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“Chadži-Murat” è una celebre opera di Tolstoj che racconta le vicissitudini dell'omonimo protagonista daghestano vissuto durante la conquista russa del CaucasoIscriviti al canale Telegram per guardare tutta la lista di tutti gli eventi (ad oggi) confermati ed avvisatemi se ne conoscete altri Mentre qui trovate tutti i link di Medio Oriente e Dintorni: Linktree, ma, andando un po' nel dettaglio: -Tutti gli aggiornamenti sulla pagina instagram @medioorienteedintorni -Per articoli visitate il sito https://mediorientedintorni.com/ trovate anche la "versione articolo" di questo podcast. - Qui il link al canale Youtube- Podcast su tutte le principali piattaforme in Italia e del mondo-Vuoi tutte le uscite in tempo reale? Iscriviti al gruppo Telegram: https://t.me/mediorientedintorniOgni like, condivisione o supporto è ben accetto e mi aiuta a dedicarmi sempre di più alla mia passione: raccontare il Medio Oriente ed il "mondo islamico"
A fost un stol de păsări? Sau lovitură rusă, ce a provocat accidentul aviatic din dimineața de Crăciun? Presa internațională analizează informațiile existente până în momentul de față. După cum relatează Newsweek, 38 de persoane au fost ucise și zeci au supraviețuit accidentului de avion în Kazahstan în timp ce călătoreau în sudul Rusiei, potrivit oficialilor locali. Speculațiile se răspândesc pe internet cum că Rusia ar fi putut fi responsabilă.Conturile de informații din surse deschise au sugerat că daunele vizibile în imagini, care au fost descrise drept schije de la sistemele de apărare antiaeriană, ar fi putut fi cauza accidentului. The Wall Street Journal, citat de Courrier International, notează, la rândul său, că avionul survola de câteva săptămâni o regiune vizată de drone ucrainene. Cotidianul subliniază că Rusia a doborât 59 de drone în orele premergătoare accidentului.În timp ce Azerbaidjan Airlines a anunțat că nu va mai acoperi destinațiile Groznîi și Makhachkala „până la finalizarea anchetei cu privire la cauzele dezastrului”, relatează Le Soir. Citeste siAvionul Azerbaijan Airlines a suferit „interferențe fizice și tehnice externe” (concluzii anchetă) Potrivit Le Figaro, ”un blogger și expert militar rus, Yuri Podoliaka, a scris pe Telegram că aceste urme sunt similare cu cele care ar putea fi cauzate de „un sistem de rachete antiaeriene”. Un fost expert de la Biroul de Investigații și Analize pentru Siguranța Aviației Civile (BEA) a declarat pentru AFP că „ o mulțime de schije”, indică o explozie.Meduza a dezvoltat această teorie. „În imaginile din spatele fuselajului vedem urme similare cu daunele provocate de o rachetă antiaeriană. În plus, imaginile care apar pe rețelele de socializare arată depresurizarea cabinei și găuri în scaune (probabil din cauza schijelor”, adaugă site-ul. Euronews citează surse guvernamentale azere care au confirmat joi în exclusivitate că o rachetă sol-aer rusă a provocat prăbușirea avionului Azerbaidjan Airlines.Potrivit surselor, racheta a fost trasă timpul activității aeriene de deasupra orașului Groznîi, iar schijele au lovit pasagerii și echipajul de cabină în timp ce racheta a explodat lângă aeronavă, în timpul zborului.Surse guvernamentale au declarat pentru Euronews că aeronavei avariate nu i s-a permis să aterizeze pe niciun aeroport rusesc, în ciuda solicitărilor piloților pentru o aterizare de urgență, și i s-a ordonat să traverseze Marea Caspică spre Aktau, în Kazahstan.BBC transmite că guvernul rus a avertizat împotriva promovării „ipotezelor” cu privire la cauza prăbușirii. Unii experți în aviație au sugerat că avionul Azerbaidjan Airlines a fost lovit de sistemele de apărare aeriană deasupra republicii ruse Cecenia, iar presa de stat din Azerbaidjan citează oficiali spunând că o rachetă rusă este responsabilă. Înainte de a cădea în apropierea orașului kazah Aktau, avionul a fost deviat peste Marea Caspică, de la destinația sa din Cecenia, către vestul Kazahstanului.
Tragedia di Natale in Kazakistan: un aereo passeggeri partito da Baku, in Azerbaijan, e diretto a Grozny, in Cecenia, è precipitato nei pressi dell'aeroporto di Aktau. Si tratta di un volo della Azerbaijan Airlines.
Luciana Cisbani"il segreto dei Cardinal"Jocelyne SaucierIperborea Edizioniwww.iperborea.comDall'autrice di Piovevano uccelli, un romanzo polifonico a tensione crescente sulla storia di una famiglia e i suoi segreti. Vincitore del Prix Canada-Reads e del Prix France-Canada.Traduzione a cura di Luciana Cisbani.Ventuno figli, una casa enorme e labirintica, una miniera e una città tutta per loro: sono i Cardinal, la famiglia che ha fondato Norco, sorta intorno a un giacimento di zinco scoperto dal padre in Québec. I Cardinal hanno il loro lessico famigliare e un soprannome per tutti, la tradizione di far esplodere ai figli il primo candelotto di dinamite al settimo compleanno e un odio profondo per gli estranei, i «bifolchi», quelli che hanno invaso Norco e fatto fallire la miniera. Ma ormai i figli sono cresciuti e scappati sempre più lontano, chi più a nord tra gli inuit, come LaTommy, chi sul fronte di guerra in Cecenia, come Geronimo. Finché nel 1995 l'anziano padre riceve un premio alla carriera e tutti sono invitati alla cerimonia. Inizia così il flusso dei ricordi, la nostalgia per i tempi andati di Fanalino, l'ultimo arrivato, cresciuto nel mito della sua enorme famiglia pur non avendolo mai vissuto in prima persona. Ma anche le recriminazioni di LaPulzella, la più anziana, che è stata madre di tutti e anche di se stessa, il dolore di Geronimo, un tempo a capo delle scorribande dei fratelli e tormentato da un segreto, la rabbia di LaTommy. E su tutti aleggia lo spettro di Angèle, gemella di LaTommy, che voleva andarsene in città e di cui nessuno ha saputo più niente dopo che è salita su una macchina diretta a Montréal. Attraverso una sinfonia di voci e punti di vista, con un sottile crescendo di tensione vengono a galla i misteri della famiglia Cardinal e il tabù che a carissimo prezzo l'ha tenuta insieme, in una storia agrodolce come la nostalgia e potente come il coraggio di chi si sacrifica per gli altri.Jocelyne Saucier (1948) è una delle più note scrittrici canadesi di lingua francese. Nata nel 1948 nella provincia del New Brunswick, dopo aver lavorato come giornalista si è dedicata alla narrativa e i suoi romanzi sono tradotti in tutto il mondo. Iperborea ha pubblicato Piovevano uccelli, bestseller internazionale che è anche diventato film. Jocelyne Saucier oggi vive a Clair, un villaggio canadese in mezzo ai boschi abitato da meno di mille anime.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
Nella prima notizia torneremo ad occuparci della corsa alla presidenza degli Stati Uniti. Quindi, parleremo delle nuove leggi promulgate dai talebani afghani che limitano severamente la libertà delle donne. Nel segmento scientifico della trasmissione commenteremo i risultati di uno studio che ha portato all'individuazione di un oggetto misterioso che sta attraversando la nostra galassia ad una velocità straordinaria. Infine, parleremo di Ramzan Kadyrov, il capo della regione russa della Cecenia, che ha pubblicato un video che lo ritrae alla guida di un Tesla Cybertruck dotato di una mitragliatrice montata sul tettuccio. Inizieremo con una notizia che riguarda un piccolo comune vicino Palermo, Corleone, divenuto tristemente noto per essere stato uno dei principali centri del potere mafioso in Sicilia. Recentemente, il figlio di un ex capo di Cosa Nostra, tornato a vivere in città, ha pubblicato un video provocatorio che rischia di vanificare gli sforzi compiuti negli ultimi anni per liberare Corleone dall'immagine negativa associata alla criminalità organizzata. In seguito parleremo di uno dei mestieri più romantici e antichi di Venezia: il gondoliere, l'indiscusso maestro che conduce la tipica imbarcazione veneziana attraverso i labirintici canali della città. Sebbene questo sia un mestiere tradizionalmente esclusivo, tramandato di generazione in generazione all'interno delle famiglie, il Comune di Venezia ha recentemente aperto un bando di concorso per l'assunzione di nuovo personale, estendendo l'opportunità a tutti i cittadini europei. - La corsa alla presidenza degli Stati Uniti entra nella sua fase finale in attesa delle elezioni del prossimo novembre - Le nuove leggi dei talebani proibiscono alle donne di cantare e guardare gli uomini - Un team di cittadini scienziati scopre un oggetto super veloce in fuga dalla nostra galassia - Il signore della guerra ceceno guida un Cybertruck Tesla dotato di mitragliatrice - Polemiche a Corleone per il post del figlio del boss mafioso - Venezia alla ricerca di nuovi gondolieri
Il mandato di arresto contro il Primo Ministro di #israele #netanyahu e il suo Ministro della Difesa #gallant, richiesto dalla Procura della #icc (oltre che contro i capi di #Hamas Yahya #Sinwar, Mohammed #Deif e Ismail #Haniyeh,) conferma lo strabismo delle istituzioni internazionali.Il reato, secondo il procuratore Karim Khan della Corte Penale Internazionale dell'Aia è in sostanza lo stesso: crimini di guerra e contro l'umanità. Nessun mandato di arresto è stato emesso per chi ha trucidato centinaia di migliaia di civili inermi in Siria o in Cecenia.O per chi ordinò il massacro di Piazza Tien An Men. Né vengono minimamente considerate le pulizie etniche e i crimini nelle guerre civili in posti mediaticamente poco esposti come Sudan o Congo. Per non parlare dei massacri perpetrati in #iran contro i manifestanti antiregime e le minoranze etniche di cui è stato uno stolido esecutore per oltre 40 anni il presidente Raisi perito (e non compianto) in un incidente mentre tornava in elicottero a Teheran.Intanto appare sempre più chiaro che gli #Usa sono determinati a contenere le mire economiche e geopolitiche della #cina. Mentre #putin e #xijinping si sono incontrati ancora una volta, l'amministrazione #Biden intensifica dazi e sanzioni contro la superpotenza rivale.
L'Arizona e una legge antiabortista vecchia di 160 anni. La musica vietata in Cecenia Scopri il nuovo Toyota C-HR Sostieni Will iscrivendoti alla membership. Abbonandoti con il codice ESSENTIAL15 hai uno sconto del 15% sui piani annuali!
Eclissi di sole totali, parziali e relative teorie del complotto. Poi speciale inni nazionali troppo veloci e musica vietata in Cecenia.See omnystudio.com/listener for privacy information.
Per capire l'attentato di Mosca bisogna sapere cosa è successo in Cecenia negli ultimi trent'anni. Ne parliamo con lo storico Giovanni Savino
L'ascesa al potere di #Putin è iniziata con una serie di attentati devastanti che distrussero condomini abitati da gente comune anche a #mosca.La responsabilità fu attribuita a terroristi ceceni di cui non si è mai trovata traccia e non vi fu mai nessuna rivendicazione credibile. Molte inchieste indipendenti hanno documentato che fossero false flag per fornire all'allora Primo Ministro Putin, un burocrate di quart'ordine sconosciuto ai più, la possibilità di presentarsi all'opinione pubblica con un'immagine di forza e di determinazione. Infatti scatenò immediatamente la seconda guerra in Cecenia con una ferocia mai vista e praticamente rase al suolo la capitale. Ciò gli consentì di vincere le elezioni in #Russia ammantandosi dell'aura da uomo forte che da allora ha coltivato sapientemente grazie ai lacchè.
Giorgio Fornoni"Putinstan"Come la Russia è diventata una stato canagliaChiareletterewww.chiarelettere.itLa spietata analisi del potere in Russia nelle parole di un grande inviato di guerra e giornalista di Report.In nessun luogo come in Russia si avverte in maniera tanto forte e incisiva il peso della storia. Ma non si può comprendere fino in fondo quello che sta succedendo oggi in Ucraina e nel mondo se di quella storia non si sottolinea anche la deriva autoritaria che spesso in Russia ha avuto l'esercizio del potere: dal dispotismo più o meno illuminato degli zar alla rivoluzione bolscevica, dalle purghe di Stalin fino alle recenti velleità neo-imperialiste. Consapevole di questo passato, il reporter Giorgio Fornoni ha percorso i lunghi binari della Transiberiana per capire l'anima più vera di quel che è diventato, secondo la celebre definizione dell'attivista Aleksej Naval'nyi, il «Putinstan».Il risultato è un'inchiesta senza precedenti che attraversa gli orrori e le testimonianze dei gulag sovietici, le rovine di Grozny e i campi profughi della Cecenia, i depositi di armi chimiche delle città segrete sugli Urali, le mille vie del gas che alimentano il potere corrotto e miserabile degli oligarchi. Le speranze di una convivenza pacifica con l'Occidente, dopo decenni di Guerra fredda e di sostanziale stabilità, sono oggi definitivamente crollate, e in questo libro Giorgio Fornoni, ripercorrendo i luoghi di una semisconosciuta geografia della disperazione e del male assoluto, offre un'analisi lucidissima e dettagliata delle infinite e brutali contraddizioni che ancora attraversano la Russia.Giorgio Fornoni è un giornalista e un inviato. Attraverso le sue numerose inchieste in tutto il mondo ha documentato alcune delle più grandi emergenze dei nostri giorni, dalla lavorazione della coca in Perù al traffico di oro nell'ex Zaire, dall'evacuazione della Liberia a quella dell'Angola. Dal 1999 collabora con la trasmissione televisiva Report.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
In questo episodio un coleottero che uccide i tiranni, Gerard Depardieu che balla tutto fatto in Cecenia e una scuola fondata da Salazar per imparare a torturare, assassinare, indagare e spiare. Il protagonista di questo special ha scritto la stele di Rosetta della tirannia, le sue tecniche sono ancora oggi applicate nelle migliori dittature, quelle approvate da 9 dentisti nordcoreani su 10. Così come non puoi parlare di letteratura italiana se non conosci Dante, lo stesso concetto si può applicare all'autocrazia con Salazar. Il portoghese è la guida morale degli psicopatici di oggi. La sua tirannia e' come un concerto reggaeton: martellante, nauseante e spesso finisce che qualcuno si prende una pistolettata. Testi di Antonio Losito. Sostieni il lavoro di Will iscrivendoti alla membership. Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
Una produzione Fondazione Circolo dei Lettori e Storielibere.fm | Sara Giudice in questo episodio di Giornaliste, il podcast realizzato live presso la Fondazione Circolo dei lettori, ci racconta Anna Politkovskaja, giornalista russa uccisa, a quarantotto anni, nel 2006 a Mosca. Icona della libertà di espressione, contro la deriva autoritaria del governo di Putin e le violazioni dei diritti umani in Cecenia. Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
Afghanistan: dal mese prossimo, saloni di bellezza fuori legge. Un altro colpo alle donne afghane. Israele e Palestina: I soldati israeliani si ritirano Jenin e bombardano Gaza. Lunedì è stato il giorno il giorno più caldo nel mondo. Cecenia: Reporter e avvocato russi picchiati prima di un processo di alto profilo. Colombia: il più grande gruppo ribelle fermerà gli attacchi domani in vista di un cessate il fuoco formale. Questo e molto altro nel notiziario di Radio Bullets, a cura di Barbara Schiavulli Se vuoi sostenere l'informazione indipendente www.radiobullets.com/sostienici
#centrodestra le elezioni europee e la mossa di #Salvini @francescomalfetano ; #Cecenia le crudeltà dei #russi contro gli oppositori @marcoventura ; #Primavalle #omicidio il giallo del movente @valeriadicorrado; lo storico giornalista del #Messaggero #Fabriziozampa è morto il ricordo di @gloriasatta
Il notiziario MONDO di Radio Bullets, a cura di Barbara Schiavulli
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Partendo dalle figure di Putin e Zelensky, due leader molto diversi fra di loro, una differenza che ha giocato un ruolo importante nella narrazione del conflitto, cerchiamo di capire come sono cambiate la Russia e l'Ucraina a un anno dall'invasione. Cosa ci dicono gli ultimi discorsi di Putin e cosa significa la sospensione del trattato New Start sulla limitazione delle armi nucleari; cosa sta succedendo all'interno della verticale del potere di Putin, con l'irruzione sulla scena di personaggi "destabilizzanti" come Prigozhin, l'oligarca a capo del gruppo di mercenari della Wagner... La politica ucraina, intanto, è sempre più caratterizzata da un accentramento di potere da parte dell'amministrazione presidenziale. Come è cambiato il sistema di potere in Ucraina? Qual è l'impatto dell'invasione e della mobilitazione sulla società russa? Dopo i primi mesi di proteste, soffocate nella repressione, la società russa sembra sempre più atomizzata e passiva, senza una vera e propria opposizione organizzata né in patria né all'estero difficilmente una mobilitazione dal basso potrà fermare Putin. Così come è molto difficile pensare, almeno nel breve termine, a un cambio di regime. La società ucraina è al tempo stesso sempre più unita ma anche atomizzata dovrà a affrontare un futuro incerto tra milioni di ucraini fuggiti e che forse non toneranno più, le giovanissime vite, molto probabilmente la futura classe dirigente del paese, perse sul campo di battaglia, migliaia di bambini deportati in Russia, e il destino dei cittadini nei territori occupati e le tensioni inevitabili nei territori liberati. Anna Politkovskaja - nei reportage sulla seconda guerra in Cecenia - a un certo punto scrive: "È facile cominciare una guerra, quasi impossibile eliminare tutti i mostri che ha creato". Conversazione con Giovanni Savino - storico, si occupa di nazionalismo russo e della ricezione del passato nella Russia contemporanea. Dopo aver insegnato in Russia, ha dovuto lasciare il paese nei primi giorni di guerra, e ha lavorato all'Università di Parma e ora è alla Federico II - e Oleksiy Bondarenko - insegna Comparative politics all'Università di Warwick (UK). Si occupa di élite, istituzioni informali e rapporti tra centro e regioni in Russia e Ucraina.
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Andrea Nicastro"L'assedio"Solferino Librihttps://www.solferinolibri.it/In un inverno del XXI secolo, quattrocentocinquantamila abitanti di una moderna città europea scoprono che la guerra esiste anche fuori dalle serie di Netflix e assomiglia ancora a quelle del Medioevo. Una violenza inattesa e spietata taglia viveri, acqua, luce, riscaldamento, Internet, telefonini e, ovviamente, uccide. C'è chi scappa, chi resta, chi combatte e chi muore, ma tutti vengono cambiati, nel profondo e per sempre. È il romanzo vero di Mariupol, la città simbolo della resistenza ucraina, raccontato da chi l'ha vissuto. Andrea Nicastro mette in scena personaggi emblematici di entrambe le parti in guerra, le loro vicende si incrociano tra le rovine della città assediata dai russi in un crescendo di distruzione che è psicologica, morale e fisica assieme. Storie vere condivise dall'autore nei giorni dell'assedio, ma anche tratte da diari inediti, interviste, incontri con i sopravvissuti che si trasformano in racconto corale. Nelle pagine si susseguono il fragore delle bombe, l'attesa nei rifugi, l'abbrutimento dei combattimenti, la vitalità come la generosità che permettono di sopravvivere. Un libro che parla dell'orrore senza tempo della guerra e porta alla luce il carattere di un'umanità costretta nell'avversità estrema a scoprirsi codarda e coraggiosa, immorale ed eroica.Andrea Nicastro, inviato speciale del «Corriere della Sera», ha raccontato guerre in Kosovo, Cecenia, Afghanistan, Iraq, Ucraina, crisi e colpi di Stato in Russia, Iran, Libano e Turchia, la tratta dei migranti e il traffico d'organi internazionale. Ha pubblicato Nassiriya, bugie tra pace e guerra (Ed. Riuniti 2006) e Gli Altri siamo noi. Perché tradire l'Occidente scatena il Jihad (Rubbettino 2021). Con Francesca Mineo nel 2019 ha portato in teatro Gli Altri. Storie di burqa, amore e rabbia nel secolo del jihad.IL POSTO DELLE PAROLEAscoltare fa Pensarehttps://ilpostodelleparole.it/
Mi chiamo Michele Marchioni e studio letteratura all'Università della Svizzera italiana. Il libro che vi propongo oggi è La Russia di Putin, di Anna Politkovskaja.Succede, come per il buon vino, che anche i libri abbiano bisogno del tempo necessario per arrivare alla giusta maturazione. Ed eccone uno che, arrivato ai suoi diciotto anni, inizia a sprigionare un sapore del tutto nuovo e inatteso. Pubblicato per la prima volta nel 2004 da Harvill Press, La Russia di Putin è apparso per la prima volta in italiano nel 2005, presso la collana Adelphi, che ora lo ripubblica, in una nuova versione tascabile, insieme ad altri due scritti dell'autrice.Celebre per i suoi reportage sulla seconda guerra di Cecenia e per alcuni importanti lavori di inchiesta sulla violazione dei diritti umani in Russia, Anna Politkovskaja ha dedicato la propria vita alla libertà del giornalismo e alla condanna delle ingiustizie nel proprio Paese, ricevendo importanti riconoscimenti internazionali per il suo impegno critico e per la sua attività di giornalista, pagando con la vita il frutto del proprio lavoro.Delle tre pubblicazioni di Adelphi – che ricordiamo agli ascoltatori: Per questo e Diario russo – La Russia di Putin è sicuramente la più avvincente. Narrata in uno stile chiaro e conciso, l'opera raccoglie diversi interventi giornalistici che danno un'immagine quanto mai completa dei più importanti avvenimenti – pubblici e privati – che hanno contrassegnato i primi vent'anni dell'era Putin.“Il mio” – scrive Politkovskaja – “è un libro di appunti appassionati a margine della vita come la si vive oggi in Russia”. Quello che si viene costruendo nel corso della lettura non è solo un affresco della vita quotidiana del cittadino russo e dei tanti problemi con i quali esso è costretto a confrontarsi, ma è anche una critica lucidissima e articolata delle numerose ingiustizie e delle profonde disuguaglianze che esistono nel Paese.Dalle sregolatezze degli alti ufficiali dell'esercito nei confronti dei propri subordinati, ai crimini di guerra commessi durante la seconda guerra cecena, dal malfunzionamento del sistema giudiziario al razzismo nei confronti delle minoranze etniche, dalla connivenza tra la mafia e lo Stato al resoconto dei maggiori atti terroristici che hanno colpito la Russia contemporanea (l'attentato al teatro Dubrovka e la strage nella scuola di Beslan), Anna Politkovskaja riesce a costruire un racconto personale, che all'indignazione e al sentimento di impotenza davanti a fatti così spropositati, accompagna i tratti di una vera e propria confessione.L'opera non appartiene né alla narrativa né al genere divulgativo, ma contiene i tratti dell'uno e dell'altro, unendo a una mirabile capacità espositiva la ricerca continua della verità dietro alle menzogne della propaganda di Stato.Leggendolo si ha l'impressione che la matassa complicata della storia della Russia contemporanea si vada sciogliendo: che gli eventi pubblici e i fatti privati vadano a trovare la propria collocazione in un preciso sistema di cause ed effetti.La Russia di Putin è un libro di attualità che, nonostante i suoi anni, continua a parlarci del presente; ci aiuta a capire come la Russia è diventata, dopo il crollo dell'Unione Sovietica, il Paese che è oggi. Leggendolo avrete l'impressione di riuscire a ricostruire, punto per punto, il cammino tortuoso che ha segnato il passaggio di potere tra Boris El ‘cin e Vladimir Putin.
L'approfondimento sulla Cecenia a cura di Alexis Paolo Bock.
Canale Youtube: https://www.youtube.com/channel/UC-Idufifk1hamoBzkZngr1wProduzione, Editing e Sound Design - UncleMatt: https://www.instagram.com/unclemattprod/Volete far parte della community e discutere con tanti appassionati come voi? Venite sul nostro gruppo Facebook : https://www.facebook.com/groups/624562554783646/Se volete chiaccherare o giocare con noi, unitevi al server Discord : https://discord.gg/muGgVsXMBWIl nostro Instagram per essere sempre aggiornati sulle novità : https://www.instagram.com/bibliotecadialessandria/?hl=itGruppo Telegram : https://t.me/joinchat/Flt9O0AWYfCUVsqrTAzVcg
È una delle armi più letali mai viste su uno scenario di guerra, pensata appositamente per eliminare nella maniera più rapida e brutale possibile, ogni forma di vita su cui si abbatte. Il suo nome è singolare: si chiama Buratino perché ha una sporgenza che ricorda il lungo naso del burattino di Collodi. Pinocchio. Micidiale evoluzione dell'artiglieria di Mosca schierata nella prima e seconda guerra in Cecenia, in Afghanistan e in Siria ad Aleppo contro i combattenti dello stato islamico. Il Tos1A, questo il suo nome in codice, è un semovente che lancia testate termobariche.
În ediția de astăzi am vorbit despre un nou caz de justiție făcută fără cap, fără nuanțe, fără context și, deci, fără rațiune. Este vorba de cazul unei femei de origine cecenă, fugită din calea persecuțiilor kadiroviților în Ucraina de ceva ani și acum prinsă când intra în România ca refugiat de război. Pe numele ei, cecenii sângerosului Kadirov obținuseră, cu mâna rușilor, un mandat de urmărire prin Interpol. Lipsa de judecată a unei instanțe românești o aduce la un pas de extrădarea în Cecenia, adică de moarte. ---------- Fiind un produs editorial al unor organizații de presă independentă - Dela0 și Centrul de Investigații Media (CIM) - Judecata de Acum se bazează pe suportul financiar al publicului. Ne puteți sprijini cu un abonament lunar prin patreon: www.patreon.com/judecatadeacum ----------- Acest episod este produs și cu susținerea Departamentului de Stat al SUA și Fundatiei Friedrich Naumann pentru Libertate. Opiniile, constatările şi concluziile enunțate în această emisiune sunt ale autorilor şi nu le reflectă neapărat pe cele ale celor două entități.
Anna Politkovskaja, giornalista assassinata a Mosca nel 2006, sapeva molto bene che dicendo ad alta voce ciò che si pensa a volte si paga con la vita. Scriveva anche, in modo accurato, ciò che accadeva in Russia e Cecenia sedici anni fa e che oggi, accade in Ucraina.
L'Ucraina del futuro? Vi basta sfogliare la Cecenia del passato: i bombardamenti, i saccheggi, gli stupri, le torture, le esecuzioni.#LaSveglia per La Notizia
Matteo Zola"Interno Pankisi"Nel Caucaso, dietro la trincea del fondamentalismo islamicoInfinito Edizionihttps://www.infinitoedizioni.it/“Qui niente, non interessiamo a nessuno. Però adesso hanno deciso che la valle si deve sviluppare, vogliono impiantare una centrale idroelettrica. Dicono che è per noi, ma mica è vero. Le ditte son tutte della capitale, il lavoro è per i georgiani, non per noialtri. La valle sarà sfigurata, i turisti non verranno più”.“Perché, adesso ci vengono?”.“Qualcheduno ci viene. Per le montagne, per vederci come viviamo. Non è il massimo, ma è un inizio”.“E non han paura delle barbe? Si legge di tutto da noi”.“Certo che ce l'hanno, ma chi viene qui, viene per l'avventura”.“O per fare un safari tra i poveracci”.“Però almeno vedono che non siamo bestie”.“Vi fanno le foto, e voi in posa con l'abito buono a suonare la dombra. Con la centrale magari ci sarebbe lavoro, qualcosa potrebbe cambiare”.“Per ora è cambiato solo che la polizia ci bastona. Vai a vedere tu stesso, oggi c'è una protesta di quelli che gli vogliono togliere le case e le terre”.Nel Caucaso, dietro la trincea del fondamentalismo islamico ila storia di un uomo, mosso dal desiderio di appartenere a un luogo di cui ormai è straniero, torna nella valle in cui è cresciuto, tra le montagne del Caucaso. Lì ritrova il suo popolo, una minoranza musulmana di origine cecena scossa da tensioni religiose e sociali, e inevitabilmente la sua mente va al passato di quando era ragazzo, un passato in cui la storia personale e quella collettiva si incrociano: le guerre cecene, la diffusione del salafismo, la lenta scomparsa di una comunità e di una cultura.Matteo Zola (Casale Monferrato, 1981), giornalista professionista e professore di Lettere, nel 2010 ha fondato East Journal, quotidiano online di attualità, cultura e società dell'Europa centro-orientale, di cui è direttore responsabile. Già redattore di Narcomafie, collabora con Osservatorio Balcani e Caucaso e ISPI. Ha scritto per numerose riviste e giornali occupandosi di politica internazionale e conflitti etnici. È autore di Congo, maschere per una guerra e curatore di Revolyutsiya. La crisi ucraina da Maidan alla guerra civile.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarehttps://ilpostodelleparole.it/
Ceceno Kadyrov minaccia: "Prenderemo anche Kiev"
Vladimir Vladimirovič Putin, nato a Leningrado (oggi San Pietroburgo) il 7 ottobre del 1952 è il Presidente della Federazione russa. Formatosi nei servizi segreti sovietici, come primo ministro (1999) e presidente della Repubblica (2000, rieletto per il quarto mandato consecutivo nel 2018) è oggi all'attenzione della comunità internazionale per aver scatenato un aggressione contro l'Ucraina, paese libero e democratico. Per Storiainpodcast, la giornalista Anna Zafesova, racconta la sua vita. La giovinezza, la formazione, il comunismo, l'esperienza da Vice sindaco di San Pietroburgo, la nomina a Primo ministro, la successione a Eltzin nella Presidenza della Repubblica, l'economia, la Cecenia e l'ultima guerra contro l'Ucraina: queste le parti del racconto.Anna Zafesova Giornalista e massima esperta in Italia di Russia e Putin, dopo esperienze con diversi giornali sovietici e italiani, dal 1992 scrive per La Stampa ed è analista politica per Il Foglio e Linkiesta. Fino al 2004 è stata corrispondente del quotidiano torinese a Mosca, dal 2005 vive e lavora in Italia. A lei si devono importanti libri tradotti dal russo, come I cinocefali e ha firmato la postfazione de Nel primo cerchio di Aleksandr Solzenicyn (Voland, 2018). Ha scritto recentemente Navalny contro Putin, il primo saggio sull'oppositore russo e sulla fine del putinismo, edito da Paesi Edizioni. In questo saggio, Putin e Navalny sono i due protagonisti di uno scontro politico – ma anche una battaglia culturale e un conflitto generazionale – che trent'anni dopo la fine dell'Urss potrebbe rappresentare tanto una svolta storica quanto un disastro epocale per la Federazione Russa e il suo leader, sempre più isolato nel suo bunker mentre altri poteri interni cercano di sostituirsi a lui.A cura di Francesco De Leo. Montaggio di Silvio Farina.https://storiainpodcast.focus.it - Canale Personaggi------------Storia in Podcast di Focus si può ascoltare anche su Spotify http://bit.ly/VoceDellaStoria ed Apple Podcasts https://podcasts.apple.com/it/podcast/la-voce-della-storia/id1511551427.Siamo in tutte le edicole... ma anche qui:- Facebook: https://www.facebook.com/FocusStoria/- Gruppo Facebook Focus Storia Wars: https://www.facebook.com/groups/FocuStoriaWars/ (per appassionati di storia militare)- Youtube: https://www.youtube.com/user/focusitvideo- Twitter: https://twitter.com/focusstoria- Sito: https://www.focus.it/cultura
Cosa avrebbe detto Anna Politkovskaja dell'invasione russa in Ucraina se non fosse stata assassinata a Mosca con cinque colpi di pistola nel 2007 a cause del suo lavoro di giornalista indipendente? Probabilmente avrebbe detto le stesse cose che disse seguendo per il suo giornale la seconda guerra di Cecenia. Avrebbe raccontato l'orrore delle strage dei civili sotto i bombardamenti russi, attacchi sistematici a obiettivi civili per fiaccare il morale e la resistenza della popolazione. Ne abbiamo parlato in questa puntata di Va pensiero con Anna Zafesova.
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=3031LA NUOVA RUSSIA DI PUTIN RISCOPRE LE RADICI CRISTIANE di Mario Palmaro"I Paesi euro-atlantici stanno ripudiando le loro radici, persino le radici cristiane che costituiscono la base della civiltà occidentale. Essi rinnegano i principi morali e tutte le identità tradizionali: nazionali, culturali, religiose e financo sessuali. Stanno applicando direttive che parificano le famiglie a convivenze di partners dello stesso sesso, la fede in Dio con la credenza in Satana." Pensieri e parole non di un papa o di un cardinale, ma di un uomo politico: Vladimir Putin. Stiamo parlando del presidente della Federazione Russa, l'erede dell'Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche, il colosso comunista fondato sull'ateismo di stato e sulla dittatura del proletariato. Ora la storia, con una beffardo e rapido capovolgimento di scena, ci mostra il leader della Russia che bacchetta il mondo occidentale per la sua deriva relativista, nichilista, atea, omosessualista. Satana, dice in sostanza Putin, non abita più nell'Est cattivo e marxista, ma si è comodamente accomodato nell'Occidente libero e consumista. L'impero del male siamo diventati noi.NO ALLA GLOBALIZZAZIONE DEL MALEUn discorso storico, quello di Vladimir Putin, tenuto il 19 settembre al Valdai International Discussion Club. Un vasto programma che è l'opposto del regime sovietico del quale Putin stesso fece parte. Ma anche l'antitesi dell'Unione Europea, o degli Stati Uniti, o di importanti nazioni sudamericane. Vladimir Putin sa benissimo che nel mondo globalizzato i barbari morali premono alle porte, e vogliono inquinare ogni nazione con leggi e costumi aberranti. Per questo egli dice che "oggi ci occorrono nuove strategie per preservare la nostra identità in un mondo che cambia rapidamente (…)" Nessuna nostalgia per il passato comunista, spiega: "Ci siamo lasciati alle spalle l'ideologia sovietica, e non c'è ritorno"; ma nello stesso tempo no anche "a un liberalismo estremo, all'occidentale.""Senza i valori incorporati nel Cristianesimo e nelle altre religioni storiche – prosegue Putin - senza gli standard di moralità che hanno preso forma dai millenni, le persone perderanno inevitabilmente la loro dignità umana. Ebbene: noi riteniamo naturale e giusto difendere questi valori".FEUERBACH CAPOVOLTO E IL MATERIALISMO LIBERALEL'uomo è ciò che mangia, diceva con una celebre battuta Ludvig Feuerbach, in una sintesi efficacissima del materialismo storico: l'uomo ridotto a materia, svuotato di qualsiasi elemento spirituale, l'uomo senz'anima e tutto stomaco, cioè desiderio istintivo da soddisfare. Dopo settant'anni di mostruoso socialismo realizzato, dopo i gulag e le purghe, dopo milioni di vittime del regime, fa un effetto strano sentire, nel 2013, il presidente della Federazione Russa capovolgere il paradigma di Feuerbach: "Ogni stato deve disporre di forza militare, tecnologica ed economica; ma la cosa prima che ne determinerà il successo è la qualità dei suoi cittadini, la qualità della società: la loro forza intellettuale, spirituale e morale. Alla fin fine, crescita economica, prosperità ed influenza geopolitica derivano da tali condizioni della società." Lezione impressionante per l'Occidente, che ricerca le cause della sua crisi economica non nel disastro morale, ma nei meccanismi stessi dell'economia. Mostrando così il vero volto del liberalismo, che è la prosecuzione del marxismo con altri mezzi. Putin invece dice: sono le qualità morali e spirituali dei cittadini che fanno grande una nazione.LA MORTE DELL'URSS: LE VERE CAUSEPer Vladimir Putin il passato drammatico della Russia è il frutto di una crisi morale: "Abbiamo provato il collasso del nostro stato per ben due volte. L'effetto è stato un colpo devastante ai codici culturali e spirituali della nostra nazione; abbiamo fronteggiato la rottura di tradizioni e consonanza della storia, con la demoralizzazione della società, con una perdita di fiducia e responsabilità. Queste sono le cause radicali dei tanti urgenti problemi che affrontiamo. La questione della responsabilità verso se stesso, verso la società e il diritto, è qualcosa di fondamentale per la vita di ogni giorno come per la vita del diritto". Quindici anni fa mi capitò di incontrare e intervistare Michail Gorbaciov – uomo assai diverso da Putin - e gli chiesi: "Signor Presidente, la sua è la nazione del mondo con il maggior tasso di aborti, se ne4 praticano un milione all'anno: cosa pensa di fare?" Gorbaciov rispose: "Se non sapremo uscire da questa crisi morale, non ci risolleveremo".In Europa "la political correctness ha raggiunto tali eccessi – dice il Presidente - che ci sono persone che discutono seriamente di registrare partiti politici che promuovono la pedofilia. In molti Paesi europei la gente ha ritegno o ha paura di manifestare la sua religione. Le festività sono abolite o chiamate con altri nomi; la loro essenza (religiosa) viene nascosta, così come il loro fondamento morale. Sono convinto che questo apre una strada diretta verso il degrado e il regresso, che sbocca in una profondissima crisi demografica e morale. (…) E cos'altro se non la perdita della capacità di auto-riprodursi testimonia più drammaticamente della crisi morale di una società umana? Oggi la massima parte delle nazioni sviluppate non sono più capaci di perpetuarsi, nemmeno con l'aiuto delle immigrazioni." Parole sante. Forse l'Europa avrebbe bisogno di un politico come Vladimir Putin.CHI È PUTIN?Ma chi è realmente quest'uomo? Nato il 7 ottobre del 1952 a San Pietroburgo, forse di antiche origini vicentine, Putin visse un'infanzia povera: il nonno era cuoco di Lenin e Stalin, il padre sommergibilista nella marina sovietica. Putin è stato membro del Partito comunista, colonnello del KGB, collaboratore per cinque anni della Stasi a Dresda. Fu indubbiamente un ingranaggio della macchina sovietica. La svolta nel 1997, quando Boris Elstin lo chiama a collaborare con lui. Dal 2000 al 2008 diviene presidente della Federazione Russa, e il 7 maggio 2012 ottiene un nuovo mandato presidenziale con oltre il 60% dei consensi contro il 17% raccolto dal candidato comunista. Nel 1983 Putin convolò a nozze con Ljudmila Škrebneva, dalla quale ha avuto due figlie. Quest'anno la coppia ha divorziato.Oggi Vladimir Putin è un cristiano praticante. Nonostante il padre fosse un militante ateo, la madre di Putin era una devota credente ortodossa. Pur non avendo icone dentro la propria casa, la donna frequentava regolarmente la Chiesa, battezzò segretamente Vladimir ed era solita portarlo con lei in chiesa. Pare che la "conversione"di Putin ebbe luogo dopo un grave incidente stradale che coinvolse la moglie nel 1993. Putin divenne ancora più devoto dopo che nell'agosto 1996 la sua dacia prese fuoco rischiando di uccidere gli occupanti.ODIATO DAI MASS MEDIA OCCIDENTALIVladimir Putin è molto odiato dai giornali e dalle Tv occidentali, che ne offrono un'immagine rozza e violenta. Viste le sue idee, non c'è da stupirsi di tale mistificazione. Nel 2011 Putin ha annunciato misure economiche per la natalità, e la Duma – il parlamento russo – ha varato una legge restrittiva sull'aborto. Nella primavera di quest'anno Putin ha varato la legge contro la propaganda anche via Web di orientamenti sessuali non tradizionali in presenza di minori. Una legge contro la propaganda gay, che ha fatto infuriare il media system occidentale.E' difficile capire fino in fondo l'uomo Putin: un deciso interventista nella guerra in Cecenia, un appassionato di judo che però è contrario a ripristinare la pena di morte perché, dice, "lo stato non può sottrarre a Dio il diritto di togliere la vita". Un uomo che nel 2000 cambiò con una legge il testo dell'inno russo: Putin confermò la bellissima melodia di Aleksandrov, ma eliminò tutti i riferimenti a Lenin e al PCUS. Al loro posto introdusse i versi che recitano: "Russia, nostra santa patria! Russia, nostro amato paese! Una volontà forte, una grande gloria, sono il tuo patrimonio da sempre!» (…) Dai mari meridionali alla regione polare si stendono le nostre foreste e i nostri campi. Tu sei unica nel mondo, inimitabile, terra natia protetta da Dio!"
Rusia lansează noi amenințări către țările care ajută cu armament Ucraina și acuză direct România că ar permite folosirea aeroporturilor de către forțele aeriene ucrainene. Prețul petrolului a sărit de 139$ barilul, atingând cel mai înalt nivel din ultimii 14 ani. Germania se opune embargoului asupra gazelor, petrolului şi cărbunelui din Rusia. Un preot rus a fost arestat după slujba din Duminica Iertării pentru că a predicat împotriva războiului. Daniel Pancu a încercat să-și ceară scuze după ce a spus că în Cecenia„poți să omori femeile oricând” și a numit asta o „păstrare a tradițiilor”, dar nu prea a reușit. Cristian Tudor Popescu este dezamăgit de ucraineni care își părăsesc țara de frica războiului. Tema muzicală: Jester Of No Court - Solidarity Forever
Leonardo Monaco, fundraiser con la passione per le cause civili e politiche. Segue dalla sua nascita il progetto di Meglio Legale, è consulente in altre realtà tra cui Associazione Luca Coscioni e Open Arms. Yuri Guaiana è responsabile delle campagne senior di All Out e vive a Milano. Ha guidato il lavoro di All Out contro la repressione anti-gay in Cecenia ed è stato detenuto a Mosca con attivisti russi, mentre cercavano di consegnare 2 milioni di firme di petizione alle autorità russe.
"Pankisi è luoghi turbolenti. Pankisi è particolarmente famosa tra chi cerca armi speciali: fucili da cecchino, tutto ciò che spara con silenziatore, dispositivi per visione notturna…" Scriveva così sulla Novaya Gazeta la giornalista russa Anna Politkovskaja. Era il 14 ottobre 2002. La valle di Pankisi dista poco più di 150km da Tbilisi e una trentina dalla Cecenia. Nel 2001, finisce sui giornali di tutto il mondo. La Georgia viene pubblicamente accusata dalla Russia di favoreggiamento del terrorismo internazionale perché quella valle, abitata oggi da circa 6.000 anime, sembra sia diventata il quartier generale dei più ricercati terroristi ceceni e caucasici. La puntata di oggi racconta un pezzetto del grande caos di guerre, conflitti, proteste e rivolte che hanno insanguinato il Caucaso negli anni ‘90 e primi anni 2000. Cemento è un podcast di Angelo Zinna e Eleonora Sacco. La sigla è di MAV. Se non lo hai ancora fatto iscriviti alla nostra newsletter per ricevere fonti, aggiornamenti e consigli di lettura sui temi di ogni puntata. Vuoi parlare con noi dell'argomento che abbiamo trattato in questa puntata? Entra nel gruppo Facebook di Cemento, siamo contenti di proseguire la discussione! Saremmo felici di sentire il tuo feedback, se i social non fanno per te puoi contattarci rispondendo a questa mail. Ci trovi, ovviamente, anche su Instagram.
Amsterdam, la zona a luci rosse spostata fuori città per "decoro" e per avere un "turismo d'elite". In Francia diminuiscono i femminicidi, ma sono comunque 90 le donne uccise da partner ed ex nel 2020. In Argentina nel solo mese di gennaio sono state uccise 26 donne. Zimbabwe: arrestate due attiviste e una parlamentare dell'opposizione. Usa: Pete Buttiegieg è il primo ministro dichiaratamente gay. Arrestata una coppia omosessuale sfuggita alle persecuzioni in Cecenia: ora sono accusati di terrorismo.
Amsterdam, la zona a luci rosse spostata fuori città per "decoro" e per avere un "turismo d'elite". In Francia diminuiscono i femminicidi, ma sono comunque 90 le donne uccise da partner ed ex nel 2020. In Argentina nel solo mese di gennaio sono state uccise 26 donne. Zimbabwe: arrestate due attiviste e una parlamentare dell'opposizione. Usa: Pete Buttiegieg è il primo ministro dichiaratamente gay. Arrestata una coppia omosessuale sfuggita alle persecuzioni in Cecenia: ora sono accusati di terrorismo.
TESTO DELL'ARTICOLO ➜http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6353QUANTO E' STUPIDO IL DIRITTO ALLA BLASFEMIA RIVENDICATO DA MACRON di Rodolfo CasadeiSpiace dover criticare chi è stato e continua essere vittima dell'odio, della cattiveria e del fanatismo jihadista, ma ogni giorno che passa diventa sempre più probabile che la stupidità e l'arroganza di Charlie Hebdo e del presidente Emmanuel Macron stiano per regalare all'islamismo - cioè all'islam politico di Erdogan e del Millî Görüş, dei Fratelli Musulmani, della teocrazia iraniana, del Jamaat el Islami del subcontinente indiano - la sua più grande vittoria politica a livello internazionale, che avrà conseguenze nefaste per la libertà in Europa. L'ostinazione di Macron a rivendicare il "diritto alla blasfemia" come un fondamentale diritto umano che la Francia promuove e protegge e l'esercizio di tale asserito diritto da parte del sopra citato periodico che ha ripubblicato le vignette su Maometto all'inizio di settembre e poi più recentemente una su Erdogan che evoca il Profeta mentre compie un atto licenzioso hanno prodotto una situazione inedita. Forse per la prima volta terroristi jihadisti, governi e forze politiche islamiste, autorità istituzionali islamiche, governi di paesi musulmani che islamisti non sono e musulmani della strada si ritrovano tutti uniti nell'obiettivo di ottenere che la Francia cambi le sue leggi e le sue abitudini in materia di libertà di espressione. E, purtroppo per tutti, ci riusciranno. Risultato che sarà probabilmente solo l'inizio di un processo di trasformazione delle leggi europee in senso illiberale.RIUNIRE I NEMICIMacron e Charlie Hebdo sono riusciti nell'impresa di coagulare in unico fronte ciò che era separato e in alcuni casi contrapposto. Tutte le componenti della costellazione islamica in questo momento hanno interesse a piegare la Francia: i jihadisti, sconfitti militarmente in Medio Oriente, potrebbero dimostrare che il ricatto terroristico funziona in terra europea; Erdogan, che ha usato i toni più duri contro Macron e più vittimisti riguardo alla condizione dei musulmani europei, dimostrerebbe che quando scende in campo come rappresentante degli interessi dei musulmani che vivono in Europa il risultato è un successo; il musulmano della strada, in Europa come nel Dar-al-Islam, assaporerebbe la rivincita dell'umiliato che è riuscito a piegare i potenti che disprezzando la sua fede disprezzano lui; i governi arabi non islamisti e le autorità religiose pro-establishment come al-Azhar dimostrerebbero che si può difendere efficacemente l'islam anche perseguitando i Fratelli Musulmani (governi) o restando al servizio dei governi che li perseguitano (autorità islamiche ufficiali). Nessuno dimentichi che Ahmed al-Tayeb, lo sceicco di Al-Azhar, ha condannato l'omicidio del docente francese Samuel Paty come anti-islamico, ma ha aggiunto che «insultare le religioni e attaccare i loro simboli sacri sotto la bandiera della libertà di espressione costituisce un doppio standard dal punto di vista intellettuale e un aperto invito all'odio». "Doppio standard" significa che non si può respingere il terrorismo delle armi (jihadista) se non si respinge anche il terrorismo intellettuale delle vignette blasfeme: al-Tayeb mette le due cose sullo stesso piano.COSA SUCCEDERÀ ADESSOIl film delle settimane a venire è facile da pronosticare: il governo francese presenta la sua legge contro il "separatismo" destinata a colpire le moschee e i centri di scolarizzazione islamisti in Francia, le proteste e i boicottaggi contro Parigi nel mondo islamico raddoppiano di intensità, nuovi attentati terroristici colpiscono il territorio francese, i paesi riuniti nell'Organizzazione della Conferenza islamica condannano gli attentati ma chiedono alla Francia di ritirare la sua legislazione islamofoba e di legiferare contro la blasfemia, altrimenti saranno costretti a prendere provvedimenti contro i cittadini e le merci francesi. L'Europa dichiarerà la sua solidarietà con Parigi, ma non farà nulla per passare dalle parole ai fatti: in Germania vivono 5 milioni di musulmani di cui 2 milioni con la cittadinanza tedesca. Mentre gli Usa non simpatizzano affatto per la laicità alla francese, soprattutto gli esponenti dell'establishment progressista. Come ha scritto su Le Figaro l'esperto di jihadismo Hugo Micheron: «C'è una stampa influente e "progressista", incarnata dal New York Times e dal Washington Post, che sembra fare molta fatica a pensare il problema jihadista - questo aggettivo non appare mai negli articoli sugli attacchi terroristici! Con un ribaltamento della realtà, la responsabilità della violenza è imputata non agli islamisti, ma al modello repubblicano francese, un'interpretazione che riecheggia la vulgata diffusa dalla Turchia di Erdogan o dalla Cecenia di Kadyrov».IL DISCORSO DI BENEDETTO XVI A RATISBONALa stampa e l'establishment liberal americano per lo più fanno la stessa cosa che fecero quindici anni fa in occasione delle violenze seguite al discorso di Ratisbona di Benedetto XVI: puntano il dito non contro chi ha fatto ricorso alla violenza per protestare contro la manifestazione di un pensiero (allora venne uccisa una suora in Somalia e furono attaccate chiese in Palestina e in Iraq), ma contro chi ha manifestato il pensiero al quale gli estremisti hanno reagito con violenze e minacce. Per i progressisti made in Usa i musulmani non vanno provocati perché godono dello statuto di vittime (del colonialismo e del pregiudizio etnico e religioso); ma più in generale né un presidente Trump né un presidente Biden prenderebbero mai le difese del "diritto alla blasfemia" rivendicato da Macron che ha coagulato l'indignazione e la reazione di tutto il mondo islamico, perché gli Usa hanno bisogno della Turchia per contenere la Russia e hanno bisogno dell'Arabia Saudita per tenere sotto scacco l'Iran.Ma più che col cinismo e con l'incapacità di comprendere dei liberal americani Macron se la deve prendere con se stesso, perché le condizioni per l'inversione delle responsabilità, con la Francia vittima di ripetuti sanguinosi attentati jihadisti trasformata in carnefice dei musulmani che la abitano, le ha create lui provocando il cortocircuito fra le leggi vigenti che vogliono impedire l'islamizzazione dello spazio pubblico, quelle che lui vuole introdurre per combattere il "separatismo" di alcune componenti musulmane della popolazione e la rivendicazione della legittimità della blasfemia anti-islamica. Non c'è bisogno di essere musulmani per sentire che qualcosa stride quando lo Stato francese, dopo aver vietato negli anni scorsi l'hijab nelle scuole e il niqab e i burka in pubblico (mentre alcune amministrazioni locali vietano anche il burkini in spiaggia e nelle piscine), si appresta ora a vietare il velo in tutte le aziende destinatarie di appalti pubblici, ad abolire la scuola parentale (praticata da un certo numero di famiglie musulmane) e a negare agli imam formati all'estero e pagati da autorità straniere di esercitare in Francia, e nel mentre che introduce questi divieti che hanno l'obiettivo di ostacolare la diffusione dell'islamismo, la massima autorità di Francia difende la libertà illimitata di bestemmiare il profeta e il Dio dei musulmani. Chi glielo spiega ai musulmani - di tutto il mondo - che la Francia non ce l'ha con loro?OTTUSITÀ LAICISTAIl futuro, come dicevamo, è segnato: la Francia dovrà cedere e fare per la ragione sbagliata quello che avrebbe dovuto fare tempo fa per la ragione giusta. In tutti i paesi del mondo la libertà di espressione ha dei limiti fissati dalla legge, in particolare quando l'espressione diventa offensiva, e non si capisce in base a quale logica il sentimento religioso dovrebbe essere l'unico sentimento umano verso il quale le offese sono sempre permesse. Ma il cedimento in questa particolare circostanza avrà due conseguenze catastrofiche: consacrerà Recep T. Erdogan come protettore dei musulmani che vivono in Europa e spianerà la strada ad altri cedimenti che avverranno con la stessa dinamica del primo. Il quadrilatero terroristi-Erdogan-piazze musulmane-al-Azhar funzionerà alla perfezione, ogni componente rafforzando le altre tre spontaneamente, senza nessuna intesa previa. L'ottusità presuntuosa dei laicisti ci ha portato qui. Titolo originale: Quanto è stupido il diritto alla blasfemia rivendicato da MacronFonte: Tempi, 5 novembre 2020Pubblicato su BastaBugie n. 690
Germania, il governo approva una strategia per le pari opportunità. Russia: attivista perseguitata per i suoi disegni sulla vagina, rischia 6 anni di carcere. Gelato Arcobaleno accusato di propaganda gay. E a Mosca, “non interessa il film sulle persecuzioni dei gay” in Cecenia. Perù, quasi 2500 donne scomparse in 6 mesi. Stati Uniti, per la prima volta una donna nei Berretti Verdi. Thailandia: in arrivo la legge sui matrimoni gay
Ucraina, 6346 medici positivi al coronavirus: è un sesto di tutti i contagiati / Cecenia: la madre di una ragazza morta si scusa con Kadyrov per le sue parole sulla violenza domestica / Trovati più di 500 cuccioli di cane su un aereo ucraino, 38 di loro sono morti / Russia, al via il voto sugli emendamenti alla Costituzione
Siamo a 25 km da Tbilisi, in Georgia. Non ci sono luci, è notte; la notte tra il 15 e il 16 Ottobre 2000. È una stradina come tante, una strada che parte da Tbilisi e va verso il confine con l'Armenia. Una strada come tante, ma c'è una differenza. Su quella stradina di campagna c'è il corpo di un uomo. Non è un cittadino georgiano, ma è un italiano. Probabilmente un turista. La polizia georgiana pensa a un brutto episodio di criminalità, crede di averne la conferma quando raggiunge la casa della vittima, a Tbilisi. Quando comunicano la notizia all'Italia però qualche dubbio comincia a nascere. Il corpo ritrovato nella campagna di Tbilisi non è un turista. È un reporter freelance che lavora molto spesso per Radio Radicale. Sui suoi documenti non c'è scritto “Giornalista” perché non ha mai voluto iscriversi all'ordine. Ha 40 anni, e si chiama Antonio Russo Nel suo ultimo intervento pubblico Antonio Russo aveva parlato della possibilità che in Cecenia si utilizzassero proiettili all'uranio impoverito, causando oltre alle morti dirette degli spari anche danni all'ambiente. In una telefonata alla madre parlava di una videocassetta che mostrava torture e violenze dei reparti militari russi ai danni della popolazione cecena. Antonio Russo non era esattamente un tipo da scrivania. Aveva raccontato direttamente dai territori di cui stava parlando, aveva sempre scelto di mescolarsi: in Ruanda e Burundi durante i massacri hutu e tutsi; in Algeria, quando uomini, donne e bambine venivano sgozzati; a Sarajevo, quando i cecchini freddavano i civili al mercato. Radio Radicale l'aveva inviato anche in Kosovo, dove – unico giornalista occidentale presente nella regione durante i bombardamenti NATO – rimase fino al 31 marzo 1999 per documentare la pulizia etnica contro gli albanesi cossovari. Nel corso di quelle settimane collaborò anche con altri media e agenzie internazionali. In quell'occasione fu protagonista di una rocambolesca fuga dai rastrellamenti serbi, unendosi a un convoglio di rifugiati kosovari diretto in treno verso la Macedonia. Il convoglio si fermò durante il percorso e Antonio Russo raggiunse Skopje a piedi: di lui non si ebbero notizie per due giorni, nei quali lo si diede per disperso. Il materiale di quella fuga rocambolesca non venne mai venduto a nessuno, ma consegnato al Tribunale sulla ex-jugoslavia, per documentare la pulizia etnica dei generali di Milosevic. Marco Pannella lo aveva definito «Un radicale che fa il giornalista, non un giornalista che fa il radicale». Il suo nome compare nella lapide dei martiri ad Arlington, nel museo della stampa di Washington, assieme a quello di altri giornalisti scomparsi in servizio. Ci risentiamo alle 8:00 di Lunedì prossimo. Se un ribelle spento passa il testimone, siamo pronti a prenderlo?
1- Per ora nessuna fase due, adesso Boris Johnson chiede pazienza ai britannici...( Emanuele Valenti) ..2-Germania: Un giovane virologo e le relazioni storiche con la Cina le chiavi del successo contro il coronavirus. ( Luisa Nannipieri) ..3- Stati Uniti. Donald Trump annulla gli incontri con la stampa. La decisione sarebbe legata ..sulle affermazioni del presidente in cui aveva ipotizzato un trattamento attraverso iniezioni di disinfettante. ( Roberto Festa) ..4-Poche risorse e tanta creatività. La striscia di gaza esporta mascherine nel paesi vicini...( Francesca Abruzzese) ..5-Diritti umani al tempo del Covid19: il regime ceceno colpevolizza i contagiati che ora temono di chiamare i medici. Minacce di morte alla giornalista russa che ha denunciato le derive del presidente Kadirov. ( Riccardo Noury – Amnesty Italia) ..6-Serie TV: Su Netflix al via le nuove stagioni di Sqam Italia e Summetime. ( Alice Cucchetti – Film TV)
1- Per ora nessuna fase due, adesso Boris Johnson chiede pazienza ai britannici...( Emanuele Valenti) ..2-Germania: Un giovane virologo e le relazioni storiche con la Cina le chiavi del successo contro il coronavirus. ( Luisa Nannipieri) ..3- Stati Uniti. Donald Trump annulla gli incontri con la stampa. La decisione sarebbe legata ..sulle affermazioni del presidente in cui aveva ipotizzato un trattamento attraverso iniezioni di disinfettante. ( Roberto Festa) ..4-Poche risorse e tanta creatività. La striscia di gaza esporta mascherine nel paesi vicini...( Francesca Abruzzese) ..5-Diritti umani al tempo del Covid19: il regime ceceno colpevolizza i contagiati che ora temono di chiamare i medici. Minacce di morte alla giornalista russa che ha denunciato le derive del presidente Kadirov. ( Riccardo Noury – Amnesty Italia) ..6-Serie TV: Su Netflix al via le nuove stagioni di Sqam Italia e Summetime. ( Alice Cucchetti – Film TV)
Afghanistan: almeno 100 talebani verso il rilascio. Egitto: Rapporto Human Rights Watch sulle torture ai minori nelle carceri. Somalia: Amnesty International accusa gli Stati Uniti di aver ucciso civili. Il Turkmenistan vieta l’uso della parola coronavirus e minaccia di arrestare chiunque indossi una mascherina. Sudafrica: proiettili di gomma contro chi sfida le misure restrittive di movimento. India: la fame spaventa milioni di persone in lockdown. Il presidente filippino: “sparate a tutti quelli che violano il blocco”. El Salvador: il lockdown fa cadere il tasso di omicidi. Clima: Cop26 rimandato al 2021. Questo e molto altro nel webnotiziario di Radio Bullets, a cura di Barbara Schiavulli
Coronavirus nell'Est Europa e nel Caucaso: Ucraina, Russia, Cecenia, Azerbaigian
Kiosk torna con una nuova puntata, la quarta della stagione. Partiamo dalla stretta attualità dell'invasione turca del Kurdistan siriano, che minaccia la fine non solo di una, ma delle diverse culture che hanno segnato per secoli questa terra di antichissima convivenza fra fedi ed etnie, raccontando ovvero perché' tutti noi – e parliamo dell'Italia – c'entriamo assai più di quanto molti credano in questa guerra: ovvero dell'export di materiale bellico italiano, che non si ferma e che oggi arma le mani dei carnefici. Nostro ospite, Giorgio Beretta, analista del commercio internazionale e nazionale di sistemi militari e di armi comuni, che svolge la sua attività di ricerca per l'Osservatorio permanente sulle armi leggere e politiche di sicurezza e difesa (Opal) di Brescia che fa parte della Rete italiana per il disarmo (Rid).Nella seconda parte, invece, abbiamo ricordiamo una figura troppo spesso dimenticata: quella del giornalista di Radio Radicale Antonio Russo, scomparso 19 anni fa esatti, il 16 ottobre del 2000, ucciso a sangue freddo da sicari a causa del suo impegno in prima linea nel denunciare la guerra e la violenza in Cecenia. A lui dedichiamo questa puntata, nella speranza di portare un piccolo lume nel grande silenzio, anche giudiziario, che attornia questa figura e la sua tragica fine. Insieme a noi, per raccontare la sua storia, Roberto Spagnoli, vice caporedattore di Radio Radicale e autore di Passaggio a Sud Est, un programma che è un riferimento imprescindibile nel panorama mediatico italiano per quel che riguarda i paesi che seguiamo anche noi a Kiosk.#siria #antonio-russo #armi
Durante la puntata numero 23, l'edicola mobile di Kiosk si muove tra attualità e anniversari importanti. Iniziamo la puntata parlando di un evento importante in programma questa domenica 31 marzo: le elezioni presidenziali in Ucraina.A cinque anni dalle proteste divenute note come EuroMaidan e dalla fuga dell'allora presidente Viktor Yanukovich, l'Ucraina si appresta ad un nuovo passaggio che in molti considerano cruciale. Ne parliamo con Claudia Bettiol e Oleksiy Bondarenko.Successivamente, torniamo a parlare della situazione lungo la rotta balcanica. A tre anni dall'accordo tra Unione Europea e Turchia, siglato nel marzo 2016, qual è la situazione delle persone che si muovono lungo la rotta? Ce ne parla Silvia Maraone, responsabile progetti sulla rotta balcanica di Caritas e Ipsia/Acli.Parliamo ancora di anniversari, ricordando un evento avvenuto il 24 marzo 1999. Sono infatti passati vent'anni dall'inizio dei bombardamenti NATO su Serbia e Kosovo. Come si ricordano oggi quegli eventi? In che modo le persone si rapportano al trauma delle bombe? Ce lo racconta Giorgio Fruscione, parlandoci dei reportage realizzati insieme a Matteo Tacconi.Infine, parliamo di una sentenza che ha recentemente coinvolto l'attivista ceceno Ojub Titiev, condannato a quattro anni di colonia penale per presunto possesso di droga. Questo caso, non isolato, sembra essere fabbricato ad hoc per impedire al famoso attivista di continuare la sua attività in Cecenia.
Il notiziario dal mondo a cura di Barbara Schiavulli e Cecilia Ferrara
Il notiziario dal mondo a cura di Barbara Schiavulli
Nella puntata numero 12, la prima del 2019, Kiosk viaggia tra la Russia e l'Europa centro-orientale.Si parte dalla Russia, per parlare del “meccanismo di Mosca”. Uno strumento previsto l'Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa che prevede l'istituzione di una commissione di esperti indipendenti per indagare su un determinato tema. Invocato solo sette volte in passato, questa volta il meccanismo è servito per lanciare un'indagine relativamente alla situazione della comunità LGBT nella repubblica russa della Cecenia, che nel 2017 fu teatro di sparizioni, omicidi e torture nei confronti di centinaia di cittadini ceceni omosessuali. Yuri Guaiana, attivista per la ong All Out, ci aiuta a capire di più su questa indagine e sull'importanza per il movimento LGBT e per tutto il movimento per i diritti umani.Ci spostiamo in Ungheria, dove si continua a protestare contro la cosiddetta “Legge sulla schiavitù”. La normativa consente ai datori di lavoro di chiedere 400 ore di straordinari all'anno e dà loro la possibilità di pagare le ore extra entro 3 anni. L'approvazione della legge e il rifiuto di discutere gli emendamenti presentati dall'opposizione hanno dato il via a enormi proteste di massa. Il governo Orbán vacillerà?Sempre in Ungheria, le autorità hanno rimosso il monumento in bronzo dedicato ad Imre Nagy da piazza dei Martiri, di fronte al parlamento ungherese, per ricollocarlo a piazza Jaszai Mari. Nagy è considerato dalla maggior parte degli ungheresi un eroe nazionale e fu primo ministro durante larivoluzione del 1956. La sua figura, è parte integrante dell'identità e della memoria storica dell'Ungheria contemporanea. Insieme a Matteo Zola, direttore responsabile di East Journal, cerchiamo di capire le motivazioni politiche di questo gesto.Facciamo un altro tuffo nel passato per ricordare Simcha Rotem Ratajzer, l'ultimo sopravvissuto tra coloro che parteciparono alle rivolte del ghetto di Varsavia.Infine, torna l'appuntamento con la nostra amatissima rubrica “Polveriera balcanica”.PLAYLIST• Idoli - Kenozoik | https://www.youtube.com/watch?v=mN21_LXq1K0• Motorama - Lottery | https://www.youtube.com/watch?v=tBurYDJpA9Q• Arkadij Kots - Byt' rabočim ne stydno | https://www.youtube.com/watch?v=BM58f7U-PS0• Pankow - Rock ‘n' roll im Stadtpark | https://www.youtube.com/watch?v=rNC1hld2e4A• Klezmafour - evet evet | https://www.youtube.com/watch?v=5K_cX8O_E60
Torna la nostra rubrica dedicata al gioco di ruolo condotta da Giulia Cursi.Tanti i temi e le new legate a questo tema, questa settimana legate in particolare al rispetto dell'inclusione.Due i temi selezionati oggi.Torniamo a parlare di Lamentation of the Flame Princess. Stuart Robertson, designer del logo OSR, prende posizione in merito a chi utilizza il logo della Old School Reinassance diffondendo contenuti misogini e contro minoranze e diversità.Per approfondire:- Il tweet originale di Robertson https://twitter.com/stuartdraws/status/1063235167265935360I problemi di Vampire 5ed con la Cecenia e con la comunità LGBTQ, un esempio di come non affrontare questi temi delicati nei giochi di ruolo dell'anno 2018.Per approfondire:- [UPDATED] L'era dei Vampiri politically correct: impazza la polemica su White Wolf https://www.player.it/giochi-di-ruolo/362051-vampiri-politically-correct-white-wolf.htmlPotete come sempre supportarci su Patreon: https://www.patreon.com/ildadoincantato
Torna la nostra rubrica dedicata al gioco di ruolo condotta da Giulia Cursi. Tanti i temi e le notizie legate a questo tema; questa settimana legate, in particolare, al rispetto dell’inclusione. Scaletta Torniamo a parlare di Lamentations of the Flame Princess. Stuart Robertson, designer del logo “OSR”, prende posizione in merito a chi utilizza il logo della Old School Renaissance diffondendo contenuti misogini, contro le minoranze e la diversità. https://twitter.com/stuartdraws/status/1063235167265935360 I problemi di Vampiri: La Masquerade, 5ª edizione con la Cecenia e con la comunità LGBTQ. Un esempio di come non affrontare questi temi delicati nei giochi di ruolo dell’anno 2018. https://www.player.it/giochi-di-ruolo/362051-vampiri-politically-correct-white-wolf.html Questa puntata è ospitata su “Geecko on the Air” per gentile concessione di Giulia Cursi e dello staff de “Il Dado Incantato”. Crediti Voce e testi: Giulia Cursi. Editing audio: Il Dado Incantato. Copertina: © 2018 Il Dado Incantato. Contatti E-mail: info@geeckoontheair.eu. Patreon: patreon.com/geeckoontheair.
Il viaggio di Kiosk parte da un evento politico: le elezioni in Bosnia-Erzegovina che si sono tenute lo scorso 7 ottobre. Milorad Dodik è ritenuto il vero vincitore, ma come sono andate le cose? È sempre difficile dirlo in un sistema così disfunzionale.Le elezioni però non sono l'unico motivo per cui la Bosnia Erzegovina è riapparsa ultimamente sui media mondiali. C'è infatti un caso che sta avendo parecchia risonanza e che potremmo considerare l'equivalente bosniaco del Caso Cucchi. È la storia di David Dragicevic, un ragazzo di 21 anni ucciso sei mesi fa nel capoluogo della Republika Srpska, Banja Luka, in circostanze ancora sconosciute. Da allora ogni giorno sono molti i cittadini bosniaci che chiedono verità e giustizia per lui.Ci spostiamo poi sulla linea di conflitto che collega, o separa, Mosca e Costantinopoli: è infatti in corso una rottura in seno alla Chiesa Ortodossa. Claudio Geymonat, coordinatore di Riforma.it, racconta a Kiosk il significato di questo scontro. Quali scenari si aprono?Continuano intanto le proteste in Inguscezia, nel Caucaso del Nord, proteste che scaturiscono da uno scambio di territori con la vicina repubblica di Cecenia, stabilito il 4 ottobre. Si tratta di un accordo molto favorevole alla Cecenia, che alcuni insinuano sia avvenuto sotto imposizione, o comunque pressione, di Mosca, per favorire la Cecenia il cui presidente Ramzan Kadyrov è un fedelissimo alleato di Putin. A fare le spese di questa tensione è stato anche l'attivista e ricercatore di Amnesty International Oleg Kozlovski, rapito e picchiato da – pare – membri della sicurezza locale. Riccardo Noury, portavoce di Amnesty Italia, fa il punto della sua situazione.In Serbia, l'arrivo della catena di supermercati LIDL ha creato grande attesa popolare e lunghe code. È un vero miglioramento per i consumatori o siamo davanti a un'assimilazione al modello europeo-tedesco? Da Belgrado, il vicedirettore di East Journal Giorgio Fruscione parla di una situazione tragicomica.Giulietto Chiesa, editorialista di Sputnik Italia, si aggiudica il primo premio "Polveriera balcanica". Di cosa si tratta? Scopritelo con noi!In Armenia si è dimesso il primo Ministro Nikol Pashinyan, protagonista della "rivoluzione di velluto" del 2018. Una notizia annunciata, ma che impone riflessioni insieme a Simone Zoppellaro, che condurrà la prossima puntata di Kiosk.PLAYLIST• Bajaga i Instruktori - Pada vlada | https://www.youtube.com/watch?v=3_7fYTObkrw• S.A.R.S. feat Dialup Lama - Mir u svetu | https://www.youtube.com/watch?v=kGh75lOmEkg• David Dragicevic – Klinac iz geta | https://www.youtube.com/watch?v=-iJxUANUYgo• ZOSTER - Ko je jamio | https://www.youtube.com/watch?v=gVt26U5dF2k
SPECIALE ALL YOU NEED IS POP 2017 . Dibattito sui Diritti Umani in Cecenia - ospiti: Irena Brezna, Zaynap Gashaeva, Riccardo Noury - a cura di DANILO DE BIASIO
SPECIALE ALL YOU NEED IS POP 2017 . Dibattito sui Diritti Umani in Cecenia - ospiti: Irena Brezna, Zaynap Gashaeva, Riccardo Noury - a cura di DANILO DE BIASIO
Yuri Guaiana, attivista dell’associazione radicale Certi Diritti, era stato fermato ieri mattina dalla polizia a Mosca mentre stava raggiungendo la Procura generale russa per depositare una raccolta firme per una petizione contro il trattamento e la persecuzione degli omosessuali in Cecenia. Ieri pomeriggio è stato rilasciato e accompagnato all’aeroporto per tornare in Italia. Ne parliamo con Leonardo Monaco, segretario di Certi Diritti.
Yuri Guaiana, attivista dell’associazione radicale Certi Diritti, era stato fermato ieri mattina dalla polizia a Mosca mentre stava raggiungendo la Procura generale russa per depositare una raccolta firme per una petizione contro il trattamento e la persecuzione degli omosessuali in Cecenia. Ieri pomeriggio è stato rilasciato e accompagnato all’aeroporto per tornare in Italia. Ne parliamo con Leonardo Monaco, segretario di Certi Diritti.
1-“Cancellare la riforma sanitaria di Obama colpirebbe solo i più poveri”...A Esteri Adam Gaffney, uno dei medici americani che si battono per un servizio sanitario pubblico (Adele Alberti).2-La campagna contro la repressione dei gay in Cecenia. A Mosca arrestati 5 attivisti che volevano consegnare una petizione al procuratore generale. Tra loro anche un italiano (Michela Sechi, Leonardo Monaco di Certi Diritti).3-La crisi coreana. Si fa largo l'ipotesi del dialogo con Pyongyang. La Cina ha chiesto al neo-presidente sud-coreano di disattivare il sistema anti-missile appena installato dagli Stati Uniti (Gabriele Battaglia).4-Le armi americane ai curdi siriani infiammano l'imminente viaggio a Washington di Erdogan. Il Pentagono rassicura l'alleato all'interno della NATO, ma Ankara chiede una marcia indietro.5-Crisi di governo in Repubblica Ceca. ..Il primo ministro Sobotka si è dimesso a soli sei mesi dalle elezioni. Potrebbero trarne vantaggio, anche lì, i populisti (Massimo Congiu, Osservatorio Sociale Mitteleuropeo).6-World Music. Querido Mundo, l'ultimo lavoro di Ani Cordero (Marcello Lorrai)
1-“Cancellare la riforma sanitaria di Obama colpirebbe solo i più poveri”...A Esteri Adam Gaffney, uno dei medici americani che si battono per un servizio sanitario pubblico (Adele Alberti).2-La campagna contro la repressione dei gay in Cecenia. A Mosca arrestati 5 attivisti che volevano consegnare una petizione al procuratore generale. Tra loro anche un italiano (Michela Sechi, Leonardo Monaco di Certi Diritti).3-La crisi coreana. Si fa largo l'ipotesi del dialogo con Pyongyang. La Cina ha chiesto al neo-presidente sud-coreano di disattivare il sistema anti-missile appena installato dagli Stati Uniti (Gabriele Battaglia).4-Le armi americane ai curdi siriani infiammano l'imminente viaggio a Washington di Erdogan. Il Pentagono rassicura l'alleato all'interno della NATO, ma Ankara chiede una marcia indietro.5-Crisi di governo in Repubblica Ceca. ..Il primo ministro Sobotka si è dimesso a soli sei mesi dalle elezioni. Potrebbero trarne vantaggio, anche lì, i populisti (Massimo Congiu, Osservatorio Sociale Mitteleuropeo).6-World Music. Querido Mundo, l'ultimo lavoro di Ani Cordero (Marcello Lorrai)
1-“Cancellare la riforma sanitaria di Obama colpirebbe solo i più poveri”...A Esteri Adam Gaffney, uno dei medici americani che si battono per un servizio sanitario pubblico (Adele Alberti).2-La campagna contro la repressione dei gay in Cecenia. A Mosca arrestati 5 attivisti che volevano consegnare una petizione al procuratore generale. Tra loro anche un italiano (Michela Sechi, Leonardo Monaco di Certi Diritti).3-La crisi coreana. Si fa largo l'ipotesi del dialogo con Pyongyang. La Cina ha chiesto al neo-presidente sud-coreano di disattivare il sistema anti-missile appena installato dagli Stati Uniti (Gabriele Battaglia).4-Le armi americane ai curdi siriani infiammano l'imminente viaggio a Washington di Erdogan. Il Pentagono rassicura l'alleato all'interno della NATO, ma Ankara chiede una marcia indietro.5-Crisi di governo in Repubblica Ceca. ..Il primo ministro Sobotka si è dimesso a soli sei mesi dalle elezioni. Potrebbero trarne vantaggio, anche lì, i populisti (Massimo Congiu, Osservatorio Sociale Mitteleuropeo).6-World Music. Querido Mundo, l'ultimo lavoro di Ani Cordero (Marcello Lorrai)
1-Francia. Domenica il primo turno delle presidenziali. Sicurezza e terrorismo fanno irruzione nelle ultime ore di campagna elettorale. L'attacco terroristico di ieri sera sugli Champs Elysees potrebbe influire sul risultato del voto (Francesco Giorgini). ..2-Amiens. Dove un tempo c'erano le industrie francesi, ora ci sono elettori arrabbiati e delusi. Il reportage di Luisa Nannipieri.3-Il leader ceceno, Ramzan Kadyrov, nega sia in corso una campagna contro i gay. Prove e testimonianze dicono però il contrario. Anche il Cremlino nega, ma potrebbe aver ordinato a Kadyrov di fermare la repressione (Adele Alberti).4-“La Siria non ha smantellato il suo arsenale chimico”. Gli Stati Uniti tornano a criticare Assad. In Israele il capo del Pentagono fa capire che il vero obiettivo di Trump potrebbe essere l'Iran.5-La globalizzazione in chiave cinese. Pechino è ormai il primo difensore del mercato libero. Ma l'obiettivo è sempre quello di garantire i suoi interessi economici e strategici (Alfredo Somoza)
1-Francia. Domenica il primo turno delle presidenziali. Sicurezza e terrorismo fanno irruzione nelle ultime ore di campagna elettorale. L'attacco terroristico di ieri sera sugli Champs Elysees potrebbe influire sul risultato del voto (Francesco Giorgini). ..2-Amiens. Dove un tempo c'erano le industrie francesi, ora ci sono elettori arrabbiati e delusi. Il reportage di Luisa Nannipieri.3-Il leader ceceno, Ramzan Kadyrov, nega sia in corso una campagna contro i gay. Prove e testimonianze dicono però il contrario. Anche il Cremlino nega, ma potrebbe aver ordinato a Kadyrov di fermare la repressione (Adele Alberti).4-“La Siria non ha smantellato il suo arsenale chimico”. Gli Stati Uniti tornano a criticare Assad. In Israele il capo del Pentagono fa capire che il vero obiettivo di Trump potrebbe essere l'Iran.5-La globalizzazione in chiave cinese. Pechino è ormai il primo difensore del mercato libero. Ma l'obiettivo è sempre quello di garantire i suoi interessi economici e strategici (Alfredo Somoza)
Circondati, rapiti e torturati: per gli omosessuali che vivono in Cecenia, repubblica autonoma della Federazione Russa nel cuore del Caucaso, un simile destino sembra diventato la normalità.Un’inchiesta dal titolo Delitto d’onore, pubblicata il 1 aprile sul quotidiano indipendente russo Novaja Gazeta, noto in Occidente soprattutto per le vicende della giornalista Anna Politkovskaja, racconta infatti attraverso numerose testimonianze la realtà di un Paese nel quale i più elementari diritti umani vengono messi in discussione quotidianamente.Boris Dittrich, Advocacy director dell’Lgbt Rights Program presso Human Rights Watch, racconta che «non è stata una sorpresa, perché già alcune settimane prima della pubblicazione dell’inchiesta di Novaja Gazeta eravamo stati raggiunti dalle prime storie su questa nuova caccia alle streghe contro gli uomini omosessuali o percepiti come tali».
L’associazione radicale Certi Diritti ha inviato una lettera all’Alto rappresentante dell'Unione europea per gli Affari esteri e la politica di sicurezza, Federica Mogherini, e al ministero italiano degli Affari esteri, per chiedere una presa di posizione ufficiale da parte delle diplomazie europee. «In questo momento di timidezza delle istituzioni comunitarie – spiega Leonardo Monaco, segretario dell’associazione – ci sarebbe davvero bisogno di una condanna forte e dell’assunzione di misure effettive per contrastare questa terrificante violazione dei diritti umani».
Circondati, rapiti e torturati: per gli omosessuali che vivono in Cecenia, repubblica autonoma della Federazione Russa nel cuore del Caucaso, un simile destino sembra diventato la normalità.Un’inchiesta dal titolo Delitto d’onore, pubblicata il 1 aprile sul quotidiano indipendente russo Novaja Gazeta, noto in Occidente soprattutto per le vicende della giornalista Anna Politkovskaja, racconta infatti attraverso numerose testimonianze la realtà di un Paese nel quale i più elementari diritti umani vengono messi in discussione quotidianamente.Boris Dittrich, Advocacy director dell’Lgbt Rights Program presso Human Rights Watch, racconta che «non è stata una sorpresa, perché già alcune settimane prima della pubblicazione dell’inchiesta di Novaja Gazeta eravamo stati raggiunti dalle prime storie su questa nuova caccia alle streghe contro gli uomini omosessuali o percepiti come tali».
L’associazione radicale Certi Diritti ha inviato una lettera all’Alto rappresentante dell'Unione europea per gli Affari esteri e la politica di sicurezza, Federica Mogherini, e al ministero italiano degli Affari esteri, per chiedere una presa di posizione ufficiale da parte delle diplomazie europee. «In questo momento di timidezza delle istituzioni comunitarie – spiega Leonardo Monaco, segretario dell’associazione – ci sarebbe davvero bisogno di una condanna forte e dell’assunzione di misure effettive per contrastare questa terrificante violazione dei diritti umani».
1-Siria, la guerra della propaganda. “L'attacco chimico a Idlib è una fabbricazione occidentale”. Assad nega le responsabilità del regime.2-La Russia ha gravi responsabilità per la strage di Beslan. Per la Corte Europea dei Diritti Umani Mosca avrebbe potuto prevenire l'attacco dei separatisti ceceni. Nella scuola di Beslan, nel 2004, morirono più di 100 bambini (Adele Alberti).3-Erdogan e la stretta sulla stampa.Dopo il golpe dello scorso luglio chiuse diverse testate e arrestati molti giornalisti. Domenica il referendum sulla riforma costituzionale (Chawki Senouci, Dimitri Bettoni, Fazila Mat).4-Cina. La battaglia dei mongoli per fermare l'assimilazione culturale e salvare la loro identità. Bruciati dizionari in piazza (Gabriele Battaglia).5-In Ungheria ancora proteste contro la chiusura dell'Università dell'Europa Centrale. Il governo di Budapest criticato anche dalla commissione UE (Massimo Congiu).6-World Music. La cantante sud-africana Nomfusi Gotyana (Marcello Lorrai)
1-Siria, la guerra della propaganda. “L'attacco chimico a Idlib è una fabbricazione occidentale”. Assad nega le responsabilità del regime.2-La Russia ha gravi responsabilità per la strage di Beslan. Per la Corte Europea dei Diritti Umani Mosca avrebbe potuto prevenire l'attacco dei separatisti ceceni. Nella scuola di Beslan, nel 2004, morirono più di 100 bambini (Adele Alberti).3-Erdogan e la stretta sulla stampa.Dopo il golpe dello scorso luglio chiuse diverse testate e arrestati molti giornalisti. Domenica il referendum sulla riforma costituzionale (Chawki Senouci, Dimitri Bettoni, Fazila Mat).4-Cina. La battaglia dei mongoli per fermare l'assimilazione culturale e salvare la loro identità. Bruciati dizionari in piazza (Gabriele Battaglia).5-In Ungheria ancora proteste contro la chiusura dell'Università dell'Europa Centrale. Il governo di Budapest criticato anche dalla commissione UE (Massimo Congiu).6-World Music. La cantante sud-africana Nomfusi Gotyana (Marcello Lorrai)
1-Aleppo come Grozny. La Cecenia di ieri ci può aiutare a capire la Siria di oggi...Tra super-attivismo russo e radicalismo islamico (Marco Buttino, Università di Torino).2-Il Kashmir mette nuovamente a rischio i rapporti tra India e Pakistan...Questa settimana scontri e operazioni militari lungo la frontiera che separa le due potenze nucleari del sub-continente indiano (Matteo Miavaldi, China Files).3-Le paure degli ungheresi arrivano da lontano. Domenica il referendum sulle quote europee per i migranti. La società sta con il premier Orban (Alessandro Grimaldi, Budapest).4-Da gruppo armato a partito politico. Il caso colombiano e la scommessa delle FARC (Alfredo Somoza).5-Neri con le pistole. I 50 anni delle Pantere Nere. Prima puntata (Marcello Lorrai)
1-Aleppo come Grozny. La Cecenia di ieri ci può aiutare a capire la Siria di oggi...Tra super-attivismo russo e radicalismo islamico (Marco Buttino, Università di Torino).2-Il Kashmir mette nuovamente a rischio i rapporti tra India e Pakistan...Questa settimana scontri e operazioni militari lungo la frontiera che separa le due potenze nucleari del sub-continente indiano (Matteo Miavaldi, China Files).3-Le paure degli ungheresi arrivano da lontano. Domenica il referendum sulle quote europee per i migranti. La società sta con il premier Orban (Alessandro Grimaldi, Budapest).4-Da gruppo armato a partito politico. Il caso colombiano e la scommessa delle FARC (Alfredo Somoza).5-Neri con le pistole. I 50 anni delle Pantere Nere. Prima puntata (Marcello Lorrai)
La forza della poesia e la forza del giornalismo nella Russia di Stalin e in quella di Putin. Saviano dalla libreria Feltrinelli di Bari racconta la storia di due donne di nome Anna: la poetessa Anna Achmatova, vittima della censura staliniana e la giornalista Anna Politkovskaja che ha avuto il coraggio di raccontare la guerra in Cecenia e che per questo, nella Russia di oggi, ha pagato con la vita.