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A trent'anni dalla morte del poeta, traduttore e critico letterario Franco Fortini, la Rete Due ricorda la parentesi svizzera di questo protagonista della scena letteraria italiana del dopoguerra.Il periodo vissuto in Ticino, a Zurigo, nella Svizzera interna e a ridosso della frontiera della Confederazione con la Repubblica Partigiana dell'Ossola, segnano in modo importante la vita e la produzione letteraria e critica, oltre che il pensiero politico di Franco Fortini. Il suo spirito libero, la sua impostazione radicale di sinistra, laica e sociale, si sviluppano proprio nel confronto con gli esuli italiani a Zurigo, con la frequentazione della famiglia del pastore valdese per i riformati italofoni Alberto Fuhrmann, che ospitava musicisti, artisti, imprenditori visionari (tra cui Adriano Olivetti, che gli offrirà un impiego nella sua fabbrica di Ivrea nel dopoguerra), letterati della vita culturale zurighese. Inizia a collaborare con il periodico italiano di Zurigo “L'avvenire dei lavoratori” dove si dedica alla saggistica – l'archivio del giornale conserva ancora gli scritti su Benedetto Croce e Giovanni Gentile - primo passo di una esperienza che lo accompagnerà per tutta la vita. Franco Fortini conserverà sempre una impronta della vita trascorsa lontano dall'Italia. Lui nato a Firenze, figlio di un affermato avvocato ebreo (il suo cognome è Lattes, userà lo pseudonimo Fortini a partire dal 1941), conoscerà nell'edificio “Francesco Soave” di Bellinzona, trasformato in campo di internamento, la severità delle condizioni di vita dei profughi e la difficoltà nell'adattarsi a realtà diverse da quelle che conosceva.
Paola Loreto"Miei lari"marcos y marcos edizioniwww.marcosymarcos.comVoglio una casa vecchia, sola,coi muri forti e spessi(gli angoli bui odorosi di fresco)fatti coi sassi e i pastelli, rosa,l'intonaco irregolareche fonda la mia memoriadi un mondo che doveva venire.In questo libro una porta si apre, una porta a lungo rimasta chiusa nella poesia di Paola Loreto. Ne filtravano ombre silenziose, forse minacciose, imprendibili: “Non sapremo / mai, ormai / lo sappiamo. / E vivere così / si può”. Ma ciò che oggi si rivela al di là della porta è qualcosa di atroce e contemporaneamente luminoso, che consente all'autrice di rivisitare la storia propria e dei suoi familiari, ridando voce a ciò che per molto tempo doveva tacere. Miei lari, che sin dal titolo indirizza il lettore verso la riscoperta e la custodia di un passato, è un'opera matura e conturbante, che proietta a ritroso la sua intensità, obbligando a rileggere anche i libri precedenti in una prospettiva più complessa e più nitida. Una famiglia scomparsa: la sorella in modo crudele, molti anni fa; il padre e la madre più recentemente, dopo essersi diversamente addentrati tra le rovine di un lutto e la caparbietà della vita; altre figure, tra cui quella dell'io, che attraversano gli anni, e che la parola della poesia rivela e protegge, con lucidità e pietas: “Quante vite / abbiamo attraversato / (e lasciato alle spalle / intatte) per esserci / ancora / senza ricordo / senza dolore / senza pentimento / senza rancore. / Senza sufficiente / motivo / per cedere”.Fabio PusterlaPaola Loreto è nata a Bergamo e insegna Letteratura americana all'Università degli studi di Milano. Ha pubblicato case | spogliamenti (Aragno 2016), In quota (Interlinea 2012), La memoria del corpo (Crocetti 2007), Addio al decoro (LietoColle 2006), L'acero rosso (Crocetti 2002), le plaquette Spiazzi dell'acqua e Ascesa (pulcinoelefante 2008 e 2018), e Avola (Volo) (Il ragazzo innocuo 2018), le sillogi Conoscenza della neve («Poesia», gennaio 2012) e Transiti (Almanacco dello Specchio Mondadori 2009), oltre a una silloge di poesie sulla montagna (premio Benedetto Croce 2003) e numerosi testi in rivista e in volumi collettanei. La sua poesia è stata tradotta in inglese, spagnolo, portoghese e polacco. Una plaquette è stata pubblicata negli Stati Uniti a cura di Lawrence Venuti (houses | stripped, Toad Press 2018).IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
La corriente idealista también tuvo expresión en Italia a partir de la segunda mitad del siglo XIX. En este episodio analizamos el pensamiento de sus dos principales representantes: Giovanni Gentile y Benedetto Croce. Si quieres acceder a la versión extendida de este episodio ayudar a la continuidad de este podcast, resolver dudas u obtener material exclusivo, visítanos en Patreon https://www.patreon.com/laTravesia Para contenido gratuito adicional https://www.youtube.com/c/LaTravesía
☀️ È iniziata l'estate, e il lungomare di Barcola si popola di bagnanti. Ad attenderli, però, ci sono delle spiacevoli sorprese
BARI (ITALPRESS) - "Da qui, da Bari, è ripartito il cammino del popolo italiano. Sempre qui, pochi mesi dopo la caduta di Mussolini, le forze dell'antifascismo, alla presenza di intellettuali come Benedetto Croce, Carlo Sforza, Tommaso Fiore, Vincenzo Calasci, Michele Cifarelli, Fabrizio Canfora, si riunirono per gettare le basi di un'Italia libera e democratica.Qui, a Bari, Benedetto Croce per la prima volta, nel teatro Piccinni, parlò della necessità di un'assemblea costituente. La stessa ai cui lavori poi partecipò un altro figlio di questa terra, l'onorevole Aldo Moro". Lo ha affermato, a Bari, il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, intervenuto alla presenza del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, alle celebrazioni dell'ottantesimo anniversario del Congresso di Bari dei Comitati di Liberazione Nazionale, che si svolse il 28 e il 29 gennaio del 1944 nel Teatro Piccinni. xa2/vbo/gtr
ROMA (ITALPRESS) - "Io ho una visione storicistica della dimensione nazionale, credo che la storia sia sempre un fatto contemporaneo, come affermava Benedetto Croce. Quindi è bene che anche in questi simboli, quale può essere un singolo quadro, abbiamo e ricerchiamo le radici della nostra storia identitaria, dell'essere una Nazione". Cosi il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, in occasione della conferenza stampa di presentazione del ritratto di Margherita d'Austria, Duchessa di Toscana (detta la Madama), in Senato. xb1/mgg/gtr
Wie geht die Gesellschaft mit dem Tode um? Wie integrieren Menschen die Verstorbenen in ihre Leben? So lässt sich der Fragenkomplex anreißen, zu dem sich der berühmte italienische Philosoph, Historiker und Politiker Benedetto Croce in seinem Buch „Fragmente zur Ethik“ äußert. Anlässlich des Erscheinens der deutschen Übersetzung, druckte die Deutsche Allgemeine Zeitung vom 25. November 1923 einen Ausschnitt über „Die Verstorbenen“ ab. Für uns liest Frank Riede aus der unglaubliche 250 Milliarden teuren Ausgabe.
Giuseppe Maccauro"Novecento primitivo"Ernesto De Martino fra apocalisse e riscattoOrthotes Editricewww.orthotes.comIl quadro problematico dentro cui si inscrive la fase del percorso demartiniano successiva alla pubblicazione del Mondo magico è fatto di cambiamenti molto importanti nella vita dell'etnologo napoletano, che si riflettono anche sulla prospettiva adottata negli studi. Negli anni '50 De Martino ritorna sui problemi centrali del Mondo magico (innanzitutto quello della crisi della presenza), ma li arricchisce di suggestioni nuove, perché intanto aveva consolidato il suo rapporto con l'editore Einaudi e la collaborazione con Cesare Pavese alla Collana Viola, perché si era avvicinato al socialismo, poi al comunismo; perché l'interesse per Gramsci lo stava conducendo verso l'attività “sul terreno” e verso lo studio del relitto folklorico; perché, infine, De Martino ambiva alla consacrazione accademica, che il suo profilo di “etnologo da tavolino” difficilmente gli avrebbe permesso di raggiungere.Un momento di svolta nella biografia intellettuale di De Martino, è senza dubbio da individuare nella sua Prefazione al volume Le origini dei poteri magici, ospitato nella «Collana Viola», che raccoglie saggi di Émile Durkheim, Henri Hubert e Marcel Mauss. È uno scritto molto importante perché conterrebbe la “abiura” delle tesi del Mondo magico che maggiore perplessità avevano suscitato presso i suoi lettori, in primis in Benedetto Croce. De Martino, che non cita direttamente il suo lavoro del 1948, ne richiama tuttavia la questione più spinosa, il tema della “storicizzazione delle categorie”, cui ora si accosta da una nuova prospettiva, perché adesso si afferma la convinzione che «la storia non è mai storia delle categorie, ma si svolge per entro le categorie». De Martino, dando a intendere di aver recepito i motivi della polemica che lo vide contrapposto a Croce, all'indomani dell'uscita del Mondo magico, nella sua Prefazione richiama la necessità di scindere (come non volle fare nel Mondo magico) il piano logico ed immutabile delle categorie, da quello fenomenologico della «coscienza delle categorie» e ricorda come progresso e cambiamento possano darsi solo del secondo. Progresso e cambiamento che si traducono in una nuova articolazione della metodologia storiografica, la quale pur sempre si svolge «per entro» l'eternità delle quattro forme dello spirito.Giuseppe Maccauro insegna Storia della filosofia all'Università “Giustino Fortunato” di Benevento. Ha studiato a Napoli e all'école des Hautes études en Sciences Sociales di Parigi, dove è stato dottorando invitato. Le sue ricerche vertono sulla storia della filosofia italiana ed europea del Novecento, con particolare riguardo agli intrecci fra pensiero filosofico e scienze umane. Ad Ernesto De Martino ha dedicato numerosi articoli pubblicati su riviste scientifiche italiane e internazionali.Malato sin da bambino di epilessia, De Martino sembra affascinato e spaventato, allo stesso tempo, dalle esperienze critiche di depersonalizzazione e derealizzazione, che gli attacchi del suo male dovevano in un certo senso procurargli. Siamo forse nel torto se, prendendo alla lettera queste parole, guardiamo alla sua produzione come ad un tentativo di ricondurre a chiarezza, quasi a volerli padroneggiare, alcuni degli aspetti più oscuri ed angosciosi della propria personalità? E non fece forse, De Martino, di questo dramma personale, il paradigma dell'esperienza umana tutta?IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itQuesto show fa parte del network Spreaker Prime. Se sei interessato a fare pubblicità in questo podcast, contattaci su https://www.spreaker.com/show/1487855/advertisement
Piše: Kristina Jurkovič, bereta: Maja Moll in Aleksander Golja »Stojimo pred Trgom San Sepolcro. Komaj sto ljudi, ljudi, ki nič ne pomenijo. /…/ Čakajo, da spregovorim, a nimam kaj reči. /…/ : to so ljudje vojne. Vojne in mita o njej. Potrebujem jih, želim si jih, kot moški koprni po ženski, obenem pa jih preziram. Preziram jih, kar pa ni pomembno; eno obdobje se je končalo in drugo se je pravkar začelo. Ruševine se kopičijo, razbitine kličejo druga drugo. Sem človek ''tistega, kar sledi''. In mar mi je. S tem klavrnim materialom – s temi ostanki človeštva – pa se ustvarja zgodovina.« Tako beremo v prvem poglavju monumentalnega romana M. sin stoletja in njegov avtor, italijanski pisatelj in esejist Antonio Scurati, je te besede položil v usta protagonistu M.-ju iz naslova, Benitu Mussoliniju. Kajti kdo drug kot eden največjih populistov, demagogov, retorikov, egomanov in manipulatorjev našega časa bi lahko bolje razložil samega sebe in rojstvo svojega otroka, ideologijo fašizma. Scurati se je v svojem pisanju vedno rad spoprijemal z vprašanji zla, nasilja, manipulacije, ali z nečim tako kompleksnim, kot je odnos med očetom in otrokom – tema romana Nezvesti oče, ki je pri nas izšel leta 2016. Zato si lahko predstavljamo, da sta se mu fašizem in njegov duče kar ponujala kot raziskovalni laboratorij, še toliko bolj, ker gre za v italijanski družbi precej nepredelan del preteklosti. To pojasnjuje Scuratijevo strategijo pisanja: ne orisati, temveč kar najnatančneje predočiti potek zgodovine med letoma 1919 in 1925, kolikor obsega prva knjiga v seriji štirih. In tudi zato imamo pred sabo hibriden roman: panoramo šestih let razbijajo kratka poglavja, zaokrožena z odlomki iz tedanjih časopisnih člankov, govorov ali pisem. Vsekakor nov pristop, ki pa razbije tudi bralni tok, a se hkrati ne moremo znebiti občutka, da zaradi občutljive teme avtor za svoje besede potrebuje dokazno gradivo, nekakšno varovalo, da si ni ničesar izmislil, in ki ga varuje pred morebitnim očitkom poveličevanja ali obujanja nostalgije. Lahko bi rekli, da gre bolj za dokumentirani kot dokumentarni roman. Roman M. sin stoletja tako v predvsem odgovarja na večno vprašanje ob totalitarnih režimih: kako je to mogoče? Scurati nas podrobno sooča z zapleteno prepletenostjo mikro in makro dogodkov v Italiji, dezorientiranosti po koncu prve svetovne vojne, strahu ljudi pred prihodnostjo in njihovega gneva nad samozadostno politično kasto. V takšnem prostoru so se spopadli socialisti in fašisti, iz te vojne, ki je dosegla vrhunec v umoru socialističnega politika Giacoma Matteottija, so zmagovito izšli fašisti in se usidrali kot oblast. Ob množici dogodkov v romanu nastopa množica ljudi z imeni in priimki, med njimi pa so najbolj tridimenzionalno izrisani pesnik in politični fantast Gabriele D'Annunzio (njegovemu pohodu na Reko Scurati posveča veliko pozornosti), Mussolinijeva ljubica, bogatašinja Margherita Sarfatti, ki je Mussoliniju dala manire in ga oblikovala intelektualno, in pa že omenjeni nasprotnik Matteotti. Seveda človek ob branju takšnega romana samodejno išče primerjave s trenutno realnostjo – in jih najde. Morda je to največji prispevek Scuratijevega romana, natančno seciranje takratne družbe, ki je fašizmu v veliki večini odprla vrata v svoje domove. Roman je zaradi gostote nekoliko težje prehoden, a hkrati bralec dobi nepozaben pogled v vzročno-posledično verigo nasilja, manipulacij, prevar in oportunizma, pa tudi v kratkovidnost takratnih intelektualcev, kot je bil filozof Benedetto Croce. A čeprav se fašizem brez širšega konsenza družbe ne bi mogel vzpostaviti, je bil njegov vlečni konj vendarle M. iz naslova – človek, ki je najbolje poznal ''svoje'' ljudi, znal njihov strah preoblikovati v upanje in ki je z brezobzirnim pohlepom po premoči izkoristil čas. A spet se najbolje razloži on sam, zato mu Scurati na koncu spet podeli besedo: »Oglejte si jih, poslušajte jih, ne razumejo, kaj se dogaja. Ne eni ne drugi. Ne razumejo, kaj jim počnem. /…/ Pred zgodovino sem se že opravičil, vendar moram priznati: slepota življenja v odnosu do samega sebe je presunljiva.« Na koncu se vrnemo na začetek. Nihče si ni želel prevzeti križa oblasti. Jaz ga bom sprejel.''
Roma (ITALPRESS) - “Tolkien è un autore di grande successo mondiale, un successo che si ripete negli anni. C'è un universo in questo autore, infatti Tolkien è stato un grande accademico, un linguista, un narratore importante, per certi versi anche un filosofo. Noi vogliamo provare a ricomprendere tutto questo universo di Tolkien e soprattutto il suo richiamo ad alcuni valori che sono il rispetto per le person. Io penso che ogni persona meriti solidarietà da parte dell'altro, e questi valori li troviamo negli scritti di Tolkien che oggi raccogliamo”. Lo ha detto il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano a margine della conferenza per presentare la mostra su ‘Tolkien, uomo professore autore'. “Quando la cultura è alta non ha una dimensione politica - ha proseguito -, io nei miei scritti cito spesso anche Antonio Gramsci perché lo considero un grande autore del ‘900 o anche il profilo ideologico di Norberto Bobbio che nelle sue pagine riporta una frase nella critica di Benedetto Croce - risponde Sangiuliano a un giornalista - ‘dobbiamo tornare all'aria aperta', per molti decenni si è cercato di togliere l'aria mentre invece dobbiamo respirare, essere plurali ed essere aperti”. xl3/col3/gtr
Massimo CacciariFestival Filosofiawww.festivalfilosofia.itFestival Filosofia, SassuoloVenerdì 15 settembre 2023, ore 18:00Lezione Magistrale di Massimo Cacciari"Logos"Dedicata a Franco RellaCome intendere il “logos-linguaggio”, come intendere il cominciamento del pensiero e la logica dell'inizio?Festival Filosofia, ModenaSabato 16 settembre 2023, ore 16:30Dibattito tra Massimo Cacciari e Natalino Irti"Tra lettera e spirito"Nessun medio?Quali scarti tra spirito delle leggi e parola scritta che le codifica? Quali scarti tra il linguaggio della sentenza e l'emanazione del verdetto?Massimo Cacciari è dagli anni '70 uno dei protagonisti della discussione filosofica e politica europea. Ha insegnato a Venezia, Lugano e Milano, ha ricevuto numerosissimi riconoscimenti internazionali ed è socio dell'Accademia dei Lincei. Molte le sue opere, da Krisis (1976) fino alla summa della sua riflessione teoretica rappresentata dal trittico Dell'Inizio (1990), Della cosa ultima (2004) e Labirinto filosofico (2014). Con Einaudi, ha recentemente pubblicato La mente inquieta. Saggio sull'Umanesimo (2019) e Paradiso e naufragio. Saggio sull'Uomo senza qualità di Musil (2022), edizione che ripropone, intregralmente riveduto e corretto, il saggio apparso in Il romanzo (vol. V, Lezioni, Einaudi 2003).È componente del Comitato Scientifico del Consorzio per il festivalfilosofia.Natalino Irti, allievo del giurista Emilio Betti, vince nel 1967 il concorso per professore ordinario. Ha insegnato nelle Università di Sassari, Parma, Torino e, dal 1975, nell'Università di Roma La Sapienza, dove è professore emerito di Diritto civile. È socio nazionale dell'Accademia dei Lincei e membro di altri sodalizi scientifici, oltre che presidente dell'Istituto italiano per gli studi storici, fondato da Benedetto Croce. Tra i suoi libri Nichilismo giuridico (2004), Destini dell'oggettività. Studi sul negozio giuridico (2011), Diritto senza verità (2011), Dialogo sul liberalismo. Tra Benedetto Croce e Luigi Einaudi (2012), L'uso giuridico della natura (2013), Un diritto incalcolabile (2016). Con Emanuele Severino ha svolto il Dialogo su diritto e tecnica (2001). Talune opere sono tradotte in lingue straniere.Franco Rella (1944-2023), docente ordinario di Estetica allo IUAV, è stato uno dei maggiori filosofi italiani contemporanei. La sua ricerca percorre da sempre filosofia e letteratura, anche attraverso gli autori di cui si è fatto curatore italiano (Baudelaire, Rilke, Flaubert). Tra i suoi testi più importanti: Il silenzio e le parole, L'enigma della bellezza, Pensare per figure, Scritture estreme. Proust e Kafka.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itQuesto show fa parte del network Spreaker Prime. Se sei interessato a fare pubblicità in questo podcast, contattaci su https://www.spreaker.com/show/1487855/advertisement
Giovanni Gentile e Benedetto Croce sono due filosofi e intellettuali del Novecento. Vissuti entrambi sotto il regime fascista, sono conosciuti per aver scritto l'uno il Manifesto degli intellettuali fascisti, e l'altro il Manifesto degli intellettuali antifascisti, o Antimanifesto.La contrapposizione fra i due ha aperto nel nostro paese un'importante dibattito sul ruolo dell'intellettuale rispetto alla politica e alla società civile. In questa pillola vediamo quali sono le caratteristiche dei due documenti, e perché sono così rilevanti ancora oggi.Colonna sonoraBlippy trance / Poppers and prosecco - Kevin Mac Leod
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Riproporre una biografia di Benedetto Croce dopo sessant'anni di oblio, porta a vedere aspetti della sua personalità che sono rimasti in ombra, come ad esempio i decenni di battaglie civili che il filosofo napoletano ha dedicato alla difesa del patrimonio storico, culturale e paesaggistico del nostro paese - spiega Emanuele Cutinelli-Rendina, autore del libro "Benedetto Croce. Una vita per la nuova Italia. Volume I" (Aragno, 772 p., € 50,50). RECENSIONI "Benedetto Croce. La biografia I. Gli anni 1866-1918" di Paolo D'Angelo (Il Mulino, 504 p., € 36,00) "Atene. Il racconto di una città" di Giorgio Ieranò (Einaudi, 240 p., € 21,00) "Roma. Dal Rinascimento ai giorni nostri" di Vittorio Sgarbi (La Nave di Teseo, 656 p., € 25,00) "Citofonare Hegel. I filosofi del passato rispondono alle grandi domande del presente" di Paolo Pagani (Rizzoli, 324 p., € 18,00) "Roma sono io" di Santiago Ponteguillo (Piemme, 672 p., € 22,90) IL CONFETTINO "Piccoli esploratori a Roma. La tua guida alla città" a cura di 24 ORE Cultura Education (24 ORE Cultura, 64 p., € 16,90)
Sandro Gerbi"il selvaggio dell'Orinoco"Sulle orme del padreUlrico Hoepli Editorehttps://hoepli.itQuesto libro autobiografico tenta un'impresa forse sin troppo audace: esplorare il cervello (e il cuore) di un padre molto amato, Antonello Gerbi, storico delle idee prestato alla Banca Commerciale, nato nel 1904 e scomparso nel 1976. Ma esplorare come? Ad esempio ripubblicando il suo opus magnum sulla presunta inferiorità delle Americhe secondo il fior fiore della cultura europea; oppure promuovendo raccolte di suoi articoli dimenticati; o ancora, scrivendo di lui in numerose circostanze. Un padre importante, dunque, e un figlio 'normale', la cui formazione - qui raccontata - ha preso le mosse proprio alla fine degli anni Settanta, con una decisa svolta dal giornalismo finanziario a quello culturale e allo studio della storia contemporanea. Ne è valsa la pena? L'autore pensa di sì, confortato anche dal fatto che Gerbi sr ha suscitato sin dagli anni Venti l'ammirazione di personaggi come Carlo Rosselli, Giuseppe Prezzolini, Luigi Einaudi, Raffaele Mattioli, Giuseppe Antonio Borgese e Benedetto Croce, nonché l'interesse di Antonio Gramsci, in carcere. Nella prima parte, il protagonista è Antonello, attraverso scampoli di sue lettere dal Perù (1938-1947) ai due fratelli, fuggiti a loro volta negli Stati Uniti in seguito alla legislazione antiebraica. Nella seconda l'autore racconta cosa ha fatto in concreto per valorizzare il lascito intellettuale del padre: un lavoro durato 45 anni e forse non ancora concluso.Sandro Gerbi, dopo anni di giornalismo culturale (Corriere della Sera e Il Sole 24 Ore), si è concentrato sugli studi di storia contemporanea, esordendo nel 1999 con Tempi di malafede (sull'amicizia tra Guido Piovene ed Eugenio Colorni, premio Comisso 2000). Ha poi pubblicato, fra l'altro: Mattioli e Cuccia, Ebrei riluttanti e, con Raffaele Liucci, Indro Montanelli, la più accreditata biografia del giornalista di Fucecchio. È figlio di Antonello Gerbi, già capo dell'Ufficio studi della Banca Commerciale, di cui ha curato molte opere, tra cui La disputa del Nuovo Mondo (Ricciardi e poi Adelphi), un classico dell'americanistica tradotto in varie lingue. Nel 2021 ha pubblicato “la voce d'oro di Mussolini” per Neri Pozza.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarehttps://ilpostodelleparole.itQuesto show fa parte del network Spreaker Prime. Se sei interessato a fare pubblicità in questo podcast, contattaci su https://www.spreaker.com/show/1487855/advertisement
"La violencia no es fuerza sino debilidad, nunca podrá crear cosa alguna, solamente la destruirá". (Benedetto Croce). Hoy nuestra dedicatoria va para todos los que participaron en "La Batalla de Toledo X", la mayor de todas las ediciones hasta la fecha. Y punto de inflexión en muchos aspectos... Pero de todo ello, será de lo que hablemos en el programa de hoy.
Un día como hoy, 25 de febrero: Nace: 1841: Pierre Auguste Renoir, pintor impresionista francés (f. 1919). 1866: Benedetto Croce, filósofo e historiador italiano (f. 1952). 1873: Enrico Caruso, tenor italiano (f. 1921). 1917: Anthony Burgess, escritor y músico británico (f. 1993). 1949: Amin Maalouf, escritor libanés. Fallece: 1970: Mark Rothko, pintor estadounidense (n. 1903). Conducido por Joel Almaguer. Una producción de Sala Prisma Podcast. 2023
La Repubblica. Per il testo, iscriviti a https://italianoconletteratura.substack.com
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Hoy, en el capítulo cuadragésimo segundo de «La cátedra de Dalmacio», presentado y conducido por Bernardo Garrido, Dalmacio Negro Pavón (catedrático de Ciencias Políticas y autor de numerosos artículos y libros) nos ilustra sobre la tradición de la libertad política y la lealtad. Bibliografía: - “Lo que Europa debe al cristianismo” de Dalmacio Negro. - “Liberalismo, Iliberalismo” de Dalmacio Negro. - “El factor republicano” de Antonio García-Trevijano. - “Teoría Pura de la Republica” de Antonio García-Trevijano. -“Victory of Reason” de Rodney Stark. - “Por qué no podemos dejar de llamarnos cristianos” de Benedetto Croce. - “Dostoievski e Nietzsche” de Walter Schubart. - “El Estado servil” de Hilaire Belloc. - “Dios y el Estado” de Mijail Bakunin. ---------- ¡APÓYANOS! - Vía iVoox: haz clic en APOYAR (botón de color azul). - Vía Paypal: https://www.paypal.com/donate?hosted_button_id=Y4WYL3BBYVVY4 - Vía Patreon: https://www.patreon.com/MCRC_es ------------ mcrc.es diariorc.com yonovoto.info
Alfonso Musci"Dalla catastrofe alla speranza"Un alfabeto politico della vita offesaAntonio Mandese Editorehttps://www.mandese.it/wp/Nel costruire un alfabeto della contemporaneità l'autore si concentra sul legame nascosto tracatastrofe, vita offesa e speranza. Per farlo ricorre a pagine di diario, appunti e notefilologiche, raccolte in 136 esercizi di pensiero storico-critico. L'attitudine alla critica, allameditazione e alla complessità introduce un uniforme grado di distanza dall'attualità e dallacronaca, ma al contempo dà voce alla quotidianità del vivere e del pensare, premessanecessaria per ogni progetto di ‘filosofia civile'. Il libro si propone come manifesto politicogenerazionale, non per una parte, ma per l'intero, appello per una cultura sperimentale chesappia intendere il progresso politico come ampliamento del diritto di ciascuno alla propriaricerca linguistica ed etica.Alfonso Musci (Taranto 1981) ha studiato filosofia a Pisa. È stato borsista presso l'Istituto Nazionale di Studi sul Rinascimento (Firenze), l'Istituto Italiano per gli Studi Storici (Napoli) e la Scuola Superiore di Studi Storici (San Marino). È redattore del «Giornale Critico della Filosofia Italiana». Ha curato la raccolta di scritti di Renato Serra e Benedetto Croce, Polemica sulla storia (2012), l'edizione critica di Etica e politica. Aggiuntovi il Contributo alla critica di me stesso (2015) e gli atti del convegno Filosofia civile e crisi della ragione. Croce filosofo europeo (2016).IL POSTO DELLE PAROLEAscoltare fa Pensarehttps://ilpostodelleparole.it/
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7155COSA RENDE I NOSTRI GIOVANI COSI FRAGILI? di Antonio SocciHanno fatto un deserto e lo hanno chiamato Modernità e Libertà. Ma è spesso un deserto inospitale dove soffia un vento di infelicità e di morte.Lo attestano anche le drammatiche statistiche sui suicidi dell'Osservatorio suicidi della Fondazione Brf (Istituto per la ricerca in Psichiatria e Neuroscienze).Da gennaio ad agosto di quest'anno ci sono stati 351 suicidi e 391 tentativi: un suicidio ogni 16 ore e un tentativo di suicidio ogni 14. Particolarmente grave l'aumento dei casi fra i giovani (in modo speciale nel biennio della pandemia).Queste tragedie sono la punta dell'iceberg di una condizione di disagio, di solitudine, di ansia o depressione che fra i giovani è molto ampia e sta crescendo. Naturalmente ognuno è una storia a sé, ognuno ha i suoi problemi e ognuno è un mistero unico. Ma tutti insieme delineano un dramma sociale - o spirituale - che riguarda il nostro tempo.Ciò che accomuna tutti noi è il desiderio di felicità o il voler sfuggire all'infelicità.Scriveva Pascal: "Tutti gli uomini cercano di essere felici, compresi quelli che stanno per impiccarsi".Felicità e infelicità sono sentieri che conducono in una terra misteriosa, quella della nostra anima, che non si esplora con la sociologia.Quando si parla di disagio esistenziale ogni volta si tentano spiegazioni sociologiche che però spesso si contraddicono o illuminano solo un pezzo di realtà, ma non vanno alle radici del problema.Sono spiegazioni che lasciano insoddisfatti.LE GENERAZIONI PRECEDENTIPerché le condizioni materiali di vita pesano, ma non sono l'aspetto determinante. Altrimenti non si spiegherebbe perché i nostri genitori - giovani durante la guerra e il dopoguerra - affrontarono la miseria, la fame, i bombardamenti, il durissimo lavoro della ricostruzione, con una forza morale travolgente (che fra l'altro produsse il "miracolo economico" e il "baby boom"), mentre i nostri figli - che hanno una vita enormemente facile - sono così smarriti e fragili.Cos'è andato perduto rispetto alle generazioni precedenti che - senza alcun dubbio - sopportavano condizioni di vita molto più dure? Possiamo dire che erano spiritualmente più forti anzitutto per l'atmosfera cristiana in cui erano nate e cresciute?Affrontavano le tragedie con maggior resilienza (come si dice oggi).C'è una commovente intervista alla poetessa Alda Merini, dopo il terremoto in Abruzzo del 5 aprile 2009, che la televisione trasmise il 9 aprile.La Merini, nata nel 1931, si definiva "abbastanza" credente e in quell'occasione disse: "Anch'io sono stata 'terremotata' da un manicomio all'altro.Ognuno di noi ha avuto le sue scosse, però è nel momento del dolore che bisogna stringere i denti. Noi adesso partecipiamo a questa tragedia italiana, però non fermiamoci al dolore. Stringiamo i denti e andiamo avanti. Dio guarda tutti, ci vede, guarda i terremotati, vede gli infelici e non abbandona il mondo. Io sono sicura. E uno dei mezzi perché Dio ci ascolti è proprio la poesia, la preghiera, il canto".Questo era l'animo delle generazioni che ci hanno preceduto. Le società del passato non erano migliori di oggi. Erano più ingiuste e la vita molto più dura. Ma anche questo dimostra che i nostri vecchi - pur con le loro fragilità e miserie - avevano una solidità ammirabile.CLIMA SPIRITUALE CRISTIANONon perché tutti fossero dei devoti. Ma tutti respiravano quel clima spirituale che aveva permeato i secoli in Italia e toccava anche agnostici e atei. Non a caso il padre della cultura laica italiana, Benedetto Croce, scrisse nel 1942 "Perché non possiamo non dirci "cristiani", spiegando che tale qualifica "è semplice osservanza della verità".Il laico Federico Chabod concordava e aggiungeva: "Anche i cosiddetti 'liberi pensatori', anche gli 'anticlericali' non possono sfuggire a questa sorte comune dello spirito europeo".Negli ultimi anni questo interrotto fiume spirituale si è come disseccato. Si è prodotta una rottura che non è solo culturale, ma anche esistenziale. I giovani - che nei prossimi giorni torneranno a scuola, con i loro problemi, i loro sogni e il loro disagio - sono sostanzialmente ignari del passato, soli di fronte al mistero della loro vita e al futuro.La scuola (ma dovremmo parlare anche della Chiesa e delle nostre famiglie) non sa trasmettere come un'eredità viva ciò che le generazioni precedenti hanno creato, amato, professato, sofferto e vissuto.Inostri ragazzi sembrano sospesi fra la realtà virtuale dei social e una scuola o una società ossessionate soprattutto dai comportamenti, dal politicamente corretto, dalle ideologie oggi dominanti (come l'ecologia: è l'epoca di Greta Thunberg).Si prescrive "come" comportarsi, ma nessuno comunica nulla sul "perché" vivere.Tanto meno si fa "parlare" su questo la cultura e l'arte del nostro passato.La realtà non virtuale che i ragazzi conoscono è quella dei coetanei, sono rapporti talora violenti e in genere superficiali o poveri. Ne scaturisce una fragilità emotiva spaventosa, una solitudine che raramente incontra un abbraccio di comprensione o compassione.A volte però basta un incontro vero (un maestro, un amico, un genitore) per far scoprire la bellezza del presente, la ricchezza del passato e la promessa custodita dal futuro. Ma resta l'enorme problema educativo di un Paese smarrito.
Lorenza Foschini"L'attrito della vita"Indagine su Renato Caccioppoli matematico napoletanoLa nave di Teseohttp://www.lanavediteseo.eu/Napoli, 8 maggio 1959. Renato Caccioppoli, genio della matematica, pianista prodigioso, affascinante affabulatore, coltissimo e poliglotta, ritenuto nipote del fondatore del movimento anarchico Michail Bakunin, si uccide sparandosi un colpo di pistola alla nuca nella sua casa di Palazzo Cellammare.Adorato da studenti e colleghi, modello di libertà e anticonformismo per un'intera generazione, Caccioppoli ha incantato con il suo carisma e la sua intelligenza non solo alcuni tra i più celebri intellettuali del secolo – André Gide, Pablo Neruda, Eduardo De Filippo, Benedetto Croce, Alberto Moravia, Elsa Morante – ma anche e soprattutto il popolo napoletano, che da sempre guarda a lui con stupita ammirazione. Perseguitato dal regime fascista, afflitto da quello che la scrittrice e amica Paola Masino definirà “l'attrito della vita”, la sua morte lo consegna definitivamente alla storia della città.Questa indagine meticolosa e documentata ci racconta chi fu realmente Caccioppoli e ci restituisce un'immagine non stereotipata, e per certi versi inedita, di una Napoli leggendaria.Lorenza Foschini, napoletana, ha condotto a lungo il Tg2. Autrice e conduttrice di trasmissioni di successo, ha realizzato documentari e programmi di approfondimento. Ha pubblicato, tra l'altro, Il cappotto di Proust, Zoé, la principessa che incantò Bakunin, Il vento attraversa le nostre anime. Marcel Proust e Reynaldo Hahn. Una storia d'amore e d'amicizia. Ha tradotto inediti proustiani in Ritorno a Guermantes e curato La democrazia in 30 lezioni di Giovanni Sartori.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarehttps://ilpostodelleparole.it/
Donatella Gnetti"PassePartout Festival"http://www.passepartoutfestival.it/2022/1922-2022 FRAGILE OCCIDENTE si intitola il diciannovesimo Passepartout, il festival culturale di Asti: geopolitica, storia, economia, società, ambiente, fotografia, arte, letteratura. Si svolgerà da venerdì 3 a domenica 12 giugno, organizzato dalla Biblioteca Astense Giorgio Faletti con la Città di Asti e la Regione Piemonte. Direttore scientifico Alberto Sinigaglia. “A cent'anni dalla pubblicazione del Tramonto dell'Occidente di Oswald Spengler - spiega Sinigaglia - ci proponevamo un bilancio delle sue profezie. L'invasione russa dell'Ucraina ne fa un tema di drammatica attualità, offrendo le più dure e crudeli verifiche di quanto avevamo sognato, realizzato, conquistato, come i 77 anni di pace in Europa, che credevamo sicura per sempre”. L'Occidente è in affanno e per mettere a confronto l'anno in corso con la storia, secondo la sua formula sperimentata, il Festival Passepartout ha colto il centenario di un libro famoso, "Il tramonto dell'Occidente" di Oswald Spengler. Il titolo 1922-2022 FRAGILE OCCIDENTE nasce dalle analisi, dalle profezie del filosofo e storico tedesco e dalle diffuse insoddisfazioni e inquietudini che oggi pervadono gli Stati Uniti e l'Europa.L'invasione russa dell'Ucraina dà al tema una drammatica attualità, pericolosa perché ci trova impreparati dopo 77 anni di pace che credevamo assicurata per sempre. La geopolitica occupa più del solito il programma: su quanto è accaduto e accade ragioniamo con diplomatici e giornalisti (tra loro un'inviata americana) che meglio conoscono i paesi in guerra. Un filosofo, un uomo di fede e un'esperta di opinione pubblica ci aiutano ad analizzare le complesse reazioni del nostro turbamento. Quattro giganti verranno a consolarci: Paolo Conte, il grande musicista-poeta, tra gli italiani più famosi e universalmente amati, che ci porterà nei suoi cari Anni 20 con l'esplosione delle invenzioni e delle avanguardie artistiche e musicali; Tutankhamon la cui tomba scoperta un secolo fa avviò la marcia trionfale dei faraoni d'Egitto nella nostra cultura; i due Bronzi di Riace che cinquant'anni fa riemersero dagli abissi stupefacendo il mondoIl 1922 vide anche la legge firmata Benedetto Croce che decise la protezione del paesaggio e l'istituzione dei parchi naturali. Una ragione per analizzare insieme gli ultimi risultati del satellite che osserva la Terra, controlla l'ambiente e la sua salute. Per vedere a che punto i progressi tecnologici e la necessaria sostenibilità trasformino le città. E per riconsiderare la vasta indagine sul paesaggio operata dal fotografo Luigi Ghirri d'intesa con lo scrittore Gianni Celati. La letteratura è presente a Passepartout con due protagonisti: Beppe Fenoglio nel centenario della nascita e James Joyce nel centenario di "Ulysses", il romanzo scandaloso che lo rese celebre.I cent'anni della Marcia su Roma ci inducono a vedere che cosa sia stato il fascismo e se ve ne siano tracce nelle correnti illiberali cresciute in Europa e in America. Una ragione in più, nei cent'anni della "Rivoluzione liberale", la rivista di Piero Gobetti, per interrogarci se quell'idea abbia un futuro.Una serata è dedicata alla giustizia: dall'anniversario di Mani Pulite alla riforma di Marta Cartabia. Due serate affrontano i problemi di economia internazionale e locale aggravati dalla pandemia e ora dalla guerra. Relatori in vari incontri sul "Fragile Occidente" tra storia e attualità: il filosofo Maurizio Ferraris, gli ambasciatori Stefano Pontecorvo e Gianpaolo Scarante, padre Enzo Bianchi, il cantautore Paolo Conte con l'autrice Manuela Furnari, i giornalisti e scrittori Amy Kellogg, Paolo Garimberti, Claudio Pagliara, Domenico Quirico e Aldo Cazzullo, che si occuperà in particolare della condizione femminile, fragile, ma punteggiata di donne forti e straordinarie, alle quali è dedicata l'anteprima del 3 giugno "La forza delle italiane".Cent'anni fa la scoperta della tomba di Tutankhamon diede una scossa agli studi dell'egittologia riaccendendo il suo fascino e l'interesse per la storia dei faraoni. Ne parlerà Christian Greco, direttore del Museo Egizio di Torino, secondo al mondo per importanza, ma diventato il primo per notorietà e numero di visitatori. Cinquant'anni fa un'altra scoperta archeologica suscitò un interesse mondiale: i Bronzi di Riace, come da allora sono chiamate le due statue di bronzo, capolavori dell'arte greca, salvati intatti dal mare di Riace Marina non lontano da Reggio Calabria. Ricostruirà quella storia affascinante lo scrittore, attore e giornalista Pietrangelo Buttafuoco.Compie un secolo anche "Rivoluzione liberale", la rivista fondata da Piero Gobetti. Quanto ha contato l'idea liberale nel '900? Che cosa ne è oggi? Che ne sarà? Ne parlerà il professor Fulvio Cammarano, storico dell'Italia liberale. La serata sarà dedicata alla memoria dell'ex ministro Antonio Martino, che a sua volta aveva accettato l'invito a Passepartout per testimoniare la propria esperienza.Sempre un secolo fa in Europa si affermarono le dittature: dalla Germania alla Russia, all'Italia, poi alla Francia e alla Spagna. Ne parlerà la storica Alessandra Tarquini. C'è qualcosa del fascismo che sopravvive oggi nelle potenze autoritarie o nei movimenti illiberali che in America e in Europa rinnegano i valori dell'Occidente?Risale al 1922 "L'opinione pubblica", fondamentale studio del grande giornalista Walter Lippmann. Alessandra Ghisleri, tra i più famosi e autorevoli sondaggisti italiani, spiegherà come ha visto e come vede cambiare l'opinione pubblica nell'era dei social media, della comunicazione incessante e manovrata.Un elemento fondamentale della democrazia è la giustizia. A trent'anni dalla stagione di Mani pulite e mentre si avvia una riforma della giustizia in Italia, ne parlano in un dialogo l'ex magistrato Gherardo Colombo e l'ex presidente della Corte costituzionale Gustavo Zagrebelsky.La fragilità dell'Occidente dipende anche dalla fragilità del pianeta, cioè dell'ambiente che dovremmo salvare. Già nel 1922 se ne occupava Benedetto Croce, firmando la prima legge sui parchi naturali, come racconterà lo storico dell'arte Salvatore Settis, spiegando lo stretto legame tra natura, bellezza e cultura.Roberto Ragazzoni, direttore dell'Osservatorio astronomico di Asiago e costruttore del telescopio del satellite "Cheops", dialogherà con Giovanni Caprara, presidente dell'UGIS - Unione Giornalisti Italiani Scientifici, su come dallo spazio sia possibile conoscere meglio la vita sulla Terra e decifrare il futuro del pianeta e il nostro.Il giornalista Michele Smargiassi, a trent'anni dalla morte di Luigi Ghirri, uno dei più influenti fotografi italiani del '900, illustrerà il vasto lavoro che svolse sul paesaggio anche d'intesa con Gianni Celati, lo scrittore scomparso in gennaio.L'ecologia si riverbera sulla vita delle città e sulle loro trasformazioni, come spiegherà l'architetto astigiano Carlo Ratti, ormai tra le archistar al lavoro nel mondo. La fragilità dell'Occidente si riverbera sull'economia internazionale, tra crisi energetica e sanzioni, e sulle difficoltà delle amministrazioni pubbliche, delle imprese, delle famiglie. Se ne parlerà in due incontri: uno con l'imprenditore e politico Guido Crosetto, l'altro con il presidente della Fondazione CRT Giovanni Quaglia, il presidente della Fondazione CRAT Mario Sacco, l'economista Giuseppe Tardivo e il giornalista Luca Ubaldeschi, direttore del "Secolo XIX" di Genova.Il 2022 celebrerà un gran numero di centenari di scrittori e personaggi famosi per il quale l'intero Festival non basterebbe. Passepartout non poteva che scegliere Beppe Fenoglio. L'antropologo Piercarlo Grimaldi, che lo conobbe, parlerà dell'amore dello scrittore per la sua terra, le sue storie, per quel piccolo mondo dalle radici troppo profonde per non essere universali. Cent'anni fa James Joyce pubblicava "Ulysses". Masolino D'Amico, anglista e critico teatrale, affronterà quel romanzo rivoluzionario che ha condizionato la letteratura del Novecento, sebbene in molti non siano riusciti a leggerlo fino in fondo.Asti ha nel 2022 un importante anniversario cittadino perché trent'anni fa vi nacque Ethica, un'organizzazione internazionale che ha avuto tra i suoi fondatori, accanto all'ingegner Giovanni Periale, il filosofo Remo Bodei, il diplomatico e giornalista Vittorio Dan Segre, l'ambasciatore Sergio Romano, il fisico Carlo Brumat e padre Enzo Bianchi. L'incontro che lo vedrà protagonista nasce in collaborazione con Ethica ed è dedicato all'istituzione che nel suo decennale meritò la visita del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi.Inoltre sabato 4 giugno alle 10 nella Sala delle Colonne della Biblioteca Astense Passepartout organizza “Passepartout: memoria e progetto”, un evento speciale aperto alla stampa e alla cittadinanza per approfondire alcuni dei temi e dei personaggi del festival, con la presenza di tre ospiti: l'Ing. Giovanni Periale parlerà dei trent'anni dell'associazione Ethica, ai quali è dedicato l'incontro di sabato 11 giugno con Enzo Bianchi; il Prof. Marco De Vecchi traccerà un ricordo dell'Ing. Giuseppe Ratti, padre dell'architetto Carlo Ratti, che sarà ospite del festival venerdì 10 giugno; infine la Dott.ssa Rita Barbieri ricorderà l'ex ministro Antonio Martino, al quale è dedicato l'incontro di sabato 11 giugno "L'eresia liberale".Sarà il modo di ripercorrere straordinarie esperienze intellettuali di personalità che hanno messo il proprio sapere tecnico e culturale al servizio della società, progettando futuro. Un ambizioso progetto per il futuro è quello di Asti, che si candida a essere la Capitale italiana della Cultura 2025.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarehttps://ilpostodelleparole.it/
Il dissenso di un diplomatico russo ci insegna che la dittatura si può combattere anche con gesti individuali. Come fece Benedetto Croce contro Mussolini, Solzenicyn contro Stalin, Liu Xiaobo contro il partito comunista cinese.
durée : 01:24:59 - Les Nuits de France Culture - par : Philippe Garbit, Albane Penaranda, Mathilde Wagman - Par Pascale Lismonde - Avec Piero Craveri (petit-fils de Benedetto Croce, politicien, historien), Bruno Pinchard (écrivain français, docteur et professeur de philosophie, chargé de recherches au CNRS), Gerardo Marotta (avocat, philosophe, directeur de l'Institut d'Etudes Philosophiques de Naples), Giuseppe Galasso (historien, député, secrétaire de l'Institut de l'Histoire de la Patrie à Naples), Raffaello Franchini (professeur de philosophie à l'Université de Naples, essayiste) et Giovanni Pugliese-Carratelli (académicien, historien de l'Antiquité, ancien directeur de l'Ecole normale supérieure de Pise) - Lectures Depe Dego et Pascal Mazzotti - Réalisation Christine Berlamont - réalisation : Virginie Mourthé
Photo: Italy. Kingdom of the Two Sicilies, 1810-1812. Risorgimento, (“Rising Again”), 19th-century movement for Italian unification that culminated in the establishment of the Kingdom of Italy in 1861. The Risorgimento was an ideological and literary movement that helped to arouse the national consciousness of the Italian people, and it led to a series of political events that freed the Italian states from foreign domination and united them politically. Although the Risorgimento has attained the status of a national myth, its essential meaning remains a controversial question. The classic interpretation (expressed in the writings of the philosopher Benedetto Croce) sees the Risorgimento as the triumph of liberalism, but more recent views criticize it as an aristocratic and bourgeois revolution that failed to include the masses.CBS Eye on the World with John BatchelorCBS Audio Network@BatchelorshowRussell Shorto #Unbound: the complete, forty-minute interview, April 22, 2021.Smalltime: A Story of My Family and the Mob. Hardcover – February 2, 2021, by Russell Shorto (Author)https://www.amazon.com/Smalltime-Story-My-Family-Mob/dp/0393245586/ref=tmm_hrd_swatch_0?_encoding=UTF8&qid=&sr=Family secrets emerge as a best-selling author dives into the history of the mob in small-town America. The best-selling author Russell Shorto, praised for his incisive works of narrative history, never thought to write about his own past. He grew up knowing his grandfather and namesake was a small-town mob boss but maintained an unspoken family vow of silence. Then an elderly relative prodded: You're a writer―what are you gonna do about the story? Smalltime is a mob story straight out of central casting―but with a difference, for the small-town mob, which stretched from Schenectady to Fresno, is a mostly unknown world. The location is the brawny postwar factory town of Johnstown, Pennsylvania. The setting is City Cigar, a storefront next to City Hall, behind which Russ and his brother-in-law, “Little Joe,” operate a gambling empire and effectively run the town. Smalltime is a riveting American immigrant story that travels back to Risorgimento Sicily, to the ancient, dusty, hill-town home of Antonino Sciotto, the author's great-grandfather, who leaves his wife and children in grinding poverty for a new life―and wife―in a Pennsylvania mining town. It's a tale of Italian Americans living in squalor and prejudice, and of the rise of Russ, who, like thousands of other young men, created a copy of the American establishment that excluded him. Smalltimedraws an intimate portrait of a mobster and his wife, sudden riches, and the toll a lawless life takes on one family. But Smalltime is something more. The author enlists his ailing father―Tony, the mobster's son―as his partner in the search for their troubled patriarch. As secrets are revealed and Tony's health deteriorates, the book becomes an urgent and intimate exploration of three generations of the American immigrant experience. Moving, wryly funny, and richly detailed, Smalltime is an irresistible memoir by a masterful writer of historical narrative.8 black-and-white illustrations
Il 25 aprile si è celebrata la Festa della Liberazione, che durante il Fascismo era ugualmente festa nazionale, ma riservata alla figura dell'inventore della Radio Guglielmo Marconi, a cui il regime volle dare particolare enfasi per sottolineare la genialità tutta italiana, una impronta nazionalista sull'invenzione dello scienziato Premio Nobel, il cui 25 aprile coincideva col suo compleanno. Sono due avvenimenti che vanno a braccetto, anche perchè si collocano nel triste contesto storico della Seconda Guerra Mondiale. Dove ognuno dopo ha voluto tirare un po' l'acqua al suo mulino per farli propri. Ad esempio il 25 aprile, lo si vuole forzatamente attribuire a una vittoria politicamente rossa, fatto storicamente non vero, in quanto la cacciata dei fascisti è stata contributo di un movimento partigiano spontaneo a cui appartenevano varie forze politiche stufe dell'oppressione fascista. E dove senz'altro c'è stata una matrice più rossa nell'Italia Settentrionale e multicolore al Sud.Marconi, è stato probabilmente fra incudine e martello. E si creò dopo l'uguale polemica come per tanti altri, accusati non tanto di appartenere al fascismo ma di non aver fatto nulla contro di esso. Si ricordi ad esempio del filosofo Gentile, contro Benedetto Croce che ebbe il coraggio di non schierarsi col fascismo. Fu probabilmente per questo, che nel 1943, le autorità scientifiche internazionali vollero punire l'Italia attraverso Marconi, ormai morto, non rinnovandogli i brevetti, e assegnandoli invece al suo rivale Tesla. Una subdola ripiccacol quale probabilmente più che dare un riconoscimento a Tesla si voleva colpire il nazionalismo fascista. E' stata questa un'assurdità, visto che Marconi è deceduto il 20 luglio 1937, per un angina pectoris, (così cita la fonte ufficiale che ben conosciamo),mentre in realtà il fascismo entrò nella sua fase più acuta esattamente un anno dopo la sua morte, ovvero l'11 novembre 1938, quando il Corriere della Sera annuncia l'entrata in vigore delle Leggi Razziali. L'Italia è un Paese di carbonari, e le epurazioni il regime le ha sempre fatte in modo soft, così come avvenne ad esempio per Italo Balbo, il braccio destro del duce, che guarda caso venne abbattuto per caso, si disse per un incidente, mentre era in volo in Etiopia, ma che probabilemte ombrava la figura del Duce che lo riteneva scomodo. E certo Marconi che aveva trasferito il centro dei suoi affari a Londra, ciò non era di suo aiuto. In questo programma apriamo una parentesi sia su Marconi, che sulle radio partigiane e quelle d'informazione, con una chiacchierata leggera, senza alcuna pretesa. E quindi abbiamo nostro ospite, Bruno Lusuriello, da Genova, radioamatore, appassionato di surplus militare, di musei di radio d'epoca e conoscitore di molti aneddoti circa quel periodo storico. **Al termine spazio alle notizie dal mondo delle comunicazioni. --- Send in a voice message: https://anchor.fm/notewebradio/message
Il 28 e 29 gennaio 1944 si svolse a Bari, presso il teatro Piccinni, il primo Congresso dei Comitati di liberazione nazionale. Il clima non mancò di tensioni e l'organizzazione fu piuttosto complicata, anche per le continue pressioni del governo vigente. Intervennero esponenti di partiti di tutti gli schieramenti. Fra i vari interventi, notevole la lucida visione sistemica di Benedetto Croce e la dura critica al re e al generale Badoglio di Tommaso Fiore.
Un día como hoy, 25 de febrero: Nace: 1841: Pierre Auguste Renoir, pintor impresionista francés (f. 1919). 1866: Benedetto Croce, filósofo e historiador italiano (f. 1952). 1873: Enrico Caruso, tenor italiano (f. 1921). 1917: Anthony Burgess, escritor y músico británico (f. 1993). 1949: Amin Maalouf, escritor libanés. Fallece: 1970: Mark Rothko, pintor estadounidense (n. 1903). Una producción de Sala Prisma Podcast. 2021
Lo scorso 10 febbraio Stroncature ha ospitato la presentazione del nuovo libro di Eugenio Di Rienzo “Benedetto Croce. Gli anni del Fascismo” (Rubbettino, 2020). Con l'autore hanno discusso Corrado Ocone e Gerardo Nicolosi. Modera Armando Pepe. Iscriviti a Stroncature: https://stroncature.substack.com
Un día como hoy, 20 de noviembre: 1820, el barco Essex se hunde por el ataque de un cachalote. Este evento será de inspiración para Herman Melville. 1625, nace Paulus Potter. 1858, nace Selma Lagerlöf. 1914, nace José Revueltas. 1936, nace Don DeLillo. 1942, nace Meredith Monk. 1894, fallece Antón Rubinstein. 1910, fallece León Tolstói. 1950, fallece Francesco Cilea. 1952, fallece Benedetto Croce. Una producción de Sala Prisma Podcast. 2020
Nel nostro mondo contemporaneo così caotico, rapido, complesso, ha ancora un valore lo studio di discipline come storia e filosofia? Proviamo a scoprirlo insieme in questo primo episodio di Sentieri Intrecciati! TESTI CITATI: 1) ‘Epistulae ex Ponto' di Ovidio: https://amzn.to/30GHqmV 2) ‘Che cos'è la filosofia?' di Gilles Deleuze e Félix Guattari: https://amzn.to/3d3dzKg (versione ebook: https://amzn.to/3jDjpV2) 3) ‘Che cos'è la filosofia?' di José Ortega y Gasset: https://amzn.to/2SyMMMn 4) ‘Apologia della storia' di Marc Bloch: https://amzn.to/2GrDe3w (versione ebook: https://amzn.to/3iyBIte) 5) ‘La storia come pensiero e come azione' di Benedetto Croce: https://amzn.to/2SB9UK5 6) 'Prima lezione di filosofia' di Roberto Casati: https://amzn.to/2HY9DPm (versione ebook: https://amzn.to/33BUGL9)
L’dentità di un popolo risiede nella sua storia & ndash; ha scritto Benedetto Croce & ndash; in tutta la sua storia, in nient’altro che la sua storia». Il punto cruciale è se non sia il caso, o meglio non sia arrivato il momento di considerare nel divenire degli italiani tutto ciò & ndash; ed è moltissimo & ndash; che negli ultimi 40 anni è stato prodotto, consumato e assorbito anche in termini di mitologie fasulle, simboli scombinati, scherzi infiniti, oggetti inutili e scemenze, parodie, volgarità, invenzioni demenziali, ossessioni collettive, isterie di massa.
Audio di Lamberto Giannini, per più video andate sul suo canale: https://www.youtube.com/channel/UCsjsoyoxpyVboTvIgV2bg1Q/featured Benedetto Croce (Pescasseroli, 25 febbraio 1866 – Napoli, 20 novembre 1952) è stato un filosofo, storico, politico, critico letterario e scrittore italiano, principale ideologo del liberalismo novecentesco italiano ed esponente del neoidealismo. Presentò il suo idealismo come «storicismo assoluto», giacché «la filosofia non può essere altro che "filosofia dello spirito" [...] e la filosofia dello spirito non può essere altro che "pensiero storico"», ossia «pensiero che ha come contenuto la storia», che rifugge ogni metafisica, la quale è «filosofia di una realtà immutabile trascendente lo spirito». In funzione anti-positivistica, nella filosofia crociana, la scienza diventa la misuratrice della realtà, sottomessa alla filosofia, che invece comprende e spiega il reale. (fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Benedetto_Croce https://www.youtube.com/watch?v=jxSQEMIS5u4&t=216s)