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Sono settimane in cui stiamo vedendo la Storia, quella con la S maiuscola, comporsi in tempo reale e in modo caotico davanti ai nostri occhi. Questo sta portando a una profonda ristrutturazione della geografia della politica. Il Parlamento Europeo, considerato per decenni una sorta di ‘cimitero degli elefanti' della politica italiana, è diventato il luogo più centrale in assoluto. E così sono proprio le decisioni prese dai nostri partiti a Strasburgo, per la prima volta da tantissimo tempo, a determinare in modo fondamentale anche le questioni di politica interna. La discussione e il successivo voto sul piano di riarmo europeo proposto da Ursula Von der Leyen, il cosiddetto “ReArm Europe”, potrebbero modificare in modo drastico anche le questioni di casa nostra. La premier, e ancor di più la leader dell'opposizione, sono apparse totalmente impreparate rispetto a ciò che stava per accadere, e nel frattempo assistevamo ad alleanze nuove ma poi non così nuove: Conte e Salvini tornano a votare allo stesso modo, ma anche Fratoianni e Vannacci: tutti uniti da un ‘no' al riarmo che in questo momento sembra più un regalo a Putin che un gesto pacifista. Ne abbiamo parlato con il nostro Dino Amenduni (e con un contributo di Gabriele Catania) in questa nuova puntata del nostro viaggio nella politica italiana. Regia: VudioBrano musicale: Propaganda - Fabri Fibra, Colapesce, Dimartino
Trump e Musk sulla Tesla, la moglie di Fratoianni vende la sua - Al Parlamento europeo esplodono le contraddizioni
PALERMO (ITALPRESS) - "La destra è molto prodiga di parole: Meloni dovrebbe parlare di meno e venire in Sicilia, per dare qualche risposta sulla crisi idrica che da mesi sta strangolando il territorio. Ci dica ad esempio perché il governo ha tagliato 328 milioni di opere strategiche nelle ultime ore: c'è bisogno di offrire un'alternativa a questo Paese e noi siamo in campo per questo". Così il leader di Sinistra italiana Nicola Fratoianni a margine di un incontro con i giornalisti all'Hotel Wagner a Palermo. xd8/vbo/gtr
PALERMO (ITALPRESS) - "La destra è molto prodiga di parole: Meloni dovrebbe parlare di meno e venire in Sicilia, per dare qualche risposta sulla crisi idrica che da mesi sta strangolando il territorio. Ci dica ad esempio perché il governo ha tagliato 328 milioni di opere strategiche nelle ultime ore: c'è bisogno di offrire un'alternativa a questo Paese e noi siamo in campo per questo". Così il leader di Sinistra italiana Nicola Fratoianni a margine di un incontro con i giornalisti all'Hotel Wagner a Palermo. xd8/vbo/gtr
Un'invenzione giornalistica o un fatto politico? Ma soprattutto: siamo sicuri che sia mai esistito?
La polemica sulle occupazioni, la liberazione dello spione Assange e l'ultima newsletter: Elon Musk è un chiacchierone?E un'anticipazione del Podcast di settimana prossima.Apple Podcast https://podcasts.apple.com/gb/podcast/il-podcast-di-marco-canestrari/id1438916592 Spotify https://open.spotify.com/show/2wsXK2w0wnKHcdMwoY05D4Processo al Sistema Casaleggio
BRUXELLES (ITALPRESS) - "Sono molto entusiasta ma sento anche un grande senso di responsabilità verso le persone che mi hanno dato fiducia". Lo dice la neo eurodeputata di Alleanza Verdi Sinistra Ilaria Salis, parlando con i giornalisti a Bruxelles.xf4/sat/gsl
BRUXELLES (ITALPRESS) - "Sono molto entusiasta ma sento anche un grande senso di responsabilità verso le persone che mi hanno dato fiducia". Lo dice la neo eurodeputata di Alleanza Verdi Sinistra Ilaria Salis, parlando con i giornalisti a Bruxelles.xf4/sat/gsl
La nuova coppia mediatica. Fonti: account Instagram @ila_salis, 6 giugno 2024; video "Ilaria Salis, il padre Roberto sbotta contro Totaro: “Non può dire queste cretinate" pubblicato sul sito la7.it il 22 maggio 2024; video "Roberto Salis: "Ho cercato di far diventare liberale Fratoianni, ma voleva che diventassi comunista" pubblicato sul canale Youtube Il Fatto Quotidiano il 16 giugno 2024; video "Soumahoro, Bonelli: “Sono profondamente deluso ma non sorpreso per il passaggio al Misto" pubblicato sul canale Youtube Corriere della Sera il 9 gennaio 2023; video "Vannacci cita il Gladiatore: "Al vostro segnale scateneremo l'inferno" pubblicato sul canale Youtube Vista Agenzia Televisiva Nazionale l'1 giugno 2024. Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
Ultima puntata di stagione per CFA. I risultati delle europee, il movimento di occupazione casa di Froianni e Ilaria Salis, la guerra a bassa intensità fra Grillo e Conte.Apple Podcast https://podcasts.apple.com/gb/podcast/il-podcast-di-marco-canestrari/id1438916592 Spotify https://open.spotify.com/show/2wsXK2w0wnKHcdMwoY05D4Processo al Sistema Casaleggio
Il podcast di Alessandro Orsini: Lezioni di Storia e Geopolitica
In questo episoido il professore Alessandro Orsini analizza i risultati delle elezioni europee.Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-podcast-di-alessandro-orsini-lezioni-di-storia-e-geopolitica--5975490/support.
ROMA (ITALPRESS) - Dalle politiche del lavoro a una reale attenzione nei confronti della crisi climatica, dalla tassazione patrimoniale alla candidatura di Ilaria Salis. Questi i punti chiave dell'Alleanza Verdi-Sinistra in vista delle imminenti elezioni Europee. Intervistati da Claudio Brachino per la rubrica "Primo Piano-Elezioni Europee" dell'agenzia Italpress, i due leader dei partiti che compongono la federazione, Angelo Bonelli per Europa Verde e Nicola Fratoianni per Sinistra Italiana, hanno presentato le principali proposte a meno di tre settimane dal voto dell'8 e 9 giugno. mrv/sat
ROMA (ITALPRESS) - Dalle politiche del lavoro a una reale attenzione nei confronti della crisi climatica, dalla tassazione patrimoniale alla candidatura di Ilaria Salis. Questi i punti chiave dell'Alleanza Verdi-Sinistra in vista delle imminenti elezioni Europee. Intervistati da Claudio Brachino per la rubrica "Primo Piano-Elezioni Europee" dell'agenzia Italpress, i due leader dei partiti che compongono la federazione, Angelo Bonelli per Europa Verde e Nicola Fratoianni per Sinistra Italiana, hanno presentato le principali proposte a meno di tre settimane dal voto dell'8 e 9 giugno. mrv/sat
BUDAPEST (UNGHERIA) (ITALPRESS) - "Ilaria Salis è molto tenace, ed è proiettata sul futuro, è un altro dei motivi per cui lavoreremo per un'altra Europa, e per dare una speranza al continente". Lo dice Nicola Fratoianni, segretario di Sinistra Italiana, in un video su X, dopo avere incontrato nel carcere di Budapest la capolista di Alleanza Verdi Sinistra nella circoscrizione Nord-Ovest alle Europee, Ilaria Salis.sat/mrv
BUDAPEST (UNGHERIA) (ITALPRESS) - "Ilaria Salis è molto tenace, ed è proiettata sul futuro, è un altro dei motivi per cui lavoreremo per un'altra Europa, e per dare una speranza al continente". Lo dice Nicola Fratoianni, segretario di Sinistra Italiana, in un video su X, dopo avere incontrato nel carcere di Budapest la capolista di Alleanza Verdi Sinistra nella circoscrizione Nord-Ovest alle Europee, Ilaria Salis.sat/mrv
di Alessandro Luna | Tra gli argomenti di oggi la candidatura di Ilaria Salis alle europee con Fratoianni e Bonelli, la provocazione di Salvini e la risposta israeliana alla risposta iraniana che al mercato mio padre comprò. Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
In questo episodio ripercorriamo i principali errori commessi dai politici italiani nelle loro dichiarazioni di inizio anno.Per esempio, chi ha ragione tra Meloni e Schlein sulla sanità? Perché Salvini è fuorviante quando afferma che a Bologna il nuovo limite di velocità serve a sentire gli uccellini? Ha senso paragonare gli Uffizi al museo degli Abba a Stoccolma?Insomma ce n'è per tutti, anche all'opposizione: per noi di Pagella Politica questo è il segno che c'è ancora bisogno del nostro quotidiano lavoro di fact-checking.Seguiteci sui nostri siti Pagella Politica e Facta sui nostri profili Facebook, Instagram, Twitter, Telegram e TikTok.Episodio scritto da Davide Leo e Federico Gonzato e prodotto da Jessica Mariana MasucciLink UtiliChi ha vinto il dibattito sulla sanità tra Meloni e Schlein alla Camera?Gli ABBA come Botticelli: il paragone di Sangiuliano ha davvero senso?No, Bologna non ha messo il limite dei 30 km orari per “sentire il canto degli uccellini”Il governo ha davvero tagliato il fondo contro i disturbi alimentari?No, il Movimento 5 stelle non è stato l'unico a votare contro le armi all'UcrainaNo, gli occupati non sono aumentati per merito del NataleCREDIT BRANI“Right on target” di Lemonmusicstudio “Lonely drunk midnight blues” di lemonmusicstudio CREDIT FOTO: Palazzo Chigi
Questa puntata natalizia del nostro podcast la dedichiamo alla sesta edizione della Pagella Cup, la competizione online per eleggere l'errore peggiore fatto dai politici e sottoposto al nostro fact-checking nel corso di quest'anno.Chi l'ha sparata più grossa nel 2023? Salvini che dice che i ghiacciai si sciolgono per «cicli storici» o Conte, secondo cui il Superbonus ha creato «un milione di posti di lavoro»? Oppure vincerà Meloni, che ha detto che lei non ha mai proposto di uscire dall'euro?Ascoltiamo cosa hanno detto i dieci politici in gara, dalla maggioranza all'opposizione: scegli tu il vincitore o la vincitrice votando a questo link oppure andando sul nostro sito. Buon natale, e che vinca l'errore migliore!Seguiteci sui nostri siti Pagella Politica e Facta sui nostri profili Facebook, Instagram, Twitter, Telegram e TikTok.Episodio scritto da Davide Leo e Federico Gonzato e prodotto da Jessica Mariana MasucciLink UtiliPagella Cup 2023: vota l'errore peggiore dell'annoCREDIT BRANI“Right on target” di Lemonmusicstudio “At the fork” di lemonmusicstudio CREDIT FOTO: ANSA
A cura di Daniele Biacchessi La premier Giorgia Meloni avvia una nuova stagione politica, e su alcuni temi come il salario minimo apre un confronto con l'opposizione. Una telefonata tra Giorgia Meloni e Elly Schlein ha sbloccato l'impasse e tutte le forze di minoranza sono state convocate per venerdì a Palazzo Chigi per discutere della paga base da 9 euro l'ora, come da proposta di legge che porta le firme di Conte, Calenda, Magi, Fratoianni e Bonelli, non di Renzi. Si apre un dialogo che era infatti precluso dal rinvio della discussione sul salario minimo a settembre. Per la segretaria del Pd Schlein ora ci vuole un dialogo serio e costruttivo, non una sceneggiata, e per giungere a questo obiettivo intende costringere la maggioranza a compiere una marcia indietro sul salario minimo, considerato fino a pochi giorni fa come inutile, dannoso, misura “da Unione sovietica” come definito da Antonio Tajani di Forza Italia. Il leader del M5s Conte insiste perché il fronte comune regga nel futuro e non intende accettare misure parziali. Al vertice con il Governo l'opposizione andrà unita, almeno sulla carta. Ma non c'è solo il salario minimo da discutere. I democratici chiederanno a Meloni anche conto delle affermazioni di Marcello De Angelis sulla strage alla stazione di Bologna, dei ristori per l'Emilia Romagna alluvionata, e di molto altro ancora. Si tenta un dialogo, anche in vista dell'avvio del pacchetto sulle riforme costituzionali in inverno, vero banco di prova dei rapporti tra maggioranza e opposizione.
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A cura di Daniele Biacchessi La premier Giorgia Meloni avvia una nuova stagione politica, e su alcuni temi come il salario minimo apre un confronto con l'opposizione. Una telefonata tra Giorgia Meloni e Elly Schlein ha sbloccato l'impasse e tutte le forze di minoranza sono state convocate per venerdì a Palazzo Chigi per discutere della paga base da 9 euro l'ora, come da proposta di legge che porta le firme di Conte, Calenda, Magi, Fratoianni e Bonelli, non di Renzi. Si apre un dialogo che era infatti precluso dal rinvio della discussione sul salario minimo a settembre. Per la segretaria del Pd Schlein ora ci vuole un dialogo serio e costruttivo, non una sceneggiata, e per giungere a questo obiettivo intende costringere la maggioranza a compiere una marcia indietro sul salario minimo, considerato fino a pochi giorni fa come inutile, dannoso, misura “da Unione sovietica” come definito da Antonio Tajani di Forza Italia. Il leader del M5s Conte insiste perché il fronte comune regga nel futuro e non intende accettare misure parziali. Al vertice con il Governo l'opposizione andrà unita, almeno sulla carta. Ma non c'è solo il salario minimo da discutere. I democratici chiederanno a Meloni anche conto delle affermazioni di Marcello De Angelis sulla strage alla stazione di Bologna, dei ristori per l'Emilia Romagna alluvionata, e di molto altro ancora. Si tenta un dialogo, anche in vista dell'avvio del pacchetto sulle riforme costituzionali in inverno, vero banco di prova dei rapporti tra maggioranza e opposizione.
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Fratoianni: 'Si dimetta'. La scuse di Bertini alla Comunità
A cura di Daniele Biacchessi Quello sfilato tra Perugia ed Assisi nella tradizionale marcia della pace è un popolo formato essenzialmente da giovani provenienti dal variegato mondo del volontariato laico e cattolico. 280 realtà associative, 150 enti locali da tutta Italia In diecimila cantano, suonano, ballano, esprimendo così la loro disobbedienza civile, l'opposizione ad ogni tipo di guerra. I ragazzi delle 119 scuole e 71 Università, portano con orgoglio lo striscione della testa del corteo con la scritta "Trasformiamo il futuro". E' la "marcia dei giovani", come l'ha definita Flavio Lotti, coordinatore del Comitato promotore Marcia Perugia Assisi, tornata per la terza volta da quando è scoppiata la guerra tra Russia e Ucraina. Di leader di partito alla fine si è visto solo Nicola Fratoianni dell'Alleanza Verdi-Sinistra. "Si apra uno spiraglio per la diplomazia e per la pace e per fermare il massacro dopo l'aggressione russa all'Ucraina e un anno e mezzo di guerra", sostiene Fratoianni. Mancano tutti gli altri segretari di partito tra i giovani che marciano lungo il cammino di Francesco. Manca la sinistra, manca il centro cattolico, manca il centrodestra. Eppure la voce di quei ragazzi meriterebbe una maggiore attenzione: chiedono alla politica di essere ascoltati. E' una marcia per fare pace con i giovani, per smetterla di ignorarli e di rubare il loro il futuro. Una marcia che ha avuto tre luoghi simbolo: l'Ucraina per tutte le guerre nel mondo, Cutro per le migrazioni, la Romagna per la crisi climatica. O cambiamo strada per cambiare il futuro, o saremo travolti.
A cura di Daniele Biacchessi Quello sfilato tra Perugia ed Assisi nella tradizionale marcia della pace è un popolo formato essenzialmente da giovani provenienti dal variegato mondo del volontariato laico e cattolico. 280 realtà associative, 150 enti locali da tutta Italia In diecimila cantano, suonano, ballano, esprimendo così la loro disobbedienza civile, l'opposizione ad ogni tipo di guerra. I ragazzi delle 119 scuole e 71 Università, portano con orgoglio lo striscione della testa del corteo con la scritta "Trasformiamo il futuro". E' la "marcia dei giovani", come l'ha definita Flavio Lotti, coordinatore del Comitato promotore Marcia Perugia Assisi, tornata per la terza volta da quando è scoppiata la guerra tra Russia e Ucraina. Di leader di partito alla fine si è visto solo Nicola Fratoianni dell'Alleanza Verdi-Sinistra. "Si apra uno spiraglio per la diplomazia e per la pace e per fermare il massacro dopo l'aggressione russa all'Ucraina e un anno e mezzo di guerra", sostiene Fratoianni. Mancano tutti gli altri segretari di partito tra i giovani che marciano lungo il cammino di Francesco. Manca la sinistra, manca il centro cattolico, manca il centrodestra. Eppure la voce di quei ragazzi meriterebbe una maggiore attenzione: chiedono alla politica di essere ascoltati. E' una marcia per fare pace con i giovani, per smetterla di ignorarli e di rubare il loro il futuro. Una marcia che ha avuto tre luoghi simbolo: l'Ucraina per tutte le guerre nel mondo, Cutro per le migrazioni, la Romagna per la crisi climatica. O cambiamo strada per cambiare il futuro, o saremo travolti.
In questi primi mesi del 2023 i politici italiani di ogni schieramento hanno già avuto il tempo di accumulare un discreto numero di dichiarazioni sbagliate. Ecco la nostra selezione, a partire dalle parole di Silvio Berlusconi sulla guerra in Ucraina e di Giorgia Meloni sul cosiddetto “carcere duro” al boss mafioso Matteo Messina Denaro.Abbiamo poi verificato le affermazioni di Elly Schlein sull'inflazione in Italia e quelle di Giuseppe Conte sul Jobs Act. A seguire un ripasso di storia e geografia, necessario per smentire le falsità del presidente del Senato Ignazio La Russa riguardo l'attentato di via Rasella, e arginare la confusione che fa il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini sul “canale di Sicilia”.Infine, una tripletta: Fratoianni, Bonelli e Calenda rispettivamente su contratti di lavoro, siccità e tassa patrimoniale. Scriveteci all'indirizzo podcast@pagellapolitica.it o via Whatsapp al 3332652626.Seguiteci sui nostri siti Pagella Politica e Facta sui nostri profili Facebook, Instagram, Twitter, Telegram e TikTok.Condotto da Tommaso CanettaEpisodio scritto da Tommaso Canetta e Carlo CanepaProdotto da Jessica Mariana MasucciLINK UTILINo, il “carcere duro” non esiste ancora grazie al governo MeloniLa Russa sbaglia: i soldati tedeschi uccisi in via Rasella non erano una «banda musicale»Salvini continua a non sapere dov'è il Canale di SiciliaContro il Jobs Act Conte cita uno studio di Banca d'Italia che parla d'altroCalenda sbaglia sul gettito della patrimoniale in FranciaIl lago di Garda non è pieno solo al 25 per cento, come dice BonelliAudio Silvio BerlusconiAudio Giorgia Meloni Audio Giuseppe Conte Audio Ignazio La RussaCREDIT BRANI“Right on target” di Lemonmusicstudio “Russian roulette” di Gvidon CREDIT IMMAGINE: ANSA
Il punto con il leader di Avs Nicola Fratoianni e con la deputata di FdI Chiara Colosimo.
Il punto con Nicola Fratoianni, segretario di Sinistra Italiana.
Il mercato del lavoro, più croce che delizia del dibattito politico italiano, è il tema di questo episodio. Verificando una dichiarazione di Nicola Fratoianni (Sinistra Italiana), ne approfitteremo per darvi una panoramica di come stanno davvero le cose con i contratti da “un giorno”. Nel caso di una dichiarazione del ministro dell'Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara analizzeremo quali sono davvero i dati sui posti vacanti e perché mancano le professionalità adeguate. Ma, in generale, come se la passano i lavoratori italiani? Ve lo raconteremo, dati alla mano.Nella seconda parte del podcast parleremo di negazionismo climatico, tema tornato alla ribalta in questi giorni, con le gelate invernali in tutto il Paese. Scriveteci all'indirizzo podcast@pagellapolitica.it o via Whatsapp al 3332652626.Seguiteci sui nostri siti Pagella Politica e Facta sui nostri profili Facebook, Instagram e Twitter.Condotto da Tommaso CanettaEpisodio scritto da Tommaso Canetta e Carlo CanepaProdotto da Jessica Mariana MasucciLINK UTILIÈ vero che un contratto su dieci in Italia dura solo un giorno?Valditara esagera i posti di lavoro disponibili in ItaliaSiamo un Paese sempre più povero?Il capogruppo di Fratelli d'Italia al Senato è ancora un negazionista climaticoAudio Nicola Fratoianni; Giuseppe ValditaraCREDIT BRANI“Right on target” di Lemonmusicstudio “Dirty rock” di Twisterium CREDIT IMMAGINE: ANSA
Meloni, linea dura. Metsola, nessuna impunità
Molteni, abbiamo agito nel rispetto dei trattati. Fratoianni, inaccettabile.
«L'obiettivo era battere la destra e non ce l'abbiamo fatta, questo è il dato vero di questa serata. Poi, c'era l'obiettivo di superare il 3% e l'abbiamo fatto e credo che i dati siano destinati a crescere. Poi, questa esperienza va avanti, non solo perché ha avuto un buon risultato, tra i migliori delle esperienze politiche della sinistra ambientalista, ma anche perché ha messo insieme i temi fondamentali. Ma il primo risultato, che non siamo riusciti a mettere a segno con il Pd e le altre forze, era sconfiggere la destra che invece le elezioni le ha vinte». Così Nicola Fratoianni, segretario di Sinistra italiana, a La7.
A cura di Daniele Biacchessi Come ampiamente previsto il centrodestra vince le elezioni politiche con un risultato pieno. La trazione della coalizione è tutta nelle mani di Fratelli d'Italia di Giorgia Meloni, primo partito, a discapito della Lega di Matteo Salvini che si ridimensiona specie nelle roccaforti storiche del Nord del Paese, e di Forza Italia di Silvio Berlusconi. Il centrosinistra è sconfitto ovunque. Il Partito Democratico di Enrico Letta e i suoi alleati Fratoianni, Bonelli, Bonino, Di Maio, perdono consistenza sul piano numerico in larga parte dei collegi. Ma il vero protagonista di questa tornata elettorale è certamente il M5s di Giuseppe Conte, la cui rimonta, prevista un mese fa da Giornale Radio, è stata impressionante. Il M5s è il Terzo polo, con punte altissime in tutte le regioni del Sud. Buona l'affermazione si Azione/Italia Viva che ha intercettato i voti in uscita dal Partito Democratico. La fotografia delle elezioni ci presenta quindi un centrodestra legittimato al Governo del Paese, ma lo squilibrio tra Fratelli d'Italia e Lega può rappresentare nel futuro un problema di stabilità politica nella coalizione. Alcuni leader dovranno trarre le loro conclusioni e trarre le conseguenze. In primis, per Enrico Letta sarà difficile dimostrare qualcosa di diverso da una così sonora sconfitta. La sua campagna elettorale, sbagliata nelle scelte e nei toni, non ha favorito l'avvicinamento di un pezzo di elettorato di sinistra che non ha trovato nel Pd il cosiddetto "voto utile" per battere le destre. Alla fine ognuno a sinistra ha cercato quella utilità lungo il proprio cammino delle le sue idee. Matteo Salvini dovrà giustificare al suo partito la perdita di consensi e l'oggettivo ruolo di subalternità rispetto a Giorgia Meloni. Pd e M5s si potranno avvicinare ma non nel breve periodo, almeno non con l'attuale dirigenza democratica. Ora si attendono i responsi dei mercati finanziari, delle istituzioni economiche internazionali che , con ogni probabilità, non saranno teneri con un Paese fortemente indebitato come l'Italia, le cui stime di crescita virano al ribasso. Allora le promesse fatte in campagna elettorale dovranno fare i conti con l'amara realtà dei bilanci ristrette, delle risorse limitate e delle misure economiche anche impopolari. Credits: Agenzia Fotogramma
A cura di Daniele Biacchessi Come ampiamente previsto il centrodestra vince le elezioni politiche con un risultato pieno. La trazione della coalizione è tutta nelle mani di Fratelli d'Italia di Giorgia Meloni, primo partito, a discapito della Lega di Matteo Salvini che si ridimensiona specie nelle roccaforti storiche del Nord del Paese, e di Forza Italia di Silvio Berlusconi. Il centrosinistra è sconfitto ovunque. Il Partito Democratico di Enrico Letta e i suoi alleati Fratoianni, Bonelli, Bonino, Di Maio, perdono consistenza sul piano numerico in larga parte dei collegi. Ma il vero protagonista di questa tornata elettorale è certamente il M5s di Giuseppe Conte, la cui rimonta, prevista un mese fa da Giornale Radio, è stata impressionante. Il M5s è il Terzo polo, con punte altissime in tutte le regioni del Sud. Buona l'affermazione si Azione/Italia Viva che ha intercettato i voti in uscita dal Partito Democratico. La fotografia delle elezioni ci presenta quindi un centrodestra legittimato al Governo del Paese, ma lo squilibrio tra Fratelli d'Italia e Lega può rappresentare nel futuro un problema di stabilità politica nella coalizione. Alcuni leader dovranno trarre le loro conclusioni e trarre le conseguenze. In primis, per Enrico Letta sarà difficile dimostrare qualcosa di diverso da una così sonora sconfitta. La sua campagna elettorale, sbagliata nelle scelte e nei toni, non ha favorito l'avvicinamento di un pezzo di elettorato di sinistra che non ha trovato nel Pd il cosiddetto "voto utile" per battere le destre. Alla fine ognuno a sinistra ha cercato quella utilità lungo il proprio cammino delle le sue idee. Matteo Salvini dovrà giustificare al suo partito la perdita di consensi e l'oggettivo ruolo di subalternità rispetto a Giorgia Meloni. Pd e M5s si potranno avvicinare ma non nel breve periodo, almeno non con l'attuale dirigenza democratica. Ora si attendono i responsi dei mercati finanziari, delle istituzioni economiche internazionali che , con ogni probabilità, non saranno teneri con un Paese fortemente indebitato come l'Italia, le cui stime di crescita virano al ribasso. Allora le promesse fatte in campagna elettorale dovranno fare i conti con l'amara realtà dei bilanci ristrette, delle risorse limitate e delle misure economiche anche impopolari. Credits: Agenzia Fotogramma
A cura di Daniele Biacchessi Come ampiamente previsto il centrodestra vince le elezioni politiche con un risultato pieno. La trazione della coalizione è tutta nelle mani di Fratelli d'Italia di Giorgia Meloni, primo partito, a discapito della Lega di Matteo Salvini che si ridimensiona specie nelle roccaforti storiche del Nord del Paese, e di Forza Italia di Silvio Berlusconi. Il centrosinistra è sconfitto ovunque. Il Partito Democratico di Enrico Letta e i suoi alleati Fratoianni, Bonelli, Bonino, Di Maio, perdono consistenza sul piano numerico in larga parte dei collegi. Ma il vero protagonista di questa tornata elettorale è certamente il M5s di Giuseppe Conte, la cui rimonta, prevista un mese fa da Giornale Radio, è stata impressionante. Il M5s è il Terzo polo, con punte altissime in tutte le regioni del Sud. Buona l'affermazione si Azione/Italia Viva che ha intercettato i voti in uscita dal Partito Democratico. La fotografia delle elezioni ci presenta quindi un centrodestra legittimato al Governo del Paese, ma lo squilibrio tra Fratelli d'Italia e Lega può rappresentare nel futuro un problema di stabilità politica nella coalizione. Alcuni leader dovranno trarre le loro conclusioni e trarre le conseguenze. In primis, per Enrico Letta sarà difficile dimostrare qualcosa di diverso da una così sonora sconfitta. La sua campagna elettorale, sbagliata nelle scelte e nei toni, non ha favorito l'avvicinamento di un pezzo di elettorato di sinistra che non ha trovato nel Pd il cosiddetto "voto utile" per battere le destre. Alla fine ognuno a sinistra ha cercato quella utilità lungo il proprio cammino delle le sue idee. Matteo Salvini dovrà giustificare al suo partito la perdita di consensi e l'oggettivo ruolo di subalternità rispetto a Giorgia Meloni. Pd e M5s si potranno avvicinare ma non nel breve periodo, almeno non con l'attuale dirigenza democratica. Ora si attendono i responsi dei mercati finanziari, delle istituzioni economiche internazionali che , con ogni probabilità, non saranno teneri con un Paese fortemente indebitato come l'Italia, le cui stime di crescita virano al ribasso. Allora le promesse fatte in campagna elettorale dovranno fare i conti con l'amara realtà dei bilanci ristrette, delle risorse limitate e delle misure economiche anche impopolari. Credits: Agenzia Fotogramma
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Come funziona una campagna elettorale in termini pubblicitari?La comunicazione politica ha le stesse regole di quella tradizionale? Da Obama a Fratoianni, trend e flop della pubblicità dei partiti.
A cura di Ferruccio Bovio Nel riprendere il discorso, interrotto ieri, su questi ultimi dieci giorni di campagna elettorale, non possiamo che trarre, senz'altro, delle lamentose conclusioni, pensando ai limiti di una legge che, come il tanto (e forse giustamente) bistrattato “Rosatellum”, consente ai partiti - che pure compongono una stessa coalizione - il massimo della concorrenza tra di loro, nella consapevolezza che comunque, alla fine, pur di governare, i voti ottenuti, anche su programmi molto diversi, andranno obbligatoriamente a sommarsi, senza fermarsi troppo a sottilizzare. Dopo il 25 settembre, è ovvio che un governo, in un modo o nell'altro, bisognerà pur farlo ed allora ribadiamo che, per quello che riguarda il centrodestra - come si è già detto ieri – verrà probabilmente a galla tutta una serie di contraddizioni di assoluta rilevanza sia sul piano geopolitico, che su quello economico o delle riforme istituzionali. Se andiamo, invece, a guardare a cosa bolle in pentola nel centro sinistra, destinato – stando almeno ai sondaggi – a subire una sonora sconfitta, la situazione, in una certa qual misura, appare paradossalmente già molto più chiara, anche se rassegnata. Non a caso - riferendosi proprio alla coalizione composta dal PD, da + Europa, da Sinistra e Verdi e da altre sigle minori - Enrico Letta ha dichiarato che lui a governare con la sinistra di Fratoianni e con l'ecologismo duro e puro di Bonelli non ci pensa affatto. E la cosa, vista sul piano strettamente politico, è più che comprensibile, dal momento che si sta parlando di uno schieramento elettorale che cerca di far convivere posizioni tradizionalmente conflittuali tra di loro, quali sono quelle che sono espressione di un riformismo liberale con altre che, invece, si rifanno a più lontane esperienze storiche di matrice massimalista. È però strano, che il segretario del PD un'affermazione del genere l'abbia fatta proprio mentre è ancora in pieno svolgimento la campagna elettorale...In sostanza, Enrico Letta dice, a chiare lettere, che il centro sinistra ha già rinunciato in partenza a porsi come possibile alternativa di governo, puntando al massimo a ridimensionare il quasi certo successo dello schieramento avversario ed accontentandosi semplicemente di complicare un po' di più il compito di Giorgia Meloni o di chi, comunque, cercherà di dare vita ad un esecutivo di destra…. Francamente, non ricordiamo una campagna elettorale che, dalla nascita della Seconda Repubblica in poi, si sia caratterizzata per tanto pressapochismo... È, infatti, dal 1994 che le coalizioni guidate da Berlusconi si scontrano con quelle formate dagli antiberlusconiani, prospettando soluzione di governo tutte discutibili, ma almeno ben distinte ed alternative tra di loro. Il rischio di una caotica ingovernabilità in cui non si capisce bene chi sta con chi o contro cosa, sembra, pertanto, elevatissimo, anche nel caso in cui la destra ottenga un buon risultato elettorale. Ma a complicare i giochi, al fotofinish, potrebbe concorrere anche un'ulteriore incognita che incombe su entrambi i maggiori competitors: cosa succederebbe, infatti, se il forte recupero di cui, soprattutto nel Mezzogiorno, sembrano essere protagonisti i 5 Stelle di Giuseppe Conte, impedisse persino il formarsi di una qualsiasi maggioranza numerica, sia essa di destra o di sinistra? Forse a Mario Draghi incominciano a fischiare le orecchie.
A cura di Ferruccio Bovio Nel riprendere il discorso, interrotto ieri, su questi ultimi dieci giorni di campagna elettorale, non possiamo che trarre, senz'altro, delle lamentose conclusioni, pensando ai limiti di una legge che, come il tanto (e forse giustamente) bistrattato “Rosatellum”, consente ai partiti - che pure compongono una stessa coalizione - il massimo della concorrenza tra di loro, nella consapevolezza che comunque, alla fine, pur di governare, i voti ottenuti, anche su programmi molto diversi, andranno obbligatoriamente a sommarsi, senza fermarsi troppo a sottilizzare. Dopo il 25 settembre, è ovvio che un governo, in un modo o nell'altro, bisognerà pur farlo ed allora ribadiamo che, per quello che riguarda il centrodestra - come si è già detto ieri – verrà probabilmente a galla tutta una serie di contraddizioni di assoluta rilevanza sia sul piano geopolitico, che su quello economico o delle riforme istituzionali. Se andiamo, invece, a guardare a cosa bolle in pentola nel centro sinistra, destinato – stando almeno ai sondaggi – a subire una sonora sconfitta, la situazione, in una certa qual misura, appare paradossalmente già molto più chiara, anche se rassegnata. Non a caso - riferendosi proprio alla coalizione composta dal PD, da + Europa, da Sinistra e Verdi e da altre sigle minori - Enrico Letta ha dichiarato che lui a governare con la sinistra di Fratoianni e con l'ecologismo duro e puro di Bonelli non ci pensa affatto. E la cosa, vista sul piano strettamente politico, è più che comprensibile, dal momento che si sta parlando di uno schieramento elettorale che cerca di far convivere posizioni tradizionalmente conflittuali tra di loro, quali sono quelle che sono espressione di un riformismo liberale con altre che, invece, si rifanno a più lontane esperienze storiche di matrice massimalista. È però strano, che il segretario del PD un'affermazione del genere l'abbia fatta proprio mentre è ancora in pieno svolgimento la campagna elettorale...In sostanza, Enrico Letta dice, a chiare lettere, che il centro sinistra ha già rinunciato in partenza a porsi come possibile alternativa di governo, puntando al massimo a ridimensionare il quasi certo successo dello schieramento avversario ed accontentandosi semplicemente di complicare un po' di più il compito di Giorgia Meloni o di chi, comunque, cercherà di dare vita ad un esecutivo di destra…. Francamente, non ricordiamo una campagna elettorale che, dalla nascita della Seconda Repubblica in poi, si sia caratterizzata per tanto pressapochismo... È, infatti, dal 1994 che le coalizioni guidate da Berlusconi si scontrano con quelle formate dagli antiberlusconiani, prospettando soluzione di governo tutte discutibili, ma almeno ben distinte ed alternative tra di loro. Il rischio di una caotica ingovernabilità in cui non si capisce bene chi sta con chi o contro cosa, sembra, pertanto, elevatissimo, anche nel caso in cui la destra ottenga un buon risultato elettorale. Ma a complicare i giochi, al fotofinish, potrebbe concorrere anche un'ulteriore incognita che incombe su entrambi i maggiori competitors: cosa succederebbe, infatti, se il forte recupero di cui, soprattutto nel Mezzogiorno, sembrano essere protagonisti i 5 Stelle di Giuseppe Conte, impedisse persino il formarsi di una qualsiasi maggioranza numerica, sia essa di destra o di sinistra? Forse a Mario Draghi incominciano a fischiare le orecchie.
A cura di Ferruccio Bovio Nel riprendere il discorso, interrotto ieri, su questi ultimi dieci giorni di campagna elettorale, non possiamo che trarre, senz'altro, delle lamentose conclusioni, pensando ai limiti di una legge che, come il tanto (e forse giustamente) bistrattato “Rosatellum”, consente ai partiti - che pure compongono una stessa coalizione - il massimo della concorrenza tra di loro, nella consapevolezza che comunque, alla fine, pur di governare, i voti ottenuti, anche su programmi molto diversi, andranno obbligatoriamente a sommarsi, senza fermarsi troppo a sottilizzare. Dopo il 25 settembre, è ovvio che un governo, in un modo o nell'altro, bisognerà pur farlo ed allora ribadiamo che, per quello che riguarda il centrodestra - come si è già detto ieri – verrà probabilmente a galla tutta una serie di contraddizioni di assoluta rilevanza sia sul piano geopolitico, che su quello economico o delle riforme istituzionali. Se andiamo, invece, a guardare a cosa bolle in pentola nel centro sinistra, destinato – stando almeno ai sondaggi – a subire una sonora sconfitta, la situazione, in una certa qual misura, appare paradossalmente già molto più chiara, anche se rassegnata. Non a caso - riferendosi proprio alla coalizione composta dal PD, da + Europa, da Sinistra e Verdi e da altre sigle minori - Enrico Letta ha dichiarato che lui a governare con la sinistra di Fratoianni e con l'ecologismo duro e puro di Bonelli non ci pensa affatto. E la cosa, vista sul piano strettamente politico, è più che comprensibile, dal momento che si sta parlando di uno schieramento elettorale che cerca di far convivere posizioni tradizionalmente conflittuali tra di loro, quali sono quelle che sono espressione di un riformismo liberale con altre che, invece, si rifanno a più lontane esperienze storiche di matrice massimalista. È però strano, che il segretario del PD un'affermazione del genere l'abbia fatta proprio mentre è ancora in pieno svolgimento la campagna elettorale...In sostanza, Enrico Letta dice, a chiare lettere, che il centro sinistra ha già rinunciato in partenza a porsi come possibile alternativa di governo, puntando al massimo a ridimensionare il quasi certo successo dello schieramento avversario ed accontentandosi semplicemente di complicare un po' di più il compito di Giorgia Meloni o di chi, comunque, cercherà di dare vita ad un esecutivo di destra…. Francamente, non ricordiamo una campagna elettorale che, dalla nascita della Seconda Repubblica in poi, si sia caratterizzata per tanto pressapochismo... È, infatti, dal 1994 che le coalizioni guidate da Berlusconi si scontrano con quelle formate dagli antiberlusconiani, prospettando soluzione di governo tutte discutibili, ma almeno ben distinte ed alternative tra di loro. Il rischio di una caotica ingovernabilità in cui non si capisce bene chi sta con chi o contro cosa, sembra, pertanto, elevatissimo, anche nel caso in cui la destra ottenga un buon risultato elettorale. Ma a complicare i giochi, al fotofinish, potrebbe concorrere anche un'ulteriore incognita che incombe su entrambi i maggiori competitors: cosa succederebbe, infatti, se il forte recupero di cui, soprattutto nel Mezzogiorno, sembrano essere protagonisti i 5 Stelle di Giuseppe Conte, impedisse persino il formarsi di una qualsiasi maggioranza numerica, sia essa di destra o di sinistra? Forse a Mario Draghi incominciano a fischiare le orecchie.
In questo episodio cambieremo prospettiva e vi racconteremo quelle volte in cui i politici italiani durante la campagna elettorale in corso hanno detto la verità. Hanno superato la prova del nostro fact-checking le dichiarazioni di Matteo Salvini (Lega) sull'avanzo commerciale della Russia, quelle di Silvio Berlusconi (FI) sull'aumento della dipendenza energetica italiana dal gas russo durante i governi Letta e Conte, e di Nicola Fratoianni (Si) su quanto inquinano i jet privati. Hanno poi dato i numeri giusti Carlo Calenda (Azione) su quanto Alitalia è costata allo Stato, Giorgia Meloni (FdI) sul cuneo fiscale, Enrico Letta (Pd) sugli stipendi degli insegnanti e, infine, Giuseppe Conte (M5S) su quante persone sono state salvate dalla povertà grazie al reddito di cittadinanza. Scriveteci all'indirizzo podcast@pagellapolitica.it o via Whatsapp al 3332652626.Seguiteci sui nostri siti https://pagellapolitica.it/ e https://facta.news/ sui nostri profili Facebook, Instagram e Twitter.Condotto da Carlo CanepaEpisodio scritto da Carlo Canepa e Laura LoguercioProdotto da Jessica Mariana MasucciLINK UTILIhttps://pagellapolitica.it/articoli/mappa-centrali-nucleare-verdihttps://pagellapolitica.it/articoli/fratelli-italia-blocco-navale-sophiahttps://pagellapolitica.it/articoli/letta-pd-condoni-fiscalihttps://pagellapolitica.it/fact-checking/salvini-pd-reddito-cittadinanza-immigratiCREDIT BRANI“Right on target” di Lemonmusicstudio https://pixabay.com/it/music/musica-rock-right-on-target-15699/ “Russian roulette” di Gvidon https://pixabay.com/it/music/ottimista-russian-roulette-20573/ CREDIT IMMAGINE: ANSA
Una finestra sui fatti del giorno per andare oltre le notizie. Il direttore Alessandro Sallusti dà voce ai contenuti editoriali di Libero con un extra-editoriale in formato podcast.
Candidati nella coalizione di centrosinistra saranno Carlo Cottarelli (quota Pd), Ilaria Cucchi e Aboubakar Soumahoro (SI e Verdi). Figure difficilmente immaginabili insieme. Ma al Nazareno è tutta una trattativa tra Letta e i "generali" per un posto sicuro. Fronte "nano-centro": domani incontro Calenda-Renzi. Intanto Berlusconi si candida in Senato e nel centrodestra impazza il toto-ministri
Non Stop News è condotto da Barbara Sala, Enrico Galletti e Massimo Lo Nigro.
«Letta si preoccupa per la Costituzione? Ma a chi crede di darla a bere? Credo sia chiaro a tutti che si stia solo preoccupando di non perdere qualche sedia di troppo». Lo ha dichiarato il deputato della Lega, Claudio Borghi. «Gli accordi con persone incompatibili fra di loro che sta facendo in questi giorni non sono per governare ma solo manovre di palazzo per provare a garantire posti, dalla Gelmini a Di Maio passando per Fratoianni. Mentre noi stiamo lavorando per un accordo di governo serio, che garantisca all'Italia un cambiamento vero e un ritorno pieno alla democrazia, la sinistra pensa solo a garantirsi i propri stipendi ingannando gli elettori con ammucchiate senza futuro», ha concluso Borghi.
Letta fa un accordo “tecnico“ con Fratoianni e Bonelli, e non un’alleanza di governo, con l’unico obiettivo di smascherare le tentazioni presidenzialiste di Giorgia MeloniSee omnystudio.com/listener for privacy information.
Un'altra frenetica giornata per la coalizione (finora su carta) del centronistra. ti con Letta inerme.
Il Pd di Enrico Letta ha firmato un accordo in perdita con Azione e +Europa, ma il problema più grosso è il “personaggio” di Carlo Calenda, ogni giorno più ingombrante in coalizione — al punto da far mettere in discussione la presenza di Sinistra Italiana e Europa Verde.L'accordo elettorale tra Pd e Azione/+Europa rischia di allontanare gli altri alleati della coalizione di centrosinistra: Fratoianni e Bonelli hanno deciso di rinviare l'incontro con Letta previsto per ieri, citando il “profondo disagio” che si registra nel paese e in particolare nell'elettorato di centrosinistra. “Essendo cambiate le condizioni su cui abbiamo lavorato in questi giorni, sono in corso riflessioni e valutazioni che necessitano di un tempo ulteriore.” Secondo Bonelli, l'alleanza tra Sinistra Italiana e Verdi vale più voti di Calenda, e quindi andrebbe rinegoziata la spartizione dei collegi uninominali — il cui 30%, in base all'accordo, andrà ad Azione/+Europa.L'altro tema indigesto è la fantomatica “agenda Draghi”: Fratoianni ha detto esplicitamente che “se nella coalizione c'è quello, allora non ci sono io.” Il testo dell'accordo, in realtà, è volutamente ambiguo: non cita nessuna agenda, ma soltanto “il metodo e l'azione del governo Draghi” e le sue “linee guida di politica estera e di difesa.” Ma Calenda, che ha passato la giornata a vantarsi su Twitter di aver imposto al Pd tutte le proprie condizioni, ha chiuso a qualsiasi ipotesi di rinegoziazione, dicendo che “l'agenda Draghi è il perno di quel patto, e tale rimarrà. Fine della questione.”Sostieni the Submarine: https://thesubmarine.it/hw-abbonati/
All'indomani dell'accordo Pd-Azione, c'è una questione che agita tutti: chi mettere in lista. Sul Fatto di domani analizzeremo le sorti dei cari Di Maio, Renzi, Fratoianni e Bonelli. Ma vedremo anche che, nonostante l'enfasi sui "giornaloni", l'intesa non sposta un voto
Fratoianni e Bonelli non vogliono stare con Calenda, i calendiani non vogliono stare con di Maio, Letta canta e porta la croce. E la destra si gode lo spettacolo mangiando popcorn. ÂSee omnystudio.com/listener for privacy information.
Accordo fatto tra Pd e Azione in vista delle politiche del 25 settembre. Si segue la "linea Draghi". Ma il segretario dem trova il modo per salvare Di Maio. Ancora in forse l'alleanza con SI e Verdi
“Il nostro giudizio su questo governo non è cambiato, noi siamo all'opposizione perché convinti fin dall'inizio che questo governo con una maggioranza così eterogenea non fosse in grado di rispondere ai problemi del Paese". Così Nicola Fratoianni, segretario di Sinistra Italiana.xb1/sat/gsl
CONFRONTO NICOLA FRATOIANNI-DEPUTATO LEGA su REFERENDUM e FINE GREEN PASSSeguimi live tutti i giorni su Twitch alle 12.00 e alle 18.30 - https://twitch.tv/ivan_grieco---Iscriviti al canale e attiva la campanella - https://bit.ly/3nIb6ZO---Patreon (contenuti esclusivi) : https://www.patreon.com/ivan_grieco---Link per codice sconto Cuffie ASTRO 5% : http://astro.family/rampageEMEA ---Instagram ►https://instagram.com/ivangriecoTwitter ► https://twitter.com/Ivan_Grieco
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6608SEID NON E' MORTO PER IL RAZZISMO, MA PER IL LOCKDOWN di Roberto MarchesiniPura verità: quando ho letto che il ventenne etiope Seid Visin si era suicidato impiccandosi «a causa del razzismo» ho subito pensato... «Razzismo? Sarà l'ennesimo ragazzino che si suicida a causa delle misure "contenitive" per il COVID». Si tratta di un fenomeno, chissà perché, taciuto dai media ma ben presente a chi si occupa di salute mentale.Poi ho letto di una sua lettera nella quale aveva scritto: «Prima di questo grande flusso migratorio ricordo con un po' di arroganza che tutti mi amavano. Ovunque fossi, ovunque andassi, ovunque mi trovassi, tutti si rivolgevano a me con grande gioia, rispetto e curiosità. Adesso, invece, questa atmosfera di pace idilliaca sembra così lontana; sembra che misticamente si sia capovolto tutto, sembra ai miei occhi piombato l'inverno con estrema irruenza e veemenza, senza preavviso, durante una giornata serena di primavera».L'analisi era lucida: prima dell'attuale migrazione di massa, Seid non si sentiva minimamente minacciato dal razzismo, in Italia; tuttavia, l'enorme flusso migratorio ha cambiato l'atteggiamento degli italiani nei confronti di chi è percepito come immigrato (Seid era stato adottato). Si, in effetti, il razzismo c'entrava; ma, in ultima analisi, il suo disagio poteva essere considerato una conseguenza della (pessima) gestione del fenomeno migratorio.Sgraziate, strumentali sembravano le parole di alcuni politici; ma non del tutto fuori luogo. Lo scrittore Saviano: «Seid si è suicidato perché vittima di razzismo. Salvini e Meloni un giorno farete i conti con la vostra coscienza»; Enrico Letta: «Se puoi, scusaci. #SeidVisin»; Laura Boldrini: «Si è tolto la vita. A vent'anni. Sentiva il peso infame dello sguardo del razzismo»; Nicola Fratoianni: «Siamo un Paese che ha fallito. Siate maledetti!».LA VERITÀ ALLA FINE VIENE FUORIPoi, senza fretta, è emersa la verità: la lettera di Seid non era una lettera d'addio, per giustificare il suicidio. Era stata scritta alla sua psicoterapeuta tre anni fa, nel gennaio 2019. Quindi il suo suicidio, con il razzismo, non c'entra nulla. Di più. La mamma adottiva di Seid ha dichiarato: «Durante il lockdown Seid era chiuso in una stanza a Milano, 24 ore su 24. Ed è là che è iniziato il suo disagio, ha iniziato a stare male. Ha iniziato una sorta di depressione, questo isolamento di tutti, tutti i ragazzi e noi adulti. Io per prima, chiusa in casa tutto il giorno da sola cominciavo a rimuginare pensieri, cose... Immagino questi ragazzi, chiusi... Lui là ha iniziato a non stare bene. Infatti, è stato, da ottobre fino a febbraio, tutto solo. Neppure a Natale è venuto. E solo a febbraio ho iniziato a sentire che era instabile. L'ho fatto ritornare immediatamente a casa e abbiamo iniziato a seguirlo. Quindi, uno dei motivi scatenanti tutto questo inferno è stato questo isolamento dei ragazzi».Altro che razzismo: Seid non ha retto il clima di terrore, l'isolamento forzato, lo spegnimento della vita sociale e all'aria aperta così importante per i ragazzi. La Nuova Bussola Quotidianaè stato, se non l'unico, tra i pochi media che hanno sollevato (inascoltati) questo problema.Eppure, né Saviano, né Boldrini, né Fratoianni si sono scusati con Salvini e Meloni; nessuno ha maledetto Conte, Draghi, Speranza per l'imposizione del lockdown, né ha minacciato «un giorno farete i conti con la vostra coscienza».LA STRATEGIA DELLA SINISTRAA questo punto, potrà sembrare bizzarro, mi sono tornate in mente le parole di Ted Kaczynski, il celebre Unabomber, che nel suo Manifesto ha scritto: «[...] la Sinistra prende un principio morale accettato, lo adotta per suoi comodi, e quindi accusa la maggioranza della società di violare quel principio. Esempi: l'eguaglianza razziale, l'eguaglianza dei sessi, l'aiutare la povera gente, la pace come opposta alla guerra, la non violenza in generale, la libertà di espressione, l'amore verso gli animali; più essenzialmente il compito dell'individuo di servire la società e il compito della società di prendersi cura dell'individuo. Questi sono valori profondamente radicati della nostra società (o almeno della sua classe media e alta) da lungo tempo e che, esplicitamente o implicitamente costituiscono materia preminente per i principali mezzi di comunicazione e per il sistema educativo. Molti uomini di sinistra, specialmente quelli del tipo sovrasocializzato, di solito non si ribellano contro questi princìpi, ma giustificano la loro ostilità verso la società dichiarando (con qualche grado di verità) che essa non vive secondo quei princìpi» (Theodore J. Kaczynski, La società industriale e il suo futuro, § 28).Il secondo pensiero è stato: «Sciacallaggio». Queste persone hanno usato il suicidio di un ventenne per gettare (indebitamente) un po' di fango sugli avversari politici.Il terzo pensiero? «Ipocrisia». L'accusa più pesante che Gesù ha rivolto a chi lo voleva morto, nel Vangelo. L'ipocrisia (da non confondersi con l'incoerenza), definita dal vocabolario Treccani on-line: «Simulazione di virtù, di devozione religiosa, e in genere di buoni sentimenti, di buone qualità e disposizioni, per guadagnarsi la simpatia o i favori di una o più persone, ingannandole». Si capisce benissimo perché l'ipocrisia sia stata così odiata da Gesù: tutto quello che l'ipocrita tocca, degrada, marcisce, si trasforma in putredine. L'ipocrisia corrompe la fiducia e quindi i legami sociali, insozza valori e virtù, alimenta cinismo e menzogna.CONCLUSIONE DA IMPARARE A MEMORIAA costoro non importa nulla di Seid; come, negli anni Settanta non importava nulla dei proletari e degli operai, negli anni Ottanta delle donne, nei Novanta delle persone con tendenze omosessuali e, attualmente, degli immigrati. Nulla importa loro della giustizia sociale, dei diritti civili, dell'inviolabilità del corpo umano. Sono solo slogan vuoti per ottenere voti, potere, per distruggere la civiltà europea, la metafisica. Non hanno una morale, non hanno una parola d'onore, non hanno alcun freno. Prima ce ne renderemo conto, e daremo loro un nome, prima porremo un freno a questo continuo abominio.
Intervista a Nicola Fratoianni, segretario nazionale del partito Sinistra Italiana. Abbiamo discusso della crisi d'identità della sinistra e delle prossime sfide che abbiamo di fronte a noi : la campagna vaccinale e l'imminente intervento assolutamente necessario per riassestare la corrente situazione di crisi economica.
Sergio Mattarella è il dodicesimo Presidente della Repubblica. Domani si insedierà al Quirinale. Mattarella l'ha voluto Renzi, l'ha accettato la minoranza del Pd, l'ha votato anche Sel. A destra l'hanno subìto Alfano e Casini, mentre Berlusconi ne è rimasto travolto. L'arbitro, l'ex democristiano-popolare-ulivista-pd, rischia però di non avere il fischietto, almeno in questa prima fase del suo mandato. Mattarella ha ricevuto un'investitura diretta dal capo del governo Renzi, quasi personale. Troppo, per un presidente che sarà presto chiamato a dire la sua senza condizionamenti sui progetti di riforme costituzionali presentati dal governo Renzi e in discussione in Parlamento. Memos ne ha parlato oggi con Nicola Fratoianni, coordinatore e deputato di Sel, e con Davide Zoggia, deputato Pd, ex responsabile organizzativo del partito democratico durante la segreteria di Guglielmo Epifani.