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Il 27 marzo 1975 il ragionier Ugo Fantozzi entrava per la prima volta nelle vite e nell'immaginario degli italiani attraverso lo schermo. Questa puntata celebra con il secondo film della saga il personaggio di Paolo Villaggio, da cinquant'anni sinonimo dell'impiegato impacciato, servile e vessato da capi e colleghi sul posto di lavoro.See omnystudio.com/listener for privacy information.
Non ci sono più gli aneddoti di una volta. Fonti: account Tiktok glockfede_tiktokcoach, 26 aprile 2023; account Tiktok popcornwh0re, 30 luglio 2024; account Tiktok toons.and.clips, 25 aprile 2023; video "Marcello Mastroiannie la moglie del produttore" pubblicato sul canale Youtube Leandro Giori il 15 settembre 2023; video "Alberto Sordi racconta un divertente aneddoto avvenuto a casa di Gianni Agnelli" pubblicato sul canale Youtube Gentlemen of Italy il 24 marzo 2023; account Tiktok videodaridere_, 14 luglio 2022; video "Ricordando i bei tempi del drive in ❤️Il paninaro" pubblicato sul canale Youtube Ezio Tucci Channel il 16 novembre 2022; video "Salvini: "Ritorniamo alla leva militare obbligatoria" pubblicato sul canale Youtube Vista Agenzia Televisiva Nazionale il 22 settembre 2017; video "TG1 Musicassette 28 03 2019" pubblicato sul canale Youtube GDJ il 29 marzo 2019; video "Le voci dei no vax dalla piazza" pubblicato sul canale Youtube La7 Attualità il 16 settembre 2021; video "Paolo Villaggio e le cene da Ugo Tognazzi ..." pubblicato sul canale Youtube LUNA DI MIELE PRODUZIONI - TEATRO,EVENTI,CONCERTI il 17 novembre 2021. Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
Morto un Papa se ne fa un altro: chi vorresti tra Lino Banfi e Paolo Villaggiocon Daniele Fabbri e Tommaso FaoroELENA GABRIELLE - ADDICKTED Special https://www.youtube.com/watch?v=ehcnV1J9OGABEPPE GRILLO Show 2001https://youtu.be/zdj-PK5_KFE?si=UUKniB1NlcfYgxhgTYRES Shane Gillishttps://www.netflix.com/title/81758875ARE YOU GARBAGEhttps://www.youtube.com/@AreYouGarbageDIANE SPENCER Sub ITAhttps://www.youtube.com/watch?v=sho-A4ZgYPQ&list=PLNntix13-eG-cQRPvM6Dj6_65kq5cbagN
Nel giorno della Festa dei lavoratori, parliamo del film che ha dato vita alla saga con l'impiegato più proverbiale del cinema italiano: il ragionier Ugo Fantozzi. Creato e interpretato da Paolo Villaggio, il personaggio cerca di sopravvivere ogni giorno, tra mille sventure, alla vita lavorativa in azienda.See omnystudio.com/listener for privacy information.
Non esistono più i tormentoni di una volta. Fonti: video “Maramao perchè sei morto ♫ Trio Lescano & Maria Jottini” pubblicato sul canale YouTube di Messaggi Live il 21 dicembre 2013; video Annalisa - Sinceramente (Official Video - Sanremo 2024) pubblicato sul canale YouTube di annalisaufficiale il 7 febbraio 2024; video “La concessionaria di Ezio Greggio” pubblicato sul profilo Facebook di Risate Italiane il 3 maggio 2022; video “Che dolore!” (Massimo Boldi) pubblicato sul canale YouTube di Cult World il 5 settembre 2016; video “Com' è Umano Lei!” pubblicato sul canale YouTube di Emugifs il 21 gennaio 2022; video “Paolo Villaggio e il professor Kranz” pubblicato sul canale YouTube di Gli Anni 80 il 3 luglio 2017; video “ammè me pare 'na strunzat'” pubblicato sul canale YouTube di pgp.video il 24 gennaio 2012; video “Drive In - Tenerone contro la caccia” pubblicato sul canale YouTube di erpimpa [ Roberto Forte ] l'8 settembre 2023; video “Zuzzurro e Gaspare - Ce L'ho Qui La Brioche (1985)” pubblicato sul canale YouTube di CabaretMI il 17 aprile 2018; video “Yuppies - È lui o non è lui? È lui o non è lui? Cerrrto che è lui!” pubblicato sul canale YouTube di Relax & Enjoy il 5 dicembre 2023. Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
Continuiamo la serie di rflezzioni sulla timidezza ed il flamenco.La postura non è soltoanto un atteggiamento corporeo, ma è la posizione che il nostro corpo tende ad assumere durante la giornata. Esprime assolutamente ciò che siamo, la nostra storia, il nostro carattere, le nostre esperienze, i traumi, i vissuti positivi, il nostro sentire. Alla fine la postura siamo noi!Influenza profondamente il nostro modo di stare al mondo e i nostri pensieri. Prova a stare tutto il giorno accasciato con lo sguardo basso e il collo piegato: ti sentirai triste o depresso!Il flamenco ci obbliga a tirar fuori una postura molto eretta, aperta e forte, che ci pone in una condizione di autoaffermazione ed autorevolezza, non certo di timidezza. Occupiamo tantissimo lo spazio e rimandiamo una immagine di sicurezza di sé.Se la pensiamo in termini di uomini primitivi, ai quali siamo ancor oggi fisicamente uguali quasi al 100%, chi poteva stare dritto, aperto e fiero eera... il capo del villaggio! Il flamenco invece fa così con tutti!Essere nel corpo ballando flamenco è fondamentale. E' tutto! Per ballare ed essere così aperti ed eretti occorre lavorare con la forza muscolare. Ed è faticoso! Mentre balliamo non è che non siamo più timidi ma lìapertura che il corpo fa mette in secodno piano paura e timidezza. Si usa la "power house" come si chiama nel Pilates: parte alta delle cosce, pavimento pelvico, addome in forza. Il corpo nel flamenco è tonico e forte e ci mette in una posizione fisica di potere, che ci aiuta a mettere da parte la timidezza. Non dico che ci permetta di superarla, perché la timidezza non è una malattia ma una caratteristica!Quando ci sentiamo forti e aperti le preoccupazioni e le paure vanno in secondo piano. Quanto più tempo dedichiamo al rinforzo di questa muscolatura e di questo atteggiamento corporeo, e tanto più acquisisamo uno strumento. Mi ricordo di Paolo Villaggio quando faceva Fantozzi, che si relazionava con il capufficio. Era sempre accasciato, fisicamente imbranato perché assente e assente perché imbranato. Non mi faceva per niente ridere, anzi, mi faceva molta tenerezza. La sua timidezza e l'insicurezza si esprimevano tanto con il corpo. Questo capita spesso: se ti osservi durante la giornata, noterai quanto spesso chiudi il tuo corpo!Stare molto in una postura aperta mi dà una specie di abitudine, che posso sfruttare anche nelle condizioni della vita normale. Il mio atteggiamento verso la vita stessa si modifica grazie al corpo!Voglio spendere una parola sulle spalle, che sono un punto forte perché collegano le braccia, che possono accogliere o respingere. Nel flamenco chi balla fa gesti molto forti di accoglienza o di rifiuto. Il flamenco non chiede scusa, ma sottolinea la propria posizioe. Fare questo è motlo importante!Per tutti o quasi "una buona postura" significa spalle indietro, pancia in dentro e petto in fuori. Prova! Se metti le spalle indietro non ti muovi più.se invece si attivano le clavicole in avanti, possiamo meglio muovere le braccia. Le braccia sono da un punto di vista osseo attaccate alle scapole, le quali a loro volta sono articolate sulla clavicola. Se si muove la clavicola si muove tutto!La timidezza e la paura ci fanno tendere a coprirci. Nel flamenco si esibiscono le ascelle! Dentro di noi possiamo sentire un istitinto, a non muovere le ascelle, e chi è timido di solito non riesce ad esibire questa patre del corpo!Che succede quando il corpo fa quesi movimenti, così forti e grandi? Quando sei veramente dentro il flamenco ti accorgi che la forma precisa di quello che fai diventa assolutamente secondario. Se in uno spettacolo i ballerini sono molto presenti e ti raccontano la loro verità, non vedi "gli errori"!In molte dane la ricerca della perfezione sta uccidendo la tradizione. Ad esempio la Salsa o la Danza Orientale! In parte anche il Flamenco è contaminato da questa tendenza alla forma perfetta!Il fatto di battere i piedi dissolve la timidezza perche ci impone di essere nel corpo e di essere ciò che siamo. E ci fa diventare più assertivi. Sono Sabina Todaro, mi occupo di flamenco e di danze e musiche del mondo arabo dal 1985. Dal 90 insegno baile flamenco a Milano e un lavoro sull'espressione delle emozioni che ho chiamato Lyrical Arab Dance. Insegnando tutti i giorni vedo che le persone fanno fatica ad entrare con forza nella parte centrale del corpo. E' come lasciare sempre aperta una via di fuga! Sempre dico agli alleivi che se non vogliono essere presenti non possono fare altro che... non venire alle lezioni! Se sono lì devono fare i conti con la presenza. Ballando flamenco tutto passa in secondo piano. Non esistono mail da inviare o compiti da eseguire. Tutto passa dietro al piacere, e alla presenza. Il flamenco ti dice di vivere nel corpo con piacere!Attraverso questo uso della forza, il corpo si fa più forte e meno timido. Ad esempio molto allievi quando arrivano sono molto introversi e timidi e pian piano diventano più loquaci e sorridenti: Il flamenco dà un centro più solito e stabile, e ci insegna ad attraversare il modno con coraggio. Se camminiamo con forza e presenza, siamo come Mosé: quando arrivò davanti al Mar Rosso, la sua intenzione era così forte che... il Mar Rosso si apre! Se si tiene questa forza, tutto funziona meglio. E sembri improvvisamente più bravo! Con il flamenco impariamo a non dubitare delle nostre capacità. Attraverso la forza della parte centrale del corpo impariamo a mettere in secodno piano la timidezza!
Tintoria è il podcast di @sandanieletinti e @StefanoRapone, prodotto da @thecomedyclub.Ottieni NordVPN qui: https://nordvpn.com/tintoria --------------------------------------INFO e BIGLIETTI per le Registrazioni LIVE: https://bit.ly/tintoriapodcastINFO E BIGLIETTI PER I PROSSIMI LIVE DI RAPONE: https://bit.ly/RaponeTOURINFO E BIGLIETTI PER I PROSSIMI LIVE DI TINTI: https://bit.ly/DanieleTintiTOUROspite di questa puntata di @tintoriapodcast Cochi Ponzoni, comico, attore, cantante e leggenda del cabaret. Cochi ci ha raccontato le tante serate e avventure passate assieme a Renato Pozzetto e al loro mentore e “fratello maggiore” Enzo Jannacci: dalla Milano delle osterie e del mitico Derby Club fino al debutto in tv e al cinema. Abbiamo poi parlato di complicati e crudeli scherzi ai danni di ignari cantanti, di come andare a caccia di scienziati nazisti nelle foreste del Paraguay e anche di un certo Licio Gelli preso a sonore borsettate. Ma soprattutto abbiamo ascoltato aneddoti e retroscena su un'intera generazione di autori, attori e artisti: Fabrizio De Andrè, Paolo Villaggio, Lino Toffolo, Bruno Lauzi, Lucio Fontana, Piero Manzoni, Dino Buzzati, Dario Fo, Giorgio Gaber, Umberto Eco, Moira Orfei, Teo Teocoli, Massimo Boldi, Felice Andreasi e tanti altri.Puoi seguire Tintoria qui: https://www.instagram.com/tintoriapodcast/Puoi seguire Rapone qui: https://www.instagram.com/grandiraponi/Puoi seguire Tinti qui: https://www.instagram.com/sandanieletinti/Puoi seguire The Comedy Club qui: https://www.instagram.com/thecomedyclub.it/Tintoria è anche su TikTok: https://www.tiktok.com/@tintoriapodcastRegia e montaggio: Enrico Berardi ( @enricoberardivideographer-3126 ) https://focusaziende.itRiprese: Leonardo PicozziAudio:Antonio ArcieriLa sigla di Tintoria è a opera di Di Gregorio (https://open.spotify.com/artist/72kN7wU0KWqEDkHYrvT6Vi)Sigla animata:Crocopie Studiowww.206lab.com/crocopie-studiowww.instagram.com/crocopie_studio
Bentornato/a su Stivale Italiano il podcast di italiano per stranieri. Torna Popcorn - la nostra rubrica dedicata al cinema italiano. Oggi vi parlo di Paolo Vilaggio, un artista straordinario e poliedrico e del personaggio da lui inventato - il ragionier Ugo Fantozzi. Buon ascolto! I nostri corsi: https://www.stivaleitaliano.com/corsi Scarica il nostro e-book gratuito sui verbi pronominali https://www.stivaleitaliano.com/verbipronominali Entra nel nostro circolo degli esploratori per ricevere i testi dei podcast, esercizi, podcast esclusivi, un contatto diretto con noi e molto altro. www.patreon.com/stivaleitaliano Il nostro canale YouTube https://www.youtube.com/@stivaleitaliano Il nostro e-book "Calendario dell'avvento della lingua italiana" https://stivaleitaliano.gumroad.com/l/calendarioavventolinguaitaliana Musiche: Music from #Uppbeat (free for Creators!): https://uppbeat.io/t/kevin-macleod/lightless-dawn License code: EDGBNQVJLMZUYKOA Music from #Uppbeat (free for Creators!): https://uppbeat.io/t/holly-jones/walk-with-the-trees License code: ISMXA7MO88HRKURP --- Send in a voice message: https://podcasters.spotify.com/pod/show/alessandro-ligorio/message
Tra le azioni compiute dall'esercito russo a Kherson, nell'ottobre 2022, poco prima di ritirarsi oltre il fiume Dnipro, c'è stata anche la rimozione della tomba di Grigorij Aleksandrovič Potëmkin. Il militare e diplomatico russo è stato spostato e sepolto in una chiesa in Crimea. Un gesto simbolico di grande importanza, per i russi. Fu infatti Potëmkin, nel XVIII secolo, a fondare in nome dell'impero russo, numerose città in quella che oggi è l'Ucraina. Kherson, appunto, primo porto russo sul Mar Nero, ma anche il porto di Sebastopoli, Ekaterinoslav (oggi Dnipro), ed altre.Il contributo di Potëmkin fu decisivo per strappare ai turchi i territori che oggi costituiscono l'Ucraina e le regioni in guerra. Senza quel tassello storico e il ruolo di quel protagonista, diventa più difficile comprendere la complessità della guerra tra Russia e Ucraina.Nel mondo italofono siamo abituati a riferirci a Potëmkin a causa della battuta di Paolo Villaggio nel film “Il secondo tragico Fantozzi”. “La corazzata Kotëmkin” (il nome fu leggermente alterato per questioni di copyright) del regista Ejzenstein e che racconta la rivolta del 1905 a bordo dello scafo militare dell'impero russo.
Il più grande successo culturale italiano dei suoi anni. La coppia di film che ha imposto un nuovo linguaggio, un nuovo stile e un nuovo modo di guardare alle differenze sociali sul posto di lavoro, rappresenta la storia stessa di Paolo Villaggio, personalità unica nel panorama italiano.See Privacy Policy at https://art19.com/privacy and California Privacy Notice at https://art19.com/privacy#do-not-sell-my-info.
Martedì 24 ottobre 2023 ai microfoni di Sveja c'è Alessandro Bernardini.Oggi è l'84 agosto, temperature alte e tra 2 mesi è Natale.Parliamo del caso Cospito e dell'ultima sentenza del Tribunale di sorveglianza del Tribunale di Roma. Attiviste e attiviste occupano il ministero dei Trasporti. Scelgono Pinocchio come simbolo intramontabile della bugia sul clima.Faida nel mondo della farmaceutica: finiscono in tribunale le figlie di Angelini.Regione Lazio: Rocca la guerra dei dati sul monitoraggio dell'aria.Il Giallo del Carpe Diem, lo yacht arenato a Fregene. Armi, strage di Fidene: chiamate in causa le istituzioni.La Carbonara non è più sacra.In Tour con Fantozzi: un viaggio con Paolo Villaggio nella sua Roma invivibile.Sveja è un progetto di comunicazione indipendente sostenuto dal programma Periferiacapitale della Fondazione Charlemagne
Nell'estate del 1983 non ci sono i Mondiali di calcio né l'Olimpiade. Nei juke-box gira “Vamos a la playa”. Così qualcuno pensò: prendiamo una barca italiana e portiamola alla America's Cup. Nessuno, però, poteva immaginare che gli italiani cominciassero a mettere la sveglia di notte per guardare in tv uno sport che non era mai stato popolare, e poi parlarne la mattina al bar, in ufficio, in spiaggia. Nessuno poteva immaginare Azzurra. I contributi audio di questo episodio sono tratti da un documento dell'archivio Rai recuperato da Radio Radicale in cui Piero Angela difende Enzo Tortora; dalla puntata del 1 gennaio 1982 del programma Rai Portobello, con la partecipazione di Paola Borboni (disponibile su Rai Play); dal film “I giorni di Azzurra”, produzione Filmgo (su YouTube); da un'intervista di Gianni Agnelli alla Rai da Newport (su Youtube); dal film “Fantozzi contro tutti” di Neri Parenti e Paolo Villaggio, prodotto nel 1980 da Bruno Altissimi e Claudio Saraceni con la Maura Film. Il frammento ascoltato è disponibile su YouTube. Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
I personaggi di Paolo Villaggio hanno quarant'anni, ma sono ancora attualiFonti: film "Fantozzi" del 1975, diretto da Luciano Salce e prodotto dalla Rizzoli Film, disponibile su Netflix; film "Il secondo tragico Fantozzi" del 1976, diretto da Luciano Salce e prodotto da Rizzoli Film, disponibile su Prime Video; dichiarazioni di Matteo Salvini a margine del riavvio del cantiere per il nodo tav di Firenze, pubblicate sul canale Youtube di La Repubblica il 15 maggio 2023; film "Fantozzi contro tutti" del 1980, diretto da Neri Parenti e Paolo Villaggio e prodotto dalla Maura Film s.r.l, disponibile su RaiPlay.
Il senso di colpa che ci scatena avere dei soldi.Fonti: Air - La storia del grande salto, film del 2023 diretto da Ben Affleck e disponibile su Amazon Prime Video; intervista a Paolo Villaggio andata in onda su Rai2 il 02/03/2017 nel programma "Nemo - Nessuno Escluso" disponibile su Rai Play
La discussione in parlamento e le tifoserie.Fonti: video "Tra passione e cabaret, Massimo Bordin racconta i segreti della sua rassegna stampa" pubblicato sul canale Youtube di Adnkronos il 16 ottobre 2014; puntata di Radio Carcere del 2 marzo 2023, programma radiofonico condotto da Riccardo Arena e trasmesso da Radio Radicale, disponibile sul sito radioradicale.it; intervento di Matteo Renzi durante le dichiarazioni di voto al Senato del 26 ottobre 2022, pubblicato sul canale Youtube di Local Team; dichiarazione di voto in friulano del deputato Guido Germano Pettarin, pubblicata sul canale Youtube di Vista Agenzia Televisiva Nazionale il 9 maggio 2019; intervento di Elly Schlein durante il Question Time alla Camera dei Deputati del 15 marzo 2023, disponibile su RaiPlay; puntata di TeleMike del 1990, programma condotto da Mike Bongiorno e trasmesso da Canale 5, estratto pubblicato sul canale Youtube di Best Trash Tube Channel il 31 luglio 2014; intervento di Giorgia Meloni durante il Question Time alla Camera dei Deputati del 15 marzo 2023, disponibile su RaiPlay; estratto del film Fantozzi contro tutti del 1980, diretto da Neri Parenti e Paolo Villaggio e prodotto dalla Maura Film s.r.l, disponibile su RaiPlay.
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=2971IL VERO SAN FRANCESCONel Sessantotto fu ridotto a rivoluzionario, contestatore e pauperista, negli anni Ottanta pacifista, oggi ce lo ritroviamo ecologista e animalista, domani chissà, forse nudista...di Rino CammilleriChi era davvero San Francesco? Se uno si alza e, come Paolo Villaggio a proposito della Corazzata Potemkin, dice che di san Francesco non se ne può più, potete immaginare da soli la reazione unanime e nazionale. In realtà, quel che l'incauto intende dire è che ne ha le tasche piene del Francesco ridotto a icona come Che Guevara e Marilyn Monroe. Per nostra fortuna non era bello, sennò ce lo ritroveremmo sui portacenere, le magliette, i poster.Nel ventennio fascista "il più italiano dei santi" fu incensato come nazionalista e crociato. Nel Sessantotto ce lo ritrovammo, naturalmente, come rivoluzionario e contestatore del potere clericale, nonché come pauperista e "operaio". Negli anni Ottanta diventò pacifista e arcobaleno, tanto che alle marce forzate di Assisi ci andavano pure i comunisti. Ora è vegano, ecologista e animalista (salutista e palestrato no, sarebbe troppo). Ovviamente, i ridicoli sono solo quelli che lo tirano per il saio, chi di qua e chi di là, a seconda di come soffia il vento mondano. Ma è per questo che ormai, al solo sentir parlare di Francesco e Assisi, la mano, come quella di Goebbels, corre alla fondina.Sì, perché, oltre ai convegni e ai Cortili-passerella di intellettuali atei che espongono a spese dell'otto per mille (cioè, dei cattolici) il loro stantio pensiero ottocentesco, ci tocca sorbirci i concerti di artisti decotti o agnostici cui non par vero di andare in tivù. Certo, lo stesso accade per Padre Pio, francescano pure lui, ma lui almeno è morto l'altro ieri e non ha ancora avuto il tempo per manipolazioni d'immagine: molti di quelli che l'hanno conosciuto sono ancora vivi e possono raccontare chi era davvero.Non così, ahimè, per san Francesco, e a poco serve spiegare che il suo Cantico delle creature elenca tutto l'esistente tranne gli animali. Che quelli di Gubbio ricorsero a lui solo perché il lupo non riuscivano ad ammazzarlo (e lui costrinse la belva a ripagare il male fatto). Che non aveva affatto amore zuccheroso per tutti ma detestava (sì, detestava) gli eretici catari che infestavano il Norditalia e quella Provenza da cui veniva la sua adorata mammà. Proprio contro i catari, che odiavano la creazione, scrisse il Cantico. E contro di loro mandò non a caso il suo uomo migliore, sant'Antonio di Padova. Contro i musulmani, che già gli avevano lapidato i cinque Protomartiri, andò lui stesso, e non a dialogare, bensì a confutare la loro dottrina (e se il sultano non gli fece la pelle fu solo perché a un passo c'erano i crociati armati fino ai denti). Odiava (sì, odiava) i denigratori, e comandò al suo vice, Pietro Cattani, di farli punire dal "pugile di Firenze" (fra Giovanni fiorentino, che aveva fatto quel mestiere).Ora, può accadere che l'ammirazione per un santo cattolico spinga a cercare di imitarlo. Ma ciò non autorizza a scegliere tra i suoi molteplici aspetti solo quelli che godono del plauso generale (tra l'altro, mutevole a seconda delle stagioni ideologiche). Non solo: si dimentica che il santo, a sua volta, imitava qualcun altro, Cristo.E' questa l'unica Imitazione consentita (giusto il titolo dell'opera immortale di Tommaso da Kempis, che non a caso insegna l'imitatio Christi e non quella di qualsivoglia santo), anche perché il santo imita a modo suo, un modo che varia da santo a santo giacché ognuno ha la sua personalità. Certo, se un santo diventa "icona" e gli altri no, un motivo ci deve essere.Infatti, c'è. Francesco fu veramente alter Christus e ha seguito la sorte "iconica" del suo Maestro. Nessun dispregiatore del cattolicesimo ha mai osato parlar male di Gesù, perché la sua figura è veramente inattaccabile. Per questo la si aggira dicendo che è stata, semmai, la Chiesa a tradire il suo vero messaggio. Il quale messaggio, poi, ce lo spiega il Dan Brown di turno. Così è per Francesco, il più amato dagli italiani, ormai sepolto - e perciò reso irriconoscibile - dalle fiction (continuamente aggiornate per riguardo ai tempi: la sola Liliana Cavani ha dovuto farne addirittura due), dalle marce, dai concerti, dai convegni, dai libri.Mai una volta, però, che lo si invochi, magari con una semplice processione, perché si ricordi di essere Patrono d'Italia e di darci una buona volta dei capi degni di questo nome al posto di quei chiacchieroni inconcludenti che i nostri peccati collettivi da decenni hanno addensato sulle nostre teste.
Primo episodio della nuova serie I viandanti della cultura dialoghi tra Marco Sonzogni, docente universitario, poeta, scrittore e Federico Magrin, scrittore e giornalista. Con questa serie l'intenzione è di proporre riflessioni sulla letteratura e poesia contemporanea anche all'incrocio tra generi culturali, come nel caso del personaggio a cui è dedicata la prima puntata: Fabrizio de André il poeta della canzone italiana. In un dialogo aperto, Marco e Federico affrontano un eroe popolare della letteratura italiana di fine Novecento, un cantautore mediterraneo, capace di riunire le cadenze di una musica arabeggiante con la poesia del dialetto genovese. Marco e Fede partono dalla nota canzone "Carlo Martello ritorna dalla battaglia di Poitiers" scritta nel 1963 in collaborazione con l'amico fraterno Paolo Villaggio. Da li, la conversazione si snoda in una concatenazione di spunti e riflessioni sul ruolo del messaggio poetico nella nostra cultura. In questo primo episodio, il discorso a due voci attraversa l'irriverenza, l'ironia, il pacifismo e il genio del poeta genovese. Ringraziamo gli sponsor di questo episodio: l'Ambasciata d'Italia a Wellington www.ambwellington.esteri.it e il Ministry for Ethnic Communities www.ethniccommunities.govt.nz
Austerity, il nostro modello La clip e l'immagine sono tratte dal film “Fantozzi” con Paolo Villaggio (regia Luciano Salce, soggetto Paolo Villaggio, produzione Rizzoli Film-1975 all rights reserved)
Nel corso del pomeriggio di lunedì 13 giugno, con i nostri Miky Boselli e Marco Vignoletti, è stata ospite Elisabetta Villaggio, figlia del grande e indimenticabile Paolo Villaggio. Qualche tempo fa, nel 2021, Elisabetta ha tracciato un profilo del padre nel libro Fantozzi dietro le quinte, di cui ne parla in diretta: «Una persona molto stimolante, orgogliosa ed energica, ma a tratti anche complessa - racconta la figlia del celebre personaggio del ragioniere -. Non si è mai arreso davanti a nulla, lo definirei, nella totalità delle cose, un intellettuale».
Dite pure quello che volete, ma il sottoscritto rimane inevitabilmente affezionato a questa commedia corale tipicamente anni 80, fortunatamente senza la presenza di cani come Ezio Greggio o Jerry Calà. I pompieri è una pellicola innocua, ma che diverte proprio per la sua semplicità e l'affiatamento mostrato dal cast è assolutamente evidente. Impossibile non amare la sgangherata Squadra 17 e i disastri che combinano a profusione, anche se alla fine riusciranno a risolvere la situazione. Paolo Villaggio, Lino Banfi, Ricky Tognazzi, Christian De Sica, Gigi e Andrea sono fantastici e il finale mi fa sempre commuovere. Se avete problemi, beh...teneteveli. Lo trovate su Prime Video o sul Tubo in buona qualità. A voi la scelta.
ll titolo della diciottesima puntata della quarta stagione di J-TACTICS, trae spunto da"Quelle strane occasioni" che è un film a episodi del 1976 diretto dai registi Luigi Comencini, Nanni Loy e Luigi Magni. Interpretato da Alberto Sordi, Stefania Sandrelli, Paolo Villaggio e Nino Manfredi. Nel primo episodio l'esibizione della sua virilità in un "pornonight" di Amsterdam, consente ad un italiano emigrato di assaporare finalmente un po' d'agiatezza economica. Quando sua moglie però, pretende di essere la sua partner, l'uomo si blocca.Sarà allora lei a farsi amare ogni sera da un turco, e suo marito dovrà, per di più, reclamizzarne le prestazioni.Nel secondo episodio, mentre sua moglie e la figlia sono fuori città, l'architetto Antonio, assertore del fatto che la propria figlia debba arrivare illibata al matrimonio, cede alle grazie della giovanissima figlia del suo caro amico svedese.Scoprirà, dalla bocca della giovane che sua moglie è stata per tre mesi l'amante dell'amico.Una telefonata inoltre, gli rivelerà che sua figlia, da due anni, dorme spesso con il fidanzato.Infine nel terzo episodio, una giovane ragazza resta bloccata in ascensore con un maturo monsignore mentre il ferragosto ha svuotato il palazzo.Poiché va via la luce, il prelato ne approfitta, per poi spiegare alla ragazza, con una ipocrita dissertazione sul libero arbitrio, che nulla è accaduto di cui possano sentirsi colpevoli.Facendo la nostra solita trasposizione dalla cinematografia al mondo del calcio, ed in modo particolare alle vicende juventine, potremo utilizzare il titolo e le vicende narrate nella pellicola per analizzare la scoppiettante sfida andata in scena al Gewiss Stadium domenica sera in quel di Bergamo tra i padroni di casa orobici e i bianconeri della Juventus.Sfida fondamentale tra due compagini impegnate in una serrata lotta per agguantare l'ultimo posto utile per la qualificazione alla prossima Champions League.Una sfida fatta proprio di "strane occasioni", così come quelle narrate nella pellicola da cui trae spunto l'odierna puntata di J-TACTICS. Sono proprio occasioni strane quelle che sbloccano un match poco tattico e molto combattuto.Finito in parità, pur non essendo stata una gara come altre giocate dai bianconeri negli ultimi tempi.Atalanta-Juventus ha regalato emozioni, spettacolo e gol dal primo all'ultimo minuto.I gol sono arrivati solamente nella ripresa con una gran punizione di Malinovskyi e un colpo di testa spettacolare di Danilo, ma il match è rimasto acceso per tutti i 90 minuti.Merito di due squadre che hanno provato prima di tutto a superarsi cercando di conquistare l'intero bottino, finendo poi per dividersi la posta in palio con la Juve che ha difeso il quarto posto in classifica, per ora.L'Atalanta non parte benissimo nella sfida contro la Juve che mette immediatamente pressione agli uomini di Gasperini, in difficoltà nei primi minuti del match.Una aggressività che i bianconeri cercano di sfruttare attraverso lo spregiudicato tridente: Morata-Valhovic-Dybala.Tre occasioni nel primo quarto d'ora, non a caso, due con Vlahovic e una con Dybala, la più clamorosa, perché la Joya libera il suo sinistro da buona posizione con la palla che sfiora l'incrocio dei pali.Dopo l'iniziale ed intensa sfuriata juventina i padroni di casa si destano da un apparente torpore.Ed ecco riproporsi le strane occasioni, oggetto di forti polemiche durante e dopo il match.L'episodio più contestato sullo 0-0 riguarda una uscita fuori area di Szczesny nei confronti di Koopmeiners lanciato a rete, con la palla che finisce a Muriel il quale fallisce un gol praticamente fatto a porta vuota.Per l'arbitro Mariani non c'è alcun fallo, malgrado le veementi proteste atalantine che si protrarranno anche nel dopo partita con le dichiarazioni del D.G Marino che risultano essere un concentrato di ipocrisia e falso perbenismo, elementi caratterizzanti le vicende dei tre episodi narrati nel film di Loy, Magni e Comencini.L'impressione, riguardando al rallenty, è che non ci siano gli estremi per l'espulsione del portiere polacco, perché l'atalantino manda la palla verso l'esterno e ci sono due o tre difensori che quindi non consentono il configurarsi della cd. "chiara occasione".Altra strana occasione che avrebbe potuto indirizzare l'inerzia della partita in favore dei bianconeri, stranamente però passata abbastanza sotto silenzio.Il giocatore atalantino Hateboer entra con il piede a martello su De Sciglio davanti alle panchine: l'intervento è molto brutto e scomposto, Mariani salomonicamente decide di graziare Hateboer, forse condizionato dell'episodio di qualche minuto prima, per la quale c'erano state molte proteste della squadra di Gasperini.Strane occasioni, ma se vanno a danno della Juventus, non destano clamore, ovviamente.La ripresa inizia con i ritmi meno frenetici, per la fatica e per un'ovvia gestione di energie.Il primo acuto è di De Roon con Szczesny bravo ad evitare il gol, risponde Vlahovic che scarica in porta trovando ancora una volta Sportiello attento.L'equilibrio tattico di Gasperini e Allegri è spezzato dai primi cambi: a cambiare per prima è l'Atalanta con l'ingresso di Malinovskiy e Mahele che danno più vivacità alla manovra.Proprio l'ucraino crea l'occasione propizia per rompere il delicato equilibrio tra le due squadre.Con il risultato sperato, punizione a solo 15 minuti dal suo inserimento, arriva il gol che spacca il match, da quasi 25 metri, con un tiro pazzesco, teso e preciso sotto l'incrocio lontano per Szczesny. La Juve inizialmente sbanda ed accusa il colpo, ma Allegri capisce che in quel momento può cambiare la stagione, in male o in bene, è l'occasione giusta.La Juve cambia, con Cuadrado per spingere in avanti, al posto di Bonucci, e di Kean che sostituisce McKennie.Una Juventus a totale trazione anteriore, con 4 punte in avanti e due ali pure che schiaccia l'Atalanta nella propria metà campo.I bianconeri su riversano in avanti nel tentativo o di pareggiare, la Dea prova quindi a punire nuovamente gli uomini di Allegri nel modo che le è più naturale con ripartenze a campo aperto, che portano ad una clamorosa traversa colpita da Hateober su ennesima serpentina di un indemoniato Malinovskyi.Alla fine però ha la meglio la voglia della Juventus di non perdere la gara: sull'ultimo corner, sull'ultimo cross, all'ultimo secondo arriva il pareggio.Danilo incoccia di testa in piena area, per Sportiello non c'è nulla da fare e la posta viene divisa, un punto a testa.Quelle strane occasioni, che solo chi non vuole soccombere può creare, così come fatto da una spavalda (finalmente) Juve a Bergamo. Occasioni che i bianconeri dovranno creare e possibilmente sfruttare meglio nelle prossime sfide, il derby con il Toro in campionato e la sfida con gli spagnoli del Villarreal negli ottavi di Champions League.Diteci la vostra, interagiremo con voi in chat live! Ecco i link dei nostri social:CANALE TELEGRAM:https://t.me/joinchat/AAAAAE2Dp-yj5b1N4SNcMQINSTAGRAM:https://instagram.com/jtactics_?igshid=1fg7nrkzhl2mtFACEBOOK:http://m.facebook.com/jtacticsmdn/
Posso andare? La clip è tratta da “Il secondo tragico Fantozzi” (regia Luciano Salce-con Paolo Villaggio-produzione Rizzoli Film-1976 all rights reserved)
Cominciamo la puntata con la storia di Andrea Netek e la sua compagna Denise: la giovane coppia del Trentino si è ritrovata con una figlia nata improvvisamente nel giro di un quarto d'ora. Paolo Villaggio è una figura storica del cinema italiano, ma molto spesso il suo lato privato è sempre rimasto molto nascosto. Sua figlia Elisabetta ha scritto un libro dal titolo "La vita vera di Paolo Villaggio", dove racconta il suo rapporto intimo e personale con il padre e tanti episodi inediti della sua vita. In un territorio molto ostico come quello come quello di Valbondione in provincia di Bergamo, un padre e un figlio legati dalla passione per il vino provano con amore e dedizione a produrre un ottimo vino bianco. Marcello ci spiega come è nata questa piccola avvenuta insieme al padre. Staber Pater: viaggio tra padri combattenti. Manuel Ferreira attore e direttore di Alma Rosè ci parla di questo bellissimo spettacolo che vuole raccontare di padri che cercano una risposta a un dolore che ha segnato la loro vita e il loro ruolo di genitore. Padri di figli che non parlano, non camminano, non ridono come tutti gli altri bambini. Lo scopo di questo spettacolo è quello di promuovere attivamente un'iniziativa di inclusione sociale ed instaurare così un profondo dialogo sul tema della disabilità, ancora oggi troppo spesso considerato un argomento tabù.
Nella mattinata di giovedì 25 novembre è stata ospite, ai microfoni di Fabiana e Claudio Chiari, l'attrice Anna Mazzamauro. Il suo nome è da sempre associato a quello della Signorina Silvani, storica "amante" di Fantozzi: «Ho convissuto per tutta la vita con la signorina Silvani. Spesso e volentieri si mette al posto mio. La odio, ma tantissime mie colleghe avrebbero pagato per fare questo ruolo». Con lei abbiamo parlato del suo spettacolo dal titolo Com'è ancora umano lei, caro Fantozzi, che andrà in scena dal 26 al 28 novembre all'Ecoteatro di Milano: « Non è un monologo. Sono partita da Paolo Villaggio per poi prendere e andare altrove, per suscitare altre emozioni oltre alla risata». E sullo stesso Villaggio racconta: «Dopo tanti anni che stava nella mia roulotte per ripassare la parte chiesi a Paolo come mai non fossimo diventati amici. Lui rispose dicendo che frequentava solo gente ricca e famosa».GLI UOMINI PICCOLI PICCOLI COMMETTONO VIOLENZE PER PAURA - In occasione della Giornata Internazionale contro la Violenza sulle Donne Anna Mazzamauro esprime un pensiero chiaro: «La paura e il timore che gli uomini hanno delle donne, alle quali è stata riconosciuta ufficialmente l'evoluzione, fa sì che i piccoli uomini ricorrano alla violenza per annullare la figura che mette paura. Non credo che parlando ai bambini della ricchezza psicologica delle donne si risolva il problema. Ci vanno tante piccole azioni e del tempo prima che le cose migliorino: i gesti che facciamo oggi comunque avranno dei frutti». In chiusura un appunto di cui tutti dovremmo ricordarci ogni giorno, quello a non prenderci sempre troppo sul serio: «Oltre all'ironia è fondamentale l'autoironia: prendere in giro sé stessi è la base per prendere in giro gli altri nel modo giusto, concedendosi un lusso dopo un gioco faticoso».
Paolo Villaggio e i comici del suo tempo.
Et voilà! Questo non ve l'aspettavate, eh? Alzi la mano, con estrema sincerità, chi si ricorda di questa bella e pungente commedia anni ottanta, con un protagonista cinico e calcolatore fino al midollo e un servitore ancora più diabolico. Paolo Villaggio ed Enrico Montesano sono i mattatori de Il Volpone, liberamente ispirato all'omonima commedia seicentesca scritta da Ben Jonson. Una pellicola che rappresenta al meglio l'avidità umana e la cattiveria della stessa, incarnata dall'armatore Ugo Maria Volpone, che si finge moribondo per tirare sadici scherzi ai falsi amici che lo attorniano, intenzionati ad essere eredi della sua fortuna. Una commedia dallo stampo palesemente teatrale, ben diretta e interpretata. Accanto ai protagonisti troviamo infatti attori del calibro di Enrico Maria Salerno, Alessandro Haber, Athina Cenci, Eleonora Giorgi, Renzo Montagnani e una giovanissima Sabrina Ferilli, ancora alle prime armi. Umorismo crudele, sarcasmo pungente e un finale all'epoca inaspettato, sono gli ingredienti fondamentali di questa pellicola, che vi invito a recuperare se non avete mai visto. Ottimi anche le scenografie, i costumi e la colonna sonora. Che volete de più????
Giovedì 11 novembre, è stata ospite ai microfoni delle Donne al Volante, con Liliana Russo e Katia De Rossi, Elisabetta Villaggio, la figlia del celebre Paolo Villaggio. In occasione dell'uscita del suo libro Fantozzi dietro le quinte. Oltre la maschera, ci ha svelato come era Paolo Villaggio come uomo e padre e quali caratteristiche avesse in comune con il personaggio che interpretava: «Nonostante fossero molto diversi, entrambi erano tenaci e un po' goffi». Elisabetta ci ha inoltre parlato di quali emozioni ha provato nel rivedere i filmati del padre - scaricati da una vecchia telecamera - che ha utilizzato per la scrittura del libro. In chiusura ci ha raccontato anche a quale scena di Fantozzi è maggiormente affezionata e di come il personaggio interpretato dal padre Paolo sia stata una figura ingombrante durante la sua crescita.
Tra i protagonisti di questa nuova edizione di Cortinametraggio anche Milena Vukotic, attrice a cui è stato consegnato il Premio Vibeco. Molti la ricorderanno come Pina, moglie del ragionier Fantozzi di Paolo Villaggio e nonna Enrica al fianco di Lino Banfi in "Un medico in famiglia" ma Milena Vukotic si è sempre dimostrata un'attrice poliedrica che dagli anni '60 ad oggi non ha mai avuto paura di confrontarsi con ruoli diversi dal mondo del teatro a quello del cinema e che in questi giorni ritroviamo con piacere sugli schermi del festival nelle vesti di giurata. Ospite ai nostri microfoni ha voluto ricordare una battuta del celebre Paolo Villaggio "Ma tu mi ami?" e la risposta di Pina "Io ti stimo molto". Per ascoltare l'intervista completa:
Si parla del bellissimo e imperfettissimo film sul disastro di Mogadiscio, ma anche (tanto) del genere di guerra in generale e della strana e inaffondabile carriera di Ridley Scott. Puntata scoppiettante, con un ospite d'eccezione e in cui, non si sa come, è stato anche tirato in ballo il fisico di Paolo Villaggio.
Our exploration of Italianness continues with an iconic character of the 1970s: Paolo Villaggio's Fantozzi. Not just comedy, but also social criticism. This is a substantial excerpt of the full audio that is available to our most generous patrons, accompanied by transcript, a glossary and links. Have a look at our Patreon page if you'd like to join our circle!
RADIO MARGHERITA (3 Minuti In Compagnia Di Uno Scrittore a cura di Toti Sutera)
Il suo grande lavoro come attrce e presentatrice di spettacolo negli anni '80/'90, il lavoro con maestri come Paolo Villaggio, renato Pozzetto, Montesano. La storia di una donna che non si fa piegare di fronte agli avvenimenti, di grande spessore e professionalità.
Nel panorama della letteratura italiana, Marcello Barlocco (1910-1972) è senza ombra di dubbio uno scrittore dimenticato, poco noto ai lettori così come alla critica. La prima volta che abbiamo appreso il suo nome è stata attraverso Carmelo Bene che, nella sua autobiografia (Vita di Carmelo Bene), ne elogia le qualità di scrittore – un qualcosa che ci ha fatto “drizzare le antenne”, dal momento che il genio salentino è sempre stato poco restio ad elogiare “voci letterarie”. Abbiamo quindi recuperato, e amato molto, Veronica, i gaspi e Monsignore, uscito nel 2005 a cura – preziosa – di Andrea Marcheselli. Un libro surreale sicuramente, ma non surrealista, una specie di incrocio – se lo analizzassimo come un film – tra B-movie e cinema d’autore, ma la cui sintesi non sfocia né nell’una né nell’altra forma. Insomma, un bell’enigma (per fortuna). Qualcosa che qualche bravo cineasta o filmmaker contemporaneo italiano, con la vena anti-realista, potrebbe e forse dovrebbe provare a trascrivere per immagini e suoni. Tuttavia, abbiamo apprezzato ancora di più la proposta recente di Gino Giometti (Giometti&Antonello), che con Un negro voleva Iole, ripresenta al pubblico di oggi molti dei racconti di quella formidabile raccolta di Barlocco che fu I racconti del Babbuino, impreziosendo la scelta con una sezione di aforismi inediti. Si tratta, quindi, di un libro “nuovo”, che merita tutte le fortune possibili – la vediamo dura come “best seller”, ma speriamo diventi un “long seller”. Rimandiamo al libro, oltre al piacere della lettura e della (ri)scoperta, la possibilità di trovare informazioni essenziali per approcciarsi alla scrittura di Barlocco. A questo, aggiungiamo però una segnalazione: se si ha tempo, ritrovare una puntata della trasmissione di Radio3, Fahrenheit, dove lo stesso Giometti e lo studioso e critico Daniele Giglioli, parlando del libro, convengono sulla difficile collocabilità/incollocabilità nel canone “italiano” dello scrittore (un punto fra i più interessanti in quella conversazione è, senza dubbio, quando si chiama in causa Tommaso Landolfi). Tutto questo, alla fine, non vuol dire esaltarne l’opera come fosse geniale, ma attestarne – questo sì – una diversità. Ovviamente non dialettica, non omologabile. La pubblicazione di Un negro voleva Iole ci porta diretti all’ascolto che proponiamo qui. Una lettura dello stesso scrittore di uno dei racconti inclusi nel libro, Le mani. In merito, siamo grati a Giometti ed Edoardo Manuel Salvioni per aver condiviso con noi questo bel documento sonoro. Inoltre, ringraziamo chi è erede dello scrittore per aver concesso la messa in onda di questa traccia. Ascoltando quanto condividiamo, si possono sicuramente rilevare alcune caratteristiche. Una su tutte pare essere il piacere dell’affabulazione. La struttura del racconto sembra congeniata in modo ottimale, ma si sente una passione per la variazione nella voce dello scrittore che, a nostro avviso, funziona un po’ come un segnale in grado di suggerirci una relazione psicologica con la scrittura dove la componente orale non sembra comunque mancare. E l’impressione che restituisce potrebbe sicuramente definirsi grottesca, sebbene non “calchi troppo le mano” (la voce, in questo caso). C’è quindi dell’ironia, o meglio una certa “pantomima” che informa la lettura. E poi, a proposito delle sfumature della voce di Barlocco, e magari solo per la condivisione della città d’origine, si potrebbe avere qualche volta l’impressione di sentire Paolo Villaggio. Cioè una delle voci – prima di esser uno dei corpi – del grottesco italiano per antonomasia. Ma ecco, di nuovo: si tratta di una impressione, una mera sensazione, qualcosa che non sta né in cielo né in terra (sottoterra, all’ “inferno”?), che ben si accorda con la memoria “vaga” della voce dello scrittore, che con la recente pubblicazione ritorna come fosse una eco, e che con questo ascolto, si può – in qualche modo – riconoscere come tale. Fonti Marcello Barlocco, Veronica, i gaspi e Monsignore, Greco e Greco, Milano 2005. Marcello Barlocco, Un negro voleva Iole. Racconti scelti e aforismi inediti, Giometti&Antonello, Macerata 2020. Articolo da La Stampa - 1 marzo 1961: http://bit.ly/2InP77K Puntata Fahrenheit Radio 3: https://www.raiplayradio.it/audio/2020/02/FAHRENHEIT---IL-LIBRO-DEL-GIORNO-4bf2115a-209f-472d-9de0-d0d0632256d1.html
Puntata monografica dedicata all'attore scomparso a luglio 2017.
GianLuca Bonetta presenta “SCAFFALI ANIMATI” Le più interessanti novità editoriali sul mondo della TV, dell’animazione e dello spettacolo. Questa settimana: Lo chiamavano Fantozzi. Vita, passioni e cinema di Paolo Villaggio, di Valeria Arnaldi L'articolo Lo chiamavano Fantozzi. Vita, passioni e cinema di Paolo Villaggio proviene da RadioAnimati.
Quinta puntata di radio Mendez con ospiti Paolo Villaggio, Carmelo Bene, Pippo Baudo e tanti altri...
Quinta puntata di radio Mendez con ospiti Paolo Villaggio, Carmelo Bene, Pippo Baudo e tanti altri...
L'intero podcast della puntata contenente l'intervista ad Andrea Voglino per Alias Comics, inserto a fumetti del Manifesto, e tanti spunti dalle pieghe più intriganti e bizzarre della cultura pop
Milena Vukotic per Paolo Villaggio, Città Pasolini e Altan
Ecco un altro film del grande Gojira: ed è bello. Ne parlano Aldo e Federica assieme ad Andrea Di Lecce, che era da un po' che non passava per gli studi di Ricciotto. L'ottimo pezzo scritto da Quantum Tarantino per i 400calci. http://www.i400calci.com/2016/12/shin-godzilla-resurgence-recensione/ Il pezzo di Mario Pasqualini su dimensione fumetto http://www.dimensionefumetto.it/godzillaresurgence/ È morto Paolo Villaggio: alla Quertython nel 2015 parlammo a lungo di Ugo Fantozzi: http://querty.it/podcast/ricciotto-fantozzi-quertython-013/ «Hollywood Has a Bad-Movie Problem», l'articolo di David Sims che dice quello che diciamo a Ricciotto da anni: scriveteli meglio, 'sti cazzo di action: https://www.theatlantic.com/entertainment/archive/2017/07/hollywood-has-a-bad-movie-problem/532602/
Ecco un altro film del grande Gojira: ed è bello. Ne parlano Aldo e Federica assieme ad Andrea Di Lecce, che era da un po' che non passava per gli studi di Ricciotto.L'ottimo pezzo scritto da Quantum Tarantino per i 400calci.http://www.i400calci.com/2016/12/shin-godzilla-resurgence-recensione/Il pezzo di Mario Pasqualini su dimensione fumettohttp://www.dimensionefumetto.it/godzillaresurgence/È morto Paolo Villaggio: alla Quertython nel 2015 parlammo a lungo di Ugo Fantozzi: http://querty.it/podcast/ricciotto-fantozzi-quertython-013/«Hollywood Has a Bad-Movie Problem», l'articolo di David Sims che dice quello che diciamo a Ricciotto da anni: scriveteli meglio, 'sti cazzo di action: https://www.theatlantic.com/entertainment/archive/2017/07/hollywood-has-a-bad-movie-problem/532602/
Enrico Vaime per Paolo Villaggio, Isabela Ragonese per Taormina e Mancino su Richard Lester
Maurizio Ponzi per Paolo Villaggio
Neri Parenti per Paolo Villaggio e Nicola Dusi per L'uomo che vende un occhio
Nanni Moretti per Bimbi Belli e il ricordo di Paolo Villaggio con Alessandro Bencivenni
Dal film Io speriamo che me la cavo l'interpretazione di Paolo Villaggio nelle vesti di un insegnante del nord trasferito al sud.
La scomparsa di Paolo Villaggio. Mario Capanna, ex segretario di DP, Domenico Davide, ideatore dell'evento "Corsa ai Tornelli".
Paolo Villaggio è morto oggi, ma ci ha regalato un aggettivo bellissimo: "fantozziano". Noi siamo stati con Force. Esteri: l'Estonia che guiderà l'Europa per sei mesi e il Qatar con l'embargo.
La scomparsa di Paolo Villaggio. Edoardo Camurri, giornalista e scrittore, Rosario Echinofora.
con: STEVE DELLA CASA (critico cinematografico), ANDREA ORLANDO (Ministro della Giustizia), EMANUELE FIANO (Pd), ROBERDTO SPERANZA (Articolo1 Mdp), BRUNO MANFELLOTTO (L'Espresso)
un grande lutto nel mondo dello spettacolo, è morto Paolo Villaggio, grande attore comico.
Paolo Villaggio su "Gesù". La "vera" storia degli uomini che hanno fatto la storia secondo Paolo Villaggio. Il libro di riferimento è "Storia della libertà di pensiero" di Paolo Villaggio, Universale Economica Feltrinelli.
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Il treno per expo é inchiodato a Termini...Per fortuna mi fa compagnia Paolo Villaggio.
Il treno per expo é inchiodato a Termini...Per fortuna mi fa compagnia Paolo Villaggio.
Paolo Villaggio con questo sketch conclude con successo la sua partecipazione a Gran Varietà 1968 alla sua maniera, sempre esilarante e ribelle... Tratto dalla puntata del 22 settembre 1968.
Paolo Villaggio in grande forma dà vita ad un monologo assolutamente esilarante... Tratto da Gran Varietà del 15 settembre 1968.
Paolo Villaggio con la sua trascinante comicità racconta un'esilarante avventura del ragionier Fantozzi... Tratto da Gran Varietà dell' 1 settembre 1968.
Paolo Villaggio dà vita ad un divertentissimo sketch satirico prendendo per soggetto suo padre ai tempi dell'entrata in guerra... Tratto da Gran Varietà del 25 agosto 1968.
Paolo Villaggio racconta una spassosa storiella che ha per tema un 'invito in società' ricevuto da un amico di suo padre... Tratto da Gran Varietà del 18 agosto 1968.
Paolo Villaggio narra in questo sketch un'avventura assolutamente esilarante del suo personaggio Fantozzi. Una gita in barca... Tratto da Gran Varietà dell' 11 agosto 1968.
Paolo Villaggio con la sua straordinaria e particolare carica di comicità, racconta un'altra spassosa avventura del suo personaggio Fantozzi, questa volta in crociera aziendale... Tratto da Gran Varietà del 4 agosto 1968.
Paolo Villaggio in questo sketch spassoso racconta una delle classiche domeniche di Fantozzi al mare... Tratto da Gran Varietà del 21 luglio 1968.
Paolo Villaggio narra un'esilarante avventura del suo famosissimo personaggio Fantozzi... Tratto da Gran Varietà del 14 luglio 1968.
Paolo Villaggio è qui con uno dei suoi più famosi cavalli di battaglia, la corazzata Potionkin. Tratto da Gran Varietà del 7 luglio 1968.
Sul sito Feltrinelli Paolo Villaggio ha una propria pagina che raccoglie articoli, interviste e presentazioni: http://www.feltrinellieditore.it/SchedaAutore?id_autore=1000803
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Socrate, Giuda, Gesù e Romano Prodi... e poi Savonarola, Giulio Cesare, Cristoforo Colombo, Galilei, Giordano Bruno. La "vera" storia degli uomini che hanno fatto la storia secondo Paolo Villaggio.