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Nella prima parte della puntata parleremo delle sanzioni dell'UE alla Russia. Quindi, commenteremo la decisione di Papa Francesco di consentire ai sacerdoti di benedire le coppie omosessuali. Nella sezione dedicata alla scienza ci occuperemo di uno studio condotto sui gatti, secondo cui, nel gioco del riporto, sono i piccoli animali domestici, a dettare le regole. E per concludere parleremo della birra di Natale a base di piselli verdi e cavolo rosso che spopola in Islanda. Inizieremo con la notizia della decisione presa dal governo italiano di ritirarsi dalla "Belt and Road Initiative", o meglio conosciuta come "Nuova Via della Seta", un ambizioso progetto economico e politico promosso dalla Cina. L'Italia aveva aderito a questo progetto nel 2019, suscitando non poche polemiche da parte dei Paesi occidentali, convinti che la Cina volesse soltanto espandere la propria influenza economica e politica a livello globale. Infine, celebreremo un importante riconoscimento assegnato alla tradizione musicale del nostro Paese: il canto lirico italiano è stato ufficialmente inserito dall'Unesco nell'elenco dei patrimoni culturali immateriali dell'umanità. - L'UE si unisce al G7 nel vietare l'importazione di diamanti russi - Il Papa consente ai sacerdoti di benedire le coppie dello stesso sesso - Ai gatti piace giocare al riporto ma alle loro condizioni -La birra di Natale a base di piselli verdi e cavolo rosso è un successo in Islanda -L'Italia abbandona l'adesione al progetto cinese della “Nuova Via della Seta” - L'Unesco riconosce il canto lirico Italiano come patrimonio dell'umanità
La Nuova Via della Seta è un progetto annunciato da Pechino a fine 2013 per migliorare i collegamenti via terra e via mare della Cina con l'Europa e l'Africa, rafforzando il rapporto commerciale. “Lasciate dormire la Cina, perché quando la Cina si sveglierà, tremerà il mondo intero.” Napoleone Bonaparte Sigla di Eric Buffat Per chi vuole acquistare i libri, il cui ricavato andrà totalmente a favore dell'associazione Dravet Italia: https://www.amazon.it/kindle-dbs/entity/author/B08FF1ZFV9 Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
Prima visita da Premier per Giorgia Meloni a Washington: affrontati con Biden temi di politica internazionale, dalla "Nuova Via della Seta" alla situazione africana, senza tralasciare i rapporti commerciali tra i due Paesi.
➨ Iscrivetevi al nostro canale Telegram: https://t.me/spazio_70Roma, 23 febbraio 2017, sala Zuccari di Palazzo Giustiniani (Senato della Repubblica). Convegno dal titolo: «L'Italia e le vie della seta», organizzato da Limes-Rivista Italiana di geopolitica e Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane. Sono intervenuti: Pietro Grasso (Presidente del Senato della Repubblica); Maurizio Gentile (amministratore delegato e direttore generale di Rete Ferroviaria Italiana); Paolo Costa (presidente Autorità portuale di Venezia); Mario Virano (direttore generale del Tunnel Euralpin Lyon Turin); Carlo Carganico (amministratore delegato e direttore generale di Italferr). Moderatore del dibattito: Lucio Caracciolo (direttore di Limes).Tra gli argomenti toccati durante il convegno: 1) La posizione geografica dell'Italia. Un ponte «tra la Cina e l'Europa»; 2) Una sorta di «globalizzazione alla cinese»; 3) L'industrializzazione dell'entroterra cinese; 4) I corridoi «nord» e «sud» della Nuova Via della Seta; 5) La Via della Seta marittima; 7) Il tema delle mega-navi; 8) La competizione con i grandi porti del Nord Europa; 9) Le opportunità dell'alto Adriatico; 10) Il significato politico della Nuova Via della Seta; 11) La «Carta di Torino» per la Nuova Via Ferroviaria della Seta; 12) Il ruolo dell'Italia; 13) Un progetto di collaborazione euroasiaticoSenato della Repubblica, reperto rilasciato con licenza Creative Commons 3.0Questo show fa parte del network Spreaker Prime. Se sei interessato a fare pubblicità in questo podcast, contattaci su https://www.spreaker.com/show/4704678/advertisement
Il governo di Giorgia Meloni deve decidere entro fine anno se confermare o uscire dal Memorandum of understanding sulla Nuova via della Seta con la Cina. L'accordo, che in realtà è una lettera di intenti senza alcun valore vincolante, era stato firmato nel marzo 2019 dall'allora governo Conte I (Movimento Cinque Stelle e Lega) e si rinnova automaticamente, salvo comunicazioni preventive, nel 2024. La scelta del governo attuale è complicata: Meloni ha lasciato intendere di volerne uscire, ma data la situazione internazionale odierna, è importante capire “come” eventualmente abbandonare il progetto cinese. Gli inserti audio di questa puntata sono tratti da: IX Riunione del Comitato Governativo Italia-Cina, canale YouTube Farnesina, 25 gennaio 2019; Dichiarazioni alla stampa del Presidente Mattarella e del Presidente XI Jinping, canale YouTube Presidenza della Repubblica italiana, 22 marzo 2019; Via della Seta, Di Maio firma il Memorandum d'Intesa tra Italia e Cina, Vista Agenzia Televisiva nazionale, 23 marzo 2019; Via della Seta, Di Maio: "L'Italia è arrivata prima”, Vista Agenzia Televisiva nazionale, 23 marzo 2019. Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
Il portavoce del ministero degli Esteri cinese Wang Wenbin ha menzionato l'Italia rispetto ad un possibile rinnovo del memorandum di adesione alla Nuova Via della Seta. Ma a che punto è il progetto? Lo abbiamo chiesto a Giulia Sciorati, ricercatrice all'Università di Trento, esperta di Cina, analista di ISPI.Siamo poi andati in Pakistan, dove la situazione politica appare sempre più precaria all'indomani dell'arresto dell'ex premier Imran Khan, e in Tunisia per raccontare la sparatoria avvenuta davanti alla sinagoga di Djerba.
#Meloni, i viaggi in programma @francescobechis; #Scuola contro le aggressioni i nuovi provvedimenti @lorenaloiacono ; #Russia ucciso l'amico di #Putin @mauroevangelisti; #Balcani c'è una nuova della migrazione @cristianamangani; #Trump davanti a giudici domani, come si prepara New York @annaguaita
Sin dal suo lancio nel 2013, l'iniziativa cinese della Nuova Via della Seta (in inglese Belt and Road Initiative, BRI) ha suscitato un acceso dibattito. Nonostante gli sforzi di Pechino di rappresentarla come una cooperazione vantaggiosa per tutti, sono emerse preoccupazioni sui rischi per l'iniziativa comporterebbe per i Paesi coinvolti, soprattutto nel Sud del mondo. Beatrice Gallelli (ricercatrice IAI) dialoga con Marina Rudyak (Università di Heidelberg), sinologa ed esperta di sviluppo internazionale, per favorire la diffusione di informazioni veritiere in un dibattito così polarizzato.
Oggi ci siamo recati a Schloss Elmau, dove è in corso il vertice dei paesi G7. Tra i vari temi affrontati, i leader hanno lanciato un ambizioso piano per le infrastrutture, il quale diventerebbe un contraltare alla "Nuova Via della Seta" promossa dal Presidente cinese Xi Jinping. Ne abbiamo parlato con Sergio Nava, giornalista di Radio24. Le ripercussioni della guerra sono molto forti in Africa, dove si teme possa scoppiare una vera e propria carestia. È credibile il piano annunciato dai leader del G7? Ne abbiamo parlato con Edwin Ikhuoria, direttore esecutivo della Ong ONE in Africa. Inoltre, le grandi organizzazioni sovranazionali tornano importanti sulla scena internazionale. Che cosa potrà scaturire da queste prove di nuove alleanze? Ne abbiamo parlato con Vittorio Emanuele Parsi, direttore dell'Alta Scuola di Economia e Relazioni Internazionali. Infine, siamo andati a Melilla, dove si sta verificando una crisi migratoria che il leader spagnolo e quello marocchino hanno cercato di arginare attraverso il dispiegamento delle forze di sicurezza. Ne abbiamo parlato con Juan Luis Espinosa, giornalista di El Faro de Melilla.
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6967DALLA CINA ALL'ITALIA, ECCO IL CONTROLLO TOTALE DELLA POPOLAZIONE CON I CREDITI SOCIALI di Stefano MagniIl modello cinese può introdursi sottovoce, con un volto sorridente. In Italia sta arrivando sotto forma di "giochi" a punti, per ora solo volontari, applicati su scala locale, nei comuni rossi dell'Emilia Romagna.In Italia, a dire il vero, il modello cinese è arrivato con la firma dei protocolli politici della Nuova Via della Seta. Si è palesato concretamente per la prima volta nel 2020, con gli specialisti e il materiale medico dalla Cina, ma soprattutto con il lockdown, metodo sanitario e securitario tipico dei discendenti di Mao, che nel nostro Paese è stato introdotto (e poi imitato da tutto il resto d'Europa) come unico sistema possibile per stroncare la circolazione del virus. Che in realtà, però, circola ancora oggi.UN SUGGERIMENTO CINESEIl Green Pass è nato anch'esso da un suggerimento cinese, teoricamente per permettere alla gente di riprendere a viaggiare. Sotto il regime di Pechino tutti sono già sotto controllo, quindi il lasciapassare è solo un'integrazione della schedatura pressoché completa di cui il governo dispone su ognuno dei suoi cittadini. In Italia, così come in Francia e nei Paesi europei che non lo hanno usato solo come passaporto vaccinale internazionale, il Green Pass ha assunto la forma di uno strumento di controllo etico del comportamento del cittadino. È infatti solo parzialmente rappresentativo del suo stato di salute (il Green Pass per il guarito, o per l'attualmente negativo al test Covid-19), nella maggior parte dei casi è il certificato di un comportamento virtuoso (l'essersi vaccinato). Quindi già il Green Pass, così come è stato usato in Italia e in pochi altri Paesi occidentali, è diventato una versione ridotta del sistema cinese (ancora in fase sperimentale nel Paese d'origine) dei crediti sociali.Quel sistema, insomma, in cui ad ogni cittadino viene attribuito un punteggio e, a seconda di quel che fa o non fa, perde o guadagna punti, e più ne perde più la sua libertà di acquistare o fare cose, viene limitata dallo Stato. Un cittadino cinese con pochi punti non può, ad esempio, prendere un mezzo pubblico a lunga percorrenza, né iscrivere i figli a scuole prestigiose e, sotto una certa soglia, neppure lavorare o uscire dal proprio centro urbano.ESITI TUTT'ALTRO CHE DIVERTENTIAdesso, questo "gioco" a punti, che in Cina può avere esiti tutt'altro che divertenti, sta sbarcando nelle città dell'Emilia Romagna. A Fidenza, le case popolari dell'Acer, hanno introdotto un nuovo regolamento condominiale che funziona, all'incirca, come quello cinese. Chi non rispetta le regole perde punti. Chi invece le rispetta per tre anni di fila guadagna 5 punti, chi si attiva per riparare un danno, chi "partecipa alle iniziative per imparare a vivere bene insieme", guadagna punti extra. Chi perde tutti i punti, perde la casa: "quando i punti finiscono, decade il diritto di alloggio".A Bologna, con il sindaco Matteo Lepore e soprattutto l'assessore all'Agenda Digitale Massimo Bugani (del Movimento 5 Stelle, il più "cinese" dei partiti italiani), verrà introdotto lo smart citizen wallet, termine inglese (portafogli del cittadino intelligente) che forse cela quel che è realmente: un sistema di crediti sociali, fatto e finito. La differenza fondamentale è che si tratta di una app che si può installare solo volontariamente e inoltre conferisce premi, non penalità. Ma prepara culturalmente e politicamente i cittadini bolognesi a ragionare alla cinese: i "big data" raccolti nel Web permetteranno al Comune di valutare il comportamento etico del cittadino. Il Comune saprà, dunque, se hai preso multe, se hai preferito i mezzi pubblici all'automobile, se hai risparmiato energia in casa tua, se hai fatto bene la raccolta differenziata dei rifiuti, se sei "culturalmente attivo". Come dice l'assessore pentastellato di Bologna: "Noi ti vediamo e te lo riconosciamo con un punteggio".
Lo scorso 1 dicembre la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen ha presentato il piano di investimenti per 300 miliardi da qui al 2027, con i quali competere (contro la Nuova Via della Seta e il Build Back Better World) nella corsa al finanziamento della crescita di tanti Paesi privi delle risorse fondamentali per modernizzarsi, come spiegano la corrispondente da Bruxelles Francesca Basso e l'esperto di geopolitica Danio Taino.Per altri approfondimenti:- Global Gateway: aspetti economici e geopolitici della risposta europea alla Nuova Via della Seta https://bit.ly/3IEl9KR- Che cos'è la Via della Seta cinese https://bit.ly/3pRvXg0- La Via della Seta ripudiata dall'Australia https://bit.ly/3ESpRlU
Radio Colonia
Nel settembre 2013, il presidente cinese Xi Jinping ha annunciato la sua visione strategica per la Nuova Via della Seta, meglio conosciuta come "Belt & Road Initiative" (BRI) durante un discorso all'Università Nazarbayev nella capitale kazaka che allora si chiamava ancora Astana. Questa iniziativa prevede il completamento di più di 100 progetti di infrastrutture su piccola e larga scala - strade, ferrovie, oleodotti, parchi industriali e zone economiche speciali - che puntano a migliorare i collegamenti tra Cina con Europa occidentale principalmente attraverso l'Asia centrale. I cinque stati dell'Asia centrale - Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan, Turkmenistan e Uzbekistan - sono un importante centro geografico del progetto. Oggi andiamo a vedere come l'Est diventa Ovest. Cemento è un podcast di Angelo Zinna e Eleonora Sacco. La sigla è di MAV. Se non lo hai ancora fatto iscriviti alla nostra newsletter per ricevere fonti, aggiornamenti e consigli di lettura sui temi di ogni puntata. Vuoi parlare con noi dell'argomento che abbiamo trattato in questa puntata? Entra nel gruppo Facebook di Cemento, siamo contenti di proseguire la discussione! Saremmo felici di sentire il tuo feedback, se i social non fanno per te puoi contattarci rispondendo a questa mail. Ci trovi, ovviamente, anche su Instagram.
Incontro con Antonio Selvatici. Presenta Michelangelo Agrusti La Cina in pochi anni da semplice e umile "fabbrica del mondo" diventerà la protagonista globale. "La via della seta" è uno degli strumenti utilizzati per affermarsi. Il più grande progetto di espansione e di conquista globale si divide in due rami: uno terrestre e l'altro marittimo. Un'incredibile rete formata dal controllo di rotte oceaniche, canali strategici, ferrovie, autostrade e strade, cavi, comunicazioni. Un insieme anche di approvvigionamento energetico e di espansione militare. Edizione 2019 www.pordenonelegge.it
Al G7 conclusosi in Cornovaglia domenica scorsa si è discusso dell'alternativa statunitense al progetto cinese per creare un network globale di infrastrutture.
Dopo il G7 che si è chiuso ieri abbiamo analizzato il summit della NATO iniziato oggi a Bruxelles: che rapporti intratterrà l'Alleanza Atlantica dell'era Biden con i rivali strategici Russia e Cina? L'Italia rivedrà davvero il memorandum sulla Via della Seta con Pechino? E che cosa farà il membro scomodo dell'alleanza, ossia la Turchia? Ne abbiamo parlato con Alessandro Marrone (responsabile Programma Difesa di IAI, Istituto Affari Internazionali), Gerardo Pelosi (giornalista del Sole 24Ore) e con Marta Ottaviani (giornalista esperta di Turchia, collabora con La Stampa e Avvenire).
Andare incontro all'altro interrompe la deriva della paura e angoscia, della frustrazione e senso di abbandono. Dovremmo ricordarci di questo nel momento in cui ci sentiamo privati della possibilità di scambiare un gesto, una carezza, un abbraccio, tutte cose che valgono più di mille parole. L'immaginazione è la possibilità di far circolare emozioni, desideri e pensieri tra noi e gli altri per una via meno diretta, ma altrettanto efficace per costruire legami tra le nostre esperienze. L'immaginazione è liberatoria perché non si ferma alla realtà, fa entrare il futuro, il possibile e il desiderio nel nostro orizzonte. Immaginazione e empatia, è di questo che abbiamo bisogno per guardare avanti quando la realtà sembra chiudersi e chiuderci in piccole e grandi prigioni.
Parliamo di mega-corridoi, parliamo della nuova via della Seta che attraverserà l'Asia e l'Europa e su cui la Cina sta investendo non meno di 800 milioni di dollari. Per la gioia delle cancellerie europee. Il nostro viaggio nella Belt and Road Initiative passa da Trieste, dove il porto sta trovando nuova linfa, ma la destrutturazione del lavoro e gli impatti ambientali insiti nei grandi corridoi rischiano di avere un impatto nefasto.
TESTO DELL'ARTICOLO ➜http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6418LA FOLLE PSICOLOGIA DELLE FOLLEIn tempi di crisi le masse tendono a illudersi, sperando in un ''salvatore della patria'' che risolva i guai che le affliggonodi Luca Della TorreIn tempi di crisi le masse nella società civile tendono inevitabilmente a far convergere illusoriamente in politica le proprie speranze di salvezza in un demiurgo, un taumaturgo, un "salvatore della patria", che risolva provvidenzialmente, con granitica certezza, la matassa inestricabile dei funesti guai che le affliggono.Sono trascorsi più di centovent'anni dalla pubblicazione di un fondamentale saggio per la storia politica mondiale del XX secolo, Psicologia delle folle, del celebre sociologo e storico francese Gustave le Bon. L'autore rappresentava acutamente l'inconscia responsabilità criminale delle masse, che, caratterizzate da emotività, ed irrazionale forza distruttiva, rinunziano all'esercizio della propria autonomia di giudizio e di discernimento, divenendo facile preda di ideologie-feticci in grado di suggestionarle verso idee-immagini, e slogan suggestivi, che in realtà tradiscono una volontà di sopraffazione politica della dignità della persona umana. È cosa ben nota alla storiografia che i grandi dittatori ispiratori delle criminali ideologie totalitarie del XX secolo, Stalin in URSS, Hitler in Germania, applicarono con meticolosa attenzione le riflessioni dell'opera dello studioso francese alle proprie prassi politiche. Nel quadro odierno delle relazioni internazionali in ambito geopolitico e giuridico, è molto preoccupante, agli occhi degli analisti, l'approccio disinvolto, irresponsabile di un eterogeneo milieu intellettuale che guarda al pensiero politico comunista ed alla sua applicazione nella prassi, come ad un fenomeno meritevole di apprezzamento per il futuro politico del terzo millennio. I fatti sono noti: la Repubblica Popolare cinese, retta dal primato del regime totalitario del Partito Comunista cinese è oggi il problema nodale per l'immediato futuro degli assetti politici di pace e sicurezza internazionale. Lo è per gli USA, per la UE, per la Russia, per l'India, per i principali modelli politici sociali ed economici liberali del pianeta. Impossessatosi delle tecniche economico finanziarie dell'economia di mercato capitalista, il Partito Comunista cinese ha da tempo sfidato concettualmente il sistema dei trattati giuridici che sono alla base della comunità internazionale e che garantiscono i diritti e le libertà civili e politici della persona umana secondo la piattaforma culturale di impronta occidentale, in nome del primato virtuoso della dittatura del partito unico di ispirazione marxista. L'Italia in particolare, brilla in questa sciagurata opera di "revisionismo" storico politico a favore di una delle ideologie più criminali e anticristiane che la Storia abbia mai subito, come dimostra un'intervista di Antonio Polito all'ex leader comunista, poi del PD, Massimo D'Alema, apparsa di recente sulle pagine del Corriere della Sera.D'ALEMA, IL LEADER CHE NON HA MAI PERSO OCCASIONE DI PERDEREPolito è notoriamente un giornalista garbato e moderato, pur nella palude del mainstream postmarxista e globalista che guida quello che un tempo era il giornale più autorevole d'Italia. Di D'Alema, in verità con ironico sfottò, la stampa italiana coniò un celebre motto, ovvero che è il leader che "non ha mai perso occasione di perdere", alla luce di tutti i fallimenti dei suoi autoreferenziali progetti di leadership come Primo Ministro, Presidente della Repubblica, leader della sinistra europea.Purtuttavia l'ex leader comunista è ad oggi membro di un noto think tank politico-economici proglobal, consulente del governo cinese a livello internazionale nello sviluppo del faraonico programma di dominio economico politico mondiale noto come il trattato Silk Belt Road, la "nuova via della seta cinese", che mira a creare una rete di Paesi strettamente dipendenti dal Dragone di Pechino nel quadro della cooperazione economica, militare, politica.Ebbene, alla domanda del giornalista Polito sulla crisi strutturale dell'Europa e della sinistra italiana, D'Alema racconta che un nuovo partito di sinistra «in più dovrebbe avere una ideologia», «Una visione del mondo, un insieme di valori e un'idea del futuro». E che tale impronta ideologica si può trovare nell'esempio del defunto Partito comunista italiano (sic!). Dice infatti D'Alema che: «La serietà, il metodo, la responsabilità dei dirigenti, la qualità della loro formazione. Fu questo a trasformare un partito (il PCI, ndr) che era nato per fare la rivoluzione in un pilastro del sistema democratico». Questa è la lungimiranza strategica, il grado di discutibile maturità politica, il livello di pochezza culturale che traspare da una delle presunte "teste pensanti" del pensiero postmarxista in Italia nel nuovo millennio.Polito, con sorniona abilità polemica fa presente nel corso dell'intervista che D'Alema tiene ancora nel suo ufficio, seppur pudicamente poggiato per terra, un ritratto del criminale dittatore sovietico, Iosif Stalin. Ora, al netto dell'aneddoto, è altrettanto comprovato che a livello di analisi accademica, diplomatica e istituzionale, presso i centri di ricerca politologica e giuridica, sia riconosciuto che il sistema della democrazia occidentale liberale, liberista, laicista, perda sempre più fascino. In questo frangente più importante di tutte è la questione della identità: culturale, politica, religiosa, storica. La crisi politica internazionale, un vero e proprio conflitto "freddo" che purtroppo volge sempre più, giorno dopo giorno - come ben si legge nelle veline riservate delle diplomazie occidentali, da Washington a Bruxelles, in India come in Giappone, in Australia - verso un confronto in chiave militare con regimi aggressivi e criminali come quello di Pechino è infatti in primo luogo una crisi occidentale: come osserva il celebre politologo USA Samuel Huntington mentre la Cina ha continuato a crescere in modo impetuoso, proprio perché unificata dal granitico suggestivo diktat politico comunista e dal collante religioso del confucianesimo, l'Europa ha abbandonato la coscienza della propria identità.EVVIVA IL COMUNISMO E CHI LO VOTERÀIn verità nessuno ha voglia di abbandonare la propria identità in modo semplice, poiché l'elemento identitario è il collante che da senso al vivere comune di una società: di fronte al nihilista dramma della rinunzia in ambito giuridico istituzionale al patrimonio delle radici culturali, politiche, sociali cristiane, il risultato è l'approdo disperato di masse e di intellettuali alla D'Alema alle sirene distopiche di modelli liberticidi come il comunismo cinese in salsa capitalista.Altre prove di questo preoccupante processo di de-formazione e dis-informazione delle masse? La redazione di Rai News, l'organo di informazione pubblica dello Stato italiano proprio martedì 22 scorso se ne è uscito con questo degradante inno al criminale regime comunista cinese: «La Cina, già con la Nuova Via della Seta, con questa "globalizzazione con caratteristiche cinesi", propone una visione inclusiva, in un certo senso di integrazione per il futuro del pianeta, pur tutelando beninteso, le sue ambizioni di grande potenza in grado di competere con gli USA. Laddove l'Occidente continua a rivolgere lo sguardo verso se stesso e a chiudersi per certi versi nella cultura dell'individualismo, di contro l'Oriente, l'Estremo Oriente, privilegia la collettività, quel senso del bene comune di origine confuciana per cui l'individuo mette da parte se stesso per migliorare la società».Se rileggiamo le altrettanto irresponsabili, grossolane dichiarazioni pubbliche di mons. Marcelo Sanchez Sorondo, Cancelliere della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali, secondo cui «in questo momento quelli che realizzano meglio la dottrina sociale della Chiesa sono i cinesi», ci si rende conto senza difficoltà come la drammatica crisi etico-culturale strutturale del pensiero politico europeo [...] possa far scivolare le masse verso il piano inclinato delle sirene del comunismo del terzo millennio, nonostante la certificazione storica del fallimento dei sistemi sociali d'impronta comunista. Titolo originale: Una pericolosa nostalgia di comunismoFonte: Corrispondenza Romana, 23 dicembre 2020Pubblicato su BastaBugie n. 698
Chissà quanti si ricordano del lancio dell'Hadopi, l'alta autorità francese per la lotta alla pirateria audiovisiva istituita con una legge da più parti accusata di essere censorea e liberticida: un avvertimento, un altro avvertimento e poi via un ordine di disconnessione.Era il simbolo della via francese per la lotta alla pirateria.Fortissimamente voluta dall'allora Presisente Sarcozy, nel 2013, la legge fu rivista e corretta, sostituendo la sanzione della disconnessione con la più ragionevole previsione di una sanzione pecuniaria.In questi giorni, in Francia, dopo oltre un decennio di alterne vicende, l'Hadopi torna a far parlare di sé, ma, questa volta, forse, in positivo.
La Gran Bretagna annuncia nuovi obiettivi climatici al 2030, la Cina esclude il carbone dai suoi investimenti all'esterno nell'ambito della Nuova Via della Seta, il Giappone vieta le auto a combustione interna e la Danimarca non concederà nuove autorizzazioni per cercare gas e petrolio nel Mare del Nord. La fuoriuscita dal petrolio è ormai realtà, e non solo per volontà politica. La pandemia ha dato la spallata decisiva a un'industria morente e il picco del petrolio sembra ormai alle nostre spalle.Tutte le notizie qui: https://www.italiachecambia.org/rassegna-stampa/e-ufficialmente-finita-lera-del-petrolio/
Il 2020 è stato un anno di enormi cambiamenti globali, in buona parte ancora da comprendere fino in fondo. Quali sfide ci lancerà dunque “la vita che verrà” e in che modo la scienza ci aiuterà a superarle? L'edizione 2020 di Trieste Next l'ormai storica manifestazione internazionale della ricerca scientifica, che si terrà dal 25 al 27 settembre, è pronta ad affrontare questi e molti altri interrogativi. La crisi sanitaria globale innescata dall'epidemia di Covid-19 si inserisce infatti nel contesto del riscaldamento globale, che rimane la più grande delle emergenze del nuovo millennio. Sapremo sfruttare il progresso scientifico e tecnologico per affrontare questi problemi? “Science for the Planet: 100 idee per la vita che verrà” è il titolo della nona edizione della manifestazione, in cui non si parlerà solo di salute ma anche di inquinamento, energia, alimentazione, sviluppo industriale ed economico, gestione del territorio e molto altro. Un'edizione coraggiosa, che nel pieno rispetto delle norme anti-Covid, sarà dal vivo e in presenza. A integrare gli eventi che si svolgeranno negli spazi tradizionali del festival, la possibilità di seguire tutti gli appuntamenti della manifestazione anche in streaming. Novità di quest'anno infatti sarà la “versione digitale” del festival: un vero palinsesto online che unirà attraverso una conduzione giornalistica da studio gli appuntamenti e i relatori e li seguirà per l'intero corso di ogni giornata. In questo modo chi non potrà partecipare fisicamente, anche per via delle misure anti-Covid, potrà seguire piacevolmente interventi e altri avvenimenti. Come ogni anno, la partecipazione del pubblico è completamente gratuita. Per guardare le dirette video basterà collegarsi alla home page del sito di Trieste Next www.triestenext.it, dove saranno presenti anche i video degli appuntamenti già svolti. Il palinsesto digitale sarà fruibile anche dalla pagina Facebook di Trieste Next. Fra gli ospiti di punta dell'edizione 2020 troviamo Jan Olof Lundqvist, dello Stockholm International Water Institute, Claudia Ringler, dell'International Food Policy Research Institute, Paolo Vineis docente di Epidemiologia ambientale dell'Imperial College di Londra, Pier Paolo Di Fiore, ricercatore AIRC e professore dell'Università degli Studi di Milano e Peter Wadhams, glaciologo dell'Università di Cambridge, autore del libro “Addio ai ghiacci” e molti altri ancora. Come sempre ampio spazio verrà dato al dialogo fra ricerca scientifica e mondo dell'impresa, con ospiti come Marco Alverà, amministratore delegato di SNAM (una delle maggiori società di infrastrutture energetiche al mondo), Renato Mazzoncini, amministratore delegato e direttore generale della multi-utility A2A, e Diana Bracco, amministratore delegato dell'azienda farmaceutica Bracco. Zeno D'Agostino, presidente dell'Autorità di Sistema Portuale dell'Adriatico Orientale, racconterà la svolta green di quello che oggi è già uno dei più importanti snodi della Nuova Via della Seta. A Trieste Next 2020 sarà inoltre presente il Ministro dello sviluppo economico Stefano Patuanelli. Come ogni anno gli istituti di ricerca di Trieste saranno presenti in Piazza Unità d'Italia negli stand del “Villaggio della scienza” che nel 2020 sarà rinnovato per garantire la piena fruizione in sicurezza. La cerimonia di apertura si terrà il 25 settembre alle ore 11, in Piazza dell'Unità d'Italia Tutti gli eventi sono a ingresso libero: data la disponibilità limitata di posti e per rispettare le norme anti-Covid, per la partecipazione fisica agli eventi è obbligatoria la prenotazione online sul sito di Trieste Next che garantisce l'accesso in sala e posto a sedere fino a 10 minuti prima dell'inizio ufficiale dell'evento. Il programma completo della manifestazione è disponibile sul sito www.triestenext.it A raccontarci di più su questa edizione 2020 di Trieste Next l'assessore del Comune di Trieste Angela Brandi:
- Introduzione di Margherita Furlan - Assange: “una crocifissione politica” di Margherita Furlan e Jeff Hoffman - Assange e la proposta inaccettabile di Trump di Jeff Hoffman - Iran: scontro USA - UE di Michele Manfrin - Turchia - Irak: le mosse della partita medio orientale di Michele Manfrin - Sanzioni Ue: Cipro si mette di mezzo di Michele Manfrin - Soldati polacchi in missione NATO in Turchia di Jeff Hoffman - Ucraina chiude i rubinetti dell'acqua alla Crimea di Michele Manfrin - Huawei in Serbia per la Nuova Via della Seta di Velimir Tomovic ️Noi siamo liberi e vogliamo continuare a esserlo, insieme a te. Sostienici e diventeremo tutti il centro di gravità del sapere con una donazione una tantum (https://www.paypal.com/paypalme/casadelsoletv) con un abbonamento (https://casadelsole.tv/sostienici)
Amiche, amici, siamo già a metà della prima stagione di questo podcast. Oggi una puntatona incredibile, che ci ha fatto imparare molte cose nuove e ci ha fatto aprire gli occhi su progetti di espansione politica di cui ignoravamo l'esistenza. Quali sono state le implicazioni sociali della scoperta della Via della Seta? Marco Polo è stato il primo ad arrivare in Cina? Esiste oggi, una "nuova Via della Seta"? Che cos'è? Scopritelo ascoltandoci in questo nuovo venerdì estivo. Non scordatevi di seguirci su Instagram e scriveteci, se vi va. Baciosi a tutte e tutti! Mail: segioventu@gmail.com IG di Se gioventù sapesse: @segioventusapesse IG di Sara: @sarabetteghella IG di Beatrice: @beaazzolina_pan
Negli ultimi anni "connessione", "interconnessione" e "globalizzazione" sono diventate vere e proprie parole d'ordine a tutti i livelli e i mercati sono diventati mercati globali. In questo contesto, la Cina si sta affermando sempre più come protagonista a livello economico mondiale e nel 2013 ha lanciato un'importantissima iniziativa, la Nuova Via della Seta. Oggi ne parliamo con Mariangela Pira, giornalista Sky TG24. Quali risvolti potrebbe avere la Nuova Via della Seta a livello mondiale e quali opportunità potrebbe offrire per imprenditori e investitori? Scoprilo con Edicola Invesco!
Il 10 marzo 2020, per la prima volta dalla diffusione della pandemia di coronavirus, il presidente Xi Jinping mette piede a Wuhan: è il segno che la situazione non è più pericoloso, o almeno così sembra. La visita del presidente, che in piena emergenza aveva mandato il premier Li Keqiang, è un messaggio per i cinesi, ma soprattutto per le Borse e per i partner mondiali: passata l'emergenza e apparentemente sconfitto il "virus demone" grazie a una "guerra di popolo", la Cina è pronta a ripartire. Ha bisogno di farlo, perché, a causa del coronavirus, nel 2020 raggiungerà probabilmente solo il 4-5% di crescita, secondo le stime più ottimistiche, e molto dipenderà da come la pandemia si svilupperà in Europa e negli Stati Uniti. Per questo motivo, Pechino ha lanciato un nuovo slogan: dopo la Nuova Via della Seta, è il momento della Nuova Via della Seta sanitaria. In questo episodio vi spiegheremo perché questo progetto riguarda direttamente l'Italia e quali conseguenze potrà avere sui rapporti con il principale partner (e concorrente) mondiale: gli Stati Uniti. Lo faremo anche con l'aiuto di Andrea Pira, giornalista di Milano Finanza, e Francesco Costa, autore del podcast "Da Costa a Costa".
Il 10 marzo 2020, per la prima volta dalla diffusione della pandemia di coronavirus, il presidente Xi Jinping mette piede a Wuhan: è il segno che la situazione non è più pericoloso, o almeno così sembra. La visita del presidente, che in piena emergenza aveva mandato il premier Li Keqiang, è un messaggio per i cinesi, ma soprattutto per le Borse e per i partner mondiali: passata l'emergenza e apparentemente sconfitto il "virus demone" grazie a una "guerra di popolo", la Cina è pronta a ripartire. Ha bisogno di farlo, perché, a causa del coronavirus, nel 2020 raggiungerà probabilmente solo il 4-5% di crescita, secondo le stime più ottimistiche, e molto dipenderà da come la pandemia si svilupperà in Europa e negli Stati Uniti. Per questo motivo, Pechino ha lanciato un nuovo slogan: dopo la Nuova Via della Seta, è il momento della Nuova Via della Seta sanitaria. In questo episodio vi spiegheremo perché questo progetto riguarda direttamente l'Italia e quali conseguenze potrà avere sui rapporti con il principale partner (e concorrente) mondiale: gli Stati Uniti. Lo faremo anche con l'aiuto di Andrea Pira, giornalista di Milano Finanza, e Francesco Costa, autore del podcast "Da Costa a Costa".
Quando nel marzo 2019 sono scoppiate le proteste a Hong Kong, pur riconoscendone l'importanza per il continente asiatico, Cavour ha deciso di non occuparsene, perché non avevano un "riflesso" sull'Italia. Ma poi qualcosa è cambiato. L'Italia ha firmato il memorandum di adesione al progetto cinese della Nuova Via della Seta (se n'è discusso nel sesto episodio della 1ª stagione: https://open.spotify.com/episode/6MBhWVDx0l6zN9QA4fTUJ3 ) e ci sono stati degli effetti politici di questa firma: l'ultimo di questi effetti è la (non) posizione espressa dal ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, su ciò che sta accadendo a Hong Kong.Nel settimo episodio della 2ª stagione di Cavour, Francesco Maselli ne discute con Giulia Pompili, giornalista de Il Foglio, e Simone Pieranni, giornalista de Il Manifesto.
In questa puntata:#scenari: la Via della Seta è un progetto strategico della Cina ma che può rivelarsi un'acceleratore per l'Italia e perfino un'opportunità per tutti noi. A patto che, come consiglia l'innovation manager @enrico molinari, ci sforziamo di leggere all'interno di questa strategia, capire meglio le tecnologie abilitanti e, magari, ci regaliamo un corso di ideogrammi per iniziare a studiare lingua e cultura di un Paese che è e sarà leader mondiale. (dal minuto 1'27”)#strumentieconsigli: il mercato del lavoro disegna trend che possono incidere sulla nostra soglia di occupabilità: digital mismatch, cybersecurity, privacy, gestione dei dati, innovazione tecnologica dentro i settori tradizionali, sharing economy, green economy. Occorre formazione continua e molta automotivazione, ma si aprono scenari per nuove professioni come energy manager, innovation broker, avvocato dell'etica tecnologica, esperto di ubiquitous computing ed altre. Ce ne parla la career coach @francesca scelsi di @jobscouting (dal minuto 7'25”)#danonperdere: il 7 novembre a Bari c'è Fabbricafuturo, un appuntamento di Este per fare il punto sul manifatturiero, attraversando temi come il 4.0, gli scenari globali, la catena del valore, il mantenimento della marginalità. Ce ne dice di più Chiara Lupi, direttore editoriale di Este (www.este.it). Dal minuto 11'38”
Hai mai sentito parlare della Nuova Via della Seta? Quali opportunità di investimento pensi possa generare questa iniziativa? Scoprilo con #IoINVESCO, la serie podcast di Invesco che dedicata al risparmio gestito e all’investimento.
Oggi la prima puntata di "Confini", la nuova trasmissione radiofonica a tema geopolitico de L'Intellettuale Dissidente. Emanuel Pietrobon vi condurrà lungo la Nuova Via della Seta per capire e interpretare al meglio tutte le implicazioni dello scontro del secolo, quello che vede contrapposti gli Usa di Donald Trump e la Cina di Xi Jinping.
"Quando la Cina si sveglierà il mondo tremerà" è il titolo di un famoso saggio del 1973, l’autore è Alain Peyrefitte, diplomatico e ministro del presidente francese Georges Pompidou. Oggi la Cina si è svegliata, il mondo forse non sta tremando, o almeno non ancora, ma sa che Pechino c’è e sta cominciando a fare i conti con la sua presenza economica e politica. Soprattutto, il mondo sa che ormai la Cina è una concorrente seria degli Stati Uniti per il trono di prima superpotenza mondiale.L’Italia è uno dei terreni dove questa competizione si misura: siamo tradizionalmente un paese amico della Cina, e allo stesso tempo gli Stati Uniti sono il nostro più importante alleato. La nostra politica estera ha sempre seguito una bussola: parlare con tutti, senza rinnegare la fedeltà all’alleanza atlantica. Il governo gialloverde sta lentamente tentando di cambiare questa posizione, grazie alla firma del famoso memorandum di adesione al progetto cinese della Nuova Via della Seta. E non escludendo una partnership con Pechino sulla costruzione della rete 5G.La relazione tra Italia e Cina è il tema del sesto episodio di Cavour. E per analizzarlo, Francesco Maselli intervista Giulia Pompili, giornalista de Il Foglio, e Simone Pieranni, giornalista de Il Manifesto.
La Nuova via della Seta è un'iniziativa, per il miglioramento dei collegamenti commerciali in Europa e in Africa, che è stata istituita nel 2013 dal Presidente cinese Xi Jinping.Potete iscrivervi anche al mio canale Telegram: https://t.me/FinanzaAmichevoleLa prima regola è non perdere. La seconda è non scordare la prima. Warren BuffettSigla di Eric Buffat Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
Un'analisi dei dati e del contesto economico della Belt and Road Initiative cinese dopo la recente visita in Italia del presidente cinese e le polemiche politiche e mediatiche circa i possibili rischi che la firma dell'Italia di un memorandum bilaterale con la Cina possa (in futuro) spostare da Occidente a Oriente l'asse delle nostra politica estera o che le aziende cinesi possa colonizzare parti della economia italiana.
Dal mese di gennaio a oggi, il parlamento britannico non solo ha bocciato per tre volte la proposta di accordo tra il Regno Unito e l’Unione Europea (il cosiddetto Withdrawal Agreement) ma i deputati non sono nemmeno riusciti a convergere su un piano alternativo di Brexit. Questo perché, molto probabilmente, ognuno dei 650 deputati inglesi ha un’idea differente di Brexit ideale: per essere precisi, molti deputati non vorrebbero proprio lasciarla, l’Unione Europea. In questa puntata vi raccontiamo perché non c’è stata la Brexit il 29 marzo, cercando di guidarvi nel caos di un sistema politico britannico ormai alla paralisi. Parliamo inoltre della Nuova Via della Seta cinese e degli sviluppi dei casi Selmayr e Orbán.Ringraziamo Gabriele Carrer, redattore de “La Verità” e autore della newsletter "Fumo di Londra", e Giuseppe Gabusi, politologo, docente di economia politica dell'Asia orientale all'Università di Torino e direttore di "Asia Prospect" a Twai - Torino World Affairs Institute. Questo il link per le donazioni: https://www.rivistaeuropae.eu/osare-europa/
Dal mese di gennaio a oggi, il parlamento britannico non solo ha bocciato per tre volte la proposta di accordo tra il Regno Unito e l’Unione Europea (il cosiddetto Withdrawal Agreement) ma i deputati non sono nemmeno riusciti a convergere su un piano alternativo di Brexit. Questo perché, molto probabilmente, ognuno dei 650 deputati inglesi ha un’idea differente di Brexit ideale: per essere precisi, molti deputati non vorrebbero proprio lasciarla, l’Unione Europea. In questa puntata vi raccontiamo perché non c’è stata la Brexit il 29 marzo, cercando di guidarvi nel caos di un sistema politico britannico ormai alla paralisi. Parliamo inoltre della Nuova Via della Seta cinese e degli sviluppi dei casi Selmayr e Orbán.Ringraziamo Gabriele Carrer, redattore de “La Verità” e autore della newsletter "Fumo di Londra", e Giuseppe Gabusi, politologo, docente di economia politica dell'Asia orientale all'Università di Torino e direttore di "Asia Prospect" a Twai - Torino World Affairs Institute. Questo il link per le donazioni: https://www.rivistaeuropae.eu/osare-europa/
Le antiche vie della seta si sviluppavano per circa 8.000 km. Erano costituite daitinerari terrestri, marittimi e fluviali lungo i quali nell'antichità si erano snodati icommerci tra l'Impero cinese e quello romano. Sono giorni che si discute sull'opportunità per l'Italia di aderire alla Belt and Road Initiative, il progetto della Cina di Xi Jinping di creare nuove rotte commerciali con l'Europa.Focus Storia ha chiesto a Duilio Giammaria - conduttore televisivo e scrittoreitaliano, autore della trasmissione "Petrolio" e del libro "Seta e veleni.Racconti dall'Asia Centrale" (Feltrinelli) - di raccontarci la magia, il fascino, i misteri e le leggende che nella Storia hanno contraddistinto le vie della seta.Podcast curato e condotto da Francesco De Leo------------Facebook: https://www.facebook.com/FocusStoria/Gruppo Facebook Focus Storia Wars: https://www.facebook.com/groups/FocuStoriaWars/ (per appassionati di storia militare)Canale Youtube: https://www.youtube.com/user/focusitvideoTwitter: https://twitter.com/focusstoriaSito: https://www.focus.it/culturaPuoi ascoltare "La Voce della Storia" anche su Spotify: http://bit.ly/VoceDellaStoriaTi piace la storia e vorresti ricevere Focus Storia comodamente a casa tua? Scopri la nostra rivista con un abbonamento di 6 mesi: https://www.abbonamenti.it/vincolata/r40450
In diretta su Radio Roma Futura va in onda il Post It di Luciano Chiolli. Oggi parleremo di Nuova via della seta, Al Bano e il bando dalla Ucraina, Iil regista Walter Veltroni
L'Italia potrebbe diventare il primo paese del G7 a prendere accordi con la Cina per la "Belt and Road Initiative", cioè il più grande e ambizioso piano di infrastrutture della storia recente dell'umanità, che insieme a centinaia di miliardi di dollari sta portando in mezzo mondo anche l'influenza cinese. Oggi raccontiamo dall'inizio in cosa consiste il progetto, e chiediamo a Giulia Pompili del Foglio che cosa ha in mente il governo italiano.
Il Sogno Cinese di Xi Jinping, tra le tante cose, prevede un mastodontico progetto di investimenti e cooperazione economica che potrebbe coinvolgere 65 Paesi, oltre 4 miliardi di persone e un terzo del Pil mondiale. In cosa consiste questo piano che vuole ripercorrere l'antica Via della Seta per realizzare una globalizzazione con caratteristiche cinesi? E in che modo anche l’Italia è tra i suoi protagonisti?
Il Sogno Cinese di Xi Jinping, tra le tante cose, prevede un mastodontico progetto di investimenti e cooperazione economica che potrebbe coinvolgere 65 Paesi, oltre 4 miliardi di persone e un terzo del Pil mondiale. In cosa consiste questo piano che vuole ripercorrere l'antica Via della Seta per realizzare una globalizzazione con caratteristiche cinesi? E in che modo anche l’Italia è tra i suoi protagonisti?
1-L'accordo sul nucleare iraniano, il giorno dopo. Rouhani e Obama pronti alla battaglia con le opposizioni interne. A Tehran ottimismo ma anche molta prudenza...L'intervista di Esteri all'analista iraniano Mojtaba Mousavi.2-Il terrorismo rischia di cambiare l'Africa. Dopo l'attacco in Kenya sempre più evidente la minaccia dell'islam radicale. La geografia dei gruppi armati va oltre Shebab e Boko Haram (Raffaele Masto).3-Banca Asiatica degli Investimenti e Nuova Via della Seta. La strategia cinese per tornare al centro del mondo. Pechino riempie con successo il vuoto lasciato dalle ex-potenze globali (Gabriele Battaglia, Alfredo Somoza).4-Serie TV. Inside number nine. Quando il teatro arriva sul piccolo schermo (Massimo Alberti).
1-L'accordo sul nucleare iraniano, il giorno dopo. Rouhani e Obama pronti alla battaglia con le opposizioni interne. A Tehran ottimismo ma anche molta prudenza...L'intervista di Esteri all'analista iraniano Mojtaba Mousavi.2-Il terrorismo rischia di cambiare l'Africa. Dopo l'attacco in Kenya sempre più evidente la minaccia dell'islam radicale. La geografia dei gruppi armati va oltre Shebab e Boko Haram (Raffaele Masto).3-Banca Asiatica degli Investimenti e Nuova Via della Seta. La strategia cinese per tornare al centro del mondo. Pechino riempie con successo il vuoto lasciato dalle ex-potenze globali (Gabriele Battaglia, Alfredo Somoza).4-Serie TV. Inside number nine. Quando il teatro arriva sul piccolo schermo (Massimo Alberti).
1-L'accordo sul nucleare iraniano, il giorno dopo. Rouhani e Obama pronti alla battaglia con le opposizioni interne. A Tehran ottimismo ma anche molta prudenza...L'intervista di Esteri all'analista iraniano Mojtaba Mousavi.2-Il terrorismo rischia di cambiare l'Africa. Dopo l'attacco in Kenya sempre più evidente la minaccia dell'islam radicale. La geografia dei gruppi armati va oltre Shebab e Boko Haram (Raffaele Masto).3-Banca Asiatica degli Investimenti e Nuova Via della Seta. La strategia cinese per tornare al centro del mondo. Pechino riempie con successo il vuoto lasciato dalle ex-potenze globali (Gabriele Battaglia, Alfredo Somoza).4-Serie TV. Inside number nine. Quando il teatro arriva sul piccolo schermo (Massimo Alberti).