15th and 16th-century Italian Renaissance painter
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Se fino ad ora ci siamo soffermati sugli sviluppi dell'arte rinascimentale in ambito toscano, non possiamo ignorare l'importanza della pittura veneziana e umbra tra Quattrocento e Cinquecento. Due artisti fondamentali di questa stagione sono Giovanni Bellini e Pietro Perugino, pittori che hanno contribuito, ognuno con il proprio stile, a definire il linguaggio pittorico dell'epoca.
An important part of Jesus' Transfiguration is that his divine glory is revealed to his disciples. Another aspect of that event is that in our union with Christ, we become partakers of that glory in the resurrection. We too will shine with the light of the glory of God through the grace of Christ to us.Image: The Transfiguration, Giovanni Bellini, Public domain, via Wikimedia Commons. Image Location: https://commons.wikimedia.org/wiki/File:The-Transfiguration-1480-xx-Giovanni-Bellini.JPG
Seine Venedig-Ansichten gleichen modernen Wimmelbildern: Maler Vittore Carpaccio steht im Mittelpunkt der neuen Stuttgarter Ausstellung, die durch Werke von Giovanni Bellini ergänzt wird.
La voce di un matematico che guida il pubblico alla scoperta di opere d'arte? Capita, quando si parla del genio creativo di Piero della Francesca e lo scienziato è un grande divulgatore contemporaneo come Piergiorgio Odifreddi. Lo studioso di principi logici è infatti la voce guida (e membro del comitato scientifico) per la mostra «Piero della Francesca. Il disegno tra arte e scienza», ospitata a Palazzo Magnani di Reggio Emilia , dal 14 marzo al 14 giugno 2015. Un evento che mette sotto una nuova luce il talento matematico dell'artista, ricordato in tutti i manuali di storia dell'arte per quel suo trattato, «De prospectiva pingendi», che rivoluzionò il modo di pensare alle rappresentazioni pittoriche. Il percorso espositivo riunisce l'intero corpus grafico e teorico di Piero della Francesca, tra cui i sette esemplari, tra latini e volgari, del De Prospectiva Pingendi. Ma questo è solo il punto di partenza per un viaggio attraverso l'arte del Quattrocento e del Cinquecento, passando in rassegna i capolavori, sia dipinti che carte, di maestri quali Lorenzo Ghiberti, Ercole de' Roberti, Domenico Ghirlandaio, Giovanni Bellini, Albrecht Dürer, Amico Aspertini e Michelangelo. Poi accanto alle opere (un centinaio tra dipinti, disegni, manoscritti, opere a stampa, incisioni, sculture, tarsie, maioliche e medaglie) la mostra presenta i modelli tridimensionali, realizzati per l'occasione, che traducono nello spazio i disegni del trattato di Piero della Francesca e la riproduzione degli strumenti che si trovavano nella bottega di un artista del Rinascimento per realizzare gli effetti dell'anamorfosi o della proiezione delle ombre. Odifreddi ha curato l'audioguida della mostra, in 25 brevi interventi. In questo episodio vi proponiamo i rimanenti 13.
La voce di un matematico che guida il pubblico alla scoperta di opere d'arte? Capita, quando si parla del genio creativo di Piero della Francesca e lo scienziato è un grande divulgatore contemporaneo come Piergiorgio Odifreddi. Lo studioso di principi logici è infatti la voce guida (e membro del comitato scientifico) per la mostra «Piero della Francesca. Il disegno tra arte e scienza», ospitata a Palazzo Magnani di Reggio Emilia , dal 14 marzo al 14 giugno 2015. Un evento che mette sotto una nuova luce il talento matematico dell'artista, ricordato in tutti i manuali di storia dell'arte per quel suo trattato, «De prospectiva pingendi», che rivoluzionò il modo di pensare alle rappresentazioni pittoriche. Il percorso espositivo riunisce l'intero corpus grafico e teorico di Piero della Francesca, tra cui i sette esemplari, tra latini e volgari, del De Prospectiva Pingendi. Ma questo è solo il punto di partenza per un viaggio attraverso l'arte del Quattrocento e del Cinquecento, passando in rassegna i capolavori, sia dipinti che carte, di maestri quali Lorenzo Ghiberti, Ercole de' Roberti, Domenico Ghirlandaio, Giovanni Bellini, Albrecht Dürer, Amico Aspertini e Michelangelo. Poi accanto alle opere (un centinaio tra dipinti, disegni, manoscritti, opere a stampa, incisioni, sculture, tarsie, maioliche e medaglie) la mostra presenta i modelli tridimensionali, realizzati per l'occasione, che traducono nello spazio i disegni del trattato di Piero della Francesca e la riproduzione degli strumenti che si trovavano nella bottega di un artista del Rinascimento per realizzare gli effetti dell'anamorfosi o della proiezione delle ombre. Odifreddi ha curato l'audioguida della mostra, in 25 brevi interventi. In questo episodio vi proponiamo i primi 12.
“Les arts en France sous Charles VII (1422-1461)”au musée de Cluny, musée national du Moyen Âge, Parisdu 12 mars au 16 juin 2024Interview de Mathieu Deldicque, conservateur en chef du patrimoine, directeur du musée Condé de Chantilly,et de Maxence Hermant, conservateur en chef à la Bibliothèque nationale de France, département des Manuscrits,co-commissaires de l'exposition,par Anne-Frédérique Fer, à Paris, le 11 mars 2024, durée 16'30,© FranceFineArt.https://francefineart.com/2024/03/13/3522_les-arts-en-france-sous-charlesvii_musee-de-cluny/Communiqué de presse Commissariat :Mathieu Deldicque, conservateur en chef du patrimoine, directeur du musée Condé de Chantilly,Maxence Hermant, conservateur en chef à la Bibliothèque nationale de France, département des Manuscrits, service des manuscrits médiévauxSophie Lagabrielle, conservatrice générale au musée de Cluny, en charge des peintures, vitraux et arts graphiques.Séverine Lepape, directrice du musée de Cluny et conservatrice générale, en assure le commissariat général.Sous le règne de Charles VII, l'art connaît un extraordinaire renouveau artistique. L'exposition « Les arts en France sous Charles VII (1422-1461) » présentée au musée de Cluny – musée national du Moyen Âge du 12 mars au 16 juin 2024 met en lumière ce moment charnière de l'histoire de l'art.À partir des années 1420, pendant la guerre de Cent Ans, le royaume de France connaît de profondes mutations politiques et artistiques. Dans le nord du royaume, occupé par les Anglais et les Bourguignons, de multiples foyers artistiques émergent. Quand le dauphin Charles parvient à reconquérir son trône, grâce à Jeanne d'Arc notamment, puis son royaume, les conditions d'un renouveau sont réunies. De grands commanditaires, comme Jacques Coeur, font appel à une nouvelle génération d'artistes. Ces derniers se convertissent au réalisme à la flamande, qualifié d'ars nova, en plein essor notamment avec Jan van Eyck, tandis qu'à travers l'influence italienne, ils s'imprègnent de l'héritage antique développé par des artistes comme Filippo Brunelleschi, Donatello ou Giovanni Bellini. La création artistique entre en rupture progressive avec le gothique international et se tourne vers une nouvelle vision de la réalité, prémices de la Renaissance.Après une première partie de contextualisation historique, l'exposition montre la diversité des arts dans les principaux foyers géographiques, souvent associés à de grandes figures de commanditaires. Dans une troisième et dernière section, le parcours autorise une analyse des spécificités de cet art en France, entre ars nova bourguignon et flamand, et innovations italiennes. Un chapitre essentiel est consacré à la Provence et au rôle de René d'Anjou, commanditaire et introducteur de l'art septentrional, en évoquant, entre autres, la figure de l'artiste Barthélemy d'Eyck.Tout au long de la visite, l'exposition démontre la diversité de la production artistique pendant le règne de Charles VII. Elle rassemble de prestigieux manuscrits enluminés, peintures, sculptures, pièces d'orfèvrerie, vitraux et tapisseries. Des oeuvres exceptionnelles y figurent, comme le dais de Charles VII (musée du Louvre), le manuscrit des Grandes Heures de Rohan (Bibliothèque nationale de France) ou le tableau de l'Annonciation d'Aix (Aix-en-Provence) par Barthélémy d'Eyck, peintre du duc René d'Anjou qui enlumine son Livre des tournois (Bibliothèque nationale de France). Pour la première fois, le triptyque parisien de la Passion et Résurrection du Christ par André d'Ypres sera reconstitué dans son intégralité (musée du Louvre, Getty Museum, musée Fabre). [...] Hébergé par Acast. Visitez acast.com/privacy pour plus d'informations.
Francesca Cappelletti"Galleria Borghese. La guida"Electawww.electa.itIl volume è la nuova guida alla Galleria Borghese: una delle più straordinarie collezioni di arte al mondo.In assoluto tra i più sorprendenti siti museali, la Galleria Borghese è una ‘villa delle delizie' progettata, sull'esempio della vicina Villa Medici, per accogliere la prestigiosa collezione che ancora oggi il visitatore ammira allestita nelle sue venti sale.Con l'ascesa al soglio pontificio di Paolo V Borghese (1605-1621), il ‘cardinal nepote' Scipione Caffarelli Borghese (1577-1633) intraprese un'intensissima committenza architettonica, dando contemporaneamente avvio a una sistematica acquisizione di opere d'arte, che avrebbero reso la sua collezione una delle più grandi dell'epoca.Grazie anche alla leggendaria spregiudicatezza e potenza di Scipione, nella Galleria sono esposti autentici capolavori, fra i quali opere di Gian Lorenzo Bernini, Agnolo Bronzino, Antonio Canova, Caravaggio, Raffaello, Perugino, Lorenzo Lotto, Antonello da Messina, Lucas Cranach il Vecchio, Annibale Carracci, Pieter Paul Rubens, Giovanni Bellini, Tiziano.La Galleria Borghese possiede il più importante nucleo di sculture di Gian Lorenzo Bernini e di tele del Caravaggio, insieme a numerose e pregiate opere di arte antica che comprendono sculture, bassorilievi e mosaici. La collezione è restituita in tutta la sua magnificenza dalla guida composta da brevi ed esaustivi testi corredati da un ricco apparato iconografico.I testi sono scritti in collaborazione con Lara Scanu.Il progetto grafico è di Leonardo Sonnoli e Irene Bacchi, Studio Sonnoli.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/show/tracce-di-il-posto-delle-parole_1/support.Questo show fa parte del network Spreaker Prime. Se sei interessato a fare pubblicità in questo podcast, contattaci su https://www.spreaker.com/show/1487855/advertisement
Nieco na uboczu głównego szlaku, za mostem Tre Archi w weneckiej dzielnicy Cannaregio stoi renesansowy kościół o skromnej elewacji. Kościół pod wezwaniem św. Hioba i Bernardyna ze Sieny został ukończony w 1487 roku i już niebawem wyposażono go w najwyższej klasy obrazy ołtarzowe.
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Deux palais royaux, le Louvre à Paris et le Musée Capodimonte à Naples mettent en commun leurs chefs-d'œuvre. Le musée napolitain devant fermer pour travaux, 70 de ses plus grands chefs-d'œuvre sont accueillis au Louvre. C'est donc la peinture italienne dans toute sa splendeur qu'on peut y admirer de la Renaissance à la naissance du baroque. Caravage, Bellini, Parmesan, Masaccio autant de grands noms qu'on pourra voir au Louvre jusqu'au 8 janvier 2024. Le Louvre ouvre grand ses portes à Naples et son effervescence et principalement dans sa grande galerie, le cœur du musée où 31 chefs-d'œuvre de Capodimonte viennent compléter la collection du grand musée parisien. Sébastien Allard commissaire du Louvre : « Parmi les points forts du Louvre, comme la peinture vénitienne, nous avons malgré tout certains manques. Par exemple, nous ne sommes pas très riches en peinture de Giovanni Bellini et le musée de Capodimonte, avec La Transfiguration, possède l'un des plus beaux Bellini. Mais aussi, par exemple, nous possédons quasiment très peu d'œuvres de Parmesan, et nous avons dans l'exposition deux magnifiques portraits, dont celui de cette jeune fille qu'on appelle Antea, et qui fait l'affiche. Et dans la grande galerie, nous présentons maintenant en grande quantité de la peinture napolitaine. »Une peinture haut en couleurs dominée par Caravage et ses clairs obscurs, mais aussi par son intensité dramatique, qu'on retrouve dans la ville portuaire selon Sylvain Bellenger du musée de Capodimonte : « C'est un amphithéâtre sur le Vésuve, Naples. Et Naples adore le drame. Deux voitures se croisent à Naples et c'est tout de suite une scène de théâtre ! Le drame est au cœur de la peinture napolitaine. »► À lire aussi : Suède: pourquoi des militantes écologistes aspergent-elles de peinture un tableau de Claude Monet?Une ambiance dramatique dans la grande galerieDrames... mais aussi scènes crues et violentes, comme cet Abel et Caïn dans un corps-à-corps intense de Leonello Spada, qu'on retrouve aux côtés du célèbre Judith décapitant Holopherne, de l'une des rares femmes peintres connues de cette époque - Artemisia Gentileschi-, où l'artiste met toute sa rage et se venge ainsi d'un viol infligé par son professeur, à qui elle donne les traits d'Holopherne : « Artemisia Gentileschi, qui est donc cette femme peintre dans un esprit caravagesque, donc très dramatique. Nous avons ici une Judith, un tableau d'une grande violence, extrêmement coloré, installé dans la grande galerie, à proximité d'un de nos Caravage – La mort de la vierge –, mais aussi du grand Caravage, qui nous est prêté par Capodimonte, Le Christ à la colonne. Donc là, nous avons toute une ambiance caravagesque dramatique qui trouve sa place dans la grande galerie. »Et aux scènes bibliques et portraits dont est riche la collection du Louvre viennent s'ajouter des natures mortes de Capodimonte, aux formats démesurés : 3 mètres sur 4. L'une des peintures représente une profusion de poissons comme fraîchement débarqués du port de Naples, une autre représente quantité de citron, on y sentirait presque l'odeur des terres napolitaines.Naples à Paris, du 7 juin 2023 au 8 janvier 2024.
This episode explores Giorgione -Giorgio da Castelfranco - a founding artist of the Venetian High Renaissance. Although he lived a short life, the impact of his art echoes throughout the history of Venetian art. With influences like Giovanni Bellini, Leonardo da Vinci and Francesco Petrarch, his pictorial style is elaborated into a poetic mode of painting. This discussion focuses on Giorgione in relation to major cultural shifts in Italy around the year 1500. Using his so-called Laura from 1506, Giorgione is elaborated as a poetic painter, decoding visual symbols and subverting iconographical norms. Instagram: italian_renaissance_podcastSupport the show
Jacopo Bellini is one of the most influential figures in the development of a Renaissance style in Venice. This discussion takes a close look at Jacopo as an innovator and teacher. What influences did he pass on to his sons Gentile and Giovanni, and where did they come from? This episode looks closely at Giovanni Bellini's Saint Giobbe Altarpiece, which serves as an example of Jacopo's lasting impact and the trajectory of future Venetian Renaissance Art. Instagram: italian_renaissance_podcast Support the show! https://www.paypal.com/donate/?business=4HTBBJSUX4BQN&no_recurring=0¤cy_code=USD Support the show
The foundational myths and stories of Venice revolve around the importance of Saint Mark the Evangelist and Venetian relations to Alexandria. In this discussion, we sort through the stories about the theft of his body, the construction of his basilica, and how this influences art and society in Renaissance Venice - namely in painting. Through Gentile and Giovanni Bellini, and Tintoretto, paintings of the legend of Saint Mark and the link to Alexandria gives us a means to read Venetian identity, which is thoroughly explored in this episode. Instagram: italian_renaissance_podcast Support the show! https://www.paypal.com/donate/?business=4HTBBJSUX4BQN&no_recurring=0¤cy_code=USD Support the show
Chaque semaine, Sortiraparis vous propose une sélection de sorties à faire à Paris et en Ile-de-France ! ©Musique proposée par La Musique Libre/Jazz In Paris - Media Right Productions/Rizhlaine Ferfar/Laurent Pradal
Retrouvez Jean-Christophe Buisson et ses invités : Eric Biétry-Rivierre, grand reporter au Figaro culture, Isabelle Schmitz, rédactrice en chef adjoint du Figaro Hors-Série, Nicolas Chaudun, critique d'art au Figaro Magazine et Anaël Pigeat, journaliste et critique d'art. Au programme : 1.L'exposition Vermeer au Rijksmuseum d'Amsterdam : les plus grandes œuvres de Vermeer (La Ruelle et Vue de Delft, La Laitière, la jeune fille à la perle, L'Officier et la jeune fille riant…) ; Vermeer, peindre le silence, le Figaro Hors-série, dirigé par M.de Jaeghere et I.Schmitz, 9 février 2023. 2.Comment le monde de l'art s'adapte aux crises depuis 2020 ? 3.Les plus belles expositions de 2023 : Faith Ringgold, du 31 janvier au 2 juillet 2023 au Musée Picasso de Paris ; Miriam Cahn, Ma pensée sérielle, du 17 février au 14 mai 2023 au Palais de Tokyo ; Delacroix et les arts, un pont mystérieux, du 18 février au 18 septembre 2023 au Musée Delacroix ; Permis de conduire ? du 18 octobre 2022 au 7 mai 2023 au Musée des arts et métiers ; Arts et Préhistoire, du 18 novembre 2022 au 22 mai 2023 au Musée de l'Homme ; Gribouillage Scarabocchio, du 8 février au 30 avril 2023 aux Beaux-Arts de Paris ; Poussin et l'amour, du 26 novembre 2022 au 5 mars 2023 aux Beaux-Arts de Lyon ; Louis Boulanger, peintre rêveur, du 10 novembre 2022 au 5 mars 2023, à la Maison de Victor Hugo ; Giovanni Bellini, influences croisées, du 3 mars au 17 juillet 2023 au Musée Jacquemart André ; Pastels, de Millet à Redon, du 14 mars au 2 juillet 2023 au Musée du Quai d'Orsay.Hébergé par Ausha. Visitez ausha.co/politique-de-confidentialite pour plus d'informations.
A Venice Biennale special: we give you a flavour of the 59th edition of the Biennale which, as ever, brings a deluge of contemporary art to the historic Italian city. We talk to four artists in the national pavilions – Francis Alÿs in the Belgian Pavilion, Sonia Boyce in the British pavilion, Shubigi Rao in the Singapore pavilion and Na Chainkua Reindorf in the Ghana pavilion – about their presentations and how, if at all, they relate to the idea of nationhood. Louisa Buck and Jane Morris join host Ben Luke to review the main exhibition, The Milk of Dreams, curated by Cecilia Alemani, and pick their highlights of the Biennale so far. And while most visitors to Venice this week are immersed in contemporary art, for this episode's Work of the Week, we take a look at a masterpiece that remains exactly where it was intended to hang. The art historian Ben Street joins Ben Luke in San Giovanni Crisostomo, a church near Venice's Rialto bridge, to look at Saints Christopher, Jerome and Louis of Toulouse, a late painting by the Venetian Renaissance artist Giovanni Bellini.Venice Biennale, 23 April-27 November.Ben Street, How to Enjoy Art: A Guide for Everyone, Yale University Press, £14.99/$20. See acast.com/privacy for privacy and opt-out information.
This episode examines the first great Venetian painting of the Renaissance. Although the Venetian school of painting appeared almost a full century after that of Florence, the extraordinary genius of Venetian painters such as Giovanni Bellini rapidly made it the major rival of central Italian Renaissance painting.
Nel Palazzo della Regione in Piazza Unità d'Italia a Trieste si apre l'iniziativa “Un tesoro sconosciuto in un palazzo da scoprire”, per un mese, fino al 9 gennaio 2022, uno dei capolavori conservati nelle collezioni della regione verrà esposto gratuitamente al pubblico. Apertura tutti i giorni dalle 10 alle 18, chiuso tranne sabato 25 dicembre. Il progetto è nato nel 2018 con la presentazione della Madonna con bambino di Bernardino Luini proveniente dal Museo Diocesano di Udine, cui ha fatto seguito nel 2019 l'opera l'Adorazione dei Magi di George Lallemand della Collezione dei Civici Musei di storia e arte di Trieste. L'anno scorso, a causa dalle necessarie limitazioni dovute dell'emergenza sanitaria, all'esposizione in loco si è sostituita la presentazione in un grande schermo dell'opera La madonna col bambino di Padovanino del Museo Civico di Pordenone. L'opera scelta dalla Commissione tra quelle presentate negli anni scorsi dai Comuni, presieduta dalla Soprintendente per l'Archeologia, le Belle Arti e il Paesaggio del Friuli Venezia Giulia, Simonetta Bonomi, e composta dai Presidenti della Fondazione CRTrieste, Tiziana Benussi, della Fondazione CariGo, Alberto Bergamin, e della Fondazione Friuli, Giuseppe Morandini, per questa quarta edizione è la Madonna con Bambino di Cima da Conegliano, uno dei maggiori esponenti della scuola veneta del Quattrocento. L'opera, abitualmente conservata presso il Museo Civico di Gemona, sarà accolta nell'atrio del Palazzo eccezionalmente aperto al pubblico dal 9 dicembre al 9 gennaio. Qui un approfondimento sulla storia del quadro e del suo autore con Guido Comis dell'ERPAC, direttore del servizio catalogazione, promozione, valorizzazione e sviluppo del territorio: Grazie alla collaborazione con il FAI regionale e con il Comune di Gemona, sarà possibile scaricare tramite un QR Code la presentazione dell'opera raccontata da un giovane volontario del FAI. L'iniziativa, che ha l'obiettivo di riportare all'attenzione del pubblico opere di grande pregio sul tema della Natività, è nata per iniziativa della Presidenza e dell'Assessorato alla Cultura e allo Sport della Regione Friuli Venezia Giulia e si avvale della collaborazione della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio del Friuli Venezia Giulia, delle Fondazioni CRTrieste, Cassa di Risparmio di Gorizia, e Fondazione Friuli di Udine e del contributo organizzativo di ERPAC. APPROFONDIMENTO La Madonna con bambino presentata quest'anno giunse a Gemona del Friuli intorno al 1496-1498, probabilmente attraverso i frati minori osservanti che presero possesso della chiesa dedicata alla Madonna delle Grazie e dell'annesso convento. L'opera, dipinta su tavola con colori a tempera – anche se sulla tecnica sussistono dei dubbi dal momento che oggi la pellicola pittorica è coperta da uno strato di vernice – è probabilmente la prima di una serie che l'artista dedica al tema del bambino seduto in grembo alla madre di cui accarezza il volto. La severità delle Madonne di Giovanni Bellini si stempera in forme di dolce umanità nella rappresentazione di un contatto tra madre e figlio. Sullo sfondo ondulazioni montuose, una cinta muraria e un corso d'acqua. Un cartiglio sulla balaustra in primo piano porta la firma Johannes Baptista Coneglianensis e la data 1496. Ritenuta miracolosa, l'opera fu oggetto di forme di venerazione che la hanno presto danneggiata tanto che essa fu sottoposta a interventi di restauro già a partire dalla fine del Cinquecento. Danni furono probabilmente provocati dal fumo della lampada ad olio che doveva ardere perennemente di fronte ad essa fintanto che fu conservata in chiesa, ma durante il periodo di assenza dal convento di Gemona del Friuli dei frati osservanti (1564-1579), il dipinto fu conservato da cittadini secolari. Quando ne tornarono in possesso nel 1579 i frati dovettero constare che la tavola presentava screpolature e buchi provocati probabilmente dall'abitudine di appendervi oggetti votivi.
durée : 00:04:56 - Mon oeuvre à moi - par : Mattéo Caranta - Le scénographe Richard Peduzzi nous plonge dans "L'ivresse de Noé" de Giovanni Bellini. Une œuvre où apparait l'influence de ses élèves Titien et Giorgione...
“La Rua, la magia di Vicenza”, mediometraggio sulla tradizionale festa storica cittadina nata nel 1444, è stato presentato ieri pomeriggio alla 78° Mostra del cinema di Venezia, negli spazi che la Regione del Veneto dedica alle produzioni locali in collaborazione con Vicenza Filmcommision e Consorzio Vicenzaè. Per il Comune era presente l'assessore alla cultura Simona Siotto.Il film è stato prodotto per l'edizione 2021 del “Giro della Rua” con l'obiettivo di celebrare la seconda più antica Festa storica del Veneto nell'anno in cui la situazione pandemica non consente di organizzare la grande parata del volontariato e associazionismo cittadino. Il 18 e 19 settembre sarà presentato in alcune sale cinematografiche della città, nei prossimi mesi sarà candidato a festival nazionali e internazionali e contribuirà a promuovere la candidatura di Vicenza e della sua provincia a Città italiana della Cultura 2024.Il mediometraggio, della durata di 62 minuti, prende spunto dalla storica processione della Rua per presentare la città attraverso una suggestiva passeggiata tra le sue architetture e i luoghi meno conosciuti. Il centro della narrazione sono i cittadini, immersi in uno straordinario patrimonio artistico e monumentale. Numerose sono le citazioni cinematografiche e gli omaggi a grandi registi come Scola, Fellini, Pasolini, Kurosawa e Ferreri. Significativa la ricerca iconografica che attinge alla pittura (Paolo Veneziano, Giovanni Bellini, Paolo Veronese.
Versione audio: La pittura veneta visse nel corso del Cinquecento una straordinaria stagione che fu quasi la naturale evoluzione dell’arte di Antonello da Messina e di Giovanni Bellini. Essa fu assai diversa dalle ricerche rinascimentali fiorentine e romane, improntate sul classicismo di stampo neoplatonico, in quanto molto più concentrata sul dato coloristico. Giorgione e il […] L'articolo Giorgione e il tonalismo veneto proviene da Arte Svelata.
In periodi come quello che stiamo vivendo, un po' difficili e che ci costringono a passare molto tempo a casa senza la possibilità di uscire, soprattutto la sera, ci manca veramente tanto poter bere un buon cocktail in compagnia degli amici. So che non è proprio la stessa cosa, ma si possono sempre organizzare degli aperitivi su Zoom con gli amici, oppure potete anche prendervi del tempo per voi stessi per bere un buon cocktail, ma il punto è: bisogna saperli preparare! In questo articolo vi insegneremo come preparare 5 tra i cocktail italiani più famosi, che non richiedono altissime abilità (se possiamo farli noi potete farli anche voi) ma che si riveleranno comunque degli ottimi compagni per quelle giornate un po' fiacche in cui un pochino di alcol è quello che ci vuole per tirarvi su il morale. In più, andremo a vedere insieme anche la storia di questi cocktail, perché in fondo questo è anche un canale educativo, no? Ricetta e storia di cinque buonissimi drink italiani BELLINI Il primo cocktail che vi proponiamo è un cocktail fresco e leggero, perfetto soprattutto per la mattina, per un brunch o un aperitivo. Sta bene sia con il dolce che con il salato! Per preparare un ottimo Bellini servono: 10 cl di prosecco 5 cl di polpa di pesca (ovviamente, se lo volete preparare fuori stagione, vi consigliamo di optare per un succo di pesca, purché abbia almeno il 60-70% di polpa di pesca) Questo cocktail è nato nel famoso Harry's Bar di Venezia ed è stato inventato attorno al 1938/1948 da Giuseppe Cipriani, capo barista di questo bar. Egli gli ha attribuito questo nome per il suo colore rosato che gli ricordava il colore della toga di un santo in un dipinto del pittore Giovanni Bellini. Insomma, ha un'origine artistica! Come tutte le ricette tradizionali, anche questo cocktail ha le sue varianti, a partire da quella con lo Champagne che lo trasforma nel Bellini Royal. Ci sono anche delle varianti analcoliche, dove il Prosecco viene sostituito con una bibita frizzante come la soda. Se volete una curiosità interessante, si narra che fosse il cocktail preferito di un assiduo frequentatore del bar: lo scrittore Ernest Hemingway. APEROL SPRITZ L'Aperol in senso stretto è una bevanda ottenuta mediante la macerazione in alcool di scorze di arancia amara, genziana, rabarbaro ed altre spezie. La gradazione alcolica è dell'11%, perciò leggermente inferiore a quella del vino. Venne creato dai distillatori fratelli Barbieri e presentato nel 1919 alla Fiera Internazionale di Padova. A partire dagli anni 2000 l'Aperol sfrutta il fenomeno dell'happy hour e dello Spritz, aumentando la sua popolarità in Italia e all'estero. Ma il vero boom lo raggiunge nel 2008, quando l'azienda lancia il cocktail Aperol Spritz, che si ottiene con : 3 parti di Prosecco due di Aperol una di seltz ghiaccio una fetta di arancia. MILANO-TORINO Per creare il cocktail Milano-Torino avremo bisogno di: 4 ml di Vermouth rosso 4 ml di Campari 1 spicchio di arancia dei cubetti di ghiaccio La storia del cocktail Milano-Torino, chiamato anche Mi-To, comincia quando nel 1786 Antonio Benedetto Carpano, a Torino, dopo anni di prove riesce a realizzare una miscela perfetta: un infuso di erbe a cui aggiunge un goccio di vino bianco, dando vita al Vermouth. Successivamente, nel 1860 a Milano, grazie al signor Campari, nasce il famosissimo infuso di 60 erbe detto Campari. Dall'unione del Vermouth torinese e il Campari milanese nasce il cocktail Milano-Torino. Un'altra curiosità? È proprio da questo cocktail che risale l'origine del famosissimo cocktail Negroni. PIRLO Per ottenere per 1 litro di Pirlo ci serviranno i seguenti ingredienti: 400 ml di Campari o Aperol 400 ml di Vino Bianco Secco 200 ml di Acqua di Seltz o acqua molto gassata Il Pirlo è l'aperitivo bresciano per eccellenza, non riguarda solo la bevanda in sé per sé,
La voce di un matematico che guida il pubblico alla scoperta di opere d'arte? Capita, quando si parla del genio creativo di Piero della Francesca e lo scienziato è un grande divulgatore contemporaneo come Piergiorgio Odifreddi. Lo studioso di principi logici è infatti la voce guida (e membro del comitato scientifico) per la mostra «Piero della Francesca. Il disegno tra arte e scienza», ospitata a Palazzo Magnani di Reggio Emilia , dal 14 marzo al 14 giugno 2015. Un evento che mette sotto una nuova luce il talento matematico dell'artista, ricordato in tutti i manuali di storia dell'arte per quel suo trattato, «De prospectiva pingendi», che rivoluzionò il modo di pensare alle rappresentazioni pittoriche. Il percorso espositivo riunisce l'intero corpus grafico e teorico di Piero della Francesca, tra cui i sette esemplari, tra latini e volgari, del De Prospectiva Pingendi. Ma questo è solo il punto di partenza per un viaggio attraverso l'arte del Quattrocento e del Cinquecento, passando in rassegna i capolavori, sia dipinti che carte, di maestri quali Lorenzo Ghiberti, Ercole de' Roberti, Domenico Ghirlandaio, Giovanni Bellini, Albrecht Dürer, Amico Aspertini e Michelangelo. Poi accanto alle opere (un centinaio tra dipinti, disegni, manoscritti, opere a stampa, incisioni, sculture, tarsie, maioliche e medaglie) la mostra presenta i modelli tridimensionali, realizzati per l'occasione, che traducono nello spazio i disegni del trattato di Piero della Francesca e la riproduzione degli strumenti che si trovavano nella bottega di un artista del Rinascimento per realizzare gli effetti dell'anamorfosi o della proiezione delle ombre. Odifreddi ha curato l'audioguida della mostra, in 25 brevi interventi. In questo episodio vi proponiamo i rimanenti 13. --- Send in a voice message: https://podcasters.spotify.com/pod/show/vito-rodolfo-albano7/message
La voce di un matematico che guida il pubblico alla scoperta di opere d'arte? Capita, quando si parla del genio creativo di Piero della Francesca e lo scienziato è un grande divulgatore contemporaneo come Piergiorgio Odifreddi. Lo studioso di principi logici è infatti la voce guida (e membro del comitato scientifico) per la mostra «Piero della Francesca. Il disegno tra arte e scienza», ospitata a Palazzo Magnani di Reggio Emilia , dal 14 marzo al 14 giugno 2015. Un evento che mette sotto una nuova luce il talento matematico dell'artista, ricordato in tutti i manuali di storia dell'arte per quel suo trattato, «De prospectiva pingendi», che rivoluzionò il modo di pensare alle rappresentazioni pittoriche. Il percorso espositivo riunisce l'intero corpus grafico e teorico di Piero della Francesca, tra cui i sette esemplari, tra latini e volgari, del De Prospectiva Pingendi. Ma questo è solo il punto di partenza per un viaggio attraverso l'arte del Quattrocento e del Cinquecento, passando in rassegna i capolavori, sia dipinti che carte, di maestri quali Lorenzo Ghiberti, Ercole de' Roberti, Domenico Ghirlandaio, Giovanni Bellini, Albrecht Dürer, Amico Aspertini e Michelangelo. Poi accanto alle opere (un centinaio tra dipinti, disegni, manoscritti, opere a stampa, incisioni, sculture, tarsie, maioliche e medaglie) la mostra presenta i modelli tridimensionali, realizzati per l'occasione, che traducono nello spazio i disegni del trattato di Piero della Francesca e la riproduzione degli strumenti che si trovavano nella bottega di un artista del Rinascimento per realizzare gli effetti dell'anamorfosi o della proiezione delle ombre. Odifreddi ha curato l'audioguida della mostra, in 25 brevi interventi. In questo episodio vi proponiamo i primi 12. --- Send in a voice message: https://podcasters.spotify.com/pod/show/vito-rodolfo-albano7/message
Auf den ersten Blick malt Giovanni Bellini immer wieder ein Motiv: eine Madonna mit dem soeben geborenen Jesus auf dem Schoß. Erst beim genaueren Hinschauen offenbart sich das ganze Panorama. Die Madonnen des Malers können ein Nachdenken über das "Wunder der Geburt" auslösen. Von Astrid Nettling www.deutschlandfunk.de, Aus Religion und Gesellschaft Hören bis: 19.01.2038 04:14 Direkter Link zur Audiodatei
“Abba, Father,” He cried out... "I want Your will to be done, not Mine.” Mark 14:36 (NLT) In this episode, we discuss placing God's will before ours. Read the Bible Watch this Christ is Key episode on YouTube Website Episode image: Agony in the Garden/ Orazione nell'orto by Giovanni Bellini (c. 1459)
durée : 00:49:05 - Remède à la mélancolie - par : Eva Bester - "L'aventure c'est l'aventure" de Claude Lelouch, la révolte, le chant des partisans russes, Boris Vian, Anatole France, Shakespeare, Giovanni Bellini, cuisiner... Retrouvez tous les remèdes de notre invité !
"Andrea Mantegna. Rivivere l'antico, costruire il moderno"Torino, Palazzo MadamaSandrina Bandera, curatrice della mostrahttps://www.palazzomadamatorino.it/La grande esposizione vede protagonista Andrea Mantegna (Isola di Carturo 1431 – Mantova 1506), uno dei più importanti artisti del Rinascimento italiano, in grado di coniugare nelle proprie opere la passione per l'antichità classica, ardite sperimentazioni prospettiche e uno straordinario realismo nella resa della figura umana.La rassegna presenta il percorso artistico del grande pittore, dai prodigiosi esordi giovanili al riconosciuto ruolo di artista di corte dei Gonzaga, articolato in sei sezioni che evidenziano momenti particolari della sua carriera e significativi aspetti dei suoi interessi e della sua personalità artistica, illustrando al tempo stesso alcuni temi meno indagati come il rapporto di Mantegna con l'architettura e con i letterati.Viene così proposta ai visitatori un'ampia lettura della figura dell'artista, che definì il suo originalissimo linguaggio formativo sulla base della profonda e diretta conoscenza delle opere padovane di Donatello, della familiarità con i lavori di Jacopo Bellini e dei suoi figli (in particolare del geniale Giovanni), delle novità fiorentine e fiamminghe, nonché dello studio della scultura antica. Un'attenzione specifica è dedicata al suo ruolo di artista di corte a Mantova e alle modalità con cui egli definì la fitta rete di relazioni e amicizie con scrittori e studiosi, che lo resero un riconosciuto e importante interlocutore nel panorama culturale, capace di dare forma ai valori morali ed estetici degli umanisti.Il percorso della mostra è preceduto e integrato, nella Corte Medievale di Palazzo Madama, da uno spettacolare apparato di proiezioni multimediali: ai visitatori viene proposta una esperienza immersiva nella vita, nei luoghi e nelle opere di Mantegna, così da rendere accessibili anche i capolavori che, per la loro natura o per il delicato stato di conservazione, non possono essere presenti in mostra, dalla Cappella Ovetari di Padova alla celeberrima Camera degli Sposi, dalla sua casa a Mantova al grande ciclo all'antica dei Trionfi di Cesare.Il percorso espositivo non è solo monografico, ma presenta capolavori dei maggiori protagonisti del Rinascimento nell'Italia settentrionale che furono in rapporto con Mantegna, tra cui opere di Donatello, Antonello da Messina, Pisanello, Paolo Uccello, Giovanni Bellini, Cosmè Tura, Ercole de' Roberti, Pier Jacopo Alari Bonacolsi detto l'Antico e infine Correggio. Accanto a dipinti, disegni e stampe di Mantegna, saranno esposte opere fondamentali dei suoi contemporanei, così come sculture antiche e moderne, dettagli architettonici, bronzetti, medaglie, lettere autografe e preziosi volumi antichi a stampa e miniati.Per rendere chiaro e lineare questo tema complesso, il comitato scientifico internazionale ha selezionato un corpus di oltre un centinaio di opere, riunito grazie a prestigiosi prestiti internazionali da alcune delle più grandi collezioni del mondo, tra cui il Victoria and Albert Museum di Londra, il Musée du Louvre e il Musée Jacquemart André di Parigi, il Metropolitan Museum di New York, il Cincinnati Art Museum, il Liechtenstein Museum di Vienna, lo Staatliche Museum di Berlino, oltre a prestiti di numerose collezioni italiane, tra cui le Gallerie degli Uffizi, la Pinacoteca Civica del Castello Sforzesco e il Museo Poldi Pezzoli di Milano, l'Accademia Carrara di Bergamo e l'Accademia Tadini di Lovere, il Museo Antoniano e i Musei civici di Padova, la Fondazione Cini e le Gallerie dell'Accademia di Venezia, il Museo di Capodimonte di Napoli, i Musei Civici di Pavia, la Galleria Sabauda e il Museo di Antichità di Torino, i Musei Civici, il Seminario Arcivescovile e la Basilica di Sant'Andrea di Mantova.Il comitato scientifico della mostra è composto dai curatori Sandrina Bandera e Howard Burns, con Vincenzo Farinella come consultant curator per l'antico, insieme a Laura Aldovini, Lina Bolzoni, Molly Bourne, Caroline Campbell, Marco Collareta, Andrea Di Lorenzo, Caroline Elam, David Ekserdjian, Marzia Faietti, Claudia Kryza – Gersch, Mauro Mussolin, Alessandro Nova, Neville Rowley e Filippo Trevisani.La mostra, promossa dalla Fondazione Torino Musei e da Intesa Sanpaolo, è organizzata da Civita Mostre e Musei.Il catalogo, comprendente numerosi saggi introduttivi e di approfondimento oltre alle schede scientifiche di tutte le opere in mostra, è pubblicato da Marsilio Editori.Sandrina Banderagià soprintendente per il Patrimonio storico artistico ed etnoantropologico di Milano e direttore della Pinacoteca di Brera, attualmente è presidente del MaGa di Gallarate.Andrea MantegnaRivivere l'antico, costruire il modernoa cura di Sandrina Bandera, Vincenzo Farinella, Howard BurnsMarsilio Editorihttp://www.marsilioeditori.it/Gli ultimi decenni hanno visto importanti pubblicazioni, soprattutto cataloghi di mostre, dedicate ad Andrea Mantegna (1431-1506), protagonista della cultura figurativa rinascimentale: le importanti rassegne di Londra e New York del 1992, quella memorabile di Parigi del 2008, curata da Giovanni Agosti, le esposizioni tenutesi in contemporanea a Padova, Verona e Mantova, organizzate nell'ambito delle celebrazioni per i cinquecento anni dalla sua morte nel 2006 hanno portato all'attenzione del pubblico novità in merito al suo insegnamento e alla sua eredità, oltre a un'ampia selezione di opere autografe e di artisti fortemente legati al maestro.Da oltre un decennio manca quindi in Italia una grande mostra dedicata a Mantegna. La mostra di Torino e il catalogo che l'accompagna presenteranno l'intero percorso artistico di Mantegna, dai prodigiosi esordi giovanili al riconosciuto ruolo di artista di corte e saranno articolati in sezioni che evidenzieranno momenti particolari della sua carriera e significativi aspetti dei suoi interessi e della sua personalità artistica.Sulla base degli esiti delle più recenti ricerche su Mantegna, sarà proposta nel catalogo un'ampia lettura della figura di un artista che definì la sua arte potente e originale sulla base della profonda e diretta conoscenza delle opere padovane di Donatello, della familiarità con i lavori di Jacopo Bellini e dei suoi figli, delle novità fiorentine e fiamminghe, nonché dello studio della scultura antica e dell'attenta osservazione del mondo circostante.Un'attenzione particolare sarà dedicata al suo ruolo di artista di corte a Mantova e alle modalità con cui egli definì la fitta rete di relazioni e amicizie con scrittori e studiosi che lo resero un riconosciuto e importante interlocutore nel panorama culturale, capace di dare forma visiva a ciò che gli Umanisti potevano esprimere solo a parole.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarehttps://ilpostodelleparole.it/
For Lent, we are using the book, The Art of Lent: A Painting a Day From Ash Wednesday to Easter, by Sister Wendy Beckett. This week, the theme is peace. Our meditation for today is entitled, “Conditional Peace,” and the focus of our attention will be on the painting, Allegory: Inconstancy, c.1490, by Giovanni Bellini.
L'arte veneta del 'quattrocento, con Giovanni Bellini, si dimostra nel paesaggio e nello sviluppo del tonalismo, ovvero la possibilità del colore di essere steso in sfumature e soprattutto modulare la distanza con i colori freddi e i colori caldi. Tutte le immagini su https://quellodiarte.com/2020/03/05/giovanni-bellini-maestro-del-paesaggio/ Vuoi rimanere aggiornato su tutte le novità su Quello di Arte? Iscriviti alla mailing list di Quello di Arte cliccando su questo link https://mailchi.mp/e5da93e9fc36/mailinglistSe volete scrivere a Quello di Arte l'email è quellodiarte@gmail.comPlaylistMichelangelo Mammoliti, Walkman Main, 2019
durée : 00:46:34 - Remède à la mélancolie - par : Eva Bester - "La dolce vita" de Federico Fellini, Paul Valéry, Giorgio Agamben, Mercedes Sosa et Los Twist, Giovanni Bellini et Vermeer, jouer au football... Retrouvez tous les remèdes de notre invité : Santiago Amigorena. - invités : Santiago H AMIGORENA - Santiago H AMIGORENA - réalisé par : Eliane GIRARD
Summertime ocean images begin a "vacation of the spirit" for listeners in this episode as the theme of Holy Longing is treated with compelling examples from C.S. Lewis, George MacDonald, and St. John of the Cross. The painter Giovanni Bellini is discussed along with composer Vincenzo Bellini, showcasing incredible works by each. Then, in preparation for the upcoming month of July, with its devotion to the Precious Blood, a presentation is given on Christ as the fulfillment of many ancient scriptural covenants and special attention is paid to St. Longinus, the centurion who pierced the side of Christ and later became a saint. Special ways to honor the Precious Blood are presented.
Es ist das Ausstellungsereignis des Jahres: die Doppelschau "Mantegna und Bellini" die die Berliner Gemäldegalerie den verschwägerten Renaissancemalern Andrea Mantegna und Giovanni Bellini widmet. Eines der von beiden gemalten Motiven ist "Der Abstieg Christi in die Vorhölle" - unsere Kunstexpertin Silke Hennig führt uns die beiden Bilder vor Augen.
GIOVANNI BELLINI | Allegoria sacra | Uffizi, Sala 20 | Lingua originale (Arabo)| La narrazione e la voce sono di Samira Lahhane | Leggi la scheda completa dell'opera su uffizi.it Giovanni Bellini | Holy Allegory | Room 20 Silence. I close my eyes, drag my feet over a smooth, cold surface. A floor in the finest marble takes me back to a distant past, when I was a child. I open my eyes and I am not alone: women, children, young and old men, crowd onto a large terrace overlooking a lake. It seems like a meeting, but it is not. There are prayers, but people are not looking at each other. The terrace is fenced, but with an opening leading down to the lake. The doors to my house were always open too. My father was a generous person. He used to say that those who needed help were to feel welcome. The Holy Allegory by Giovanni Bellini is one of the most mysterious works in art history. When it was painted, at the end of the 15th century, profane allegories were widespread, but not holy ones. Like the life of every individual, this artwork is unique, without comparison. We are in an indefinite, “suspended” time. Who these enigmatic figures are, we cannot say with any certainty. For more than a century, art historians have been racking their brains trying to interpret a painting that, in the intention of the person who commissioned it, should have been understood only by a circle of well-read people. Of the many hypotheses proposed, the one I find most fascinating was posited by Gustav Ludwig. In 1902, he interpreted the terrace as the Garden of Eden, where the soul’s journey into Heaven starts. The soul, represented by the dressed child sitting on a cushion, is waiting to be judged by the Virgin, the saints behind her and the allegory of Justice. The two men standing on the right are identified as patron saints of the soul before the celestial court. On the other side of the terrace, the landscape alludes to the route taken by the soul to flee vice (represented by the centaur tempting the hermit) and arrive in Heaven, thanks to virtues such as patience, humility and abstinence, as represented by the donkey, the flock of sheep and the goat. There is nothing exotic in the scene on the other side of the lake. If there is such a thing as a “different” place, it is the terrace. And yet, this is where the passage from non-communication to communication is played out. What will happen when the figures begin to act? Will Mary raise her eyes first, triggering the event that everyone is waiting for? Or will the child on the cushion stand up? I had trouble communicating too, but I had a power inside: the encounter with my husband. Our journey was made of many sacrifices, I never stopped studying, “asking knowledge”, as we say in Arabic. The student is the “one who asks”. Along the way, I rediscovered something my father had taught me: the importance of keeping doors open. And so I became a mediator. Like the clear water of this lake, which is a chromatic link between the terrace and the bank on the opposite side, leading to the sheer rocks, the village and the castle towering over the dense woods. Then, there are the mountains, which I often dream about at night. I dream of climbing impervious paths, which is a bit like life. But in the end, I always reach my destination. And when I get to the top, I know I have made it. I open my eyes. Mary lifts her gaze, and the conversation begins.
GIOVANNI BELLINI | Allegoria sacra | Uffizi, Sala 20 | Versione integrale | La narrazione è di Samira Lahhane, la voce di Micaela Casalboni | Leggi la scheda completa dell'opera su uffizi.it Giovanni Bellini | Holy Allegory | Room 20 Silence. I close my eyes, drag my feet over a smooth, cold surface. A floor in the finest marble takes me back to a distant past, when I was a child. I open my eyes and I am not alone: women, children, young and old men, crowd onto a large terrace overlooking a lake. It seems like a meeting, but it is not. There are prayers, but people are not looking at each other. The terrace is fenced, but with an opening leading down to the lake. The doors to my house were always open too. My father was a generous person. He used to say that those who needed help were to feel welcome. The Holy Allegory by Giovanni Bellini is one of the most mysterious works in art history. When it was painted, at the end of the 15th century, profane allegories were widespread, but not holy ones. Like the life of every individual, this artwork is unique, without comparison. We are in an indefinite, “suspended” time. Who these enigmatic figures are, we cannot say with any certainty. For more than a century, art historians have been racking their brains trying to interpret a painting that, in the intention of the person who commissioned it, should have been understood only by a circle of well-read people. Of the many hypotheses proposed, the one I find most fascinating was posited by Gustav Ludwig. In 1902, he interpreted the terrace as the Garden of Eden, where the soul’s journey into Heaven starts. The soul, represented by the dressed child sitting on a cushion, is waiting to be judged by the Virgin, the saints behind her and the allegory of Justice. The two men standing on the right are identified as patron saints of the soul before the celestial court. On the other side of the terrace, the landscape alludes to the route taken by the soul to flee vice (represented by the centaur tempting the hermit) and arrive in Heaven, thanks to virtues such as patience, humility and abstinence, as represented by the donkey, the flock of sheep and the goat. There is nothing exotic in the scene on the other side of the lake. If there is such a thing as a “different” place, it is the terrace. And yet, this is where the passage from non-communication to communication is played out. What will happen when the figures begin to act? Will Mary raise her eyes first, triggering the event that everyone is waiting for? Or will the child on the cushion stand up? I had trouble communicating too, but I had a power inside: the encounter with my husband. Our journey was made of many sacrifices, I never stopped studying, “asking knowledge”, as we say in Arabic. The student is the “one who asks”. Along the way, I rediscovered something my father had taught me: the importance of keeping doors open. And so I became a mediator. Like the clear water of this lake, which is a chromatic link between the terrace and the bank on the opposite side, leading to the sheer rocks, the village and the castle towering over the dense woods. Then, there are the mountains, which I often dream about at night. I dream of climbing impervious paths, which is a bit like life. But in the end, I always reach my destination. And when I get to the top, I know I have made it. I open my eyes. Mary lifts her gaze, and the conversation begins.
GIOVANNI BELLINI | Allegoria sacra | Uffizi, Sala 20 | Versione breve | La narrazione è di Samira Lahhane, la voce di Micaela Casalboni | Leggi la scheda completa dell'opera su uffizi.it Giovanni Bellini | Holy Allegory | Room 20 Silence. I close my eyes, drag my feet over a smooth, cold surface. A floor in the finest marble takes me back to a distant past, when I was a child. I open my eyes and I am not alone: women, children, young and old men, crowd onto a large terrace overlooking a lake. It seems like a meeting, but it is not. There are prayers, but people are not looking at each other. The terrace is fenced, but with an opening leading down to the lake. The doors to my house were always open too. My father was a generous person. He used to say that those who needed help were to feel welcome. The Holy Allegory by Giovanni Bellini is one of the most mysterious works in art history. When it was painted, at the end of the 15th century, profane allegories were widespread, but not holy ones. Like the life of every individual, this artwork is unique, without comparison. We are in an indefinite, “suspended” time. Who these enigmatic figures are, we cannot say with any certainty. For more than a century, art historians have been racking their brains trying to interpret a painting that, in the intention of the person who commissioned it, should have been understood only by a circle of well-read people. Of the many hypotheses proposed, the one I find most fascinating was posited by Gustav Ludwig. In 1902, he interpreted the terrace as the Garden of Eden, where the soul’s journey into Heaven starts. The soul, represented by the dressed child sitting on a cushion, is waiting to be judged by the Virgin, the saints behind her and the allegory of Justice. The two men standing on the right are identified as patron saints of the soul before the celestial court. On the other side of the terrace, the landscape alludes to the route taken by the soul to flee vice (represented by the centaur tempting the hermit) and arrive in Heaven, thanks to virtues such as patience, humility and abstinence, as represented by the donkey, the flock of sheep and the goat. There is nothing exotic in the scene on the other side of the lake. If there is such a thing as a “different” place, it is the terrace. And yet, this is where the passage from non-communication to communication is played out. What will happen when the figures begin to act? Will Mary raise her eyes first, triggering the event that everyone is waiting for? Or will the child on the cushion stand up? I had trouble communicating too, but I had a power inside: the encounter with my husband. Our journey was made of many sacrifices, I never stopped studying, “asking knowledge”, as we say in Arabic. The student is the “one who asks”. Along the way, I rediscovered something my father had taught me: the importance of keeping doors open. And so I became a mediator. Like the clear water of this lake, which is a chromatic link between the terrace and the bank on the opposite side, leading to the sheer rocks, the village and the castle towering over the dense woods. Then, there are the mountains, which I often dream about at night. I dream of climbing impervious paths, which is a bit like life. But in the end, I always reach my destination. And when I get to the top, I know I have made it. I open my eyes. Mary lifts her gaze, and the conversation begins.
Jean Genet's play The Maids has been adapted for an all-male cast at HOME in Manchester Alfonso Cuaron's latest film Roma won the top prize at this year's Venice Film Festival. Made with funding from Netflix it is getting a limited cinema release before it is available online in order to be eligible for Oscar consideration. Turbulence is the newest book from David Szalay; a collection of 12 interconnected short stories all of which revolve around international flights London's National Gallery has an exhibition of work by two astounding artists who happened to be and brothers-in-law: Andrea Mantegna and Giovanni Bellini. It tells a story of art, family, rivalry, and personality. Gun No.6 is a documentary which tells the story of each crime carried out over a decade, using Britain's most deadly, illegal gun. Tom Sutcliffe's guests are Deborah Moggach, Catherine O'Flynn and Cahal Dallat. The producer is Oliver Jones Podcast Extra: Deborah recommends the Oceania exhibition at the Royal Academy in London Catherine recommends Stan's Cafe and The Commentators Cahal recommends Conrad Shawcross: Psychogeometries Tom recommends People Just Do Nothing on BBC3
Venetian Renaissance painter Giovanni Bellini is widely considered one of the greatest Italian artists of all time. His landscapes are imbued with allegory and a reverence for nature. In this episode, we listen as two curators, Davide Gasparotto and Keith Christiansen, visit the Getty Museum’s exhibition Giovanni Bellini: Landscapes of Faith in Renaissance Venice to … Continue reading "Talking About Paintings: Giovanni Bellini"
Finestre sull'Arte - il primo podcast italiano per la storia dell'arte
Giovanni Bellini è uno dei grandi nomi della storia dell'arte italiana in quanto è considerato l'iniziatore del Rinascimento a Venezia. Nato in una famiglia di pittori (il padre Jacopo e il fratello Gentile furono tra i più importanti artisti della Venezia quattrocentesca), riuscì presto a slegarsi dagli schemi tardogotici entro cui si era formato per abbracciare dapprima l'arte del cognato Andrea Mantegna, poi quella di Piero della Francesca e ancora quella di Antonello da Messina, che rese la sua arte più luminosa e più morbida: pronta, insomma, per aprire la strada alla pittura tonale, tipicamente veneta, che avrebbe trovato in Giorgione il suo massimo interprete (e anche con il pittore di Castelfranco ci furono influenze vicendevoli). Ilaria e Federico ci portano dunque alla scoperta dei capolavori di un artista di primissimo livello che con i suoi dipinti è riuscito a cambiare un'epoca.
Finestre sull'Arte - il primo podcast italiano per la storia dell'arte
Giovanni Bellini è uno dei grandi nomi della storia dell'arte italiana in quanto è considerato l'iniziatore del Rinascimento a Venezia. Nato in una famiglia di pittori (il padre Jacopo e il fratello Gentile furono tra i più importanti artisti della Venezia quattrocentesca), riuscì presto a slegarsi dagli schemi tardogotici entro cui si era formato per abbracciare dapprima l'arte del cognato Andrea Mantegna, poi quella di Piero della Francesca e ancora quella di Antonello da Messina, che rese la sua arte più luminosa e più morbida: pronta, insomma, per aprire la strada alla pittura tonale, tipicamente veneta, che avrebbe trovato in Giorgione il suo massimo interprete (e anche con il pittore di Castelfranco ci furono influenze vicendevoli). Ilaria e Federico ci portano dunque alla scoperta dei capolavori di un artista di primissimo livello che con i suoi dipinti è riuscito a cambiare un'epoca.
Come si organizza una grande mostra nell'Europa di oggi, cercando di tenere insieme tensione poetica e precisione documentaria, in uno slalom tra prestiti, scadenze, sicurezza e moralità… Ai margini dell'industria delle esposizioni Agosti presenta il tracciato della mostra su Andrea Mantegna, a cui sta lavorando con Dominique Thiébaut e che debutterà al Louvre alla fine di settembre con l'allestimento di Richard Peduzzi. Un gruppo di studiosi, italiani e stranieri, progetta una ricostruzione epocale: dalla Padova ruggente di metà Quattrocento fino alle soglie della “maniera moderna”. E Mantegna dialoga con Donatello, Giovanni Bellini e Leonardo, mentre l'Italia cambia (ma resta sostanzialmente feroce e moderata).