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On Non-Places: Introduction to an Anthropology of Supermodernity [For access, subscribe at patreon.com/bungacast/membership] We continue working through the 2024/25 syllabus with the first theme, The Future of Place, asking, is politics possible without a sense of place. We discuss Marc Augé's much-referenced 1992 work on 'non-places': airports, shopping malls, corporate hotels, motorways... We discuss: Are non-places proliferating, and what would this mean for society and politics? Are non-places the spatial accompaniment to post-politics, to the foreclosure of political contestation? Is the distinction between non-places and places/spaces useful? Is there anything to the notion of a hyper- or super-modernity? Is Augé too deterministic? Does he miss how non-places can be places for culture or politics? Links: 2024/25 Bungacast Syllabus (with links to readings)
To learn more, please have a look at Dr. Ercolani's book, The Maidan Museum: Preserving the Spirit of Maidan.Show Notes:1:00 Ercolani's background3:50 Ercolani's focus of Ukraine6:40 research and writing The Maidan Museum: Preserving the Spirit of Maidan11:40 new Maidan language created that includes symbols14:45 portraits by Marina Sochenko16:50 Yulia Ovcharenko17:45 Tatyana Cheprasova18:20 Cheprasova's use of Caravaggio 19:00 Oleksandr Ivanovych Melnyk's “I Can See Your Deeds”19:45 Melnyk's “I Can See Your Deeds”20:25 French anthropologist Marc Augé - ‘anthropology of encounter'21:15 Marina Sochenko's art as documentation21:55 Artistic Hundreds group22:15 Artist Ivan Semesyuk with Artistic Hundreds26:15 Kandinsky quote that artists are receivers and beneficiaries28:15 Maidan art and a new world order33:45 NATO36:45 Maidan revolution and the current war41:00 memory of identify and identity war42:05 author Andrey Kurkov's move to Ukraine to have the identity of Ukrainians43:25 significant of preserving art and cultural heritage in times of conflict47:00 his legacy 49:50 his definition of justice51:15 the constitution of Melfi by Emperor Frederick II53:15 link between Russian-Ukraine War and Maidan Revolution58:45 next projects focused on conflict in society1:00:30 anthropological identity work tied to art and cultural heritage1:02:30 artist seen as enemyPlease share your comments and/or questions at stephanie@warfareofartandlaw.comTo hear more episodes, please visit Warfare of Art and Law podcast's website.Music by Toulme.To view rewards for supporting the podcast, please visit Warfare's Patreon page.To leave questions or comments about this or other episodes of the podcast and/or for information about joining the 2ND Saturday discussion on art, culture and justice, please message me at stephanie@warfareofartandlaw.com. Thanks so much for listening!© Stephanie Drawdy [2024]
Valerio Vigliaturo"Premio InediTo"www.premioinedito.it“Dall'IO all'IA, quale futuro per la scrittura?”.È il nuovo input grafico (illustrato da Margherita Giusti di MUTA animation) su cui si interroga il Premio InediTO - Colline di Torino, giunto alla XXIII edizione, primo concorso letterario che esclude testi generati da software di intelligenza artificiale. Il premio, il cui bando scadrà il 31 gennaio 2024, è dedicato alle opere inedite in lingua italiana e a tema libero, e si rivolge a tutte le forme di scrittura (poesia, narrativa, saggistica, teatro, cinema e musica).Possono partecipare autori già affermati o esordienti, di ogni età e nazionalità. Migliaia gli iscritti in questi anni da tutta Italia e dall'estero (Europa, Stati Uniti, America centrale, Sud America, Africa, Asia, Australia), centinaia gli autori che il premio ha sostenuto e accompagnato verso il mondo dell'editoria e dello spettacolo senza abbandonarli al loro destino. Grazie al montepremi di 8.000€ i vincitori delle varie sezioni ricevono un contributo per la pubblicazione, promozione e produzione delle opere. Saranno inoltre assegnati i premi speciali “InediTO Young” destinato ad autori minorenni e “InediTO RitrovaTO” a un'opera inedita di scrittori non viventi (conferito nelle passate edizioni a Primo Levi, Alfonso Gatto, Italo Svevo, Alessandro Manzoni e ser Piero Da Vinci).Il premio è organizzato dall'associazione Il Camaleonte di Chieri (TO) e diretto da vent'anni da Valerio Vigliaturo. Il Comitato di Lettura è presieduto dal poeta Valentino Fossati, la Giuria dalla scrittrice torinese Margherita Oggero ed è formata dai poeti Aldo Nove (a grande sorpresa nelle vesti di giurato), Francesca Serragnoli, dagli scrittori Piersandro Pallavicini, Eleonora C. Caruso, Graziano Gala, Elena G. Mirabelli, Giuseppe Lupo, Sonia Caporossi, dagli attori Federica Fracassi, Alessandro Averone, dai registi Adriano Valerio, Irene Dorigotti, dal cantautore Peppe Voltarelli e dai vincitori della passata edizione. Entro marzo la designazione dei finalisti (realizzata nella scorsa edizione alla Scuola Holden) che riceveranno una scheda di valutazione, a maggio la proclamazione dei vincitori al Salone del Libro di Torino e la premiazione che si svolgerà attraverso la consegna dei premi e un reading dedicato alle opere vincitrici (cui hanno partecipato in passato, tra gli altri, Giorgio Conte, Franco Branciaroli, Eugenio Finardi, David Riondino, Francesco Baccini, Alessandro Haber, Gipo Farassino, Arturo Brachetti, Rita Marcotulli, David Riondino, Red Ronnie e Lella Costa. Mentre, in collaborazione con il Salone OFF, sono stati ospitati a Chieri gli scrittori Marc Augé, Andrea Vitali, Giuseppe Catozzella e Michela Marzano, diventata poi giurata del concorso). Il premio è inserito da diverse edizioni nella manifestazione Il Maggio dei libri promossa dal Centro per il Libro e la Lettura, ha ottenuto in passato il contributo e l'alto patrocinato del MIBACT, e nella scorsa edizione il contributo di Regione Piemonte, Consiglio Regionale del Piemonte, Città di Chieri e Città di Moncalieri, il patrocinio e contributo in servizi della Città di Torino, il patrocinio di Città Metropolitana di Torino, Salone del Libro, il sostegno di Fondazione CRT, Iren e Aurora Penne. Inoltre collabora con Film Commission Torino Piemonte, Etnabook Festival, Biblioteche Civiche Torinesi, SBAM (Sistema Bibliotecario dell'Area Metropolitana di Torino), Accademia dei Folli, Tekla Films e L'Altoparlante. IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itQuesto show fa parte del network Spreaker Prime. Se sei interessato a fare pubblicità in questo podcast, contattaci su https://www.spreaker.com/show/1487855/advertisement
Simon regales Lee with stories from an airport and almost pulling an all-nighter. Lee mentions Marc Augé (for the first time) and cocktails (again).--- Related links (and necessary corrections):Humberto Delgado Airport: https://en.wikipedia.org/wiki/Lisbon_AirportAir side: https://www.collinsdictionary.com/dictionary/english/airsideMarc Augé and non-place: https://en.wikipedia.org/wiki/Non-placeVenchi Rome airport: https://eu.venchi.com/venchi-cioccolato-e-gelato-roma-aeroporto-fiumicino-t2-dKarrasekare by Igor and Moreno: https://igorandmoreno.com/works/karrasekare/Because We Care by Colin, Simon and I: https://www.skellis.net/colinsimonandi/because-we-care Get in touch with Lee and Simon at info@midlifing.net. ---The Midlifing logo is adapted from an original image by H.L.I.T: https://www.flickr.com/photos/29311691@N05/8571921679 (CC BY 2.0)
Un secolo fa, nell'ottobre 1923, nel clima creativo dei “ruggenti anni Venti”, Walt Disney fonda la casa di produzione che porta il suo nome. Per lungo tempo i progressi furono lenti, specie nel decennio seguente, insidiato dalla Grande depressione. Ma proprio allora Disney passa da brevi cartoni animati ad ambiziosi lungometraggi d'animazione, mostrando tutte le straordinarie potenzialità del genere. Nascono così quei personaggi di fantasia entrati stabilmente nell'immaginario collettivo novecentesco. E proprio attraverso i cartoni animati di Walt Disney, negli anni della crescita economica, viene proposta alle giovani generazioni una nuova visione del mondo, con radici nell'universo della fiaba ma anche nell'ideologia della società americana del tempo. Nostri ospiti per discutere questi temi sono: Maria Ciotta, giornalista e critico cinematografico, autrice di “Walt Disney. Prima stella a sinistra” (La nave di Teseo). Con noi anche la giovane ricercatrice Erica Gallesi, che ha pubblicato “Da Pigmalione a Pinocchio. Miti arcaici e cartoni animati” (Jouvence). Anna Antoniazzi, esperta di narrazione crossmediale e digitale, insegna Letteratura per l'infanzia e Storia dell'educazione presso l'Università di Genova (“Dai Puffi a Peppa Pig. Media e modelli educative”, Carocci). Infine Marco Nucci, uno dei migliori sceneggiatori del settimanale “Topolino”. Nell'ultima mezzora con l'antropologo Marco Aime ricordiamo l'antropologo Marc Augé, morto quest'anno, e la sua analisi dei parchi a tema, un'altra invenzione di Walt Disney, e in particolare di Disneyland Parigi.
Oggi a Cult Estate: Raffele Koehler parla dell'estate degli Slide Pistons, a partire dal concerto + proiezione cinematografica alla Fabbrica del Vapore; Saul Beretta sulla quarta settimana di Suoni MObili; Oliviero Ponte di Pino sul libro "Cultura, un patrimonio per la democrazia" (Piccola Biblioteca per un Paese Normale); I suoni delle Dolomiti 2023 raccontato da Mario Brunello; Kolektivo Konika, compagnia tutta femminile italo-spagnola, ha presentato al Kilowatt Festival lo spettacolo di nuovo circo "La punta del mio naso", ispirato alle donne delle precedenti generazioni; il ricordo del filosofo e antropologo Marc Augé...
Primer episodio de Dietario Disperso, un viaje por la semana gastropolítica de Maxi Guerra. Jueves 27/4 - La semilla gay de la longaniza. Citas: Calibán y la bruja, Silvia Federici; La cocina y los alimentos, Harold McGee; extractos de la serie Los Soprano. Música: Alla Bua, Satyayit Ray, Chris Haugen, Rachel's, Maximiliano Martínez. Viernes 28/4 - El bar y la mirada del otro. Citas: ¿Qué es un bar?, Enrique Szymns (intro al tema Mosca de Bar de 2 minutos); Elogio del bistrot, Marc Augé. Música: Buitres. Sábado 29/4 - Pastel bebé (receta) Música: Maximiliano Martínez. Domingo 30/4 - Cumbia chapa y meta Sacks Citas: Musicofilia, Oliver Sacks. Música: Cumbia chapa, Meta Guacha y Love and Marriage, Frank Sinatra. Lunes 1/5 - El choripán y los tortelines de lucha Citas: ¿Por qué a los italianos les gusta tanto hablar de comida?, Elena Kostioukovitch y fragmentos de la película Aprile, de Nanni Moretti. Música: Nino Rota, John Zorn y manifestantes boloñeses cantando Bella Ciao. Martes 2/5 - La sopa de Walser Citas: Marienbad eléctrico, Enrique Vila-Matas. Música: Marc Ribot y los Cubanos Postizos. Miércoles 3/5 - El bento de Totoro Citas: Sushi, Ramen, Sake, Matt Goulding; Así es Japón, Yutaka Yazawa; fragmentos de la película Mi vecino Totoro, de Hayao Miyazaki. Música: Tonari no Totoro. Dietario Disperso es un podcast semanal escrito y narrado por Maxi Guerra. El diseño de portada es de Pablo Corrado y la asistencia sonora es de Maxi Martínez. Pueden suscribirse y activar las notificaciones en el canal Gastropolítica. También pueden escuchar la primera temporada completa de la serie Gastropolítica y sus episodios extra. Grazie mille.
Episodio natalizio in cui, dopo varie puntate a parlare del calcio delle origini, analizziamo questo sport sotto una luce più antropologica e filosofica, paragonandolo appunto ai fenomeni religiosi. Un discorso che verte attorno a un bellissimo saggio di Marc Augé del 1982. LE FONTI USATE PER QUESTO EPISODIO: - AUGÉ Marc, Football. Il calcio come fenomeno religioso, EDB, 2016 - COLES Robert W., Football as a "Surrogate" religion?, in A Sociological Yearbook of Religion in Britain, 1975 - MASON Tony, Association Football and English Society, 1863-1915, Harvester, 1980 La musica è "Inspired" di Kevin MacLeod [incompetech.com] Licenza C.C. by 4.0 Potete seguire Pallonate in Faccia ai seguenti link: https://pallonateinfaccia.com/ https://www.facebook.com/pallonateinfacciablog https://twitter.com/pallonatefaccia https://www.instagram.com/pallonateinfaccia/ SOSTENETE PALLONATE IN FACCIA
durée : 00:44:14 - Les Nuits de France Culture - par : Albane Penaranda - Par Jacques Duchâteau - Avec Josiane Rosine, Marc Augé, Didier Anzieu, Enrico Fulchignoni, Jean-Marc Roberts et Guy Konopnicki
Grabamos este episodio tras visionar en primicia la obra digital que el creador escénica Álex Peña presentó para el teatro Calderón de Valladolid, a partir de la teoría del los no-lugares de Marc Augé. Recomendamos vivir la experiencia digital antes de escuchar el podcast. Se recomienda para su completo disfrute consumirla desde el ordenador. Aquí va el enlace: https://tcalderon.com/evento/el-teatro-era-un-no-lugar/ Si quieres ver más inventos de Álex Peña, puedes visitar su web https://noquedandemonios.com/
Francia presume de poseer la mejor gastronomía de mundo y Madrid cuenta con algunos sabrosos ejemplos de la cuisine française para comprobarlo. Ambiente íntimo, decoración cuidada, servicio excelente y precios medio-altos (en torno a 50 euros por comensal), es el común denominador de los bistrós y restaurantes franceses, donde, generalmente, se sirven también medias raciones, una costumbre que muchos comensales celebran. TMDHTM20220902_0015 Comenzamos nuestro viaje gastronómico en Brasserie Lafayette (Recaredo, 2), donde destacan las ostras, la terrina de foie, la ratatouille, los mejillones con salsa de mantequilla o la tarta tatin. De Le Bistroman (Amnistía, 10), un restaurante con sol Repsol, escogemos sus caracoles, el confit de pato con salsa bigarade, el rodaballo a la mantequilla negra y el pichón. Paco Roncero presenta el reality “Tupper Club”. Nunca una tartera fue más cool Continuamos el viaje del savoir faire francés hasta llegar a la calle de la Madera 36, donde Gael Bourg fusiona en Les Mauvais Garçons las cocinas francesa y española con los mejores productos de cada país. De sus fogones salen platos como el tataki de solomillo ibérico, el Camembert de leche cruda asada, o el tartar de pato. Comer en Madrid como un auténtico japonés Una opción más económica de disfrutar la gastronomía típica del país galo es Creperie la Rue (Colon, 14). Aquí encontrarás las deliciosas crepes y galletes bretonas, de trigo sarraceno, dulces y saladas, con una gran variedad de ingredientes La gastronomía tradicional francesa no está reñida con la cocina popular. Cascorro Bistrot (Plaza Cascorro, 21) podría encandilar al propio Marc Augé con su menú del día. Un ejemplo: vichyssoise y brandada de bacalao, más bebida y café, por 14 euros. TMDHTM20220902_0016 Para carnívoros empedernidos, destacamos Café de París L'Entrecote (Felix Boix, 8 y Conde de Aranda 11) que ofrece un menú cerrado de entrecote con patatas fritas a demanda y su salsa secreta, por 27 euros. TMDHTM20220902_0017 Cerramos las recomendaciones con el decano de los restaurantes franceses en Madrid, El Viejo León (Alfonso X,6). Cocina clásica para degustar chateaubriand, foie micut fondue bourguignonne o tournedó de pato y endivias, entre otras especialidades. Bon appetit!
Da un frammento di conversazione surreale captata in spiaggia nasce l'episodio di oggi dedicato ai dialoghi. Dal "dialogo dei dialoghi" (Platone) alle "Tragedie in due battute" di Achille Campanile il passo è breve. In mezzo Cesare Pavese, Marc Augé con Filippo La Porta, Umberto Galimberti con Marco Alloni, James Hillman con Laura Pozzo, Carl Gustav Jung, Emmanuel Lèvinas. E un fungo. A riprova che si, la filosofia è importante - e anche il dialogo "maieutico" - ma come diceva Victor Hugo: "E' dall'ironia che comincia la libertà".
durée : 01:29:00 - Les Nuits de France Culture - En 1978, dans "Les Lundis de l'histoire", l'ethnologue Jeanne Favret-Saada raconte l'enquête qu'elle a menée sur la sorcellerie dans le bocage mayennais durant deux ans, en immersion totale, au point d'être considérée par des habitants comme désenvouteuse et même d'être ensorcelée à son tour ! - invités : Jeanne Favret-Saada; Emmanuel Le Roy Ladurie du Collège de France; Marc Augé anthropologue et écrivain; Yvonne Verdier Ethnologue et sociologue
durée : 02:54:59 - Les Nuits de France Culture - Par Renée-Elkaïm Bollinger - Avec Maurice Olender (éditeur), Jean-Pierre Dozon (ethnologue à l'ORSTOM), Bernard Lortholary (germaniste), Françoise Héritier-Augé (anthropologue, professeur au Collège de France), Jean-Paul Colleyn (cinéaste et anthropologue), Eliane Gluckman (Hématologue à l'Hôpital Saint Louis) et Marc Augé (ethnologue, Président de l'Ecole pratique des hautes études) - Réalisation Marie-France Nussbaum
In this episode, hosts Katherine Troyer and Toni Tresca discuss the 1960 Hitchcock film Psycho. Episode Highlights: We talk about how this film provides the origins for many different horror tropes and elements (such as the highway horror sub-genre), even if we are reluctant to call Psycho itself a horror film. We explore how, despite being literally black-and-white, the film is filled with all shades of gray...as we are reminded--through the film's exploration of themes such as voyeurism and progress--that life rarely fits into neat little boxes. And, of course, we have to spend a few minutes talking about the infamous shower scene! A Dose of Scholarship: We discuss Bernice M. Murphy's excellent analysis of Psycho in her book The Highway Horror Film. We also touch on the theory of non-place by Marc Augé. This podcast episode first aired on February 25, 2022. This episode was edited by the talented Jackson O'Brien (you rock!). Twitter/Instagram: @NightmarePod1; YouTube: Such a Nightmare channel; Email: suchanightmare.pod@gmail.com; ALL LINKS
Il primo episodio del 2022 è un garbuglio di auguri e libere associazioni: ci troverete un quaderno nuovo e un telefono fisso d'altri tempi, Heidegger e la routine quotidiana (ma in spagnolo), il "prendere tempo" e la rottura di schema, maschere da rimuovere e chiavi di violino scarabocchiate su foglietti posticci. Marc Augé, Paul Watzlawick, Aldo Carotenuto, Luigi Pirandello e Fabio Tombari ci aiutano a entrare nel mese di Gennaio con ottimi propositi. Se poi arranchiamo per metterli in pratica non preoccupiamoci. Giano, cui i Romani avevano dedicato il mese di Gennaio, ha due facce (come racconta Fabio Tombari) non per guardare passato e futuro, ma per non dimenticare chi resta indietro.
The Book of Probes contains a assortment of aphorisms and maxims from the work of the Canadian media theorist Marshall McLuhan, each one set to evocative imagery by American graphic designer David Carson. McLuhan called the utterances collected in this book "probes," that is, pieces of conceptual gadgetry designed not to disclose facts about the world so much as blaze new pathways leading to the invisible background of our time. In this episode, Phil and JF use an online number generator to discuss a random yet uncannily cohesive selection of of McLuhanian probes. REFERENCES Marshall Mcluhan and David Carson, The Book of Probes (https://bookshop.org/books/the-book-of-probes/9781584232520) Virginia Woolf, To the Lighthouse (https://bookshop.org/books/to-the-lighthouse-9780156907392/9780156907392) Marshall Mcluhan, The Mechanical Bride (https://bookshop.org/books/the-mechanical-bride-folklore-of-industrial-man/9781584232438) Aristotle, System of causation (https://en.wikipedia.org/wiki/Four_causes) G. K. Chesterton, Orthodoxy (https://bookshop.org/books/orthodoxy-chesterton/9781511903608) Eric A. Havelock, Preface to Plato (https://bookshop.org/books/preface-to-plato/9780674699069) Weird Studies, Episode 71 on Marshall Mcluhan (https://www.weirdstudies.com/71) Walter Ong, Orality and Literacy (https://bookshop.org/books/orality-and-literacy-30th-anniversary-edition/9780415538381) Christiaan Wouter Custers, A Philosophy of Madness (https://bookshop.org/books/a-philosophy-of-madness-the-experience-of-psychotic-thinking/9780262044288) Gilles Deleuze, The Logic of Sense (https://bookshop.org/books/the-logic-of-sense-revised/9780231059831) Marshall Mcluhan, The Gutenberg Galaxy (https://bookshop.org/books/the-gutenberg-galaxy/9781442612693) Harry Partch (https://www.harrypartch.com), American composer Marc Augé, Non-Places (https://bookshop.org/books/non-places-an-introduction-to-supermodernity/9781844673117) Sapir-Whorf Hypothesis (https://www.sciencedirect.com/topics/psychology/sapir-whorf-hypothesis) Denis Villeneuve (dir.), Arrival (https://www.imdb.com/title/tt254316/) Gilles Deleuze and Felix Guattari, A Thousand Plateaus (https://bookshop.org/books/a-thousand-plateaus-capitalism-and-schizophrenia/9780816614028) Harry G. Frankfurt, On Bullshit (https://bookshop.org/books/on-bullshit/9780691122946)
Hoy hablaremos de The Weeknd que con su útlimo disco Blinding Lights, parece hablarnos de lo que el antropólogo Marc Augé describe como SOBREMODERNIDAD. (El mundo moderno pasado de rosca, a volumen 10, saturado y despersonalizado.) El Pop perfecto de The Weeknd oficia como banda sonora de los No Lugares: esos espacios del mundo desprovistos de historia, simbología, afectos y vincularidades como pueden ser una cafetería de franquicia, un aeropuerto, una estación de metro, un hotel o una oficina de una empresa tecnológica en cualquier parte del mundo. Aunque Marg Augé hablaba de los no lugares en la década de los 90´s, hoy en día parece que estos espacios del anonimato se extendieron también en internet y en las redes sociales y nos ponen de frente ante la idea de lo artificial como segunda naturaleza humana. ¿Qué tiene que ver The Weeknd con los No lugares? En 2020 el artista presenta una serie de performances y videoclips donde presenta su nuevo personaje: un sujeto obsesionado por la imagen caminando por diferentes ciudades, con la nariz sangrando y la mirada perdida...perdido en los laberintos de la sobremodernidad. ATENCIÓN: ya tenemos canal de telegram para seguir hablando de estos temas: https://t.me/biografiamutante Instagram: /biografiamutante Twitter: /soyunabiografia Bibliografía mencionada: Abdurraquib, Hanif (2017) They cant´Kill us until they kill us. Two Dollar Radio, Cánada. (copyright by Hanif Abdurraquib) Augé, Marc.(2000) Los No lugares: Espacios del anonimato. Una antropología de la sobremodernidad. Gedisa Editorial, Barcelona. --- Send in a voice message: https://anchor.fm/antropologiapop/message
Per l'antropologo francese Marc Augé, gli alberghi (come gli aeroporti e le stazioni) sono dei non-luoghi: eterne zone di passaggio, onnipresenti nella nostra società, ma in cui non mettiamo radici. Forse, proprio per questa loro ambiguità, gli alberghi non hanno mai smesso di stimolare artisti e teorici come David Hockney, Sophie Calle e Beatriz Colomina. Una puntata sorprendente, in cui scopriremo le rivoluzionarie teorie di Costantino sulla ceretta per naso e orecchie, il rapporto tra non-luogo e non-cazzo nella filosofia di Francesco, un'inedita e struggente storia di Massimo Gramellini e la cronaca di una notte da incubo all'Hangar Bicocca, tra dentifrici allucinogeni e letti semoventi.In questa puntata si parla di Marc Augé, Hans Ulrich Obrist, Maurizio Cattelan, Alighiero Boetti, Christian Boltanski, Gilbert & George, Felix Gonzalez-Torres, Lawrence Wiener, Rikrit Tiravanija, Otto Muhl, Michelangelo Pistoletto, On Kawara, Fischli und Weiss, Banksy, Caravaggio, Claude Monet, Hiroshi Sugimoto, Tadao Ando, James Turrell, Charles Ray, Beatriz Colomina, Zadie Smith, Toni Morrison, Andrea Fraser, Sophie Calle, Carsten Höller, David Hockney, Massimo Gramellini, Walid Raad, Hans Haake, Naeem Mohaiemen, Kerry Hill, Geoffrey Bawa e Hauser & Wirth.
Che relazione intratteniamo con i luoghi? Cosa lega psicologia e geografia? Cosa rappresentano per noi i confini? Sono solo alcune delle domande a cui Alastair Bonnett prova a dare risposta nel libro di cui parliamo oggi. Una carrellata di luoghi inusuali (enclavi, spazi di frontiera, isole inaccessibili o...inesistenti) ci fornisce lo spunto per riflettere sul nostro amore/odio per i luoghi, su cui rifletteremo tirando in causa anche la serie TV 'The Leftovers'! TESTI CITATI 1) 'Fuori dalle mappe' di Alastair Bonnett: https://amzn.to/3xwbe3h 2) 'Nonluoghi' di Marc Augé: https://amzn.to/3wzSX5i 3) 'Modernità liquida' di Zygmunt Bauman: https://amzn.to/3iSltLl SEGUICI E ASCOLTACI SU: Instagram: https://www.instagram.com/i_cavernicoli/ Facebook: https://www.facebook.com/ICavernicoli/ YouTube: https://www.youtube.com/channel/UC0K7ULUh3sIb9z5FDcWblmg Spotify: https://open.spotify.com/show/2YFhi4C0SqcwEWrWdT4WEm Google Podcasts: https://podcasts.google.com/feed/aHR0cHM6Ly9hbmNob3IuZm0vcy8zNmMzMTJkMC9wb2RjYXN0L3Jzcw== Spreaker: https://www.spreaker.com/user/13221905 Anchor: https://anchor.fm/i-cavernicoli
Mentre la scienza progredisce, il divario tra i suoi attori e la massa di chi non ha idea della posta in gioco aumenta. Possiamo dunque temere di vedere apparire non una democrazia diffusa a tutta la terra, ma un'aristocrazia planetaria del sapere, del potere e della ricchezza, contrapposta a una massa di semplici consumatori, e a una massa ancora maggiore di esclusi sia dal sapere sia dal consumo. In questo scenario, la storia ha un senso? Quale? L'unico senso è la conoscenza. E l'unico ostacolo alla conoscenza è l'arroganza intellettuale di ogni sorta, che vuole imporre le sue convinzioni all'umanità. La storia dell'umanità, alla fine, coinciderà con la conquista della modestia scientifica che mira a spostare progressivamente le frontiere dell'ignoto e che porterà alla liberazione di ogni individuo. Se un giorno ci sarà una rivoluzione, sarà una rivoluzione dell'istruzione e dell'educazione alla libertà.
durée : 02:54:59 - Les Nuits de France Culture - par : Philippe Garbit, Albane Penaranda, Mathilde Wagman - Par Renée-Elkaïm Bollinger - Avec Maurice Olender (éditeur), Jean-Pierre Dozon (ethnologue à l'ORSTOM), Bernard Lortholary (germaniste), Françoise Héritier-Augé (anthropologue, professeur au Collège de France), Jean-Paul Colleyn (cinéaste et anthropologue), Eliane Gluckman (Hématologue à l'Hôpital Saint Louis) et Marc Augé (ethnologue, Président de l'Ecole pratique des hautes études) - Réalisation Marie-France Nussbaum - réalisation : Virginie Mourthé
Concetto introdotto dall’antropologo Marc Augé nel 1992 e rappresenta tutti i luoghi nei quali le persone si incrociano e si sfiorano senza incontrarsi, senza entrare in relazione. La massa che caoticamente si muove. “entrando nello spazio del non luogo una persona si spoglia di sé e diventa ciò che esperisce” Illustrazione di Marek Jarotta | https://marekjarotta.sk Ad alta voce - Niente di nuovo sul fronte occidentale | http://www.raiplayradio.it/programmi/adaltavoce
Concetto introdotto dall’antropologo Marc Augé nel 1992 e rappresenta tutti i luoghi nei quali le persone si incrociano e si sfiorano senza incontrarsi, senza entrare in relazione. La massa che caoticamente si muove.“entrando nello spazio del non luogo una persona si spoglia di sé e diventa ciò che esperisce”Illustrazione di Marek Jarotta | https://marekjarotta.skAd alta voce - Niente di nuovo sul fronte occidentale | http://www.raiplayradio.it/programmi/adaltavoce
Concetto introdotto dall'antropologo Marc Augé nel 1992 e rappresenta tutti i luoghi nei quali le persone si incrociano e si sfiorano senza incontrarsi, senza entrare in relazione. La massa che caoticamente si muove. “entrando nello spazio del non luogo una persona si spoglia di sé e diventa ciò che esperisce” Illustrazione di Marek Jarotta | https://marekjarotta.sk Ad alta voce - Niente di nuovo sul fronte occidentale | http://www.raiplayradio.it/programmi/adaltavoce
En este primer episodio, el trio de tres explora conceptos como la "sobremodernidad" y el "no lugar", basados en el libro Non Places de Marc Augé y relacionándolo con tiendas de conveniencia y experiencias propias. Con una mirada de análisis, examinan como se forma el espacio actual.
I'm once again joined by Perth muso friends Jeremy (of Segue) and Laurent (of Catwalk) (both also of Didion's Bible) to finish our two-part retrospective on the music of Arcade Fire. We discuss their latter 3 albums, The Suburbs (2010), Reflektor (2013) and Everything Now (2017) and how they have grappled with the transformation of the 'suburb' into an extension of the corporate world, the hegemonic rise of the echo-chamber that is social media, and the rein of Donald Trump. Closing music 'Rick Moranis', courtesy of Catwalk. Texts: The Political Project of Psychoanalysis, by Todd McGowan, 2013 Non-places, by Marc Augé, 1992 Capitalist Realism, by Mark Fisher, 2009
“Photographier les vodous. Togo-Bénin, 1988-2019”Photographies de Catherine De Clippel,Textes de François Cheval et de Jean-Paul Colleynaux éditions de la Maison des sciences de l'hommeExtrait du communiqué de presseSi certains musées ont consacré des expositions et des publications à l'oeuvre photographique d'ethnologues, apprentis ou confirmés, tels que Martin Gusinde, Jean Rouch ou Pierre Verger, il n'existe aujourd'hui que peu d'ouvrages consacrés à une photographie contemporaine, qui se situerait au croisement de l'anthropologie, de la photo documentaire et de la photo d'art. Faite d'allers retours entre différentes disciplines, cultures et époques, la pratique photographique de Catherine De Clippel s'est plus particulièrement intéressée aux cultes vodou d'Afrique de l'Ouest. C'est en collaborant, à la fin des années 1980, avec les anthropologues Marc Augé, Jean- Paul Colleyn et Jean-Pierre Dozon, pour la réalisation d'une série de films documentaires, que la photographe se forme progressivement à l'anthropologie et à ses pratiques.Le nouvel ouvrage que les éditions de la MSH consacrent au travail de Catherine De Clippel réunit 80 photographies, prises entre la fin des années 1980 et aujourd'hui, autour des cultes vodou au Togo et au Bénin, entre continuités et évolutions. S'il est avant tout un livre de photographies, cet ouvrage entend capter les différents aspects de l'oeuvre de Catherine De Clippel, dont le regard a été fortement influencé – si ce n'est ciselé – par son expérience du terrain ethnographique. Un entretien avec la photographe, ainsi que deux textes, l'un se penchant sur la dimension historique, artistique et esthétique de ses images (écrit par le conservateur de musée et commissaire d'exposition François Cheval), et l'autre sur leur contexte anthropologique (Jean-Paul Colleyn, anthropologue) accompagnent les photos.Cet ouvrage offre ainsi une bonne introduction aux vodous, ces objets de culte qui suscitent aujourd'hui un intérêt nouveau dans le contexte de la restitution des oeuvres d'art aux pays du continent africain. Quant au texte de François Cheval, qui convoque tour à tour Claude Lévi-Strauss, Frantz Fanon, Aimé Césaire, Aby Warburg ou Constantin Brancusi, il constitue un véritable essai en soi sur la photographie.Les auteurs Catherine De Clippel est une photographe, réalisatrice et productrice de films documentaires ayant principalement travaillé en Afrique de l'Ouest. Elle a exposé ses photographies en France et à l'étranger et publié de nombreux ouvrages en collaboration avec des musées.Formé à l'histoire et à l'ethnologie, François Cheval exerce la fonction de conservateur de musée depuis 1982. De 1996 à 2016, il a dirigé le musée Nicéphore Niépce, consacré à la photographie, à Chalon-sur-Saône. En parallèle, il poursuit ses activités de directeur artistique (fondateur de la résidence BMW, Prix HSBC pour la photographie) et de commissaire d'expositions (MuCEM, Kyotographie, Rencontres d'Arles, etc.). Il est aussi le cofondateur et codirecteur du nouveau Lianzhou Museum of Photography, premier musée public dédié à la photographie en Chine. Il est aujourd'hui directeur artistique du Centre de la photographie de Mougins (Alpes-Maritimes) et dirige The Red Eye, qui a pour objet de promouvoir, défendre et valoriser la photographie sous toutes ses formes.Jean-Paul Colleyn est anthropologue, chercheur à l'IMAF, l'Institut des mondes africains (CNRS-IRD-EHESS-Univ. Paris I-EPHE-AMU). Ses travaux portent principalement sur les pratiques religieuses au Mali, les cultes de possession en Afrique, l'anthropologie de l'art et l'anthropologie visuelle. Il est l'auteur d'une trentaine de documentaires ethnographiques. Jean-Paul Colleyn est également l'auteur de nombreux ouvrages, dont L'Anthropologie avec Marc Augé (PUF), Bamana. Visions d'Afrique (Éditions 5 continents), Le Regard documentaire (Éditions du Centre Pompidou). Voir Acast.com/privacy pour les informations sur la vie privée et l'opt-out.
Deus está acima do tempo. A Igreja de Cristo não existe simples e tão somente no tempo limitado, mas está coligada à eternidade. Como a Igreja faz, então, a diferença neste mundo? Ela deve ser protagonista na história, tendo relevância espiritual, moral e social. Ela deve estar comprometida com um propósito eterno que não é limitado a este tempo. Romanos 12:1-2 1. PARA A IGREJA DE CRISTO, O MUNDO É UM LUGAR TRANSITÓRIO NÃO DESCARTÁVEL (v.2a) • o cristão deve se relacionar com o mundo de modo a não se acomodar com o padrão pecaminoso, mas a rejeitar tudo aquilo que contraria os princípios do Reino; • o antropólogo Marc Augé defende a teoria do LUGAR (espaço de afeto) e do NÃO LUGAR (espaço de trânsito); • traçando um paralelo, as pessoas do mundo o entendem como o seu LUGAR, onde criam raízes, afetos e se agarram a ele. Os cristãos enxergam o mundo sem topofilia (amor ao lugar) como um NÃO LUGAR que é passageiro, mas que carrega muitas vidas; • por mais que este mundo não seja o nosso lar, ele não é descartável, mas é alvo do amor de Deus e temos uma missão aqui. Por esse motivo, passar pelo mundo não significa desprezá-lo; • anunciamos o Reino de Deus a este NÃO LUGAR, para que as pessoas possam ser alcançadas e desfrutar do LUGAR; 2. A IGREJA DE CRISTO EXISTE ÚNICA E EXCLUSIVAMENTE PARA A ADORAÇÃO E SERVIÇO A DEUS (v. 1 e 2b) • a igreja existe para adorar a Deus e essa adoração envolve mudança de vida, amor ao Senhor e ao próximo; • o combustível da Missão é a adoração a Deus (John Piper). Devemos nos dirigimos aos que ainda não O adoram; • não fazemos missões como um mero projeto pessoal e nem como na colonização, mas sim como serviço a Deus; 3. PESA SOBRE ESTA GERAÇÃO EVANGÉLICA A CORRESPONSABILIDADE PELO FUTURO DA IGREJA E DA HUMANIDADE (v. 2c) • o que esta geração está perdendo? Relevância? Vidas? Centralidade da Palavra? Ardor pela missão?; • o que nós estamos plantando para as gerações futuras colherem? A glória a Deus?; • precisamos entender que ser cristão é muito mais do que sentar no banco da igreja todo domingo, acomodado a ver outros fazendo e a não fazer.
Deus está acima do tempo. A Igreja de Cristo não existe simples e tão somente no tempo limitado, mas está coligada à eternidade. Como a Igreja faz, então, a diferença neste mundo? Ela deve ser protagonista na história, tendo relevância espiritual, moral e social. Ela deve estar comprometida com um propósito eterno que não é limitado a este tempo. Romanos 12:1-2 1. PARA A IGREJA DE CRISTO, O MUNDO É UM LUGAR TRANSITÓRIO NÃO DESCARTÁVEL (v.2a) • o cristão deve se relacionar com o mundo de modo a não se acomodar com o padrão pecaminoso, mas a rejeitar tudo aquilo que contraria os princípios do Reino; • o antropólogo Marc Augé defende a teoria do LUGAR (espaço de afeto) e do NÃO LUGAR (espaço de trânsito); • traçando um paralelo, as pessoas do mundo o entendem como o seu LUGAR, onde criam raízes, afetos e se agarram a ele. Os cristãos enxergam o mundo sem topofilia (amor ao lugar) como um NÃO LUGAR que é passageiro, mas que carrega muitas vidas; • por mais que este mundo não seja o nosso lar, ele não é descartável, mas é alvo do amor de Deus e temos uma missão aqui. Por esse motivo, passar pelo mundo não significa desprezá-lo; • anunciamos o Reino de Deus a este NÃO LUGAR, para que as pessoas possam ser alcançadas e desfrutar do LUGAR; 2. A IGREJA DE CRISTO EXISTE ÚNICA E EXCLUSIVAMENTE PARA A ADORAÇÃO E SERVIÇO A DEUS (v. 1 e 2b) • a igreja existe para adorar a Deus e essa adoração envolve mudança de vida, amor ao Senhor e ao próximo; • o combustível da Missão é a adoração a Deus (John Piper). Devemos nos dirigimos aos que ainda não O adoram; • não fazemos missões como um mero projeto pessoal e nem como na colonização, mas sim como serviço a Deus; 3. PESA SOBRE ESTA GERAÇÃO EVANGÉLICA A CORRESPONSABILIDADE PELO FUTURO DA IGREJA E DA HUMANIDADE (v. 2c) • o que esta geração está perdendo? Relevância? Vidas? Centralidade da Palavra? Ardor pela missão?; • o que nós estamos plantando para as gerações futuras colherem? A glória a Deus?; • precisamos entender que ser cristão é muito mais do que sentar no banco da igreja todo domingo, acomodado a ver outros fazendo e a não fazer.
Bienvenidos a todos al episodio número 11 de Punto de fuga, mi nombre es Nuria Heras y en el programa de hoy vamos a hablar de arquitectura aeroportuaria y lo hacemos de la mano de un invitado que al igual que Sir Norman Foster es arquitecto y aviador. Su nombre es Jon Tugores y en su despacho, Jon Tugores + Architects investiga y defiende la arquitectura high-tech en el diseño y la construcción de edificios. Además de publicar varios libros y co-dirigir el documental Mallorca Klein, producido para la Biennale de Rotterdam, en 2018 publicó el libro titulado Barcelona, dónde muestra otra de sus pasiones, la fotografía. Todas las imágenes del libro son aéreas y han sido tomadas por él en diferentes vuelos. Quién mejor que él para discutir sobre diseño de Aeropuertos! Os dejo algunos links qué os pueden resultar interesantes: 1. Jon Tugores + Architects http://jontugores.com/ 2. Jon Tugores fotografías https://www.photo-jontugores.com/ 3. Castelo Sant´Angelo https://es.wikipedia.org/wiki/Castillo_Sant%27Angelo 4. Walking Cities de Ron Herron de Archigram http://cyberneticzoo.com/walking-machines/1964-walking-city-ron-herron-british/ 5. Jony Ive Chief designer of Apple https://www.archdaily.com/871559/the-spaceship-has-landed-apples-new-campus-opens 6. Being digital de Nicolas Negroponte https://www.penguinrandomhouse.com/books/120521/being-digital-by-nicholas-negroponte/ 7. La Alberto Estevez - arquitectura molecular http://albertotestevez.blogspot.com/2014/01/bio-digital-architecture-genetics.html 8. Efecto Bernoulli https://es.wikipedia.org/wiki/Principio_de_Bernoulli 9. Rem Koolhaas Times Magazine 05/2020 https://time.com/5836599/rem-koolhaas-architecture-coronavirus/ 10. Los no lugares de Marc Augé https://antroporecursos.files.wordpress.com/2009/03/auge-m-1992-los-no-lugares-una-antropologia-de-la-sobremodernidad.pdf 11. Terminal TWA del Aeropuerto Internacional JFK, NY, USA – Eero Saarinen 1962 https://www.atlasofplaces.com/architecture/twa-flight-center/ 12. DFW Aeropuerto de Dallas https://www.hksinc.com/what-we-do/case-studies/dfw-international-airport-terminal-d/ 13. Stansted Airport, Sir Norman Foster https://www.fosterandpartners.com/projects/stansted-airport/ 14. Le Corbusier The Aircraft https://www.irenebrination.com/files/lecorbusier_aircraft.pdf 15. Barcelona by Jon Tugores https://issuu.com/actar/docs/bcn_jon_tugores Hasta aquí el episodio de hoy, espero que os haya gustado y mil gracias por estar al otro lado porque sin vosotros ésto no sería posible. Si os ha gustado el episodio agradezco vuestras valoraciones de 5 estrellas en iTunes y vuestros likes en iVoox y Spotify así cómo vuestros comentarios, recomendaciones y preguntas en cualquiera de nuestras redes sociales @punto_d_fuga y/o en mi página web http://www.nuria-heras.com/ Os espero para fugarnos juntos en el siguiente episodio…….Hasta entonces os deseo un muy buen día y mejor inicio de semana!
In che modo il turismo può uccidere una città, e trasformarla in non-luogo? Partendo dalla riflessione di Marc Augé, in questa puntata di Uruk ci chiediamo in che modo il turismo di massa possa far perdere storia, cultura e tradizioni del centro urbano, e quali siano le conseguenze di tutto ciò. Un podcast di Federico Sconocchia Pisoni
In today's episode I chat to Ian Rodwell the creator of the fantastic liminal narratives blog, which explores the betwixt and between liminal spaces of our world. Ian is a part-time PhD researcher at City University London, and began the blog as a compliment to his studies. From beaches to train stations, graveyards to corridors, Ian and myself have a chat about the variety of liminal spaces he has explored. We get into the origins of the term ‘liminal' and how it is used in terms of spaces/places, we look at Marc Augé's concept of non-places, and chat about why humans feel the need to craft stories around liminal places and breathe life into discarded objects or symbols of the past. We also touch on the thread of folklore that runs through Ian's posts, his love of pylons, our changing perceptions of architecture over time and much more! Basically, if you love the mundane and overlooked places of our world this episode will be right up your street! (Recorded April 2020)
La rivista scientifica Lancet ha raccolto una rassegna di studi condotti in situazioni di quarantena come quelle legate all'epidemia di SARS e ha individuato aspetti psicologici comuni in queste esperienze. Qui ci si domanda quali siano le analogie, non solo con chi vive la quarantena reale in tempi di COVID-19 o #coronavirus, ma soprattutto di tutti noi che, questa volta in maniera conclamata e condivisa abbiamo riconosciuto questa condizione come quella normale che ci appartiene almeno da quando le procedure hanno avuto il sopravvento sui fatti, sulle azioni e sugli oggetti. Questa esperienza è diventata esponenziale non solo con il contributo dell'informatica, ma soprattutto con i costrutti mediatici e comunicativi come i diversi "non-luoghi" (Marc Augé) vissuti per rappresentazione (uno per tutti, Il Grande Fratello) e in situazione di assenza o presenza parziale (ad esempio, i grandi Centri Commerciali). Dopo l'affermazione, tanto più vera perché scollegata con i nostri riscontri quotidiani, della quarantena forzata dalla paura (e non dal rischio reale) del virus questa situazione con ogni probabilità cambierà la nostra visione del mondo. Anche noi però possiamo farlo e questa grande esercitazione di malleabilità del reale potrà essere istruttiva per consentirci di condizionare a nostra volta le cose in base a ciò che pensiamo possa essere più auspicabile invece che obbligato. Tratto dal podcast "Pensiero, anima, libertà" --- Send in a voice message: https://anchor.fm/shortcaster/message
La rivista scientifica Lancet ha raccolto una rassegna di studi condotti in situazioni di quarantena come quelle legate all'epidemia di SARS e ha individuato aspetti psicologici comuni in queste esperienze. Qui ci si domanda quali siano le analogie, non solo con chi vive la quarantena reale in tempi di COVID-19 o #coronavirus, ma soprattutto di tutti noi che, questa volta in maniera conclamata e condivisa abbiamo riconosciuto questa condizione come quella normale che ci appartiene almeno da quando le procedure hanno avuto il sopravvento sui fatti, sulle azioni e sugli oggetti. Questa esperienza è diventata esponenziale non solo con il contributo dell'informatica, ma soprattutto con i costrutti mediatici e comunicativi come i diversi "non-luoghi" (Marc Augé) vissuti per rappresentazione (uno per tutti, Il Grande Fratello) e in situazione di assenza o presenza parziale (ad esempio, i grandi Centri Commerciali). Dopo l'affermazione, tanto più vera perché scollegata con i nostri riscontri quotidiani, della quarantena forzata dalla paura (e non dal rischio reale) del virus questa situazione con ogni probabilità cambierà la nostra visione del mondo. Anche noi però possiamo farlo e questa grande esercitazione di malleabilità del reale potrà essere istruttiva per consentirci di condizionare a nostra volta le cose in base a ciò che pensiamo possa essere più auspicabile invece che obbligato. --- Send in a voice message: https://anchor.fm/ennio-martignago/message
Dalle maschere alle persone e ai personaggi: in che modo è possibile dare voce a ruoli, individuali e collettivi, in culture differenti?
When is communicating emotion bad for your health? And what is the culture of airports? [20:15] This week, Aaron and Joey talk about sharing feelings, outrage, asking for what you need, "non-places," “Business Men,” and Geert Hofstede. They don’t talk their big dreams for the future of airports. references HuffPost: "Feelings Not Facts" The Atlantic on overindulging versus taking action Marc Augé's Non-Places Forbes: On the Culture of Airports Some Apple corporate travel stats Airports Council International on Geert Hofstede and the relationship between culture and airport satisfaction
The Duffer Brothers' hit series Stranger Things is many things: an exemplary piece of entertainment in the summer blockbuster mold, a fresh take on the "kids on bikes" subgenre of science fiction, a loving pastiche of 1980s Hollywood cinema. And as Phil and JF attempt to show in this episode, Stranger Things is also a deep investigation into the metaphysical assumptions of our times, and a bold statement on the ontology of the analog real. This, at least, was the thesis of JF's three-part essay "Reality is Analog: Philosophizing with Stranger Things," which appeared on Metapsychosis (https://www.metapsychosis.com/reality-is-analog-philosophizing-with-stranger-things-part-one/) after the first season dropped in 2016. Here, Phil and JF revisit that essay in order to expand on its arguments and discuss how it hoilds up in light of the series continued unfolding. The conversation touches on Apple's famous 1984 ad for the first Macintosh, the 2016 election of Donald Trump, the otherworldliness of airports, the ensorcelments of consumerism, and much more. REFERENCES [Stranger Things](https://en.wikipedia.org/wiki/StrangerThings)_ "Reality is Analog: Philosophizing with Stranger Things" available at Metapsychosis (https://www.metapsychosis.com/reality-is-analog-philosophizing-with-stranger-things-part-one/) or in ebook format (https://www.amazon.com/Reality-Analog-Philosophizing-Stranger-Things-ebook/dp/B01LXO775I) Samuel Delaney, Dhalgren (https://en.wikipedia.org/wiki/Dhalgren) 1984 Apple commercial (https://www.youtube.com/watch?v=axSnW-ygU5g) for Macintosh [Wild Wild Country](https://en.wikipedia.org/wiki/WildWildCountry), Netflix documentary series Tom Frank, “Why Johnny Can’t Dissent” (https://www.jstor.org/stable/43555671) Phil Ford, Dig: Sound and Music in Hip Culture (https://www.amazon.com/Dig-Sound-Culture-Hardcover-August/dp/B010EW5LNY) Arcade Fire, “We Used to Wait” (https://www.youtube.com/watch?v=kJ7osdJ4H_8) William S. Burroughs, [Naked Lunch](https://en.wikipedia.org/wiki/NakedLunch)_ Jack Kerouac, [Visions of Cody](https://en.wikipedia.org/wiki/VisionsofCody) William James, A Pluralistic Universe (http://www.gutenberg.org/ebooks/11984) Marc Augé, [Non-Places: An Introduction to Supermodernity](https://books.google.ca/books/about/Nonplaces.html?id=5YsOAQAAMAAJ&rediresc=y) Weird Studies, episode 2: Garmonbozia (https://www.weirdstudies.com/2) Homer, Odyssey (https://en.wikipedia.org/wiki/Odyssey) Matt Cardin, Dark Awakenings (http://www.mattcardin.com/fiction/dark-awakenings/) The Wachowskis, [The Matrix](https://en.wikipedia.org/wiki/TheMatrix)_ Jonathan Haight and Greg Lukianoff, The Coddling of the American Mind (https://www.thecoddling.com)
Mentre pare che ci siano tante verità, la menzogna è una: intenzionale e interessata. Regimi di finzione e interpretazione delle culture non precludono tuttavia che si possa tendere a una piena comprensione della realtà che unifichi i saperi.
Marc Augè, sociologo e sntropologo francese ; Fabrizio Gatti, inviato de L'Espresso ; Nicola Gasbarro, insegna antropologia culturale Università di Udine.
Hoy gracias a Editorial Gedisa tenemos el gusto de invitar a la lectura de la obra "Los no lugares" del antropólogo Marc Augé, una de sus principales obras, clave en el desarrollo de su teoría, y que sin duda tiene una propuesta interesante.
Marc Augé, Le tre parole che cambiarono il mondo • parte 4 di 4 • voce: Francesco Ventimiglia
Marc Augé, Le tre parole che cambiarono il mondo • parte 3 di 4 • voce: Francesco Ventimiglia
Marc Augé, Le tre parole che cambiarono il mondo • parte 2 di 4 • voce: Francesco Ventimiglia
Marc Augé, Le tre parole che cambiarono il mondo • parte 1 di 4 • voce: Francesco Ventimiglia
Ogni opera è fatta per gli altri, anche se si presenta come del tutto personale. In che senso si può dire che l'opera meglio riuscita è quella che sfugge al proprio autore?
Volvemos con las pilas cargadas y en este programa os proponemos la ruta de Vías Verdes que recorre Terra Alta. Un viaje recomendado para los que van a introducirse en el mundo de la bici o para los que llevan menos tiempo y prefieren un camino más llano. Se trata de un trayecto de 23km por el extremo sur de Cataluña siguiendo el cauce del Río Canaleta. Teniendo en cuenta la proximidad del inicio de la Feria de Turismo (FITUR) hablamos de CiclaMadrid, una iniciativa de la Dirección General de Turismo de la Comunidad de Madrid para impulsar el cicloturismo en la región. El proyecto constará de 500km de caminos para bici de montaña. En la parte más práctica del programa volvemos a retomar un tema importante para vosotros, los viajeros. Damos algunas recomendaciones sobre los maleteros para bicicletas. Hablamos del libro Elogio de la bicicleta de Marc Augé. En él podemos encontrar esta maravillosa frase del autor: "Es posible que a la bicicleta le corresponda un papel determinante, ayudar a los seres humanos a recuperar la conciencia de sí mismos" Además como cada semana cerramos con el testimonio de un aventurero. En esta ocasión tenemos el placer de tener con nosotros a Jesús Sánchez. Él nos va a contar su viaje y su propia aventura recorriendo el paisaje de Magadascar.
Volvemos con las pilas cargadas y en este programa os proponemos la ruta de Vías Verdes que recorre Terra Alta. Un viaje recomendado para los que van a introducirse en el mundo de la bici o para los que llevan menos tiempo y prefieren un camino más llano. Se trata de un trayecto de 23km por el extremo sur de Cataluña siguiendo el cauce del Río Canaleta. Teniendo en cuenta la proximidad del inicio de la Feria de Turismo (FITUR) hablamos de CiclaMadrid, una iniciativa de la Dirección General de Turismo de la Comunidad de Madrid para impulsar el cicloturismo en la región. El proyecto constará de 500km de caminos para bici de montaña. En la parte más práctica del programa volvemos a retomar un tema importante para vosotros, los viajeros. Damos algunas recomendaciones sobre los maleteros para bicicletas. Hablamos del libro Elogio de la bicicleta de Marc Augé. En él podemos encontrar esta maravillosa frase del autor: "Es posible que a la bicicleta le corresponda un papel determinante, ayudar a los seres humanos a recuperar la conciencia de sí mismos" Además como cada semana cerramos con el testimonio de un aventurero. En esta ocasión tenemos el placer de tener con nosotros a Jesús Sánchez. Él nos va a contar su viaje y su propia aventura recorriendo el paisaje de Magadascar.
Il pathos della vittoria e soprattutto della sconfitta, con i suoi riti e le sue appartenenze totemiche, è discusso da Marc Augé tramite la volontà di rivincita che consente più di un parallelo tra mondo sportivo e mondo politico.
Medium cruciale di trasmissione, luogo di scelta per antonomasia, sistema di ricordo e, per contro, strumento che determina l'oblio del “fuori testo” è certamente la scrittura, la cui esperienza è al centro del saggio di Marc Augé.
I nonluoghi sono quegli spazi dell’anonimato sempre più numerosi e frequentati in tutto il mondo (supermercati, stazioni, aeroporti ecc.), codificati per la prima volta vent’anni fa, da Marc Augé, in maniera così geniale da essere entrati nel nostro linguaggio e nel modo di descrivere le nostre esistenze. Qual è la situazione dopo un ventennio, che ha fatto della globalizzazione la sua bandiera? Gli architetti oggi hanno due strade. Alcuni si occupano dell’urgenza di alloggi, della necessità di costruire o di ricostruire. Altri affrontano gli spazi dedicati alla comunicazione e al consumo, i nonluoghi, che compongono i paesaggi dominanti del nostro nuovo mondo, immaginati come uno spazio comune, dove né il tempo né la bellezza, sono assenti dalla loro storia. Oggi noi cerchiamo quotidianamente di creare nuovi luoghi e nuovi legami, ma il contesto, che è sempre più globale, si mostra attraverso i nonluoghi, cioè gli spazi della comunicazione. Traduzione Marina Astrologo.
Marc Augé è un intellettuale europeo. E' nato a Poitiers, in Francia, 79 anni fa. Augé è un etnologo e un antropologo. La sua ricerca si è svolta per diversi anni tra l'Africa e il Sudamerica. Il suo lavoro di antropologo si è poi concentrato - a partire dall'inizio degli anni '90 - sull'analisi della complessità delle società contemporanee. Celebri alcune sue definizioni a cominciare da quella dei “non-luoghi”. In queste ultime settimane è uscito in Italia (Cortina Editore) un libro in cui Marc Augé parla di sé, della sua età e del tempo che passa. Il titolo è: “Il tempo senza età. La vecchiaia non esiste”. «La vecchiaia non esiste – spiega Marc Augé a Memos – significa che colui che va avanti con gli anni non è necessariamente diverso da ciò che era prima. Ho l'impressione che andando avanti con gli anni ci rendiamo conto che ciò che abbiamo conosciuto quando eravamo piccoli, i nostri genitori e i nostri nonni, li riscopriamo in maniera diversa perchè sentiamo – come loro – che c'è una sorta di “fabbricazione dell'età” che non corrisponde a ciò che noi siamo. Allo stesso modo direi che non c'è una saggezza particolare legata all'età e non credo nemmeno che noi si sia realmente diversi da ciò che eravamo da più giovani». Nell'intervista a Memos Augé parla anche di Berlino e l'Europa, la solitudine e la comunicazione.
Marc Augé è un intellettuale europeo. E' nato a Poitiers, in Francia, 79 anni fa. Augé è un etnologo e un antropologo. La sua ricerca si è svolta per diversi anni tra l'Africa e il Sudamerica. Il suo lavoro di antropologo si è poi concentrato - a partire dall'inizio degli anni '90 - sull'analisi della complessità delle società contemporanee. Celebri alcune sue definizioni a cominciare da quella dei “non-luoghi”. In queste ultime settimane è uscito in Italia (Cortina Editore) un libro in cui Marc Augé parla di sé, della sua età e del tempo che passa. Il titolo è: “Il tempo senza età. La vecchiaia non esiste”. «La vecchiaia non esiste – spiega Marc Augé a Memos – significa che colui che va avanti con gli anni non è necessariamente diverso da ciò che era prima. Ho l'impressione che andando avanti con gli anni ci rendiamo conto che ciò che abbiamo conosciuto quando eravamo piccoli, i nostri genitori e i nostri nonni, li riscopriamo in maniera diversa perchè sentiamo – come loro – che c'è una sorta di “fabbricazione dell'età” che non corrisponde a ciò che noi siamo. Allo stesso modo direi che non c'è una saggezza particolare legata all'età e non credo nemmeno che noi si sia realmente diversi da ciò che eravamo da più giovani». Nell'intervista a Memos Augé parla anche di Berlino e l'Europa, la solitudine e la comunicazione.
Marc Augé è un intellettuale europeo. E' nato a Poitiers, in Francia, 79 anni fa. Augé è un etnologo e un antropologo. La sua ricerca si è svolta per diversi anni tra l'Africa e il Sudamerica. Il suo lavoro di antropologo si è poi concentrato - a partire dall'inizio degli anni '90 - sull'analisi della complessità delle società contemporanee. Celebri alcune sue definizioni a cominciare da quella dei “non-luoghi”. In queste ultime settimane è uscito in Italia (Cortina Editore) un libro in cui Marc Augé parla di sé, della sua età e del tempo che passa. Il titolo è: “Il tempo senza età. La vecchiaia non esiste”. «La vecchiaia non esiste – spiega Marc Augé a Memos – significa che colui che va avanti con gli anni non è necessariamente diverso da ciò che era prima. Ho l'impressione che andando avanti con gli anni ci rendiamo conto che ciò che abbiamo conosciuto quando eravamo piccoli, i nostri genitori e i nostri nonni, li riscopriamo in maniera diversa perchè sentiamo – come loro – che c'è una sorta di “fabbricazione dell'età” che non corrisponde a ciò che noi siamo. Allo stesso modo direi che non c'è una saggezza particolare legata all'età e non credo nemmeno che noi si sia realmente diversi da ciò che eravamo da più giovani». Nell'intervista a Memos Augé parla anche di Berlino e l'Europa, la solitudine e la comunicazione.
Alimentata dalla volontà di imprimere un segno tangibile di sé e delle proprie imprese, la gloria si è oggettivata in una molteplicità di tracce visibili la cui posta in gioco è la conquista del tempo. Anche la gloria letteraria, sostiene Marc Augé in questo scritto, si inserisce nel tempo e come quella politica o militare si misura solo nello sguardo della posterità, benché nel mondo contemporaneo prevalga una celebrità istantanea.
Marc Augé, attraverso una diagnosi di matrice sociologica o antropologica adotta uno sguardo “da fuori” che chiama in causa il carattere complessivo della modernità capitalistica insistendo sui suoi effetti in termini di nuove solitudini e infelicità.
In quanti modi si può declinare la parola “corpo”? Ogni cultura costruisce e interpreta il corpo secondo i propri canoni. Per esempio, come pensano il corpo gli africani? E qual è il ruolo del corpo nella società contemporanea occidentale? Ripercorrendo la sua lunga storia di etnologo, Marc Augé ci conduce lungo un percorso che parte dallo studio delle popolazioni dell’Africa Occidentale, in cui si praticano riti di possessione, fino a giungere all’attuale concezione del corpo qui, in Occidente. Quale corpo? Quello che diventa pubblico, quello che viene esposto nelle cerimonie, quello dell’attore sul palco di un teatro, in un funerale, oppure davanti a una telecamera, in una società - la nostra - dove l’apparire, il mostrarsi, anche e soprattutto in ambito politico, è sempre più determinante, così come determinante diventa il culto del corpo.