacchessi non è un editoriale, ma un approfondimento sui fatti di maggiore interesse che i quotidiani spesso non raccontano. Un servizio in punta di penna che analizza con un occhio esperto quell'angolo nascosto delle notizie di politica, economia e cronaca. Per i notiziari sempre aggiornati ascoltaci sul sito: https://www.giornaleradio.fm oppure scarica la nostra App gratuita: iOS - App Store - https://apple.co/2uW01yA Android - Google Play - http://bit.ly/2vCjiW3 Resta connesso e segui i canali social di Giornale Radio: Facebook: https://www.facebook.com/giornaleradio.fm/ Instagram: https://www.instagram.com/giornaleradio.tv/?hl=it Twitter: https://twitter.com/giornaleradiofm
Dal Vangelo secondo Giovanni 1,1-18 In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era, in principio, presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste. In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l'hanno vinta. Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce. Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Era nel mondo e il mondo è stato fatto per mezzo di lui; eppure il mondo non lo ha riconosciuto. Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto. A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali, non da sangue né da volere di carne né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati. E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità. Giovanni gli dà testimonianza e proclama: «Era di lui che io dissi: Colui che viene dopo di me è avanti a me, perché era prima di me». Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto: grazia su grazia. Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo. Dio, nessuno lo ha mai visto: il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato. --- Send in a voice message: https://anchor.fm/vangelo/message
Dal Vangelo secondo GiovanniIn principio era il Verbo,e il Verbo era presso Dioe il Verbo era Dio.Egli era, in principio, presso Dio:tutto è stato fatto per mezzo di luie senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste.In lui era la vitae la vita era la luce degli uomini;la luce splende nelle tenebree le tenebre non l'hanno vinta.Venne un uomo mandato da Dio:il suo nome era Giovanni.Egli venne come testimoneper dare testimonianza alla luce,perché tutti credessero per mezzo di lui.Non era lui la luce,ma doveva dare testimonianza alla luce.Veniva nel mondo la luce vera,quella che illumina ogni uomo.Era nel mondoe il mondo è stato fatto per mezzo di lui;eppure il mondo non lo ha riconosciuto.Venne fra i suoi,e i suoi non lo hanno accolto.A quanti però lo hanno accoltoha dato potere di diventare figli di Dio:a quelli che credono nel suo nome,i quali, non da sanguené da volere di carnené da volere di uomo,ma da Dio sono stati generati.E il Verbo si fece carnee venne ad abitare in mezzo a noi;e noi abbiamo contemplato la sua gloria,gloria come del Figlio unigenitoche viene dal Padre,pieno di grazia e di verità.Giovanni gli dà testimonianza e proclama:«Era di lui che io dissi:Colui che viene dopo di meè avanti a me,perché era prima di me».Dalla sua pienezzanoi tutti abbiamo ricevuto:grazia su grazia.Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè,la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.Dio, nessuno lo ha mai visto:il Figlio unigenito, che è Dioed è nel seno del Padre,è lui che lo ha rivelato.Commento di don Tonino, sacerdote della Diocesi di CuneoPodcast che fa parte dell'aggregatore Bar Abba: www.bar-abba
Liturgia della Settimana - Il Commento e il Vangelo del giorno
In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era, in principio, presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste. In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l'hanno vinta. Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce. Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Era nel mondo e il mondo è stato fatto per mezzo di lui; eppure il mondo non lo ha riconosciuto. Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto. A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali, non da sangue né da volere di carne né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati. E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità. Giovanni gli dà testimonianza e proclama: «Era di lui che io dissi: Colui che viene dopo di me è avanti a me, perché era prima di me». Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto: grazia su grazia. Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo. Dio, nessuno lo ha mai visto: il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato.
In principio era il Verbo,e il Verbo era presso Dioe il Verbo era Dio.Egli era, in principio, presso Dio:tutto è stato fatto per mezzo di luie senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste.In lui era la vitae la vita era la luce degli uomini;la luce splende nelle tenebree le tenebre non l'hanno vinta.Venne un uomo mandato da Dio:il suo nome era Giovanni.Egli venne come testimoneper dare testimonianza alla luce,perché tutti credessero per mezzo di lui.Non era lui la luce,ma doveva dare testimonianza alla luce.Veniva nel mondo la luce vera,quella che illumina ogni uomo.Era nel mondoe il mondo è stato fatto per mezzo di lui;eppure il mondo non lo ha riconosciuto.Venne fra i suoi,e i suoi non lo hanno accolto.A quanti però lo hanno accoltoha dato potere di diventare figli di Dio:a quelli che credono nel suo nome,i quali, non da sanguené da volere di carnené da volere di uomo,ma da Dio sono stati generati.E il Verbo si fece carnee venne ad abitare in mezzo a noi;e noi abbiamo contemplato la sua gloria,gloria come del Figlio unigenitoche viene dal Padre,pieno di grazia e di verità.Giovanni gli dà testimonianza e proclama:«Era di lui che io dissi:Colui che viene dopo di meè avanti a me,perché era prima di me».Dalla sua pienezzanoi tutti abbiamo ricevuto:grazia su grazia.Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè,la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.Dio, nessuno lo ha mai visto:il Figlio unigenito, che è Dioed è nel seno del Padre,è lui che lo ha rivelato.
Dal Vangelo secondo GiovanniIn principio era il Verbo,e il Verbo era presso Dioe il Verbo era Dio.Egli era, in principio, presso Dio:tutto è stato fatto per mezzo di luie senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste.In lui era la vitae la vita era la luce degli uomini;la luce splende nelle tenebree le tenebre non l'hanno vinta.Venne un uomo mandato da Dio:il suo nome era Giovanni.Egli venne come testimoneper dare testimonianza alla luce,perché tutti credessero per mezzo di lui.Non era lui la luce,ma doveva dare testimonianza alla luce.Veniva nel mondo la luce vera,quella che illumina ogni uomo.Era nel mondoe il mondo è stato fatto per mezzo di lui;eppure il mondo non lo ha riconosciuto.Venne fra i suoi,e i suoi non lo hanno accolto.A quanti però lo hanno accoltoha dato potere di diventare figli di Dio:a quelli che credono nel suo nome,i quali, non da sanguené da volere di carnené da volere di uomo,ma da Dio sono stati generati.E il Verbo si fece carnee venne ad abitare in mezzo a noi;e noi abbiamo contemplato la sua gloria,gloria come del Figlio unigenitoche viene dal Padre,pieno di grazia e di verità.Giovanni gli dà testimonianza e proclama:«Era di lui che io dissi:Colui che viene dopo di meè avanti a me,perché era prima di me».Dalla sua pienezzanoi tutti abbiamo ricevuto:grazia su grazia.Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè,la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.Dio, nessuno lo ha mai visto:il Figlio unigenito, che è Dioed è nel seno del Padre,è lui che lo ha rivelato.Commento di don Marco (Giordy), sacerdote della Diocesi di MondovìPodcast che fa parte dell'aggregatore Bar Abba: www.bar-abba
Dal Vangelo secondo Giovanni 1,1-18 In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era, in principio, presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste. In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l'hanno vinta. Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce. Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Era nel mondo e il mondo è stato fatto per mezzo di lui; eppure il mondo non lo ha riconosciuto. Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto. A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali, non da sangue né da volere di carne né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati. E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità. Giovanni gli dà testimonianza e proclama: «Era di lui che io dissi: Colui che viene dopo di me è avanti a me, perché era prima di me». Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto: grazia su grazia. Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo. Dio, nessuno lo ha mai visto: il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato. --- Send in a voice message: https://anchor.fm/vangelo/message
A Piccoli Sorsi - Commento alla Parola del giorno delle Apostole della Vita Interiore
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Liturgia della Settimana - Il Commento e il Vangelo del giorno
In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era, in principio, presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste. In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l'hanno vinta. Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce. Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Era nel mondo e il mondo è stato fatto per mezzo di lui; eppure il mondo non lo ha riconosciuto. Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto. A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali, non da sangue né da volere di carne né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati. E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità. Giovanni gli dà testimonianza e proclama: «Era di lui che io dissi: Colui che viene dopo di me è avanti a me, perché era prima di me». Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto: grazia su grazia. Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo. Dio, nessuno lo ha mai visto: il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato.
La via per la liberazione da un passato doloroso consiste nel liberare se stessi dal male delle offese subite. Perdonare è l'inizio della guarigione. --- CLICCA SUL TITOLO PER ASCOLTARE IL MESSAGGIO Tempo di lettura: 14 minuti Tempo di ascolto audio/visione video: 33 minuti Oggi iniziamo una serie di tre predicazioni sul perdono. Il perdono è, assieme alla croce, il punto centrale del cristianesimo. Per poter ricevere il dono di vita che rappresenta la croce attraverso la resurrezione devo cominciare dal perdono. Perché dico questo? Perché siamo divenuti figli di Dio perché siamo stati perdonati da Dio. Non siamo più sotto la legge che ci condanna ma sotto la grazia che ci salva perché abbiamo ricevuto il perdono da Dio. Capire bene cosa significhi “perdono” è fondamentale per chi crede in Cristo. Gesù, quando ci ha insegnato come pregare, ha parlato del perdono come di una strada a doppio senso: “E perdonaci i nostri debiti, come anche noi perdoniamo ai nostri debitori.” (Matteo 6:12 ND) Vorrei partire da una domanda: cosa significa per voi “perdonare”? Significa “mettere da una parte” il passato, o cancellarlo? Scavalcare il torto subito, o prendere pala e piccone e demolirlo? Questa è la definizione che ne fa l'enciclopedia Treccani: Perdonare: non tenere in considerazione il male ricevuto da altri, rinunciando a propositi di vendetta, alla punizione, a qualsiasi possibile rivalsa, annullando completamente ogni risentimento verso l'autore dell'offesa o del danno. E' accurata come definizione? Beh, per il modo umano di vedere il mondo direi di si... Ma mi chiedo se lo sia anche per il modo di vedere il mondo di Dio. Questo è il modo in cui la società definisce il “perdono”: annullare senza limite, completamente; ed è una buona cosa, senza dubbio. Vedete che già c'è un concetto fondamentale: il perdono è qualcosa che riguarda soprattutto chi perdona: colui (o colei) che perdona rinuncia, annulla “cede” qualcosa a favore dell'altro. E nella Bibbia? Se prendiamo solo il Nuovo Testamento la parola, usata 58 volte, in greco è “aphiemi”, e significa “liberare; lasciare andare; sciogliere, slegare”. Veniva usata quando un debito veniva cancellato, o quando veniva sciolto un contratto, un impegno o una promessa. Vorrei che teneste a mente queste due definizioni: quella del mondo, per cui perdonare è “rinunciare completamente al risentimento” e quella del Nuovo Testamento che “liberare, sciogliere, slegare” Cè un libro nel Nuovo Testamento, che è composto di un solo capitolo e dove, per altro, la parola “aphiemi”, “perdono” non viene mai usata, ma che parla espressamente di come un credente dovrebbe perdonare: sto parlando della Lettera di Paolo a Filemone. Sono solo 25 versetti, li leggiamo tutti così potrete vantarvi di aver letto un intero libro della Bibbia in una sola giornata! “Paolo, prigioniero di Cristo Gesù, e il fratello Timoteo, al caro Filemone, nostro collaboratore, alla sorella Apfia, ad Archippo, nostro compagno d'armi, e alla chiesa che si riunisce in casa tua: grazia a voi e pace da Dio nostro Padre e dal Signore Gesù Cristo. Io ringrazio continuamente il mio Dio, ricordandomi di te nelle mie preghiere, perché sento parlare dell'amore e della fede che hai verso il Signore Gesù e verso tutti i santi. Chiedo a lui che la fede che ci è comune diventi efficace nel farti riconoscere tutto il bene che noi possiamo compiere, alla gloria di Cristo. Infatti ho provato una grande gioia e consolazione per il tuo amore, perché per opera tua, fratello, il cuore dei santi è stato confortato. Perciò, pur avendo molta libertà in Cristo di comandarti quello che conviene fare, preferisco fare appello al tuo amore, semplicemente come Paolo, vecchio e ora anche prigioniero di Cristo Gesù; ti prego per mio figlio che ho generato mentre ero in catene, per Onesimo, un tempo inutile a te, ma che ora è utile a te e a me. Te lo rimando, lui, che amo come il mio cuore. Avrei voluto tenerlo con me, perché in vece tua mi servisse nelle catene che porto a motivo del vangelo; ma non ho voluto fare nulla senza il tuo consenso, perché la tua buona azione non fosse forzata, ma volontaria. Forse proprio per questo egli è stato lontano da te per un po' di tempo, perché tu lo riavessi per sempre; non più come schiavo, ma molto più che schiavo, come un fratello caro specialmente a me, ma ora molto più a te, sia sul piano umano sia nel Signore! Se dunque tu mi consideri in comunione con te, accoglilo come me stesso. Se ti ha fatto qualche torto o ti deve qualcosa, addebitalo a me. Io, Paolo, lo scrivo di mia propria mano: pagherò io; per non dirti che tu mi sei debitore perfino di te stesso. Sì, fratello, io vorrei che tu mi fossi utile nel Signore; rasserena il mio cuore in Cristo. Ti scrivo fiducioso nella tua ubbidienza, sapendo che farai anche più di quel che ti chiedo. Al tempo stesso preparami un alloggio, perché spero, grazie alle vostre preghiere, di esservi restituito. Epafra, mio compagno di prigionia in Cristo Gesù, ti saluta. Così pure Marco, Aristarco, Dema, Luca, miei collaboratori. La grazia del Signore Gesù Cristo sia con il vostro spirito.” (Filemone 1:25) Ci sono altri posti nel Nuovo Testamento dove si parla di perdono; pensate alla parabola del Figliuiol Prodigo. Questo libro non parla del perdono come una parabola o un principio. Il perdono qui è molto personale e molto pratico. Ecco perché ci concentreremo su questo piccolo libro nel prossime settimane. Per capire meglio cos'è il perdono. I protagonisti principali della lettera sono Filemone e Onesimo. Filemone era divenuto cristiano attraverso il ministero di Paolo Apostolo Paolo lo chiama “caro amico” e “compagno di lavoro”. Paolo ha una grande ammirazione per Filemone ed è davvero grato per l'esempio cristiano che Filemone dà. Onesimo, invece era uno schiavo che era fuggito dal suo padrone, Filemone. Ora mettiti nei panni di Filemone; hai uno schiavo (e ti ricordo che, all'epoca, gli schiavi non erano ritenuti esserei umani ma cose, beni, proprietà con un valore in danaro perché o erano stati comperati, o erano divenuti schiavi per ripagare un debito troppo grande). Ad un certo punto questo schiavo scappa via. Magari lo avevi anche trattato bene. Hai subito sia un danno economico (cerca di non pensare con la mente di un occidentale del 2021 e neppure di un credente); sia una offesa personale. Sei “giustamente” arrabbiato; che se ti capita lo schiavo a tiro non gli fai carezze. Poi un giorno ricevi una lettera... da chi ti ha portato ad essere “perdonato”, ti ha mostrato una nuova vita in Cristo, ti ha letteralmente salvato: l'Apostolo Paolo ti scrive così “Paolo, prigioniero di Cristo Gesù, e il fratello Timoteo, al caro Filemone, nostro collaboratore, alla sorella Apfia, ad Archippo, nostro compagno d'armi, e alla chiesa che si riunisce in casa tua: grazia a voi e pace da Dio nostro Padre e dal Signore Gesù Cristo.” (Filemone 1-3) Già il fatto che un “gigante” della fede come Paolo ti scriva, e che poi sia lui il mezzo che Gesù ha usato per salvarti è qualcosa di unico; beh, posso pensare che Filemone aveva il cuore che gli batteva a mille! Altro che la lettera della fidanzata! Ma poi, leggi sotto, e c'è Paolo che ti dice: “A proposito, lo sai dove è il servo che è scappato? E' qui di fianco a me!” Continui ancora a leggere e la mascella ti cade a terra: “Ma lo sai! Non solo è qui accanto a me, non solo mi sta dando una gran mano, ma è diventato anche lui cristiano come te e me!” Come la prendi tu? Se la prendi male, bruci la lettera e spedisci la polizia a riprendere Onesimo. Se la prendi bene pensi: “Beh, meno male, adesso Paolo me lo rispedisce indietro, visto che ora è cristiano prometto che non lo frusto, ma almeno rientro dell'investimento.” Non fai in tempo a pensare così che leggi sotto Paolo che ti dice: “Ah, a proposito, mi sa che è più utile qui da me che lì da te... e mi sa anche che devi proprio metterci una pietra sopra al fatto che è scappato.” Che dite, quanto sarà stato capace Filemone di “ingoiare”? Si sarà strozzato? Sarà corso a prendere un bicchiere d'acqua per mandare giù tutta 'sta roba? Ma Paolo fa molto di più. Se siete sposati, avete presente quando vostra moglie entra in salotto e dice pensando a voce alta: “Eh! Ci sarebbe da sistemare la finestra della camera...” Questo è quello che sentite, ma quale è il messaggio? “Vai a sistemare la finestra della camera!” Oppure, se siete donne, avete presente quando vostro marito, tuffa la testa dentro al cassetto delle camice e mentre fruga dentro in cerca di qualcosa che non trova dice ad alta voce: “Ci sarebbe da lavare le tre camice bianche”. Questo è quello che sentite, ma il messaggio quale è? “Vedi un po' di lavarmi al più presto le tre camice bianche!” Paolo qui fa la stessa cosa con Filemone: “Avrei voluto tenerlo con me (vs.13) un fratello caro specialmente a me, (vs.16) vorrei che tu mi fossi utile nel Signore; (vs.20) Paolo sta cercando di far capire (senza dover dire) quello che si aspetta da Filemone facendogli credere che sarà una sua “libera decisione”: “Eh... sarebbe tanto bello se Onesimo me lo lasci qua.” Anzi, si spinge a dire che la fuga di Onesimo era stata pure una cosa voluta da Dio: Forse proprio per questo egli è stato lontano da te per un po' di tempo, perché tu lo riavessi per sempre; non più come schiavo, ma molto più che schiavo, (vv.15-16) accoglilo come me stesso.(vs.17) E se per un microsecondo a Filemone gli era passato per la mente: “Si, si... Fammelo avere qua e vedi te che gli faccio...” Paolo mette subito a posto la situazione e Filemone rimette via frusta e bastone: preparami un alloggio, (vs.22) Insomma “Arrivo anche io assieme a lui”. Che dite, Paolo sta mettendo FORSE un po' di pressione sul povero Filemone? Vi voglio far vedere come Paolo apre di solito le sue lettere: “Paolo, servo di Cristo Gesù, chiamato a essere apostolo...” (Romani 1:1). “Paolo, chiamato a essere apostolo di Cristo Gesù per volontà di Dio...” (1 Corinzi 1:1) “Paolo, apostolo non da parte di uomini né per mezzo di un uomo, ma per mezzo di Gesù Cristo...” (Galati 1:1) E invece, quando scrive a Filemone, inizia così: “Paolo, prigioniero di Cristo Gesù, e il fratello Timoteo, al caro Filemone, nostro collaboratore, alla sorella Apfia, ad Archippo, nostro compagno d'armi, e alla chiesa che si riunisce in casa tua...” (Filemone 1-2) Vorrei vedere con voi questi due versetti in profondità: Paolo, prigioniero di Cristo Gesù(v.1a) Paolo sa che deve chiedere a Filemone qualcosa di veramente enorme: perdonare uno schiavo fuggito, lasciare che quella sua proprietà rimanga lontana, rinunciare al diritto che la legge dell'epoca gli avrebbe dato di fare brutte cose su Onesimo, ed accogliere un fuggiasco come un fratello. Paolo non si presenta come un apostolo, con l'autorità che gli compete, ma come uno “prigioniero di Cristo”, uno schiavo... come Onesimo. e il fratello Timoteo, (v.1b) Filemone sapeva chi era Timoteo: Paolo gli dice: “Timoteo è in questo con me. Ha contribuito a fondare nuove congregazioni. Sta conducendo una chiesa a Efeso. Ha lavorato per il Vangelo insieme a me. È un uomo del regno.” al caro Filemone, nostro collaboratore (v.1c) Paolo dice: “Io, Timoteo, e te, stiamo lavorando per Cristo. Hai ricevuto la grazia di Gesù, ora la stai trasmettendo ad altri. Sei un uomo del regno.” alla sorella Apfia (v.2a) Molti studiosi concordano sul fatto che questa sia la moglie di Filemone. Paolo dice: “Lei è parte della squadra. Lei è con te mentre trasmetti il Vangelo. È una donna del regno.” ad Archippo, nostro compagno d'armi (v.2b) Paolo chiamerà solo un'altra persona “compagno d'armi”: Epafrodito che era un leader nel chiesa a Filippi. Archippo è il leader locale presso la chiesa di Filemone che si riunisce a Colosse. “Anche lui è un uomo del regno” dice Paolo. alla chiesa che si riunisce in casa tua (v.2c) Filemone è un uomo di notevoli mezzi; Paolo gli dice: “ Tu stai usando la tua casa a Colosse per riunire altri prigionieri di Cristo: Sono persone del regno.” Capite la strategia di Paolo? Quello che Paolo sta facendo vedere a Filemone è una immagine molto più grande di quella che lui potrebbe vedere se pensasse solo ad uno schiavo fuggito: lo fa concentrare su quell'immagine totale, glie la fa quasi vedere dall'alto, come con un drone: Fratelli. Compagni di lavoro. Soldati. Una Chiesa. E ora Onesimo è uno di loro! Non è più uno schiavo in fuga! C'è un progetto sotto quella sua fuga! “Lo vedi anche tu il progetto, vero Filemone?” Certo che era uno schiavo fuggiasco! Ma questo era prima che Gesù entrasse nella sua vita e la cambiasse. Per la legge Onesimo è un latitante. Per la Grazia Onesimo è un membro della stessa famiglia di Filemone. È un uomo del regno. E tutto questo ora pone Filemone nella posizione di dover perdonare per amore di quella comunione che loro due hanno in Cristo. Nelle prossime settimane parleremo di questo perdono. Tu potresti giustamente dirmi: “Marco, che c'entro io con tutto questo? Non ho schiavi in fuga, e neppure schiavi. Cosa cerchi di insegnarmi oggi?" Io ti rispondo con una domanda: “Perché la Bibbia contiene una lettera così personale di un proprietario di schiavi che ha bisogno di perdonare?” Vi do un aiuto: vi ricordate le due definizioni di perdono di cui ho parlato all'inizio? Quella del mondo, per cui perdonare è “rinunciare completamente al risentimento”” e quella del Nuovo Testamento che “liberare, sciogliere, slegare”? Secondo voi Paolo quale tra queste due sta chiedendo a Filemone di applicare verso lo schiavo Onesimo? Ovvio: “liberare, sciogliere, slegare”. Paolo sta dicendo a Filemone: “Slega Onesimo! Libera Onesimo, e così libererai te stesso per l'opera di Cristo! Solo così potrai continuate ad essere efficace per Cristo!” Perdonare in senso cristiano è sia slegare l'altro sia se stessi da un peso, da un laccio, da una catena: è lo è per almeno quattro ragioni. I. Perdonare mi libera dal passato In primo luogo, se non perdoni rimarrai imprigionato dal passato. Se continuiamo a tenere il dolore, o l'angoscia, o il risentimento, o la rabbia... ... se continuiamo a farlo ci incateniamo al passato. È come grattare una piaga perché prude. Ti darà sollievo per un po'... . Ma più gratti , peggio ottieni. Alla fine avrai una ferita che è molto peggio della piaga originale. La mancanza di perdono non lascia mai guarire una ferita. E quando ciò accade tra persone del regno, tra credenti che stanno lavorando insieme, diventa una ferita che ha un impatto sulla nostra capacità di diffondere il Vangelo. II Perdonare mi libera dall'amarezza Un secondo motivo per cui è importante perdonare è perché, quando non lo facciamo, diventiamo persone amare. E più non perdoni più amaro, o amara diventi Più a lungo ricordi l'offesa, più dati accumuli su di essa. Più dati accumuli, più il problema occupa il tuo pensiero. E più occupa il tuo pensiero più modella sostanzialmente la tua persona E la ferita diventa un'infezione. III Perdonare chiude la porta al maligno Una terza ragione per cui è importante perdonare è perché, quando non perdoniamo, apriamo la porta del nostro cuore a satana. La mancanza di perdono stende un tappeto con su scritto “welcome” e invita i demoni a entrare. La Scrittura è chiara su questo punto. “Adiratevi e non peccate; il sole non tramonti sopra la vostra ira e non fate posto al diavolo.. .”(Efesini 4:26-27) Dove hai rabbia irrisolta, dove hai amarezza irrisolta, dove hai spirito che non perdona, hai ceduto il posto al diavolo. E una volta che ha un punto d'appoggio la scalata al resto della nostra vita diventa molto più facile. IV Perdonare apre il mio rapporto con Dio Un quarto motivo, e forse il più importante, per cui è importante perdonare è perché, quando non perdoniamo, ostacoliamo il nostro rapporto con Dio. Gesù ha detto: “Perché se voi perdonate agli uomini le loro colpe, il Padre vostro celeste perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonate agli uomini, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe.” (Matteo 6:14-15). Se non sono a posto con il mio prossimo, allora non sono a posto con Dio : perché mai dovrei condannarmi all'essere distante da Dio e dal non ricevere la sua benedizione? Conclusione Questa lettera personale a Filemone ci costringe a farci una domanda molto personale: “Che tipo di persona voglio essere? Incatenata al mio passato? Controllata dall'amarezza? Che apre il cuore a satana? Che ostacola la mia comunione con Dio?" Oppure voglio essere una persona che perdona come Dio mi perdona? Preghiamo.GUARDA LE DIAPOSITIVE DEL MESSAGGIOGUARDA IL MESSAGGIO IN BASSA RISOLUZIONE SU FACEBOOKGUARDA IL MESSAGGIO IN BASSA RISOLUZIONE SU INSTAGRAM---GUARDA IL VIDEO DEL MESSAGGIO IN HD (Visita il nostro sito per ascoltare la registrazione audio, vedere il video del messaggio, per scaricare gli appunti e per vedere le diapositive del messaggio)
Nel capoluogo siciliano si è tenuta una cerimonia di commemorazione in ricordo del generale Dalla Chiesa: in via Carini sono state deposte corone di alloro. Tra i presenti, il sottosegretario Nicola Molteni, il comandante generale dei carabinieri e il sindaco di Palermo.
In principio era il Verbo,e il Verbo era presso Dioe il Verbo era Dio.Egli era, in principio, presso Dio:tutto è stato fatto per mezzo di luie senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste.In lui era la vitae la vita era la luce degli uomini;la luce splende nelle tenebree le tenebre non l’hanno vinta.Venne un uomo mandato da Dio:il suo nome era Giovanni.Egli venne come testimoneper dare testimonianza alla luce,perché tutti credessero per mezzo di lui.Non era lui la luce,ma doveva dare testimonianza alla luce.Veniva nel mondo la luce vera,quella che illumina ogni uomo.Era nel mondoe il mondo è stato fatto per mezzo di lui;eppure il mondo non lo ha riconosciuto.Venne fra i suoi,e i suoi non lo hanno accolto.A quanti però lo hanno accoltoha dato potere di diventare figli di Dio:a quelli che credono nel suo nome,i quali, non da sanguené da volere di carnené da volere di uomo,ma da Dio sono stati generati.E il Verbo si fece carnee venne ad abitare in mezzo a noi;e noi abbiamo contemplato la sua gloria,gloria come del Figlio unigenitoche viene dal Padre,pieno di grazia e di verità.Giovanni gli dà testimonianza e proclama:«Era di lui che io dissi:Colui che viene dopo di meè avanti a me,perché era prima di me».Dalla sua pienezzanoi tutti abbiamo ricevuto:grazia su grazia.Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè,la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.Dio, nessuno lo ha mai visto:il Figlio unigenito, che è Dioed è nel seno del Padre,è lui che lo ha rivelato.
[...] Chiusi gli occhi e alzai le spalle, traendo un lungo sospiro per le nari. Zufolava il vento attraverso la gola arsa del camino, o sentivo io veramente, lontano lontano, il suono lento nasale cadenzato d'una zampogna? Veniva quel suono dalle parole di pianto che avevo dentro di me, e che certo, per il groppo che mi stringeva la gola, prima che la via delle labbra, avrebbero trovato quella degli occhi? Era gonfia quella zampogna lontana dei profondi sospiri della mia intensa malinconia? E quel fuoco innanzi a me non era la gregal fiammata di fasci d'avena innanzi a un rustico altarino in una piazza della mia lontanissima città natale, nelle rigide sere della pia novena? Tintinnava l'acciarino? Sonava davvero, lontano lontano, la zampogna? [...]
[...] Chiusi gli occhi e alzai le spalle, traendo un lungo sospiro per le nari. Zufolava il vento attraverso la gola arsa del camino, o sentivo io veramente, lontano lontano, il suono lento nasale cadenzato d'una zampogna? Veniva quel suono dalle parole di pianto che avevo dentro di me, e che certo, per il groppo che mi stringeva la gola, prima che la via delle labbra, avrebbero trovato quella degli occhi? Era gonfia quella zampogna lontana dei profondi sospiri della mia intensa malinconia? E quel fuoco innanzi a me non era la gregal fiammata di fasci d'avena innanzi a un rustico altarino in una piazza della mia lontanissima città natale, nelle rigide sere della pia novena? Tintinnava l'acciarino? Sonava davvero, lontano lontano, la zampogna? [...]
Negli Anni Cinquanta il governo britannico stipulò accordi sottobanco con il Primo Ministro Robert Menzies per effettuare esperimenti nucleari nel deserto del South Australia.
TESTO DELL'ARTICOLO ➜http://www.filmgarantiti.it/it/articoli.php?id=231SAN JOSÈ SANCHEZ DEL RIO, IL MARTIRE CRISTEROS 14ENNE di Paolo GulisanoQuesta mattina in Piazza San Pietro sarà proclamato santo Josè Sanchez del Rio, il piccolo martire della spaventosa persecuzione anti-cattolica che si scatenò in Messico negli anni Venti del secolo scorso. La Canonizzazione ha luogo proprio mentre ricorre infatti il 90° anniversario della rivolta dei cattolici messicani, i quali - perseguitati da un feroce regime massonico e anti-religioso - insorsero in difesa della fede e della libertà. La rivolta finì in un martirio di popolo, in un bagno di sangue che vide barbaramente uccisi migliaia di uomini, donne, bambini, religiosi, vittime di un atroce quanto lucido progetto di scristianizzazione del Paese.Fu una delle conseguenze della presa di potere di un'ideologiafortemente anti-cristiana, che si era insediata al governo sull'onda lunga delle vicende della Rivoluzione Messicana del 1910. Una classe dirigente giacobina (con forti legami con la massoneria e con centri di potere economico-finanziari internazionali) che, liquidata la fase 'populista' della Rivoluzione, quella appunto che aveva visto come protagonisti Villa e Zapata e che è stata resa celebre da tanta cinematografia hollywoodiana, venne meno a gran parte delle promesse di giustizia sociale, in particolare nei confronti dei contadini, e instaurò una forma di governo fortemente autoritaria, che, preservando gli interessi economici di pochi oligarchi (molti dei quali statunitensi), si attirò comunque il consenso dei 'progressisti' attraverso l'attuazione di una politica culturale ferocemente avversa alla Chiesa, o meglio: ad ogni espressione sociale del cristianesimo.SOPPRESSA OGNI MANIFESTAZIONE PUBBLICA DELLA CHIESAA partire dalla Costituzione del 1917 (tuttora in vigore, con qualche piccolo aggiustamento) veniva tolta alla Chiesa personalità giuridica. Vennero chiusi tutti gli ospedali, le cliniche, gli orfanotrofi, gli istituti di accoglienza, le scuole e tutti gli istituti educativi e di ospitalità retti dai cattolici. In poche parole, venne soppressa ogni realizzazione sociale, pubblica, che la fede e la carità avevano realizzato nel corso di quattro secoli in Messico. Veniva lasciata - ma solo per poco tempo - la libertà di celebrare il culto. Un cristianesimo confinato nella sagrestie e allontanato dalla società.Questa strategia era analoga ad altre messe in atto dalla Rivoluzione Francese in poi: relegare Dio in cielo e i credenti nelle chiese (una sorta di 'riserve' per chi si ostinasse ancora, dopo l'emancipazione dalla religione, a voler seguire le 'superstizioni religiose'). La finalità era la stessa di tutti i totalitarismi che pretendono di costruire l'uomo nuovo, violentando quella che è la natura dell'uomo stesso, la sua realtà concreta, in forza delle pretese dell'utopia. Come disse Lenin in uno dei più significativi esempi di questa forma mentis, «se la realtà non corrisponde alle teorie, tanto peggio per la realtà».Così avvenne per il Messico, che subì il furore ideologico di chi stabilì che il paese andava purgato da ogni segno visibile del cristianesimo, a cominciare dalla società per finire alla coscienza dei singoli. Un'immane opera di scristianizzazione compiuta con la forza. Infatti si procedette con gli arresti, con le violenze fisiche, con le minacce, con la perdita del lavoro, con le uccisioni.Di fronte a questa aggressione, i cattolici percorsero ogni via pacifica di opposizione: dalla raccolta di più di un milione di firme di protesta, al boicottaggio dei prodotti governativi, ad altre forme di resistenza civile e non violenta. La risposta del governo fu un ulteriore giro di vite: arresti, torture, fucilazioni senza nemmeno la parvenza di un processo. Ne fecero le spese tutti, anche se particolare fu l'accanimento nei confronti di religiose e sacerdoti. Alla fine, davanti alla spietata mattanza che devastava il paese, non restò che la scelta della legittima difesa in armi, allo scopo di salvaguardare i propri cari. Scoppiò la rivolta dei 'Cristeros' (così venivano definiti sprezzantemente dai governativi i fedeli, a motivo della loro devozione a Cristo Re).Non fu esattamente una guerra civile, almeno per l'idea che comunemente si ha di guerra civile, come di contrapposizione fra due fazioni politiche. Nel caso del Messico c'era invece da una parte un partito, una lobby al potere dotata di mezzi economici e di un esercito di leva obbligato a combattere contro i propri compatrioti e fratelli, e dall'altra un popolo intero che combatteva unicamente per difendere le libertà fondamentali: la libertà religiosa, la libertà di educazione per i propri figli, la libertà di vivere secondo i propri princìpi e non secondo l'ideologia imposta dallo stato. Fu una autentica guerra contro la religione, contro ogni segno della fede incarnata che pure costituiva la più autentica identità del Messico.SAN JOSÈ SANCHEZ DEL RIOTra i martiri che sfidarono questo potere e diedero la vita per testimoniare il loro amore alla Verità ci fu Josè Sanchez del Rio, un ragazzo che aveva appena tredici anni, appartenente alla Gioventù Cattolica, sezione aspiranti. Quando Callés diede inizio alla carneficina, volle far parte dell'Armata, andandosi a presentare ad uno dei suoi capi, il generale Mendoza. «Se io non sono in grado di portare il fucile - disse - potrà servirsi di me in molti modi, come custodire i cavalli, lavorare in cucina, portare l'acqua e le munizioni».Volle essere un Soldato di Cristo Re. Scrisse alla madre: «Mamma, non lasciarmi perdere la bella occasione di guadagnarmi il Paradiso con così poca fatica e molto presto». Josè è ricordato come un bambino vivace, un amico per tutti pronto al gioco e allo scherzo, ma che non tralasciava mai di partecipare ogni giorno alla Messa e di accostarsi ai Sacramenti. Nell'accampamento era il beniamino. Pochi mesi dopo il suo arruolamento fu ammesso a fare parte del corpo di spedizione che si impegnò a fondo nella battaglia di Cotija il 5 febbraio 1928. Sanchez si trovava presso il generale Mendoza. Quando il cavallo del suo superiore cadde ucciso al suolo, il piccolo soldato saltò a terra, offrendo al generale la sua cavalcatura. Il suo gesto non servì: vennero fatti entrambi prigionieri. I nemici si stupirono per la presenza di un bambino tra le fila dei cristeros: lo minacciarono di fucilazione se non avesse dato notizie sui ribelli. Josè si oppose, sdegnato.Venne rinchiuso nella Chiesa del villaggio, che era stata trasformata in pollaio. Josè passò la notte pregando, ma quando si accorse, alle prime luci dell'alba, della presenza di galli e galline nella chiesa, preso dall'indignazione tirò il collo a tutti gli animali. Quando i carcerieri se ne resero conto, lo picchiarono selvaggiamente. Alle botte Josè rispose: «Lasciatemi vivo per la fucilazione, per morire martire». Per fargli paura lo fecero assistere alle impiccagioni di altri prigionieri, ma Josè non si fece prendere dalla disperazione, e pregava per loro. Gli fu permesso di scrivere alla mamma: «Cara mamma, mi hanno catturato e stanotte mi fucileranno. E' venuta l'ora che io ho atteso tanto. Io ti saluto insieme ai miei fratelli, e ti prometto che in Paradiso preparerò un buon posto anche per voi tutti».Si firmò Josè Sanchez del Rio, «che muore in difesa della Fede, per amore di Cristo Re e della Regina di Guadalupe». Fu ucciso, in odio alla Fede, il 10 Febbraio 1928.TESTIMONIARE LA PROPRIA FEDEIl grande intellettuale francese Andre Frossard scriveva anni fa «il mondo vuole un cristianesimo smorto e pusillanime, ansioso di ottenere il diritto di cittadinanza in una società che lo disprezza». Josè e i Cristeros ci insegnano ancora oggi che il cristiano non deve avere paura di fronte al mondo di testimoniare la propria fede. Ma la sua canonizzazione avviene in un contesto storico sia locale che globale che non può non interrogarci e riattualizza quel sacrificio. Ancora oggi, come 87 anni fa, il Messico sta vivendo una nuova ondata di persecuzioni e politiche totalitarie. L'imponente manifestazione del Frente Nacional por la Familianasce proprio come reazione alla decisione del presidente del Messico di impedire la libertà di educazione e quella religiosa, attraverso i vessilli della teoria gender che si vuole introdurre in tutte le scuole oltre all'introduzione del matrimonio omosessuale.Vescovi messicani iniziano ad essere denunciati e molte scuole sono chiamate al sacrificio della perdita dell'accreditamento, come mostrato anche in Spagna.A queste politiche distruttive per l'uomo, non meno anticlericali di quelle delle lobby massoniche al governo nel Paese centr'americano, si si oppone, oggi come ieri, con le armi della preghiera, della testimonianza pubblica e della fede e non è un caso che nel corso dei tanti cortei di piazza, gli oltre 2 milioni di camisetas blancas abbiano issato l'effige di Sanchez Del Rio che al grido di que viva Cristo rey ha fatto risplendere la sua gloria in un campo di battaglia che lo vedeva martire.Il suo sacrificio ci arriva ancor oggi in un mondo ostile alla proposta cristiana e alla verità ultima sull'uomo, un mondo che attraverso nuove forme di ideologia vuole tappare la bocca alla libertà.
Salvatore Riina, detto Totò (Corleone, 16 novembre 1930 – Parma, 17 novembre 2017), è stato un mafioso italiano, boss di Cosa Nostra e considerato il capo dell'organizzazione dal 1982 fino al suo arresto, avvenuto il 15 gennaio 1993. Secondo molti, fu il mafioso più potente, pericoloso e sanguinario di tutta Cosa Nostra in quegli anni, talvolta menzionato come "Il capo dei capi". Veniva indicato anche con i soprannomi: û curtu, per via della sua bassa statura e La Belva, per indicare la sua brutalità sanguinaria.
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La 6° puntata del ciclo "Pregare la Scrittura" - "Solo da Dio grazia su grazia". II DOMENICA DOPO NATALE Gv 1,1-18 Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi. In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era, in principio, presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste. In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno vinta. Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce. Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Era nel mondo e il mondo è stato fatto per mezzo di lui; eppure il mondo non lo ha riconosciuto. Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto. A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali, non da sangue né da volere di carne né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati. E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità. Giovanni gli dà testimonianza e proclama: «Era di lui che io dissi: Colui che viene dopo di me è avanti a me, perché era prima di me». Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto: grazia su grazia. Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo. Dio, nessuno lo ha mai visto: il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato.
A Piccoli Sorsi - Commento alla Parola del giorno delle Apostole della Vita Interiore
- Premere il tasto PLAY per ascoltare la catechesi del giorno -+ Dal Vangelo secondo Giovanni +In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era, in principio, presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste. In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l'hanno vinta.Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce.Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Era nel mondo e il mondo è stato fatto per mezzo di lui; eppure il mondo non lo ha riconosciuto. Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto. A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali, non da sangue né da volere di carne né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati.E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità. Giovanni gli dà testimonianza e proclama: «Era di lui che io dissi: Colui che viene dopo di me è avanti a me, perché era prima di me». Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto: grazia su grazia. Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.Dio, nessuno lo ha mai visto: il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato.Parola del Signore.Parola del Signore.
+ Dal Vangelo secondo GiovanniIn principio era il Verbo,e il Verbo era presso Dioe il Verbo era Dio.Egli era, in principio, presso Dio:tutto è stato fatto per mezzo di luie senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste.In lui era la vitae la vita era la luce degli uomini;la luce splende nelle tenebree le tenebre non l’hanno vinta.Venne un uomo mandato da Dio:il suo nome era Giovanni.Egli venne come testimoneper dare testimonianza alla luce,perché tutti credessero per mezzo di lui.Non era lui la luce,ma doveva dare testimonianza alla luce.Veniva nel mondo la luce vera,quella che illumina ogni uomo.Era nel mondoe il mondo è stato fatto per mezzo di lui;eppure il mondo non lo ha riconosciuto.Venne fra i suoi,e i suoi non lo hanno accolto.A quanti però lo hanno accoltoha dato potere di diventare figli di Dio:a quelli che credono nel suo nome,i quali, non da sanguené da volere di carnené da volere di uomo,ma da Dio sono stati generati.E il Verbo si fece carnee venne ad abitare in mezzo a noi;e noi abbiamo contemplato la sua gloria,gloria come del Figlio unigenitoche viene dal Padre,pieno di grazia e di verità.Giovanni gli dà testimonianza e proclama:«Era di lui che io dissi:Colui che viene dopo di meè avanti a me,perché era prima di me».Dalla sua pienezzanoi tutti abbiamo ricevuto:grazia su grazia.Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè,la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.Dio, nessuno lo ha mai visto:il Figlio unigenito, che è Dioed è nel seno del Padre,è lui che lo ha rivelato.
[...] Zufolava il vento attraverso la gola arsa del camino, o sentivo io veramente, lontano lontano, il suono lento nasale cadenzato d'una zampogna? Veniva quel suono dalle parole di pianto che avevo dentro di me, e che certo, per il groppo che mi stringeva la gola, prima che la via delle labbra, avrebbero trovato quella degli occhi? Era gonfia quella zampogna lontana dei profondi sospiri della mia intensa malinconia? E quel fuoco innanzi a me non era la gregal fiammata di fasci d'avena innanzi a un rustico altarino in una piazza della mia lontanissima città natale, nelle rigide sere della pia novena? Tintinnava l'acciarino? Sonava davvero, lontano lontano, la zampogna? [...]
“Se mi fossi trovato al posto di Carola Rackete, avrei agito esattamente come lei”. Lo ha affermato il parlamentare del Pd Matteo Orfini, in un’intervista rilasciata a La Stampa, a proposito della decisione della capitana della Sea Watch 3 Carola Rackete di forzare il blocco navale entrando nel porto di Lampedusa per far scendere i migranti a bordo. “Veniva da giorni di prese in giro e noi stessi ci eravamo spesi e ottenuto impegni da parte del governo: se c’è un accordo, scendono in cinque minuti. Lo stato a bordo era diventato insopportabile, per un atteggiamento del governo che non saprei definire altrimenti: agghiacciante. A freddo ho ripensato a quel momento. E mi sono dato la stessa risposta”, ha spiegato l'esponente dem.
Un paio di mesetti fa ho comprato un corso online da MILLE euro. Veniva sottolineato come IL RIMBORSO NON ESISTEVA.È stato uno dei corsi PEGGIORI che io abbia mai visto, molto peggio di corsi da 10/20 euro di cui è pieno il web.Mi sono sentito letteralmente TRUFFATO.Ma la domanda è: TUTTI I CORSI SONO INUTILI?Nel video il mio punto di vista!Massimo MartininiP.s. se non sei ancora iscritto alle mie pillole via mail, fallo gratuitamente cliccando qui: https://goo.gl/yHE1oy...e ricorda di iscriverti al mio canale YouTube: https://goo.gl/J61QTy
Ion Cazacu fu ucciso dal suo datore di lavoro che gli diede fuoco perchè non sopportava che Ion rivendicasse i propri diritti. Cazacu aveva 40 anni quando il 14 aprile del 2000 morì per le ustioni che coprivano gran parte del suo corpo. Veniva dalla Romania, era ingegnere, ma a Gallarate trovò solo un lavoro da piastrellista. “Di questa infamità vergognosa noi, spettatori spesso indifferenti, siamo del tutto colpevoli”: sono le parole di Dario Fo che insieme a Florina Cazucu, figlia di Ion, ha scritto un libro che racconta la storia dell'ingegnere venuto dalla Romania. “Un uomo bruciato vivo” (Chiarelettere) è il titolo del libro. Florina è stata ospite oggi a Memos.
Ion Cazacu fu ucciso dal suo datore di lavoro che gli diede fuoco perchè non sopportava che Ion rivendicasse i propri diritti. Cazacu aveva 40 anni quando il 14 aprile del 2000 morì per le ustioni che coprivano gran parte del suo corpo. Veniva dalla Romania, era ingegnere, ma a Gallarate trovò solo un lavoro da piastrellista. “Di questa infamità vergognosa noi, spettatori spesso indifferenti, siamo del tutto colpevoli”: sono le parole di Dario Fo che insieme a Florina Cazucu, figlia di Ion, ha scritto un libro che racconta la storia dell'ingegnere venuto dalla Romania. “Un uomo bruciato vivo” (Chiarelettere) è il titolo del libro. Florina è stata ospite oggi a Memos.
Ion Cazacu fu ucciso dal suo datore di lavoro che gli diede fuoco perchè non sopportava che Ion rivendicasse i propri diritti. Cazacu aveva 40 anni quando il 14 aprile del 2000 morì per le ustioni che coprivano gran parte del suo corpo. Veniva dalla Romania, era ingegnere, ma a Gallarate trovò solo un lavoro da piastrellista. “Di questa infamità vergognosa noi, spettatori spesso indifferenti, siamo del tutto colpevoli”: sono le parole di Dario Fo che insieme a Florina Cazucu, figlia di Ion, ha scritto un libro che racconta la storia dell'ingegnere venuto dalla Romania. “Un uomo bruciato vivo” (Chiarelettere) è il titolo del libro. Florina è stata ospite oggi a Memos.
Salvo Palazzolo, giornalista de "La Repubblica" di Palermo - Prof. Nando Dalla Chiesa, Docente di Sociologia della Criminalità organizzata all'Università degli studi di Milano.