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Séptima y (por ahora) última entrega de la serie sobre Joâo Gilberto. Canciones incluidas en los discos: “Joâo” 1991, “Joâo, voz e violâo” 2000 y “Live at Umbria Jazz” 2002.Escuchar audio
Teresa Porcella, Andrea Calisi"Calviniana"Per un verso o per l'altroTelos EdizioniCon Calviniana. Per un verso o per l'altro, raccolta di poesie illustrate ispirate all'opera di Italo Calvino, Teresa Porcella e Andrea Calisi propongono un originale percorso in versi che solca i mari dell'immaginario dello scrittore ligure. Un dialogo tra due mezzi espressivi, poesia e illustrazione, che danzano assieme scoprendo nell'amore immenso per la scrittura di Calvino il loro denominatore comune.Poesie che dialogano con lo sguardo del lettorePrimo titolo di Telos Edizioni dedicato alla poesia, Calviniana arriva in libreria il 15 ottobre 2023, giorno in cui cade il centenario della nascita di Calvino. Il volume rappresenta un meta-omaggio al lavoro di uno dei più amati scrittori italiani del Novecento: non un libro che analizza le sue più celebri scritture, ma un gioco poetico che ne attraversa artisticamente l'immaginario. Ogni verso e ogni scelta di Teresa Porcella sono calibrati per restituire, con il massimo della sintesi, le “logiche inconsuete” dell'autore, mimando a volte il periodare, a volte mutuando il contenuto, altre volte facendo risuonare i sentimenti o l'ironia che strutturano un testo, tenendo sempre vivo il dialogo con le illustrazioni.Mentre i lettori più adulti e gli studiosi di lingua apprezzeranno l'utilizzo elegante di metriche particolari come l'ottava ariostesca o la ripresa di fraseggi e toni calviniani, i più giovani si lasceranno intrigare dalla musicalità dei testi e dalle illustrazioni materiche e surreali di Andrea Calisi, ricche di simboli e citazioni che richiamano ulteriori significati.A chi si rivolge Calvinana?Anzitutto ai lettori e agli studiosi appassionati di Calvino, che possono rivivere atmosfere familiari con occhi nuovi e sperimentando modalità inedite; poi a docenti e ragazzi e ragazze in cerca di uno “strumento didattico” alternativo in grado di proporre un approccio “sentimentale” alla letteratura; ma anche a quelli che, come sottolinea Angela Catrani nella postfazione, “hanno tutto il diritto di non conoscere Italo Calvino e di potersene innamorare”.Teresa PorcellaCagliaritana, è autrice, performer, editor e formatrice. Svolge attività in tutta Italia. È tradotta in Spagna, Messico, Stati Uniti, Brasile, Cina, Turchia. Libri premiati: Il formichiere Ernesto (Menzione speciale al Premio Rodari, 2018), Quelli là (Premio Procida Elsa Morante – Il mondo salvato dai ragazzini 2019), Prima e poi (Primo premio al concorso Oreste Pelagatti, 2021). Come editor, ha vinto il Premio Andersen per le collane “Il suono della conchiglia” Motta Junior (2015) e “Rivoluzioni”, LibriVolanti (2018). Per Telos è ideatrice e curatrice della collana “147, mostro che parla! 7 mostri x 21 regioni italiane” e autrice di Come cane e gatto (2022), e di Janas, cogas, Mommotti e altri esseri fantastici della Sardegna (2022).Andrea CalisiNasce a Roma nel maggio del 1968, ha lavorato come grafico per importanti studi di moda e per l'Arci Nazionale e come illustratore per il magazine “D” di Repubblica, il supplemento culturale “Alias” del Manifesto, in Area studio di comunicazione, WWF, Einaudi, Rizzoli, L'Espresso, Linus, La Nave di Teseo, Laterza, Carthusia, Telos, Edizioni Corsare e altre importanti case editrici. Le sue opere sono state esposte a Umbria Jazz, Expo Cartoon di Roma, Sano Museum di Mishima, Daimaru Museum di Kyoto, Mitsukoshi Dept. Store di Tokyo. Oltre all'attività di illustratore ha lavorato come maestro in una scuola materna di Roma.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itQuesto show fa parte del network Spreaker Prime. Se sei interessato a fare pubblicità in questo podcast, contattaci su https://www.spreaker.com/show/1487855/advertisement
Oggi a Cult: Chiara Bersani è a Santarcangelo Festival con "(nel) Sottobosco"; il libro "Riccardo Chailly alla Scala" a cura di Franco Pulcini; la 50° edizione di Umbria Jazz commentata da Enzo Gentile; Emilio Russo presenta la stagione 23/24 del Teatro Menotti; Marina Benedetti parla di "Eretiche ed eretici medievali" (ed, Carocci); Armando Besio introduce la nuova edizione di Zelbio Cult...
Our Italian brother, Mauro Vecchi is back with a spectacular episode including a guest mix from Rome based veteran, Massimo Voci. Massimo Voci has been a DJ and producer for 30 years. He spent his life at Radio Capital (IT) where he produced various radio programs, including his saturday night show "Adventures in a Disco", the daily immersion in the great classics of funky/disco and soul have forged him for his sets and productions. He has his own label, Black Moka Recordings, and his name has appeared in the billboards of Italian and international clubs and festivals (Worldwide Festival by Gilles Peterson in FR / CH edition, Greece's Shapes, Umbria Jazz, Villa Medici, Cavo Fest), and in concerts by giants of music such as that of Genesis at the Circo Massimo, or with the Chic in piazza del popolo in Rome. He teaches at the Master in Radio at the Suor Orsola Benincasa University of Naples. Putting his hands spinning in different genres from disco to house passing through global beats, his sets have no limits! You can find him heating local and international clubs and festivals' dancefloors during the weekends. Born in front of the sea in Calabria, he grew up artistically in Rome, he can't stand still and when he is, he paints. Two hours of undiluted sunshine in audio form. WARNING: Addictive! Hour 1 Mauro Vecchi: Pépite - Please Don't Make It Funky (The Patchouli Brothers extended re-edit) D.C. LaRue - O Ba Ba [The Reflex Revision] Banda Black Rio - Chega Mais Azevedo - Disco Explosion King Mutapa - Gimme That Funk Young Pulse - Getten 2 Know U, Young Pulse Edit Disco Feelings - Funk Me SERG SZYSZ - Be Lovers (Original Mix) Nerdistic Touch - Happy Scruscru - One For The Ditch House Clan - Audio Thech Secret Stash - DON'T TRY Hour 2 Massimo Voci: Lucio Battisti - Ancora Tu (Massimo Voci Re-Edit) Obas Nenor - Warm Yellow Stickers (Part I & II) [Nenorion Music] Tigerbalm - Cosmic Camel (Chico Mann Remix) [Ubiquity Records] O'Flynn - Tru Dancing (Massimo Voci Re-Edit) Saltywax - Sarabarlia [Zissou Records] Disco Lust - Nigh Affair [Dusty Disko] Joutro Mundo - Tropical Affair [Midnight Riot] Ornella Vanoni - Ti Voglio (Massimo Voci Disco Re-Edit) Chevals - Please Don't [K7 Records] Processman & Cady - Sou Baiana [File Under Disco] Fixed Angles - Anikana [Bonfido Disques] Andromeda Orchestra - Mozambique [Faze Action Records] BPlan, Sam Ruffillo - Mediterranea [Toy Tonics] Joi N'Juno - Douala Boogie [Discoweey] The Love Doves - Sistahood [Midnight Riot]
Although the conditions that created jazz are distinctly American, without Europe it seems clear that it might not survive. Every summer hundreds of the greatest practitioners of the music and hundreds of thousands of fans gather across Europe at the major festivals to come together and celebrate it. These gatherings provide a much needed opportunity for what the musicians refer to as “the hang”. Producer Matt Pierson explained it this way: “It is an American music and we love our homeland but in reality if you ignore the borders, the base of most jazz adjacent music is in Europe… You get to do a lot of hanging.” I spent a day at Umbria, hanging and exploring. Conversations with Matt Pierson, artistic consultant Enzo Capua, drummer Terence Higgens, saxophonist Dave Koz, and singer Kurt Elling help to illuminate the situation. www.third-story.com www.patreon.com/thirdstorypodcast www.wbgo.org/studios
Tutti contro tutti tra i grillini #andreabulleri; Draghi e le sue due possibilità #albertogentili; la morte di un pugile, giallo sul perché dell'aggressione #flaminiasavelli; il finale di Umbria Jazz con Johnny Depp #fabionucci
Il Festival Farenheit 442 fra Bergamo e Brescia, prima rassegna di letteratura calcistica in Italia; Cristina Battocletti sul Premio Strega 2022 e su "Strehler politico" a Welcome to Socotra di Fondazione Feltrinelli; Barbara Sorrentini su James Caan e sul programma del Festival del Cinema di Locarno; Enzo Gentile anticipa la nuova edizione di Umbria Jazz; il Quarto Stato di Pelizza da Volpedo torna a Palazzo Reale di Milano in un nuovo allestimento; Giovanni Chiodi sulle novità estive di lirica
If you're listening to this podcast on Apple or Spotify, you're seriously missing out. The Trumpet Dynamics mobile app has content and exclusive bonuses you won't find on a third-party application. To access the mobile app, visit trumpetdynamics.com. https://podcastartistry.com/wp-content/uploads/2021/03/mutantrumpet.jpg (Click or tap here to see a photo of the mutantrumpet.) Composer/performer https://benneill.com (Ben Neill) is the inventor of the Mutantrumpet, a hybrid electro-acoustic instrument, and is widely recognized as a musical innovator through his recordings, performances and installations. Neill’s music blends influences from electronic, jazz, and minimalist music, blurring the lines between digital media and acoustic instrument performance. Neill has recorded eleven albums of his music on labels including Universal/Verve, Thirsty Ear, Astralwerks, and Six Degrees. Currently he is an Artist in Residence at Nokia Bell Labs where he is exploring new modes of emotion transfer and communication between people using music, visual media, and hybrid instruments. Performances include BAM Next Wave Festival, Big Ears Festival, Lincoln Center, Whitney Museum of American Art, Bing Concert Hall at Stanford, Getty Museum, Cite de la Musique Paris, Moogfest, Spoleto Festival, Umbria Jazz, Bang On A Can Festival, ICA London, Istanbul Jazz Festival, Vienna Jazz Festival, and the Edinburgh Festival, among many others. Neill has worked closely with many musical innovators including La Monte Young, John Cage, John Cale, Pauline Oliveros, Rhys Chatham, DJ Spooky, David Berhman, Mimi Goese, King Britt, and Nicolas Collins. Neill also leads concerts of La Monte Young’s The Second Dream of the High Tension Stepdown Line Transformer with an international brass ensemble; performances have recently been presented in New York, Amsterdam, Paris, Amsterdam, Huddersfield, Den Bosch, Oslo, Krems, Koln, Los Angeles, and Warsaw. Neill began developing the Mutantrumpet in the early 1980s. Initially an acoustic instrument (a combination of 3 trumpets and a trombone combined into one), he collaborated with synthesizer Robert Moog to integrate electronics. In 1992, while in residency at the STEIM research and development lab for new instruments in Amsterdam, Neill made the mutantrumpet fully computer interactive. In 2008 he created a new version of his instrument at STEIM, and returned there in 2016-17 to design Version 4.0 which made its debut 2019. See a more detailed history of the instrument https://benneill.com/portfolio/mutantrumpethistory/ (here). Other current projects include a collaboration with vocalist/composer Mimi Goese that explores the musical and poetic qualities of mathematics and science through collaborations with chaos mathematician Ralph Abraham and the Beacon Institute for Rivers and Estuaries. The new songs combine the interplay of Goese’s captivating vocals and the electroacoustic explorations of Neill’s self-designed mutantrumpet with sounds created from fractal mathematics and Hudson River environmental data. A native of North Carolina, Neill holds a Doctorate of Musical Arts degree from Manhattan School of Music. He studied composition with La Monte Young and was also mentored by composer/performer Jon Hassell in the early 1980’s. Since 2008 he has been a music professor at Ramapo College of New Jersey. BEN NEILL PRESS QUOTES “Ben Neill is using a schizophrenic trumpet to create art music for the people.” Wired Magazine “Ben Neill performs the Mutantrumpet, a super-instrument of his own design that he also uses to control lights and other elements in the show. The music is a dense, continously-shifting tapestry of electronic beats.” Wired Magazine “The avant-garde and EDM come together in music by Ben Neill & his mutantrumpet.” WNYC New Sounds/John Schaefer “A creative composer, genius performer, and inventor of the mutantrumpet.” Time Out NY “Ben Neill...
Ciao a tutte e a tutti.Febbraio ci ha fatto salire in casa e ci ha fatto accomodare, ma è tutto indaffarato a fare mille cose. Ci sta preparando un the, deve pensare al tempo metereologico, ha messo a stendere i fiori prima di farli schiudere, nel frattempo deve fare una video call con Gennaio e Marzo per la gestione delle consegne, insomma i mesi nella loro gioventù sono sempre carichi di entusiasmo ma un po’ confusi. Noi allora ci prendiamo il compito di farlo rallentare e di farlo respirare, invitandolo a godersi la nuova Onda che è pronta per esprimere tutta la sua bellezza.Cercando un po’ di ristoro in una bolla sospesa dal quotidiano istituzionale davvero discutibile, lasciamo che sia il bello, le buone vibrazioni a tessere la coperta con la quale ci avvolgiamo oggi, compito che sarà svolto da questa sesta puntata. L’episodio, oggi, sarà, come tutti gli altri che lo hanno preceduto foriero di musiche e racconti. La voce narrante che siede con me oggi, è quella della grande ospite Francesca Remigi. Francesca figlia d’arte, è una delle espressioni più grandi ed interessanti del panorama jazz moderno: batterista, compositrice, polistrumentista, vincitrice del premio Nuova Generazione Jazz 2021 ha suonato su i più importanti palchi di questa enorme corrente musicale tra cui il London Jazz Festival 2020, the North Sea Jazz Festival, Brussels Jazz Weekend 2019 e Una Striscia di Terra Feconda Jazz Festival. Ha vinto diverse residenze (Umbria Jazz, Siena Jazz e La Casa del Jazz a Roma solo per citarne alcune) e borse di studio che l’hanno portata in giro in varie nazioni dove ha potuto ampliare i suoi studi con musicisti di altissimo livello e iniziando delle collaborazioni artistiche molto importanti, tra cui l’ultima al Berklee Global Jazz Institute.Francesca ha all’attivo il suo primo LP di jazz progressive con un sestetto di musicisti internazionali dal nome Archipélagos con i quali ha dato alla luce la sua creatura meravigliosa “Il Labirinto dei topi", in cui lei suona la batteria e di cui ne ha curato la scrittura, composizione e direzione, un album che è un capolavoro d’arte sonora. Come sapete Onde podcast va a curiosare sotto alle metaforiche cuffie delle ospiti e degli ospiti per sbirciare e ascoltare quelli che sono i loro ascolti privati. Francesca per la sua puntata ha quindi raccolto una dozzina di brani che vi lasceranno a bocca aperta, sono brani di incredibile bellezza e freschezza, brani a cui lei è legata a doppio filo e poi vedrete come, dove verremo portati tutti ad ascoltare delle musiche magnifiche, probabilmente ai più, come il sottoscritto, fino ad ora sconosciute. Ma visto che ciò che accomuna tutti quelli che sono qui su Onde: Musica e Dintorni, è la curiosità, lasciamoci trasportare in un mondo estremamente variopinto, pieno di suoni, di contaminazioni e musiche pazzesche dalla voce di Francesca Remigi, e dai suoi brani che ci faranno immergere nel vasto oceano del Jazz, e non solo…Immergetevi con noi, leggere e leggeri, lasciando i suoni al di la del pelo d’acqua sonora e come sempre, buon ascolto! ^_^ - INFO FRANCESCA REMIGI TU E PUNTATA IL DISCO DI FRANCESCA REMIGI PER ONDE:https://open.spotify.com/playlist/59HAZ6Na12FJe9cUdjP4NBFRANCESCA REMIGI SITO:https://remigifrancesca.com/ IL LABIRINTO DEI TOPI: https://open.spotify.com/album/63koW6whDiODtHE9MjT6Um?si=ANKAuFMeRbeR20l4xx-aPwhttps://music.amazon.in/albums/B08T71CMXM?marketplaceId=A21TJRUUN4KGV&musicTerritory=INhttps://music.apple.com/it/album/il-labirinto-dei-topi/1543471823?l=enLINKTREE DI FRANCESCA REMIGI:https://linktr.ee/fraremigi_drums?fbclid=IwAR2GhjDvHpyABD_Sc1yzERlD1DaewOwR1i4t4xKlUWHBZ92uKkYFN5NCBL0INSTAGRAM DI FRANCESCA REMIGI:https://www.instagram.com/fraremigi_drums/?hl=itFACEBOOK DI FRANCESCA REMIGI:https://www.facebook.com/profile.php?id=100000008475971JAZZ ESPRESSO SU IL LABIRINTO DEI TOPI:https://www.jazzespresso.com/it/francesca-remigi-archipelagos-il-labirinto-dei-topi-2021-jazzespresso/ALL ABOUT JAZZ SU FRANCESCA REMIGI:https://musicians.allaboutjazz.com/francescaremigiYOUTUBE DI FRANCESCA REMIGI:https://www.youtube.com/channel/UCjZhYiuTCxwwZtonTfxebYgSOUNDCLOUD DI FRANCESCA REMIGI:https://soundcloud.com/francesca-remigi- INFO ONDE: MUSICA E DINTORNIMY LINKTREE:https://linktr.ee/onde_podcastPATREON:https://www.patreon.com/onde_podcastINSTAGRAM:https://www.instagram.com/onde_podcast/SPREAKER: https://www.spreaker.com/show/onde-musica-e-dintorniPAGINA UFFICIALE SU FACEBOOK:https://www.facebook.com/OndePodcastCONTATTI:onde.podcast@hotmail.comIL BRANO “ONDE” in testa e in coda all’episodio è stato creato, suonato e cantato da Camilla Battaglia.MUSICHE IN PUNTATA:Music Free Stock:https://www.free-stock-music.com/Lost Paradise by Purrple Cat | https://purrplecat.comMusic promoted by https://www.free-stock-music.comCreative Commons Attribution-ShareAlike 3.0 Unportedhttps://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0/deed.en_USplunderer by Barradeen | https://soundcloud.com/barradeenMusic promoted by https://www.free-stock-music.comCreative Commons Attribution-ShareAlike 3.0 Unportedhttps://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0/deed.en_USDay Ahead by Joe Crotty | https://soundcloud.com/joecrottyMusic promoted by https://www.free-stock-music.comCreative Commons Attribution 3.0 Unported Licensehttps://creativecommons.org/licenses/by/3.0/deed.en_USToo Cool For School by Audionautix | http://audionautix.comMusic promoted by https://www.free-stock-music.comAttribution-NoDerivs 3.0 Unported (CC BY-ND 3.0)https://creativecommons.org/licenses/by-nd/3.0/Vintage 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Gabriele Mirabassi racconta la storia di Umbria Jazz e come è cambiato nel tempo.
The first episode of the Nick Finzer Audio Experience listen in on a set from the 2017 Umbria Jazz Festival featuring Lucas Pino, Glenn Zaleski, Dave Baron, and Jimmy Macbride.
..Nell'estate del '73 Rivers è al prestigioso festival svizzero di Montreux, e dalla sua esibizione la Impulse ricava l'album Streams. Nell'estate successiva Rivers è alla prima edizione di Umbria Jazz: in Italia c'è un nuovo pubblico giovanile ingordo di jazz d'avanguardia, e Rivers, un mattatore, è uno dei personaggi in cui questo pubblico giovanile si identifica maggiormente. Alla metà degli anni settanta di Rivers cominciano ad interessarsi diverse etichette italiane: nel '75 Rivers partecipa a Capricorn Rising, intestato a Don Pullen, per la Black Saint; nel '76 incide The Quest per la Red Record; nell'estate del '76 Rivers è per due sere a Umbria Jazz e dalle sue esibizioni la Horo ricava due Lp doppi, intitolati Black Africa!
..Nell'estate del '73 Rivers è al prestigioso festival svizzero di Montreux, e dalla sua esibizione la Impulse ricava l'album Streams. Nell'estate successiva Rivers è alla prima edizione di Umbria Jazz: in Italia c'è un nuovo pubblico giovanile ingordo di jazz d'avanguardia, e Rivers, un mattatore, è uno dei personaggi in cui questo pubblico giovanile si identifica maggiormente. Alla metà degli anni settanta di Rivers cominciano ad interessarsi diverse etichette italiane: nel '75 Rivers partecipa a Capricorn Rising, intestato a Don Pullen, per la Black Saint; nel '76 incide The Quest per la Red Record; nell'estate del '76 Rivers è per due sere a Umbria Jazz e dalle sue esibizioni la Horo ricava due Lp doppi, intitolati Black Africa!
..Nell'estate del '73 Rivers è al prestigioso festival svizzero di Montreux, e dalla sua esibizione la Impulse ricava l'album Streams. Nell'estate successiva Rivers è alla prima edizione di Umbria Jazz: in Italia c'è un nuovo pubblico giovanile ingordo di jazz d'avanguardia, e Rivers, un mattatore, è uno dei personaggi in cui questo pubblico giovanile si identifica maggiormente. Alla metà degli anni settanta di Rivers cominciano ad interessarsi diverse etichette italiane: nel '75 Rivers partecipa a Capricorn Rising, intestato a Don Pullen, per la Black Saint; nel '76 incide The Quest per la Red Record; nell'estate del '76 Rivers è per due sere a Umbria Jazz e dalle sue esibizioni la Horo ricava due Lp doppi, intitolati Black Africa!
L’edizione 1975 del festival jazz di Pescara entrò negli annali non solo ..per la qualità del suo cartellone, ma anche per gli incidenti che la ..caratterizzarono. La sera precedente quella dell’esibizione di Chet ..Baker, al Parco delle Naiadi dei giovani cercarono di sfondare, ci ..furono tafferugli con la polizia, e il povero Don Cherry che era in ..programma col suo pacifico e sognante Organic Music Theatre nel ..parapiglia si prese una manganellata. Neanche i festival del jazz ..sfuggivano al clima generale: dieci giorni dopo sarebbe iniziata una ..indimenticabile edizione di Umbria Jazz, turbolenta ed esaltante, che ..una massa sterminata di “proletariato giavanile” trasformò in una ..propria festa. A Pescara la sera dopo i disordini il concerto del ..quartetto di Chet Baker si tenne non alle Naiadi ma allo stadio ..comunale. E l’ambiente più freddo dello stadio rese per contrasto ancora ..più affascinante la musica e la figura mitologica di Chet Baker, e il
L’edizione 1975 del festival jazz di Pescara entrò negli annali non solo ..per la qualità del suo cartellone, ma anche per gli incidenti che la ..caratterizzarono. La sera precedente quella dell’esibizione di Chet ..Baker, al Parco delle Naiadi dei giovani cercarono di sfondare, ci ..furono tafferugli con la polizia, e il povero Don Cherry che era in ..programma col suo pacifico e sognante Organic Music Theatre nel ..parapiglia si prese una manganellata. Neanche i festival del jazz ..sfuggivano al clima generale: dieci giorni dopo sarebbe iniziata una ..indimenticabile edizione di Umbria Jazz, turbolenta ed esaltante, che ..una massa sterminata di “proletariato giavanile” trasformò in una ..propria festa. A Pescara la sera dopo i disordini il concerto del ..quartetto di Chet Baker si tenne non alle Naiadi ma allo stadio ..comunale. E l’ambiente più freddo dello stadio rese per contrasto ancora ..più affascinante la musica e la figura mitologica di Chet Baker, e il
Presentare l'esibizione di Joao Gilberto a Umbria Jazz '96 è anche il .modo per Jazz in un giorno d'estate di rendere omaggio al grande artista .brasiliano che è mancato ai primi di luglio. Gilberto conclude la sua .esibizione al Teatro Morlacchi interpretando Chega de saudade, il brano .che nella sua interpretazione nel '58 aveva fatto esplodere in Brasile .la bossa nova; e finisce poi con Garota de Ipanema: oltre ad essere uno .dei brani della bossa nova e in generale della musica brasiliana più .popolari in tutto il mondo, The Girl from Ipanema nel '64 apriva l'Lp .Getz/Gilberto: tanto l'album quanto il singolo di The Girl from Ipanema .avrebbero ottenuto a livello internazionale un successo clamoroso..In questa puntata da un mito, Joao Gilberto, passiamo poi ad un altro .mito, Chet Baker.
Presentare l'esibizione di Joao Gilberto a Umbria Jazz '96 è anche il .modo per Jazz in un giorno d'estate di rendere omaggio al grande artista .brasiliano che è mancato ai primi di luglio. Gilberto conclude la sua .esibizione al Teatro Morlacchi interpretando Chega de saudade, il brano .che nella sua interpretazione nel '58 aveva fatto esplodere in Brasile .la bossa nova; e finisce poi con Garota de Ipanema: oltre ad essere uno .dei brani della bossa nova e in generale della musica brasiliana più .popolari in tutto il mondo, The Girl from Ipanema nel '64 apriva l'Lp .Getz/Gilberto: tanto l'album quanto il singolo di The Girl from Ipanema .avrebbero ottenuto a livello internazionale un successo clamoroso..In questa puntata da un mito, Joao Gilberto, passiamo poi ad un altro .mito, Chet Baker.
Presentare l’esibizione di Joao Gilberto a Umbria Jazz ’96 è anche il modo per Jazz in un giorno d’estate di rendere omaggio al grande artista brasiliano che è mancato ai primi di luglio. Gilberto conclude la sua esibizione al Teatro Morlacchi interpretando Chega de saudade, il brano che nella sua interpretazione nel ’58 aveva fatto esplodere in Brasile.la bossa nova; e finisce poi con Garota de Ipanema: oltre ad essere uno dei brani della bossa nova e in generale della musica brasiliana più popolari in tutto il mondo, The Girl from Ipanema nel ’64 apriva l’Lp Getz/Gilberto: tanto l’album quanto il singolo di The Girl from Ipanema avrebbero ottenuto a livello internazionale un successo clamoroso. In questa puntata da un mito, Joao Gilberto, passiamo poi ad un altro mito, Chet Baker.
Presentare l’esibizione di Joao Gilberto a Umbria Jazz ’96 è anche il modo per Jazz in un giorno d’estate di rendere omaggio al grande artista brasiliano che è mancato ai primi di luglio. Gilberto conclude la sua esibizione al Teatro Morlacchi interpretando Chega de saudade, il brano che nella sua interpretazione nel ’58 aveva fatto esplodere in Brasile.la bossa nova; e finisce poi con Garota de Ipanema: oltre ad essere uno dei brani della bossa nova e in generale della musica brasiliana più popolari in tutto il mondo, The Girl from Ipanema nel ’64 apriva l’Lp Getz/Gilberto: tanto l’album quanto il singolo di The Girl from Ipanema avrebbero ottenuto a livello internazionale un successo clamoroso. In questa puntata da un mito, Joao Gilberto, passiamo poi ad un altro mito, Chet Baker.
La presentazione di Joao Gilberto a Umbria Jazz ’96 rientrava nell’apertura al Brasile che il festival aveva operato dal ’93. Ma Joao Gilberto era più strettamente pertinente rispetto ad una manifestazione deputata al jazz, perché la bossa nova era stata influenzata dal cool .jazz americano degli anni cinquanta e perché poi Gilberto era stato uno dei protagonisti del matrimonio di bossa nova e jazz che negli anni sessanta aveva fatto epoca, in particolare con gli album di Stan Getz: e il più popolare in assoluto, Getz/Gilberto, era cointestato e cointitolato al sassofonista e a Joao. nella parte del concerto di Gilberto che ascoltiamo in questa puntata, Joao interpreta uno dei brani più celebri della bossa nova, Desafinado, che nel ’62 apriva Jazz Samba di Stan Getz e Charlie Byrd e che nella versione di Getz era diventato un successo clamoroso.
La presentazione di Joao Gilberto a Umbria Jazz ’96 rientrava nell’apertura al Brasile che il festival aveva operato dal ’93. Ma Joao Gilberto era più strettamente pertinente rispetto ad una manifestazione deputata al jazz, perché la bossa nova era stata influenzata dal cool .jazz americano degli anni cinquanta e perché poi Gilberto era stato uno dei protagonisti del matrimonio di bossa nova e jazz che negli anni sessanta aveva fatto epoca, in particolare con gli album di Stan Getz: e il più popolare in assoluto, Getz/Gilberto, era cointestato e cointitolato al sassofonista e a Joao. nella parte del concerto di Gilberto che ascoltiamo in questa puntata, Joao interpreta uno dei brani più celebri della bossa nova, Desafinado, che nel ’62 apriva Jazz Samba di Stan Getz e Charlie Byrd e che nella versione di Getz era diventato un successo clamoroso.
All’inizio degli anni novanta Umbria Jazz comincia a fare i conti con la scomparsa di diversi grandi protagonisti della storia del jazz. E dopo l’exploit dell’incontro fra Gil Evans e Sting nell’edizione 1987, negli anni novanta Umbria Jazz comincia ad aprire in maniera più regolare a mondi diversi dal jazz. Nel ’93 Umbria Jazz presenta uno straordinario Caetano Veloso, e per la rassegna umbra è l’avvio di un filone brasiliano che diventerà una presenza tradizionale nei cartelloni della manifestazione. Caetano torna anche nel ’94, e in programma ci sono anche Gilberto Gil, Djavan, Gal Costa. Torna anche nel ’95. Poi nel ’96 c’è nientemeno che uno dei padri della bossa nova, Joao Gilberto. Una prima esibizione di Gilberto è all’aperto, ai Giardini del Frontone dove un artista ipersensibile come lui è però a disagio per il vento. La seconda esibizione, che ascoltiamo, è poi al Teatro Morlacchi, e ne viene ricavato un live pubblicato dalla Egea. Gilberto si esibisce in completa solitudine, voce e chitarra: per incantare non ha bisogno d’altro. Nel concerto c’è anche uno splendido passaggio “italiano”, con ll’interpetazione di Malaga di Fred Bongusto e di Estate di Bruno Martino, che Gilberto aveva adottato nel proprio repertorio dopo averla ascoltata alla Bussola di Viareggio negli anni sessanta.
All’inizio degli anni novanta Umbria Jazz comincia a fare i conti con la scomparsa di diversi grandi protagonisti della storia del jazz. E dopo l’exploit dell’incontro fra Gil Evans e Sting nell’edizione 1987, negli anni novanta Umbria Jazz comincia ad aprire in maniera più regolare a mondi diversi dal jazz. Nel ’93 Umbria Jazz presenta uno straordinario Caetano Veloso, e per la rassegna umbra è l’avvio di un filone brasiliano che diventerà una presenza tradizionale nei cartelloni della manifestazione. Caetano torna anche nel ’94, e in programma ci sono anche Gilberto Gil, Djavan, Gal Costa. Torna anche nel ’95. Poi nel ’96 c’è nientemeno che uno dei padri della bossa nova, Joao Gilberto. Una prima esibizione di Gilberto è all’aperto, ai Giardini del Frontone dove un artista ipersensibile come lui è però a disagio per il vento. La seconda esibizione, che ascoltiamo, è poi al Teatro Morlacchi, e ne viene ricavato un live pubblicato dalla Egea. Gilberto si esibisce in completa solitudine, voce e chitarra: per incantare non ha bisogno d’altro. Nel concerto c’è anche uno splendido passaggio “italiano”, con ll’interpetazione di Malaga di Fred Bongusto e di Estate di Bruno Martino, che Gilberto aveva adottato nel proprio repertorio dopo averla ascoltata alla Bussola di Viareggio negli anni sessanta.
La storia del duo piano/contrabbasso nel jazz rimonta al ’39-40, quando .Duke Ellington e il giovane Jimmy Blanton, strordinario talento mancato .purtroppo a soli 23 anni, registrano dei duetti rimasti celebri. Una .storia dunque lunga: la formula tuttavia per diversi decenni non ha .avuto una gran diffusione. Più spesso invece è stata utilizzata nel jazz .di decenni più recenti. Basti ricordare i numerosi duo realizzati da un .contrabbassista della statura di Charlie Haden con pianisti di varie .generazioni e vari stili: solo per citarne qualcuno Keith Jarrett, Hank .Jones, Gonzalo Rubalcaba, Hampton Hawes, Brad Mehldau, e non ultimo – in .un album realizzato negli anni novanta – Kenny Barron, che ascoltiamo in .un dialogo di primissimo ordine con il contrabbassista Buster Williams. .Il duo fu registrato nel corso di Umbria Jazz in una estemporanea .session notturna organizzata in un hotel di Perugia dopo il concerto del .quartetto Sphere di cui entrambi i musicisti facevano parte, ed è .documentato su disco da un album pubblicato dalla Red Records col .significativo titolo Two As One.
La storia del duo piano/contrabbasso nel jazz rimonta al ’39-40, quando .Duke Ellington e il giovane Jimmy Blanton, strordinario talento mancato .purtroppo a soli 23 anni, registrano dei duetti rimasti celebri. Una .storia dunque lunga: la formula tuttavia per diversi decenni non ha .avuto una gran diffusione. Più spesso invece è stata utilizzata nel jazz .di decenni più recenti. Basti ricordare i numerosi duo realizzati da un .contrabbassista della statura di Charlie Haden con pianisti di varie .generazioni e vari stili: solo per citarne qualcuno Keith Jarrett, Hank .Jones, Gonzalo Rubalcaba, Hampton Hawes, Brad Mehldau, e non ultimo – in .un album realizzato negli anni novanta – Kenny Barron, che ascoltiamo in .un dialogo di primissimo ordine con il contrabbassista Buster Williams. .Il duo fu registrato nel corso di Umbria Jazz in una estemporanea .session notturna organizzata in un hotel di Perugia dopo il concerto del .quartetto Sphere di cui entrambi i musicisti facevano parte, ed è .documentato su disco da un album pubblicato dalla Red Records col .significativo titolo Two As One.
Carmen McRae è per la prima volta a Umbria Jazz nel 1989, come resident artist proprio alla chiesa di San Francesco al Prato che nell’87 aveva visto il trionfo di Gil Evans con la sua orchestra. La cantante afroamericana torna poi nel ’90, e si esibisce questa volta ai Giardini del Frontone, in una serata dedicata alla vocalità, ed è questo concerto, documentato da un album pubblicato dalla Egea, che ascoltiamo. ..L’anno dopo si sarebbe ritirata dalle scene, e sarebbe poi mancata nel ’94. Carmen McRae non è un nome così universalmente noto come quelli di Billie Holiday, Ella Fitzgerald, Sarah Vaughan, ma è stata una delle più valorose interpreti del canto jazz, con una sua personalità molto distinta. Quando Carmen McRae si esibisce nel ’90 a Perugia, Sarah Vaughan è morta da poco, mentre Ella Fitzgerald è da tempo in declino dal punto di vista vocale e alle prese con pesanti problemi di salute: nel ’90 siamo insomma al crepuscolo di tutta un’epoca del canto jazz, ma in questo crepuscolo, poco prima della sua uscita di scena, Carmen McRae è ancora in forma straordinaria. Fra i brani, tra Monk e diversi standard, anche un succeso del ’72 di Leon Russell come This Masquerade.
Carmen McRae è per la prima volta a Umbria Jazz nel 1989, come resident artist proprio alla chiesa di San Francesco al Prato che nell’87 aveva visto il trionfo di Gil Evans con la sua orchestra. La cantante afroamericana torna poi nel ’90, e si esibisce questa volta ai Giardini del Frontone, in una serata dedicata alla vocalità, ed è questo concerto, documentato da un album pubblicato dalla Egea, che ascoltiamo. ..L’anno dopo si sarebbe ritirata dalle scene, e sarebbe poi mancata nel ’94. Carmen McRae non è un nome così universalmente noto come quelli di Billie Holiday, Ella Fitzgerald, Sarah Vaughan, ma è stata una delle più valorose interpreti del canto jazz, con una sua personalità molto distinta. Quando Carmen McRae si esibisce nel ’90 a Perugia, Sarah Vaughan è morta da poco, mentre Ella Fitzgerald è da tempo in declino dal punto di vista vocale e alle prese con pesanti problemi di salute: nel ’90 siamo insomma al crepuscolo di tutta un’epoca del canto jazz, ma in questo crepuscolo, poco prima della sua uscita di scena, Carmen McRae è ancora in forma straordinaria. Fra i brani, tra Monk e diversi standard, anche un succeso del ’72 di Leon Russell come This Masquerade.
E’ una compagine di altissimo livello, piena di fuoriclasse, quella con ..cui Gil Evans si presenta a Perugia. I musicisti meritano di essere ..citati tutti: Lew Soloff, Shunzo Ono e Miles Evans (figlio di Gil), ..trombe, David Bargeron, tuba e trombone basso, George Lewis e Tom ..Malone, tromboni, John Clark, corno Francese, John Surman, sax baritono ..e sintetizzatore, Chris Hunter, sax alto e sax soprano, George Adams, ..sax tenore e voce, Gil Goldstein, tastiere, Peter Levin e Delmar Brown, ..tastiere e voce, Urszula Dudziak, voce, Emily Mitchell, arpa, Mark Egan, ..basso elettrico, Danny Gottlieb, batteria, Anita Evans (moglie di Gil), ..percussioni, Gil Evans, direzione e tastiere. C’è, come si può ..facilmente notare, un piccolo paradosso. Come abbiamo visto il sound ..della formazione di Gil Evans era molto aggiornato e anche in debito con ..il rock, e nel repertorio della big band c’erano da anni diversi brani ..di Jimi Hendrix: ma a Perugia nell’orchestra di Gil Evans non c’è una ..chitarra. Negli anni ottanta però una chitarra nella formazione di Evans ..c’è stata eccome, quella di Hiram Bullock, che anzi costituiva una ..presenza esplosiva nella musica dell’orchestra. Una presenza così ..caratterizzante che a Perugia, dove Bullock non c’è, Gil Evans non prova ..nemmeno a rimpiazzarlo, mentre Gil Goldstein è incaricato di intervenire ..con dei campionamenti della chitarra di Bullock. Concludiamo le puntate ..dedicate a Gil Evans a Umbria Jazz ’87 con un altro brano extralarge, ..Bud and Bird, firmato da Evans, uno dei cavalli di battaglia ..dell’orchestra.
E’ una compagine di altissimo livello, piena di fuoriclasse, quella con ..cui Gil Evans si presenta a Perugia. I musicisti meritano di essere ..citati tutti: Lew Soloff, Shunzo Ono e Miles Evans (figlio di Gil), ..trombe, David Bargeron, tuba e trombone basso, George Lewis e Tom ..Malone, tromboni, John Clark, corno Francese, John Surman, sax baritono ..e sintetizzatore, Chris Hunter, sax alto e sax soprano, George Adams, ..sax tenore e voce, Gil Goldstein, tastiere, Peter Levin e Delmar Brown, ..tastiere e voce, Urszula Dudziak, voce, Emily Mitchell, arpa, Mark Egan, ..basso elettrico, Danny Gottlieb, batteria, Anita Evans (moglie di Gil), ..percussioni, Gil Evans, direzione e tastiere. C’è, come si può ..facilmente notare, un piccolo paradosso. Come abbiamo visto il sound ..della formazione di Gil Evans era molto aggiornato e anche in debito con ..il rock, e nel repertorio della big band c’erano da anni diversi brani ..di Jimi Hendrix: ma a Perugia nell’orchestra di Gil Evans non c’è una ..chitarra. Negli anni ottanta però una chitarra nella formazione di Evans ..c’è stata eccome, quella di Hiram Bullock, che anzi costituiva una ..presenza esplosiva nella musica dell’orchestra. Una presenza così ..caratterizzante che a Perugia, dove Bullock non c’è, Gil Evans non prova ..nemmeno a rimpiazzarlo, mentre Gil Goldstein è incaricato di intervenire ..con dei campionamenti della chitarra di Bullock. Concludiamo le puntate ..dedicate a Gil Evans a Umbria Jazz ’87 con un altro brano extralarge, ..Bud and Bird, firmato da Evans, uno dei cavalli di battaglia ..dell’orchestra.
L’idea di avere la big band di Gil Evans come orchestra residente nel ..corso dell’edizione 1987 di Umbria Jazz era stata del patron della ..manifestazione Carlo Pagnotta: Pagnotta aveva convinto Gil Evans ad ..accettare l’incontro con Sting anche mettendo sul piatto appunto la ..proposta di diverse serate consecutive di esibizione dell’orchestra di ..Evans. Un’idea che si rivelò molto felice anche grazie alla collocazione ..scelta per le serate, la chiesa di San Francesco al Prato, risalente al ..milleduecento, e che nell’87 era scoperchiata. L’orchestra aveva il suo ..palco nell’abside, a cielo aperto: una cornice particolarmente ..suggestiva, che nel creare la magia delle serate, che iniziavano a ..mezzanotte, si aggiungeva all’entusiasmo dell’orchestra, reduce dal ..successo della serata con Sting, ma contenta anche di avere l’agio di ..suonare per diversi giorni senza muoversi da Perugia. I concerti si ..trasformarono così in un effervescente laboratorio dal vivo, in diretta ..davanti al pubblico. La puntata di questa sera è quasi completamente ..occupata da una magnifica resa di oltre venti minuti di Little Wing di ..Jimi Hendrix.
L’idea di avere la big band di Gil Evans come orchestra residente nel ..corso dell’edizione 1987 di Umbria Jazz era stata del patron della ..manifestazione Carlo Pagnotta: Pagnotta aveva convinto Gil Evans ad ..accettare l’incontro con Sting anche mettendo sul piatto appunto la ..proposta di diverse serate consecutive di esibizione dell’orchestra di ..Evans. Un’idea che si rivelò molto felice anche grazie alla collocazione ..scelta per le serate, la chiesa di San Francesco al Prato, risalente al ..milleduecento, e che nell’87 era scoperchiata. L’orchestra aveva il suo ..palco nell’abside, a cielo aperto: una cornice particolarmente ..suggestiva, che nel creare la magia delle serate, che iniziavano a ..mezzanotte, si aggiungeva all’entusiasmo dell’orchestra, reduce dal ..successo della serata con Sting, ma contenta anche di avere l’agio di ..suonare per diversi giorni senza muoversi da Perugia. I concerti si ..trasformarono così in un effervescente laboratorio dal vivo, in diretta ..davanti al pubblico. La puntata di questa sera è quasi completamente ..occupata da una magnifica resa di oltre venti minuti di Little Wing di ..Jimi Hendrix.
Negli anni ottanta c’è una forte sintonia fra le scelte di Miles Davis (fra l’altro anche lui in cartellone nell’edizione ’87 di Umbria Jazz) e quelle di Gil Evans: tutti e due artefici di musiche molto distanti da quelle che avevano fatto nei primi decenni delle loro carriere, comprese quelle che avevano fatto assieme negli anni quaranta, cinquanta e sessanta; e tutti e due alle prese nelle loro formazioni con musicisti molto più giovani di loro. La distanza del Gil Evans degli anni ottanta rispetto al Gil Evans delle pagine che lo avevano reso famoso era certamente sul piano del sound: rispetto ad una musica sofisticata, spesso di elegante pacatezza, negli anni ottanta troviamo una orchestra di forte impatto, con un sound in debito col rock e iniettato di eletricità; ma la distanza era anche sul piano della concezione della musica: Evans, arrangiatore che si era distinto confezionando musiche curate, calibrate, negli anni settanta aveva poi maturato un altro approccio, lasciando molto più spazio all’iniziativa dei musicisti, alla loro spontaneità, e – bisogna proprio dirlo a proposito dei concerti di Perugia – al loro entusiasmo. In questa puntata ascoltiamo l’orchestra di Evans in Up From The Skies di Jimi Hendrix (alla cui musica Gil Evans negli anni settanta aveva dedicato un album) e un brano – Orange Was The Color Of Her Dress Then Blue Silk – di un’altra figura che Evans aveva molto a cuore nel suo repertorio, Charles Mingus.
Negli anni ottanta c’è una forte sintonia fra le scelte di Miles Davis (fra l’altro anche lui in cartellone nell’edizione ’87 di Umbria Jazz) e quelle di Gil Evans: tutti e due artefici di musiche molto distanti da quelle che avevano fatto nei primi decenni delle loro carriere, comprese quelle che avevano fatto assieme negli anni quaranta, cinquanta e sessanta; e tutti e due alle prese nelle loro formazioni con musicisti molto più giovani di loro. La distanza del Gil Evans degli anni ottanta rispetto al Gil Evans delle pagine che lo avevano reso famoso era certamente sul piano del sound: rispetto ad una musica sofisticata, spesso di elegante pacatezza, negli anni ottanta troviamo una orchestra di forte impatto, con un sound in debito col rock e iniettato di eletricità; ma la distanza era anche sul piano della concezione della musica: Evans, arrangiatore che si era distinto confezionando musiche curate, calibrate, negli anni settanta aveva poi maturato un altro approccio, lasciando molto più spazio all’iniziativa dei musicisti, alla loro spontaneità, e – bisogna proprio dirlo a proposito dei concerti di Perugia – al loro entusiasmo. In questa puntata ascoltiamo l’orchestra di Evans in Up From The Skies di Jimi Hendrix (alla cui musica Gil Evans negli anni settanta aveva dedicato un album) e un brano – Orange Was The Color Of Her Dress Then Blue Silk – di un’altra figura che Evans aveva molto a cuore nel suo repertorio, Charles Mingus.
Nel 1987, quando si presentò a Umbria Jazz, Sting aveva trentacinque anni, giusto quaranta in meno di Gil Evans, che ne aveva compiuti settantacinque in maggio. Sting era indubbiamente una star: un po' più strano lo status di Gil Evans. Il nome di Evans era inscritto negli annali della storia del jazz già da decenni: alla fine degli anni quaranta Evans aveva contribuito in maniera importante alla serie di registrazioni di Birth of the Cool di Miles Davis; poi tra la fine degli anni cinquanta e i primi sessanta Evans aveva arrangiato la musica e diretto l'orchestra in capolavori di Davis come Miles Ahead, Porgy and bess, Sketches of Spain, Quiet Nights. Ma Evans non era mai diventato uno dei grandi bandleader popolari nel jazz come Ellington, Basie, Goodman, Kenton. E' praticamente solo a partire dall'ingaggio allo Sweet Basil nell'83 che Evans riesce a tenere regolarmente unita una band e che diventa un bandleader di grido. Il culmine della sua popolarità Evans lo tocca proprio con il concerto con Sting a Umbria Jazz. Purtroppo Gil Evans sarebbe mancato molto presto, nel marzo dell'anno successivo. In questa puntata ascoltiamo Consider Me Gone, che era uscito nel primo album solista di Sting, e poi dei brani dei Police, una medley di Murder by Numbers e Synchronicity, quindi Roxanne.
Nel 1987, quando si presentò a Umbria Jazz, Sting aveva trentacinque anni, giusto quaranta in meno di Gil Evans, che ne aveva compiuti settantacinque in maggio. Sting era indubbiamente una star: un po' più strano lo status di Gil Evans. Il nome di Evans era inscritto negli annali della storia del jazz già da decenni: alla fine degli anni quaranta Evans aveva contribuito in maniera importante alla serie di registrazioni di Birth of the Cool di Miles Davis; poi tra la fine degli anni cinquanta e i primi sessanta Evans aveva arrangiato la musica e diretto l'orchestra in capolavori di Davis come Miles Ahead, Porgy and bess, Sketches of Spain, Quiet Nights. Ma Evans non era mai diventato uno dei grandi bandleader popolari nel jazz come Ellington, Basie, Goodman, Kenton. E' praticamente solo a partire dall'ingaggio allo Sweet Basil nell'83 che Evans riesce a tenere regolarmente unita una band e che diventa un bandleader di grido. Il culmine della sua popolarità Evans lo tocca proprio con il concerto con Sting a Umbria Jazz. Purtroppo Gil Evans sarebbe mancato molto presto, nel marzo dell'anno successivo. In questa puntata ascoltiamo Consider Me Gone, che era uscito nel primo album solista di Sting, e poi dei brani dei Police, una medley di Murder by Numbers e Synchronicity, quindi Roxanne.
La più memorabile fra le edizioni della seconda stagione di Umbria Jazz, quella degli anni ottanta, è l'edizione dell'87. Nell'87 torna per la terza volta Miles Davis, ma c'è anche una sua vecchia conoscenza, Gil Evans: il grande bandleader tiene banco con la sua orchestra nel corso di diverse indimenticabili serate alla chiesa di San Francesco al Prato, ma prima, l'11 luglio, si esibisce allo stadio della città assieme a Sting, un evento che Umbria Jazz propone in esclusiva, e che la Rai trasmette in diretta. Nel 1983 Gil Evans aveva accettato un ingaggio settimanale con la sua orchestra al newyorkese Sweet Basil, e rodata da questo e altri ingaggi la cosiddetta Sweet Basil Band fa epoca. Fra l'85 e l'86 Sting fa visita a Gil Evans allo Sweet Basil, e il vecchio maestro gli propone di cantare in alcuni brani con l'orchestra, cosa che avviene in un paio di serate. Le comparsate di Sting allo Sweet Basil con l'orchestra di Sting fanno notizia e a Carlo Pagnotta, patron di Umbria Jazz, viene l'idea di proporre l'accoppiata Gil Evans/Sting a Perugia: operazione non facile, che però Pagnotta riesce a condurre in porto, e che richiama allo stadio di Perugia circa 25mila spettatori, il pubblico più grande mai avuto da Gil Evans. Nella puntata di oggi ascoltiamo l'introduzione dell'orchestra di Evans, poi Up From the Sky di Jimi Hendrix, e quindi Strange Fruit, il drammatico brano che parla di un linciaggio che Billie Holiday aveva inciso nel 1939.
La più memorabile fra le edizioni della seconda stagione di Umbria Jazz, quella degli anni ottanta, è l'edizione dell'87. Nell'87 torna per la terza volta Miles Davis, ma c'è anche una sua vecchia conoscenza, Gil Evans: il grande bandleader tiene banco con la sua orchestra nel corso di diverse indimenticabili serate alla chiesa di San Francesco al Prato, ma prima, l'11 luglio, si esibisce allo stadio della città assieme a Sting, un evento che Umbria Jazz propone in esclusiva, e che la Rai trasmette in diretta. Nel 1983 Gil Evans aveva accettato un ingaggio settimanale con la sua orchestra al newyorkese Sweet Basil, e rodata da questo e altri ingaggi la cosiddetta Sweet Basil Band fa epoca. Fra l'85 e l'86 Sting fa visita a Gil Evans allo Sweet Basil, e il vecchio maestro gli propone di cantare in alcuni brani con l'orchestra, cosa che avviene in un paio di serate. Le comparsate di Sting allo Sweet Basil con l'orchestra di Sting fanno notizia e a Carlo Pagnotta, patron di Umbria Jazz, viene l'idea di proporre l'accoppiata Gil Evans/Sting a Perugia: operazione non facile, che però Pagnotta riesce a condurre in porto, e che richiama allo stadio di Perugia circa 25mila spettatori, il pubblico più grande mai avuto da Gil Evans. Nella puntata di oggi ascoltiamo l'introduzione dell'orchestra di Evans, poi Up From the Sky di Jimi Hendrix, e quindi Strange Fruit, il drammatico brano che parla di un linciaggio che Billie Holiday aveva inciso nel 1939.
C'è stato un arco di anni molto fortunato, fra l'84 e il '91, in cui per molti appasionati estate era diventato sinonimo di Miles Davis. Dopo la svolta elettrica della fine degli anni sessanta, Miles Davis porta avanti la sua musica in maniera sempre più visionaria. Poi alla metà degli anni settanta il ritiro dalle scene: che torna a calcare all'inizio degli anni ottanta. I primi concerti italiani dopo il rientro, a Roma nella primavera dell'82, sono un avvenimento. A partire dall'84 poi Davis ogni estate viene regolarmente in tour in Europa. E' così anche nel '91, ma due mesi dopo l'ultimo concerto italiano, alla fine di settembre arriva la notizia della sua morte. I concerti di Miles Davis sono stati una delle maggiori attrattive della seconda stagione di Umbria Jazz, quella degli anni ottanta: Davis è per la prima volta ad Umbria Jazz nell'84, torna nell'85, poi nell'87, e infine nell'89. Sono di quest'ultima esibizione i brani che ascoltiamo nelle puntate di oggi e domani: si comincia con Human Nature, l'hit di Michael Jackson che era diventato un classico nell'interpretazione che Davis ne aveva dato nel suo album You're Under Arrest.
C'è stato un arco di anni molto fortunato, fra l'84 e il '91, in cui per molti appasionati estate era diventato sinonimo di Miles Davis. Dopo la svolta elettrica della fine degli anni sessanta, Miles Davis porta avanti la sua musica in maniera sempre più visionaria. Poi alla metà degli anni settanta il ritiro dalle scene: che torna a calcare all'inizio degli anni ottanta. I primi concerti italiani dopo il rientro, a Roma nella primavera dell'82, sono un avvenimento. A partire dall'84 poi Davis ogni estate viene regolarmente in tour in Europa. E' così anche nel '91, ma due mesi dopo l'ultimo concerto italiano, alla fine di settembre arriva la notizia della sua morte. I concerti di Miles Davis sono stati una delle maggiori attrattive della seconda stagione di Umbria Jazz, quella degli anni ottanta: Davis è per la prima volta ad Umbria Jazz nell'84, torna nell'85, poi nell'87, e infine nell'89. Sono di quest'ultima esibizione i brani che ascoltiamo nelle puntate di oggi e domani: si comincia con Human Nature, l'hit di Michael Jackson che era diventato un classico nell'interpretazione che Davis ne aveva dato nel suo album You're Under Arrest.
Qualche anno dopo essere stato ospite di Jazz Anthology in occasione dell'uscita del lbro in cui ha raccolto le sue foto di Keith Jarrett scattate nell'arco di diversi decenni, Roberto Masotti torna nella nostra trasmissione a presentarci Jazz Area, un libro da poco pubblicato da Seipersei. Masotti ha cominciato a fare foto di jazz alla fine degli anni sessanta; quindi nei primi anni settanta il contatto a Milano (dove poi si è trasferito) con la nuova scena del jazz italiano (Mazzon, Liguori, Gaslini) e la folgorazione per l'improvvisazione europea. Cinquant'anni dopo, e dopo tante altre esperienze (fra cui il rapporto con la Ecm e molti anni di lavoro, assieme a Silvia Lelli, come fotografi ufficiali della Scala) la passione è intatta: Masotti ci racconta il suo atteggiamento nel fotografare il jazz e l'improvvisazione e ci spiega come è nato questo libro (nella cui fisionomia non convenzionale e non asettica sembra di vedere una consonanza con le musiche non conformiste che Masotti ha seguito); ma ricorda anche quella volta che a Perugia Sun Ra, in procinto di salire sul palco di Umbria Jazz, in un fuoriprogramma che mise nel panico gli organizzatori entrò in corteo con l'Arkestra a visitare la sua mostra.
Qualche anno dopo essere stato ospite di Jazz Anthology in occasione dell'uscita del lbro in cui ha raccolto le sue foto di Keith Jarrett scattate nell'arco di diversi decenni, Roberto Masotti torna nella nostra trasmissione a presentarci Jazz Area, un libro da poco pubblicato da Seipersei. Masotti ha cominciato a fare foto di jazz alla fine degli anni sessanta; quindi nei primi anni settanta il contatto a Milano (dove poi si è trasferito) con la nuova scena del jazz italiano (Mazzon, Liguori, Gaslini) e la folgorazione per l'improvvisazione europea. Cinquant'anni dopo, e dopo tante altre esperienze (fra cui il rapporto con la Ecm e molti anni di lavoro, assieme a Silvia Lelli, come fotografi ufficiali della Scala) la passione è intatta: Masotti ci racconta il suo atteggiamento nel fotografare il jazz e l'improvvisazione e ci spiega come è nato questo libro (nella cui fisionomia non convenzionale e non asettica sembra di vedere una consonanza con le musiche non conformiste che Masotti ha seguito); ma ricorda anche quella volta che a Perugia Sun Ra, in procinto di salire sul palco di Umbria Jazz, in un fuoriprogramma che mise nel panico gli organizzatori entrò in corteo con l'Arkestra a visitare la sua mostra.
Qualche anno dopo essere stato ospite di Jazz Anthology in occasione dell'uscita del lbro in cui ha raccolto le sue foto di Keith Jarrett scattate nell'arco di diversi decenni, Roberto Masotti torna nella nostra trasmissione a presentarci Jazz Area, un libro da poco pubblicato da Seipersei. Masotti ha cominciato a fare foto di jazz alla fine degli anni sessanta; quindi nei primi anni settanta il contatto a Milano (dove poi si è trasferito) con la nuova scena del jazz italiano (Mazzon, Liguori, Gaslini) e la folgorazione per l'improvvisazione europea. Cinquant'anni dopo, e dopo tante altre esperienze (fra cui il rapporto con la Ecm e molti anni di lavoro, assieme a Silvia Lelli, come fotografi ufficiali della Scala) la passione è intatta: Masotti ci racconta il suo atteggiamento nel fotografare il jazz e l'improvvisazione e ci spiega come è nato questo libro (nella cui fisionomia non convenzionale e non asettica sembra di vedere una consonanza con le musiche non conformiste che Masotti ha seguito); ma ricorda anche quella volta che a Perugia Sun Ra, in procinto di salire sul palco di Umbria Jazz, in un fuoriprogramma che mise nel panico gli organizzatori entrò in corteo con l'Arkestra a visitare la sua mostra.
Proseguiamo con entusiasmo il viaggio tra le principali programmazioni musicali dal vivo ascoltando futuri ospiti di Umbria Jazz, Fano Jazz by the Sea, Pescara Jazz e Roma Jazz Festival...Tracklist..1. Lonnie Groove, Billy Hart quartet..2. Deja Vu, Hypnotic Brass Ensemble..3. Far From Over, Vijiai Iyer..4. Con somma devozione, Giorgio Distante..5. I remember Clifford, Benny Golson..6. Irregular Heartbeats, Steve Coleman..7. Medina, Kamaal Williams
Proseguiamo con entusiasmo il viaggio tra le principali programmazioni musicali dal vivo ascoltando futuri ospiti di Umbria Jazz, Fano Jazz by the Sea, Pescara Jazz e Roma Jazz Festival...Tracklist..1. Lonnie Groove, Billy Hart quartet..2. Deja Vu, Hypnotic Brass Ensemble..3. Far From Over, Vijiai Iyer..4. Con somma devozione, Giorgio Distante..5. I remember Clifford, Benny Golson..6. Irregular Heartbeats, Steve Coleman..7. Medina, Kamaal Williams
Proseguiamo con entusiasmo il viaggio tra le principali programmazioni musicali dal vivo ascoltando futuri ospiti di Umbria Jazz, Fano Jazz by the Sea, Pescara Jazz e Roma Jazz Festival...Tracklist..1. Lonnie Groove, Billy Hart quartet..2. Deja Vu, Hypnotic Brass Ensemble..3. Far From Over, Vijiai Iyer..4. Con somma devozione, Giorgio Distante..5. I remember Clifford, Benny Golson..6. Irregular Heartbeats, Steve Coleman..7. Medina, Kamaal Williams
..Entriamo nel vivo di quello che avremo la possibilità di ascoltare live dai palchi di Umbria Jazz, Fano Jazz by the Sea e Roma Jazz Festival...Tracklist..1. Refavela, Gilberto Gil..2. Michelangelo Antonioni, Stefano Bollani feat. Caetano Veloso..3. How Beautiful could a Being Be, Caetano, Moreno, Tom e Zeca Veloso..4. Strasbourg/St. Denis, Roy Hargrove..5. The Gam Scorpions, Giovanni Guidi..6. Lifetime, Randy Weston..7. Overtime, Knower..8. Time Traveler, Knower
..Entriamo nel vivo di quello che avremo la possibilità di ascoltare live dai palchi di Umbria Jazz, Fano Jazz by the Sea e Roma Jazz Festival...Tracklist..1. Refavela, Gilberto Gil..2. Michelangelo Antonioni, Stefano Bollani feat. Caetano Veloso..3. How Beautiful could a Being Be, Caetano, Moreno, Tom e Zeca Veloso..4. Strasbourg/St. Denis, Roy Hargrove..5. The Gam Scorpions, Giovanni Guidi..6. Lifetime, Randy Weston..7. Overtime, Knower..8. Time Traveler, Knower
..Entriamo nel vivo di quello che avremo la possibilità di ascoltare live dai palchi di Umbria Jazz, Fano Jazz by the Sea e Roma Jazz Festival...Tracklist..1. Refavela, Gilberto Gil..2. Michelangelo Antonioni, Stefano Bollani feat. Caetano Veloso..3. How Beautiful could a Being Be, Caetano, Moreno, Tom e Zeca Veloso..4. Strasbourg/St. Denis, Roy Hargrove..5. The Gam Scorpions, Giovanni Guidi..6. Lifetime, Randy Weston..7. Overtime, Knower..8. Time Traveler, Knower
Tre Pianoforti per l’Aquila nasce sulla scia emozionale de “Il jazz italiano per L’Aquila”. Seguendo quella scia di note, i pianisti Mirko Signorile, Giovanni Guidi e Claudio Filippini, hanno fortemente voluto unire le loro mani per creare il progetto Tre Pianoforti per l’Aquila che nello specifico, propone di realizzare uno spettacolo dal vivo, in cui i tre musicisti, compongono musiche originali e improvvisate: sei mani, tre pianoforti e un cuore all’unisono per donare alla città dell’Aquila un pianoforte.L’obiettivo di raccogliere fondi per l’acquisto di un pianoforte è stato raggiunto grazie al numeroso pubblico presente durante il tour dedicato, partito dalla città pugliese di Alberobello agli inizi di dicembre 2015 per poi proseguire verso festival e manifestazioni d’importanza nazionale quali Pianocity Milano, Umbria Jazz, Fano Jazz Festival, Naturalmente Pianoforte - e grazie a una grandiosa campagna di fundraising insieme a Associazione I-Jazz e MIDJ - Musicisti Italiani di Jazz che ha raccolto in pochi giorni l’intera cifra da destinare all’acquisto del pianoforte. L’entusiasmo per l’iniziativa e la voglia di sostenere il progetto da parte di moltissimi donatori, ha permesso di proporre una nuova raccolta fondi da destinare a progetti musicali legati al pianoforte e alla promozione musicale. Tre Pianoforti per l’Aquila inaugurerà “Il jazz italiano per L’Aquila” 2016, aprendo la tre giorni di musica dedicata alla città abruzzese dal 4 al 6 settembre in quell’unione di musica e intenti finalizzata alla rinascita culturale della città. Seguendo quella scia di note in fermento, i tre pianisti a breve realizzeranno un CD che raccoglierà musiche e suoni del tour e permetterà attraverso i proventi raccolti, di finanziare progetti dedicati al mondo musica.Il motto di Tre Pianoforti per l’Aquila è “Suoniamo perché non vinca il silenzio”.Li potete trovare su Facebook https://www.facebook.com/unpianoforteperlaquila, Twitter @pianoperlaquila, Instagram https://www.instagram.com/unpianoforteperlaquila/ mail unpianoforteperlaquila@gmail.com
A Bologna una mostra dedicata al Duca Bianco "David Bowie is": la curatrice Kathryn Johnson; Umbria Jazz secondo Giovanni Tommaso, icona del jazz e direttore dei seminari della Berklee School of Music di Boston: la regista Liliana Cavani presenta la sua "Filumena Marturano"
Connect Your Soul // Mix Dub/Electro/Hip Hop (Live Session) Live session realizzata durante la rassegna Ujazz In Radio, organizzata da Radiophonica.com in occasione del festival Umbria Jazz del 2014. Live mix dello Zio Claudio Sodano direttamente dagli archivi di Zionet =)
Connect Your Soul // Mix Dub/Electro/Hip Hop (Live Session)Live session realizzata durante la rassegna Ujazz In Radio, organizzata da Radiophonica.com in occasione del festival Umbria Jazz del 2014.Live mix dello Zio Claudio Sodano direttamente dagli archivi di Zionet =)
Il programma di Umbria Jazz raccontato da Luciano Linzi, Carlo Pagnotta e Max Casacci; il cantautore di Scampia, Maldestro; la mostra "Pompei e l'Europa"
Perugia (Italy) summer 1993. Wynton was there for Umbria Jazz, with his septet. In this video-clip he duets with trombonist Wycliffe Gordon from the windows of his hotel room.
Perugia (Italy), 1993. Wynton is at Umbria Jazz festival with his septet. Here he plays the tune entitled The legend of Buddy Bolden.