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Buongiorno, la rassegna stampa di mercoledì 25 settembre è a cura di Ilenia Polsinelli Le notizie in primo piano: Un estratto dell'intervento di Federica Borlizzi, attivista dell'Associazione Nonna Roma, durante l'assemblea indetta subito dopo lo sgombero di viale Pretoriano in via dei Siculi a Sa Lorenzo, insieme alle persone sgomberate dall'accampamento e una rete di solidarietà composta da studenti e realtà del territorio come il polo civico dell'Esquilino; i giornali continuano a parlare dello sgombero di viale Pretoriano, su RomaToday, i migranti riparano a San Lorenzo: “Buttati vestiti e documenti”; A tal proposito l'intervista oggi sul Corriere della sera Roma dell'Assessora alle Politiche sociali di Roma Capitale, Barbara Funari: “Lo sgombero? Non sono stata consultata.”; su Repubblica Roma, ma su tutte le prime pagine locali un altro sgombero nella giornata di ieri: a Cinecittà sgomberato l'hotel dei latinos, “Qui vogliono farci le case del Giubileo”; su Corsera Roma, la donna violentata nel tunnel abbandonato a Porta Pia. Dopo la violenza è stata anche rapinata; Messaggero Roma apre l'edizione di oggi con il titolo: Prove generali di Giubileo, l'occhio dei carabinieri sorveglia il cielo di Roma; e a proposito di Giubileo in prima pagina de Il Tempo Roma l'analisi della Camera di Commercio: l'ombra della mafia su Giubileo e Pnrr. Puntano a bar e locali per riciclare il denaro del narcotraffico. Sveja segnala l'evento “Non morire di carcere”, la storia di Mohammad Ishaq Khan, morto in carcere Regina Coeli il 4 giugno scorso. Il 39esimo suicidio in carcere del 2024, oggi sono già più di 70. Dalle ore 19:30 di mercoledì 25 settembre, Largo dei Savorgnan – Giardino Ciro Principessa, Pigneto. A domani con Sara Bruno Sveja è un progetto di comunicazione indipendente, sostenuto da Periferiacapitale, il programma per Roma della Fondazione Charlemagne. Vuoi sostenerci con una piccola donazione? Ora basta un click! Foto di Luca Dammicco
La rassegna stampa di oggi, lunedì 24 settembre 2024, è a cura di Luca Dammicco DOVE ASCOLTARLA: Spotify , Google Podcast , Apple Podcast , Spreaker e naturalmente sul nostro sito www.sveja.it ● Ancora uno sgombero a viale Pretoriano. Questa volta verranno installate delle cancellate per impedire ai senza dimora di tornare a dormire sotto le mura. Repubblica e Corriere riportano lo scontro interno al PD mentre le associazioni pensano ad aiutare le persone in difficoltà. ● Il Messaggero parla del concorso per assegnare 1000 nuove licenze per i taxi ● Su Il Tempo l'allarme per la collina di Monte Mario, dopo il rogo di Luglio sarebbe a forte rischio di crolli mancando gli alberi e le radici che contribuivano alla tenuta strutturale ● sempre su Il Tempo, piccolo colpo di scena al processo per l'omicidio di Fabrizio Piscitelli, l'imputato ha sempre utilizato un nome falso. La sua vera identià è Gustavo Musumeci e non Raul Esteban Calderon● Diritto alla casa: appuntamento per oggi all'assemblea pubblica a Sparwasser dalle ore 19:00 A domani con Ilenia Polsinelli foto di Nonna Roma Sveja è un progetto sostenuto da Periferiacapitale, il programma per Roma della fondazione Charlemagne. Vuoi sostenerci con una piccola donazione? Ora basta un click!
Buongiorno, la rassegna stampa di martedì 28 maggio 2024 è a cura di Ilenia Polsinelli Queste le notizie in primo piano: Repubblica Roma apre l'edizione di oggi parlando dell'incontro in Prefettura del sindaco Gualtieri e la premier Meloni, ecco il titolo di apertura: Pnrr, Gualtieri striglia Meloni “Grandi opere penalizzate dai tagli del Governo”; il Messaggero Roma, come tutti gli altri giornali, riporta la notizia del blitz a Tor Cervara, sgomberato il fortino della droga; mentre la prima pagina del Corriere della sera edizione Roma apre con il report dei vigili urbani sui primi 4 mesi dell'anno: le otto strade più pericolose di Roma;sempre su corsera Roma, emergenza abitativa: a Garbatella il camping degli attivisti; e sempre a proposito di emergenza abitativa, sul Tempo Roma: il Comune vuole comprare l'ex fabbrica Fiorucci a via Prenestina conosciuta come Maam per salvare gli occupanti; infine su Romatoday, il terrore nella giornata di ieri in Prati: un uomo in mimetica con un coltello in mano e una padella nell'altra si aggirava nel quartiere seminando il panico. A domani con Alessandro Coltré Sveja è un progetto di comunicazione indipendente, sostenuto da Periferiacapitale, il programma per Roma della Fondazione Charlemagne. Se vuoi dare un contributo a Sveja e ai suoi progetti di comunicazione indipendente puoi farlo tramite il nostro IBAN: IT19N0501803200000020000064
ROMA (ITALPRESS) - In questa edizione:- Terremoto di magnitudo 7,4 a Taiwan, in molti sotto le macerie- Mattarella: “Violenza a Gaza, ostacolo a sicurezza Israele”- Urso: “ A Mirafiori sito da almeno 200.000 vetture”- Sgombero con 10 agenti contusi in un parco a Bologna- Schlein incontra il papà di Ilaria Salis- Orsini verso presidenza di Confindustria- Stoltenberg: “Fondo Nato da 100 miliardi per Kiev”- Previsioni 3B Meteo 4 Aprilemrv
La rassegna di oggi, giovedì 10 ottobre 2023, è curata da Luca Capponi.Si parte con una notizia che sui quotidiani cartacei non c'è: un operaio di 63 anni muore sul lavoro a Tivoli. Ne parla Roma TodayTragico incidente a Palestrina: un'Audi si schianta a tutta velocità contro una macchina con a bordo tutta una famiglia. Muoiono padre e madre, feriti gravi i figli di 6 e 10 anniA Centocelle suicida un ragazzo di 12 anni, forse perché rimproverato dal padre per non aver svolto i compiti di scuolaIl Viminale promette lo sgombero di Spin Time, ma gli abitanti sono pronti a una tre giorni di festa e di lottaMessaggero vs tram, un'altra puntata: il quotidiano di Caltagirone oggi si scaglia contro il Tva di Via NazionaleA domani con l'ultima rassegna della settimanaSveja è un progetto di comunicazione indipendente con il sostegno di Periferiacapitale, il programma per Roma della fondazione Charlemagne.#mortibianche #spintime #palestrina #messaggero #tram #giornali #rassegna #stampa
Nel terzo episodio di Venus, il podcast de il Millimetro, Martina Martelloni (@marte.sky) ci spiega nel dettaglio cos'è il MAAM, ovvero il Museo abitato dell'Altro e dell'Altrove, dove da diversi anni circa 200 persone rischiano lo sgombero. Grazie anche al contributo di Giorgio De Finis (già direttore del MACRO di Roma), entriamo in una zona con oltre 600 opere di arte contemporanea. Con Maria Michela D'Alessandro (@michidale), invece, ripercorriamo la fenomenologia del vocabolario berlusconiano, a distanza di qualche giorno dalla scomparsa del leader di Forza Italia. Contributo audio di Martina Martelloni.
Buongiorno, oggi ai microfoni di Sveja c'è Luca Dammicco.Sgomberato per l'ennesima volta l'accampamento di viale Pretoriano, distrutte le tende ma poche soluzioni per chi non ha una casa.Accampamento anche via Patini, a Tor Sapienza, dove centinaia di persone attendono per presentare la domanda di permesso di soggiorno all'ufficio immigrazione e subiscono anche il racket di chi promette di far saltare la fila.Continuano le indagini sull'omicidio avvenuto ad Alatri, c'è un sospettato il cui alibi risulta poco solido, ma ancora nessuna prova.Approvato il bilancio 2023-2025 dal Comune di Roma, per fronteggiare alle minori entrate arriveranno profondi tagli alla cultura.Infine un commento di Valerio Mattioli sull'arte di Geco e la sua “cattura” ormai due anni fa.Alfredo Cospito è al 133° giorno di sciopero fame.Sveja, è un progetto di comunicazione indipendente sostenuto da Periferiacapitale, il programma per le periferie promosso dalla Fondazione Charlemagne, oltre che dal contributo di Guido Larcher.
Il 31 Ottobre il nuovo governo ha presentato un decreto legge per contrastare i rave. La legge è in realtà molto vaga e per questo discrezionale. Mentre l'opposizione attacca, l'Italia potrebbe diventare il primo paese a istituire fino a 6 anni per una festa illegale.
Ciro Colonna intervista Carlo, attivista di SCUP. L'ormai consolidata esperienza di Sport e Cultura Popolare rischia di essere nuovamente sfrattata. Dopo il violento sgombero di Via Nola, avvenuto nel 2015, anche i locali di Via della Stazione Tuscolana sono a rischio. L'area su cui insiste il capannone, proprietà di RFI, è interessata dal progetto Reinventing Cities, e il 31 di ottobre scade il termine per abbandonare i locali e lasciar spazio alla "riqualificazione". Carlo ci racconta lo stato dell'arte, le trattative con le istituzioni, la speranza che venga concessa una proroga, senza tralasciare cenni alla bellezza prodotta in dieci anni di attività e ai motivi che fanno sì che valga la pena di continuare a lottare per SCUP. Il 31 ottobre, dal mattino molto presto, potrebbe essere utile fare una passeggiata a Via della Stazione Tuscolana 84, sostenere la presenza delle reti che animano SCUP nel difendere lo spazio. STAY TUNED!
La rassegna stampa di mercoledì 6 luglio ai microfoni Cecilia FerraraI giornali anche oggi parlano degli incendi che hanno devastato Roma nord due giorni fa e di quello che si doveva fare e non si è fatto per la prevenzione, di possibili inneschi fatti dalla mano dell'uomo. Ritorna intanto il covid e i medici di base chiedono ai Maneskin di annullare il concerto di sabato. Il comune avrà più poteri grazie ad una legge regionale, si continua a cercare soluzioni per lo smaltimento dei rifiuti e ad Ostia un pranzo con Diabolik nel 2017 segnava la pax mafiosa degli Spada. Questo e molto altro nella rassegna stampa di Sveja. Sveja è la rassegna stampa di Roma che cambia ogni giorno realizzata grazie al sostegno della Fondazione Charlemagne e di Guido Larcher.
Questa non è una puntata classica di macerie, ma la registrazione dell'incontro organizzato dalla Casa della Letteratura lo scorso 19 maggio 2022 presso la Villa Saroli di Lugano. L'incontro, intitolato Voci fra le macerie, è stato Moderato da Enrico Lombardi di naufraghi.ch. Ospiti: Olmo Cerri (in rappresentanza del più vasto collettivo) e Marko Miladinović che attraverseranno la storia sociale e culturale non solo del Ticino. Si ringrazia Fabiano Alborghetti. Info: www.casadellaletteratura.ch
Ed ecco che siamo arrivati alle macerie, che danno il titolo a questo podcast. Ci eravamo riproposti di raccontare la storia del Molino e, all'improvviso, siamo arrivati all'attualità. Cosa è successo il 29 di maggio 2021? Un grande manifestazione, l‘occupazione temporanea del Vanoni, lo sgombero del centro sociale, le ruspe nella notte. Le prossime pagine di questo racconto sono ancora da scrivere. Però, prima di chiudere, ci sono ancora una paio di questioni aperte. Macerie forse continuerà, senza scadenze fisse, abbiamo diverse idee in cantiere, vi invitiamo ad iscrivervi al feed del podcast, tramite la vostra piattaforma preferita, per ricevere una notifica dei prossimi episodi.
Ottobre 2002: un plotone di agenti in tenuta anti-sommossa sgombera all'alba la sede del Molino al Maglio di Canobbio. Uno sgombero che avviene, con il pretesto del disturbo della quiete notturna nonostante fossero in corso dei tavoli di trattativa con le autorità. In quel periodo, al Maglio, oltre ad essere inaugurata la sala concerti più grande del cantone, vengono ospitati anche decine di migranti provenienti dall'Ecuador, famiglie con bambini di cui la politica istituzionale si disinteressa completamente. A Molino Nuovo nasce l'esperienza autogestita della CLI Casa Laboratorio Inti che si propone di organizzare un asilo libertario e offrire varie proposte sociali e culturali. L'autogestione ritorna in piazza.
Il 12 ottobre del 1996, 25 anni fa, dopo due decenni di rivendicazioni, a Lugano vengono occupati i Molini Bernasconi. Nulla sarà più come prima. Nel maggio 2021 il centro sociale viene sgomberato e le ruspe si accaniscono sull'ex macello. L'autogestione a Lugano torna nelle strade. Ci apprestiamo ad intraprendere un viaggio fra fuoco, sgomberi e macerie (macerie macerie). Un percorso nel cuore dell'autogestione, fra i suoi ideali e le sue contraddizioni.Dal 12 ottobre ogni martedì un nuovo episodio online. Non ne usciremo indenni.
«Gualtieri è molto confuso e dice cose a vanvera. Gli ricordo che, dopo anni di immobilismo, sono stata l’unica ad opporsi concretamente all’occupazione del palazzo di via Napoleone III, in pieno centro a Roma, da parte di Casapound. Sono stata io a scrivergli chiedendo di sgomberare l’edificio che era nella disponibilità del ministero che lui stesso guidava. Prima di me, nessuno neanche parlava dello sgombero di Casapound». Lo ha scritto in un post su Facebook la sindaca di Roma, Virginia Raggi. «Ricordo, invece, che quando sono andata con gli uomini di Polizia Capitolina e Questura per poter almeno rimuovere la scritta “Casapound” sulla facciata del palazzo, unica attività che la legge consente al sindaco, Gualtieri era assente. Ricordo anche le numerose lettere e le mie dichiarazioni alla stampa che chiedevano a Gualtieri un intervento concreto: ha lasciato cadere tutto nel vuoto», ha scritto ancora Raggi. «Gualtieri, d’altronde, dimostra di non avere alcuna competenza per guidare Roma: non ha idea di come si governi un Comune. Imputa al sindaco le responsabilità del Piano Sgomberi: dovrebbe sapere, ma evidentemente non lo sa, che il piano non viene realizzato dal sindaco ma concordato all’interno di una cabina di regia con Prefettura, Forze dell’Ordine, Enti locali e Ministeri. Quelle riunioni alle quali non ha mai partecipato, altrimenti avrebbe evitato di fare una gaffe su Casapound.Ps. Era agosto 2019, per chi ha la memoria corta...» ha concluso.
«Sembra che i palestinesi non esistano. Fantasmi. Dannati sulla terra. Nessuno che abbia il coraggio di ricordare che l'ennesima escalation è partita dall'ennesimo sgombero illegale». Lo ha scritto in un post su Facebook l'ex deputato del Movimento 5 Stelle, Alessandro Di Battista «Tutti a ripetere il mantra della soluzione dei due stati quando praticamente nessuno in Europa ha il coraggio di riconoscere (Vaticano a parte) lo Stato di Palestina. Vi è più onestà intellettuale in Israele dove sono in molti a riconoscere le decennali violazioni dei diritti fondamentali a danno del popolo palestinese. Dalle nostre parti pavidità, ipocrisia e conformismo. Diceva Don Lorenzo Milani: "non c'è nulla che sia più ingiusto quanto far parti uguali tra diseguali"», ha concluso Di Battista.
La Francia, dopo l'Italia, ha superato la soglia delle 50.000 vittime di COVID-19. Da inizio pandemia, i contagi sono stati oltre due milioni eppure il Governo ha appena annunciato un piano di allentamento delle misure restrittive in tre fasi.
Risposta dal prefetto, lo sgombero della cascina Belfuggito è pronto da 2 anni, ma non è mai stato applicato.inizia l'asfaltamento di via madre Cabrini, Pogliani ci spiega le motivazionii ministro della difesa Lorenzo Guerini a Sant'Angelo per parlare dell'italia.
Nella periferia di Roma il centro antiviolenza e casa rifugio per le donne Lucha y siesta rappresenta un importante punto di comunità solidale. Eppure il 25 febbraio il Comune di Roma ha disposto la sospensione delle utenze, e, come previsto dal tribunale fallimentare, il centro andrà all'asta.Ora è attivo un presidio permanente da parte delle attiviste e dei cittadini, si protesta per impedire che la struttura venga definitivamente sgomberata.Da dicembre è stata imposta un'accelerazione da parte dell'amministrazione di Roma, che ha ricondotto le funzioni di Lucha y siesta a servizi abitativi. I processi per uscire da situazioni di violenza sono invece molto più complessi.Ne parla Chiara Franceschini, operatrice del centro Lucha y siesta.
Nella periferia di Roma il centro antiviolenza e casa rifugio per le donne Lucha y siesta rappresenta un importante punto di comunità solidale. Eppure il 25 febbraio il Comune di Roma ha disposto la sospensione delle utenze, e, come previsto dal tribunale fallimentare, il centro andrà all'asta.Ora è attivo un presidio permanente da parte delle attiviste e dei cittadini, si protesta per impedire che la struttura venga definitivamente sgomberata.Da dicembre è stata imposta un'accelerazione da parte dell'amministrazione di Roma, che ha ricondotto le funzioni di Lucha y siesta a servizi abitativi. I processi per uscire da situazioni di violenza sono invece molto più complessi.Ne parla Chiara Franceschini, operatrice del centro Lucha y siesta.
Squallida stanza a terreno. Un lettuccio su cui giace rigido, ma non ancora composto nel consueto atteggiamento dei morti, il cadavere d'un vecchio, con la barba messa da malato e i globi degli occhi stravolti, quasi trasparenti sotto le pàlpebre esili come veli di cipolla. Le braccia fuori delle coperte e le mani giunte sul petto. Il letto ha la testata contro la parete, e un Crocefisso è appeso al capezzale. Accanto al letto è un tavolinetto da notte con qualche bicchiere di medicinale, una bottiglia e un candeliere di ferro. Nel mezzo, un usciolo semiaperto; e piú là, un antico canterano con l'impiallacciatura crepacchiata, con sú qualche rozza suppellettile. Inginocchiata alla sponda destra del letto e arrovesciata su esso con tutto il busto e la faccia e le braccia lungo distese, è la vecchia moglie del morto, vestita di nero, con un fazzoletto violaceo in testa. [...]
Squallida stanza a terreno. Un lettuccio su cui giace rigido, ma non ancora composto nel consueto atteggiamento dei morti, il cadavere d'un vecchio, con la barba messa da malato e i globi degli occhi stravolti, quasi trasparenti sotto le pàlpebre esili come veli di cipolla. Le braccia fuori delle coperte e le mani giunte sul petto. Il letto ha la testata contro la parete, e un Crocefisso è appeso al capezzale. Accanto al letto è un tavolinetto da notte con qualche bicchiere di medicinale, una bottiglia e un candeliere di ferro. Nel mezzo, un usciolo semiaperto; e piú là, un antico canterano con l'impiallacciatura crepacchiata, con sú qualche rozza suppellettile. Inginocchiata alla sponda destra del letto e arrovesciata su esso con tutto il busto e la faccia e le braccia lungo distese, è la vecchia moglie del morto, vestita di nero, con un fazzoletto violaceo in testa. [...]
La vertenza Whirlpool, il mancato sgombero della sede nazionale di Casapound e la finale di coppa d'Africa. Collegamenti con Massimiliano Guglielmi, Emanuele Fiano e Chawki Senouci (seconda parte)
La vertenza Whirlpool, il mancato sgombero della sede nazionale di Casapound e la finale di coppa d'Africa. Collegamenti con Massimiliano Guglielmi, Emanuele Fiano e Chawki Senouci (seconda parte)
Un condomino può sottrarsi al pagamento delle spese di sgombero della neve dal vialetto comune se la richiesta è stata fatta da un solo condomino?
Un condomino può sottrarsi al pagamento delle spese di sgombero della neve dal vialetto comune se la richiesta è stata fatta da un solo condomino?
l fatto della settimana riguarda nuovamente gli SGOMBERI di palazzi occupati da famiglie e singoli di diverse origini. Ma questa volta abbiniamo una buona notizia con una brutta! Iniziamo da quest’ultima. Dopo anni di occupazione di un palazzo prestigioso vicino a Piazza Vittorio da parte dei neofascisti di CasaPound, dopo mesi di interpellanze e richieste di sgombero anche da parte del Comune di Roma e promesse del Ministro dell’Interno ( amico dei CasaPound ! ) di dare il via libera allo sgombero come ad altri in Italia e nella Capitale, giorni fa è arrivata una nota del Ministero dell’Economia proprietario dell’Immobile, che dichiara ufficialmente la NON URGENZA di quello sgombero : ma guarda un po’! In compenso, poiché esiste e resiste un’Altra Italia e un’Altra Roma anche fra le Istituzioni, le Proprietà private e il mondo associativo, negli stessi giorni di questa settimana nella medesima città Capitale d’Italia, si è svolto uno sgombero “indolore”, programmato, preparato, organizzato con il consenso progressivo degli occupanti (italiani e stranieri), della Proprietà di una Banca, del Municipio 1, del Comune di Roma, della Regione Lazio ( ATER ). Fino al 1989 nel Palazzo di via Carlo Felice c’erano stati i dipendenti della Banca d’Italia. Nel 2004 dopo anni di inutilizzo, era stato occupato dall’associazione Action con molte famiglie senza casa. All’inizio di questo 2019, dopo 14 anni di occupazione da parte di 70 persone, 29 famiglie con 22 minori (italiani, eritrei, sudamericani, tunisini, rumeni), il Palazzo di Via Carlo Felice è stato liberato il 20 febbraio senza alcuna irruzione all’alba, nessuna protesta, nessuna sorpresa perché gli abitanti aspettavano di lasciare lo stabile già da fine novembre. Come è stato possibile? Con una attenta preparazione e collaborazione fra occupanti, associazioni e istituzioni pubbliche e private, è stato fatto un censimento, gli occupanti sono stati inseriti in una graduatoria sulla base del reddito e delle situazioni familiari di difficoltà: alcuni saranno ricollocati nelle strutture del Comune o dell’Ater -Regione Lazio, altri nelle strutture della società della Banca d’Italia. Per due anni pagheranno solo le spese di acqua, luce e gas. “Tutti gli interessati hanno già sottoscritto un progetto di inclusione sociale. Per tutta la durata delle operazioni sarà presente la Sala Operativa Sociale di Roma Capitale, svolgendo attività di mediazione e aiuto”, così si legge in una nota pubblicata sul sito del Comune di Roma. “Le strutture in cui si trasferiranno gli ex occupanti garantiranno ai minorenni la possibilità di continuare la scuola”. Tra gli sgomberi senza soluzione a cui Roma si sta abituando, la formula applicata alla liberazione del Palazzo di Via Carlo Felice forse potrebbe e dovrebbe diventare un modello da adottare. La Presidente del Municipio 1, Sabrina Alfonsi ha precisato: “Un nuovo modo di intervenire sulle situazioni di occupazione è possibile, rovesciando la prospettiva e partendo dalle garanzie per il rispetto dei diritti delle persone per arrivare al rispetto del principio di legalità”. Noi intanto aspettiamo di capire cosa succederà invece al Palazzo occupato da CasaPound con le sue insegne, le numerose e vistose videocamere di controllo all’ingresso, le guardie del corpo, come fosse la sede di una Istituzione Pubblica! Ma dopo il caso della Nave Diciotti e l’applicazione dell’Immunità Parlamentare per il Ministro dell’Interno e per tutto il Governo assieme a lui, abbiamo già capito che nell’Italia 2019, finché dura, appunto la Legge NON è uguale per tutti e si possono sequestrare le persone e occupare Palazzi, stando sicuri che qualcuno ti difenderà e impedirà che queste azioni illegali possano continuare.
la piazza della città di radio3 con 'welcome' di philippe lioret, con pietro del soldà, rosa polacco e gli ascoltatori nicoletta, alberto e luisa.
«Perché mai tutti sparlano di tutti? Credono tutti di rimetterci qualcosa se riconoscono il più piccolo merito a qualcuno». Si potrebbe partire dalla massima di Johann Wolfgang Goethe per aprire una riflessione sullo sgombero di ieri che ha visto per la prima volta lo Stato (e il Comune di Roma e Regione Lazio) alzare la voce… Leggi tutto »Lo sgombero dei Casamonica. Al di là del tifo.
Il 13 novembre a Roma è stato sgomberato il Baobab, la struttura per l'accoglienza e l'aiuto dei migranti nei pressi della stazione Tiburtina che ospitava più di cento persone. Le forze di polizia sono intervenute con l'impiego di ruspe e hanno smantellato il campo fatto di tende e strutture di cartone e legno. Le persone che vivevano al Baobab hanno dovuto quindi trascorrere la notte in strada, mentre alcuni già in serata hanno fatto ritorno all'insediamento distrutto non avendo altro posto dove andare.La gestione degli sgomberi ha sempre carattere emergenziale, temporanea, e non si pensa, ad esempio, ad un ricollocamento delle persone che si trovano senza più un'abitazione, per quanto precaria. L'emergenza abitativa a Roma non è però solo limitata ai migranti: sono infatti circa 8000 le persone senzatetto nella Capitale, e ancora si è lontani da una soluzione del problema che non sia temporanea.Il Ministro dell'Interno Salvini ha intanto promesso altri sgomberi, parlando di un problema di sicurezza. L'iniziativa potrebbe però rientrare in un progetto di ricerca di consenso che fa leva sull'emotività delle persone.Resta quindi ancora, al venticinquesimo smantellamento del Baobab, un vuoto nella programmazione strategica per la gestione del post-sgombero.Ne parla Vincenzo Pira, sociologo e socio di Armadilla.
Il 13 novembre a Roma è stato sgomberato il Baobab, la struttura per l'accoglienza e l'aiuto dei migranti nei pressi della stazione Tiburtina che ospitava più di cento persone. Le forze di polizia sono intervenute con l'impiego di ruspe e hanno smantellato il campo fatto di tende e strutture di cartone e legno. Le persone che vivevano al Baobab hanno dovuto quindi trascorrere la notte in strada, mentre alcuni già in serata hanno fatto ritorno all'insediamento distrutto non avendo altro posto dove andare.La gestione degli sgomberi ha sempre carattere emergenziale, temporanea, e non si pensa, ad esempio, ad un ricollocamento delle persone che si trovano senza più un'abitazione, per quanto precaria. L'emergenza abitativa a Roma non è però solo limitata ai migranti: sono infatti circa 8000 le persone senzatetto nella Capitale, e ancora si è lontani da una soluzione del problema che non sia temporanea.Il Ministro dell'Interno Salvini ha intanto promesso altri sgomberi, parlando di un problema di sicurezza. L'iniziativa potrebbe però rientrare in un progetto di ricerca di consenso che fa leva sull'emotività delle persone.Resta quindi ancora, al venticinquesimo smantellamento del Baobab, un vuoto nella programmazione strategica per la gestione del post-sgombero.Ne parla Vincenzo Pira, sociologo e socio di Armadilla.
Sgombero in corso del CSOA Lambretta; "Alla deriva", con Diccio Facchini per parlare di migranti e del naufragio della politica; Con Giulia Callino di CTRL e Haddou El Hadji Oubana raccontiamo la comunità Tuareg di Pordenone (seconda parte)
Sgombero in corso del CSOA Lambretta; "Alla deriva", con Diccio Facchini per parlare di migranti e del naufragio della politica; Con Giulia Callino di CTRL e Haddou El Hadji Oubana raccontiamo la comunità Tuareg di Pordenone (seconda parte)
Anton Giulio Lana, presidente Unione forense per la tutela dei diritti umani ; Fabio Rampelli, vicepresidente alla Camera ; Alexian Santino Spinelli, musicista e docente di lingua, storia e cultura rom Unoversità di Chieti ; Dijana Pavlovic, attrice e portavoce Alleanza Romani' .
la piazza della città di radio3 con 'asmarina' di alan maglio e medhin paolos, con pietro del soldà, cristina faloci e gli ascoltatori bruno, danilo e patrizia.
il confronto tra luca fazzo del 'giornale' e paolo lojudice, vescovo ausiliare roma sud e delegato migrantes per il lazio.
con: FABIO SANFILIPPO (inviato Gr Rai a Calais), FLAVIO DI GIACOMO (portavoce OIM), DOMENICO MANZIONE (Sottosegretario di Stato del Ministero dell'Interno), ANTONIO MARIA COSTA (ex vice-Segretario Generale dell'ONU)
Il 28 luglio veniva sgomberato il “ghetto” di Boreano, in Basilicata, baraccopoli nella campagna di Venosa in cui vivevano centinaia di braccianti agricoli indispensabili per la raccolta dei pomodori dell’alta Lucania. Le pessime condizioni igienico sanitarie e l’intenzione di sottrarre il lavoro al controllo dei caporali e della mafia locale erano stati un ottimo pretesto per lo sgombero, che avrebbe dovuto far defluire le persone in un centro di accoglienza della Croce Rossa. Cosa è successo da allora? Torniamo in quei luoghi, a due mesi e mezzo da quei fatti, con Daniele Troia, sovrintendente del XIV circuito della chiesa metodista e valdese.
Il 28 luglio veniva sgomberato il “ghetto” di Boreano, in Basilicata, baraccopoli nella campagna di Venosa in cui vivevano centinaia di braccianti agricoli indispensabili per la raccolta dei pomodori dell’alta Lucania. Le pessime condizioni igienico sanitarie e l’intenzione di sottrarre il lavoro al controllo dei caporali e della mafia locale erano stati un ottimo pretesto per lo sgombero, che avrebbe dovuto far defluire le persone in un centro di accoglienza della Croce Rossa. Cosa è successo da allora? Torniamo in quei luoghi, a due mesi e mezzo da quei fatti, con Daniele Troia, sovrintendente del XIV circuito della chiesa metodista e valdese.
Con Francesco Castelgrande, rappresentante locale Usb, continuiamo a parlare dello sgombero del campo informale di Boreano, vicino a Venosa (Pz)
Lo sgombero dell'accampamento dei migranti lavoratori nella raccolta frutta. Il centro di accoglienza alternativo non è sufficiente ad accogliere le persone né adatto, per il momento.
La crisi nera delle società di calcio lombarde tra fallimenti, salvataggi in extremis e compratori stranieri: i casi di Brescia, Varese, Mantova e Pavia - Il giorno dopo lo sgombero di Zam: intervista al sindaco Giuliano Pisapia e qualche opinione raccolta ieri davanti al centro sociale.
La crisi nera delle società di calcio lombarde tra fallimenti, salvataggi in extremis e compratori stranieri: i casi di Brescia, Varese, Mantova e Pavia - Il giorno dopo lo sgombero di Zam: intervista al sindaco Giuliano Pisapia e qualche opinione raccolta ieri davanti al centro sociale.