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Giorgio Fornoni"Putinstan"Come la Russia è diventata una stato canagliaChiareletterewww.chiarelettere.itLa spietata analisi del potere in Russia nelle parole di un grande inviato di guerra e giornalista di Report.In nessun luogo come in Russia si avverte in maniera tanto forte e incisiva il peso della storia. Ma non si può comprendere fino in fondo quello che sta succedendo oggi in Ucraina e nel mondo se di quella storia non si sottolinea anche la deriva autoritaria che spesso in Russia ha avuto l'esercizio del potere: dal dispotismo più o meno illuminato degli zar alla rivoluzione bolscevica, dalle purghe di Stalin fino alle recenti velleità neo-imperialiste. Consapevole di questo passato, il reporter Giorgio Fornoni ha percorso i lunghi binari della Transiberiana per capire l'anima più vera di quel che è diventato, secondo la celebre definizione dell'attivista Aleksej Naval'nyi, il «Putinstan».Il risultato è un'inchiesta senza precedenti che attraversa gli orrori e le testimonianze dei gulag sovietici, le rovine di Grozny e i campi profughi della Cecenia, i depositi di armi chimiche delle città segrete sugli Urali, le mille vie del gas che alimentano il potere corrotto e miserabile degli oligarchi. Le speranze di una convivenza pacifica con l'Occidente, dopo decenni di Guerra fredda e di sostanziale stabilità, sono oggi definitivamente crollate, e in questo libro Giorgio Fornoni, ripercorrendo i luoghi di una semisconosciuta geografia della disperazione e del male assoluto, offre un'analisi lucidissima e dettagliata delle infinite e brutali contraddizioni che ancora attraversano la Russia.Giorgio Fornoni è un giornalista e un inviato. Attraverso le sue numerose inchieste in tutto il mondo ha documentato alcune delle più grandi emergenze dei nostri giorni, dalla lavorazione della coca in Perù al traffico di oro nell'ex Zaire, dall'evacuazione della Liberia a quella dell'Angola. Dal 1999 collabora con la trasmissione televisiva Report.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
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Sito Air Up: https://airup.link/3JCP6wX Sconto 10% su tutto il catalogo sul sito fino al 3 settembre: CRIME10 Il Passo Dyatlov prende il nome dal comandante di una spedizione di ragazzi che, nel gennaio del 1959, decise di raggiungere con gli sci di fondo il Monte Otorten sugli Urali. Dopo pochi giorni la spedizione sparisce nel nulla, le ricerche rivelano che i 9 ragazzi sono tutti morti in circostanze e con ferite molto misteriose. A 60 anni di distanza il Mistero del Passo Dyatlov suggestiona ancora e non ha una risposta definitiva alla tragedia. --------- Patreon: https://www.patreon.com/crimeandcomedy Youtube: https://youtu.be/bOIbStRf6vU Tutti i Podcast: https://link.chtbl.com/CrimeandComedy Instagram: https://www.instagram.com/crimeandcomedy.podcast/ Telegram: https://t.me/crimeandcomedy Sito: https://www.crimeandcomedy.it Facebook: https://www.facebook.com/crimeandcomedy/ Youtube: https://www.youtube.com/c/CrimeComedy Instagram: Clara Campi: https://www.instagram.com/claracampicomedy/ Marco Champier: https://www.instagram.com/mrchreddy/ Caricature - Giorgio Brambilla: https://www.instagram.com/giorgio_brambilla_bookscomedy/ Capitoli: (00:00:00) | Intro (00:00:40) | Sigla (00:00:53) | Un ultimo saluto alla nostra Tania Erzsbet Bathory (00:01:30) | Ringraziamenti Patreon (00:03:11) | Il mistero del Passo Dyatlov è true crime? (00:11:03) | Il ritrovamento della spedizione sul passo dyatlov (00:17:15) | Le bislacche teorie sul mistero del Passo Dyatlov (00:42:34) | I nostri Patreon Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6998IL VERO MOTIVO PER CUI GLI USA VOGLIONO SEPARARE LA RUSSIA DALL'EUROPA di Rino CammilleriSono anni che lo vado ripetendo: per capire perché la Russia di Putin, dopo il crollo dei muri, è tornata ad essere il Nemico la risposta va cercata nella storia. Scrive G. Gaiani (direttore di Analisi Difesa) che «appare sempre più evidente come l'obiettivo strategico degli Usa di scavare un profondo fossato tra l'Unione Europea e la Russia giochi soprattutto sull'arma energetica. Non a caso gli allarmi lanciati da Washington per l'imminente invasione russa dell'Ucraina hanno preso il via due mesi dopo il completamento del nuovo gasdotto North Stream 2». Già nel 2014 «Barack Obama venne in Europa esortando gli alleati a non acquistare più il gas russo ma a rifornirsi dagli Stati Uniti». Sempre nel 2014, «furono proprio le pressioni di Washington sulla Bulgaria a fermare il completamento di un altro importante gasdotto, il South Stream».In politica estera, infatti, l'unica differenza tra repubblicani e democratici americani è che i secondi sono un po' più guerrafondai dei primi, ma, per entrambi, America First. E che può fare un'Europa farcita di basi militari americane o Nato (è lo stesso) se non finire per comprare lo shale-gas ottenuto col metodo fracking (e i verdi zitti senza mosca) e trasportato via nave, cosa che ne moltiplica il prezzo? Gli Usa non possono offrire un prezzo concorrenziale per l'energia, tutt'altro, però hanno in mano il big stick. E i loro storici reggicoda inglesi dietro, anzi davanti.Come ben ricorda Gaiani, l'Europa ha un Pil golosissimo, malgrado tutto. Una sinergia economica tra essa e la Russia creerebbe quel blocco continentale che le Potenze di Mare (cioè, Regno Unito e Usa) vedono come la peste. Fin dai tempi degli zar i cervelli alla Russia li fornivano i tedeschi, la Russia (il Paese più esteso al mondo) ci metteva le sue immense risorse. Gli zar andavano a cercar moglie in Germania, perfino Caterina la Grande era tedesca. Anche gli insegnanti di liceo erano tedeschi e tedesco fu l'oro con cui Lenin conquistò il potere. E inglesi erano gli agenti che armarono la mano ai sicari di Rasputin, l'influencer dello zar, che era contrario all'ingresso in guerra della Russia contro i tedeschi. Dopo la débacle nella Grande Guerra, fu dietro gli Urali che i tedeschi ricostruirono la loro forza bellica, e fu un accordo con Stalin che rese russi e tedeschi confinanti a spese della Polonia (tanto per cambiare).Quanto fin qui detto lo aveva ben capito il genio di Napoleone, che non badò a spese pur di annettersi la Russia. Ma era proprio quel che temeva l'Impero di Mare britannico, che da allora intervenne in guerra su suolo europeo ogni volta che un pericolo del genere si profilò. Tutto questo è ben noto a Biden e Putin. E Biden (cioè, i suoi consiglieri, sleepy joe non so fino a che punto) corre anche il rischio di un avvicinamento tra Russia e Cina. Che non si amano. Sì, perché il pericolo maggiore per gli Usa è un asse, economico, Berlino-Mosca. Qualche street artist tempo fa stampò sui muri una bandiera americana in cui al posto delle stelle c'erano simboli del dollaro. È l'unica cosa che agli Usa interessa e per cui hanno sempre combattuto in tutti i modi. Col bastone e/o con la carota. Preferiscono, però, la mazza da baseball, quel loro strano sport che è anche l'unica cosa non sono mai riusciti a esportare.
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6989MENTRE L'UNIONE EUROPEA CHIACCHIERA, LA CATTOLICA POLONIA ACCOGLIE DUE MILIONI DI PROFUGHI UCRAINI di Cristina SiccardiLa Polonia è la nazione che sta accogliendo in Europa il maggior numero di profughi ucraini. Ad oggi si contano più di due milioni, con Varsavia in testa, che ha incrementato improvvisamente i suoi abitanti del 17%, per il momento. A tutti viene offerto vitto, alloggio, scuola, servizio sanitario nazionale, utilizzo dei mezzi pubblici... ma ciò vale per Varsavia come per Cracovia, Lublino, Łód, Breslavia... si è innescata una macchina organizzativa incredibile, grazie ad una gigantesca operazione antiburocratica e al lavoro infaticabile di sindaci, associazioni umanitarie e volontari. Il Paese sta reggendo un'ondata migratoria che non trova confronti nella storia d'Europa. Nell'estate del 2015 la cancelliera tedesca Angela Merkel prevedeva di accogliere in Germania un milione e 200 mila richiedenti asilo in fuga dalla Siria, la Polonia spiazza tutti, dando dimostrazione di tenacia e di forza.Un popolo serio, rigoroso e profondamente cattolico quello dei polacchi, che sentono gli ucraini non solo gente confinante, ma veri e propri fratelli. Questa è la realtà umana, che non è fatta di globalismo materialista costruito forzatamente a tavolino, perché esiste una grande e insopprimibile anima dei popoli: a volte amici o nemici, alleati od ostili fra di loro, ma che succhiano il loro essere dalla loro storia e dalla loro tradizione, tutti elementi che vanno rispettati - un'arte che ben conosce la fede cattolica - perché ciò fa parte della natura stessa dell'essere popolo e proprio per questo la disciplina storiografica è più che preziosa, perché fa comprendere le ragioni del presente, afferrando la cognizione di ciò che potrà accadere nel futuro prossimo.Proprio constatando questo eroismo polacco, di fronte al quale l'Unione europea, ringraziando, rimane basita, tornano alla mente fatti della storia moderna e contemporanea incancellabili dalla memoria storica della Polonia, che l'ha vista dilaniata in più riprese sia dai tedeschi che dai russi. La Seconda guerra mondiale prese le mosse proprio in questa nazione occupata dai nazisti, e come non ricordare il massacro nella foresta di Katyn? Qui si consumò l'esecuzione sommaria di circa 22.000 fra ufficiali, politici, professori, giornalisti e industriali polacchi, era la cosiddetta Intelligencija polacca, che venne sterminata dal Commissariato del popolo per gli affari interni dell'Unione Sovietica (NKVD) a circa 20 km ad ovest della città di Smolensk.SAN GIUSEPPE KALINOWSKIMa c'è la testimonianza di un santo che desideriamo proporre in questi tempi di guerra: stiamo parlando del carmelitano san Raffaele di san Giuseppe Kalinowski, beatificato da Giovanni Paolo II a Cracovia il 22 giugno 1983 e canonizzato il 17 novembre 1991 a Roma.Quando egli nacque, da un'antica e nobile famiglia polacca, il 1° settembre 1835 a Vilnius, in Lituania, la Polonia da circa quarant'anni non esisteva più sulle mappe geografiche perché era stata così spartita: l'82% era sotto la Russia, il 10% sotto l'Austria, l'8% sotto la Prussia. Questa situazione rimase tale fino al 1918, quando, a chiusura della Prima guerra mondiale, si aprirono scenari ancora più devastanti. In quegli anni la russificazione procedeva forzatamente: scopo degli Zar dell'epoca (gli ultimi Zar - la Famiglia imperiale Romanov - saranno trucidati a Ekaterinburg, nel luglio del 1918, dalla mano bolscevica, per poi essere canonizzati dalla Chiesa ortodossa russa il 15 agosto 2000) era quella di piegare il popolo polacco dal punto di vista militare, economico, culturale e religioso.Deportazioni, esecuzioni capitali sulla piazza del mercato e il terrore serpeggiava in Polonia, mentre Josef cresceva all'ombra del Santuario nazionale di Ostra Brama, che rappresenta per la Lituania l'equivalente di Czestochowa per la Polonia: è l'«Ausros Vartai», ossia la «Porta dell'Aurora», perché edificato al di sopra della porta orientale del muro di cinta, costruito intorno alla città all'inizio del XVI secolo. A partire dal XVIII secolo, la Chiesa riconobbe il carattere miracoloso dell'immagine mariana nera e Pio XI, nel 1927, concesse a Nostra Signora di Vilnius gli onori dell'incoronazione e il titolo di «Madre della Misericordia», immagine a cui padre Josef rimase per sempre devotamente legato. Altro luogo sacro che il giovane frequentava era la cattedrale della Santissima Trinità e dei Santi Stanislao e Ladislao di Vilnius, sulle cui tombe pregava per l'unità delle Chiese orientali con Roma.Conclusi gli studi all'Istituto dei Nobili a 16 anni, si iscrisse al biennio di Agronomia per poi approdare, con la sua predisposizione alla matematica ereditata dal padre, a San Pietroburgo alla Scuola di Ingegneria. Intelligente, riservato, brillante negli studi e apprezzato, confesserà avanti negli anni: «Considerando ora alcuni elementi importanti della mia vita, avrei dovuto allora (prima di partire per la Russia) chiedere di entrare nel seminario diocesano di Vilnius. E proprio perché non l'ho fatto, molti anni della mia vita, specialmente quelli della giovinezza, si sono frantumati in pezzi divisi tra loro, riuscendo senza profitto per me e per gli altri, convertendosi in vanità». Nel nuovo ambiente, infatti, la sua fede si affievolì poiché circondato dall'indifferentismo religioso e dal positivismo scientista. Il suo malessere spirituale lo formulò sinteticamente in questi termini: «Questa è la mia disgrazia: che cerco lo spirito e trovo sempre la materia».DIECI ANNI DI LAVORI FORZATI IN SIBERIADivenne Tenente Ingegnere e Assistente di Matematica nell'Accademia di San Pietroburgo. A 20 anni ritornò in patria, dove non si era allentata la morsa zarista. Venne incaricato di occuparsi della progettazione della ferrovia Kursk-Kiev-Odessa e dovette tracciare il percorso tra fango e paludi, ma proprio in questo contesto lavorò su se stesso, recuperando e irrobustendo la sua trascorsa fede. In particolare, un semplice libretto di devozione mariana, che trovò casualmente, fece emergere la calda e zelante fede polacca in lui.Poiché i lavori per la ferrovia vennero sospesi per mancanza di fondi, il promosso Capitano di Stato Maggiore venne assegnato alla fortezza di Brest-Litovski, con l'incarico di sovrintendere le fortificazioni e la loro manutenzione. Nel 1863 apprese dell'«Insurrezione di gennaio». Registrerà nelle sue Memorie, fonte preziosissima, come la sua corrispondenza, per comprendere al meglio la levatura intellettuale e spirituale di Kalinowski: «Troppo chiara era la visione interiore della lotta di un popolo disarmato contro la forza del governo russo che disponeva di una enorme e potente armata. Conservare l'uniforme di questo esercito, quando il cuore tremava nell'apprendere le notizie dello spargimento di sangue fraterno sarebbe stato inconcepibile. Mi domandavo: "Mi è permesso rimanere passivo, quando tanti sacrificano tutto per questa causa?"». Egli tentò di dissuadere gli insorti, per questo venne accusato di essere un vigliacco oppure una spia russa. Si mise a disposizione del «Consiglio Nazionale della Insurrezione» e venne nominato Ministro della guerra per la regione di Vilnius, ma accettò quell'incarico ad una sola condizione: non avrebbe mai firmato nessuna condanna a morte.Il Vescovo di Vilnius fu mandato in esilio e alcuni sacerdoti furono impiccati; mentre i conventi si trasformarono in prigioni. Josef fu arrestato, ma non denunciò nessuno, venne quindi condannato a morte, pena che gli venne commutata in dieci anni di lavori forzati, in Siberia. Deportato, ripercorse da condannato quelle terre sulle quali, come ufficiale, aveva disegnato il tracciato della ferrovia. Irkutsk, poi le saline di Usolye, presso il lago Bajkal: 8000 Km circa percorsi su vagoni ferroviari, carri, barche, ma anche a piedi. Dieci mesi di viaggio, intanto: «le pianure immense sotto e dietro gli Urali erano diventate un cimitero senza confini per decine di migliaia di vittime strappate dal seno della Madre Patria, e inghiottite per sempre».ASCESI E SANTITÀAscesi e santità iniziano in lui un massiccio percorso. Queste le sue riflessioni in Siberia «Il mondo può privarmi di tutto, mi resterà sempre un nascondiglio a lui inaccessibile: la preghiera. In essa si può raccogliere il passato e il presente, e anche il futuro, sotto la forma della speranza... Al di fuori della preghiera, non ho niente da offrire a Dio, posso dunque considerarla come l'unico mio dono. Non posso digiunare, non ho quasi nulla da dare in elemosina, mi mancano le forze per il lavoro; mi resta solo il soffrire e il pregare. Però mai ho avuto tesori più grandi. E non voglio altro». Dopo il lavoro forzato, pregava e leggeva, in particolare il Vangelo, l'Imitazione di Cristo, poemi tradotti di Dante e di Tasso, gli Esercizi di sant'Ignazio di Loyola, libri di teologia.Liberato nel 1874, gli venne negato di risiedere in Lituania. A 39 anni si mise ad insegnare - la sua grande passione -, diventando precettore del giovane principe polacco Augusto Czartoryski (1858-1893), che sarà beatificato a Roma da Giovanni Paolo II il 25 aprile 2004. La sua famiglia, da tre decenni, si era stabilita in Francia quando, dopo la rivoluzione del 1830 e la confisca dei beni, era stata posta al bando dalla Russia. Augusto, colpito dalla tubercolosi, nella sterile e voluttuaria vita parigina che lo opprimeva, conobbe san Giovanni Bosco, che gli cambiò la vita, entrando, infatti, nel 1886 nella Congregazione salesiana. A motivo della sua malattia venne mandato a completare gli studi nella salubre aria marina ligure, dove venne ordinato sacerdote a San Remo il 2 aprile 1892.
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6937LA RUSSIA E' IN GUERRA CONTRO L'OCCIDENTE? di Stefano FontanaPrendo spunto dalla crisi ucraina non per parlare della guerra, ma per chiedermi cosa si intenda per Occidente, dato che nelle cronache e nei commenti viene spesso adoperata questa espressione. Non parlo della guerra, ma forse chiarire questo punto può essere utile per considerare anche quanto sta avvenendo e, soprattutto, le prospettive future.L'Occidente non è un punto geografico, perché allora anche la Cina sarebbe Occidente, come lo è per gli americani di Seattle. L'Occidente non è nemmeno una alleanza militare. L'Occidente non è nemmeno quello-che-capita-in-occidente, perché vi capitano cose che contrastano con la natura vera dell'Occidente. L'Occidente con la O maiuscola non è l'occidente con la o minuscola. Bisogna distinguere tra l'Occidente e questo occidente, ossia come l'Occidente si sia malamente ridotto, degradandosi rispetto alla sua origine e natura. L'occidente di oggi ha poco a che fare con l'Occidente.L'OCCIDENTE È UNA CIVILTÀCosa è allora l'Occidente? Esso è una civiltà, nella quale il cristianesimo ha sintetizzato, purificandole, la filosofia greca e il diritto romano. Ci sono stati anche altri elementi, che però o sono stati di disturbo, prendendo percorsi eterodossi e degenerativi, oppure sono stati assunti e chiariti dal cristianesimo. La crisi dell'Occidente è cominciata secoli fa, quando quella sintesi di civiltà è stata dapprima messa in dubbio, poi corrosa e infine pressoché demolita. Come tanti insigni cervelli hanno detto - da K. Löwith a C. Schmitt, da M. de Corte a G. K. Chesterton - ciò che c'è nell'occidente di oggi deriva dall'Occidente cristiano per via di un lungo processo di secolarizzazione. Secondo Löwith "la degenerazione del sistema europeo ha un'unica causa, cioè la degradazione politica del potere spirituale". Questo processo degenerativo ha fatto dire a Joseph Ratzinger: "C'è qui un odio di sé dell'Occidente... che si può considerare solo come qualcosa di patologico; l'Occidente... della sua storia vede soltanto ciò che è deprecabile e distruttivo, mentre non è più in grado di percepire ciò che è grande e puro".L'Occidente è l'Europa, unitamente alla Magna-Europa, ma "L'Europa... sembra svuotata dall'interno, come paralizzata da una crisi circolatoria, una crisi che mette a rischio la sua vita affidandola a trapianti che ne cancellano l'identità", eppure il cristianesimo "proprio in Europa ha ricevuto la sua impronta culturale e intellettuale storicamente più efficace e resta pertanto intrecciato in modo speciale all'Europa" (Ratzinger). Questo processo degenerativo dell'Occidente ha spesso trovato tragica espressione in "guerre civili europee". Questa nozione, che dobbiamo al grande storico tedesco Ernst Nolte, sembra trovare applicazione anche oggi. Ogni guerra civile è un suicidio e infatti Benedetto XV aveva detto che la guerra - in questo caso la prima guerra mondiale - sarebbe stata il suicidio dell'Europa.RISULTA IMPOSSIBILE CONTRAPPORRE OCCIDENTE E RUSSIAOra, se questo è l'Occidente e se questa è l'Europa, dell'Occidente e dell'Europa fa parte anche la Russia. Risulta impossibile contrapporre Occidente e Russia. Giovanni Paolo II si era impegnato a fondo sia nel segnalare la degenerazione dell'Occidente, sia nel sognare un Occidente ricomposto in tutte le sue anime, "la vocazione dell'Europa alla fraternità e alla solidarietà di tutti i popoli che la compongono dall'Atlantico agli Urali" (5 ottobre 1982). Non si deve limitare questo progetto di Giovanni Paolo II ad alcune situazioni storiche particolari, come per esempio l'allora esistente sistema dei due blocchi, oppure, in seguito, la guerra nei Balcani. Esso vale in quanto tale ed è valido sempre perché radicato sull'essenza dell'Occidente. Da questo ultimo punto di vista egli propose la "nuova evangelizzazione", che non è da intendersi come una evangelizzazione di tipo nuovo, ma come una ri-evangelizzazione dell'Occidente, a cominciare dall'Europa. Impegnò inoltre tutta la sua funzione apostolica nella proposta di tornare ad un'unica Europa, che respira con due polmoni (nel 1983 e poi svariate volte). Per lui la Russia faceva parte dell'Occidente e faceva parte dell'Europa.L'Occidente e la Russia non sono allora modelli di civiltà contrastanti. Certo, questo occidente e questa Russia sono stati ambedue colpiti dalla degenerazione cui accennavo. Il secolarismo, il relativismo, l'irreligiosità, il rifiuto della morale naturale interessano ambedue, ma come unica degenerazione dell'Occidente che ha assunto due forme, non come due mondi separati e contrastanti. Il comunismo, che ha potentemente influito sul degrado della società russa, è stato un virus occidentale anzi, per pensatori come Del Noce, è stato l'esito più coerente e devastante della degenerazione moderna della cristianità. Esso, infatti, ha agito e continua ad agire non solo in Russia ma anche più a ovest.Non ho parlato della guerra, ma forse assumere la visione che ho proposto può aiutare a sollevare lo sguardo e gli intenti e a prendere le distanze da ogni collocazione riduttiva, che senz'altro non giova alla pace.
A quasi un mese dall'invasione dell'Ucraina da parte della Russia, molti mercati azionari hanno recuperato le perdite e le principali conseguenze del confitto sull'economia mondiale appaiono legate all'andamento del prezzo del petrolio e alle catene globali del valore. Le principali incertezze sul primo punto derivando dalle reazioni dell'OPEC in termini di quantità offerta, alla capacità del comparto dello Shale-oil statunitense di compensare eventualmente il gap in termini di offerta e alle fluttuazioni nella domanda legate all'assorbimento dell'economia Cinese. Con riferimento al secondo punto le criticità rigurdano il peso di Russia e Ucraina sul commercio mondiale di alcune e la variabilità eccezionale nei prezzi di queste ultime.Per quanto riguarda il prezzo del petrolio sotto il versante dell'offerta rileviamo che una quota rilevante della produzione russa viene a mancare per via delle sanzioni sia in termini di razionamenti imposti all'acquisto da quel paese, sia per le sanzioni finanziarie che impediscono la chiusura di transazioni per i pagamenti. Secondo le stime dell'Agenzia Internazionale dell'Energia, i mercati internazionali potrebbero affrontare un deficit di 3 milioni di barili di petrolio al giorno da aprile come conseguenza. Per riferimento al mondo sono stati consumati circa 98 milioni di barili al giorno lo scorso anno. Lo sconvolgimento di quello che una volta era un mercato globale fluido è meglio illustrato dal differenziali tra i prezzi del petrolio Brent e quello degli Urali (generalmente considerato di qualità inferiore rispetto al primo). Il 31 gennaio la differenza era pari a 60 centesimi al barile, mentre il 18 marzo questo valore aveva toccato quasi 30 dollari. I paesi che avrebbero la capacità maggiore per compensare l'ammanco sono l'Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Riuniti e al momento hanno solo confermato una decisione pregressa di aumentare la prodizione di 400k barili al giorno. Gli osservatori guardano con attenzione alla prossima riunione di fine marzo. Con riferimento alla capacità degli Stati Uniti di compensare il Gap nell'offerta mondiale di petrolio al momento le criticità principali sembrano legate all'andamento dei tassi d'interesse, attesi in crescita nel corso dell'anno (che dunque rendono meno conveniente indebitarsi per far crescere le estrazioni) e ai vincoli sul mercato del lavoro poiché al momento le persone impiegate nel settore sono circa 128mila in calo dalle oltre 200 raggiunte nel picco del 2014.Da ultimo l'assorbimento di greggio da parte della cine appare soggetto a forti incertezza: anche prima della pandemia si registravano segnali di rallentamento dell'economia legate in particolare a causa del settore delle costruzioni che attraverso la vendita dei terreni finanzia i governi locali. I recenti lockdown a Shangai e Shenzen potrebbero valere una riduzione nella domanda di petrolio pari a 650mila barili al giorno equivalente all'incirca alla produzione del Venezuela.Oltre alle incertezze sul prezzo del petrolio anche l'andamento delle altre materie prime contribuisce ad aggravare le difficoltà delle imprese operanti sulle catene globali del valore. I due paesi forniscono insieme il 26% delle esportazioni mondiali di grano, il 16% di mais, il 30% di orzo e circa l'80% di olio di girasole e farina di semi di girasole. L'Ucraina fornisce circa la metà del neon del mondo, usato per incidere i microchip. La Russia oltre ad essere il terzo produttore mondiale di petrolio, il secondo produttore di gas e il primo esportatore di nichel, usato nelle batterie delle automobili, e di palladio, usato nei sistemi di scarico delle automobili, ha un peso rilevante anche nel commercio di alluminio e ferro.Altro elemento cruciale è costituito dall'ampiezza delle variazioni nei prezzi il prezzo del Brent è salito a 128 dollari al barile l'8 marzo, poi è sceso sotto i 100 dollari una settimana dopo, mentre la Cina ha annunciato nuove restrizioni sul covid-19 e gli investitori hanno anticipato l'aumento dei tassi di interesse della Federal Reserve americana il 16 marzo. Il London Metal Exchange ha interrotto il commercio del nichel l'8 marzo dopo che il suo prezzo ha superato il record di 100.000 dollari a tonnellata. Quando le contrattazioni sono riprese il 16 marzo, un problema tecnico ha spinto la borsa a sospendere nuovamente le contrattazioni.Le case automobilistiche, che non si sono ancora riprese dalle interruzioni della pandemia alle catene di approvvigionamento, affrontano nuovi problemi. Volkswagen e BMW, hanno tagliato la produzione in Europa mentre cercano nuovi produttori di cablaggi che raggruppano chilometri di fili elettrici nelle loro auto per sostituire i fornitori ucraini fuori uso. Secondo le stime della banca Morgan Stanley l'aumento del 67% nei prezzi del nichel prima che il commercio si fermasse ha rappresentato un aumento di circa $1.000 ai costi di input del veicolo elettrico americano medio. Secondo Citigroup, le case automobilistiche hanno finora avuto successo nel traslare i loro costi ai consumatori. Questo è più facile per case che producono veicoli particolari come la Tesla, ma i ogni caso incontra dei limiti nella disponibilità dei clienti nell'accettare gli aumenti. Ad esempio per le aziende del comparto alimentare, anche se negli stati uniti sono stai aumentati i prezzi, questa mossa non è risucita a compensare i rincari al punto da proteggeri margini di profittio che sono stati erosi. Secono unRobert Moskow del Credit Suisse, un'altra banca, nota che i consumatori che hanno accettato dei rincari nel corso dell'ultimo anno potrebbero aver raggiunto il limite di sopportazione a fronte di un l'inflazione che negli Stati Uniti è ai massimi da 40 anni.Mentre ci auguriamo che il conflitto possa concludersi al più presto per porre fine all'emergenza umanitaria, possiamo considerare che le conseguenze continueranno a manifestarsi in particolare sotto il versante inflazionistico per i prossimi messi. Riferimenti https://www.economist.com/finance-and-economics/three-big-uncertainties-cloud-the-oil-market/21808307https://www.economist.com/business/russias-war-is-creating-corporate-winners-and-losers/21808223La Finanza in Soldoni è anche una newsletter https://lafinanzainsoldoni.substack.com/e un libro che trovate in Libreria e nei principali Bookstore on line.https://www.amazon.it/finanza-soldoni-Massimo-Famularo/dp/8868492458/Leggi le "Storie di Tutti i colori più uno"https://www.amazon.it/Storie-tutti-colori-pi%C3%B9-uno/dp/B09F1G3WZP/Seguite i miei aggiornamenti via https://massimofamularo.com/https://www.youtube.com/c/MassimoFamularo/
LeoniFiles - Amenta, Sileoni & Stagnaro (Istituto Bruno Leoni)
Cosa sta combinando la Russia, e quanto possiamo fidarci delle informazioni che ci arrivano su ciò che succede al di là degli Urali? Ne parliamo in un nuovo episodio di LeoniFiles, il podcast "fuori dalle righe" dell'Istituto Bruno Leoni con Marta Ottaviani, Giornalista per Avvenire, Esperta di Russia e Turchia e autrice di "Brigate Russe. La guerra occulta del Cremlino tra troll e hacker" (LeEdizioni 2022), disponibile su Amazon: https://www.amazon.it/Brigate-Russe-guerra-occulta-Cremlino/dp/885526558XProtagonisti:Carlo AmentaCarlo StagnaroOspite:Marta Ottaviani, Giornalista per Avvenire, Esperta di Russia e Turchia________________Feelin Good by Kevin MacLeodLink: https://incompetech.filmmusic.io/song/3744-feelin-goodLicense: https://filmmusic.io/standard-license
Nel cuore dell'inverno, un gruppo di studenti parte per un viaggio nei monti Urali. I loro corpi congelati - con ferite inspiegabili - furono scoperti e a distanza di tanti anni da quel tragico giorno nessuno ha fornito una spiegazione convincente sulla loro morte.Il mistero del passo Dyatlov ha generato dozzine di teorie del complotto, che durano da 60 anni. In questo episodio vi racconto il viaggio del gruppo e la loro storia attraverso i loro diari, le fotografie e le lettere. Mistero e suspense fanno da sfondo a una storia dai risvolti terrificanti. Da non perdereIscriviti al podcast per non perdere i nuovi episodi in uscita. Tutti i venerdì un nuovo caso.Visita il sito del podcast e iscriviti alla newsletter: https://scarymonster.tony-sale.com/Seguimi anche sul canale Youtube:https://www.youtube.com/c/ScaryMonsterTrueCrime
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6763PERCHE' PER GLI USA LA RUSSIA E' SEMPRE IL NEMICO? di Rino CammilleriI media di regime, mentre scrivo, stanno facendo di tutto per insinuare che le elezioni in Russia sono truccate da Putin. Su input americano, che ha praticamente intimato alla Ue di boicottare la Russia in tutti i modi. Non sappiamo a quale prezzo la Merkel sia riuscita a strappare il sì al gasdotto NorthStream2, ma la domanda è un'altra: perché per gli Usa la Russia deve continuare ad essere il Nemico? Bisogna prenderla alla larga.Terminato il gaudio per l'implosione dell'Urss con Gorbaciov, ricevuti da quest'ultimo tutti i premi e le copertine possibili in Occidente, con Eltsin la nuova Russia toccò il suo punto minimo, storico, politico ed economico, e giù grandi pacche sulle spalle: ricordate le risate irrefrenabili in diretta Eltsin-Clinton? E ricordate che il primo Putin, paraninfo Berlusconi, in un incontro a Pratica a Mare quasi quasi entrava nella Nato? A quel punto però non si rise più: Berlusconi sappiamo la fine che fece e Putin diventò lo «zar». Sua unica colpa, quella di aver rimesso in piedi la Russia e cercato di riportarla al ruolo di grande potenza. E questo non va bene agli americani, i quali hanno ereditato la geopolitica del fu Impero Britannico. Aveva voglia papa Wojtyla di parlare di Europa che respira «a due polmoni», e Putin di auspicare un'Europa «dall'Atlantico agli Urali». No, perché dai tempi di Pietro il Grande quel che le «potenze di mare» temono è proprio una Russia europea, testa in Europa e il resto in Asia. Sì, ne adotti pure lo stile nel vestire e anche il calendario. Ma l'economia, cioè i soldi, sono un'altra cosa. Lo studio della storia, oggi come oggi, interessa ormai solo quelli che abbattono i monumenti e fanno gli «antifa» al solo scopo di saccheggiare i negozi (e farsi la barba d'oro con le donazioni dei radical-chic).LE BASI NATOMa c'è anche un'altra categoria di cultori di storia: i Paesi che dalla Russia hanno sempre avuto guai, anche prima che diventasse comunista. Infatti, si sono affrettati a chiedere di entrare nella Nato, e la Nato (cioè, gli Usa), si è affrettata a precipitarvisi. Così che oggi la capitale russa ha basi Nato a soli cento chilometri di distanza e la Russia europea ne è letteralmente circondata. Si pensi che nemmeno la Cina è in queste condizioni. E solo un disinformato (per non dire peggio) può realmente ritenere che, per l'Occidente, la Russia sia più pericolosa della Cina. Infatti, Trump era ingenuamente disinformato quando dichiarò che da Putin non riteneva di avere niente da temere e che ci si poteva andar d'accordo. Immediatamente la minaccia di empeachment lo fece rientrare nei ranghi: gli «hacker russi» avrebbero favorito la sua elezione a presidente, così che ogni sua dichiarazione di simpatia a Putin finiva col confermare il sospetto. Come se gli americani, che l'informatica l'hanno inventata, fossero degli sprovveduti al riguardo. Il cosiddetto Deep State, in larga parte in mano ai democratici così come il complesso militar-industriale, ha fatto schioccare la frusta e tutto è tornato nella norma: il Grande Gioco deve continuare.Il riferimento a Kipling non è casuale. Il nemico globale dell'Impero Britannico era la Russia, e non solo in Afghanistan. Quando lo zar cercò di affacciarsi nel Mediterraneo si videro due potenze cristiane alleate dei musulmani contro un altro cristiano. E fu la Guerra di Crimea, in cui l'Inghilterra trascinò la Francia e ammise il piccolo Piemonte perché le serviva per restare padrona anche del Mediterraneo, oltre che degli altri mari. Britannia rules all the waves, cantavano le giubbe rosse di Sua Maestà. E pure mezzo secolo prima qual era il maggior pericolo per l'Inghilterra? Un blocco continentale. Ci provò anche Napoleone e allora l'Inghilterra si scatenò.IL TIMORE DI UNA POTENZA IMBATTIBILEVenendo ai soldi (sono essi a far muovere il mondo), più precisamente il timore geopolitico riguarda la Germania e la Russia: una loro fusione economica creerebbe una potenza anche politica imbattibile. Detto in parole semplici, cervelli tedeschi e risorse naturali (quasi illimitate) russe. Ai tempi degli zar anche i professori di liceo in Russia erano tedeschi. E tedesca era l'ultima zarina (nonché Caterina la Grande). La contiguità territoriale in geopolitica rimane importante. Da qui i reiterati tentativi di entrambi, russi e tedeschi, per spartirsi quanto stava di mezzo. Si dimentica che la Germania sconfitta e schiacciata nella Grande Guerra smontò le sue industrie pesanti e, in sordina, le rimontò in Russia: tutto il suo veloce riarmo avvenne dietro la cortina degli Urali. Il Patto Molotov-Ribbentrop seguì a ruota. Alleanza di due totalitarismi? Macché: prosieguo di una politica di antica data. E, in tutte e due le guerre mondiali, l'Inghilterra scese in campo per scongiurarla. Infatti, in due si erano spartiti la Polonia, ma Londra dichiarò guerra solo a Berlino, da cui le veniva il vero pericolo.Gli Usa nascono come propaggine dell'Inghilterra e da essa si sono scissi per meri motivi economici. Ma per gli stessi motivi devono continuarne la politica. Non a caso i due sono alleati di ferro sempre e comunque. Perché il grande strepito contro il gasdotto russo-tedesco? Perché la difesa a tutto spiano dell'«indipendenza» ucraina? Perché le vesti stracciate per i «diritti umani» di Navalny? Perché l'Italia ci sta rimettendo la camicia a furia di «sanzioni» contro la Russia? Neanche Draghi ha osato sollevare il problema con Biden in Cornovaglia: sa che sarebbe stato fiato sprecato. Be', almeno non si dica che non abbiamo capito.
I pannelli fotovoltici potrebbero lasciare il campo alle vernici di perovskite, o meglio a materiali ibridi organici e inorganici a base di questo minerale scoperto nel 1839 negli Urali. oggi è al centro di ricerche di avanguardia che stanno mettendo a punto nuovi promettenti prototipi. E l'Italia è uno dei paesi più attivi iin questa ricerca di frontiera. Ne parliamo con una protagonista di questi studi, Giulia Grancini, docente di chimica all'Università di Pavia che coordina un centro di ricerche sul fotovoltaico innovativo finanziato dall'European Research Council.
Piaccia o non piaccia, il volto dell'islam pare sempre quello. Lo confermano i 15 arresti di “simpatizzanti” talebani, compiuti lo scorso 23 settembre dall'intelligence russa, l'Fsb. Come riferito dall'agenzia Tass, appartenevano ad un'associazione terroristica musulmana, attiva nel territorio della Sverdlovskaja Oblast, la regione con capitale Ekaterinburg, sugli Urali.
Piaccia o non piaccia, il volto dell'islam pare sempre quello. Lo confermano i 15 arresti di “simpatizzanti” talebani, compiuti lo scorso 23 settembre dall'intelligence russa, l'Fsb. Come riferito dall'agenzia Tass, appartenevano ad un'associazione terroristica musulmana, attiva nel territorio della Sverdlovskaja Oblast, la regione con capitale Ekaterinburg, sugli Urali.
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6655GLI EUROPEI DI CALCIO CI HANNO RICORDATO COS'E' L'EUROPA di Antonio SocciBisognerebbe tenere a mente certe nozioni di storia e di geografia nel dibattito pubblico e non sempre accade. Per esempio, consideriamo la differenza fra l'Europa e l'Unione Europea.L'Europa è un continente che va dall'Atlantico agli Urali, come ricordava Giovanni Paolo II sottolineando la sua identità giudaico-cristiana e la sua eredità greco-romana. Comprende 43 Stati più alcuni transcontinentali.Invece l'Unione Europea comprende 27 Stati che, da qualche decennio, hanno sottoscritto un trattato internazionale.Molti Paesi non hanno sottoscritto tale Trattato e non sono nella UE, ma fanno parte dell'Europa, da sempre: per esempio Svizzera, Russia, Gran Bretagna (uscita di recente dalla UE), Islanda, Norvegia, Ucraina, Albania, Serbia eccetera.Ebbene, questa distinzione (fondamentale) talora si perde forse per l'abitudine erronea di chiamare "Europa" quella che invece dovrebbe essere chiamata "Unione Europea" (c'è anche, in tale brutta consuetudine, una certa arroganza politica).Questo ha finito per dare origine a equivoci ed errori stupefacenti. Lo si è visto in certe cronache del Campionato europeo di calcio 2020, che è la sedicesima edizione del torneo organizzato dall'Uefa e disputato nel 2021 a causa del Covid.Tale campionato non riguarda i paesi dell'Unione Europea, ma i Paesi dell'intera Europa affiliati alla Uefa, infatti - come ricordiamo - hanno partecipato le Nazionali di Svizzera, Russia, Turchia e Ucraina che non fanno parte della Ue.La loro stessa presenza avrebbe dovuto far ricordare a tutti la distinzione fra le due diverse entità: l'Europa (il grande continente dalla storia antica) e l'Unione Europea (la piccola e arrogante organizzazione internazionale istituita con un recente Trattato). Invece no. SOVRANISMO?Per esempio, sulla "Stampa" (7/7) un articolo di Gabriele Romagnoli è uscito con questo sottotitolo: "Con tutte le tentazioni sovraniste e le recriminazioni anti-comunitarie incredibilmente andiamo a rappresentare in finale lo sfinito continente".Cosa c'entrano il sovranismo e le "recriminazioni anti-comunitarie" con il calcio non si sa. Ma soprattutto cosa c'entrano con un campionato che non riguarda la UE, ma l'Uefa e il continente (europeo)?Speravo in una forzatura del titolista e invece è proprio farina del sacco di Romagnoli che così inizia il suo pezzo: "Incredibilmente l'Europa siamo noi. Con tutte le tentazioni sovraniste e le recriminazioni anti-comunitarie va l'Italia a rappresentare lo sfinito continente, forse proprio contro chi ha preferito uscire dalla sua storia se non dalla sua geografia".Allude alla Gran Bretagna (confusa con la sola Inghilterra).BREXITMaurizio Crosetti che sulla prima pagina di "Repubblica" (4/7) esordisce così: "Gli inglesi non sono mai stati più dentro l'Europa da quando hanno deciso di chiamarsene fuori".Allude al fatto che la Gran Bretagna (non la sola Inghilterra) è uscita dalla UE: secondo lui è uscita dall'Europa.Poi prosegue: "Gli manchiamo da morire e ce lo fanno sapere su un campo di calcio... L'Europa che disprezzano ora la rivogliono tutta". Secondo Crosetti "gli inglesi... giocano una partita mascherata... solo perché la vecchia, gloriosa, amata Europa li riprenda indietro".Titolo dell'articolo in prima: "L'Inghilterra ora rivuole l'Europa". E all'interno: "Nostalgia dell'Europa".P.S. La Gran Bretagna non solo ha deciso la Brexit con un referendum, ma l'ha confermata dando il trionfo a Johnson alle elezioni politiche. Fuori dalla UE, non dall'Europa.Nota di BastaBugie: Tommaso Scandroglio nell'articolo seguente dal titolo "Il tifo per gli Azzurri, l'unico nazionalismo accettato" spiega perché i festeggiamenti per le vittorie della nazionale italiana sono le uniche forma socialmente accettate di nazionalismo, sovranismo, orgoglio nazionale. Per capire questo bisogna ricordare che la nazione non è lo Stato (che, anzi, tende a soffocarla).Ecco l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana l'11 luglio 2021:Domandiamoci: cosa è stata questa nazionale in questo Europeo per i nostri concittadini, almeno per quelli in cui batte un cuore azzurro?Di certo una boccata di ossigeno, una di quelle senza mascherina, per intenderci. Sarà un luogo comune, anzi affollato quello di dire che la nazionale ha restituito un po' di serenità al popolo italico dopo un anno e passa di pandemia, ma nel fondo di ogni luogo comune spesso c'è un pizzico di verità. Vederli giocare in modo convincente e poi vincere ha compensato un poco le scelte vessatorie di chi fa il Commissario tecnico dell'Italia, ma che non siede in panchina, bensì al governo e in parlamento. Ad un gol di Chiesa il ricordo dei plurimi lockdown si faceva un poco più appannato, ad uno di Locatelli l'autocertificazione pareva solo un brutto sogno, ad uno di Immobile il coprifuoco sembrava un termine che si potesse applicare solo ai tempi di guerra. L'Italia divisa in zone rosse, arancioni, gialle e bianche, grazie a Mancini è diventata tutta azzurra.Sarà solo retorica questa - qualcuno penserà - ma è quella buona che nasce dai sentimenti, costumi e tradizioni condivise. Ossia nasce dal sentimento patrio che è vero che riemerge solo quando undici giocatori in maglia azzurra scendono in campo, ma almeno riemerge e questo è più importante di quello che sembri. Infatti l'euforia collettiva e clacsonara che inebria molti è prova provata che esiste la Patria, realtà di diritto naturale incisa a lettere di fuoco nell'anima di tutti e quindi nell'anima di un intero popolo. La differenza tra il tifo per un club di calcio e il tifo per una nazionale sta proprio qui: nel primo caso esprime una fede calcistica per una squadra che può anche rappresentare sul campo l'identità di una città, ma non sempre accade. Oppure, insieme a questa prima eventualità, esprime l'appartenenza ad una storia di un team che ha un suo profilo, un suo carattere con cui ci sentiamo legati. La nazionale invece rappresenta, banale a dirsi, un'intera nazione che è concetto ben diverso da quello di Stato. Con il primo termine si intende l'insieme di tradizioni, costumi, norme non scritte, sensibilità, etc. che innervano un intero popolo, che gli dà forma. Il secondo indica quell'ente che racchiude in sé una serie di apparati per la gestione del res publica su un dato territorio. La nazione è l'anima di un popolo, lo Stato spesso soffoca quest'anima. Di più: nessuno andrebbe a fare caroselli per lo Stato italiano perché, almeno il nostro, è una istituzione senz'anima.Dunque la Patria e la Nazione esistono e il nostro entusiasmo per ogni pallone buttato in rete dai scarpini azzurri lo testimonia. Allora la nazionale, per paradosso, è diventato l'ultimo baluardo di un sovranismo e di un nazionalismo ancora accettati. Una sorta di riserva indiana in cui ancora è permesso esibire l'orgoglio italico, esultare perché si è migliori di altri almeno a calcio (la più grande bestemmia esistente contro la divinità del politicamente corretto è affermare che qualcuno o qualcosa è migliore di qualcun altro o di qualcos'altro), indulgere in sfottò ai danni di cittadini extraitalici. Un'enclave dove essere fieri di essere italiani, dove si custodisce, seppur sotto le semplici sembianze sportive, la nostra identità, ma non quella artefatta e adulterata fatta inclusività arcobaleno, Ddl Zan, reality Tv, desertificazione nelle chiese e nelle culle, vite da influencer e marce contro il surriscaldamento globale, ma quella autentica e solo apparentemente retorica cesellata lungo i secoli dai nostri poeti, dai nostri pittori, dai nostri musicisti e dai nostri santi. E cosi quando [...] esulteremo questa sera dal divano di casa insieme ad amici o parenti, noi in modo indiretto e del tutto inconsapevole daremo gloria a Dante, a Michelangelo e a San Francesco. [...]
Nel 1941 il Blitz tedesco contro la Russia era fallito per una serie di ritardi ed anche di errori strategici da parte del comando tedesco, l'avanzata della Wehrmacht si era arrestata alle porte di Mosca. Nella primavera successiva Hitler cambia obiettivo e decide di puntare sugli Urali; per coprire il fianco nord dell'avanzata delle forze tedesche viene decisa l'occupazione di Stalingrado. Ma quella che doveva essere solo un'operazione di copertura, diviene per l'ostinazione di Hitler, il teatro principale degli scontri, la più gigantesca battaglia della seconda guerra mondiale, la battaglia di Stalingrado.
L'idea della Società Creativa ispira molte persone in tutto il mondo. Molto è già stato fatto per costruire una società di pace e amore e c'è molto altro da fare. È arrivato il momento di agire! È il momento di dimostrare se stesso - unisciti a noi! Guardatelo in diretta ALLATRA Notizie il 30.01.21: Il contenuto di ALLATRA TV ora è disponibile anche in arabo Partecipanti del premio annuale "Top 100 donne più belle del distretto degli Urali" sul mondo della bellezza e della creazione In modo creativo sulla Società Creativa - idee! Una breve panoramica internazionale dei nuovi video di gennaio su ALLATRA TV. Video “La Società Creativa unisce tutti” (sub Ita) https://youtu.be/RzR4ED3Nvak Video “Che cosa sognavano i Profeti” https://youtu.be/f7UbFsbbtPI Canzone "Non tacciamo della Società Creativa!" https://youtu.be/ODAtFwcr5Ps E-mail: Italia@allatra.tv
913. saates räägime 1948. aastal esitatud süüdistustest marssal Žukovile, tema tagandamisest maavägede ülemjuhataja ametipostilt ning Žukovi tegutsemisest Odessa ja Urali sõjaväeringkondade eesotsas.
913. saates räägime 1948. aastal esitatud süüdistustest marssal Žukovile, tema tagandamisest maavägede ülemjuhataja ametipostilt ning Žukovi tegutsemisest Odessa ja Urali sõjaväeringkondade eesotsas.
Dicembre 2018: circa 700 manifestanti sfidano temperature di -20 gradi a Chelyabinsk per per richiedere aria più pulita e che si smetta " di avvelenare i nostri figli!" La regione di Chelyabinsk in Russia è probabilmente una delle regioni meno salubri nel mondo: siamo in un importante centro industriale appena a est degli Urali, dove predomina l’industria estrattiva (carbone in primis) e metallifera. La regione ospita anche un importante centro di riprocessamento di combustibile nucleare, il complesso di Mayak che in precedenza è stato uno dei principali impianti per la produzione di uranio arricchito destinato all’industria bellica sovietica durante la Guerra Fredda. Questa zona è stata anche il teatro di uno dei primi incidenti nucleari della storia, noto come l‘incidente di Khystim, e di numerose altre devastazioni ambientali. Questa storia ci dà nuovamente lo spunto per parlare dell’insostenibilità ecologica del modello sovietico russo, e della necessità, quanto mai urgente e mai abbastanza ribadita, di pensare un nuovo modello di eco-socialismo, che superi devastazioni e le contraddizioni di un socialismo reale che ha in gran parte sfidato il capitalismo solo sulla redistribuzione della ricchezza e non sul modo in cui essa veniva e viene prodotta..
Iscriviti al sito nuovo: http://didattica.scienzanatura.itIntegratore a base di questo fungo: https://tinyurl.com/y8oag2coChiamato “Dono di Dio” o “Re delle erbe”, il fungo Chaga (Inonotus obliquus) è stato rispettato per migliaia di anni in Russia, Corea, Europa orientale e settentrionale, Stati Uniti settentrionali, montagne della Carolina del Nord e Canada. Dal XVI secolo il chaga è stato usato nella medicina popolare e botanica in tutta l'Europa orientale. Questo fungo cresce su tronchi viventi di betulle mature in climi freddi.Il nome Chaga (pronunciato “cha-ga”) deriva dalla parola russa “czaga” che deriva probabilmente dal termine usato per riferirsi al fungo nel linguaggio Komi-Permyak dei nativi del bacino del fiume Kama, ad ovest degli Urali. In Norvegia è chiamato kreftkjuke che si traduce in “poliporo del cancro” (cancer polypore) in riferimento all’impiego in medicina tradizionale e/o al tipo di crescita nella pianta che assomiglia a quella tumorale.L’uso di Chaga nella medicina tradizionale risale a migliaia di anni in cui i locali della regione montana della Siberia bevevano il tè di Chaga ogni giorno, fumavano il Chaga e lo usavano per via topica. Nel corso del tempo poi la sua popolarità si è diffusa a ovest delle montagne Urali e nelle regioni baltiche dell’Europa orientale.
Kuidas sattus Anne Trefneri kooli ja mida talle seal õpetati? Kes pani aluse arvutiteadusele Tartus? Miks õpetati Trefneris programmeerimist? Milline tegevus on programmeerimine? Kuidas väljastati Uralil veateateid? Mille alusel kuuekümnendatel programmeerimist õpetati? Mis oleks Anne programmeerimisest viie kilomeetri kaugusele ajanud? Kui suur oli Urali mälumaht? Miks oli Anne sobilik tudengite ette saatmiseks? Kuidas õpetas Anne venekeelsetele gruppidele programmeerimist? Mida oleks kadunud akadeemik Lippmaa arvutiga teinud? Mitu Apple IIte sai kümne tuhande kuldrubla eest? Mille jaoks ehk kõlbab Basic? Mis peegeldus Liivi tänava arvutiklassi akendelt? Millist vannet on Anne siiani suutnud pidada? Kuidas on seotud masinkood ja kits? Mida on vaja selleks, et programmeerimises midagi suurt ära teha? Milline oli Anne elu kõige keerulisem programm? Milles seisnes arvuti viga, mille Anne leidis? Misasi hiilis koolidesse tagauksest? Mida Tartus ei toimunud ja mida see tähendas? Kes ja miks maksis kinni Tartu satelliidiseadmete ümberseadistamise? Kui kaugel Tallinnast asus Tartu? Kes paigaldas Eesti esimese veebiserveri? Kuidas sigis Tartu Ülikooli esimene veeb? Misasi ei tule Eesti kooli mitte kunagi? Misasi tuleb elus ikka kasuks?
Korvpallipodcastis "Möödavise" käis sel nädalal külas endine BC Kalev/Cramo ja värskelt ka Venemaa esiliigaklubist Jekaterinburgi Ural ametist lahti saanud treener Alar Varrak. Loomulikult keskendusime saates tema tegemistele suure idanaabri spordiväljal, kuid rekordpikas saates leidus aega ka teistele teemadele. * Milline oli igapäeva elu Jekaterinburgis, kas täpselt nagu kuulsas saates "Võimalik vaid Venemaal"? * Kui palju vene keele "sidesõnu" õnnestus Varrakul juurde õppida ning kuidas kohalikus keeles antud intervjuud sujusid? * Millised on Venemaa esiliigaklubide rahalised võimalused ja treeningtingimused? * Kui professionaalselt Urali klubi tegutses? * Miks ikkagi Varrakul ei õnnestunud Venemaale pikemalt pidama jääda? * Mida ta Venemaa perioodist peamiste õppetundidena kaasa võtab? * Venemaa "karudest", jõulisest katete panemisest ja lauavõitlusest. * Miks oli Varrakul märkmiku esimesel lehel kirjutatud: "Tee Kõva trenn!" ja kuidas see võis lõpuks töökoha maksta? * Kuidas Roberts Štelmahers on Kalev/Cramo tänavu nii hästi mängima pannud. * Miks Kristjan Kitsing võiks olla kõigile Eesti noormängijatele eeskujuks? * Kuidas vaadata Sander Raieste senisele hooajale Cramos, kui mänguaega on tulnud, aga see on tulnud noormehe jaoks võõral positsioonil? * Kes olid Varraku ajal Kalev/Cramo komplekteerimisel suurimad õnnestumised ja kes oli suurimaks ämbriks? * Miks Shane Larkini rekordmäng Euroliigas väärib kõvasti kiitust? * Kuidas võrrelda Alar Varraku debüüti Optibet Rahvaliigas Larkini supermänguga? ja palju muud... TeamShield'i küsimusmängus loosisime eelmise saate õigesti vastanute vahel välja Korvpall24 erilahendusega särgi. Järgmise TeamShield'i poolt kujundatud särgi omanikuks saab inimene, kes vastab õigesti saates kõlanud küsimusele Alar Varraku võiduprotsendi kohta VTB Ühisliigas. Saadet juhtisid Karl Rinaldo, Siim Semiskar ja Marko Parkonen. Korvpall24.ee podcast valmib koostöös Optibeti, Manta Maja ja TeamShield.com'iga.
Prima massacrati, poi fatti a pezzi, sfigurati, occultati: i membri della Famiglia imperiale russa morirono da martiri nel 1918, sterminati senza processo, nemmeno un processo farsa. Un decreto del Comitato esecutivo del Soviet degli Urali e dell’Armata rossa comunicò a tutti l’esecuzione, solo a cose fatte. I corpi vennero individuati nel 1979 dallo storico Aleksandr Avdonin e vennero fatti riesumare nel 1991. Nel 1998 gli esami sul DNA confermarono trattarsi dei resti della Famiglia imperiale, che ora vive ancora nei cuori del popolo russo.
Õhtulehe korvpallisaates "Viies veerandaeg" oli ajakirjanikul Jarmo Jagomäel külas Alar Varrak. Reedel, 9. augustil lõppes Varraku umbes aasta pikkune töö Eesti korvpalliliidu spordidirektorina. Kuidas ta selle perioodi kokku võtab? Millised oli raskemad väljakutsed? Kui oluline see ametikoht on? Mis jäi tegemata? Teisipäeval lendab Varrak Jekaterinburgi, naastes treeneriametisse. Kuidas ta Urali meeskonda sattus? Kust tunti tema vastu huvi enne seda pakkumist? Millise õppetunni võtab ta Leedus oldud ajast kaasa? Missugused tuttavad mängijad teda Jekaterinburgi ees ootavad? Nendele ja paljudele teistele põnevatele küsimustele saab vastuse saatest. Lisaks tuleb juttu Eesti noorte korvpallist ja järgmisest koondise peatreenerist. Head kuulamist!
La ferrovia Transiberiana è la ferrovia che attraversa l'Europa orientale e l'Asia settentrionale, che collega le regioni industriali e la capitale russa, alle regioni centrali della Siberia e a quelle delle regioni orientali (l'Estremo oriente russo). La sua lunghezza di 9 288 km ne fa la ferrovia più lunga nel mondo ed è divisa in un 19,1% europeo e un 80,9% asiatico. Fu per la prima volta presentata con grande sfarzo all'Esposizione universale di Parigi del 1900, con il nome di Train Transibérien. e le è stato dedicato un uovo Fabergè: l'uovo della Transiberiana. Si può chiamare, più precisamente, Transiberiana solo la parte centro-orientale della ferrovia, da Čeljabinsk (al sud degli Urali) a Vladivostok; quest'ultima parte fu costruita tra il 1891 e il 1916. (fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Ferrovia_Transiberiana https://www.youtube.com/watch?v=NaaTkodh5WQ&t=306s )
Problemi al Brennero con l'Austria. 4 luglio a Independence, Oregon, monitorando le feste. La Torino-Pechino è a Kazan e valicherà gli Urali. Labati e il mulo, senza Wikipedia! Genova e Inghilterra per una bandiera. Trattoria sotto casa o delivery?
Nel corso della seconda guerra mondiale un gruppo di ricercatori ebrei dell'Unione Sovetica raccolse testimonianze della cultura ebraica in quel drammatico frangente, mettendo insieme un centinaio di nuove canzoni in yiddish - la lingua degli ebrei dell'Europa orientale - scritte da soldati ebrei dell'Armata Rossa, da vittime e sopravvissuti delle regioni del paese occupate dai nazisti, da rifugiati che erano stati spostati negli Urali e in Siberia. Dopo la guerra i ricercatori furono arrestati nelle purghe di Stalin, e il materale fu dato per perso. E' stato invece ritrovato negli anni novanta in Ucraina: ora un florilegio di quelle canzoni viene offerto da uno splendido album pubblicato dalla Six Degrees.
Nel corso della seconda guerra mondiale un gruppo di ricercatori ebrei dell'Unione Sovetica raccolse testimonianze della cultura ebraica in quel drammatico frangente, mettendo insieme un centinaio di nuove canzoni in yiddish - la lingua degli ebrei dell'Europa orientale - scritte da soldati ebrei dell'Armata Rossa, da vittime e sopravvissuti delle regioni del paese occupate dai nazisti, da rifugiati che erano stati spostati negli Urali e in Siberia. Dopo la guerra i ricercatori furono arrestati nelle purghe di Stalin, e il materale fu dato per perso. E' stato invece ritrovato negli anni novanta in Ucraina: ora un florilegio di quelle canzoni viene offerto da uno splendido album pubblicato dalla Six Degrees.
Nel corso della seconda guerra mondiale un gruppo di ricercatori ebrei dell'Unione Sovetica raccolse testimonianze della cultura ebraica in quel drammatico frangente, mettendo insieme un centinaio di nuove canzoni in yiddish - la lingua degli ebrei dell'Europa orientale - scritte da soldati ebrei dell'Armata Rossa, da vittime e sopravvissuti delle regioni del paese occupate dai nazisti, da rifugiati che erano stati spostati negli Urali e in Siberia. Dopo la guerra i ricercatori furono arrestati nelle purghe di Stalin, e il materale fu dato per perso. E' stato invece ritrovato negli anni novanta in Ucraina: ora un florilegio di quelle canzoni viene offerto da uno splendido album pubblicato dalla Six Degrees.
Se vi state chiedendo “ma l’Erasmus in Russia è solo vodka e colbacchi anche d’estate, o c’è dell’altro?” Beh, allora non vi resta che ascoltare la quinta puntata di Wanderlust! V’introdurremo infatti, con canzoni, storie e aneddoti tipici del paese d’oltre Urali, nel mondo dell’Erasmus in Russia con la preziosissima collaborazione della nostra ospite Simona, […]
Secondo Charles Darwin, Alexander von Humboldt (1769-1859) ?? il pi? grande esploratore di tutti i tempi?. In effetti, la sua vita, quasi centenaria, fu una vera avventura, sia scientifica che intellettuale. Dal 1799 al 1804 esplor? il bacino dell?Orinoco, la Cordigliera andina, il Messico e Cuba. Tornato in Europa pubblic? i dati fisici, naturalistici, economici e politici raccolti nel nuovo continente in Voyage aux r?gions ?quinoxiales du Nouveau Continent, una monumentale opera con la quale gett? le basi delle moderne scienze naturali e dell?americanistica. Nel 1829, a sessant?anni, si spinse nella Russia asiatica, oltre gli Urali, fino alla frontiera con la Mongolia. Conobbe Federico il Grande, Napoleone e il Presidente Jefferson. Fu amico di Goethe, Schiller, Gay-Lussac, Volta e Gauss. La sua opera e il suo esempio di naturalista-esploratore contribuirono a far nascere in Darwin, Wallace, Haeckel e in molti altri scienziati di entrambi gli emisferi, l?amore per la scienza e per la ricerca naturalistica ?sul campo?. Infine, in Kosmos Humboldt ?affresca?, nella sua grandiosa unit? cosmica, ?tutto il mondo fisico, tutto ci? che sappiamo dei fenomeni celesti e terrestri?. Un giorno Goethe disse che una settimana sui libri non equivaleva a un?ora di conversazione con Humboldt. Solo chi ha letto Humboldt pu? comprendere appieno e condividere questo entusiastico giudizio.