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Tre italiani, volontari internazionali, sono stati vittime la scorsa notte di un'aggressione da parte di coloni israeliani presso i loro alloggi vicino Gerico, in Cisgiordania. Lo conferma la Farnesina in una nota sottolineando che non hanno ferite gravi.
Il 17 novembre il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha approvato il piano di pace del presidente statunitense Donald Trump per la Striscia di Gaza, che prevede tra le altre cose l'invio di una forza internazionale. Con Paola Caridi, giornalista, presidente di Lettera22.Alcune dichiarazioni su Taiwan fatte dalla premier giapponese Sanae Takaichi hanno provocato una grave crisi diplomatica tra Cina e Giappone. Con Lorenzo Lamperti, giornalista, da Taipei.Oggi parliamo anche di:Video • “In Tanzania i safari e la caccia sportiva minacciano i masai” di Davide Lemmi, Marco Simoncelli e Khalifa Said.https://www.internazionale.it/video/2025/11/12/tanzania-safari-masaiPodcast • Bataclan - 10 anni dopo di Marta Brambilla Pisoni per OnePodcastCi piacerebbe sapere cosa pensi di questo episodio. Scrivici a podcast@internazionale.it Se ascolti questo podcast e ti piace, abbonati a Internazionale. È un modo concreto per sostenerci e per aiutarci a garantire ogni giorno un'informazione di qualità. Vai su internazionale.it/abbonatiConsulenza editoriale di Chiara NielsenProduzione di Claudio Balboni e Vincenzo De SimoneMusiche di Tommaso Colliva e Raffaele ScognaDirezione creativa di Jonathan Zenti
Un'inchiesta del quotidiano britannico Guardian ha rivelato che molti dei corpi di prigionieri palestinesi restituiti da Israele mostrano segni di tortura e provengono da un centro di detenzione che già in passato era stato oggetto di accuse. Con Lorenzo Tondo, giornalista, da Gerusalemme. Il governo Meloni, che è entrato in carica esattamente tre anni fa, è diventato il terzo esecutivo più lungo della storia repubblicana italiana. Con Ida Dominijanni, giornalista Oggi parliamo anche di:Scienza • “Nella mente di un narcisista” di David Robsonhttps://www.internazionale.it/magazine/david-robson/2025/10/16/nella-mente-di-un-narcisistaDisco • Deadbeat di Tame ImpalaCi piacerebbe sapere cosa pensi di questo episodio. Scrivici a podcast@internazionale.it Se ascolti questo podcast e ti piace, abbonati a Internazionale. È un modo concreto per sostenerci e per aiutarci a garantire ogni giorno un'informazione di qualità. Vai su internazionale.it/abbonatiConsulenza editoriale di Chiara NielsenProduzione di Claudio Balboni e Vincenzo De SimoneMusiche di Tommaso Colliva e Raffaele ScognaDirezione creativa di Jonathan Zenti
Genocidio in Palestina, ruolo dei media italiani e sfide del giornalismo indipendente. Conversazione con Dalia Ismail, giornalista e analista italo-palestinese.
Nel The Essential di martedì 21 ottobre, Chiara Piotto parla di: 00:00 il Patto per il Mediterraneo della Commissione europea con cui si apre l'erasmus agli studenti di diversi Paesi africani e mediorientali; 05:43 I corpi di prigionieri palestinesi che Gaza sostiene siano stati torturati da Israele; 06:44 con Nicolas Sarkozy che entra in prigione oggi a Parigi, la prima volta di un ex capo di Governo europeo in carcere Con il codice THEESSENTIAL7 puoi iniziare un percorso su Serenis per prenderti cura del tuo benessere mentale a un prezzo convenzionato. Scopri di più cliccando a questo link. Firma la proposta di legge di iniziativa popolare per riequilibrare la rappresentanza tra generazioni ed età nelle istituzioni politiche: https://shor.by/3nT Firma la proposta di legge di iniziativa popolare per chiedere una legge sul voto fuorisede: https://shor.by/GcvZ Questo podcast e gli altri nostri contenuti sono gratuiti anche grazie a chi ci sostiene con Will Makers. Sostienici e accedi a contenuti esclusivi su willmedia.it/abbonati Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
Un popolo intero è oggi al centro dell'attenzione e della solidarietà globale. Ma il rischio è annullare le differenze sotto la comune condizione di vittime. Il romanzo di un'attrice londinese che torna alla casa paterna e con fatica riconosce la Palestina lascia emergere invece tutta la vitalità, le sofferenze, le diversità animate dal conflitto. Entra il fantasma di Isabella Hammad, Marsilio Questo e gli altri podcast gratuiti del Post sono possibili grazie a chi si abbona al Post e ne sostiene il lavoro. Se vuoi fare la tua parte, abbonati al Post. Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
Manifestazioni oceaniche globali dicono che il mondo vuole realizzare i diritti dei palestinesi. Ma il piano del presidente Usa, celebrato da governi arabi e occidentali, non offre garanzie a un popolo che chiede libertà e la fine dell'occupazione. Ne discutono insieme, Eliana Riva e Michele Giorgio
Dall'Italia al Marocco passando per Nepal, Madagascar e Palestina, il mondo è in rivolta e si sta preparando a riscrivere la storiaIscriviti qui alla nuova newsletter, ogni 7 del mese un nuovo appuntamentoRispondi a questo sondaggio di 7 domande per migliorare i contenuti ed i progetti futuri di Medio Oriente e Dintorni Qui trovate tutti i link di Medio Oriente e Dintorni: Linktree, ma, andando un po' nel dettaglio: -Tutti gli aggiornamenti sulla pagina instagram @medioorienteedintorni -Per articoli visitate il sito https://mediorientedintorni.com/ trovate anche la "versione articolo" di questo podcast. - Qui il link al canale Youtube- Podcast su tutte le principali piattaforme in Italia e del mondo-Vuoi tutte le uscite in tempo reale? Iscriviti al gruppo Telegram: https://t.me/mediorientedintorniOgni like, condivisione o supporto è ben accetto e mi aiuta a dedicarmi sempre di più alla mia passione: raccontare il Medio Oriente ed il "mondo islamico"
Hamas ha accettato in linea di principio il piano di Donald Trump per porre fine alla guerra a Gaza, che include il rilascio immediato di tutti gli ostaggi israeliani. La proposta del presidente americano include un graduale ritiro delle Idf dalla Striscia, insieme al rilascio di centinaia di prigionieri palestinesi in cambio degli ostaggi israeliani vivi e deceduti.
Dal 1948 al 1956: i profughi palestinesi nel contesto delle guerre arabo-israeliane
Pechino punta a spezzare la dipendenza delle aziende tecnologiche cinesi dalla Nvidia e rafforzare l'industria nazionale dei semiconduttori e per poter competere con gli Stati Uniti nella corsa all'intelligenza artificiale. Con Alessandro Lubello, editor di economia di InternazionaleDecine di studenti universitari palestinesi che vivono nella Striscia di Gaza negli ultimi mesi hanno ottenuto delle borse di studio dalle università italiane ma non riescono a raggiungere il nostro paese. Con Annalisa Camilli, giornalista di InternazionaleOggi parliamo anche di:Cinema • Duse di Pietro Marcellohttps://www.youtube.com/watch?v=F-YIb-9lV1wCi piacerebbe sapere cosa pensi di questo episodio. Scrivici a podcast@internazionale.it Se ascolti questo podcast e ti piace, abbonati a Internazionale. È un modo concreto per sostenerci e per aiutarci a garantire ogni giorno un'informazione di qualità. Vai su internazionale.it/abbonatiConsulenza editoriale di Chiara NielsenProduzione di Claudio Balboni e Vincenzo De SimoneMusiche di Tommaso Colliva e Raffaele ScognaDirezione creativa di Jonathan ZentiCi piacerebbe sapere cosa pensi di questo episodio. Scrivici a podcast@internazionale.it Se ascolti questo podcast e ti piace, abbonati a Internazionale. È un modo concreto per sostenerci e per aiutarci a garantire ogni giorno un'informazione di qualità. Vai su internazionale.it/abbonatiConsulenza editoriale di Chiara NielsenProduzione di Claudio Balboni e Vincenzo De SimoneMusiche di Tommaso Colliva e Raffaele ScognaDirezione creativa di Jonathan Zenti
Draghi sferza l'Ue: l'inazione minaccia la sovranita'.
L’esercito israeliano ha dato il via all’offensiva di terra a Gaza City, in quella che appare come la fase più dura del conflitto iniziato dopo il 7 ottobre 2023. Si calcola che nella Striscia ci siano ancora circa 650mila palestinesi, ad oggi incerti su dove rifugiarsi. Ne parliamo con Francesco Petronella di Ispi, Emmanuele Panero, analista Desk Difesa e Sicurezza del Cesi, Esperanza Santos, coordinatrice delle emergenze di MSF a Gaza, Francesco Sacchi, Capo progetto di EMERGENCY a Gaza, e con Udi Goren, esponente del movimento dei familiari degli ostaggi di Hamas.
Le forze israeliane stanno intensificando gli attacchi sulla città di Gaza mentre l'esercito porta avanti il suo piano di sfollamento forzato dei palestinesi e di conquista del territorio. E' salito a 25 morti, tra cui almeno 3 bambini, il numero dei palestinesi uccisi negli attacchi israeliani sulla Striscia di Gaza da questa mattina.
Per circa cinquant'anni Stefano Benni, morto il 9 settembre, ha scritto libri e spettacoli unendo il fantastico e il comico, la leggerezza e la furia. Il RomaEuropa festival quest'anno festeggia il quarantesimo anniversario. Vittime perfette di Mohammed el Kurd indaga le ragioni della rabbia dei palestinesi. Il podcast Il rumore dell'India aiuta a conoscere meglio il paese asiatico oggi.CONAlberto Rollo, scrittore e direttore letterarioFabrizio Grifasi, direttore della fondazione RomaEuropaCatherine Cornet, giornalista e arabistaStefano Catucci, filosofo e musicologoSe ascolti questo podcast e ti piace, abbonati a Internazionale. È un modo concreto per sostenerci e per aiutarci a garantire ogni giorno un'informazione di qualità. Vai su internazionale.it/podcastScrivi a podcast@internazionale.it o manda un vocale a +39 3347063050Produzione di Claudio Balboni e Vincenzo De Simone.Musiche di Carlo Madaghiele, Raffaele Scogna, Jonathan Zenti e Giacomo Zorzi.Direzione creativa di Jonathan Zenti.Benni: https://www.youtube.com/watch?v=nYdAAogMVKoRomaEuropa: https://www.youtube.com/watch?v=TUNmFWTuErYMohammed El Kurd: https://www.youtube.com/watch?v=nKpIr91MytAIl rumore dell'India: https://www.raiplaysound.it/audio/2025/06/Il-rumore-dellIndia-del-28062025-e13c1fee-994a-4f81-bd50-52859aa6e758.htmlCi piacerebbe sapere cosa pensi di questo episodio. Scrivici a podcast@internazionale.it Se ascolti questo podcast e ti piace, abbonati a Internazionale. È un modo concreto per sostenerci e per aiutarci a garantire ogni giorno un'informazione di qualità. Vai su internazionale.it/abbonatiConsulenza editoriale di Chiara NielsenProduzione di Claudio Balboni e Vincenzo De SimoneMusiche di Tommaso Colliva e Raffaele ScognaDirezione creativa di Jonathan Zenti
L'ostaggio Guy Gilboa-Dalal, insieme a un altro ostaggio, nel video, di cui le famiglie hanno vietato la pubblicazione, afferma di essere prigioniero da 22 mesi: il filmato sarebbe quindi stato girato di recente. Intanto almeno 18 palestinesi, tra cui 7 bambini, sono stati uccisi la scorsa notte in attacchi aerei israeliani su case e tende degli sfollati nella città di Gaza, secondo fonti mediche riportate dall'agenzia palestinese Wafa.
C'è attesa per l'annuncio di un cessate il fuoco a Gaza, lo riferisce al quotidiano degli Emirati "The National" un alto funzionario coinvolto nei negoziati. Sul tavolo ci sarebbe l'ipotesi di una tregua di 60 giorni e il rilascio di dieci ostaggi per tentare di evitare l'attacco di terra israeliano.
Il Capo di Stato Maggiore dell'esercito israeliano ha approvato le linee generali dell'annunciata offensiva su Gaza City: sono state dunque presentate le azioni dell'Idf ed è stato presentato e approvato il concetto centrale del piano per le prossime fasi nella Striscia di Gaza, in conformità con le direttive del livello politico.
Gaza, nuova strage degli affamati. Il Papa, 'basta barbarie'.
Giorgia Meloni saluta “con grande soddisfazione” l'approvazione della Giornata nazionale in memoria dei giornalisti uccisi a causa del loro lavoro. Parole solenni, da capo di governo che onora il mestiere di chi racconta il mondo rischiando la vita. Eppure basta scorrere la cronaca di questi mesi per inciampare nella domanda che spezza la retorica: anche quelli uccisi a Gaza rientrano nella memoria istituzionale della premier Meloni? Dal 7 ottobre 2023, secondo i dati del Comitato per la protezione dei giornalisti (CPJ), almeno 238 giornalisti palestinesi sono stati uccisi sotto i bombardamenti israeliani mentre documentavano, fotografavano, testimoniavano. La strage silenziosa che accompagna il genocidio non trova spazio nei comunicati ufficiali del governo. Eppure erano giornalisti, esattamente come quelli celebrati dalla nuova legge italiana. Stavano facendo il loro lavoro. Esattamente come quelli di cui si onora il coraggio. Il dubbio non è retorico, è politico. Dopo il risveglio tardivo di Palazzo Chigi davanti alle bombe sulle chiese cristiane, ci si chiede se davvero ci sarà anche un secondo scatto di coscienza. Sarebbe un miracolo, di questi tempi. Riconoscere il sacrificio dei reporter palestinesi significherebbe smentire l'alleato Netanyahu, rompere la linea dell'equidistanza pavida, spezzare il silenzio complice. Ma la memoria, si sa, è un muscolo politico selettivo. Funziona bene quando non disturba i rapporti internazionali, meno quando nomina i carnefici. Così il governo che celebra i giornalisti uccisi, dovrebbe includere quelli fatti a pezzi dai suoi alleati. Altrimenti il rispetto per il giornalismo resta confinato ai comunicati stampa. #LaSveglia per La NotiziaDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/la-sveglia-di-giulio-cavalli--3269492/support.
A Gaza si continua a morire di fame, di sete e di missili. Questa mattina, almeno dieci palestinesi, tra cui sei bambini, sono rimasti uccisi e altri 16 sono rimasti feriti quando aerei militari israeliani hanno bombardato un punto di distribuzione dell'acqua nel campo profughi di Nuseirat, nella Striscia centrale.
Acquista il mio nuovo libro, “Anche Socrate qualche dubbio ce l'aveva”: https://amzn.to/3wPZfmCNel 1948 scoppiò la prima Guerra arabo-israeliana, rapida e drammatica; e pochi anni dopo, nel mondo arabo salì alla ribalta un nuovo leader, Nasser.Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/dentro-alla-storia--4778249/support.
Piantedosi e la delegazione Ue in Libia respinti da Bengasi.
#notizie #podcast #politica #rassegnastampa
Acquista il mio nuovo libro, “Anche Socrate qualche dubbio ce l'aveva”: https://amzn.to/3wPZfmCArriviamo a una delle pagine più controverse del Novecento: la questione di Israele e Palestina dopo la Seconda guerra mondiale.Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/dentro-alla-storia--4778249/support.
Puntata del 05 Luglio 2025Netanyahu contro la tregua, gli stati Arabi scaricano i Palestinesi, Ucraina lasciata da sola, Meloni e l'opposizione, patriarcato e femminicidi, calcio e il dio denaro, il bisogno di interesse per la politica
Quando lo dice Harvard, non è un'opinione: è un fatto. Secondo l'ultimo studio pubblicato nel Dataverse dell'università americana, 377.000 palestinesi risultano “scomparsi” a Gaza. Non evacuati, non dispersi: scomparsi. Mancano all'appello. Il dato emerge da un'analisi incrociata tra le mappe dei cosiddetti “centri umanitari” e le stime aggiornate della popolazione. Prima della guerra: 2.227.000. Adesso: 1.850.000. Ne mancano 377.000. Una voragine demografica che non si spiega né con gli sfollati, né con i sopravvissuti. L'autore dello studio è Yaakov Garb, ricercatore israeliano e docente universitario, non un attivista radicale. Ha elaborato il report per identificare la trasformazione dei presunti centri di distribuzione in strumenti di controllo e sorveglianza. Ma nel lavoro, pubblicato da Harvard Dataverse, salta fuori un dato che gela il sangue: quasi un quinto della popolazione non è più registrabile da nessuna parte. Se metà della popolazione di Gaza sono bambini, significa che oltre 150.000 minori sono spariti, probabilmente morti sotto le macerie, senza tomba, senza nome, senza funerale. Questo dato, in qualsiasi altro contesto, basterebbe a far tremare governi, a convocare commissioni d'inchiesta, a bloccare forniture militari. Invece il mondo tace. I media tacciono. Le istituzioni internazionali balbettano. Chi parla viene isolato. Chi scrive viene delegittimato. La fonte? È pubblica, è Harvard. Eppure non basta. L'orrore oggi ha bisogno di autorizzazione per essere definito tale. È la normalizzazione della catastrofe, la banalità tecnica dell'annientamento. #LaSveglia per La NotiziaDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/la-sveglia-di-giulio-cavalli--3269492/support.
Sirene d'allarme stanno suonando a Tel Aviv e in numerose aree di Israele per il lancio di missili dall'Iran. L'Esercito ha reso noto che il sistema di difesa è stato attivato.
L'Associazione degli scout cattolici palestinesi di San Giovanni Battista vede in questi giorni a Roma, presso la Parrocchia di Sant'Ippolito, la viva presenza di una trentina di ragazzi e ragazze capi scout provenienti dalla parroccha cattolica di Zababdeh, in Cisgiordania (West Bank).I capi scout, ospitati dalle famiglie della Parrocchia di Sant'Ippolito e seguiti in questa loro permanenza a Roma dal gruppo scout Agesci Roma 62 e dalla Compagnia di San Giorgio, vivranno domani con gli adulti scout della Compagnia la loro Route Ad Petri Sedem (RAPS) e cioè il loro pellegrinaggio giubilare.Stamattina Andrea Colucci, vicepresidente della Compagnia di San Giorgio, è stato intervistato nel corso del programma Radio Vaticana con Voi (dal minuto 1h 20' 54'') ed ha potuto spiegare il senso della RAPS e, in particolare, della presenza dei capi scout cattolici palestinesi.Buon ascolto! e buona lettura di questo interessante articolo di AGENSIR
Gaza continua a morire sotto le macerie, mentre l'Occidente si specchia nei propri valori traditi. La scena è la solita: dichiarazioni indignate, veti alle risoluzioni ONU, richiami rituali al diritto internazionale. Poi, sotto banco, la complicità. Gli Stati Uniti hanno blindato Israele con oltre 50 mila tonnellate di armamenti consegnati dopo il 7 ottobre 2023: 14 mila bombe, 3 mila missili, contratti da 20 miliardi di dollari. Cinque veti in Consiglio di Sicurezza ONU per impedire un cessate il fuoco. L'Europa recita un copione solo più cinico. La Germania ha concesso licenze militari per 485 milioni di euro dopo l'inizio dell'offensiva. La Francia, mentre Macron invoca pause umanitarie, fornisce componenti per droni e caccia. L'Italia, che rivendica di non autorizzare nuovi contratti, continua a spedire: 6 milioni di euro di forniture militari nel 2024 e 128 mila euro ancora nel 2025, in pieno massacro. La Spagna offre il capolavoro dell'ipocrisia. Pedro Sánchez proclama embargo e riconoscimento della Palestina, ma tra ottobre 2023 e marzo 2025 ha firmato contratti con Israele per oltre un miliardo di euro. I media occidentali raccontano Gaza partendo dal 7 ottobre, occultando decenni di occupazione, blocco e colonizzazione. Le vittime palestinesi restano numeri, il loro sterminio è una conseguenza del loro essere palestinesi. Gli israeliani, invece, hanno diritto al lessico emotivo del "massacro". A Gaza è in corso un esperimento mondiale: quanto è possibile sterminare protetti dall'ipocrisia del mondo? Quanto si può riscrivere una storia per giustificare un annientamento? I palestinesi sono le vittime, noi siamo le cavie. #LaSveglia per La NotiziaDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/la-sveglia-di-giulio-cavalli--3269492/support.
Quando si parla di Medio Oriente, le opinioni che tendono a prevalere – anzi, forse addirittura ad uniformarsi – sono quelle che, in maniera sostanzialmente trasversale, ci spiegano che la pace in Terra Santa diventerà una realtà soltanto il giorno in cui Israele accetterà la presenza di uno Stato palestinese ai suoi confini. E se diplomazie, università e media insistono su questo tasto con tanta convinzione, sarebbe sconsiderato non prestare, alle loro argomentazioni, tutta l'attenzione che indubbiamente meritano. A voler essere però storicamente precisi, bisogna pure riconoscere che, in origine, i primi a ragionare in termini di “due stati e due popoli”, sono stati proprio gli Israeliani, i quali, fin dal 29 novembre del 1947, accettarono la Risoluzione 181 dell'ONU che prevedeva la spartizione del territorio palestinese fra due istituendi Stati: uno ebraico, l'altro arabo, con Gerusalemme sotto controllo internazionale. Il rifiuto di questo Piano da parte del mondo arabo condurrà – come noto – allo scoppio della prima guerra arabo / israeliana del 1948. Ed a questo proposito, ricordiamo che le truppe di Egitto, Siria, Libano, Transgiordania e Iraq invasero Israele proprio il giorno dopo la sua nascita ufficiale: il 15 maggio 1948. Passano gli anni (e sono anni insanguinati da entrambe le parti), ma, nel luglio del 2000 – anfitrione il presidente Clinton – a Camp David l'allora premier israeliano Ehud Barak mostra di credere ancora alla soluzione dei “due stati”, offrendo a Yasser Arafat uno Stato palestinese su oltre il 94% della Cisgiordania, tutta Gaza e con capitale a Gerusalemme Est. Una soluzione decisamente favorevole che, tuttavia, il Rais sorprendentemente rifiuta. Otto anni più tardi un nuovo leader israeliano – questa volta si tratta di Ehud Olmert – si spinge persino oltre Camp David, proponendo al presunto “moderato” Abu Mazen, ulteriori scambi di territorio per compensare gli insediamenti, il controllo congiunto sui luoghi sacri di Gerusalemme ed un ritorno parziale dei rifugiati palestinesi. Anche in questo caso però, l'offerta non verrà presa in considerazione. Nel frattempo, nel 2005, Israele – sotto il governo del generale Ariel Sharon, la cui fama non è certamente quella di un mite fraticello di Assisi – ha provveduto al ritiro unilaterale da Gaza, smantellando 21 insediamenti e dislocando altrove oltre 9.000 coloni israeliani. In cambio della rinuncia totale al territorio, Tel Aviv non riceverà mai ringraziamenti o attestati di amicizia, ma dovrà invece accontentarsi di una pressoché quotidiana razione di missili provenienti proprio dalla Striscia, ormai divenuta il feudo di Hamas. Viene, pertanto, legittimo avanzare il sospetto che a dividere gli Arabi dagli Israeliani non siano tanto gli aspetti territoriali, quanto quelli identitari. In altre parole, il popolo palestinese è disposto a coesistere con quello ebraico? A noi pare, quindi, che, se davvero si vuole la pace, oltre a chiedere ad Israele alcune indispensabili concessioni territoriali, sia soprattutto prioritario domandare ai Palestinesi di chiarire, una volta per tutte, se sia maturato o meno il loro “si” ad una coesistenza irreversibile e senza retro pensieri. "Il Corsivo" a cura di Daniele Biacchessi non è un editoriale, ma un approfondimento sui fatti di maggiore interesse che i quotidiani spesso non raccontano. Un servizio in punta di penna che analizza con un occhio esperto quell'angolo nascosto delle notizie di politica, economia e cronaca. ___________________________________________________ Ascolta altre produzioni di Giornale Radio sul sito: https://www.giornaleradio.fm oppure scarica la nostra App gratuita: iOS - App Store - https://apple.co/2uW01yA Android - Google Play - http://bit.ly/2vCjiW3 Resta connesso e segui i canali social di Giornale Radio: Facebook: https://www.facebook.com/giornaleradio.fm/ Instagram: https://www.instagram.com/giornale_radio_fm/?hl=it
La questione palestinese nasce nel 1948 con l'occupazione israeliana. Un conflitto irrisolto tra arabi e Israele che si riaccende ancora oggi.
Una lista di 5 libri per ricordare la Nakba, la catastrofe palestinese; nello specifico, trovate:- "Il Pessottimista" di Emile Habibi- "Una trilogia palestinese" di Mahmoud Darwish- "Un dettaglio minore" di Adania Shibli- "Ritorno ad Haifa" di Ghassan Kanafani- "Case di sale" di Hala AlyanIscriviti al canale Telegram per guardare tutta la lista di tutti gli eventi (ad oggi) confermati ed avvisatemi se ne conoscete altri Mentre qui trovate tutti i link di Medio Oriente e Dintorni: Linktree, ma, andando un po' nel dettaglio: -Tutti gli aggiornamenti sulla pagina instagram @medioorienteedintorni -Per articoli visitate il sito https://mediorientedintorni.com/ trovate anche la "versione articolo" di questo podcast. - Qui il link al canale Youtube- Podcast su tutte le principali piattaforme in Italia e del mondo-Vuoi tutte le uscite in tempo reale? Iscriviti al gruppo Telegram: https://t.me/mediorientedintorniOgni like, condivisione o supporto è ben accetto e mi aiuta a dedicarmi sempre di più alla mia passione: raccontare il Medio Oriente ed il "mondo islamico"
Il rilascio di un ostaggio israelo-Usa di nome Edan Alexander, annunciato da Hamas, non porterà a un cessate il fuoco a Gaza né alla liberazione di detenuti palestinesi.
L'esercito israeliano è nell'occhio del ciclone; anche l'Australia ha chiesto un'indagine indipendente sui fatti. Intanto il premier israeliano Netanyahu vola da Trump: all'ordine del giorno c'è anche l'Iran, con il rischio di un nuovo fronte di guerra.
A quasi due anni dall'inizio della guerra civile, la riconquista da parte dell'esercito sudanese del palazzo presidenziale e dell'aeroporto a Karthoum ha un alto valore simbolico. Con Irene Panozzo, analista politica e socia di Lettera22.Il 25 marzo Hamdan Ballal, uno dei registi del documentario No Other Land, vincitore dell'Oscar, è stato rilasciato dopo una notte trascorsa in detenzione in una base militare israeliana. Con Lorenzo Tondo, corrispondente del Guardian, da Gerusalemme.Oggi parliamo anche di:YouTube • Mina intervistata a Radio Taranto - 1978, sul canale di Sandro Messinahttps://www.youtube.com/watch?v=r8XDdx2OTjoCi piacerebbe sapere cosa pensi di questo episodio. Scrivici a podcast@internazionale.it o manda un vocale a +39 3347063050Se ascolti questo podcast e ti piace, abbonati a Internazionale. È un modo concreto per sostenerci e per aiutarci a garantire ogni giorno un'informazione di qualità. Vai su internazionale.it/abbonatiConsulenza editoriale di Chiara NielsenProduzione di Claudio Balboni e Vincenzo De SimoneMusiche di Tommaso Colliva e Raffaele ScognaDirezione creativa di Jonathan Zenti
Hamas ha riconsegnato i corpi di quattro ostaggi israeliani sui quali verrà effettuato il test del DNA.
Una decina di leader di paesi dell'Unione europea e della Nato si sono riuniti il 17 febbraio a Parigi per discutere dell'accelerazione dell'amministrazione statunitense sulla guerra in Ucraina. Con Jacopo Zanchini, vicedirettore di InternazionaleIl 15 febbraio Israele ha liberato 369 prigionieri palestinesi dopo il rilascio di tre ostaggi israeliani da parte di Hamas, nel quadro del cessate il fuoco entrato in vigore il 19 gennaio, ma nei giorni precedenti Hamas e Israele si erano scambiati accuse reciproche di violazioni. Con Francesca Albanese, relatrice speciale delle Nazioni Unite sulla situazione dei diritti umani nei territori palestinesi occupati.Oggi parliamo anche di:Sierra Leone • “Una storia che sparisce” di Jody Rayhttps://www.internazionale.it/magazine/karmela-padavic-callaghan/2025/02/13/un-computer-quantistico-puo-servire-a-qualcosa Documentario • Fiume o morte! di Igor BezinovićCi piacerebbe sapere cosa pensi di questo episodio. Scrivici a podcast@internazionale.it o manda un vocale a +39 3347063050Se ascolti questo podcast e ti piace, abbonati a Internazionale. È un modo concreto per sostenerci e per aiutarci a garantire ogni giorno un'informazione di qualità. Vai su internazionale.it/abbonatiConsulenza editoriale di Chiara NielsenProduzione di Claudio Balboni e Vincenzo De SimoneMusiche di Tommaso Colliva e Raffaele ScognaDirezione creativa di Jonathan Zenti
IIlich Ramirez Sanchez . Lo chiamano the Jackal (lo sciacallo) o comandante Carlos, è il terrorista più ricercato al mondo. Dal Venezuela a Mosca, da Parigi all'Ungheria ed al Sudan. Ilich Ramirez Sanchez è un uomo in fuga, un uomo spietato, uno sciacallo. #italiamistero #thejackal #carlos www.italiamistero.it: https://www.italiamistero.it/ ISCRIVITI AL CANALE: https://www.youtube.com/@italiamistero?sub_confirmation=1
Oggi con Anna Guaita parliamo del piano di Trump di non riportare i palestinesi a Gaza, quindi andiamo a Bruxelles con Francesco Bechis e con il piano di Giorgia Meloni per alzare al 2 per cento il contributo italiano alla Nato, da Bruxelles all'Ucraina con Lorenzo Vita è la proposta di Zelensky per il negoziato con la Russia, per la cronaca andiamo a Salerno con Andrea Bulleri e l'inchiesta sui permessi falsi agli immigrati e a Roma con Valeria di Corrado e le motivazioni a sorpresa in un processo per omicidio, quindi la pagina dello spettacolo con Gloria Satta che commenta la presidenza della giuria di Cannes a Juliette Binoche, mentre con Mattia Marzi inauguriamo lo spazio Tuttofafestival dedicato oggi alla polemica sulla Rai e il Festival di Sanremo
Oggi il commento politico di Mario Ajello riguarda l'indagine contro il governo di Giorgia Meloni, quindi andremo in America con l'analisi di Anna Guaita con l'operazione immigrati e i primi arresti a New York, dagli Stati Uniti al Medioriente con il commento di Lorenzo Vita sull'idea di non far tornare i palestinesi a Gaza, per la cronaca andiamo prima a Roma con l'inviata Valeria di Corrado e il caso Alemanno quindi a Perugia con Egle Priolo e la scomparsa nel nulla di uno studente, per lo spettacolo il commento di Gloria Satta è sull'ultima trovata di Quentin Tarantino
Centinaia di persone in festa hanno accolto gli autobus che trasportavano i prigionieri palestinesi scarcerati da Israele – la maggior parte donne minori – lungo la strada tra Betunia e Ramallah, in Cisgiordania. Con Luisa Morgantini, presidente di Assopace Palestina, da Ramallah. La scorsa settimana nel nord est della Colombia è scoppiato uno scontro tra gruppi paramilitari che ha già provocato oltre cento morti e migliaia di sfollati. Con Simone Bruno, giornalista che vive a Bogotà.Oggi parliamo anche di:Corpo e mente • “Quanto fa bene perdersi nel cielo stellato” di David Dorenbaumhttps://www.internazionale.it/magazine/2025/01/16/il-vaccino-contro-il-cancro-e-piu-vicinoMusica • Bad Bunny, Debí tirar más fotosCi piacerebbe sapere cosa pensi di questo episodio. Scrivici a podcast@internazionale.it o manda un vocale a +39 3347063050Se ascolti questo podcast e ti piace, abbonati a Internazionale. È un modo concreto per sostenerci e per aiutarci a garantire ogni giorno un'informazione di qualità. Vai su internazionale.it/abbonatiConsulenza editoriale di Chiara NielsenProduzione di Claudio Balboni e Vincenzo De SimoneMusiche di Tommaso Colliva e Raffaele ScognaDirezione creativa di Jonathan Zenti
Trump, oggi ore 18 (italiane) in America inizia una nuova era - Medio oriente: 3 ostaggi per 320 palestinesi
L'Australia ha votato a favore di una risoluzione delle Nazioni Unite che chiede a Israele di porre fine all'occupazione dei Territori Palestinesi, per la prima volta da oltre vent'anni.
Massimo Giannini, editorialista e opinionista di Repubblica, racconta dal lunedì al venerdì il suo punto di vista sullo scenario politico e sulle notizie di attualità, italiane e internazionali. “Circo Massimo - Lo spettacolo della politica“ lo puoi ascoltare sull’app di One Podcast, sull’app di Repubblica, e su tutte le principali piattaforme.See omnystudio.com/listener for privacy information.
L'onda di voti per l'estrema destra tanto temuta alla viglia delle elezioni non dovrebbe cambiare gli equilibri politici nel parlamento europeo. Il 9 giugno l'ex generale Benny Gantz si è dimesso e ha ha ritirato il sostegno del suo partito al governo di Benjamin Netanyahu, chiedendo elezioni anticipate.CONStefania Mascetti, editor di Europa di InternazionaleAndrea Pipino, editor di Europa di InternazionaleFrancesca Gnetti, editor di Medio Oriente di InternazionaleMacron: https://www.rainews.it/video/2024/06/elezioni-europee-2024-francia-trionfo-di-le-pen-macron-scioglie-assemblea-nazionale-indice-elezioni-anticipate-dc97a168-49e3-4096-892d-a02be987d9c7.htmlGantz: https://www.youtube.com/watch?v=JtoSMcVI5mQSerie tv: Eric, su NetflixSe ascolti questo podcast e ti piace, abbonati a Internazionale. È un modo concreto per sostenerci e per aiutarci a garantire ogni giorno un'informazione di qualità. Vai su internazionale.it/podcastScrivi a podcast@internazionale.it o manda un vocale a +39 3347063050Consulenza editoriale di Chiara Nielsen.Produzione di Claudio Balboni e Vincenzo De Simone.Musiche di Tommaso Colliva e Raffaele Scogna.Direzione creativa di Jonathan Zenti.
Il 7 febbraio il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha rifiutato il piano di Hamas per un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza, ribadendo che l'obiettivo di Israele è la "vittoria totale" contro Hamas. Alla sua 74esima edizione, il Festival di Sanremo si conferma un grandissimo successo: la prima serata ha raggiunto un audience di oltre 65 per cento dei telespettatori.CONFrancesca Gnetti, editor di Medio oriente di InternazionaleTiziana Triana, direttrice editoriale di Fandango LibriMedio Oriente: https://www.youtube.com/watch?v=6e7_1z94t8cSanremo: https://www.raiplay.it/video/2024/02/Sanremo-2024---Conferenza-stampa-del-07022024---Roberta-Lucca-sulla-fruizione-digital-del-Festival-Dati-record-24962525-67be-4eae-a396-4adb74192547.htmlArticolo: La morte torna dal fronte di Silke Bigalkehttps://www.internazionale.it/magazine/silke-bigalke/2024/02/08/la-morte-torna-dal-fronteFilm della settimana: Green border di Agneiszka HollandSe ascolti questo podcast e ti piace, abbonati a Internazionale. È un modo concreto per sostenerci e per aiutarci a garantire ogni giorno un'informazione di qualità. Vai su internazionale.it/podcastScrivi a podcast@internazionale.it o manda un vocale a +39 3347063050Consulenza editoriale di Chiara Nielsen.Produzione di Claudio Balboni e Vincenzo De Simone.Musiche di Tommaso Colliva e Raffaele Scogna.Direzione creativa di Jonathan Zenti.