Podcasts about sommo sacerdote

  • 21PODCASTS
  • 45EPISODES
  • 35mAVG DURATION
  • ?INFREQUENT EPISODES
  • Mar 17, 2025LATEST

POPULARITY

20172018201920202021202220232024


Best podcasts about sommo sacerdote

Latest podcast episodes about sommo sacerdote

Celebration Italia con John Tufaro
A chi appartieni? | Pastore John Tufaro | Celebration Italia

Celebration Italia con John Tufaro

Play Episode Listen Later Mar 17, 2025 36:24


Oggi, chi si è battezzato può dire con orgoglio "ora appartengo a Gesù". Essere in Cristo significa essere una nuova creatura, come dice 2 Corinzi 5:17. Il battesimo rappresenta una scelta di identificarsi con Cristo, simbolizzando la sua morte e risurrezione.Nel passo di Matteo 22:15-22, i farisei cercavano di intrappolare Gesù con una domanda sul tributo a Cesare. Gesù risponde dicendo di dare a Cesare ciò che gli appartiene e a Dio ciò che appartiene a Dio. La moneta, con l'immagine di Cesare, diventa un simbolo profetico di Cristo come "Figlio di Dio" e "Sommo Sacerdote". Oggi, però, spesso diamo a "Cesare" ciò che dovrebbe appartenere a Dio, come il nostro tempo, risorse e pensieri.Dio ci ha creati a sua immagine (Genesi 1:26) e la nostra identità è definita da Lui. Non dobbiamo cercare chi siamo, ma scoprire chi siamo in Cristo. La nostra chiamata è di vivere secondo il piano di Dio, portando frutto e moltiplicandoci, non dominati dal mondo, ma con dominio sulla nostra vita.Mentre il mondo ci dice di cercare il piacere e vivere per il presente, Dio ci invita a vivere con uno scopo eterno, attraverso il sacrificio di Gesù, che ci ha dato una speranza di vita eterna (1 Pietro 1:3-4).Il battesimo è un atto di obbedienza, un simbolo pubblico della nostra identificazione con Cristo. È una dichiarazione di fede: accettiamo Cristo come nostro Signore e Salvatore, rinunciando al peccato, e confermiamo la nostra appartenenza a Lui.

Chiesa Evangelica Biblica di Deruta
Le Vesti del Sommo Sacerdote

Chiesa Evangelica Biblica di Deruta

Play Episode Listen Later Feb 11, 2024 45:51


(Esodo 28:1-14)

vesti esodo isacco sommo sacerdote
BASTA BUGIE - Cristianesimo
Cosa fare dopo la deriva della Congregazione per la Dottrina della Fede?

BASTA BUGIE - Cristianesimo

Play Episode Listen Later Jul 25, 2023 8:23


TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7483COSA FARE DOPO LA DERIVA DELLA CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE? di Luisella ScrosatiLa nomina di mons. Victor M. Fernández come prefetto del Dicastero per la Dottrina della Fede è stata decisamente uno schiaffo del Papa a quei cardinali che hanno cercato di evitare il tracollo della situazione, opponendosi all'assegnazione della carica a mons. Wilmer. Ed è stato l'ennesimo peso caricato sulle spalle di chi sta cercando di rimanere in piedi in questa situazione di grande sofferenza dei cattolici che cercano di essere fedeli, nonostante tutto, all'insegnamento della Chiesa.Ogni passo verso la catastrofe chiaramente acuisce la sofferenza e ingrandisce la preoccupazione. Che cosa faremo se Fernández sdoganerà la benedizione delle coppie gay? O se dovesse abolire del tutto la liturgia antica? O se facesse diventare il celibato sacerdotale raccomandato, ma non più obbligatorio? O se... chi più ne ha più ne metta. Ipotesi che sembrano tutt'altro che un miraggio e che, vista la drammatica accelerazione di quest'ultima parte del presente pontificato, si avvertono come molto prossime.Di fronte ai tempi che realisticamente si prospettano, la tentazione di trovare un rifugio rassicurante, a qualsiasi prezzo, si fa sempre più forte. Si cerca la possibilità di proseguire la propria vita sacramentale, di trovare un ambiente sereno e di fede per i propri figli, di assicurare degne celebrazioni liturgiche e persino di salvare la Chiesa dalla deriva. Il risultato è che, in meno di dieci anni, sono migliaia e migliaia i fedeli che hanno deciso di unirsi a comunità scismatiche, che rappresentano ai loro occhi un rifugio nell'attuale tempesta, un ambiente messo al sicuro dalle persecuzioni che provengono palesemente da quella autorità che dovrebbe custodire e promuovere la fede, ma che invece sembra far di tutto per dissiparla e distruggerla.ENTRARE NELLA LOGICA DELLA CROCELa soluzione può avere una sua logica umanamente comprensibile, sia nella linea "modalità sopravvivenza", che in quella di cercare di "salvare la Chiesa". Il vero problema dei cristiani di ogni tempo è però la fatica di entrare nella logica della Croce, di credere che la morte non è la fine, ma la condizione di una nuova fecondità.«La Chiesa non entrerà nella gloria del Regno che attraverso quest'ultima pasqua, nella quale seguirà il suo Signore nella sua morte e risurrezione. Il Regno non si compirà dunque attraverso un trionfo storico della Chiesa secondo un progresso ascendente, ma attraverso una vittoria di Dio sullo scatenarsi ultimo del male che farà discendere dal cielo la sua Sposa». Così il Catechismo della Chiesa cattolica, al n. 677. La Chiesa è chiamata a seguire il suo Signore e Sposo crocifisso. Questa affermazione, che potrebbe apparire scontata, ha delle conseguenze di estrema importanza e concretezza.I discepoli, Pietro in testa, non lo hanno abbandonato per paura. Uno che ha paura non si mette a tirare un fendente per uccidere la guardia del Sommo Sacerdote, venuta per arrestare il Maestro. Quello che sconcerta Pietro, e che in qualche modo gli toglie le sue forze combattive, lo delude, è il rimprovero del Signore: «Pensi forse che io non possa pregare il Padre mio, che mi darebbe subito più di dodici legioni di angeli? Ma come allora si adempirebbero le Scritture, secondo le quali così deve avvenire?» (Mt 26, 53-54). Ai suoi occhi, Gesù non vuole far nulla per salvare la sua missione, per salvare la Chiesa nascente, per salvare i suoi che lo hanno seguito.Ancor meno risulta dai Vangeli che Gesù abbia rimproverato i suoi di non essersi dati da fare per difenderlo, per impedire la sua cattura e la sua morte. Al contrario, comanda a Pietro di rimettere la spada nel fodero (cf. Gv 18, 11), così come lo aveva rimproverato addietro allorché Pietro aveva pensato bene di dare lezioni di buon senso al Signore, che parlava della sua Passione e Morte: «Pietro, trattolo da parte, cominciò a rimproverarlo, dicendo: "Dio non voglia, Signore! Questo non ti avverrà mai"» (Mt 16, 21). Conosciamo la dura e ferma risposta del Signore.ell'ora della Passione, Gesù sembra non voler far niente neppure per salvare le anime di quelli che vorrebbero o potrebbero credere in Lui. «Ha salvato gli altri, non può salvare se stesso. È il re d'Israele, scenda ora dalla croce e gli crederemo» (Mt 27, 42). Il Figlio di Dio non è forse venuto perché gli uomini credano in Lui e, credendo, abbiano la vita eterna? Ma allora perché non compie il grande atto che rafforzerebbe la fede di molti, i suoi discepoli in primis? Gli scribi e gli anziani gli rinfacciano persino che sarebbe proprio il segno del Cristo quello di venire liberato da Dio: «Ha confidato in Dio; lo liberi lui ora, se gli vuol bene» (Mt 27, 43, citando Sap 2, 18).VEGLIARE E PREGARE PER NON CADERE IN TENTAZIONEIl Signore ha domandato, invece, una sola cosa ai discepoli: vegliare e pregare per non cadere nella tentazione (cf. Mt 26, 41). I discepoli sapevano che Gesù sarebbe risorto, che la morte non sarebbe stata la parola definitiva: il Signore glielo aveva detto per tre volte; sapevano anche che il chicco di grano doveva morire per portare frutto (cf. Gv 12, 24). Ma la tentazione di ragionare e agire in modo solo umano, anche se per il più nobile scopo che si possa immaginare - salvare il Signore, salvare la Chiesa nascente! - aveva preso il sopravvento, perché non avevano vegliato e pregato.«La Chiesa seguirà il suo Signore...». Allora che fare? Vegliare e pregare, per non cadere in tentazione: per avere la forza di restare fermi, mentre tutto si dissolve; per continuare a credere che la Chiesa è d'istituzione divina e non verrà meno certamente per le macchinazioni degli uomini, per quanto potenti; per evitare soluzioni apparentemente efficaci, ma che ci portano ad agire contrariamente a quanto Dio ha stabilito per la sua Chiesa.Se «la Chiesa seguirà il suo Signore» nella Passione, allora la sua morte non sarà apparente, ma reale. Ai nostri occhi tutto sembrerà realmente perduto, come agli occhi dei discepoli, che hanno visto il loro Maestro realmente morto, messo in un sepolcro, con tanto di sigillo, che dichiarava il "game over" definitivo. Vedremo - già lo stiamo vedendo - che Pilato, Caifa ed Erode troveranno un'intesa meschina per togliere di mezzo il giusto; vedremo falsi processi, dominati dalla menzogna, per accusare chi è nella verità, mentre Barabba verrà lasciato libero; conosceremo la solitudine più tremenda, provocata dall'abbandono, dall'incomprensione e persino dal tradimento degli amici e dei parenti; piangeremo mentre gli altri si rallegreranno (cf. Gv 16, 10); metteranno le mani su di noi (cf. Lc 21, 12), trascinandoci davanti ai poteri civili e religiosi.Se cercheremo di sottrarci a tutto questo cedendo o, più sottilmente, cercando rifugio in una "chiesa" che ci garantisce tranquillità, la Messa e il catechismo "di sempre", ma una chiesa che, in teoria o nella pratica si sottrae all'autorità di Pietro, allora saremo nella logica di voler salvare noi la Chiesa, come i discepoli pretesero di salvare il Signore, e di voler salvare noi stessi, ma non nel modo in cui lo intendeva il Signore.È solo Maria Santissima che può ottenerci la grazia di restare con lei, in piedi, forti, sotto la Croce, senza cedere di un millimetro, credendo che, in Cristo, la morte è la vita, la croce il trionfo, proprio quando tutto sembra dire il contrario. E di credere che la Chiesa non può venir meno, che le porte degli inferi non prevarranno (cf. Mt 16, 18), perché la Chiesa è di Cristo. Per questo non noi dobbiamo salvare la Chiesa, ma è la Chiesa a salvare noi. E la Chiesa è una. Per questo, nonostante tutto, rimaniamo nella Chiesa, accettando anche noi di morire con lei: «Andiamo anche noi a morire con lui!» (Gv 11, 16).

Liturgia | RRL
267 - Fonte da cui La Vita Cattolica riceve il suo Spirito di Sacrificio – Parte XIV

Liturgia | RRL

Play Episode Listen Later Jul 20, 2023 6:18


L'uomo “continua a combattere, si sforza, soffre qui sulla terra; per cui è attratto dal suoRedentore, che gli appare non nello splendore della Sua gloria, ma in un'indicibileumiliazione, che gli è presente in sacrificio, la cui discesa sull'altare è un oggettivo e veromemoriale della Sua passione. Così il cuore umano, peccatore e colpevole, desidera averevicino il suo Dio, ha bisogno che Egli non appaia come il Dio giusto che vendica il peccato,ma come la vittima che ha sopportato le nostre infermità e tolto i nostri dolori, sulla quale ilPadre ha posto l'iniquità di tutti noi! (Is 53, 6). Così il cuore umano, debole e afflitto, hanecessità che in questa vita, finché ne fanno parte la prova e il lutto, il peccato e latentazione, possa essere in grado di guardare al Sommo Sacerdote che, provato in tutte lecose, ‘ha compassione per la nostra fragilità'.

ARTICOLI di Rino Cammilleri
L'impero romano e quello americano: uguaglianze e differenze

ARTICOLI di Rino Cammilleri

Play Episode Listen Later Feb 21, 2023 4:44


TESTO DELL'ARTICOLO ➜ www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7323L'IMPERO ROMANO E QUELLO AMERICANO: UGUAGLIANZE E DIFFERENZE di Rino CammilleriL'impero romano, quando sottometteva un territorio, lo riempiva di sue basi militari onde assicurarsi che i sottomessi non facessero scherzi. Giustamente, così fa l'occupante e così ha sempre fatto. I più a rischio erano gli ebrei, che a ogni Pasqua scatenavano tumulti dietro all'ennesimo preteso Messia che li avrebbe messi al posto dei dominatori (per questo l'unico Messia, Gesù, che non prometteva riscosse e rivincite - anzi, diceva di pagare le tasse a Cesare - venne eliminato). Poiché ogni volta tutto partiva dal Tempio, che a Pasqua si riempiva di ebrei venuti da ogni dove (c.d. "diaspora") e le prediche dei sacerdoti ricordavano loro con toni accesi la liberazione dalla schiavitù d'Egitto, i romani pretesero da Erode il Grande, loro re-fantoccio, una caserma proprio dentro al Tempio. E lui costruì la Torre detta Antonia in servile omaggio al suo protettore Marco Antonio (salvo poi buttarsi con Ottaviano quando il vento cambiò).Era situata in uno dei quattro angoli, con una guarnigione sempre pronta a intervenire in caso di problemi. Non solo. Tanto per chiarire chi comandava, i sacri paramenti del Sommo Sacerdote erano chiusi a chiave dentro la detta Torre: venivano rilasciati per il tempo necessario alle cerimonie più solenni e poi rimessi sveltamente sotto chiave. In cambio della sottomissione, e dei tributi, però, i romani erano generosi di opere pubbliche: grandiosi acquedotti, strade, edifici, palestre, terme eccetera (nonché una giustizia più giusta e democratica). E roba di prima qualità, tanto che molta parte rimane in piedi ancora oggi. La sirena per molti giovani era quasi irresistibile, di contro alla vita di soli lavoro, preghiera e miriadi di obblighi soffocanti cui li costringevano i loro rabbini. E gli "ellenizzanti" (così li chiamavano) si moltiplicavano: capelli corti, facce rasate, banchetti sul triclinio, nomi romani. O greci. Uno degli Apostoli si chiamava Filippo, nome greco, e ben due Evangelisti avevano nomi romani, Marco e Luca (Lucanus).Sì, perché i romani, com'è noto, avevano avuto il buon gusto di assorbire la cultura greca (Graecia capta ferum victorem coepit: la Grecia vinta prese a sua volta il brutale vincitore), da loro, correttamente, giudicata superiore. Si può dire lo stesso dell'impero americano? Bene, le basi militari ce le abbiamo e ci hanno difeso per decenni dalla minaccia sovietica. Ma adesso che cosa minaccia l'Europa? Putin? Per quanto cerchino di farlo passare per il nuovo Hitler, non ci crede nessuno. Veniamo al resto del paragone. L'impero americano ha forse assorbito la cultura superiore della vecchia Europa? No, al contrario: ha invaso l'Europa con la sua, mercantile al ribasso, uccidendo perfino il buon gusto e la buona educazione. Diversamente dai romani, gli americani, fin dai loro fondatori, hanno sempre considerato l'Europa corrotta e decadente: i Pilgrim Fathers ne erano fuggiti apposta, e tale imprinting è rimasto.Il benessere complessivo delle popolazioni sottomesse è aumentato come sotto l'impero americano? Non sembra, visto che negli Usa la benzina e i telefoni non costano quasi niente mentre qui da noi si rischia il freddo e la povertà per comprare l'energia da loro e a prezzo triplicato. E sono patetici i nostri politici che, pistola alla tempia, devono ripetere gli slogan sulla povera Ucraina invasa dal cattivone indicato da Stanlio&Ollio, cioè Uk e Usa (come tutti sanno, il cervello del duo era il primo). Certo, non c'è alternativa. Ma almeno ci lascino uggiolare (in attesa di qualche new Legge Mancino che ci vieti anche quello). Finirà in persecuzione, come con i no vax, per quelli di noi che si sono stufati di dare armi e soldi a Zelensky, armi e soldi che, tra l'altro, non si sa bene dove finiscano?

Non di solo pane...
Omelia Solennità Di Cristo Re e Sommo Sacerdote 21 Novembre 2021

Non di solo pane...

Play Episode Listen Later Oct 16, 2022 14:08


Omelia Solennità Di Cristo Re e Sommo Sacerdote 21 Novembre 2021

cristo omelia sommo sacerdote
Liturgia | RRL
223 - La Santa Messa, un Sacrificio di Petizione - Parte I

Liturgia | RRL

Play Episode Listen Later Apr 28, 2022 5:56


Infine, che la Messa sia anche il più potente ed efficace Sacrificio di impetrazione, è incontestabilmente chiaro dalla dottrina e dalla pratica della Chiesa. Essa ha dichiarato che la Santa Messa non può essere offerta solo per la remissione dei peccati e la soddisfazione dovuta con la loro punizione, "ma anche per tutte le altre necessità, cioè per ottenere tutto ciò di cui abbiamo bisogno nell'ordine della grazia e della salvezza. Basta una rapida occhiata alle varie liturgie per convincerci che la Santa Messa è sempre stata considerata ovunque come il mezzo più efficace per ottenere assistenza in tutte le necessità e le preoccupazioni della vita. Ora ci resta solo da spiegare in che modo la Santa Messa agisce e quali effetti ha come sacrificio di petizione.I. Come Sacrificio di petizione la Santa Messa produce i suoi effetti attraverso la preghiera (per modum orationis vel impetrationis); l'offerta della Messa è, cioè, essenzialmente preghiera o vera petizione, e, quindi, proprio per indurre il cuore del Padre Celeste ad impartirci la ricchezza delle Sue grazie e benedizioni. Sull'altare, Gesù Cristo come Sommo Sacerdote si offre e intercede in nostro favore, presentando e offrendo all'Eterno Padre la sua dolorosa morte e tutti i suoi meriti, per indurlo a comunicarci i suoi doni. Sotto questo aspetto, il frutto irnpetratorio del Sacrificio Eucaristico origina ex opere operato; poiché ha il suo fondamento nella celebrazione del Sacrificio, negli atti e meriti di Gesù Cristo, e non nella devozione del sacerdote che celebra né dei fedeli per i quali viene offerto.

Chiesa Cristiana Evangelica  della Vera Vite
Luoghi vuoti per riempire la tua vita - Pasqua 2022 | 17 Aprile 2022 |

Chiesa Cristiana Evangelica della Vera Vite

Play Episode Listen Later Apr 18, 2022


Dio non è più in un luogo, ma in ogni luogo dove ci siano persone che vedono, e credono, che il sacrificio della  croce e la tomba vuota sono la via per avere una relazione con lui. --- CLICCA SUL TITOLO PER ASCOLTARE IL MESSAGGIO Tempo di lettura: 10 minuti  Tempo di ascolto audio/visione video: 26 minuti Cosa ti fa pensare una tenda posta in mezzo ad una stanza? Ti dico cosa suscita in me: curiosità. Voglia di sbirciare.  Necessità di sapere cosa c'è dietro. Se è così per noi,  immagina come era per i sacerdoti israeliti  che lavoravano al Tempio di Gerusalemme. Dio aveva posto nel mezzo del Tempio due separazioni: il luogo Santo, e il luogo Santissimo. Il luogo Santo era separato da una prima cortina che era  sospesa al tetto e non toccava terra, e dentro quel luogo potevano entrare solo i sacerdoti. Il Santissimo invece era al centro del tempio di Gerusalemme, alto quasi 30 metri e largo 10,  e al suo ingresso c'era la  seconda “cortina” (detta anche “velo”); era molto più grande della prima, andava dal tetto al pavimento, era color porpora con disegni di cherubini ed era spessa 10 centimetri. I rabbini usavano dire  che nemmeno due cavalli legati ad ogni lato  avrebbero potuto strapparla. Non era solamente una separazione fisica, una porta da attraversare, ma una separazione spirituale, un giudizio che Dio aveva dato verso la sua creatura: “Tu sei impuro, io non ti voglio più vicino, ti voglio bene, ma stammi distante di un passo.” Cosa c'era di così speciale nel Santissimo?  Questo era il luogo dove  si sarebbe manifestata la presenza di Dio. Dio permetteva solo ad alcuni di stargli un po' vicino; i sacerdoti dietro la prima cortina potevano servirlo, ma nessuno poteva stare costantemente alla sua presenza. Nessuno, tranne il Sommo Sacerdote e questo solo una volta all'anno, e solo dopo che alcuni elaborati rituali avevano avuto luogo. E, come ho detto più volte, il sommo sacerdote doveva indossare una campanella al piede, e legare una fune alla vita così che da fuori gli altri sacerdoti sapessero che si stava muovendo che era vivo e che Dio non lo aveva fulminato, e se non sentivano più la campanella voleva dire che era morto,  e tirare la corda per prendere il cadavere. Cosa c'era all'interno del luogo Santissimo? ce lo spiega Ebrei: “Dietro la seconda cortina c'era il tabernacolo, detto il luogo santissimo. Conteneva un incensiere d'oro, l'arca del patto tutta ricoperta d'oro, nella quale c'erano un vaso d'oro contenente la manna, la verga di Aaronne, che era fiorita, e le tavole del patto.” (Ebrei 9:3-5) In realtà, all'interno del Luogo Santissimo all'epoca di Gesù non c'era più l'Arca del patto, che sparì misteriosamente  e quando  i babilonesi distrussero il tempio di Gerusalemme dell'arca già non c'era più traccia. In 2 Re 8 c'è l'inventario di tutto ciò che fu portato via da tempio e trasferito a Babilonia... ma l'arca non c'era. Che fine aveva fatto? Per chi è appassionato di Indiana Jones potrà trovare utili suggerimenti nel film “I predatori dell'Arca perduta”... Per tutti gli altri, la risposa è: non si sa. Ma il Luogo Santissimo era ancora speciale agli occhi degli Ebrei. Entrare nel luogo Santissimo equivaleva ad entrare in Paradiso; era come tornare Adamo o Eva, gli unici che avevano passeggiato assieme a Dio prima che tutto precipitasse Ora che abbiamo questo contesto, leggiamo un passo di Matteo: “All'ora sesta si fecero tenebre su tutto il paese, fino all'ora nona E, verso l'ora nona, Gesù gridò a gran voce: «Elì, Elì, lamà sabactàni?», cioè: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?» Alcuni dei presenti, udito ciò, dicevano: «Costui chiama Elia».  E subito uno di loro corse a prendere una spugna e, inzuppatala di aceto, la pose in cima a una canna e gli diede da bere.  Ma gli altri dicevano: «Lascia, vediamo se Elia viene a salvarlo». E Gesù, avendo di nuovo gridato con gran voce, rese lo spirito. Ed ecco, la cortina del tempio si squarciò in due, da cima a fondo, la terra tremò, le rocce si schiantarono, le tombe si aprirono e molti corpi dei santi, che dormivano, risuscitarono; e, usciti dai sepolcri dopo la risurrezione di lui, entrarono nella città santa e apparvero a molti. Il centurione e quelli che con lui facevano la guardia a Gesù, visto il terremoto e le cose avvenute, furono presi da grande spavento e dissero: «Veramente costui era Figlio di Dio».” (Matteo 27:45-55) Immagina di essere uno dei sacerdoti  che erano in servizio il giorno in cui Gesù fu crocifisso. Stai preparando tutto quando c'è da fare perché tra tre giorni sarà Pascha, la pasqua ebraica. In città arriveranno in pellegrinaggio dieci volte la popolazione di Gerusalemme, e i Romani che la occupano diventeranno nervosi. Sangue e interiora di animali sono sparsi un po' ovunque  per via dei sacrifici propiziatorie  fatti all'ingresso del Tempio, e l'odore di arrosto di agnello del sacrificio rende l'aria pesante. E' innegabile che gran parte dei discorsi che faceva la gente in quei giorni ruotassero attorno alla condanna a morte per croce di quel nazareno che era nemico dei farisei, odiato da quasi tutti i sacerdoti, amato dalle folle. È stata una giornata molto insolita.  Anche se è giorno, dall'ora di pranzo il sole era stato oscurato. Poi, con la stessa rapidità con cui era scomparso,  il sole era uscito di nuovo. Tutto sembra tornare alla normalità,  finché non senti un rumore alle tue spalle.  È la visione più orribile che tu abbia mai visto. Il velo!!! La cortina che nasconde Dio ... La tenda che copre l'inavvicinabile...la tenda che i cavalli non possono  strappare... Quella tenda si sta strappando! Si strappa, dall'alto verso il basso,  come se due mani potenti l'avessero afferrata e lacerata.  E ora stai fissando il Santissimo... Una vista che poche persone hanno avuto. Cosa significa questo evento?  Dipende dalla tua prospettiva.  Se tu fossi un sacerdote ebreo,  o qualsiasi ebreo, cosa pensi che stia per succedere? Che morirete tutti, perché la Scrittura dice che un uomo non può vedere Dio e rimanere vivo. Allora cerchi di coprire i tuoi occhi per non vedere la presenza di Dio. Fai del tuo meglio per non guardare Santissimo... Ma alla fine entri... Il luogo è vuoto... E tu sei ancora vivo. E' vuoto, silenzioso Dov'è Dio? Dio, semplicemente, non è più lì...  Ha lasciato  il Tempio... Il velo non serve più... Fino a un minuto fa, c'era... E ora? Dio, nonostante il popolo si fosse dimenticato  che li aveva liberati dalla schiavitù in Egitto, nonostante avesse visto le regole date sul Sinai  disattese, calpestate,  violate, nonostante i sacerdoti avessero trasformato il rapporto con lui in una serie di regole vuote, di sacrifici inutili, fatti solo per dare spettacolo di se, nonostante il progetto di portare Dio agli altri fosse diventato “Noi abbiamo Dio e voi no” Dio era rimasto lì... e ora? Nella cultura del mondo orientale al tempo di Gesù  la gente esprimeva il proprio dolore strappandosi le vesti;  strappando il velo, Dio mostra il suo dolore  per ciò che il tempio era diventato, ma rende possibile entrare, e vedere che lui non è più lì... E apre così una nuova via a tutti i credenti! Dio aveva creato il Tempio per essere vicino al suo popolo ma il popolo pensava di avere Dio in una scatola. Una stanza vuota Ed ora? Ora che il luogo Santissimo è esposto, ora che tutti lo possono vedere, entrare, camminarci dentro, ora che è solo un'altra stanza del tempio, e non il luogo dove Dio si manifesta all'uomo, cosa succede? Dio lascia che il mondo veda una stanza vuota una stanza vuota che riflette una religione vuota, che secoli di mistero, meraviglia e timore  siano scrostati via; non è più necessario. Dio non c'è più là dentro,  Dio non è più in una stanza... ha davvero abbandonato l'uomo? Tutt'altro! Dio ha lasciato l'edificio  perché ha intenzione di tornare laddove tutto era iniziato: vi ricordate l'Eden?  “Però, la grazia non è come la trasgressione. Perché se per la trasgressione di uno solo molti sono morti, a maggior ragione la grazia di Dio e il dono della grazia proveniente da un solo uomo, Gesù Cristo, sono stati riversati abbondantemente su molti.” (Romani 5:15)  Dio aveva provveduto un nuovo Adamo, qualcuno che avrebbe firmato un patto con lui, e quel patto sarebbe stato eterno... Non c'era più bisogno di un tempio, di un tempio fisico, fatto di pietra, mattoni, tavole, tegole... Tutto ciò  era avvenuto  “gratis” per noi, non per Dio né per suo figlio: Dio aveva permesso che Suo Figlio fosse vittima di un'ingiustizia, aveva guardato mentre Suo Figlio veniva condotto come un agnello al macello, aveva dovuto voltare  le spalle a Suo Figlio e abbandonarlo completamente, togliere la vita a Suo Figlio.... Per cosa? Per chi? .Per te e per me, per noi. I velo può essere strappato,  il tempio è vuoto, Dio non è più lì... E adesso? Una tomba vuota Ci vorranno tre giorni, e il mondo capirà cosa è successo, attraverso un'altro luogo vuoto. Quello che avrebbe dovuto contenere il cadavere di un giovane uomo crocifisso e invece è vuoto... come il luogo Santissimo nel Tempio: “Il primo giorno della settimana, la mattina presto, mentre era ancora buio, Maria Maddalena andò al sepolcro e vide la pietra tolta dal sepolcro.  Allora corse verso Simon Pietro e l'altro discepolo che Gesù amava, e disse loro: «Hanno tolto il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l'abbiano messo».  Pietro e l'altro discepolo uscirono dunque e si avviarono al sepolcro.  I due correvano assieme, ma l'altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse primo al sepolcro;  e, chinatosi, vide le fasce per terra, ma non entrò.  Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro, e vide le fasce per terra  e il sudario, che era stato sul capo di Gesù, non per terra con le fasce, ma piegato in un luogo a parte.  Allora entrò anche l'altro discepolo che era giunto per primo al sepolcro, e vide, e credette.” (Giovanni 20:1-8) Un altro luogo vuoto; ma se il primo dovrebbe farci paura, con un Dio che abbandona il luogo dove era presente sulla terra il secondo deve portarci a esultare e a gioire di una gioia suprema. Dio non risiederà più in un luogo, ma all'interno di ciascuno che entri la tomba vuota, veda, e creda. Mentre la cortina era stata lacerata da cima a fondo, nessuno degli ultimi indumenti portati da Gesù alla fine della sua missione di salvataggio verrà strappato: né la sua tunica, tirata a sorte dai soldati sotto la croce, né le fasce, né il sudario (il telo di lino che copriva il capo). C'è molto di simbolico in tutto ciò: Dio distrugge la divisione tra lui e l'uomo, ma preserva gli indumenti di colui che porterà Dio tra gli uomini. Non servirà più di strappare stoffa, ciascuno potrà vestire l'abito che è rimasto intatto l'abito nuovo di Cristo: “... ma rivestitevi del Signore Gesù Cristo e non abbiate cura della carne per soddisfarne i desideri.” (Romani 13:14)  “Vestitevi, dunque, come eletti di Dio, santi e amati, di sentimenti di misericordia, di benevolenza, di umiltà, di mansuetudine, di pazienza.” (Colossesi 3:12) La cortina è strappata, il tempio è vuoto, come la tomba, ma abbiamo un nuovo vestito;  abbiamo uno come noi che è con il Padre in cielo a difenderci. Abbiamo un Signore e Re che mette in gioco il suo sangue ogni volta che pecchiamo. Cristo prende il dolore e noi riceviamo le ricchezze. La cortina è strappata, il tempio è vuoto, come la tomba, , ma Dio è ancora con noi, forse con noi come non lo è mai stato  dal giorno in cui siamo stati scacciati da Eden. La presenza di Dio nel tempio era un'assicurazione  che Egli ascolta le preghiere del popolo  e risponde a quelle preghiere.  La cortina strappata, il Tempio vuoto, come la tomba, urla al mondo: “Sono tornato tra voi!” Per secoli il popolo aveva gridato:  "Non possiamo farcela da soli". La risposta di Dio è stata “Gesù lo ha fatto per voi:  ha vinto la morte, a riportato la vita.” La cortina  può essere strappata,  il tempio può essere vuoto, come lo è la tomba, perché  Dio è tornato in mezzo a noi! “Avendo dunque, fratelli, libertà di entrare nel luogo santissimo per mezzo del sangue di Gesù, per quella via nuova e vivente che egli ha inaugurata per noi attraverso la cortina, vale a dire la sua carne, e avendo noi un grande sacerdote sopra la casa di Dio, avviciniamoci con cuore sincero e con piena certezza di fede, avendo i cuori aspersi di quell'aspersione che li purifica da una cattiva coscienza e il corpo lavato con acqua pura. Manteniamo ferma la confessione della nostra speranza, senza vacillare; perché fedele è colui che ha fatto le promesse.” (Ebrei 10:19-23) In una parola ciò che sta al posto del tempio  ciò che c'è sulla soglia della tomba vuota  è una RELAZIONE con Dio, che si è fatto uomo. Le tende hanno la capacità di farci desiderare  di sapere cosa ci sia dietro di esse.  Le tende hanno la capacità di renderci molto curiosi.  Dio non voleva più che fossimo curiosi, ma credenti. Lui non vuole segretezza e paura. Non vuole sacerdoti, sacrifici e rituali. Non vuole mistero, e limitazioni, e unicità. Lui vuole te. Vuole che tu veda la meravigliosa grazia  che ti sta offrendo in Gesù : accesso... accesso diretto alla Sua presenza. Questo è il dono della relazione che Dio continua ad offrire attraverso la cortina strappata, il tempio vuoto, come pure la tomba. Dio ci ha aperto la strada  perché potessimo venire da Lui. Non lasciare che qualcosa ti trattenga. Buona Pasqua. Preghiamo.GUARDA LE DIAPOSITIVE DEL MESSAGGIOGUARDA IL VIDEO DEL MESSAGGIO IN BASSA RISOLUZIONE SU FACEBOOK GUARDA IL VIDEO DEL MESSAGGIO IN BASSA RISOLUZIONE SU INSTAGRAM---GUARDA IL  VIDEO DEL MESSAGGIO IN HD (Visita il nostro sito per ascoltare la registrazione audio, vedere il video del messaggio, per scaricare gli appunti e per vedere le diapositive del messaggio)

Lirio Porrello
Un sacerdozio migliore

Lirio Porrello

Play Episode Listen Later Dec 7, 2021 55:23


5.12.21// Il sacerdozio levitico è terminato, ora Cristo è il nostro Sommo Sacerdote!

cristo migliore sommo sacerdote
Lirio Porrello
Ministero di Cristo dopo l'ascensione - pt. 3

Lirio Porrello

Play Episode Listen Later Dec 3, 2021 78:20


28.11.21// Dopo la resurrezione, Gesù è il nostro Sommo Sacerdote: approfondiamo cosa questo significa!

Il Libro Più Letto @ ttb.twr.org/italiano
Il nostro grande Sommo Sacerdote

Il Libro Più Letto @ ttb.twr.org/italiano

Play Episode Listen Later Oct 15, 2021 14:09


grande nostro sommo sacerdote
Lirio Porrello
Dopo la risurrezione

Lirio Porrello

Play Episode Listen Later Aug 31, 2021 68:53


29.08.21 Morto come Agnello, resuscitato come Sommo Sacerdote: scopriamo le ricchezze della resurrezione di Cristo!

Liturgia | RRL
186 - Come Eterno Sommo Sacerdote

Liturgia | RRL

Play Episode Listen Later Jul 15, 2021 6:13


Come Eterno Sommo Sacerdote secondo l'ordine di Melchisedech Cristo non cessa e non cesserà fino alla consumazione del tempo di offrire Se stesso nella Messa al suo Padre Celeste; ma ora non lo fa più da solo in modo personale e visibile, come ha fatto nell'Ultima Cena e sulla Croce, ma in modo invisibile e con l'assistenza di un rappresentante umano. Cristo è infatti il celebrante principale presso l'altare, perché Egli ha la parte primaria e principale nella celebrazione del Sacrificio Eucaristico; tuttavia Egli non svolge questa azione da solo e senza assistenza, ma impiega per essa servitori e strumenti appositamente autorizzati, cioè sacerdoti validamente ordinati.

Chiesa Cristiana Evangelica  della Vera Vite
Percepire Dio coi miei sensi - Annusare Dio: come posso essere l'odore soave di Cristo | 27 Giugno 2021 |

Chiesa Cristiana Evangelica della Vera Vite

Play Episode Listen Later Jun 28, 2021


Per Dio non ci può essere odore più soave di una vita cambiata dallo Spirito Santo, offerta a Lui per portare nel mondo un odore di vita che porta a vita. ---  CLICCA SUL TITOLO PER ASCOLTARE IL MESSAGGIO Tempo di lettura: 10 minuti  Tempo di ascolto audio/visione video: 30 minuti Siamo al quinto ed ultimo messaggio sui nostri cinque sensi, li abbiamo presi come spunto per vedere come sia possibile utilizzarli per cercare un rapporto intimo e speciale con chi ce li ha dati in dono. Oggi parleremo dell'olfatto. L'olfatto è un senso potente. E' capace di portare alla memoria  ricordi che neppure pensavi di avere nel cassetto. Se siete come me, quando alcune molecole  che recano un profumo  arrivano a toccare il tessuto sensibile con il quale è tappezzato il mio naso (e Dio è stato così generoso da darmene uno che è il doppio di molti di voi!) è come aprire per me un cassetto pieno di foto ricordo. Quali profumi ti fanno ricordare il passato? Posso dirti i miei. L'odore del sugo col battuto! Fa aprire in me i ricordi di quando io ero bambino, con mia nonna che si alzava alle 6 del mattino per pregare (come faccio io adesso) e, nel frattempo, batteva il lardo, faceva il soffritto, e metteva la pentola di coccio sulla stufa a legna per preparare il sugo della domenica; sarebbe stato pronto quando lei tornava dalla messa. Oppure quello di un profumo chiamato “Lucky days”, giorni fortunati! Non era un profumo famoso né costoso, ma era quello che mi regalò mio padre per il mio diciottesimo compleanno e che portai con me durante la gita del quinto liceo. Nella bottiglia ormai vuota,  ancora persiste un po' dell'aroma e mi basta annusarlo per ritrovarmi a festeggiare felice la mia giovinezza assieme a tutta la mia famiglia, compresi, soprattuto, coloro che non ci sono più, oppure per rivedere le montagne del Trentino e la camera d'albergo dove trascorsi il periodo più felice della mia vita scolastica durante la gita dell'ultimo anno di liceo. Non sono solo memorie, sono cose che diventano così reali che quasi le posso toccare. Forse ti starai chiedendo cosa c'entri tutto questo con Dio. Come si fa a parlare di un Dio che “odora”? Certo, non possiamo “annusare” Dio... Ma se leggo la Bibbia, scopro che la mia caratteristica di sentire un odore e di associarlo ad un ricordo gradevole non è “mia”, non è “umana”, ma è qualcosa che Dio al momento della Creazione ha messo nella sua creatura... perché è una sua caratteristica di associare un odore gradevole a dei ricordi. Lo dice la Scrittura sin da Genesi: “Noè uscì con i suoi figli, con sua moglie e con le mogli dei suoi figli. Tutti gli animali, tutti i rettili, tutti gli uccelli, tutto quello che si muove sulla terra, secondo le loro famiglie, uscirono dall'arca. Noè costruì un altare al Signore; prese animali puri di ogni specie e uccelli puri di ogni specie e offrì olocausti sull'altare. Il Signore sentì un odore soave; e il Signore disse in cuor suo: «Io non maledirò più la terra a motivo dell'uomo, poiché il cuore dell'uomo concepisce disegni malvagi fin dall'adolescenza; non colpirò più ogni essere vivente come ho fatto.Finché la terra durerà, semina e raccolta, freddo e caldo, estate e inverno, giorno e notte non cesseranno mai».”( Genesi 8:18.22) Dio sente letteralmente un profumo, non se lo immagina, e associa quell'odore (in questo caso era lo stesso di un buon arrosto) con il ricordo della sua creazione, di come tutto era stato creato perfetto ed in ordine, e tramite esso decide di non distruggerla mai più. Oppure in Esodo, quando descrive come dovrà essere costruito il Tabernacolo: “Il Signore disse ancora a Mosè: «Prenditi degli aromi, della resina, della conchiglia profumata, del galbano, degli aromi con incenso puro, in dosi uguali;  ne farai un profumo composto secondo l'arte del profumiere, salato, puro, santo; ne ridurrai una parte in minutissima polvere e ne porrai davanti alla testimonianza nella tenda di convegno, dove io mi incontrerò con te: esso sarà per voi cosa santissima.  Del profumo che farai, non ne farete altro della stessa composizione per uso vostro; sarà per te cosa santa, consacrata al Signore.  Chiunque ne farà di uguale per odorarlo, sarà eliminato dal suo popolo».” ( Esodo 30:34-38) Dio indica precisamente la miscela di profumi che lui gradirà annusare quando incontrerà il Sommo Sacerdote. Ora, parliamoci chiaro, c'è qualcuno che pensa che Dio sia davvero interessato a un po' di fumo prodotto da un arrosto misto o da un po' di resine mischiate assieme? A chi ed a cosa servono davvero quegli odori? Il salmo 141 ci da una prima indicazione: “Giunga la mia preghiera davanti a te come l'incenso, l'elevazione delle mie mani come il sacrificio della sera.”. (Salmo 141:2 ND) La parola “giunga” in lingua ebraica è כּוּן - kûn  e significa “stare in perpendicolare”; la versione CEI traduce questo versetto così: “Come incenso salga a te la mia preghiera” L'incenso che sale verso il cielo è una rappresentazione grafica delle nostre preghiere che salgono verso il Padre come un odore soave. Ma soprattutto, per poter far arrivare gli odori a Dio che sia un arrosto, o un profumo,  c'è da “fare”, da predisporre cose per creare l'odore; e non sono cose di poco conto. Se leggete Numeri, vedrete che le bestie da sacrificare non erano quelle “da scarto” ma erano le migliori, quelle più sane, quelle che, se vendute,  ti avrebbero fruttato un sacco di soldi. Allo stesso modo, la ricetta che Dio da in Esodo per confezionare il profumo da bruciare davanti al Tabernacolo è composta da elementi che non era facile trovare e che costavano molto. Per far arrivare un buon odore alle “narici”di Dio, dunque devo “operare”, impegnarmi personalmente,  faticare per trovare le cose giuste con cui produrlo. E, soprattutto, è qualcosa che mi deve “costare”, devo “spendere” del mio per poterlo avere da offrire in olocausto. Sapete quale è il profumo migliore che Dio abbia mai “annusato? Ne parla Paolo in Efesini: “Siate dunque imitatori di Dio, come figli amati; e camminate nell'amore come anche Cristo ci ha amati e ha dato se stesso per noi in offerta e sacrificio a Dio quale profumo di odore soave.” (Efesini 5:1-2) Eccolo il profumo più soave al mondo, quello che ha richiesto maggior fatica per essere trovato quello che è costato di più: la fatica di abbandonare la propria natura divina per scendere sulla terra  e il costo di morire come un criminale sulla croce  pur essendo il figlio di Dio. La parola che usa Paolo in greco per “imitatori” è μιμητής - mimētēs: vi dovrebbe essere familiare. Chi ha mai visto un “mimo”? Sono quelle persone che, senza parlare, costruiscono un mondo attorno a se, facendotelo in qualche modo “vedere”  nella tua immaginazione, semplicemente con i gesti e le azioni che fanno. E' esattamente quello che Paolo ci chiede di fare; essere dei “mimi” per chi ci guarda, far vedere attraverso le nostre azioni ed i nostri gesti un mondo che non c'è adesso in terra, ma che c'è presso Dio: rendere visibile l'invisibile. In che modo? Ce lo spiega in Romani: “Vi esorto dunque, fratelli, per la misericordia di Dio, a presentare i vostri corpi in sacrificio vivente, santo, gradito a Dio; questo è il vostro culto spirituale. Non conformatevi a questo mondo, ma siate trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente, affinché conosciate per esperienza quale sia la volontà di Dio, la buona, gradita e perfetta volontà.” (Romani 12:1-2)  Paolo parla di “sacrificio”:  ed abbiamo visto che ogni sacrificio  produce un aroma soave che arriva a Dio, e che provoca in Dio dei ricordi lieti. E Paolo indica anche che tipo di sacrificio sarà se con i nostri corpi e la nostra vita mimiamo il mondo di Dio,  agendo come lui vuole. Sarà un sacrificio “vivente”: ζάω - zaō in greco che significa si “vivo” ma anche “pieno di forza, efficiente, efficace”. Sarà un sacrificio “santo”: ἅγιος - hagios, significa “messo da una parte, separato, distinto”. Sarà un sacrificio “gradito”: εὐάρεστο ς- euarestos è una parola composta da arestos che significa “accettato” più il rafforzativo eu, per cui sarà un sacrificio “pienamente accettato”. Quale è, dunque, il sacrificio che secondo Paolo crea il profumo tramite il quale il nostro sacrificio sarà “efficace, distinto, pienamente accettato”. da Dio? “Non conformatevi a questo mondo, ma siate trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente...” (v 2a) Paolo non ci chiede genericamente di “agire bene”,  e neppure di “non peccare”: lo farà altrove; ma qui chi chiede una trasformazione (in greco μεταμορφόω metamorphoō; composto fa morphoo = forma + meta = dopo, in seguito, successiva, ovvero abbiate una forma successiva) che passi attraverso un rinnovamento. (in greco ἀνακαίνωσις anakainōsis;).  La parola anakainōsis/rinnovamento è usata solo due volte nella Bibbia, sempre da Paolo, ed è un concetto filosofico abbastanza complesso che cerco di spiegarvi con un esempio stupido. Quando rinnovi il guardaroba tra una stagione e l'altra cosa fai? Prendi la roba che hai nei cassetti,  la lavi, e la rimetti là, magari cambiandogli di posto? Certamente no! Svuoti i cassetti degli abiti che c'erano e li riempi con abiti completamente differenti. Li cambi non perché ti hanno annoiato ma perché stai vivendo una nuova stagione, e gli abiti che avevi nei cassetti mal si abbinano ad essa; non puoi andare in giro con la felpa di lana e i pantaloni di flanella  quando fanno 35 gradi all'ombra, ma ti servono indumenti diversi, Anakainōsis / rinnovamento non significa cambiare posto alle cose per far sembrare che tutto è cambiato, e neppure lavarle o dargli una passata di tinta per farle sembrare nuove; significa buttare tutto fuori per fare spazio e mettere dentro tutta roba nuova adatta alla nuova stagione della tua vita. E' questo che dice Paolo; il sacrificio che è pienamente accettato, il profumo che Dio vuole sentire non si crea lavando i tuoi vecchi abiti, e neppure cambiandogli di posto, ma usandone di nuovi. E quando accetti questa sfida di cambiare quel “sacrificio” non è più tale,  ovvero non è un peso, qualcosa che fai ma che preferiresti non fare ma un modo di vita: Paolo dice ai Filippesi: “Ora ho ricevuto ogni cosa e sono nell'abbondanza. Sono ricolmo di beni, avendo ricevuto da Epafròdito quello che mi avete mandato e che è un profumo di odore soave, un sacrificio accetto e gradito a Dio.” (Filippesi 4:18-19) La chiesa di Filippi non era una chiesa ricca, ma aveva offerto di supportare Paolo con slancio, aldilà delle proprie capacità. È potente pensare che le cose che facciamo l'uno per l'altro, il sostenersi a vicenda  diventa un profumo gradito a Dio. Pensate alla nostra vita di chiesa mentre camminiamo insieme, testimoniamo, ci impegniamo con la comunità, serviamo... Tutto questo crea un odore soave che arriva a Dio. Paolo chi chiede di indossare abiti nuovi per la nuova stagione della nostra vita per poter offrire un sacrificio che abbia un odore soave. Ma come è possibile tutto questo? Ti avevo detto che la parola anakainōsis/rinnovamento è usata da Paolo solo due volte: vuoi sapere dove  usa la stessa parola la seconda volta? In Tito 3:5: “... (Dio) ci ha salvati non per opere giuste da noi compiute, ma per la sua misericordia, mediante il lavacro della rigenerazione e del rinnovamento dello Spirito Santo, che egli ha sparso abbondantemente su di noi per mezzo di Cristo Gesù, nostro Salvatore, affinché, giustificati dalla sua grazia, diventassimo, in speranza, eredi della vita eterna....” (Tito 3:5-7) La rigenerazione  (in greco παλιγγενεσία paliggenesia = nuova nascita) che porta al rinnovamento avviene SOLO attraverso l'opera dello Spirito Santo, e non perché siamo bravi di nostro; è una GRAZIA, è AGGRATIS!  Non la puoi comperare ne guadagnare! Solo attraverso Cristo puoi ottenerla, solo essendo suo discepolo puoi riceverla, solo seguendo Gesù puoi essere un profumo per Dio. Ma quale è il fine ultimo dell'essere un buon profumo che giunge a Dio? Riempire il Paradiso di buoni aromi perché ne godano Dio e gli angeli? Assolutamente no! “Ma grazie siano rese a Dio, che sempre ci fa trionfare in Cristo e che per mezzo nostro spande dappertutto il profumo della sua conoscenza. Noi siamo infatti davanti a Dio il profumo di Cristo fra quelli che sono sulla via della salvezza e fra quelli che sono sulla via della perdizione; per questi, un odore di morte, che conduce a morte; per quelli, un odore di vita, che conduce a vita. E chi è sufficiente a queste cose?” (2 Corinzi 2:14-16) Il fine è che l'aroma soave delle nostre vite trasformate offerte in sacrificio a Dio riempia il mondo attraverso la conoscenza di Cristo e di ciò che ha fatto per tutti gli uomini; un aroma differente da quello a cui il mondo è abituato, “odore di morte, che conduce a morte” dice Paolo. Se sei in Cristo, e hai lasciato che lo Spirito Santo entrasse in te, se gli hai permesso di trasformarti, se continui a lasciare  che ti metta nel cassetto abiti nuovi adatti alla stagione che attraversi di volta in volta nella vita, allora tu sei l'odore soave di Cristo, un sacrificio vivente, che arde, “un odore di vita, che conduce a vita.” Se non sei ancora in Cristo, lascia che lo Spirito ti trasformi  per cambiare l'odore di morte del mondo in odore soave di Vita. Noi siamo il profumo di Cristo. Preghiamo.GUARDA LE DIAPOSITIVE DEL MESSAGGIOGUARDA IL VIDEO DEL MESSAGGIO IN BASSA RISOLUZIONE SU FACEBOOKGUARDA IL VIDEO DEL MESSAGGIO IN BASSA RISOLUZIONE SU INSTAGRAM---GUARDA IL VIDEO DEL MESSAGGIO IN HD (Visita il nostro sito per ascoltare la registrazione audio del messaggio, per scaricare gli appunti e per vedere le diapositive del messaggio)

Storm Fighters TV
Pugilato Italiano: - Il ritorno del Campione: MIRKO GEOGRAFO . Fighting Week Broadcast Special

Storm Fighters TV

Play Episode Listen Later Apr 3, 2021 61:36


Partiti a bomba questa settimana con una super-puntatona SPECIAL del nostro Broadcast, con ospite Mirko Geografo, fresco vincitore dopo più di un anno d'assenza dal ring Assieme al nostro Sommo Sacerdote della Boxe, Marco Filippini, ripercorreremo il suo rientro a Roma, discutendo dei suoi progetti futuri, con un'occhiata a quanto accaduto nel mondo della boxe in campo internazionale Questa ed altro ancora nella prossima puntata di Fighting Week Broadcast!

BASTA BUGIE - Cinema
FILM GARANTITI La Passione di Cristo - Una storia di violenza e di amore (2004) *****

BASTA BUGIE - Cinema

Play Episode Listen Later Apr 1, 2021 12:14


TESTO DELL'ARTICOLO ➜ http://www.filmgarantiti.it/it/articoli.php?id=23UNA STORIA DI VIOLENZA E DI AMORE di Vittorio MessoriNella saletta insonorizzata la luce si riaccende dopo due ore e sei minuti. Quando finiscono di scorrere i titoli di coda, dove i nomi americani si alternano a quelli italiani, dove i ringraziamenti al Comune di Matera si affiancano a quelli per teologi e specialisti di lingue antiche, dove Rosalinda, la figlia di Celentano (il diavolo) sta accanto a un'ebrea romena (la Madonna), quando il tecnico abbassa la leva che ridà la luce, nella saletta continua il silenzio. Due donne piangono, quietamente, senza singhiozzi; il signore che ho accanto è pallidissimo, gli occhi chiusi; un timido, solitario inizio di applauso si spegne subito, nell'imbarazzo. Per molti, lunghissimi minuti nessuno si alza, nessuno si muove, nessuno parla. Dunque, quanto ci annunciavano era vero: "The Passion of the Christ" ha colpito, l'effetto che Gibson voleva si è realizzato. Per quanto vale, io stesso sono sconcertato e muto: per anni ho passato al vaglio, una per una, le parole del greco con cui gli evangelisti narrano quegli eventi, nessuna minuzia storica di quelle 12 ore a Gerusalemme mi è sconosciuta, ne ho tratto un libro di quattrocento pagine. So tutto. O, meglio, scopro adesso che credevo di sapere: tutto cambia se quelle parole si traducono in immagini di una tale potenza da trasformarle in carne e in sangue, in segni graffianti di amore e di odio.LA SCOMMESSAMel lo ha detto con l'orgoglio unito all'umiltà, con il realismo mescolato alla devozione che forma in lui un miscuglio singolare: "Se quest'opera dovesse fallire, per cinquant'anni non ci sarà futuro per il film religioso. Qui dentro abbiamo buttato il meglio: soldi quanti ne occorrevano, prestigio, tempo, rigore, carisma di grandi attori, scienza degli eruditi, ispirazioni dei mistici, esperienza, tecnica d'avanguardia. Ci abbiamo buttato, soprattutto, la nostra certezza che valeva la pena, che ciò che successe in quelle ore riguarda ogni uomo. Con questo Ebreo avremo a che fare per sempre, tutti, dopo la morte. Se non la spuntiamo noi, chi potrà farcela? Ma la spunteremo, ne sono certo: il nostro lavoro è stato accompagnato da troppi segni che me lo confermano". E, poi, coincidenze lette come segni: la Madonna con il volto dell'attrice ebrea a nome Morgenstern che, lo si è notato solo dopo, è, in tedesco, la Stella Mattutina delle litanie del rosario. Jim Caviezel, l'attore che interpreta Gesù, ha le stesse iniziali di Jesus Christ ed ha 33 anni!Gibson si è ricordato del monito del beato Angelico: "Per dipingere il Cristo, bisogna vivere con il Cristo". Il clima, tra i Sassi di Matera e gli studi di Cinecittà, sembra essere stato quello delle sacre rappresentazioni medioevali, dei cortei dei flagellanti davanti alle reliquie dei martiri. Dopo le riprese, ogni sera, un prete in talare nera, quella con la lunga fila di bottoni, celebrava una messa al campo, in latino. Proprio qui, in effetti, è la ragione vera della decisione di far parlare gli ebrei nella loro lingua popolare, l'aramaico, e i romani in un latino basso, da militari, che ferisce le orecchie di noi, vecchi liceali, abituati alle raffinatezze ciceroniane. Gibson, cattolico amante della Tradizione, è coriaceo assertore della dottrina ribadita al Concilio di Trento: la Messa è anche pasto fraterno ma è innanzitutto sacrificio di Gesù, rinnovazione incruenta della Passione. Questo è ciò che importa, non è il "capire le parole". Il valore salvifico degli atti e dei gesti che hanno il vertice sul Calvario non ha bisogno di espressioni che chiunque possa capire. Questo film, per il suo autore, è una Messa: che, dunque, sia in una lingua oscura, com'è stata per tanti secoli. Se la mente non comprenderà, tanto meglio, ciò che conta è che il cuore capisca che tutto quel che è avvenuto ci redime dal peccato e ci apre le porte della salvezza. Proprio come ricorda la profezia di Isaia sul "Servo di Jahvé" che, a tutto schermo, è messa come prologo all'intera pellicola. Il prodigio, comunque, mi è sembrato verificarsi: dopo un po', si abbandona la lettura dei sottotitoli per entrare, senza distrazioni, nelle scene - terribili e meravigliose - che bastano a se stesse.LA QUALITÀSul piano tecnico, l'opera appare di una qualità altissima, tanto che i precedenti film su Gesù potranno sembrare ridotti a parenti poveri e arcaici: in Gibson, luci sapienti, fotografia magistrale, costumi straordinari, scenografie scabre e, quando necessarie, sontuose, trucco di incredibile efficacia, recitazione di grandi professionisti, sorvegliati da un regista che è anche un loro illustre collega. Soprattutto, effetti speciali talmente mirabolanti che, come ci diceva Enzo Sisti, il produttore esecutivo, resteranno segreti, a conferma dell'enigma dell'opera, dove la tecnica vuole essere a servizio della fede. Una fede nella versione più cattolica (non a caso il Papa ha visto il film e di tanti cardinali hanno valutato positivamente il film) di cui "The Passion" è un manifesto che gronda simboli che solo un occhio esercitato riconosce in pieno. Occorrerebbe un libro (due, in effetti, sono in preparazione) per aiutare lo spettatore a capire.In sintesi estrema, la "cattolicità" radicale del film sta innanzitutto nel rifiuto di ogni demitizzazione, nel prendere i vangeli come cronache precise: le cose, ci viene detto, sono andate così, proprio come la Scrittura le descrive. Il cattolicesimo sta, poi, nel riconoscimento della divinità di Gesù che convive con la sua piena umanità. Una divinità che erompe, drammaticamente, nella sovrumana capacità di quel corpo di subire una quantità di dolore come mai alcuno né prima né dopo, in espiazione di tutto il peccato del mondo. Ma la "cattolicità" radicale sta anche nell'aspetto "eucaristico", riaffermato nella sua materialità: il sangue della Passione è intrecciato di continuo al vino della Messa, il corpo martoriato di Cristo al pane consacrato. E sta, pure, nel tono fortemente mariano: la Madre e il Diavolo (che è femmina o, forse, androgino) sono onnipresenti, l'una con il suo dolore silenzioso, l'altro (o l'altra) con il suo compiacimento maligno. Da Anna Caterina Emmerich, la veggente stigmatizzata, Gibson ha preso intuizioni straordinarie: Claudia Procula, la moglie di Pilato, che offre, piangendo, a Maria i panni per raccogliere il sangue del Figlio è tra le scene di maggior delicatezza in un film che, più che violento, è brutale. Come brutale fu, appunto, la Passione. Il Pietro disperato dopo il rinnegamento, si getta ai piedi della Vergine per ottenere perdono. Credo, comunque, che l'importanza, anche teologica, attribuita alla Madonna nonché l'eucaristia, non spiritualizzata, non ridotta a semplice ricordo, ma vista nel modo più materiale, dunque cattolico (la transustanziazione), creeranno qualche disagio nelle chiese protestanti americane che, senza avere visto il film, già si sono organizzate per favorirne la diffusione.Se al martirio sono dedicate due ore, mezzo minuto è sufficiente per ricordare che non fu quella l'ultima parola. Dal Venerdì Santo alla Domenica di Pasqua, alla Risurrezione, che Gibson ha risolto accogliendo una particolare lettura delle parole di Giovanni: uno "svuotamento" del lenzuolo funerario, lasciando un segno sufficiente per "vedere e credere" che il suppliziato ha trionfato sulla morte.Antisemitismo o, almeno, antigiudaismo? Non scherziamo con parole troppo serie. A visione effettuata, penso che nessuno potrà più accusare Gibson di avercela con gli ebrei. Chiarissimo è, nel film, che ciò che grava sul Cristo e lo riduce in quello stato non è la colpa di questo o di quello, bensì tutto il peccato di tutti gli uomini, nessuno escluso. All'ostinazione nel chiedere la crocifissione da parte di Caifa (quel sadduceo collaborazionista che non rappresentava affatto il popolo ebreo, da cui era anzi detestato, il Talmud su di lui e sul suocero Anna ha parole terribili), fa più che abbondante contrappeso il sadismo inaudito dei carnefici romani; alle viltà politiche di Pilato che lo portano a violentare la sua coscienza, si oppone il coraggio del sinedrita - episodio aggiunto dal regista - che affronta il Sommo Sacerdote gridandogli che quel processo è illegale. E non è forse ebreo il Giovanni che sorregge la Madre? Non è ebrea la pietosa Veronica? Non è ebreo l'impetuoso Simone di Cirene? Non sono ebree le donne di Gerusalemme che gridano la loro disperazione? Non è ebreo Pietro che, perdonato, morirà per il Maestro?All'inizio del film, prima che il dramma si scateni, la Maddalena chiede, angosciata, alla Vergine: "Perché questa notte è così diversa da ogni altra?". "Perché - risponde Maria - tutti gli uomini erano schiavi e ora non lo saranno più". Tutti, ma proprio tutti: giudei o non giudei che siano. "Quest'opera - dice Mel Gibson amareggiato da aggressioni preventive - vuol riproporre il messaggio di un Dio che è Amore".E che Amore sarebbe se escludesse qualcuno?

Storm Fighters TV
Fighting Week Broadcast Special - Nicholas Esposito Nuovo Campione Italiano

Storm Fighters TV

Play Episode Listen Later Mar 3, 2021 48:19


Fighting Week Broadcast Special - Nicholas Esposito Nuovo Campione Italiano Per la prossima puntata Special avremo come nostro ospite d'eccezione, il neo campione Italiano dei pesi Welter Nicholas "The Good Boy" Esposito In compagnia del nostro "Sommo Sacerdote della Boxe" Marco Filippini, andremo a ripercorrere i punti salienti della carriera di Esposito che lo hanno portato a diventare Campione Italiano FPI Questo ed altro ancora nella nuova puntata di Fighting Week Broadcast Special

Chiesa Cristiana Evangelica  della Vera Vite
Con quale mano accoglierai Cristo? | 3 Gennaio 2021 |

Chiesa Cristiana Evangelica della Vera Vite

Play Episode Listen Later Jan 4, 2021


Tutti sperano che il 2021 sia meglio del 2020. Ma ciò che accadrà in questo anno che viene dipende soprattutto  da come metterai la tua mano per accettare il dono d'amore che Dio ci ha mandato attraverso Gesù.  ---CLICCA SUL TITOLO PER ASCOLTARE IL MESSAGGIO Tempo di lettura: 8 minuti  Tempo di ascolto audio/visione video: 17 minuti Abbiamo appena lasciato Natale e molti di noi hanno ancora su gli addobbi... e forse anche un “presepe”. In qualsiasi presepe che si rispetti  ci sono  una serie di personaggi  che  sembrano fuori luogo, troppo ricchi, troppo ben vestiti. Sto parlando dei Magi, o Sapienti.  Questa è la domenica che precede di tre giorni il giorno dell'Epifania, e vorrei parlare di “doni” visto che i Magi, per tradizione, sono coloro che per primi hanno recato Doni a Gesù. E lo voglio fare  in una maniera “inusuale”, raccontandovi una “favola”:  la favola di una mano... e di un cuore... "C'era una volta una mano che si sentiva tanto sola e aveva tanto bisogno di pace e riposo. L'aveva cercato in tanti posti: nel lavoro,  nei soldi e anche nel sesso... ma senza trovarlo. Fu così che un giorno si mise a riflettere  e disse... “Io intrapresi grandi lavori: mi costruii case, mi piantai vigne, mi feci giardini e parchi, e vi piantai alberi fruttiferi di ogni specie; mi costruii stagni per irrigare con essi il bosco dove crescevano gli alberi. Comprai servi e serve ed ebbi dei servi nati in casa; ebbi pure greggi e armenti in gran numero, più di tutti quelli che erano stati prima di me a Gerusalemme. Accumulai argento, oro e le ricchezze dei re e delle province; mi procurai dei cantanti e delle cantanti e ciò che fa la delizia dei figli degli uomini, cioè donne in gran numero.” (Ecclesiaste 2:4-8) Ma la mano non aveva trovato la pace, il riposo, e nemmeno l'amore:  “Poi considerai tutte le opere che le mie mani avevano fatte, e la fatica che avevo sostenuto per farle, ed ecco che tutto era vanità, un correre dietro al vento, e che non se ne trae alcun profitto sotto il sole.” (Ecclesiaste 2:11) Il cuore guardò giù, e ascoltò le parole della mano, e gridò forte verso lei: «La mia presenza andrà con te e io ti darò riposo» (Esodo 33:14) “Io stesso pascerò le mie pecore, io stesso le farò riposare”, dice il Signore, Dio. “Io cercherò la perduta, ricondurrò la smarrita, fascerò la ferita, rafforzerò la malata, ma distruggerò la grassa e la forte; io le pascerò con giustizia.” (Ezechiele 34:15-16) Il cuore decise di mandare un “dono” alla mano; Qualcosa che portasse significato nella sua vita... E di rivelaglielo in un modo speciale: “E questo vi servirà di segno: troverete un bambino avvolto in fasce e coricato in una mangiatoia” (Luca 2:12) Era un segno... ma la mano non capì che segno fosse.  Ci vollero dei Saggi, dei Sapienti,  per rivelarglielo. Epifania significa “rivelazione”; è quel cuore di padre che rivela il suo amore." Il giorno dell'Epifania ricorda che Gesù fu trovato dai Sapienti, e che i doni che avevano con loro hanno “rivelato” il destino di quel bimbo: ORO L'oro si donava ai re: è un metallo resistentissimo, stabile, che non muta colore  né consistenza negli anni. Questo è chi è Gesù: la cosa più stabile al mondo: “Io sono l’Alfa e l’Omega, il primo e l’ultimo, il principio e la fine.” (Apocalisse 22:13) Cristo è colui che non cambia. INCENSO Il salmo 141:2 dice:  “La mia preghiera sia in tua presenza come l’incenso” (Salmo 141 2 a) L'incenso si usava nei templi, e il suo fumo bianco e denso rappresentava le preghiere che salivano a Dio. Nel tempio,  nella parte più interna, nel luogo santissimo, solo il Sommo Sacerdote poteva entrare e pregare. Questo è ciò che ha fatto Gesù: entrare nel luogo santissimo, alla presenza del Padre, e pregare, ed intercedere per noi: Paolo afferma in Romani 8: “Cristo {Gesù} è colui che è morto e, ancor più, è risuscitato, è alla destra di Dio e anche intercede per noi.” (Romani 8: 34) MIRRA La mirra serviva ad uccidere i batteri che provocano la putrefazione del corpo dopo la morte, così che il cadavere non puzzasse di morte, ma anzi profumasse l'ambiente. Questo è ciò che ha fatto Gesù, uccidere per sempre il batterio che fa marcire l'anima, vincendo la morte, così che i nostri corpi diventino un profumo per il nostro Padre. Sempre Paolo dice: “Noi siamo infatti davanti a Dio il profumo di Cristo fra quelli che sono sulla via della salvezza e fra quelli che sono sulla via della perdizione...” (2 Corinzi 2:15) Epifania significa rivelazione,  di tutto ciò che Dio ci ha donato attraverso Gesù, ma... Quando ero bambino io era l'Epifania il giorno dei doni, non Natale. Non c'era Babbo Natale, ma la Befana. E lei, a differenza di Babbo Natale, non portava doni a tutti, ma solamente a quelli che lo avevano meritato... agli altri, carbone e cocce d'uovo. Noi bambini chiedevamo doni alla Befana, non a Babbo Natale; e non era lei  ma il nostro comportamento  a decidere se li avremmo avuti o meno... o almeno così ci raccontavano i nostri genitori. Tutto dipendeva da come avevamo usato le nostre mani, i nostri pensieri, le nostre parole durante l'anno trascorso. Oramai non siamo più bambini, ma continuiamo a vivere  una vita in attesa... di cosa? Di avere quei doni d'amore  che tanto bramiamo. Gesù si è rivelato al mondo per dirti “Eccomi! Sono arrivato! E sono stabile, prego per te e guarisco la morte” Ma tutto dipende  da come metteremo la nostra mano... Come metterai la tua mano nel 2021? Con quale mano, con quale atteggiamento ti appresti ad accettare il dono di Gesù nel 2021? Puoi fermarlo, lasciarlo fuori dalla tua vita, non farlo entrare, impedire che la cambi, cercare di fare da te, per incredulità:  “Gesù non può fare questo per me”. Oppure perché te ne vergogni, perché è più facile,  fare come tutto il resto del mondo fa,  pensa  e dice. Oppure puoi schiacciarlo, metterlo assieme a tutto il resto nella valigia della tua vita, comprimerlo fino a che ci entra tutto, lui compreso... in mezzo a mille altre cose, e sperare che ti dia pace, serenità, amore, compresso come è. Infine, lo puoi rifiutare; far finta che non sia importante, che non abbia a che fare con te. Se hai deciso di fermarlo, di non farlo entrare nella tua vita nel 2021 questo è quello che ti dice oggi: “... chi rifiuta me rifiuta Colui che mi ha mandato».” (Luca 10:16 b) Se la tua intenzione è quella di metterlo assieme a tutto il resto, schiacciandolo dentro finché c'è posto, perché pensi che Lui, da solo, non è abbastanza, ascolta quello che ti dice oggi: “Cercate prima il regno {di Dio} e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in più. Non siate dunque in ansia per il domani, perché il domani si preoccuperà di se stesso.” (Matteo 6:33-34 a) O seppure vuoi completamente tagliarlo fuori, dire che non esiste, che non è influente per la tua vita, sei ancora in tempo per decidere, affinché lui non faccia  ciò che ha promesso farà: “Ma chiunque mi rinnegherà davanti agli uomini, anch’io rinnegherò lui davanti al Padre mio che è nei cieli.” (Matteo 10:33) Manca un'ultima “rotazione” della mano, vero? Quella giusta con cui accogliere i doni...  Oppure.. Oppure puoi decidere di accettare quel dono:  “Ecco, io sto alla porta e busso: se qualcuno ascolta la mia voce e apre la porta, io entrerò da lui e cenerò con lui ed egli con me. Chi vince lo farò sedere presso di me sul mio trono, come anch’io ho vinto e mi sono seduto con il Padre mio sul suo trono” (Apocalisse 3:20-21) Conclusione I Magi erano Sapienti, scienziati, ma non ti serve di essere anche te come loro per capire il dono che il cuore di Dio ci ha fatto. E ci ha rivelato nell'Epifania. Con quale mano accogli il dono di Cristo nel 2021? Con una mano che ferma, che schiaccia, che rifiuta,  o che accetta l'amore di Dio incarnato in Cristo Gesù? Tutti sperano che il 2021 sia meglio del 2020; che la pandemia finisca, che l'economia riprenda, che ci si possa abbracciare di nuovo... Mi spiace dirti che ciò che accadrà in questo anno che viene non dipende solo dagli scienziati, o dai politici, ma che molto dipende da come metterai la tua mano, per accettare il dono d'amore che Dio ci ha mandato attraverso Gesù. “Ma, in tutte queste cose, noi siamo più che vincitori, in virtù di colui che ci ha amati.” (Romani 8:37) Preghiamo.GUARDA LE DIAPOSITIVE DEL MESSAGGIOGUARDA IL VIDEO IN BASSA RISOLUZIONE SU FACEBOOK --- GUARDA IL VIDEO IN HD (Visita il nostro sito per ascoltare la registrazione audio del messaggio, per scaricare gli appunti e per vedere le diapositive del messaggio)

Liturgia | RRL
152 - Il Santo Sacrificio come esempio nella vita di tutti i giorni

Liturgia | RRL

Play Episode Listen Later Oct 29, 2020 6:27


La Santa Messa quotidiana mette sotto i nostri occhi l’albero della Croce con le sue braccia alzate al cielo, i suoi rami striminziti portano il dolce frutto del Corpo di Cristo. Il Monte Calvario si distende sopra l’Altare proprio davanti ai nostri occhi, e il calice riceve di nuovo il Sangue di Gesù Cristo. Ma allora, pochi hanno potuto testimoniare la Messa cruenta che Gesù Cristo, Sommo Sacerdote, celebrò da Sé Stesso sull’Altare di Monte Calvario; In quel tempo quando gli uomini furono ignoranti del grande evento epocale che li avvolgeva, fu la natura stessa a compiere i riti funebri per il loro Creatore.

Chiesa Cristiana Evangelica  della Vera Vite
Guida tuo figlio sulla via di Cristo | 25 Ottobre 2020 |

Chiesa Cristiana Evangelica della Vera Vite

Play Episode Listen Later Oct 26, 2020


I figli non sono nostri, ma sono una benedizione che Dio ci concede; spetta a noi crescerli facendoli consapevoli dell'amore che Cristo ha per loro. --- CLICCA SUL TITOLO PER ASCOLTARE IL MESSAGGIO Tempo di lettura: 8 minuti  Tempo di ascolto audio/visione video: 23 min. Qualche rapida spiegazione  per chi vede per la prima volta una “presentazione”. Che cosa NON è la Presentazione Non è “ un “battesimo asciutto”... senza acqua: Gesù ha detto prima di partire per tornare al Padre: “Andate dunque e fate miei discepoli tutti i popoli battezzandoli nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutte quante le cose che vi ho comandate” (Matteo 28:19-20a) Gesù ci chiede di fare discepoli, di rendere le persone consapevoli che lui è morto per liberarci dai nostri peccati  e per essere nostro mediatore presso il Padre e poi di battezzarli come un atto di obbedienza. Davide Noah non può capire ancora tutti questo, e scegliere di obbedire a Gesù. Quando sarà cresciuto spetterà a lui decidere se e quando battezzarsi. Ma la presentazione non è nemmeno una cerimonia di “inclusione”, con la quale diviene membro della chiesa;  anche questo spetterà a lui, se vorrà un giorno fa parte di questa o di qualsiasi altra comunità di credenti. Che cosa è allora? La presentazione esisteva ai tempi dell'Antico Testamento  dove i genitori si recavano al Tempio  (quello mobile nel deserto durante i quaranta anni nel Sinai, quello di Gerusalemme poi) ed offrivano un dono al Sommo Sacerdote come “riscatto” per il figlio o la figlia nata; era come ammettere che quel figlio non era loro, ma gli era stato affidato. Il Salmo 127 dice: “Ecco, i figli sono un dono che viene dal Signore; il frutto del grembo materno è un premio.” (Salmo 127:3) Giovanni e Bianca,  presentando oggi Davide Noah alla loro chiesa, stanno ammettendo che lui non è  una loro proprietà, ma gli è stato concesso da Dio in “comodato d'uso gratuito” come premio. Persino Gesù fu presentato al Tempio: “I genitori portarono Gesù a Gerusalemme per presentarlo al Signore, perché sta scritto nella legge di Dio: "Se il primo figlio di una donna è un maschio, deve essere consacrato al Signore".  In tale occasione i genitori di Gesù offrirono il sacrificio stabilito dalla legge: un paio di tortore o due piccioni.” (Luca 2:22-24 PV) Il battesimo è per chi crede in Gesù; la presentazione è per chi è consapevole che i figli non sono nostri, ma sono un dono ed una benedizione di Dio. Al tempo di Gesù era il Sommo Sacerdote  a ricevere le offerte: sarò dunque io a ricevere le offerte di Bianca e Giovanni? Assolutamente no! Ebrei afferma che: “Avendo dunque un grande sommo sacerdote che è passato attraverso i cieli, Gesù, il Figlio di Dio, stiamo fermi nella fede che professiamo.” (Ebrei 34:14) Ora il nostro unico e Sommo Sacerdote è Gesù... Lui ci ha riscattati, non dobbiamo ancora più pagare pegno al Tempio! Da Giuseppe e Bianca non vogliamo certo piccioni o colombe... (magari una crostata di Bianca... quella si...  appena finisce l'emergenza Covid e torniamo a pranzare assieme). Perché allora siamo qui oggi?  Vedete,  ogni genitore prima o poi si rende conto  che essere genitori  non è un compito facile.  Dobbiamo incoraggiarci a vicenda,  pregare gli uni per gli altri  e sostenerci a vicenda  in quei periodi di stress in cui i nostri figli  attraversano momenti diversi.  Non esiste una formula facile,  ogni bambino è diverso,  tutti abbiamo bisogno di imparare... E quanto è bello sapere che abbiamo amici cristiani  che pregano e ci sostengono davanti a Dio.  Essere  buoni genitori non significa dire:  "Ho tutte le risposte  e sarò un genitore perfetto".  Ma è dire:  "Non posso farlo da solo  e ho bisogno dell'aiuto dei miei fratelli e sorelle credenti... Potete pregare per noi? " Bianca e Giovanni si impegnano oggi ad  aiutare Davide Noah  a crescere nella consapevolezza  che Dio esiste, che è un Padre buono, e che Gesù è suo figlio e che può essere il suo amico per la vita... se lo accetterà e lo seguirà. Allora sarà battezzato. E' un compito difficile,  e noi come loro chiesa  promettiamo solennemente di aiutarli in questo. Ho fatto già vedere in passato la foto di questa conca:  Ormai non c'è più... L'ho buttata...  e devo dire che non è stato facile... Non aveva alcun valore,  era solo una conca in plastica  comperata al supermercato, ma rappresentava qualcosa di speciale  tra me e i miei due figli quando erano ancora neonati. I miei figli passavano gran parte della giornata ad essere accuditi dalla madre... ma la sera, tra le sette e le otto,  erano tutti miei! Correvo  a casa dal mio lavoro, riempivo di acqua calda quella conca,  chiudevo la porta del bagno, prendevo mio figlio tra le mani  e lo immergevo in qualcosa di buono,  qualcosa di rassicurante, qualcosa che gli ricordava forse  il grembo di sua madre. E mentre le mie mani  lo sostenevano nell'acqua  ci scambiavamo lunghi sguardi pieni d'amore. In quei momenti io ero  il suo sostegno,  l'amore,  e il benessere. A molti genitori piacerebbe  continuare per sempre questo tipo di rapporto, essere indispensabili (la nostra cultura italiana ci aiuta molto in questo). Ma purtroppo, o per fortuna,  i figli crescono (e i genitori invecchiano), le conche si rompono, e non basta più l'acqua calda  e una mano sotto la testa... Arriverà un momento in cui  il ricordo della conca sarà lontano, sarà, appunto, un ricordo, e noi genitori non potremo più essere il sostegno l'amore, il benessere. Non l'unico e non il più importante. Quale mano sorreggerà i nostri figli nel fluido della vita, quando non sarà più  un liquido caldo e rassicurante? (Vi pare un fluido caldo e rassicurante la vita di oggigiorno?) Quale “conca” troveranno per essere caldi, protetti, al sicuro? Quale sguardo li fisserà per trasmettere loro amore? Bianca e Giovanni vogliono oggi fornire a Davide Noah  un'“altro ” tipo di mano,   un “altro” tipo di conca  e un altro sguardo d'amore... “Signore, tu mi hai esaminato e mi conosci.  Tu sai quando mi siedo e quando mi alzo, tu comprendi da lontano il mio pensiero.  Tu mi scruti quando cammino e quando riposo e conosci a fondo tutte le mie vie.  Poiché la parola non è ancora sulla mia lingua, che tu, Signore, già la conosci appieno.  Tu mi circondi, mi stai di fronte e alle spalle e poni la tua mano su di me.” (Salmo 139:1-5) Viviamo in un mondo relativista, dove credere in qualcosa o in qualcuno  non è così importante;  l'importante è credere in noi stessi:  “Tanto ce la faccio da solo.” Oppure dove basta credere a qualsiasi cosa,  filosofia o religione, è una via verso la sommità di un monte dove siede “qualcosa” di molto potente,  tanto fa lo stesso.  Quella di Bianca e di Giovanni  è una grande sfida. Ma Gesù ha detto: “Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me.” (Giovanni 14:6) Tu potresti dirmi: “Allora Marco, tu vuoi che Davide diventi della stessa religione tua  e di Bianca e Giovanni, perché pensi sia la migliore, vero?” Io ti rispondo che poco mi importa di che religione diventi. Se mi chiedete quale sia la migliore religione potrò elencarvene svariate che sono molto più belle,  piene di riti, profumi, vesti colorate, meditazioni, diete... Tutte molto più affascinanti del cristianesimo che indicano una via per l'oggi, che appagano la nostra ansia. Ma tutte hanno un limite: sono per “l'oggi”, e appagano  noi stessi. La via che Bianca e Giovanni hanno deciso di seguire e sulla quale vogliono accompagnare Davide Noah, non è quella di una religione, ma quella di un rapporto con qualcuno mandato dal Padre che  è sostegno (la mano!) è protezione (la conca!) ed è sguardo d'amore. L'apostolo Paolo afferma: “...l'amore non verrà mai meno...”.  (1 Corinzi 13:8 PV) La religione può deludere, gli uomini che la seguono anche (quello è matematico). Ma l'amore di Cristo,   quando hai un rapporto personale con lui, quello non verrà mai meno, In tanti proveranno a convincere Davide Noah che lui è un caso,  e  che nulla esiste oltre se stessi. Oppure che che una filosofia o l'altra  una religione o un'altra, tutto va bene ugualmente, l'importante è che ci credi davvero. Spetta a Bianca e a Giovanni di fargli vedere quale differenza fa nella loro vita la relazione che hanno con Gesù. E' per questo che Bianca e Giovanni lo presentano a Dio che lo conosce già, perché lo ha creato, chiedendo il suo aiuto  E' per questo che noi, come loro chiesa ci impegniamo oggi a sostenerli  in quella che è e sarà una battaglia, in preghiera, in atti, in testimonianza, in amore verso Davide e verso i suoi genitori. Nonostante tutto, arriverà un giorno dove Davide  Noah dovrà decidere da solo, se la via dove lo hanno accompagnato Bianca e Giovanni è anche la sua. Non dovrà scegliere tra “la religione di mamma e papà” e qualche altra, filosofia o religione, o il  niente;  ma dovrà decidere se ne vale la pena di avere un rapporto personale con Cristo. Se deciderà che ne vale la pena potrà lui stesso diventare acqua che conforta,  braccio che sostiene  e sguardo d'amore per altri.  Sarà chiamato ad esserlo. Noi oggi lo presentiamo a Dio,  che lo conosce bene,  pregando per lui e per i suoi genitori affinché possiamo un giorno sentirlo dire queste parole: “Poiché tu sei la mia speranza, Signore, Dio; sei la mia fiducia sin dalla mia infanzia. Tu sei stato il mio sostegno fin dal grembo materno, tu m’hai tratto dal grembo di mia madre; a te va sempre la mia lode.” (Salmo 71:5-6) PreghiamoGUARDA LE DIAPOSITIVE DEL MESSAGGIOGUARDA IL VIDEO DEL MESSAGGIO IN BASSA RISOLUZIONE SU FACEBOOK---GUARDA IL VIDEO DEL MESSAGGIO IN HD (Visita il nostro sito per ascoltare la registrazione audio del messaggio, per scaricare gli appunti e per vedere le diapositive del messaggio)

Chiesa Cristiana Evangelica  della Vera Vite
Cosa custodisci nel tuo cuore? | 5 Luglio 2020 |

Chiesa Cristiana Evangelica della Vera Vite

Play Episode Listen Later Jul 6, 2020


Chi determina il modo in cui io mi comporto? La famiglia, la società, oppure quello che scorre nel mio cuore? Dio mi dice che debbo custodire il mio cuore e i miei pensieri, perché quello che penso influenzerà quello che sento e quello che sento guiderà quello che faccio. --- CLICCA SUL TITOLO PER ASCOLTARE IL MESSAGGIO Tempo di lettura: 9 minuti  Tempo di ascolto audio/visione video: 27 min. La scorsa settimana abbiamo parlato di “pelle”: di quella che il mondo e noi stessi ci siamo cuciti sopra quella vera quella di creature di Dio, e che si “irrita” a contatto con la sua Parola, la Bibbia, La nostra pelle nuova si chiama Cristo Gesù, tramite cui possiamo ricevere il balsamo che la guarisce piuttosto che l'acido che la irrita se ci comportiamo da digli obbedienti. Infatti l'ultimo versetto che avevamo visto era quello di 1 Pietro: “Come figli ubbidienti, non conformatevi alle passioni del tempo passato, quando eravate nell’ignoranza.” (1 Pietro 1:14) Voglio farvi un altro esempio, sempre tratto da Proverbi, di come la pelle che indosso ora si “irriti” a contatto con la verità della Bibbia “Custodisci il tuo cuore più di ogni altra cosa, poiché da esso provengono le sorgenti della vita.(Proverbi 4:23) Perché trovo questo versetto “irritante”? Perché va contro la pelle che indosso ogni giorno? Vorrei che leggeste la tradizione di questo versetto  che ne fa la Bibbia TILC: “Vigila sui tuoi pensieri: la tua vita dipende da come pensi.” (Proverbi 4:23 TILC) Il versetto mi dice che quello che penso, influenzerà quello che faccio. La psicologia moderna   si  è chiesta se il comportamento umano  sia determinato da dentro, ovvero sono io a stabilire cosa voglio fare, oppure da fuori, ovvero il mondo, la società la famiglia dove vivo influenza il mio comportamento e stabilisce per me cosa devo fare. Insomma, la colpa è mia, (se c'è una colpa) o la colpa è degli altri? Gran parte degli psicologi affermano che è più probabile il secondo caso, ovvero che come agiamo è determinato da quello che ci accade attorno, e che la responsabilità per le nostre azioni deve essere ricercata  nella società in cui viviamo. In pratica, se vivo in una famiglia di ladri, ed io divento ladro, la colpa non sarà mia, ma della mia famiglia. Moltissimi processi terminano con pene minime perché i giudici vedono come attenuanti la situazione in cui io ho vissuto. Leonardo Vitale era un mafioso, figlio di mafiosi, che aveva commesso già molti delitti prima di finire in carcere; descriveva così la sua vita: “La mia colpa è di essere nato, di essere vissuto in una famiglia di tradizioni mafiose e di essere vissuto in una società dove tutti sono mafiosi e per questo rispettati, mentre quelli che non lo sono vengono disprezzati; [...] bisogna essere mafiosi per avere successo. Questo mi hanno insegnato ed io ho obbedito”.  (Leonardo Vitale - condannato per associazione mafiosa ed omicidio= La pelle che il mondo mi ha cucito addosso è quella che dice che “non è colpa mia” che la famiglia, la società, il mondo intorno è il vero responsabile se io agisco male. E poi arriva Proverbi 4 che mi dice: “Custodisci il tuo cuore perché esso determina il corso della tua vita” (Proverbi 4:23 NLT) Dio mi dice che non è vero che io sono diventato così come sono a causa del mondo che ho attorno, ma che c'è qualcosa dentro di me che mi ha fatto diventare  così' come sono. Gesù dirà: “Poiché dal cuore vengono pensieri malvagi, omicidi, adultèri, fornicazioni, furti, false testimonianze, diffamazioni.” (Matteo 15:18) Ma, un attimo! Dio mi dice che devo custodire il mio cuore, perché in esso c'è una fonte,  qualcosa che sgorga acqua pura, e invece Gesù mi dice che nel mio cuore ci sono tutte le peggiori schifezze del mondo! Chi dei due ha ragione? A chi devo credere? Vogliamo anche questa settimana andare un po' più in profondità nel versetto di Proverbi, vedere cosa c'è sotto la superficie letteraria. Per cominciare, rivediamo il versetto, e soprattutto i suoi “verbi”: “Custodisci il tuo cuore più di ogni altra cosa, poiché da esso provengono le sorgenti della vita.(Proverbi 4:23) Nel versetto c'è un verbo  “statico”: custodisci (è all'imperativo, è un ordine”); per custodire non devo fare nessun movimento, la chioccia per custodire i pulcini sotto le sue ali  rimane completamente ferma. In ebraico è נָצַר  - nâṣar, che significa “proteggere, mantenere”. Forse starete pensando che ho sbagliato la diapositiva, perché non ho evidenziato l'altro verbo, “provengono”. Di questo verbo poco vi posso dire: non posso dirvi il significato in ebraico... semplicemente perché nel testo originale non c'è! E' stato aggiunto  nelle nostre traduzioni per dare più senso alla frase ma nell'originale c'è un solo verbo, e la frase è costruita in un modo differente, e suona così: "più di ogni altra cosa il tuo cuore Custodisci poiché da esso le sorgenti della vita" Questa è una struttura tipicamente ebraica che serve a focalizzare l'attenzione di chi legge su un solo verbo, una unica azione, una sola cosa da fare che viene messa al centro della frase. L'imperativo centrale che Dio  attraverso Salomone che ha scritto questo proverbio, mi vuole indicare è di “custodire, proteggere, mantenere”: Immagina questo versetto come fosse una persona, quale è la parte centrale di una persona? La testa! La testa del versetto è Custodisci La testa è il centro tra due braccia; su un braccio Dio ha messo il “cosa custodire” e sull'altro il “perché custodire”. A sinistra c'è il cosa:  il tuo cuore Custodisci  In ebraico לֵב  - lêḇ. Cuore in realtà si dice  לֵבָ  lêḇâḇ,  che indica quello che il cuore è una parte del corpo, mentre   לֵב  - lêḇ, indica quello che il cuore fa e che non era solo pompare sangue. Per chi segue le mie predicazioni da tempo, sa che più volte ho detto che gli ebrei intelligenza e emozioni risiedevano  in parti differenti del corpo  rispetto a noi occidentali. Nella nostra cultura greco/romana  noi abbiamo diviso l'intelligenza dalle emozioni, mettendole in due parti diverse: la parte emotiva nel cuore, (che, secondo la cultura greca è negativa e va limitata) e l'intelligenza nella testa (che, invece, sempre secondo la cultura greca è positiva e va incoraggiata). Gli ebrei non avevano questa divisione tra intelligenza ed emozioni, emozioni ed intelligenza avevano lo stesso valore e tutto era messo nel cuore (altre emozioni erano situate nelle visceri e nei reni). Per cui quando Dio fa dire a Salomone di custodire il cuore, non ti sta chiedendo di vigilare solo sulle tue emozioni, ma anche sul tuo intelletto, intelligenza, cervello. Ciò che devi proteggere, custodire, mantenere non è solo la parte irrazionale di te, ma parte razionale, la logica, la tua intelligenza. Dio vuole avere possesso sia delle tue emozioni che dei tuoi pensieri, perché quello che pensi  influenzerà quello che senti e quello che senti guiderà quello che fai. Non a caso Paolo scrive così ai Corinzi, che avevano più di un problema con tutto quello che la cultura dell'epoca gli stava mettendo nel cuore (ovvero in testa): “In realtà, sebbene viviamo nella carne, non combattiamo secondo la carne; infatti le armi della nostra guerra non sono carnali, ma hanno da Dio il potere di distruggere le fortezze, poiché demoliamo i ragionamenti e tutto ciò che si eleva orgogliosamente contro la conoscenza di Dio, facendo prigioniero ogni pensiero fino a renderlo ubbidiente a Cristo...” (2 Corinzi 10:3-5) Ciò  che sento e ciò che penso, dice Paolo, io lo αἰχμαλωτίζω -  aichmalōtizō, letteralmente lo accompagno dentro una prigione. Una prigione  che  in qualche modo, custodisca i miei pensieri. Vediamo sul braccio a destra  cosa ci porta Dio: Custodisci  le sorgenti della vita Cosa vi viene in mente quando pensate ad una sorgente? A dell'acqua che sgorga...  ovvero a qualcosa liquido, a qualcosa di dinamico, qualcosa che fluisce, si muove  non sta mai fermo, Ma da un cuore, secondo voi, cosa può sgorgare di “liquido” che da la vita? Il sangue! Gli ebrei individuavano nel sangue  la fonte della vita, non perché fossero laureati in medicina, ma perché Dio glielo aveva detto: “...perché la vita di ogni carne è il sangue; nel suo sangue sta la vita...” (Levitico 17:14 a) E' per questo che il Sommo Sacerdote durante i sacrifici spargeva il sangue dell'animale ucciso, perché rappresentava una vita sacrificata per purificare i peccati, secondo la Legge di Mosè. Ma noi non siamo più sotto la Legge, ma sotto la Grazia, poiché abbiamo avuto qualcuno che ha versato il suo sangue una volta, e per sempre! “In Cristo, attraverso il suo sangue versato per noi, abbiamo la redenzione, il perdono dei peccati, secondo la ricchezza della grazia di Dio...” (Efesini 1:7 PV) Gesù è la sorgente della vita, che scorre in me attraverso la sua Parola. Mettiamo assieme le due braccia e la testa del versetto: il tuo cuore Custodisci le sorgenti della vita Io devo custodire, proteggere, mantenere sia nella parte logica di me quello che penso, sia nella parte emotiva di me quello che sento, la vita che scorre attraverso il sangue di Cristo,  attraverso la sua Parola perché quello che penso  influenzerà quello che sento e quello che sento guiderà quello che faccio. Gesù  stesso ci ha detto: “In verità, in verità vi dico che se non mangiate la carne del Figlio dell'uomo e non bevete il suo sangue, non avete vita in voi.” (Giovanni 6:53) Vedete perché ancora una volta, la Parola di Dio è “irritante” su una pelle non mia che il mondo o me stesso mi sono cucito addosso? La psicologia mi dice che io sono un frutto dell'ambiente dove sono cresciuto. Dio mi dice che io sono il frutto di quello che scorre in me. Forse ti oggi stai pensando “Dici bene tu, Marco, che sei nato in una famiglia “normale” che sei vissuto in una città “normale”,  che ha avuto un lavoro “normale... Ma io...”. Qualsiasi sia la tua storia familiare, qualsiasi sia la città e la società  in cui sei cresciuto o cresciuta, qualsiasi sia quello che hai fatto per vivere, io ti dico: “Custodisci il tuo cuore più di ogni altra cosa, poiché da esso provengono le sorgenti della vita. (Proverbi 4:23) Gesù è venuto per iniettare in te  una fonte inesauribile di vita, per cambiare il tuo sangue, per darti una nuova pelle. All'inizio vi ho parlato di Leonardo Vitale, un mafioso, un assassino, condannato al carcere per vari omicidi, che affermava che “non era colpa sua” se era cresciuto così. Leonardo aveva riempito le sue vene con tutto quello che Gesù aveva detto in Matteo 15:18:  “omicidi, adultèri, fornicazioni, furti, false testimonianze, diffamazioni.” Era lui,  come molti fanno ogni giorno nel mondo, che aveva scelto quella vita. Dopo più di dieci anni in un manicomio giudiziario dove si era fatto trasferire fingendosi pazzo sperando forse di evadere, qualcuno regalò a Leonardo una Bibbia... e la sorgente di vita che stava in quella Bibbia cambiò il cuore, lo fece pentire, e accettare Cristo. Vitale divenne il primo VERO pentito di mafia, e pagò quel suo pentimento con la morte, venendo ucciso una domenica  sui gradini di una chiesa. Ma il suo cuore era al sicuro, la vita scorreva ormai per sempre  nelle sue vene, Custodire il proprio cuore significa   imparare a controllare i propri pensieri,  le proprie parole, la propria disposizione  ma significa soprattutto far si che nelle tue vene scorra la vita della Parola di Dio. Non è mai troppo tardi  per cambiare ciò che scorre in te, non è mai troppo presto  per iniziare a custodire il tuo cuore. Custodire il tuo cuore significa strappare via la pelle falsa che copre la tua vera, riempire costantemente, ogni giorno il tuo cuore con la vita che è nella Parola di Dio perché possa cambiare quello che pensi  influenzare quello che senti e guidare quello che fai. Preghiamo. GUARDA LE DIAPOSITIVE DEL MESSAGGIO LINK AL VIDEO DEL MESSAGGIO SU FACEBOOK --- GUARDA IL VIDEO DEL MESSAGGIO IN HD (Visita il nostro sito per ascoltare la registrazione audio del messaggio, per scaricare gli appunti e per vedere le diapositive del messaggio)

Formazione Cristiana
Luca 1 - Parte 3 - Lo chiamerai Gesú

Formazione Cristiana

Play Episode Listen Later Apr 14, 2020 37:49


Luca 1,26-38; Maurizio Tiezzi, Fondazione Cantonuovo, Siena, 16.5.2018 Il profeta Isaia scrisse che Yahuah avrebbe dato un segno. Una giovane vergine avrebbe partorito un figlio e l’avrebbe chiamato Immanuel, che vuol dire Dio con noi. Scrisse anche che per noi sarebbe nato un bambino; che ci sarebbe stato dato un figlio che avrebbe portato con sé  il dominio e che sarebbe stato chiamato Meraviglioso, Consigliere, Dio Potente, Padre Eterno, Principe della Pace. L’espansione del suo governo e della pace sul trono di Davide e sul suo regno non avrebbero avuto fine, perchè avrebbe stabilito fermamente il suo regno con il diritto e la giustizia in eterno. Scrisse ancora che nella famiglia di Yishai, padre di David, sarebbe nato un discendente, un Germoglio sul quale lo Spirito di Yahuah avrebbe riposato, dandogli sapienza, intelligenza, consiglio, forza, conoscenza e timore di Yahuah. Un timore che il bambino avrebbe respirato come un profumo. Il profeta Zaccaria scrisse di un sommo sacerdote chiamato Yeshua (in italiano Giosuè e, abbreviato, Gesù, che vuol dire Dio è salvezza); e che un Germoglio, servo di Yahuah, sarebbe venuto per togliere l’iniquità dal popolo. Scrisse anche che questo sommo sacerdote era figlio di Yahutsadaq, che vuol dire Dio è giusto; egli sarebbe stato incoronato re, sarebbe stato chiamato Germoglio, avrebbe costruito il tempio di Yahuah e si sarebbe seduto come Sacerdote sul suo trono. I profeti hanno annunciato che Dio avrebbe preso natura umana e sarebbe venuto a mettere la sua tenda in mezzo a noi, nascendo da una giovane vergine, chiamato Immanuel. Lo Spirito Santo sarebbe stato con lui e lo avrebbe coltivato come un germoglio. Sarebbe stato Sommo Sacerdote e Re, in eterno. Così è come Dio sarebbe venuto a salvare gli uomini togliendo da loro l’iniquità, il peccato del mondo. Lo avrebbe fatto il Figlio di Dio Giusto e al contempo di David. Un giorno a Natsareth (che vuol dire il luogo del Germoglio) l’angelo Gabriele si presentò a Miryam, una giovane vergine promessa sposa a Yosef, entrambi discendenti di David. Le disse che avrebbe concepito e partorito un bambino cui avrebbe dato il nome di Yeshua perché, come l’angelo aveva separatamente e in  sogno detto a Yosef, avrebbe salvato il suo popolo dai suoi peccati. Il messaggero Gabriele disse che quel bambino sarebbe stato concepito in lei dallo Spirito Santo, che sarebbe stato Re sul trono di David suo padre e che il suo regno sarebbe stato eterno. Le scritture si sarebbero adempiute! Immanuel sarebbe nato; Figlio di Dio e di una giovane vergine, discendente di David. Sarebbe stato proprio lo Spirito Santo a portare in lei la natura divina perché nascesse il bambino annunciato da Isaia, il Sommo Sacerdote e Re annunciato da Zaccaria. Miryam, come il tabernacolo della tenda del convegno nel deserto, fu riempita dalla gloria, dalla presenza “pesante” di Yahuah che aveva deciso di prendervi dimora per incontrare l’uomo. La giovane vergine fu riempita dell’essenza e della natura di Dio e il frutto dell’unione tra Dio e l’uomo sarebbe stato Santo, Figlio di Dio e figlio dell’uomo. Vero Dio senza smettere di essere uomo; e vero uomo senza smettere di essere Dio. Ancora oggi lo Spirito Santo continua a riempire di sé i discepoli di Yeshua, affinchè per la sua presenza in loro i Santi dell’Altissimo abbiano la vita eterna e ricevano il Regno del Padre. Due nature unite in un unico essere, ma distinte. E’ questo il mistero nascosto per tutti i secoli e per tutte le generazioni, ma ora manifestato ai santi di Dio: il Messia in noi, la speranza della gloria!

Chiesa Cristiana Evangelica  della Vera Vite
Adorare è...rimanere sotto il Trono del Padre | 16 Febbraio 2020 |

Chiesa Cristiana Evangelica della Vera Vite

Play Episode Listen Later Feb 22, 2020


Dio non gioca mai a nascondino coi suoi figli e le sue figlie, ma ti chiede di riallineare la tua vita con Lui per poterti dare le Sue benedizioni. --- CLICCA SUL TITOLO PER ASCOLTARE IL MESSAGGIO Tempo di lettura: 12 min.Tempo di ascolto audio/visione video: 32 min. Vi ricordate dei giochi che facevate quando eravate bambini? Se avete dai quaranta anni in su, eravate come me, abituati a giocare “col niente”! Quando ero bambino non c'erano gli smartphone, e neppure la Play Station. La cosa più tecnologica con cui giocavo erano i trenini o l'allegro chirurgo! E' per questo che eravamo abituati a giocare “col niente”, semplicemente con i posti dove vivevamo, le strade, le campagne, le case diventavano i nostri “giocattoli preferiti”! Penso che il gioco che meglio spieghi il concetto di “giocare col niente” sia il “nascondino”. Cosa serve per il “nascondino”? Almeno tre persone, un posto abbastanza grande (un giardino, una casa), … e un po' di tecnica acquisita con l'esperienza. Per esempio, giocando a nascondino, col tempo avevo imparato  che il nascondiglio ideale doveva essere buio e doveva essere angusto, stretto, piccolo. Sapete quale era  il mio nascondiglio preferito? Ve lo mostro: Ero molto piccolo, e riuscivo ad entrare dentro la macchina da cucire di mia madre; potevo restare per ore là  senza che nessuno mi trovasse. L'altra cosa che avevo imparato è che non dovevo muovermi! Dovevo stare assolutamente fermo. Cosa c'entra tutto questo con l'adorazione? La scorsa settimana abbiamo detto che “adorare”  è scoprire che Dio mi cerca, e con l'adorazione io lo abbraccio per farlo esultare con canti di gioia. Oggi  voglio sfidarvi a vedere l'adorazione come qualcosa di più di accorgersi di Dio e di abbracciarlo. Il salmo 22 dice: “Dio mio, io grido di giorno, ma tu non rispondi,e anche di notte, senza interruzione. Eppure tu sei il Santo, che siedi circondato dalle lodi d'Israele.” (Salmo 22:2-3) La parola che viene tradotta con “siedi” in ebraico è “יָשַׁב " “ yâšaḇ” , che è un termine che normalmente  veniva riferito a chi sedeva  non su di una sedia, ma su di un trono. Infatti un'altra versione traduce così: “Eppure tu sei il Santo,tu siedi in trono fra le lodi d'Israele.” (Salmo 22: 3 CEI 2008) Davide stava parlando di Dio, del suo Signore, del suo RE che siede su un trono, e dice che siede circondato dalle “lodi”, ovvero da persone che adorano. Isaia al capitolo 6 usa più o meno la stessa immagine,  ma ci da più dettagli  di come e dove siede Dio: “Nell'anno della morte del re Uzzia, vidi il Signore seduto sopra un trono alto, molto elevato, e i lembi del suo mantello riempivano il tempio.” (Isaia 6:1) Che strano! Sia Davide che Isaia raccontano di una situazione di crisi, Davide inseguito da Saul per ucciderlo Isaia senza più un re che governi, ma tutt'e due hanno la visione di Dio seduto sul trono! Ma, attenzione, con una differenza sostanziale:  Davide si lamenta che Dio è lontano, Isaia invece vede Dio seduto (in Cielo) e i lembi del suo mantello arrivare fino a dentro il Tempio (in terra) e riempirlo. Cosa significa questo? Significa due cose fondamentali: 1. nei momenti di crisi, Dio continua ad essere RE (come afferma Davide) 2. nei momenti di crisi, il suo mantello riempie il Tempio (come dice Isaia). L'abbiamo detto tante volte: dov'era la presenza di Dio prima di Gesù? Nel Tempio! Ma, un attimo, il Tempio non c'è più, è stato distrutto dai Romani nel 70 DC! Dov'è allora Dio, adesso?  “Non sapete che siete il tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi?” (1 Corinzi 3:16) Quale tempio, allora, riempiono i lembi del mantello di Dio  nei periodi di crisi? Certo, stanno riempiendo ancora il Tempio di Dio; solo che stavolta non è un luogo fatto di colonne e travi di legno, ma un corpo fatto di carne e sangue. Tu ed io siamo il Tempio di Dio. Perché il lembi del mantello? Cosa stanno a significare? Vi ricordate la guarigione della donna col flusso di sangue? Cosa disse la donna? “Se riesco a toccare almeno le sue vesti, sarò salva.” (Marco 5:28) Gli Ebrei sapevano di non poter stare alla presenza di Dio; solo il Sommo Sacerdote, una volta all'anno, dopo aver fatto tutte le possibili e immaginabili purificazioni, poteva entrare nel “Luogo Santissimo”, dove era l'Arca del Patto con dentro le Tavole della Legge, i Dieci Comandamenti, che pensavano fosse il posto dove Dio poggiava i suoi piedi.  Per questo si immaginavano di poter ricevere benedizione e Grazia solamente toccando una minima parte di stoffa che fosse a contatto con il corpo del Signore. La vedova credeva in questo, e la vedova aveva ragione, perché fu guarita dall'aver toccato il lembo della veste di Gesù Dio stava dicendo ad Isaia in visione: “Guarda, io sono sopra di voi, la mia benedizione e la mia grazia sarà efficace per voi che mi adorate, nel tempio.” Però... c'è un problema. La visione di Isaia è chiara: i lembi del mantello di Dio  scendono nel tempio... da sopra a sotto. Questo significa che il tempio  deve “stare sotto” “essere allineato” con Dio. E' molto più probabile  che possa mangiare e far festa con il Re  se sto già sedendo ai suoi piedi. E' molto più probabile che mi bagni  se sto in mezzo ad un fiume,  piuttosto che in mezzo al deserto. La Grazia di Dio  è cibo per le nostre anime affamate; la Grazia di Dio  è acqua fresca per la nostra sete di giustizia. ...ed adorare Dio mi pone nel bel mezzo  del fiume che è la Grazia di Dio. Davide ha detto: “Eppure tu sei il Santo, che siedi circondato dalle lodi d'Israele.” (Salmo 22:3) Se sto lodando Dio, se lo sto adorando questo significa che sono “sotto di lui” e che la sua Grazia (i lembi del suo mantello) possono riempire il tempio, ovvero me stesso, proprio nel momento del bisogno, così come  era Davide inseguito da Saul. C'è un problema: parlo per me... voi sicuramente siete differenti. L'ultima cosa che mi sento di fare quando ho un problema grave, quando sono nel bisogno è di “adorare”. Magari mi lamento, prego, supplico, urlo... ma “adorare”, mettere a disposizione la mia vita allinearmi con Dio e con la sua volontà... beh, quello è un po' più difficile. Non alzate le mani,  ma quanti di voi, quando hanno avuto una brutta notizia o un periodo difficile, invece di adorare, hanno cercato “gratificazione” in qualcos'altro? Cibo... dormire... alcool... sesso... pornografia... droga... così, tanto per non pensarci. Lo scrittore di Ebrei dice invece: “Perciò, avviciniamoci con piena fiducia al trono della grazia, per ottenere misericordia e trovare la grazia, quando ne abbiamo bisogno” (Ebrei 4:16 PV) C'è un versetto nel salmo 89  che ci aiuta a capire  il ruolo che gioca l'adorazione nella vita del credente: “Felice il popolo che ti sa acclamare:camminerà alla luce della tua presenza, Signore.” (Salmo 89:15 TILC)  Qui “acclamare” è in ebraco  "תְּרוּעָה", “ṯerû‘â” che significa “fare un rumore assordante”  Cosa significa “acclamare”? Non è una parola che usiamo spesso, vero? Viene dal latino “clamare” = gridare + “ad” = a, verso",  e significa “gridare ad alta voce con gioia”. Pensate a quello che accade quando ai concerti entra la rock star  o allo stadio entra il bomber. Il salmista lega il fatto di “acclamare” che è un modo di dire  “adorare Dio”, con la felicità. Sapete vero,  come viene tradotta la parola “felice” nel Nuovo Testamento? Benedetto! Il salmo dice che se vuoi essere benedetto, se vuoi essere benedetta,  devi acclamare, adorare Dio. E se acclami, adori Dio, dice il salmo camminerai alla luce della Sua presenza  Come vivi la tua vita? Stai camminando alla luce della sua presenza? Se la risposta è no, probabilmente non sei “sotto il trono”, probabilmente il “lembi del suo mantello  non riempiono il “tempio”  che sono il tuo corpo e la tua mente. Probabilmente devi “riallinearti” per ottenere benedizioni, Grazia e guida. Devi, semplicemente, tornare ad adorare Dio; con la tua voce,  con la tua obbedienza ai suoi comandamenti con la tua testimonianza di credente. Cosa c'entra tutto questo col nascondino? Vi ricordate le caratteristiche  del nascondiglio ideale? Doveva essere buio, doveva essere angusto, stretto, piccolo. Anche qui parlo per me, voi sicuramente siete diversi: io ho giocato spesso a “nascondino” con Dio... proprio nei momenti più difficili, in quelli dove avrei avuto più bisogno di lui... trovando un posto buio, stretto, dove rimanere da solo. Mi ci rinchiudevo da solo. Qualche anno scrissi questa testimonianza parlando di un periodo specifico dove ho giocato a “nascondino con Dio”. --- Ognuno di noi passa momenti nella vita dove sembra che Dio si nasconda, dove ci troviamo nel buio, stretti dalle situazioni. Quest'anno compio venti (ormai sono ventotto, quasi ventinove!!!) anni di servizio al Signore, e prima di diventare pastore di questa comunità, sono stato coinvolto a vario titolo con almeno altre quattro comunità. In ognuna ho cercato di mettere a disposizione i miei doni e i miei talenti, ma questo spesso non è sufficiente a far si che le cose filino lisce al 100%. Ad un certo punto della mia vita di credente mi sono trovato ad essere coinvolto, molto coinvolto come anziano nella conduzione di una  chiesa abbastanza grande. Molto coinvolto... molto giovane... e molto inesperto! Ho cominciato a capire che, sebbene amassi le persone con cui conducevo la comunità, e sebbene loro amassero me, la visione di come portare avanti la chiesa era completamente differente. Non volevo andare via, perché volevo “dare” ancora ( e anche perché non c'era un gran che da scegliere in zona a quell'epoca...) ma non potevo neppure restare come anziano! Mi sentivo in trappola, stretto da due lati:  la voglia di andare e mettere dietro le spalle i conflitti,  e quella di restare per poter continuare a dare e ricevere. Pensai che la soluzione migliore fosse quella di abbandonare la conduzione della chiesa e l'anzianato, e rimanere come semplice membro. Non fu una buona soluzione. Ricordo che in quei giorni non avevo una gran voglia di “adorare” il Signore; cantavo poco in chiesa la domenica, e lo lodavo forse ancora meno durante le mie giornate (o forse non lo lodavo per niente). Ma, una cosa l'avevo decisa: avrei continuato a servire il Signore lì, senza mormorare né parlare dietro le spalle, perché quello sarebbe stata disobbedienza al Signore, che dice:  “Ubbidite ai vostri conduttori e sottomettetevi a loro”, ( Ebrei 13:17) Io avevo deciso di ritornare ad essere un semplice membro di chiesa che doveva obbedienza e sottomissione agli anziani.  Ricordo che non fu facile, né breve... ma ora, guardando indietro, so che se non avessi preso quella decisione, con tutta probabilità, a distanza di anni, non sarei stato chiamato a piantare una chiesa nella mia città natale. La mia “carriera” di servitore per il Signore si sarebbe interrotta lì. Avevo pensato che non stessi adorando Dio, in quel periodo... ed invece gli stavo dando un tipo di adorazione differente:  non con la mia voce, non con le mie lodi,  ma “allineando” la mia vita con il Suo volere, obbedendo alle sue leggi, evitando di peccare contro altri. Ero stato nel buio, ero stato “stretto”, ma da buon giocatore di “nascondino” avevo deciso di “non muovermi”, di fidarmi della promessa che il Signore mi aveva fatto tramite una telefonata di una credente dal Canada, proprio nell'attimo esatto che avevo detto “basta, io non ci vado più in chiesa!”. Una telefonata arrivata dopo nemmeno due minuti dal mio “basta, me ne vado” che diceva :”Stavamo pregando col mio piccolo gruppo ed ho sentito forte che Dio mi chiedeva di dirti che lui ha in serbo per te e per l'opera a Montefiascone delle benedizioni che non  puoi minimamente immaginare”.  Ero stato nel buio, ero stato sotto pressione, ma ora vedo che in tutto quel periodo, Dio non stava giocando a nascondino con me: lui era lì, era sopra il tempio che io avevo deciso di costruire attraverso la mia obbedienza alle sue leggi.  L'oscurità che avevo provato erano una piega del suo mantello. La pressione che avevo sentito erano le sue mani che mi mi tenevano stretto al suo fianco. Era lui che mi aveva nascosto, per non farmi trovare dallo scoraggiamento, e per impedirmi di finire il mio servizio a Lui. Avevo sperimentato, senza esserne consapevole, quello che sta scritto nel salmo 91: “Chi abita al riparo dell'Altissimo riposa all'ombra dell'Onnipotente. Io dico al SIGNORE: «Tu sei il mio rifugio e la mia fortezza, il mio Dio, in cui confido!” (Salmo 91:1-2)  Tutto questo, perché avevo allineato la mia vita alla sua Parola,  il mio comportamento al suo volere.  Perché lo avevo adorato, senza canti e senza lodi, ma con la mia vita.  Ed oggi posso vedere il frutto di quell'adorazione. --- Vorrei ascoltare assieme a voi una canzone. --- "Nascondino" di Scott Alan Hansen Mi ricordo nel giardino giocavamo a nascondino io e te.Occhi chiusi, tu contavi, mi nascondevo bene da te."Pronto o no, io vengo!" (dicevi) "E ti vedo, sai!Ti faccio tana; sei lì dietro quelle foglie grandi. Arrenditi ormai." Mi ricordo nel primo giardino l'uomo giocava a nascondino con Dio.Occhi aperti, ma cuore caduto cercava un posto nascosto dal cielo."Pronto o no, io vengo!" (disse Dio) "Uomo dove sei?Non ti nascondere dall'amore che ti può salvare."Perché fuggi da me?" Nascondino, Nascondino. Il tempo passa, siamo ormai grandi,giochiamo ancora a nascondino con Dio.Ci copriamo con scuse vane, mascherando i dolori e le paure."Pronti o no, io vengo!" (dice Lui). Il crocifisso Re."Fate di me il vostro nascondiglio.Arrendetevi a me." Mi ricordo nel giardino giocavamo a nascondino io e te. --- Conclusione Forse in questo momento ti stai trovando in una situazione  dove sembra che Dio stia giocando “a nascondino” con te. Forse sei nel buio, e sei sotto pressione. Non cercare un posto buio e stretto, ma cerca il Trono di Dio  e metti la tua vita sotto di esso. Adora Dio!  Adora Dio con la tua vita!  Adoralo con l'obbedienza alla sua Parola e alle sue leggi! Vieni ad immergerti nel fiume della sua grazia! Allinea la tua vita sotto il suo trono! Dagli il benvenuto, e fallo partecipe dei tuoi problemi! Gesù ha detto in Giovanni 4:23: “...il Padre cerca tali adoratori.” (Giovanni 4:23b) Usa l'altro trucco del “nascondino” Fermati!  Fatti trovare da lui! Adoralo con la tua vita! Lui sta cercando di te...per poterti inondare di benedizioni! Preghiamo. GUARDA LE DIAPOSITIVE DEL MESSAGGIO --- VIDEO DEL MESSAGGIO A BREVE (Visita il nostro sito per ascoltare la registrazione audio del messaggio, per scaricare gli appunti e per vedere le diapositive del messaggio)

BASTA BUGIE - Omelie
Omelia XXXII domenica tempo ordinario - Anno C (Lc 20,27-38)

BASTA BUGIE - Omelie

Play Episode Listen Later Nov 6, 2019 5:28


TESTO DELL'ARTICOLO ➜ http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=5851OMELIA XXXII DOMENICA TEMPO ORDINARIO - ANNO C (Lc 20,27-38)Il Vangelo di questa domenica ci presenta l'episodio di Gesù a confronto con i farisei e con i sadducei. Dei farisei si parla tante volte nel Nuovo Testamento, non così dei sadducei. Il nome sadducei deriva da Sadoc che era Sommo Sacerdote al tempo di Salomone. Ai sadducei appartenevano le famiglie più ricche e influenti della casta sacerdotale e della nobiltà di Gerusalemme. Dal punto di vista religioso essi erano molto conservatori: riconoscevano l'autenticità solamente della Legge scritta di Mosé, rifiutando invece la tradizione orale, alla quale i farisei attribuivano una grande importanza.Una delle più grandi differenze tra farisei e sadducei riguardava la risurrezione dei corpi e la Vita eterna; i farisei le sostenevano, i sadducei le negavano. Nell'Antico Testamento, la fede in queste verità si andò sempre più perfezionando. All'inizio si pensava che l'anima nell'aldilà vivesse come un'ombra, e quindi non conducesse una vera e propria vita. Impensabile era inoltre ammettere la risurrezione dei corpi. I sadducei, per il loro esasperato attaccamento alla tradizione più antica, pensavano proprio questo. I farisei, al contrario, credevano alla Vita eterna e alla risurrezione finale.I sadducei, sapendo che su questo punto Gesù sosteneva la stessa dottrina dei farisei, presentarono al Signore un caso da risolvere. Questo caso era basato sulla legge del "levirato", secondo cui il cognato doveva sposare la vedova del fratello morto senza figli, e questo per assicurare a lui una discendenza e alla famiglia la conservazione propria e dei beni patrimoniali.I sadducei fanno il caso di sette fratelli, tutti morti senza figli, la cui vedova era passata dall'uno all'altro. Se si ammette la risurrezione, ci si trova di fronte ad un caso molto difficile: di chi sarà moglie la donna?La risposta di Gesù scavalca come sempre le corte vedute dei suoi interlocutori. Questi intendevano la vita dell'aldilà, se veramente esisteva, come un prolungamento della vita terrena, con tanto di matrimonio; mentre Gesù, rispondendo loro, fa comprendere che la Vita eterna è totalmente trasfigurata, che il matrimonio c'è solo su questa terra e che in Paradiso saremo tutti come angeli.Per condurre i sadducei alla retta fede, Gesù cita un versetto del Pentateuco, un versetto che dovevano conoscere molto bene dal momento che era l'unica parte della Sacra Scrittura che accettavano. Il versetto riporta le parole che Dio pronunciò quando si rivolse a Mosé dal roveto ardente. Egli si chiamò il «Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe» (Lc 20,37; cf Es 3,6).Questa dimostrazione a noi, forse, non dice molto; ma, per un israelita era molto stringente. Per noi, dire "Dio di Abramo, Dio di Isacco, Dio di Giacobbe" significa affermare il Dio che Abramo, Isacco e Giacobbe hanno adorato, ossia l'unico vero Dio. Ma non è così per un ebreo. Queste parole hanno un senso molto più profondo e significano il Dio dal quale Abramo, Isacco e Giacobbe sono attualmente protetti. Quindi, se Dio disse così a Mosé, e se così Mosé in seguito disse agli israeliti, voleva dire che i tre grandi Patriarchi dell'antichità esistevano ancora e che la vita che abbiamo da Dio è eterna. Se Abramo e gli altri Patriarchi fossero morti per sempre, il Signore sarebbe venuto meno alla promessa di essere loro protettore, e l'appellativo «Dio di Abramo» risulterebbe ingannevole.Veniamo ora a qualche applicazione per la nostra vita. La vita che abbiamo avuto in dono da Dio è eterna. Siamo stati creati per conoscere, amare e servire Dio. Questa è la nostra più vera e profonda vocazione e solo realizzando questa vocazione noi saremo autenticamente felici. I Santi sono quelli che hanno capito la cosa più importante e sono andati diritti alla mèta. Impariamo da loro a non sciupare la nostra vita e a prepararci giorno dopo giorno la nostra eternità beata in Paradiso.Gesù ha detto che in Paradiso saremo tutti come angeli e che non vi sarà più il matrimonio. Da queste parole di Gesù si comprende l'importanza della vita religiosa, con i voti di povertà, castità e obbedienza, che anticipa già su questa terra la condizione futura del Paradiso. Preghiamo che ci siano sempre numerose e sante vocazioni alla vita consacrata, perché i consacrati sono un richiamo vivo e costante alle cose di lassù, dov'è la nostra vera Patria.

Chiesa Cristiana Evangelica Sola Grazia
Gesù, nostro sommo sacerdote

Chiesa Cristiana Evangelica Sola Grazia

Play Episode Listen Later Sep 27, 2019 51:00


Sermone predicato nella Chiesa Cristiana Evangelica -Sola Grazia- di Caltanissetta il 15-09-2019-Testo Biblico- Giovanni 17-1-10-Predicatore- Luis Garcia

Liturgia | RRL
58 - La morte di Cristo sulla Croce come vero sacrificio

Liturgia | RRL

Play Episode Listen Later Oct 31, 2018 3:06


Nella Sua vita mortale Gesù Cristo fu il mediatore perfetto, il vero Sommo Sacerdote del genere umano. Egli ha offerto sulla croce Sé Stesso a Dio come sacrificio immacolato. Per questo il Padre Lo ha santificato e inviato nel mondo al momento della Sua Incarnazione.

Commento al Vangelo del giorno
Venerdi della XII settimana del Tempo Ordinario

Commento al Vangelo del giorno

Play Episode Listen Later Jun 30, 2017 16:41


TOCCATI DALLA MANO CROCIFISSA DI CRISTO CHE CI GUARISCE NELLA CHIESA RIVELANDO LA VOLONTA' ONNIPOTENTE DEL PADREGesù si è incarnato nel seno della Vergine Maria per scendere nel luogo dal quale il lebbroso desiderava essere liberato, il deserto di angoscia e morte dove la sua impurità lo aveva relegato, la solitudine che annuncia il Getsemani, il Golgota e il sepolcro. Dopo aver annunciato l'uomo nuovo rinato in Lui nelle acque del battesimo, il Messia scende dal monte per incontrare l'uomo vecchio nella sua realtà, dove avrebbe steso le sue mani sulla croce sulla quale salvarlo unendolo a sé nella sua preghiera: “nei giorni della sua vita terrena Egli offrì preghiere e suppliche con forti grida e lacrime a colui che poteva liberarlo da morte e fu esaudito per la sua pietà; pur essendo Figlio, imparò tuttavia l'obbedienza dalle cose che patì e, reso perfetto, divenne causa di salvezza eterna per tutti coloro che gli obbediscono” (Eb. 5, 5-9). Benedetto XVI commenta così questo brano: “Offrì… è una traduzione giusta del verbo prospherein, parola cultuale che esprime l’atto dell’offerta dei doni umani a Dio… del sacrificio. Così, con questo termine cultuale applicato alle preghiere e lacrime di Cristo, dimostra che le lacrime di Cristo, l’angoscia del Monte degli Ulivi, il grido della Croce, tutta la sua sofferenza non sono una cosa accanto alla sua grande missione… Proprio con questo “offrì”, prospherein, Gesù porta l’umanità a Dio, così si fa sacerdote…”. Quel Rabbì di Nazaret era dunque il Sacerdote dal quale il lebbroso aveva sognato di andare un giorno a presentare la sua carne guarita come prescriveva la Legge. Il Sommo Sacerdote di cui aveva bisogno, Santo, perfetto e separato dagli uomini, ora era lì, accanto a lui; non si trovava nel Tempio ad aspettare per certificare, ma gli era accanto, dentro alla sua solitudine, per presentare se stesso e lui al Padre come offerta per i peccati. Gesù era il Sommo Sacerdote che sapeva compatire le sue infermità, perché sarebbe stato lui stesso, di lì a poco, provato in ogni cosa, piagato dalla sua stessa lebbra. Quel lebbroso si poteva dunque accostare con piena fiducia la trono della Grazia, per ricevere misericordia e trovare Grazia ed essere aiutato proprio in quel momento opportuno (cfr. Eb. 4, 15-16) nel quale essere trasformato e divinizzato. Gesù realizza così la sua missione dando compimento a quanto “Mosè ha prescritto”: la Purezza si fa carne nella carne malata, la vita fiorisce nel deserto, nella morte esplode la Vita. La preghiera solitaria di Gesù dà voce al grido di ciascun uomo prigioniero della lebbra e forma così la comunità dei santi, la Chiesa purificata dal suo sangue, sacramento di salvezza per le Nazioni: “La preghiera di Gesù è stata esaudita, nel senso che realmente la sua morte diventa vita, il luogo da dove redime l’uomo, da dove attira l’uomo a sé” (Benedetto XVI). La Chiesa allora è proprio il luogo dove si registrano i miracoli di Dio, l’assemblea dove, davanti ai sacerdoti, “rendere testimonianza” alla misericordia di Dio che continua a visitare il suo popolo. La riammissione del lebbroso segregato, dopo la constatazione della scomparsa delle pustole, veniva suggellata da un sacrificio come per l’espiazione di un peccato. Per questo, culmine e fonte della liturgia, è l’eucarestia, il rendimento di grazie per i miracoli operati nei cristiani dall’Unico Sommo Sacerdote, per il perdono che ha purificato le pustole dell’orgoglio, dei giudizi, della concupiscenza e di ogni peccato. Nella Chiesa risuona la preghiera del lebbroso: “Signore, Kyrios, se vuoi puoi guarirmi. Se è la tua volontà puoi purificarmi”. E Gesù non può che rispondere “Certo che è la mia, lo voglio, sii purificato!”. Ma è questa la nostra preghiera? Oppure è un subdolo “se puoi”, il capriccio di chi si arrampica sino al Cielo per esigere che Dio faccia la sua volontà? La preghiera autentica è già una professione di fede: “abbi pietà di me peccatore”, se la tua volontà è la mia santificazione, allora certo puoi guarirmi da quanto mi impedisce d’essere e vivere obbedendo ad essa. Non si tratta del se di chi dubita orgogliosamente, ma di un se che esprime l’umiltà di chi non ha nulla da pretendere ed esigere perché indegno di tutto. E’ il se che contiene la certezza della volontà misericordiosa di Dio, e professa la fede della creatura ferita dal peccato che riconosce di non appartenersi, che bussa alla porta del suo Creatore perché lo accolga di nuovo nella sua comunione. E’ un “se” che si apre al “si” di Dio. Il lebbroso è malato, ma il fondo del suo cuore è puro, perché vi alberga la consapevolezza di essere comunque immagine e somiglianza del Puro e Santo. Il se sgorga proprio dall’estremo baluardo, l’enclave divina che ha resistito all’assedio del demonio che ha conquistato tutto il resto, il frammento d’anima inattaccabile perché è dove Dio ha deposto il suo seme di vita eterna, incorruttibile. Per questo, anche dopo un miliardo di peccati, la stessa libertà che ha deciso di occultare e dimenticare Dio e vivere come se non esistesse, può voltarsi, convertirsi, e pronunciare il se che riapre i giochi, che dà il via libera alla controffensiva di Dio, che, “immediatamente”, ha ragione del nemico, il demonio che ha ucciso carne e mente, ma non ha potuto nulla contro l’anima. Tutto il male, tutti i peccati accumulati sino ad oggi sono nulla in confronto a quell’impercettibile seme di vita eterna che alberga in ogni uomo e che attende solo d’essere innescato. Tutto quello che durante una vita di tentazioni e cadute, trappole astute e subdoli inganni, è stato ferito, e raso al suolo, può essere risuscitato, trasfigurato e portato a compimento in un istante, perché Dio è onnipotente di fronte al più grande peccato, alla vita più corrotta. Per questo Gesù viene alla nostra città, scendendo nel nostro deserto. In qualunque situazione, nelle relazioni familiari complicate e senza sbocco, quando bruciano le tentazioni tra due fidanzati, e magari si è caduti e il mondo sembra franare addosso tra giudizi e disprezzo di se stessi, Gesù si fa vicino a ciascuno suscitando quel “se vuoi puoi guarirmi”, la preghiera umile che tocca il suo cuore perché Egli “stenda la mano” e ci tocchi con la sua Grazia, attraverso i sacramenti donati alla sua Chiesa.

SermoniOnline Video
Cristo il Mediatore e il suo sangue

SermoniOnline Video

Play Episode Listen Later Jul 18, 2016 45:00


SermoniOnline Audio
Cristo il Mediatore e il suo sangue

SermoniOnline Audio

Play Episode Listen Later Jul 18, 2016 45:00


Omelie di don Leonardo Maria Pompei 2015-2017
Gesu Cristo unico Sommo Sacerdote

Omelie di don Leonardo Maria Pompei 2015-2017

Play Episode Listen Later May 9, 2016 16:28


cristo unico pompei gesu omelia omelie sommo sacerdote
SermoniOnline Video
Gesù Cristo, il sommo sacerdote perfetto

SermoniOnline Video

Play Episode Listen Later Jul 22, 2012 45:00


perfetto ges cristo sommo sacerdote
Chiesa Logos Audio
Gesù Cristo, il sommo sacerdote perfetto

Chiesa Logos Audio

Play Episode Listen Later Jul 22, 2012 849465:50


Chiesa Logos Video
Gesù Cristo, il sommo sacerdote perfetto

Chiesa Logos Video

Play Episode Listen Later Jul 22, 2012 849465:50


SermoniOnline Audio
Gesù Cristo, il sommo sacerdote perfetto

SermoniOnline Audio

Play Episode Listen Later Jul 22, 2012 45:00


perfetto ges cristo sommo sacerdote
SermoniOnline Video
Gesù Cristo, il nostro modello di obbedienza

SermoniOnline Video

Play Episode Listen Later Dec 4, 2011 45:00


SermoniOnline Audio
Gesù Cristo, il nostro modello di obbedienza

SermoniOnline Audio

Play Episode Listen Later Dec 4, 2011 45:00


SermoniOnline Video
Il trono della grazia

SermoniOnline Video

Play Episode Listen Later Oct 30, 2011 45:00


Podcast di Giacinto Butindaro
Noi abbiamo un gran Sommo Sacerdote

Podcast di Giacinto Butindaro

Play Episode Listen Later Sep 19, 2011 63:16


Noi abbiamo un gran Sommo Sacerdote

gran abbiamo noi sommo sacerdote
SermoniOnline Audio
Gesù Cristo il nostro sommo sacerdote

SermoniOnline Audio

Play Episode Listen Later Apr 3, 2011 45:00


nostro ges cristo sommo sacerdote
SermoniOnline Video
Gesù Cristo il nostro sommo sacerdote

SermoniOnline Video

Play Episode Listen Later Apr 3, 2011 45:00


nostro ges cristo sommo sacerdote
Chiesa Logos Audio
Gesù Cristo il nostro sommo sacerdote

Chiesa Logos Audio

Play Episode Listen Later Apr 3, 2011 849465:50


nostro ebrei ges cristo sommo sacerdote
Chiesa Logos Video
Gesù Cristo il nostro sommo sacerdote

Chiesa Logos Video

Play Episode Listen Later Apr 3, 2011 849465:50


nostro ebrei ges cristo sommo sacerdote
SermoniOnline Audio
Saldi in Cristo, vicino al trono di grazia

SermoniOnline Audio

Play Episode Listen Later Jul 6, 2008 45:00


Chiesa Logos Audio
Saldi in Cristo, vicino al trono di grazia

Chiesa Logos Audio

Play Episode Listen Later Jul 6, 2008 849465:50


Podcast di Giacinto Butindaro
Il sacerdozio di Gesù Cristo e il suo sacrificio espiatorio

Podcast di Giacinto Butindaro

Play Episode Listen Later Feb 4, 2008 76:45


Cristo è stato costituito Sommo Sacerdote mediante giuramento. Cristo ha un sacerdozio che non si trasmette perché dimora in eterno. Gesù, nella pienezza dei tempi è stato costituito da Dio sommo sacerdote in eterno secondo l’ordine di Melchisedec. Gesù Cristo ha offerto sè stesso una volta per sempre per i nostri peccati rendendoci con il suo sangue perfetti quanto alla coscienza.