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Marco Pautasso"Portici di Carta"sabato 12 e domenica 13 ottobre 2024www.salonelibro.itLibri, letture, incontri, dialoghi, spettacoli, laboratori, passeggiate e azioni collettivecon autrici e autori italiani e internazionali2 km di libri con editori e librerie lungo i portici del centroEditore ospite Iperborea con Andri Snær Magnason (Islanda) e Björn Larsson (Svezia)Dedica a Goliarda Sapienza con Antonella LattanziMini Portici + Portici a Scuola per bambine e bambini, ragazze e ragazziAnteprima venerdì 11 ottobre con Matteo Bussola Pomeriggio speciale venerdì 18 ottobre con Paula HawkinsPremio di letteratura sportiva Gianni Mura, al via le votazioni onlineselezionati i finalisti delle sezioni “Miglior libro” e “Fuoriclasse”“A Torino la cultura è una passeggiata”: con 2 chilometri di libreria lungo i portici del centro, tra piazza Castello e Porta Nuova, e oltre 120 appuntamenti legati al libro, sabato 12 e domenica 13 ottobre 2024 brillerà a Torino la diciassettesima edizione di Portici di Carta , con i suoi Mini Portici per i più piccoli: manifestazione letteraria che trasforma il capoluogo piemontese in una delle librerie all'aperto più lunghe del mondo e in una straordinaria festa della lettura. Con un'anteprima venerdì 11 ottobre, che accoglierà Matteo Bussola, e un pomeriggio speciale venerdì 18 ottobre, che vedrà ospite Paula Hawkins (UK), autrice del best seller internazionale La ragazza del treno (Piemme), che presenterà il suo nuovo thriller psicologico.Il centro di Torino e i suoi eleganti portici (tra via Roma, piazza San Carlo, piazza Carlo Felice, fino a Porta Nuova), patrimonio architettonico della città piemontese, nel fine settimana ospiteranno 68 librerie torinesi, fra indipendenti, di catena, remainders, antiquarie e bouquinistes, 62 case editrici e 41 espositori “Il libro ritrovato” (libri antichi e fuori catalogo), pronti ad accogliere lettrici e lettori di ogni età, oltre che turisti e visitatori . Proporranno un percorso di lettura caratterizzato da 16 aree tematiche per ogni gusto e passione: dalla narrativa alla saggistica, dai gialli ai fumetti, dai viaggi alla spiritualità e cultura orientale, dalla poesia alla storia e società, dalla scienza alle storie di genere, dalle letture per bambini, bambine, ragazze e ragazzi ai gialli, dall'arte alle lingue, alla storia locale, ai racconti.Il programma culturale vedrà la presenza di ospiti italiani e internazionali, per tutte le età, tra cui (in ordine alfabetico): Marco Balzano e Marco Revelli; Rosi Braidotti e Giorgia Serughetti; Matteo Bussola e Fabio Geda; Cristina Cassar Scalia e il nipote Giulio; Diego De Silva e Luciana Littizzetto; Beatrice Del Bo con Marco Pautasso; Francesco Filippi e Gianni Armand-Pilon; Carlotta Fruttero e Teresa Cioffi ; Paula Hawkins (UK); Björn Larsson (Svezia); Antonella Lattanzi; Andri Snær Magnason (Islanda) e Laura Pezzino; Rocco Papaleo; Luīze Pastore (Lituania); Stefano Tacconi e Maurizio Crosetti. E con la partecipazione di Stefania Bertola, Guido Catalano, Valentina Farinaccio e Ester Viola, giurati del concorso A/R Andata e racconto organizzato dal Salone Internazionale del Libro e Gruppo FS.A loro si aggiungono librai e libraie, bibliotecarie, bibliotecari, insegnanti e volontari da tutta Italia. Un caleidoscopico calendario di appuntamenti, caratterizzato da incontri, dialoghi, celebrazioni editoriali, dediche autoriali, passeggiate e degustazioni letterarie, laboratori per bambine e bambini, azioni pittoriche in piazza, letture ad alta voce.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
Simona Forti"Paranoia"Festival Filosofiawww.festivalfilosofia.itDomenica 15 settembre 2024, ore 16:30, Carpi"Paranoia" Una patologia del potere?Lezione Magistrale di Simona FortiQuali sono i modelli psicopatologici che continuano a caratterizzare la fenomenologia del potere e la manipolazione delle opinioni? Simona Forti è professoressa di Filosofia politica presso la Scuola Normale Superiore di Pisa. Ha insegnato a lungo Storia del pensiero politico contemporaneo presso l'Università del Piemonte Orientale, dove ha diretto anche il Centro di ricerca sulla Biopolitica BIOS. È stata visiting professor presso la Columbia University e Fulbright Distinguished Chair Professor presso la Northwestern University. Nei suoi studi ha ricostruito la struttura filosofica di alcune delle maggiori questioni politiche del Novecento e dell'epoca presente. Dopo aver dedicato numerosi lavori al fenomeno del totalitarismo (anche tramite l'analisi del pensiero di Hannah Arendt), si è occupata di ricostruire le implicazioni della biopolitica e del biopotere, indagando e rivisitando le categorie del politico. Tra i suoi libri: Il totalitarismo (Roma-Bari 2001); La filosofia di fronte all'estremo. Totalitarismo e riflessione filosofica (a cura di, Torino 2003); Paranoia e politica (a cura di, con Marco Revelli, Torino 2007); I nuovi demoni. Ripensare oggi male e potere (Milano 2012, di cui un'edizione ampiamente rivista è pubblicata dalla Stanford nel 2015); Totalitarianism. A Borderline Idea in Political Philosophy (Stanford, CA 2024).IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
Marco Revelli"Questa sinistra inspiegabile a mia figlia"Dialogo immaginario con un'adolescenteEinaudi Editorewww.einaudi.itUn dialogo immaginario con una figlia ipotetica. Trovarsi a discutere con un adolescente e provare a disinnescare un ordigno esplosivo sono esperienze non del tutto prive di affinità. Può quindi sembrare curioso che Marco Revelli scelga di svolgere questa sua riflessione sulla Sinistra in una forma tanto anomala, tra la conversazione pedagogica e il duello con un'interlocutrice agguerritissima che non fa sconti… In realtà, l'espediente si rivela efficace. Permette di intrecciare concetti generali ed esperienze di vita vissuta, gli ideali e i valori che hanno infiammato il secolo scorso e il romanzo di formazione della generazione che ha fatto il '68 con tutto ciò che ne è seguito: il coacervo di impegno e musica, di libri e scioperi, di sogni di pace e di derive sanguinose. Quella stessa generazione di padri che per la Grande Delusione dell'esito attuale è oggi sotto accusa da parte dei propri figli. Infatti, nel ricordare quel periodo si presta subito il fianco a ritorsioni scomode (bene, bravo, ma quanto è durato?) e ad ancor piú scomodi rimproveri basati sulle evidenze dello sciagurato panorama odierno. Dalle lotte sindacali di ieri, al fianco degli operai, ecco che oggi bisogna fare i conti con forme di lavoro flessibili… quanto un cappio; dall'attesa del Sol dell'avvenire, si è passati ai cieli da incubo delle «ecoansie» (ma come avete osato?); dalla ricerca della propria strada in un coinvolgimento politico sentito come necessario, ci si ritrova davanti al sospettoso disinteresse per quella stessa politica ormai diffuso tra i giovani. Tutto vero. Ma è corretto sconfessarsi di fronte a una fi glia, oppure c'è una distinzione identitaria connessa alla Sinistra ancora e sempre valida che può (deve) esserle consegnata come un lascito? Reduce dall'estenuante e talora doloroso testa a testa, Revelli risponde con fierezza e speranza di sí: «Nonostante tutto… resta comunque, indelebile, ben piantata nella quotidianità caotica che viviamo, una differenza di fondo tra chi, fra noi, continua a soffrire e indignarsi alla vista delle diseguaglianze vecchie e nuove, e chi, dall'altra parte, vi convive distratto, o ne teorizza la naturale necessità. Chi le considera un'ingiustizia da rimuovere, e chi uno stato di fatto da conservare ». Non ci è dato sapere il nome della metaforica ragazzina che abita queste pagine, ma se anche fosse Coscienza Critica, su questa eredità avrebbe poco da obiettare.Marco Revelli è nato a Cuneo nel 1947. Laureato in Giurisprudenza, ha insegnato Scienza della politica all'Università del Piemonte orientale. Fra le sue numerose pubblicazioni si ricordano, per Einaudi: Oltre il Novecento (2001), La politica perduta (2003), Poveri, noi (2010), Finale di partito (2013), Non ti riconosco (2016), Populismo 2.0 (2017), La politica senza politica (2019), Umano Inumano Postumano (2020), Questa Sinistra inspiegabile a mia figlia. Dialogo immaginario con un'adolescente (2024).IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
Il giorno dopo le elezioni europee, la nostra diretta per raccontare e commentare i risultati. Ospiti, oltre all'inviato a Bruxelles Alessandro Principe, il sociologo Marco Revelli, il politologo Carlo Galli, il padre di Ilaria Salis, Roberto. E ancora, il caporedattore del quotidiano tedesco Tageszeitung Weibel Ambros e la corrispondente in Italia della tv finlandese Lisa Liimatainen.
Marco RevelliConvegno Internazionale8 settembre 1943-2023Riflettere sulla storia italiana da un luogo di memoriaStoriografia internazionale ed esperienze di territorioBorgata Paraloup, Rittana (Cuneo)Sabato 9 settembre 2023, ore 10-16.30La Fondazione Nuto Revelli, in collaborazione con Borgata Paraloup e l'Istituto storico dellaResistenza di Cuneo, organizzano per sabato 9 settembre un convegno internazionale conrelatori provenienti dalla Germania per celebrare l'avvio delle celebrazioni dell'ottantesimoanniversario dell'inizio della Lotta di Liberazione dell'Italia dal nazifascismo e riflettere sulrapporto fra storia e luoghi di memoria.Il convegno, che gode del Patrocinio del Consiglio Regionale del Piemonte, ComitatoResistenza e Costituzione ed è inserito nell'ambito delle manifestazioni 1943-2023 Ora esempre Resistenza coordinato dall'Istituto storico della Resistenza di Cuneo, si svolgerà in unluogo di memoria unico come Paraloup, “al riparo dai lupi”, la borgata alpina a 1.360 metriin Valle Stura in provincia di Cuneo che fu sede, fra settembre 1943 e aprile 1944, dellabanda partigiana Italia Libera dei gruppi di Giustizia e Libertà, in cui militarono circaduecento giovani ventenni provenienti da tutta Italia, fra cui Duccio Galimberti, Dante LivioBianco, Giorgio Bocca e lo stesso Nuto Revelli.“Storia e memoria sono le due vie attraverso le quali il passato comunica col presente”,afferma Marco Revelli, Presidente della Fondazione Nuto Revelli. “Due vie analoghe ma nonidentiche: la storia affidata alla conoscenza dei fatti attraverso i documenti e la lorooggettività, la memoria alla soggettività dei testimoni e all'empatia che con essi si stabilisce.Oggi, a ottant'anni dagli eventi che hanno posto le basi della nuova Europa, la storiografiaha prodotto una sistematica mole di studi e ricerche, capaci di consegnarci un quadropressoché completo, mentre la memoria, dopo una lunga stagione di creativa ricostruzioneletteraria e diaristica della quotidianità vissuta dai protagonisti, vede la progressivascomparsa dei testimoni diretti e il passaggio di mano dalle persone ai luoghi in cui gli eventisi svolsero, come custodi e protagonisti del racconto.”Il convegno intende appunto incrociare queste due dimensioni: favorire un dialogo trastudiosi sulla Resistenza italiana ed europea, a partire dalla data fondativa dell'8 settembre1943, con confronti incrociati soprattutto tra Italia e Germania, in un luogo di memoriaparticolarmente pregnante (la borgata Paraloup, sulle montagne cuneesi, doveimmediatamente dopo l'armistizio nacque la prima formazione partigiana italiana diGiustizia e Libertà, la banda Italia libera) offrendo loro come riferimento anche una serie diesperienze di valorizzazione di quel racconto sul territorio.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itQuesto show fa parte del network Spreaker Prime. Se sei interessato a fare pubblicità in questo podcast, contattaci su https://www.spreaker.com/show/1487855/advertisement
Marianna Aprile e Luca Telese con Gianni Alemanno, Marco Revelli, Ferruccio De Bortoli
Marco Revelli"Per le Resistenze"Paralouphttps://paraloup.itIn occasione dell'anniversario degli ottant'anni dall'inizio della lotta di Liberazione dal nazifascismo(1943-2023), la Fondazione Nuto Revelli propone e organizza l'edizione 1 Per le Resistenze: una serie di appuntamenti dal 22 al 25 aprile (con delle anteprime il 19 e il 20) per confrontarsi sulle Resistenze di oggi, attraverso la presenza catalizzatrice di autori del panorama artistico e letterario contemporaneo.L'obiettivo della Fondazione è di celebrare la Liberazione, (ri)creando momenti di incontro tra la città di Cuneo, il Comune di Rittana e Paraloup, sede della prima formazione partigiana di Giustizia e Libertà, ora nuovo centro culturale a 1.360m in Valle Stura.Per le Resistenze è l'occasione per riflettere sulle nuove resistenzə a partire dalle parole chiave donne, scelta, antifascismo, libertà che hanno caratterizzato il percorso di vita e di impegno di Nuto Revelli.“Quello a cui ci prepariamo non è un 25 aprile come gli altri. Perché nel 2023 cade l'ottantesimo anniversario dell'inizio della Resistenza italiana, che proprio a Paraloup ebbe origine. Perché per la prima volta nella storia della Repubblica abbiamo un governo i cui membri non riescono a pronunciare la parola antifascista, che costituisce la prima radice della nostra Costituzione. Perché continuiamo a vivere l'orrore di una guerra disumana che sta portando il mondo sull'orlo dell'abisso. Per questo salire a Paraloup nei giorni della Liberazione oggi ha un significato particolare. Trovarci per combattere insieme il senso di solitudine e di oscuramento del futuro che rischia di paralizzarci. Liberiamoci dalla paura, dall'impotenza, dalla rassegnazione. Chi ha lottato e sofferto per conquistare giustizia e libertà merita di più di quanto già stiamo facendo. Troviamoci numerosi per resistere.” (Marco Revelli)Per le Resistenze vuole diventare un appuntamento annuale in occasione del quale rendere complementare il rapporto città-montagna, alimentando lo scambio, la circolazione e l'ibridazione degli artisti e dei pubblici, nonché sostenendo l'identificazione di spazi e luoghi in grado di ampliare l'offerta culturale del sistema territoriale cuneese. Rilanciare la dimensione culturale di Paraloup, della propria identità e della sua relazione con la comunità rittanese e con quella cuneese significa valorizzare l'attivazione giovanile e sensibilizzare il pubblico sulla necessità di dare voce e ascolto alla marginalità ed ai vinti di oggi. Sempre come attività di aggiornamento per gli insegnanti, nell'ambito del progetto Memoranda della Fondazione Nuto Revelli, si inserisce anche l'incontro La didattica della libertà: trasmettere memoria tra le generazioni di lunedì 24 aprile presso la Borgata Paraloup, con la partecipazione di Nino Aragno. L'iniziativa della Casa Editrice Aragno di distribuire nelle scuole il libro I conti col nemico, nella nuova edizione con la prefazione di Marco Revelli e la postfazione di Piero Dadone, e il progetto Memoranda della Fondazione Nuto Revelli si integrano perfettamente nel comune disegno di realizzare una seminagione democratica in tempi difficili, in cui la caduta della memoria civile rischia di lasciarci indifesi. Il forte messaggio contro la guerra che Nuto Revelli aveva affidato al libro Il disperso di Marburg – la guerra come male radicale – ritorna nel percorso di Memoranda attraverso i luoghi e gli oggetti quotidiani degli antifascisti piemontesi, e può trasferirsi con un linguaggio nuovo nel lavoro didattico.Lunedì 24 aprile a Cuneo, presso il Salone d'onore del Comune, l'autrice Antonella Tarpino dialogherà in anteprima, a partire dal suo nuovo libro Memoranda. Gli antifascisti raccontati dal loro quotidiano(Einaudi, 2023), con Roberto Baravalle e Ugo Nespolo sulla narrazione affidata agli oggetti e ai luoghidella vita quotidiana, per ricucire, con la fine degli ultimi testimoni, il filo lesionato della memoria di tantiuomini e donne che si opposero al fascismo e alla dittatura. Modera l'incontro Gigi Garelli.Al programma Per le Resistenze, in collaborazione con il Comune di Cuneo e con il collettivo Resistenze, si affiancano la tradizionale Fiaccolata delle Libertà di lunedì 24 aprile dal Parco della Resistenza e l'orazione di Massimo Giannini. A seguire, letture dal palco di Piazza Virginio e il concerto dell'Istituto italiano di Cumbia All Star.Tra le proposte cinematografiche, giovedì 20 aprile al Cinema Monviso di Cuneo andrà in scena la storia di migrazione della famiglia Ughetto con la proiezione del film in stop motion Manodopera. Interdit aux chiens et aux italiens (Graffiti Doc, 2022) e l'intervento in presenza del regista francese Alain Ughetto.Domenica 23 aprile presso la cineteca della Borgata Paraloup è prevista la proiezione del film La strada più lunga (1965) di Nelo Risi, restaurato da Rai Teche e tratto dal romanzo autobiografico di Davide Lajolo Il voltagabbana. Introdurrà Alessandro Gaido (Associazione Piemonte Movie) e a seguire il commento critico di Sergio Toffetti.Anche tanti incontri sulla tematica L'anello forte: donne resistenti.Sabato 22 aprile, le partecipanti alla scuola Prime Minister - associazione con l'obiettivo di promuovere la parità di genere, l'equità generazionale e l'attivazione civica di giovani donne di età compresa tra 14 e 19 anni - si confronteranno sul fare politica e sull'attivazione giovanile. Dopo la performance del coro Union des Amis Chanteurs con canti popolari e brani estratti dalle opere di Ada Gobetti, sempre dal teatro di Paraloup Benedetta Tobagi, autrice di La Resistenza delle donne (Einaudi, 2022), attingendo alla memorialistica e alle testimonianze, farà rivivere le storie di quelle donne troppo spesso dimenticate, in un reading teatrale, con Susanna Gozzetti e Giulia Bertasi, che possiede il rigore della ricostruzione storica, ma anche una straordinaria passione civile.A raccontare i luoghi della memoria antifascista, anche la camminata Rural Migrantour Chi non emigrava, non era gente di domenica 23 aprile alla scoperta delle storie di migrazione, resistenza e ritorni sui sentieri intorno alla Borgata Paraloup. Il racconto delle nostre accompagnatrici interculturali si inserisce nella storia di migrazione di tanti altri, di molti di noi: testimonianze di vita contadina, di abbandono delle montagne e di ritorno, storie di resistenza e di cittadinanza. Che cosa sappiamo della migrazione? Quale impatto ha sui territori rurali e montani?A Cuneo, presso la sede della Fondazione Nuto Revelli, domenica 23 aprile l'incontro Per forza o perscelta? Storie di partigiani, di cittadinanza e di pace con il dialogo tra Gastone Cottino e AbdullahiAhmed. A seguire buffet per tutti i partecipanti. Con la 78ª Festa della Liberazione di martedì 25 aprile ci ritroveremo a Paraloup per il consueto pranzo partigiano e per un momento di festa con i canti resistenti delle Primule Rosse.Ad aprire la mattinata di martedì 25 aprile è prevista la camminata nelle borgate di Rittana sulle traccedei testimoni di Nuto Revelli, a cui seguirà la presentazione del libro Impronte: 28 escursioni neiluoghi e tra le parole dei testimoni di Nuto Revelli di Nino Costantino (Seb27 edizioni, 2023) presso ilSalone Comunale di Rittana.Nel pomeriggio, dal palco del Teatro della Borgata, l'appuntamento è con Marco Revelli per l'orazione Liberiamoci! in dialogo con Vauro Senesi, che per l'occasione sarà presente a Paraloup.IL POSTO DELLE PAROLEAscoltare fa Pensarehttps://ilpostodelleparole.itIL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarehttsp://ilpostodelleparole.itQuesto show fa parte del network Spreaker Prime. 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COSA CI ASPETTA COL GOVERNO MELONI l'opinione del sociologo Marco Revelli. - Emma Bonino ci racconta i tempi in cui la ministra Eugenia Roccella era radicale. - I DOSSIER ECONOMICI CHE ATTENDONO IL GOVERNO spiegati da Andrea Di Stefano - I RAPPORTI ITALIA FRANCIA AL TEMPO DEL GOVERNO MELONI all'indomani dell'incontro Meloni Macron ce ne parla Eric Jozsef corrispondente di Libération da Roma . - SI CHIUDE IL CONGRESSO DEL PARTITO COMUNISTA CINESE da Pechino Gabriele Battaglia. - SI APRE LA SETTIMANA DEL VOTO IN BRASILE in studio Sara Milanese. Prisma è condotto da Lorenza Ghidini. In redazione Massimo Alberti
Una riflessione del sociologo Marco Revelli sugli scenari impensabili che questa guerra ci sta mettendo davanti, come l'opzione nucleare. Microfono aperto sui pensieri di queste settimane, tra razionalità ed emotività. Fridays For Future di nuovo in piazza, le interviste di Luca Parena e Giacomo Panzeri
Marco Revelli, su La Stampa, racconta la vicenda dei lavoratori frontalieri nella Svizzera italiana: un bruttissimo esempio di trattamento dei rapporti di lavoro. Eppure, non è il caso di un paese con manodopera a basso costo. "Alle 16,30 di venerdì scorso i 35 dipendenti di un outlet di fascia alta immediatamente aldilà del confine svizzero hanno ricevuto una mail dalla direzione in cui si concedevano loro 57 minuti per decidere di licenziarsi con un bonus di buonuscita. In mancanza di adesione avrebbero rischiato il licenziamento senza bonus, dal momento che 15 di loro (in gran parte frontalieri italiani) avrebbero comunque dovuto lasciare il lavoro [...]". Sul Corriere della Sera, invece, Giuseppe Sarcina racconta del radicale cambio di approccio nella politica di Biden negli Stati Uniti nei confronti di immigrati e richiedenti asilo: "Le cifre sono impietose. Solo a giugno, la polizia ha arrestato 178 mila persone, il 5% in più rispetto al 2020. Dall'inizio del 2021 il totale delle detenzioni ha già raggiunto una soglia traumatica: un milione. Nel frattempo Biden, Harris e la leadership democratica al Congresso non sono riusciti neanche a intavolare una trattativa con i repubblicani per la tanto annunciata «riforma complessiva dell'immigrazione» [...]".
Marco Pautasso"Cuneiforme"www.progettocantoregi.it Torna la rassegna CuneiForme dedicata quest'anno al tema “riCostruire”Bra, Carmagnola, Cavallermaggiore, Cherasco, Fossano, Racconigi, SaviglianoTra i primi ospiti:Carlo Cottarelli, Andrea Marcolongo, Nives Meroi, Mario Perrotta, Faber TeaterLuca Mercalli, Vito Mancuso, Marco Revelli, Adriano Favole, Antonio SgobbaAttesi altri ospiti per l'autunnoDopo l'esordio nell'anno più difficile degli ultimi tempi, la rassegna CuneiForme, organizzata da Progetto Cantoregi, in collaborazione con Le Terre dei Savoia, prende nuovo slancio in questo 2021 di rinascita e torna per la seconda edizione. Muovendosi tra linguaggi e forme artistiche diverse, propone appuntamenti tra letteratura, teatro, cinema e incontri con l'autore, che prendono il via dal mese di giugno e accompagneranno il pubblico durante tutto l'anno. Sempre vocata alla diffusione territoriale, CuneiForme anche quest'anno abbraccia più comuni del Cuneese, ma non solo: alle città di Racconigi (capofila), Bra e Cavallermaggiore si aggiungono Cherasco, Fossano e Savigliano , oltre che Carmagnola in provincia di Torino.Il tema di questa seconda edizione è “riCostruire”. Sarà sviluppato in tanti ambiti diversi, come quello sociale, personale, etico, relazionale o politico, per riflettere sulla contemporaneità, sulla necessità di una ripartenza dopo la crisi sanitaria e economica iniziata nel 2020 e ancora in corso.Considerate le difficoltà che tutto il mondo culturale sta attraversando, e che con entusiasmo si cerca di superare, trasformandole in opportunità e in bellezza, il calendario di CuneiForme 2021 è in fase di completamento. Include anche gli incontri della prima edizione che non si sono potuti tenere nel 2020, dedicati al tema “Re(L)azioni”. Tra i primi ospiti: Carlo Cottarelli, Andrea Marcolongo, Nives Meroi, Mario Perrotta, Faber Teater, Luca Mercalli, Vito Mancuso, Marco Revelli, Adriano Favole, Antonio Sgobba. Altri ospiti sono attesi, i cui appuntamenti sono in via di definizione.Ecco in dettaglio gli appuntamenti al momento in programma:- sabato 12 giugno, Cavallermaggiore (ore 21.30, piazza Baden Powell): incontro con l'alpinista Nives Meroi, “La montagna sacra: il rapporto con l'alta quota”. Modera Leonardo Bizzaro (appuntamento recuperato dal 2020). In collaborazione con Fiera Piemontese dell'Editoria di Cavallermaggiore- sabato 26 giugno, Racconigi, Soms (via Costa 23, ore 21.30): la compagnia Faber Teater con lo spettacolo-conferenza “Cambiare il clima” (>> riCostruire il rispetto per l'ambiente).- lunedì 28 giugno, Carmagnola, Cortile del Castello (via Silvio Pellico, ore 18.30): incontro con l'economista Carlo Cottarelli autore di “All'inferno e ritorno. Idee per la nostra rinascita sociale ed economica” (Feltrinelli). I diritti d'autore del libro saranno devoluti a Save the Children – Italia. Modera Paolo Griseri. Appuntamento in collaborazione con Fiera Piemontese dell'Editoria. (>> riCostruire la crescita).- giovedì 8 luglio, Savigliano, Piazza Turletti (ore 21): incontro con la scrittrice Andrea Marcolongo, autrice di “La lezione di Enea” (Laterza). In collaborazione con Fiera Piemontese dell'editoria. (>> riCostruire un nuovo inizio).- venerdì 9 luglio, Racconigi, Soms (via Costa 23, ore 21.30): l'attore, drammaturgo e regista Mario Perrotta con lo spettacolo “In nome del padre”, realizzato con la consulenza alla drammaturgia Massimo Recalcati (>> riCostruire il rapporto con il padre).- luglio 2021, Cherasco (Hotel Somaschi-Monastero di Cherasco), proiezione mediometraggio“Giovedì: passeggiata” di Vincenzo Gamna (1961).Gli altri appuntamenti in programma dopo l'estate, per alcuni dei quali le date sono in via di definizione, sono:- il sociologo e storico Marco Revelli con il libro “Umano Inumano Postumano. Le sfide del presente” (Einaudi), a Cavallermaggiore (>> riCostruire il senso di umanità). Appuntamento in collaborazione con Fiera Piemontese dell'Editoria.- venerdì 10 settembre, Racconigi, Soms (via Costa 23): il giornalista Antonio Sgobba e l'antropologo Adriano Favole con i loro rispettivi libri “La società della fiducia” (Il Saggiatore) e “Il mondo che avrete” (Utet), a Racconigi (>> riCostruire la fiducia). Appuntamento in collaborazione con Fiera Piemontese dell'Editoria.- il teologo Vito Mancuso con una lezione ispirata ai libri “I quattro maestri”, “La forza di essere migliori”, “Il bisogno di pensare” (Garzanti), a Fossano (>> riCostruire il rapporto con il divino, lo spirituale e il sé). Appuntamento in collaborazione con Fiera Piemontese dell'Editoria.- la proiezione a Racconigi del film Underground, Palma d'Oro 1995 a Cannes, capolavoro di Emir Kusturica, racconto tra il grottesco e il serio, tra la commedia e il dramma, di come un Paese, la Jugoslavia, si sia autodistrutto dall'interno. Appuntamento in collaborazione con Aiace Torino, con la partecipazione a fine proiezione di Enrico Maria Verra (>> riCostruire un Paese) - venerdì 5 novembre, Bra, Teatro Politeama (Piazza Carlo Alberto, 23): il meteorologo Luca Mercalli con la lezione “Noi e l'ambiente. Com'è cambiata la nostra relazione con l'ambiente. Com'era e come sarà dopo il Coronavirus” (appuntamento recuperato dal 2020).- la tavola rotonda “Ripartire dopo la pandemia”, con i sindaci del territorio dell'associazione Le Terre dei Savoia (>> riCostruire il territorio) a Racconigi, Soms (via Costa 23, ore 14.30).- altri appuntamenti in fase di definizione. CuneiForme impugna idealmente il testimone dal festival teatrale La fabbrica delle idee, che Progetto Cantoregi ha realizzato fino al 2017 nel parco dell'ex ospedale psichiatrico di Racconigi (Cn), per proporre una rassegna multidisciplinare e diffusa, che continui ad avere nell'impegno civile e sociale il centro della propria ricerca. Una iniziativa che si propone di offrire nuove occasioni di conoscenza e riflessione sul mondo contemporaneo, di diventare un partecipato laboratorio di idee e di approfondimento culturale, di essere un luogo dell'ascolto, del dialogo, dell'accoglienza. Il nome scelto, CuneiForme, ospita in sé diverse suggestioni, perché richiama il territorio del Cuneese, ma anche le forme espressive delle diverse discipline artistiche, rimanda a uno strumento incisivo come il cuneo (perché incisiva intende essere la rassegna) e a una scrittura, quella cuneiforme, usata dai Sumeri e dagli Assiro-Babilonesi, innovativa per quei tempi, così come innovativo intende essere il nuovo progetto culturale.CuneiForme è realizzato con il sostegno di Le Terre dei Savoia, Fondazione Crt, Fondazione Crc, Compagnia di San Paolo, Regione Piemonte, Comune di Racconigi e Centro culturale "Le Clarisse" di Racconigi, Comune di Bra, Comune di Comune di Cavallermaggiore, Comune di Fossano, Comune di Savigliano, Comune di Carmagnola, Aiace Torino.Il logo di CuneiForme è stato ideato dall'agenzia di comunicazione Imperfect di Torino.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarehttps://ilpostodelleparole.it/
Lo schiavismo di oggi nel settore della logistica: la truffa di Dhl e il sistema delle false cooperative. Con il sindacalista Carlo Pallavicini e il sociologo Marco Revelli. Una ricerca di Save the Children sulla povertà educativa e digitale dei ragazzi italiani nell'anno della Dad, e un progetto della Fondazione DeAgostini in cui i bambini delle elementari ci raccontano la scuola da casa. G8 di Genova 2001, si avvicina il ventennale. Lo ricordiamo con Haidi Giuliani e con un ex poliziotto della Digos che ha pubblicato un libro su quel che successe davvero in quei giorni. Con Danilo De Biasio
Lo schiavismo di oggi nel settore della logistica: la truffa di Dhl e il sistema delle false cooperative. Con il sindacalista Carlo Pallavicini e il sociologo Marco Revelli. Una ricerca di Save the Children sulla povertà educativa e digitale dei ragazzi italiani nell'anno della Dad, e un progetto della Fondazione DeAgostini in cui i bambini delle elementari ci raccontano la scuola da casa. G8 di Genova 2001, si avvicina il ventennale. Lo ricordiamo con Haidi Giuliani e con un ex poliziotto della Digos che ha pubblicato un libro su quel che successe davvero in quei giorni. Con Danilo De Biasio
Donatella Gnetti"Passepartout"http://www.passepartoutfestival.it/2021/“Inferni & Paradisi” è il titolo del Festival Passepartout 2021, giunto alla diciottesima edizione. Si svolgerà ad Asti da sabato 5 a domenica 13 giugno, organizzato dalla Biblioteca Astense Giorgio Faletti con l'appoggio della Città di Asti e della Regione Piemonte, e con la direzione scientifica di Alberto Sinigaglia. Protagonisti gli storici Alessandro Barbero, Franco Cardini, Gianni Oliva, Tomaso Montanari, Mario Renosio; gli economisti Fabrizio Barca e Carlo Cottarelli; i magistrati Nicola Gratteri e Carlo Nordio; il produttore cinematografico e imprenditore sportivo Aurelio De Laurentiis; il sociologo Marco Revelli; il presidente dell'Accademia della Crusca Claudio Marazzini; il rettore del Politecnico di Torino Guido Saracco; i filosofi Donatella Di Cesare e Alberto Banaudi; la pastora battista Lidia Maggi; la direttrice della Fondazione Gran Paradiso Luisa Vuillermoz; gli scrittori e saggisti Manlio Graziano, Dario Fabbri, Massimo Franco, Carlo Ossola; lo scenografo Ottavio Coffano; il curatore del Museo Luzzati Sergio Noberini, il fotografo Franco Rabino; i giornalisti Alessia Conti, Beppe Gandolfo, Tarcisio Mazzeo, Azzurra Meringolo, Domenico Quirico, Antonio Rinetti, Beppe Rovera; il gruppo di musica antica La Ghironda. Così Alberto Sinigaglia presenta Passepartout 2021: "Un festival culturale che ha la cabina di regia in una grande biblioteca non può snobbare l'anno dantesco. Semmai deve onorare in Dante il primo intellettuale che ha parlato dell'Italia come patria e ha teorizzato l'impegno civile. Perciò, rispettando la formula tradizionale, continuiamo a ripassare la storia, confrontandola con il tempo presente: tra inferni vissuti e paradisi sognati. Come forse sognarono coloro che nel 1921 fondarono il partito comunista italiano e il partito nazionale fascista, inaugurando cent'anni di estremismi. Ma questo 2021 richiede di approfondire con urgenza cruciali temi di attualità. I limiti di movimento e di lavoro decisi dai governi con gli scienziati per il Covid-19 sono compatibili con la democrazia? La pandemia ha aggravato povertà, privilegi, ingiustizie, le differenze tra Nord e Sud: come uscire dalla trappola? Il male, il pericolo e la paura hanno nuociuto al dialogo tra le religioni? Papa Francesco ha più nemici come capo della Chiesa o per le profezie ecologiche? A che punto è la salute ambientale della Terra? E a che punto è la salute geopolitica del pianeta con America contro Russia e Cina, con le debolezze dell'Europa, con le popolazioni sterminate in Africa? Che cosa resta delle Primavere arabe, dieci anni dopo? Altri due scenari si impongono: la giustizia e la scuola. La prima pretende una riforma della magistratura che la renda più rapida e indipendente dalla politica. La seconda deve in fretta adeguarsi a una rivoluzione già in atto, che vede le nuove società affidate a professionisti fortemente dotati d'un insieme di saperi tecnologici e di umanesimo. Storici, economisti, scrittori, filosofi, sociologi, giornalisti ci aiuteranno ad approfondire questi argomenti, ci aiuteranno a ragionare, condividendo l'ecologia della mente che in tanti cercano a Passepartout".Gli incontri, introdotti da Roberta Bellesini Faletti, presidente della Biblioteca, si terranno nel cortile della Biblioteca Astense Giorgio Faletti, con ingresso da via Carducci 64, e al Palco 19 (via Ospedale 19, a pochi passi da Piazza Alfieri). In conformità alle attuali disposizioni sanitarie, i posti saranno limitati e si potrà entrare esclusivamente previa prenotazione. Due le anteprime di introduzione a Passepartout: la presentazione del volume “All'inferno e ritorno” di Carlo Cottarelli il 27 maggio alle 18 al Teatro Alfieri; la proiezione del documentario “Uomini e voci dal Congresso Socialista di Livorno, 1921”, il 4 giugno alle 21 allo Spazio Kor. E due gli appuntamenti finali extra: lunedì 14 giugno alle 18 nel cortile di Palazzo Mazzola per “La Grande Storia a… Palazzo Mazzola” l'incontro con Domenico Quirico “Da un inviato di guerra sul fronte di Marengo”, dedicato alla figura di Napoleone Bonaparte; a seguire alle 21 nel cortile della Biblioteca il Gruppo di musica antica La Ghironda metterà in scena la “Farsa del bracho et del milaneiso inamorato in Ast” di Giovan Giorgio Alione, per celebrare i 500 anni dalla pubblicazione a stampa dell'Opera Jocunda di Alione, di cui la Farsa fa parte.“Non potrebbe esserci modo migliore di Passepartout per inaugurare la lunga estate culturale astigiana – commentano il sindaco Maurizio Rasero e l'assessore alla cultura Gianfranco Imerito – con un programma interdisciplinare, come sempre ricco di ospiti e spunti di confronto, che ogni anno porta la nostra città alla ribalta, anche nazionale, grazie a un'offerta di qualità che da ben 18 anni è una garanzia. Anche in questa ottica ci è sembrato ideale inserire a chiosa del calendario l'incontro con Domenico Quirico che funge anche da anteprima alla ripresa degli appuntamenti della Grande Storia a Teatro, sempre molti seguiti”.Molto atteso il ritorno di Carlo Cottarelli, che giovedì 27 maggio alle 18 al Teatro Alfieri presenta il libro “All'Inferno e ritorno. Per la nostra rinascita sociale ed economica” (Feltrinelli). Lo affiancherà sul palco Antonio Rinetti. Precipitati nel baratro dell'emergenza, abbiamo una grande opportunità: correggere molti errori ripetuti nel passato per aprire strade che accompagnino il nostro Paese in un futuro migliore. L'Italia ha bisogno di tornare a crescere, ma in modo sostenibile dal punto di vista sociale, finanziario e ambientale. Quali sono le sfide che dobbiamo raccogliere per raggiungere una crescita del 2 per cento l'anno? E che tipo di giustizia sociale vogliamo? Dobbiamo salvare la nostra economia, ma per farlo abbiamo bisogno di più uguaglianza, soprattutto nelle opportunità che vengono fornite alle nuove generazioni. Dopo essersi laureato in Economia a Siena e aver conseguito il Master presso la London School of Economics, Carlo Cottarelli ha lavorato nel dipartimento ricerca della Banca d'Italia e poi all'Eni. Dal 1988 lavora per il Fondo Monetario Internazionale, per cui ha ricoperto vari incarichi in diversi dipartimenti. Dal 2013 al 2014 è stato Commissario straordinario per la revisione della spesa pubblica, e dal 2014 al 2017 è stato direttore esecutivo del FMI. Dal 2017 è direttore dell'Osservatorio sui conti pubblici Italiani dell'università Cattolica di Milano e visiting professor presso l'università Bocconi. È autore di numerosi saggi sulle politiche e istituzioni fiscali e monetarie, e sull'inflazione.Antonio Rinetti, astigiano, dopo la laurea in giurisprudenza ha ricoperto posizioni apicali nell'ambito della gestione delle risorse umane presso numerose aziende e istituzioni bancarie internazionali. Editorialista del mensile ‘Persone e conoscenze', dal 2015 è membro del Consiglio di Amministrazione della Biblioteca Astense.Un'altra anteprima del festival si terrà venerdì 4 giugno alle 21 allo Spazio Kor di Piazza San Giuseppe, con la proiezione del documentario “Uomini e voci dal Congresso Socialista di Livorno, 1921”, recentemente restaurato dalla Cineteca di Bologna. Lo presenteranno Mario Renosio e Franco Rabino. Si tratta di un raro documento filmato del XXVII Congresso del Partito Socialista Italiano svoltosi a Livorno, al Teatro Goldoni, dal 15 al 21 gennaio 1921, che portò alla scissione e alla nascita del Partito Comunista d'Italia. Il film, della durata di 30 minuti, non ebbe mai un visto di censura.Mario Renosio, direttore dell'Israt, ha pubblicato saggi e articoli e curato percorsi didattici di storia locale sulla società contadina, sulla storia del movimento partigiano, della deportazione, dei partiti politici e dei movimenti sindacali nell'Astigiano, sul terrorismo e sulla lotta armata in Italia. Per l'Israt è autore o coautore di numerosi volumi, oltre che co-curatore dell'allestimento di vari progetti museali. Franco Rabino, fotografo professionista e studioso di storia ed estetica della fotografia, alterna il lavoro professionale con l'insegnamento e l'attività di divulgazione attraverso incontri e conferenze. Dal 2004 è impegnato in un lavoro di ricerca sulla ridefinizione dell'identità territoriale attraverso la rilettura del paesaggio urbano ed agrario. IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarehttps://ilpostodelleparole.it/
Il cristianesimo puro di Bergoglio e lo spirito primitivo del capitalismo di Boris Johnson. Il papa, parlando di vaccini e della loro condivisione, ha definito il condividere la proprietà l'essenza del “cristianesimo puro, non del comunismo”. Il premier britannico, invece, ha attribuito il merito della disponibilità di vaccini in Gran Bretagna non agli investimenti pubblici che ci sono stati, ma al “capitalismo e all'avidità” che lo anima. Quale spirito dei tempi interpretano Bergoglio e Johnson? “Johnson interpreta la voglia di un ritorno al passato”, dice il sociologo Marco Revelli, ospite a Memos. Per l'economista Laura Pennacchi, ospite della puntata di oggi, “la straordinaria novità di Bergoglio non è tanto nel rapporto con le origini del cristianesimo, quanto con la visione sociale dell'oggi da parte della Chiesa e con l'eredità politica che ci lascia il neoliberismo”. E come giudicare il neoliberismo che tenta di autoriformarsi? Il riferimento è a diverse prese di posizione, più o meno recenti, di ambienti del capitalismo globale (Pennacchi ne parla nel suo ultimo libro “Democrazia Economica”, Castelvecchi). Ad esempio, il documento della Business Roundtable americana (associazione dei manager più potenti negli Stati Uniti) che due anni fa ha chiuso con la dottrina Friedman (1970) che affidava all'impresa il solo obiettivo di massimizzare i profitti, trascurando qualsiasi altro obiettivo, anche di tipo sociale. Per Pennacchi e Revelli i tentativi di autorevisione del neoliberismo sono il riconoscimento di un fallimento e il tentativo di evitare un tracollo.
Il cristianesimo puro di Bergoglio e lo spirito primitivo del capitalismo di Boris Johnson. Il papa, parlando di vaccini e della loro condivisione, ha definito il condividere la proprietà l’essenza del “cristianesimo puro, non del comunismo”. Il premier britannico, invece, ha attribuito il merito della disponibilità di vaccini in Gran Bretagna non agli investimenti pubblici che ci sono stati, ma al “capitalismo e all’avidità” che lo anima. Quale spirito dei tempi interpretano Bergoglio e Johnson? “Johnson interpreta la voglia di un ritorno al passato”, dice il sociologo Marco Revelli, ospite a Memos. Per l’economista Laura Pennacchi, ospite della puntata di oggi, “la straordinaria novità di Bergoglio non è tanto nel rapporto con le origini del cristianesimo, quanto con la visione sociale dell’oggi da parte della Chiesa e con l’eredità politica che ci lascia il neoliberismo”. E come giudicare il neoliberismo che tenta di autoriformarsi? Il riferimento è a diverse prese di posizione, più o meno recenti, di ambienti del capitalismo globale (Pennacchi ne parla nel suo ultimo libro “Democrazia Economica”, Castelvecchi). Ad esempio, il documento della Business Roundtable americana (associazione dei manager più potenti negli Stati Uniti) che due anni fa ha chiuso con la dottrina Friedman (1970) che affidava all’impresa il solo obiettivo di massimizzare i profitti, trascurando qualsiasi altro obiettivo, anche di tipo sociale. Per Pennacchi e Revelli i tentativi di autorevisione del neoliberismo sono il riconoscimento di un fallimento e il tentativo di evitare un tracollo.
L'inumano che non passa. Dopo aver fatto irruzione nella storia del Novecento con lo sterminio nazista di Auschwitz, la Shoah degli ebrei, oggi permangono nelle società forme di disumanità. Chiara Volpato e Marco Revelli le hanno raccontate in due loro libri. Volpato, psicologa sociale, ha scritto in “Deumanizzazione” (Laterza, 2011) di come le diverse forme del disumano finiscono per legittimare altre forme di violenza, ne sono in qualche modo la premessa (ad esempio nel caso della violenza maschile contro le donne). Lo storico e sociologo Revelli ha descritto (in “Umano, Inumano, Post-umano”, Einaudi 2020) le linee di frattura che separano l'umano sia dall'inumano che dal post-umano (dove il primato dell'umanità vacilla, ad esempio di fronte alle intelligenze artificiali).
L’inumano che non passa. Dopo aver fatto irruzione nella storia del Novecento con lo sterminio nazista di Auschwitz, la Shoah degli ebrei, oggi permangono nelle società forme di disumanità. Chiara Volpato e Marco Revelli le hanno raccontate in due loro libri. Volpato, psicologa sociale, ha scritto in “Deumanizzazione” (Laterza, 2011) di come le diverse forme del disumano finiscono per legittimare altre forme di violenza, ne sono in qualche modo la premessa (ad esempio nel caso della violenza maschile contro le donne). Lo storico e sociologo Revelli ha descritto (in “Umano, Inumano, Post-umano”, Einaudi 2020) le linee di frattura che separano l’umano sia dall'inumano che dal post-umano (dove il primato dell’umanità vacilla, ad esempio di fronte alle intelligenze artificiali).
La città di Grottammare “incontra” lo storico Marco Revelli, venerdì 4 dicembre, per la “prima” degli appuntamenti culturali delle “Giornate della Partecipazione”. Archiviati gli incontri con i cittadini, la rassegna apre gli eventi organizzati in collaborazione con l’associazione “I luoghi della scrittura”. Sociologo e politologo, Marco Revelli insegna Scienza della politica all’Università del Piemonte orientale. L’incontro, dal […]
1970, il primo dicembre di cinquant'anni fa la legge sul divorzio viene approvata dal parlamento. Pochi mesi prima veniva approvato lo Statuto dei lavoratori e delle lavoratrici. Entrambi aprono una stagione di riforme, accompagnata da movimenti e lotte sociali per i diritti, dentro e fuori la fabbrica. Quello stesso decennio, gli anni '70, è testimone del sangue e dei lutti della strategia della tensione, dello stragismo fascista e di stato. Ed è anche il decennio attraversato dalla violenza del terrorismo brigatista. A Memos ne abbiamo parlato con Vittoria Franco, filosofa, è stata parlamentare per tre legislature e tra le fondatrici del Pd; e con il sociologo e scienziato della politica Marco Revelli.
1970, il primo dicembre di cinquant’anni fa la legge sul divorzio viene approvata dal parlamento. Pochi mesi prima veniva approvato lo Statuto dei lavoratori e delle lavoratrici. Entrambi aprono una stagione di riforme, accompagnata da movimenti e lotte sociali per i diritti, dentro e fuori la fabbrica. Quello stesso decennio, gli anni ’70, è testimone del sangue e dei lutti della strategia della tensione, dello stragismo fascista e di stato. Ed è anche il decennio attraversato dalla violenza del terrorismo brigatista. A Memos ne abbiamo parlato con Vittoria Franco, filosofa, è stata parlamentare per tre legislature e tra le fondatrici del Pd; e con il sociologo e scienziato della politica Marco Revelli.
Stati Uniti, pesa e divide l'eredità della vittoria democratica su Trump. La sconfitta del leader della destra protezionista e nazionalista americana, appoggiato dai movimenti dell'estremismo suprematista bianco, rappresenta un momento di svolta, non solo negli Stati Uniti. Ma l'importanza della vittoria di Biden su Trump ha riacceso le divisioni nel partito democratico tra centristi, da un lato, e progressisti e socialisti democratici, dall'altro. I centristi di Biden chiedono un “ritorno alla normalità”, a quando Trump non c'era e nemmeno il Covid-19 era una minaccia. I progressisti e i socialisti democratici, da Bernie Sanders a Alexandria Ocasio-Cortez, chiedono invece cambiamenti radicali (clima, giustizia sociale, pandemia). Queste divisioni nell'area liberal, democratica e di sinistra americane finiranno per arrivare anche in Europa? Come evitare a sinistra, qui da noi, di lacerarsi tra “riformisti e no global” (per usare un lessico da fine anni ‘90) in tempi di crisi profonde (clima, disuguaglianze, sanità) e che richiedono cambiamenti radicali? Memos lo ha chiesto oggi alla sociologa e scienziata della politica Donatella Della Porta e allo storico e sociologo Marco Revelli.
Stati Uniti, pesa e divide l’eredità della vittoria democratica su Trump. La sconfitta del leader della destra protezionista e nazionalista americana, appoggiato dai movimenti dell’estremismo suprematista bianco, rappresenta un momento di svolta, non solo negli Stati Uniti. Ma l’importanza della vittoria di Biden su Trump ha riacceso le divisioni nel partito democratico tra centristi, da un lato, e progressisti e socialisti democratici, dall’altro. I centristi di Biden chiedono un “ritorno alla normalità”, a quando Trump non c’era e nemmeno il Covid-19 era una minaccia. I progressisti e i socialisti democratici, da Bernie Sanders a Alexandria Ocasio-Cortez, chiedono invece cambiamenti radicali (clima, giustizia sociale, pandemia). Queste divisioni nell’area liberal, democratica e di sinistra americane finiranno per arrivare anche in Europa? Come evitare a sinistra, qui da noi, di lacerarsi tra “riformisti e no global” (per usare un lessico da fine anni ‘90) in tempi di crisi profonde (clima, disuguaglianze, sanità) e che richiedono cambiamenti radicali? Memos lo ha chiesto oggi alla sociologa e scienziata della politica Donatella Della Porta e allo storico e sociologo Marco Revelli.
In un talk show televisivo (Stasera Italia, 14 ottobre 2020), il sociologo progressista Marco Revelli ha denunciato allarmato il clima di angoscia collettiva che si diffonde in Italia e in Occidente in seguito alla danza macabra del Coronavirus. “La morte circola in Occidente”, ha detto, evocando questo spettro.
In un talk show televisivo (Stasera Italia, 14 ottobre 2020), il sociologo progressista Marco Revelli ha denunciato allarmato il clima di angoscia collettiva che si diffonde in Italia e in Occidente in seguito alla danza macabra del Coronavirus. “La morte circola in Occidente”, ha detto, evocando questo spettro.
Torino, la marcia dei quarantamila, il 14 ottobre 1980. La rivolta silenziosa dei quadri della Fiat spegne 35 giorni di protesta operaia ininterrotta davanti ai cancelli di Mirafiori. Sindacato e vertici Fiat di fronte alla trasformazione della fabbrica fordista. Ospiti la sociologa Adriana Luciano e lo storico Marco Revelli, entrambi in quegli anni docenti all'università di Torino. Nel corso della puntata abbiamo riproposto la testimonianza di Diego Novelli, 89 anni, giornalista e storico dirigente del Pci, allora sindaco di Torino.
Torino, la marcia dei quarantamila, il 14 ottobre 1980. La rivolta silenziosa dei quadri della Fiat spegne 35 giorni di protesta operaia ininterrotta davanti ai cancelli di Mirafiori. Sindacato e vertici Fiat di fronte alla trasformazione della fabbrica fordista. Ospiti la sociologa Adriana Luciano e lo storico Marco Revelli, entrambi in quegli anni docenti all’università di Torino. Nel corso della puntata abbiamo riproposto la testimonianza di Diego Novelli, 89 anni, giornalista e storico dirigente del Pci, allora sindaco di Torino.
Vito Lops, Sole24Ore ; Alessandra Todde, sottosegretaria Sviluppo Economico ; Marco Revelli, Il Manifesto ; Massimo Giannini, La Stampa .
Vito Lops, Sole24Ore ; Alessandra Todde, sottosegretaria Sviluppo Economico ; Marco Revelli, Il Manifesto ; Massimo Giannini, La Stampa .
Lettera dal Direttore. Succede a Repubblica. Maurizio Molinari, in carica da tre settimane, scrive a tutte le redazioni e annuncia “il premio del Direttore”. Lo assegnerà tutte le settimane al miglior giornalista che gli verrà segnalato dalle strutture di governo del giornale. I quadri segnalano e lui decide. Il premio consisterà principalmente in 600 euro lordi in busta paga. Et voilà, il gioco è fatto: bentornati negli anni ‘50, nel paternalismo di casa Fiat, nell'esaltazione della gerarchia come unica relazione possibile sul posto di lavoro. E' tutto drammaticamente vero, ed è tutto molto importante. Accade nel più grande gruppo in Italia che edita giornali di carta e informazione digitale. Che idea di giornalismo c'è dietro il “premio del Direttore”? Che idea di relazioni sindacali si vuole trasmettere alla FNSI (sindacato giornalisti) e ai redattori e alle redattrici del gruppo? L'arrivo di Molinari è il segno di una svolta, l'avvio dell'era Elkann-Agnelli-Fiat nel gruppo che fu l'Espresso di Caracciolo-Scalfari-DeBenedetti. Una stagione, quella Elkann-FCA, in cui forse rivedremo apparire un nuovo collateralismo tra la grande industria e i settori più conservatori, di destra, della politica e della società italiana. Di tutto questo Memos ha parlato oggi con Ida Dominijanni, giornalista e saggista, scrive su Internazionale e Huffington Post; e con lo storico e politologo Marco Revelli. In chiusura di puntata il messaggio, oggi a cura della sociologa Giovanna Procacci.
Lettera dal Direttore. Succede a Repubblica. Maurizio Molinari, in carica da tre settimane, scrive a tutte le redazioni e annuncia “il premio del Direttore”. Lo assegnerà tutte le settimane al miglior giornalista che gli verrà segnalato dalle strutture di governo del giornale. I quadri segnalano e lui decide. Il premio consisterà principalmente in 600 euro lordi in busta paga. Et voilà, il gioco è fatto: bentornati negli anni ‘50, nel paternalismo di casa Fiat, nell’esaltazione della gerarchia come unica relazione possibile sul posto di lavoro. E’ tutto drammaticamente vero, ed è tutto molto importante. Accade nel più grande gruppo in Italia che edita giornali di carta e informazione digitale. Che idea di giornalismo c’è dietro il “premio del Direttore”? Che idea di relazioni sindacali si vuole trasmettere alla FNSI (sindacato giornalisti) e ai redattori e alle redattrici del gruppo? L’arrivo di Molinari è il segno di una svolta, l’avvio dell’era Elkann-Agnelli-Fiat nel gruppo che fu l’Espresso di Caracciolo-Scalfari-DeBenedetti. Una stagione, quella Elkann-FCA, in cui forse rivedremo apparire un nuovo collateralismo tra la grande industria e i settori più conservatori, di destra, della politica e della società italiana. Di tutto questo Memos ha parlato oggi con Ida Dominijanni, giornalista e saggista, scrive su Internazionale e Huffington Post; e con lo storico e politologo Marco Revelli. In chiusura di puntata il messaggio, oggi a cura della sociologa Giovanna Procacci.
Lettera dal Direttore. Succede a Repubblica. Maurizio Molinari, in carica da tre settimane, scrive a tutte le redazioni e annuncia “il premio del Direttore”. Lo assegnerà tutte le settimane al miglior giornalista che gli verrà segnalato dalle strutture di governo del giornale. I quadri segnalano e lui decide. Il premio consisterà principalmente in 600 euro lordi in busta paga. Et voilà, il gioco è fatto: bentornati negli anni ‘50, nel paternalismo di casa Fiat, nell’esaltazione della gerarchia come unica relazione possibile sul posto di lavoro. E’ tutto drammaticamente vero, ed è tutto molto importante. Accade nel più grande gruppo in Italia che edita giornali di carta e informazione digitale. Che idea di giornalismo c’è dietro il “premio del Direttore”? Che idea di relazioni sindacali si vuole trasmettere alla FNSI (sindacato giornalisti) e ai redattori e alle redattrici del gruppo? L’arrivo di Molinari è il segno di una svolta, l’avvio dell’era Elkann-Agnelli-Fiat nel gruppo che fu l’Espresso di Caracciolo-Scalfari-DeBenedetti. Una stagione, quella Elkann-FCA, in cui forse rivedremo apparire un nuovo collateralismo tra la grande industria e i settori più conservatori, di destra, della politica e della società italiana. Di tutto questo Memos ha parlato oggi con Ida Dominijanni, giornalista e saggista, scrive su Internazionale e Huffington Post; e con lo storico e politologo Marco Revelli. In chiusura di puntata il messaggio, oggi a cura della sociologa Giovanna Procacci.
Tra 25 aprile e Primo Maggio, i valori e la cura contro l'infezione da Covid-19. Che esperienza è stata la Festa della Liberazione dal nazifascismo nel silenzio delle piazze? E che cosa sarà il Primo Maggio di lavoratrici e lavoratori nelle stesse condizioni? Lunedì 4 maggio riprendono “produzioni e lavori”: quali lavori e quali produzioni? Cosa sarà il lavoro nella grave recessione che ci aspetta e cosa diventerà successivamente? Memos ne ha parlato con l'economista Laura Pennacchi e con la storico Marco Revelli. Chiude la puntata il messaggio della sociologa Giovanna Procacci: #4maggio, tra insofferenza e rabbia.
Tra 25 aprile e Primo Maggio, i valori e la cura contro l’infezione da Covid-19. Che esperienza è stata la Festa della Liberazione dal nazifascismo nel silenzio delle piazze? E che cosa sarà il Primo Maggio di lavoratrici e lavoratori nelle stesse condizioni? Lunedì 4 maggio riprendono “produzioni e lavori”: quali lavori e quali produzioni? Cosa sarà il lavoro nella grave recessione che ci aspetta e cosa diventerà successivamente? Memos ne ha parlato con l’economista Laura Pennacchi e con la storico Marco Revelli. Chiude la puntata il messaggio della sociologa Giovanna Procacci: #4maggio, tra insofferenza e rabbia.
Tra 25 aprile e Primo Maggio, i valori e la cura contro l’infezione da Covid-19. Che esperienza è stata la Festa della Liberazione dal nazifascismo nel silenzio delle piazze? E che cosa sarà il Primo Maggio di lavoratrici e lavoratori nelle stesse condizioni? Lunedì 4 maggio riprendono “produzioni e lavori”: quali lavori e quali produzioni? Cosa sarà il lavoro nella grave recessione che ci aspetta e cosa diventerà successivamente? Memos ne ha parlato con l’economista Laura Pennacchi e con la storico Marco Revelli. Chiude la puntata il messaggio della sociologa Giovanna Procacci: #4maggio, tra insofferenza e rabbia.
condotto da Riccardo, Emanuele, Paolo e Gian Pietro
condotto da Riccardo, Emanuele, Paolo e Gian Pietro
condotto da Riccardo, Emanuele, Paolo e Gian Pietro
Beatrice Verri"Resi-Stanza"25 Aprile 2020Fondazione Nuto Revelli Onluswww.nutorevelli.orgQuesto 25 aprile la piazza deve essere virtuale, quindi festeggeremo tutti insieme con un pranzo di Paraloup da casa!Sarà un 25 aprile ancora più significativo, perché avrà il profumo della ricostruzione e della rinascita, della vicinanza d'animo e di valori, di un passaggio di testimone ai giovani che avranno l'importante ruolo di farsi custodi della memoria, passata e futura, delle vite di uomini e donne che hanno trasformato la loro paura in coraggio per farci dono di libertà e diritti.La giornata sarà ricca di momenti da condividere. Nel calendario di seguito trovate i vari link ai quali collegarvi per stare insieme a noi.ore 12 - Pranzo partigiano da casaL'intervento di Marco Revelli introdurrà la presentazione dell'e-book Resistenze. Quelli di Paraloup, a cura di Beatrice Verri e Lucio Monaco (2020) e disponibile online da Edizioni Gruppo Abele. Le video interviste sono disponibili sul canale Youtube della Fondazione Nuto Revelli.Alcune istruzioni pratiche per entrare nella RESI-STANZA Meet della Fondazione Nuto Revelli:- accedete a questo link direttamente dalla vostra mail: https://meet.google.com/phs-xdpf-gjb. Altrimenti, per partecipare telefonicamente, componete +39 02 8732 3562 e digitare il PIN: 797 841 935#;- cliccate sul pulsante PARTECIPA e attendete qualche minuto;- provate a collegarvi un quarto d'ora primaNB. per chi deciderà di accedere da cellulare, è necessario aver prima scaricato l'app MEET.Se nei prossimi giorni vorrete provare se il link funziona, scriveteci.ore 14.30 - streaming #iorestolibero #25aprile2020Ci uniamo all'appello della Campagna nazionale 25 aprile 2020 Io Resto Libero promosso da una serie di personalità di spicco del panorama pubblico italiano.Sarà possibile collegarsi allo streaming e seguirlo sulla pagina Facebook 25 Aprile 2020 - Io Resto Libero o collegandosi al sito www.25aprile2020.it su cui si trova il testo dell'appello e l'elenco degli altri portali su cui verrà trasmessa la diretta.Seguito alle ore 15 dal flash mob #bellaciaoinognicasa promosso dall'ANPI.ore 18 e ore 23 - TradiradioDoppio appuntamento su Tradiradio, la web radio di Rete Italiana di Cultura Popolare: alle ore 18 sarà trasmesso il podcast “Per Nuto”, un'intervista a Nuto Revelli e alle ore 23 Antonio Damasco in “Le parole che curano” dedicherà la puntata allo scrittore.ore 18 - Italia Libera - Storia di una formazione partigianaSu Rai 3, nell'ambito del programma La Grande Storia - Anniversari, sarà trasmesso il documentario di Peter Freeman e Chiara Colombini, che racconta la storia della banda partigiana Italia LiberaIn questi giorni, potete anche consultare contributi d'archivio su Youtube e Facebook e da sabato visitare il nostro nuovo sito e provare l'archivio interattivo Nuvolar. Inoltre sul sito del Polo del 900 è stata organizzata una lunga maratona web con numerosi contenuti e alla quale stiamo partecipando. Infine il 24 aprile sarà in edicola, sulla rivista Left, un approfondimento di Beatrice Verri sul ruolo delle donne nella Resistenza di Paraloup.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.it
con Marco Revelli, Pappi Corsicato, Teresa Saponangelo
Cosa sono stati gli anni ‘80 in Italia? Tra le altre cose, è stato il decennio in cui Craxi ha cercato di imporre la propria egemonia politica e culturale. A Memos ne abbiamo parlato con lo storico Marco Revelli, a partire dall'intervista di Eugenio Scalfari al segretario del Pci Enrico Berlinguer del luglio 1981. E' l'intervista famosa, quella sulla questione morale. Berlinguer descrive i partiti come “macchine di potere e di clientela”. Con il professor Revelli cerchiamo le differenze tra gli anni ‘80 di Berlinguer e quelli di Craxi. Chiude la puntata Davide Mattiello, ex membro e consulente della commissione parlamentare antimafia. Vent'anni fa la conferenza dell'Onu a Palermo contro mafie e corruzione. Oggi, dice Mattiello, ce ne vorrebbe un'altra per aggiornare quella di allora all'era digitale.
Cosa sono stati gli anni ‘80 in Italia? Tra le altre cose, è stato il decennio in cui Craxi ha cercato di imporre la propria egemonia politica e culturale. A Memos ne abbiamo parlato con lo storico Marco Revelli, a partire dall’intervista di Eugenio Scalfari al segretario del Pci Enrico Berlinguer del luglio 1981. E’ l’intervista famosa, quella sulla questione morale. Berlinguer descrive i partiti come “macchine di potere e di clientela”. Con il professor Revelli cerchiamo le differenze tra gli anni ‘80 di Berlinguer e quelli di Craxi. Chiude la puntata Davide Mattiello, ex membro e consulente della commissione parlamentare antimafia. Vent’anni fa la conferenza dell’Onu a Palermo contro mafie e corruzione. Oggi, dice Mattiello, ce ne vorrebbe un’altra per aggiornare quella di allora all’era digitale.
Cosa sono stati gli anni ‘80 in Italia? Tra le altre cose, è stato il decennio in cui Craxi ha cercato di imporre la propria egemonia politica e culturale. A Memos ne abbiamo parlato con lo storico Marco Revelli, a partire dall’intervista di Eugenio Scalfari al segretario del Pci Enrico Berlinguer del luglio 1981. E’ l’intervista famosa, quella sulla questione morale. Berlinguer descrive i partiti come “macchine di potere e di clientela”. Con il professor Revelli cerchiamo le differenze tra gli anni ‘80 di Berlinguer e quelli di Craxi. Chiude la puntata Davide Mattiello, ex membro e consulente della commissione parlamentare antimafia. Vent’anni fa la conferenza dell’Onu a Palermo contro mafie e corruzione. Oggi, dice Mattiello, ce ne vorrebbe un’altra per aggiornare quella di allora all’era digitale.
Paolo Bricco, Il Sole24Ore ; Marco Seminerio, economista ; Marco Revelli, storico e sociologo .
Primarie Pd: le prime mosse di Zingaretti, Patecipazione, tra piazza e gazebo, con Marco Revelli, Genova: la crisi di Qui Group, Accordo commerciale Usa-Ciina? con Gabriele Battaglia. (prima parte)
Primarie Pd: le prime mosse di Zingaretti, Patecipazione, tra piazza e gazebo, con Marco Revelli, Genova: la crisi di Qui Group, Accordo commerciale Usa-Ciina? con Gabriele Battaglia. (prima parte)
Recessione e nostalgia del boom economico. L'Istat ha confermato che l'economia italiana è entrata in recessione negli ultimi 6 mesi del 2018. Ma il ministro Di Maio soltanto un mese fa parlava di boom economico. Cosa c'è che non va? «Richiamare il boom – racconta a Memos lo storico Marcello Ravveduto – significa richiamare il mito della modernità». Il boom ha una funzione meta-economica anche per il politologo e sociologo Marco Revelli. «Il boom di inizio anni ‘60 – sostiene Revelli - divide i modernisti senza dubbi dai perplessi della modernità». “La nazione del miracolo” (Castelvecchi, 2018) è il titolo del libro del professor Ravveduto che racconta gli anni della svolta, all'inizio dei ‘60. La puntata di Memos si conclude con il messaggio di Linda Laura Sabbadini, statistica sociale e editorialista della Stampa, sul calo delle nascite nel 2018 rilevato dagli ultimi dati Istat.
Recessione e nostalgia del boom economico. L’Istat ha confermato che l’economia italiana è entrata in recessione negli ultimi 6 mesi del 2018. Ma il ministro Di Maio soltanto un mese fa parlava di boom economico. Cosa c’è che non va? «Richiamare il boom – racconta a Memos lo storico Marcello Ravveduto – significa richiamare il mito della modernità». Il boom ha una funzione meta-economica anche per il politologo e sociologo Marco Revelli. «Il boom di inizio anni ‘60 – sostiene Revelli - divide i modernisti senza dubbi dai perplessi della modernità». “La nazione del miracolo” (Castelvecchi, 2018) è il titolo del libro del professor Ravveduto che racconta gli anni della svolta, all’inizio dei ‘60. La puntata di Memos si conclude con il messaggio di Linda Laura Sabbadini, statistica sociale e editorialista della Stampa, sul calo delle nascite nel 2018 rilevato dagli ultimi dati Istat.
Recessione e nostalgia del boom economico. L’Istat ha confermato che l’economia italiana è entrata in recessione negli ultimi 6 mesi del 2018. Ma il ministro Di Maio soltanto un mese fa parlava di boom economico. Cosa c’è che non va? «Richiamare il boom – racconta a Memos lo storico Marcello Ravveduto – significa richiamare il mito della modernità». Il boom ha una funzione meta-economica anche per il politologo e sociologo Marco Revelli. «Il boom di inizio anni ‘60 – sostiene Revelli - divide i modernisti senza dubbi dai perplessi della modernità». “La nazione del miracolo” (Castelvecchi, 2018) è il titolo del libro del professor Ravveduto che racconta gli anni della svolta, all’inizio dei ‘60. La puntata di Memos si conclude con il messaggio di Linda Laura Sabbadini, statistica sociale e editorialista della Stampa, sul calo delle nascite nel 2018 rilevato dagli ultimi dati Istat.
Le elezioni in Francia, ieri il secondo turno delle legislative. Ora l'era Macron può cominciare. Il partito del presidente della repubblica francese (En Marche) ha ottenuto una solida maggioranza assoluta all'Assemblea Nazionale, ma con una fragilissima partecipazione degli elettori. Soltanto il 43,4% degli elettori francesi è andato a votare (al primo turno solo il 50,2%). Le urne francesi hanno dato anche altre indicazioni: la destra gollista in parlamento ha quasi dimezzato la sua rappresentanza, il partito socialista si è frantumato (da 280 ad una quarantina di seggi); la sinistra di Melenchon ha quasi triplicato i seggi (da 10 a 27), ma è molto al di sotto dei voti che il suo leader aveva preso al primo turno delle presidenziali. Infine la destra xenofoba e nazionalista del Front National (da 2 a 7 seggi) con Marine Le Pen che entra per la prima volta in parlamento. Cosa farà Macron? Quali politiche proporrà per uscire dalla crisi? Molto è già stato annunciato durante i lunghi mesi di campagna elettorale, a partire dal tema del lavoro su cui Macron sembra voler proseguire la già contestata linea della “loi travail” di Hollande-Valls. Ma ora Macron è atteso alla prova delle decisioni. Sarà un Macron in continuità con le politiche di questi anni o di rottura? Memos ha ospitato oggi l'economista e sociologo dell'Università Cattolica di Milano, Mauro Magatti; e il politologo Marco Revelli dell'Università del Piemonte Orientale...«Su Macron ci sono indicazioni frammentarie e interpretazioni diverse», racconta a Memos il professor Magatti. «La sua è una figura emersa ad una velocità strabiliante. C'è chi pensa che Macron possa essere solo il continuatore della politica economica di questi ultimi anni, rappresentante del mondo della finanza, degli interessi francesi. C'è anche chi pensa, invece, che il nuovo presidente possa essere capace di iniziative più coraggiose, di aprire una svolta storica in Francia e in Europa. Credo – conclude Mauro Magatti - che siamo davanti ad un grande punto interrogativo». Per il politologo Marco Revelli «Macron rappresenta sicuramente una rottura. La Quinta Repubblica, nata tra la fine degli anni ‘50 e l'inizio dei ‘60, è finita», sostiene Revelli. «Nasce oggi una nuova repubblica che non ha una propria costituzione. E' questo il primo dato che emerge dalle elezioni. Il secondo è che Macron è un sovrano senza contrappesi in parlamento. La maggioranza assoluta che ha conquistato, con la sua lista En Marche e quella dei MoDem, è straripante. Tuttavia, questa maggioranza non corrisponde alla maggioranza sociale nel paese. Il livello altissimo di astensione, che sfiora il 60%, crea un problema di legittimazione. Ci si attende ciò che i francesi chiamano “il terzo turno”, quello che si gioca nelle piazze. Se non ci sono contrappesi istituzionali, l'unico contrappeso rimane la mobilitazione. E' questa la grande incognita dell'autunno – conclude Marco Revelli - quando Macron dovrà tradurre in fatti il proprio programma. Un programma per certi versi socialmente “lacrime e sangue”».
Le elezioni in Francia, ieri il secondo turno delle legislative. Ora l’era Macron può cominciare. Il partito del presidente della repubblica francese (En Marche) ha ottenuto una solida maggioranza assoluta all’Assemblea Nazionale, ma con una fragilissima partecipazione degli elettori. Soltanto il 43,4% degli elettori francesi è andato a votare (al primo turno solo il 50,2%). Le urne francesi hanno dato anche altre indicazioni: la destra gollista in parlamento ha quasi dimezzato la sua rappresentanza, il partito socialista si è frantumato (da 280 ad una quarantina di seggi); la sinistra di Melenchon ha quasi triplicato i seggi (da 10 a 27), ma è molto al di sotto dei voti che il suo leader aveva preso al primo turno delle presidenziali. Infine la destra xenofoba e nazionalista del Front National (da 2 a 7 seggi) con Marine Le Pen che entra per la prima volta in parlamento. Cosa farà Macron? Quali politiche proporrà per uscire dalla crisi? Molto è già stato annunciato durante i lunghi mesi di campagna elettorale, a partire dal tema del lavoro su cui Macron sembra voler proseguire la già contestata linea della “loi travail” di Hollande-Valls. Ma ora Macron è atteso alla prova delle decisioni. Sarà un Macron in continuità con le politiche di questi anni o di rottura? Memos ha ospitato oggi l’economista e sociologo dell’Università Cattolica di Milano, Mauro Magatti; e il politologo Marco Revelli dell’Università del Piemonte Orientale...«Su Macron ci sono indicazioni frammentarie e interpretazioni diverse», racconta a Memos il professor Magatti. «La sua è una figura emersa ad una velocità strabiliante. C’è chi pensa che Macron possa essere solo il continuatore della politica economica di questi ultimi anni, rappresentante del mondo della finanza, degli interessi francesi. C’è anche chi pensa, invece, che il nuovo presidente possa essere capace di iniziative più coraggiose, di aprire una svolta storica in Francia e in Europa. Credo – conclude Mauro Magatti - che siamo davanti ad un grande punto interrogativo». Per il politologo Marco Revelli «Macron rappresenta sicuramente una rottura. La Quinta Repubblica, nata tra la fine degli anni ‘50 e l’inizio dei ‘60, è finita», sostiene Revelli. «Nasce oggi una nuova repubblica che non ha una propria costituzione. E’ questo il primo dato che emerge dalle elezioni. Il secondo è che Macron è un sovrano senza contrappesi in parlamento. La maggioranza assoluta che ha conquistato, con la sua lista En Marche e quella dei MoDem, è straripante. Tuttavia, questa maggioranza non corrisponde alla maggioranza sociale nel paese. Il livello altissimo di astensione, che sfiora il 60%, crea un problema di legittimazione. Ci si attende ciò che i francesi chiamano “il terzo turno”, quello che si gioca nelle piazze. Se non ci sono contrappesi istituzionali, l’unico contrappeso rimane la mobilitazione. E’ questa la grande incognita dell’autunno – conclude Marco Revelli - quando Macron dovrà tradurre in fatti il proprio programma. Un programma per certi versi socialmente “lacrime e sangue”».
Le elezioni in Francia, ieri il secondo turno delle legislative. Ora l’era Macron può cominciare. Il partito del presidente della repubblica francese (En Marche) ha ottenuto una solida maggioranza assoluta all’Assemblea Nazionale, ma con una fragilissima partecipazione degli elettori. Soltanto il 43,4% degli elettori francesi è andato a votare (al primo turno solo il 50,2%). Le urne francesi hanno dato anche altre indicazioni: la destra gollista in parlamento ha quasi dimezzato la sua rappresentanza, il partito socialista si è frantumato (da 280 ad una quarantina di seggi); la sinistra di Melenchon ha quasi triplicato i seggi (da 10 a 27), ma è molto al di sotto dei voti che il suo leader aveva preso al primo turno delle presidenziali. Infine la destra xenofoba e nazionalista del Front National (da 2 a 7 seggi) con Marine Le Pen che entra per la prima volta in parlamento. Cosa farà Macron? Quali politiche proporrà per uscire dalla crisi? Molto è già stato annunciato durante i lunghi mesi di campagna elettorale, a partire dal tema del lavoro su cui Macron sembra voler proseguire la già contestata linea della “loi travail” di Hollande-Valls. Ma ora Macron è atteso alla prova delle decisioni. Sarà un Macron in continuità con le politiche di questi anni o di rottura? Memos ha ospitato oggi l’economista e sociologo dell’Università Cattolica di Milano, Mauro Magatti; e il politologo Marco Revelli dell’Università del Piemonte Orientale...«Su Macron ci sono indicazioni frammentarie e interpretazioni diverse», racconta a Memos il professor Magatti. «La sua è una figura emersa ad una velocità strabiliante. C’è chi pensa che Macron possa essere solo il continuatore della politica economica di questi ultimi anni, rappresentante del mondo della finanza, degli interessi francesi. C’è anche chi pensa, invece, che il nuovo presidente possa essere capace di iniziative più coraggiose, di aprire una svolta storica in Francia e in Europa. Credo – conclude Mauro Magatti - che siamo davanti ad un grande punto interrogativo». Per il politologo Marco Revelli «Macron rappresenta sicuramente una rottura. La Quinta Repubblica, nata tra la fine degli anni ‘50 e l’inizio dei ‘60, è finita», sostiene Revelli. «Nasce oggi una nuova repubblica che non ha una propria costituzione. E’ questo il primo dato che emerge dalle elezioni. Il secondo è che Macron è un sovrano senza contrappesi in parlamento. La maggioranza assoluta che ha conquistato, con la sua lista En Marche e quella dei MoDem, è straripante. Tuttavia, questa maggioranza non corrisponde alla maggioranza sociale nel paese. Il livello altissimo di astensione, che sfiora il 60%, crea un problema di legittimazione. Ci si attende ciò che i francesi chiamano “il terzo turno”, quello che si gioca nelle piazze. Se non ci sono contrappesi istituzionali, l’unico contrappeso rimane la mobilitazione. E’ questa la grande incognita dell’autunno – conclude Marco Revelli - quando Macron dovrà tradurre in fatti il proprio programma. Un programma per certi versi socialmente “lacrime e sangue”».
La campagna elettorale è praticamente finita. Domenica 23 i cittadini francesi sono chiamati a votare per il primo turno delle presidenziali. Quindici giorni dopo ci sarà il ballottaggio decisivo. Sarà un voto per la Francia e allo stesso tempo per l'Europa. Per entrambe il pericolo vero si chiama Marine Le Pen. Tra tre giorni calerà il sipario sulla presidenza Hollande, cinque anni in cui l'ombra del crepuscolo non lo ha mai abbandonato. Anche nei momenti terribili degli attentati a Charlie Hebdo, al Bataclan e a Nizza. I candidati alle presidenziali di domenica sono 11. I primi cinque nei sondaggi sono, in ordine alfabetico: François Fillon (il repubblicano all'americana), Benoît Hamon (il socialista), Marine Le Pen (la neofascista xenofoba), Emmanuel Macron (il centrista europeista), Jean-Luc Mélenchon (la sinistra alternativa). Qual è la posta in gioco nel voto di queste presidenziali francesi? Memos lo ha chiesto a Yves Meny, politologo francese, presidente della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa; e a Marco Revelli, politologo e sociologo all'università del Piemonte Orientale. La puntata si è conclusa con le definizioni che Yves Meny e Marco Revelli hanno dato del populismo. Meny è coautore di un libro “Populismo e democrazia” (Mulino, 2004) che rappresenta una delle prima analisi del populismo contemporaneo. Revelli, invece, ha appena pubblicato uno suo lavoro di ricerca sociale e politologica, “Populismo 2.0” (Einaudi, 2017).
La campagna elettorale è praticamente finita. Domenica 23 i cittadini francesi sono chiamati a votare per il primo turno delle presidenziali. Quindici giorni dopo ci sarà il ballottaggio decisivo. Sarà un voto per la Francia e allo stesso tempo per l’Europa. Per entrambe il pericolo vero si chiama Marine Le Pen. Tra tre giorni calerà il sipario sulla presidenza Hollande, cinque anni in cui l’ombra del crepuscolo non lo ha mai abbandonato. Anche nei momenti terribili degli attentati a Charlie Hebdo, al Bataclan e a Nizza. I candidati alle presidenziali di domenica sono 11. I primi cinque nei sondaggi sono, in ordine alfabetico: François Fillon (il repubblicano all’americana), Benoît Hamon (il socialista), Marine Le Pen (la neofascista xenofoba), Emmanuel Macron (il centrista europeista), Jean-Luc Mélenchon (la sinistra alternativa). Qual è la posta in gioco nel voto di queste presidenziali francesi? Memos lo ha chiesto a Yves Meny, politologo francese, presidente della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa; e a Marco Revelli, politologo e sociologo all’università del Piemonte Orientale. La puntata si è conclusa con le definizioni che Yves Meny e Marco Revelli hanno dato del populismo. Meny è coautore di un libro “Populismo e democrazia” (Mulino, 2004) che rappresenta una delle prima analisi del populismo contemporaneo. Revelli, invece, ha appena pubblicato uno suo lavoro di ricerca sociale e politologica, “Populismo 2.0” (Einaudi, 2017).
La campagna elettorale è praticamente finita. Domenica 23 i cittadini francesi sono chiamati a votare per il primo turno delle presidenziali. Quindici giorni dopo ci sarà il ballottaggio decisivo. Sarà un voto per la Francia e allo stesso tempo per l’Europa. Per entrambe il pericolo vero si chiama Marine Le Pen. Tra tre giorni calerà il sipario sulla presidenza Hollande, cinque anni in cui l’ombra del crepuscolo non lo ha mai abbandonato. Anche nei momenti terribili degli attentati a Charlie Hebdo, al Bataclan e a Nizza. I candidati alle presidenziali di domenica sono 11. I primi cinque nei sondaggi sono, in ordine alfabetico: François Fillon (il repubblicano all’americana), Benoît Hamon (il socialista), Marine Le Pen (la neofascista xenofoba), Emmanuel Macron (il centrista europeista), Jean-Luc Mélenchon (la sinistra alternativa). Qual è la posta in gioco nel voto di queste presidenziali francesi? Memos lo ha chiesto a Yves Meny, politologo francese, presidente della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa; e a Marco Revelli, politologo e sociologo all’università del Piemonte Orientale. La puntata si è conclusa con le definizioni che Yves Meny e Marco Revelli hanno dato del populismo. Meny è coautore di un libro “Populismo e democrazia” (Mulino, 2004) che rappresenta una delle prima analisi del populismo contemporaneo. Revelli, invece, ha appena pubblicato uno suo lavoro di ricerca sociale e politologica, “Populismo 2.0” (Einaudi, 2017).
Ospiti: Serena Sileoni, Luigino Bruni, Massimo Valeri, Marco Revelli
L'ultima tappa del nostro viaggio europeo in vista delle elezioni del 25 maggio è l'Italia. Luigi Ambrosio ne ha parlato con Piergiorgio Corbetta, direttore di ricerca dell’Istituto Cattaneo di Bologna; con David Bidussa, storico sociale delle idee, che ha appena pubblicato un libro dal titolo “I purissimi. I nuovi vecchi italiani di Beppe Grillo” (Feltrinelli) e con Marco Revelli, storico e sociologo, portavoce della Lista Tsipras.
L'ultima tappa del nostro viaggio europeo in vista delle elezioni del 25 maggio è l'Italia. Luigi Ambrosio ne ha parlato con Piergiorgio Corbetta, direttore di ricerca dell’Istituto Cattaneo di Bologna; con David Bidussa, storico sociale delle idee, che ha appena pubblicato un libro dal titolo “I purissimi. I nuovi vecchi italiani di Beppe Grillo” (Feltrinelli) e con Marco Revelli, storico e sociologo, portavoce della Lista Tsipras.
Il lavoro è il tema di questa seconda puntata di Senza Confine dedicata alle elezioni europee. Piero Bosio ci porta in Grecia, Spagna, Germania e Italia attraverso testimonianze dirette. "La disoccupazione è un incubo anche per chi il lavoro ce l'ha", dice una sindacalista greca. Le interviste: Monica Frassoni, presidente Verdi Europei; Marco Revelli, portavoce lista Tsipras; Martin Schulz, presidente del Parlamento europeo e candidato S&D (socialisti e democratici) alla presidenza della Commissione europea.
Il lavoro è il tema di questa seconda puntata di Senza Confine dedicata alle elezioni europee. Piero Bosio ci porta in Grecia, Spagna, Germania e Italia attraverso testimonianze dirette. "La disoccupazione è un incubo anche per chi il lavoro ce l'ha", dice una sindacalista greca. Le interviste: Monica Frassoni, presidente Verdi Europei; Marco Revelli, portavoce lista Tsipras; Martin Schulz, presidente del Parlamento europeo e candidato S&D (socialisti e democratici) alla presidenza della Commissione europea.
Intervista al Prof. Marco Revelli ordinario di Scienza della Politica nell’Università del Piemonte Orientale (4 Mar 08)