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Zaccheo, scendi presto, perché oggi devo fermarmi in casa tua.Luca 19:5
Pietro Rabitti"Dialogo intimo e insolito"Con quindici personaggi biblici per scoprire chi siamoPrefazione del Cardinale Matteo Maria ZuppiEdizioni Messaggero Padovawww.edizionimessaggero.itRileggere in maniera esistenziale la storia di quindici figure bibliche mettendosi nei loro panni e raccontando il loro vissuto in prima persona. Esplorare come le loro vicende possano illuminare le nostre e, viceversa, come le nostre possano aiutarci a entrare in dialogo con quelle storie, cronologicamente distanti, ma vicine nelle dinamiche del cuore. Una meditazione esistenziale, partendo da antiche pagine, adatta anche ai non credenti. 15 personaggi analizzati: L'Emorroissa, Giobbe, Isacco, Giacobbe, Zaccaria, Giuseppe, Giovanni Battista, Mosè, Anna, Zaccheo, L'Adultera, Ester, Il figlio minore, Marta, Maddalena.Pietro Rabitti nato a Reggio Emilia il 19 maggio 1977. Ha conseguito prima il baccellierato nel 2003 (RE), poi la licenza in teologia presso la facoltà dell'Emilia Romagna (BO) nel 2014. Attualmente insegna religione cattolica presso il Liceo G. Cevolani a Cento ed è guida escursionistica ambientale. Ha pubblicato Risonanze. Dialogando sottovoce. La buona notizia dietro le quinte (Edizioni San Lorenzo 2021) e una serie di poesie per la casa editrice Pagine nella collana «Luci Sparse 37».IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
Liturgia della Settimana - Il Commento e il Vangelo del giorno
Nel racconto odierno l'evangelista Luca vuole unire in uno sguardo d'insieme il correre di Zaccheo e l'amore di Gesù che lo cerca in quell'alzar gli occhi e scorgerlo fra i rami, primizia della sua offerta, che consumerà in Gerusalemme. Mentre Gesù attraversava la città, la gente si affollava intorno a lui. Anche un uomo di nome Zaccheo, capo dei pubblicani e ricco, voleva vederlo. Ma la folla glielo impediva perché era basso di statura. La sua posizione civile come capo dei pubblicani e come gabelliere era un impedimento morale e sociale insormontabile per potere vedere e accogliere Gesù. Ma l'incontro si realizza al di là delle aspettative di Zaccheo nella giustizia del regno, che Gesù veniva a inaugurare. La salvezza impossibile a tutti, non lo è a Dio, che in Gesù “veniva a cercare e a salvare ciò che era perduto”. Finalmente il desiderio di Zaccheo di vedere Gesù si incontra con quello di Gesù: “Zaccheo, scendi in fretta, perché oggi stesso devo fermarmi a casa tua”. Con grande gioia lo accolse in casa sua, suscitando le critiche di tutti, perché gli esattori delle imposte per conto dei romani erano considerati peccatori pubblici e odiati non poco. Ma questo Zaccheo non lo considerava più, perché era pieno di gioia e, non importava nemmeno a Gesù, che è “venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto”. E' il faccia a faccia con il suo Salvatore, al quale ciascuno è chiamato. Quest'uomo ricco, arricchitosi a suo modo, fa davanti al Signore la sua confessione e il suo proposito. Ben al di là di quanto stabiliva la Legge, egli restituisce quanto ha sottratto. E per esprimere la sua conversione si impegna solennemente: “Ecco Signore, io do la metà dei miei beni ai poveri”. Mentre il giovane ricco va gioiosamente incontro a Gesù e alla risposta richiesta, divenne assai triste, perché era molto ricco, Zaccheo, anch'egli uomo ricco, compie di sua iniziativa il gesto di liberazione dal peso delle ricchezze, condividendole con i poveri. La trasformazione interiore dell'uomo, che Dio opera in noi, deve infatti proiettarsi all'esterno, in un'azione fraterna e liberatrice, sulla comunità umana nella quale il cristiano vive e condivide.
Zaccheo, un ricco capo dei pubblicani, desiderava vedere Gesù, ma a causa della sua bassa statura, salì su un sicomoro per osservarlo. Gesù lo notò e lo invitò a scendere, dicendogli che sarebbe andato a casa sua. Nonostante le critiche della folla, Zaccheo promise di donare metà dei suoi beni ai poveri e di restituire quattro volte tanto a chi aveva frodato. Gesù dichiarò che la salvezza era arrivata in casa sua, poiché era venuto a salvare chi era perduto. Il racconto sottolinea l'importanza di cercare Gesù e accoglierlo nella propria vita.
“Zaccheo, scendi presto, perché oggi devo fermarmi in casa tua”.Luca 19:5
ROMA (ITALPRESS) - "Questo rapporto rappresenta per noi un giro di boa, cade a metà del secondo mandato, da una lato ci permette di fare un bilancio, un bilancio importante e dall'altro andare a definire quelle che saranno le linee future". Lo ha detto il presidente dell'Autorità di Regolazione dei Trasporti, Nicola Zaccheo, a margine della presentazione della relazione annuale in Senato. "La cosa più importante che emerge è che gli aspetti e le criticità che sono legate all'attuazione del Pnrr, dei grandi investimenti, hanno permesso l' autorità di rafforzare le proprie funzioni, i propri poteri - ha aggiunto - in maniera sempre più decisa e importante riesce a tutelare al meglio i diritti di tutti gli utenti, i passeggeri da un lato ma anche le condizioni di equilibrio, terzietà, bilanciamento dei mercati. In questi primi 4 anni della nostra consiliatura siamo riusciti a superare tante criticità e contenziosi, e quindi adesso stiamo esercitando a pieno le nostre funzioni".xc3/col3/gtr
Liturgia della Settimana - Il Commento e il Vangelo del giorno
Nel nostro monastero di Bassano Romano, celebriamo oggi la dedicazione della nostra chiesa in cui i monaci, da decenni si riuniscono sia per la celebrazione dei sacramenti, sia per la preghiera personale. Il vangelo per la solennità è quello di Zaccheo che deve scendere già dall'albero perché "oggi la salvezza è entrata nella mia casa". Noi preferiamo di inserire sul sito le letture del giorno perché pochi saranno presenti qui, nella nostra chiesa, a sentire le letture della festa. Nel vangelo del giorno, allora, Gesù risuscita il figlio di una vedova di Nàin. Stavolta, nell'episodio, così com'è raccontato, manca un'esplicita richiesta rivolta a Gesù per compiere il miracolo. Egli stesso prende l'iniziativa, sicuro dei risultati. Gesù sa guardare ai cuori delle persone e la sua compassione si muove quando riconosce cuori retti e puliti, anche se in difficoltà. Egli è venuto a guarire, a dare conforto e portare la salvezza per tutti gli uomini. I miracoli sono segni della potenza divina ma hanno sempre alla base dei sentimenti di compassione umani. E' il Divino fatto uomo, che agisce come uomo, ha gli stessi sentimenti degli uomini e prova dolore e compassione. Anche stavolta possiamo trarre un insegnamento chiaro per noi, che viviamo tempi dove si preconfezionano figure d'uomini stereotipate. La nostra vera umanità, di uomini e donne, si esprime anche nell'essere partecipi dei dolori altrui, nel cercare le strade migliori per alleviarli: ecco perché diciamo che la sequela di Cristo non solo ci prepara un posto per la Vita Eterna ma migliora proprio il nostro essere uomini.
Benvenuti ai 4 Vangeli-letture in 1 anno 5 gg a settimanaOggi: La conversione di ZaccheoZaccheo19 Mentre Gesù passava per Gerico, 2 un tale di nome Zaccheo, un capo degli esattori delle tasse (naturalmente molto ricco), 3 cercava di vedere Gesù, ma non vi riusciva, perché cʼera troppa gente e lui era troppo basso di statura. 4 Allora corse avanti e salì su un albero di sicomòro lungo la strada dove Gesù doveva passare.5 Quando Gesù passò di lì, alzò gli occhi verso Zaccheo e gli disse: «Zaccheo, svelto, scendi, perché oggi mi fermerò a casa tua!»6 Zaccheo scese in fretta, e con grande gioia ed eccitazione accolse Gesù in casa sua. 7 Ma tutti ci rimasero male. «Si è fatto ospitare da un noto peccatore!» commentavano.8 Nel frattempo, Zaccheo, in piedi davanti al Signore, diceva: «Signore, la metà delle mie ricchezze la do ai poveri e, se mi accorgo di aver imbrogliato qualcuno sulle tasse, gli renderò quattro volte tanto!»9-10 Allora Gesù gli disse: «Oggi la salvezza è davvero entrata in questa casa! Perché anche questʼuomo è un figlio di Abramo, ed io, il Messia, sono venuto a cercare e a salvare quelli che erano perduti come lui».lascia un commentoSupport the show
Welcome to the Personal Development Trailblazers Podcast! In this episode, we dive into the transformative power of color psychology, helping you discover your personal power color and how it can boost your confidence, influence, and overall energy. Shirley Zaccheo is the CEO of You & Improved. She is an Image Consultant and Colorholic closet expert on a mission to invite people to see and experience the color that exists in and around us. With over 21 years of professional experience, Shirley works with clients to find their true colors and help them utilize color to reach their goals through image consultation, closet evaluation, shopping education, and color implementation. Shirley's goal is to help you Maximize YOUR Best 7 Image and to help you Put a Pop of Color In It! Connect with Shirley here: https://www.facebook.com/letsgetYouandImproved https://www.instagram.com/sazzac68/ https://www.linkedin.com/in/shirley-zaccheo-53582961/ https://www.tiktok.com/@theecoloranalysisexpert https://bit.ly/2RxZuuS https://www.you-n-improved.com/ Grab the freebie here: https://www.you-n-improved.com/style =================================== If you enjoyed this episode, remember to hit the like button and subscribe. Then share this episode with your friends. Thanks for watching the Personal Development Trailblazers Podcast. This podcast is part of the Digital Trailblazer family of podcasts. To learn more about Digital Trailblazer and what we do to help entrepreneurs, go to DigitalTrailblazer.com. Are you a coach, consultant, expert, or online course creator? Then we'd love to invite you to our FREE Facebook Group where you can learn the best strategies to land more high-ticket clients and customers. Request to join here: https://www.facebook.com/groups/profitablecoursecreators QUICK LINKS: APPLY TO BE FEATURED: https://app.digitaltrailblazer.com/podcast-guest-application GET MORE CLIENTS: https://app.digitaltrailblazer.com/client-acquisition-accelerator-pdf DIGITAL TRAILBLAZER: https://digitaltrailblazer.com/ JOIN OUR FREE FACEBOOK GROUP: https://www.facebook.com/groups/profitablecoursecreators
PENDENTE: Rubrica su Cinema, letteratura, fumetto ed esperienze culturali
"I personaggi del nostro cinema vivono tutti in solitudine. Nudi di sentimenti, nudi di ossessioni, agiscono in un modo del quale non è mai possibile vedere gli orizzonti, i confini. Mai proiettati in un paesaggio: alle loro spalle o dinnanzi ai loro occhi restano stanze fredde, spazi disabitati" Torniamo indietro agli albori del cinema italiano per ricordare la carriera di uno dei suoi più grandi maestri. Ecco a voi la vita (cinematografica e non solo) di Giuseppe De Santis. Non contento dei suoi successi, De Santis propone al pubblico un film all'epoca controverso ma che confermava il talento di De Santis come narratore avanti con i tempi e deciso a parlare per davvero dei mali della società di allora come di quella odierna. E quindi ecco il dramma sentimentale "Un marito per Anna Zaccheo". --- Send in a voice message: https://podcasters.spotify.com/pod/show/madmike3/message
Alzati gli occhi, [lo vide e] gli disse: “Zaccheo, scendi presto, perché oggi devo fermarmi a casa tua”. Luca 19:5
A Piccoli Sorsi - Commento alla Parola del giorno delle Apostole della Vita Interiore
- Premi il tasto PLAY per ascoltare la catechesi del giorno e condividi con altri se vuoi -+ Dal Vangelo secondo Luca +In quel tempo Gesù entrò nella città di Gerico e la stava attraversando, quand'ecco un uomo, di nome Zaccheo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere chi era Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, perché era piccolo di statura. Allora corse avanti e, per riuscire a vederlo, salì su un sicomoro, perché doveva passare di là. Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse:– Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua.Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia. Vedendo ciò, tutti mormoravano: «È entrato in casa di un peccatore!». Ma Zaccheo, alzatosi, disse al Signore:– Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto.Gesù gli rispose:– Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch'egli è figlio di Abramo. Il Figlio dell'uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto.Parola del Signore.
Realizing that his traditional therapy was failing kids with substance abuse and mental health challenges, Bob Zaccheo was tired of it and so one day he decided to do something wildly different. His Project LIFT now successfully trains over 1,000 troubled teens a year in 11 different trades, while they do therapy in these natural settings, such as "under the hood of a car". They're solving 4 of society's biggest challenges all at once (the skilled trades gap, poverty, mental health, addiction) and there should be a chapter in every region of America.See omnystudio.com/listener for privacy information.
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Il Messaggio di Oggi: “GESÙ GLI DISSE ZACCHEO SCENDI PRESTO” • Luca 19: 5 • Apocalisse 3: 17 • Apocalisse 3: 20 • Luca 19: 6 • Luca 19: 8-9 • Atti 9: 1-2 • Galati 1 :15 • Atti 9: 3 • Atti 9: 6 • Atti 9: 19 • Atti 9: 18 • Atti 9: 17 • Atti 9: 20 • Giovanni 4: 18 • Giovanni 4: 15 • Giovanni 4: 25-26 • Giovanni 4: 42 • Marco 9: 34-36 • Atti 1: 18 • Atti 2: 4--Guarda Canale 245 | Tivùsat 454 | Sky 854Scopri di più su www.paroledivita.org/linkinbio
Benvenuti ai 4 Vangeli-letture in 1 anno 5 gg a settimanaOggi: La conversione di ZaccheoZaccheo19 Mentre Gesù passava per Gerico, 2 un tale di nome Zaccheo, un capo degli esattori delle tasse (naturalmente molto ricco), 3 cercava di vedere Gesù, ma non vi riusciva, perché cʼera troppa gente e lui era troppo basso di statura. 4 Allora corse avanti e salì su un albero di sicomòro lungo la strada dove Gesù doveva passare.5 Quando Gesù passò di lì, alzò gli occhi verso Zaccheo e gli disse: «Zaccheo, svelto, scendi, perché oggi mi fermerò a casa tua!»6 Zaccheo scese in fretta, e con grande gioia ed eccitazione accolse Gesù in casa sua. 7 Ma tutti ci rimasero male. «Si è fatto ospitare da un noto peccatore!» commentavano.8 Nel frattempo, Zaccheo, in piedi davanti al Signore, diceva: «Signore, la metà delle mie ricchezze la do ai poveri e, se mi accorgo di aver imbrogliato qualcuno sulle tasse, gli renderò quattro volte tanto!»9-10 Allora Gesù gli disse: «Oggi la salvezza è davvero entrata in questa casa! Perché anche questʼuomo è un figlio di Abramo, ed io, il Messia, sono venuto a cercare e a salvare quelli che erano perduti come lui».Support the show
Oggi la salvezza è entrata in questa casa.Luca 19:9
Gesù all'incontro di Zaccheo in prossimità della PasquaTrascrizione (non corretta dall'autore)
Gesù ci ha dato l'esempio perfetto di come essere leoni per lui, senza innalzarci e senza essere aggressivi, ma restando fermi nella nostra fede per essere una testimonianza per gli altri ed un aiuto per coloro che lo cercano. ---Predicatrice: Lucia Pedoto CLICCA SUL TITOLO PER ASCOLTARE IL MESSAGGIOTempo di lettura: 14 minutiTempo di ascolto audio/visione video: 22 minutiQualche settimana fa abbiamo parlato del nostro Gesù che è il leone e agnello nello stesso tempo. Abbiamo detto che è forte, ruggente come un leone; è un re che non verrà mai più smosso. Ma allo stesso tempo è agnello; si è immolato per noi, è morto per noi, si è fatto maltrattare senza proferire parola.E c'eravamo lasciati con un punto di domanda: “Come possiamo noi essere leoni e agnelli come Gesù?” Ne parleremo oggi e la prossima volta che predicherò. E partirei da questo versetto: "Siate dunque imitatori di Dio, come figli amati" (Efesini 5:1)Mi è piaciuta molto e la volevo condividere con voi la traduzione di The Message, perché la vedo molto pratica; è più facile da capire"Guarda cosa fa Dio e poi fallo, come i bambini che imparano il comportamento corretto dai propri genitori." (trad. Bibbia "The Message")Perciò la prima cosa da fare se vogliamo essere imitatori di Gesù , è vedere Gesù cosa fa. Quindi oggi vedremo tre comportamenti di Gesù che possono aiutarci a diventare dei leoni, dei leoni spirituali, dei leoni nella vita.Questo che leggeremo tra poco è il primo aneddoto che c'è nellaBibbia di quello che ha detto e fatto Gesù in tutta la sua opera grandiosa qui sulla Terra con noi, e Dio ha voluto che sapessimo questo.Stiamo parlando di un Gesù che ha dodici anni; c'è qualcuno che ha dodici anni qui dentro? Non imbrogliate eh, vi faccio tirar fuori le carte d'identità! Ce l'abbiamo un dodicenne? Si, mio figlio Giovanni è un dodicenne e non servono documenti perché c'ero, me lo ricordo... sì ha dodici anni.Si avvicinava il periodo di festeggiamenti di Pasqua; Gesù, Maria e Giuseppe partono a piedi da Nazareth per andare a Gerusalemme. Erano in tantissimi; era una lunga carovana di persone perché piano piano che passavano nei paesi altri si accodava a questa carovana e insieme si andava a piedi a festeggiare questa Pasqua a Gerusalemme, che vi ricordo, lo sapete già, a quei tempi la Pasqua era il ricordo e il festeggiamento dell'Esodo, di Dio che aveva liberato il popolo d'Israele dall'Egitto.Cosa succede? Vanno a Gerusalemme, festeggiano la Pasqua, si rimettono in cammino, prendono “armi, bagagli e bagattelle” e partono; dopo un giorno di cammino Maria (tipo come nel film “Mamma ho perso l'aereo”) realizza che era un po' che non vedeva Gesù. Inizia a chiedere a quelli che erano con loro, parenti e amici, se l 'avessero visto... ma non c'era! Cosa fanno, dopo un giorno di cammino a piedi? Tornano a Gerusalemme, lo cercano, e dopo tre giorni lo trovano: era nel Tempio! Mi veniva da ridere, perché pensavo alla versione italiana di Maria: “No Gesù! Ma dove eri? Mi ha fatto venire i capelli bianchi! Mannaggia a me, ma perché non sono stata ferma! No tu mi farai cascare tutti i capelli! Io sono disperata, non ce la faccio a stati dietro!”Invece credo che Maria non abbia reagito così; io credo che Maria, quando ha visto Gesù nel Tempio, abbia guardato questo ragazzo, il suo amato figlio, e abbia pensato: “Ci siamo, sta per essere svelato al mondo chi veramente è lui.” E quindi gli ha semplicemente cosa fosse successo; e Gesù con la sua pace inimitabile, con la pace che solo lui può avere risponde a dodici anni così:"Ed egli disse loro: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io dovevo trovarmi nella casa del Padre mio?»" (Luca 2:49)Perché il Signore voleva che sapessimo questo? Ha fatto talmente tante cose grandi Gesù, guarigioni per tutti i peccati... Ma la prima cosa in assoluto che ha fatto è stata una dichiarazione di fede: dobbiamo partire da lì. Quello è il punto di partenza; era nel tempio con dei maestri con degli esperti della Parola, eppure loro si meravigliavano di lui, della saggezza che aveva, delle cose e delle risposte che dava. Era veramente un leone, un leone ruggente.Quindi, cosa possiamo fare noi per imitare in queste cose Gesù?"...glorificate il Cristo come Signore nei vostri cuori. Siate sempre pronti a rendere conto della speranza che è in voi a tutti quelli che vi chiedono spiegazioni..." (1Pietro 3:15)"Infatti non mi vergogno del vangelo; perché esso è potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede, del Giudeo prima e poi del Greco." (Romani 1:16)Perciò partiamo da questo per essere dei veri leoni ruggenti nella fede e nella vita di tutti i giorni: dobbiamo dichiarare in chi crediamo. Certo con mansuetudine e non con prepotenza e con insistenza, ma con mansuetudine dobbiamo cercare sempre il modo di poter dire: “Io credo in Gesù.” Per esempio, quando ci chiedono: “Ma perché sei gioiosa e fiduciosa? Non hai lavoro, hai mille malattie, mille problemi a casa... ma che hai per essere gioiosa speranzosa?". Si, ho Gesù. La mia speranza viene dal Signore, da qualcosa che non è qui in questo momento e che tu puoi toccare. Ma una cosa che io ho nel cuore e che arriverà. Una speranza certa, la speranza della certezza che Gesù tornerà; e non mi serve nient'altro.Esistono due tipi di paure o di vergogna nel proclamare la propria fede. C'è la paura fisica, che hanno sicuramente i nostri fratelli credenti che vivono nelle zone dove i cristiani sono ancora perseguitati. Una paura reale, tangibile: torture e morte.E poi c'è la nostra la nostra; è meno evidente, ma non è da sottovalutare. La nostra è una paura sociale. Nel mondo in cui viviamo, dove tutto è velocissimo, dove quello che voglio lo voglio ora, e tutto è perfetto tutto è a mia disposizione, e devo essere io al centro dell'universo, dichiarare di essere credenti in Gesù spesso ci rende agli occhi delle persone fanatici, illusi, sciocchi.A me è capitato anche che mi dicessero: “Ma sei intelligente, ancora stai a pensare a Gesù?”. E il credere in Gesù ti sminuisce. Quindi non è poca questa paura; la paura di essere umiliati. Io penso ai miei figli, che sono quasi adolescenti: ma quanto bisogna essere coraggiosi per essere in un gruppo di adolescenti che pensano alle ragazze, che già vedono immagini non propriamente pulite, che già pensano ai primi vizi da poter prendere, dire: “Ma io credo in Gesù!”. Per me è un atto di veramente di coraggio.Oppure un lavoratore che sta con i colleghi; si prendono una birretta a fine turno, fanno quattro chiacchiere dove si parla di qualsiasi cosa: “Io sono credente!”. Ci vuole coraggio. Ci siamo trovati tutti in questa situazione; non è facile e questo che significa veramente essere leoni, proclamare la propria fede. E vi dico una cosa , e questa ve la garantisco: se dite in un gruppo di persone che siete credenti, sicuramente l' per lì si fanno coraggio l'uno con l'altro e vi prendono in giro, ma vi assicuro che almeno uno di loro vi verrà a chiedere qualche cosa, un approfondimento, una spiegazione. Verrà in privato vi manderà un messaggio... Perché il seme di Dio da qualche parte arriva sempre. E chi lo sa che una semplice dichiarazione di fede vi possa portare ad essere vi quello che abbiamo detto qualche predicazione fa, un ponte tra quella persona e Gesù.Cosa altro ha fatto Gesù che noi possiamo imitare? Ecco la seconda cosa"Allora Gesù gli disse: «Vattene, Satana, poiché sta scritto: “Adora il Signore Dio tuo e a lui solo rendi il culto”». Allora il diavolo lo lasciò, ed ecco degli angeli si avvicinarono a lui e lo servivano." (Matteo 4:10-11)Che cos'altro ha fatto Gesù? Ha resistito alle tentazioni, e l'ha fatto da uomo, lo abbiamo detto più volte.Parliamo spesso di questo argomento, però oggi con voi mi andava di parlare non delle cose più eclatanti, le tentazioni della droga, dell'alcol, la violenza, la prostituzione, la pornografia, perché queste infatti servono talvolta a crearci un alibi: “Io non bevo, non mi drogo, non vado a prostitute, non vedo porno, per cui sono fuori da questo discorso!”.Io parlo di quelle tentazioni radicate proprio dentro all'uomo, quelle che sono nate con noi. Ma quanto è dolce parlar male di qualcuno che vi ha fatto un torto? Ma quanto è bello sfogare la rabbia con le parolacce e tirare un oggetto quando siete nervosi? Ma quanto è piacevole di una bella parolaccia quando vi cade qualcosa dalle mani o state preparando qualcosa che non vi riesce? E che soddisfazione è quando va male qualcosa a qualcuno che vi ha fatto un torto?Io credo che questo sia capitato almeno una volta a tutti noi... Almeno una volta al giorno, ragazzi! Questo è proprio come siamo fatti; noi siamo impastati proprio così. Oppure, quando voglio fare quell'imbroglietto e recupero qualche soldino... tanto lo posso fare!Vi capita mai di uscire di casa con tutti i buoni intenti? Io ad esempio sto in un posto di lavoro dove l'asticella delle mie arrabbiature la devo sempre alzare di più; perché la vita è come una palestra, noi qui siamo per allenare i nostri muscoli spirituali a migliorarci sempre di più e a cercare di fare meno degli errori perché poi, quando impareremo a fare meno quelli, ci saranno altri errori da correggere.Quando io vado al lavoro, prego per tutto il tragitto; e anche quando sto mettendo il primo piede dentro e si aprono le porte, dico: “Signore per favore aiutami a resistere.”. Ma non tanto a resistere perché quello a cui tu resisti prima o poi ti cade addosso; immaginatevi di tenere la porta di un armadio pienissimo di vestiti: tenete la porta perché altrimenti vi vengono tutti addosso. Quanto si può resistere? Cinque, dieci minuti? Non potrete restare tutta la vita a reggere la porta... e prima o poi vi cadranno addosso. Quindi quando si parla di tentazioni usiamo sempre la parola resistere, perché è la più facile; ma dobbiamo proprio cercare e chiedere a Dio di farcele scivolare da addosso, così che non siano più attraenti per noi.Quindi io entro e dico: “Signore per favore, aiutami!” E puntualmente Satana, che è intelligentissimo almeno in questo, trama e ordisce un sistema, prepara proprio la situazione ideale perché tu possa sbagliare. Io arrivo, e puntualmente succede qualcosa che mi manderebbe in escandescenza. A volte riesco a controllarmi e a volte no e non me ne faccio più una colpa; quando non ci riesco faccio un sospiro e dico: “Ok, la prossima volta ce la farò!” E' questo quello che la Bibbia ci insegna:"Nessuna tentazione vi ha colti, che non sia stata umana; però Dio è fedele e non permetterà che siate tentati oltre le vostre forze; ma con la tentazione vi darà anche la via di uscirne, affinché la possiate sopportare." (1 Corinzi 10:13)"Sottomettetevi dunque a Dio; ma resistete al diavolo, ed egli fuggirà da voi.” (Giacomo 4:7)Questa è una promessa da Gesù; il diavolo fugge quando capisce che quello scenario non vi sconvolge più, se ne va.... Magari va a preparare qualche altra cosa, lo sapete già! Però quella battaglia, almeno quella è vinta.Abbiamo detto prima di proclamare la propria fede senza pensare al giudizio degli altri; bisogna essere leoni, ma è comunque più facile di lottare contro se stessi. E allora dobbiamo cercare di farci scivolare addosso le tentazioni, resisterle per parlare più facilmente. Bisogna essere dei veri e propri leoni, con delle belle zampe piantate per terra che neanche la tempesta ti può smuovere.Però sappiamo che non siamo soli in questo; la Bibbia e il Signore ci dice che siamo aiutati dallo Spirito Santo che ci consiglia.Lo Spirito santo è l'altra vocina. C'è una vocina che ti dice rispondere sgarbatamente e aggressivamente, e poi c'è quell'altra vocina che dice: “Non si fa, si arrabbiati ma non peccare.” Lo Spirito Santo che ci aiuta in quelle che spesso Marco (ex pastore della nostra chiesa NDR) chiama “preghiere a microonde”, preghiere immediate; sto per cadere sempre in quello sbaglio, e prego: ”Signore, aiutami, non mi far sbagliare stavolta!”. La preghiera, e i versetti che vi vengono in mente! Leggere la Bibbia perché, in ogni secondo lo Spirito Santo tira fuori dalla memoria qualche versetto che ci può incoraggiare in quel momento.Come dicevo prima, spesso si parla delle grandi tentazioni (alcol, droga, ecc.) ma per quelle è più facile distinguerle, perché sono evidenti perché sono innegabili; ma queste piccole, queste cosine sono proprio quelle che inquinano il mondo. Questo mondo va così grandemente male perché ci sono questi piccoli condotti di cattiveria, di veleno che inquinano quello che ci sta intorno. Ovviamente il Signore sa che siamo umani, che cadiamo, ed è sempre lì pronto a perdonarci, l'importante è rendersene cono e cercare di tenere duro. Terza cosa che vediamo oggi di ciò che ha fatto Gesù e che dovremmo imitare:“Mentre Gesù era a tavola in casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e si misero a tavola con Gesù e con i suoi discepoli. I farisei, veduto ciò, dicevano ai suoi discepoli: «Perché il vostro maestro mangia con i pubblicani e con i peccatori?» Ma Gesù, avendoli uditi, disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati." (Matteo 9:10-12)In genere questo versetto lo leggiamo per parlare sempre della grandezza di Gesù che è venuto per curare e per portare la Parola che ha bisogno di lui; invece io oggi vorrei farvelo vedere sotto un altro aspetto. Noi, che siamo peccatori, siamo tutti i giorni con i peccatori più o meno di noi; non abbiamo bisogno di cercarli, e è qui che ci chiama il Signore; in questo tempo, in questo momento.Ma quanto bisogna essere forti per stare in mezzo ai peccatori e rimanere integri! Quanto devo essere forte per vedere che, dove lavoro, tutti arrotondano lo stipendio allungando le mani e non tu, tu vai avanti per la tua strada ? Quanto è difficile stare con un gruppo di amici che hanno le mia età che però il sabato sera si divertono ad ubriacarsi e magari a dare fastidio alle ragazze, a rompere le macchine delle persone che dormono nei palazzi, a distruggere le città? E io devo vivere in mezzo a loro, ma stando fermo nella mia fede. Oppure sto con i colleghi che mi dicono: “Ma sì, dai! Stasera andiamo in quel night che ti importa? Chi ti dice niente?” e i tuoi piedi devono essere sempre saldi e non vacillare.Questo significa essere leoni; cercare di affrontare le cose di tutti i giorni rimanendo ovunque saldi. E questo Paolo ce lo dice bene:"Poiché, pur essendo libero da tutti, mi sono fatto servo di tutti, per guadagnarne il maggior numero; con i Giudei mi sono fatto giudeo, per guadagnare i Giudei; con quelli che sono sotto la legge mi sono fatto come uno che è sotto la legge (benché io stesso non sia sottoposto alla legge), per guadagnare quelli che sono sotto la legge; con quelli che sono senza legge mi sono fatto come se fossi senza legge (pur non essendo senza la legge di Dio, ma essendo sotto la legge di Cristo), per guadagnare quelli che sono senza legge. Con i deboli mi sono fatto debole, per guadagnare i deboli; mi sono fatto ogni cosa a tutti, per salvarne ad ogni modo alcuni. E faccio tutto per il vangelo, al fine di esserne partecipe insieme ad altri." (1 Corinzi 9:19-23)Paolo, come Gesù, ha frequentato quelli che si possono considerare i peggiori della società, ma sempre rimanendo Paolo. Certo, qui stiamo parlando di Gesù e Paolo, abbiamo dei bei modelli tosti da seguire; ma è questo che ci chiamano a fare tutti i giorni.Gesù stava sì con i pubblicani, con i peccatori, si è fatto baciare i piedi da una prostituta, l'ha perdonata per quello che aveva fatto, ha preso come discepolo un esattore delle tasse, passava per la strada, ha visto Zaccheo sull'albero, l'ha fatto scendere e è andato a casa sua per mangiare con lui e quel giorno se è subito convertito, ha cambiato il suo comportamento. Perciò è necessario che noi stiamo in mezzo agli altri; non possiamo pensare di rimanere integri stanno sempre tra i fratelli o da soli. Noi siamo chiamati a stare in mezzo al mondo; e lì che bisogna vedere, come dicevamo prima, se riusciamo a resistere alle tentazioni. Perché dobbiamo fare tutto questo? La Bibbia ci dice:“Sfòrzati di presentare te stesso davanti a Dio come un uomo approvato, un operaio che non abbia di che vergognarsi, che tagli rettamente la parola della verità." (2 Timoteo 2:15)Lo vedete come comincia il versetto? “Sforzati di presentare te stesso”; ci lascia uno spiraglio un piccolo margine di perfezione. Il Signore lo sa che non saremo mai perfetti; aggiustata una parte del nostro carattere, sicuramente ce ne sarà un'altra da sistemare. Ma lui è questo che valuterà: quanto ci siamo sforzati, quanto abbiamo preferito seguire la sua retta via piuttosto che abbandonarci alle piacevolezze del mondo. Questo significa essere leoni. Leoni come Gesù lo è stato.La prossima volta vedremo che significhi essere agnelli, imitando Gesù e vi lascio questo riassunto: Gesù Gesù con il suo esempio ci insegna che dobbiamo proclamare la nostra fede in Dio sempre e comunque, imparare a resistere alla tentazione e restare integri nel mondo ma senza farci influenzare dalle cose del mondo.Preghiamo.GUARDA LE DIAPOSITIVE DEL MESSAGGIOGUARDA IL MESSAGGIO IN BASSA RISOLUZIONE SU FACEBOOKGUARDA IL MESSAGGIO IN BASSA RISOLUZIONE SU INSTAGRAM---GUARDA IL VIDEO DEL MESSAGGIO IN HD
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“E' un bel casino vivere la quotidianità. Un sacco di problemi, un sacco di questioni da risolvere”. Leggete bene l'apertura fulminante di questo editoriale. È di Matteo Renzi giornalista. Matteo Renzi, neo direttore de Il Riformista, oltre che leader del partito personale Italia Viva, nonché conferenziere per il poco democratico principe saudita bin Salman, nonché maratoneta. Tempo perso, nonché ex pilastro inamovibile del partito unico del cosiddetto Terzo polo che chissà mai se si farà in giovane età è stato anche “caporedattore”. Nella redazione di Camminiamo insieme, giornale degli scout Agesci, l'ex presidente del Consiglio si firmava Zac, in onore del personaggio biblico Zaccheo, capo dei pubblicani di Gerico, che salì su un sicomoro: da sopra i rami dell'albero volle vedere l'Uomo della Galilea. Già giovanissimo Renzi aveva capito che l'arrampicata (in senso stretto e in senso figurato) è la chiave per la svolta. #LaSveglia per La Notizia
Carpineto, realtà fondata in Chianti Classico nel 1967 dalle famiglie Sacchet e Zaccheo tutt'ora alla gestione dell'azienda, propone il suo vino ideale per le festività.Brunello di Montalcino Riserva 2016 DOCG Carpineto nasce sei anni fa, quando nel 2016 Caterina Sacchet, enologa e produttrice dalla rigorosa passione per il suo lavoro, capì che si trovava di fronte ad un'annata straordinaria, tanto da spingerla a realizzarne una risreva, prodotta solo nelle vendemmie migliori.Conservato in grandi botti di rovere per oltre 42 mesi, in una cantina di pietra perché evolvesse lentamente, è stato imbottigliato senza alcun trattamento né filtrazioni e lasciato ancora affinare in bottiglia a temperatura e umidità naturale in cantina.Una volta pronto ha scelto un artigiano della carta per un'etichetta realizzata a mano.
Dal Vangelo secondo LucaIn quel tempo, Gesù entrò nella città di Gèrico e la stava attraversando, quand'ecco un uomo, di nome Zacchèo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere chi era Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, perché era piccolo di statura. Allora corse avanti e, per riuscire a vederlo, salì su un sicomòro, perché doveva passare di là. Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zacchèo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia. Vedendo ciò, tutti mormoravano: «È entrato in casa di un peccatore!». Ma Zacchèo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto». Gesù gli rispose: «Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch'egli è figlio di Abramo. Il Figlio dell'uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto».Don Riccardo, sacerdote della diocesi di Venezia
Zaccheo Nel Vangelo di oggi ci viene narrato l'episodio di Zaccheo. Don Francisco Fernández Carvajal ci fa quindi riflettere sul nostro desiderio di trovare Cristo e sul distacco e sulla generosità di Zaccheo.
Omelia della XXXI domenica del Tempo Ordinario C.Zaccheo, Zaccheo perché sei tu Zaccheo? Perché ti sei convertito? Perché hai accettato di accogliere Gesù in casa tua? Per me sarebbe stato più facile che tu avessi continuato ad essere un truffatore, un ladro e un rapinatore, un imbroglione e una persona incapace di amare o di essere generosa o di cambiare vita… Se avessi mantenuto il tuo status quo, per me sarebbe stato più semplice mantenere il mio… Ma ora tu mi costringi a ripensare Dio, perché mi hai mostrato che esiste una possibilità di trasformarsi… E io questo Dio che ci trasforma e rende migliori anche i farabutti, proprio non lo digerisco…
La conversione di Zaccheo riassume quasi tutti i temi della teologia di Luca: ricco, pubblicano e boss, ha tutte le pessime caratteristiche di chi è lontano da Dio ed è odiato dagli uomini onesti. Potrebbe essere definito un potente criminale legalizzato dall'occupazione romana. Che cosa si può pensare di peggio? È un po' tappo - perché non si può avere tutto - ma è preso dalla smania, non sappiamo perché, di vedere Gesù. Si arrampica senza ritegno su un albero per scavalcare la folla e, cercando di vedere, finisce per essere visto. Si potrebbe riprendere il famoso aforisma di Nietzsche, che esprimeva la trasformazione di chi ha il coraggio di affrontare la verità: se guardi nell'abisso, l'abisso ti guarda. Solo che questa volta è l'abisso dell'amore.
"Dobbiamo imparare da ciò che è successo, con meccanismi che consentano una regolazione più dinamica in contesti emergenziali". Lo afferma il presidente dell'Autorità di Regolazione dei Trasporti, Nicola Zaccheo, a margine della presentazione della IX Relazione annuale.xb1/sat/gtr
Please call in with your BEMER horse questions, comments, and testimonials. With Cindy Schellenberg, Tiff Schut, Raini Hale, and special guest Dr. Nicole Zaccheo, DVM
With 77 locations across the New England states, Sullivan Tire &Auto Centers is definitely "one of the big guys" in the northeast. Like its competitors, it is eyeing growth and looking at where the business can expand its footprint. However, as it expands, it knows the business can get more corporate, so how do you sustain the personal, family-oriented approach to the business as you grow?In this episode of What's Treading with Tire Review, we spoke with Joe Zaccheo, Sullivan Tire's recently appointed president and CEO, who explained how the company is keeping that family feel as it expands. Zaccheo, a 26-year Sullivan Tire veteran, is a champion of the company's "controlled growth," especially as it looks for opportunities to expand in Connecticut and central and western Massachusetts. Yet, as a tenured member of the Sullivan Tire team, he's been involved in employee growth initiatives --such as its leadership development programs--that have allowed the business to retain tenured employees. - His start in the industry. (0:56)- How acquisitions have become a central part of Sullivan Tire's growth strategy. (2:04)- The importance of culture and treating employees like family as well as challenges that come with acquisitions. (6:29)- Where he sees Sullivan Tire's "controlled growth" taking place. (11:05)- How Sullivan Tire has invested in its employees, from evaluating compensation to incentives, which have led to 400 of its 1,200 employees being with the company for 10 or more years. (15:28)- The start and evolution of Sullivan Tire's Leadership Development Program and how it promotes cross-functional collaboration among teams across the company's locations (18:06)- How the company is confronting challenges, such as the current labor shortage and inflation, and why Zaccheo thinks it's important for the company to "build the bench" of rising talent to take the company into the next generation (23:36)Subscribe to What's Treading on:Apple Podcasts: https://podcasts.apple.com/us/podcast/whats-treading-with-tire-review/id1470309726Spotify: https://open.spotify.com/show/1GA3lp6AFo7V7EEG5awHaEGoogle Podcasts: https://play.google.com/music/listen?u=0#/ps/Iv76bs6re7unom4p76myj3cakhmYou can also watch the video version of this podcast on YouTube: https://www.youtube.com/watch?v=6rYE1NOtnlw&list=PLVkqUUE022sdAVQ6DuHU8cxd3FS2ni9vA
Viviamo in un mondo in cui ci sono molte situazioni ed eventi che ci irritano. Paolo ci chiama ad essere gentili, perché "Il Signore è vicino", tornerà a mettere le cose al loro posto e cammina con noi momento per momento verso quel futuro. --- CLICCA SUL TITOLO PER ASCOLTARE IL MESSAGGIO Tempo di lettura: 13 minuti Tempo di ascolto audio/visione video: 36 minuti Siamo alla seconda parte della nostra passeggiata in Filippesi 4, dove Paolo ci indica tutte le cose (e sono molte) che possiamo fare, se siamo “in Cristo”. Abbiamo parlato due settimane fa che in Cristo possiamo avere gioia indipendentemente da tutto ciò che ci circonda, che le cose girino per noi bene o meno. Questa settimana vedremo che in Cristo possiamo essere gentili. Immagina di essere al supermercato, e di avere un carrello con poca roba da comperare; sei alla cassa e sta per arrivare il tuo turno, quando dietro te arriva una signora anziana, che ha un carrello più pieno del tuo; ha un bastone e cammina male. Cosa fai? Puoi decidere di non fare nulla, attendere il tuo turno, pagare e andare via... Oppure puoi farla passare avanti, aiutarla a mettere i prodotti sulla cassa, a imbustarli, e accompagnarla alla macchina con le buste della spesa. Cosa penseranno le persone che vedono la tua azione? Alcuni penseranno che sei stato “fesso", ma per la stragrande maggioranza di chi ti ha visto sarà che sei stato, sei stata “gentile”. Cosa vuol dire “essere gentili”? Quali azioni lo dimostrano? Far passare davanti a te una persona anziana al supermercato? Trattare bene gli animali e la natura? Non arrabbiarti con nessuno? Cosa altro? La parola “gentile” in italiano deriva dalla cultura romana, dove significava “ciò che appartiene ad una “gens-gentis”;“gente” inteso come “famiglia". Una famiglia di cui si potesse tracciare la storia, le origini, da chi discendeva, le gesta nobili o i poteri che avevano avuto in passato. A Roma antica solo la nobiltà aveva il privilegio di conoscere il proprio passato e di essere discendenti di persone importanti: tutti gli altri erano il “vulgus” il “popolo”, senza una storia, senza nobiltà. Per questo ciò che apparteneva al “vulgus”, al popolo, era “volgare” e quello che apparteneva alle “gentis” era “gentile”. Col tempo “volgare” divenne sinonimo di qualcosa brutto e rozzo, “gentile” di qualcosa di bello e delicato. Ma dove troviamo la parola "gentile" nella Bibbia? Il Nuovo Testamento non usa mai la parola “gentile” se non per indicare le popolazioni pagane. Ma usa altre due parole simili: la prima è questa: “L'amore è paziente, è benevolo...” (1 Corinzi 13:4 a) Benevolo in greco è χρηστευομαι chrēsteuomai; che significa “dimostrarsi utile”. L'altra parola è questa: “La vostra mansuetudine sia nota a tutti gli uomini. Il Signore è vicino.” (Filippesi 4:5) La parola greca ἐπιεικής epieikēs a seconda della Bibbia usata e del versetto, è tradotta in italiano in molti modi diversi: mansuetudine, mitezza, ragionevolezza, affabilità, modestia, bontà, amabilità. In realtà la parola è composta da due parole: ἐπί epi, che significa "sopra, davanti, prima" ed εἴκω eikō, che significa "dare la precedenza, lasciare il posto". Ti ricordi dell'esempio del supermercato, vero? Paolo direbbe di te che sei stato, sei stata epieikēs lasciando il tuo posto all'altro, facendo passare davanti la signora anziana. Lo scopo dell'essere gentili è sia rendersi utili agli altri (chrēsteuomai) sia lasciare il posto a qualcun altro (epieikēs). Ma la gentilezza è più di questo. Hai visto di recente uno qualsiasi dei talk show in tv? Oppure un dibattito tra due politici? Diresti che le persone erano gentili l'un l'altro? La realtà dei fatti dice che è molto più facile irritarsi ed essere irritanti che essere gentili l'un l'altro. E gran parte dei programmi televisivi gioca proprio su questo, e invita al conflitto... perché fa “audience”... A seconda del carattere che abbiamo e a seconda della vita che abbiamo avuto, saremo più o meno propensi o propense ad essere gentili invece che scontrosi o irascibili. Indipendentemente dal nostro carattere più o meno “morbido”, come credenti dovremmo renderci utili agli altri e dovremmo cedere il nostro posto agli altri. E non lo dice Marco, ma la Parola di Dio; così dice Paolo ai Filippesi. “La vostra mansuetudine sia nota a tutti gli uomini. Il Signore è vicino.” (Filippesi 4:5) Paolo dice che tutti dovrebbero sapere che siamo di quelli che cedono il passo agli altri, che si dimostrano utili, che agiscono a favore di chi incontriamo nella vita. Esiste una Bibbia in inglese, chiamata “Amplified” che, quando una parola può avere più significati, li mostra tutti: se esistesse la stessa cosa in italiano questo versetto suonerebbe così: “Che la vostra mansuetudine, mitezza, ragionevolezza, affabilità, modestia, bontà, amabilità. sia evidente a tutti. Il Signore sta per tornare!” (Filippesi 4:5 parafrasi) Vi ricordate il contesto in cui queste parole vengono dette, vero? Per prima cosa, Paolo è in prigione; non è specificamente in prigione per la predicazione del Vangelo ma perché persone del suo stesso popolo, i suoi nemici ebrei, lo accusano falsamente e lo incolpano di creare dissenso contro il governo di Roma. Paolo è un traditore. Paolo è stato incarcerato per mano della sua stessa gente. Ma anche la chiesa di Filippi sta attraversando un periodo turbolento; ci sono persone nella congregazione che stanno cercando di creare divisione, e dicono apertamente che gli insegnamenti di Paolo sono sbagliati. Persone della chiesa che lui stesso ha piantato e che lui stesso ha posto come guide sono ora contro di lui. Quanti di noi sarebbero stati impazienti, scontrosi o irascibili verso le persone che avevano provocato tutto questo? Paolo avrebbe avuto tutte le ragioni per esserlo! E invece no: Paolo ordina ai Filippesi di far si che la loro gentilezza sia vista da tutti. Non solo dagli altri cristiani, ma da tutti coloro con cui vengono in contatto. Ma cosa sta chiedendo Paolo chiedendogli di essere “mansueti”? Il modo migliore per sapere cos'è la mansuetudine è vedere come viene applicata nella Bibbia. Cominciamo con Gesù. All'inizio del suo ministero Gesù andò nel deserto e fu tentato. Ricordiamoci bene che questo Gesù Cristo è Dio. Quando furono stesi i cieli e la terra, Gesù era lì. Quando Satana fu cacciato dal Cielo, Gesù era lì. Tutto il potere era nelle Sue mani. E Satana a questo Gesù, a colui che ha creato il mondo, a colui che lo ha buttato dalla finestra del Paradiso, adesso arriva e gli dice: "Se ti prostri e mi adori ti darò tutte le nazioni". Non trovate sia un po' irritante? Riuscite ad immaginare cosa gli avremmo “consegnato” a Satana se fossimo stati al posto di Gesù? Volete che vi faccia qualche esempio? Meglio di no! Come reagì Gesù? Leggiamolo in Luca: “Il diavolo gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di' a questa pietra che diventi pane». Gesù gli rispose: «Sta scritto: “Non di pane soltanto vivrà l'uomo”». Il diavolo lo condusse in alto, gli mostrò in un attimo tutti i regni del mondo e gli disse: «Ti darò tutta questa potenza e la gloria di questi regni; perché essa mi è stata data e la do a chi voglio. Se dunque tu ti prostri ad adorarmi, sarà tutta tua». Gesù gli rispose: «Sta scritto: “Adora il Signore, il tuo Dio, e a lui solo rendi il tuo culto”». Allora lo portò a Gerusalemme e lo pose sul pinnacolo del tempio, e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gettati giù di qui, perché sta scritto: “Egli darà ordini ai suoi angeli a tuo riguardo, di proteggerti” e “Essi ti porteranno sulle mani, perché tu non urti col piede contro una pietra”». Gesù gli rispose: «È stato detto: “Non tentare il Signore Dio tuo”». Allora il diavolo, dopo aver finito ogni tentazione, si allontanò da lui fino a un momento opportuno. (Luca 4:3-13) Gesù nella sua avventura terrena era uno di quelli che "usava" la sua voce; non aveva un tono monocromo e placido. Gesù aveva urlato ai mercanti nel tempio, e più volte nei vangeli si dice che Gesù ha gridato. Ma qui, Gesù non alzò mai la voce; ma rispose citando ogni volta la parola di Dio :”Sta scritto … E' stato detto...” Cosa è la gentilezza secondo Gesù? E' non “reagire a molla” anche quando sappiamo al 100% di essere nel giusto. E' pensare biblicamente, ricordando all'altro la verità della parola di Dio, ma senza aggredire. Gesù era mansueto, ma questo non significava che fosse “debole”. L'immagine che normalmente si usa per descrivere la mansuetudine è quella dei bovini; le mucche sono esseri “mansueti”... ma non per questo sono “deboli”. Esse sanno di avere tutta la potenza necessaria per farci del male... ma decidono di non farlo (a meno che noi non facciamo qualcosa contro di loro); pascolano al nostro fianco, si fanno accarezzare. Questo significa essere mansueti: avere “potenza in controllo”. Gesù era fermo sulla Parola di Dio. Gesù possedeva tutta la potenza della Parola di Dio... esattamente come tu ed io. Ma dobbiamo conoscere la Parola; la dobbiamo leggere e studiare per averla a fianco nel momento del bisogno. Un altro esempio. Questa volta vediamo Barnaba. Barnaba insieme a Paolo fu il leader del primo viaggio missionario negli Atti. Assieme a loro c'era un uomo abbastanza giovane di nome Giovanni, ma detto Marco. Dopo un po' che stava con loro, Giovanni detto Marco si stufò del lavoro di missionario e di punto in bianco li lasciò da soli. Più tardi Paolo e Barnaba pianificarono un secondo viaggio missionario. Ecco come si svolse il viaggio: “Dopo diversi giorni Paolo disse a Barnaba: «Ritorniamo ora a visitare i fratelli di tutte le città in cui abbiamo annunciato la Parola del Signore, per vedere come stanno». Barnaba voleva prendere con loro anche Giovanni detto Marco. Ma Paolo riteneva che non dovessero prendere uno che si era separato da loro già in Panfilia e che non li aveva accompagnati nella loro opera. Nacque un aspro dissenso, al punto che si separarono; Barnaba prese con sé Marco e s'imbarcò per Cipro. Paolo, invece, scelse Sila e partì, raccomandato dai fratelli alla grazia del Signore. E percorse la Siria e la Cilicia, rafforzando le chiese.” (Atti 15:36-41) Ora, forse Paolo e Barnaba non sono stati gentili, o amorevoli, o mansueti l'uno con l'altro. Ma il trattamento gentile di Barnaba verso Marco diede a Marco un'altra possibilità. Sapete cosa fruttò la mansuetudine di Barnaba? Fruttò un vangelo, perché Giovanni detto Marco in realtà è il Marco che ha scritto il secondo vangelo nella tua Bibbia. Più tardi Paolo si pentì di essere stato non gentile ed non amorevole con Barnaba e Marco; e quel Paolo, che lo voleva cacciare, scrisse di Marco a Timoteo: “Prendi Marco e conducilo con te, poiché mi è molto utile per il ministero.” (2 Timoteo 4:11 b) Marco era una persona che avrebbe potuto essere allontanata dal ministero a causa dei suoi fallimenti e a causa dell'impazienza di Paolo. Fu la gentilezza di Barnaba che portò ad un risultato molto diverso. L'essere gentile di Barnaba significava essere disposto ad accettare che non possiamo sempre avere tutto sotto controllo e che ci saranno momenti in cui le persone non soddisfano le nostre aspettative. Significa che dobbiamo essere disposti a mettere via lo spirito critico e giudicante e sostituirlo con uno spirito che vuole incoraggiare anche di fronte a un fallimento. Significa che dobbiamo essere disposti a mostrare il nostro apprezzamento per i doni e i contributi degli altri anche quando questi doni e contributi sono diversi dai nostri. Significa che dobbiamo essere disposti a riconoscere che il nostro modo e il nostri piani possono non essere sempre quelli migliori; e anche se sarebbero il modo migliore, dobbiamo dare alle persone l'opportunità di imparare nuove tecniche senza essere condannati prima di iniziare. Significa che dobbiamo essere disposti a permetterci l'un l'altro di fare errori. E, quando diamo un incarico o un compito, riconoscere che la perfezione non arriverà e le persone ci deluderanno, e ricordare che anche noi abbiamo deluso talvolta altri. Essere mansueti, essere gentili non significa essere sempre fermi o sempre morbidi; Gesù davanti al padre dell'errore, il diavolo, era stato fermo. Barnaba davanti all'errore di Marco era stato morbido. Essere gentili significa essere fermi o morbidi a seconda della grazia necessaria alla situazione e al momento; la gentilezza è la grazia in azione. Dio è stato gentile con te e con me, e lo he tutt'ora nonostante tu ed io lo irritiamo su base quotidiana. Infatti Dio ci permette di sbagliare... di peccare... e poi ci aiuta dolcemente ad andare avanti. Dio avrebbe potuto giustamente prendere la via della giustizia immediata, punirci per il nostro peccato. Ma sapeva che questo ci avrebbe schiacciato e ci avrebbe resi per sempre timorosi di avvicinarci a Lui. Così Dio ha scelto una via diversa: “Il Signore non ritarda l'adempimento della sua promessa, come pretendono alcuni; ma è paziente verso di voi, non volendo che qualcuno perisca, ma che tutti giungano al ravvedimento.” (2 Pietro 3:9) La scorsa settimana Jean ha parlato del cuore di Gesù; un cuore aperto, che concede un'altra opportunità all'esattore corrotto Zaccheo. Un Gesù che lo incoraggia, nonostante Zaccheo non sia perfetto, e gli dice che anche lui, imperfetto come è, è figlio di Abraamo, fa parte del popolo di Dio. Quando doveva essere irritato Gesù conoscendo che Zaccheo rubava, vessava e faceva andare in carcere le persone povere? Ma entrando in casa sua, parlando con mansuetudine, sta dicendo a Zaccheo e a tutti quelli che erano lì … e anche a noi: “Vedete? Voi che siete in Cristo, dovete essere gentili con gli altri, nonostante quanto siate irritanti." Facile, vero? No... non lo è per nessuno, e nemmeno per Gesù lo era, credetemi! Paolo sottolinea nel versetto di Filippesi che l'essere mansueti ha un motivo e uno scopo: “La vostra mansuetudine sia nota a tutti gli uomini. Il Signore è vicino.” (Filippesi 4:5) Sulla frase “Il Signore è vicino” ci sono due possibili significati. Il primo (ed è il più “gettonato” nei commentari) è che Il Signore è vicino nel senso che la sua venuta potrebbe avvenire in qualsiasi momento. Gesù sta per tornare, e noi lo vedremo faccia a faccia. Perché mai questo ci dovrebbe rendere mansueti? Beh, sappiamo che quando Gesù verrà, tutte le cose saranno messe a posto: il male sarà punito e il giudizio sarà giusto. La fedeltà sarà premiata e Dio loderà i suoi santi. Paolo allora dice che non dobbiamo stressarci troppo perché Dio porterà equità alla fine. Il Signore è vicino.; tutto ciò che nella vita provoca rabbia e irritazione verrà spazzato via. Non solo: molti di noi che si irritano a vicenda saranno in cielo insieme; quindi cominciamo da subito ad usare gentilezza con quelli con cui dovremo trascorrere l'eternità. E dobbiamo mostrare gentilezza anche agli altri che non sono ancora sulla via dell'eternità, perché vogliamo che anche loro siano con noi. Ma c'è un altro significato possibile e non è meno importante (ed è quello che preferisco): il Signore è vicino nel senso che sta camminando con noi, è al nostro fianco ad ogni passo del cammino. Gesù è consapevole di come siamo, di come pensiamo e di come agiamo, ed è interessato al fatto che, come suoi ambasciatori nel mondo dimostriamo agli altri quale sia il suo cuore. “Il Signore è vicino” significa che vede come viviamo il nostro cammino di fede. "“Il Signore è vicino”significa che al nostro fianco vive il suo Spirito, il Consolatore, lo Spirito di Verità. Come puoi, tu che sei stato, sei stata oggetto di tanta pazienza e dolcezza, come puoi non mostrare agli altri la stessa grazia che è stata usata verso di te? Come puoi tu, tu che sai che Dio aveva tutto il diritto di essere irritato, e impaziente, e brusco con te (ma non l'ha fatto) ,come puoi ora non estendere quella stessa grazia agli altri? Che la tua mansuetudine, mitezza, ragionevolezza, affabilità, modestia, bontà, amabilità sia evidente a tutti; sia ai credenti, ma anche (e forse soprattutto) a chi ancora non crede perché Gesù quelli sta cercando. In Cristo puoi essere una persona che ha un approccio così gentile alla vita che tutti intorno a te possono vedere la differenza che Cristo fa nella vita tua vita, nella vita di chi crede. “Da questo conosceranno tutti che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri.” (Giovanni 13:35) “Il Signore è vicino”: quale significato preferisci? Che Gesù sta per tornare, o che Gesù è al tuo fianco? Il significato può variare: l'obiettivo no. Il fine della mansuetudine, dell'essere gentili, è testimoniare di un Dio così grande, così innamorato, così pieno di grazia e di compassione... “...che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna.” (Giovanni 3:16) Vivi così e sarai un testimone, una testimone potente per il Signore Gesù Cristo. Vivi così e brillerai come come un faro, in un mondo dove l'irritazione, l'impazienza, l'insofferenza e la vendetta sono diventate la norma. “Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, affinché vedano le vostre buone opere e glorifichino il Padre vostro che è nei cieli.” (Matteo 5:16) Preghiamo.GUARDA LE DIAPOSITIVE DEL MESSAGGIOGUARDA IL VIDEO DEL MESSAGGIO IN BASSA RISOLUZIONE SU FACEBOOKGUARDA IL VIDEO DEL MESSAGGIO IN BASSA RISOLUZIONE SU INSTAGRAM ---GUARDA IL VIDEO DEL MESSAGGIO IN HD (Visita il nostro sito per ascoltare la registrazione audio, vedere il video del messaggio, per scaricare gli appunti e per vedere le diapositive del messaggio)
Un cuore aperto emana grazia, è ospitale con le gioie e i dolori degli altri, si rallegra con chi si rallegra e piange con chi piange. Un cuore aperto si siede assieme all'altro e non controlla l'orologio. Con quale cuore vivi la tua vita di credente? Con un cuore chiuso, o con un cuore aperto? Gesù ti chiede di avere un cuore come il suo. --- Predicatrice: Jean Guest CLICCA SUL TITOLO PER ASCOLTARE IL MESSAGGIO Tempo di lettura: 9 minuti Tempo di ascolto audio/visione video: 30 minuti Il nostro cuore è un organo straordinario. È grande quanto il mio pugno, eppure pompa oltre 9000 litri di sangue nel nostro corpo ogni giorno; batte una volta al secondo... Ecco due fatti singolari: la maggior parte degli attacchi di cuore avviene di lunedì, e il giorno più comune dell'anno per un attacco di cuore è... il giorno di Natale. I poeti hanno scritto milioni di parole sul cuore, le pop star ne hanno fatto canzoni, Shakespeare ha scritto versi imitando il suo ritmo e Plinio il Vecchio ha coniato la più famosa citazione sul cuore - “La casa è dove si trova il cuore”. Dov'è il tuo cuore oggi? Dov'è il mio? Preghiamo con le parole di questa antica preghiera: “Signore del mio cuore, dammi una visione che mi ispiri. Signore del mio cuore, dammi luce per guidarmi. Signore del mio cuore, dammi la saggezza per dirigermi. Signore del mio cuore, dammi coraggio per rafforzarmi. Signore del mio cuore, dammi fiducia per consolarmi. Abbiamo imparato cosa vediamo quando guardiamo il volto e la postura di Gesù. Oggi guarderemo il suo cuore e scopriremo cosa ci insegna su Dio e come dovremmo rispondere a ciò che scopriamo. Forse inizierò con qualcosa che che non vi aspettate. Voglio parlare del cuore spezzato di Dio. Noi cantiamo spesso “spezza il mio cuore per ciò che si spezza il tuo”, ma cosa spezza il cuore di Dio? Questo è il momento in cui accade per la prima volta... “Poi udirono la voce di Dio il Signore, il quale camminava nel giardino sul far della sera; e l'uomo e sua moglie si nascosero dalla presenza di Dio il Signore fra gli alberi del giardino. Dio il Signore chiamò l'uomo e gli disse: «Dove sei?» Egli rispose: «Ho udito la tua voce nel giardino e ho avuto paura, perché ero nudo, e mi sono nascosto». Dio disse: «Chi ti ha mostrato che eri nudo? Hai forse mangiato del frutto dell'albero che ti avevo comandato di non mangiare?»L'uomo rispose: «La donna che tu mi hai messa accanto, è lei che mi ha dato del frutto dell'albero, e io ne ho mangiato». Dio il Signore disse alla donna: «Perché hai fatto questo?»”(Genesi 3:8-13 a) “Perché hai fatto questo?” Una volta camminavamo con Dio e vivevamo alla sua presenza, ma come esseri umani abbiamo scelto invece l'allettante astuzia che tutto consuma del peccato e come razza continuiamo a farlo; non possiamo incolpare nessun altro. Giovanni dice: “Se diciamo di essere senza peccato, inganniamo noi stessi, e la verità non è in noi.” (1 Giovanni 1:8 ) E Paolo aggiunge: “Fate dunque morire ciò che in voi è terreno: fornicazione, impurità, passioni, desideri cattivi e la cupidigia che è idolatria.”(Colossesi 3:5) Gesù disse che il problema del peccato è quello che viene da dentro il nostro cuore. “Diceva inoltre: «È quello che esce dall'uomo che contamina l'uomo; 21perché è dal di dentro, dal cuore degli uomini, che escono cattivi pensieri, fornicazioni, furti, omicidi, adultèri, cupidigie, malvagità, frode, lascivia, sguardo maligno, calunnia, superbia, stoltezza.” (Marco 7:20-22) Nessuno di noi ha motivazioni pure e quel "Perché hai fatto questo?" riecheggia attraverso le generazioni. Ma se è il nostro peccato che spezza il cuore di Dio, è il suo amore che trova il modo di guarire. Lo vediamo con più forza quando leggiamo di Gesù nel giardino del Getsemani la notte in cui fu tradito. “Allora Gesù andò con loro in un podere chiamato Getsemani e disse ai discepoli: «Sedete qui finché io sia andato là e abbia pregato». E, presi con sé Pietro e i due figli di Zebedeo, cominciò a essere triste e angosciato. Allora disse loro: «L'anima mia è oppressa da tristezza mortale; rimanete qui e vegliate con me». E, andato un po' più avanti, si gettò con la faccia a terra, pregando e dicendo: «Padre mio, se è possibile, passi oltre da me questo calice! Ma pure, non come voglio io, ma come tu vuoi». Poi tornò dai discepoli e li trovò addormentati. E disse a Pietro: «Così non siete stati capaci di vegliare con me un'ora sola? Vegliate e pregate, affinché non cadiate in tentazione; lo spirito è pronto, ma la carne è debole». Di nuovo, per la seconda volta, andò e pregò, dicendo: «Padre mio, se non è possibile che questo calice passi oltre da me senza che io lo beva, sia fatta la tua volontà». E, tornato, li trovò addormentati, perché i loro occhi erano appesantiti. Allora, lasciatili, andò di nuovo e pregò per la terza volta, ripetendo le medesime parole. Poi tornò dai discepoli e disse loro: «Dormite pure oramai, e riposatevi! Ecco, l'ora è vicina, e il Figlio dell'uomo è dato nelle mani dei peccatori. Alzatevi, andiamo; ecco, colui che mi tradisce è vicino».” (Matteo 26:36-46) Questo è ciò che N.T. Wright dice di questa scena: "Il Getsemani è assolutamente centrale per ogni corretta comprensione di chi fosse realmente Gesù. Ma certamente Matteo è chiaro che, in questo momento cruciale, Gesù aveva affari urgenti e spiacevoli da compiere con suo padre. Era arrivato fin là; aveva detto loro più e più volte che sarebbe stato arrestato, torturato e crocifisso; ma ora, all'ultimo minuto, questa conoscenza doveva farsi strada dalla sua mente, intrisa di scritture, fino a un cuore obbediente che prega. Ed è meravigliosamente confortante (come sottolinea lo scrittore agli Ebrei) che egli dovette fare questo straziante viaggio di fede, proprio come noi dobbiamo farlo.” ‘Se è possibile, passi oltre da me questo calice!' Gesù era fermamente determinato a comprendere questo momento fatidico, alla luce della lunga narrazione delle scritture che vedeva ora giungere al suo culmine nella sua morte. Ma, proprio per questo, si rese conto in modo nuovo e devastante di essere chiamato a scendere nell'oscurità, più in profondità di chiunque altro prima, l'oscurità di colui che, pur essendo il figlio stesso di Dio, avrebbe bevuto il calice che simboleggiava l'ira di Dio contro tutto ciò che è male, tutto ciò che distrugge e deturpa il meraviglioso mondo di Dio e le sue creature portatrici della sua immagine. Possiamo vedere questo stesso processo mentre la storia si snoda. Tutti gli elementi del male nel mondo sembrano precipitarsi su di lui: la politica dell'élite locale alla ricerca del potere, la brutalità casuale della Roma imperiale, la slealtà di Giuda, il fallimento di Pietro. I grandi sistemi che schiacciano chi si trova sulla loro strada, e i tradimenti intimi, fortemente personali, e tutto ciò che sta in mezzo, il disprezzo, l'incomprensione, la violenza. La storia è raccontata in modo tale che noi vediamo e sentiamo, piuttosto che solo immaginare, le diverse manifestazioni del male nel mondo. Matteo ci invita a vederle tutte convergere su Gesù. Questo è il senso di questa storia". C'è del vero quando cantiamo: "Non saprò mai che prezzo ha quello che Tu hai pagato già". Il peccato spezza il cuore di Dio e dovrebbe spezzare anche il nostro; non solo ciò che riguarda il nostro personale fallimento, ma anche la miriade di modi in cui il peccato guasta questo mondo e la vita delle persone. Ho detto nel mio ultimo messaggio che il nostro vangelo è un vangelo di amore e di giustizia insieme; non possiamo predicare l'uno senza l'altro, né possiamo praticare l'uno senza dichiarare il suo amore. Dobbiamo effettivamente mettere in parole il grido degli oppressi; la nostra attenzione deve essere rivolta ai poveri, ai perduti, ai soli, agli emarginati, agli esclusi. Forse conoscete la storia di San Lorenzo: quando i soldati romani vennero ad arrestarlo durante la persecuzione di Diocleziano nel 304 D.C. e pretesero di vedere le ricchezze della Chiesa, Lorenzo li portò in strada e mostrò loro i poveri, gli storpi e gli zoppi. 'Ecco il nostro oro' disse loro. È una bella risposta, ma il risultato è che lo fecero “cuocere” sulla piastra! All'inizio di quest'anno mi hanno mandato questo messaggio; mi ha fatto ridere, ma è un vero promemoria per non essere a proprio agio di fronte all'ingiustizia. E' questo che dovrebbe spezzarmi il cuore. QUEST'ANNO VOGLIO ESSERE PIU' SIMILE A GESU': uscire con i peccatorifar arrabbiare le persone religioseraccontare storie che fanno rifletterescegliere amici impopolariessere gentile, amorevole e misericordiosofare pennichelle sulle barche Un modo in cui possiamo essere più simili a Gesù è di avere il cuore aperto. Il suo sguardo era sempre d'amore, la sua postura era sempre di benvenuto, il suo cuore era sempre pronto a dare una possibilità alle persone. “Gesù, entrato in Gerico, attraversava la città. Un uomo, di nome Zaccheo, il quale era capo dei pubblicani ed era ricco, cercava di vedere chi era Gesù, ma non poteva a motivo della folla, perché era piccolo di statura. Allora, per vederlo, corse avanti e salì sopra un sicomoro, perché egli doveva passare per quella via. Quando Gesù giunse in quel luogo, alzati gli occhi, gli disse: «Zaccheo, scendi, presto, perché oggi debbo fermarmi a casa tua». Egli si affrettò a scendere e lo accolse con gioia. Veduto questo, tutti mormoravano, dicendo: «È andato ad alloggiare in casa di un peccatore!» Ma Zaccheo si fece avanti e disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà dei miei beni ai poveri; se ho frodato qualcuno di qualcosa gli rendo il quadruplo». Gesù gli disse: «Oggi la salvezza è entrata in questa casa, poiché anche questo è figlio di Abraamo...” (Luca 19:1-9) Zaccheo era un esattore delle tasse peccaminoso e disprezzato dalla folla. Ma era la persona che Gesù vide e chiese di rimanere nella sua casa. Noi siamo Zaccheo e tuttavia siamo anche la folla. Ci sono momenti nella nostra vita in cui possiamo tendere alla critica, giudicando le persone in modo stereotipato in base a criteri mondani. Ci sono anche momenti nella nostra vita in cui sappiamo di aver sbagliato, e abbiamo bisogno di pentirci - Gesù deve venire a casa nostra. Lui è l'unica persona che vede noi e la nostra vera natura e può trasformarla. Zaccheo divenne l'opposto di quello che era stato per tutta la sua vita: aveva aperto suo cuore. Ma a volte, invece di avere il cuore aperto, abbiamo il cuore duro, sia per la nostra paura e insicurezza, sia per il dolore, la rabbia, la delusione causata da altre persone, o semplicemente perché non abbiamo tempo per le persone che non ci piacciono. A volte dimentichiamo che la nostra salvezza non è solo per noi. Siamo destinati ad avere il cuore aperto per uno scopo. “Vi darò un cuore nuovo e metterò dentro di voi uno spirito nuovo; toglierò dal vostro corpo il cuore di pietra (=un cuore duro) e vi darò un cuore di carne. ( =un cuore tenero e aperto)” (Ezechiele 36:26) Un cuore aperto non sente l'obbligo di autoproteggersi o di darsi delle arie. Un cuore aperto non vede alcun vantaggio nell'indossare una maschera o nel costruire un muro. Un cuore aperto sa di essere nascosto con Cristo in Dio, quindi non c'è più nulla da nascondere. Un cuore aperto emana grazia. Un cuore aperto è generoso con i suoi affetti. Un cuore aperto segue le sue passioni a pro del Vangelo. Un cuore aperto è ospitale con le gioie e i dolori degli altri. Si rallegra con chi si rallegra e piange con chi piange. Un cuore aperto si siede assieme all'altro e non controlla l'orologio. Ammorbidisci i nostri cuori, Signore, così che possiamo amarti con tutto il nostro cuore, la nostra mente, la nostra forza e la nostra anima e il nostro prossimo con tutto ciò che abbiamo. Amen.GUARDA LE DIAPOSITIVE DEL MESSAGGIOGUARDA IL VIDEO DEL MESSAGGIO IN BASSA RISOLUZIONE SU FACEBOOKGUARDA IL VIDEO DEL MESSAGGIO IN BASSA RISOLUZIONE SU INSTAGRAM--- GUARDA IL VIDEO DEL MESSAGGIO IN HD (Visita il nostro sito per ascoltare la registrazione audio, vedere il video del messaggio, per scaricare gli appunti e per vedere le diapositive del messaggio)
Gesù deve fermarsi a casa di Zaccheo. È una volontà, la sua, quella in realtà di non perdere nulla della vita degli uomini e di affermare che nessuno, quindi, è perduto. Per questo deve fermarsi da lui. Cosa doveva fare? Entrare, incontrario, mostrargli la sua misericordia, già con la scelta di chiamarlo per nome e di chiedere di preparargli qualcosa nella sua casa. La sua volontà è così diversa dal giudizio immediato di tutti, che conoscono Zaccheo e che non considerano conveniente che il maestro si fermasse a casa sua, visitasse quella casa. Zaccheo è un imperfetto, un peccatore, che fa una scelta, che accoglie immediatamente l'invito di Gesù. In fondo questo è proprio incomprensibile per la gente: Gesù regala a lui la sua salvezza. Zaccheo scegli di riparare, sì, riparare: quello che lui aveva fatto, se aveva rubato a qualcuno, e di riparare la povertà degli altri. Sceglie la via di misericordia che è sempre quella che ripara la vita che la aggiusta, che fa recuperare la vita che sembra anch'essa perduta. Anche lui non perde più nulla e inizia a perdere tutto quello che ha, anche lui con gioia, dona gioia
Gesù entrò nella città di Gèrico e la stava attraversando, quand'ecco un uomo, di nome Zacchèo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere chi era Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, perché era piccolo di statura. Allora corse avanti e, per riuscire a vederlo, salì su un sicomòro, perché doveva passare di là. Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zacchèo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia. Vedendo ciò, tutti mormoravano: «È entrato in casa di un peccatore!». Ma Zacchèo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto». Gesù gli rispose: «Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch'egli è figlio di Abramo. Il Figlio dell'uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto».
Dal Vangelo secondo LucaIn quel tempo, Gesù entrò nella città di Gèrico e la stava attraversando, quand'ecco un uomo, di nome Zacchèo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere chi era Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, perché era piccolo di statura. Allora corse avanti e, per riuscire a vederlo, salì su un sicomòro, perché doveva passare di là. Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zacchèo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia. Vedendo ciò, tutti mormoravano: «È entrato in casa di un peccatore!». Ma Zacchèo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto». Gesù gli rispose: «Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch'egli è figlio di Abramo. Il Figlio dell'uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto».Commento di don Mattia, sacerdote della Diocesi di CuneoPodcast che fa parte dell'aggregatore Bar Abba: www.bar-abba
Cosa significa essere ospitale" per un credente? Significa solo offrire del cibo ed un posto dove consumarlo? Gesù ci chiede di fare della nostra ospitalità un ponte che raggiunga le persone per farle sentire accolte, accettate, desiderate... e per dargli una vera casa a cui appartenere. --- Predicatrice: Jean Guest CLICCA SUL TITOLO PER ASCOLTARE IL MESSAGGIO Tempo di lettura: 11 minuti Tempo di ascolto audio/visione video: 42 minuti Un pastore, molto tempo fa, agli inizi del 2000, scrisse queste parole: "Sono stato benedetto da una moglie con un vero dono per l'ospitalità. Questo è un settore in cui le mogli cristiane possono essere meravigliosamente utilizzate per la gloria di Dio e l'avanzamento del suo regno". Continua dicendo: “Le donne cristiane eccellono nei doni per l'ospitalità e sono responsabili di impegnarsi fedelmente nell'ospitalità”. Sono sicura che, ad un certo punto siamo tutti finiti a pensare che l'ospitalità riguardi il fatto di fornire cibo, magari con l' aggiunta di un ambiente gradevole per accompagnarlo. Ma lui, e noi, sbagliamo se ci fermiamo là. Se la nostra comprensione dell'ospitalità è semplicemente l'offerta di uno spazio accogliente e del cibo (per quanto importanti essi possano essere) allora non stiamo pensando in modo particolarmente biblico, perché questa definizione in primo luogo, non è unicamente cristiana: le comunità (indiane) Sihk sono rinomate per la loro ospitalità, sono generosissimi nel modo in cui offrono un pasto a chiunque venga al gurdwara (il loro tempio); in secondo luogo, implica una relazione temporanea tra chi ospita e chi viene ospitato, dove si sta assieme solo mentre stiamo mangiando; e in terzo luogo, nega l'appello a tutti di essere ospitali , non solo le donne. L'apostolo Pietro scrive: “Siate ospitali gli uni verso gli altri senza mormorare.” (1 Pietro 4:9) Tornerò più tardi sul "senza mormorare". Sin dal principio, quando Abramo andò ben oltre per ospitare tre forestieri, per poi passare ai comandamenti di Levitico circa l'accoglienza, e ad Isaia che rimprovera il popolo per aver dimenticato com'è la vera ospitalità, per finire nel Nuovo Testamento dove vediamo l'esempio di Gesù e troviamo degli insegnamenti sull'argomento, la Bibbia è molto chiara: l'ospitalità è importante. Quindi qual'è la definizione biblica di ospitalità? La parola della Bibbia "φιλοξενία philoxenia significa letteralmente “amore per gli estranei” L'ospitalità biblica deriva da un profondo rispetto per gli altri; è radicata nell'amore e si manifesta attraverso l'invito. Essa ha tre caratteristiche distinte: accoglienza, accettazione e appartenenza. 1. Benvenuto Diamo un'occhiata alla prima caratteristica dell'accoglienza. Questa bella icona dipinta nel XV secolo da Andrej Rubelev è una deliziosa finestra sul carattere di Dio e sull'accoglienza che estende a tutti noi. Il personaggio a sinistra in oro è il Padre - l'oro che simboleggia la perfezione. Al centro c'è il Figlio. Notate che ha due dita allungate che simboleggiano lo spirito e il fisico uniti e i colori blu e rosso rappresentano l'incarnazione e il sacrificio. Poi a destra c'è lo Spirito e questa figura ha la mano tesa in segno di benvenuto. Tra di loro sul tavolo c'è una ciotola comune (per la condivisione). Appena sotto si può vedere un rettangolo e gli storici dell'arte hanno scoperto che questa forma era appiccicosa ,il che li ha portati a supporre che in origine lì c'era uno specchio, in modo che quando si guardava l'icona si completava il cerchio d è come se ci si fosse seduti nel posto vuoto. Il nostro Dio è un dio dell'invito. Ricordate qualche settimana fa quando parlavamo della creazione? Abbiamo visto che Dio ci ha creati perché vuole stare con noi, con tutti noi. Pensate a tutti i modi in cui la Bibbia parla di come lui ci invita - vieni se sei stanco, vieni se hai sete, vieni se hai fame, vieni per il perdono, vieni se vuoi essere risanato, vieni se stai cercando, vieni a casa se ti sei perso. Dio ci invita sempre, sempre a stare con lui; non c'è nessuna condizione, vieni e basta. E quando lo facciamo si fa una festa in cielo (vedi la parabola del Figliuol Prodigo) e non solo, Dio poi ci riempie di ogni bene. L'invito di Dio è aperto, costante e generoso. La versione inglese della Bibbia “The Message” mette 2 Pietro 1:10 così: “Quindi, amici, confermate l'invito che Dio vi fa, l'avervi scelto. Non rimandate, fatelo ora. Fatelo, e avrete la vostra vita su una solida base, le strade spianate e la via spalancata per il regno eterno.” (2 Pietro 1:10 MSG) Se siamo persone che hanno "confermato" quell'invito, allora il nostro scopo è estendere quell'invito agli altri. Recentemente mi sono imbattuta nel concetto che l'ospitalità biblica è una questione di giustizia: l'ospitalità riguarda la parità di accesso al Regno di Dio. Non ci avevo mai pensato in questo modo e sono stata sfidata e sgridata allo stesso tempo. Ma ha un senso; se l'invito di Dio è per tutti, allora dovrebbe esserlo anche quello della chiesa. Sono un grande fan delle liste (sono una che elabora visivamente, quindi mi aiuta vedere le cose scritte) vado sempre a fare la spesa con una lista, faccio la valigia con una lista, prendo decisioni che cambiano la vita con una lista. Prima di trasferirmi in Italia ho passato del tempo a pensare e pregare su quelle che sentivo essere le aspettative di Dio nei miei confronti, e le mie nei suoi; era una lunga lista. Ma in cima alla mia lista per l'Italia c'era la richiesta di una bella casa dove le persone potessero sperimentare qualcosa di Dio e dove si sentissero benvenuti. Ecco qualcosa che ho trovato e messo nel mio diario in quel periodo. “E se invece aprissi le porte, creassi spazio, vivessi ogni giorno con uno spirito di benvenuto? Come sarebbe se ogni persona che incontro sapesse di avere un posto per loro intorno al tavolo della mia vita, per pochi momenti o per tutto il tempo in cui hanno bisogno di stare lì?” Se sono onesta, non sono sempre stata all'altezza di questo, ma continua ad essere qualcosa per cui prego, e ho visto Dio onorare questo desiderio. Quindi la nostra ospitalità nasce da un cuore grato e risponde all'amore e all'accoglienza di Dio per noi, rispecchiando il suo invito aperto, costante e generoso. La nostra accoglienza deve essere: aperta, costante e generosa La seconda caratteristica dell'ospitalità è quella dell'accettazione. 2. Accettazione Mi chiedo, chi troviamo difficile da accettare a causa di chi o di cosa sono? Chi disapproviamo? Tutti noi abbiamo i nostri pregiudizi; il punto è che, come cristiani, non dovremmo essere a nostro agio con ciò, né dovremmo non sforzarci di liberarcene. “Se infatti amate quelli che vi amano, che premio ne avete? Non fanno lo stesso anche i pubblicani? E se salutate soltanto i vostri fratelli, che fate di straordinario? Non fanno anche i pagani altrettanto? Voi dunque siate perfetti, come è perfetto il Padre vostro celeste.” (Matteo 5:46-48) Non ci sono messaggi contrastanti da parte di Gesù; l'invito al Regno è per tutti e non solo per quelli che pensiamo ne siano degni. Diamo uno sguardo al suo incontro con la donna in Samaria. “Ora doveva passare per la Samaria. Giunse dunque a una città della Samaria, chiamata Sicar, vicina al podere che Giacobbe aveva dato a suo figlio Giuseppe; e là c'era il pozzo di Giacobbe. Gesù dunque, stanco del cammino, stava così a sedere presso il pozzo. Era circa l'ora sesta. Una Samaritana venne ad attingere l'acqua. Gesù le disse: «Dammi da bere». (Infatti i suoi discepoli erano andati in città a comprare da mangiare.) La Samaritana allora gli disse: «Come mai tu che sei Giudeo chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?» Infatti i Giudei non hanno relazioni con i Samaritani... La donna gli disse: «Signore, dammi di quest'acqua, affinché io non abbia più sete e non venga più fin qui ad attingere». Egli le disse: «Va' a chiamare tuo marito e vieni qua». La donna gli rispose: «Non ho marito». E Gesù: «Hai detto bene: “Non ho marito”, perché hai avuto cinque mariti, e quello che hai ora non è tuo marito; ciò che hai detto è vero».” (Giovanni 4:4-9. 15-18) Nessuno avrebbe dovuto essere in giro a quell'ora del giorno, è per questo che lei è lì, per evitare le critiche e la disapprovazione della sua comunità. Vedete, è una donna con un passato e un presente non molto rispettabile. E quest'uomo, chiaramente ebreo, le chiede da bere; non sa che ebrei e samaritani non condividono bevande o cibo perché questo li renderebbe entrambi impuri? Inoltre, uomini e donne non sono autorizzati a parlare l'un l'altro in pubblico, figuriamoci condividere da bere. Sta infrangendo tutte le regole! Si può quasi sentire la sua frustrazione per la sua situazione. Ma l'invito all' accoglienza è aperto, costante e generoso. C'è qualcosa nel suo invito a trovare l'acqua che non si prosciughi mai che lei non può ignorare; lei lo prega di condividerla con lei. Ed è allora che lui la vuole mettere in difficoltà: "Vai e porta tuo marito". Accidenti, si scopre che l'acqua viva è solo per chi è moralmente onesto. Non sappiamo perché lei confessi la verità, o con quale tono lo faccia, ma è ricompensata con la lode piuttosto che con la condanna, l'accettazione piuttosto che il rifiuto. La conseguenza di questa accettazione è che si sente abbastanza sicura da tornare alla sua comunità e condividere la notizia che potrebbe aver appena trovato il Messia. Quindi, lo chiedo di nuovo: chi troviamo difficile da accettare a causa di chi o di cosa sono? Chi è che disapproviamo? Non sono diventata credente perché pensavo di essere una peccatrice, sono diventata credente perché ho risposto a un Dio che mi ama incondizionatamente. Ci sono voluti probabilmente altri due anni prima che afferrassi il significato di essere salvata dai miei peccati. Alcuni di noi rimarranno che non è nostro compito condannare le persone per i loro peccati; quello è compito dello Spirito Santo. Noi discepoliamo le persone in amore perché siamo stati amati per primi. 2 Pietro 1:11 dice: “In questo modo infatti vi sarà ampiamente concesso l'ingresso nel regno eterno del nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo.” (2 Pietro 1:11) Facciamo di non essere noi a chiudere quell'ingresso con la nostra disapprovazione. L'ospitalità è: Accoglienza - aperta, costante e generosaAccettazione - amiamo perché Lui per primo ci ha amati. Infine, l'ospitalità è caratterizzata dall'appartenenza 3. Appartenere Prima di tutto, torniamo indietro e diamo un'altra occhiata al versetto di 1 Pietro 4. “Siate ospitali gli uni verso gli altri senza mormorare.” (1Pietro 4:9) Qui Pietro sta parlando alla chiesa di coloro che già appartengono alla chiesa. Sta scrivendo in un periodo di persecuzione, quando molti cristiani erano rifugiati con pochi beni o risorse, costantemente in movimento e in viaggio da una città all'altra; persone senza casa, ma a cui era garantito, attraverso l'ospitalità, un posto a cui appartenere. Per coloro che offrivano ospitalità poteva essere rischioso e a quei tempi ospitare poteva essere davvero un un onere molto reale per coloro che la offrivano alle loro sorelle e ai loro fratelli nel bisogno. Non si trattava di organizzare una cena o di invitare un po' di gente, si trattava di mettere in gioco la propria vita per soddisfare i bisogni dei fratelli e delle sorelle in Cristo. Quindi la potenziale tentazione di lamentarsi era ovviamente grande. Forse adesso non viviamo in quei tempi, ma mettiamo a rischio la nostra privacy, la nostra reputazione, il nostro denaro in base a chi invitiamo? Come dovrebbe essere dunque la nostra ospitalità per aiutare le persone ad appartenere? "Gesù, entrato in Gerico, attraversava la città. Un uomo, di nome Zaccheo, il quale era capo dei pubblicani ed era ricco, cercava di vedere chi era Gesù, ma non poteva a motivo della folla, perché era piccolo di statura. Allora per vederlo, corse avanti, e salì sopra un sicomoro, perché egli doveva passare per quella via. Quando Gesù giunse in quel luogo, alzati gli occhi, gli disse: «Zaccheo, scendi, presto, perché oggi debbo fermarmi a casa tua». Egli si affrettò a scendere e lo accolse con gioia. Veduto questo, tutti mormoravano, dicendo: «È andato ad alloggiare in casa di un peccatore!» Ma Zaccheo si fece avanti e disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà dei miei beni ai poveri; se ho frodato qualcuno di qualcosa gli rendo il quadruplo». Gesù gli disse: «Oggi la salvezza è entrata in questa casa, poiché anche questo è figlio d'Abraamo; perché il Figlio dell'uomo è venuto per cercare e salvare ciò che era perduto»." (Luca 19:1-10) Amo Zaccheo; è una storia così bella e ci insegna come chiesa che non solo dobbiamo offrire ospitalità, ma dovremmo diventare il luogo a cui le persone possono veramente appartenere. Gesù stava passando per Gerico e vide un uomo piccolo e basso su un sicomoro. Questo piccolo uomo era un esattore delle tasse e, come la maggior parte degli esattori delle tasse a quel tempo, si approfittava della sua posizione aggiungendo cifre oltre la tassa da riscuotere che poi intascava. Dire che era impopolare sarebbe un eufemismo. Guardate cosa dicono le folle quando vedono Gesù entrare nella casa di Zaccheo: tutti brontolavano: "È entrato ad alloggiare in case di un peccatore!". Secondo loro, non era per nulla simpatico, o amabile; era un emarginato, che poteva avere una bella costruzione, ma non aveva nessun luogo da poter chiamare “casa”. Mentre scorriamo il racconto possiamo vedere come Gesù gli da un invito di accoglienza; chiama Zaccheo per nome. C'è una connessione personale che guida il resto della storia. Gesù chiude la distanza tra lui e Zaccheo quando dice: "Zaccheo, scendi, presto, perché oggi debbo fermarmi a casa tua". Pensa a tutti gli inviti e le feste che Zaccheo deve essersi perso a causa di chi era. Infine, Gesù vuole entrare nella sua vita quotidiana. C'è qualcosa di molto personale nell'invitare qualcuno in casa tua. Tutto è in mostra ed è dove siamo veramente noi stessi ed è lì che Gesù vuole essere. Nella vita di Zaccheo o nelle nostre vite, Gesù conosce il nostro nome. Gesù vuole colmare la distanza tra noi e lui, e vuole accedere ai nostri spazi più intimi. E la bellezza di questa storia è che Zaccheo fu cambiato per sempre. Quando sei accolto e accettato, scopri di appartenere e di avere un posto da chiamare casa. La nostra preghiera dovrebbe essere che le persone possano venire e chiamare questo posto "casa". L'ospitalità è: Accoglienza - aperta, costante e generosaAccettazione - amiamo perché Lui ci ha amati per primoAppartenenza - un posto da chiamare casa Un ultimo pensiero. Non possiamo pensare all'ospitalità senza guardare Ebrei 13:2. “Non dimenticate l'ospitalità; perché alcuni praticandola, senza saperlo, hanno ospitato angeli.” (Ebrei 13:2) Ve lo siete mai chiesto?GUARDA LE DIAPOSITIVE DEL MESSAGGIOGUARDA IL VIDEO DEL MESSAGGIO IN BASSA RISOLUZIONE SU FACEBOOKGUARDA IL VIDEO DEL MESSAGGIO IN BASSA RISOLUZIONE SU INSTAGRAM---GUARDA IL VIDEO DEL MESSAGGIO IN HD (Visita il nostro sito per ascoltare la registrazione audio, vedere il video del messaggio, per scaricare gli appunti e per vedere le diapositive del messaggio)
In this episode of Legally Bond, Kim speaks with Bond higher education attorney Philip Zaccheo. Phil talks about how colleges and universities had to pivot their entire operations when the pandemic started in March 2020, the changes to Title IX requirements that followed shortly after and offered his thoughts on vaccine mandates.
Zaccheo voleva vedere Gesù e ha saputo cogliere l'occasione di quel passaggio irripetibile a Gerico ed ha capito , ha intuito che quell'incontro avrebbe potuto cambiare la sua vita. Zaccheo non era abituato alla presenza di Gesù, non era uno che capiva fino in fondo chi fosse Gesù, ma aveva intuito che Gesù aveva qualcosa di grande da dargli e da dirgli. Zaccheo è, potremmo dire, sanamente curioso ed è deciso a provare almeno a vedere Gesù. Qualcosa attirava Zaccheo verso Gesù, ma allo stesso tempo qualcosa anche lo faceva sentire molto distante, per la sua vita, il suo lavoro. Si sentiva inadeguato per quell'incontro. Questo brano ha molto da dire anche a noi oggi, che spesso ci sentiamo non all'altezza delle situazioni. www.santegidio.org
Zaccheo voleva “percepire” e non solo vedere con i suoi occhi fisici, soprattutto voleva SPERIMENTARE questo GESÙ. Che cosa stai cercando tu invece?Gesù non deve essere solo un appuntamento settimanale, ma deve essere una vera esperienza. Chiudi il divario tra te e Lui! Le mancanze di Zaccheo non erano una scusa, ma un catalizzatore!Non ha lasciato che avversità o limitazioni si intromettessero Attiva il tuo proposito! Non è passato inosservato; non era troppo “piccolo” per non essere individuato.Anche noi dobbiamo rispondere alla chiamata di Dio. La rivelazione porta alla trasformazione,Gesù non è interessato alla tua storia, è interessato al tuo “adesso”! L'andare avanti di Zaccheo ed il suo arrampicarsi sull'albero erano solo piccole cose, ma queste piccole cose sono in realtà le cose più grandi che avrebbe mai potuto fare !!
It's all about color in this episode with Christine and her guest, Shirley Zaccheo. Color is all around us, and each one sends a message. Why not use it to your advantage? Stay tuned to hear Shirley's expert advice on utilizing color to improve your image! Here are the things to expect in the episode: What does color analysis mean? How does it relate to everyday life? The benefits of certain hues and tones to your intended activity for the day. Do “muted” colors count? How your image pivots along with your lifestyle! (Are you still wearing smart pants to Zoom meetings?) How do you find your color? Remember, you only have a few seconds to make an awesome impression on somebody. Make it count! About Shirley Zaccheo: Shirley Zaccheo is the CEO of You & Improved. She is an Image Consultant and Colorholic closet expert on a mission to invite people to see and experience the color that exists in and around us. With over 18 years of professional experience, Shirley works with clients to find their true colors and help them utilize color to reach their goals through image consultation, closet evaluation, shopping education, and color implementation. Shirley's goal is to help you Maximize YOUR Best 7 Image and to help you Put a Pop of Color In It! Connect with Shirley Zaccheo! Website: https://www.you-n-improved.com/ Facebook: https://www.facebook.com/letsgetYouandImproved YouTube: https://bit.ly/3dpqOHv Connect with Christine Trumbull! Website: https://www.coachingtheclimb.com/ Facebook: https://www.facebook.com/ChristineLTrumbull Coaching the Climb Facebook Group: https://www.facebook.com/groups/coachingtheclimb LinkedIn: https://www.linkedin.com/in/christine-trumbull-coachingtheclimb/
Do you ever stare into a closet full of clothes, and sigh because you have nothing to wear? Shirley Zaccheo has you covered. And colored. Shirley Zaccheo, is CEO of You & Improved. She is a certified Image Consultant and Colorholic Closet Expert. Her mission is to help bring the world of color into your life and curate the best closet for your best self because she believe everyone has value and potential exactly where they are at. Shirley works with clients to audit their closets and shop for new pieces so that they can feel confident in presenting their best self. Everything starts with color analysis, your existing wardrobe, and then we kick it up a notch so that you are still You & Improved! Hangout with her online at https://www.you-n-improved.com/ @letsgetYouandImproved
Luca 19, 1-10
Shirley Zaccheo is the CEO of You & Improved. She is an Image Consultant and Colorholic closet expert on a mission to invite people to see and experience the color that exists in and around us. With over 18 years of professional experience, Shirley works with clients to find their true colors and help them utilize color to reach their goals through image consultation, closet evaluation, shopping education, and color implementation. Connect with Shirley: LinkedIn: https://www.linkedin.com/in/shirley-zaccheo-53582961/ Facebook: https://www.facebook.com/You.n.Improved/ Email: info.you.n.improved@gmail.com
Percorso di Avvento 2020Martedì 15 Dicembre 2020La preghiera per i Preadolescenti e gli Adolescenti è offerta a tutti.Il tema di questo percorso ruota attorno all'umanità di Gesù.Vuoi approfondire? Noi leggiamo Bruno Maggioni, Era Veramente Uomo, ed. Ancora.Trovi il foglio con la preghiera qui https://www.oratorionembro.org/wp-content/uploads/2020/11/Inni-cristologici-rivisitati-A5.pdf
How do we effectively deal with the pandemic of suicide and mental illness within the pandemic of Covid-19? Bob Zaccheo of Project LIFT has been on the front lines since Day 1 of the shutdown. You don't want to miss this one! www.projectliftmc.org
Dal Vangelo secondo LucaLc 19,1-10 In quel tempo, Gesù entrò nella città di Gèrico e la stava attraversando, quand’ecco un uomo, di nome Zacchèo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere chi era Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, perché era piccolo di statura. Allora corse avanti e, per riuscire a vederlo, salì su un sicomòro, perché doveva passare di là. Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zacchèo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia. Vedendo ciò, tutti mormoravano: «È entrato in casa di un peccatore!». Ma Zacchèo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto». Gesù gli rispose: «Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch’egli è figlio di Abramo. Il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto».Parola del Signore
Filo Diretto FC 158: (La sindrome di Zaccheo) Registrazioni dal vivo dalle comunità avventiste in Italia. In questa puntata: La predicazione è a cura del pastore Giovanni Caccamo, il testo introduttivo del sermone è Ebrei 4: 15,16. la riflessione verte all'incoraggiamento di ogni individuo credente, e perchè no anche per chi è alla ricerca... Buon Ascolto. La predicazione è stata presentata sabato 26/09/2020 presso la chiesa cristiana avventista del settimo giorno di Forlì. L'articolo Filo Diretto FC 158 ( La sindrome di Zaccheo) proviene da Radio Voce della Speranza.
Filo Diretto FC 158: (La sindrome di Zaccheo) Registrazioni dal vivo dalle comunità avventiste in Italia. In questa puntata: La predicazione è a cura del pastore Giovanni Caccamo, il testo introduttivo del sermone è Ebrei 4: 15,16. la riflessione verte all'incoraggiamento di ogni individuo credente, e perchè no anche per chi è alla ricerca... Buon Ascolto. La predicazione è stata presentata sabato 26/09/2020 presso la chiesa cristiana avventista del settimo giorno di Forlì. L'articolo Filo Diretto FC 158 ( La sindrome di Zaccheo) proviene da Radio Voce della Speranza.
"Mere color can speak to the soul in a thousand different ways..." ~Oscar Wilde In this episode we are talking all about how to own your space using your colors. This is such a fun, vibrant episode that is being released in a time that feels heavy and maybe even a bit dark. Learn how this busy mom of four started to tap into her passion of color and now helps other women own their space by wearing colors that really work FOR them. Shirley Zaccheo, creator and founder of You and Improved, has been hustling since she was selling flowers from a roadside stand at 16 years old. Shirley has always had a love of color-since she was a little girl and would play with her grandmothers color crayons. And even though she was little, there was a seed planted in her life. Listen in this week to hear my conversation with Shirley so you can start to use color in a way that helps you own your space. Everything is energy people and color gives off an energy, a vibe. So let me ask you, do you know what energy you are emitting? I want to be clear-this is NOT a conversation about vanity. This is a conversation about owning your space. You being YOU. What you'll learn from this episode: How quickly a person bases an opinion of you from a first appearance. Where to start when you don't think you are fashionable. Why color is the first thing to start with when it comes to owning your space. Why you want your wardrobe to work FOR you and not against you. How color can really determine the inner energy that is going on. What color energy really is. What color does to our emotions. We unpack certain power colors and what certain other colors mean. We talk about leaders/celebrities and profile their colors. How colors can communicate your messaging and branding. 5 tips to owning your colors The one thing you must know before you give yourself permission to practice self care. Featured on the Show: Join my Facebook group exclusively for badass women leaders here. Let's be friends on Instagram Check out my e-book Why Selfish is the New Black Shirley Zaccheo: FACEBOOK
Zaccheo, scendi, presto, perché oggi debbo fermarmi a casa tua. Luca 19:5
Feeling called to make a big change in your life or business? Well, tune in to hear my chat with Shirley Zaccheo of You & Improved. What does giving the gift of Color mean for you? It means Never saying "arrgghh I have nothing to wear" when looking in the closet. It means Never wasting money on clothes that won't look good on you when you get them home. And what it truly means is that you will have the Power of YOUR best colors in the palm of your hand when shopping your style! The beauty of our present situation is that it’s forcing all of us, myself included, to take a time out and look at what really matters. Believe me, the clothes you wear do matter. Are you really doing something you’re passionate about? Are you serving people at the highest level that you feel called to do? Are you getting your message out into the world in as big of a way as you’ve always dreamed? If not, the invitation for all of us right now is to reimagine how we are doing things and be totally open to a reinvention... to maximize your best 7 Second Image. Today I challenge you to do just that... Be open to what shows up in terms of a different way you could get your message out or build your business with zeroing in on Your personal brand message.
Dal Vangelo secondo LucaIn quel tempo, Gesù entrò nella città di Gèrico e la stava attraversando, quand’ecco un uomo, di nome Zacchèo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere chi era Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, perché era piccolo di statura. Allora corse avanti e, per riuscire a vederlo, salì su un sicomòro, perché doveva passare di là. Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zacchèo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia. Vedendo ciò, tutti mormoravano: «È entrato in casa di un peccatore!». Ma Zacchèo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto». Gesù gli rispose: «Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch’egli è figlio di Abramo. Il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto».INSTAGRAM https://www.instagram.com/nicoladon/FACEBOOK: https://www.facebook.com/nicolasalsa/YOUTUBE: https://www.youtube.com/channel/UCjFaPuCe1M_ju0hdCstulAw
Per ascoltare altri podcast di don Carlo De Marchi: www.meditazionintangenziale.it
chiacchiere posto lucca comics and gamesTrovi GodMonday ed altri podcast interessanti alle Officine► https://officine.meDon Domenico► https://t.me/annunciatedaitettiDon Fabrizio► https://t.me/babdicecose
Dal Vangelo secondo LucaIn quel tempo, Gesù entrò nella città di Gèrico e la stava attraversando, quand’ecco un uomo, di nome Zacchèo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere chi era Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, perché era piccolo di statura. Allora corse avanti e, per riuscire a vederlo, salì su un sicomòro, perché doveva passare di là. Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zacchèo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia. Vedendo ciò, tutti mormoravano: «È entrato in casa di un peccatore!». Ma Zacchèo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto». Gesù gli rispose: «Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch’egli è figlio di Abramo. Il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto».INSTAGRAM https://www.instagram.com/nicoladon/FACEBOOK: https://www.facebook.com/nicolasalsa/YOUTUBE: https://www.youtube.com/channel/UCjFaPuCe1M_ju0hdCstulAw
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=5849OMELIA XXXI DOMENICA TEMPO ORDINARIO - ANNO C (Lc 19,1-10)Il viaggio di Gesù verso Gerusalemme, che occupa gran parte del Vangelo di san Luca, è ormai quasi al termine. Il Signore si trova a Gerico, che allora era una importante città commerciale, centro di transito per tanti mercanti dell'epoca. Qui si inserisce la vicenda di Zaccheo che era un pubblicano, ovvero un funzionario che riscuoteva le tasse per conto degli odiati dominatori stranieri, e che, in quella città di fiorente commercio, aveva molti interessi. Si sa che i pubblicani erano considerati dei grandi peccatori, sia perché erano scesi a compromesso con i dominatori, sia perché angariavano il popolo con molte ingiustizie e soprusi.Gesù era a Gerico e la folla accorreva da ogni parte per vederlo e per essere testimone o beneficiaria di qualche suo miracolo. In mezzo alla folla vi era pure Zaccheo, il quale, piccolo di statura, salì su di un sicomòro per poter vedere il Maestro che passava. Tutti si aspettavano che Gesù fulminasse quell'uomo con qualche parola di fuoco, che gli rinfacciasse davanti a tutti le sue grandi ingiustizie. Invece Gesù si rivolse a lui con parole di amicizia, dicendogli: «Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua» (Lc 19,5).Immaginiamoci la delusione e la rabbia di tanta gente che si aspettava delle parole di tutt'altro genere! Anche noi, molto probabilmente saremmo rimasti delusi, attendendoci una pronta e spietata giustizia. Ma non la pensava così Gesù, il quale, con la bontà e la misericordia, cerca sempre di guadagnarsi il cuore delle sue creature. A ciascun peccatore Dio rivolge questi inviti di misericordia; ma, se facciamo i sordi e abusiamo della sua Bontà, non tarda a venire il momento della giustizia.Zaccheo coglie al volo quell'invito di Gesù e si precipita ai suoi piedi. Il testo del Vangelo dice: «Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia» (Lc 19,6). Era la prima volta che Zaccheo incontrò chi lo stimasse e l'amasse al punto da voler essere suo ospite. Secondo la legge di Israele non si poteva assolutamente entrare nella casa dei pubblicani. E così Gesù andò a casa di Zaccheo e questo suscitò ancora di più la rabbia e la mormorazione di molti, anzi di tutti, come dice l'evangelista Luca. Essi dicevano: «è entrato in casa di un peccatore» (Lc 19,7). Forse i più benevoli avranno pensato che Gesù ignorava chi fosse veramente Zaccheo; al contrario, Gesù andò da Zaccheo appunto perché lo conosceva nel profondo e lo voleva redimere.Zaccheo si converte, si sente perdonato da Gesù, e sente impellente il desiderio di riparare a tutto il male compiuto, non soltanto restituendo quattro volte tanto quello che aveva rubato, ma addirittura dando ai poveri la metà di tutte le altre ricchezze da lui possedute (cf Lc 19,8). Rivolgendosi poi a Zaccheo e, tramite lui, a tutta la folla, Gesù dice: «Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch'egli è figlio di Abramo. Il Figlio dell'uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto» (Lc 19,9-10).Dio ci ha perdonato tante e tante volte. Anche noi dobbiamo sentire nascere in cuore il desiderio di riparare il male fatto. è questa una esigenza d'amore. Soprattutto il furto esige la restituzione. E, ricordiamolo sempre, non si ruba solamente estorcendo del denaro, ma anche compiendo svogliatamente il proprio lavoro. Inoltre, si ruba la buona fama al nostro prossimo sparlando di lui. Anche questo è un peccato che dobbiamo riparare, impegnandoci d'oggi in poi a dire bene di chi abbiamo danneggiato.Anche a noi Gesù rivolge le parole: «Scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». Egli non viene dentro le nostre abitazioni materiali, ma viene dentro di noi nella Santa Comunione. Quando lo riceveremo, chiediamogli la grazia di una profonda conversione, di vivere sempre nella sua amicizia, la grazia di non danneggiare mai il prossimo, ma di beneficarlo sia nelle azioni come pure nelle parole.
Meet Lisa Zaccheo- Board Certified Hypnotist, Motivational Speaker, Instructor, and Owner of Mind Matters Hypnosis Centers. Before getting into hypnosis, Lisa was a skeptic herself until she experienced it. In this episode, Lisa educates us on what hypnosis is (and what it isn't), and what might be treated using hypnosis. Tune in to learn more! To learn more or set up an appointment, check out the Mind Matters Hypnosis website Don't forget to check out upcoming events to see where we can practice self-care together!
In this episode Monty Waldin interviews Antonio Michael Zaccheo of Carpineto Wines in Tuscany. Monty’s guest talks about how Carpineto Wines came to be, that is, from the joint efforts of two families: the Zaccheo family from Puglia and the Sacchet family from Veneto. Carpineto’s founders came from opposite parts of Italy and met half-way in Tuscany, united by their love of Tuscany and Sangiovese. Antonio Michael Zaccheo talks about Tuscan wines, global markets, and… the ironic sobriquet “pulci in culo” for a local grape variety! Tune in to find out more!
PER RIDARCI LA DIGNITA' GESU' RICONOSCE E RISUSCITA IL FIGLIO DI DIO CHE È NASCOSTO IN NOI INGANNATO E SCHIAVO DEL PECCATOPer Zaccheo l’”Arci-pubblicano”, arci-peccatore, “ricco” e “perduto”, quello fu un giorno speciale. Aveva sentito il suono dello Shofar, la tromba del gran Giorno del Giudizio che inaugurava i dieci giorni del pentimento, nei quali ogni ebreo era chiamato ad andare a casa di chi aveva offeso per riconciliarsi con lui, preparandosi così a Yom Kippur, il Giorno dell’espiazione. Ed era inquieto, come sempre in quei giorni; aveva “frodato e rubato” tanto a molti suoi fratelli tradendoli con gli invasori romani; lo disprezzavano e sfuggivano, ma proprio non riusciva a liberarsi da quella vita.Quel giorno però, Gerico gli appariva strana, piena di euforia e gioia, nonostante ancora non fossero spuntate le prime stelle che chiudevano il Giorno dell’Espiazione. Non riusciva a collegare la guarigione del cieco sulla porta della sua città, e quel frastuono con quei giorni che avrebbero dovuto essere austeri di lacrime e pentimento; non poteva riconoscere in Gesù il nuovo Giosuè che, proprio al suono dello Shofar, era entrato in Gerico abbattendo le mura dell’egoismo e dell’orgoglio che impedivano anche a lui d’essere felice, votando allo sterminio tutti i peccati.E così Zaccheo si era messo a “correre avanti” per “vedere quale fosse” quel Rabbì così speciale, mosso dalla curiosità e da una segreta e ancora acerba speranza, perché sentiva che “doveva passare di là”, nella sua vita. Lo aveva visto “attraversare” la città, ma non poteva sospettare che, così, Gesù compiva quanto prescritto dalla Torah, e che stava cercando proprio lui, per riconciliarlo con Dio e con i suoi fratelli. Non era Zaccheo che avrebbe dovuto chiedere perdono? E invece era il Figlio di Dio che si stava facendo peccato per renderlo “puro”, come il suo nome significava.Allo stesso modo oggi Gesù cerca ciascuno di noi, schiavi dei nostri peccati, incapaci di perdonare e di chiedere perdono, ma con un desiderio insopprimibile di “vederlo”, chissà che non succeda anche a noi come a quel fratello che si è appena riconciliato con sua moglie.Ma, come Zaccheo, cerchiamo Gesù ancora con occhi troppo umani; lo crediamo simile a noi, e pensiamo che per incontrarlo dovremmo fare come siamo abituati con gli altri: “salire” sul “sicomoro” per essere diversi dalla “folla”, cambiare in qualche modo la nostra realtà, che ci sembra inadeguata e di inciampo. Ma Gesù ci stupisce con il suo amore che fa proprio del sicomoro così meschino e ridicolo sul quale ci issiamo, il “katalyma”, come la grotta di Betlemme e il Calvario, – nei cui brani è usato lo stesso termine – il “seno” benedetto dove si rinasce a vita nuova.Gesù, che conosce il nostro nome come quello di Zaccheo, ci guarda e ci dice: “Puro, scendi subito, che devo fermarmi a casa tua”. Non importa se puri non siamo, i suoi occhi intrisi di misericordia ci vedono già così, “anche noi figli di Abramo”, nonostante tutto; per questo “deve” venire, e “fermarsi” a casa nostra per “purificarci” riconciliandoci con Dio e con i fratelli.E non c’è tempo di mettere ordine, di spazzare, di prepararci all’incontro, perché Lui ci anticipa sempre. Solo la sua Parola può compiere il Giorno del Perdono: “scendi”, convertiti, torna in te, scendi i gradini del cammino che ti conduce al battesimo; “non temere, io ti amo così come sei”. Gesù anche oggi è in ginocchio davanti a ciascuno di noi per lavarci ogni peccato; ci guarda dal basso, “alza lo sguardo” e, se ci chiama a “scendere”, è perché Lui è già lì, dove abbiamo “derubato e frodato”. E’ già accanto a nostro marito che abbiamo giudicato, possiamo chiedergli perdono. E’ già dove si trova nostro cugino che ci ha calunniato, possiamo perdonarlo.Per amarci il Signore non pone condizioni: la conversione è il frutto del suo amore, perché “l’agire segue sempre l’essere”, e l’essere deve essere prima rinnovato. “E il Signore vide proprio Zaccheo. Fu visto e vide; ma se non fosse stato veduto, non avrebbe visto… Siamo stati veduti perché potessimo vedere; siamo stati amati affinché potessimo amare” (S. Agostino, Discorso 174).Zaccheo, nevrotico e sempre in lotta con se stesso e con i suoi complessi, si è specchiato in Cristo e ha trovato in Lui la pace, la statura ideale per la sua vita: è tornato ad essere il “figlio di Abramo” che s’era “perduto” a causa del peccato. Zaccheo, “cercato” e “salvato” senza condizioni, vede il suo cuore ormai trasformato gratuitamente in una sorgente d’amore, nonostante le “mormorazioni” e lo “scandalo” che sempre provoca una conversione impensata. Liberato da se stesso si dona senza misura ai fratelli, “poveri” come lui.Accogliendo “oggi” Cristo che si auto-invita nella nostra casa attraverso la Chiesa che ci ammaestra con la Parola e i sacramenti, possiamo vivere in pienezza ogni giorno come Yom Kippur. Era “necessario e conveniente”, come recita il greco originale, che Cristo si “fermasse” nella casa di Zaccheo, come “oggi” nella nostra vita; era “conveniente” per chi ci è accanto, ai quali poter finalmente restituire “quattro volte tanto” quanto abbiamo sottratto ingiustamente; era “conveniente” per il mondo al quale ogni Zaccheo risuscitato può annunciare l’amore di cui aveva diritto, moltiplicato dalla misericordia di Dio.
Luca 19 V.V. 1-101 Gesù, entrato in Gerico, attraversava la città. 2 Un uomo, di nome Zaccheo, il quale era capo dei pubblicani ed era ricco, 3 cercava di vedere chi era Gesù, ma non poteva a motivo della folla, perché era piccolo di statura. 4 Allora per vederlo, corse avanti, e salì sopra un sicomoro, perché egli doveva passare per quella via.5 Quando Gesù giunse in quel luogo, alzati gli occhi, gli disse: «Zaccheo, scendi, presto, perché oggi debbo fermarmi a casa tua». 6 Egli si affrettò a scendere e lo accolse con gioia. 7 Veduto questo, tutti mormoravano, dicendo: «È andato ad alloggiare in casa di un peccatore!» 8 Ma Zaccheo si fece avanti e disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà dei miei beni ai poveri; se ho frodato qualcuno di qualcosa gli rendo il quadruplo». 9 Gesù gli disse: «Oggi la salvezza è entrata in questa casa, poiché anche questo è figlio d'Abraamo; 10 perché il Figlio dell'uomo è venuto per cercare e salvare ciò che era perduto».
Luca 19 V.V. 1-101 Gesù, entrato in Gerico, attraversava la città. 2 Un uomo, di nome Zaccheo, il quale era capo dei pubblicani ed era ricco, 3 cercava di vedere chi era Gesù, ma non poteva a motivo della folla, perché era piccolo di statura. 4 Allora per vederlo, corse avanti, e salì sopra un sicomoro, perché egli doveva passare per quella via.5 Quando Gesù giunse in quel luogo, alzati gli occhi, gli disse: «Zaccheo, scendi, presto, perché oggi debbo fermarmi a casa tua». 6 Egli si affrettò a scendere e lo accolse con gioia. 7 Veduto questo, tutti mormoravano, dicendo: «È andato ad alloggiare in casa di un peccatore!» 8 Ma Zaccheo si fece avanti e disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà dei miei beni ai poveri; se ho frodato qualcuno di qualcosa gli rendo il quadruplo». 9 Gesù gli disse: «Oggi la salvezza è entrata in questa casa, poiché anche questo è figlio d'Abraamo; 10 perché il Figlio dell'uomo è venuto per cercare e salvare ciò che era perduto».
Terza di quattro meditazioni sul tema della Misericordia nei Vangeli, proposte alla Parrocchia San Nicolò di Lecco in occasione degli esercizi spirituali della Quaresima 2016
Nella canzone degli Amari si allude ad una possibilità di furto molto originale: rubare il futuro. Significa andare controcorrente rispetto ai ladri del presente che stanno rovinando i rapporti umani. A Zaccheo ladro di professione, Gesù regala un nuovo futuro. Lo fa passare dalla logica del furto e dell'egoismo alla prospettiva del dono e della giustizia.
Nella canzone degli Amari si allude ad una possibilità di furto molto originale: rubare il futuro. Significa andare controcorrente rispetto ai ladri del presente che stanno rovinando i rapporti umani. A Zaccheo ladro di professione, Gesù regala un nuovo futuro. Lo fa passare dalla logica del furto e dell'egoismo alla prospettiva del dono e della giustizia.