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Il Corsivo di Daniele Biacchessi
Francesco, l'Iraq e l'impegno della pace | 08/03/2021 | Il corsivo di Daniele Biacchessi

Il Corsivo di Daniele Biacchessi

Play Episode Listen Later Mar 7, 2021 2:04


Il viaggio di Papa Francesco in Iraq è un impegno profondo e porta un vento nuovo nel difficile cammino verso la pacificazione di una terra tormentata da guerre. Baghdad, Erbil, Mosul nel nord Iraq sono nomi che evocano bombardamenti, massacri di civili, guerriglie, sparatorie, morte.Francesco ha attraversato le strade di Iraq come un umile pellegrino che cerca di comprendere fino a che punto l'uomo raggiunge il massimo livello di violenza e barbarie.A Mosul le tragiche conseguenze della guerra e delle ostilità sono fin troppo evidenti. "Com'è crudele che questo Paese, culla di civiltà, sia stato colpito da una tempesta così disumana, con antichi luoghi di culto distrutti, e migliaia e migliaia di persone, musulmani, cristiani, yazidi annientati dal terrorismo e altri sfollati con la forza o uccisi", ha ricordato il Papa.Un forte messaggio di pace e fratellanza di portata storica, perché la speranza, dice Francesco, è più forte della morte e la pace è più forte della guerra.Qaraqosh è diversa da quando nel 2014 l'Isis cacciò a colpi di kalasnikov e cannoni la comunità cristiana ma i segni del potere distruttivo del fanatismo rimangono tutti, anche sui volti dei pochi superstiti alla mattanza.I cristiani tornano a poco a poco in questi luoghi, ma la comunità è devastata: chiese, messe, tradizioni non ci sono quasi più.Oggi c'è bisogno di voltare pagina, lo ha detto a gran voce Francesco a Mosul: i leader del mondo si devono impegnare nella ricostruzione.

Musica
Proteste in Iraq 2019

Musica

Play Episode Listen Later Nov 22, 2019 17:44


Come al solito, terminiamo la nostra rassegna parlandovi di attualità e mettendo in luce in particolare le rivolte che stanno animando l'Iraq nell'ultimo mese. Proteste che si legano sopratutto alla voglia del paese di staccarsi da potenze straniere quali l'Iran, alla ricerca di un nuovo equilibrio lontano da povertà e corruzione. Seguici anche su fb, ig e sul nostro sito mediorientedintorni.com , ogni giorno, il meglio della cultura di Medio Oriente e Mondo islamico.

Cominciamo Bene - Le interviste
Si allarga la protesta in Iraq - Intervista a Ismaël Dawood

Cominciamo Bene - Le interviste

Play Episode Listen Later Oct 31, 2019 10:14


Le proteste che accendono l'Iraq dall'inizio di ottobre non accennano a fermarsi. Malgrado il bilancio di morti e feriti si sia pesantemente aggravato, la partecipazione è sempre più ampia.Sono soprattutto i giovani i protagonisti delle manifestazioni, come già aveva spiegato Ismaël Dawood nell'intervista dell'8 ottobre. Nelle ultime settimane si sono però aggiunti anche altri membri della società civile come associazioni e sindacati. Molto importante è anche la partecipazione delle donne, sia studentesse che attiviste.Tutto fa pensare che il popolo iracheno abbia fatto una scelta, quella di rompere il silenzio.Ne parla Ismaël Dawood, Civil Society Officer di Un Ponte Per…

Parliamo di Criminologia
"Integrazione e Multiculturalismo: la soluzione al terrorismo".

Parliamo di Criminologia

Play Episode Listen Later Oct 18, 2019 10:55


L'integrazione: l'unica via per il riscatto economico, la prevenzione del crimine e la lotta al terrorismo.Nel 1978 mio padre, avendo vinto una cattedra come docente di scuola superiore, si trasferì al nord in un piccolo paesino abbandonato tra Milano e Busto Arsizio. Non "immigrammo" a Milano nell'accezione propria del termine. Provenivamo da Gragnano, in provincia di Napoli e la Campania è in Italia. Ma "emigrando" dal sud verso il nord, i miei genitori vissero ugualmente la sofferenza dello sradicamento e la distanza da parenti e genitori. Clima, cibo e tradizioni diverse. Le condizioni economiche erano semplici. C'era da ripartire da zero. Cercare casa, arredarla, comprare una 127 per recarsi al lavoro: cose così insomma. Ai quei tempi non esistevano i social e le telefonate interurbane costavano parecchi gettoni. Ma il telefono per un emigrato è tutto, è l'essenza del nutrimento dei sentimenti, un cordone ombelicale da non scindere pena altra solitudine e smarrimenti. I bar erano divisi e frequentati per provenienza geografica. C'era il bar dei "terun" e il bar dove andavano i lombardi. Dopo qualche anno le cose lentamente migliorarono. Tutti assieme in un'unico bar, ma ugualmente divisi per zone! Terroni da una parte e polentoni dall'altra. Poi cadde il muro di Berlino e crollò la Cortina di Ferro. Ricordo che fummo "invasi" da polacchi "straccioni" e "lavavetri" e dalle loro "lascive mogli". Poi venne il turno dell'Albania. Barconi debordanti di "pregiudicati dalle teste enormi" ci "invasero". Venne il turno dei romeni (che quelli sono zingari) e degli zingari (che quelli sono zingari sempre). Poi l'Iraq, l'Afghanistan, ancora l'Iraq, l'11 settembre, Parmalat, la crisi dei mutui, il glutine, Al Qaeda, l'Isis etc. Cambiavano i nomi, gli indirizzi, gli scenari ma le paure erano sempre le medesime, solo declinate in maniera leggermente diversa.Oggi ci troviamo ad affrontare una "invasione" di immigrati "clandestini". Allora ritorno alla mia infanzia. Riparto proprio da quei giorni per capire questi tempi. Col senno di poi posso affermare che la mia famiglia fu brava e tenace, dopo i primi anni di ostracismo dimostrato dagli "indigeni" ci integrammo bene. Ora io, mia sorella e mio fratello siamo tutti e tre laureati e ben inseriti nel tessuto sociale.Sono stato amato e ringrazio i miei genitori. Da piccolo ero irrequieto ed avevo voglia di emergere e di riscatto. Per me, la mia famiglia e quelli come me. Fossi stato introdotto in un ambiente che non mi accettava sono sicuro: avrei usato i miei talenti per delinquere. Troppa era la smania di farcela.Ho scelto lo studio, mi è andata bene. Ma altri non sono stati e non sono fortunati come me. Per questo non mi meraviglio che le terze generazioni nate in europa si radicalizzino nonostante il tempo passato in Francia, in Belgio o in Germania. E l'Islam non c'entra nulla. L'Islam è solo una copertina di seconda mano ad un quaderno tutto scarabocchiato. Morire prima dei 30 anni combattendo contro una vita infelice è l'unico scopo di molti giovani. Dal kamikaze siriano pronto a farsi esplodere sino ai giovani della periferia di Rozzano, Scampia o Brindisi. Giovani (non tutti sia chiaro) pronti a delinquere e vivere da ricercati in una botola di pochi metri quadrati. Giovani e giovanissimi italiani che da nord a sud pensano che se a 30 anni "non hai sfondato con il grano", se sei ancora vivo e fuori dal carcere hai sprecato la vita. Perché fare lo schiavo come i padri proprio non lo concepiscono. Loro vogliono tutto e subito. E non sono mostri o protagonisti di fiction lontane da noi. Sono ragazzi normali, figli di questa società liquida, atomica, polverizzata come un sasso di cocaina da farsi in apnea il sabato sera.Quando approccio la questioni migranti e la piaga del terrorismo ricordo sempre da dove provengo, chi sono e come lo sono diventato. E questo corto circuito emozionale mi ricorda sempre di coniugare un cuore caldo ad una testa fredda.

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PTV News 19.06.18 - Caso Skripal- la pulce è più forte dell’elefante

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Play Episode Listen Later Jun 19, 2018 6:37


Pandora TVCaso Skripal: la pulce è più forte dell’elefante Adesso è il New York Times che torna sul caso Skripal andando a interrogare i cittadini di Salisbury e scoprendo che la versione offerta dalle autorità britanniche risulta poco convincente per una parte cospicua della popolazione. Che, secondo il NYT è minoritaria, ma non troppo. Come minimo è in decrescita il numero di coloro che, subito dopo l’avvelenamento degli Skripal, credevano che la Russia, e Putin, fosse dietro all’attentato. Secondo un sondaggio nazionale, nell’aprile scorso ben tre quarti dei britannici credevano alla tesi ufficiale. Poi, dopo il silenzio e i molti misteri dell’indagine, molti hanno cominciato a porsi qualche domanda. Gli esperti in fake news hanno allora cominciato a studiare i social networks e hanno "scoperto” che il 60% degli articoli in inglese che criticavano la versione ufficiale erano “di provenienza russa”. Cioè che la potenza di fuoco di qualche decina di articoli sui social è più forte della potenza di tutto il mainstream britannico nel suo insieme. Come dire che la pulce è più forte dell’elefante. La Turchia si prende Manbij?Il premier turco, Binali Yildirim, ha annunciato, lunedi', l'avvenuto ingresso delle truppe turche nella periferia di Manbij, come previsto dall'accordo stipulato da Ankara e Washington lo scorso 4 giugno. L'intera citta' siriana sarà presto libera dalla presenza di soldati curdi, precisa il capo della diplomazia turca, Mevlüt Çavuşoğlu. Informazioni immediatamente smentite dal consiglio militare di Manbij, secondo cui le forze turche mantengono le loro posizioni nell'ambito dell'operazione "Scudo dell'Eufrate". Nel frattempo, nella notte di lunedi', un nuovo raid ha colpito le postazioni governative nei pressi di Abu Kamal, al confine con l'Iraq. L'attacco sarebbe stato condotto dalla coalizione internazionale a guida Usa, scrive l'agenzia di stampa Sana citando fonti all'interno delle Forze armate di Damasco. Il Pentagono, da parte sua, nega ogni accusa. "Abbiamo motivo di credere che sia stato Israele", racconta un funzionario Usa, in condizione di anonimita', all'agenzia France-Presse. Una quarantina le vittime: principalmente miliziani iracheni, ma anche un maggior generale e due colonnelli dell'esercito siriano impegnati nella lotta a Daesh. Il segretario di Stato americano, Mike Pompeo, e il ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov, hanno discusso la situazione in Siria, lunedi' sera, durante un colloquio telefonico. E mentre continuano i negoziati sul futuro del Paese tra i rappresentanti di Damasco e le Forze democratiche siriane, queste ultime, come scrive il Telegraph, avrebbero liberato un gruppo di prigionieri europei affiliati a Daesh, sulla base di un presunto accordo segreto. Il rischio ora, aggiunge il quotidiano britannico, e' che questi terroristi possano tornare sul campo di battaglia o anche in Europa.La militarizzazione dello spazio inizia dagli UsaLa corsa militare allo spazio inizia dagli Stati Uniti. Donald Trump ha annunciato, lunedi', di aver incaricato il Pentagono della creazione delle forze spaziali statunitensi, che diventeranno la sesta forza armata del Paese dopo Esercito, Marina, Corpo dei Marines, Guardia Costiera e Aeronautica. "Non vogliamo che Cina, Russia o altri Paesi ci superino", ha spiegato Donald Trump, precisando che il progetto non consiste nella semplice presenza degli Stati Uniti nello spazio, ma nella loro superiorità nello spazio. Il ministero degli Esteri cinese ha replicato alla notizia dicendosi contrario a qualsiasi forma di militarizzazione dello spazio, che ha definito "un bene comune di tutta l'umanita'". La creazione delle forze spaziali Usa fu annunciata per la prima volta in marzo, quando il presidente americano osservo' che la nuova strategia di difesa nazionale degli Stati Uniti non escludeva la possibilita' di condurre operazioni militari nello spazio. Le Forze aerospaziali russe, invece, create nel 2015 senza alcuna pretesa di superiorita' nello spazio, rappresentano l'unione tra l'aeronautica militare e le truppe di difesa antimissile.In Serbia si fa luce sull'uranio impoverito della NatoCittadini serbi malati di cancro denunceranno i Paesi della Nato per l'utilizzo di munizioni all'uranio impoverito durante i bombardamenti del 1999. Ad annunciarlo, lunedi' 18 giugno, e' stato Sveto Nogo, presidente dell'Associazione serba di cittadini Uranio impoverito. Dal simposio internazionale di Nis sulle conseguenze del bombardamento, Sveto Nogo spiega che le denunce saranno pronte a fine settembre o ad ottobre. 19 referenti, provenienti da 7 Paesi, tra cui Italia, Serbia, Germania e Russia, stanno presentando documenti scientifici comprovanti gli effetti nocivi dell'uranio impoverito sulla salute umana. L'avvocato Srdjan Aleksic, presidente del Comitato organizzativo della Conferenza, sostiene che di estrema importanza per il popolo serbo e' una sentenza della corte italiana che ha confermato il legame tra l'uranio impoverito e le malattie diagnosticate ai soldati italiani impegnati in Kosovo. Nella parte meridionale della Serbia, la Nato ha lanciato più di 15 tonnellate di uranio impoverito. Il pilota italiano Domenico Leggiero, referente per l'Italia alla conferenza, sostiene che già nel dicembre del 1980 gli americani avessero le prove dei rischi di contaminazione, tanto che usavano mascherine, guanti e tute protettive. "La durissima battaglia che stanno affrontando i nostri militari in Patria e i risultati finora ottenuti faranno nascere una nuova commissione parlamentare in Serbia", scrive Leggiero, che aggiunge: "forse è il caso che si inizi a pensare a una Commissione Europea".

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PTV News 04-06-18 - L’Italia giallo - verde ha alleati E quali

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Play Episode Listen Later Jun 4, 2018 12:56


L’Italia giallo - verde ha alleati? E quali? Varato in Italia il primo governo cosiddetto populista gli analisti si interrogano su quella che sarà la collocazione dell'Italia nello scacchiere internazionale. Appare evidente che il governo gialloverde sia schierato su posizioni euroscettiche tendenti a rinegoziare i trattati europei che soffocano l'economia italiana a partire da quel Fiscal Compact per arrivare fino ai parametri di Maastricht. Ciò che maggiormente interroga gli analisti è se un paese debole come l'Italia e dipendente dal Quantitative Easing della BCE per tenere in vita il proprio sistema bancario, abbia la forza per rinegoziarli con qualche chance di successo magari grazie all'aiuto di qualche alleato insperati. Non si può non notare che indizi su possibili alleati del governo gialleverde ci sono ed arrivano dagli Stati Uniti. Infatti anche la stampa italiana ha pubblicato che l'improvviso abbassamento degli spread tra Bund e BTP è dovuto agli acquisti di giganti finanziari americani quali Bridgewater, Citi, Jp Morgan, Blackrock, Pimco e Prudential. Un'azione che non può non apparire come coordinata e tendente a dare sostegno all'Italia. Inoltre non si può non notare un cambiamento di valutazione da parte della stampa finanziaria USA: per esempio Bloomberg ha pubblicato un pezzo nel quale sostiene la necessità di un piano B di uscita dall'Euro per l'Italia. Per non parlare poi di un report di JPMorgan nel quale si spiega come per l'Italia sia conveniente l'uscita dall'Euro piuttosto che continuare a rimanerci a costo di continui piani d'austerità che la condannano ad una perenne stagnazione economica. Insomma non è azzardato dire che il governo italiano stia ottenendo un sostegno potentissimo e a pieno spettro da parte del mondo finanziario americano. Sostegno che non può essere casuale per la tempistica con cui arriva e lascia ipotizzare che gli USA vogliono utilizzare l'Italia nella battaglia sul commercio internazionale in corso contro la Germania. Donald Trump vuole bloccare l'invasione di merci provenienti dalla Germania e Roma potrebbe essere il jolly che gli farà vincere la partita.L’Europa è in crisi anche per conto suo Il nuovo governo italiano potrebbe avere l'effetto di una bomba per il sistema europeo. Un punto, questo, che mette d'accordo figure molto distanti tra loro, come l'ex consigliere di Donald Trump, Steve Bannon, e lo speculatore George Soros, ognuno dei quali, tuttavia, ne trae conclusioni diverse. "Roma oramai è il centro della politica mondiale. Quello che sta accadendo qui è straordinario", sostiene Steve Bannon in un'intervista per La Repubblica, in cui ammette di aver avuto un ruolo, seppur "non determinante", nella decisione di Salvini di unirsi a Di Maio. "Determinante e' quello che hanno fatto gli italiani", precisa l'ex funzionario Usa: “Avete dato un colpo al cuore alla bestia dell’Europa, delle capitali straniere, dei grandi media stranieri". L'avvento al potere dei populisti, a suo avviso, crescerà e porterà cambiamenti rivoluzionari, mentre Macron e la Merkel "cadranno come birilli". Uno scenario che, secondo lo speculatore George Soros, intervistato dal Corriere della Sera, si potrebbe ancora evitare, a patto che l'Unione Europea, invece di cercare di impartire lezioni, "si chieda che cos'ha da imparare da questo rimescolamento delle carte in Italia". Per ristabilire la fiducia, afferma Soros, "Bruxelles deve cambiare i regolamenti esistenti e pagare gran parte di quanto serve per integrare e sostenere i migranti, che sono bloccati in Italia in quantità così fuori proporzione". "Non è possibile né desiderabile ricollocarli in altri Paesi a forza", spiega Soros, aggiungendo che tra i numerosi problemi che l'Unione Europea si trova ad affrontare, "l’Italia è diventato il più pressante, perché ne minaccia i valori fondanti". Persino il Financial Times, lo stesso che parlava di "nuovi barbari", sostiene, ora, che sarà la mancanza di riforme a far andare in pezzi l’Eurozona, e non il nostro Paese, che in 20 anni di mala gestione da parte dei partiti di centro sinistra e di centro destra, "ha accettato regole europee profondamente contrarie agli interessi italiani”.Vienna: "Stop alle sanzioni contro la Russia" "E' ora di rispondere ai dazi imposti da Donald Trump, togliendo le sanzioni alla Russia.” A dirlo, in un'intervista di sabato 2 giugno, e' il vice-cancelliere austriaco Heinz-Christian Strache, leader del Partito della Liberta', parte della coalizione di governo. “Ho sempre messo in guardia dal portare la Russia nelle braccia della Cina”, ha sottolineato Strache. Sulla stessa linea, il Cancelliere Sebastian Kurz: "Gli USA stanno diventando un partner commerciale sempre piu' inaffidabile". Il tutto alla vigilia della visita a Vienna del presidente russo Vladimir Putin, prevista per domani martedi' 5 giugno. Le sanzioni imposte alla Russia dal 2014 sono costate all'Austria piu' di 2 miliardi di euro in esportazioni. A far eco a Vienna potrebbe essere il neo governo italiano Lega-5Stelle.Mosca: Contromisure verso Washington e i suoi alleati http://publication.pravo.gov.ru/Document/View/0001201806040032?index=3&rangeSize=1In risposta alle sanzioni economiche di Washington, il presidente russo Vladimir Putin ha firmato la nuova legge sulle contromisure contro le azioni ostili degli Stati Uniti e dei suoi alleati. Il documento era stato approvato dalla Duma il 22 maggio e dal Consiglio della Federazione Russa il 30 maggio scorso. Ora il governo ha il potere di introdurre sulla base della decisione del presidente russo varie contromisure, tra cui restrizioni a import ed export, a condizione che non si applichino a beni vitali non fabbricati in Russia e in altri paesi. Il governo potrà annullare le contromisure qualora le cause vengano meno. Il sangue di Gaza non fa rumore "Non era una pallottola vagante. Mia figlia e' stata deliberatamente uccisa." Queste le parole della madre di Razan Al-Najar, l'infermiera di 21 anni uccisa dai soldati israeliani a est di Khan Younis,Gaza, durante le proteste di venerdi' 1 giugno, mentre prestava assistenza ai feriti. "Cercavamo di portare via i feriti dalla zona di confine”, racconta l'infermiera Lamya Najjar, "quando i soldati hanno dapprima lanciato gas lacrimogeni e poi sparato proiettili a caso. Uno di questi ha colpito Razan al petto ed e' uscito dalla schiena". Almeno altri tre membri della Mezzaluna Rossa sono stati feriti. Israele ha dovuto ordinare un'inchiesta. L'Articolo 24 della Convenzione di Ginevra tutela infatti l'incolumita' del personale medico incaricato del trasporto e della cura dei feriti. Il giorno dopo, 5 razzi venivano sparati da Gaza verso il territorio israeliano, 4 dei quali intercettati dalla difesa israeliana, il quinto atterrato nei pressi di un asilo. In risposta, Israele ha bombardato dieci presunte "postazioni terroristiche" nella Striscia. Intanto sempre venerdi' l'ennesima richiesta di un'inchiesta internazionale presentata all'ONU, stavolta dal Kuwait, e' stata rigettata per il solo veto degli Stati Uniti. La risoluzione, che condannava sia il blocco su Gaza che il lancio di missili contro Israele, ha ottenuto il voto favorevole di 10 paesi, fra cui Russia e Francia, e l'astensione di quattro, fra cui la Gran Bretagna. Non è un caso che Londra, dal 2015, ha piu' che raddoppiato la vendita di armi a Israele, compresi fucili e ammunizioni. L'ambasciatrice USA Nikki Haley ha poi presentato una contro risoluzione in cui Tel Aviv veniva completamente assolta per le violenze, addossando la totale responsabilita' delle morti di Gaza su Hamas. Dopo aver letteralmente supplicato i rappresentanti degli altri paesi, Haley e' stata l'unica a votarlo. Arabia Saudita si riposiziona in Medio oriente contro Qatar e Turchia Re Salman dell'Arabia Saudita avrebbe chiesto a Emmanuel Macron, secondo quanto scrive la stampa francese, di dissuadere il Qatar dall'acquisto di sistemi missilistici russi S-400. "Minacciano la sicurezza dello spazio aereo saudita", reciterebbe la lettera di re Salman al presidente francese. Tanto che Riad si direbbe pronta a prendere tutte le misure, incluse quelle militari, necessarie alla distruzione dei sistemi russi. Eppure, furono gli stessi sauditi, nel febbraio scorso, ad accordarsi con Mosca per l'acquisto degli S-400. Ma una "piccola guerra vittoriosa" potrebbe essere proprio quel che ci vuole per soffocare il dissenso nella capitale saudita, che le centinaia di arresti, avvenuti nel 2017, non sono riusciti a liquidare. Il recente rimpasto di governo, con la nomina di tre nuovi ministri - del Lavoro e dello Sviluppo Sociale, degli Affari Islamici, della Cultura e dell'Informazione, sembra testimoniare che una crisi politica interna e' attualmente in corso. Tensioni anche con Ankara. Il Partito curdo dell'Unione Democratica, scrive il quotidiano turco Hürriyet, ha dato il via al progetto statunitense per la creazione, nel Nord della Siria, di truppe regolari preposte al controllo dei confini con l'Iraq. La durata del contratto e' di due anni e lo stipendio mensile ammonta a 200 dollari, parte dei quali arrivano, appunto, dalle casse dei sauditi. Crisi di governo in Arabia Saudita: Dov’è M. Bin Salman?

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PTV News - 21-05-18 - Iran e Ue uniti nel contrastare le sanzioni Usa

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Play Episode Listen Later May 21, 2018 9:13


Pandora TVIran e Ue uniti nel contrastare le sanzioni Usa Iran e Unione Europea studieranno delle contro-misure per contrastare le nuove sanzioni americane contro Teheran entro l'8 agosto, data in cui entreranno ufficialmente in vigore. Lo ha annunciato l'Organizzazione per l'Energia Atomica iraniana sabato 19 maggio, subito dopo l'incontro con il Commissario europeo per l'energia ed il clima, Miguel Arias Canete. Secondo i funzionari iraniani, gli stati europei firmatari dell'accordo del 2015 stanno cercando di allestire un canale bancario per le transazioni finanziarie fra Europa ed Iran, mentre gli scambi commerciali saranno in euro, ha affermato il capo dell'Organizzazione per l'energia Atomica, Ali Akbar Salehi. Insomma, dalle parole ai fatti. "Il supporto politico dell'UE all'accordo non e' abbastanza", ha ribadito infatti il giorno dopo il capo della diplomazia iraniana, Javad Zarif, "bisogna passare all'azione. L'annuncio di un probabile ritiro dall'Iran da parte di alcune compagnie europee contrasta con le promesse". Il riferimento e' in particolare ai colossi dell'energia francese Total ed Engie. A tale proposito, la compagnia petrolifera cinese CNPC si e' gia' detta pronta a rimpiazzare Total in caso di un suo ritiro dal progetto South Pars.Per Donald Trump c'è posta dall'Iran Un articolo su Asia Times, a firma di Pepe Escobar, rivela l'esistenza di una lettera con cui ex alti funzionari americani chiedono delucidazioni a Donald Trump sull'operato di Israele nella Striscia di Gaza. Tra questi, gli ex funzionari della CIA, Phil Giraldi, del Pentagono, Michael Maloof e del Dipartimento di Stato, Scott Bennett, nonche' l'ex diplomatico e autore del libro "Visti per al-Qaeda", Michael Springmann, tutti ospiti della sesta conferenza internazionale "New Horizon" a Mashhad, in Iran. L'instabilita' della situazione attuale, avvertono, potrebbe creare i presupposti per una nuova campagna di operazioni psicologiche degli Stati Uniti. Copie della lettera sono state inviate anche alla Corte penale internazionale, al Consiglio di sicurezza dell'ONU, e ai presidenti di Russia, Turchia e del Parlamento europeo. Potra' essere usata come prova in tutte le indagini relative al trasferimento dell'ambasciata americana a Gerusalemme e all'uscita degli Usa dall'accordo sul nucleare iraniano. La Casa Bianca, per ora, tace.Massacro di Gaza, la Turchia in prima linea contro Israele La reazione della comunità internazionale di fronte all'operato di Israele nella Striscia di Gaza dovrebbe essere più dura. Ad affermarlo sono il presidente turco, Recep Erdogan, e il Segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, che nella conversazione telefonica di sabato scorso, hanno valutato positivamente la decisione del Consiglio per i diritti umani dell'ONU di condannare Israele e di istituire una commissione indipendente che indaghi sugli eventi nella Striscia di Gaza. "Purtroppo, ogni passo compiuto per garantire la giustizia è bloccato dagli Stati Uniti nel Consiglio di sicurezza. Intendiamo sottoporre nuovamente la questione all'Assemblea generale, auspicando nel sostegno di tutti i paesi islamici, e di tutti coloro che sostengono i principi di giustizia", ha dichiarato Erdogan alla riunione straordinaria dell'Organizzazione della cooperazione islamica, svoltasi domenica a Istanbul. Il presidente iraniano, Hassan Rouhani, ha proposto, da parte sua, di interrompere completamente ogni commercio con Israele e di rivedere le relazioni economiche e commerciali con gli Stati Uniti. Dopo gli Usa, anche la Francia si installa nell'Est della Siria L'ennesima base francese in Siria - la sesta, ormai - e' in via di costruzione in provincia di Raqqa. Secondo il sito Smart news, servira' ad addestrare 140 guerriglieri della cosiddetta opposizione moderata per operazioni di intelligence e di sicurezza. Come riporta la stampa turca, i francesi starebbero valutando, inoltre, di dispiegare sei batterie di artiglieria pesante al confine tra la Siria e l'Iraq, destinate al sostegno dei curdi. E mentre Parigi si addentra nel conflitto, gli Stati Uniti sospendono i finanziamenti ai tagliagole nel Nord-Ovest della Siria, tra cui Idlib, ormai sotto il controllo di Ankara. Una parte del denaro, che ammonta complessivamente a decine di milioni di dollari, sara' quindi riassegnata ad altri progetti, forse nel Nord-Est del Paese, dove gli americani, per usare le parole del capo della diplomazia russa, Sergej Lavrov, si sono solidamente installati sulla riva orientale dell'Eufrate e puntano sul collasso della Siria. CBS News, che cita fonti anonime nel Dipartimento di Stato, fa sapere che altri 200 milioni di dollari di finanziamenti sono attualmente in fase di revisione su richiesta di Donald Trump. L'esercito siriano, intanto, ha liquidato l'ultima sacca di tagliagole nel campo profughi di Yarmuk, ristabilendo cosi' il pieno controllo sull'area di Damasco, per la prima volta in sette anni. I territori tuttora sotto il controllo dei tagliagole si estendono ora lungo i confini con Turchia, Israele, Giordania e Iraq. Intanto, e' di queste ore la notizia di alcune esplosioni che avrebbero interessato la base iraniana a Sud di Damasco nella notte di lunedi'. Venezuela: Maduro, di nuovo presidente, si appella al dialogo Al 92.6% dei voti scrutinati, con circa il 68% e 5,8 milioni di voti, Nicolas Maduro ottiene per la seconda volta il mandato di presidente del Venezuela, incarico che ricoprira' fino al 2025. Secondo, col 21% e 1,8 milioni di voti il candidato dell'opposizione, Henri Falcon. L'affluenza alle urne e' stata del 48%, complice la chiamata all'astensione del MUD, la piattaforma che riunisce la maggior parte delle opposizioni. Numerosi, nel discorso di Maduro di ieri notte, i riferimenti all'imperialismo a guida statunitense e agli annunci di cambio di regime minacciati da piu' parti: "All'Impero io dico: dovete capire che il Venezuela e' il garante della stabilita' sociale e politica del Paese e dell'intera regione. Tentare di destabilizzare il Venezuela e' un peccato grave". Ma al contempo ribadisce l'appello al dialogo con tutti i partiti: "Sono il presidente di tutti, non solo di chi mi ha eletto. Quello di cui ha bisogno il Venezuela e' il dialogo permanente, non il conflitto". Maduro ha inoltre ringraziato i 150 osservatori internazionali provenienti da 30 paesi e che hanno garantito un voto libero. Ne' Falcon, ne' Jorge Bertucci, arrivato terzo con circa il 10% dei voti, accettano il risultato delle elezioni come legittime. Elezioni illegittime anche per Washington, mentre Mosca le da' per buone, nonostante “le ingerenze di Paesi terzi”. Sospesa la guerra commerciale tra Usa e Cina. A scapito dell'Europa? Stati Uniti e Cina hanno deciso di sospendere la guerra commerciale. Lo ha dichiarato il vice premier cinese, Liu He, a margine dei colloqui di sabato 19 maggio a Washington, dove le parti hanno concordato di rafforzare la cooperazione commerciale nei settori energetico, agricolo, sanitario, finanziario e dell'high-tech, oltre che nella sfera degli investimenti reciproci e della difesa della proprieta' intellettuale. Gli accordi raggiunti soddisfano le esigenze dei due popoli e del mondo intero, spiega il funzionario cinese, precisando, tuttavia, che la risoluzione dei problemi strutturali nei rapporti commerciali ed economici tra le parti necessita di un lavoro prolungato, pertanto nuove difficolta' dovranno essere affrontate in futuro. Da parte sua, il segretario americano al Tesoro, Steven Mnuchin, ha confermato la volonta' degli Stati Uniti di "mettere in pausa" la guerra commerciale e di sospendere l'introduzione di dazi. Durante il primo round di colloqui, svoltosi all'inizio di maggio a Pechino, Washington aveva chiesto alla Cina di ridurre di 200 miliardi di dollari lo squilibrio commerciale tra i due Paesi. Nella dichiarazione congiunta di sabato scorso, invece, non si accenna ad alcuna cifra. Ma c'e' chi fa notare che una parziale riduzione dello squilibrio potrebbe essere raggiunta a discapito delle merci europee. Parigi e' gia' in allarme: per il ministro dell'Economia francese, Bruno Le Maire, "gli Stati Uniti vogliono far pagare l'Europa per il cattivo comportamento della Cina". Un comportamento che definisce "totalmente assurdo e incomprensibile per degli alleati".

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PTV News 17-05-18 - Israele risponde con le bombe alla condanna internazionale delle violenze

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Play Episode Listen Later May 17, 2018 9:21


Pandora TVIsraele risponde con le bombe alla condanna internazionale delle violenze Nella notte di giovedi' 17 maggio, l'esercito israeliano ha attaccato la Striscia di Gaza con mezzi aerei e di terra. Bombardamenti cosi' pesanti da far tremare gli edifici sul lungomare di Gaza city, ad alcuni chilometri di distanza. “I caccia dell'aviazione israeliana hanno colpito sette obiettivi di Hamas nel Nord della Striscia di Gaza: quattro erano edifici dell'infrastruttura militare di Hamas, mentre gli altri tre erano strutture per la produzione di armi”, fa sapere il portavoce delle forze di difesa israeliane, che aggiunge: “gli attacchi sono stati condotti in risposta al fuoco di mitragliatrici di grosso calibro in direzione della città di Sderot”. Intanto, e' atteso per domani un altro venerdi' di proteste. Il ministro della Difesa israeliano, Avigdor Lieberman, ha chiesto che Israele abbandoni il Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite, auspicando che gli Stati Uniti facciano altrettanto. Lieberman ha infatti criticato la condanna dell’Onu della strage di manifestanti palestinesi compiuta lunedi' dall’esercito israeliano. Nel frattempo, l’organizzazione internazionale Oxfam ha lanciato ieri un appello per sensibilizzare l'opinione pubblica sulla crisi umanitaria a Gaza. “Dieci anni di blocco da parte di Israele hanno causato il collasso delle infrastrutture e dei servizi di base per due milioni di abitanti intrappolati nella Striscia, in maggioranza profughi, ormai allo stremo”, si legge nel comunicato. La situazione umanitaria è disperata: quasi la metà della popolazione non ha cibo a sufficienza, con un tasso di disoccupazione arrivato oltre il 40% e quasi 24 mila persone ancora senza casa dalla guerra del 2014. Accordo sul nucleare, nubi in vista tra Stati Uniti e Unione Europea Bruxelles intende salvaguardare i benefici economici dell'accordo sul nucleare iraniano di fronte alle sanzioni Usa. A tal fine, potrebbe servirsi dello “statuto di blocco”, una norma risalente al 1996 che impedisce l'applicazione nell'Unione Europea di misure decise da Paesi terzi e che prevede risarcimenti per le aziende che subiscano perdite. Il commissario europeo per gli affari interni, Dimitris Avramopoulos, fa sapere che la questione sara' discussa al vertice dei capi di governo europei, previsto per oggi a Sofia. L'accordo sull'Iran “non è perfetto”, ma tutti nell'Unione europea “condividono l'opinione che vada mantenuto”, fa sapere in queste ore Angela Merkel al margine dell'incontro, mentre il leader francese, Emmanuel Macron, invita tutte le parti a proseguire su un accordo più largo. “Indispensabile”, afferma, “perché l'intesa del 2015 va completata”. Gentiloni, da parte sua, si affretta a sottolineare che “nessuno di noi pensa minimamente di mettere in discussione le relazioni con il nostro principale alleato, gli Stati Uniti”, ma sull'Iran, dice, “ci sono differenze tra l'Unione e l'amministrazione Usa, che vanno gestite come si gestiscono le differenze tra alleati”. Martedì, intanto, i ministri degli Esteri di Francia, Germania e Regno Unito hanno concordato con il capo della diplomazia iraniana, Mohammad Javad Zarid, lo sviluppo di un programma per il rafforzamento dei legami economici. Teheran è alla ricerca di alternative Le aziende europee non sembrano troppo ottimiste sulle prospettive di lavoro in Iran. Se Stati Uniti e Francia non concederanno a Total un permesso speciale per il proseguimento dei lavori, il gigante francese del petrolio potrebbe recedere dal progetto iraniano “South Pars”, fa sapere l'azienda. Teheran, da parte sua, cerca nuove collaborazioni. E' stata firmata oggi, ad Astana, un'intesa provvisoria per la creazione di una zona di libero scambio tra gli Stati membri dell'Unione economica eurasiatica e l'Iran. Secondo il vice premier russo, Dmitrij Kozak, l'accordo dara' una forte spinta all'interscambio commerciale tra i Paesi. Nel frattempo, la Banca centrale dell'Iran potrebbe ricorrere alle criptovalute per sottrarsi all'influenza del dollaro e del sistema SWIFT. Come fa sapere il presidente del comitato parlamentare per l'economia, Mohammad Pourebrahimi, a tale proposito Teheran sta collaborando con Mosca: “se riusciremo a promuovere questo progetto, ha detto, saremo i primi Paesi a utilizzare criptovalute negli scambi commerciali”.Il prezzo del petrolio sale alle stelle Mentre in Italia si discetta del possibile aumento dei tassi sul debito pubblico, una nuova e grave tempesta rischia di prospettarsi per l'economia mondiale. A destare preoccupazioni questa volta è la più importante delle materie prime e vero motore della crescita: il petrolio. Ad aver innescato l'aumento del prezzo del brent che oggi viaggia a quasi 72 dollari al barile, mentre il WTI viaggia a quasi 80 dollari, è stato l'accordo tra paesi Opec e Russia per un taglio della produzione e soprattutto le tensioni tra USA e Iran a causa dell'uscita degli americani dall'accordo sul nucleare iraniano. Una così potente fiammata dei prezzi dell'energia non potrà che favorire i paesi produttori come la Russia, il Venezuela e l'Arabia Saudita, mentre danneggerà i paesi importatori come quelli europei, che vedranno aumentare i costi della loro produzione portando ad una minore competitività delle loro merci nei mercati mondiali. Si prospettano tempi interessanti.Mosca non abbandona la Siria Navi da guerra russe armate di missili da crociera Kalibr saranno stanziate nel Mediterraneo in modo permanente, pronte a reagire in caso di attacchi in Siria da parte dei terroristi internazionali. Lo ha annunciato ieri, mercoledi' 16 maggio, il presidente russo, Vladimir Putin, che ha fatto notare come l'impiego di missili da crociera e di aerei imbarcati abbia gia' dimostrato la propria efficacia, infliggendo gravi perdite ai terroristi e annientando le loro principali infrastrutture. “Questi e altri compiti cruciali sono stati affrontati con successo soprattutto grazie all'alta prontezza tecnologica e di combattimento della nostra marina militare”, ha affermato il leader russo, che ritiene ora essenziale potenziare la componente navale della forza nucleare strategica, aumentando cosi' il ruolo della marina nella deterrenza nucleare. Putin ha inoltre sottolineato l'importanza di sviluppare gruppi navali multifunzione in grado di contrastare le minacce militari in mare. Intanto, sono in programma per quest'anno 102 spedizioni navali e di sottomarini.Pyongyang: la Corea del Nord non è la LibiaL'incontro tra Donald Trump e Kim Jong-un, previsto per il prossimo 12 giugno a Singapore, potrebbe essere annullato. Come dichiara il Ministero degli Esteri della Corea del Nord, Washington deve porre fine alla politica di minacce e di richieste unilaterali. L'accordo per cui Pyongyang dovrebbe rinunciare alle armi nucleari in cambio della revoca delle sanzioni non interessa la leadership del Paese. “Ci parlano di benefici economici. Ma noi non abbiamo mai chiesto agli Stati Uniti di costruirci un'economia, e non accetteremo mai un accordo simile”, si legge nel comunicato. “Non ci è stato notificato nulla”, fa sapere Donald Trump, “vedremo cosa succede”. Nel frattempo, funzionari di alto rango della Casa Bianca e del Dipartimento di Stato, tra cui Bolton, consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, valutano l'ipotesi di un modello libico di denuclearizzazione per la Corea del Nord. “Ma la Corea del Nord, e il mondo lo sa molto bene, non e' la Libia, e nemmeno l'Iraq, che hanno incontrato destini miserabili, lasciando l'intero Paese in mano a potenze ostili”, fa sapere Pyongyang. E aggiunge: il nostro amore per la pace non va confuso con la debolezza. Le manovre congiunte “Max Thunder” in Corea del Sud, iniziate lo scorso 11 maggio e che vedono la partecipazione di caccia stealth F-22 nuovi di zecca e di bombardieri strategici B-52, non contribuiscono alla distensione. Tanto che Pyongyang, definendola una “palese provocazione”, ha cancellato i negoziati di mercoledi' 16 maggio con Seul. Il capo della diplomazia cinese, Wang Yi, sostiene la posizione di Pyongyang: “il problema va risolto facendo passi reciproci”, ha detto. Mentre il leader cinese, Xi Jinping, ha offerto il sostegno della Cina per il conseguimento di relazioni pacifiche con la Corea del Sud e per il rafforzamento dell'economia nordcoreana.

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PTV News 07-05-18 - Inizia il quarto mandato di Vladimir Putin tra forti voci di un rimpasto di governo

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Play Episode Listen Later May 7, 2018 7:28


1. Inizia il quarto mandato di Vladimir Putin tra forti voci di un rimpasto di governo Il quarto mandato presidenziale di Vladimir Putin e' iniziato oggi, lunedi' 7 maggio, con il consueto giuramento al Gran palazzo del Cremlino, seguito dalle dimissioni del governo, che sono previste per legge. L'esecutivo, ora “facente funzione”, continuera' comunque a svolgere i propri incarichi. Il presidente Putin ha due settimane di tempo per proporre alla Duma di Stato una candidatura per la carica di primo ministro. Nessuna garanzia sulla riconferma di Dmitry Medvedev, scarsamente popolare. Possibili novita' anche al ministero degli Affari Esteri, secondo voci di un'uscita di scena volontaria di Sergej Lavrov. Ma non è all’orizzonte alcun cambio nella politica estera del Cremlino. Sullo sfondo, le proteste organizzate dai sostenitori di Aleksej Naval'nyj in diverse citta' della Russia a due giorni dall'inaugurazione di Putin. Alcune migliaia di partecipanti a Mosca e in altre città, che hanno subito ottenuto le prime pagine in occidente. Come i 160 mila dimostranti che, dalle strade di Parigi, hanno protestato contro la politica del presidente francese, Emmanuel Macron, e contro i quali la polizia ha fatto uso di gas lacrimogeno.2. I due forni di Di Maio si sono bruciati: e adesso, pover'uomo? Salvini e Berlusca uniti nell'abbraccio mortale. Salvini vuole l'incarico per tenersi un governicchio di minoranza in attesa del nuovo voto. Il Partito Democratico accende il fornelletto elettrico per farsi il caffè: sì a un governo tecnico. Mattarella, uomo com'è noto, assai spericolato, sarebbe pronto a un governo corto come un lombrico. Si va all'audace traversata di un ruscello: voto a luglio? Voto a Ottobre? Gentiloni è il primo della lista. Dietro di lui Cottarelli.3. Elezioni Libano: successo di Hezbollah e le minacce di Israele Per la prima volta dopo nove anni, si sono svolte ieri, domenica 6 maggio, le elezioni nazionali in Libano. I dati provvisori segnano un grande successo del gruppo sciita Hezbollah e dei suoi alleati, fra i quali il partito cristiano del presidente Michel Aouni. Insieme avrebbero ottenuto almeno 67 seggi, piu’ della meta’ dei 128 totali. D’altra parte raddoppia i seggi, da 8 a 15, anche il partito cristiano anti-Hezbollah Forze Libanesi. Relative le perdite del Primo Ministro Saad al-Hariri, sostenuto dall’Occidente, il quale comunque si assesta come il leader sunnita e si appresta a riconfermarsi come capo del governo, utilizzando l’accordo esistente di divisione dei poteri tra le religioni, in cui ai sunniti spetta il premier , mentre il governo deve includere tutti i partiti maggiori. Eletti anche 5 parlamentari molto vicini al governo siriano, fra i quali l’ex generale Jamil al-Sayyed, amico stretto del presidente siriano, Bashar Al Assad. Bassa l’affluenza, con appena il 49,2% dei votanti alle urne. Se confermato, il successo di Hezbollah, inquieterebbe ulteriormente Tel Aviv. Il ministro per l’Istruzione israeliano, Naftali Bennett ha detto: “dopo queste elezioni, non c’è più distinzione tra Libano e Hebollah. Israele riterra’ lo stato libanese come responsabile di qualsiasi azione proveniente dal suo territorio”.4. Aumentano gli ospiti indesiderati in Siria La coalizione occidentale continua a rafforzare le sue posizioni nell'Est della Siria. Un centinaio di soldati francesi sono stati dispiegati a Est di Deir el-Zor, sede dei principali giacimenti petroliferi del Paese, e ora di nuovo piena di mercenari tagliagole. L’ambasciatore di Parigi a Mosca dichiara che la Francia combatte esclusivamente contro i terroristi e ormai non chiede più le dimissioni del presidente Assad. Intanto la Francia occupa illegalmente il territorio siriano ed è evidente che i suoi avversari saranno proprio i soldati siriani. Intanto, una nuova operazione militare al confine con la Siria e con l'Iraq è stata annunciata ieri dal presidente turco, Recep Erdogan. Andra' ad aggiungersi all'operazione “Ramo d'Ulivo” tuttora in corso contro i curdi, ormai abbandonati dagli americani. Invece i famosi Caschi Bianchi, apparentemente abbandonati anche loro da Washington, possono ancora contare su Londra, che ha riconfermato il sostegno economico. Nel frattempo, la Difesa britannica ha fatto trapelare informazioni compromettenti: nei primi mesi del 2018, i droni della RAF hanno lanciato 19 missili contenenti testate termobariche contro obiettivi in Siria. “Un incubo umanitario”, le aveva definite Vice News nel 2015, ma all'epoca accusava Damasco del loro utilizzo. Oggi, invece, il silenzio.5. A Netanyahu piace l’attacco preventivo https://ruptly.tv/vod/20180506-0106. Le operazioni segrete degli USA nello Yemen Secondo un reportage del New York Times, gli Stati Uniti stanno conducendo operazioni di guerra segrete nello Yemen, attraverso l'intercettazione e la distruzione dei missili e dei loro siti di lancio. Le informazioni sono state fornite al quotidiano da alti funzionari dell'esercito americano e da diplomatici europei in condizioni di anonimita'. La presenza di 12 squadre di “Berretti Verdi" sin dal dicembre scorso contraddice la versione del Pentagono, secondo cui gli USA sarebbe limitata al rifornimento di gasolio per aerei, alla logistica e a materiali per l’intelligence. Il senato non ha mai approvato alcun coinvolgimento militare nello Yemen. Gli Houthi non costituiscono alcuna minaccia per gli USA. Ma essendo aiutati da Teheran, sono di fatto e concretamente considerati nemici. 7. Pechino schiera i missili nelle Spratly Le manovre congiunte Balikatan delle forze armate statunitense e filippina, con inizio oggi, lunedi' 7 maggio, quest'anno coinvolgeranno anche il Giappone e l'Australia. A fare da sfondo ci sono le tensioni con Pechino, che di recente, per la prima volta, ha schierato missili nell'arcipelago conteso delle Spratly, nel Mare Cinese Meridionale. Secondo il sito d'informazione cinese Sinhua, si tratterebbe di missili da crociera anti-nave e di sistemi di difesa aerea. «Abbiamo il pieno diritto di difendere la nostra sicurezza nazionale», ha dichiarato Pechino, che aggiunge: «la Cina gode del diritto incontestabile di controllare le isole», pertanto «può condurre qualsiasi lavoro di costruzione, incluso il dislocamento di attrezzature». Ma Vietnam e Filippine rivendicano a loro volta il possesso delle isole. Con il supporto degli Stati Uniti, che hanno gia' minacciato conseguenze a breve e a lungo termine per lo spiegamento di missili. Nel frattempo, dall'altra parte del pianeta, nell'Atlantico Settentrionale, rinasce la Seconda Flotta navale degli Stati Uniti, che era stata sciolta nel 2011 per motivi economici e strutturali.

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PTV News 26.04.18 - La dura minaccia di Israele allIran

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Play Episode Listen Later Apr 26, 2018 9:13


Pandora TVwww.pandoratv.it La dura minaccia di Israele all’Iran "Se l'Iran attaccherà Tel Aviv, Israele colpirà Teheran e distruggerà ogni postazione militare iraniana in Siria". A dirlo è il ministro della Difesa israeliano, Avigdor Lieberman, in un'intervista ad Elaph, un portale saudita basato a Londra. Anche Riad, come Israele, teme le manovre iraniane nella regione medio orientale. L'intervista arriva alla vigilia di un incontro di Lieberman a Washington con alti funzionari americani. Il ministro sottolinea che Israele non può tollerare la presenza dell'Iran in Siria. A suo parere, il regime iraniano è prossimo "ai suoi ultimi giorni" e il probabile ritiro americano dall'accordo nucleare lo porterà al crollo economico. Anche perchè, secondo Lieberman, Teheran avrebbe speso oltre 13 miliardi di dollari in Siria e ne spende altri due ogni anno per sostenere Hezbollah, Hamas e la Jihad Islamica. Israele, afferma Lieberman senza fornire altri dettagli, è impegnato in un dialogo con alcuni paesi arabi. "Le cose si stanno muovendo nella giusta direzione - afferma - siamo d'accordo al 75%”. I capi della diplomazia della Russia Sergey Lavrov, della Turchia Mevlut Cavusoglu e dell'IranMohammad Javad Zarif si incontreranno a Mosca il 28 aprile prossimo.USA, Francia e NATO contro l’accordo sul nucleare iraniano Emmanuel Macron non e' riuscito a convincere Trump sulla necessita' di preservare l'accordo sul nucleare iraniano. Infatti, e' vero il contrario. “La Francia non lascera' l'accordo, perche' lo abbiamo firmato. Ma il presidente Donald Trump ed io abbiamo deciso di lavorare a un nuovo accordo globale”, ha annunciato il leader francese dopo la sua visita negli Stati Uniti. Tra le condizioni del nuovo accordo, lo stop al programma missilistico di Tehran e la “promozione della stabilita' politica” nella regione. Due punti che rendono impossibile qualsiasi compromesso con il governo iraniano. “Il programma missilistico dell'Iran ci preoccupa in modo particolare, così come i suoi sforzi per destabilizzare la regione, il sostegno a vari gruppi terroristici e la minaccia alla libera navigazione”, ha dichiarato in queste ore a Bruxelles il Segretario generale della NATO, Jens Stoltenberg. Dall'International Film Festival di Teheran, il regista americano, Oliver Stone, si e' detto scioccato dal discorso di Macron: “Ricordo molto bene quanto fui fiero quando il presidente Chirac disse di no a George Bush quando voleva invadere l'Iraq. E adesso vediamo questo giovane uomo che non ha per nulla il senso della storia, della grande tradizione della Francia. La Francia deve imparare che non puo' piu' essere imperialista. Macron deve imparare a non essere un imperialista”, spiega Oliver Stone. Nel frattempo, Mosca sottolinea che qualsiasi accordo preso senza la partecipazione di Russia e Cina, ma soprattutto dell'Iran, non avra' alcuna efficacia giuridica. D'altronde, come afferma il presidente iraniano, Hassan Rouhani, “l'uomo d'affari Donald Trump non ha alcuna competenza in materia di politica, di diritto e di trattati”.Israele risponderà L'uso della forza militare senza il consenso del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite favorisce i terroristi. Lo ha dichiarato Vladimir Putin, che mercoledì 25 aprile, in occasione del nono incontro internazionale sulla sicurezza, ha accolto a Sochi i rappresentanti di alto livello di 118 Paesi. Questa prassi, adottata “da alcuni membri della comunità internazionale”, contribuisce all'inasprimento dei conflitti, genera instabilità politica, spiega il leader russo, con particolare riferimento ai recenti attacchi perpetrati dalla coalizione occidentale e da Israele sul territorio siriano, che presto potrebbero farsi più pericolosi. La fornitura di armi antiaeree a Damasco iniziera' a breve, annuncia lo Stato Maggiore russo, il quale, tuttavia, non specifica il tipo di sistema. Secondo alcune fonti, tra cui l'ambasciatore siriano a Mosca, potrebbe trattarsi di S-300. Che il ministro della Difesa israeliano, Avigdor Lieberman, ha già minacciato di distruggere. “E' importante che le armi difensive che i russi stanno fornendo alla Siria non vengano usate contro di noi”, ha detto, “altrimenti Israele rispondera'”. “Se qualcuno mirera' ai nostri aerei, lo annienteremo”. Israele si riserva cosi' il diritto di bombardare, impunito, uno Stato sovrano. Opac: "Nessuna arma chimica a Damasco"'L'OPAC conferma di non aver trovato nessun'arma chimica nel centro di ricerca Barzeh di Damasco’. Ad annunciarlo ieri, 25 aprile, è il generale Sergey Rudskoy, Capo della Direzione Operativa russa, che aggiunge: ‘In qualsiasi paese dove ci siano armi chimiche, queste vengono conservate e protette scrupolosamente. I tre edifici bombardati il 7 di aprile avrebbero dovuto provocare la morte immediata di migliaia di persone. Invece le persone sono sta immediatamente assistite e senza alcuna protezione'. L'annuncio arriva subito dopo il secondo sopralluogo degli ispettori a Douma e a poche ore dalla sessione straordinaria presso il quartier generale olandese dell'OPAC, all'Aja: proprio ora, mentre scriviamo, la Fact-Finding Mission - la commissione indipendente incaricata di verificare i dati - sta interrogando testimoni siriani. Pechino accusa Washington: “Non siete i paladini dei diritti umani” Il Consiglio di Stato della Repubblica Popolare Cinese ha pubblicato, martedi', un rapporto sulle violazioni dei diritti umani negli Stati Uniti. Nulla a che fare col documento pubblicato venerdi’ scorso dal Dipartimento di Stato americano che, nel suo consueto ruolo di difensore dei diritti umani in tutto il mondo, si esprimeva sugli affari interni di Cina, Russia, Iran, Corea del Nord, Turchia e Birmania. “La sensazione - afferma Pechino - e' che in questo mondo soltanto negli Stati Uniti esista la situazione ideale per il rispetto dei diritti umani”. Ma la realta’ americana e' ben diversa dalle sensazioni. Gravi violazioni dei diritti civili, discriminazione razziale sistemica, anche contro donne, bambini e disabili, vertiginoso aumento del divario tra ricchi e poveri. Nel 2017, più di 40 milioni di americani hanno vissuto in povertà. Di questi, quasi la metà, 18,5 milioni, in condizioni di povertà estrema. Un punto a parte, le operazioni militari statunitensi all'estero, per esempio in Siria, che hanno provocato migliaia di vittime. Mentre nel campo di prigionia di Guantanamo continuano le torture. Il Venezuela verso nuove elezioni tra le proteste Operazione Ragnatela. Cosi' l'opposizione venezuelana ha definito la nuova ondata di proteste pianificata per domani, venerdi 27 aprile. Obiettivo: obbligare il presidente Nicolas Maduro ad abbandonare il paese. Un'iniziativa elogiata dal Segretario generale dell'Organizzazione degli Stati Americani (OSA), Luis Almagro. Dopo il fallimento del negoziato con il governo, l'opposizione è determinata a non partecipare alle elezioni presidenziali e comunali del 20 maggio, nonostante la presenza di osservatori internazionali. Una chiara volonta' di boicottaggio del processo democratico. Nel frattempo, l'opposizione venezuelana radunata nel MUD, Tavolo di Unita' Democratica, ha dichiarato il suo sostegno alle violenti proteste in Nicaragua contro il governo sandinista di Ortega, che hanno visto sinora la morte di 30 persone e durante le quali, lunedi' 22 aprile, e' stata distrutta un'enorme statua riproducente l'ex leader venezuelano, Hugo Chavez. Nicolas Maduro condanna le violenze in Nicaragua, comparandole a quelle provocate dal MUD in Venezuela, con 125 morti in 4 mesi. Intanto, domenica inizia la campagna elettorale, sei i candidati in lizza, ma lo sfidante principale di Maduro rimane Henri Falcón, ex militare che non ha aderito al boicottaggio evocato dal MUD. Il cancelliere venezuelano Jorge Arreaza, interpellato in una conferenza stampa presso la sede dell'ONU a New York, prevede piu' del 60% di partecipazione alle urne.

Tutto Qui
Tutto Qui - venerdì 13 ottobre - Storia di una Pallottola e lo Spazio adolescenti

Tutto Qui

Play Episode Listen Later Oct 16, 2017 81:45


Nella prima parte siamo stati con Nicolas Macello, professore torrese che si occupa di Spazio adolescenti, uno spazio di incontro tra operatori, educatori e adolescenti a Villa Olanda, a Luserna San Giovanni. Poi siamo stati con Ines Pontet, di Invalpellice.com, il portale dell'accoglienza turistica in val Pellice che ci ha raccontato il concorso fotografico lanciato e la mostra alla Crumiere di Villar Pellice. Siamo stati con Michela Paschetto, infermiera di Emergency che da 10 anni lavora tra l'Iraq e l'Afghanistan. Insieme a lei c'è stata anche Chiara Lauritano, referente di Emergency a Pinerolo. Ci hanno parlato di "Storia di una pallottola", un documentario web che racconta le memorie di un medico in Afghanistan.

Els Viatges de Carlos Carlos
De viatge a Tartària amb David C. Bou

Els Viatges de Carlos Carlos

Play Episode Listen Later Sep 7, 2017 86:57


David Córdoba Bou, turismòleg i aventurer, ens porta cap a les portes de Tartària, un viatge que comença pel bressol de la civilització a l'Iraq per a acabar al cor de Bòsnia i Hercegovina... Ho fem escoltant música de Trio Mandili, Sarah Aroeste, Circo Europia, Ko?ani orkestar, Dubioza Kolektiv, d'entre altres

ko tart david c bou hercegovina dubioza kolektiv sarah aroeste l'iraq
Esteri
Esteri di mar 08/11

Esteri

Play Episode Listen Later Nov 7, 2016 24:56


1-Hillary Clinton o Donald Trump: gli americani stanno votando per eleggere il successore di Barack Obama. LO speciale di Esteri..( Roberto Festa, Alessandro Principe, Dario Falcini ) ..2-Comunque vada L'Iraq sarà uno dei banchi di prova per il prossimo inquilino della casa bianca. ( da Mosul Alberto Negri sole 24 ore) . ..3-Bataclan, un anno dopo gli attentati. In meno di un'ora venduti tutti i biglietti del concerto di Sting di sabato sera...4-Identificato il mandante degli attentati di Parigi e Bruxelles. Si tratta di Oussama Atar, belga di origine marocchina, che da due anni è in Siria con l'Isis.

Esteri
Esteri di mar 03/11

Esteri

Play Episode Listen Later Nov 2, 2015 26:57


1-Il Delta del Niger, paradiso e inferno della Nigeria. Un rapporto accusa la Shell di non aver bonificato le aree inquinate con l'estrazione di petrolio (Raffaele Masto).2-È morto Ahmed Chalabi, l'uomo che convinse gli americani a invadere l'Iraq di Saddam Hussein. Era uno dei politici più controversi del suo paese (Laura Silvia Battaglia).3-“Speriamo che le nostre vittorie facciano sorridere il nostro popolo, martoriato dalla guerra”. L'intervista al capitano della nazionale di calcio siriana, Abdul Razak al Hussein (Dario Falcini).4-La dissidenza creativa di Ai Weiwei non convince i cinesi. Per molti il più importante artista dissidente fa il doppio gioco. In mezzo, questa volta, anche i mattoncini della Lego (Gabriele Battaglia, Pechino). 5-L'europarlamento sta con Snowden. Strasburgo chiede ai paesi dell'Unione di offrire protezione alla talpa del datagate e di fare di più per il diritto alla privacy dei loro cittadini (Alessandro Principe).

Esteri
Esteri di mer 10/06

Esteri

Play Episode Listen Later Jun 9, 2015 25:22


1-Vladimir Putin all'Expo: le sanzioni contro la Russia danneggiano anche l'Europa e l'Italia. ..2-Grecia : questa notte nuovo vertice a Bruxelles...Sul tavolo la proposta di Atene per raggiungere un accordo con i creditori ..3-Visita storica di Aung San Suu kyi a Pechino: ..la Cina era il primo sponsor del regime birmano che imprigionò la nobel per la pace...4-L'iraq in preda a una spirale di violenza settaria. Il rapporto di Amnesty a un anno dall'offensiva dell'isis. ..5-Azerbaigian : ong non gradite ai primi giochi europei. ..Il regime di Baku sospettato di gravi violazioni di diritti umani. ..6-Musica e nuove tecnologie: lo steaming di Apple già nel mirino dell'antitrust...7-Basket: le ultime dalla finale di Nba. ..