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In questo episodio ti racconto come la scrittura mi ha salvata......perché mi aspettava senza dubbio una morte lenta e dolorosa.Dopo la laurea il mio corpo ha iniziato a ribellarsi: di fondo ero insoddisfatta della mia vita e del mio lavoro. Dovevo fare qualcosa, quindi ho iniziato a fare un'analisi introspettiva per capire come potessi trovare la spinta per svoltare.Ci sono riuscita dopo qualche tempo, e in questo episodio ti racconto come ho fatto.Oltre a svelarti anche i 5 aspetti per cui devo ringraziare sul serio il mondo del copywriting.Trasforma le tue abilità di scrittura in una professione redditizia full remote. Inizia qui.Scala al livello successivo la tua attività da Copywriter Freelance. Clicca qui e parla con un consulente The Copy Gateway.Segui Monica sui Social:Instagram | YouTube | LinkedIn | TikTok
GRETA CAPPELLETTI - DOVEVO DIRE MICK JAGGER - presentato da Ira Rubini
Oggi a Cult: Greta Cappelletti sul suo romanzo "Dovevo dire Mick Jagger" a Bookproide 2025; Cristina Battocletti coordina con Giuseppina Manin Poetry in the City per La Lettura Intorno/Bookcity tutto l'anno; Niccolò Fettarappa (con Nicola Borghesi) in "Uno spettacolo italiano" all'Arena del Sole di Bologna; Ferruccio Osimo sul suo libro "La cura Musicale"...
Dovevo essere sbronza La clip iniziale è un estratto di "Chumbala cachumbala" dal canale YouTube EducaBabyTv all rights reserved
Vi siete mai chiesti cosa sareste potuti e potute diventare? E avete notato che spesso pensiamo saremmo diventati migliori? Non è detto, però. Di sliding doors, aspettative sociali e pretese familiari parliamo con Michelangelo Mercuri in arte NAIP - Nessun artista in particolare.
Maracanà con Marco Piccari e Stefano Impallomeni. Ospiti: De Paola:" Ag di Di Lorenzo ha aperto a Napoli. Con Conte Napoli da Scudetto:" Biscardi:" ." Con Conte il Napoli è già quarto sparato." Braglia." Se dovevo scegliere Fonseca avrei tenuto Pioli, meglio De Zerbi"
Maracanà con Marco Piccari e Stefano Impallomeni. Ospiti: De Paola:" Ag di Di Lorenzo ha aperto a Napoli. Con Conte Napoli da Scudetto:" Biscardi:" ." Con Conte il Napoli è già quarto sparato." Braglia." Se dovevo scegliere Fonseca avrei tenuto Pioli, meglio De Zerbi"
A fine video come sempre si parlerà di #milanbologna che questa sera giocheranno il turno di #seriea a #sansiro ma grande parte del tempo sarà dedicata ad un discorso #fondamentale : il #milan sta preparando la squadra #u23 . Ecco tutti i dettagli molto interessanti che ci fanno anche capire dove la nostra società sta guardando, il futuro.
Ho creato per voi una serie di episodi speciali per un “podcast in giallo”: andiamo a Vitalia a risolvere un mistero! La protagonista di questa audio storia si chiama Grazia Sagama, e vi farà compagnia per otto giornate: con lei scopriremo i segreti di un piccolo paese, Vitalia, e ci prepareremo per la “Festa d'autunno”. “Una settimana a Vitalia” è una storia divisa in otto capitoli, che condividerò con voi da oggi a Domenica prossima. Qui trovate la trascrizione dell'inizio del primo capitolo: Quando apri gli occhi e dalla finestra non filtra un minimo di luce può significare solo una cosa: autunno. Buio, ma che dico buio, buio pesto. Di quelli che apri gli occhi sbattendo le palpebre una, due, tre volte, ma niente. E in più, freddo. Un freddo che, se non fosse per l'allergia alla pigrizia sviluppata in anni di sveglia alle 5:15, uscire dal letto sarebbe da considerarsi un crimine. Ma non fatevi ingannare: novembre è molto di più e molto meglio di questa inclemente presentazione. E io sono molto meno brontolona di quello che sembro. È solo che adoro percepire il cambio di stagione. Dovevo nascere meteorologa. Ma ora basta, mi alzo, se no la prossima volta che dico che non sono pigra non ci crede più nessuno. Oggi è domenica, lo so da quel leggero residuo di nostalgia per una settimana che finisce, misto all'entusiasmo per quella che inizia. Sì, avete capito bene, è novembre, è buio, fa freddo, sono le 5:15 e io sono entusiasta. Ve l'avevo detto che non ero poi così brontolona. Anzi, stamattina crepi l'avarizia mi apro pure quel pacchetto di fette biscottate nuove, quelle agli otto cereali, un misto di farine nuove e antiche, né spesse né sottili, croccanti al punto giusto, che se ci mettiamo a fare bene i conti costano circa un euro a fetta. Ma io e il mio entusiasmo i conti stamattina non li facciamo, e poi guardate che i cereali costano e qui dentro ce ne sono ben otto. Il tè è quasi pronto: seduta a tavola, mentre guardo fuori dalla finestra, tengo in mano una fetta piena di purissimi cereali pronta per essere inzuppata. Ma non la inzuppo, no, la tengo a mezz'aria, mentre sorrido inconsapevole dell'incredibile settimana che mi aspetta. Via newsletter vi manderò la trascrizione completa del primo capitolo. LINK NEWSLETTER Per la trascrizione di tutti i capitoli (e per tante altre cose belle) vi aspetto su Patreon (LINK)!
Avete presente quei giorni che sembra che tutte le tecnologie di casa siano animate da un demone che vi si rivolta contro? Ecco, oggi così :-) TRASCRIZIONE [ENG translation below]Negli anni 90, ricordo comprai un libro in un mercatino dell'usato, il libro era intitolato 'When technology bytes back', che possiamo tradurre con 'quando la tecnologia ti si rivolta contro'.Ora, è da un sacco di tempo che lo comprai e lo lessi, ma ricordo che era una cosa abbastanza esoterica perché raccontava dei fatti che noi tutti abbiamo vissuto in prima persona, quando sembra che letteralmente la tecnologia ti si rivolti contro: la televisione non funziona, il computer è un problema e tutto sembra che contemporaneamente abbia deciso di mettersi d'accordo per renderti la vita difficile, tramite la tecnologia, però questo libro ricordo che ne parlava un po' quasi come il poltergeist, come se la tecnologia e gli oggetti avessero una vita propria e fossero posseduti dal demone della tecnologia dispettosa.Ora, so che non è così, però ci sono giornate, e questa mattina è stata una di quelle, in cui veramente ho l'impressione che ci sia il demone della tecnologia a girarmi le carte, voltarmi le frittate, staccarmi i cavi senza che io me ne accorga e che tutte le cose tecnologiche che mi circondano vivano di vita propria. Beh, più che cose tecnologiche parlo di programmi del computer, di sistemi di app che non funzionano.Dovevo comunicare con un ufficio in Australia questa mattina, e questa mattina perché per via della differenza del fuso orario l'ufficio avrebbe chiuso alle 08:00 ora italiana, quindi dovevo premunirsi e mi sono alzata molto presto, e mi sono accorta che non avevo soldi sul mio conto Skype, che uso per chiamare il numero (perché bisognava chiamare un numero di telefono) per cui è iniziata tutta la trafila per mettere il credito su Skype, e naturalmente ogni volta che aprite una app che non aprite da qualche da qualche mese la prima cosa che vi chiede è di aggiornarla. E poi, vabbè, adesso non vi sto a raccontare tutta la catena, ma ogni passo che facevo ce n'erano altri tre che dovevo intraprendere per poter fare quell'uno passo, e ognuno di questi tre passi aveva a sua volta altri tre passi che dovevo intraprendere per poter procedere.Insomma una specie di catena di Sant'Antonio triplicata (che poi perché si chiama catena di Sant'Antonio? Non lo so indagherò). Comunque la tecnologia sono riuscita a domarla, i poltergeist sono rientrati da dove sono venuti e io ne sono uscita vincitrice.Almeno spero.TRANSLATION In the 1990s, I remember buying a book at a flea market, the book called 'When technology bytes back,' which we can translate as 'when technology turns against you'. Now, it's been a long time since I bought it and read it, but I remember it was quite esoteric because it told of events that we have all experienced firsthand when it seems that literally technology turns against you: the television doesn't work, the computer is a problem, and everything at the same time seems to have decided to get together to make your life difficult, through technology, however, this book I remember talked about it a little bit almost like the poltergeist, as if technology and objects had a life of their own and were possessed by the demon of mischievous technology.Now, I know that's not the case, however, there are days, and this morning was one of them when I really feel like there is the demon of technology turning my cards over, turning my omelettes around, unplugging my wires without me knowing it and all the technological things around me living a life of their own. Well, more than technological things I'm talking about computer programs and app systems that don't work.I had to communicate with an office in Australia this morning, and this morning because of the time difference, the office was going to close at 8:00 a.m. Italian time, so I had to be prepared, I got up very early, and I realised that I had no money in my Skype account, which I use to call the number (because you had to call a phone number) so the whole rigmarole of putting credit on Skype started, and of course every time you open an app that you haven't opened in a few months the first thing it asks you is to update it. And then, whatever, now I'm not going to tell you the whole chain, but every step I was taking there were three other steps that I had to take in order to take that one step, and each of those three steps had in turn three other steps that I had to take in order to proceed.In short, a kind of triplicate chain letter (which then why is it called a chain letter ? I don't know I will investigate). However, the technology I managed to tame it, the poltergeists went back where they came from and I came out on top.At least I hope so.
ME LO DOVEVO ASPETTARE | Abbuffata a Fumetti 16e tu cosa hai recuperati in edicola/fumetteria?Dylan Dog 442 Bis L'Isola dei Due SoliL'Apocalisse di Paolo barbieriDampyr Il mistero dell'Isola di JerseyTex Wolfman è vivoTex Per l'onore del Texas texone 39Tex Willer Extra tra due bandiere 8 1 di 4Zombicide invaders 2 Mutazione alienaHunter x Hunter 3Dragonero Mondo Oscuro 9 Sera di VetwashilveDragonero Speciale Smeraldi in FiammeGannibal 9Benvenuti nella fabbrica dei sogni bonelliDark Ride 1 SaldapressKalya 9 nel regno dei GjaldestPiccolo grande eroe Machine Boy SaldapressCapes invincible saldapressFatale omnibus 1Dylan Dog Batman 1 l'ombra del pipistrelloAbbonati a questo canale per accedere ai vantaggi:https://www.youtube.com/channel/UCL9LuGdVwo7qCc95ogATiQg/join*** Iscriviti al Canale ➜ http://bit.ly/Lucadeejay ****** Qui trovi tutto: https://linktr.ee/ilucadeejay ***#lucadeejay #manga #fumetto #fumetti #comics #dylandog #domande #test #comix #batman #superman #bonelli #dc #marvel
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Milanese, giornalista e art-director, Gisella Borioli ha scritto la storia della Design Week di Milano. Negli anni '70 e '80 si è occupata di editoria di moda e costume con riviste, libri, programmi televisivi, contribuendo in maniera fondamentale a creare l'immagine del Made in Italy. Con Superstudio negli anni '90 crea un luogo diventato mitico per gli studi in cui sono state scattate foto e girati video, ma anche tenuti eventi che hanno definito più di un decennio. Nel 2000 arriva Superstudio Più, uno spazio destinato a mettere in scena ogni disciplina, origine e ancora oggi cuore pulsante del Fuorisalone. Con generosità e candore ci racconta come si mescolano le discipline creative, di come vada alla alla ricerca di un'idea di bellezza, di come la tecnologia sia fondamentale per la mise en scène del design e non solo, sottolineando il ruolo fondamentale delle donne. I link dell'episodio: - Il sito di Superstudio https://www.superstudiogroup.com/- Il libro di Gisella Borioli "Design super show. 2000-2020 evoluzione e mise-en scène del deign al Superstudio di Milano" https://www.ibs.it/design-super-show-2000-2020-libro-gisella-borioli/e/9788894595604- Il libro di Flavio Luchino "Il destino. Dovevo fare il contadino ma ho incontrato la moda (e non sono uno stilista)" https://www.lafeltrinelli.it/destino-dovevo-fare-contadino-ma-libro-flavio-lucchini/e/9788892348844- Il libro che Gisella legge alla sue nipoti, "Storie della buonanotte per bambine ribelli" di Francesca Cavallo e Elena Favilli https://www.ragazzimondadori.it/libri/storie-della-buonanotte-per-bambine-ribelli-elena-favilli-9788804676379
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Quando ho scelto di cambiare il mio stile genitoriale, abbracciando il respectful parenting, sono partita in quarta. Pensavo che con la buona volontà e qualche libro, tutto sarebbe andato per il verso giusto. Ero convinta che il cambiamento in questione avrebbe portato un miglioramento immediato nella mia famiglia. Poi, però, sono rimasta delusa. Come mai continuavo a scontrarmi con tanti ostacoli? Dovevo continuare su questa strada o abbandonare il desiderio di educare i miei figli in maniera diversa? Mi sono resa conto che per cambiare lo stile genitoriale mi serviva qualche informazione (e supporto) in più, che non si trovava necessariamente nei libri di respectful parenting. Premi play per scoprire 3 cose che avrei voluto sapere prima di avviarmi nel mio percorso di cambiamento. ***Lo sponsor di questo episodio è Nosiboo Go. Con il codice "pinguino" ottieni fino al 10 dicembre 2022 il 20% di sconto su questo utilissimo prodotto. Fai clic qui per acquistarlo: https://amzn.to/3fYxmAe *** MSH Facebook: https://www.facebook.com/mammasuperhero MSH Instagram: https://www.instagram.com/mammasuperhero/ MSH Blog:
Terza medaglia per il nuotatore di Schio a Roma agli Europei. Ceccon ha vinto la 100 metri dorso con il tempo di 52"21, davanti al greco Christou e al francese Ndoye. Il tempo è superiore al suo record, registrato quest'anno ai mondiali di Budapest: 51"60. “Dovevo solo vincere” ha detto Ceccon a bordo piscina.
Credere per agire o agire per credere?Me lo sono chiesto e per rispondere a questa domanda sono andata indietro con gli anni. A quando ero una dipendente a tempo indeterminato, forse meno frullata, ma anche meno sicura di me.Avevo molte paure: di sbagliare, di non riuscire, di essere meno, di osare. Lavoravo a testa bassa, mettevo tutta me stessa per rimanere lì.Quando sono diventata freelance DOVEVO darmi da fare per rinnovare la mie competenze, trovare clienti, incontrare persone, organizzare il mio tempo, gestire le mie finanze.Potevo crederci o meno, ma certo era il momento di FARE.Nell'episodio di oggi, il penultimo prima dell'estate, invito gli ascoltatori a fare un esercizio per seminare fiducia nelle proprie capacità.Mi sono accorta che diamo per scontate tantissime qualità. Qualità che ci rendono unici e dalle quali potremmo partire per creare le nostre proposte di valore, il nostro tono di voce e perfino i nostri stessi servizi.Prendete un foglio bianco, piegatelo in tre parti verticalmente in modo da avere 3 colonne che riempirete di qualità in senso FISICO, EMOTIVO e COMPETENTE.Via! Se vi bloccate, continuate a chiedervi: cos'altro c'è che rende speciale?OSATE, ma soprattutto lasciatevi andare e RESPIRATE.Ora prendete la prima caratteristica di ciascuna colonna e pensate a come valorizzarla. Portatela in ciò che fate ogni giorno.Avete una bella pelle, coccolatela con una doccia nutriente.Siete solare, salutate il vicino questa mattina.La vostra scrittura è speciale, scrivete una lettera a una persona importante.Ciò che conta è portare nel MONDO la vostra bellezza.E se volete sperimentare con me, potete iscrivervi al percorso su Telegram CREDERE E AGIRE. Da questo form https://forms.gle/QuBRAEbWcb63PrzG7Scrivimi a mentore@barbarareverberi.it
Finalmente 2 delle più grandi Bufale SEO sono state dichiarate tali in modo ufficiale.Ringraziamo Danny Sullivan e la community di connect.gt: tra questi Emanuele Ricci, Riccardo Mares e Gianluca Fiorelli!Dovevo raccontarla anche in video!FastLetter: Una fonte buona dalla quale aggiornarsihttps://giorgiotaverniti.substack.com/Discussione su Connecthttps://connect.gt/topic/248418/polemic-certificazione-seo-di-google-------------------------------Per seguire FastForward:Su YouTube: iscriviti e attiva la campanella
L'attore Bruce Marchiano, che ha interpretato brillantemente Gesù in un film sul Vangelo secondo Matteo, alla domanda su come si fosse preparato, come attore, a catturare la personalità di Gesù Rispose immediatamente: "Da giovane seguace di Cristo, sapevo di dover aprire e catturare una verità maggiore su Gesù rispetto a quella che avevo. Dovevo essere la persona più amorevole che potessi immaginare per poter trasmettere al meglio Gesù.Scopri con noi in questo episodio questo aspetto della priorità di Gesù "Relazioni intenzionali"
Radioimmaginaria a Verde GiffoniPodcastQui Marco da Verde Giffoni! Durante uno degli incontri due scienziati hanno presentato un drone in grado di misurare la qualità dell'aria istantaneamente. Dovevo farci due chiacchiere! Lui è Massimo Cuscunà ricercatore dell'Istituto di nanotecnologia del Consiglio nazionale delle ricerche di Lecce Cnr-Nanotec! radioimmaginaria.it
Ora insegna alla University of Western Sydney da molti anni, ma in Italia il professor Antonio Lauto faticava a seguire la sua passione per la ricerca. Per questo, e non solo, ha scelto di trasferirsi in Australia.
Mariafelisia Zirpoli doveva andare i russia ma ora???? Ascoltate il nostro podcast per sapere che cosa è successo
Così quella mattina, forse la più importante della mia vita, mi misi l'abito nuovo e presi il treno per Milano. Dovevo recarmi in via Larga, vicino al Teatro Lirico, per firmare il cartellino dell'Inter. Mi muovevo come un sonnambulo. I minuti, su quel treno, non passavano mai. I minuti di attesa in via Larga erano come secoli. Finalmente mi misero una penna in mano e un cartellino davanti agli occhi. Firmai: Giacinto Facchetti. Poi uscii di gran corsa, giù per le scale, con il cuore che mi batteva forte. Ero dell'Inter! Ero uno dell'Inter!
UniversiTea Space MemoVia: studia intelligente nella metà del tempo
Per me sarebbe stato un sogno avere questi consigli su come fare amicizia, quando ho iniziato a studiare all'università e di amici non ne avevo molti, anzi davvero pochi, e in più l'idea di farsi degli amici non mi accarezzava minimamente.Dovevo iniziare a studiare e mi interessava solo quello, ma all'uni, più che altrove, avere molti amici significa viversela bene, avere molti punti di sostegno nei momenti di difficoltà e condividere il percorso sentendosi parte di "qualcosa".
Il libro --> LA BIBBIA DEL WEDDING, il manuale per organizzare le tue nozze labibbiadelwedding.comL'agenda --> PINK CALM, l'agenda per la sposa organizzata https://amz.run/4z4eInizia la terza stagione del podcast dedicato ai matrimoni.In questo primo episodio era doveroso un aggiornamento, uno stato dell'arte per capire dove ci eravamo lasciate, cosa era successo e come continuerà questa nuova stagione.Dovevo anche qualche aggiornamento su alcune questioni lasciate in sospeso, perché mi sembra giusto iniziare col piede giusto.Quindi... bentornata! E' ufficialmente iniziata la terza stagione del podcast per l'organizzazione delle tue nozze!Info -- coloratodipink.com
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6750UNPLANNED E' TUTTO VERO, PAROLA DI OSTETRICAHo visto il film e tutti piangevano, mentre io ero impassibile... e il motivo è semplice: al terzo anno di tirocinio mi avevano già fatto vedere tutto (in modo che mi abituassi all'aborto)di Giulia FornasierPenso che gli spettatori del film Unplanned si siano più volte chiesti, durante la proiezione, se fosse tutto vero. Un po' come quando si vede The Passion e si pensa che alla fine sia stato un po' tutto pompato da Gibson, perché non è moralmente accettabile, in fin dei conti. Che fosse cruento ce lo aveva annunciato all'anteprima il produttore, Federica Picchi, ma sono convinta che il 99% delle persone in sala non avesse la minima idea di quel che succede abitualmente nelle cliniche abortiste, e che sia stato pertanto scosso da quella che è la (cruda) realtà dei fatti. Me ne sono accorta perché, mentre il mio fidanzato alla mia destra e la mia migliore amica alla mia sinistra piangevano, io ero impassibile.Non mi sono guardata indietro, ma penso che un paio di colleghe ostetriche sedute due file più in là non abbiano fatto una piega. La mia prima volta però non andò così, e penso neanche la loro."No, ma in Italia non ci sono le Planned Parenthood, da noi non succede". Obiezione respinta. Noi non abbiamo le cliniche abortiste forse, ma abbiamo gli ospedali, alcuni dei quali obbligati per legge a garantire l'interruzione volontaria di gravidanza. E fu proprio in uno di questi ospedali, al mio terzo anno di tirocinio, che vidi per la prima volta ciò che in quella sala è stato proiettato.È TUTTO VEROTanta compostezza è frutto dell'esperienza. Perché sì: è tutto vero.Avevo 22 anni, ero in turno in Sala Operatoria della Ginecologia. Dovevo imparare a strumentare isterectomie, annessiectomie, aborti spontanei e gli interventi di risoluzione di prolasso. Avendo esaurito la lista operatoria della giornata stavo per andarmene quando, dagli ambulatori di Diagnosi Prenatale, chiamarono per chiedere se ci fosse un'equipe non obiettrice per un'interruzione urgente: una donna e suo marito erano lì e avevano appena scoperto che il loro bambino era affetto da trisomia 13, una grave patologia cromosomica. A risposta affermativa si cominciò l'allestimento della sala. Rimasi, ma non strumentai: non era tra gli obiettivi del tirocinio crearmi sensi di colpa; l'obiezione di coscienza sarebbe stata una decisione da prendere qualora assunta, da dipendente pubblica. Per fortuna. Ciò che vidi mi bastò per sempre.Quindi sì, ero preparata a vedere la freddezza del medico, a vedere pezzi di tessuti umani, a vedere sangue rosso vivo (perché l'aborto spontaneo, specie ad inizio gravidanza, è di color mestruazioni, rosso scuro e grumoso, molte volte indifferenziabile, e che ci sia questa grossa differenza non me lo avevano detto). Ero preparata a vedere la straziante reazione di difesa del feto e a vedere la camera gestazionale vuota: non ho pianto. Ho solo ricordato.Anche la corsa verso il bagno di Abby, tra la nausea e le lacrime è vera: ho corso anche io quella volta. La reazione di un essere umano, credente o no, di fronte ad una cosa del genere non può che essere questa.Dovrebbe essere la stessa anche quando si apprende che dietro una logica "onorevole", quella di voler difendere il diritto riproduttivo delle donne, come dice la protagonista, si cela una sconcertante - si fa per dire - grossa verità: la compravendita di morti.I TRAUMI DA ABORTO PROCURATOE sconcertata sono ancora io, che non ho mai dimenticato le lezioni di psicologia clinica sui traumi da aborto procurato, sull'altissima incidenza di depressione nelle donne cinesi per i milioni di aborti annui da quando ha preso il via la politica del figlio unico. Ciò che sorprende sempre è vedere come chi si batte per l'aborto a tutti i costi, sembri non sapere (ricordare?) che, al netto delle considerazioni etiche sull'embrione e sulla pratica (della serie: è un bambino o no? È un omicidio oppure no? Sentirà male oppure no?), l'attaccamento al feto è un processo non consapevole, che inizia a svilupparsi in tutte le donne subito dopo il concepimento, quando ancora non sanno della gravidanza, ad opera della cascata ormonale che lavora in senso progestativo. Un processo che c'è, esiste, cambia la donna per sempre, la rende madre anche contro la sua volontà. È innegabile. L'interruzione improvvisa di questo processo può scatenare gli effetti di un lutto non risolto e sfociare in disturbi psichiatrici.Come è possibile far passare l'idea che si possa decidere della vita o della morte di un altro essere umano solo perché ancora quasi invisibile, e che questo non generi cicatrici nel corpo e nello spirito? E di fronte al fatto compiuto, come mai permettiamo che la donna venga lasciata a sé stessa a combattere con il suo improferibile lutto in un assordante silenzio? Per il politicamente corretto?Mi riconosco in Abby Johnson perché ho capito, come lei, che il politicamente corretto è solo una colossale menzogna. L'aborto innocuo non esiste. Qualunque donna, sapendo cosa succede realmente, vedendo quanto ho visto io, considerando quali potrebbero essere gli esiti, ci penserebbe su molto bene.In un tempo di estremismi politicamente corretti, in cui anche esprimere le proprie idee non è per nulla scontato, credo che i tempi siano maturi perché la gente veda e conosca.Che vedano, che vedano tutti. È tutto vero. Parola di ostetrica.Nota di BastaBugie: per scoprire tutto su Unplanned, vedere il trailer, ascoltare la colonna sonora e molto altro, visita il sito FilmGarantiti.it, clicca qui!I TRE MESSAGGI DI UNPLANNEDLuca Marcolivio nell'articolo seguente dal titolo "Il successo di Unplanned, il film che smaschera l'aborto" elenca i tre messaggi fondamentali del film sulla storia vera di Abby Johnson: le menzogne degli abortisti, il connubio tra aborto e potere, la misericordia sperimentata dall'ex manager di Planned Parenthood.Ecco un estratto dell'articolo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 10 luglio 2021:Il film lanciato in Italia da Dominus Production ha il pregio di essere una storia di grande impatto emotivo ma estremamente lineare e chiara nella morale che esprime. I messaggi che Unplanned trasmette sono essenzialmente tre.In primo luogo, viene smascherata la menzogna degli abortisti. Nel film viene raccontato come la giovane Abby Johnson sia stata letteralmente "adescata" e traviata da Planned Parenthood ad uno stand allestito dal colosso anti-natalista presso il suo liceo. Ad Abby, fortemente indecisa nelle sue convinzioni, viene fatto credere che lo scopo di Planned Parenthood sia quello di istruire le ragazze a un corretto uso della contraccezione e che, in fondo, l'aborto sia l'extrema ratio da consentire ma, al tempo stesso, da limitare. Entrata a far parte di Planned Parenthood, prima come volontaria, Abby diventa poi impiegata, per essere infine promossa a direttrice della clinica di Bryan (Texas). Anno dopo anno, tuttavia, scopre di essere ingannata: il reale obiettivo di Planned Parenthood è quello praticare il maggior numero di aborti possibili, per una mera questione di business. Abby stessa passa personalmente attraverso l'esperienza dell'aborto, ripetuta due volte. Il secondo episodio è il più drammatico: assunta la pillola abortiva, la giovane va incontro a copiose emorragie e teme di morire. Si adira, quindi, con i suoi stessi colleghi, che non l'avevano avvisata degli effetti collaterali ma questa esperienza non è ancora sufficiente a farle cambiare idea sul suo lavoro.Il secondo messaggio forte del film è riferito al connubio luciferino tra aborto, denaro, potere e carriera. Abby Jonson ha bruciato le tappe e, dopo circa otto anni di servizio in Planned Parenthood, viene premiata come miglior dipendente della sua azienda. Un'obiezione posta in merito all'opportunità di limitare il numero degli aborti, la porta a scontrarsi con la sua superiore, che prima la accusa di ingratitudine, poi le svela la verità: l'aborto è il core business di Planned Parenthood e, grazie ad esso, Abby può concedersi qualche sfizio in più, dai viaggi alle ferie pagate. Le viene quindi svelata un'altra ipocrisia: per Planned Parenthood lo status di onlus è soltanto un "regime fiscale" nominale, il vero obiettivo è lucrare il più possibile sugli aborti, sottoponendo le sfortunate clienti a deplorevoli trattative, neanche si trattasse di una polizza assicurativa: più tardi effettui il tuo aborto e più dovrai pagare, ecc.Il terzo e forse più importante messaggio è quello della misericordia: Abby Johnson ha avuto la grazia di vivere circondata da persone che, senza giudicarla, non le hanno mai nascosto il desiderio di una sua conversione. Sia i genitori che il marito sono cristiani e pro-life e attendono con incredibile e commovente pazienza il giorno in cui Abby annuncerà il suo licenziamento da Planned Parenthood. Altre due splendide figure nella vicenda sono Marilisa e Shawn, una coppia di giovani pro-life, che si reca a pregare quotidianamente davanti alla clinica. Superata l'inevitabile diffidenza iniziale, Abby diventa amica dei due e il giorno in cui "crollerà" definitivamente i primi che andrà a cercare saranno loro.
Era una normalissima mattina d'estate e io mi svegliai di buon umore. Mi stiracchiai e guardai il cielo azzurro e limpido fuori dalla finestra. Sarà una bellissima giornata, come al solito! Pensai, non immaginando che quella si sarebbe trasformata in una delle peggiori giornate della mia vita! Dopo aver fatto colazione con i miei croccantini preferiti, saltai sul davanzale della finestra e osservai gli uccelli che cantavano sugli alberi. Ma già dopo mezz'ora il mio stomaco iniziò a brontolare. Che fame! Allora saltai giù dal davanzale e andai di nuovo in cucina, informando la mia mamma che avevo bisogno di altri croccantini: mao mao maooo! Lei sospirò: «Ma Franz, come fai ad avere sempre fame, hai appena fatto colazione!» Mi prese in braccio e subito si lamentò: «Mamma mia quanto pesi! Ma sei ingrassato di nuovo?» Mi rimise a terra, andò in bagno e ritornò dopo pochi secondi tenendo in mano una bilancia. La appoggiò a terra e ci salì sopra, poi scese, mi prese in braccio e ci salì sopra di nuovo insieme a me. Faceva sempre così per pesarmi, perché a me non piaceva sedermi sulla bilancia da solo. Non mi importava niente di sapere quanto pesassi. E poi ero troppo grande per quella bilancia minuscola - troppo grande, non grasso! Dopo aver fatto alcuni calcoli esclamò: «Pesi 7,7 chili! Due mesi fa pesavi 7 chili e già erano troppi. Franz, devi dimagrire! Da adesso basta spuntini fuoripasto.» Io non ci capivo niente di chili, ma... dimagrire? No, no, non volevo dimagrire, mi piaceva mangiare, e mi piaceva la mia pancia su cui si poteva dormire a meraviglia! «Vieni Franz, per dimagrire devi anche muoverti un po'. Facciamo una passeggiata!» disse lei aprendo la porta finestra che dava sul giardino. Di solito mi piacevano molto le passeggiate con la mamma, ma quella mattina ero già esausto. Solo il pensiero della dieta mi stancava! Mi sdraiai sul tappeto e chiusi gli occhi. Ma la mamma non si arrese. «Dai Franz, andiamo!» Sospirando mi rialzai e uscii con lei. Ma ero stanco e non avevo alcuna voglia di passeggiare, il mio stomaco era vuoto e avevo fame! Vidi un bel posticino all'ombra di un albero, mi sdraiai di nuovo e chiusi gli occhi. La mamma si rassegnò e tornò in casa. Ma non riuscivo a dormire perché il mio stomaco brontolava. Cosa potevo fare? La mamma aveva deciso di farmi morire di fame! Decisi di fare un giro nei dintorni. Forse riuscivo a trovare del cibo da qualche parte. Girai per più di un'ora alla ricerca di cibo, ma non trovai niente. Stavo quasi per tornare indietro, quando notai un grande pacco davanti alla porta dei vicini. Che cosa sarà? Mi avvicinai e lo annusai cautamente. Che profumo delizioso! Ma certo, è sicuramente il cibo per gatti che i vicini ordinano sempre su Internet. Perfetto, questo cibo mi salverà dalla dieta! Cercai subito di aprirlo con i miei denti e le mie unghie. Provai e riprovai usando tutta la forza del mio corpo affamato e debole, ma… niente. Non ce la feci. Che cosa potevo fare? Capii che avevo bisogno di aiuto. Sissi! Dovevo trovarlo! __________
Dovevo trovare qualcosa che avesse un senso. Che mi aiutasse a ricordare, ricostruire, decifrare... Sentivo che quell'illusione poteva rivelarmi qualcosa. Quell'immagine e quel libro.
Era arrivato il momento in cui non potevo più stare fermo. Dovevo cambiare vita. Nel giro di pochissime settimane la Sardegna sarebbe diventata la mia nuova casa. Ecco come tutto ha avuto inizio! Milano - Cagliari: solo andataDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/milano-cagliari-solo-andata--4960441/support.
Per molti meditare è ancora qualcosa di impossibile, qualcosa che solo i grandi monaci buddisti possono fare. Ma non è così.Non lo nego, all'inizio può sembrare difficile, ma con la pratica costante può invece diventare un'abitudine bellissima alla quale difficilmente poi si rinuncia.Anche per me, inizialmente, è stato molto impegnativo e scoraggiante. Appena mi sedevo e cercavo la concentrazione, la testa iniziava ad andare alla velocità della luce, i pensieri si susseguivano uno dopo l'altro, in un vortice di immagini velocissime.E allora mi giudicavo dicendomi che non stavo meditando nel modo giusto, e lasciavo perdere. Il giorno dopo riprovavo, sempre con gran fatica.Alla fine ho capito che dovevo lasciarmi andare, dovevo eliminare i preconcetti della meditazione giusta o sbagliata. Dovevo solo fermarmi e ascoltare l'aria che entrava e usciva dalle mie narici. Restare immobile ed ascoltare solo il respiro. Ho capito che solo dopo mesi di pratica, durante i quali avrei ascoltato unicamente ed esclusivamente il respiro e il corpo, sarei potuta passare ad una meditazione più tecnica con l'aiuto dei mantra. Quindi oggi in questo episodio è proprio per aiutarti ad iniziare il tuo viaggio con la meditazione, senza ansia da prestazione. Rispondo alle classiche domande e dubbi sull'argomento.
“Dovevo chiudere almeno 1 dei 4 backside air-reverse che ho provato, solitamente ne sbaglio pochi”. Leo Fioravanti è deluso della sua prestazione a Narrabeen, fuori già al round 2 in una heat ampiamente alla sua portata. Lo sa e non cerca scuse, guarda ai suoi errori più che alle polemiche perché, conferma, “in questa gara sono successe cose strane”. Come l'altro chiacchieratissimo air reverse, quello di Italo Ferreira, “che secondo me non ha chiuso”, e nella puntata ci spiega perché. Leonardo è uno straordinario agonista e per questo accettare una sconfitta del genere non è stato facile. Sapete come se l'è fatta passare? Un piccolo indizio:
Ero indeciso se espormi così tanto, ma poi oggi è successo qualcosa. E ho capito che dovevo uscirlo. Dovevo uscirlo.Vi presento Dimentica. Un percorso talmente fuori dagli schemi, talmente unico nella sua proposta, che mi porterete le arance.
Cari Lettori
Luca Bregolisse, detto il Brego...
Quasi dirigente nerazzurro: il retroscena
Oggi trentacinquesima puntata, forse poco tecnica ma amichevole, in cui parlo di corse, libri, cuginanza, audiolibri, produttività, monitor, scrivanie, postazioni, ergonomia, sedie, code. → Bullet Journal: https://bulletjournal.com → GTD: https://gettingthingsdone.com
Buongioooorno!In questa puntata dope tante suppliche parliamo delle più grandi paure di Tia, giusto in tempo per Halloween! Due film e tre puntate di serietv per vivere al meglio questo Ottobre!Non perdetevi nelle storie il libro di questo mese e unitevi al Titty Book Club!Dovevo mettere delle note, ma l'ho dimenticato!
Ti ho illustrato perché è più efficace accompagnare il tuo spettatore dentro la tua storia, stabilire con lui o lei un legame emotivo, una relazione empatica, piuttosto che descrivere il tuo prodotto, spiegare cosa fai e elencare i motivi per i quali chi ti sta guardando dovrebbe scegliere proprio te.Ora ti faccio un esempio di quello che voglio dire:Prendo ancora l’esempio del personal trainer. Per prima cosa devo avere chiaro qual’è il mio punto di vista, ad esempio:per mantenere la tua forma fisica non è necessario andare in palestra, nemmeno acquistare attrezzi ingombranti e costosi.A chi mi rivolgo:Un uomo, professionista, tra i 30 e i 50 anni.Cosa gli offro:Buttare giù un pò di pancia in pochi mesi, nel tempo libero, in libertà e all’aria aperta.ed ecco la storia:L’altro giorno stavo passeggiando con il mio cane nei pochi momenti che mi vengono consentiti in questo periodo di divieti e restrizioni.Il parco vicino a casa mia era sempre piacevolmente movimentato con bambini che giocavano, coppie che si abbracciavano, persone che facevano esercizi fisici e semplici passeggiatori con i loro cani.Oggi è molto più silenzioso, da una parte piacevole, ma dall’altra surreale, quasi fastidioso.All’improvviso, dietro una duna verde vedo una signora in ottima forma, anche se non era più nella sua prima giovinezza, con le sue cuffiette si muoveva sinuosamente compiendo gestiti fluidi con le braccia e le gambe.Wow incredibile…Vederla così sola, in un silenzio dove solo i cinguettii fanno da colonna sonora, mi ha colpito. Mi sono fermato. Dopo pochi secondi ho realizzato che stava praticando Tai Chi, la disciplina orientale. Quella dove muovi lentamente braccia e gambe compiendo dei disegni nell’aria.Improvvisamente sono stato folgorato e…..All’improvviso un pensiero fulmineo mi illumina la testa. Sai come quando senti qualcosa allo stomaco, quando ti rendi conto che hai avuto una rivelazione che stava lì da sempre, ma che non avevi ancora raccolto in pieno.Perché devo confinarmi dentro quattro mura di una palestra per insegnare come mantenersi in forma a degli uomini affaccendati, che, per rispettare un orario prestabilito corrono da me per poi sfrecciare via ala fine della loro oretta di esercizi e tornare frettolosamente ai loro impegni professionali.Sarebbe mille volte meglio e più efficace se quelle stesse persone potessero fare gli stessi esercizi nel loro tempo libero, quando si sentono a loro agio, quando ne hanno voglia, senza sottostare ad orari prestabiliti, e magari farli all’aria aperta.Sono corso a casa, eccitato da questa scoperta, banale forse, ma per me piena di energia.Dovevo comunicarti subito questa mia emozione.Ed eccomi qui a scrivere quello che ti dirò nei miei video.Ti posso guidare verso un percorso nel quale potrai adattare ai tuoi ritmi dei semplici esercizi per mantenere un peso forma, quando vuoi tu, dove vuoi tu, a contatto con la natura, senza nessun attrezzo impegnativo.Prova a seguirmi e vedrai tu stesso se ne varrà la pena.Questa semplice storia è storytelling. Quando la racconti davanti ad una videocamera è Visual Stoytelling. Una storia comune a molte persone. Ho evocato alcune emozioni che tutti provano, ho portato il mio spettatore in una situazione e un ambiente che conosce, gli è famigliare.Si immedesima con me, con il mio punto di vista. Si avvicina. Abbiamo stabilito un legame.Non ho parlato di me, di cosa faccio, di cosa offro, di quanto sono bravo, del perché devi scegliere me.Ho solo evocato delle emozioni che ci accomunano. Ho espresso la mia visione, il mio credo, i miei valori.Ecco cosa significa storytelling.
Quand'ho qualcuno attorno, non la guardo mai; ma sento che mi guarda lei, mi guarda, mi guarda senza staccarmi un momento gli occhi d'addosso. Vorrei farle intendere, a quattr'occhi, che non è nulla; che stia tranquilla; che non potevo permettermi con altri questo breve atto, che per lei non ha alcuna importanza e per me è tutto. Lo compio ogni giorno al momento opportuno, nel massimo segreto, con spaventosa gioja, perché vi assaporo, tremando, la voluttà d'una divina, cosciente follia, che per un attimo mi libera e mi vendica di tutto. Dovevo essere sicuro (e la sicurezza mi parve di poterla avere solamente con lei) che questo mio atto non fosse scoperto. […]
Quand'ho qualcuno attorno, non la guardo mai; ma sento che mi guarda lei, mi guarda, mi guarda senza staccarmi un momento gli occhi d'addosso. Vorrei farle intendere, a quattr'occhi, che non è nulla; che stia tranquilla; che non potevo permettermi con altri questo breve atto, che per lei non ha alcuna importanza e per me è tutto. Lo compio ogni giorno al momento opportuno, nel massimo segreto, con spaventosa gioja, perché vi assaporo, tremando, la voluttà d'una divina, cosciente follia, che per un attimo mi libera e mi vendica di tutto. Dovevo essere sicuro (e la sicurezza mi parve di poterla avere solamente con lei) che questo mio atto non fosse scoperto. […]
Giorno 0 - 29 luglio 2019 Siviglia è una delle città più belle che abbia mai visto, purtroppo però, non ho potuto godermela appieno. Dovevo capire come impossessarmi della credenziale del pellegrino e comprare le bacchette da trekking, accessorio che non passa come bagaglio a mano. Mi toccherà ritornarci! . . Seguimi su Instagram: @marranocash
Dovevo pubblicarlo domenica ma vabbè
Perché fare attività fisica ti farà diventare più ricco? Hai mai notato che le persone di successo spesso hanno successo in tutto mentre le persone "non di successo" non riescono a farcela in niente? Ecco vedremo un esempio come una piccola abitudine può essere la scintilla per il tuo successo in tutte le aree della tua vita.OTTIENI GRATIS IL LIBRO "Vendere su Amazon dalla A alla Z":►https://www.scuolaecommerce.com/libro-yt Iscriviti al nostro corso gratuito sulla vendita su Amazon:►https://www.scuolaecommerce.com/webinar-yt CONTENUTO DEL VIDEO: Come avere successo nella vitaPerché fare attività fisica ti farà diventare più ricco?Quali sono le regole per avere successo ? Le persone di successo spesso hanno successo in tutto mentre le persone "non di successo" non riescono a farcela in niente?E' difficile che una persona sia super disciplinata nel lavoro la tutto il resto della sua vita sia un disastroEcco ti voglio portare un esempio come una piccola abitudine può essere la scintilla per il tuo successo in tutte le aree della tua vita.Ti voglio parlare dell'importanza di fare attività fisica (ma prima ti racconto una storia personale)."Dagli 11 anni fino ai 16 anni ho cominciato a mangiare di più, in particolare mangiavo tanti dolci e ho cominciato ad ingrassare.Verso i 17 anni mi facevo veramente schifo, ero arrivato a pesare 85 kgNon ne potevo più. Ero molto complessato per questa cosa e sentivo lo sguardo delle persone su di me perché ero "diverso" da loro.In un momento della mia vita ho preso una decisione.Dovevo cambiare per sempre. In circa 1 anno ho perso più di 20 kg. Ad un certo punto ero anche diventato troppo magro ma poi ho ripreso il mio peso forma.Da allora faccio attività fisica almeno 5 volte a settimana, ho un alimentazione corretta e sono cambiato completamente come persone."Ma ti chiederai cosa c'entra questo con il successo?Quando tu sei disciplinato e ottieni risultati in una cosa poi questo trascina le altre aree della tua vita.Una buona abitudine trascina un'altra buona abitudine.Se ti piace il tuo corpo hai delle abitudini sane e non esageri.Poi questo ti spinge a volere fare meglio anche nella tua famiglia, nel tuo lavoro e così crei un successo a 360 gradi nella tua vita.L'altro motivo per fare attività fisica è che oltre a darti più autostima ti da più energia e riesci ad affrontare meglio la tua giornata.Se vuoi avere successo a 360 gradi inizia dall'attività fisica. Questa abitudine sana trascinerà altre abitudini sane nella tua vita e ti aiuterà ad affrontare tutto al meglio.Consigli di Vadim Virlan per migliorare le proprie abitudini e arrivare al successo. -----------------------------------------------------------ScuolaEcommerce.com è la prima scuola online che ti insegna a progettare, realizzare e sviluppare il tuo E-commerce di Successo. Aumenta le tue vendite online grazie ai nostri consigli. ► GUIDE E RISORSE GRATUITE: Iscriviti al nostro corso gratuito sulla vendita su Amazon:►https://www.scuolaecommerce.com/webinar-yt -----------------------------------------------------------► ISCRIVITI AL CANALE PER NON PERDERE I PROSSIMI VIDEO!Clicca qui: http://bit.ly/ScuolaEcommerceYouTube
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Intervista esclusiva a Gianmarco Fumasoli, che ringrazio, nella quale ci rivela numerose novità (alcune segrete, quindi acqua in bocca).00:00 Inizio01:00 Come è nato Samuel Stern l'esordio in edicola di Bugs Comics03:20 Le copertine06:00 Il problema della variant07:00 L'anniversario del numero 708:30 Il momento "ni" dei fumetti horror in edicola09:30 Il confronto con Outcast12:00 Dovevo tagliarla!13:00 I primi numeri17:00 Lo spessore dei personaggi, anche comprimari17:30 Come stai Gianmarco?17:50 Samuel Stern finirà?20:00 I numeri da 20 a 24 ed il primo episodio doppio21:44 Il numero 8 "il secondo girone"22:20 Lo speciale di fine anno25:30 Tutti i filoni narrativi aperti29:40 Il background di Dylan Dog34:40 Pagina 39 la trollata di Stefano Manieri!35:30 Come farsi sketchare la White cover e gli incontri dal vivo37:00 La serie TV di Samuel Stern37:50 I complimenti!Ne discutiamo nei commenti?Ciao Belli!!*** Iscriviti al Canale ➜ http://bit.ly/Lucadeejay ******Seguimi su instagram: https://www.instagram.com/ilucadeejay/ ****** Ascolta il mio Podcast ➜ https://www.spreaker.com/show/storie-dellaltra-vita ***#lucadeejay #samuelstern #gianmarcofumasoli #bugscomics
«Non sono arrabbiato. Sono infuriato. Ho due rimpianti. Dovevo iniziare ad alzare la voce prima, e in maniera più energica. Il mio era un dovere civico. Se tutto resta in mano a scienziati prezzolati non si va da nessuna parte. Quando parlo a un congresso, la prima slide che proietto riguarda il conflitto di interessi. Io non ne ho. Mi piacerebbe che i medici che vanno in tv facessero lo stesso». Lo ha detto in un'intervista al settimanale "Oggi", Giuseppe de Donno, direttore della Pneumologia e dell’Unità di Terapia intensiva respiratoria all’ospedale Carlo Poma di Mantova, che da inizio aprile ha iniziato a sperimentare la terapia al plasma contro il coronavirus. A chi lo accusa di essere no-vax, De Donno ha risposto: «Sono per le vaccinazioni. E non avrei nulla in contrario se un giorno il plasma con gli anticorpi contro il Covid fosse elaborato industrialmente. Sono un medico e devo salvare la vita ai pazienti. Il resto non conta».
Talent Bay - Storie di Talenti: Lifestyle | Business | Motivazione
Questa è la storia di un mio fallimento. Fin dall’inizio di Talent Bay, ho sempre voluto portarti Valentino Rossi come ospite dell’Episodio 46. Dopo mille tentativi, dopo essere andato fisicamente a Tavullia alla sede della VR46, e dopo aver fatto tutto quello che era in mio potere… non sono riuscito a registrare questa intervista con lui. In questo Episodio 46, ti racconto cos’è successo e cosa puoi imparare da questa mia sconfitta. Ascolti anche la bellissima storia di Russell Brunson, in cui anche lui ha parlato pubblicamente di una sua sconfitta, quando ha fallito un obiettivo importante a cui aveva lavorato per mesi. In questo Episodio ascolti: La storia dietro questa intervista con Valentino Rossi (min 2:55) Russell Brunson: trasformare un fallimento in vittoria (min 11:38) Come superare un momento di difficoltà (min 26:42) Link alla pagina di questo Episodio TB 46
E se per uscire dalla quarantena l'unico modo fosse mettersi ancor di più in quarantena? Buon ascolto.Dal Libro Rosso di Carl Gustav Jung.***"Capitano, il mozzo è preoccupato e molto agitato per la quarantena che ci hanno imposto al porto. Potete parlarci voi?""Cosa vi turba, ragazzo? Non avete abbastanza cibo? Non dormite abbastanza?""Non è questo, Capitano, non sopporto di non poter scendere a terra, di non poter abbracciare i miei cari"."E se vi facessero scendere e foste contagioso, sopportereste la colpa di infettare qualcuno che non può reggere la malattia?""Non me lo perdonerei mai, anche se per me l'hanno inventata questa peste!""Può darsi, ma se così non fosse?""Ho capito quel che volete dire, ma mi sento privato della libertà, Capitano, mi hanno privato di qualcosa"."E voi privatevi di ancor più cose, ragazzo"."Mi prendete in giro?""Affatto... Se vi fate privare di qualcosa senza rispondere adeguatamente avete perso"."Quindi, secondo voi, se mi tolgono qualcosa, per vincere devo togliermene altre da solo?""Certo. Io lo feci nella quarantena di sette anni fa"."E di cosa vi privaste?""Dovevo attendere più di venti giorni sulla nave. Erano mesi che aspettavo di far porto e di godermi un po' di primavera a terra. Ci fu un'epidemia. A Port April ci vietarono di scendere. I primi giorni furono duri. Mi sentivo come voi. Poi iniziai a rispondere a quelle imposizioni non usando la logica. Sapevo che dopo ventuno giorni di un comportamento si crea un'abitudine, e invece di lamentarmi e crearne di terribili, iniziai a comportarmi in modo diverso da tutti gli altri. Prima iniziai a riflettere su chi, di privazioni, ne ha molte e per tutti i giorni della sua miserabile vita, per entrare nella giusta ottica, poi mi adoperai per vincere.Cominciai con il cibo. Mi imposi di mangiare la metà di quanto mangiassi normalmente, poi iniziai a selezionare dei cibi più facilmente digeribili, che non sovraccaricassero il mio corpo. Passai a nutrirmi di cibi che, per tradizione, contribuivano a far stare l'uomo in salute.Il passo successivo fu di unire a questo una depurazione di malsani pensieri, di averne sempre di più elevati e nobili. Mi imposi di leggere almeno una pagina al giorno di un libro su un argomento che non conoscevo. Mi imposi di fare esercizi fisici sul ponte all'alba. Un vecchio indiano mi aveva detto,anni prima, che il corpo si potenzia trattenendo il respiro. Mi imposi di fare delle profonde respirazioni ogni mattina. Credo che i miei polmoni non abbiano mai raggiunto una tale forza. La sera era l'ora delle preghiere, l'ora di ringraziare una qualche entità che tutto regola, per non avermi dato il destino di avere privazioni serie per tutta la mia vita.Sempre l'indiano mi consigliò, anni prima, di prendere l'abitudine di immaginare della luce entrarmi dentro e rendermi più forte. Poteva funzionare anche per quei cari che mi erano lontani, e così, anche questa pratica, fece la comparsa in ogni giorno che passai sulla nave.Invece di pensare a tutto ciò che non potevo fare, pensai a ciò che avrei fatto una volta sceso. Vedevo le scene ogni giorno, le vivevo intensamente e mi godevo l'attesa. Tutto ciò che si può avere subito non è mai interessante. L' attesa serve a sublimare il desiderio, a renderlo più potente.Mi ero privato di cibi succulenti, di tante bottiglie di rum, di bestemmie ed imprecazioni da elencare davanti al resto dell'equipaggio. Mi ero privato di giocare a carte, di dormire molto, di oziare, di pensare solo a ciò di cui mi stavano privando"."Come andò a finire, Capitano?""Acquisii tutte quelle abitudini nuove, ragazzo. Mi fecero scendere dopo molto più tempo del previsto"."Vi privarono anche della primavera, ordunque?""Sì, quell'anno mi privarono della primavera, e di tante altre cose, ma io ero fiorito ugualmente, mi ero portato la primavera dentro, e nessuno avrebbe potuto rubarmela piu".
E se per uscire dalla quarantena l'unico modo fosse mettersi ancor di più in quarantena? Buon ascolto.Dal Libro Rosso di Carl Gustav Jung.***"Capitano, il mozzo è preoccupato e molto agitato per la quarantena che ci hanno imposto al porto. Potete parlarci voi?""Cosa vi turba, ragazzo? Non avete abbastanza cibo? Non dormite abbastanza?""Non è questo, Capitano, non sopporto di non poter scendere a terra, di non poter abbracciare i miei cari"."E se vi facessero scendere e foste contagioso, sopportereste la colpa di infettare qualcuno che non può reggere la malattia?""Non me lo perdonerei mai, anche se per me l'hanno inventata questa peste!""Può darsi, ma se così non fosse?""Ho capito quel che volete dire, ma mi sento privato della libertà, Capitano, mi hanno privato di qualcosa"."E voi privatevi di ancor più cose, ragazzo"."Mi prendete in giro?""Affatto... Se vi fate privare di qualcosa senza rispondere adeguatamente avete perso"."Quindi, secondo voi, se mi tolgono qualcosa, per vincere devo togliermene altre da solo?""Certo. Io lo feci nella quarantena di sette anni fa"."E di cosa vi privaste?""Dovevo attendere più di venti giorni sulla nave. Erano mesi che aspettavo di far porto e di godermi un po' di primavera a terra. Ci fu un'epidemia. A Port April ci vietarono di scendere. I primi giorni furono duri. Mi sentivo come voi. Poi iniziai a rispondere a quelle imposizioni non usando la logica. Sapevo che dopo ventuno giorni di un comportamento si crea un'abitudine, e invece di lamentarmi e crearne di terribili, iniziai a comportarmi in modo diverso da tutti gli altri. Prima iniziai a riflettere su chi, di privazioni, ne ha molte e per tutti i giorni della sua miserabile vita, per entrare nella giusta ottica, poi mi adoperai per vincere.Cominciai con il cibo. Mi imposi di mangiare la metà di quanto mangiassi normalmente, poi iniziai a selezionare dei cibi più facilmente digeribili, che non sovraccaricassero il mio corpo. Passai a nutrirmi di cibi che, per tradizione, contribuivano a far stare l'uomo in salute.Il passo successivo fu di unire a questo una depurazione di malsani pensieri, di averne sempre di più elevati e nobili. Mi imposi di leggere almeno una pagina al giorno di un libro su un argomento che non conoscevo. Mi imposi di fare esercizi fisici sul ponte all'alba. Un vecchio indiano mi aveva detto,anni prima, che il corpo si potenzia trattenendo il respiro. Mi imposi di fare delle profonde respirazioni ogni mattina. Credo che i miei polmoni non abbiano mai raggiunto una tale forza. La sera era l'ora delle preghiere, l'ora di ringraziare una qualche entità che tutto regola, per non avermi dato il destino di avere privazioni serie per tutta la mia vita.Sempre l'indiano mi consigliò, anni prima, di prendere l'abitudine di immaginare della luce entrarmi dentro e rendermi più forte. Poteva funzionare anche per quei cari che mi erano lontani, e così, anche questa pratica, fece la comparsa in ogni giorno che passai sulla nave.Invece di pensare a tutto ciò che non potevo fare, pensai a ciò che avrei fatto una volta sceso. Vedevo le scene ogni giorno, le vivevo intensamente e mi godevo l'attesa. Tutto ciò che si può avere subito non è mai interessante. L' attesa serve a sublimare il desiderio, a renderlo più potente.Mi ero privato di cibi succulenti, di tante bottiglie di rum, di bestemmie ed imprecazioni da elencare davanti al resto dell'equipaggio. Mi ero privato di giocare a carte, di dormire molto, di oziare, di pensare solo a ciò di cui mi stavano privando"."Come andò a finire, Capitano?""Acquisii tutte quelle abitudini nuove, ragazzo. Mi fecero scendere dopo molto più tempo del previsto"."Vi privarono anche della primavera, ordunque?""Sì, quell'anno mi privarono della primavera, e di tante altre cose, ma io ero fiorito ugualmente, mi ero portato la primavera dentro, e nessuno avrebbe potuto rubarmela piu".
Dio non gioca mai a nascondino coi suoi figli e le sue figlie, ma ti chiede di riallineare la tua vita con Lui per poterti dare le Sue benedizioni. --- CLICCA SUL TITOLO PER ASCOLTARE IL MESSAGGIO Tempo di lettura: 12 min.Tempo di ascolto audio/visione video: 32 min. Vi ricordate dei giochi che facevate quando eravate bambini? Se avete dai quaranta anni in su, eravate come me, abituati a giocare “col niente”! Quando ero bambino non c'erano gli smartphone, e neppure la Play Station. La cosa più tecnologica con cui giocavo erano i trenini o l'allegro chirurgo! E' per questo che eravamo abituati a giocare “col niente”, semplicemente con i posti dove vivevamo, le strade, le campagne, le case diventavano i nostri “giocattoli preferiti”! Penso che il gioco che meglio spieghi il concetto di “giocare col niente” sia il “nascondino”. Cosa serve per il “nascondino”? Almeno tre persone, un posto abbastanza grande (un giardino, una casa), … e un po' di tecnica acquisita con l'esperienza. Per esempio, giocando a nascondino, col tempo avevo imparato che il nascondiglio ideale doveva essere buio e doveva essere angusto, stretto, piccolo. Sapete quale era il mio nascondiglio preferito? Ve lo mostro: Ero molto piccolo, e riuscivo ad entrare dentro la macchina da cucire di mia madre; potevo restare per ore là senza che nessuno mi trovasse. L'altra cosa che avevo imparato è che non dovevo muovermi! Dovevo stare assolutamente fermo. Cosa c'entra tutto questo con l'adorazione? La scorsa settimana abbiamo detto che “adorare” è scoprire che Dio mi cerca, e con l'adorazione io lo abbraccio per farlo esultare con canti di gioia. Oggi voglio sfidarvi a vedere l'adorazione come qualcosa di più di accorgersi di Dio e di abbracciarlo. Il salmo 22 dice: “Dio mio, io grido di giorno, ma tu non rispondi,e anche di notte, senza interruzione. Eppure tu sei il Santo, che siedi circondato dalle lodi d'Israele.” (Salmo 22:2-3) La parola che viene tradotta con “siedi” in ebraico è “יָשַׁב " “ yâšaḇ” , che è un termine che normalmente veniva riferito a chi sedeva non su di una sedia, ma su di un trono. Infatti un'altra versione traduce così: “Eppure tu sei il Santo,tu siedi in trono fra le lodi d'Israele.” (Salmo 22: 3 CEI 2008) Davide stava parlando di Dio, del suo Signore, del suo RE che siede su un trono, e dice che siede circondato dalle “lodi”, ovvero da persone che adorano. Isaia al capitolo 6 usa più o meno la stessa immagine, ma ci da più dettagli di come e dove siede Dio: “Nell'anno della morte del re Uzzia, vidi il Signore seduto sopra un trono alto, molto elevato, e i lembi del suo mantello riempivano il tempio.” (Isaia 6:1) Che strano! Sia Davide che Isaia raccontano di una situazione di crisi, Davide inseguito da Saul per ucciderlo Isaia senza più un re che governi, ma tutt'e due hanno la visione di Dio seduto sul trono! Ma, attenzione, con una differenza sostanziale: Davide si lamenta che Dio è lontano, Isaia invece vede Dio seduto (in Cielo) e i lembi del suo mantello arrivare fino a dentro il Tempio (in terra) e riempirlo. Cosa significa questo? Significa due cose fondamentali: 1. nei momenti di crisi, Dio continua ad essere RE (come afferma Davide) 2. nei momenti di crisi, il suo mantello riempie il Tempio (come dice Isaia). L'abbiamo detto tante volte: dov'era la presenza di Dio prima di Gesù? Nel Tempio! Ma, un attimo, il Tempio non c'è più, è stato distrutto dai Romani nel 70 DC! Dov'è allora Dio, adesso? “Non sapete che siete il tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi?” (1 Corinzi 3:16) Quale tempio, allora, riempiono i lembi del mantello di Dio nei periodi di crisi? Certo, stanno riempiendo ancora il Tempio di Dio; solo che stavolta non è un luogo fatto di colonne e travi di legno, ma un corpo fatto di carne e sangue. Tu ed io siamo il Tempio di Dio. Perché il lembi del mantello? Cosa stanno a significare? Vi ricordate la guarigione della donna col flusso di sangue? Cosa disse la donna? “Se riesco a toccare almeno le sue vesti, sarò salva.” (Marco 5:28) Gli Ebrei sapevano di non poter stare alla presenza di Dio; solo il Sommo Sacerdote, una volta all'anno, dopo aver fatto tutte le possibili e immaginabili purificazioni, poteva entrare nel “Luogo Santissimo”, dove era l'Arca del Patto con dentro le Tavole della Legge, i Dieci Comandamenti, che pensavano fosse il posto dove Dio poggiava i suoi piedi. Per questo si immaginavano di poter ricevere benedizione e Grazia solamente toccando una minima parte di stoffa che fosse a contatto con il corpo del Signore. La vedova credeva in questo, e la vedova aveva ragione, perché fu guarita dall'aver toccato il lembo della veste di Gesù Dio stava dicendo ad Isaia in visione: “Guarda, io sono sopra di voi, la mia benedizione e la mia grazia sarà efficace per voi che mi adorate, nel tempio.” Però... c'è un problema. La visione di Isaia è chiara: i lembi del mantello di Dio scendono nel tempio... da sopra a sotto. Questo significa che il tempio deve “stare sotto” “essere allineato” con Dio. E' molto più probabile che possa mangiare e far festa con il Re se sto già sedendo ai suoi piedi. E' molto più probabile che mi bagni se sto in mezzo ad un fiume, piuttosto che in mezzo al deserto. La Grazia di Dio è cibo per le nostre anime affamate; la Grazia di Dio è acqua fresca per la nostra sete di giustizia. ...ed adorare Dio mi pone nel bel mezzo del fiume che è la Grazia di Dio. Davide ha detto: “Eppure tu sei il Santo, che siedi circondato dalle lodi d'Israele.” (Salmo 22:3) Se sto lodando Dio, se lo sto adorando questo significa che sono “sotto di lui” e che la sua Grazia (i lembi del suo mantello) possono riempire il tempio, ovvero me stesso, proprio nel momento del bisogno, così come era Davide inseguito da Saul. C'è un problema: parlo per me... voi sicuramente siete differenti. L'ultima cosa che mi sento di fare quando ho un problema grave, quando sono nel bisogno è di “adorare”. Magari mi lamento, prego, supplico, urlo... ma “adorare”, mettere a disposizione la mia vita allinearmi con Dio e con la sua volontà... beh, quello è un po' più difficile. Non alzate le mani, ma quanti di voi, quando hanno avuto una brutta notizia o un periodo difficile, invece di adorare, hanno cercato “gratificazione” in qualcos'altro? Cibo... dormire... alcool... sesso... pornografia... droga... così, tanto per non pensarci. Lo scrittore di Ebrei dice invece: “Perciò, avviciniamoci con piena fiducia al trono della grazia, per ottenere misericordia e trovare la grazia, quando ne abbiamo bisogno” (Ebrei 4:16 PV) C'è un versetto nel salmo 89 che ci aiuta a capire il ruolo che gioca l'adorazione nella vita del credente: “Felice il popolo che ti sa acclamare:camminerà alla luce della tua presenza, Signore.” (Salmo 89:15 TILC) Qui “acclamare” è in ebraco "תְּרוּעָה", “ṯerû‘â” che significa “fare un rumore assordante” Cosa significa “acclamare”? Non è una parola che usiamo spesso, vero? Viene dal latino “clamare” = gridare + “ad” = a, verso", e significa “gridare ad alta voce con gioia”. Pensate a quello che accade quando ai concerti entra la rock star o allo stadio entra il bomber. Il salmista lega il fatto di “acclamare” che è un modo di dire “adorare Dio”, con la felicità. Sapete vero, come viene tradotta la parola “felice” nel Nuovo Testamento? Benedetto! Il salmo dice che se vuoi essere benedetto, se vuoi essere benedetta, devi acclamare, adorare Dio. E se acclami, adori Dio, dice il salmo camminerai alla luce della Sua presenza Come vivi la tua vita? Stai camminando alla luce della sua presenza? Se la risposta è no, probabilmente non sei “sotto il trono”, probabilmente il “lembi del suo mantello non riempiono il “tempio” che sono il tuo corpo e la tua mente. Probabilmente devi “riallinearti” per ottenere benedizioni, Grazia e guida. Devi, semplicemente, tornare ad adorare Dio; con la tua voce, con la tua obbedienza ai suoi comandamenti con la tua testimonianza di credente. Cosa c'entra tutto questo col nascondino? Vi ricordate le caratteristiche del nascondiglio ideale? Doveva essere buio, doveva essere angusto, stretto, piccolo. Anche qui parlo per me, voi sicuramente siete diversi: io ho giocato spesso a “nascondino” con Dio... proprio nei momenti più difficili, in quelli dove avrei avuto più bisogno di lui... trovando un posto buio, stretto, dove rimanere da solo. Mi ci rinchiudevo da solo. Qualche anno scrissi questa testimonianza parlando di un periodo specifico dove ho giocato a “nascondino con Dio”. --- Ognuno di noi passa momenti nella vita dove sembra che Dio si nasconda, dove ci troviamo nel buio, stretti dalle situazioni. Quest'anno compio venti (ormai sono ventotto, quasi ventinove!!!) anni di servizio al Signore, e prima di diventare pastore di questa comunità, sono stato coinvolto a vario titolo con almeno altre quattro comunità. In ognuna ho cercato di mettere a disposizione i miei doni e i miei talenti, ma questo spesso non è sufficiente a far si che le cose filino lisce al 100%. Ad un certo punto della mia vita di credente mi sono trovato ad essere coinvolto, molto coinvolto come anziano nella conduzione di una chiesa abbastanza grande. Molto coinvolto... molto giovane... e molto inesperto! Ho cominciato a capire che, sebbene amassi le persone con cui conducevo la comunità, e sebbene loro amassero me, la visione di come portare avanti la chiesa era completamente differente. Non volevo andare via, perché volevo “dare” ancora ( e anche perché non c'era un gran che da scegliere in zona a quell'epoca...) ma non potevo neppure restare come anziano! Mi sentivo in trappola, stretto da due lati: la voglia di andare e mettere dietro le spalle i conflitti, e quella di restare per poter continuare a dare e ricevere. Pensai che la soluzione migliore fosse quella di abbandonare la conduzione della chiesa e l'anzianato, e rimanere come semplice membro. Non fu una buona soluzione. Ricordo che in quei giorni non avevo una gran voglia di “adorare” il Signore; cantavo poco in chiesa la domenica, e lo lodavo forse ancora meno durante le mie giornate (o forse non lo lodavo per niente). Ma, una cosa l'avevo decisa: avrei continuato a servire il Signore lì, senza mormorare né parlare dietro le spalle, perché quello sarebbe stata disobbedienza al Signore, che dice: “Ubbidite ai vostri conduttori e sottomettetevi a loro”, ( Ebrei 13:17) Io avevo deciso di ritornare ad essere un semplice membro di chiesa che doveva obbedienza e sottomissione agli anziani. Ricordo che non fu facile, né breve... ma ora, guardando indietro, so che se non avessi preso quella decisione, con tutta probabilità, a distanza di anni, non sarei stato chiamato a piantare una chiesa nella mia città natale. La mia “carriera” di servitore per il Signore si sarebbe interrotta lì. Avevo pensato che non stessi adorando Dio, in quel periodo... ed invece gli stavo dando un tipo di adorazione differente: non con la mia voce, non con le mie lodi, ma “allineando” la mia vita con il Suo volere, obbedendo alle sue leggi, evitando di peccare contro altri. Ero stato nel buio, ero stato “stretto”, ma da buon giocatore di “nascondino” avevo deciso di “non muovermi”, di fidarmi della promessa che il Signore mi aveva fatto tramite una telefonata di una credente dal Canada, proprio nell'attimo esatto che avevo detto “basta, io non ci vado più in chiesa!”. Una telefonata arrivata dopo nemmeno due minuti dal mio “basta, me ne vado” che diceva :”Stavamo pregando col mio piccolo gruppo ed ho sentito forte che Dio mi chiedeva di dirti che lui ha in serbo per te e per l'opera a Montefiascone delle benedizioni che non puoi minimamente immaginare”. Ero stato nel buio, ero stato sotto pressione, ma ora vedo che in tutto quel periodo, Dio non stava giocando a nascondino con me: lui era lì, era sopra il tempio che io avevo deciso di costruire attraverso la mia obbedienza alle sue leggi. L'oscurità che avevo provato erano una piega del suo mantello. La pressione che avevo sentito erano le sue mani che mi mi tenevano stretto al suo fianco. Era lui che mi aveva nascosto, per non farmi trovare dallo scoraggiamento, e per impedirmi di finire il mio servizio a Lui. Avevo sperimentato, senza esserne consapevole, quello che sta scritto nel salmo 91: “Chi abita al riparo dell'Altissimo riposa all'ombra dell'Onnipotente. Io dico al SIGNORE: «Tu sei il mio rifugio e la mia fortezza, il mio Dio, in cui confido!” (Salmo 91:1-2) Tutto questo, perché avevo allineato la mia vita alla sua Parola, il mio comportamento al suo volere. Perché lo avevo adorato, senza canti e senza lodi, ma con la mia vita. Ed oggi posso vedere il frutto di quell'adorazione. --- Vorrei ascoltare assieme a voi una canzone. --- "Nascondino" di Scott Alan Hansen Mi ricordo nel giardino giocavamo a nascondino io e te.Occhi chiusi, tu contavi, mi nascondevo bene da te."Pronto o no, io vengo!" (dicevi) "E ti vedo, sai!Ti faccio tana; sei lì dietro quelle foglie grandi. Arrenditi ormai." Mi ricordo nel primo giardino l'uomo giocava a nascondino con Dio.Occhi aperti, ma cuore caduto cercava un posto nascosto dal cielo."Pronto o no, io vengo!" (disse Dio) "Uomo dove sei?Non ti nascondere dall'amore che ti può salvare."Perché fuggi da me?" Nascondino, Nascondino. Il tempo passa, siamo ormai grandi,giochiamo ancora a nascondino con Dio.Ci copriamo con scuse vane, mascherando i dolori e le paure."Pronti o no, io vengo!" (dice Lui). Il crocifisso Re."Fate di me il vostro nascondiglio.Arrendetevi a me." Mi ricordo nel giardino giocavamo a nascondino io e te. --- Conclusione Forse in questo momento ti stai trovando in una situazione dove sembra che Dio stia giocando “a nascondino” con te. Forse sei nel buio, e sei sotto pressione. Non cercare un posto buio e stretto, ma cerca il Trono di Dio e metti la tua vita sotto di esso. Adora Dio! Adora Dio con la tua vita! Adoralo con l'obbedienza alla sua Parola e alle sue leggi! Vieni ad immergerti nel fiume della sua grazia! Allinea la tua vita sotto il suo trono! Dagli il benvenuto, e fallo partecipe dei tuoi problemi! Gesù ha detto in Giovanni 4:23: “...il Padre cerca tali adoratori.” (Giovanni 4:23b) Usa l'altro trucco del “nascondino” Fermati! Fatti trovare da lui! Adoralo con la tua vita! Lui sta cercando di te...per poterti inondare di benedizioni! Preghiamo. GUARDA LE DIAPOSITIVE DEL MESSAGGIO --- VIDEO DEL MESSAGGIO A BREVE (Visita il nostro sito per ascoltare la registrazione audio del messaggio, per scaricare gli appunti e per vedere le diapositive del messaggio)
Radio Colonia
Avevamo bisogno di qualche giorno per metabolizzare l'imminente cessione di Emre Cian
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=5898OBBLIGO DEI SEGGIOLINI ANTI-ABBANDONO: LA FREGATURA DELLE LEGGI EMOTIVE di Rino CammilleriLa mancanza di statisti è ormai cronica in questo Paese. [...] Già la democrazia ha, come malattia d'origine, la fatale ricerca, da parte del politico, dei voti, una ricerca che, inesorabilmente, è destinata a diventare fine a se stessa. Tradotto in soldoni: se faccio la cosa giusta, non si sa se mi rivotano; se faccio la cosa gradita, allora sì. A quel punto, finisce che si legifera sull'onda dell'emotività popolare (non importa se mediaticamente indotta). E il legislatore diventa il notaio della pancia dell'elettorato.SEGGIOLINI ANTI-AMNESIAPer esempio, la faccenda dei seggiolini anti-amnesia. Quanti sono i casi di bambini dimenticati in auto? Una decina negli ultimi dieci anni, uno all'anno in media. Tanto è bastato perché questo governo abbia imposto d'urgenza a tutti i genitori di comprare il seggiolino-segnalatore. E subito, cosa che ha mandato nel panico mezza Italia. Non solo. Ora esce che i prodotti in vendita non sono a norma. Ma come, se erano tutti certificati? Sì, ma - si scopre - si tratta di autocertificazione, legale, certo, ma da verificare tramite controlli. Detti controlli dovrebbero partire a dicembre e si vedrà quali oggetti rispettano la normativa e quali no. Nel frattempo, anche il vigile naviga nell'incertezza. Boh. Un tedesco direbbe: all'italiana. Un salviniano direbbe: alla cinquestelle zingarettate.Mettere mano al risanamento dell'economia? Seeeh! Quella è roba di lungo periodo, che, richiedendo misure coraggiose e drastiche, nel breve fa perdere voti. Questo, tra parentesi, spiega perché le dittature tipo Cina, non dovendo dipendere dagli umori dell'elettorato, possano intraprendere piani a lunga scadenza e vincere sfide economiche epocali. Come dicevano Vianello e Mondaini, noi no. Ma la confusione sul seggiolino col fischio e l'app è il minimo. È proprio l'idea stessa del seggiolino imbracato ad essere anticoncezionale, altro che decrescita demografica.RISCHIO SPARIZIONEUno statista saprebbe che il problema numero uno in Italia è il rischio sparizione, perciò si produrrebbe in politiche pro-famiglia. E come fai a fare più di due figli (c.d. sostituzione, il minimo sindacale) se la macchina ha solo quattro posti? Tre bambini vogliono dire tre seggiolini e ci vuole il pulmino. Le famiglie numerose devono comprarsi l'autobus e almeno uno dei due genitori deve prendere la patente apposita. Tralasciamo l'ipocrisia tipica del politicamente corretto che ti paga, anche coi soldi miei, quanti aborti vuoi, però ti carica di tanti di quegli obblighi se ti azzardi a partorire da farti passare la voglia.Non erano gli immigrati quelli che dovevano riempire le culle italiane? E, poiché questi fanno i lavori «che gli italiani non vogliono più fare», cioè a bassa remunerazione, li carichi della (pesante) spesa per seggiolini elettronici data la loro numerosa prole? Oppure basterà un reportage televisivo strappalacrime per costringere il contribuente a pagare anche questi? Talvolta, nelle bacheche parrocchiali, si leggono gli elenchi di quel che serve alla Caritas locale. Si trovano bisogni come pentole a pressione e tappeti. Bene, vuol dire che quelli primari sono stati soddisfatti. Prepariamoci a leggere: seggiolini per auto dotati di avvisatore e a norma di legge. E speriamo che, per una volta, non scomodino papa Francesco.Nota di BastaBugie: Benedetta Frigerio nell'articolo seguente dal titolo "Seggiolini antiabbandono, il problema è l'Occidente di oggi" spiega che pensare che i dispositivi d'allarme siano la panacea è fuorviante. Le società occidentali, avendo messo da parte Dio e perso fiducia nella Provvidenza, pretendono di controllare tutto. E poi c'è il problema dei frenetici ritmi di lavoro sia per l'uomo che per la donna, di cui non viene più valorizzata la maternità. Ciascun sesso ha per natura il suo ruolo, anche se i governi ignorano la questione.Ecco l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 19 novembre 2019:Al di là delle polemiche per l'ennesima spesa imposta alle famiglie italiane sui dispositivi anti abbandono (non ancora in regola) da applicare obbligatoriamente ai seggiolini-auto per bambini, la decisione si iscrive nella serie di provvedimenti schizofrenici che i governi occidentali prendono pensando di poter prevenire qualsiasi incidente, ma anche per ovviare ad uno stile di vita da loro stessi promosso.È di luglio la notizia di uno dei rarissimi (8 in 20 anni in Italia) ma presenti casi di persone che, dimenticando i figli in auto, li hanno ritrovati morti. La tragedia è accaduta a New York, dove un padre di famiglia, Juan Rodriguez, militare di 39 anni, ha dimenticato in macchina i suoi gemelli di 1 anno, Luna e Phoenix, ritrovandoli ore dopo soffocati dal caldo.La storia è sempre la stessa: un genitore corre al lavoro, l'altro anche, uno dei due nel tragitto lascia i bambini all'asilo e uno dei due la sera, dopo ore passate in ufficio, li andrà a prendere finché ritornando alle loro auto si accorgerà di averli lasciati sui sedili tutto il giorno. Le vicende narrate dalla cronaca sono sicuramente tremende, perché vedere il proprio piccolo morire per una dimenticanza è uno dei dolori capaci di segnare con maggior violenza la vita di una persona, essendo probabilmente fra i più difficili da sopportare, ma farsi prendere dal panico pensando che i dispositivi d'allarme siano la panacea è fuorviante.Prendiamo infatti il caso di quei bambini che, divincolandosi dalle mani della madre, sono corsi in mezzo alla strada e sono stati investiti. Seguendo il ragionamento di chi obbliga tutti ad utilizzare i dispositivi anti abbandono si dovrebbe imporre ai genitori che tutti i figli siano tenuti al guinzaglio come i cani (c'è chi lo fa). Non ci sarebbe da stupirsi se accadesse, quando l'ideologia della sicurezza è la sola via conosciuta da una società che, avendo perso fiducia nella Provvidenza e nella certezza che la strada dei propri figli è in mano a Dio, tende a voler controllare tutto. L'alternativa non è certo trascurare i propri figli, ma nemmeno metterli sotto una campana di vetro tanto da dover costringere sempre più pediatri americani a prescrivere ai genitori il gioco all'aperto, incitando i genitori a lasciare che i pargoli si sbuccino le ginocchia.C'è poi un altro problema che emerge da ogni tragedia raccontata dalla cronaca: il ritmo di lavoro a cui la famiglia è sottoposta. Un problema comune da quando sia l'uomo sia la donna, anche con figli, lavorano 10 ore al giorno, con una pressione tale da permettere che fatti simili accadano (magari anche più frequentemente dei pochi casi noti per via del decesso dei bambini). Infatti, dove lo stile di vita è più frenetico, come negli Stati Uniti, i casi non sono stati di 8 in 20 anni come in Italia, ma in media di 8 all'anno (fra il 1998 e il 2018).L'ultima tragedia americana conferma come il modello in cui la madre lavora tutto il giorno, delegando l'educazione e la cura dei figli ad altri, abbia ancor più appesantito la famiglia gettandola in un vortice di incastri e corse: Marissa Rodriguez, la moglie di Juan, mercoledì scorso ha rilasciato un'intervista esclusiva a Dr. Phil spiegando che «mio marito mi ha chiamata, mentre stavo lavorando. La prima chiamata era stata verso le 16 circa. Mi ha detto: "Ok, è il tuo turno per andare a prendere i bambini"... doveva andare ad un evento militare... di solito andava lui all'asilo ma ci eravamo scambiati i turni...dissi: "Ok, non c'è problema vado a prenderli io". Dovevo ancora lavorare per un'ora almeno. Ero al telefono con un cliente. Mi richiamò ma ignorai la chiamata perché stavo lavorando. Mi accorsi che aveva lasciato un messaggio in segreteria, cosa che non fa mai. Mi chiamò ancora. Risposi e lo sentii dire che erano morti». L'uomo aveva poi confessato di essere andato al lavoro pensando di essere passato per l'asilo nido.È significativo il fatto che sua moglie lo abbia sempre difeso dichiarando che «anche se soffro come mai avrei pensato, amo ancora mio marito... è una brava persona, un grande padre e so che non avrebbe mai fatto nulla per fare intenzionalmente del male ai nostri figli... ho bisogno di lui a fianco per passare attraverso tutto questo insieme». Siamo certi che sia così, anche perché una madre non potrebbe sopportare altrimenti di vivere ancora con il responsabile della morte dei suoi figli. Ma allora che cosa non ha funzionato?Certo, mentre un tempo l'uomo aveva come unica preoccupazione quella del suo lavoro, sapendo che la moglie era totalmente dedicata a casa e figli, oggi gli si sta chiedendo qualcosa di diverso, che non è nella sua stretta natura. In media è infatti la donna ad essere dotata di un cervello multitasking e non l'uomo, capace di concentrarsi su una cosa alla volta. Come a ricordare che la natura ha dato a ciascun sesso delle doti a seconda del ruolo cui è chiamato, quello di procurarsi il cibo del maschio e quello della cura della famiglia e della prole della donna. Come dice Chesterton nel saggio "La schiava moderna", «la moderna donna lavoratrice porta sulle spalle un carico duplice» e infatti il cortocircuito nasce dall'averla caricata anche di un lavoro a tempo pieno e costringendo anche l'uomo a compiti casalinghi a lui non congeniali: «Pochi uomini sanno cos'è la coscienziosità. Essi comprendono cos'è il dovere che generalmente coincide con l'adempiere un solo dovere», continua Chesterton.Ma è chiaro che i governi preferiscono ignorare la questione pensando di tamponare con la vendita massiccia di sistemi anti abbandono. Peccato che obbligare a installare un dispositivo di sicurezza come quello previsto, oltre ad essere inutile in Italia (dati i casi rarissimi) e a non essere una risposta adeguata a uno squilibrio famigliare come quello imposto dalla struttura delle società occidentali, genera nei figli un'ansia.
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=5801FINALMENTE ''UNPLANNED'' NEI CINEMA ITALIANI di Luca VolontèIl film Unplanned, tratto dall'omonimo libro del 2010 scritto da Abby Johnson e pubblicato in Italia nella collana Novae Terrae dell'editore Rubbettino, racconta la storia vera della conversione della Johnson, fino al 2009 dirigente di una clinica dell'organizzazione abortista Planned Parenthood, da cui si licenziò dopo aver partecipato all'aborto di un bambino alla tredicesima settimana, convertendosi in una formidabile pro life.Il successo della pellicola, boicottata dalle grandi catene di distribuzione e censurata in molti Stati degli USA e in Canada, è la più sconvolgente sorpresa cinematografica degli ultimi mesi. Nei cinema - perlopiù sale private o appartenenti a parrocchie e chiese protestanti - continua a essere proiettata e a suscitare scalpore e attenzioni impensabili. Negli Stati Uniti, nel suo primo fine settimana di proiezione, ha raccolto oltre sei milioni di dollari. In totale, solo in questo Paese, è riuscito a raccogliere 19 milioni di dollari dallo scorso 29 marzo al 29 agosto.Il successo del film si sta espandendo a macchia d'olio ed è arrivato al punto da diventare il 1° dvd nelle vendite su Amazon. Il co-regista Cary Solomon ha dichiarato che la notizia del successo di vendite del dvd è particolarmente gratificante, vista la quasi totale censura che il film ha subito da parte dei mass media americani. Solomon ha confidato che i responsabili delle produzioni cinematografiche sono normalmente contenti delle vendite di 20.000-30.000 dvd, ma l'ennesima sorpresa di Unplanned è che "abbiamo venduto circa 235.000 [dvd] senza nemmeno fare pubblicità", dal momento che è stato messo in vendita su Amazon solo venerdì 9 agosto.Incredibile miracolo della vita ed ennesima testimonianza di quanto il sentimento umano, di ogni colore, religione e convinzione politica, sia attratto dalla verità e dalla vita umana. "Cosa significa tutto quello che sta accadendo?". Si è chiesto lo stesso Solomon. "Significa che abbiamo una nazione che ha fame di storie sulla vita, ma non solo: di storie vere, di testimonianze che rivelino la verità sulla vita del concepito e sulla crudeltà dell'aborto".Per i produttori il successo che sta avendo la pellicola è una vera e propria grazia di Dio, non tanto e non solo per l'incasso ma soprattutto per il bene diffuso da questa storia nella società americana. «Quando abbiamo iniziato, eravamo molto preoccupati e molto spaventati, poi lo Spirito Santo e ci ha incitato a "non aver paura. Questo film è per la mia gloria"». Aggiunge Solomon: «So che migliaia di persone potrebbero non crederci, ma questo è esattamente quello che è successo».Da parte sua, anche l'altro co-regista, Chuck Konzelman, si è detto stupito di come sta andando il film: "Siamo sorpresi ogni giorno. Siamo sorpresi dagli ostacoli, siamo sorpresi dal modo in cui ogni avversità sembra contenere nel seme un bene equivalente o maggiore".Nota di BastaBugie: Valerio Pece nell'articolo seguente dal titolo "Unplanned, arriva in Italia il film-verità sull'aborto" intervista Federica Picchi, fondatrice della Dominus Production, che è riuscita ad acquisire i diritti di Unplanned.Ecco l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 10 settembre 2019:Unplanned sarà distribuito in Italia. Dopo un'estenuante trattativa, durata più di sei mesi, Federica Picchi, fondatrice della Dominus Production, è riuscita a ottenere i diritti per la distribuzione italiana del film che negli Stati Uniti sta suscitando un duro ma provvidenziale dibattito tra pro life e pro choice sul tema caldo dell'aborto. Una pellicola che è riuscita a risvegliare moltissime coscienze addormentate, mettendo così in serio imbarazzo il mainstream progressista.Unplanned narra la storia (vera) di Abby Johnson, una donna di 39 anni convertita alla causa pro vita dopo aver lasciato il suo lavoro alla Planned Parenthood, la potentissima organizzazione abortista che le aveva affidato la direzione di una clinica nel Texas (premiandola, nel 2008, come «dipendente dell'anno»). La svolta per Abby Johnson arrivò nel 2009, quando, a causa di un'improvvisa carenza di personale, le chiesero di coadiuvare un medico in un'operazione di routine: abortire un feto alla tredicesima settimana. Nel vedere il bambino contorcersi disperatamente e scappare per evitare di essere risucchiato dall'aspiratore, Abby Johnson comprese per la prima volta la grande menzogna nascosta dietro al "diritto" all'aborto.La Nuova Bussola, che si era già occupata del film (clicca qui), ha raggiunto telefonicamente Federica Picchi per un'intervista.Federica Picchi, lei ha scritto testualmente in un suo recente post: "È stato il film più difficile da prendere della mia vita". Ci spiega perché la trattativa è stata così complicata?Le trattative di acquisto di film internazionali importanti sono tutte abbastanza complesse. Solitamente però il dialogo si porta avanti con una sola persona, produttore o agente che sia. Per Unplanned, invece, le interfacce sono state davvero molte. Non mi è mai capitato di dovermi confrontare con così tanti soggetti differenti: i produttori, poi i due registi, e ancora i produttori esecutivi...Come spiega questi dialoghi "obbligati" a cui si è dovuta sottoporre?Unplanned è un film nato da un loro enorme atto di amore e di coraggio, quindi chi entra nel loro team è giusto che abbia le carte in regola, che abbia il loro stesso sentire. Dovevo meritarlo, mettiamola così.Che non cercassero un distributore a caso, visto il tema delicato, possiamo immaginarlo. Colpisce però la sua tenacia nell'aspettare per così tanto tempo un loro "sì".Quando una casa sta bruciando e trovi un estintore non solo funzionante ma di grande efficacia, nessun ostacolo burocratico, nessun vincolo, pesante che sia, ha il potere di piegarti. Le infinite interruzioni della trattativa e riprese di dialogo mi avrebbero forse fatto desistere se si fosse trattato di un film con un tema differente.E invece?È che Unplanned è più di un film. È lo strumento che permetterà di scoperchiare finalmente il vaso di Pandora, proiettando un fascio di luce nell'angolo più buio della storia dell'umanità. Questo dev'essere chiaro a tutti.Tra l'altro nei cinema statunitensi Unplanned è andato benissimo.Oltre ogni più rosea aspettativa. Solo nel primo fine settimana di proiezione ha portato in sala più di un milione di persone. Un successo enorme. Le persone sono attirate dalla Verità e Unplanned è decisamente il film-verità più netto e convincente mai girato. Non a caso è stato furiosamente boicottato.Cioè?La prima di Unplanned è stata preceduta da una indecorosa campagna di attacchi contro Pure Flix, il distributore americano. Oltre a bloccare l'account Twitter ufficiale del film, molti media hanno accuratamente evitato di dare la notizia della sua uscita...Malgrado i numeri al botteghino?Sì, malgrado i cinema pieni. Il perché è semplice: Unplanned ha il torto di attaccare la più grande azienda di aborti di massa del mondo: Planned Parenthood. Ci sono troppi interessi dietro al "business" dell'aborto... I fautori di questo crimine, vestito di finta libertà, hanno paura. Temono che le persone e l'intera opinione pubblica possano scoprire la verità e cambiare idea, come successo ad Abby Johnson. Questo per loro è inaccettabile.Cosa si aspetta dal pubblico italiano?Guardi, nella nostra società si può mostrare qualsiasi cosa, è assolutamente tutto lecito. La rappresentazione della nascita di un essere umano nel grembo di sua madre, però, può essere causa di divieti, denunce, ordinanze; il caso del manifesto con un feto vietato a Roma dal sindaco Raggi parla da solo. Dico solo questo al pubblico italiano: vedere è il primo passo per capire. Se qualcuno non vuole che la realtà dell'aborto venga mostrata, Unplanned ha la folle pretesa di abbattere questo tabù. È una sfida al sistema, forse la più importante mai fatta dal cinema.Quanto si dovrà aspettare per l'uscita del film nelle sale?Ora che sono definiti tutti i diritti inizia il vero lavoro del distributore: il doppiaggio, gli adattamenti video, le lavorazioni grafiche, le autorizzazioni tecnico-burocratiche, la stipula dei contratti di fornitura con le sale cinematografiche partner dell'uscita. Non ultimo dobbiamo informare il pubblico dell'arrivo di questo meraviglioso film.Si può ipotizzare una data?Lavorandoci intensamente spero di portarlo nelle sale per il prossimo 30 gennaio.La Dominus Production ha già portato in Italia pellicole di impatto, come Cristiada (film sulla persecuzione anticattolica del popolo messicano), Una canzone per mio padre (la storia vera di Bart Miller e della sua canzone volata in cima alle classifiche americane), God's Not Dead 1 e 2. Come si colloca Unplanned in questa galleria e cosa significa per lei questo nuovo film?È il film che aspettavo da una vita. È quello che da solo giustifica tutte le fatiche e i sacrifici fatti per la creazione dei Dominus Production. Per chiudere il contratto di questo film ho accettato costi e rischi ben al di sopra delle nostre possibilità, e che sinceramente non avrei mai assunto per nessun'altra pellicola. Da qui molte notti insonni... Distribuirlo in Italia è un lavoro enorme e una responsabilità grande, ma con l'aiuto di tutti i supporter nazionali e territoriali di Dominus possiamo farcela.Il popolo pro vita che aspettava trepidante questo film ha ora un modo concreto per sostenere il progetto Unplanned?Trattandosi del film di denuncia più importante mai uscito in Italia, desidero che la promozione per Unplanned sia più imponente di qualsiasi altra pellicola uscita nel nostro Paese. Chiediamo dunque un sostegno forte a tutti coloro che combattono la cultura di morte che ci circonda e che sognano invece una vera "Rivoluzione della Vita".
Considerazioni sulla societá che ci programma fin da piccoli.
Dovevo togliermi un sassolino dalle scarpe. Non aspettatevi nulla di sensato.
Quando ho iniziato a lavorare come Igienista Dentale, ho capito molto presto che non bastava avere una tecnica formidabile per fare un buon lavoro con i miei pazienti. Da allora ho iniziato a studiare come comunicare meglio con loro.
Dovevo scattare una foto ad una ragazza vestita da Elastigirl e rendere l'effetto del suo potere: quello di allungarsi. La community di DDMfotografia mi viene in soccorso!Ecco lo scatto finito: blob:https://web.telegram.org/c8c73c9f-8f82-4194-8e60-b3fd32760bd8Se non avete Telegram lo potete trovare qui su Instagram: https://instagram.com/p/BpIJJ2iisYd/Per votare questo podcast al Festival del podcasting come miglior podcast esordiente votate qui:https://www.facebook.com/plugins/post.php?href=https%3A%2F%2Fwww.facebook.com%2Ffestivaldelpodcasting%2Fposts%2F1902374163392905&Grazie a bensound.com per la musica!===Contatti===Telegram contatto diretto con me:https://t.me/danieledimauroCanale Telegram per essere informati sulle mie attività:https://t.me/ddmfotografiaPer vedere le mie foto:https://www.instagram.com/ddmfotografia/Se vuoi aiutarmi con una recensione:https://itunes.apple.com/it/podcast/ddmfotografia/id1412369026?mt=2
di Paolo Tomaselli11 luglio 2010, Johannesburg: la notte in cui "Andrecito" Iniesta diventò definitivamente Don Andrés. Segnando il gol che porta per la prima volta la Spagna sul tetto del mondo. E ricordando, nella sua esultanza, non la moglie, i figli o Emili e Raul (il motivatore e il fisioterapista, per lui insostituibili), ma qualcuno che non c’è più: il suo vecchio amico (e compagno delle nazionali giovanili) Dani Jarque, che se n’era andato un anno prima. Destino? Parola troppo complessa per lui: «Dovevo essere lì in quel momento per buttare dentro quel pallone. Ed ero lì».
di Paolo Tomaselli11 luglio 2010, Johannesburg: la notte in cui "Andrecito" Iniesta diventò definitivamente Don Andrés. Segnando il gol che porta per la prima volta la Spagna sul tetto del mondo. E ricordando, nella sua esultanza, non la moglie, i figli o Emili e Raul (il motivatore e il fisioterapista, per lui insostituibili), ma qualcuno che non c’è più: il suo vecchio amico (e compagno delle nazionali giovanili) Dani Jarque, che se n’era andato un anno prima. Destino? Parola troppo complessa per lui: «Dovevo essere lì in quel momento per buttare dentro quel pallone. Ed ero lì».