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I social network hanno ormai radici profonde nella nostra esistenza quotidiana. Per lungo tempo ho esitato ad aprirne uno, ma è innegabile il loro impatto significativo sulla nostra vita. Indubbiamente, offrono numerosi aspetti positivi, in quanto consentono di stabilire connessioni che altrimenti sarebbero difficili da creare. Dall'altra parte però hanno anche un impatto negativo sulla nostra produttività e anche sul nostro benessere mentale. - Sono Stefania Brucini, Productivity Coach e founder di Simple Tiny Shifts®, il metodo dei piccoli e semplici cambiamenti per smettere di procrastinare.
Smartway, che supporta i distributori nella lotta contro lo spreco alimentare, e l'istituto OpinionWay hanno condotto un'indagine per decifrare i comportamenti e capire meglio le abitudini degli italiani in termini di consumo e di spreco alimentare. Una rilevazione importante tenendo conto che in Italia il 2022 è stato l'anno all'insegna dello spreco alimentare (fonte: rapporto 2021-2022 di Waste Watcher International Observatory on Food and Sustainability), con circa 595,3 grammi di cibo buttati a persona a settimana, il 15% in più rispetto al 2021, dovuto principalmente alla ripresa della vita sociale.Indubbiamente, i risultati dello studio OpinionWay-Smartway: "Gli italiani e lo spreco alimentare" sottolineano una grande attenzione agli sprechi alimentari. L'inflazione attuale si collega anche ai risultati mettendo in avanti una richiesta ben chiara da parte degli italiani, che richiedono fortemente maggiori sconti sui prodotti con una data di scadenza vicina. Tuttavia, questo studio mina un'idea generalmente accettata: i giovani, spesso considerati sensibili e portabandiera delle tematiche ambientali, alla fine si rivelano meno preoccupati e più dispendiosi, buttando via molto più cibo degli anziani. Si evidenzia una popolazione giovane meno provvedente e meno organizzata, rispetto ai senior, che butta via molto cibo in relazione a una data di scadenza vicina o passata. Eppure, lo studio mette in risalto che i giovani sono consapevoli di poter migliorare e chiedono maggiori informazioni sui passi da fare per ridurre gli sprechi.
In questa puntata uniamo i punti e raccontiamo la storia di MidJourney. Indubbiamente l'intelligenza artificiale più celebre nella generazione d'immagini
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7450OMELIA XVI DOM. TEMPO ORD. - ANNO A (Mt 13,24-43) di Giacomo BiffiDa dove viene la zizzania? (Mt 13,27). Da dove è venuta questa erbaccia maligna e soffocatrice che infesta il campo di Dio? È una delle domande più serie e decisive, e siamo tutti costretti a formularla quando ci poniamo di fronte al mistero dell'esistenza: o neghiamo l'evidenza della zizzania, cioè del male (ed è un'impresa disperata), o ci interroghiamo circa la sua provenienza. Sulle labbra dei contadini della parabola l'interpellanza sembra esprimere non solo stupore, ma anche delusione e quasi una specie di rabbia. Sembra anzi marcata da un accento di velato rimprovero verso il padrone, che in fin dei conti è il primo responsabile della coltivazione: "Non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove dunque viene la zizzania?". Dobbiamo dire però che quei contadini almeno una fortuna ce l'hanno, ed è di avere un padrone con cui lamentarsi: è già una consolazione prendersela con qualcuno. A chi ritenesse che il campo non sia di nessuno e ogni accadimento sia in esso del tutto casuale, non sarebbe consentito neppure di protestare o di fare domande, per assenza di destinatari responsabili. Se non esiste un proprietario del campo con un suo programma operativo, se tutto nell'universo è fortuito, allora, pur avvertendo ancora i morsi del male, non siamo più autorizzati né a lagnarci né a enunciare problemi, perché in quel caso non sidà spazio per nessuna verità e quindi per nessuna ricerca. Dove si prende per buona l'ipotesi del caso e dell'assenza di un "Signore" dell'universo (ed è l'ipotesi degli atei), non può sorgere alcuna plausibile investigazione: bisogna rassegnarsi all'esistenza enigmatica della malvagità e all'assurdo della condizione umana. Deve essere tremenda la condizione degli atei, e proprio per questo: per il fatto di non poter riconoscere di fronte a sé nessun interlocutore adeguato. Un ateo vero e coerente è in realtà il più sfortunato degli uomini: si priva perfino della soddisfazione di protestare con qualcuno e di bestemmiare con una certa coerenza.IL PECCATO ORIGINALEL'insegnamento di Gesù a questo proposito è estremamente sintetico ma limpidissimo: il nemico che ha frammischiato l'erbaccia alla buona coltivazione di Dio è il diavolo (cf. Mt 13,39). Mette conto che abbiamo a richiamare, sia pure in cenni rapidissimi, l'intera concezione della fede cattolica circa il male del mondo (concezione che è implicitamente evocata da questa breve frase del Signore). Essa oggi è così faziosamente e acriticamente contrastata dalla cultura che da oltre due secoli è dominante. Ma le illusioni culturali anticristiane, tra l'altro, si sono rivelate storicamente molto pericolose. L'ottimismo naturalistico del secolo XVIII (che si contrapponeva, irridendoli, ai dati della fede) di fatto negli ultimi anni di quel secolo è approdato all'omicidio perpetrato, per così dire, su scala industriale, con indici inauditi di produzione resi possibili dalla geniale invenzione della ghigliottina. Le ideologie che si rifiutavano di credere alla malvagità del cuore dell'uomo, hanno dato vita ripetutamente in questi due secoli a forme esasperate di crudeltà. L'iniquità umana c'è, ed è largamente diffusa. Così diffusa da costituire un problema: come mai gli uomini, più o meno tutti, sconfinano nell'ingiustizia? La Rivelazione cristiana risponde con la dottrina del peccato originale. La verità del peccato originale, come ogni mistero, è oscura in se stessa, ma è illuminante per noi e per la nostra condizione. Indubbiamente si fa fatica a capirla nella sua natura e nelle sue cause; ma senza di essa tutto nel mondo e nell'uomo si fa ancora più impenetrabile, a cominciare dal mare di lacrime e di sangue che ricopre la nostra storia.LA RADICE PRIMA DEL MALEA dire il vero, il libro della Genesi, raccontando la colpa di Adamo e di Eva come frutto della istigazione perfida del serpente, sembra insinuare che l'inizio assoluto del male nell'universo vada ricercato antecedentemente alla comparsa dell'uomo sulla terra. E il libro della Sapienza - implicitamente citato da san Paolo nella lettera ai Romani - dà una lettura teologica dell'antico racconto indicando nel demonio la prima fonte delle nostre sciagure: La morte è entrata nel mondo per invidia del diavolo; e ne fanno esperienza coloro che gli appartengono (Sap 2,24). Ci ritroviamo così all'identico insegnamento offertoci da Gesù appunto nella parabola che stiamo tentando di capire: Il nemico che ha seminato la zizzania è il diavolo (Mt 13,39). Come si vede, la nostra meditazione sul male del mondo è stata progressivamente sospinta dalla verità del peccato personale a quella del peccato che dall'alba della vicenda umana universalmente contamina la nostra stirpe; e dalla verità del peccato originale a quella dell'esistenza del demonio, prima e oscura fonte di ogni perversione. Siamo così invitati a risalire a poco a poco l'enigmaticità delle cose fino a raggiungere la soglia del mondo invisibile che precede la storia dell'uomo; vale a dire la soglia della realtà che sta al di fuori e al di sopra del nostro tempo.IL TENTATIVO DI NEGARE L'ESISTENZA DEL DEMONIONella cristianità contemporanea è in atto invece un curioso processo di smarrimento, tanto che si arriva a percorrere in senso contrario la strada sulla quale, come s'è visto, siamo stati guidati dalla fede. Tra i teologi c'è chi si impegna alacremente in un lavoro cosiddetto di smitizzazione, dopo il quale del demonio non resta neppure la coda. Questi teologi - diversamente da Gesù Cristo - pare che non pensino più a satana come a un essere reale concretamente e personalmente esistente; sembrano piuttosto ridurlo a una sorta di immagine simbolica della intrinseca inclinazione al male che c'è nelle creature. Ma - tolto di mezzo il diavolo - anche il peccato originale non è più plausibile; e infatti in molte odierne presentazioni teologiche esso fatalmente si estenua e si sbiadisce fino a essere la cifra dell'umana finitezza o al più la denominazione collettiva di tutte le colpe individuali. Le quali, a loro volta, tendono a essere considerate non tanto come peccati responsabilmente commessi, quanto come turbe psichiche conseguenti a squilibri congeniti o alla violazione di tabù senza fondamento. Insomma, prima si risolve l'idea del demonio in quella del peccato originale, poi del peccato originale in quella dei peccati dei singoli, infine l'idea dei peccati dei singoli in quella di un malessere senza colpevolezza. Così l'universo diventa una specie di innocente giardino d'infanzia, senza malvagità e senza malvagi, dove però non si capisce più perché tanto spesso ci si imbatta nella ferocia umana, e soprattutto non si capisce più che senso abbiano la morte, il dolore, la redenzione di Cristo.LA SCONFITTA DEL MALIGNO COMINCIA NEL MOMENTO IN CUI LO SI PRENDE SUL SERIOLa vera misericordia - quella di Dio - batte la strada opposta. Il grande avversario comincia a essere sconfitto non nel momento in cui lo si relega tra le favole, ma nel momento in cui lo si prende sul serio, in modo da prendere sul serio la vittoria ottenuta su di lui dalla morte e dalla risurrezione del Figlio di Dio; vittoria che quotidianamente si impianta nella vicenda di ognuno di noi mediante la nostra crescente partecipazione al mistero pasquale. L'universale decadenza della natura umana può essere superata solo partendo dalla persuasione che Dio ha rinchiuso tutti nella disobbedienza, per usare a tutti misericordia (cf. Rm 11,32). E dal mio peccato personale incomincio con la grazia divina a risorgere non nel momento in cui lo ignoro o lo censuro psicologicamente, ma nel momento in cui, pentendomi, lo riconosco come atto veramente cattivo e veramente mio. Questo è il senso della proposta evangelica della metànoia (della conversione), che Gesù ci ha indicato come necessaria premessa della nostra salvezza. Il Vangelo non è la notizia che siamo già tutti innocenti per incapacità di intendere e di volere o perché i fatti non costituiscono reato; è la notizia che siamo tutti peccatori e, proprio per questo, siamo i fortunati destinatari dell'invincibile misericordia del Padre.
Cari galileiani, come tutti i migliori libri, dopo un po' i capitoli si devono concludere: oggi per Pietro, Emma ed Edoardo si conclude un grandissimo capitolo della loro vita, ma come tutti i capitoli, si chiudono per riaprirne uno nuovo, ancora più pieno di sogni ed ambizioni, di realizzazioni e di nuove speranze. Per tutti i ragazzi di quinto, che salutiamo con un grandissimo abbraccione, si conclude un capitolo, ma con la consapevolezza di riaprirne uno nuovo, con il massimo augurio che possiamo fare di cuore. Indubbiamente anche per il Galitalks oggi, insieme alla quarta stagione, si conclude un grande capitolo, dalla nascita al livello dov'è ora, passando per mille peripezie, tante idee, tantissima passione, tante interviste e due mobilità Erasmus; ma anch'esso si conclude riaprendone uno nuovo (prima però riposiamoci quest'estate che penso che ne abbiamo bisogno un po' tutti!). In bocca al lupo a tutti i maturandi che in questi anni grazie ai loro sogni, le loro ambizioni, la loro voglia di fare ed il giusto spirito galileiano, ci hanno regalato davvero tantissimo; ce la metteremo tutta per continuare la strada tracciata. Semper ad maiora!
"In un contesto climatico sempre più preoccupante, l'azienda Bottega continua ad investire sulla sostenibilità ambientale, con la consapevolezza che un'impresa green deve porsi obiettivi sempre più ambiziosi, in modo tale da diventare un punto di riferimento per il settore di appartenenza. In questo caso l'emulazione da parte dei competitor non solo è ben accetta, ma viene sollecitata nell'interesse di tutti. Dal punto di vista della “sostenibilità economica”, il 2022 è stato per la nostra azienda Bottega di forte crescita, complice l'incessante successo riscosso dal Prosecco in Italia, ma soprattutto a livello internazionale. Il nostro fatturato ha superato la ragguardevole cifra di 86 milioni di euro, registrando una crescita importante +30% rispetto al 2021. Indubbiamente è trainante l'export, che per noi rappresenta il 90% di tutti i nostri prodotti". Lo dichiara Sandro Bottega, patron dell'omonima azienda di Bibano (Treviso) tra i principali produttori di vino e distillati italiani.
Il Cammino di Santiago di Compostela si sviluppa lungo una serie di itinerari in cui il più lungo è oltre 1000 chilometri, Percorsi che, partire dal Medioevo, i pellegrini percorrono, attraverso l'Europa, per giungere alla Cattedrale di Santiago. Indubbiamente il Cammino nasce con un profondo significato religioso. Come un pellegrinaggio in onore dell'Apostolo Giacomo il Maggiore, i cui resti sono conservati nella cattedrale della città di Santiago di Compostela. Chi percorre il Cammino - c'è chi utilizza la bicicletta -, lo fa con motivazioni assolutamente diverse dal semplice camminare o concedersi una vacanza, quella si può fare anche vicino casa. La ricerca di sé stessi e il tempo per riflettere sono alcune delle motivazioni per cui si sceglie di il Cammino. Una esperienza che non viene fatto solo con il corpo, ma anche con l'anima e la mente, ed è ricca di episodi semplici, ma allo stesso tempo indimenticabili, durante i quali si possono incontrare persone che ti sorprenderanno.
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7193IL LEGAME INSCINDIBILE TRA CREDERE E PREGARESe si prega bene, si crede bene e se si crede bene, si prega benedi Corrado GnerreC'è un rapporto tra la preghiera e il nostro credere e, viceversa, tra il nostro credere e la preghiera? E inoltre: che rapporto c'è tra la preghiera per eccellenza, la Messa, e il vivere in un determinato modo la propria fede?Per rispondere a questi interrogativi bisogna dire qualcosa in merito al rapporto tra lex orandi (regola della preghiera) e lex credendi (regola del credere). Diciamo subito che nel Cattolicesimo c'è un rapporto strettissimo tra Credo e Preghiera, ma anche tra Preghiera e Credo.Insomma, se si prega bene, si crede bene. Se si crede bene, si prega bene.1) TRA CREDO E PREGHIERALa successione tra Credo e Preghiera è una successione logica. Infatti, c'è un legame propedeutico tra conoscenza e amore. Non si può amare ciò che non si conosce. Bisogna prima conoscere e poi si può amare.Indubbiamente la conoscenza da sola non basta, ma è altrettanto indubbiamente necessaria, pena la riduzione della fede a fatto puramente intimistico ed emozionale. Cosa che accade molto spesso oggi, dove c'è una deriva sentimentalista della fede. Tutto viene ridotto ad "esperienza", senza sapere che è sempre la verità a garantire la correttezza di un esperienza, non il contrario: l'esperienza a garantire la verità.Succede che molti non sanno perché sono cristiani e si limitano a dire: sono cristiano perché sono felice di esserlo. Ma anche il musulmano potrebbe dire la stessa cosa: sono musulmano perché sono felice di esserlo. E come risolviamo il problema? Felicità per felicità chi ha ragione? Ecco dunque che è importante la Verità che giudica e deve giudicare tutto.2) TRA PREGHIERA E CREDOMa non c'è solo la successione logica Credo-Preghiera, vi è anche quella ontologica Preghiera-Credo.Infatti, c'è un primato ontologico, nella sostanza, cioè nel valore, dell'amore sulla conoscenza. D'altronde Gesù dice nel Vangelo che noi saremo giudicati sull'amore.Il demonio conosce benissimo la teologia, ma non si è salvato. La conosce molto meglio di tanti qui sono su questa terra, ma a nulla gli è valso, anzi... non gli è valso nulla proprio perché non ha amato.L'amore è la conformazione alla volontà di Dio. Nel Pater non diciamo sia pensato il tuo pensiero, ma sia fatta la tua volontà.CONCLUSIONEQuesto rapporto Credo-Preghiera e Preghiera-Credo è presente solo nel Cristianesimo. In un certo qual modo possiamo dire che costituisce una peculiarità cristiana. E ciò per due motivi.Prima di tutto perché solo il Cristianesimo ha un Dio che è Verità e Amore, cioè un Dio che è Padre.Secondo, perché solo il Cristianesimo si basa sul concetto di "vita interiore". In merito a questo ci sarebbe tanto da dire. [...]Ci basti solo dire che il Cristianesimo è fondamentale la Teologia della Grazia. Senza la Grazia, nessun atto è meritevole della vita eterna, come ben afferma l'immagine giovannea della vite e dei tralci. Possiamo fare anche le cose più grandi, ma senza la Grazia a nulla ci varranno: "Io sono la vite e voi i tralci, se i tralci non sono innestati nella vite, si seccano e devono essere buttati nel fuoco." (Giovanni 15). In queste parole non compare la parola "linfa", ma è proprio essa ad essere la protagonista. È la linfa ciò che i tralci attingono dalla vite per portare frutto, altrimenti si seccano e servono solo per alimentare il fuoco.
Giovanni FrangiUna conversazione d'arteGiovanni Frangi, autoritratto di un artista che crede nella pitturaLa Repubblica, 4 febbraio 2022di Massimo RecalcatiIl nostro tempo è stato definito dal grande critico francese Jean Clair come il tempo della «morte clinica dell'arte»: la pittura appare in via di estinzione sostituita irreversibilmente da altre pratiche espressive come quelle della performance, della fotografia, del video, dell'installazione. Non si tratta però solo di un mutamento tecnico dei linguaggi. La morte clinica dell'arte implica anche la perdita del suo mistero, del carattere solenne della sua forma, della sua aura. Al suo posto troviamo invece il culto dell'abbietto, del disgustoso, dell'informe o il puro divertissement concettuale o percettivo.Mai come oggi, commenta Jean Clair, «l'arte è stata così cinica e ha così amato sfiorare la scatologia, la lordura e l'oscenità». Se questo è lo spirito del nostro tempo, sono sempre meno coloro che provano ad opporre alla deriva “basso materialista” dell'arte contemporanea la forza inesauribile e trascendente della pittura. Giovanni Frangi, uno dei pittori più interessanti del nostro Paese, è senza dubbio uno di questi. Da quarant'anni la sua ricerca pittorica si è sviluppata con rigore e vivacità preservando l'antica tavolozza del pittore. In tutti questi anni egli infatti non ha mai ceduto alle tentazioni di abbandonare il cavalletto per spingersi nei territori oggi frequentatissimi dell'esibizionismo provocatorio post-pittorico.In un bel libro titolato L'intervista, pubblicato dall'audace e intelligente editore Magonza e curato da Giovanni Agosti, storico dell'arte raffinatissimo e amico personale del pittore, Giovanni Frangi si confida a Luca Fiore in una conversazione a tutto campo. Ne scaturisce innanzitutto un ritratto dell'artista e della sua passione per la pittura. Essa nasce misteriosamente sin da bambino quando il piccolo Giovanni amava disegnare e dipingere usando bagnare le sue matite con la propria saliva. Una vocazione, diremmo senza paura di abusare della parola. Si perché se è vero, come ricorda lo stesso Frangi in questa intervista, che, per un verso, «la mano del pittore va educata», per un altro verso, è anche vero che questa educazione le consente poi di «andare avanti da sola» seguendo una sua propria misteriosa cadenza.È allora la mano stessa che «diventa intelligente». La pittura assume subito per il pittore questo carattere irrinunciabile come se avesse a che fare con una energia che esige di passare solo da lì: «Se non dipingo per lungo tempo sono a disagio e sto male», dichiara. Chi conosce il suo lavoro non può non riconoscere in questa dichiarazione la forza che attraversa fisicamente i suoi quadri e che trova la sua massima espressione nelle forme della natura alle quali Frangi da sempre dedica la propria arte: montagne, boschi, cascate, albe, isole, aurore, tramonti, cieli, notti, alberi, paesaggi. Ma questo libro non racconta solo la storia di una vocazione e di una formazione, o, meglio, di come una vocazione divenga passo passo una vera e propria formazione, ma attraverso questo racconto descrive anche un intero mondo intellettuale.Indubbiamente in esso ha un posto speciale lo zio di Frangi, fratello di sua madre, ovvero Giovanni Testori. Ma non solo. La galleria degli incontri è ampia e varia; Alda Merini, Aldo Busi, la Milano degli anni Settanta-Ottanta, le sue tensioni politiche e il suo mondo culturale, l'Accademia di Brera, i viaggi, la collaborazione con Giovanni Agosti, le sue grandi passioni che spaziano da Giacometti, al quale dedica la sua tesi in Accademia, a Boccioni, da Bacon a Schifano, da Guttuso a Morlotti, da Burri a Twombly, da Monet a Kiefer, da Van Gogh a Veronese, da Matisse a De Pisis, da Cézanne a De Staël.Quello che li unisce in un filo rosso impercettibile, ma fortemente presente in Frangi, è l'idea della pittura come possibilità di trovare un'immagine che fratturi la nostra percezione ordinaria del mondo. La sua pittura resta una pittura delle cose del mondo, una pittura vincolata alla natura, ma la stratificazione materica e l'uso vivo del colore che la caratterizza portano il quadro verso l'incanto di una immagine che non replica semplicemente le cose ma offre di esse una visione nuova e sorprendente. E questo accade soprattutto nel suo periodo nero, dove la rinuncia all'impatto espressionista del colore lo muove verso il limite stesso della pittura.È possibile dipingere il nero? È stata questa una delle stagioni più significative del suo intero percorso artistico: attingere al nero come attingere al limite espressivo del linguaggio. È il punto dove il cammino di Frangi s'incrocia con quello di altri due grandi pittori del nero: Rothko e Burri. Ma anche nel “periodo del nero”, l'incanto dell'immagine non si esaurisce. È quello che il pittore continua a ricercare incessantemente nel suo lavoro: «isolare un'immagine», rendere la sua presenza assoluta, immensamente sacra come l'evento stesso del mondo.http://www.giovannifrangi.it/«Alla fine, è vero, sono un pittore realista. Ed ero consapevole che non c'erano differenze tra fare un ritratto o un paesaggio. Solo più tardi mi sono accorto che avevo molta più libertà nel dipingere la natura.» A Milano, dal 2014 al 2018, in più puntate, Giovanni Frangi, uno dei maggiori artisti italiani di oggi, è stato al centro di un'intervista di Luca Fiore. Questo materiale è stato rimontato, tra il 2019 e il 2020, con la collaborazione di Giovanni Agosti. Ne è uscito un ritratto fuori del comune di un artista, quando il futuro si fa avaro e l'altra metà della propria strada si vorrebbe tutta impegnata dalle scelte della maturità. In mezzo ci sono la famiglia, gli amori, le città, gli amici, gli animali, i maestri - a partire da Giovanni Testori - tra vorticosi salti di piani, dove la nostalgia non occupa mai il centro della scena e dove le risate sono sempre dietro l'angolo. Quest'inchiesta, desultoria e appassionata, alla ricerca delle proprie radici espressive, è accompagnata da un apparato fotografico inconsueto, che trasforma il volume in un libro d'artista sui generis.IL POSTO DELLE PAROLEAscoltare fa Pensarehttps://ilpostodelleparole.it/
Un gregge che trascende le realtà di questo mondo (Giovanni 10:22-30) Vorreste far parte di “un gregge”? Indubbiamente c'è una naturale inclinazione umana a voler appartenere a raggruppamenti di vario tipo e a conformarsene. Tutto, però, dipende da chi, di questo gregge, è pastore. Possiamo fidarcene? Nel capitolo 10 del vangelo secondo Giovanni Gesù dimostra essere l'unico e vero buon Pastore di un gregge spirituale che trascende ogni altra appartenenza e rende liberi.
Siete pronti per dei prodotti che cambieranno davvero il volto della vostra salute? Ottimo, perché… finalmente è possibile! Da tempo c'era bisogno di integratori che garantissero davvero dei risultati e un miglioramento nella nostra salute. Non è forse vero che abbiamo passato ore e ore nelle corsie dei negozi specializzati in salute e benessere, circondati da decine e decine di vitamine e minerali di ogni foggia senza sapere da che parte cominciare? Indubbiamente, la gamma di vitamine e minerali a disposizione al giorno d'oggi è così variegata che è facilissimo confondersi e finire per acquistare il prodotto sbagliato. Quali integratori scegliere? Quante capsule assumere? Con che frequenza? Per quanto tempo? E funzionano davvero? Autore: Loretta Saudella Naturopata, massaggiatrice e blogger su Facebbok #iconsiglidibenessere - Stagione 2 - Puntata 11 Ascolta la WebRadio qui Visita il nostro sito www.gorgoradio.it
Ci sono Albano, Sting, Franco Trentalance, Gerry Scotti e Bruno Vespa in un podcast.. no, non è l'inizio di una barzelletta ma la solida base su cui abbiamo registrato la Puntata di Natale!In un (spoiler) fallimentare tentativo di ampliare le nostre bevute - ops! VEDUTE - abbiamo assaggiato i vini prodotti da (o per) questi cinque famosissimi personaggi. Indovinate chi produce quellI che si chiamano FALLO ORA e FALLO ADESSO?Che dire, questi vini si sono rivelati anch'essi dei V.I.P. - VINI INDUBBIAMENTE PERICOLOSI.Come al solito ascoltate per credere - attenzione puntata ad alto contenuto diffamatorio!
Uno dei principali motivi per cui le persone (e molto probabilmente anche te) si avvicinano allo yoga è perché vogliono riequilibrare corpo e mente, rigenerarsi e spesso cercano serenità e forza per affrontare un momento difficile. Indubbiamente lo yoga praticato con costanza, è la disciplina che per eccellenza può permetterti di sperimentare tutto questo. Ma un beneficio profondo e permanente è possibile ad una condizione – troppo spesso trascurata e sottovalutata: che il tuo stile di alimentazione sia tale da sostenere il progresso nella pratica dello yoga. Seguici anche su passioneyoga.it
Indubbiamente politica e pallone si incontrano in questo sesto episodio dove andiamo ad analizzare le squadre di Euro2020. Terzo europeo consecutivo per l'Inghilterra, che dalla sua potrebbe avere il vantaggio di giocare semifinale/finale a Wembley. La Scozia invece torna a partecipare, non accadeva dal 1996, dopo aver eliminato la Serbia agli spareggi.
Indubbiamente è il tema della settimana. Nella speranza di uscire dalla pandemia trovarsi con vaccini sospetti è un problema. Per questo il buon Pizzi gioca a minecraft mentre fa la regia?
Per avere dei cambiamenti sostanziali bisogna avere pazienza ed attendere, il cambio di una data non comporta mai un cambiamento totale. Cancellare dal calendario il numero 2020 non significa cancellare, ad esempio, il coronavirus. Se parliamo di personaggi pubblici, sicuramente, tra 360 giorni, o anche tra poche ore, il personaggio più importante sarà uno diverso da quello di cui parliamo in questo momento. Il motore di ricerca più noto al mondo, Google, ci dà un idea statistica di quanto stiamo scrivendo. Quali sono i TRENDS di un determinato periodo di tempo per notizie, artisti, show tv, argomenti etc. sono dati facilmente consultabili. Ecco, ad esempio, le Parole più cercate nel triennio 2018/20. Allo stesso modo, nel nostro piccolo, ognuno di noi può immaginare e deve costruire un futuro. Le certezze, invece, appartengono al passato e possiamo continuare a parlarne per tutto il tempo che desideriamo. Non possiamo farvi ascoltare il nuovo anno jazzistico, quello che ci attende - anche se abbiamo tante notizie sulle prossime uscite discografiche. Possiamo farvi ascoltare, però, tante belle composizioni uscite nello scorso anno. Il 2020 non è stato solo l'anno delle cose negative, rivalutiamolo per vivere meglio quello che inizia. Indubbiamente è difficile "mandarlo giù" questo 2020 - per chi ha perso il lavoro o, peggio ancora, persone care - ma, queste cose, non sono da imputare ad un numero che cambia o resta uguale. Ora sogniamo, sogniamo che tra un anno la parola più ricercata sia "Jazz in Family". # Titolo Artista/Gruppo Album 1 Alice in Wonderland Valentina Nicolotti, Francesco Brancato, Gianmaria Ferrario, Nicola Meloni Calicantus 2 Buckle Up Nubiyan Twist, Soweto Kinch Buckle Up 3 What Will You Do Vintage League Music, BT ALC Band, John Medeski Vintage League Music Family Album, Vol. 1 4 Havona Stefano Maimone, Jaco Pastorius, Stefano Maimone & Upset Strings Chamber Music 5 Retrò (Swinging Dance Version) Pietro Lazazzara, Antonio Solazzo My Art of Gypsy Jazz 6 Kite of Gill Koine Sound Collective Landings & Departures 7 No Evidence XYQuartet, Ensemble di Percussioni Pedrollo, Nicola Fazzini, Alessandro Fedrigo, Luca Colussi, Saverio Tasca QuartettoQuartetto 8 Kierkegaard Francesco Fratini, Davide Savarese, Paolo Zou Kierkegaard 9 Trees Sara Simionato 4tet UnderSee Non dimenticare di seguirci e di dare uno sguardo ai nostri profili social: Web: https://www.jazzinfamily.com- Facebook: https://www.facebook.com/jazzinfamily Instagram: https://www.instagram.com/jazzinfamily/- Twitter: https://twitter.com/jazzinfamily1 Pinterest: https://it.pinterest.com/jazzinfamily/ --- Send in a voice message: https://anchor.fm/jazz-in-family/message
Per la puntata di oggi del nostro podcast sul mondo dei trust e del wealth management è con noi l'avv. Saverio Bartoli, autore di numerose pubblicazioni in materia di trust e da ultimo un libro intitolato “Trust e affidamento fiduciario. Applicazioni in Italia della legge di San Marino”. Ne discutiamo oggi in anteprima nell'attesa che sia nelle librerie edito da Giuffrè. Trascrizione L'Italia ha ormai un'esperienza trentennale nell'uso dei Trust. Lo Studio Paolo Gaeta lancia la serie podcast TrustTalks con l'obiettivo di condividere con i maggiori esperti italiani e internazionali le esperienze maturate fino ad oggi e per comprendere usi e applicazioni dei trust oltre le prospettive di sviluppo del wealth management. Queste e le prossime TrustTalks le potete trovare nel sito www.studiogaeta.com.Benvenuti nel podcast dello Studio Paolo Gaeta della serie Trust Talks, per la puntata di oggi del nostro podcast sul mondo dei trust e del wealth management è con noi l'avvocato Saverio Bartoli, autore di numerose pubblicazioni in materia di trust e da ultimo di un libro intitolato: " Trust e affidamento fiduciario. Applicazioni in Italia della legge di San Marino." Ne discutiamo con lui in anteprima nell'attesa che sia nelle librerie edito da Giuffrè nelle prossime settimane.DomandaBuongiorno avvocato Bartoli, buongiorno, parliamo di due leggi che hanno ormai circa dieci anni, una sul trust e l'altra sugli affidamenti fiduciari in San Marino. Quali sono in generale i pregi di queste due leggi e in particolare di quella sul trust?RispostaI pregi di queste due leggi sono rappresentati dal fatto che sono scritte prima di tutto in lingua italiana, sono state varate da uno stato, San Marino, che è vicino all'Italia, addirittura è intercluso nel territorio italiano ed ha inoltre un'esperienza giuridica diciamo di tipo civilistico, diritto comune a parte. La legge sul trust, ha un suo antecedente nel 2005, ed è stata molto migliorata per quanto riguarda l'impianto normativo con la nuova legge, la legge sull'affidamento fiduciario è una novità del 2010 e si tratta ad oggi dell'unica legge di un paese diverso dall'Italia che contenga la disciplina dell'affidamento fiduciario. Come voi sapete, in Italia l'affidamento fiduciario è stato teorizzato in dottrina e ha ricevuto una menzione, più che un riconoscimento nella Legge sul Dopo di noi la n.112 del 2016, ma non è sicuramente un istituto compiutamente regolamentato, come del resto ammette anche la stessa dottrina che ne ha sostenuto l'ammissibilità.DomandaLe novità di questo impianto normativo in particolare, quindi ci rivolgiamo al trust, sono consistenti. Le chiedo uno sforzo di sintesi e di indicarci quali sono secondo lei gli aspetti più rilevanti della norma sul Trust e quali sono invece gli aspetti più problematiciRispostaSicuramente l'aspetto che colpisce di più in questa legge, fra i tanti, riguarda la fattispecie della alienazione di beni in trust da parte del trustee compiuta in violazione degli obblighi fiduciari, cioè in violazione dell'atto istitutivo, in quanto si vara una soluzione che somiglia tanto alla soluzione appestata negli ordinamenti di Common Law con il constructive trust e cioè c'è una norma che consente praticamente di inseguire i passaggi del bene indebitamente alienato presso i soggetti che via via ne diventano titolari dopo che è stato indebitamente alienato dal trustee e anche la possibilità se questo bene muta natura di inseguirne anche i mutamenti economici, cioè faccio per dire se viene alienato indebitamente un immobile e poi questo immobile viene venduto da quello che lo ha acquistato, ci sarebbe la possibilità con queste norme di far proprio non solo l'immobile ma eventualmente il denaro. Quindi in pratica è una norma molto moderna che attua il principio della surrogazione reale per il quale cioè i beni in trust, più che la somma aritmetica dei beni che ne fanno parte, sono un valore che è espresso dal complesso dei beni che ne sono oggetto e quindi resta tale il fondo in trust secondo questa logica, anche se i beni che ne fanno parte mutano la natura, cioè per esempio se esce un immobile dal contenitore e vi entra del denaro, il denaro lo sostituisce a buon diritto all'interno del contenitore.DomandaPer quanto riguarda gli aspetti problematici, diciamo anche queste norme a cui ho fatto riferimento adesso sono problematiche in prospettiva perché non sappiamo se e fino a che punto un giudice italiano che fosse chiamato o a riconoscere una sentenza sammarinese del genere, oppure a decidere una fattispecie del genere sulla base della legge sammarinese, non sappiamo se un giudice italiano, dicevo, farebbe propri principi del genere, i quali sono piuttosto lontani dalla nostra tradizione giuridica. Un secondo aspetto problematico che posso vedere in prospettiva riguarda le norme sulla nomina e revoca del trustee o del guardiano, perché trattandosi di provvedimenti di volontaria giurisdizione, se il trust è interno e i beneficiari sono residenti in Italia potrebbe essere opposta dal giudice italiano la competenza inderogabile appunto del giudice italiano. E quindi questi provvedimenti sammarinesi bisogna vedere se e fino a che punto possono e vengano recepiti nel nostro ordinamentoRispostaIl fatto che a San Marino esiste una Corte sul trust e che vi sia la possibilità, anche per i trustee italiani di chiedere l'intervento di questa corte, secondo lei è un aspetto positivo e in prospettiva può essere diciamo di vantaggio per l'operatore professionale del trust.Indubbiamente è un vantaggio per la prossimità di questo organo giudiziario al territorio italiano e indubbiamente anche perché queste leggi danno una risposta chiara a tante questioni che invece nel nostro ordinamento non sono ancora chiare quanto la loro soluzione, il nostro ordinamento, per esempio, è stato e può essere un problema anche fare una cosa semplice come decidere di adire il giudice per far nominare un nuovo trustee. Quindi sicuramente c'è un grande contributo di chiarezza e forse un grosso aiuto anche alla prassi da parte di queste leggi.DomandaChiudiamo con una domanda sul futuro, un outlook, in base alla sua esperienza, che è forte ormai di alcuni decenni di studio e analisi di questi argomenti, quali sono le aspettative e le prospettive di utilizzo della legge sul trust?RispostaÈ un fatto che questa legge esiste la versione attuale da una decina di anni e non è stata finora utilizzata in maniera passiva, certamente l'istituzione di un organo che ha una competenza esclusiva su questioni che attengono al trust e ai rapporti fiduciari, un organo, ripeto, vicino al nostro territorio che è diciamo immerso in un ordinamento come il nostro civilistico, potrebbe sicuramente dare una spinta all'impiego di questa legge e quindi anche all'utilizzo di questa corte sammarinese, la quale tra l'altro è stata di recente oggetto, come è noto, di un significativo rimpasto per quanto riguarda l'organico.Grazie avvocato Bartoli per la sua disponibilità, in bocca al lupo per questo libro che oggi ci ha presentato in esclusiva ricordo il titolo "Trust e affidamento fiduciario, applicazione in Italia della legge di San Marino" che sarà edito dalla casa Giuffrè. Grazie ancoraGrazie a voi! Buona giornata!Potete ascoltare le Trust Talks sul sito www.studiogaeta.com.Per contatti diretti con i nostri esperti inviate una mail a: info@studiogaeta.com.
In questo episodio siamo partiti dalla gerarchia degli imballaggi che Melania di Pianeta_idee_ambiente ha ideato per spiegare in modo molto chiaro quali siano i materiali più adatti ad essere riciclati e quindi ri-valorizzati, e quali invece meno. Abbiamo così approfondito tutti i motivi per cui il vetro è considerato più sostenibile (oltre che più sano) rispetto ad esempio ai poliaccoppiati, oppure a materiali relativamente nuovi come le bioplastiche. Su queste ultime ci siamo inoltre soffermati per capire esattamente i limiti di questi nuovi materiali e cogliere l'occasione per fare chiarezza anche sui concetti di biodegradabile e compostabile, perchè spesso si fa ancora confusione sui termini e su cosa sia effettivamente più ecosostenibile.Una parte importante della nostra chiacchierata è relativa alla plastica monouso e a tutti i concetti che stanno dietro al suo smaltimento o riciclabilità. Sulla plastica infatti si sentono tantissime campane che dicono tutto e il contrario di tutto. Indubbiamente è un ottimo materiale, con caratteristiche uniche, ma è importante conoscere tutti gli aspetti che stanno dietro anche al fine vita.Infatti spesso ci si dimentica che i nostri rifiuti non cessano di esistere nel momento in cui li gettiamo, ma da lì in poi hanno comunque un'importanza ed un peso ambientale che non devono essere trascurati. Questo concetto è importante tenerlo a mente anche nel momento in cui ci si appresta ad acquistare un prodotto, perchè anche il suo imballaggio farà la differenza tra un impatto ambientale più o meno alto! Ricorda sempre comunque che in questo caso #menoèmeglio.Riferimenti:Profilo Instagram di @Pianeta_idee_ambiente --> https://www.instagram.com/pianeta_idee_ambiente/Sito internet Pianeta delle idee --> https://pianetadelleidee.altervista.orgBuon ascolto e come sempre…#risvegliamolecologia
E' un Nietzsche indubbiamente "scomodo" quello che emerge dalla lettura di questa parte introduttiva del suo capolavoro. Nel corso del tempo N. è stato variamente interpretato, per esempio anche alla luce di una sorta di "darwinismo sociale e nazionale" ad opera dei nazisti. in questo caso si tratta di un'interpretazione fuorviante, non fedele al pensiero del filosofo. In questo frammento N. sembra profetizzare con diversi decenni di anticipo l'avvento della società di massa che poi fu descritta da Herbert Marcuse ed altri. Indubbiamente in questo testo come in altre sue opere sembra emergere una concezione aristocratica della vita e della filosofia, che ad alcuni potrà forse apparire come manifestazione egoica e compiaciuta dell'autore. Invece in questo caso la dottrina dell'oltre-uomo non va intesa in senso psicanalitico nella sua deriva narcisistica, ma come l'interessante messa in discussione filosofica di ciò che, spesse volte in modo irriflessivo, è considerato come verità incontrovertibile da una comunità, in grado di dettar legge sui destini degli uomini. E' indubbiamente un N. "scomodo" quello che emerge alla lettura, ma proprio questo suo disprezzo per le verità condivise lo mette in luce nella sua vera natura: il ruolo dell'intellettuale è infatti spesse volte quello di far luce su ciò che viene messo a tacere, consapevolmente o meno, da un'intera comunità. Certe forme di travisamento interpretativo di N. se da un lato gli hanno garantito una fama "postuma" di tutto rilievo, dall'altro sembrano aver annacquato l'empito rivoluzionario e profetico che anima queste pagine dense di pathos, e concentrazione interiore, che possono esser fatte proprie solo da un maestro d'altri tempi, Zarathustra appunto.
La Paralisi dell'analisi: ecco cosa pensano i religionisti: Senz'altro non basta che io creda. Indubbiamente non è sufficiente che io mi fidi di Dio. Chiaramente il sangue di Cristo e l'opera della croce non sono abbastanza. Per forza devo FARE qualcosa! Fatemi pentire, fatemi digiunare dieci giorni, fatemi fare sette giri intorno alle mura della città, fatemi suonare lo Shofar, fatemi andare a pregare sulla montagna, fatemi scacciare dei demoni, fatemi intercedere per tutta la notte con dodici fratelli, fatemi bruciare dell'incenso, accendere delle candele, fatemi pentire, confessare e purificare per un paio d'ore, ma fatemi fare qualcosa!!! Perché fidarmi di Dio non basta. Ascoltare la sua voce non è sufficiente. Credere che tutto è compiuto non è abbastanza.
Indubbiamente stiamo vivendo un momento storico che potrebbe aprire le porte a iniziative rivoluzionarie. Abbiamo già esaminato in passato alcune di queste iniziative: da Forza Guardiana per contenere la spesa pubblica (IT142), ad Alleati per le libertà e l'attenzione alla questione monetaria (IT161), alla precedente puntata sulle città private (IT169). Nella conversazione di oggi vedremo...
TESTO DELL'ARTICOLO ➜http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6113IL CORONAVIRUS E' UNA PUNIZIONE DELLA MADRE TERRA? di Paolo GulisanoC'è una narrazione abbastanza diffusa rispetto all'attuale epidemia del virus Covid-19: sarebbe una sorta di "monito", se non addirittura di "castigo" o di vendetta, della Terra nei confronti degli esseri umani che troppo a lungo l'hanno maltrattata, violata, abusata.Qualcuno potrebbe osservare: stai parlando della Terra, di un pianeta, di una massa di elementi geologici, biologici e quant'altro come se fosse un essere vivente. Questa è esattamente l'idea che fu elaborata 40 anni fa, nel 1979, da uno scienziato inglese, James Lovelock, cui spetta la paternità della teoria di Gaia, ovvero la Terra intesa come un unico organismo vivente, una materia che non rimane passiva di fronte a ciò che minaccia la sua esistenza.UN LIBRO RIVOLUZIONARIOIl libro rivoluzionò l'ecologia e gli studi sull'ambiente, fino ad allora una branca delle scienze naturali, che da allora diventò piuttosto una ideologia. Nel suo saggio lo scienziato britannico così introduceva la sua teoria: "Nella mente degli uomini dell'antichità la Terra è sempre stata la generatrice e la nutrice per eccellenza (la Gaia dei Greci) e il concetto di Madre Terra è una categoria dello spirito che permane ancora nelle grandi religioni". "Nel mondo moderno peraltro l'accumularsi di conoscenze sull'ambiente naturale e lo sviluppo dell'ecologia hanno fatto sì che gli scienziati abbiano ipotizzato la possibilità che la biosfera possa essere qualcosa di più di un insieme di esseri viventi all'interno dei loro habitat naturali, il suolo, il mare e l'aria. La fede antica e la moderna conoscenza si sono fuse emotivamente nell'ansioso stupore con cui gli astronauti, e noi di riflesso, abbiamo guardato alla Terra rivelata in tutta la sua splendente bellezza contro il buio profondo dello spazio. La nostra emozione però non prova che questa nostra Terra, che è sempre stata detta Madre, sia vivente" (James Lovelock, Gaia. Nuove idee sull'ecologia. pagina 7).Indubbiamente l'eloquio del professore è affascinante, suggestivo, ma anche ingannevole. In particolare là dove dice che il concetto di Madre Terra è una categoria dello spirito presente nelle grandi religioni. Quali?Non se ne parla minimamente nell'Ebraismo, non è presente da nessuna parte nei Vangeli né in tutta la storia del pensiero cristiano e non ce né nemmeno l'ombra nell'Islam. Dunque, di quali "grandi religioni" parliamo? Semmai, è presente in culti tribali molto antichi, in forme di animismo.LA DITTATURA AMBIENTALISTA AVANZA LE SUE PRETESETuttavia le tesi espresse quarant'anni fa da Lovelock si sono progressivamente fatte strada, e in occasione di questa epidemia sembrano riemergere con forza le tesi che espresse in un altro saggio, dal titolo inequivocabile: La vendetta di Gaia. Gaia dunque ci ha mandato il Coronavirus per punirci dei nostri errori, della nostra superbia, del modo con cui la trattiamo.Corrado Augias ha parlato di lei come di un "gigante che si vuole scrollare di dosso un po' di quei sette miliardi di esseri umani che la infastidiscono". Insomma, la povera Gaia avrebbe agito per legittima difesa e si è comportata come gli altri suoi fratelli - divinità minori - che hanno sempre scagliato fulmini dall'Olimpo o dal Valhalla.In realtà, queste teorie rappresentano un fenomeno di regressione religiosa, quello che un tempo studiosi laici avrebbero definito uno stadio infantile dell'umanità, con divinità capricciose che abbattevano sugli umani la loro rabbia.L'unica ira che tuttavia non è lecita è quella del Dio biblico, e in particolare del Dio cristiano, che non può punire perché è pieno di misericordia. Allora al suo posto prendono provvedimenti le divinità pagane. [...]Di fronte a tutto questo c'è davvero da augurarsi che si formi una resistenza che prenda le parti di Dio, ma anche quelle dell'umanità. Qualcuno che ricordi che c'è un Dio che ha fatto il Creato come cosa buona, ma dove è presente e agisce il male, dove ci sono predatori e virus assassini che uccidono povera gente debole e fragile. Che dire della Madre Terra che può diventare matrigna crudele? Meglio allora il Padre Buono di cui ci parla quel libro dimenticato che si chiama Vangelo.Nota di BastaBugie: nel seguente video (durata: 4 minuti) dal titolo "Earth Day, effetto lockdown: così la Terra è tornata a respirare" si chiarisce bene e con linguaggio suadente che quando sarà passata l'emergenza virus che ci ha costretti agli arresti domiciliari, una nuova emergenza, quella ambientale, sarà invocata per giustificare misure drastiche e coercitive per cambiare le nostre abitudini permanentemente, ovviamente per il bene di tutti e sotto la guida sicura degli "esperti". E poi forse l'emergenza omofobia giustificherà modifiche al codice penale? E infine di emergenza in emergenza sarà proibito anche l'uso della parola "libertà"?
Porte aperte al club di The Shield Of Wrestling noto anche come What's Next.Tra gli argomenti che tengono banco oggi ci sono sicuramente il Draft e la guerra del mercoledì tra NXT ed AEW che prosegue. Indubbiamente il tutto condito con le nostre reazioni ed i vostri commenti!
Sono molte le cose che spero voi realizziate. Tuttavia, le vostre azioni e tutte le vostre vite non sono in grado di soddisfare completamente le Mie richieste, perciò non ho altra scelta se non quella di venire subito al punto e spiegarvi la Mia volontà. Dato che le vostre capacità di discernimento e di apprezzamento sono molto scarse, non sapete quasi nulla della Mia indole e della Mia essenza, pertanto è estremamente urgente che Io vi informi al riguardo. Non importa quanto tu abbia già capito in precedenza o se tu sia disposto a tentare di comprendere queste questioni, Io devo comunque spiegarvele nei dettagli. Questi argomenti non vi sono del tutto estranei, ma sembra che non capiate o non conosciate il significato in essi racchiuso. Molti di voi ne hanno solo una conoscenza confusa e, per di più, parziale e lacunosa. Al fine di aiutarvi a praticare meglio la verità, ossia a mettere meglio in pratica le Mie parole, penso che per prima cosa dobbiate venire a conoscenza di questi argomenti. Altrimenti, la vostra fede rimarrà vaga, ipocrita e piena dei segni esteriori della religione. Se non comprendi l’indole di Dio, ti sarà impossibile svolgere il lavoro che dovresti fare per Lui. Se non conosci l’essenza di Dio, ti sarà impossibile mostrarGli riverenza e timore, ma piuttosto solo incurante superficialità e prevaricazione e, per di più, incorreggibile blasfemia. Sebbene comprendere l’indole di Dio sia davvero importante e non si possa trascurare di conoscere la Sua essenza, nessuno ha mai esaminato o indagato a fondo questi argomenti. È evidente che tutti voi avete ignorato i decreti amministrativi che ho emanato. Se non comprendete l’indole di Dio, allora la offenderete facilmente. Tale offesa equivale a far incollerire Dio Stesso, e il risultato finale della tua azione diventa una trasgressione dei decreti amministrativi. Ora dovresti renderti conto che la comprensione dell’indole di Dio viene con la conoscenza della Sua essenza, e che comprendere l’indole di Dio equivale a capire i decreti amministrativi. Indubbiamente, molti dei decreti amministrativi accennano all’indole di Dio, ma al loro interno essa non viene espressa nella sua interezza. Ciò richiede che compiate un ulteriore passo avanti nella comprensione dell’indole di Dio.
Che cos'è un eroe ai giorni nostri?Indubbiamente l'informatico che ogni giorno deve ascoltare gli scleri dei suoi clienti (Dio li benedica) per risolvere i più svariati problemi tra la sicurezza e l'usabilitàPer contattare Davide e la sua azienda: https://www.facebook.com/gdsystemsaluzzo/Ecco i canali per rimanere aggiornato con il podcastCanale Telegram: https://t.me/wearethenetGruppo Facebook: http://bit.ly/WeAreTheNet_GFBSito Internet: http://www.wearethenet.itmail: wearethenet@fabiomattis.comiTunes: https://apple.co/2Ek1RgITuneIn: http://bit.ly/TuneIn_WeAreTheNetSpotify: https://spoti.fi/2Ab2KnDYoutube: http://bit.ly/YT_WeAreTheNet
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=5669LA CATTOLICITA' DI CRISTOFORO COLOMBO HA PERMESSO LA SCOPERTA DELL'AMERICA di Maurizio Parenti e Marco TangheroniCome l'esperienza marinara di Cristoforo Colombo si inquadra perfettamente nella storia della sua patria e del suo tempo, così il progetto di raggiungere l'Oriente passando, attraverso l'Oceano, per l'Occidente, si stava imponendo, sia pure in maniera sfocata e imprecisa, in diversi ambienti scientifici ed eruditi dell'epoca: basti ricordare l'influenza di Paolo dal Pozzo Toscanelli.Il navigatore genovese ha il merito di concepire con maggior precisione il disegno, rafforzando le tesi di alcuni dotti con la personale esperienza di uomo di mare, che aveva osservato indizi significativi e raccolto anche alcune voci degli ambienti marinari; e quindi di perseguire con ostinazione la realizzazione dell'impresa condotta, poi, con le sue straordinarie doti nella guida delle navi e degli uomini.Tuttavia è bene ricordare che il suo progetto si basava su un duplice errore geografico, pur condiviso da sapienti di grande autorità, e verrebbe voglia di esclamare con la liturgia del Sabato Santo: felix culpa! Infatti egli riteneva la Terra molto più piccola e l'Asia molto più estesa verso l'Europa. Così gli poté apparire realizzabile un viaggio che, senza l'inattesa presenza di un altro continente, si sarebbe rivelato, evidentemente, impossibile.L'EUFORIA PER LA RECONQUISTA DELLA SPAGNAÈ importante ricordare questo fatto perché ci permette di comprendere il parere negativo sia degli studiosi consultati dal re del Portogallo, Giovanni II, sia di quelli spagnoli, in buona parte dell'università di Salamanca, interpellati dai Re Cattolici. Essi avevano, da un punto di vista matematico e geografico, ragione. E su questo piano avvennero, com'è documentato, le discussioni. Naturalmente non era in questione la sfericità della Terra, dato pienamente acquisito dalla cultura geografica medievale, ma la sua dimensione; e non sarebbe stato necessario ricordarlo se non fosse ancora largamente diffuso questo luogo comune tipico della "leggenda nera" sul Medioevo.Dunque tali studiosi non erano, come spesso li si immagina, i rappresentanti di una cultura vecchia, superata, "medioevale", contrapposta a quella nuova e "moderna" di Cristoforo Colombo. Ancor meno essi erano fanatici religiosi nemici della umanistica laicità del genovese, come, per esempio, ce li raffigurava uno sceneggiato televisivo realizzato alcuni anni or sono, senza risparmiarci nessuno dei topoi che era, ahimè, prevedibile attendersi: facce incavate, occhi ardenti, voci stridule. Semmai era proprio Cristoforo Colombo a superare, di fronte agli altri e a sé stesso, le obbiezioni oltre che con argomenti razionali anche con una convinzione progressivamente crescente di una missione affidatagli dalla Provvidenza.Un'ultima considerazione: perché il progetto di Cristoforo Colombo, che era stato giudicato negativamente da ripetuti autorevoli pareri, trovò quasi improvvisamente accoglienza da parte dei Re Cattolici nei primi mesi del 1492?Indubbiamente pesarono i sostenitori e i finanziatori che il navigatore genovese era riuscito a procurarsi, ma la spiegazione essenziale è da ricercarsi nell'euforia dei sovrani, della Corte e del popolo spagnoli per l'avvenuto compimento del processo di Reconquista, avviato dalla metà del secolo VIII e terminato il 2 gennaio 1492 con la conquista di Granada. [...]LA RELIGIOSITÀ DI CRISTOFORO COLOMBOCertamente in Cristoforo Colombo e in coloro che lo seguirono, come in generale nell'espansione europea della fine del Medioevo, non sono da trascurare le motivazioni di tipo economico e, in particolare, la ricerca dell'oro, senza dimenticare che, a partire dagli anni Quaranta del secolo XV, per i portoghesi acquista crescente importanza anche la cattura di schiavi lungo le coste africane: ma questa motivazione economica è assente dal progetto del navigatore genovese; più in generale, in tale espansione si manifesta "l'incoercibile bisogno, più o meno cosciente, di spazio", non per eccesso di popolazione - le grandi epidemie di peste del secolo precedente avevano abbattuto di circa il 40% la popolazione europea -, ma per la ricerca di orizzonti più ampi, anche in relazione al serrarsi del Mediterraneo Orientale per l'avanzata dei turchi ottomani e al completamento della Reconquista.Inoltre, per Cristoforo Colombo le motivazioni di ordine religioso avevano un peso notevole, che sarebbe estremamente ingiusto e arbitrario ridurre a giustificazioni strumentali o a residui pocosignificativi di riti o di pratiche a carattere magico e superstizioso.E ciò va ribadito contro gli storici moderni poco propensi a prendere in considerazione il richiamo religioso; essi, come ha osservato Jacques Heers, "se ne parlano, vi vedono un elemento troppo trascurabile per evocarlo in maniera attenta, oppure un semplice pretesto. Molti pensano volentieri che il Genovese parlasse di dovere religioso, di servizio di Cristo e di prospettive di evangelizzazione solo per conciliarsi meglio le buone grazie della regina attraverso una manovra interessata".Già la lettura del Diario di bordo ci offre un'ampia esemplificazione di questi aspetti decisivi per comprendere la personalità dell'Ammiraglio: ci limitiamo a qualche esempio, per altro assai eloquente, circa la profonda religiosità di Cristoforo Colombo e la sua convinzione di svolgere una missione accompagnata dal favore divino.In data 23 settembre 1492 egli istituisce un parallelo fra sé e Mosè: come allora a Mosè, che conduceva gli ebrei fuori dalla schiavitù egiziana, risultò utile il mare grosso in assenza di vento, così lo stesso straordinario fenomeno si è ripetuto a suo vantaggio per tranquillizzare i marinai timorosi circa la possibilità di fare ritorno.LA CONVERSIONE DEGLI INDIGENIIl problema della conversione degli indigeni è, fin dallo stesso primo contatto del 12 ottobre, al centro dell'attenzione dello scopritore: "Conobbi che era gente che meglio si salverebbe e si convertirebbe alla nostra santa fede con l'amore che con la forza". E in data 27 novembre, rivolgendosi ai sovrani spagnoli, dopo aver esposto la necessità di superare la barriera linguistica, scrive: "E poi si raccoglieranno i benefici e si lavorerà per fare cristiani tutti questi popoli, il che agevolmente si farà perché essi non hanno setta alcuna, né sono idolatri".Sempre il Diario di bordo ci informa sul comportamento e sui pensieri di Cristoforo Colombo durante la spaventosa tempesta che coglie le due caravelle superstiti a metà febbraio, durante il viaggio di ritorno.In tali drammatici frangenti egli ha il timore che Dio gli impedisca il ritorno e "attribuì questo alla sua poca fede e alla mancanza di fiducia nella Provvidenza divina. D'altra parte lo confortavano le grazie che Dio gli aveva fatto, dandogli tanto grande vittoria, permettendogli di scoprire quello che aveva scoperto. [...] E che, come nel passato aveva posto il suo fine e indirizzato tutta la sua impresa a Dio e lo aveva ascoltato [...] doveva credere che gli darebbe compimento di quanto cominciato e lo porterebbe a salvamento".Da buon capitano medievale Cristoforo Colombo si preoccupa "che si estraesse a sorte un pellegrino che andasse a Santa Maria di Guadalupe e portasse un cero di 5 libbre di cera", e la sorte designa proprio lui: a questo santuario dell'Estremadura condurrà di persona i primi indiani portati in Spagna a ricevere il battesimo.Poi viene deciso anche "di mandare un pellegrino a Santa Maria di Loreto, che è nella marca di Ancona, terra del Papa, che è una casa dove Nostra Signora ha fatto e fa molti e grandi miracoli"; "dopo di ciò l'Ammiraglio e tutto l'equipaggio fecero voto di andare, arrivando alla prima terra, tutti in camicia in processione a far preghiera in una chiesa che fosse dedicata a Nostra Signora".Va inoltre ricordato che l'Ammiraglio tiene sempre presenti, anche nel corso delle sue esplorazioni, il calendario liturgico, le solennità ecclesiastiche e i misteri della Fede. Il 6 dicembre 1492, giorno della festività di san Nicola, chiama con quel nome il porto dell'isola Hispaniola - poi Haiti - in cui si trovava, come nel secondo viaggio un promontorio riceve il nome di Cabo Cruz il 3 maggio, giorno del rinvenimento della Croce.LO SCOPO DI CRISTOFORO COLOMBO: IL SANTO SEPOLCRO E LA CROCIATAUn motivo ricorrente nei testi di Cristoforo Colombo è quello della finalizzazione dei risultati della sua impresa alla liberazione del Santo Sepolcro.Nel Diario di bordo, dopo aver narrato la costruzione del primo insediamento, quello di Navidad - fondato il 25 dicembre del 1492, subito dopo il naufragio della Santa Maria -, afferma che intende ritornare in un secondo viaggio dalla Castiglia e trovare oro e spezie "in tanta quantità che i re, prima di 3 anni, intraprendessero e preparassero [l'azione] per andare a conquistare la Casa Santa" confermando così l'impegno preso "con fermezza" con i sovrani prima della sua partenza, e cioè "che tutto il guadagno di questa mia impresa si spendesse nella riconquista di Gerusalemme". In quell'occasione - ricorda - i sovrani "sorrisero e dissero che piaceva loro e che [anche] senza questo avevano quel desiderio".Nell'atto con cui istituisce il maggiorascato a favore di don Diego, il suo primogenito, Cristoforo Colombo ricorda nuovamente l'intenzione di spendere la rendita delle Indie "per la conquista di Gerusalemme" e impegna il figlio, o il suo erede, "ad andare con il Re Nostro Signore, se andrà a Gerusalemme a conquistarla, o anche solo, con la maggior forza possibile".
Indubbiamente l'episodio di Love, Death + Robots che mi ha lasciato più indifferente.Voi cosa ne pensate? Fatemelo sapere contattandomi qui:Telegram:https://t.me/MatteoSeppiaPer partecipare ai sondaggi sul canale:https://t.me/passionesceneggiaturaE-mail:passionesceneggiatura@gmaill.comPagina Facebook:https://www.facebook.com/passionesceneggiaturapodcast/?ref=bookmarksInstagram:https://www.instagram.com/matteo_piazzalunga89/
Google Stadia rappresenta l'ingresso con forza della casa americana nel mondo dei videogiochi in streaming, con tante ottime premesse e qualche dubbio irrisolto. Vi dico quali sono per me i punti di forza e quelli di debolezza, che hanno generato esaltazione o preoccupazione da parte di tanti giocatori! Indubbiamente è un annuncio importante da tenere in considerazione.
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=5580INTERVISTA AL VICEPRESIDENTE DEL CONGRESSO MONDIALE PER LA FAMIGLIA di Luca MarcolivioAssieme a Toni Brandi, sarà il principale "anfitrione" del Congresso Mondiale delle Famiglie, in programma a Verona dal 29 al 31 marzo 2019. Jacopo Coghe, 34 anni, presidente di Generazione Famiglia, ha assunto alcuni mesi fa l'incarico di vicepresidente del Congresso Mondiale. Generazione Famiglia e Pro Vita onlus, hanno stretto un'alleanza che, alla lunga, potrebbe rivelarsi vincente, perché sostenuta dal basso, dalla gente comune. Nel frattempo, però, c'è molto da lavorare e sullo sfondo c'è il passaggio cruciale delle elezioni europee. «Un'Europa che non scommette sulla famiglia non ha alcun futuro», afferma Coghe, che, a colloquio con Scenari economici, si è espresso a chiare lettere su cosa c'è in gioco.Manca meno di un mese allo svolgimento del Congresso Mondiale delle Famiglie, a che punto sono i preparativi?«La lista dei partecipanti è ormai definitiva, siamo davvero in dirittura d'arrivo. Sia Generazione Famiglia che Pro Vita hanno accumulato un bagaglio di esperienze importanti negli ultimi 4-5 anni: tante battaglie per la famiglia e per la vita ci hanno portato a marciare fianco a fianco in numerose occasioni. Perché allora non unire le forze? La vera carta vincente del nostro Congresso, però, sarà l'alleanza che stingeremo con le famiglie che incontreremo a Verona. I partecipanti e gli uditori contano almeno quanto gli esperti che saliranno sul palco. L'organizzazione del Congresso non è un club elitario che vuole orientare il popolo. Noi, al contrario, raccogliamo le istanze della gente e, per l'appunto, delle famiglie, con le quali vogliamo cooperare. Famiglie che, da troppi anni, si sentono abbandonate, che faticano più che in passato a mantenere il loro ruolo di timone e motore della società. Siamo sicuri che la tre giorni di Verona rappresenterà una gigantesca iniezione di speranza per noi e per loro. Ci sarà da lavorare duro ma il sold out di prenotazioni al Congresso è un chiaro segno che siamo partiti col piede giusto».Questo evento ha una caratura fortemente internazionale, grazie alla presenza di rappresentanti da tutto il mondo e, in ogni parte del mondo, la famiglia vive problematiche diverse. Che tipo di messaggi arriveranno dal palco di Verona?«Indubbiamente, nel mondo le famiglie vivono situazioni molto differenti da luogo a luogo. Molte famiglie mediorientali scappano dalla guerra, quelle africane patiscono la fame, in Occidente è tristemente diffusa la violenza domestica su donne e bambini. Di tutto questo a Verona si parlerà ma credo che lo scenario europeo sarà, più degli altri, il tema sotto i riflettori, visto anche l'appuntamento imminente con le elezioni europee. È all'Europa che lanceremo il messaggio più forte: la maggior parte dei paesi del vecchio continente - Italia in primis - soffrono una crisi demografica senza precedenti, per combattere la quale non possiamo limitarci ai palliativi dei sussidi economici alle famiglie. Aiutare le famiglie in difficoltà è condizione necessaria ma non sufficiente, occorre ricreare una vera cultura della famiglia, ristabilendo innanzitutto un'armonia tra famiglie, scuola, imprese e istituzioni che, da troppo tempo, risulta incrinata. Questo cambiamento non potrà avvenire dal giorno alla notte ma, proprio per questo, bisogna agire subito. Da troppi anni, l'Unione Europea mette al centro l'economia, le banche, i parametri di bilancio e fiscali e lascia in secondo piano l'uomo. Pare quasi che siano più importanti le dimensioni di un pomodoro o di un cetriolo prodotto nelle aziende europee che non la salute e la serenità di un bambino all'interno della sua famiglia. Da una ventina d'anni a questa parte, invece, l'Europa si mobilita per le famiglie soltanto se sono "famiglie arcobaleno"... Tutto questo deve finire e ai politici presenti a Verona, noi lo ribadiremo senza troppi giri di parole».È tristemente risaputo che il nostro Paese si è sempre impegnato molto poco per le politiche familiari. C'è, al contrario, qualche esempio virtuoso tra i partner europei che varrebbe la pena seguire?«Assolutamente sì. Penso a vari paesi dell'Europa orientale, in particolare all'Ungheria, che, con il governo Orban, ormai da alcuni anni, sta mettendo in campo misure di incentivo demografico e i risultati si vedono: crescono i matrimoni e le nascite, calano i divorzi e gli aborti. L'Italia, comunque, non starà a guardare e noi approfitteremo della presenza del ministro della Famiglia, Lorenzo Fontana, per confrontarci e fare il punto della situazione su quello che ha fatto il governo e quello che le famiglie italiane vogliono. Abbiamo una Costituzione che, all'articolo 29, tutela la famiglia come "società naturale fondata sul matrimonio": come rappresentanti della società civile, faremo tutto il possibile affinché la politica dia finalmente applicazione a questo principio costituzionale ingiustamente dimenticato». [...]Dopo due giorni di dibattiti, testimonianze e workshop, il Congresso si concluderà con una marcia diretta verso il centro di Verona. Sarà qualcosa di simile alla Marcia per la Vita?«In realtà questo momento finale non vuole essere una marcia di protesta contro qualcosa ma piuttosto un momento di festa per la famiglia. È giusto che le famiglie si incontrino, stringano amicizia e trascorrano un momento lieto per tutti: mamme, papà, bambini, nonni. Ovviamente sarà un momento di festa "consapevole": le due giornate di congresso avranno veicolato un gran numero di informazioni, rafforzando così la coscienza civica di ognuno in merito al preziosissimo ruolo sociale che la famiglia svolge. Potremmo dire che il Congresso propriamente detto rappresenterà la "mente" delle famiglie, mentre la marcia sarà un po' il loro "cuore": quando l'intero corpo funziona bene, allora, potrà affrontare tutte le difficoltà e andare davvero lontano».Nota di BastaBugie: per sostenere con una donazione il Congresso mondiale per la famiglia di Verona si può fare un bonifico a: ProVita Onlus / Banca: Cassa Rurale Alta Vallagarina / IBAN: IT89X0830535820000000058640.Luca Paci nell'articolo seguente dal titolo "Verona, chi ha paura della famiglia naturale?" parla delle polemiche, gli insulti e le fake news sui relatori e ora anche le offese di Di Maio al Congresso Mondiale per la Famiglia. Tanti ospiti istituzionali, sia italiani che stranieri, a parlare dei diritti della famiglia quale società naturale fondata sul matrimonio: frustrazione per chi vuole la distruzione della famiglia e vede che ha sempre meno seguito.Ecco l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 14 marzo 2019:Interrogazioni parlamentari, bufale fatte girare ad arte, contromanifestazioni, contestazioni di piazza, intimidazioni più o meno velate e le solite accuse - prive di un'argomentazione fondata - di oscurantismo, fascismo, odio, patriarcato e volontà di sottomissione delle donne.E ora anche il vicepremier Luigi Di Maio che li definisce "sfigati". Il Congresso mondiale delle famiglie che si terrà a Verona dal 29 al 31 marzo ha riacceso il fuoco della famiglio-fobia. I gendarmi del pensiero unico non possono accettare che migliaia di delegati possano riunirsi per parlare, insieme a importanti esponenti di governo, di bellezza del matrimonio, diritti dei bambini, ecologia umana integrale e delle politiche per la famiglia e la natalità, per di più con il patrocinio di istituzioni pubbliche come il Comune di Verona, la Regione Veneto e il ministero della Famiglia.La reazione isterica di femministe radicali, sigle arcobaleno e di buona parte della sinistra rivela però il nervo scoperto di chi inizia a sentirsi franare la terra sotto i piedi. Dopo che per anni numerosi gay pride e controverse iniziative di educazione alle differenze hanno ricevuto patrocini e anche finanziamenti di ogni tipo, ci sono segnali di inversione di tendenza non trascurabili. L'intervento del ministro dell'Istruzione Marco Bussetti, che ha sospeso l'ideologico "progetto di ricerca sul bullismo omofobico" promosso dall'Ufficio regionale scolastico dell'Umbria, è solo l'ultimo di una serie di colpi ricevuti da alcuni ambienti progressisti che non sono abituati a trovare ostacoli alla realizzazione della loro agenda. A tal proposito vale la pena ricordare anche il pieno riconoscimento dell'istituto del consenso informato nelle scuole e il ritiro dalla Rete Ready (coordinamento di comuni, provincie e regioni che sostengono politiche pro lgbt) di molte istituzioni locali.Insomma nell'attacco alla famiglia naturale di Cirinnà e soci c'è tutta la frustrazione di chi ha compreso che il nucleo fondante della società, composto da madre, padre e figli, è l'ultimo scoglio da superare per dare forma definitiva a quel modello di società agognato dai profeti dell'indifferentismo apolide: senza radici, senza legami, senza identità, una società di individui, di consumatori, dove ogni desiderio può tramutarsi immediatamente in diritto.Per questo motivo ha assunto un valore altamente simbolico la guerra contro il patrocinio rilasciato dal ministro della Famiglia Lorenzo Fontana al Congresso di Verona.
Indubbiamente la puntata con più voci diverse in assoluto a Karmadillo quella di stasera!
Il porta a porta è tra gli approcci di business più difficoltosi, in quanto è elevatissimo il numero di porte chiuse in faccia che si ricevono. Indubbiamente questo inficia sull'umore e quindi sull'attitudine del venditore stesso. In questo episodio cercherò di proporre qualche valido spunto per rendere meno ostica tale pratica e magari incrementandone pure l'efficacia. Buon ascolto!
Il porta a porta è tra gli approcci di business più difficoltosi, in quanto è elevatissimo il numero di porte chiuse in faccia che si ricevono. Indubbiamente questo inficia sull'umore e quindi sull'attitudine del venditore stesso. In questo episodio cercherò di proporre qualche valido spunto per rendere meno ostica tale pratica e magari incrementandone pure l'efficacia. Buon ascolto!