Italian politician, king of Sardinia-Piemont and Italy
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Vittorio Emanuele II fu il primo re d'Italia, protagonista del Risorgimento. Con Cavour e Garibaldi portò all'unificazione nazionale nel 1861.
Il podcast di Alessandro Barbero: Lezioni e Conferenze di Storia
Dal Festival della Mente 2010 di Sarzana, il prof. Barbero racconta di Vittorio Emanuele II, per il ciclo “Pensare l'Italia”Video originale: https://www.youtube.com/watch?v=LAHJdvP9wp4Festival della Mente: https://festivaldellamente.itCommunity: https://barberopodcast.it/discordTwitter: https://twitter.com/barberopodcastFacebook: https://facebook.com/barberopodcastInstagram: https://instagram.com/barberopodcastGeorge Street Shuffle by Kevin MacLeodLink: https://incompetech.filmmusic.io/song/3800-george-street-shuffleLicense: http://creativecommons.org/licenses/by/4.0/
Alessandro Barbero al Festival della Mente: Lezioni e Conferenze di Storia
Dal Festival della Mente 2010 di Sarzana, il prof. Barbero racconta di Vittorio Emanuele II, per il ciclo “Pensare l'Italia”Video originale: https://www.youtube.com/watch?v=LAHJdvP9wp4Festival della Mente: https://festivaldellamente.itCommunity: https://barberopodcast.it/discordTwitter: https://twitter.com/barberopodcastFacebook: https://facebook.com/barberopodcastInstagram: https://instagram.com/barberopodcastGeorge Street Shuffle by Kevin MacLeodLink: https://incompetech.filmmusic.io/song/3800-george-street-shuffleLicense: http://creativecommons.org/licenses/by/4.0/
CAMPOBELLO DI MAZARA (TRAPANI) (ITALPRESS) - "Mi sono attivato per cercare di capire dove potevamo realizzare questo murale. Potevano essere tanti i posti da potere utilizzare, ma ho deciso di farlo in questo sito che è a pochi metri di distanza dall'ultimo covo di Messina Denaro, che ha rappresentato un momento nefasto per la nostra comunità". Così il sindaco di Campobello di Mazara, Giuseppe Castiglione, a margine della cerimonia di inaugurazione nel comune del trapanese di un murale in memoria dei giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, nell'ambito del progetto "Le Strade da Seguire...", ideato e portato avanti dalla Fondazione Federico II. L'opera è stata collocata in via Vittorio Emanuele II, a pochi passi dal covo in cui ha trascorso gli ultimi anni di latitanza il boss Matteo Messina Denaro, prima di essere catturato dai Carabinieri del ROS il 16 gennaio 2023. "Oggi questo murale - aggiunge il primo cittadino - vuole rappresentare ancora una volta, se ce ne fosse bisogno, il risveglio della città, anche con questo mezzo, così maestoso, che guarda proprio verso il covo di Messina Denaro per dire che lo Stato è più forte, che lo Stato vince e che la gente per bene sta da questa parte e non sicuramente dalla parte dove guarda il murale stesso. Questo è un significato che io voglio lanciare fortemente alla nostra città, ma soprattutto ai giovani. La scritta che ho deciso di fare appoggio sul murale è proprio rivolta ai giovani. Se i giovani negheranno la condivisione e il consenso, la mafia svanirà nell'obbligo. Questo è un messaggio forte e chiaro che io voglio lanciare ai giovani, su cui Campobello deve puntare e deve sperare per un futuro migliore della nostra Campobello". xa3/vbo/gtr
CAMPOBELLO DI MAZARA (TRAPANI) (ITALPRESS) - "Mi sono attivato per cercare di capire dove potevamo realizzare questo murale. Potevano essere tanti i posti da potere utilizzare, ma ho deciso di farlo in questo sito che è a pochi metri di distanza dall'ultimo covo di Messina Denaro, che ha rappresentato un momento nefasto per la nostra comunità". Così il sindaco di Campobello di Mazara, Giuseppe Castiglione, a margine della cerimonia di inaugurazione nel comune del trapanese di un murale in memoria dei giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, nell'ambito del progetto "Le Strade da Seguire...", ideato e portato avanti dalla Fondazione Federico II. L'opera è stata collocata in via Vittorio Emanuele II, a pochi passi dal covo in cui ha trascorso gli ultimi anni di latitanza il boss Matteo Messina Denaro, prima di essere catturato dai Carabinieri del ROS il 16 gennaio 2023. "Oggi questo murale - aggiunge il primo cittadino - vuole rappresentare ancora una volta, se ce ne fosse bisogno, il risveglio della città, anche con questo mezzo, così maestoso, che guarda proprio verso il covo di Messina Denaro per dire che lo Stato è più forte, che lo Stato vince e che la gente per bene sta da questa parte e non sicuramente dalla parte dove guarda il murale stesso. Questo è un significato che io voglio lanciare fortemente alla nostra città, ma soprattutto ai giovani. La scritta che ho deciso di fare appoggio sul murale è proprio rivolta ai giovani. Se i giovani negheranno la condivisione e il consenso, la mafia svanirà nell'obbligo. Questo è un messaggio forte e chiaro che io voglio lanciare ai giovani, su cui Campobello deve puntare e deve sperare per un futuro migliore della nostra Campobello". xa3/vbo/gtr
CAMPOBELLO DI MAZARA (TRAPANI) (ITALPRESS) - "Lo Stato anche se in un periodo lungo vince sempre. E quindi dobbiamo andare avanti in questa direzione, cercando che la società di domani sia migliore di quella di oggi. Certo, in questi trent'anni che ci separano dalla strage di Capaci, ci sono stati vari momenti, varie illusioni e varie delusioni. Una delle ultime delusioni è vedere che, nonostante tutto, la mafia continua a esserci, con gli arresti che sono stati fatti ultimamente: 180 mafiosi in carcere. Però li abbiamo messi in carcere". Così Maria Falcone, presidente della Fondazione Falcone, a margine della cerimonia di inaugurazione nel comune del trapanese di un murale in memoria dei giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, nell'ambito del progetto "Le Strade da Seguire...", ideato e portato avanti dalla Fondazione Federico II. L'opera è stata collocata in via Vittorio Emanuele II, a pochi passi dal covo in cui ha trascorso gli ultimi anni di latitanza il boss Matteo Messina Denaro, prima di essere catturato dai Carabinieri del ROS il 16 gennaio 2023. "Io credo che chi guarderà questo murale - sottolinea - si ricorderà che cosa ha significato per l'Italia tutta il 23 maggio e il 19 luglio del '92. Però quelle date rappresentano uno spartiacque tra quello che era prima e quello che è dopo. Adesso, anche attraverso il loro lavoro che si è perpetuato negli anni, abbiamo tutti quei mezzi per combattere la mafia che prima non c'erano. Giovanni e Paolo hanno lavorato in un clima completamente diverso perché mancavano appunto i mezzi. Adesso i magistrati, le forze dell'ordine ce li hanno. Hanno una legislazione che ci invidia il mondo. Una legislazione antimafia che ci invidia il mondo. Quindi dobbiamo continuare in questa direzione. Soprattutto educando i giovani". xa3/vbo/gtr
CAMPOBELLO DI MAZARA (TRAPANI) (ITALPRESS) - "Lo Stato anche se in un periodo lungo vince sempre. E quindi dobbiamo andare avanti in questa direzione, cercando che la società di domani sia migliore di quella di oggi. Certo, in questi trent'anni che ci separano dalla strage di Capaci, ci sono stati vari momenti, varie illusioni e varie delusioni. Una delle ultime delusioni è vedere che, nonostante tutto, la mafia continua a esserci, con gli arresti che sono stati fatti ultimamente: 180 mafiosi in carcere. Però li abbiamo messi in carcere". Così Maria Falcone, presidente della Fondazione Falcone, a margine della cerimonia di inaugurazione nel comune del trapanese di un murale in memoria dei giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, nell'ambito del progetto "Le Strade da Seguire...", ideato e portato avanti dalla Fondazione Federico II. L'opera è stata collocata in via Vittorio Emanuele II, a pochi passi dal covo in cui ha trascorso gli ultimi anni di latitanza il boss Matteo Messina Denaro, prima di essere catturato dai Carabinieri del ROS il 16 gennaio 2023. "Io credo che chi guarderà questo murale - sottolinea - si ricorderà che cosa ha significato per l'Italia tutta il 23 maggio e il 19 luglio del '92. Però quelle date rappresentano uno spartiacque tra quello che era prima e quello che è dopo. Adesso, anche attraverso il loro lavoro che si è perpetuato negli anni, abbiamo tutti quei mezzi per combattere la mafia che prima non c'erano. Giovanni e Paolo hanno lavorato in un clima completamente diverso perché mancavano appunto i mezzi. Adesso i magistrati, le forze dell'ordine ce li hanno. Hanno una legislazione che ci invidia il mondo. Una legislazione antimafia che ci invidia il mondo. Quindi dobbiamo continuare in questa direzione. Soprattutto educando i giovani". xa3/vbo/gtr
CAMPOBELLO DI MAZARA (TRAPANI) (ITALPRESS) - "Certamente la missione della Fondazione Federico II vuole essere quella di portare la gente a capire quali siano veramente le strade da seguire e questo è il nostro claim. Purtroppo la Sicilia è conosciuta per essere la terra di Riina, Provenzano, Matteo Messina Denaro, invece noi riteniamo che la Sicilia sia differente, sia la Sicilia di Falcone, Borsellino, Boris Giuliano, Carlo Alberto della Chiesa. Allora abbiamo voluto intraprendere questo percorso all'interno delle nove province siciliane e adesso devo dire che a macchia d'olio oggettivamente sembra che stia attecchendo sempre di più una voglia di riscatto di quella Sicilia assolutamente differente dagli stereotipi a cui ci associano". Così Gaetano Galvagno, presidente dell'Ars e della Fondazione Federico II, a margine della cerimonia di inaugurazione nel comune di Campobello di Mazara, nel trapanese, di un murale in memoria dei giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, nell'ambito del progetto "Le Strade da Seguire...", ideato e portato avanti proprio dalla Fondazione Federico II. Uno dei tanti già realizzati e sono decine le opere pronte a essere realizzate da est a ovest, da sud a nord dell'Isola. Il murale è stato collocato in via Vittorio Emanuele II, a pochi passi dal covo in cui ha trascorso gli ultimi anni di latitanza il boss Matteo Messina Denaro, prima di essere catturato dai Carabinieri del ROS il 16 gennaio 2023. xa3/vbo/gtr
CAMPOBELLO DI MAZARA (TRAPANI) (ITALPRESS) - "Certamente la missione della Fondazione Federico II vuole essere quella di portare la gente a capire quali siano veramente le strade da seguire e questo è il nostro claim. Purtroppo la Sicilia è conosciuta per essere la terra di Riina, Provenzano, Matteo Messina Denaro, invece noi riteniamo che la Sicilia sia differente, sia la Sicilia di Falcone, Borsellino, Boris Giuliano, Carlo Alberto della Chiesa. Allora abbiamo voluto intraprendere questo percorso all'interno delle nove province siciliane e adesso devo dire che a macchia d'olio oggettivamente sembra che stia attecchendo sempre di più una voglia di riscatto di quella Sicilia assolutamente differente dagli stereotipi a cui ci associano". Così Gaetano Galvagno, presidente dell'Ars e della Fondazione Federico II, a margine della cerimonia di inaugurazione nel comune di Campobello di Mazara, nel trapanese, di un murale in memoria dei giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, nell'ambito del progetto "Le Strade da Seguire...", ideato e portato avanti proprio dalla Fondazione Federico II. Uno dei tanti già realizzati e sono decine le opere pronte a essere realizzate da est a ovest, da sud a nord dell'Isola. Il murale è stato collocato in via Vittorio Emanuele II, a pochi passi dal covo in cui ha trascorso gli ultimi anni di latitanza il boss Matteo Messina Denaro, prima di essere catturato dai Carabinieri del ROS il 16 gennaio 2023. xa3/vbo/gtr
Pier Giorgio Viberti"Le grandi battaglie dei Savoia"Edizioni del Capricornowww.edizionidelcapricorno.it“Il sole del 25 illuminò uno degli spettacoli più orribili che possano presentarsi all'immaginazione. Il campo di battaglia è dovunque ricoperto di cadaveri di uomini e di cavalli: le strade, i fossati, i burroni, i cespugli sono disseminati di corpi morti e i dintorni di Solferino ne sono letteralmente cosparsi” (Henry Dunant) Dalla battaglia di Staffarda all'invasione francese del ducato di Savoia, dall'assedio di Torino al campo trincerato dell'Assietta, dalla battaglia di Custoza alla seconda guerra d'indipendenza, con le battaglie di Magenta, Solferino e San Martino. Partendo dal contesto storico, il saggio di Pier Giorgio Viberti analizza le cause, le tattiche militari, le armi, i protagonisti e le conseguenze delle battaglie che hanno segnato l'affermarsi di casa Savoia, dalle modeste origini feudali alla costruzione dell'unità nazionale. Con un ricco apparato iconografico e approfondimenti sui protagonisti delle vicende descritte.La storia del Piemonte è stata «plasmata» da una serie interminabile di conflitti armati che ebbero come protagonista la dinastia sabauda e che fecero del ducato nel Seicento e Settecento il più agguerrito Stato italiano. Il saggio si sofferma su alcuni momenti cruciali, dalla «rinascita» del ducato a opera di Emanuele Filiberto, dopo la battaglia di San Quintino (1557), fino alla seconda guerra d'Indipendenza (1859). L'epoca delle «grandi» battaglie dei Savoia, coincide con l'inizio dello scontro tra Francia e Spagna per il predominio continentale, nei primi decenni del Cinquecento, quando il Piemonte divenne il passaggio obbligato delle armate transalpine che scendevano a combattere in Lombardia gli eserciti spagnoli. La prima battaglia presa in considerazione, quella di San Quintino, non fu una battaglia “dei” Savoia ma una battaglia di “un Savoia”, infatti, Emanuele Filiberto “Testa di ferro”, governatore dei Paesi Bassi, comandava le truppe spagnole e alla battaglia prese parte anche un manipolo di fanti piemontesi. Grazie a quella vittoria Emanuele Filiberto recuperò la Savoia e alcuni territori piemontesi, trasferendo successivamente la capitale da Chambéry a Torino. Vengono poi analizzate le battaglie di Vittorio Amedeo II, la “Volpe Savoiarda” (la battaglia di Staffarda del 1690, la battaglia della Marsaglia del 1693, l'assedio di Verrua del 1704, l'assedio di Torino del 1706, il caso più spettacolare di una lotta fra artiglierie pesanti e massicce fortificazioni): grazie alle conquiste territoriali così ottenute il ducato diventerà regno. La forza militare dei Savoia fu poi confermata nel corso della successiva guerra di Successione austriaca, quando le truppe di Carlo Emanuele III inflissero una durissima sconfitta ai francesi nella battaglia del colle dell'Assietta (1747). Seguono le battaglie di Carlo Alberto, il “Re Tentenna” (Curtatone e Montanara, Goito, Custoza, Mortara e la sconfitta di Novara che porterà Carlo Alberto ad abdicare); infine, quelle di Vittorio Emanuele II (la battaglia di Montebello del 1859, quella di Magenta, quindi Solferino e San Martino). Arrivando così all'11 luglio del 1859, quando Napoleone III e Francesco Giuseppe firmarono a Villafranca l'armistizio che pose fine al conflitto. L'AUTORE:Pier Giorgio Viberti è nato nel 1950 a Fossano (Cuneo) e si è trasferito giovanissimo a Torino, dove si è laureato prima in Lettere, poi in Scienze Politiche. Nel capoluogo piemontese ha trascorso tutta la sua vita di insegnante in istituti d'istruzione secondaria superiore. A partire dal nuovo millennio ha svolto un intenso lavoro nel campo dell'editoria scolastica, per la quale ha pubblicato numerose grammatiche (la prima è del 2002) rivolte alla scuola media inferiore e al biennio delle superiori. Per le scuole medie ha pubblicato, fra l'altro, Oltre il Duemila (ultima edizione 2012), che è stato per qualche anno in testa alle classifiche italiane nello specifico settore dei libri consigliati.In ambito storico ha pubblicato: Il Duca, il Condottiero, l'Eroe. Storia dei protagonisti dell'assedio di Torino del 1706 (Zedde Editore, 2011), Gli uomini del disonore. Mito, storia e attualità del pianeta mafia (Edisco, 2013), Lager. Inferno e follia dell'Olocausto (Giunti, 2018). I suoi ultimi lavori sono una grammatica per la scuola secondaria inferiore (SEI, 2022), una grammatica per il biennio delle superiori (Capitello, 2023) e un corso di storia in tre volumi per la secondaria inferiore, intitolato Il nostro tempo. Dalle storie alla storia (Principato, 2023). Per Capricorno ha pubblicato Amori e amanti alla corte dei Savoia (2023). IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
Discover Rome's most dramatic monument, the Vittoriano! Journey Joe reveals why this controversial 'Wedding Cake' building offers the city's best panoramic views, shares the perfect time for rooftop photos, and explains why the glass elevator is a must-do experience. Learn how to avoid the crowds, find the hidden museum, and combine your visit with the charming Monti neighborhood.And you can do most of this for FREETOURS MENTIONED IN THIS EPISODE Unlock an ad-free podcast experience with Caloroga Shark Media! Get all our shows on any player you love, hassle free! For Apple users, hit the banner on your Apple podcasts app. For Spotify or other players, visit caloroga.com/plus. No plug-ins needed! You also get 20+ other shows on the network ad-free!
“Non ci sono problemi, tu mi dici quello che devo fare e io lo faccio”. Così ci immaginiamo Garibaldi nei confronti di Vittorio Emanuele II, una sorta di Pino la Lavatrice ante litteram. Ebbene, dovete sapere che Giuseppe non si faceva mettere i piedi in testa da nessuno, semplicemente non aveva troppa voglia di litigare e sprecare preziose energie. E, comunque, la parola “Obbedisco” non è mai uscita dalla sua bocca.See omnystudio.com/listener for privacy information.
Andiamo alla scoperta del calendario degli appuntamenti della la XXVII ed del Maggio all'infanzia, dal titolo di foglia in foglia, il festival di teatro per le nuove generazioni, con la direzione artistica di Teresa Ludovico, a cura di Cacilia Cangelli e la consulenza pedagogica di Giorgio Testa.Vediamo insieme gli appuntamenti di sabato 25 maggio 2024, una giornata di tra teatro, arti circensi ed eventi corali in piazza, con il debutto nazionale al Teatro Kismet di Bari per lo spettacolo Poli Pop, mentre a Molfetta continuano gli appuntamenti circensi e a Monopoli le strade si colorano con la parata Fiesta!Il programma del festival di teatro per le nuove generazioni organizzato da Fondazione S.A.T. vede un importante debutto nazionale al Teatro Kismet di Bari alle ore 18.30: la compagnia coreana Brush Theatre presenta Poli Pop – Il viaggio di Poli e Pola, spettacolo in coreano con sottotitoli in italiano, diretto da Byung Wook Cho. Dalla stanza dei due protagonisti parte un viaggio surreale e onirico, pieno di sorpresa e gioia, dove con stratagemmi tecnologici ed effetti speciali il pubblico viaggia in isole sconosciute, mari in tempesta, deserti egiziani, metropoli lontane, feste in maschera e altro ancora… Ma Poli e Pola non sanno che c'è qualcos'altro in agguato nell'ombra: un feroce mostro alieno! Spettacolo realizzato in collaborazione con l'Istituto Culturale Coreano in Italia e KOFICE – Korean Foundation for International Cultural Exchange. In replica anche domenica 26 maggio alle ore 18. Sempre a Bari, nello chapiteau del Circo Madera installato nel piazzale interno del teatro proseguono gli appuntamenti circensi con Gran Cabaret Madera, in programma alle ore 21. Uno spettacolo che è un vero e proprio elogio al fallimento! Silvia Laniado, Roberto Sblattero, Nicola Bertazzoni, Donatella Zaccagnino e Isaac Valle interpretano una serie di personaggi improbabili, nel tentativo fare il proprio numero, ma c'è sempre qualcosa che va storto. Gli inaspettati imprevisti che entrano in scena diventano però l'occasione per aprire nuovi e sorprendenti scenari.Lo spettacolo sarà in replica anche domenica 26 maggio alle ore 11 e 19.30. Nello chapiteau del Circo Paniko a Molfetta, invece, sono tre gli spettacoli in programma sabato. Si parte alle ore 11 con Otto Panzer show, dove l'irriverente clown farà divertire grandi e piccini tra gag e scanzonati numeri di magia. Alle ore 18 si passa a Cabaret Paniko, spettacolo che raccoglie i migliori talenti del collettivo, unendo così i numeri più classici a quelli più sperimentali e di ricerca. Alle ore 21 poi nuova replica di Apocalippo: tra musica e acrobazie, senza morale e con disarmante ironia, lo spettacolo accoglie la preoccupazione di questo tempo, giocando a confondere punti di vista, per disorientare e perdersi, unica condizione per potersi ritrovare.A Monopoli invece l'appuntamento è alle ore 18 con la parata di strada Fiesta dopo il rinvio causato dalle cattive condizioni meteo della scorsa domenica. Da largo Garibaldi si muove l'allegro corteo realizzato da Teatro Due Mondi, che coinvolgerà adulti e bambini, percorrendo le strade del centro storico per arrivare poi in piazza Vittorio Emanuele II. Non un semplice corteo, ma uno spettacolo itinerante che trasforma le strade in una festa di ambiente sudamericano. Federica Belmessieri, Denis Campitelli, Tanja Horstmann, Angela Pezzi, Maria Regosa e Renato Valmori, diretti da Alberto Grilli, in un insieme onomatopeico di lingue, raccontano delle piccole storie burlesche, liberamente ispirate a un racconto di Gabriel Garcia Márquez. Appuntamenti adatti a un pubblico di tutte le età. Il programma completo e il botteghino del Maggio all'infanzia è disponibile sul sito www.maggioallinfanzia.it
Il programma completo con il botteghino è disponibile sul sito www.maggioallinfanzia.itXXVII EDIZIONE DEL FESTIVAL MAGGIO ALL'INFANZIAProseguono gli appuntamenti negli chapiteau a Bari e MolfettaDomenica a Monopoli la parata di strada ‘Fiesta' e un esito laboratoriale19 maggio 2024Le strade di Monopoli si animano per un'allegra parata, mentre le arti circensi sono protagoniste a Bari e Molfetta: domenica 19 maggio proseguono gli appuntamenti della XXVII edizione del Maggio all'infanzia, festival di teatro per le nuove generazioni con la direzione artistica di Teresa Ludovico. Gli spettacoli negli chapiteau madera e panikoGli eventi circensi partono nel capoluogo con il Circo Madera, che nello chapiteau installato nel piazzale interno del Teatro Kismet: doppia replica alle 18 e alle 21 per Hesperus. Isaac Valle, Nicola Bertazzoni, Silvia Laniado, Roberto Sblattero, Donatella Zaccagnino e Luca Costanzo, diretti da Silvia Laniado, in uno spettacolo che è esplosione di vitalità, unendo musica dal vivo, acrobatica, comicità e non-sense per il divertimento di grandi e piccini.A Molfetta, invece, lo chapiteau del Circo Paniko si staglia tra gli alberi del Parco urbano Baden Powell: dopo il grande successo dell'inaugurazione, la programmazione prosegue domenica. Alle 11.30 in scena Bagatella, un viaggio senza destinazione, per il piacere di perdersi e vagare con leggerezza. Talbò, attraverso acrobazie e giochi clown invita i più piccoli e i grandi ad incontrarsi e a rivivere suggestione di un tempo forse remoto, ricordandoci che non si smette di giocare perché si invecchia, ma si invecchia perché si smette di giocare. Doppia replica per Apocalippo (ore 18 e ore 21): senza morale e con disarmante ironia, lo spettacolo accoglie la preoccupazione di questo tempo, giocando a confondere punti di vista, per disorientare e perdersi, unica condizione per potersi ritrovare. Biglietto Circo Madera 7 euro, biglietto Circo Paniko 3 euro con offerta libera a fine spettacolo, disponibili al botteghino a partire da un'ora prima dello spettacolo e sul circuito Vivaticket.comGli appuntamenti a MonopoliA Monopoli in programma due eventi gratuiti. C'è grande attesa per Fiesta, la parata di strada organizzata da Teatro due mondi. Un colorato e allegro corteo che parte alle 19 da largo Giuseppe Garibaldi, in un percorso che termina in piazza Vittorio Emanuele II accompagnato da tamburi, costumi colorati, trampolieri e fuochi, per un evento dalla forte spettacolarità.Al Fly Arti, invece, alle 17 si tiene la lezione aperta a chiusura del laboratorio curato da Gianna Grimaldi, intitolato Lib(e)ro Teatro.
Quando di parla della fine della Seconda guerra mondiale, si citano la liberazione partigiana, il 25 aprile, i festeggiamenti, ma quasi mai si racconta che l'Italia quella guerra l'aveva persa, assieme ad alcune delle sue terre. Si è fatto finta che la guerra e tutto quello che era successo nel ventennio fossero unicamente responsabilità di Mussolini, dei suoi gerarchi e di Vittorio Emanuele II. Una volta eliminati i primi a Dongo ed esautorato il secondo con il referendum, la resistenza è stata usata come alibi per non fare i conti con il passato - spiega Gianni Oliva, autore del libro “45 milioni di antifascisti. Il voltafaccia di una nazione che non ha fatto i conti con il Ventennio” (Mondadori, 228 p., € 21,00). Il titolo si riferisce alla frase attribuita a Churchill ‘In Italia sino al 25 luglio c'erano 45 milioni di fascisti; dal giorno dopo, 45 milioni di antifascisti. Ma non mi risulta che l'Italia abbia 90 milioni di abitanti'. Dopo la guerra cambiano i politici, ma questori, burocrati, magistrati, professori e giornalisti sono sempre gli stessi - commenta Gianni Oliva. RECENSIONI“L'oro e la patria” di Federico Fubini(Mondadori, 216 p., € 18,50)“Bella ciao” di Jacopo Tomatis(Il Saggiatore, 240 p., € 18,00)“La resistenza cattolica” di Silvio Mengotto(Paoline, 224 p., € 17,00)“La quarta compagna” di Orsola Severini(Fandango, 176 p., € 16,00)IL CONFETTINO“Cugini” di Caterina Manfrini(Einaudi Ragazzi, 256 p., € 12,00)
Si svolge domani, venerdì 22 marzo a Torino, il convegno che celebra i 40 anni di lavoro dell'AEV, L'Associazione Evangelica di Volontariato.“Volontarie e volontari: risorse per la società che cambia” è il titolo del convegno, che si terrà alle 15 nel salone della casa valdese in corso Vittorio Emanuele II a Torino.Il Convegno vuole essere un momento di incontro e di scambio tra persone che in questo settore operano e sono impegnate e si potrà seguire anche sulla pagina FB e sul Canale Youtube della Fondazione Centro culturale valdese.Claudia Giacone, membro dell'associazione, ci spiega in quale ambito nasce questo ente.Ascolta l'intervista
La Fondazione Centro Culturale Valdese di Torre Pellice e il Gruppo escursionisti protestanti di Torino organizzano per sabato 25 novembre una passeggiata nella Torino Protestante, alla scoperta di luoghi, quartieri, persone che raccontano la storia della presenza protestante nella città. La partenza è fissata alle 9,30 dal tempio valdese in corso Vittorio Emanuele II, con successivo spostamento a piazza Castello, Palazzo Madama e la Cittadella, piazza Carlo Felice alla scoperta dei templi metodisti, battisti, valdesi e luterani. Il percorso si concluderà alle 16 al tempio di corso Vittorio.Previsto pranzo al sacco nel tempio di corso Oddone.Info su fondazionevaldese.org.Intervista con Davide Rosso, direttore Fondazione Valdese di Torre Pellice
In questa lezione proseguiamo nello sforzo di portare alla luce l'incongruenza dell'entrata dell'Italia nella Triplice Alleanza, e lo facciamo richiamando la storia del primo martire dell'irredentismo giuliano, Guglielmo Oberdan, mandato al patibolo dall'imperatore Francesco Giuseppe nello stesso momento in cui veniva siglata l'alleanza fra Austria e Italia. Ma l'uscita del nostro Paese dall'asse francese, colonna portante dell'età risorgimentale, produce altri effetti negativi, primo fra tutti lo scoppio di una guerra doganale proprio con la Francia, che smetterà di acquistare prodotti italiani mandandoli fuori mercato con l'imposizione di dazi stellari. Ne paga le spese soprattutto il Meridione, mentre al governo si lavora perché l'alleanza con la Germania di Bismarck si traduca anche in un rapporto commerciale tale da compensare le perdite subite nell'interscambio con i partner di un tempo. In questi anni muoiono Vittorio Emanuele II, Mazzini e Garibaldi; Cavour è morto da tempo: ormai il Risorgimento sembra un tempo lontano... --- Send in a voice message: https://podcasters.spotify.com/pod/show/stefano-dambrosio5/message
Continua la mini serie dedicata alle gallerie commerciali italiane di fine '800. Questo episodio racconta la storia e le curiosità della Galleria Vittorio Emanuele II a Milano e del suo architetto, Mengoni.Quando, come e perchè è stata costruita?Quali erano le innovazioni teconologiche al centro della Galleria?Cosa è successo a Mengoni?Cosa fanno oggi tutte le persone che passano dalla Gallerie?Vuoi fare più collegamenti storici? Ascolta il podcast dedicato ad Hayez.Visita i nostri siti quellodiarte.com e italiantimezone.comBuy us a coffee here and here.Grazie mille!Giulia & Michelangelo
Pier Giorgio Viberti"Amori e amanti alla corte dei Savoia"Edizioni del Capricornohttps://edizionidelcapricorno.itAmori e amanti alla corte dei Savoia. Dietro le quinte della grande storia: un saggio godibile e documentato, in cui amori, amanti e tradimenti di casa Savoia rivelano meccanismi politici e sociali del Piemonte – e dell'Europa – dal '600 alla fine dell'800.Amori e amanti alla corte dei Savoia. Dagli amori di Madama Cristina, la prima Madama Reale, passando per quelli di Maria Giovanna Battista di Savoia-Nemours e gli intrighi dell'età di Vittorio Amedeo II, per arrivare fino agli anni di Vittorio Emanuele II, della Bela Rosin e della contessa di Castiglione: un saggio storico che unisce accuratezza e rigore documentale a un linguaggio leggero e piacevole, un modo nuovo e intrigante di rileggere le vicende dei Savoia e della loro corte.Attraverso il racconto delle strategie matrimoniali e della (spesso turbolenta) vita privata dei protagonisti di casa Savoia, si potranno leggere in filigrana e da una prospettiva inconsueta le vicende del costume e della grande storia europea. Per scoprire infine che, per i Savoia come per tutte le grandi dinastie europee, amore e politica non sono due mondi così lontani e incomunicabili.Pier Giorgio Viberti è nato nel 1950 a Fossano (CN) e si è trasferito giovanissimo a Torino, dove si è laureato prima in Lettere, poi in Scienze Politiche. Nel capoluogo piemontese ha trascorso tutta la sua vita di insegnante in istituti d'istruzione secondaria superiore. A partire dal nuovo millennio ha svolto un intenso lavoro nel campo dell'editoria scolastica, per la quale ha pubblicato numerose grammatiche (la prima è del 2002) rivolte alla scuola media inferiore e al biennio delle superiori. Per le scuole medie ha pubblicato, fra l'altro, Oltre il Duemila (ultima edizione 2012), che è stato per qualche anno in testa alle classifiche italiane nello specifico settore dei libri consigliati.In ambito storico ha pubblicato: Il Duca, il Condottiero, l'Eroe. Storia dei protagonisti dell'assedio di Torino del 1706 (Zedde Editore, 2011), Gli uomini del disonore. Mito, storia e attualità del pianeta mafia (Edisco, 2013), Lager. Inferno e follia dell'Olocausto (Giunti, 2018). I suoi ultimi lavori sono una grammatica per la scuola secondaria inferiore (SEI, 2022), una grammatica per il biennio delle superiori (Capitello, 2023) e un corso di storia in tre volumi per la secondaria inferiore, intitolato Il nostro tempo. Dalle storie alla storia (Principato, 2023).IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarehttps://ilpostodelleparole.itQuesto show fa parte del network Spreaker Prime. Se sei interessato a fare pubblicità in questo podcast, contattaci su https://www.spreaker.com/show/1487855/advertisement
Anna CavalleraInaugurata ieri, sabato 15 luglio, a Racconigi la mostra con i nuovi spazi espositivi dedicati alle opere dell'artista racconigese Carlo Sismonda, nella pinacoteca che porta il suo nome assieme a quello del pittore Giuseppe Augusto Levis.Curata da Anna Cavallera, con l'organizzazione artistica di Benedetta Lauro, “L'esposizione – spiega Cavallera - presenta una ventina di opere pittoriche e grafiche scelte che sono state generosamente messe a disposizione da collezionisti privati.I quadri intendono ripercorrere visivamente alcuni momenti salienti della lunga carriera stilistica dell'artista racconigese e spaziano dai dipinti incentrati sul paesaggio alle nature morte, tutte caratterizzate da un forte ed acceso cromatismo in un percorso sia stilistico che umano intrapreso nell'arte di Sismonda”.La pinacoteca civica di Racconigi era stata inaugurata il 19 dicembre 2021 e inizialmente tutto il piano terra dell'immobile era dedicato alle opere di Carlo Sismonda, ma da ieri sono stati dedicati nuovi spazi che ospitano i quadri provenienti da collezioni private. Benedetta Lauro giovane volontaria ha curato l'organizzazione artistica della mostra. Laureata in Storia dell'arte e conservazione dei beni artistici ad indirizzo moderno all'Università Ca' Foscari di Venezia Lauro ha discusso una tesi specialista nell'ambito incisorio. Appassionata alle opere di Sismondi ne ha approfondito la loro ‘lettura'.“Sismonda fu pittore appartenente alla grande tradizione figurativa italiana – spiega Benedetta Lauro - con accenti legati alla rivoluzione formale postimpressionista da Cézanne ai Fauves con al centro Van Gogh, la dialettica tra natura e simbolo e le derive neoespressioniste”.Tra le novità della pinacoteca Levis-Sismondi in occasione del riallestimento inaugurato negli ambienti espositivi del primo piano dell'immobile, hanno trovato una nuova collocazione anche alcune opere dell'artista Giuseppe Augusto Levis, che sono state sistemate secondo un ordine cronologico e per temi: dai panorami delle vallate piemontesi immortalati tra la fine del ‘800 all' inizio del ‘900, agli scorci relativi alla Prima Guerra Mondiale, fino alle prospettive olandesi, russe e del Nor Africa.La pinacoteca civica di Racconigi ha iniziato una nuova collaborazione con il museo civico Luigi Mallè di Dronero rappresentato dalla curatrice e storica dell'arte Ivana Mulatero. Frutto di questa sinergia atta a promuovere e valorizzare le due realtà espositive saranno le prossime iniziative previste in cui un opera di Carlo Sismonda fa da trait d'union tra le due sedi espositive in quanto fa parte della collezione appartenente al ‘fondo Berra' conservato nel museo Mallè. Sulla scia di questa sorta di ‘gemellaggio artistico' tra Racconigi e Dronero, nei prossimi mesi, saranno organizzati convegni e incontri a tema per approfondire, in modo più dettagliato, gli argomenti trattati nelle due esposizioni con il coinvolgimento di scuole, critici d'arte e personalità della cultura e delle associazioni che si occupano di beni artistici e culturali.La rassegna, promossa dalla Città di Racconigi, è organizzata dall'associazione culturale Carlo Sismonda Aps, insieme alle volontarie ed ai volontari della pinacoteca civica Levis Sismonda, con la segretaria Branca Lore Müller, in collaborazione con il museo civico Luigi Mallé ed il Comune di Dronero.La mostra è visitabile nella sede della pinacoteca in piazza Vittorio Emanuele II, 15, a Racconigi, fino al 15 luglio del 2024.Aperta sabato e domenica dalle 15,30 alle 18,30 ad offerta libera.Questo show fa parte del network Spreaker Prime. Se sei interessato a fare pubblicità in questo podcast, contattaci su https://www.spreaker.com/show/1487855/advertisement
Si svolge martedì 30 maggio a Torino il convegno «Come pane quotidiano», organizzato dall'associazione Fidapa, sezione torinese.La FIDAPA si adopera per la promozione della donna, sostenendo e coordinando le iniziative che favoriscono una consapevole partecipazione attiva alla vita sociale, amministrativa e politica.Obiettivo del convegno è parlare del "sistema cibo": prendersi cura della terra, degli altri e di sé per un domani sostenibile, costruire una rete per la realizzazione degli obiettivi dell'Agenda 2030, sperimentare l'agricoltura sociale e la cooperazione tra cittadini, imprese ed enti pubblici.Intervengono, tra gli altri, Giulietta Mazzotta che parlerà del progetto dell'orto sul tetto della chiesa chiesa metodista di Milano in via Lambertenghi e Patrizia Giachero, presidente GAL Escarton e Valli valdesi.Il convegno si svolgerà tra le 17 e le 19,30 nel salone della chiesa valdese di Torino, in corso Vittorio Emanuele II 23.
Venerdì 3 marzo si celebra la Giornata mondiale di preghiera delle donne, un'iniziativa ecumenica internazionale nata oltre un secolo fa.L'evento si celebra in oltre 170 paesi nel mondo e si propone di unire donne di varie etnie, culture e tradizioni in una giornata di preghiera comune. Ne parliamo con Annamaria Ratsimba, membro del comitato che organizza la Giornata di Preghiera nel pinerolese.Tra i vari appuntamenti, segnaliamo: - Ivrea: Venerdì 3 marzo un momento di culto e riflessione alle 20,30 al tempio valdese.- Bricherasio: Domenica 5 marzo una celebrazione ecumenica alle ore 15 nella chiesa cattolica.- Genova: sabato 4 marzo alle 15,30 al Don Bosco di Sampierdarena pomeriggio ecumenico con giochi, canti e preghiere per bambine e bambini delle scuole elementari.- Sanremo: sabato 4 marzo alle 16 alla chiesa luterana celebrazione aperta a tutti, con la partecipazione di sorelle e fratelli delle chiese anglicana, cattolica, luterana, ortodossa romena, valdese.- Torino: domenica 5 marzo alle 10,30 culto unificato nel tempio valdese di corso Vittorio Emanuele II, segui- to da agape comunitaria “porta e condividi”.
Si apre oggi mercoledì 18 gennaio, con diverse celebrazioni ecumeniche in tutta Italia, la Settimana di Preghiera per l'Unità dei Cristiani.Dal 18 al 25 la Settimana impegnerà le chiese e le comunità locali a riflettere sui percorsi comuni, ecumenici, di ricerca del bene e della giustizia. A Torino la celebrazione ecumenica di apertura si terrà alle 21 nel tempio valdese di corso Vittorio Emanuele II, con momenti di canto proposti dal Coro valdese e dal Coro ortodosso.Eugenia Ferreri, presidente della Commissione Evangelica per l'Ecumenismo, si occupa da anni di organizzare questo appuntamento e ricorda che il cammino ecumenico si costruisce con pazienza e costanza: "vedo la differenza di anno in anno. Quello che posso percepire è che, anche se non sono stati fatti passi importanti a livello teologico, non ci sono stati cambiamenti su argomenti importanti come ad esempio la questione dell'eucarestia, ma mi sembra che questi incontri siano sempre più fraterni e ci aiutino a capirci e comprenderci nelle rispettive differenze. Credo che siano passi in avanti anche questi piccoli passettini".Ascolta l'intervista completa
Giovedì 24 novembre si svolge a Torino il consueto convegno interreligioso di Ecumenica. Il tema scelto è “I giovani e le fedi. Realtà e prospettive”. Il convegno è promosso dal Centro Culturale Protestante, dal Comitato Interfedi della Città di Torino, dalla Chiesa Valdese, dal settimanale Riforma.Partecipano i rappresentanti delle fedi cristiane, ebraica, islamica, induista, buddista. L'intento è quello di analizzare e descrivere l'esigenza di spiritualità dei giovani e quali sono le proposte che offrono le varie religioni.Beppe Valperga, curatore di Ecumenica, ricorda l'aspetto ecumenico, interreligioso del progetto, nel rispetto delle differenze delle varie realtà di fede: "Vogliamo dimostrare che si può star bene assieme, se ci si aiuta a vicenda c'è un vantaggio per tutti. Ognuno può essere orgoglioso e felice della propria fede, ma deve essere consapevole che ogni fede può e deve convivere con le altre. Vogliamo che questi incontri interreligiosi siano un valore aggiunto, un momento di confronto pacifico e non di sopraffazione, come purtroppo succede in vari luoghi del mondo". Appuntamento dalle 18 alle 21 al Salone della Casa Valdese, in corso Vittorio Emanuele II 23, Il Convegno è sostenuto con i fondi dell'otto per mille della Chiesa Valdese.
Paolo RepettoChristo e Jeanne Claude ProjectsCastello di Miradolo15 ottobre 2022 - 16 aprile 2023A poco più di due anni dalla scomparsa di Christo Vladimirov Javacheff, il Castello di Miradolo dedica a Christo e Jeanne-Claude, la coppia che ha rivoluzionato il concetto di opera d'arte e il suo processo di realizzazione, la mostra Christo e Jeanne-Claude. Projects, che espone disegni, collages, fotografie e video delle loro opere più famose, insieme ad opere di alcuni artisti del Nouveau Réalisme e della Land Art che hanno influenzato la loro produzione artistica e il loro pensiero.Curata da Francesco Poli, Paolo Repetto e Roberto Galimberti, con il coordinamento generale di Paola Eynard, la mostra, realizzata grazie alla collaborazione con la Christo and Jeanne-Claude Foundation di New York, presenta circa sessanta opere accompagnate da un'ampia sezione fotografica e dalla proiezione dei video che documentano la realizzazione delle monumentali installazioni artistiche. Le opere di Christo e Jeanne-Claude, tanto inedite, quanto ardite e monumentali, fecero sempre molta fatica ad essere approvate ed accettate. Nel 1966 il permesso per il progetto Wrapped Trees, concepito per il parco adiacente al Saint Louis Art Museum, in Missouri, fu negato. Nel 1969 gli artisti immaginarono il progetto Wrapped Trees, Project for Avenue des Champs- Élysées and the Rond Point des Champs-Élysée a Parigi, anch'esso mai realizzato. Il progetto Wrapped Trees per Riehen (Comune alle porte di Basilea) è stato infine completato nel 1998 ed è il risultato di 32 anni di sforzi e attese. Nel parco intorno alla Fondation Beyeler, 178 alberi, alti da 2 a 25 metri, sono stati avvolti con 23 chilometri di corda e con 55mila metri quadrati di tessuto in poliestere intrecciato.Al 1968 risalgono i primi due edifici impacchettati: entrambi musei. Si tratta della Kunsthalle di Berna e del Museum of Contemporary Art di Chicago. Nello stesso anno, in occasione della quarta edizione di Documenta, la quinquennale esposizione internazionale che si svolge a Kassel, in Germania, Christo e Jeanne-Claude realizzano davanti al palazzo del Friedericianum, sede della mostra, 5.600 Cubicmeter Package, una gigantesca scultura gonfiabile alta circa 85 metri. Nel 1974 a Roma il critico Achille Bonito Oliva organizza la grande rassegna “Contemporanea” a cui partecipano tutti i maggiori artisti internazionali. Christo e Jeanne-Claude realizzano una delle loro opere urbane più straordinarie: The Wall-Wrapped Roman Wall, che vede una sezione di ben 250 metri delle Mura Aureliane interamente coperta da tessuto di polipropilene legato da corde in Dacron. Nel 1985, undici anni dopo, The Pont Neuf Wrapped segna un nuovo intervento urbano che ha come protagonista il più antico ponte di Parigi, la cui architettura – in costante evoluzione - ha rispecchiato per secoli il carattere trasformista della città. L'intervento di Christo e Jeanne-Claude conferisce al Pont Neuf una nuova dimensione scultorea, continuandone dunque la tradizione della metamorfosi architettonica, trasformandolo per 14 giorni in un'opera d'arte.Wrapped Coast, One Million Square Feet (1969) nella Little Bay di Sydney in Australia, Valley Curtain (1972) a Rifle in Colorado, Ocean Front (1974) a Newport, Rhode Island a sud di Boston, Running Fence (1976) nelle Contee di Sonoma e Marin in California, sono tutte opere di dimensioni colossali, dove enormi teli in polipropilene o nylon hanno celato, per alcune settimane, vasti spazi, ora di costa, ora di acqua, ora di cielo. Valley Curtain, il grande telo arancione disteso come una immensa diga tra gli estremi di due colline, richiese 28 mesi di preparazione e durò solo 28 ore poiché forti raffiche di vento, fino a 100 km all'ora, resero necessaria una tempestiva disinstallazione. Running Fence, lunga quasi 40 chilometri e alta 5,5 metri, si estendeva da est a ovest, a nord di San Francisco, sulle proprietà di 59 allevatori di bestiame. Per 14 giorni l'alta “recinzione” di nylon bianco, come una inedita muraglia cinese, ma più elegante e leggera, seguiva l'andamento sinuoso delle colline per poi scomparire, immergendosi nell'oceano Pacifico, a Bodega Bay. L'idea arcaica della grande muraglia, come recinzione e difesa, delimitazione politica e confine, nella concezione dei due artisti si trasforma in un sinuoso nastro di luce che anziché separare, unisce, riaffermando ed esaltando così le caratteristiche coloristiche e luminose del contesto naturale catturato in una precisa frazione di tempo. Wrapped Fountain and Wrapped Medieval Tower (1968) sono le prime opere pubbliche realizzate da Christo e Jeanne-Claude in Italia. In occasione del Festival dei Due Mondi di Spoleto impacchettano una torre medievale e la Fontana del Mascherone del XVII secolo. Per i dieci anni dalla fondazione del movimento del Nouveau Réalisme, Christo e Jeanne-Claude impacchettarono con un tessuto in propilene bianco e con corde arancio due dei principali monumenti scultorei di Milano: quello di Vittorio Emanuele II in piazza del Duomo e quello di Leonardo da Vinci in piazza della Scala. Wrapped Monument to Leonardo e Wrapped Monument to Vittorio Emanuele II (1970) ebbero entrambi vita breve: rispettivamente due e sette giorni.Wrapped Reichstag (1995), l'impacchettamento dello storico palazzo del parlamento tedesco a Berlino, ha visto Christo e Jeanne-Claude impegnati in un travagliato processo di approvazione del loro progetto durato oltre due decenni. Per la forte pregnanza simbolica dell'edificio questo è forse l'intervento urbano più significativo degli artisti ed è tra quelli che ha avuto la maggiore risonanza e il più forte impatto a livello mondiale. La facciata, le torri e il tetto sono stati ricoperti con 100mila metri quadrati di tessuto in polipropilene color alluminio legati con ben 16,6 chilometri di corde blu. Il lavoro è stato compiuto da 70 alpinisti professionisti e da 120 operai installatori.A differenza degli esponenti della Land Art americana, che hanno privilegiato lontani territori desertici incontaminati e difficilmente raggiungibili, Christo e Jeanne-Claude hanno sempre voluto realizzare le loro opere in luoghi facilmente accessibili, anche nel caso degli interventi in spazi naturali. La componente fondamentale dei loro progetti era la presenza umana in forma di rapporto che una comunità di individui sviluppa con il contesto in cui vive e al contempo di interazione e coinvolgimento diretto nella creazione dei progetti stessi. Con Surrounded Islands (1983) nella Biscayne Bay di Miami, 11 delle isole situate nella baia furono circondate da oltre 600mila metri quadrati di tessuto fluttuante in polipropilene rosa che ricopriva la superficie dell'acqua e si estendeva per 61 metri da ciascuna isola nella baia. All'alba del 9 ottobre 1991, alla presenza di Christo e Jeanne-Claude, furono aperti i 3.100 ombrelli alti 6 metri e con un diametro di circa 8,5 metri, a Ibaraki e in California. The Umbrellas (1991) intendeva indagare le somiglianze e le differenze nei modi di vivere e nell'uso dello spazio in due valli interne, una lunga 19 chilometri in Giappone e l'altra 29 chilometri negli Stati Uniti. In Giappone, la valle si trova nella prefettura di Ibaraki e comprende le proprietà di 459 proprietari terrieri privati e di agenzie governative. Negli Stati Uniti, la valle si trova a poco meno di 100 chilometri a nord di Los Angeles, nelle proprietà del Tejon Ranch, appartenenti a 25 proprietari terrieri privati e agenzie governative. Con The Floating Piers (2016) per 16 giorni, dal 18 giugno al 3 luglio, il Lago d'Iseo è stato reinventato. Centomila metri quadrati di tessuto giallo dalia scintillante, fissati a un sistema modulare di pontili galleggianti composto da 220mila cubi di polietilene ad alta densità, ondeggiavano con il movimento dell'acqua, appena sopra la superficie del lago. The Gates (2005) è un cammino lungo 37 chilometri a Central Park, a New York: 7.503 “cancelli” alti quasi 5 metri e distanti tra loro circa tre metri e mezzo.Tutte le opere ambientali di Christo e Jeanne-Claude sono sempre state interamente finanziate dagli artisti stessi, attraverso la vendita dei disegni, dei collage e dei modelli in scala dei progetti in essere o passati. Tutti i progetti sono sempre stati liberamente accessibili al pubblico in maniera gratuita.IL POSTO DELLE PAROLEAscoltare fa Pensarehttps://ilpostodelleparole.it/
In questo articolo parleremo di un momento molto importante per la storia d'Italia. Tutti sanno che oggi l'Italia è una repubblica, ma non è sempre stato così! Infatti, la Repubblica italiana è nata nel 1946, dopo un referendum popolare. Prima di questa data, l'Italia era una monarchia, cioè governata da un re, a quell'epoca Vittorio Emanuele II di Savoia. Quando l'Italia è diventata ufficialmente un Paese unito (il 17 marzo 1861), infatti, si chiamava Regno d'Italia. In questa lezione, parleremo proprio della famiglia reale italiana dei Savoia! I SAVOIA - La storia della famiglia reale italiana Origini della famiglia Innanzitutto, da dove deriva il nome Savoia? Il nome viene dalla regione geografica della “Savoia”, che si trova nel sud della Francia. Tuttavia, sull'origine della famiglia non si hanno notizie certe né documenti, persi a causa di guerre e incendi, ma sembrerebbe che la dinastia sabauda (questo è l'aggettivo che si riferisce ai Savoia) affondi le sue radici proprio in quella zona francese. Il capostipite della famiglia fu molto probabilmente Umberto I, che proprio nella regione francese della Savoia divenne conte, intorno all'anno 1000 d.C., pensate un po'! Dopo questa figura non si sa molto. E quello che si sa è stato probabilmente inventato dalla famiglia stessa, per ricollegare la propria immagine a quella di personaggi molto importanti. Circolavano, ad esempio, voci che Umberto I fosse nipote di Ottone II, imperatore del Sacro Romano Impero, perché i Savoia volevano far valere il proprio potere all'interno dell'impero di cui facevano parte, dimostrando di discendere da una dinastia imperiale. In ogni caso, Umberto ebbe due figli. Uno di questi, Oddone, sposò Adelaide di Susa, margravia di Torino. Fu proprio grazie a questo importante matrimonio che i Savoia ottennero i primi territori in Italia. I Savoia in Italia La famiglia reale italiana dei Savoia si trasferì solo nel XVI secolo, quando la sede centrale fu spostata da Chambery (in Savoia) a Torino: è stato il Duca Emanuele Filiberto a deciderlo. E così si apre la stagione moderna della casata, con Torino che diventa una metropoli europea e si abbellisce grazie alle opere di architetti urbanisti (Guarini, Juvarra). Il potere della famiglia reale era, però, ancora abbastanza ristretto. Il salto di qualità avvenne durante la guerra di successione al trono di Spagna (1701), quando Vittorio Amedeo II cambiò segretamente alleanza, passando dal fronte franco-spagnolo a quello austriaco. Questa mossa è stata un successo per lui, visto che poi lo stesso Re di Spagna, per riavvicinarlo, gli concesse il Regno di Sicilia. Questi non furono anni facili. I sovrani erano ovviamente lontani dalla Sicilia e in più non apprezzavano molto la cultura e le tradizioni dell'isola. E così i siciliani iniziarono a odiarli, fino a quando non scambiarono la Sicilia con un'altra isola italiana: la Sardegna. Andando avanti con la storia, arriviamo al XIX secolo, quello dell'unità d'Italia. In effetti è stato anche grazie ai Savoia se il processo di unificazione dell'Italia è diventato realtà. Prima del 1861 l'Italia era suddivisa in piccoli Stati. Successivamente Giuseppe Garibaldi, con il sostegno di Vittorio Emanuele II, riuscì a creare la magia, ufficializzata il 17 marzo 1861. La dinastia dei Savoia durò dal 1861 al 1946. Si susseguirono ben 4 sovrani: Vittorio Emanuele II (1861-1878), Umberto I (1878-1900), Vittorio Emanuele III (1900-1946) e Umberto II (maggio 1946-giugno 1946). In particolare, ricordiamo Vittorio Emanuele III, che ha governato l'Italia durante il periodo delle due guerre mondiali. Dopo la sconfitta di Mussolini e del fascismo, il re Vittorio Emanuele III decise di abdicare in favore di suo figlio Umberto II, nel tentativo di salvare la monarchia, e partì in esilio. Tuttavia poi un mese dopo, a giugno del 1946, ci fu il famoso referendum popolare.
Il podcast di Alessandro Barbero: Lezioni e Conferenze di Storia
«Alla vigilia dei 150 anni dell'Unità, il racconto storico e la visione dell'Italia che ebbero Cavour, Vittorio Emanuele II e Garibaldi. Cavour, nato suddito di Napoleone per tutta la vita parlò e scrisse in francese meglio che in italiano. Carlo Alberto lo considerava “un carbonaro impertinente”. Sosteneva che l'Italia nata dal Risorgimento doveva incarnare i grandi principi della Rivoluzione francese e che gli operai dovevano essere pagati meglio “per prevenire il socialismo”. Primo ministro per nove anni, terrorizzò i possidenti aumentando le imposte e investì per modernizzare il paese: durante il suo governo triplicò il PIL, creò dal nulla strade, ferrovie, canali e banche. Preparò l'unica delle Guerre d'Indipendenza che l'Italia sia riuscita a vincere.»Dal Festival della Mente 2010 di Sarzana, il prof. Barbero racconta Camillo Benso, Conte di Cavour, per il ciclo “Pensare l'Italia”Festival Della Mente: https://festivaldellamente.itCommunity & Palco del Mercoledì: https://barberopodcast.it/communityTwitter: https://twitter.com/barberopodcastFacebook: https://facebook.com/barberopodcastInstagram: https://instagram.com/barberopodcastGeorge Street Shuffle by Kevin MacLeodLink: https://incompetech.filmmusic.io/song/3800-george-street-shuffleLicense: http://creativecommons.org/licenses/by/4.0/
Alessandro Barbero al Festival della Mente: Lezioni e Conferenze di Storia
«Alla vigilia dei 150 anni dell'Unità, il racconto storico e la visione dell'Italia che ebbero Cavour, Vittorio Emanuele II e Garibaldi. Cavour, nato suddito di Napoleone per tutta la vita parlò e scrisse in francese meglio che in italiano. Carlo Alberto lo considerava “un carbonaro impertinente”. Sosteneva che l'Italia nata dal Risorgimento doveva incarnare i grandi principi della Rivoluzione francese e che gli operai dovevano essere pagati meglio “per prevenire il socialismo”. Primo ministro per nove anni, terrorizzò i possidenti aumentando le imposte e investì per modernizzare il paese: durante il suo governo triplicò il PIL, creò dal nulla strade, ferrovie, canali e banche. Preparò l'unica delle Guerre d'Indipendenza che l'Italia sia riuscita a vincere.»Dal Festival della Mente 2010 di Sarzana, il prof. Barbero racconta Camillo Benso, Conte di Cavour, per il ciclo “Pensare l'Italia”Festival Della Mente: https://festivaldellamente.itCommunity & Palco del Mercoledì: https://barberopodcast.it/communityTwitter: https://twitter.com/barberopodcastFacebook: https://facebook.com/barberopodcastInstagram: https://instagram.com/barberopodcastGeorge Street Shuffle by Kevin MacLeodLink: https://incompetech.filmmusic.io/song/3800-george-street-shuffleLicense: http://creativecommons.org/licenses/by/4.0/
Il podcast di Alessandro Barbero: Lezioni e Conferenze di Storia
«Salito al trono dopo la disfatta di Novara, rifiutò di abolire lo Statuto, incoraggiando il governo “a picchiare egualmente sui rossi come sui neri”. Quando si accorse che con la legge elettorale vigente, per cui votavano solo i borghesi e non i contadini, vinceva la sinistra, minacciò: “darò il suffragio universale e andrò io stesso a parlare agli elettori”. Cattolico devoto, non ebbe paura di varare le leggi Siccardi, che eliminavano i privilegi del clero, e di far arrestare l'arcivescovo di Torino, che aveva invitato i cattolici a disobbedire alla legge. Diventato il primo re d'Italia, sposò in seconde nozze la sua amante, la “bella Rosina” analfabeta, figlia di un sergente, scappando appena possibile dal Quirinale per starsene in pantofole con lei.»Dal Festival della Mente 2010 di Sarzana, il prof. Barbero racconta Vittorio Emanuele II per il ciclo “Pensare l'Italia”Festival Della Mente: https://festivaldellamente.itCommunity & Palco del Mercoledì: https://barberopodcast.it/communityTwitter: https://twitter.com/barberopodcastFacebook: https://facebook.com/barberopodcastInstagram: https://instagram.com/barberopodcastGeorge Street Shuffle by Kevin MacLeodLink: https://incompetech.filmmusic.io/song/3800-george-street-shuffleLicense: http://creativecommons.org/licenses/by/4.0/
Alessandro Barbero al Festival della Mente: Lezioni e Conferenze di Storia
«Salito al trono dopo la disfatta di Novara, rifiutò di abolire lo Statuto, incoraggiando il governo “a picchiare egualmente sui rossi come sui neri”. Quando si accorse che con la legge elettorale vigente, per cui votavano solo i borghesi e non i contadini, vinceva la sinistra, minacciò: “darò il suffragio universale e andrò io stesso a parlare agli elettori”. Cattolico devoto, non ebbe paura di varare le leggi Siccardi, che eliminavano i privilegi del clero, e di far arrestare l'arcivescovo di Torino, che aveva invitato i cattolici a disobbedire alla legge. Diventato il primo re d'Italia, sposò in seconde nozze la sua amante, la “bella Rosina” analfabeta, figlia di un sergente, scappando appena possibile dal Quirinale per starsene in pantofole con lei.»Dal Festival della Mente 2010 di Sarzana, il prof. Barbero racconta Vittorio Emanuele II per il ciclo “Pensare l'Italia”Festival Della Mente: https://festivaldellamente.itCommunity & Palco del Mercoledì: https://barberopodcast.it/communityTwitter: https://twitter.com/barberopodcastFacebook: https://facebook.com/barberopodcastInstagram: https://instagram.com/barberopodcastGeorge Street Shuffle by Kevin MacLeodLink: https://incompetech.filmmusic.io/song/3800-george-street-shuffleLicense: http://creativecommons.org/licenses/by/4.0/
Il podcast di Alessandro Barbero: Lezioni e Conferenze di Storia
La seconda guerra d'indipendenza è la replica della prima a undici anni di distanza, sullo stesso, identico teatro, ma con tutti i fattori cambiati. Grazie alla trama tessuta da Cavour, i piemontesi hanno al loro fianco l'esercito francese, considerato il migliore del mondo. Vittorio Emanuele II non è un generale più abile del padre Carlo Alberto, anche se pensa di esserlo, ma Napoleone III si presenta come l'erede del suo grande omonimo, e il mondo ci crede. Dall'altra parte non c'è più il vecchio Radetzky, ma un giovane imperatore, Francesco Giuseppe; un solido e fedele esercito di mestiere, in cui si parlano dieci lingue, compreso l'italiano; tanti fiumi che sbarrano la strada al nemico, e alla fine le fortezze del Quadrilatero in cui rifugiarsi se le cose vanno male. Ma Francesco Giuseppe non ha intenzione di restare sulla difensiva.Festival Della Mente: https://festivaldellamente.itCommunity & Palco del Mercoledì: https://barberopodcast.it/communityTwitter: https://twitter.com/barberopodcastFacebook: https://facebook.com/barberopodcastInstagram: https://instagram.com/barberopodcastGeorge Street Shuffle by Kevin MacLeodLink: https://incompetech.filmmusic.io/song/3800-george-street-shuffleLicense: http://creativecommons.org/licenses/by/4.0/
Alessandro Barbero al Festival della Mente: Lezioni e Conferenze di Storia
La seconda guerra d'indipendenza è la replica della prima a undici anni di distanza, sullo stesso, identico teatro, ma con tutti i fattori cambiati. Grazie alla trama tessuta da Cavour, i piemontesi hanno al loro fianco l'esercito francese, considerato il migliore del mondo. Vittorio Emanuele II non è un generale più abile del padre Carlo Alberto, anche se pensa di esserlo, ma Napoleone III si presenta come l'erede del suo grande omonimo, e il mondo ci crede. Dall'altra parte non c'è più il vecchio Radetzky, ma un giovane imperatore, Francesco Giuseppe; un solido e fedele esercito di mestiere, in cui si parlano dieci lingue, compreso l'italiano; tanti fiumi che sbarrano la strada al nemico, e alla fine le fortezze del Quadrilatero in cui rifugiarsi se le cose vanno male. Ma Francesco Giuseppe non ha intenzione di restare sulla difensiva.Festival Della Mente: https://festivaldellamente.itCommunity & Palco del Mercoledì: https://barberopodcast.it/communityTwitter: https://twitter.com/barberopodcastFacebook: https://facebook.com/barberopodcastInstagram: https://instagram.com/barberopodcastGeorge Street Shuffle by Kevin MacLeodLink: https://incompetech.filmmusic.io/song/3800-george-street-shuffleLicense: http://creativecommons.org/licenses/by/4.0/
Le Gioie già di dotazione della Corona del Regno d'Italia trovano origine nell'articolo 19 dello Statuto Albertino del 4 marzo 1848, in esecuzione del quale è emanata la Regia legge 16 marzo 1850, n. 1004, concernente: “Dotazione del Re e condizioni di godimento dei beni costituenti la dotazione della Corona”.Tranne pochissime persone nessuno ha mai potuto vedere dal vivo le Gioie della Corona del Regno d'Italia custodite da 75 anni nella sacristia di Banca d'Italia. Le Gioie sono in Banca d'Italia perché il Re Umberto II, dopo l'esito del referendum del 1946 che sancì la fine della monarchia, lo individuò come il posto più sicuro. Il 5 giugno del '46, il Sovrano disse all'allora Governatore di Banca d'Italia Luigi Einaudi: “in conseguenza degli ultimi avvenimenti, desidero che le Gioie della Corona non vadano immediatamente in mano ad un commissario che potrebbe prendere dei provvedimenti affrettati e magari fare una distribuzione e un'assegnazione non conforme al valore storico. Sono gioie portate dalle regine e dalle principesse di Casa Savoia… Desidero siano depositate presso la Banca d'Italia per essere consegnate poi a chi di diritto”. I preziosi – una quindicina di gioielli ricchi di brillanti, perle e diamanti – sono racchiusi in un astuccio in pelle nera con chiusura a chiave delle dimensioni di cm. 39x31x20, rivestito di carta catramata e sigillato.Tra i gioielli che compongono il tesoro, il più pregiato è un grande diadema composto da Musy con valori appartenenti alle Gioie della Corona ed aggiunto in seguito di altri valori, come da ordine di Sua Maestà il Re Umberto I. Si tratta di un diadema a undici volute di brillanti, con 11 perle a goccia, 64 perle circolari, 1040 brillanti, 541diamanti del peso di 1167 grani, pari a 2092 carati. Non è custodita in Banca d'Italia la famosa collana a 10 fili con 684 perle donata alla Regina Margherita dal suo consorte nell'arco di quattro anni. Come non c'è un altro diadema di diamanti disegnato a tralcio di foglie di lauro centrato da una margherita, regalato da Vittorio Emanuele II a sua nuora Margherita. Il gioiello forse più spettacolare è una doppia catena di diamanti intrecciata nel nodo Savoia, il simbolo più antico di Casa Savoia: il numero complessivo di brillanti 1859. Altri fili di perle appartenuti a Maria Adelaide, moglie di Vittorio Emanuele II. Ancora collane, bracciali, spille, orecchini che risalgono all'epoca di Carlo Felice e Carlo Alberto. Infine il diamante rosa appartenuto al maresciallo Marmont, duca di Ragusa, aiutante di Napoleone: una magnifica pietra circondata da altri brillanti.Il nucleo dei Gioielli della Corona nasce la notte del 29 luglio 1900, a Monza, quando re Umberto I muore assassinato per mano dell'anarchico Gaetano Bresci. Quattro giorni più tardi la Regina Margherita, di suo pugno, sotto l'elenco dei gioielli scrive questo biglietto d'accompagnamento: «I gioielli della Corona sono stati consegnate a sua Maestà Regina Elena, mia nuora, il giorno 2 agosto1900, in Monza. Margherita». Da questo momento in poi esisterà il Tesoro dei Gioielli della Corona Savoia, che saranno indossati dalla Regina Elena nelle occasioni ufficiali, previa una richiesta formale scritta e verbale ed emissione di ricevuta di avvenuta restituzione. La Regina Maria José non li utilizzò mai.Per Storiainpodcast, Imelde Corelli Grappadelli, designer d'arte, scultrice orafa e archeologa delle forme, racconta lo splendore di questo tesoro. Il principe Vittorio Emanuele e le principesse Maria Gabriella, Maria Pia e Maria Beatrice, eredi di Umberto II, hanno citato in giudizio la presidenza del Consiglio, il ministero dell'Economia e la Banca d'Italia per la restituzione delle Gioie della Corona, ritenendole di loro proprietà.A cura di Francesco De Leo. Montaggio di Silvio Farina.https://storiainpodcast.focus.it - Canale I Savoia------------Storia in Podcast di Focus si può ascoltare anche su Spotify http://bit.ly/VoceDellaStoria ed Apple Podcasts https://podcasts.apple.com/it/podcast/la-voce-della-storia/id1511551427.Siamo in tutte le edicole... ma anche qui:- Facebook: https://www.facebook.com/FocusStoria/- Gruppo Facebook Focus Storia Wars: https://www.facebook.com/groups/FocuStoriaWars/ (per appassionati di storia militare)- Youtube: https://www.youtube.com/user/focusitvideo- Twitter: https://twitter.com/focusstoria- Sito: https://www.focus.it/cultura
Il Centro culturale protestante di Torino organizza giovedì 21 aprile la prima sessione del convegno sul tema «Invecchiamento: realtà, prospettive e orizzonti di senso». Appuntamento dalle 18 alle 20, nella Sala valdese in corso Vittorio Emanuele II, 23Il prossimo incontro si terrà giovedì 12 maggio.Ne parliamo con Patrizia Mathieu, presidente del concistoro della chiesa valdese di Torino.
Re Galantuomo o figlio di un macellaio? Vittorio Emanuele II fu davvero un sovrano popolare, quale nessun Savoia Re d'Italia sarebbe stato dopo di lui, non solo per coraggio, affabilità e buon senso, ma anche per il bilancio dei suoi ventinove anni di regno: l'Italia unificata, lo Statuto conservato, un sistema politico ed istituzionale comunque avviato, pur coi suoi difetti
Il 26 febbraio 1861 in Senato il conte di Cavour pronunciava queste parole: Il titolo di re d'Italia conferito a Vittorio Emanuele II “è la consacrazione di un fatto immenso”. Tutto il discorso del ministro inneggiava al re, alla monarchia costituzionale, al percorso compiuto affinché “i popoli d'Italia da Palermo a Milano [salutassero infine] Vittorio Emanuele come Re d'Italia”. E il 17 marzo la “consacrazione” fu sancita dalla legge. Un grande storico ha affermato che Cavour, alla “fede incrollabile del liberale”, univa il “rispetto religioso, da gentiluomo antico, per la monarchia”. La monarchia, sostenuta dal Parlamento. Il rapporto personale dell'uomo politico con i vari membri di casa Savoia fu però altra cosa. Intorno a certe frizioni, incomprensioni, e persino terribili tête-à-tête, le lettere e la memorialistica ci hanno consegnato a questo proposito tutta una serie di aneddoti illuminanti.Ne parla Rosanna Roccia (storica, già Direttrice dell'Archivio Storico della Città di Torino, Direttore della rivista “Studi Piemontesi” la rivista di storia, arti, lettere e varia umanità pubblicata dal Centro Studi Piemontesi).A cura di Francesco De Leo. Montaggio di Silvio Farina.https://storiainpodcast.focus.it - Canale I Savoia------------Storia in Podcast di Focus si può ascoltare anche su Spotify http://bit.ly/VoceDellaStoria ed Apple Podcasts https://podcasts.apple.com/it/podcast/la-voce-della-storia/id1511551427.Siamo in tutte le edicole... ma anche qui:- Facebook: https://www.facebook.com/FocusStoria/- Gruppo Facebook Focus Storia Wars: https://www.facebook.com/groups/FocuStoriaWars/ (per appassionati di storia militare)- Youtube: https://www.youtube.com/user/focusitvideo- Twitter: https://twitter.com/focusstoria- Sito: https://www.focus.it/cultura
Lo stato sabaudo. Il Piemonte tra '48 e '59. Vittorio Emanuele II. Il re gentiluomo. Cavour. L'intelligente realismo politico. La modernizzazione del paese. La guerra vittoriosa con l'Austria
La spedizione dei mille: Marsala-Calatafimi-Palermo-Milazzo-Reggio Calabria-Napoli Garibaldi e Cavour. La prosecuzione della monarchia Sabauda con Vittorio Emanuele II e il carattere annessionistico-monarchico invece che popolare rivoluzionario dell'Unificazione
Nacque a Torino il 14 marzo 1820, figlio di Carlo Alberto di Savoia-Carignano e Maria Teresa d'Asburgo. La vita di Vittorio Emanuele venne subito avvolta da un'aura di mistero, quando da bambino si salvò miracolosamente ad un incendio che scaturì nel palazzo Carignano, luogo in cui era nato e viveva. Il 16 settembre 1822, infatti, la nutrice che si occupava del futuro sovrano fece cadere una candela nella culla del piccolo Savoia incendiandola. La donna si provocò numerose ustioni sul corpo, ma riuscì a trarre in salvo indenne Vittorio Emanuele II. Almeno, questo è quanto documentato dalla versione ufficiale, visto che subito cominciò a circolare la “leggenda metropolitana” che il bambino fosse morto e subito sostituito con un pari età. Probabilmente il figlio di un macellaio fiorentino che da anni si era trasferito nel capoluogo subalpino. Leggenda, alimentata negli anni, dal fatto che Vittorio Emanuele non assomigliasse al padre Carlo Alberto. Non solo da un punto di vista somatico, ma anche caratteriale. Carlo Alberto, infatti, era un uomo alto, biondo e slanciato, mentre il figlio bruno e tarchiato. Altro tratto molto differente tra i 2 erano le mani. Quelle di Carlo Alberto erano snelle e piccole, quelle di Vittorio Emanuele molto grosse, come dicevano le malelingue proprio da macellaio!
Nacque il 14 marzo 1844 a Torino, da Vittorio Emanuele II, allora duca di Savoia ed erede al trono sardo, e da Maria Adelaide d'Austria. La sua nascita fu molto festeggiata dal popolo piemontese, nonché dalla famiglia reale, che così poté vedere assicurata la discendenza maschile. Egli trascorse tutta la sua infanzia nel castello di Moncalieri, dove ricevette una formazione essenzialmente militare; fu questa dura disciplina che ne formò il carattere. In quegli anni Umberto intrattenne una relazione sentimentale con la duchessa Eugenia Attendolo Bolognini Litta, che durerà per tutta la vita. Umberto sapeva però che si sarebbe dovuto piegare a un matrimonio di convenienza. Fu scelta la principessa Margherita di Savoia. Umberto e Margherita si sposarono nel Duomo di san Giovanni a Torino il 22 aprile 1868; furono le "nozze del secolo" di allora, e per quell'occasione re Vittorio Emanuele II creò il corpo dei corazzieri reali, che dovevano fungere da scorta al corteo regale, e l'Ordine della Corona d'Italia, con cui venivano premiati tutti coloro che si erano distinti al servizio della Nazione. Alla morte del padre Vittorio Emanuele II, il 9 gennaio 1878, Umberto gli succedette col nome di Umberto I. Nello stesso giorno egli emanò un proclama alla Nazione in cui affermava: Il vostro primo re è morto; il successore vi proverà che le istituzioni non muoiono!
Un nuovo corso dopo le rivoluzioni del 1848. Il proclama di Moncalieri. Il ministero D'Azeglio e le leggi Siccardi. Vittorio Emanuele II e Il conte di Cavour. Il connubio
Oltre 467 ore di didattica per ridare nuovo lustro alle statue dedicate a Giacomo Zanella, Giuseppe Garibaldi e Vittorio Emanuele II. Quaranta studenti di Engim Veneto sono stati impegnati nel progetto che li ha visti restaurare grandi opere del centro storico di Vicenza
Dopo un anno di sosta forzata riprende il convegno annuale di Ecumenica. Il tema scelto per quest'anno è Il ruolo delle comunità di fede nei processi di integrazione.Ecumenica si svolgerà giovedì 18 novembre, dalle 18 alle 21, nel Salone della Casa Valdese di Torino, in corso Vittorio Emanuele II 23.Il Convegno di Ecumenica fruisce del contributo dell'otto per mille della Chiesa Valdese ed è promosso dal Centro Culturale Protestante con il patrocinio della Chiesa Valdese di Torino e del Comitato Interfedi della Città di Torino.Ne parliamo con Beppe Valperga, curatore di Ecumenica.
1860 Incontro di Teano fra Giuseppe Garibaldi e Vittorio Emanuele II - 1881 Sparatoria all'OK Corral, la sparatoria più famosa della storia del West
- Fine di un'epoca: morte di Cavour, Mazzini, Vittorio Emanuele II, Garibaldi - Allargamento del sistema di voto - Investimenti in istruzione: legge Coppino - Corsa alla colonizzazione dell'Africa - La questione della Tunisia - L'Italia è stata una Grande Potenza? --- Send in a voice message: https://anchor.fm/stefano-dambrosio5/message
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ http://www.filmgarantiti.it/it/articoli.php?id=217L'UNITA' CHE HA DIVISO L'ITALIAPer capire come si è arrivati all'Unità d'Italia bisogna attenerci ai fatti. Questi ribaltano la visione dolce che ci è stata insegnata sui libri di scuola e in televisione.Storici seri che si basano sui documenti dell'epoca come Angela Pellicciari, autrice di molti libri sull'argomento, compongono un quadro complessivo nel quale i soggetti principali sono:- il liberalismo antireligioso piemontese che da quella sparuta minoranza che era, è riuscita a violentare il sentimento religioso della maggioranza dei Piemontesi e degli Italiani;- l'odio contro ogni istituzione cattolica e la persecuzione sistematica a cui sono stati sottoposti la Chiesa e i cattolici;- l'arrivismo e l'ingordigia di potere di uomini politici che ancora oggi affollano le nostre piazze con le loro effigi di pietra.I governi liberali del Regno di Sardegna prima, e di quello d'Italia poi, violano sistematicamente tutti i più importanti articoli dello Statuto a cominciare dal primo, che definisce la religione cattolica "unica religione di Stato". Appena inizia l'era costituzionale scatta in Piemonte (poi in tutta l'Italia) la prima seria persecuzione anticattolica dopo Costantino: a cominciare dai gesuiti, tutti gli ordini religiosi della "religione di stato" vengono soppressi uno dopo l'altro e tutti i loro beni incamerati. Mentre 57.000 persone (tanti sono i membri degli ordini religiosi) vengono da un giorno all'altro private della proprie case (i conventi) e di tutto quanto possiedono, i beni che nei corso dei secoli la popolazione cattolica ha donato agli ordini religiosi vanno ad arricchire i liberali che sono l'1% della popolazione. Oltre due milioni e mezzo di ettari di terra, centinaia di splendidi edifici, archivi e biblioteche, oggetti di culto, quadri e statue, tutto scompare nel ventre molle di una classe dirigente che definisce se stessa liberatrice d'Italia dall'oscurantismo dei preti e dei sovrani assoluti.Prima dell'approvazione della legge che incamera i beni della Chiesa, in Piemonte c'è un cattolico di tutto rispetto che combatte una dura battaglia contro la politica governativa. Si tratta di San Giovanni Bosco. Per dissuadere il re dalla firma della legge racconta a Vittorio Emanuele II i sogni che fa. Non si tratta di sogni rassicuranti: un valletto in uniforme rossa grida: "Annunzia: gran funerale in Corte!". Cinque giorni dopo il sogno si ripete con una variante significativa. Il valletto grida: "Annunzia: non gran funerale in Corte, ma grandi funerali in Corte!". Cavour vince le comprensibili perplessità del re, terrorizzato, facendo intervenire i preti favorevoli alla politica liberale. I teologi governativi tranquillizzano Vittorio Emanuele con queste considerazioni: "Maestà, non si spaventi di ciò che ha scritto don Bosco. Il tempo delle rivelazioni è passato".Invece mentre la legge contro i conventi è in discussione al Parlamento la Corona sarda è colpita da lutti gravissimi. Il 12 gennaio muore a 54 anni la madre del re Maria Teresa; il 20 a 33 anni la regina Maria Adelaide; il 10 febbraio a 33 anni Ferdinando duca di Genova, fratello del re; il 17 maggio a 4 mesi Vittorio Emanuele, figlio del re. Don Bosco non si ferma qui. Subito prima della firma del provvedimento ricorda a Vittorio Emanuele: "La famiglia di chi ruba a Dio non giunge alla quarta generazione! Se il re segna quel decreto segnerà la fine dei reali di Savoia". In effetti, i Savoia re d'Italia non sono arrivati alla quarta generazione.Nel nome della libertà i liberali conculcano sistematicamente la libertà dei cattolici (della quasi totalità della popolazione): vietano le donazioni alla chiesa, impediscono le processioni cattoliche (plaudono a quelle massoniche), negano la libertà di istruzione (la scuola deve essere docile strumento della propaganda liberale), per stampa "libera" intendono la sola stampa liberale (Cavour arriva a proibire la circolazione delle encicliche pontificie).In nome della "nazione" italiana (che si pretende risorta alle glorie del passato imperiale romano) i liberali impongono una sudditanza economica e culturale alle potenze definite "civili": Inghilterra e Francia prima, Germania poi. Disprezzando la storia e la cultura dell'Italia cattolica (che regalano all'Italia il primato mondiale della bellezza), i liberali si ripropongono di "fare" gli italiani sul modello delle nazioni protestanti. Lo stato liberale che, in nome della libertà e della costituzione, impone la volontà dell'1% della popolazione ai restante 99 è un perfetto esempio di stato totalitario in cui spadroneggiano le società segrete legate ai potentati internazionali anticattolici.Il cattolico Piemonte assiste costernato al montare della persecuzione anticattolica. Cavour va dicendo che la legge contro i conventi gode del pieno sostegno dell'opinione pubblica, ma in Senato il cattolico maresciallo Vittorio Della Torre lo smentisce platealmente: "Quando passate davanti a una chiesa stracolma di gente, cercate di entrarvi e chiedete che cosa si sta facendo; tutti quelli che interrogherete vi risponderanno che si sta pregando per il progetto di legge. Questo succede a Torino, ed è ancora più vistoso nelle province e soprattutto a Genova e in Savoia, ovunque l'opinione pubblica è contraria alla legge che discutiamo". Cavour può affermare che il provvedimento anticattolico del governo è pienamente condiviso dall'opinione pubblica perché ritiene che l'opinione dei cattolici non vada nemmeno presa in considerazione. Per sincerarsene basta leggere cosa risponde a Della Torre: "L'onorevole maresciallo ha detto che gran parte della popolazione era avversa a questa legge. Io in verità non mi sarei aspettato di vedere invocata dall'onorevole maresciallo l'opinione di persone, di masse, che non sono e non possono essere legalmente rappresentate". Quando Cavour sostiene che l'opinione pubblica è tutta col governo, Cavour ha ragione: l'1% della popolazione, di fede liberale, appoggia con convinzione i provvedimenti anticattolici. L'opinione del 99% della popolazione, di fede cattolica, non conta. Le masse devono limitarsi ad obbedire alle decisioni dei "governi illuminati". Quando si dice "opinione pubblica" ci si riferisce, per definizione, a quella dei liberali.Il 9 ottobre 1860 non potendo invadere lo Stato pontificio dopo una normale dichiarazione di guerra (il Piemonte è, per definizione, obbligato al rispetto della "religione di stato"), nel proclama ai Popoli dell'Italia meridionale, Vittorio Emanuele così giustifica il proprio operato: "Ho fatto entrare i miei soldati nelle Marche e nell'Umbria disperdendo quell'accozzaglia di gente di ogni paese e di ogni lingua (...) Io ho proclamato l'Italia degli italiani, e non permetterò mai che l'Italia diventi il nido di sette cosmopolite che vi si raccolgano a tramare i disegni o della reazione, o della demagogia universale".Secondo la migliore tradizione massonica, per "setta cosmopolita" il re intende la Chiesa Cattolica. I Savoia realizzano in Italia il sogno di tutti i protestanti e massoni (che non a caso sono suoi unici ed influenti alleati): la distruzione del potere temporale dei Papi nella convinzione che al crollo del potere temporale avrebbe inevitabilmente fatto seguito la fine del potere spirituale e, quindi, la scomparsa della Chiesa Cattolica.Nulla di nuovo sotto il sole: il Risorgimento - che, non a caso, Papa Leone XIII definisce risorgimento del paganesimo - è una durissima forma di persecuzione anticattolica scatenata nel cuore stesso della cattolicità: Roma e l'Italia. Eppure un aspetto radicalmente nuovo il Risorgimento lo possiede: è l'unico caso in cui una guerra di religione contro la Chiesa è scatenata in nome della Chiesa e della sua libertà (i Savoia, monarchi costituzionali, non possono ufficialmente infrangere il primo articolo della costituzione). All'Italia spetta un non invidiabile primato di doppiezza: la realizzazione della propria unificazione nazionale contro la Chiesa cattolica, in nome della Chiesa Cattolica.
Questa volta vi portiamo in un altro meraviglioso luogo della Toscana: Fiesole! Questo comune italiano ha riscosso negli ultimi decenni un grande interesse turistico e culturale, grazie in parte alle viste mozzafiato che offre, soprattutto di Firenze, e i suoi mercatini in cui si può trovare di tutto: oggettistica, taglieri (perfetti per gli aperitivi con salumi e formaggi), fiori, abbigliamento, prodotti gastronomici locali, ecc. Inoltre, in questo video, vedrete anche come Rocco prepara la Bruschetta Toscana tra le colonne etrusche! Cosa vedere a Fiesole Fiesole è una piccola cittadina di circa 14.000 abitanti sorta sui colli ai piedi della città di Firenze. Sin dal XIV secolo, il paese è riconosciuto a livello internazionale come uno dei centri storici più caratteristici in tutta Italia. La sua piazza principale, Piazza Mino da Fiesole è famosa per la statua situata al centro di essa. la quale rappresenta l'incontro da Garibaldi e Vittorio Emanuele II a Teano, quando il condottiero italiano ha ceduto le terre conquistate al suo Re nell'ottobre del 1860 durante il processo di unificazione dell'Italia. Fiesole offre alcuni dei migliori punti panoramici per vedere la città di Firenze dall'alto. La vista dall'alto è incredibile! Si può vedere benissimo Firenze con la sua cupola e tutte le splendide campagne toscane. Convento di San Francesco a Fiesole Con un po' di sacrificio, potete salire sul punto più alto di Fiesole per visitare il convento dei frati francescani, sulla cima della collina. Qui, all'epoca degli etruschi c'era una città con il nome Vipsul, ma nel 1399 i frati iniziarono la costruzione di questo convento, divenuto un simbolo per il turismo di Fiesole. Ancora oggi, infatti, tantissimi turisti italiani e stranieri decidono di visitare questo luogo storico per ammirare l'antica architettura clericale. Nel convento è possibile visitare le antiche celle usate dai frati come stanze private. Si può ben notare la dimensione ridotta di queste stanze che contenevano solamente un letto, una finestra e al massimo uno scrittoio. Sicuramente i frati dovevano avere una statura piuttosto ridotta considerando la dimensione delle loro stanze private e degli scalini usati per arrivare in questa zona del convento. In ogni caso, la vista dalle piccole finestre del convento è mozzafiato! La Fiesole Archeologica Ultima chicca che Fiesole ha da offrire è l'Area Archeologica, risalente all'epoca romana, che mostra ancora i resti di un teatro, un tempio e le terme. Nel Museo Archeologico della città sono presenti reperti del III-II secolo a.C. Villa Medici Un'altra tappa fondamentale da visitare a Fiesole è data dalla Villa Medici. Villa Medici è una delle numerose ville costruite per volere della famiglia Medici, fondamentale per tutto il periodo rinascimentale toscano. Una delle ville più antiche e meglio conservate presenti nel territorio, chiamata anche Belcanto o il Palagio di Fiesole. Non è molto conosciuta a livello turistico e per tale motivo vi consigliamo di visitarla, ammirando soprattutto il suo giardino a tre livelli differenti. Ogni zona ha, infatti, una propria vegetazione differente caratterizzata da differenti stili. Cosa mangiare a Fiesole La città di Fiesole non offre solo arte e storia, ma è anche riconosciuta come una delle mete turistiche più importanti nel settore enogastronomico. Infatti, il cibo ha un ruolo fondamentale in questa regione. Patria di piatti culinari divenuti celebri in tutto il mondo come la zuppa di ceci al caciucco, tipica pietanza della Toscana, la bistecca fiorentina, caratterizzata dal suo taglio di carne molto particolare, con un peso di circa 2 chilogrammi. Oppure possiamo parlare della Bruschetta toscana, detta "Fettunta", che ci permette di poter anche assaggiare del buonissimo Olio Extra Vergine d'Oliva km 0.
Maak kennis met Giuseppe Garibaldi, een van de vaders des vaderlands van Italië. Je bent zijn naam vast wel eens tegengekomen, want er is bijna geen stad in Italië zonder een Via Garibaldi, een Corso Garibaldi of een Piazza Garibaldi. Garibaldi speelde een belangrijke rol in de eenwording van Italië, de Risorgimento, samen met Camillo Cavour, Vittorio Emanuele II en Giuseppe Mazzini. Zonder hem was Italië er misschien wel nooit geweest, constateert Miriam Bunnik in haar boek Koffiebars en carabinieri, waarvoor ze een interessante speurtocht naar Garibaldi's standbeelden in Italië ondernam. Duik in de geschiedenis van Italië en Garibaldi's onmisbare rol in het land waar we allemaal verliefd op zijn!
La seconda guerra d'indipendenza è la replica della prima a undici anni di distanza, sullo stesso, identico teatro, ma con tutti i fattori cambiati. Grazie alla trama tessuta da Cavour, i piemontesi hanno al loro fianco l'esercito francese, considerato il migliore del mondo. Vittorio Emanuele II non è un generale più abile del padre Carlo Alberto, anche se pensa di esserlo, ma Napoleone III si presenta come l'erede del suo grande omonimo, e il mondo ci crede. Dall'altra parte non c'è più il vecchio Radetzky, ma un giovane imperatore, Francesco Giuseppe; un solido e fedele esercito di mestiere, in cui si parlano dieci lingue, compreso l'italiano; tanti fiumi che sbarrano la strada al nemico, e alla fine le fortezze del Quadrilatero in cui rifugiarsi se le cose vanno male. Ma Francesco Giuseppe non ha intenzione di restare sulla difensiva.