Podcasts about buona novella

  • 31PODCASTS
  • 66EPISODES
  • 29mAVG DURATION
  • 1MONTHLY NEW EPISODE
  • Jan 24, 2025LATEST

POPULARITY

20172018201920202021202220232024


Best podcasts about buona novella

Latest podcast episodes about buona novella

La Restaurazione della Grazia
I due tipi di pace.

La Restaurazione della Grazia

Play Episode Listen Later Jan 24, 2025 34:47


Mi avete sentito dire - ed è senz'altro così - che in tutte le sue lettere Paolo menziona prima la grazia e poi la pace perché senza la grazia non si può avere la pace. La grazia è la radice della Buona Novella, la pace è il frutto della buona novella. É solo quando siamo assolutamente certi che il giudice ha sbattuto il martelletto e ci ha dichiarati innocenti che possiamo finalmente tirare un sospiro di sollievo e uscire dall'aula. Grazia e pace a tutti voi. Ma allora come mai spesso e volentieri pur sapendo di possedere la grazia di Dio nella mia vita non ho pace?

BASTA BUGIE - Omelie
Omelia Epifania del Signore - Anno C (Mt 2,1-12)

BASTA BUGIE - Omelie

Play Episode Listen Later Dec 31, 2024 5:29


TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=8024OMELIA EPIFANIA DEL SIGNORE - ANNO C (Mt 2,1-12) La solennità di oggi è un prolungamento della celebrazione del Natale del Signore. Più specificamente, ha lo scopo di celebrare il mistero della manifestazione della gloria infinita del Figlio unigenito del Padre al mondo intero. Già san Girolamo così spiegava ai suoi ascoltatori nell'Omelia sul giorno dell'Epifania: «Per designare questo giorno si usa il termine greco epifania. Ciò che noi, latini, indichiamo col termine apparizione oppure manifestazione, i greci lo chiamano epifania. A questo giorno si è dato questo nome proprio perché il nostro Signore e salvatore si è manifestato al pubblico». Per questo oggi ciascuno di noi è in festa ed è pieno di gioia, perché è sicuro di non essere escluso dalla salvezza che Gesù è venuto a portare a tutti.Le Letture di oggi mostrano molto bene questo grande mistero. La salvezza non è più offerta soltanto ai giudei, ma anche i pagani sono chiamati ad entrare nel Regno di Dio. È interessante notare come san Matteo, all'inizio del suo Vangelo, riferisca questo accenno alla misericordia di Dio rivolta a tutti i popoli, e concluda il suo Vangelo con la frase di Gesù: «Andate e fate discepoli tutti i popoli [...] io sono con voi [...]» (28,19s). Gesù vuole aprirsi a tutti gli uomini. A tutti vuole portare più pace, più amore, più gioia. Vuole diffondere ovunque il Suo lieto annuncio, la Buona Novella. Nessuno può più restare nelle tenebre. E per questo oggi vuole servirsi di noi.Nella prima Lettura vediamo la processione dei popoli verso la luce di Gerusalemme: «Cammineranno i popoli alla tua luce, i re allo splendore del tuo sorgere. Alza gli occhi intorno e guarda: tutti costoro si sono radunati, vengono a te. I tuoi figli vengono da lontano» (Is 60,3s). In passato, solo la città di Gerusalemme, cioè il popolo eletto, aveva la gioia di conoscere Dio. Ora, Dio in Cristo si è donato interamente all'umanità, per la salvezza di tutti. La Chiesa, istituita da Cristo, ha il compito di annunciare questa Buona Novella a tutti i popoli della terra.La salvezza è offerta a tutti, ma per averla in dono bisogna aderire a Cristo e fare la sua Volontà. Dopo aver conosciuto Cristo, non è possibile continuare a vivere come prima. Questo vale anche per noi cristiani. Se non ci convertiamo e non cambiamo stile di vita, finiremo anche noi per seguire il tragico cammino del popolo eletto, il quale non seppe riconoscere il suo giorno e la sua luce. Non riconobbe il suo Re e il suo Salvatore nel Bambino di Betlemme.L'episodio evangelico della visita dei Magi a Gesù Bambino è la manifestazione di questa grande verità: oggi viene rivelato quel mistero – come lo chiama san Paolo – che era rimasto nascosto precedentemente sia agli Ebrei che agli altri popoli, cioè che Cristo è l'unico Salvatore di tutti gli uomini, e non solo del popolo ebraico. È vero che Gesù è «il re dei Giudei», il Messia, discendente di Davide, nato a Betlemme. Però, Egli è pure destinato ad essere la «salvezza preparata da Dio davanti a tutti i popoli» (Lc 2,30s), e la «luce per illuminare le genti» (2,32).L'Epifania è perciò per eccellenza la festa missionaria, la festa in cui tutti i popoli sono chiamati alla fede. E poiché anche noi eravamo tra quei popoli pagani, oggi è anche la festa della nostra chiamata alla fede. Pure noi siamo stati chiamati ad entrare in quel disegno di salvezza, che Dio ha voluto per tutti gli uomini. Questo grande dono non possiamo però tenerlo per noi. Anche noi dobbiamo essere luce e salvezza per gli altri con la testimonianza delle nostre opere buone, scaturite dalla nostra fede, secondo quanto scriveva san Paolo agli Efesini, e secondo quanto la Liturgia ora rivolge a noi: «Se un tempo eravate tenebra, ora siete luce nel Signore. Comportatevi perciò come i figli della luce; il frutto della luce consiste in ogni bontà, giustizia e verità. Cercate ciò che è gradito al Signore, e non partecipate alle opere infruttuose delle tenebre, ma piuttosto condannatele apertamente» (Ef 5,8-11). Gli altri vedendo le buone opere nostre glorificheranno il Padre e si sentiranno attirati al Vangelo di Gesù, che dona la salvezza.La preghiera di Colletta della Santa Messa ci fa chiedere con fiducia: «O Dio, che in questo giorno, con la guida della stella, hai rivelato alle genti il tuo unico Figlio, conduci benigno anche noi, che già ti abbiamo conosciuto per la fede, a contemplare la grandezza della tua gloria» (dal Messale Romano). Rivolgiamoci con fiducia alla Madonna: come ha presentato Gesù Bambino all'adorazione dei pastori nella Notte di Natale, come lo ha presentato all'adorazione dei Magi, così lo presenti ogni giorno anche a noi, come nostro Salvatore.

Celebration Italia con John Tufaro
Buone Notizie |Condividila!| Pastore John Tufaro | Celebration Italia

Celebration Italia con John Tufaro

Play Episode Listen Later Nov 25, 2024 46:08


Condividere il Vangelo di Gesù Cristo è essenziale. Riflettiamo su cosa Gesù ha fatto per noi e seguiamo l'esempio dei primi cristiani che, nonostante la persecuzione, diffondevano il messaggio ovunque andassero (Atti 8:4). Le difficoltà possono rafforzare la fede e favorire la crescita della Chiesa, come dimostrano casi storici come la Cina e l'Iran. Ogni momento è adatto per testimoniare, anche nelle avversità. Filippo ha predicato in Samaria, sfidando pregiudizi culturali e portando luce in luoghi oscuri. Ognuno di noi può iniziare dalla propria casa, che è il primo campo di missione (Luca 24:47). Essere testimoni viventi del Vangelo. La parola "testimone" implica anche sacrificio. Si può comunicare il messaggio attraverso: TESTA: Condividendo la semplice Buona Novella. CUORE: Essendo d'ispirazione con una fede autentica nonostante le difficoltà (Filippesi 1:27-28). MANO: Offrendo azioni concrete, come invitare a un gruppo, regalare una Bibbia o semplicemente essere un esempio vivente. Il cambiamento comincia nella nostra sfera di influenza. Viviamo in modo controculturale, illuminando il mondo con la nostra luce. Questo mese, cogliamo l'occasione per invitare qualcuno a conoscere la Buona Novella. Le persone sono affamate di speranza, e noi abbiamo il dono più grande da condividere.

Tintoria
Tintoria #231 Claudio Bisio

Tintoria

Play Episode Listen Later Nov 19, 2024 122:29


Tintoria è il podcast di Daniele Tinti e Stefano Rapone prodotto da The Comedy ClubOttieni NordVPN: https://nordvpn.com/tintoriaPrendi il libro di Rapone: Racconti scritti da Donne Nude--------------------------------------INFO e BIGLIETTI per le Registrazioni LIVE: https://bit.ly/tintoriapodcastINFO E BIGLIETTI PER I PROSSIMI LIVE DI TINTI: https://bit.ly/DanieleTintiTOURINFO E BIGLIETTI PER I PROSSIMI LIVE DI RAPONE: https://bit.ly/RaponeTOUROspite di questa nuova puntata è il simpatico umorista Claudio Bisio. Un'ospitata attesissima, in seguito agli aneddoti dei tanti colleghi che lo hanno visto protagonista. Al Teatro Lirico Giorgio Gaber di Milano, Claudio ha ripercorso con noi la sua carriera, dagli studi di Agraria, per perseguire l'obiettivo di diventare Ministro dell'Agricoltura, alla formazione divisa tra la Scuola di Teatro del Piccolo Milano e il Derby Club, l'importante ruolo svolto nella normalizzazione dell'essere pelato, la distruzione di un hotel con un estintore per scherzo, i record del singolo Rapput, i festeggiamenti per l'Oscar di Mediterraneo, la dimenticata arte delle barzellette, fino all'esperienza teatrale con la Buona Novella di De André e alla recente pubblicazione del romanzo Il talento degli scomparsi. Protagonista un certo Marco: anche lui attore, anche lui milanese, anche lui vincitore in passato di un Oscar. Ma Bisio giura che si tratta solo di finzione.Guarda Tintoria Podcast su YouTube e iscriviti al canale.Puoi seguire Tintoria qui: https://www.instagram.com/tintoriapodcast/Puoi seguire Rapone qui: https://www.instagram.com/grandiraponi/Puoi seguire Tinti qui: https://www.instagram.com/sandanieletinti/Puoi seguire The Comedy Club qui: https://www.instagram.com/thecomedyclub.it/Tintoria è anche su TikTok: https://www.tiktok.com/@tintoriapodcastIscriviti anche al secondo canale YouTube Tintoria HighlightsRegia e montaggio: Enrico BerardiRiprese: Leonardo PicozziAudio:Antonio ArcieriLa sigla di Tintoria è a opera di Di Gregorio (https://open.spotify.com/artist/72kN7wU0KWqEDkHYrvT6Vi)Sigla animata:Crocopie Studiowww.206lab.com/crocopie-studiowww.instagram.com/crocopie_studio

Liturgia della Settimana - Il Commento e il Vangelo del giorno
[Mar 6] Commento: E li condusse in disparte, su un alto monte.

Liturgia della Settimana - Il Commento e il Vangelo del giorno

Play Episode Listen Later Aug 5, 2024 5:12


La Festa della Trasfigurazione, trasfigurazione del Signore. La manifestazione particolare della sua vera identità, identità divina, identità gloriosa, identità che Gesù, anzi che Dio stesso concede oggi ai discepoli, ai tre discepoli più vicini a lui, gli apostoli Pietro, Giacomo e Giovanni, e grazie a loro anche a noi... Una celebrazione allora che ha come suo fondamento un avvenimento storico, una cosa realmente accaduta, un miracolo della vita pubblica di Gesù, prima della sua Pasqua, prima della sua morte e della risurrezione gloriosa, prima di questi ma che racchiude in sé significati profondi, significati che vanno al di là di questa sua morte e della risurrezione, perché il Signore si mostra, si fa vedere così come è veramente, glorioso. Un punto fondamentale di questo evento, un punto che la caratterizza questa festa, che la caratterizza in modo particolare, univoco è la Teofania. Che cosa significa questa parola? Teofania è la manifestazione, manifestazione di Dio, ma una manifestazione solenne, grande... Nell'Antico Testamento abbiamo molti esempi, molti casi delle manifestazioni di Dio. Dio appariva spesso al popolo eletto. Lo sapevano vedere, riconoscere gli israeliti, forse più di noi... Uno dei segni della sua presenza, di Dio, era la nube, la nube che sia alzava sopra la tenda, nel deserto. O roveto ardente, o terremoto, o la vittoria miracolosa sui nemici... Erano tutte le manifestazioni, teofanie appunto di Dio che voleva essere vicino all'uomo, vicino a noi. Ma tutte queste manifestazioni veterotestamentarie erano solo un anticipo, una preparazione alla manifestazione definitiva, alla manifestazione massima, la manifestazione della redenzione, della venuta del Signore Gesù Cristo, nato, vissuto tra noi, morto e risuscitato; Gesù, Uomo – Dio. Anche se noi aspettiamo ancora un'altra manifestazione del Signore, l'ultima manifestazione di Gesù, quella della fine dei tempi. Quando ritornerà il Signore con le schiere degli angeli, quando dividerà i buoni dai cattivi. La manifestazione dunque... la teofania sul Monte, la conferma da parte di Dio Padre, della missione del Cristo della missione che Gesù ha da compiere nel mondo... "Questi è il mio figlio prediletto, ascoltatelo" è il massimo della Teofania. Dio Padre, in presenza dei profeti antichi, di Mosé, di Elia, dei profeti, coloro che hanno preparato la venuta del Messia; in presenza poi dei discepoli, degli Apostoli, dei testimoni prescelti... ecco Dio Padre proclama Cristo suo Figlio, anzi, Figlio prediletto, in cui egli si compiace... Nel brano di oggi c'è però un'altra parola che non vorrei ci sfuggisse. Questo è il Figlio prediletto, dice, ma dice anche: "Ascoltatelo". Il Padre ci dà un ordine preciso, l'ordine di ascoltare il messaggio del Figlio, di ascoltare Gesù. Anche la Madonna Ss.ma alle nozze di Cana, lei che "ascoltava, meditava e portava le parole di Dio nel proprio cuore, dice ai servi: ascoltatelo, "fate quello che vi dirà". Che significa dunque ascoltare Gesù? Ascoltare... non sentire...! Ascoltare è compiere i suoi comandamenti e particolarmente il primo dei comandamenti, quello dell'Amore. Ascoltare il Signore è comportarsi come egli si è comportato, come lui è vissuto sulla terra, vivere dall'esempio che Gesù ci ha lasciato... E lui ha trascorso tutta la sua vita facendo la volontà di Dio, facendo del bene a tutti, aiutando i bisognosi, sanando i malati, predicando la Buona Novella del Regno di Dio. Tanti parteciperanno all'Eucaristia oggi. L'Eucaristia è la manifestazione, la nostra teofania di Dio. Non le accompagnano né terremoti, né nubi o saette. Qui però abbiamo tra noi, nelle nostre mani Dio stesso, Dio che si lascia pregare, sentire, toccare, gustare, perfino mangiare... Dio che mangiato nel pane inizia in noi l'opera sua, inizia in noi la nostra trasfigurazione, entra dentro di noi e ci trasfigura, trasforma dal di dentro, quasi dall'interno... Ecco la festa della trasfigurazione, di Dio, di Gesù, ma anche la festa della nostra trasfigurazione, la profezia di ciò che dobbiamo diventare noi. E quando scenderemo dal monte, quando torneremo a casa nostra, ai nostri impegni, dopo l'Eucaristia, possiamo continuare ad essere trasfigurati, luminosi, bianchi, per contagiare con la nostra esperienza, con il nostro esempio anche gli altri. Il Signore ce lo conceda.

Liturgia della Settimana - Il Commento e il Vangelo del giorno
[Dom 14] Commento: I missionari della buona novella...

Liturgia della Settimana - Il Commento e il Vangelo del giorno

Play Episode Listen Later Jul 13, 2024 2:59


Domenica scorsa abbiamo incontrato Gesù che, dopo il pellegrinaggio sulla terra di Israele tornava alla sua città nativa, a Nàzaret. Tutti si meravigliavano: come un carpentiere può fare queste cose... Non credevano che Gesù non era solo un carpentiere. Cristo era un Profeta, un annunciatore della volontà di Dio, il Messia, Dio stesso. Anche oggi la parola di Dio ci parla dei profeti, dei missionari. Gesù nel Vangelo invia i suoi, i Dodici, coloro che sono stati con lui, sono stati nella sua scuola. Qualcuno potrebbe chiedersi: ma come mai li manda a due a due...? Non potevano andare da soli? Avrebbero potuto raggiungere più paesi... Forse la ragione di questo la dobbiamo cercare nella cultura del tempo e del popolo ebreo. A che cosa Gesù li manda? Li manda a dare la loro testimonianza. E nella cultura giudaica la testimonianza era valida, era credibile, attendibile solo se erano presenti due testimoni. Ecco allora i due testimoni, due apostoli. E qual è il messaggio che devono portare? Loro avevano sentito parlare Gesù, lo avevano sentito parlare del Padre, del regno dei celi, avevano sentito le beatitudini. Avevano visto la gioia dei malati guariti. Ecco ora devono comunicare questa gioia, questa gioiosa esperienza. Sono mandati non tanto per predicare la teologia, la dottrina quanto annunziare una persona, la Persona che è Gesù. Non tanto a dire: Venite con noi, vedrete grandi miracoli, troverete il Messia che vi siete costruiti, il Messia che aspettate, il Messia che risolverà tutti i vostri problemi. Il loro messaggio è molto più semplice: guardate, noi abbiamo incontrato un uomo, Gesù. Gesù ci ha detto e fatto cose meravigliose, e di questo noi siamo testimoni. Ci ha ridato la gioia di credere in Dio, nostro Padre, che ci fa una promessa, che, se saremo con lui, lui non ci lascerà mai e vivremo in eterno. Che cosa impariamo da questo vangelo di oggi. Credo che la cosa più importante è capire che tutti siamo missionari. Tutti noi il Signore manda, ci manda ad annunziare la gioia di essere cristiani, di essere uomini della speranza, uomini redenti da lui. Non tutto nella vita andrà sempre bene. Anche noi troveremo sul nostro cammino delle persone davanti alle quali scuoteremo, con amore, la polvere dai nostri piedi. Ma proprio in quei momenti difficili, in quei momenti salvifici potremo unirci più profondamente a lui. Facciamoci un proposito, un piccolo proposito per questa settimana. Proviamo ad essere i missionari nelle nostre piccole cose d'ogni giorno.

Dal Vangelo di oggi
Dal Vangelo di oggi - 3 Aprile 2024

Dal Vangelo di oggi

Play Episode Listen Later Apr 3, 2024 3:39


Dal Vangelo secondo Luca Lc 24,13-35Ed ecco, in quello stesso giorno [il primo della settimana] due dei [discepoli] erano in cammino per un villaggio di nome Èmmaus, distante circa undici chilometri da Gerusalemme, e conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto. Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo. Ed egli disse loro: «Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?». Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome Clèopa, gli rispose: «Solo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi è accaduto in questi giorni?».  “L'ignoranza della Scrittura è l'ignoranza di Cristo”, diceva San Girolamo. Il vangelo di oggi ci parla in effetti, dell'episodio molto conosciuto dell'apparizione di Gesù ai discepoli di Emmaus sul cammino di ritorno da Gerusalemme. Essi sono tristi, scoraggiati, senza speranza e soprattutto delusi dell'esito della storia di colui che consideravano il Messia. Pur avendo camminato con Lui, si erano dimenticati di quello che gli aveva insegnato il Maestro: tutta la Scrittura parla di Lui. Infatti, Luca vuole insegnare alle comunità, quindi anche a noi, come interpretare la Scrittura per poter riscoprire la presenza di Gesù nella nostra vita. Gesù cammina al nostro fianco come lo fece con quei discepoli di Emmaus. Alla sua scuola dunque, il cristiano è chiamato ad avvicinarsi alle persone, ascoltare le loro realtà, sentire i loro problemi; essere capace di fare domande che aiutino le persone a guardare la vita con speranza. Poiché la Scrittura che si compie in Gesù forma le comunità e le nutre, quelle comunità non vivono soltanto della condivisione del Pane che dà la vita, ma si consolidano pure partecipando delle gioie e dei dolori dei suoi membri. Attorno alla tavola eucaristica in cui viene spezzato il pane, il Signore apre i nostri occhi a riconoscere Lui il Risorto. Come i discepoli di Emmaus che si mettono di nuovo in cammino, vogliamo vincere ogni paura. Il nostro seguire Cristo si trasformi in un ritorno a Gerusalemme e non in una perpetua fuga; in una fede operante e non di facciata; in una forte speranza e non in una disperazione cronica; in una vera ricerca di libertà nel Risorto e non in un abbandono alle forze della morte e del peccato. Invece della brutta notizia della morte di Gesù, gridiamo la Buona Novella della sua Risurrezione.   “Seguiamo Cristo, il Risorto alleluia alleluia!”  Don Arth.

il posto delle parole
Paolo Ghezzi "Laudate Hominem"

il posto delle parole

Play Episode Listen Later Mar 17, 2024 26:30


Paolo Ghezzi"Laudate Hominem"Il Vangelo secondo De AndréAncora Editricewww.ancoralibri.itDal Pescatore ad Anime salve lo straordinario canzoniere di Fabrizio De André, il sommo dei nostri cantautori, può essere letto come un'antologia poetica ma anche come un irripetibile itinerario esistenziale e spirituale nell'umana avventura. La galleria dei suoi personaggi, dal soldato Piero a Dolcenera, non invecchia perché coglie nel profondo il mistero della vita e della morte nelle storie piccole dei suoi anti-eroi: perdenti dal punto di vista sociale, ma splendenti nelle sue canzoni, perché «dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior». Così, non è solo nella meravigliosa "Buona Novella" (che spiazza il racconto evangelico innamorandosi di Maria di Nazaret), ma in tutta la sua quarantennale produzione artistica che De André ha scritto – storia dopo storia – il suo personalissimo Vangelo, che ancora affascina i suoi ascoltatori/seguaci, di generazione in generazione.Il fortunato volume sul Vangelo secondo De André, ormai diventato un long-seller, torna in questa nuova edizione come vocabolario in 18 voci, da Amore a Zingari, arricchito da quattro nuovi capitoli.Paolo Ghezzi è un giornalista di lungo corso. Ha diretto l'Adige, fondato la casa editrice il Margine, guidato il Conservatorio Bonporti di Trento prima di una breve avventura politica nel Consiglio regionale del Trentino-Alto Adige/Südtirol.È l'autore che in Italia ha pubblicato più libri sulla Rosa Bianca antinazista. Tra gli altri suoi titoli, Cuori matti, Filololò rema nell'aria, Creatura Futura.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.

La Restaurazione della Grazia
Come predicare la Buona Novella

La Restaurazione della Grazia

Play Episode Listen Later Feb 6, 2024 46:14


P. Preparazione - soggetto e sviluppo R. Rincuorare - edificazione, consolazione e conforto E. Evangelo - non la cattiva, né la solita ma la buona notizia D. Decisione - persuasione I. Identità - la seconda metà del Vangelo C. Cristocentrismo - Gesù, solo Gesù, 100% Gesù. A. Autorità della scrittura - giusto fondamento.

Ecovicentino.it - AudioNotizie
De André e “La Buona Novella” con Marcoré al teatro Astra di Schio

Ecovicentino.it - AudioNotizie

Play Episode Listen Later Feb 6, 2024 1:27


Il prossimo appuntamento di Schio Grande Teatro è martedì 6 e mercoledì 7 febbraio, quando “La buona novella di Faber incontra il talento eclettico di Neri Marcorè. L'attore marchigiano porta in scena un capolavoro della canzone d'autore in un'elaborazione drammaturgica originale con Rosanna Naddeo e cinque straordinari musicisti.

Vera Vita
178: La Nuova Natura del Cristiano

Vera Vita

Play Episode Listen Later Jan 20, 2024 50:01


In questo episodio, esploriamo in profondità il concetto cristiano di "Nuova Natura". Discutiamo della differenza tra la natura di un credente e di un non credente, delle idee sbagliate sulla natura cristiana e di come la vera comprensione della tua identità in Cristo ti permetta di vivere vittoriosamente. Sintonizzati mentre approfondiamo i passi biblici per svelare il significato della rinascita in Cristo. Scopri come la fede vince il mondo e impara come essere veramente salvato ti trasforma in una nuova creatura con desideri rinnovati e un senso di scopo. Timestamps: 01:14 Introduzione e benvenuto 03:19 Comprendere la nuova natura del cristiano 04:17 L'importanza di sapere chi siamo in Cristo 05:03 Il ruolo del missionario e la Buona Novella 05:52 La gioia del Signore e le fatiche della vita 08:00 La storia della tartaruga e dello scorpione 10:31 Comprendere la nostra nuova natura in Cristo 14:45 Idee sbagliate comuni sulla nostra natura 17:56 Il potere di rinascere 24:48 Comprendere la natura di un non credente 26:45 La trasformazione della nuova nascita 27:12 Comprendere il cuore nuovo 29:51 La natura del credente 30:12 La Persona Spirituale 30:38 L'importanza della fede 32:21 Il potere della rigenerazione 32:55 La nuova creatura in Cristo 34:49 Comprendere la salvezza 37:03 Il potere di rinascere 43:29 Il cuore nuovo nella vita pratica 47:59 La vittoria della fede 49:40 Conclusione: Vivere secondo la nuova natura Link:  ⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠La Nuova Nascita⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠ - com'è centrale ⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠Domande⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠ ⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠Il Discepolato⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠ ⁠⁠⁠⁠⁠⁠La Paura⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠ - come vincerla  ⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠Il Vangelo⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠ - che cos'è?  ⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠Verità & Vita⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠  Podcast Libretto gratis - ⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠Libertà⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠  Libretto gratis - ⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠Mi Connetto⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠  Libretto gratis - ⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠Riforma 500⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠  Fare una Domanda -  ⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠Speakpipe⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠  ⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠Catechismo Playlist⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠  - Cibo Spirituale e Verità Biblica per la Vita Quotidiana - --- Send in a voice message: https://podcasters.spotify.com/pod/show/vera-vita-podcast3/message

Chiesa Cristiana Evangelica Sola Grazia
La fede vera e falsa: Cristo - Francesco Pollicino

Chiesa Cristiana Evangelica Sola Grazia

Play Episode Listen Later Dec 22, 2023 44:00


La persona, l'opera di Cristo e la sua centralit- nella fede cristiana.-Francesco Pollicino, pastore della chiesa riformata -Buona Novella- di San Filippo del Mela -ME-.

Chiesa Cristiana Evangelica Sola Grazia
La fede vera e falsa: Cristo - Francesco Pollicino

Chiesa Cristiana Evangelica Sola Grazia

Play Episode Listen Later Dec 22, 2023 44:00


La persona, l'opera di Cristo e la sua centralit- nella fede cristiana.-Francesco Pollicino, pastore della chiesa riformata -Buona Novella- di San Filippo del Mela -ME-.

BASTA BUGIE - Omosessualità
Arriva la bibbia queer ed è subito inclusione (e caos)

BASTA BUGIE - Omosessualità

Play Episode Listen Later Dec 20, 2023 8:13


TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7635ARRIVA LA BIBBIA QUEER ED E' SUBITO INCLUSIONE (E CAOS) di Valerio PeceSe è vero che la Chiesa richiama da sempre a osservare i «segni dei tempi», una casa editrice cattolica che vanta nello stesso catalogo - insieme all'Enchiridion Vaticanum e alla pregiata Bibbia di Gerusalemme - anche un Commentario biblico ad usum LGBTQ+, qualche interrogativo è destinato a sollevarlo. Parliamo della Bibbia Queer, tradotta e pubblicata in questi giorni da EDB, Edizioni Dehoniane Bologna. Il Commentario (1136 pagine di taglio ermeneutico a cura della «pastora» Mona West e dell'ex gesuita Robert E. Shore-Goss) raccoglie testi di studiosi, rabbini e pastori che attingono alle «teorie femministe, queer, decostruzioniste, decoloniali e utopiche» al fine offrire al mondo arcobaleno una lettura radicalmente inedita della Sacra Scrittura.Già dall'introduzione all'imponente opera, la teologo Selene Zorzi e il professore Martin M. Linter scoprono le carte: «Una lettura queer vuole rompere schemi familiari e offrire nuovi modi di riflettere sul divino [...] e ricordare a noi stessi e agli altri che la Bibbia è tutt'altro che un manuale di codificazioni rigide, ma il luogo in cui ritrovare la chiave della complessità e della porosità delle vite». L'ex monaca benedettina Zorzi e il prof. Linter continuano gagliardi: «Il termine queer intende riferirsi a tutto ciò che di strambo, storto nel senso di non allineato possa presentarsi in una identità personale. Il Dio biblico è un Dio queer: è eccessivo nel suo amore per gli esseri umani [...] e perciò fuoriesce da sé»Il TRADUTTORE RAIMO, DECOSTRUZIONISTA DOCI colpi del Commentario queer targato EDB vengono sparati ad intra e ad extra: a una nuova interpretazione dei testi biblici si somma, in un circolo ermeneutico sempre in progress, l'impatto che eserciterà sulla fluida comunità LGBTQ+. Nelle note di pubblicazione la Bibbia Queer non viene solo descritta come «un testo rivoluzionario, rigoroso, che dà un nuovo volto della Sacra Scrittura», ma anche il primo di una lunga serie di passi volti a scardinare la teologia esistente. «Presentare questo testo al pubblico italiano significa lanciare in qualche modo una prima opera», afferma il curatore Gianluca Montaldi nella nota all'edizione italiana. Montaldi si rammarica che il «confronto della riflessione teologica e spirituale italiana con le tematiche queer [...] rimane ancora relegato a gruppi considerati marginali», mentre invece dovrebbe riguardare «un'opzione dell'intera società», quella «alla quale Michela Murgia - cui viene dedicata questa edizione italiana - ha dato molti apporti». Oltre alla speciale dedica, tra i traduttori dell'opera va segnalato quel Christian Raimo che del decostruzionismo ha fatto un dogma di fede, tanto da definire «violento» il logo di ProVita: la figura stilizzata di padre, madre e figli che si prendono per mano. Il raptus non particolarmente inclusivo è andato in diretta tv, davanti a una sbigottita Maria Rachele Ruiu (portavoce della Onlus) e a un imbarazzato Parenzo.Lo sbarco in Italia della Bibbia Queer suona come un'operazione editoriale ben ponderata, con mandanti e scopi non lasciati al caso. Quanto ai primi, l'eminenza grigia va individuata nella figura di Alberto Melloni, storico delle religioni e indomabile alfiere della dossettiana e poi alberighiana "Scuola di Bologna", che nel giugno 2022 guidò una cordata di imprenditori per salvare EDB e Marietti da un fallimento già conclamato. Quanto agli scopi della pubblicazione del rivoluzionario Commentario, il fatto che nelle chiese della galassia progressista il Gesù queering sia diventato mainstream da tempo lascia intravvedere una forte voglia di emulazione: lavorare sodo per assottigliare il gap con quelle chiese d'oltreoceano e del nord Europa in cui la teologia queer è già ampiamente deflagrata.L'AUTODEMOLIZIONE DEL CATTOLICESIMOIl 31 marzo scorso, durante la "Giornata delle visibilità Transgender", una chiesa presbiteriana è diventa virale sul web per aver celebrato la data con una preghiera al "Dio dei pronomi". Eccone un passaggio: «Allattando dai tanti seni, tu, Dio, distruggi tutti gli stereotipi, rendendo ogni singola persona maschio e femmina. Maschio e femmina, intersessuale, non binario a tua immagine. Esattamente a tua immagine. Dio dello spettro dell'arcobaleno, che hai messo la tua promessa di non violenza nel simbolo dell'amore strano prima che l'umanità lo sapesse, perché tu lo sapevi».Il Commentario EDB dovrebbe ridurre il gap anche con la Chiesa Metodista Unita, quella che vanta la prima drag queen al mondo ad essere stata ordinata. Si chiama Isaac Simmons, si fa chiamare Penny Cost, e descrive il "ministero drag" come un improrogabile «dovere divino». In chiesa, rigorosamente in paillettes, dopo aver tenuto un sermone ai bambini denunciando il privilegio di essere bianchi e etero, il pastore ospitante l'ha lodata così: «Ms. Penny Cost è un angelo con i tacchi, che appare di notte ai pastori annunciando che la Buona Novella è arrivata».La chiesa Presbiteriana non è da meno. Negli ultimi due anni, durante il sacro mese del Pride il Presbyterian News Service ha offerto ai fedeli serie educative online come "Queering the Bible" (giugno 2022) e "Queering the Prophets" (giugno 2023).Pochi esempi, tra i tanti possibili, che raccontano bene una precisa direzione di marcia, quella per cui chiese di stampo liberal, avventurandosi nei sentieri pericolosi e incerti della teologia queer, stiano andando ben oltre l'anelito ad ogni forma di inclusione. Bandendo il matrimonio, la monogamia e ogni struttura sociale consolidata, la teologia queer di fatto incoraggia a sconvolgere e destabilizzare i presupposti di ogni convivenza sociale, che improvvisamente diventano oppressivi e antibiblici. È nella queerness che va cercato il vero messaggio del cristianesimo, non altrove. Non è un caso che Gianluca Montaldi, direttore editoriale delle EDB nonché docente di Teologia presso la sede di Brescia dell'Università Cattolica, scrive senza esitazione alcuna: «Il pensiero binario è letteralmente velenoso».Sulla Bibbia Queer fresca di stampa coglie il punto Marco Respinti su Libero: «Un commentario non è che uno dei molti titoli in catalogo. Con più di 1000 pagine a 79 euro, lo compereranno in pochi e ancora meno lo leggeranno (e il dirlo non è gufare l'editore). Però c'è, resta, segna un confine e subito lo attraversa, presidiando una nuova trincea. È un'operazione culturale, quindi politica, seria, studiata, acuminata, con gli LGBT+ come strumento. Epocale. Il nuovo fronte dell'autodemolizione del cattolicesimo».

Chiesa Cristiana Evangelica Sola Grazia
La fede vera e falsa: Cristo - Francesco Pollicino

Chiesa Cristiana Evangelica Sola Grazia

Play Episode Listen Later Dec 8, 2023 44:44


La persona, l'opera di Cristo e la sua centralità nella fede cristiana.Francesco Pollicino, pastore della chiesa riformata "Buona Novella" di San Filippo del Mela (ME).

Trasmissione Radio
Felicità Pace e Annuncio...in salsa PE

Trasmissione Radio

Play Episode Listen Later May 29, 2023 16:00


Cioè: come parlare della prossima Route Nazionale di Comunità Capi (Generazioni di Felicità) e degli ultimi numeri di Scout Proposta Educativa (la rivista per Capi Agesci) dedicati ai temi della Pace e del come esserne "artigiani" nonchè dell'annuncio della Buona Novella ai ragazzi/e bambini/e che ci sono stati affidati e, perchè no?, anche a noi stessi capi.Chiacchierata serrata fra Stella in Alto Mare (a.k.a. paolo@webradioscout.org) e Laura Bellomi, redattrice capo di Scout Proposta Educativa.Buon Ascolto!

La Restaurazione della Grazia
La croce è abbastanza?

La Restaurazione della Grazia

Play Episode Listen Later Apr 8, 2023 21:51


La croce è abbastanza per la salvezza del credente? Potrebbe forse darsi che la scrittura invece affermi che senza un secondo ingrediente la nostra fede è vana? Cos'è quella convinzione senza la quale l'opera della croce risulterebbe insufficiente? E perché il sacrificio di Cristo è solo metà del messaggio della Buona Novella? Qual'è l'altra metà?

Podcast di Giacinto Butindaro
Se non credi nella Buona Novella SARAI CONDANNATO!

Podcast di Giacinto Butindaro

Play Episode Listen Later Feb 19, 2022 16:16


Se non credi nella Buona Novella SARAI CONDANNATO!

Podcast di Giacinto Butindaro
Cosa significa credere nella Buona Novella che Gesù è il Cristo

Podcast di Giacinto Butindaro

Play Episode Listen Later Feb 1, 2022 89:35


Cosa significa credere nella Buona Novella che Gesù è il Cristo

La Restaurazione della Grazia
Gli otto vincitori dell'apocalisse: 8a parte.

La Restaurazione della Grazia

Play Episode Listen Later Dec 27, 2021 47:23


Gli otto vincitori: 8° versetto.Ultima puntata della serie.Gesù promette otto cose a "Chi vince"- nel libro dell'Apocalisse. In questa serie indago la Buona Novella di questi otto, meravigiosi doni che il Capo della Chiesa fa a coloro che "vincono" e il motivo per il quale i cristiani non devono preoccuparsi di dover vincere - perché è già fatto!La meravigliosa promessa che ci fa il Signore in Apocalisse 20:7 “Chi vince erediterà tutte le cose, e io sarò per lui Dio ed egli sarà per me figlio.”Il numero 8 rappresenta un nuovo inizio: non più lontano, ma uno con noi; non più premi speciali, ma tutte le cose; non più servo ma figlio!

La Restaurazione della Grazia
Gli otto vincitori dell'apocalisse: 7a parte.

La Restaurazione della Grazia

Play Episode Listen Later Dec 23, 2021 62:34


Gesù promette otto cose a "Chi vince"- nel libro dell'Apocalisse. In questa serie indago la Buona Novella di questi otto, meravigiosi doni che il Capo della Chiesa fa a coloro che "vincono" e il motivo per il quale i cristiani non devono preoccuparsi di dover vincere - perché è già fatto!La semplice promessa che ci fa il Signore in Apocalisse 3:21: “Chi vince lo farò sedere presso di me sul mio trono, come anch'io ho vinto e mi sono seduto con il Padre mio sul suo trono.” Già fatto, già vinto, già seduto, buona vita.

La Restaurazione della Grazia
Gli otto vincitori dell'apocalisse: 6a parte.

La Restaurazione della Grazia

Play Episode Listen Later Dec 20, 2021 45:25


Gesù promette otto cose a "Chi vince"- nel libro dell'Apocalisse. In questa serie indago la Buona Novella di questi otto, meravigiosi doni che il Capo della Chiesa fa a coloro che "vincono" e il motivo per il quale i cristiani non devono preoccuparsi di dover vincere - perché è già fatto! Il Signore promette a chi vince (io e te) in Apocalisse 3:12 un posto eterno alla presenza di Dio e un amore eterno nel cuore di Dio.

La Restaurazione della Grazia
Gli otto vincitori dell'apocalisse: 5a parte.

La Restaurazione della Grazia

Play Episode Listen Later Dec 16, 2021 47:42


Gesù promette otto cose a "Chi vince"- nel libro dell'Apocalisse. In questa serie indago la Buona Novella di questi otto, meravigiosi doni che il Capo della Chiesa fa a coloro che "vincono" e il motivo per il quale i cristiani non devono preoccuparsi di dover vincere - perché è già fatto! Gesù promette a "Chi vince" in Apocalisse 3:5: la certezza di una veste bianca di purezza, giustizia e rettitudine e del nostro nome scritto nel libro della vita per tutta l'eternità..

La Restaurazione della Grazia
Gli otto vincitori dell'apocalisse: 4a parte.

La Restaurazione della Grazia

Play Episode Listen Later Dec 13, 2021 42:41


La quarta puntata: Apocalisse 2:26-28.Gesù promette otto cose a "Chi vince"- nel libro dell'Apocalisse. In questa serie indago la Buona Novella di questi otto, meravigiosi doni che il Capo della Chiesa fa a coloro che "vincono" e il motivo per il quale i cristiani non devono preoccuparsi di dover vincere!Questo è il dono che Gesù fa a chi vince - a ognuno di noi che ha già vinto in virtù di colui che ci ha amato - in Apocalisse 2:17: “La rivelazione della nostra innocenza davanti a Dio e della nostra identità di figli di Dio, per sempre.”

La Restaurazione della Grazia
Gli otto vincitori dell'apocalisse: 3a parte.

La Restaurazione della Grazia

Play Episode Listen Later Dec 9, 2021 43:23


La terza puntata: Apocalisse 2:17.Gesù promette otto cose a "Chi vince"- nel libro dell'Apocalisse. In questa serie indago la Buona Novella di questi otto, meravigiosi doni che il Capo della Chiesa fa a coloro che "vincono" e il motivo per il quale i cristiani non devono preoccuparsi di dover vincere!Questo è il dono che Gesù fa a chi vince - a ognuno di noi che ha già vinto in virtù di colui che ci ha amato - in Apocalisse 2:17: “La rivelazione della nostra innocenza davanti a Dio e della nostra identità di figli di Dio, per sempre.”

Chiesa Cristiana Evangelica  della Vera Vite
L'essenziale a Natale - La Testimonianza è essenziale | 5 Dicembre 2021 |

Chiesa Cristiana Evangelica della Vera Vite

Play Episode Listen Later Dec 7, 2021


Dio in quel primo Natale utilizza dei testimoni "improbabili" per proclamare al mondo che è arrivato il Salvatore. E, così come fece all'inizio, cerca ancora chi testimoni di lui non tra "i migliori", ma tra i "poveri in spirito", tra coloro che hanno compreso che la loro vita aveva ed ha ancora bisogno di quel Salvatore. --- CLICCA SUL TITOLO PER ASCOLTARE IL MESSAGGIO Tempo di lettura: 14 minuti  Tempo di ascolto audio/visione video: 37 minuti Chi ha la mia età ed è italiano ricorderà di certo che i regali a Natale non li portava Babbo Natale la notte del 24 dicembre, ma la Befana la notte del 6 gennaio; così avevamo un solo giorno per poter giocare con tutti i nostri doni, perché il giorno successivo saremmo tornati a scuola. Per cui le mie memorie di bambino per la notte di Natale non sono tanto legate ai regali, ma alla gioia di avere una famiglia unita. Già, perché quello che accadeva a Natale quando ero bambino, è che tutti i parenti che abitavano a Roma tornavano a Montefiascone per festeggiare il Natale assieme. Tornavano mio zio e mia zia, i miei tre cugini, qualche anno più avanti sarebbero tornati anche i rispettivi fidanzati e fidanzate. Mia madre approntava letti brande un po' dappertutto per dargli ospitalità,  e la casa era piena di voci di grandi che preparavano la cena di Natale, e di grida di noi cinque cugini che dopo tanto tempo  potevamo di nuovo giocare assieme. Potevamo di nuovo rincorrerci nei corridoi o nel giardino, ridere, e festeggiare a modo nostro quello che non sapevamo ancora  fosse una festa nata per celebrare  chi era venuto per unire davvero ciascuna persona che lo avrebbe festeggiato in un'unica grande famiglia. Come bambini eravamo desiderosi di provare di nuovo quella gioia, per cui sapevamo bene quando fosse la data della festa, e vivevamo un anno intero  desiderando che arrivasse. Ma, immaginati per un momento se tu stessi aspettando il primissimo Natale senza conoscerne a data. Questa era la situazione che stavano vivendo i giudei; da oltre quattrocento anni stavano attendendo che le profezie della Scrittura fossero adempiute, e arrivasse l'unto, il prescelto, il Messia. E non lo stavano attendendo solo con impazienza, come noi bambini attendevamo il Natale per la gioia che portava il rincontrarsi, ma lo stavano attendendo con disperazione, aspettando di essere liberati dall'oppressione romano e di avere un proprio re. Ma cosa sarebbe successo se quel re, quel Messia non fosse giunto nella maniera in cui tutti quanti lo stavano aspettando, magari su un cavallo bianco  e con al seguito un esercito? Cosa sarebbe successo se il suo arrivo fosse rimasto sotto la “quota radar” della maggioranza delle persone e l'evento avesse avuto  appena un pugno di persone come testimoni? Come si sarebbero comportati  quei pochi testimoni? La prima cosa che viene in mente è che quei pochi testimoni non avrebbero tenuto la notizia per se stessi, ma che l'avrebbero passata ad altri, testimoniando di quel primo Natale. Stiamo cercando in questa serie di predicazioni di Avvento di scoprire cosa sia veramente essenziale a Natale. La scorsa settimana avevamo visto il primo  degli aspetti essenziali del Natale: l'Adorazione, ovvero focalizzarsi su Dio  e su ciò che ha fatto per noi e rispondere di conseguenza. La seconda stella da mettere nel vostro elenco delle cose essenziali a Natale è questa: Testimoniare Testimoniare chi è quel Dio che viene a Natale  è una cosa che in Italia sembra quasi superflua, tanto sia scontata. Perché in Italia tutti sanno cosa si festeggia, ma pochi sanno chi festeggiare e per cosa festeggiare. Perché il primo che ha cominciato a testimoniare il Natale è stato Dio stesso. Attraverso tutti i profeti che hanno profetizzato l'arrivo di Gesù. Attraverso una luce nel cielo... che non sappiamo cosa fosse ma che ha guidato i Sapienti, i Magi ad adorare. Ma vediamo la storia di questi primi testimoni nel vangelo di Luca: “In quel tempo uscì un decreto da parte di Cesare Augusto, che ordinava il censimento di tutto l'impero. Questo fu il primo censimento fatto quando Quirinio era governatore della Siria. Tutti andavano a farsi registrare, ciascuno nella sua città. Dalla Galilea, dalla città di Nazaret, anche Giuseppe salì in Giudea, alla città di Davide chiamata Betlemme, perché era della casa e della famiglia di Davide, per farsi registrare con Maria, sua sposa, che era incinta. Mentre erano là, si compì per lei il tempo del parto; ed ella diede alla luce il suo figlio primogenito, lo fasciò e lo coricò in una mangiatoia, perché non c'era posto per loro nell'albergo. In quella stessa regione c'erano dei pastori che stavano nei campi e di notte facevano la guardia al loro gregge.” (Luca 2:1-8) Giuseppe e Maria  stanno viaggiando dal nord della Galilea dove vivono al sud della Galilea, dove Giuseppe è nato. Anche se Luca dice che Giuseppe è di stirpe reale, più avanti afferma che non era ricco: infatti quando porterà Gesù al tempio per la presentazione questo è ciò che Luca dice: “In tale occasione i genitori di Gesù offrirono il sacrificio stabilito dalla legge, che poteva essere un paio di tortore o due piccioni.” (Luca 2:24 PV) L'offerta al Tempio per la presentazione era un agnello, ma la legge diceva che se eri povero, allora sarebbe stata sufficiente un'offerta offerta “minima”  “Se non ha mezzi per offrire un agnello, prenderà due tortore o due giovani piccioni.” (Levitico 12:8 a) Allora, abbiamo un falegname povero, che sta viaggiando da nord a sud verso la città dove è nato  e dove aveva di sicuro parenti. Secondo voi, dove alloggerà? Cercherà un hotel,  oppure qualcuno tra i suoi parenti gli offrirà alloggio? Certamente ci sarà qualcuno in città che farà esattamente quello che faceva mia madre per ospitare a Natale i miei zii e i miei cugini, soprattutto perché stai viaggiando con una donna incinta al nono mese, non vi pare? Vediamo se accade così: “Mentre erano là, si compì per lei il tempo del parto;  ed ella diede alla luce il suo figlio primogenito, lo fasciò e lo coricò in una mangiatoia, perché non c'era posto per loro nell'albergo.” (Luca 2:6-7) Permettetemi una piccola parentesi: io mi sono posto la domanda: perché nessuno dei parenti si offre di ospitare Maria e Giuseppe? Conoscendo la cultura del tempo in Giudea non si fa peccato a per pensare che la famiglia di Giuseppe abbia guardato a quella situazione, ed abbia giudicato Giuseppe e Maria come peccatori. Giuseppe e Maria erano  freschi sposi all'epoca del viaggio, e Maria aspettava un bambino. Potete vedere il giudizio della famiglia qui? “Tu hai messo incinta Maria prima di sposarla! Ci spiace, ma noi non vogliamo peccatori in casa, vai a dormire con gli animali piuttosto.” Gesù è stato rigettato dal mondo e dalla sua stessa famiglia ancor prima di nascere. Torniamo alla storia di Luca: stiamo dicendo che l'essenziale a Natale è testimoniare: quali testimoni ebbe Gesù  in quel primo Natale? “In quella stessa regione c'erano dei pastori che stavano nei campi e di notte facevano la guardia al loro gregge.”(Luca 2:8) Chi erano quei testimoni testimoni? Erano pastori, ovvero persone povere;  il padrone delle pecore non dormiva assieme alle pecore, ma in casa, e pagava personale per vigilare il suo patrimonio. Erano persone senza educazione: non ti serviva di andare all'università per diventare pastore. Erano al fondo della scala sociale dell'epoca, e soprattutto, a causa del loro lavoro, erano reputate persone  sporche, “impure”, intoccabili,  a causa di ciò che toccavano, di dove vivevano e dormivano. Gli ebrei erano quasi ossessionati dal concetto di “purezza”; c'era tutta una serie di abluzioni e di lavaggi da fare per entrare nel tempio ad esempio, ed i pastori non sarebbero mai stati ammessi in quanto impuri. E se sei povero (i pastori non venivano pagati molto, spesso erano schiavi) se sei impuro, se non sei degno di andare ad adorare Dio nel tempio, allora non sei degno neppure di testimoniare in una causa davanti ad un tribunale. I pastori sanno che sono gli ultimi, esclusi da tutto e che l'unica possibilità per loro di riscatto può passare solo da un intervento diretto da parte di Dio. Gesù definirà più tardi questa situazione di persone che sanno non solo di non avere denaro ma nemmeno una posizione nella società e neppure la prospettiva di un riscatto, come “poveri in spirito”. “Beati i poveri in spirito, perché di loro è il regno dei cieli.” (Matteo 5:3) Fermati un attimo a riflettere: hai compreso quello che i pastori avevano compreso? Che come essere umano hai bisogno dell'aiuto di Dio, non importa dove tu sia nel tuo spettro spirituale, se credente o meno, se fervente o meno? La situazione più a rischio che puoi vivere è quando credi di potercela fare da solo o da sola. Tutto ciò che devi fare per ottenere quell'aiuto è essere come i pastori, poveri in spirito, e capire che hai bisogno del Gesù che sta nascendo. Continuiamo a leggere la storia di Luca: “E un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore risplendé intorno a loro, e furono presi da gran timore. L'angelo disse loro: «Non temete, perché io vi porto la buona notizia di una grande gioia che tutto il popolo avrà: “Oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo, il Signore. E questo vi servirà di segno: troverete un bambino avvolto in fasce e coricato in una mangiatoia”». “ (Luca 2:9-12) Immaginate i poveri pastori, che stanno dormendo in mezzo alle pecore al freddo, magari coperti da un qualche straccio per stare più caldi, che all'improvviso vedono una luce che trasforma la notte in giorno e un “alieno” arrivare in mezzo a loro; hanno tutto il diritto di essere terrorizzati: il lo sarei stato! Essi capiscono che si tratta di un messaggero divino, qualcosa di santo e di sacro che compare dinanzi a loro, miseri pastori e miseri peccatori. Ma guardate cosa dice l'angelo: “Non temete,  perché io vi porto la buona notizia di una grande gioia che tutto il popolo avrà”. (v. 10) Dice loro che non c'è nulla di cui temere, perché la Buona Novella,  è per TUTTI, non importa quanti o quanto grandi siano stati i tuoi peccati, l'evangelo è per ciascuno che ascolta. Gli dice: “Oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore” (v. 11)  E' nato per voi che siete gli ultimi, che siete emarginati,  che siete reietti, che siete al fondo della società. E il Salvatore è nato proprio per voi, non per i re nei palazzi, ma per dei pastori puzzolenti in mezzo ai campi  in una notte di inverno. Continuiamo a leggere Luca 2: “E a un tratto vi fu con l'angelo una moltitudine dell'esercito celeste, che lodava Dio e diceva: «Gloria a Dio nei luoghi altissimi e pace in terra agli uomini che egli gradisce!» ” (Luca 2:13-14) Se le parole dell'angelo li avevano per un certo verso tranquillizzati ora sono completamente terrorizzati, perché sotto il cielo di una notte che è diventata giorno adesso non c'è più un solo angelo, ma una moltitudine. Una moltitudine rumorosa, che canta, grida, acclama Dio... e che parla di loro, gli dice che Dio gradisce proprio loro, sporchi e puzzolenti come sono, ma soprattutto, peccatori come sono. Per quanto possa sembrare loro strano, é Gesù stesso che affermerà di cercare i peccatori: “Ora andate e imparate che cosa significhi: “Voglio misericordia e non sacrificio”; poiché io non sono venuto a chiamare dei giusti, ma dei peccatori».” (Matteo 9:13) E anche Paolo dirà: “Certa è quest'affermazione e degna di essere pienamente accettata: che Cristo Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori, dei quali io sono il primo.” (1 Timoteo 1:15) Gesù è nato per salvare non i giusti (se mai esistessero), ma i peccatori, ovvero, tutta l'umanità. Ed è così che, persino delle persone reiette, persino coloro che non possono entrare nel tempio, la cui testimonianza non interessa a nessuno perché sono gli ultimi, diventano i favoriti per Dio. Non solo; ottengono pace: e non è una pace come la intendiamo noi: “Vi lascio pace; vi do la mia pace. Io non vi do come il mondo dà.” (Giovanni 14:27 a) Gesù afferma che quando credi in lui, ed a lui ti affidi, allora riceverai quella pace speciale. Ed è per quello che è disceso in una notte di tanto tempo fa. “Quando gli angeli se ne furono andati verso il cielo, i pastori dicevano tra di loro: «Andiamo fino a Betlemme e vediamo ciò che è avvenuto e che il Signore ci ha fatto sapere».  Andarono in fretta e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia; ” (Luca 2:15-16) Fino a quel momento i pastori erano stati testimoni passivi di svariati miracoli: la notte che diviene giorno,  l'angelo che annuncia l'arrivo del Salvatore, le schiere di angeli che cantano e lodano Dio. E infine, quando si recano alla mangiatoia, sono testimoni della nascita di quel Salvatore. Ma Dio stava chiedendo molto di più da loro; non di essere semplici testimoni passivi di quegli eventi ma di fare da testimoni, essere testimoni attivi, dare voce, raccontare tutto ciò che avevano visto e sentito; e qui c'è il versetto centrale, il più importante di tutto il racconto di Luca: “...e, vedutolo, divulgarono quello che era stato loro detto di quel bambino. E tutti quelli che li udirono si meravigliarono delle cose dette loro dai pastori. ” (Luca 2:17-18) Avresti mai pensato che  dei pastori puzzolenti delle persone reiette,  che non potevano entrare nel tempio né testimoniare in tribunale, potessero diventare i primi testimoni, i primi divulgatori della nascita di Gesù e dell'inizio degli ultimi tempi per il mondo? Non so voi, ma io non ho trovato sempre facile  testimoniare la mia fede. Soprattuto all'inizio,  quando avrei voluto condividere col mondo intero che avevo ritrovato la mia fede in Gesù, io, nato cattolico, col desiderio di farmi prete, incamminato ad essere membro di Comunione e Liberazione, poi perso nel mondo... e ora ritrovato da Dio... Non è sempre facile condividere l'evangelo, ma ecco, che il racconto di Luca mi dice cosa è essenziale a Natale: testimoniare è essenziale, dire agli altri che un Salvatore è nato... e dirlo non solo a Natale. Fermati per un attimo e rifletti: cosa sarebbe accaduto se i pastori non avessero detto a nessuno ciò che avevano visto ed udito? Cosa sarebbe accaduto se nessuno ti avesse detto che esiste un Dio compassionevole, ed un Gesù che è nato, morto e risorto, per perdonare i tuoi peccati? Dove saresti adesso? Cosa faresti adesso? Ma i pastori non furono testimoni solo per una notte: “E i pastori tornarono indietro, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com'era stato loro annunciato.” (Luca 2:20) Dove tornarono i pastori? Tornarono ai loro greggi nei campi, tornarono alle loro case, ma di certo continuarono a raccontare per anni ciò che avevano visto quella notte, glorificando e lodando Dio. Cosa significa questo? Che non gli serviva un palcoscenico speciale per parlare delle cose di Dio, ma che il palcoscenico era la loro vita di ogni giorno. Cosa significa per me e per te, oggi? Che possiamo testimoniare il Natale esattamente dove stiamo: non serve di venire in chiesa per farlo, ma possiamo, anzi dobbiamo farlo nelle nostre case, a lavoro, tra gli amici, per strada... Dio non ha detto che devi essere un “professionista”, non devi essere un pastore, un predicatore, un diacono, qualcuno direttamente coinvolto nella chiesa per farlo! Pensa a come puoi essere un “pastore”, un testimone, una testimone del Natale nella tua famiglia, tra i tuoi amici, nel tuo posto di lavoro. Forse puoi condividere con loro  sui social gli studi  che la nostra chiesa ha preparato per questo Avvento, forse puoi invitarli la domenica, forse puoi dirgli di seguire le dirette, o inviargli i link ai messaggi. Forse puoi semplicemente andare da loro, cercarli in questi due anni terribili di Covid dove ciascuno si è concentrato sul male, e ricordargli tutto il bene che Dio ci ha fatto: ci ha mandato un Salvatore, "che è Cristo il Signore”. Forse vuoi chiedere loro come stanno “dentro”, e magari pregare per loro una preghiera di tre sole parole (quelle che io chiamo le “preghiere a microonde”): “Signore, aiuta Giovanni... Maria... Enrico...” Nulla di complicato. Dio aveva benedetto i pastori facendoli testimoni,  ed i pastori avevano risposto diventando una benedizione per altri che non avevano visto cosa era stato rivelato ma che attraverso le parole dei pastori ricevevano quella stessa benedizione. Conclusione Chi lo avrebbe mai detto che queste persone improbabili  dovessero diventare i messaggeri di Gesù nei modi più inaspettati?  Anni dopo furono ancora una volta le persone più improbabili  ed ai margini della società  a dare la notizia che Gesù era risorto;  un gruppo di donne che, andate alla tomba,  divennero i primi araldi dei cieli nuovamente aperti  per chi avrebbe creduto.  E' possibile che tu ti senta un improbabile candidato, o una improbabile candidata,   ma Dio può, e vuole usarti per testimoniare  che il Salvatore è realmente arrivato in questo Natale!  Egli può utilizzare chiunque voglia, persino te,  per portare la luce che fenda il buio di un mondo stanco e oscuro,  e porti pace e speranza a chi ti sta attorno! Preghiamo.GUARDA LE DIAPOSITIVE DEL MESSAGGIOGUARDA IL VIDEO DEL MESSAGGIO IN BASSA RISOLUZIONE SU FACEBOOKGUARDA IL VIDEO DEL MESSAGGIO IN BASSA RISOLUZIONE SU INSTAGRAM--- GUARDA IL VIDEO DEL MESSAGGIO IN HD (Visita il nostro sito per ascoltare la registrazione audio, vedere il video del messaggio, per scaricare gli appunti e per vedere le diapositive del messaggio)

La Restaurazione della Grazia
Gli otto vincitori dell'apocalisse: 2a parte.

La Restaurazione della Grazia

Play Episode Listen Later Dec 7, 2021 38:06


La seconda puntata: Apocalisse 2:11 - la seconda morte.Gesù promette otto cose a "Chi vince"- nel libro dell'Apocalisse. In questa serie indago la Buona Novella di questi otto, meravigiosi doni che il Capo della Chiesa fa a coloro che "vincono" e il motivo per il quale i cristiani non devono preoccuparsi di dover vincere!

La Restaurazione della Grazia
Gli otto vincitori dell'apocalisse: 1a parte.

La Restaurazione della Grazia

Play Episode Listen Later Dec 2, 2021 49:44


La prima puntata: Apocalisse 2:7 - Il frutto dell'albero della vita.Gesù promette otto cose a "Chi vince"- nel libro dell'Apocalisse. In questa serie indago la Buona Novella di questi otto, meravigiosi doni che il Capo della Chiesa fa a coloro che "vincono" e il motivo per il quale i cristiani non devono preoccuparsi di dover vincere!

La Restaurazione della Grazia
Gli otto vincitori dell'apocalisse - introduzione

La Restaurazione della Grazia

Play Episode Listen Later Nov 30, 2021 28:01


IntroduzioneGesù promette otto cose a "Chi vince"- nel libro dell'Apocalisse. In questa serie indago la Buona Novella di questi otto, meravigiosi doni che il Capo della Chiesa fa a coloro che "vincono" e il motivo per il quale i cristiani non devono preoccuparsi di dover vincere!.

Un Disco, Una Storia
La Buona Novella, Fabrizio De André, 1970

Un Disco, Una Storia

Play Episode Listen Later Oct 15, 2021 65:00


Un Disco, Una Storia: Fabrizio De André, 1970, Produttori Associati E' la prima puntata della seconda stagione e per riprendere la mia avventura tra il mondo della narrazione e quello della musica dovevo, ripeto dovevo scegliere un disco importante, significativo. Allora perché non scegliere uno dei miei preferiti. La Buona Novella. Ma qui la "storia" l'ha già scritta Fabrizio De André cosa si può dire d'altro? Beh per esempio che la storia narrata nelle canzoni del disco è una storia universale, non ancorata a 2000 anni fa. Una storia che ci circonda, che fa parte di noi, che segue il corso del tempo, che muta sotto gli occhi di chi la guarda. Quindi perché non provare a darle una nuova forma, tra le infinite che questa storia può avere. In questa prima puntata della seconda stagione di "Un Disco, Una Storia" io ho provato a dare vita alla mia versione. Buon ascolto e alla prossima settimana. E non dimenticate di condividetre i link del podcast "UnDisco,UnaStoria" sui vostri canali social. Ciaooooooo da Guido 2B. Credits: · Disco: Fabrizio De André, 1970, Produttori Associati · Sigla Iniziale: Sisterhood, Langhorne Slim, 2005 Narnack Records · Sigla Finale: Lover Please, Jonathan Richman, 1979 Castle Copyrights LTD · Copertina by Texnee

Podcast di Giacinto Butindaro
La Buona Novella che Gesù è il Cristo

Podcast di Giacinto Butindaro

Play Episode Listen Later Apr 17, 2021 13:43


La Buona Novella che Gesù è il Cristo

BASTA BUGIE - Omelie
Omelia della Terza domenica di Pasqua - Anno B (Lc 24, 35-48)

BASTA BUGIE - Omelie

Play Episode Listen Later Apr 14, 2021 5:20


TESTO DELL'ARTICOLO ➜ http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6478OMELIA III DOM. DI PASQUA - ANNO B (Lc 24, 35-48)Il Vangelo di questa terza domenica di Pasqua prosegue il racconto dei discepoli di Emmaus. Questi due discepoli raccontarono agli Undici e a tutti quelli che erano con loro «ciò che era accaduto lungo la via e come avevano riconosciuto Gesù nello spezzare il pane» (Lc 24,35). Mentre stavano narrando la loro straordinaria esperienza, ecco che Gesù comparve loro e disse: «Pace a voi» (Lc 24,36). Il Signore diede prova della sua Risurrezione mostrando loro le mani e i piedi: era proprio Lui, e i segni gloriosi delle ferite lo testimoniavano in modo molto chiaro. Poi domandò loro qualcosa da mangiare, ed essi gli diedero una porzione di pesce arrostito: non si trattava certamente di un fantasma. Alla fine, Gesù spiegò agli Apostoli il senso delle Scritture, le quali parlavano della sua Morte e Risurrezione, e del compito che Gesù affidava loro: il compito di predicare a tutti i popoli «la conversione e il perdono dei peccati» (Lc 24,47).Gli Apostoli presero alla lettera queste parole e, dopo la Pentecoste, si misero a predicare la Buona Novella. Così, nella prima lettura di oggi, abbiamo ascoltato il discorso che san Pietro rivolse al popolo. Al termine di questo discorso, Pietro disse: «Convertitevi dunque e cambiate vita, perché siano cancellati i vostri peccati» (At 3,19).Se veramente vogliamo vivere anche noi da risorti, dobbiamo cambiare vita ed eliminare energicamente il peccato. Con questo testimonieremo di amare davvero il Signore. San Giovanni lo afferma chiaramente nella seconda lettura di oggi: «Da questo sappiamo di averlo conosciuto: se osserviamo i suoi comandamenti. Chi dice: lo conosco, e non osserva i suoi comandamenti, è bugiardo e in lui non c'è la verità. Chi invece osserva la sua parola, in lui l'amore di Dio è veramente perfetto» (1Gv 2,3-5).L'amore di Dio consiste nell'osservare i suoi Comandamenti, non può essere diversamente. Quando si ama Dio, allora sarà una gioia per noi metter in pratica ciò che Egli insegna, ed evitare risolutamente il peccato. Quando si ama, si fa volentieri la volontà della persona amata. Se io so che Gesù non vuole una cosa, farò di tutto per non farla, costi quel che costi.Tante volte non si pensa che il peccato è la più grande disgrazia che possa colpirci. I Santi avrebbero preferito mille e mille volte la morte piuttosto che commettere un solo peccato. Pensiamo a tanti Martiri, ai quali i persecutori, per non torturarli e metterli a morte, avevano ingiunto di rinnegare la fede in Cristo e di bestemmiare. Ma loro rimasero fedeli a Dio e andarono incontro lieti alle più grandi sofferenze e alla morte.Abbiamo un criterio infallibile per sapere se una cosa è bene o male, si può fare o è peccato: questo criterio è l'obbedienza al Papa e al suo Magistero. Se il cristiano sa, ad esempio, e lo sa con certezza perché ce lo insegna la Chiesa, che non si può rubare, che non si può imbrogliare il prossimo, che non si possono commettere atti impuri, che il Matrimonio non può essere profanato dall'infedeltà o dall'uso di anticoncezionali, ecc., egli deve evitare tutto questo, anche se ciò comporta sacrificio, confidando nell'aiuto onnipotente di Dio e nella preghiera.Se il cristiano sa che Dio vuole che si santifichino le feste, che si preghi ogni giorno, che si facciano le opere di bene, egli deve fare tutto questo con gioia. In questo modo, egli testimonierà il suo amore a Dio non a parole, ma con i fatti.All'inizio della sua conversione, san Francesco chiese con fiducia che Dio gli indicasse il cammino da seguire. Egli comprese benissimo che la nostra gioia non consiste nel fare la nostra volontà, ma la Volontà del nostro Creatore. Per essere sicuro di stare nella Volontà di Dio, egli non si fidò di quanto sentiva in cuore, ma volle andare dal Papa: solo da lui poteva avere la certezza di essere sul retto sentiero.Impariamo da san Francesco questa docilità all'insegnamento del Papa. Ai giorni d'oggi molti si sentono illuminati; ma, a conti fatti, dimostrano di mancare della cosa più importante: di questa docilità al Magistero della Chiesa. Se anche noi obbediremo a questo insegnamento, saremo certi di fare la Volontà di Dio e godremo di una grande pace nel cuore.

Podcast di Giacinto Butindaro
La Buona Novella che Gesù è il Cristo

Podcast di Giacinto Butindaro

Play Episode Listen Later Feb 6, 2021 9:31


La Buona Novella che Gesù è il Cristo

Bad Podcast
Fumetti | Scheletri, Bobby Sombrero, Space Opera, La buona novella, Don Zauker | 18/11/202a0

Bad Podcast

Play Episode Listen Later Dec 1, 2020 81:23


Sostieni BadTaste e ottieni tutti i vantaggi di Plus! Iscriviti: https://plus.badtaste.it/ Registrazione della chiaccherata su Fumetti tra Carlo Alberto Montori, Pasquale Gennarelli e Claudio Scaccabarozzi in onda il 18/11/2020 su Twitch. Siamo su Twitch! Seguiteci per le dirette quotidiane su cinema, tv, fumetti e videogiochi: https://www.twitch.tv/videos/765174664

Gli Scanzonati - Radio Statale
#3 ScanzoAlmanacco (23-29 novembre): In piazza!

Gli Scanzonati - Radio Statale

Play Episode Listen Later Nov 23, 2020 21:54


Dalla piazza Sferaebbasta inn Cinisello fino alla Buona Novella, tutte le novità della settimana musicale e qualche perla dal passato, in compagnia dei tre moschettieri più scanzonati che ci siano. Ogni lunedì l’almanacco scanzonato vi accompagna in nuovo viaggio di sette giorni attraverso la musica italiana e non solo. Seguiteci anche sui nostri canali Instagram e Facebook!

Diretta Radio Ovest
LA NONNOMUSICA 35 50 anni di Buona Novella con Nonnaika

Diretta Radio Ovest

Play Episode Listen Later Nov 10, 2020 69:27


LA NONNOMUSICA 35 50 anni di Buona Novella con Nonnaika

La Restaurazione della Grazia
Dichiarazioen sul mio amico Walter Biancalana e messaggio: "Ma vogliamo riposarci un po'?"

La Restaurazione della Grazia

Play Episode Listen Later Nov 5, 2020 724086:27


Mario Marchiò dice pubblicamente che Walter Biancalana è suo amico e, pur non essendo d'accordo dottrinalmente su qualche cosa, penso che Walter sia la persona più importante per la dissemina della Buona Novella in Italia oggi. Lo reputo onesto, integro, franco, morigerato e assolutamente attendibile.

Liturgia | RRL
140 - Il Credo

Liturgia | RRL

Play Episode Listen Later Jul 30, 2020 5:10


In certi giorni e in occasione di certe feste, all’annuncio della Buona Novella fa seguito la Professione di Fede, e il cuore pronuncia con gioiosa gratitudine: Credo! (“io credo”). Quando il Credo viene recitato è come voler dar forma alla risposta, come far eco alla voce di Dio pronunciata a noi attraverso i Profeti e gli Apostoli, infine tramite il Suo Figlio Unigenito.

Radio Big World
Buona Novella #3 - Non solo Oriente

Radio Big World

Play Episode Listen Later Jul 7, 2020 3:21


Buona Novella #3 - Non solo Oriente by Radio Big World

Radio Big World
Buona Novella #4 - Il Marajà e i semi di Lucca

Radio Big World

Play Episode Listen Later Jul 7, 2020 5:30


Buona Novella #4 - Il Marajà e i semi di Lucca by Radio Big World

Liturgia | RRL
135 - Il Vangelo

Liturgia | RRL

Play Episode Listen Later Jun 25, 2020 6:42


La seconda lettura biblica si chiama “Vangelo” e conclude – quando viene cantato solennemente – la prima parte della messa. Il termine “Vangelo” si usa qui in senso stretto e vuol significare una pericope, cioè un testo desunto dai quattro Vangeli per l’uso liturgico più appropriato. Nel Nuovo Testamento il medesimo ha un significato più esteso e comprensivo. Vangelo significa infatti “Buona Novella”.

Podcast di Giacinto Butindaro
Credi nella Buona Novella che Gesù è il Cristo e sarai salvato

Podcast di Giacinto Butindaro

Play Episode Listen Later May 15, 2020 17:18


Credi nella Buona Novella che Gesù è il Cristo e sarai salvato

BASTA BUGIE - Storia
Esaltazione del vino e di chi lo sa apprezzare

BASTA BUGIE - Storia

Play Episode Listen Later May 5, 2020 9:19


TESTO DELL'ARTICOLO ➜http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6111ESALTAZIONE DEL VINO E DI CHI LO SA APPREZZARE di Mario lannacconeIl vino è una bevanda difficile, che - si dice spesso - va "capita". È una bevanda che va compresa piano piano, e assaporata; esiste in migliaia di declinazioni, con sapori, aromi e retrogusti diversi. Basta che cambi il terreno, il clima, la maturazione dell'uva, l'invecchiamento; basta che mutino altre variabili e lo stesso vino, prodotto con le stesse uve, nello stesso terreno, si presenta completamente diverso. Il vino è come gli uomini: sempre diverso, esposto al tempo e al caso. Ci porta a ritmi lenti, all'arte dei conoscitori, ai legni e ai profumi; alla difficile arte della vinificazione, tramandata da maestro a discepolo, perché fatta di esperienza, osservazione, intuizione. Ci porta emozione; e, non a caso, la rossa bevanda è costantemente associata alla poesia, alla musica, all'amore sia nei suoi aspetti più sensuali, sia in quelli più platonici, spirituali, mistici. Il vino entra spesso, e nei modi più diversi, nella letteratura. Del resto, il vino si produce da migliaia di anni, con un lavoro paziente, che ha richiesto secoli per affinarsi a partire da una materia prima nobile come il succo d'uva. Esistono altri tipi di bevande prodotte dalla fermentazione di succhi zuccherini (birra, idromele, sidro), ma il vino d'uva è rimasto il più complesso, vario, nobile. Soltanto la birra può avvicinarsi alla complessa civiltà del vino, ma non ha mai assunto quel valore sacro che la civiltà cristiana ha attribuito al vino.STORIA DI UNA COLTURAIl vino d'uva cominciò a essere prodotto in molte terre e da molti popoli della Mezzaluna fertile sin dalla scoperta della vite, allora molto diversa e poi costantemente migliorata da incroci di coltura. Il suo consumo era comune fra i sumeri, gli egizi, gli israeliti, gli etruschi, i persiani e soprattutto fra i popoli mediterranei, i greci e i romani. I romani lo producevano molto concentrato e forte, talvolta denso, quasi sempre da mescolarsi all'acqua, per diluirlo. Prodotto costoso, in alcune sue varianti assai raro e molto ambito, assorbì e concentro in sé, nel tempo, simboli profondi. Il produrlo costa all'uomo un elaborato lavoro che inizia dalla cura della terra e della vigna, prosegue nella manipolazione e lavorazione del frutto, nella spremitura, nella prima fermentazione, nella produzione e trattamento del mosto. Poi, l'ultima fase del processo è, in certo senso, segreta, poiché avviene nel buio. S'ignorava perché il mosto iniziasse a fermentare e il suo gusto dolce diventasse pregno d'alcool facendo nascere il vino nuovo che l'invecchiamento migliora: ogni contenitore, ogni botte, ogni diverso legno nel quale il vino può maturare produce effetti diversi, bouquet differenti di aromi. Va conservato in luoghi adatti e curato nel tempo affinché i suoi zuccheri si sublimino, in un processo che gli scrittori di un tempo descrivevano come prodigioso, sacro, misterioso. L'uva viene pestata, quasi umiliata, e produce un succo che somiglia al sangue e che, nel tempo, dopo essere risorto dal buio si presenta affinato nel sapore e nel profumo. Già in questo vediamo l'anticipazione del vino come materia eucaristica. Ma prima di allora, in epoca precristiana, il vino era bevanda degli dei, dell'ebbrezza, della possessione sacra di Bacco o Dioniso. Il mistero che circondava il suo prodursi, la cura che l'uomo doveva dedicargli, l'ebbrezza che produceva, lo legarono a culti diffusi: era usato per riti, sacrifici, libagioni.NELLA VITA DI GESÙIl lavoro della vigna è presente nei Vangeli in diversi contesti, come la Parabola dei lavoratori della vigna (Mc 20,1-16) e la Parabola dei vignaioli omicidi (Mt 21,33-44; Mc 12,1-12; Lc 20,9-18). Il vino è nominato nel discorso sul digiuno di Marco (Mc 2,18-22), dove si menziona il vino nuovo - la Buona Novella - che non si adatta agli otri vecchi: la predicazione di Gesù non sta più nei limiti della Legge ebraica. Nell'episodio delle Nozze di Cana, cui Gesù partecipa come invitato, il vino assume un'importanza ancora maggiore, che lascia presagire, prefigurare, annunciare il suo ruolo autentico e il sacrificio. Essendo finito il vino, con un miracolo Gesù trasforma l'acqua e la fa diventare rossa bevanda. Cosa significhi questo miracolo, lo capiamo tutti: il vino comincia a rappresentare il sangue, lo prefigura. È rosso e prezioso come il sangue; Gesù lo moltiplica, come moltiplicherà le specie eucaristiche. I primi autori cristiani erano ben consapevoli di questo significato e della ragione del comparire frequente del vino nell'Antico Testamento. Del resto, era un elemento importante anche in alcune celebrazioni ebraiche. L'episodio delle Nozze di Cana va collegato a quello della Moltiplicazione dei pani e dei pesci, narrato da Giovanni (Gv 6, 1-14), ma anche dagli altri Evangelisti (Mt 14,13-21, MC 6,30-44, LC 9,12-17). Pane e vino, due alimenti fondamentali che danno gusto e sostanza all'atto del mangiare e che nella civiltà cristiana sono stati menzionati innumerevoli volte da santi e scrittori, poeti e teologi per il loro valore sacrale, simbolico e infine teologico-eucaristico.NELL'EUCARISTIAIl momento fondamentale del rovesciamento di significato del vino e del pane, il momento in cui questi alimenti comuni divengono qualcosa d'altro, d'inaudito, mai prima apparso in questo modo nella tradizione spirituale e religiosa precedente, è l'evento dell'Ultima Cena. Qui, al limite della Pasqua ebraica, il giovedì sera, Gesù si ritrova con i suoi discepoli e beve il vino e mangia il pane. Non si limita a questo, li benedice secondo l'uso ebraico ma poi annuncia qualcosa di nuovo e sconvolgente: come sappiamo tutti, spezza il pane, lo dà ai discepoli e dice: «Prendete e mangiate, questo è il mio corpo». Così fa con il vino: «Bevetene tutti, perché questo è il mio sangue dell'alleanza, versato per molti in remissione dei peccati» (Mt 26, 26-27). Si tratta di qualcosa di unico perché se Gesù è il Messia allora le sue parole hanno esattamente il significato che è stato spiegato da coloro che sono venuti dopo, da san Paolo ai Padri della Chiesa, cancellando il concetto che si ritrova nei riti bacchici e dionisiaci o in tanti altri culti nei quali il vino, pure, veniva utilizzato. S'instaura qualcosa di nuovo: un sacramento che non soltanto possiede la virtù di santificare, ma che racchiude l'autore stesso della Grazia. Gesù lo istituisce come alimento spirituale dell'anima, che viene fortificata nella lotta per conseguire la salvezza. Nella cristianità la produzione del vino fu perfezionata dai monaci, soprattutto benedettini, sia perché il vino era consentito nell'alimentazione monastica, sia perché era diffusissima, almeno sino al XII secolo, la celebrazione della Messa usando le due specie eucaristiche: il pane e il vino. Per questo, per l'uso che ne facevano i fedeli a tavola ma anche per l'esistenza del vino santo che rappresentava il sangue di Cristo, esso ha sempre avuto un doppio significato, sacro e quotidiano, sacramentale e alimentare. Celebrato nella pittura sacra, nei grandi cicli di affreschi, nell'epica cristiana, nella letteratura spirituale, il vino, anche oggi, in epoca di desacralizzazione e di laicismo, continua a mantenere quell'aura sacrale che gli proviene dal cuore radiante del mistero eucaristico cristiano che lo ha mutato per sempre.

Radio Big World
Buona Novella #2 - Meglio di De Niro in Taxi Driver

Radio Big World

Play Episode Listen Later Mar 24, 2020 2:27


Buona Novella #2 - Meglio di De Niro in Taxi Driver by Radio Big World

Radio Big World
Buona Novella #1 - Come Mary ha lasciato il lavoro

Radio Big World

Play Episode Listen Later Feb 4, 2020 4:02


Buona Novella #1 - Come Mary ha lasciato il lavoro by Radio Big World

Storia della civiltà cristiana | RRL
140 - I martiri canadesi

Storia della civiltà cristiana | RRL

Play Episode Listen Later Oct 11, 2019 8:41


I primi missionari giunsero nel XVII secolo, a Québec, nell’allora “Nuova Francia”, per portare la Buona Novella tra le tribù autoctone. Erano otto in tutto, sei presbiteri e due religiosi professi della Compagnia di Gesù. Erano consci dei pericoli che correvano, la crudeltà degli indiani irochesi era nota. Ma affrontarono il martirio con coraggio e pace del cuore, la pace di Cristo, tra lo stupore dei loro aguzzini. E questo permise alla loro opera di non svanire, anzi di riprendere in poco tempo vita e vigore. Un esempio anche per la Cristianità di oggi.

Groucho
EFF 2 | Kuya Wes, La buona novella, Le ciel la terre et l'homme, The Pigeon Thieves

Groucho

Play Episode Listen Later Aug 1, 2019 15:19


Le prime recensioni di Groucho dall'Edera Film Festival 2019.Vi parliamo di due documentari:- La buona novella di Sebastiano Luca Insinga;- Le ciel la terre et l'homme di Caroline Reucker;e di due lungometraggi di fiction:- Kuya Wes di James Robun M. Mayo;The Piegeon Thieves di Osman Nail Dogan.

Groucho
EFF 2 | Kuya Wes, La buona novella, Le ciel la terre et l'homme, The Pigeon Thieves

Groucho

Play Episode Listen Later Aug 1, 2019 15:19


Le prime recensioni di Groucho dall'Edera Film Festival 2019.Vi parliamo di due documentari:- La buona novella di Sebastiano Luca Insinga;- Le ciel la terre et l'homme di Caroline Reucker;e di due lungometraggi di fiction:- Kuya Wes di James Robun M. Mayo;The Piegeon Thieves di Osman Nail Dogan.

BASTA BUGIE - Omelie
Omelia XIV domenica tempo ordinario - Anno C (Lc 10, 1-12.17-20)

BASTA BUGIE - Omelie

Play Episode Listen Later Jul 4, 2019 4:15


TESTO DELL'ARTICOLO ➜ http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=5632OMELIA XIV DOMENICA TEMPO ORDINARIO - ANNO C (Lc 10, 1-12.17-20)Il Signore manda i suoi Discepoli a due a due davanti a sé per annunziare le Buona Novella, e li manda come agnelli in mezzo a lupi. Oggi più che mai è necessario questo annunzio evangelico e, oggi più che mai, il discepolo di Cristo è mandato come agnello in mezzo ai lupi. In questa opera evangelizzatrice, il discepolo di Cristo non deve contare sui sostegni umani, ma innanzitutto sulla grazia di Dio.Inevitabilmente ci sarà chi rifiuterà il Vangelo e, di conseguenza, rifiuterà o addirittura perseguiterà colui che gli reca questo annunzio. Infatti, nel corso dei secoli, sono stati numerosi gli evangelizzatori che hanno coronato con il martirio la loro opera missionaria. Soprattutto un tempo, dire missionario voleva dire martire.Gesù invita a pregare: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe!» (Lc 10,2). Oggi più che mai si sta realizzando questa situazione: vi sarebbe molto da lavorare nella vigna del Signore, ma pochi sono gli operai, ovvero le vocazioni. La situazione è preoccupante: vi sono paesi senza sacerdote, tanti conventi si svuotano e diventano magari alberghi o cose del genere. San Giovanni Maria Vianney diceva: «Lasciate un paese senza sacerdote per vent'anni e, alla fine, adoreranno le bestie!».Cosa fare per suscitare vocazioni? Nel Santo Vangelo Gesù ci indica un'unica soluzione: «Pregate»! Non parla di riunioni, conferenze o gite organizzate per ragazzi, ma di preghiera. Con questo non si vogliono escludere le altre iniziative che, comunque, sono sempre belle e valide. Si vuole unicamente insegnare che, senza la preghiera, tutte le iniziative umane rimarranno infruttuose.Cosa possiamo fare concretamente? Possiamo organizzare delle ore di Adorazione eucaristica per ottenere il dono delle vocazioni. Bisogna farsi avanti e manifestare ai propri sacerdoti la volontà e la disponibilità di assicurare la propria presenza durante queste ore di preghiera. Noi sacerdoti siamo contenti di vedere che c'è qualcuno che si vuole impegnare! Non bisogna aspettare di essere in tanti per iniziare: bastano poche anime generose. Sarà come un piccolo seme gettato nella terra. Se, nonostante tutti gli sforzi, non si riuscirà a organizzare niente, iniziamo da soli. In tal caso ci si metterà davanti al Tabernacolo e si chiederà a Gesù il dono di numerose e sante vocazioni.Nella vita di un missionario, di nome Carlo Goldmann, si racconta un episodio molto bello. Fin da bambino c'era chi pregava per lui. Una suora, ispirata da Dio, pregava per quel piccolo bambino che da poco era rimasto orfano di madre. La suora chiedeva per lui al Signore il dono della vocazione e sperava vivamente, entro vent'anni, di poterlo vedere sacerdote. Ella pregava ogni giorno secondo questa intenzione e il bambino non sapeva nulla. Egli lo venne a sapere solo alla fine, quando stava diventando sacerdote. Crescendo, Carlo divenne un giovane allegro e spensierato che non pensava minimamente alla vocazione. Ma, ad un certo punto della sua esistenza, avvenne qualcosa di unico e irripetibile: avvertì con chiarezza che il Signore lo chiamava alla vita religiosa e sacerdotale. Rimane sempre un mistero la percezione di questa chiamata. È come una luce che irrompe improvvisamente nell'anima e, a quella luce, si comprende quello che deve essere il nostro cammino. Chi aveva acceso quella luce? Le preghiere perseveranti dell'umile suora che non aveva mai perso di vista quel ragazzo. Fu così che allo scadere dei vent'anni, dopo varie peripezie, infuriava infatti la Seconda Guerra Mondiale, Carlo divenne sacerdote francescano e di lì a pochi anni partì missionario per il Giappone.Vogliamo accendere anche noi questa luce nei cuori di tanti giovani. Se pregheremo con umiltà e perseveranza otterremo il dono di tante vocazioni.

Podcast di Giacinto Butindaro
La Parola della Buona Novella

Podcast di Giacinto Butindaro

Play Episode Listen Later Sep 28, 2018 19:26


La Parola della Buona Novella

Vendere Valore
223 La buona novella

Vendere Valore

Play Episode Listen Later Sep 23, 2018 22:08


Qual è la buona notizia che porti ai tuoi clienti? Questa la provocazione che Alessio Beltrami ha rivolto ai partecipanti alla giornata della CMA del settembre 2018. E qui cerchiamo insieme una risposta per i nostri business. Lasciatemi un messaggio di commento a paolo.pugni@pugnimalago.it oppure a venderevalore@youmediaweb.com https:://t.me/paolopugni https://www.linkedin.com/in/paolopugni/o commentate presso Spreaker e iTunes. Ci conto! Il canale Telegram di Vendere Valore lo trovi qui https://t.me/venderevalore

Vendere Valore
223 La buona novella

Vendere Valore

Play Episode Listen Later Sep 23, 2018 22:08


Qual è la buona notizia che porti ai tuoi clienti? Questa la provocazione che Alessio Beltrami ha rivolto ai partecipanti alla giornata della CMA del settembre 2018. E qui cerchiamo insieme una risposta per i nostri business. Lasciatemi un messaggio di commento a paolo.pugni@pugnimalago.it oppure a venderevalore@youmediaweb.com https:://t.me/paolopugni https://www.linkedin.com/in/paolopugni/o commentate presso Spreaker e iTunes. Ci conto! Il canale Telegram di Vendere Valore lo trovi qui https://t.me/venderevalore

Podcast di Giacinto Butindaro
La Buona Novella

Podcast di Giacinto Butindaro

Play Episode Listen Later Mar 23, 2018 10:39


La Buona Novella

Podcast di Giacinto Butindaro
La Buona Novella che Gesù è il Cristo

Podcast di Giacinto Butindaro

Play Episode Listen Later Feb 23, 2018 10:21


La Buona Novella che Gesù è il Cristo

Podcast di Giacinto Butindaro
La Buona Novella che Gesù è il Cristo

Podcast di Giacinto Butindaro

Play Episode Listen Later Sep 18, 2017 81:33


La Buona Novella che Gesù è il Cristo

Commento al Vangelo del giorno
Mercoledì della III settimana del Tempo di Avvento

Commento al Vangelo del giorno

Play Episode Listen Later Dec 13, 2016 16:47


AVVENTO E' CAMMINARE NELLA CHIESA PER RICONOSCERE L'AMORE DI DIO NELLA PRIGIONE DOVE LA NOSTRA VITA RENDE TESTIMONIANZA, SENZA SCANDALIZZARCI DELLA NOSTRA E DELLA ALTRUI DEBOLEZZACome ciascuno di noi, Giovanni vede sorgere nel cuore la domanda che riassume il dilemma dell'esistenza: "Sei tu colui che deve venire o dobbiamo attenderne un altro?". In carcere per la Verità, Giovanni chiede conferme su Colui che ha annunciato. Il carcere è una metafora della sua vita. A causa di Cristo è separato dal mondo, santo in mezzo all’impurità. Il mondo lo ha condannato come condanna ogni giorno la verità. E' l'esperienza di ogni apostolo, di ogni cristiano, martire della Parola fatta carne. E' l'esperienza dei giovani cristiani, separati i virtù della primogenitura, non più del mondo ma ancora chiamati a vivere nel mondo. Sentono premere sulla pelle e sulle ossa le tentazioni e la castità, l’obbedienza e il sacrificio pesano come catene. Spesso la Verità sembra proprio aver incatenato le gioie, le passioni, la poesia della vita, e l'esistenza afferrata da un annuncio di libertà sembra condannata a spegnersi in una cella. Le catene stringono le pulsioni sessuali che il mondo spinge a seguire, la porta sbarra la strada a discoteche e concerti affollati di ragazzi. Così per tante mogli, assalite come già Eva dalle menzogne suadenti del demonio, che dipinge le pareti domestiche come fossero le grate di un carcere, e i pannolini dei bambini come fossero strumenti di torture. E il matrimonio comincia ad apparire come un convento di clausura che non si è scelto, che sottrae indipendenza, realizzazione di sé, taglie e libertà, amicizie e svaghi. Chiamate a donarsi nella sottomissione che dischiude il Cielo nella carne della vita coniugale, si finisce con il sottomettersi al duro giogo della menzogna che sbiadisce l’identità di donna, moglie e madre per indossarne di false. Così per tanti mariti, che ogni ritorno a casa sembra una condanna, un ergastolo da scontare dietro ai capricci di moglie e figli. Chiamati a morire per la moglie come Cristo per la sua Chiesa, si trovano a vivere nel matrimonio come dentro un carcere di massima sicurezza. O la malattia che ti divora senza pietà, e ti restano pochi mesi di vita. La malattia e la morte di tuo figlio, di tuo padre o di tua madre che sei ancora così giovane. O il fidanzato, che non arriva mai… O che se ne è andato lasciandoti con un messaggino. E tutta la vita scorre tra mille progetti e tentativi di evasione, nell’illusione di trovare la felicità nella libertà che ti incatena alla dittatura delle concupiscenze. Per questo la domanda sale prepotente: è Cristo la Verità? E' davvero Lui il Salvatore? E' Lui che attende il mio cuore impaziente di libertà e felicità? E' Lui o devo aspettare qualcun altro, qualcosa d'altro? La volontà di Dio è il solo senso autentico che dà pienezza alla mia vita? E oggi, come un preludio alla sua risposta fatta carne, il Signore ci risponde come ha risposto a Giovanni: invia la sua Chiesa, i testimoni che hanno visto la Parola incarnarsi nei segni da Lui compiuti. Essi indicano il Cielo, un potere che scavalca il muro delle possibilità umane: gli angeli che la notte di Natale hanno annunciato: “Gloria a Dio nell’alto dei Cieli, e pace in terra agli uomini che Dio ama”. Gloria a Dio nell’alto dei Cieli per i “ciechi ricuperano la vista, gli storpi camminano, i lebbrosi sono guariti, i sordi riacquistano l'udito, i morti risuscitano", e pace a loro, ai "poveri a cui è annunciata la Buona Novella" sulla terra dove hanno toccato un frammento di paradiso nell’amore onnipotente del Padre. Pace a noi quindi, o no?Forse no, niente pace in noi. Allora domandiamoci: “che cosa abbiamo visto e udito nella nostra vita? Perché senza aver udito e visto non si può credere, non si è certi di aver incontrato Colui che abbiamo sempre atteso senza l'esperienza concreta e raccontabile del suo amore. I discepoli di Giovanni racconteranno quello che hanno visto e udito, come ogni apostolo, testimoni di un'esperienza. Giovanni Battista, cugino di Gesù, che ancora nel grembo di Elisabetta ha esultato alla voce di Maria, che ha visto scendere lo Spirito Santo come una colomba su Gesù, non aveva ancora la certezza che fosse Lui il Messia. Così nella nostra vita, percezioni, sentimenti, ma non basta. Anche Pietro ha confessato Gesù come l'Inviato, il Figlio di Dio, e un istante dopo s'è perso nei pensieri della carne. Occorre qualcosa in più, “vedere e udire”, e il sigillo dello Spirito su quanto visto e udito. Ecco la nostra vita, ecco le nostre infermità, le catene, i peccati. Eccoli in fila, sono più numerosi del nostro capo. Ed ecco il Messia, Lui nella nostra vita, l'Agnello immolato che prende su di sé le nostre infermità e i nostri peccati. E fa nuove tutte le cose, creando in noi un cuore nuovo. Non sono parole, fantasie, e neanche semplici intuizioni. Sono fatti, davanti ai nostri occhi. Per questo oggi risuona nelle nostre orecchie la Parola di Vita della Buona Notizia che ha il potere di realizzare ciò che annuncia. I pastori andarono senza indugio alla Grotta di Betlemme e “videro esattamente come avevano udito dalla voce degli angeli”. C'è anche per noi una grotta, una stalla e una mangiatoia. Gli angeli appaiono anche oggi sul nostro cammino, gli apostoli che instancabilmente annunciano il Vangelo ad ogni creatura. Andiamo a Betlemme dunque, andiamo al fondo della nostra vita, lì dove più povero è il nostro cuore. Andiamo senza indugio alla mangiatoia, lì dove hanno mangiato animali d'ogni tipo, dove la carne cioè l'ha fatta da padrona. Lì dov'è la fonte dei nostri peccati e dove ogni giorno s'ingrassa il nostro uomo vecchio. Non temiamo di scoprirci incapaci di perdonare, di dimenticare. Andiamo a vedere, nella nostra debolezza, il suo potere. Perché proprio lì, nella mangiatoia dove, sino ad ora, abbiamo mangiato povera paglia incapace di trasformarci, "in quel momento", ora, e ogni giorno, Lui si fa pane per saziarci e trasformarci in pane per gli altri. Unico intralcio, lo scandalo per il suo amore che nasce da quello che abbiamo per la totale debolezza nella quale Lui vuole deporre la forza infinita dell'amore. Lo scandalo che ci fa inciampare impedendoci di andare a vedere il suo amore. La paura che prende un giocatore di poker prima di rilanciare e, appunto, andare a vedere. Ma essa è figlia di chi ha preso la vita e la fede come un gioco d'azzardo, e il cristianesimo non lo è, perché l'amore vince il timore. "Beato" allora chi crede, che cioè, come un bambino che si fa prendere per la mano dal papà, si appoggia alla parola e alla fede della Chiesa, per andare a vedere i segni che Cristo ha operato ed è pronto ad operare nella nostra vita. Solo così potremo "riferire" alla domanda di Battista che alberga nel nostro cuore, che è proprio Lui il Salvatore che aspettiamo. "Beato" dunque è "chi non si scandalizza" di Cristo vivo nella stoltezza della predicazione perché ascoltandola, smette finalmente di "aspettare Godot". Non esiste e non esisterà mai un'altra moglie, un altro marito, un altro figlio, un altra storia, un altro se stesso: esiste, è autentico solo quanto oggi ci è dato da Dio: alla povertà, alla cecità, alla sordità, alla lebbra, alla morte che oggi costituisce la nostra vita è inviato il Signore, nella semplicità e nella stoltezza della predicazione della Chiesa. Anche oggi, sospinti dalla Grazia, siamo chiamati ad ascoltare, accogliere e credere, perché la nostra vita, questa e nessun'altra, sia colmata del suo amore ed in esso trasfigurata. Beati noi se, così come siamo, ci lasciamo attirare dall'amore infinito annunciato dalle sue braccia distese per accoglierci senza condizioni. La debolezza, l'Astheneia - la fiacchezza del corpo e dell’anima, la precarietà, l’incapacità di compiere il bene - non è un ostacolo, è il segno della forza di Dio! E' la mangiatoia del Natale del Messia. E' lì che ci aspetta, e proprio nel “carcere” dove siamo rinchiusi per essere di Cristo, potremo crescere nella fede insieme alla Chiesa che vi è rinchiusa per noi, sino alla certezza incrollabile che Lui è il Messia, l’unico che ci ama così come siamo, perché laddove la carne e il mondo non trova gioia e pace, i cristiani vivono senza mancare di nulla. In carcere come in un anticipo di Paradiso.-------

Podcast di Giacinto Butindaro
La Parola della Buona Novella

Podcast di Giacinto Butindaro

Play Episode Listen Later Nov 18, 2016 10:01


La Parola della Buona Novella

Podcast di Giacinto Butindaro
La Buona Novella che Gesù è il Cristo

Podcast di Giacinto Butindaro

Play Episode Listen Later Mar 31, 2016 9:18


La Buona Novella che Gesù è il Cristo

Podcast di Giacinto Butindaro
La Buona Novella

Podcast di Giacinto Butindaro

Play Episode Listen Later Apr 11, 2014 10:00


La Buona Novella

Radio Vigiova 2011-2012
Balasso Testimonial Radio Vigiova

Radio Vigiova 2011-2012

Play Episode Listen Later May 4, 2012 54:57


Natalino Balasso e il suo Idiota di Galilea: ironia pungente per sorridere e riflettere.

Radio Vigiova 2011-2012
Balasso Testimonial Radio Vigiova

Radio Vigiova 2011-2012

Play Episode Listen Later May 4, 2012 54:57


Natalino Balasso e il suo Idiota di Galilea: ironia pungente per sorridere e riflettere.