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Partito con buone intenzioni, il politicamente corretto grazie anche ai social, invece di includere ha in molti casi escluso. È questo il tema del libro di Luca Ricolfi, Il follemente corretto. L’inclusione che esclude e l’ascesa della nuova élite per La Nave di Teseo.Ne parliamo con l'autore nella prima parte del programma.Nella seconda parte le recensioni dei libri di: Anne Applebaum, Autocrazie. Chi sono i dittatori che vogliono governare il mondo, Mondadori; Ismail Kadaré, Quando un dittatore chiama, La nave di Teseo; Lea Ypi, Libera. Diventare grandi alla fine della storia, Feltrinelli; Anita Likmeta, Le favole del comunismo, Marsilio Alexandra Stewart, Aspettando il Natale. 24 magici racconti, Emme Edizioni; Yasmina Reza, James Brown si metteva i bigodini, Adelphi.
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7997IL DOGMA DEL PATRIARCATO di Roberto de Mattei Il "fantasma del patriarcato" è il tema di un editoriale del quotidiano "Il Messaggero" pubblicato il 24 novembre a firma del sociologo Luca Ricolfi. Scrive Ricolfi: "Chiunque neghi l'esistenza del patriarcato viene guardato con stupefatto rimprovero, come se avesse osato negare la Shoah. La ragione è semplice: siamo stati talmente martellati dalla tesi che la violenza sulle donne dipende dalla sopravvivenza del patriarcato che, per molti, negare il patriarcato suona come negare la violenza sulle donne. Eppure, se lasciamo per un attimo gli ardori ideologici dei credenti nel patriarcato, e ci concediamo il minimo sindacale di lucidità, non possiamo non vedere le ottime ragioni dei negazionisti. Che sono tante e solidissime. La più importante è che, a parte alcune specifiche enclave (...) nelle società occidentali sono scomparsi quasi interamente i tratti distintivi delle società patriarcali: il potere dispotico del capofamiglia, il matrimonio combinato, la sottomissione dei figli (anche dei figli maschi) all'autorità genitoriale, più in generale il primato dei doveri sui diritti in quasi ogni campo della vita sociale (lavoro, famiglia, guerra). Il processo è durato secoli, ma ha avuto due impulsi fondamentali: l'ascesa del matrimonio d'amore fra Settecento e Ottocento, in epoca romantica, e le rivoluzioni libertarie e anti-autoritarie degli studenti e delle donne negli anni '60 e '70 del Novecento. Un aspetto fondamentale di questi processi è l'evaporazione della figura del padre, e più in generale di ogni autorità, tempestivamente annunciata da Alexander Mitscherlich con il suo libro Verso una società senza padre (Feltrinelli 1972), uscito in lingua tedesca fin dal 1963. Su questo, fra i sociologi, gli psicologi sociali e gli psicoanalisti sussistono ben pochi dubbi".LA FIGURA DEL PADRE È SCOMPARSAA questo punto il prof. Ricolfi pone un'ovvia domanda: come si fa a parlare di società patriarcale, quando la figura del padre è scomparsa non solo nella famiglia, ma più in generale nella società?La risposta è questa: "l'ipotesi che dovremmo prendere seriamente in considerazione è che la violenza di cui le donne sono vittime sia semmai il risultato - controintuitivo e paradossale - della sconfitta del patriarcato. Sono sempre più numerose le voci che attirano l'attenzione sul fatto che potrebbero essere proprio le grandi conquiste di libertà e di autonomia delle donne negli ultimi 50 anni, combinate con il crescente individualismo, consumismo, ipertrofia dei diritti - tutti tratti tipici del nostro tempo - ad avere reso gli esautorati maschi sempre più aggressivi, insicuri, fragili, possessivi, e in definitiva incapaci di reggere la minima sconfitta, o di accettare un semplice rifiuto. Insomma: l'odierno maschilismo sarebbe anche una sorta di contraccolpo a conquiste delle donne per cui i maschi non erano pronti, né disposti a farsi da parte. La violenza maschile non sarebbe il segno della sopravvivenza del patriarcato, ma semmai della sua agonia, e del disordine che da quest'ultima deriva". Non c'è da stupirsi dunque di quello che Ricolfi chiama il "paradosso nordico", ovvero "il fatto - a prima vista sorprendente - che la violenza sulle donne, dagli stupri ai femminicidi, sia maggiore nei paesi più civilizzati (come quelli scandinavi) e che un paese come l'Italia, in cui il gender gap è ancora relativamente ampio, sia fra i meno insicuri del continente europeo".LA CULTURA ANTI-PATRIARCALE E ANTI-MASCHIOÈ esattamente la conferma, proveniente da un sociologo, di quanto scrivevamo su RadioRomaLibera, un anno fa, il 2 dicembre 2023, commentando la profonda crisi di identità, che si è avuta in seguito alla distruzione del modello sociale del patriarcato: "Il cosiddetto femminicidio non è frutto della vecchia cultura patriarcale, ma della nuova cultura anti-patriarcale, che confonde le idee, fragilizza i sentimenti, destabilizza la psiche, privata di quel sostegno naturale che, fin dalla nascita, offriva la famiglia, con suoi punti di sicurezza, paterni e materni. L'uomo è solo con i suoi incubi, le sue paure, le sue angosce, sull'orlo di un abisso: l'abisso del vuoto in cui si precipita quando si rinuncia ad essere ciò che si è, quando si abbandona la propria natura immutabile e permanente di uomo, di donna, di padre, di madre, di figlio"."E se tutti parlano di femminicidio, - aggiungevamo - nessuno parla di un crimine ben più esteso e diffuso: quello di infanticidio, commesso ogni in giorno in Italia, in Europa e nel mondo, da padri e madri che esercitano la massima delle violenze contro il proprio figlio innocente, prima ancora che egli veda la luce".L'articolo di Ricolfi ha preso spunto dalla "Giornata internazionale contro la violenza sulle donne", celebrata il 25 novembre di ogni anno. A Roma il giorno prima si è tenuta una manifestazione nazionale contro la violenza delle donne nel corso della quale sono stati scanditi slogan femministi, tra i quali "Disarmiamo il patriarcato", ed è stata bruciata una immagine del ministro della Pubblica Istruzione Giuseppe Valditara, colpevole di aver affermato, in un videomessaggio alla presentazione alla Camera dei deputati della Fondazione dedicata a Giulia Cecchettin, che il patriarcato non esiste più in Italia e "l'incremento dei fenomeni di violenza sessuale è legato anche a forme di marginalità e di devianza in qualche modo discendenti da una immigrazione illegale".Invitato a commentare queste dichiarazioni alla trasmissione Piazzapulita, sul canale La7, il prof. Ricolfi ha ribadito che il patriarcato, scomparso dalla società occidentale, oggi esiste solo nelle famiglie di immigrati: Noi aggiungiamo: come grottesca e violenta caricatura islamica del modello di patriarcato cristiano e occidentale. Più che di patriarcato bisognerebbe parlare in questo caso di forme di maschilismo islamico altrettanto selvaggio del femminismo occidentale. Ringraziamo il ministro Valditara e il prof. Ricolfi, per avere rotto il silenzio del politicamente corretto, ricordando una verità che è sotto gli occhi di chiunque la voglia vedere.
Il “fantasma del patriarcato” è il tema di un editoriale del quotidiano “Il Messaggero” pubblicato il 24 novembre a firma del sociologo Luca Ricolfi. Scrive Ricolfi: “Chiunque neghi l'esistenza del patriarcato viene guardato con stupefatto rimprovero, come se avesse osato negare la Shoah. La ragione è semplice: siamo stati talmente martellati dalla tesi che la violenza sulle donne dipende dalla sopravvivenza del patriarcato che, per molti, negare il patriarcato suona come negare la violenza sulle donne. Eppure, se lasciamo per un attimo gli ardori ideologici dei credenti nel patriarcato, e ci concediamo il minimo sindacale di lucidità, non possiamo non vedere le ottime ragioni dei negazionisti. Che sono tante e solidissime.
Luca Ricolfi spiega come il follemente corretto (la degenerazione del politicamente corretto) abbia aiutato Trump a ridiventare presidente degli Stati Uniti e impedisca alle sinistre europee di vincere le elezioni. Dal controllo del linguaggio, alla censura, all'onnipresente fantasma di un ipotetico patriarcato, alla sottovalutazione di problemi reali (la sicurezza, l'immigrazione, l'inflazione, l'economia stagnante, la burocrazia soffocante), fino a derive ideologiche che svantaggiano le donne (i trans negli sport e negli spazi femminili) a vere e proprie follie come le operazioni chirurgiche non reversibili sui minori, il follemente corretto è espressione della cultura woke e i dati dicono che alle elezioni americane è stato rifiutato soprattutto dalle classi popolari, dalle minoranze e dai più giovani e sostenuto invece dalle élite bianche e anziane. Abbiamo parlato anche dell'incapacità dei media tradizionali di leggere e capire la realtà, dell'avvento di un nuovo mondo dell'informazione grazie ai podcast e a internet. L'ultimo libro di Ricolfi è “Follemente corretto- L'inclusione che esclude e l'ascesa della nuova nuova élite” (Nave di teseo). La mia newsletter gratuita: https://danielerielli.substack.com/ Instagram - https://www.instagram.com/danielerielli/ Twitter - https://twitter.com/danielerielli Facebook - https://www.facebook.com/quitthedoner/ Il mio ultimo libro é "IL FUOCO INVISIBILE" (Rizzoli), e lo trovi qui: https://amzn.to/40VFsLB I libri di tutti gli ospiti di PDR e qualche consiglio di lettura sono qui: https://www.amazon.it/shop/danielerielli Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
Le prime pagine dei principali quotidiani nazionali commentate in rassegna stampa da Davide Giacalone. Manovra e proteste, cultura e dimissioni, i giovani che lasciano l'Italia. Spazio Donna Moderna. Abbiamo parlato di coppie, in particolare di age gap nelle coppie. In diretta con noi, Myriam Defilippi, di Donna Moderna. Ieri il presidente della Repubblica ha firmato la legge di bilancio proposta dal governo. Il testo è ora all'esame delle Camere. Il punto con Gianni Trovati, giornalista del Sole 24 Ore. Don Antonio Mazzi, fondatore della comunità Exodus, regala ogni giorno un pensiero, un suggerimento, una frase agli ascoltatori di RTL 102.5. Dal 2011 al 2023, sono 550mila i giovani italiani tra i 18 e i 34 anni che hanno lasciato l'Italia. Ne abbiamo parlato con Luca Paolazzi, direttore scientifico di Fondazione Nord Est. Abbiamo parlato di politicamente corretto. Un fenomeno che che indaga Luca Ricolfi, sociologo, in libreria con "Il follemente corretto. L'inclusione che esclude e l'ascesa della nuova nuova élite" (Edito da La Nave di Teseo). Le partite di calcio di ieri sera, commentate da Massimo Caputi, Paolo Pacchioni e Tommaso Angelini. Le notizie di attualità, commentate dal direttore dell'Ansa, Luigi Contu. All'interno di Non Stop News, con Enrico Galletti, Massimo Lo Nigro e Giusi Legrenzi,
Si riaccende in Germania il dibattito su come gli studenti dovrebbero vestirsi a scuola, ce ne parla Giulio Galoppo. L'opinione di Chiara Spallino, studentessa in un liceo di Amburgo. Per il sociologo Luca Ricolfi l'introduzione di un'uniforme scolastica impedirebbe ai figli dei ricchi di esibire i simboli del loro status sociale. Von Cristina Giordano.
Che cosa è in grado di dire la ricerca di fronte a fatti orribili come i recenti stupri di gruppo avvenutia Palermo e Napoli? Non molto, purtroppo, per vari motivi.
C'è una cosa che non capisco, nella propaganda elettorale della sinistra e in particolar modo del Pd ovvero del modo in cui tenta di mettere in difficoltà l'operato di Giorgia Meloni
Il Festival di Sanremo è un rito autocelebratorio di un'Italia benestante, risparmiatrice, avversa al rischio e diffidente delle istituzioni finanziarie (non senza ragione). E' nostalgica degli anni '60, incarnati da Morandi, Ranieri, Peppino di Capri, Paoli & Vanoni (non quello della riforma tributaria) Al Bano e poi qualche spruzzata di anni '80 tra Lucio Dalla, Lorella Cuccarini, e Battiato, Depeche Mode, il solito Benigni. E' un'Italia rassegnata, con poca voglia di investire, poco amore per lo studio, che non ama Zelensky perché ama farsi i c...zi propri. Disprezza i politici ma li vota finché garantiscono lo status quo, che però condanna inconsciamente figli e nipoti ad un futuro mediocre. E' la società signorile di massa, così definita da Luca Ricolfi in un suo libro, che vorrebbe fermare il mondo per scendere e vivere tranquilla.
Di "sostituzione etnica" avevano già parlato Salvini e Meloni, ma il caos che si è generato dopo le parole di Lollobrigida non ha eguali. Parlare è diventare pericolosissimo
A giudicare da come ne parlano i media, sembrerebbe che l'avvento di Elly Schlein alla guida del Pd abbia provocato una vera e propria tempesta all'interno del sistema politico italiano. Ma non è proprio così
Da quando Giorgia Meloni ha vinto le elezioni ed è diventata presidente del Consiglio, la linea Maginot delle donne di sinistra è stata: ok, ammettiamolo, è importante che una donna ce l'abbia fatta, ma Giorgia Meloni non è femminista e quindi non rappresenta i veri interessi delle donne.
Nella società occidentale alcuni valori della sinistra, come la libertà di espressione e l'emancipazione degli strati più deboli attraverso la cultura, sono ormai stati fatti propri dalla destra. L‘ideale liberale della sinistra si è trasformato nel diritto di autorealizzazione individuale, degenerato nell'idea di superiorità morale e nel politicamente corretto. In questo modo è venuto a mancare uno dei capisaldi della cultura liberale, ovvero la tolleranza - spiega Luca Ricolfi, autore del libro "La mutazione. Come le idee di sinistra sono migrate a destra" (Rizzoli, 256 p., € 18,00). RECENSIONI "Democrazia. La nascita, il consolidamento, i consensi. Volume I" a cura di Donato Lo Scalzo (Mondadori, 392 p., € 50,00) Teseo" di Andrè Gide (Mattioli 1885, 100 p., € 10,00) "La matematica della democrazia" di George G. Szpiro (Bollati Boringhieri, 304 p., € 12,00) "La rivoluzione democratica" di Cornelius Castoriadis (Eleuthera, 264 p., € 18,00) "L'istituzione immaginaria della società" di Cornelius Castoriadis (Mimesis, 560 p., € 28,00) "Il tempo dei tiranni" di Moisés Náim (Feltrinelli, 384 p., € 24,00) IL CONFETTINO "Le elezioni degli animali" di Sara Loffredi (Il battello a vapore, 48 p., € 9,50)
Direttamente dall'Università Hamline, nel Minnesota, una storia che racconta le nuove incredibili mete toccate dal politicamente corretto.
Il merito è una questione che dovrebbe mettere tutti d'accordo eppure non è così. Ma quello che sorprende di più è a che ad andare contro il merito sia proprio una parte della sinistra che, così facendo, non fa altro che smentire i propri principi. In continuazione.
Luca Ricolfi è sociologo e professore di analisi dei dati, il suo ultimo libro è "La mutazione - come le idee di sinistra sono migrate a destra" (Rizzoli). La tesi di Ricolfi è che alcune istanze storicamente legate alla sinistra come 1. la protezione dei deboli 2. la tutela della libertà di espressione 3. la ricerca dell'eguaglianza tramite l'accesso alla formazione scolastica, siano transitate negli ultimi decenni da sinistra a destra. Ricolfi è già stato ospite di PDR nell'episodio n.7 dove ha parlato di "La società signorile di massa". Assieme alla moglie Paola Mastrocola, Ricolfi ha scritto "Il danno scolastico". La Mastrocola ha parlato del libro nell'episodio n.33 di PDR. Segui PDR su: Instagram - https://www.instagram.com/danielerielli/ Twitter - https://twitter.com/danielerielli Facebook - https://www.facebook.com/quitthedoner/ La mia newsletter gratuita: https://danielerielli.substack.com/ Lo scienziato sovietico di cui parlo nella puntata era Trofim Lysenko, qui tutta la storia: https://it.wikipedia.org/wiki/Lysenkoismo Qui trovi i libri di Ricolfi assieme a quelli degli altri ospiti di PDR e qualche consiglio di lettura : https://www.amazon.it/shop/danielerielli Il mio ultimo romanzo è "ODIO" (Mondadori) e lo trovi qui: https://amzn.to/39dEPFm "Lascia stare la gallina" letto da Francesco Montanari su Audible (anche con prova gratuita per 30 giorni) https://www.audible.it/pd/Lascia-stare-la-gallina-Audiolibri/B09SV6HKMT?qid=1645608146&sr=1-1&ref=a_search_c3_lProduct_1_1&pf_rd_p=67f8f22b-aed1-45a6-a456-d09beff03315&pf_rd_r=RHJFFPF5RQHYTWKYRABV PDR è su YouTube, Spotify, Apple e Google Podcast, Spreaker, Anchor e i principali canali podcast, ricordarti di iscriverti per non perderti le prossime puntate.
In un programma televisivo di approfondimento politico, parlando della nuova definizione del Ministero dell'istruzione, Luca Ricolfi – sociologo, politologo e accademico – ha detto che in Italia le parole cambiano di valore a seconda se vengono pronunciate dalla destra oppure dalla sinistra. Voglio rassicurarlo: per me la parola ‘merito' sia che venga pronunciata dalla destra sia che dalla sinistra rimane una parolaccia, o meglio, un flatus vocis: un'etichetta per qualcosa che non ha alcuna realtà oggettiva o, nel nostro caso, nessuna realtà oggettiva particolare, come tenterò di dimostrare. E la strada più facile per dimostrarlo è mettere il merito a confronto con un'altra parola, che è il talento. --- Send in a voice message: https://anchor.fm/veridemocratici/message
La dicitura "dell'istruzione e del merito" riferita al neo dicastero ha suscitato non poche perplessità in ambienti politici e della scuola. Per alcuni puntare alla meritocrazia piuttosto che ad altri valori rischia di lasciare indietro chi ha meno possibilità o di distogliere risorse da voci considerate più importanti. Eppure da sempre in Italia ci si lamenta che chi dimostra maggiore impegno non sempre viene ripagato per gli sforzi profusi e a lungo andare la cosa crea disincentivo. Ne discutiamo con il prof. Luca Ricolfi e gli ascoltatori nella prima parte di trasmissione. Parliamo poi di "terre rare", che cosa sono e perché sono fondamentali per l'economia del futuro e ci spingiamo infine a Ravenna dove il comune ha dato il via libera a un impianto di rigassificazione ma a fronte del doppio delle compensazioni previste per Piombino
Oggi la libertà di pensiero è sempre più minacciata dal conformismo e dalla dittatura del politicamente corretto. La classe politica che negli anni Settanta era paladina della libertà oggi ha abbandonato il popolo e le questioni sociali per abbracciare la battaglia per i diritti civili. Oggi si costruiscono categorie di vittime per poi poterle difendere - spiega Paola Mastrocola, autrice, assieme a Luca Ricolfi, del libro "Manifesto del libero pensiero" (La Nave di Teseo, 128 p., € 10,00) - e in questo modo si impedisce la dialettica tra idee diverse e si crea un'autocensura preventiva nei confronti del pensiero non allineato al potere delle élite culturali. Libertà di parola e anticonformismo sono sempre più minacciati da un Occidente che è ormai in guerra con sé stesso – commenta Federico Rampini a proposito del suo libro "Suicidio occidentale. Perché è sbagliato processare la storia e cancellare i nostri valori" (Mondadori, 252 p., € 19,00). Negli anni Sessanta l'antioccidentalismo era anche antisistema, ma poi un gruppo di giovani formatisi dalle università di élite ha preso il potere. Oggi per molti gruppi capitalisti è più facile diventare paladini dell'ambiente o delle minoranze piuttosto che affrontare la questione del divario sociale. Siamo vittime di un nuovo puritanesimo che nasce anche da certe forme estreme di femminismo sessuofobico - continua Rampini - che porta ad un'intolleranza verso chi non si adegua al pensiero unico totalitario.
Stanno animando il dibattito le proposte di Luca Ricolfi sulla scuola. In sostanza, secondo il politologo, bisognerebbe lasciare che la scuola pubblica resti un luogo di mera aggregazione e socializzazione aperto a tutti e investire su scuole private d'eccellenza, dotando magari le famiglie meno abbienti di un voucher, che puntino alla formazione per chi ha davvero intenzione e capacità di studiare. Insomma scuole pubbliche agli scansafatiche e accesso alle private per gli studenti zelanti. Ne parliamo con Luca Ricolfi nostro ospite nella seconda parte di trasmissione. Prima spazio alla guerra in Ucraina con testimonianze sul posto e con uno storico che ci spiegherà se l'accusa avanzata dal ministro russo Lavrov a giustificazione dell'invasione "anche Hitler era ebreo" ha fondatezza oppure no.
“Le arti si liberino dalla politica”, un articolo di Luca Ricolfi su La Repubblica. Dallo sport alla cultura: la guerra ha coinvolto tutto. Da quando la Russia ha invaso l'Ucraina, la reazione del mondo occidentale non si è limitata a colpire oligarchi e interessi economici russi ma ha coinvolto anche ambiti che siamo abituati a pensare come spazi di libertà e di cooperazione. L'arte e la cultura, ad esempio, con la cancellazione più o meno totale dei russi dalle fiere del libro, dai festival del cinema, dai teatri.[…] Su La Stampa leggiamo l'articolo di Paolo Griseri - “Il sistema a cui non sappiamo rinunciare”. Non è la scena di apertura di un film di Ken Loach. È la realtà. Succede a Torrazza Piemonte, alle porte di Torino. Rosy è stata davvero punita dal leader mondiale delle consegne per essersi trattenuta troppo tempo ai servizi? Rosy sta esagerando. Rimane troppo tempo in bagno. Forse ne approfitta per chiacchierare con le amiche. Non si fa così, non può andare così. Rosy va punita. Il pacco non può aspettare, nemmeno «alle 1,15 di notte», come si legge nel verbale aziendale[…] ____________________________________ Ascolta “Punti di Vista” - Editoriali dei principali quotidiani nazionali a confronto, a cura di Lapo De Carlo. “Punti di Vista” offre una panoramica delle prospettive delle testate italiane più influenti, soffermandosi sulle parole e sulle riflessioni che emergono dagli editoriali nazionali sui fatti di attualità e sulle notizie della settimana. Per i notiziari sempre aggiornati ascoltaci sul sito: https://www.giornaleradio.fm oppure scarica la nostra App gratuita: iOS - App Store - https://apple.co/2uW01yA Android - Google Play - http://bit.ly/2vCjiW3 Resta connesso e segui i canali social di Giornale Radio: Facebook: https://www.facebook.com/giornaleradio.fm/ Instagram: https://www.instagram.com/giornaleradio.tv/?hl=it Twitter: https://twitter.com/giornaleradiofm
Presentazione e discussione del libro di Paola Mastrocola e Luca Ricolfi
L'abbassamento del livello dell'istruzione e lo spostamento dell'attenzione dal merito all'inclusione rappresentano un danno per le classi popolari: i figli delle classi meno agiate perdono l'unico mezzo di elevazione sociale a loro disposizione. È questa la tesi di "Il danno scolastico. La scuola progressista come macchina della disuguaglianza" di Paola Mastrocola e Luca Ricolfi. Che cos'è questa cappa opprimente che censura e cancella linguaggio, ironia e pensiero? Se lo chiedono sempre Paola Mastrocola e Luca Ricolfi in "Manifesto del libero pensiero" in tutte le edicole assieme a La Repubblica. Entrambi i libri sono editi da Nave di Teseo. Paola Mastrocola è l'ospite della nuova puntata di PDR, Paola ha esordito con il romanzo La gallina volante (2000), vincitore del premio Calvino. Finalista al premio Strega nel 2001 con Palline di pane e vincitrice del premio Campiello nel 2004 con Una barca nel bosco, ha pubblicato, tra gli altri, La scuola raccontata al mio cane (2004), La passione ribelle (2015), L'amore prima di noi (2016). Trovi i libri degli ospiti di PDR e qualche altro consiglio di lettura qui https://www.amazon.it/shop/danielerielli Il mio ultimo romanzo è "ODIO" (Mondadori, 2020) e lo trovi qui: https://amzn.to/39dEPFm "Lascia stare la gallina" letto da Francesco Montanari su Audible (anche con prova gratuita per 30 giorni) https://www.audible.it/pd/Lascia-stare-la-gallina-Audiolibri/B09SV6HKMT?qid=1645608146&sr=1-1&ref=a_search_c3_lProduct_1_1&pf_rd_p=67f8f22b-aed1-45a6-a456-d09beff03315&pf_rd_r=RHJFFPF5RQHYTWKYRABV La mia newsletter gratuita: https://danielerielli.substack.com/ Instagram - https://www.instagram.com/danielerielli/ Twitter - https://twitter.com/danielerielli Facebook - https://www.facebook.com/quitthedoner/ PDR è su YouTube, Spotify, Apple e Google Podcast, Spreaker, Anchor e i principali canali podcast, ricordarti di iscriverti per non perderti le prossime puntate.
Chiamando Eva torna con una nuova stagione dieci giorni dopo una sconfitta storica per i diritti civili in Italia. Ma perché chi è al potere si dice perseguitato da una “dittatura,” quando si chiedono solo maggiori tutele?Il 27 ottobre 2021 in Senato è stato affossato il ddl Zan. Con 154 voti favorevoli, 131 contrari e 2 astenuti, la richiesta di “non passaggio all'esame degli articoli,” la tanto discussa “tagliola,” ha spento in pochi minuti il sogno che aveva riempito le piazze di tutta Italia a sostegno dei diritti civili. Il resto della storia la sapete: sui social sono circolati i video – desolanti – dei banchi della destra esplosi in applausi e cori da stadio, in un exploit di goduria e follia collettiva.Nelle pagine di Repubblica del 31 ottobre Luca Ricolfi, sociologo, scriveva un articolo molto critico in merito alla questione del politicamente corretto nella lingua e del tanto odiato asterisco o schwa. Nell'articolo si legge che “i discendenti dell'uomo bianco (anche se non hanno alcuna colpa) devono pagare per le colpe, vere o presunte, dei loro progenitori colonialisti, oppressori, schiavisti, in ogni caso privilegiati.” Chiara Valerio ha risposto qualche giorno dopo: dire “maschio bianco eterosessuale” per riferirsi a una determinata categoria di persone – guarda caso quelle stesse persone che non si sono mai poste il problema di nominarsi e che Kubra Gumusay chiama per questo “innominati” – non vuole essere degradante. Semplicemente è una categorizzazione fatta per insiemi. Tutti rientriamo in una qualche definizione, per quanto ci possa sembrare limitante.Le due notizie rientrano in un più esteso sentimento di opposizione a qualsiasi istanza di trasformazione culturale verso una maggiore rappresentazione. Se il linguaggio inclusivo e la presunta “dittatura del politicamente corretto” fanno paura, bisogna chiedersi a chi. La lingua in realtà è già di per sé in continuo cambiamento, in quanto specchio della cultura e del quotidiano. Il momento “linguisticamente molto frizzante” che stiamo vivendo, come aveva evidenziato la linguista Vera Gheno in una nostra intervista, è infatti mera espressione del grande sommovimento sociale attuale. Il cambiamento spaventa chi pensa che i propri privilegi siano a rischio – e così finisce per schernire i vari esperimenti. In realtà le due cose non sono autoescludenti. Un linguaggio che rappresenti coloro che oggi mancano degli strumenti per farlo non è un affronto a chi invece questo diritto già ce l'ha, ma un tentativo di apertura. Le trasformazioni non vogliono sradicare, ma aprire una porta, una possibilità.Per fortuna, una buona notizia dal teatrino del Senato italiano c'è: con l'approvazione del Decreto Infrastrutture, sarà vietata qualsiasi forma di pubblicità a sfondo sessista, razzista o abilista per le strade.In copertina, foto di Marco CasinoShow notes Carə tuttə, il linguaggio inclusivo esiste. Perché non usarlo? Intervista a Vera Gheno Il dibattito. Parlar “giusto” non è questione di etichetta - la Repubblica Nel mondo senza schwa mio nonno era un geometro Il ddl Zan non limita la libertà di nessuno: chi lo sostiene è in malafede Risultati sondaggio: legge Zan, l'omotransfobia deve essere reato Sondaggio BiDiMedia, Ddl Zan: la maggioranza degli italiani è a favore Con l'affossamento del ddl Zan ha vinto il fondamentalismo cattolico La marea umana per il ddl Zan TikTok: Il costume a tema Fleabag per Halloween Sostieni l'informazione indipendente di the Submarine: abbonati a Hello, World! La prima settimana è gratis
ZOOM – 90 MINUTI IN MEZZO AI FATTI – A. D’ANNA – P. D’AMICO – G. CAINARCA – P. MASTROCOLA – L. RICOLFI, 3/11/21 h. 10.35 Paola Mastrocola, scrittrice e insegnante di liceo, e Luca Ricolfi, sociologo e docente universitario, parlano con Antonino…
ZOOM - 90 MINUTI IN MEZZO AI FATTI - A. D'ANNA - P. D'AMICO - G. CAINARCA - P. MASTROCOLA - L. RICOLFI, 3/11/21 h. 10.35 Paola Mastrocola, scrittrice e insegnante di liceo, e Luca Ricolfi, sociologo e docente universitario, parlano con Antonino...
ZOOM - 90 MINUTI IN MEZZO AI FATTI - A. D'ANNA - P. D'AMICO - G. CAINARCA - P. MASTROCOLA - L. RICOLFI, 3/11/21 h. 10.35 Paola Mastrocola, scrittrice e insegnante di liceo, e Luca Ricolfi, sociologo e docente universitario, parlano con Antonino...
Un podcast in 4 puntate tutte dedicate al mondo dei ragazzi dalla scuola allo sport: dal disagio alle emozioni che irrompono tra i banchi. Stefania Piras conduce un viaggio a Roma, da Magliana a Talenti, con le voci e i rumori del calcio e del basket che ora animano i campi, a lungo rimasti deserti. La voce di chi insegna, dei presidi, lo sguardo d'insieme degli esperti di neuropsichiatria infantile che raccontano cosa sta cambiando, soprattutto cosa è peggiorato. Se la vita fuori la scuola si è complicata, anche in classe diventa (lo era già) difficile, a volte, l'ordinario: ci sono danni come l'indulgenza nelle valutazioni e l'abbassamento progressivo dei livelli di apprendimento che devono allarmare come scrivono nel loro ultimo libro Luca Ricolfi e Paola Mastrocola "Il danno scolastico". Tutta colpa del Covid? No, il disagio che ha provocato la pandemia non è l'unica benzina nel motore della dispersione scolastica.In questa puntata: la domanda più frequente nei colloqui con i genitori, il ruolo delle emozioni e quello delle conoscenze degli studenti. E infine la scuola all'indomani delle riaperture post Covid e la second life confortevole plasmata dalla Dad: perché è diventato minaccioso persino un compito in classe?
Antonino D'Anna e Giulio Cainarca si confrontano con il sociologo Luca Ricolfi per provare a raccontare quello che Alberto Arbasino, nel 1980, definì "un Paese senza"
ZOOM - 90 MINUTI IN MEZZO AI FATTI - A. D'ANNA - C. DEFILIPPI - G. CAINARCA - L. RICOLFI - M. ROMANO, 20-9-21 h. 10.35ù L'Italia? Un Paese diviso nel quale si comunica male. Dal Covid alla politica passando per il Sud, Antonino D'Anna e Giulio Cainarca si confrontano con il sociologo Luca Ricolfi per provare a raccontare quello che Alberto Arbasino, nel 1980, definì "un Paese senza". Alle 10.40 debutta: "A domanda risponde", con l'avvocato Claudio Defilippi. Oggi si parla di sovraindebitamento.
Antonino D'Anna e Giulio Cainarca si confrontano con il sociologo Luca Ricolfi per provare a raccontare quello che Alberto Arbasino, nel 1980, definì "un Paese senza"
Antonino D’Anna e Giulio Cainarca si confrontano con il sociologo Luca Ricolfi per provare a raccontare quello che Alberto Arbasino, nel 1980, definì “un Paese senza”
ZOOM – 90 MINUTI IN MEZZO AI FATTI – A. D’ANNA – C. DEFILIPPI – G. CAINARCA – L. RICOLFI – M. ROMANO, 20-9-21 h. 10.35ù L’Italia? Un Paese diviso nel quale si comunica male. Dal Covid alla politica passando per il Sud, Antonino D’Anna e Giulio Cainarca si confrontano con il sociologo Luca Ricolfi per provare a raccontare quello che Alberto Arbasino, nel 1980, definì “un Paese senza”. Alle 10.40 debutta: “A domanda risponde”, con l’avvocato Claudio Defilippi. Oggi si parla di sovraindebitamento.
ZOOM - 90 MINUTI IN MEZZO AI FATTI - A. D'ANNA - C. DEFILIPPI - G. CAINARCA - L. RICOLFI - M. ROMANO, 20-9-21 h. 10.35ù L'Italia? Un Paese diviso nel quale si comunica male. Dal Covid alla politica passando per il Sud, Antonino D'Anna e Giulio Cainarca si confrontano con il sociologo Luca Ricolfi per provare a raccontare quello che Alberto Arbasino, nel 1980, definì "un Paese senza". Alle 10.40 debutta: "A domanda risponde", con l'avvocato Claudio Defilippi. Oggi si parla di sovraindebitamento.
00:00 Arriva il super green pass: tutti coperti e allineati. Tranne Travaglio e La Verità, non un fiato di dissenso. Anzi scusate, pezzo magistrale di Luca Ricolfi sul Messaggero, che […]
Il sociologo Luca Ricolfi ha definito la società italiana una “società signorile di massa”, vediamo più nel dettaglio la sua suggestiva interpretazione. L'analisi di Pasquale Angius per il podcast Economicando su Radio Bullets
Il sociologo Luca Ricolfi ha definito la società italiana una “società signorile di massa”, vediamo più nel dettaglio la sua suggestiva interpretazione. L'analisi di Pasquale Angius per il podcast Economicando su Radio Bullets
00:00 E ora il lockdown, auspicato da Repubblica, servirebbe pure per la vaccinazione di massa. 02:05 Bella intervista di Alessandro Rico a Luca Ricolfi sulla Verità che dice peste e […]
PICCOLA PATRIA/I SUBALTERNI - FRANCESCO BROGONOVO - LUCA RICOLFI - 05/02/2021 GOVERNO DRAGHI: che ne pensa il prof Luca RIcolfi. Alle 9.30 su RPL. Non perdete la trasmissione! Anche su https://www.laverita.info/
PICCOLA PATRIA/I SUBALTERNI - FRANCESCO BROGONOVO - LUCA RICOLFI - 05/02/2021 GOVERNO DRAGHI: che ne pensa il prof Luca RIcolfi. Alle 9.30 su RPL. Non perdete la trasmissione! Anche su https://www.laverita.info/
Se la campagna vaccinale in Italia proseguirà con questi ritmi, l'immunità di gregge si potrà raggiungere solo nel novembre del 2023 - ha dichiarato nei giorni scorsi la fondazione Hume. Nell'affrontare la pandemia, il nostro governo ha commesso una serie di errori - scrive Luca Ricolfi, sociologo e cofondatore della fondazione Hume, nel suo libro "La notte delle ninfee. Come si malgoverna un'epidemia" (La Nave di Teseo, 192 p., € 17,00). Fin dall'inizio l'approccio del governo è stato quello di salvare il sistema sanitario nazionale, intervenendo solo quando quest'ultimo era a rischio, con conseguente accumulo di ritardi. La scienza è stata snobbata dalla politica, che si è interfacciata con virologi e immunologi anziché con gli epidemiologi – afferma Ricolfi. Gli appelli deli epidemiologi per aumentare il numero dei tamponi, soprattutto in vista della seconda ondata, sono rimasti inascoltati. Si è cercato di salvare il turismo per ottenere il consenso, ma quello che è successo nei paesi del nord Europa dimostra che economia e salute si possono conciliare.I paesi che sono riusciti, con un controllo più rigoroso, a ridurre il numero dei i contagi, sono infatti anche quelli dove i l Pil ha avuto una riduzione minore - conclude Ricolfi. RECENSIONI "Flashover. Incendio a Venezia" di Giorgio Falco (Einaudi, 200 p., € 19,00) "Il libraio di Venezia" di Giovanni Montanaro (Feltrinelli, 144 p., € 12,00) "Processo a Diego Armando Maradona" di Claudio Botti, Flavio Tranquillo, Antonio Salvati (Le Lucerne, 80 p., € 11,00) "Processo a Oscar Wilde" di Fabio Canino, Micheal Harakis, Vincenzo Piscitelli, Antonio Salvati (Le Lucerne, 80 p., € 11,00) "Processo a Ponzio Pilato" di Francesco D'Alessandro, Gherardo Colombo, Antonio Salvati (Le Lucerne, 80 p., € 11,00) "A testa alta" di Giuseppe Altamore (Edizioni Paoline, 146 p., € 18,00) "L'ultimo treno per la libertà" di Meg Waite Clayton (Harper Collins, 544 p., € 18,90) "Ora che eravamo libere" di Henriette Rosenburg (Fazi, 455 p., € 18,00) "L'esile filo della memoria" di Lidia Beccaria Rolfi (Einaudi, 236 p., € 12,00) IL CONFETTINO "Il tempo del canto è tornato" di Dino Ticli (Edizioni Paoline, 160 p., € 12,00) "Luci nella Shoah" di Matteo Corradini (De Agostini, 240 p., € 12,90)
Luca Ricolfi è sociologo e professore di analisi dei dati. Fra i suoi libri "La società signorile di massa" (La Nave di Teseo https://amzn.to/37szBna ), "Sinistra e popolo" (Longanesi https://amzn.to/2JBD5vh ), L'enigma della crescita (Mondadori https://amzn.to/3qeN0b7) Perchè siamo antipatici (Longanesi https://amzn.to/37hogpS). Nel podcast dialoga con Daniele Rielli sulla natura della società signorile di massa, sulla stagnazione italiana, sulle prospettive per le generazioni più giovani, sulla struttura para-schiavistica che inquadra i lavori umili nella S.S.M., sulla seconda ondata di Covid e di come altri Paesi l'hanno evitata, sulla scarsa cultura scientifica della popolazione e del ceto politico italiano, sui dati epidemiologici riguardanti la riapertura delle scuole e del suo nuovo libro in uscita per la Nave di Teseo prima di Natale. Trovi i libri degli ospiti di PDR e qualche altro consiglio di lettura qui https://www.amazon.it/shop/danielerielli Il mio ultimo romanzo è "ODIO" (Mondadori, 2020) e lo trovi qui: https://amzn.to/39dEPFm "Lascia stare la gallina" letto da Francesco Montanari su Audible (anche con prova gratuita per 30 giorni) https://www.audible.it/pd/Lascia-stare-la-gallina-Audiolibri/B09SV6HKMT?qid=1645608146&sr=1-1&ref=a_search_c3_lProduct_1_1&pf_rd_p=67f8f22b-aed1-45a6-a456-d09beff03315&pf_rd_r=RHJFFPF5RQHYTWKYRABV La mia newsletter gratuita: https://danielerielli.substack.com/ Instagram - https://www.instagram.com/danielerielli/ Twitter - https://twitter.com/danielerielli Facebook - https://www.facebook.com/quitthedoner/ PDR è su YouTube, Spotify, Apple e Google Podcast, Spreaker, Anchor e i principali canali podcast, ricordarti di iscriverti per non perderti le prossime puntate.
Ospite della rubrica condotta dal Vicedirettore de La Verità il prof Luca Ricolfi, che con https://www.fondazionehume.it/ ha lanciato una petizione al Governo per fare ora ciò che non si è fatto prima. Condotta da Francesco Borgonovo.
Ospite della rubrica condotta dal Vicedirettore de La Verità il prof Luca Ricolfi, che con https://www.fondazionehume.it/ ha lanciato una petizione al Governo per fare ora ciò che non si è fatto prima. Condotta da Francesco Borgonovo.
RadioBorsa - La tua guida controcorrente per investire bene nella Borsa e nella Vita
Secondo episodio di “La Borsa & la Vita” il nuovo podcast all'interno di RadioBorsa: Roberta Rossi e Salvatore Gaziano intervistano Luca Ricolfi, sociologo e autore del saggio bestseller del momento, "La società signorile di massa". Nell'analisi del professor Ricolfi, l'Italia rischia seriamente di fare la fine dell'Argentina e non è colpa solo della politica ma anche della scuola, di come sprechiamo il tempo e di come stiamo educando i nostri figli.Per accedere a risorse gratuite e guide per investire o conoscere la consulenza finanziaria indipendente di SoldiExpert SCF registratevi o visitate: https://soldiexpert.com/
00:00 Anche al professor Luca Ricolfi non piace il Fondo salva-Stati e non si capisce bene se verrà rinviato o meno. 03:00 L'Ilva annuncia 4700 esuberi da parte degli indiani […]
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=5718L'ITALIA E' IL PAESE PIU' TARTASSATO DALL'UNIONE EUROPEA: LA PROCEDURA DI INFRAZIONE FATELA A VOSTRA MAMMA di Antonio SocciTutti parlano della "procedura d'infrazione" - ossia della punizione, con tanto di multa - che la UE intenderebbe infliggere all'Italia per "deficit eccessivo". Ma nessuno spiega se è giusto, chi sono i "punitori" e cosa li muove.Il professor Luca Ricolfi (area centrosinistra) ha osservato sul "Messaggero" che le cosiddette "regole" vengono fatte valere dalla Commissione europea con una "fortissima discrezionalità", cosicché "sono state tranquillamente ignorate quando a violarle erano Paesi come la Francia o la Germania". Mentre per l'Italia si decide in base al governo.Così è accaduto "che al governo italiano fosse concessa ogni sorta di sforamento e dilazione negli anni di Renzi e Gentiloni... e, simmetricamente, ora accade che... al governo italiano venga assai più perentoriamente richiesto di obbedire alle regole". In sostanza vogliono mettere in riga l'Italia che ha la colpa di aver votato Lega.Le regole europee sono usate dalla Commissione per costringere l'Italia a sottomettersi e per imporre le sue politiche economiche che si sono rivelate fallimentari (hanno infatti portato povertà, recessione e disoccupazione).La cosa che sconcerta è l'assurdità dei pretesti che accampano per colpirci: in questo caso l'irrilevante esiguità della variazione del deficit, che è ben inferiore al deficit della Francia.Ma nella narrazione corrente sembra che l'Italia meriti di essere punita perché sarebbe spendacciona e danneggerebbe gli altri partner europei i quali sarebbero stanchi di "pagare" i suoi vizi.Anzitutto va detto che l'Italia è fra i paesi più rigorosi e disciplinati perché da quasi trent'anni è in avanzo statale primario (un economista l'ha definito: "un record assoluto a livello mondiale").MA C'È DI PIÙIeri Matteo Salvini ha dichiarato: "All'Unione europea gli italiani stanno regalando decine di miliardi (e sangue) da anni, adesso basta".È vero? Sì. È esattamente così. Come ha fatto notare Fabio Dragoni, dal 2000 al 2017 noi abbiamo versato alla UE molto più di quanto abbiamo ricevuto: precisamente 88,720 miliardi in più che, evidentemente, sono andati a beneficio degli altri partner della UE. Inoltre abbiamo contribuito al Fondo Salva Stati con 58,200 miliardi (Fonte DEF 2019).In totale fanno 146,920 miliardi di cui hanno beneficiato gli altri paesi europei che poi oggi - incredibilmente - vogliono la procedura contro l'Italia per uno scostamento minimo del nostro deficit previsto.È grottesco e ingiusto: con tutti quei soldi avremmo addirittura abbattuto il debito (oltreché il deficit) e rilanciato la nostra economia (con forti investimenti in opere pubbliche).È assurdo che l'opposizione non faccia fronte comune col governo contro questa palese iniquità. È anche avvilente che sui media sia l'Italia ad apparire in colpa. Eppure noi non siamo debitori della Ue, bensì creditori. Perché non rivendicarlo tutti uniti?Forse qualcuno in Italia tifa per la procedura d'infrazione per dare un colpo ai "sovranisti"? Qualcuno in Italia pensa di avvantaggiarsi se la UE ci impone di dare un nuovo colpo a sanità e pensioni, se ci costringe a una nuova stangata fiscale e a una nuova recessione? C'è chi si aspetta un aiuto straniero contro Salvini? Spero di no.LA CAUSA DELLE SCIAGURE ITALIANELa "chiamata dello straniero" è sempre stata la causa di tutte le sciagure italiane. La storia insegna che le invasioni, le devastazioni e i saccheggi degli eserciti europei nel nostro Paese sono stati possibili per le divisioni fra gli italiani e perché qualcuno di loro chiamava quell'"aiuto" contro altri italiani.Esemplare il caso dell'Italia rinascimentale che era il faro mondiale della civiltà (nelle corti europee si imparava l'italiano come oggi si studia l'inglese).Essendo purtroppo divisa in tante fazioni contrapposte fu un boccone ghiotto per gli eserciti "europei" che non trovavano mai una resistenza concorde.Lo ha raccontato nella sua "Storia delle repubbliche italiane" lo storico ed economista ginevrino Sismondo de Sismondi: "Alla fine del secolo XV i signori delle nazioni francese, tedesca e spagnola furono tentati dall'opulenza meravigliosa dell'Italia, dove il saccheggio di una sola città prometteva loro a volte più ricchezze di quante ne potessero strappare a milioni di sudditi. Con i più vani pretesti essi invasero l'Italia che, per quaranta anni di guerra, fu di volta in volta devastata da tutti i popoli che poterono penetrarvi. Le esazioni di questi nuovi barbari fecero infine scomparire l'opulenza che li aveva tentati".Vogliamo imparare dalla storia?