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Susanna Mattiangeli"La Costituzione nelle parole"La storia di come è stata scritta la Costituzione italianaIllustrazioni di Giovanni GastaldiEdizioni Lapiswww.edizionilapis.itLa nostra Costituzione è uno dei testi giuridici più belli del mondo. Non è frutto di una sola mente geniale: è un gigantesco esempio di scrittura collettiva. Ma la Costituzione italiana chi l'ha scritta? Come è stata scritta? Da quante persone? La pensavano tutti allo stesso modo? No? Come hanno fatto a mettersi d'accordo? Chi ha scelto le parole esatte? C'erano anche delle donne? Quanti tentativi ci sono voluti prima di arrivare alla stesura definitiva?Per arrivare a un testo condiviso così preciso e limpido è stato necessario un processo complesso: 556 menti hanno collaborato affinché i 12 principi fondamentali della Costituzione diventassero le colonne portanti della neonata Repubblica. Un compito che ha portato a discussioni appassionanti, spesso accese, in cui si sono confrontati modi diversi di vedere il mondo.Questo libro, che nasce da un attento studio degli atti parlamentari del tempo, non vuole limitarsi a riassumere il significato dei 12 principi fondamentali della Costituzione. In maniera agile e coinvolgente, ci fa scoprire il dibattito dell'Assemblea Costituente «in presa diretta», permettendoci di vedere e sentire i volti e le voci della Costituente. Un taglio innovativo, che ci restituisce il racconto live dell'esperienza della scrittura di quei principi da parte dell'Assemblea e il contributo dei Costituenti. La struttura grafica e le illustrazioni partecipano a costruire il senso del discorso e lo ampliano. Rendono possibile comprendere le ragioni dell'una o dell'altra componente politica, anche per chi non ha ancora studiato il periodo storico del dopoguerra.Susanna MattiangeliÈ nata e vive a Roma. Scrive e traduce storie brevi e lunghe per molte case editrici. I suoi libri sono stati tradotti in una ventina di Paesi. Oltre a questo, compone cruciverba, gioca con le parole e organizza laboratori collaborando con scuole, biblioteche e librerie. Nel 2018 ha vinto il Premio Andersen come Miglior scrittrice. È stata nominata Italian Children's Laureate per il biennio 2023/2024.Giovanni GastaldiÈ un giovane illustratore, grafico e fumettista piemontese. Laureato allo IED di Torino nel 2017, alumnus Mimaster 2021, vive tra le Alpi Marittime e le Langhe piemontesi nella sua Mondovì (CN). Lavora nell'illustrazione editoriale e nella grafica pubblicitaria collaborando con importanti riviste come The Economist, L'Espresso, La Stampa e Il Sole 24 Ore.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
"Conte ha disintegrato il Movimento 5 Stelle". Con queste parole Beppe Grillo è apparso nell'annunciato video sul suo blog, nel quale lo si vede guidare un carro funebre, a pochi giorni dalla riapertura delle urne per la Costituente del Movimento.
Terremoto in casa 5 Stelle. Dopo il verdetto della Costituente Beppe Grillo ha chiesto formalmente la ripetizione della votazione che si è tenuta il 24 novembre e con la quale è passata (superando la soglia del 60%), anche la proposta di abolire la figura del garante, ricoperta finora proprio da Grillo.
La presa della Bastiglia aveva obbligato il Re a prendere atto della nuova realtà, un'Assemblea, in rappresentanza del popolo, aveva preso la guida della nazione. La Costituente così poté iniziare i suoi lavori, che non si limitarono alla stesura di un testo di costituzione, ma che riformarono in profondità la struttura sociale, economica e politica della Francia. Alla conclusione dei lavori della Costituente, dopo la firma del sovrano della Costituzione, sembrò a tutti che la Rivoluzione fosse terminata, che una nuova era di pace e prosperità si aprisse per la Francia. Così non sarà.
ROMA (ITALPRESS) - "Siamo arrivati alla fase finale del processo costituente". Così il presidente del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, in un video su X.sat/gsl (Fonte video: Profilo X Giuseppe Conte)
XVI ciclo di Dottorato della Scuola Superiore di Studi StoriciUniversità deglli Studi della Repubblica di San MarinoORDINAMENTI, STATUTI, COSTITUZIONIPotere costituente e revisione costituzionale. Il caso italianoRaffaele RomanelliPodcast a cura di Giuseppe GiardiUna produzione Usmaradio - Centro di Ricerca per la Radiofonia
I ragazzi del Centro Giovani Montanara e del Centro Educativo Pablo si sono confrontati sulla loro scuola del futuro: qui trovate l'esito delle loro riflessioni
La Seconda guerra mondiale, come del resto anche la Prima, genera nuovi spazi d'azione per le donne, chiamate a sostituire in molti posti di lavoro gli uomini impegnati al fronte. Molte donne partecipano attivamente alla Resistenza. Dalle violenze infinite si giunge alla grande tappa del voto femminile e dell'elezione di parlamentari donne alla Costituente, 1946. È la prima grande conquista delle donne: il diritto di voto.
Fase costituente, tesseramento, comitato dei saggi, modalità di voto, endorsement: tutte le cose da sapere sul prossimo congresso del Partito Democratico per non arrivare impreparati al cenone in famiglia.
Lo scorso 28 novembre, Stroncature, in collaborazione con la Fondazione Nenni, ha ospitato la presentazione di “La battaglia per la Costituente. Il contributo dei socialisti nell'elaborazione della Carta Costituzionale” di Ludovica Durst (Arcadia Edizioni). Oltre all'autrice, intervengono: Marzio Colonna Del Grosso, Arcadia Edizioni UIL, Antonio Tedesco, Direttore scientifico Fondazione Nenni, Paolo Borioni, Storico, Università di Roma “La Sapienza”, Cesare Salvi, Università Roma Tre.
"Conoscere per deliberare" - Luigi EinaudiScopri anche "Dalla penna del Presidente Einaudi"il podcast dell'Istituto Bruno Leoni per celebrare i 150 anni dalla nascita di un grande liberaleNato in provincia di Cuneo, in un territorio ricco di cultura e iniziativa imprenditoriale, Luigi Einaudi è uno dei padri della Repubblica Italiana e forse il più noto economista italiano del Novecento. La sua opera abbraccia i decenni più complicati del secolo, dalla prima guerra mondiale alla ricostruzione. Fu un autore prolifico sin da giovanissimo, scrivendo non solo articoli accademici ma anche corrispondenze per l'Economist e commenti prima per la Stampa e poi per il Corriere della sera. Fu senatore del Regno e poi, con la fine del fascismo, in rapida successione Governatore della Banca d'Italia, Ministro del Tesoro, e Presidente della Repubblica. Economista di approccio empirico, liberale ammiratore e amico di Mises e Hayek, Einaudi, basa il suo pensiero sul principio della “lotta” secondo il quale ogni individuo in qualsiasi posizione sociale ha la possibilità di confrontarsi e discutere in modo da raggiungere un equilibrio benefico per tutti. Protagonista:Lisa KinspergherOspite:Alberto Giordano, professore di storia delle dottrine politiche presso l'Università di GenovaConsigli di lettura- Luigi Einaudi e la politica, di Alberto Giordano IBL Libri, 2021.https://www.brunoleoni.it/luigi-einaudi-e-la-politica- B. Croce - L. Einaudi, Liberismo e liberalismo, Ed. Società Aperta,2021. https://www.edizionisocietaaperta.it/catalogo/liberismo-e-liberalismo/- Il buongoverno. Saggi di economia e politica (1897-1954), di L. Einaudi,Laterza, 2012.https://www.laterza.it/scheda-libro/?isbn=9788842099260- Il mio piano non è quello di Keynes, L. Einaudi, Rubbettino, 2012.https://www.store.rubbettinoeditore.it/catalogo/il-mio-piano-non-e-quello-di-keynes/- Il paradosso della concorrenza, L. Einaudi, Rubbettino, 2014.https://www.store.rubbettinoeditore.it/catalogo/il-paradosso-della-concorrenza/- Einaudi versus Keynes. Due grandi del Novecento e la crisi dei nostri giorni, Francesco Forte, IBL Libri 2016.https://www.amazon.it/Einaudi-versus-Keynes-grandi-Novecento/dp/8864400869- In lode del profitto e altri scritti. Antologia di scritti di Luigi Einaudi, a cura di Alberto Giordano, IBL Libri 2018. https://www.amazon.it/lode-del-profitto-altri-scritti/dp/8864400451Per saperne di più Luigi Einaudi e la Costituente, a cura di Luca Tedesco, Liberismi Italiani, IBL Libri 2020.https://www.amazon.it/Luigi-Einaudi-Costituente/dp/8864404163Luigi Einaudi contro i trivellatori di Stato, a cura di Roberto Ricciuti, Liberismi Italiani, IBL Libri 2016.https://www.amazon.it/Luigi-Einaudi-contro-trivellatori-Stato/dp/8864402586 Croce ed Einaudi, Teoria e pratica del liberalismo, di Giancristiano Desiderio, Rubbettino 2020. https://www.store.rubbettinoeditore.it/catalogo/croce-ed-einaudi/Opera omnia: https://www.luigieinaudi.it/Fondazione Luigi Einaudi, Torino: https://www.fondazioneeinaudi.it Fondazione Luigi Einaudi, Roma: https://www.fondazioneluigieinaudi.it
A cura di Daniele Biacchessi Il Pd si sta riorganizzando dopo la dura batosta elettorale dello scorso 25 settembre. Così al percorso costituente del nuovo partito si aggiunge quella di Elly Schlein, già a capo della lista Coraggiosa accanto a Bonaccini, ex vicepresidente della Regione Emilia-Romagna, già europarlamentare. Fin dalle ore successive alle ultime elezioni, e nei giorni in cui il Pd ha avviato il cammino perso il congresso, da più parti si era levata la richiesta di una scelta di campo da parte della Schlein, ma ora c'è l'annuncio di una sua candidatura alla guida del partito. Lei conferma, ma dice di non voler compiere il passo da sola. "Ci sono, ma serve un percorso collettivo. Di sicuro non resto a guardare. C'è già una nuova classe dirigente che aspetta una opportunità. Forse è proprio questa. Ascolterò le tante reti che ci sono in questa società. Non è oggi il momento di avanzare corse solitarie, ma è il momento di costruire una visione collettiva insieme. Diamoci un appuntamento. Riconciliamoci con i mondi fuori che non si sono sentiti accolti", manda a dire Elly Schlein. Cosa vuol dire? La sua candidatura offrirebbe al Pd la possibilità di parlare al suo elettorato, più che agli organi dirigenti e alle tante anime di un partito sconfitto, lacerato, diviso in troppe anime. Schlein intende mettere insieme una rete di movimenti che riconcili il Pd con tutta la società fuori che si è allontanata dai partiti della sinistra, in primis a quanti il 25 settembre si sono astenuti o hanno preferito il M5s. La sensazione è che quella della Schlein sia una candidatura di sinistra, di bandiera che potrebbe venire stritolata dal potere delle correnti e dei vari comitati d'affari che determinano le scelte politiche. Riuscirà a costruire un nuovo percorso politico del Pd?
A cura di Daniele Biacchessi Il Pd si sta riorganizzando dopo la dura batosta elettorale dello scorso 25 settembre. Così al percorso costituente del nuovo partito si aggiunge quella di Elly Schlein, già a capo della lista Coraggiosa accanto a Bonaccini, ex vicepresidente della Regione Emilia-Romagna, già europarlamentare. Fin dalle ore successive alle ultime elezioni, e nei giorni in cui il Pd ha avviato il cammino perso il congresso, da più parti si era levata la richiesta di una scelta di campo da parte della Schlein, ma ora c'è l'annuncio di una sua candidatura alla guida del partito. Lei conferma, ma dice di non voler compiere il passo da sola. "Ci sono, ma serve un percorso collettivo. Di sicuro non resto a guardare. C'è già una nuova classe dirigente che aspetta una opportunità. Forse è proprio questa. Ascolterò le tante reti che ci sono in questa società. Non è oggi il momento di avanzare corse solitarie, ma è il momento di costruire una visione collettiva insieme. Diamoci un appuntamento. Riconciliamoci con i mondi fuori che non si sono sentiti accolti", manda a dire Elly Schlein. Cosa vuol dire? La sua candidatura offrirebbe al Pd la possibilità di parlare al suo elettorato, più che agli organi dirigenti e alle tante anime di un partito sconfitto, lacerato, diviso in troppe anime. Schlein intende mettere insieme una rete di movimenti che riconcili il Pd con tutta la società fuori che si è allontanata dai partiti della sinistra, in primis a quanti il 25 settembre si sono astenuti o hanno preferito il M5s. La sensazione è che quella della Schlein sia una candidatura di sinistra, di bandiera che potrebbe venire stritolata dal potere delle correnti e dei vari comitati d'affari che determinano le scelte politiche. Riuscirà a costruire un nuovo percorso politico del Pd?
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Da troppi anni si fanno riforme occasionali, fatte da una aggiornata per penalizzare quella che viene dopo. Per essere credibile, Meloni deve seguire la via delle scelte condivise.See omnystudio.com/listener for privacy information.
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Davide MaseraSegretario Generale Cgil Cuneo"Cuneo+Cgil=120"www.cgilcuneo.itCuneo+Cgil =120Diritti. Solidarietà. Libertà.Cgil Cuneo festeggia 120 anni di attività e impegno e racconta il lavoro attraverso incontri, concerti, film, libriDal 15 marzo all'11 aprile 2022 Alba, Bra, Cuneo, Fossano, SaluzzoOspiti:Susanna Camusso in dialogo con Barbara SimonelliMaurizio Landini in dialogo con Ezio MauroGli storici Aldo Agosti e Giovanni De Luna e le loro lectiones magistralesAngelo Mastrandrea con il nuovo libro in dialogo con Marco BobbioBandakadabra in concerto120 anni di impegno nella difesa del diritto al lavoro e nella tutela e rappresentanza delle lavoratrici e dei lavoratori nel Cuneese. 120 anni dedicati a offrire sostegno, tracciare linee guida nell'intricato panorama economico e sociale, accompagnare nel cammino professionale e nelle rivendicazioni i propri iscritti. Per festeggiare i traguardi raggiunti in questi 120 anni di attività e condividere la riflessione sui passi realizzati e i percorsi da intraprendere, la Cgil di Cuneo propone a tutti, non solo ai suoi iscritti, “Cuneo+Cgil=120. Diritti. Solidarietà. Libertà”, un calendario di appuntamenti gratuiti – tra incontri, lezioni magistrali, presentazione di libri, concerti e proiezioni di film –, per una condivisione sul tema del lavoro, sui diritti rispettati e negati, sulle figure che hanno fatto la storia del sindacato in Italia, sulle problematiche legate alle nuove professioni e su tanti altri aspetti.“Cuneo+Cgil=120. Diritti. Solidarietà. Libertà” è in programma da martedì 15 marzo a lunedì 11 aprile 2022, tra Alba, Bra, Cuneo, Fossano e Saluzzo, con grandi ospiti: la prima segretaria generale della Cgil Susanna Camusso (Fossano, 15 marzo) intervistata dalla giornalista Barbara Simonelli; il segretario nazionale Cgil Maurizio Landini in dialogo con il giornalista Ezio Mauro (Cuneo, 25 marzo); lo storico Aldo Agosti in una lectio magistralis sul sindacalista Giuseppe Di Vittorio (Saluzzo, 21 marzo), seguita dalla proiezione del cortometraggio “Fiori” del regista greco Kristian Xipolias; lo storico Giovanni De Luna in una lectio magistralis dedicata al sindacalista Bruno Trentin (Bra, 11 aprile)con letture di Alessio Giusti; il giornalista Angelo Mastrandrea intervistato dal giornalista Marco Bobbio sul libro reportage edito da Manni “L'ultimo miglio”, sul mondo della logistica, dell'e-commerce e dei riders (Alba, 8 aprile). Non mancheranno momenti di festa all'insegna della condivisione grazie all'energia e simpatia di Bandakadabra, in concerto con lo spettacolo musicale “Ok, boomer” (Cuneo, 25 marzo), capace di unire nella musica generazioni diverse.Il programma di “Cuneo+Cgil=120” si apre martedì 15 marzo alle ore 10 a Fossano (Castello degli Acaja) con la prima segretaria generale Cgil, Susanna Camusso, ora responsabile Politiche di genere della CGIL nazionale, sarà intervistata dalla giornalista Barbara Simonelli sul tema “Donne, uomini e lavoro: la parità che non c'è”. Si parlerà di parità salariale e delle azioni ancora da perseguire per annullare il più presto possibile il divario retributivo uomo-donna, anche alla luce della Legge n. 162/2021 “Modifiche al codice di cui al decreto legislativo 11 aprile 2006, n. 198, e altre disposizioni in materia di pari opportunità tra uomo e donna in ambito lavorativo”, entrata in vigore nel mese di dicembre.Il calendario prosegue lunedì 21 marzo alle ore 21 a Saluzzo (Cinema Teatro Magda Olivero)Lo storico Aldo Agosti, professore emerito di Storia contemporanea all'Università di Torino, che ha dedicato molti studi alla storia del movimento socialista e comunista, italiano e internazionale, con una lectio magistralis traccerà un ritratto di Giuseppe Di Vittorio (1892-1957), uno dei padri del sindacato confederale italiano e tra i suoi esponenti più autorevoli. Impegnato contro il governo di Franco in Spagna e nella Resistenza in Italia, confinato dai tedeschi all'isola di Ventotene, Di Vittorio venne eletto segretario generale della Cgil nel 1945, sostenendo un sindacato attento ai problemi delle riforme economiche e sociali del Paese, e fu deputato alla Costituente e nelle due prime legislature.L'incontro sarà introdotto dalla proiezione del cortometraggio “Fiori” di Kristian Xipolias, nato da una ricerca documentaristica sulle condizioni lavorative dei riders, che attualizza la poetica neorealista per narrare la disoccupazione e lo sfruttamento nel settore del delivery in bicicletta.Doppio appuntamento venerdì 25 marzo a Cuneo (Teatro Toselli).Grande attesa per il segretario nazionale Cgil Maurizio Landini che dialogherà con il giornalista ed editorialista Ezio Mauro sui temi di più stretta attualità del mondo del lavoro, con tutte le drammaticità e criticità a cui la cronaca di ogni giorno ci mette di fronte, ma anche con le prospettive di rilancio economico, sociale e di qualità della vita. L'incontro “L'attualità e le sfide del mondo del lavoro” è alle ore 18.In serata, alle ore 21, arriva l'energia di Bandakadabra che con il concerto “Ok, boomer” propone un'occasione di incontro musicale tra generazioni diverse, attraverso una rilettura di successi internazionali in chiave Dixie e Swing Anni Trenta, dai Daft Punk a Billie Eilish, passando per Bruno Mars e i Radiohead. È il nuovo progetto del gruppo, ideato in collaborazione con Mr T- Bone, storico trombone dei BlueBeaters, oltre che voce, per avvicinare i più giovani alle atmosfere del Jazz Old Style e far conoscere agli spettatori più maturi le recenti produzioni della musica pop.Venerdì 8 aprile alle ore 18.30 ad Alba (Sala Beppe Fenoglio, Cortile della Maddalena) incontreremo Angelo Mastrandrea, giornalista del Manifesto, di cui è stato vice direttore, curatore dell'inserto ecologista Extraterrestre, autore inchieste e reportage per L'Essenziale, Internazionale, Il Venerdì di Repubblica e Le monde diplomatique. In dialogo con il giornalista Rai Marco Bobbio, presenta “L'ultimo miglio” (Manni) che, come recita il sottotitolo, compie un “viaggio nel mondo della logistica e dell'e-commerce in Italia tra Amazon, rider, portacontainer, magazzinieri e criminalità organizzata”, nuovo settore cruciale dell'economia capitalista, in cui movimento merci è la nuova frontiera del conflitto tra capitale e lavoro.L'incontro è in collaborazione con la libreria La Torre di Alba, che allestirà un bookshop con i lavori dell'autore e con titoli di libri dedicati al mondo del lavoro.Lunedì 11 aprile alle ore 21 a Bra (Teatro Politeama) lo storico Giovanni De Luna, docente di Storia contemporanea all'Università di Torino, collaboratore di La Stampa e di trasmissioni radiofoniche e televisive, terrà una lectio magistralis dedicata al sindacalista Bruno Trentin (1906-2007), segretario generale Cgil dal 1988 al 1994, e parlamentare europeo, che da giovane prese parte alla Resistenza nelle file del Partito d'azione, e venne arrestato insieme con il padre nel 1943. Attento studioso dei fenomeni sociali, si adoperò per riformare il sindacato confederale e rilanciarne l'opera all'indomani della crisi dei grandi partiti di massa.L'attore Alessio Giusti proporrà alcuni estratti dagli scritti di Trentin.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarehttps://ilpostodelleparole.it/
Alessandro Barbero. La storia, le storie - Intesa Sanpaolo On Air
Nilde Iotti è stata la prima donna nella storia della Repubblica a diventare Presidente della Camera, per ben tredici anni. La giovanissima insegnante di Reggio Emilia, avvicinatasi al Partito Comunista durante la Resistenza, deputato alla Costituente a 26 anni, è una delle figure più prestigiose della politica italiana del secondo Novecento. Un personaggio straordinario che ha saputo rompere le regole dell'Italia del suo tempo, stravolgendo anche le convenzioni sociali.
Ph: collettiva
Ferrucci Pinotti"Potere massonico"http://chiarelettere.it/Nel quarantesimo anniversario della scoperta della P2, una nuova inchiesta su uno degli aspetti più controversi e scottanti della nostra democrazia. Ecco come la massoneria, attraverso affiliazioni più e meno coperte, indirizza le scelte politiche, economiche, sociali del nostro paese.Un libro rigoroso, frutto di centinaia di incontri e interviste con esponenti massoni, politici, magistrati e professionisti. Fa impressione leggere uno dopo l'altro i capitoli di questo ampio e documentato viaggio all'interno del potere massonico. Non ci si può credere che esso sia così pervasivo e solido nel tempo (in Italia opera da almeno trecento anni). In una catena continua di nomi e di eventi, la nostra storia, recente e passata, è fortemente segnata dall'attività muratoria, nel bene e nel male. La Repubblica italiana arriva da lì, a cominciare dall'inno nazionale ("Fratelli d'Italia") e dalla Costituente in cui molto folta era la presenza dei "fratelli", per poi continuare con le più alte cariche dello Stato, presidenti della Repubblica, ministri, deputati e senatori. Sembra impossibile. Eppure. La massoneria è ovunque. Imprenditori famosi, grandi banchieri, magistrati in posizioni apicali, accademici, giornalisti e uomini di spettacolo e purtroppo anche 'ndranghetisti e mafiosi. Le richieste di adesione sono in continua crescita. Il successo e i soldi passano da lì. Forse anche il destino dell'Italia? A fianco delle tre principali obbedienze, i cui gran maestri sono qui intervistati da Pinotti insieme a molti altri esponenti, ci sono centinaia di logge coperte, le cui attività formano un network articolato e duro da estirpare, che determina le sorti di concorsi universitari, processi, carriere politiche, militari, cariche istituzionali, oltre a coprire affari malavitosi. Avere consapevolezza dell'enorme influenza del potere massonico è un primo passo per rendere più trasparente la democrazia e combattere le sue degenerazioni.Ferruccio Pinotti (Padova, 1959) è giornalista al «Corriere della Sera» e autore di Poteri forti (Bur, 2005), Opus Dei segreta (Bur, 2006), Berlusconi Zampanò (Riemann, 2006, con Udo Gümpel), Fratelli d'Italia (Bur, 2007), Olocausto bianco (Bur, 2008), La Società del sapere (Rizzoli, 2008), Colletti sporchi (Bur, 2009), L'Unto del Signore (Bur, 2009, con Udo Gümpel), "La lobby di Dio" (Chiarelettere, 2010), Non Voglio il silenzio (Piemme, 2010, con Patrick Fogli), "Wojtyla segreto" (Chiarelettere, 2011, con Giacomo Galeazzi), Finanza cattolica (Ponte alle Grazie, 2012), La sanità di Dio (Bur, 2012), Vaticano massone (Piemme, 2013, con Giacomo Galeazzi).IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarehttps://ilpostodelleparole.it/
Lo scorso 19 maggio Stroncature ha ospitato il terzo incontro della serie “Incontri con ‘Il Federalista' - rivista di politica”. Tema della puntata “Potere costituente e processo di integrazione europea”. Giulia Rossolillo, direttrice de Il Federalista, ne ha discusso con Salvatore Aloisio, Università di Modena e Reggio Emilia.
Lo scorso 19 maggio Stroncature ospita il terzo incontro della serie “Incontri con ‘Il Federalista' - rivista di politica”. Tema della puntata “Potere costituente e processo di integrazione europea”. Giulia Rossolillo, direttrice de Il Federalista, ne discute con Salvatore Aloisio, Università di Modena e Reggio Emilia.
Scelta la Costituente per cancellare la carta di Pinochet. di Massimo Sollazzini
Scelta la Costituente per cancellare la carta di Pinochet. di Massimo Sollazzini
Lo scorso 11 maggio Stroncature ha ospitato il seminario “Finalmente una costituente liberaldemocratica? Riflessioni e Prospettive” con Luca Junior Colangeli, Antonluca Cuoco, Pier Camillo Falasca, Davide Giacalone, Luigi Marattin, Giulia Pastorella.
Accademia Rebelde. Formazione politica, conoscenza storica, controffensiva culturale.
>con Antonio Allegra< Terzo incontro del ciclo "Lotta di classe e movimento socialista e comunista in Italia". Dopo il Fascismo e la Resistenza, il PCI cambia forma ancora una volta: da partito di quadri (poi nella versione clandestina) al “partito nuovo”, di massa. Diventa così qualcosa di diverso (non proprio di nuovo) da ciò che era all'atto della sua fondazione nel 1921, la cui versione bolscevica durò pochissimo (fino alla messa al bando nel 1926). Con questa formula organizzativa prova a dare vita a un percorso di “trasformazione rivoluzionaria” (secondo un'espressione ricorrente nei documenti) del Paese attraverso le formule prima della “democrazia progressiva” e poi della “via italiana al socialismo”, la cui sostanza consisteva in una via gradualista e parlamentare, di lotta e di egemonia politica e culturale con le quali portare le “masse popolari” al governo. Le future “riforme di struttura” per la democratizzazione in senso socialista della politica e dell'economia saranno la declinazione pratica di questa strategia che a buon diritto può chiamarsi “riformista”. L'ambiguità del riformismo (strumento per il socialismo o stampella del capitalismo nella fase della ricostruzione?) perdurerà per mezzo secolo fino allo scioglimento del partito, equivoco che ha portato alla lunga a privilegiare il mezzo (le riforme) e a perdere di vista il fine (la “trasformazione rivoluzionaria”), non ponendo mai a verifica la strategia e i mezzi con cui attuare la strategia. Col fallimento della rivoluzione in Occidente, dalle parole del Gramsci dei Quaderni si enucleava una diversa modalità rivoluzionaria per i paesi imperialisti, quella della “guerra di posizione” la cui caratteristica principale, a differenza della “guerra manovrata”, non sarebbe consistita nell'avanguardia delle trincee ma in tutta l'organizzazione di retroguardia che avrebbe sostenuto la linea del fronte. Da queste metafore militaresche si passò alla declinazione pratica di Togliatti per dare vita alla sua strategia, non più bolscevico-rivoluzionaria (per l'assalto al “palazzo d'inverno”, “guerra manovrata”), ma gradualista con una forte organizzazione di quadri ma soprattutto di massa (guerra di posizione). Si può discutere a lungo quanto le previsioni di Togliatti fossero nel giusto, ma di certo quella degli anni Cinquanta fu una battaglia di retroguardia, più che una guerra di posizione. Non si trattava di avanzare lentamente ma inesorabilmente verso il potere (cosa che non avvenne mai), ma si trattò della sopravvivenza stessa del partito di massa e di una forza comunista in sé: nel clima del più becero anticomunismo nazionale e internazionale e del più vieto clericalismo anticomunista del Vaticano, il PCI fu osteggiato e ostracizzato, dopo l'iniziale partecipazione al governo nazionale subito dopo la fine della guerra, fino ad arrivare all'attentato a Togliatti, “evocato” e realizzato nel luglio del 1948. Il PCI, a livello nazionale, riuscì sicuramente a salvarsi e a dare “rappresentanza politica” alle masse proletarie e popolari. In questo senso il PCI del dopoguerra, quello di Togliatti, è stato sicuramente un protagonista di primo piano della storia della Repubblica italiana, e non è errato dire che è stato una forza che ha consolidato la democrazia in questo paese che non ha mai finito di fare i conti con il fascismo. Tutto questo, del resto, era quanto affermato e voluto dalla linea di Togliatti. Ma non riuscì a dare incisività alle masse popolari, che, più che modificare, subirono le politiche reazionarie della borghesia e della DC-Vaticano. Al massimo riuscì ad arginarle, per quello che gli fu possibile.... Prossimo e ultimo appuntamento del ciclo: venerdì 26 Febbraio 2021, "Il PCI, il '68 e il compromesso storico".
Il movimento scout, dalla nascita alla liberazione, nel racconto di Massimo Bisca, presidente ANPI di Genova. ---Questo appuntamento è il settimo di sedici che la sezione Teresa Mattei dell'ANPI di Genova ha organizzato nella forma di "un ciclo di lezioni online per conoscere la Resistenza italiana ma anche il fascismo, la seconda guerra mondiale, la Costituente; e, insieme, le Resistenze di oggi, nel mondo. Sedici lezioni a cura della sezione ANPI Teresa Mattei, aperte ai soci ANPI e a chi vorrà partecipare. Le Lezioni - sempre in diretta online al lunedì, a partire dal 7 dicembre per poi proseguire nell'inverno 2021 - vogliono essere un'occasione di incontro, anche se a distanza, e soprattutto di approfondimento storico e di conoscenza di dinamiche internazionali, dall'economia alle politiche sanitarie e alla geopolitica. Perché solo chi conosce i fatti e la storia può resistere."Pagina Facebook sezione Anpi di Genova Teresa Mattei: https://www.facebook.com/anpiTeresaMatteiPagina Facebook di Goodmorning Genova: https://www.facebook.com/goodmorninggenova
TESTO DELL'ARTICOLO ➜http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6391GISCARD D'ESTAING FAVORI' L'INVASIONE ISLAMICA di Luca VolontèL'ex presidente della Repubblica francese Valéry Giscard d'Estaing è morto ieri, 3 dicembre, a 94 anni. Tutto il globo terracqueo ne ha fatto memoria, quasi fosse stato un 'santo laico' della modernità francese ed europea. In realtà è stato uno sterminatore dei costumi cristiani, della vita umana sacra dal concepimento. 'Padre europeo', è stato definito. Ma si può dire così di chi rifiutò di ricevere una lettera del Santo Giovanni Paolo II per confermare il suo disprezzo verso le radici giudaico-cristiane europee? Piuttosto è stato l'uomo che ha iniziato il processo di immigrazione selvaggia, primo ispiratore delle attuali trasandate pulsioni favorevoli alla liberalizzazione dell'immigrazione dai paesi islamici. Può essere così ipocriticamente celebrato un uomo che piantò il seme dell'aborto e quello del divorzio, dai quali son cresciuti milioni di morti innocenti e l'erosione della coseione sociale francese? No. Punto. L'unica celebrazione possibile è quella di prender atto dei suoi malvagi intenti e delle sue devastanti decisioni e porvi rimedio.INVASIONE ISLAMICAGiscard d'Estaing (presidente dal 1974 al 1981) recentemente aveva espresso un certo rammarico per il "ricongiungimento familiare", la legge introdotta con un semplice decreto di Jacques Chirac nel 1976. "L'idea di far entrare famiglie di immigrati sembrava naturale in quel momento. Con l'aumento massiccio dell'immigrazione dai Paesi musulmani, ha invece prodotto profonde divisioni nella società francese". Raymond Barre (Primo Ministro dal 1976 al 1981), la sospese per tre anni, prima che il Consiglio di Stato annullasse questa decisione con la motivazione che il "ricongiungimento familiare faceva ormai parte dei principi generali del diritto". A causa di questa decisione di Giscard è iniziata l'invasione in Francia e, senza ombra di dubbio, in questa decisione possiamo ritrovare tante delle attuali idee político-istituzionali europee, favorevoli alla immigrazione incontrollata e ferocemente contrarie a chiunque vi si opponga, o ne chieda una valutazione temperata. Oggi la Francia è preda di una intolleranza, cristianofobia ed islamizzazione senza precedenti [leggi: LA SHARIA E' LEGGE IN FRANCIA, http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6331 clicca qui, N.d.BB].Giscard d'Estaing, ricordato sui giornali transalpini di ieri come un grandissimo innovatore sociale, dovrebbe invece esser ricordato come il più sistematico distruttore della coesione sociale e culturale di Francia: promosse ed approvò la legge del divorzio ed indebolì l'istituzione familiare, l'unità fondamentale della società, con la legge dell'11 luglio 1975 , introducendo il divorzio "per mutuo consenso" o "per la rottura della vita comune". In quello stesso anno, fu ancora Giscard a promuovere e approvare la legge sull'aborto. Il 17 gennaio 1975 si depenalizzava l'aborto e si forniva un quadro di riferimento per l'interruzione volontaria della gravidanza (aborto) e l'interruzione medica della gravidanza (IMG). La norma, promossa anche dall'allora Ministro della Salute, Simone Veil, incontrò una forte opposizione degli stessi deputati e senatori gollisti e fu infine adottata con il voto dei deputati di sinistra e di centro-sinistra. La visita in Vaticano nelle settimane successive, la gelida accoglienza di Paolo VI e la crisi diplomatica che ne seguì, segnarono la profonda rottura tra il presidente e i cattolici. L'attuale discussione parlamentare sulla nuova Legge di Bioetica, con le devastanti previsioni inumane che contiene, non sarebbe stata possibile senza le rotture compiute da Giscard d'Estaing nel 1975.NEGATE LE RADICI GIUDAICO-CRISTIANE DELL'EUROPAGiscard è stato anche il Presidente della Costituente, o Convenzione Europea (2002-2003), e redattore di quel testo poi approvato col nome di "Trattato di Lisbona". Tutti ricordiamo gli appelli accorati di San Giovanni Paolo II affinché si inserissero le radici giudaico cristiane nel testo 'costituzionale' europeo, ricordiamo anche quali e quanti interessi si mossero per evitare che ciò avvenisse. Tuttavia un fatto è certo, Giovanni Paolo II scrisse una lettera da consegnare al presidente della Convenzione europea Valery Giscard d'Estaing per perorare direttamente con lui la causa dell'inserimento del riferimento alle radici giudaico-cristiane dell'Europa nella Costituzione europea cui la Convenzione stava lavorando. Giscard D'Estaing rifiutò la consegna della missiva rispondendo che "se la poteva tenere in tasca".Le recenti rivelazioni di Mons.Fisichella confermano e storicizzano i sospetti di molti: "Giscard d'Estaing disse che 'altri' non avevano voluto accettare quel riferimento, ma da mie fonti so che lui stesso non volle". Da questa scelta cosciente e determinata, ben al di là della superbia illimitata che quel gran rifiuto rappresentò, oggi possiamo ben dire che la eliminazione sistematica del cristianesimo, promossa attivamente anche dalle stesse istituzioni europee, ed il tentativo ridicolo e rabberciato di sostituire le radici giudaico cristiane con un neo paganesimo ambientalista e un libertinaggio tanto innaturale quanto aggressivo, sono parte della eredità di Giscard d'Estaing. Non c'è da stupirsi se Macron lo abbia celebrato, vengono entrambi dalla medesima covata anti cristiana. L'Europa piuttosto dovrebbe piangere e redimersi per quel 'gran rifiuto' di Giscard a San Giovanni Paolo II, dal quale discendono le terribili conseguenze e follie che oggi ci troviamo a vivere, inclusa l'inimicizia promossa dai Paesi dell'Ovest verso quelli dell'Est.
Intervista a Carlo Lottieri (https://it.wikipedia.org/wiki/Carlo_Lottieri) di Carlo Sanna della Redazione Sardegna, in cui si discute dei principi di libertà e di autodeterminazione delle comunità che un'intoccabile Costituzione fuori dal tempo non riesce a garantire in Italia, sempre più sottomesse ad una feroce cultura statalista e accentratrice. Si parla anche del progetto di una Nuova Costituente (http://citywi.it/) di cui Carlo Lottieri è promotore.
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=5864PATTI LATERANENSI: 90 ANNI E NON SENTIRLI di Rino CammilleriQuest'anno ricorrono i novant'anni della storica firma dei Patti Lateranensi. Era il 1929 e quel giorno, 11 febbraio, fu da allora festa nazionale. La data ricordava anche le apparizioni di Lourdes e fu considerata una coincidenza provvidenziale. Il papa di allora, Pio XI, commentò: «E forse ci voleva un uomo che la Provvidenza ci ha fatto incontrare, un uomo che non avesse le preoccupazioni della scuola liberale». Quell'uomo era Mussolini, allora capo del governo, e la frase di Pio XI finì col diventare, a suo tempo, lo slogan con cui i malevoli dimostravano la complicità della Chiesa col fascismo. Ci volle un altro «uomo della provvidenza», nel 1984, per rinnovare quei Patti: Craxi, che non a caso le vignette comuniste dipingevano sempre in pose da Duce. Al di là della propaganda politica, tuttavia, l'era di Craxi declassò la Festa Nazionale della Conciliazione tra Stato e Chiesa a giorno feriale qualsiasi, Era il tempo in cui la narrazione politica in auge sosteneva che gli italiani lavorassero poco rispetto alle Nazioni Più Avanzate (cioè, quelle di cultura protestante), cosi parecchie feste religiose vennero abolite. Non era, in realtà, che una riedizione della vecchia vulgata ottocentesca che descriveva i popoli cattolici come sottosviluppati perché bigotti e dediti alla festa. Ne avevano fatto le spese, a volte in modo sanguinoso, la Spagna, il Portogallo, la Francia, il Messico, l'Austria. E anche l'Italia, che nel 1870 aveva visto il Papa preso a cannonate e il Concilio in corso interrotto manu militari. Come risultato della perdita di indipendenza politica per la Chiesa, per esempio, durante la Grande Guerra i rappresentanti diplomatici presso la Santa Sede dei Paesi nemici dell'Italia dovettero andarsene. E ci volle una lunga e defatigante trattativa perché i chierici e i seminaristi fossero assegnati alla Sanità anziché alla trincea. Coi Patti, invece, durante la Seconda guerra mondiale i diplomatici poterono restare, e il /aticano poté accogliere anche gli antifascisti che vi si rifugiarono (e gli ebrei).IDEE CHIARELa vecchia classe dirigente liberale italiana era così intrisa di mentalità anticlericale che al trattato di Versailles nel 1919 si era preoccupata soprattutto di non far partecipare la Santa Sede al tavolo negoziale, unico incasso di una vittoria per il resto «mutilata». L'Italia, nel 1929, aveva voluto siglare l'importantissimo momento dei Patti inaugurando addirittura una lunga strada in Roma, quella Via della Conciliazione che porta a San Pietro. Come ha ricordato Gennaro Malgieri su Formiche.net (11 febbraio 2019), Mussolini aveva in materia le idee chiare fin dal suo esordio in Parlamento nel 1921. In quell'occasione disse senza mezzi termini: «La tradizione latina e imperiale di Roma è oggi rappresentata dal cattolicesimo. (...) io penso e affermo che l'unica idea universale che oggi esiste a Roma è quella che si irradia dal Vaticano». Mussolini era allora un semplice deputato, uno dei tanti. E sapeva bene così facendo di rinnegare il suo passato di socialista anticlericale. Sapeva anche di inimicarsi i laicisti di ogni schieramento e perfino la componente del suo fascismo «intrinsecamente avversa al confessionalismo e in alcuni settori legata alla massoneria». Aveva ben chiaro che, senza la risoluzione una buona volta della Questione Romana, l'Italia sarebbe rimasta quel «regno di terz'ordine» che aveva fatto scuotere la testa a Dostojewski all'ora della Breccia di Porta Pia. Stessa lungimiranza ebbe, e stesso scandalo suscitò, Togliatti quando, alla Costituente, votò a favore dell'inserimento dei Patti Lateranensi nella Costituzione della Repubblica (il famoso articolo 7).1) IL TRATTATOI Patti constavano di tre parti. La prima, il Trattato, stabiliva che il cattolicesimo era religione di Stato. Come nel vecchio Statuto di Carlo Alberto, ciò non significava che l'Italia diventava uno stato confessionale come, per esempio, l'Arabia Saudita odierna. Ma solo che quando lo Stato avesse deciso di accompagnare le sue cerimonie e ricorrenze con un rito religioso, questo doveva essere quello cattolico. L'Italia riconosceva, anche, Città del Vaticano come stato indipendente e sovrano. Ciò ripristinava, di fatto, il vecchio Stato Pontificio, anche se ridotto alle dimensioni di soli quarantaquattro ettari. Con buona pace di quanti andavano ripetendo, da quasi un secolo, che la Chiesa spogliata di ogni possedimento terreno avrebbe meglio effettuato la sua missione spirituale. Lo sapeva anche il vecchio rivoluzionario Proudhon (1809-1865), l'autore dello slogan «la proprietà è un furto», che la Chiesa senza un suo posto in cui poter stare senza dipendere da nessuno si sarebbe dissolta in poco tempo. E lo diceva proprio perché incoraggiava la spoliazione.2) IL CONCORDATOLa seconda parte, il Concordato, indicava le festività religiose che venivano riconosciute civilmente, riconosceva validità civile al matrimonio religioso e l'insegnamento della religione cattolica nelle scuole. Infine, i titoli rilasciati dalle scuole cattoliche venivano parificati a quelli delle scuole statali.3) LA CONVENZIONELa terza parte, la Convenzione, riguardava gli accordi finanziari tra Chiesa e Stato, comprendendo i risarcimenti per le espropriazioni inflitte alla Chiesa durante tutto il Risorgimento; ai preti con «cura d'anime» veniva riconosciuto un emolumento statale, la cosiddetta «congrua». Non fu facile ricucire lo strappo che si era creato tra la politica e il popolo italiano, un popolo composto quasi interamente da cattolici. I quali da troppi decenni erano frastornati da un processo unitario che si era svolto interamente contro la religione nazionale. La firma di quegli accordi forse evitò all'Italia una «guerra di religione» come quella avvenuta in Messico dal 1926 al 1929 e quella spagnola di dieci anni dopo, anche se qualcosa del genere accadde nella guerra civile che seguì l'armistizio del 1943. La firma sancì quella coesione nazionale che le classi dirigenti «piemontesi» non erano riusciti mai a procurare, perché «fatta l'unità, restava da fare gli italiani». Impresa impossibile, perché volevano farli a modo loro, giacobini e possibilmente atei. Nel 1984, infatti, quantunque ci fosse già stato il Sessantotto, i Patti furono semplicemente rivisti, non certo aboliti L'accordo, detto di Villa Madama, fu firmato il 18 febbraio, non l'11, perché il leader dei socialisti era da tempo bersaglio di critiche, soprattutto da sinistra. Per esempio, agli slogan governativi contro l'evasione fiscale («Io pago le tasse, e tu?») rispondeva il comico Beppe Grillo, estromesso dalla Rai per un suo sketch («Se in Cina sono tutti socialisti, a chi rubano?»). La Chiesa ebbe il suo famoso 8xmille e il cattolicesimo cessò di essere la religione dello Stato. Nel 1933 la Chiesa stipulò un Concordato anche con la Germania di Hitler: fu, non a caso, l'unico accordo internazionale tedesco sopravvissuto al nazismo.
«Ambiente, lavoro, scuola, investimenti, infrastrutture, imprese, crescita. Il Pd serra le fila per la battaglia politica nel Paese e per la Costituente delle idee. Martedì sono stati convocati a Roma i segretari regionali e delle città metropolitane. Venerdì la direzione nazionale. L'ennesima lite tra Salvini e Di Maio come al solito sta trovando un compromesso su poltrone e accordicchi. Nessuno sa come il Governo affronterà la manovra finanziaria del prossimo autunno». Così il segretario del Partito Democratico, Nicola Zingaretti, su Facebook. «Mancano miliardi di euro che mettono a rischio sanità, trasporti e scuola. Vogliamo preparare al fianco dell’opposizione parlamentare una mobilitazione nei territori contro il "Gatto e la Volpe" che stanno ingannando gli Italiani e soprattutto per proporre una svolta un'altra agenda e un'altra possibile idea di futuro. L'Italia merita di più,» ha concluso Zingaretti.
Sono diverse le sinistre che si stanno preparando a questa lunga stagione politica che porterà alle elezioni. Al più tardi si voterà fra dodici mesi, anche se un anticipo del voto non può essere escluso. Che lo si voglia o meno, di fronte alle tante sinistre si para la figura di Matteo Renzi e del suo Pd. Alleato, concorrente, antagonista, rivale: Renzi resta un paradigma per le tante sinistre. Positivo, negativo, perfino neutro, che sia. Ieri Giuliano Pisapia, l'ex sindaco di Milano, ha presentato il suo Campo Progressista. Il prossimo fine settimana a Rimini ci sarà il congresso fondativo di “Sinistra Italiana”. A fine mese (dal 24 al 26 a Roma) Civati farà la sua “Costituente delle idee”. Un elenco parziale. C'è poi il congresso Pd, con il suo inizio accelerato rispetto alla scadenza naturale dell'attuale segreteria di dicembre 2017. Tempi più brevi con un Renzi forse dimissionario già nei prossimi giorni. Il dibattito interno, e soprattutto le conclusioni del congresso Pd (chi sarà il nuovo segretario, cosa farà l'attuale minoranza) finiranno per intrecciarsi con i lavori in corso nelle tante sinistre. Memos ha dedicato anche la puntata di oggi a questo tema (qui la puntata di ieri). Ospiti: lo storico Luca Alessandrini, direttore dell'Istituto “Ferruccio Parri” di Bologna, e il politologo Roberto Biorcio dell'Università degli Studi di Milano.
In Italia ci sono tante sinistre. Per un solo Renzi. ..Il prossimo fine settimana a Rimini ci sarà il congresso fondativo di “Sinistra Italiana”. Oggi a Milano si presenta il Campo Progressista di Pisapia. A fine mese Civati farà la sua “Costituente delle idee”, D'Alema ha già il suo “Consenso per un nuovo centrosinistra”. ..Renzi, come si è visto alla direzione del Pd ieri, resta invece uno solo. Senza molta voglia di mischiarsi con altri. “Non partecipo a caminetti”, “non mi mettete nei pastoni dei tg”: due frasi della sua relazione di ieri. Alleato, concorrente, antagonista, rivale: Renzi, unico e - almeno fino al nuovo congresso del Pd - maggioritario nel suo partito, resta un paradigma per le tante sinistre. Paradigma negativo, neutro o positivo. “Il partito democratico è contendibile”, ha detto Renzi ieri in direzione. Contendibile da quale maggioranza alternativa? Anche la leadership del Pd nel centrosinistra è contendibile? Domande che Memos ha girato, insieme ad altre, agli ospiti di oggi della trasmissione: Carlo Galli, deputato del gruppo di Sinistra Italiana, politologo; e Miguel Gotor, senatore del Pd (della minoranza del partito), storico.
Sono diverse le sinistre che si stanno preparando a questa lunga stagione politica che porterà alle elezioni. Al più tardi si voterà fra dodici mesi, anche se un anticipo del voto non può essere escluso. Che lo si voglia o meno, di fronte alle tante sinistre si para la figura di Matteo Renzi e del suo Pd. Alleato, concorrente, antagonista, rivale: Renzi resta un paradigma per le tante sinistre. Positivo, negativo, perfino neutro, che sia. Ieri Giuliano Pisapia, l’ex sindaco di Milano, ha presentato il suo Campo Progressista. Il prossimo fine settimana a Rimini ci sarà il congresso fondativo di “Sinistra Italiana”. A fine mese (dal 24 al 26 a Roma) Civati farà la sua “Costituente delle idee”. Un elenco parziale. C’è poi il congresso Pd, con il suo inizio accelerato rispetto alla scadenza naturale dell’attuale segreteria di dicembre 2017. Tempi più brevi con un Renzi forse dimissionario già nei prossimi giorni. Il dibattito interno, e soprattutto le conclusioni del congresso Pd (chi sarà il nuovo segretario, cosa farà l’attuale minoranza) finiranno per intrecciarsi con i lavori in corso nelle tante sinistre. Memos ha dedicato anche la puntata di oggi a questo tema (qui la puntata di ieri). Ospiti: lo storico Luca Alessandrini, direttore dell’Istituto “Ferruccio Parri” di Bologna, e il politologo Roberto Biorcio dell’Università degli Studi di Milano.
Sono diverse le sinistre che si stanno preparando a questa lunga stagione politica che porterà alle elezioni. Al più tardi si voterà fra dodici mesi, anche se un anticipo del voto non può essere escluso. Che lo si voglia o meno, di fronte alle tante sinistre si para la figura di Matteo Renzi e del suo Pd. Alleato, concorrente, antagonista, rivale: Renzi resta un paradigma per le tante sinistre. Positivo, negativo, perfino neutro, che sia. Ieri Giuliano Pisapia, l’ex sindaco di Milano, ha presentato il suo Campo Progressista. Il prossimo fine settimana a Rimini ci sarà il congresso fondativo di “Sinistra Italiana”. A fine mese (dal 24 al 26 a Roma) Civati farà la sua “Costituente delle idee”. Un elenco parziale. C’è poi il congresso Pd, con il suo inizio accelerato rispetto alla scadenza naturale dell’attuale segreteria di dicembre 2017. Tempi più brevi con un Renzi forse dimissionario già nei prossimi giorni. Il dibattito interno, e soprattutto le conclusioni del congresso Pd (chi sarà il nuovo segretario, cosa farà l’attuale minoranza) finiranno per intrecciarsi con i lavori in corso nelle tante sinistre. Memos ha dedicato anche la puntata di oggi a questo tema (qui la puntata di ieri). Ospiti: lo storico Luca Alessandrini, direttore dell’Istituto “Ferruccio Parri” di Bologna, e il politologo Roberto Biorcio dell’Università degli Studi di Milano.
In Italia ci sono tante sinistre. Per un solo Renzi. ..Il prossimo fine settimana a Rimini ci sarà il congresso fondativo di “Sinistra Italiana”. Oggi a Milano si presenta il Campo Progressista di Pisapia. A fine mese Civati farà la sua “Costituente delle idee”, D’Alema ha già il suo “Consenso per un nuovo centrosinistra”. ..Renzi, come si è visto alla direzione del Pd ieri, resta invece uno solo. Senza molta voglia di mischiarsi con altri. “Non partecipo a caminetti”, “non mi mettete nei pastoni dei tg”: due frasi della sua relazione di ieri. Alleato, concorrente, antagonista, rivale: Renzi, unico e - almeno fino al nuovo congresso del Pd - maggioritario nel suo partito, resta un paradigma per le tante sinistre. Paradigma negativo, neutro o positivo. “Il partito democratico è contendibile”, ha detto Renzi ieri in direzione. Contendibile da quale maggioranza alternativa? Anche la leadership del Pd nel centrosinistra è contendibile? Domande che Memos ha girato, insieme ad altre, agli ospiti di oggi della trasmissione: Carlo Galli, deputato del gruppo di Sinistra Italiana, politologo; e Miguel Gotor, senatore del Pd (della minoranza del partito), storico.
In Italia ci sono tante sinistre. Per un solo Renzi. ..Il prossimo fine settimana a Rimini ci sarà il congresso fondativo di “Sinistra Italiana”. Oggi a Milano si presenta il Campo Progressista di Pisapia. A fine mese Civati farà la sua “Costituente delle idee”, D’Alema ha già il suo “Consenso per un nuovo centrosinistra”. ..Renzi, come si è visto alla direzione del Pd ieri, resta invece uno solo. Senza molta voglia di mischiarsi con altri. “Non partecipo a caminetti”, “non mi mettete nei pastoni dei tg”: due frasi della sua relazione di ieri. Alleato, concorrente, antagonista, rivale: Renzi, unico e - almeno fino al nuovo congresso del Pd - maggioritario nel suo partito, resta un paradigma per le tante sinistre. Paradigma negativo, neutro o positivo. “Il partito democratico è contendibile”, ha detto Renzi ieri in direzione. Contendibile da quale maggioranza alternativa? Anche la leadership del Pd nel centrosinistra è contendibile? Domande che Memos ha girato, insieme ad altre, agli ospiti di oggi della trasmissione: Carlo Galli, deputato del gruppo di Sinistra Italiana, politologo; e Miguel Gotor, senatore del Pd (della minoranza del partito), storico.
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