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In attesa di rinnovare le infrastrutture della piscina di Carona, secondo un progetto che include un villaggio glamping gestito dal TCS, il municipio di Lugano si era espresso per chiudere il centro balneare già dall'estate del 2025. Glamping, che sta per un'offerta di campeggio di qualità superiore con servizi tipici di un albergo.Visto che la necessaria variante di Piano regolatore è attualmente bloccata da ricorsi, sono ora in molti a preoccuparsi per una chiusura che rischia di prolungarsi per anni. Tanto che pochi giorni fa è stata consegnata alla Cancelleria comunale di Lugano una petizione con oltre 7'000 firme. Firme da cui ha preso spunto una Risoluzione inoltrata in Consiglio comunale per chiedere al Municipio di adoperarsi a riaprire la piscina già dalla stagione 2025. Proposta di riapertura che il Consiglio comunale non ha voluto includere nell'ordine del giorno, nonostante i fischi e gli applausi provenienti dalle tribune del pubblico.Modem affronta l'argomento con:Roberto Badaracco, Vicesindaco e Municipale di Lugano responsabile del Dicastero cultura, sport ed eventiEdoardo Cappelletti, Consigliere Comunale di Lugano per “La Sinistra e primo firmatario della Risoluzione: ”Per un'apertura almeno parziale della piscina di Carona e del parco”
22 aprile 1945. Nel bunker sotto la Cancelleria un furibondo Adolf Hitler si scaglia contro i suoi generali accusandoli di aver tradito. C'è un nome che il dittatore ripete ossessivamente imputandogli la peggior colpa: è quello di Felix Steiner, generale delle Waffen-SS che ha disubbidito a un ordine perentorio di attacco. La decisione di Steiner costringe Hitler a misurarsi con la realtà dei fatti e con l'inevitabile sconfitta della sua Germania. Ma chi era davvero Steiner? Come era divenuto uno dei generali più in vista del corpo pretoriano nazista? E cosa ne fu di lui dopo la fine del conflitto? Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
Germania nel caos. il ministro Lindner propone elezioni anticipate a inizio 2025. Scholz lo licenzia. In Germania va in crisi la coalizione semaforo che appoggia il cancelliere Olaf Scholz. Alla riunione del comitato di coalizione presso la Cancelleria a Berlino, l'autorevole ministro delle Finanze Christian Lindner non ha proposto una soluzione alle enormi difficoltà di bilancio: l'unico suggerimento è stato quello di indire nuove elezioni ad inizio 2025. Scholz ha rifiutato la proposta del voto anticipato e ha licenziato Christian Lindner. Poco prima il presidente della Cdu e leader dell'opposizione, Friedrich Merz aveva definito “molto probabile” la fine dell'attuale coalizione del governo tedesco formata da Spd, Verdi e Spd. al contempo era intervenuto anche Lars Feld: per il consigliere capo di Lindner la coalizione di governo con Spd e Verdi crollerebbe se non fossero state accettate le linee guida per le misure di politica economica e finanziaria. Le misure proposte da Linder. La fine dell'alleanza è stata determinata da un documento con le nuove proposte di Lindner. ‘Svolta economica e giustizia generazionale', il titolo di un elenco di misure in 17 pagine maturato nel clima teso della guerra consumata a suon di vertici e iniziative contrapposte che hanno messo sotto gli occhi di tutti lo sgretolamento della squadra del cancelliere nei giorni scorsi. Lindner ha proposto, fra l'altro, il taglio di due punti delle tasse sulle società, una sostanziale retromarcia sulle politiche climatiche che stanno a cuore agli ecologisti, tagli sui benefit legati al reddito di cittadinanza e l'eliminazione del sussidio per i Laender dell'Est. La crisi politica esplode fra le guerre che dividono l'elettorato, la crisi economica e l'incubo di un'America ostile guidata da Donald Trump, che è appena tornato ad attaccare la Germania e i Paesi europei accusandoli di “derubare” gli Stati Uniti. "Il Corsivo" a cura di Daniele Biacchessi non è un editoriale, ma un approfondimento sui fatti di maggiore interesse che i quotidiani spesso non raccontano. Un servizio in punta di penna che analizza con un occhio esperto quell'angolo nascosto delle notizie di politica, economia e cronaca. ___________________________________________________ Ascolta altre produzioni di Giornale Radio sul sito: https://www.giornaleradio.fm oppure scarica la nostra App gratuita: iOS - App Store - https://apple.co/2uW01yA Android - Google Play - http://bit.ly/2vCjiW3 Resta connesso e segui i canali social di Giornale Radio: Facebook: https://www.facebook.com/giornaleradio.fm/ Instagram: https://www.instagram.com/giornale_radio_fm/?hl=it
Germania nel caos. il ministro Lindner propone elezioni anticipate a inizio 2025. Scholz lo licenzia. In Germania va in crisi la coalizione semaforo che appoggia il cancelliere Olaf Scholz. Alla riunione del comitato di coalizione presso la Cancelleria a Berlino, l'autorevole ministro delle Finanze Christian Lindner non ha proposto una soluzione alle enormi difficoltà di bilancio: l'unico suggerimento è stato quello di indire nuove elezioni ad inizio 2025. Scholz ha rifiutato la proposta del voto anticipato e ha licenziato Christian Lindner. Poco prima il presidente della Cdu e leader dell'opposizione, Friedrich Merz aveva definito “molto probabile” la fine dell'attuale coalizione del governo tedesco formata da Spd, Verdi e Spd. al contempo era intervenuto anche Lars Feld: per il consigliere capo di Lindner la coalizione di governo con Spd e Verdi crollerebbe se non fossero state accettate le linee guida per le misure di politica economica e finanziaria. Le misure proposte da Linder. La fine dell'alleanza è stata determinata da un documento con le nuove proposte di Lindner. ‘Svolta economica e giustizia generazionale', il titolo di un elenco di misure in 17 pagine maturato nel clima teso della guerra consumata a suon di vertici e iniziative contrapposte che hanno messo sotto gli occhi di tutti lo sgretolamento della squadra del cancelliere nei giorni scorsi. Lindner ha proposto, fra l'altro, il taglio di due punti delle tasse sulle società, una sostanziale retromarcia sulle politiche climatiche che stanno a cuore agli ecologisti, tagli sui benefit legati al reddito di cittadinanza e l'eliminazione del sussidio per i Laender dell'Est. La crisi politica esplode fra le guerre che dividono l'elettorato, la crisi economica e l'incubo di un'America ostile guidata da Donald Trump, che è appena tornato ad attaccare la Germania e i Paesi europei accusandoli di “derubare” gli Stati Uniti. "Il Corsivo" a cura di Daniele Biacchessi non è un editoriale, ma un approfondimento sui fatti di maggiore interesse che i quotidiani spesso non raccontano. Un servizio in punta di penna che analizza con un occhio esperto quell'angolo nascosto delle notizie di politica, economia e cronaca. ___________________________________________________ Ascolta altre produzioni di Giornale Radio sul sito: https://www.giornaleradio.fm oppure scarica la nostra App gratuita: iOS - App Store - https://apple.co/2uW01yA Android - Google Play - http://bit.ly/2vCjiW3 Resta connesso e segui i canali social di Giornale Radio: Facebook: https://www.facebook.com/giornaleradio.fm/ Instagram: https://www.instagram.com/giornale_radio_fm/?hl=it
Dal 2 agosto le cancellerie dei tribunali concorsuali potranno accedere direttamente alle banche dati di Inps, Agenzia delle Entrate e Registro delle Imprese. >> Leggi anche l'articolo: https://tinyurl.com/ytm7at33>> Scopri tutti i podcast di Altalex: https://bit.ly/2NpEc3w
Vi sono luoghi che non smettono di mantenere la memoria di ciò che vi accadde. Sia che venga misconosciuta, rimaneggiata, manipolata o oscurata, essa continua a permanere. È il caso fra l'altro di molti luoghi legati al periodo nazifascista, che ancor oggi agitano gli animi e producono dibattiti.Quando dal balcone della Neue Hofburg di Vienna, prospiciente la centralissima Piazza degli Eroi, violando i trattati di pace della Prima guerra mondiale, il 15 marzo 1938 il dittatore Hitler annunciò l'annessione dell'Austria al Reich tedesco, quel balcone non era altro che un elemento architettonico. A distanza di oltre 80 decenni, esso continua tuttavia a sollecitare riflessioni su come poter cancellare l'eco funesta di quell'evento e dare un nuovo ruolo e un nuovo significato a quei 200 mq, che allora come ora si aprono su una magnifica vista di luoghi chiave di Vienna: i musei di Belle Arti e di Storia Naturale, la Cancelleria di stato, la Presidenza della repubblica, il parlamento, il municipio, l'università, il Burgtheater.Come quel balcone, in Europa vi sono molti luoghi controversi e marchiati da uno stigma indelebile, e il caso viennese può essere un esempio paradigmatico della rielaborazione di memorie scomode.Con l'aiuto di storici, di documenti sonori, di commenti di allora e di opinioni di gente comune del nostro oggi, Flavia Foradini ha ricostruito i contorni del dibattito sulla ricerca di possibili soluzioni, portato avanti con determinazione nell'ultimo quinquennio dalla Casa della Storia Austriaca, sullo sfondo di annose quanto profonde esitazioni da parte del mondo politico. Un ristagno che potrebbe essere di casa anche altrove.
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=1729HITLER NE ERA CONVINTO: LA PRINCIPALE ATTIVITA' DEI PRETI CONSISTEVA NEL MINARE LA POLITICA NAZISTA di Francesco AgnoliIl pensiero di Hitler e stato consegnato solo in parte, cioè nella prima fase della sua attività politica, al Mein Kampf. In questo testo confuso e logorroico, i pensieri del futuro dittatore si accavallano l'uno sull'altro, risultando spesso indigeribili. Però, per quanto riguarda il tema che a noi interessa, sono già in parte delineati. Hitler, infatti, afferma più volte due concetti: che la Chiesa cattolica è «in conflitto con le scienze esatte e con l'indagine scientifica», e che il cristianesimo si è imposto grazie ad una «fanatica intolleranza». Intolleranza che è propria degli ebrei in generale: «Oggi il singolo deve constatare con dolore - scrive Hitler - che nel mondo antico, assai più libero del moderno, comparve col cristianesimo il primo terrore spirituale».Questi pensieri, espressi nel 1923, possono essere meglio compresi alla luce di quanto Hitler ebbe a dire una volta giunto al potere. Per questo risulta indispensabile la lettura delle Conversazioni a tavola di Hitler, da poco ristampato in Italia (dopo ben 50 anni!) dalla Libreria editrice Goriziana. Si tratta dei discorsi tenuti da Hitler con gli invitati che di volta in volta accedevano a lui: furono trascritti a partire dal 5 luglio 1941 per ordine di Martin Bormann, capo della cancelleria del partito e segretario del Führer.Ebbene, in queste conversazioni a ruota libera, Hitler rivela molto chiaramente il suo pensiero rispetto al cristianesimo, dimostrando che era una delle tematiche che più gli stava a cuore. Nelle quasi 700 pagine in cui discorre di guerra, russi, ebrei, diete, nazismo ecc., i riferimenti al cristianesimo e alla Chiesa cattolica, pur minoritaria all'interno del paese di cui era l'incontrastato leader, sono continui, insistenti e ripetitivi.Anzitutto Hitler ritiene che il cristianesimo sia una delle manifestazioni della perfidia ebraica: parla quindi esplicitamente di «cristianesimo ebraico». «Il cristianesimo - afferma la notte del 20 febbraio 1942 - costituisce il peggiore del regressi che l'umanità abbia mai potuto subire, ed è stato I'Ebreo, grazie a questa invenzione diabolica, a ricacciarla quindici secoli indietro». Cristo, in verità, per Hitler, non era un ebreo, ma un ariano che «attaccò il capitalismo ebraico» e per questo venne ucciso: «Non è escluso che sua madre fosse ebrea»: ma certo non lo fu il padre.La «falsificazione della dottrina di Gesù» fu quindi opera dell'ebreo san Paolo: a lui si deve la creazione della religione cristiana, cioè di una forma di bolscevismo ante litteram. Il cristianesimo infatti si è posto alla testa dei più miserabili, degli schiavi, dei malriusciti, con le sue teorie «egualitarie» nate per «conquistare un'enorme massa di gente priva di radici»; «ha mobilitato la feccia», per «organizzare cosi un pre-bolscevismo».Per Hitler all'equazione ebraismo-cristianesimo, si affianca quella cristianesimo-bolscevismo: l'ebreo Saul e l'ebreo Marx sono i creatori di due ideologie di morte equivalenti tra di loro!«Il colpo più duro che l'umanità abbia ricevuto - dichiara - è l'avvento del cristianesimo. Il bolscevismo è figlio illegittimo del cristianesimo. L'uno e l'altro sono una invenzione degli Ebrei. È dal cristianesimo che la menzogna cosciente in fatto di religione è stata introdotta nel mondo. Si tratta di una menzogna della stessa natura di quella che pratica il bolscevismo quando pretende di apportare la libertà agli uomini, mentre in realtà vuol far di loro solo degli schiavi». Ancora: «L'Ebreo che fraudolentemente introdusse il cristianesimo nel mondo antico, allo scopo di perderlo, ha oggi riaperto questa breccia prendendo, questa volta, il pretesto della questione sociale. È sempre lo stesso gioco dei bussolotti. Come Saul si è trasformato in s. Paolo, così Mardocheo è diventato Karl Marx».Come il bolscevismo è oggi causa di morte e di distruzione, così il cristianesimo, afferma Hitler ribadendo quanto già scritto nel Mein Kampf, è fondato sull'intolleranza: «Il cristianesimo è stata la prima religione a sterminare i suoi avversari in nome dell'amore. Il suo segno è l'intolleranza».La colpa storica della Chiesa cattolica è poi quella di aver fatto crollare l'impero romano, regno dell'arte, della tolleranza e della civiltà. E di averlo sostituito con l'arte barbara delle catacombe, col buio del medio Evo, l'epoca più insignificante della stona umana. Hitler afferma: «Sono sicuro che Nerone non ha mai incendiato Roma. Sono stati i cristiani-bolscevichi». Poi loda Giuliano l'Apostata, e depreca Costantino. Il concetto è sempre lo stesso: i cristiani, figli spirituali dell'ebreo Paolo, sono la causa della caduta dell'Impero e di ogni barbarie degli ultimi 20 secoli.Ai cristiani Hitler imputa di negare «tutte le gioie dei sensi»; di aver proposto una errata «volontà ecumenica», cioè universalistica e non razzista; di essere «contro la selezione naturale» e quindi di instillare una «ribellione contro la natura, una protesta contro la natura» di proporre un «paradiso insipido», tutto canti e alleluia; di essere una «storia puerile», una «invenzione di cervelli malati», una vera e propria «malattia».Soprattutto interessante è il fatto che Hitler condivida coi comunisti-bolscevichi (verso cui dichiara il suo odio, e con cui si alleerà per scatenare il secondo conflitto mondiale) due idee. La prima: che il cristianesimo sia contro la scienza e la ragione. La seconda: che sia condannato a sparire col tempo, automaticamente, soffocato dall'affermarsi del nazismo trionfante e liberatore.Anche Marx aveva creduto lo stesso; anche i bolscevichi spiegavano, in quegli stessi anni, che la Chiesa non avrebbe retto il confronto con la scienza, la modernità ed il progresso, e sarebbe sparita da sola, una volta instaurata la società giusta, perfetta, egualitaria, in una parola, comunista. Senza bisogno di persecuzioni (che invece, poi, ci furono eccome).Riguardo alla prima idea, Hitler, che riteneva «scientifico» il razzismo, afferma: «la religione è in perpetuo conflitto con lo spirito di ricerca. L'opposizione della Chiesa alla scienza fu talvolta così violenta da sprizzare scintille». Quanto alla seconda idea cui accennavo, la scomparsa automatica del cristianesimo, per manifesta «inferiorità», Hitler dichiara di aver creduto, un tempo, sin dai 14 anni, che la soluzione avrebbe dovuto essere violenta, la «dinamite»: sterminare i preti, le loro menzogne e la loro malvagità.Poi, col tempo, sostiene di essersi convinto che sia politicamente più produttivo lasciar morire il cristianesimo «a fuoco lento», come effettivamente cercherà di fare sopprimendo le scuole e i giornali confessionali e attuando una persecuzione spesso soprattutto di tipo culturale e ideologico: «A lungo andare, il nazionalsocialismo e la religione non potranno più coesistere... la soluzione ideate sarebbe di lasciar le religioni consumarsi da sé, senza perseguitarle».Per capire questa prospettiva hitleriana è bene ricordare che Hitler era un uomo molto pragmatico: sapeva che certe operazioni vanno fatte con prudenza e cautela, o addirittura di nascosto, come ad esempio nel caso del programma eutanasico T4. Così più volte rivelava ai suoi collaboratori che l'ora dei conti con la Chiesa e con il cardinal von Galen, il suo più agguerrito avversario, sarebbe arrivata solo alla fine della guerra, per non dividere troppo il paese in un momento difficile. In varie occasioni Hitler frenò addirittura le repressioni contro la Chiesa del suo fidato segretario Bormann, non perché non le condividesse, ma perché temeva «potessero ritorcersi sfavorevolmente sullo stato d'animo del paese in guerra». «Secondo Bormann - scrive il gerarca nazista Albert Speer - un modo per restituire vitalità ed interesse all'ideologia nazionalsocialista era quello di stimolare la lotta contro la Chiesa [...]. Hitler in materia temporeggiava, ma nessuno poteva dubitare che egli intendesse soltanto rinviare il problema ad un momento più favorevole, poiché alla tavola della Cancelleria usava nei confronti della Chiesa parole molto più pesanti e scoperte di quelle che usava all'Obersalzberg, dove la presenza delle signore lo frenava. «Quando avrò risolto tutti gli altri miei problemi - diceva a volte - farò i conti con la chiesa. Allora essa vedrà i sorci verdi» (A. Speer, Memorie del terzo Reich, Mondadori, 1997).
Pubblicato in G.U. il Decreto sulle misure organizzative per l'acquisizione, gestione e conservazione delle copie degli atti. Copie cartacee potranno essere acquisite dalla cancelleria solo nei casi eccezionali previsti dalle disposizioni di attuazione del codice, e in ogni caso andranno subito inserite nel fascicolo informatico. Per il rilascio di copie informatiche degli atti basterà una PEC all'indirizzo di posta elettronica certificata del richiedente, mentre le copie cartacee saranno rilasciate dalla cancelleria. In ogni caso, previo pagamento dei diritti di copia.>> Leggi anche l'articolo: https://bit.ly/432LwDo>> Scopri tutti i podcast di Altalex: https://bit.ly/2NpEc3w
In questo podcast, Antonio Leggiero, formula un identikit personologico e criminologico dei gerarchi di Hitler, tentando di presentare – sulla scorta dei dati conosciuti nonché di ragionamenti induttivi-deduttivi di tipo criminologico e scientifico – una descrizione quanto più esauriente della personalità, della psiche, dei disturbi e delle autentiche patologie di quei sinistri orchestrali del male. Cerca insomma di elaborare un profilo criminologico dei principali gerarchi nazisti.La disamina inizia da Rudolf Hess, il “delfino” del Führer, per poi proseguire con Joseph Goebbels, l'incarnazione del delirio e il tetro seduttore delle folle; Martin Bormann, l'“uomo-ombra”, oscura e potentissima eminenza grigia della Cancelleria; Heinrich Himmler, crudele e spietato Reichsführer delle SS, autentico “signore del male”; per finire con Albert Speer, l'“architetto del diavolo”.Antonio Leggiero ha scritto, per Mursia, “Il profilo criminologico dei gerarchi nazisti”. Criminologo, avvocato e docente in Criminologia presso la Facoltà di Giurisprudenza dell'Università Pegaso, Leggiero è ricercatore storico e collabora con svariati quotidiani, riviste scientifiche, giuridiche, storiche e culturali in genere.A cura di Francesco De Leo. Montaggio di Silvio Farina.https://storiainpodcast.focus.it - Canale Personaggi------------Storia in Podcast di Focus si può ascoltare anche su Spotify http://bit.ly/VoceDellaStoria ed Apple Podcasts https://podcasts.apple.com/it/podcast/la-voce-della-storia/id1511551427.Siamo in tutte le edicole... ma anche qui:- Facebook: https://www.facebook.com/FocusStoria/- Gruppo Facebook Focus Storia Wars: https://www.facebook.com/groups/FocuStoriaWars/ (per appassionati di storia militare)- YouTube: https://www.youtube.com/user/focusitvideo- Twitter: https://twitter.com/focusstoria- Sito: https://www.focus.it/cultura
A cura di Daniele Biacchessi È scontro tra Italia e Francia sul vertice tra Macron, Zelensky e Scholz. La premier Giorgia Meloni è infuriata per l'esclusione al vertice sull'invio di armi in Ucraina. "Quella del presidente francese è un'iniziativa inopportuna. Capisco le questioni di politica interna e la volontà di privilegiare le proprie opinioni pubbliche, ma in alcuni momenti farlo rischia di andare a discapito della causa. La nostra forza deve essere l'unità", dice Meloni. "Non ho commenti da fare sulle dichiarazioni della premier Giorgia Meloni. Ho voluto ricevere il presidente Zelensky con il cancelliere Scholz, penso che eravamo nel nostro ruolo. La Germania e la Francia, hanno un ruolo particolare da otto anni sulla questione dell'Ucraina, perché abbiamo anche condotto insieme questo processo, penso che stia anche a Zelensky scegliere il formato che vuole per i colloqui diplomatici", ha detto il presidente francese Emmanuel Macron. La tensione con Parigi nasce da lontano. Già prima della nascita dell'esecutivo, Meloni aveva deciso di mandare un segnale in chiave antifrancese, pianificando la prima missione in una Cancelleria europea lontano da Parigi. Due le opzioni: Varsavia, oppure Stoccolma, che da gennaio guida la presidenza di turno dell'Unione. Alla fine è stata scelta la capitale svedese, subito prima di Berlino. Nel frattempo, si è consumato uno scontro durissimo sui migranti con l'Eliseo. Lo scontro potrebbe pesare anche nel vertice di Bruxelle. Ora sono al lavoro le diplomazie per tentare di smussare le polemiche, ma l'impresa non sembra facile.
A cura di Daniele Biacchessi È scontro tra Italia e Francia sul vertice tra Macron, Zelensky e Scholz. La premier Giorgia Meloni è infuriata per l'esclusione al vertice sull'invio di armi in Ucraina. "Quella del presidente francese è un'iniziativa inopportuna. Capisco le questioni di politica interna e la volontà di privilegiare le proprie opinioni pubbliche, ma in alcuni momenti farlo rischia di andare a discapito della causa. La nostra forza deve essere l'unità", dice Meloni. "Non ho commenti da fare sulle dichiarazioni della premier Giorgia Meloni. Ho voluto ricevere il presidente Zelensky con il cancelliere Scholz, penso che eravamo nel nostro ruolo. La Germania e la Francia, hanno un ruolo particolare da otto anni sulla questione dell'Ucraina, perché abbiamo anche condotto insieme questo processo, penso che stia anche a Zelensky scegliere il formato che vuole per i colloqui diplomatici", ha detto il presidente francese Emmanuel Macron. La tensione con Parigi nasce da lontano. Già prima della nascita dell'esecutivo, Meloni aveva deciso di mandare un segnale in chiave antifrancese, pianificando la prima missione in una Cancelleria europea lontano da Parigi. Due le opzioni: Varsavia, oppure Stoccolma, che da gennaio guida la presidenza di turno dell'Unione. Alla fine è stata scelta la capitale svedese, subito prima di Berlino. Nel frattempo, si è consumato uno scontro durissimo sui migranti con l'Eliseo. Lo scontro potrebbe pesare anche nel vertice di Bruxelle. Ora sono al lavoro le diplomazie per tentare di smussare le polemiche, ma l'impresa non sembra facile.
La riforma della giustizia Cartabia, già vigente, consente che nei tre giorni successivi alla conclusione del processo penale, colui che abbia ottenuto un esito favorevole, potrà chiedere un provvedimento di deindicizzazione dalla Cancelleria del Giudice che ha emanato la sentenza di assoluzione o il decreto di archiviazione.>> Leggi anche l'articolo: https://bit.ly/3Jhs7Ir>> Scopri tutti i podcast di Altalex: https://bit.ly/2NpEc3w
Ognuno ha le sue fisse: io amo violentemente gli articoli di cancelleria! Gomme, quaderni, penne, matite, righelli, post it, block notes, fogli ad anelli, raccoglitori, faldoni... se entro in una cartoleria, esco povero! Cosa c'è dietro? Anzi, la domanda è: quanto disagio c'è dietro?!
Patrizia Cavazzini"Alla ricerca dell'eternità"Dipingere sulla pietra e con la pietra a Roma. A cura di Francesca Cappelletti, Patrizia CavazziniCon testi di Piers Baker-Bates, Francesca Parrilla, Enrico Parlato, Mario Casaburo, Costanza Barbieri.Officina Librariahttp://officinalibraria.netIn occasione della mostra Meraviglia senza tempo. Pittura su pietra a Roma tra Cinquecento e Seicento la Galleria Borghese desidera guidare i visitatori alla scoperta di ulteriori capolavori su pietra custoditi in chiese e palazzi di Roma con l'intento di approfondire la conoscenza di questa straordinaria tecnica.Alla ricerca dell'eternità. Dipingere sulla pietra e con la pietra a Roma. itinerari, edito da Officina Libraria, è il volume realizzato da Galleria Borghese che accompagna il visitatore in un viaggio di 19 tappe che custodiscono opere su pietra a Roma, per portare la mostra al di fuori del museo e farla durare oltre la sua chiusura, prevista il 29 gennaio.https://galleriaborghese.beniculturali.itLa tela come supporto pittorico a Roma venne adottata solo con una certa riluttanza e ancora nel Seicento non era universalmente adottata per le pale d'altare. Ad esempio, a questa data, tavole di cipresso erano previste nella cappella Cerasi in Santa Maria del Popolo sia per l'altare di Annibale Carracci che per i laterali di Caravaggio. Dal 1530 e fino alla prima decade del Seicento moltissime pale a Roma, e quasi esclusivamente a Roma, furono invece dipinte su pietra, soprattutto su lavagna. L'invenzione della tecnica si deve a Sebastiano del Piombo che la impiegò nella sua monumentale Natività della Vergine per la cappella Chigi a Santa Maria del Popolo, terminata da Francesco Salviati. La consuetudine fu poi diffusa dal gran cardinale, Alessandro Farnese, e molte famiglie della sua cerchia la adottarono nelle cappelle destinate ad uso funerario. Il ricordo del terribile Sacco di Roma che nel 1527 aveva messo a ferro e fuoco la città li spinse infatti a cercare un supporto che durasse in eterno, supplendo alla fragilità di tavole e tele. In parte per lo stesso motivo, altre famiglie nelle loro cappelle evitarono l'uso della pittura, impiegando marmi colorati e mosaici per ottenere effetti pittorici. L'itinerario presenta una scelta delle più significative pale d'altare su pietra a Roma, che sono spesso difficili da riconoscere, e qualche esempio di cappelle in cui fu deciso di non adoperare la pittura: S. Marcello al Corso, S. Prassede, il palazzo dei Conservatori, S. Caterina dei Funari, il palazzo della Cancelleria e S. Lorenzo in Damaso, S. Pietro in Montorio sono tra i monumenti inclusi in questa guida.Patrizia Cavazzini, è research fellow presso la British School at Rome, advisor dell'American Academy e membro del comitato scientifico della Galleria Borghese. È autrice di Palazzo Lancellotti ai Coronari: cantiere di Agostino Tassi (IPZS, 1998); Painting as Business in Early Seventeenth-century Rome (Penn State U. P., 2008); Porta Virtutis. Il Processo a Federico Zuccari (De Luca, 2020) e ha curato il catalogo della mostra Agostino Tassi (1578-1644): Un paesaggista tra immaginario e realtà (Iride, 2008). Al momento ha in preparazione un volume sul processo ad Agostino Tassi per lo stupro di Artemisia Gentileschi.IL POSTO DELLE PAROLEAscoltare fa Pensarehttps://ilpostodelleparole.it
Nella seduta del 22 giugno 2022 il Consiglio federale ha preso atto del rapporto di valutazione della Cancelleria federale concernente la gestione di crisi dell'Amministrazione federale durante la seconda fase della pandemia di COVID-19. Ha accolto le 13 raccomandazioni e incaricato i dipartimenti e la Cancelleria federale di metterle in atto. La puntata di CdTalk del 24 giugno 2022 ha come ospite Patrick Trancu, consulente di gestione e comunicazione di crisi.
Le elezioni che contano davvero per il futuro dell'Italia non sono quelle di domani per eleggere i sindaci delle maggiori città. E non si sono tenute sul suolo patrio, né hanno coinvolto l'elettorato italiano. Le elezioni davvero importanti si sono svolte il 26 settembre in Germania decretando la sconfitta del due partiti democristiani CDU-CSU e la vittoria risicata dei socialdemocratici (dati per spacciati quattro anni fa).La novità è rappresentata dal voto giovane che ha premiato i liberali e i verdi, cioè i due partiti che per motivi diversi incarnano la voglia di cambiamento.Infatti con rara solerzia i leader di questi due partiti hanno iniziato i negoziati per presentarsi con richieste comuni a Olf Scholz il leader socialdemocratico che probabilmente riusciraà a spuntarla nella corsa alla Cancelleria.La fine dell'era Merkel (che il 27 settembre ha battuto il record di permanenza al vertice del potere nel dopoguerra) sarà gravida di conseguenze per l'Italia. Dal 2023 si dovrà impostare un nuovo Patto di Stabilità per l'eurozona che inevitabilmente metterà sotto pressione la politica fiscale italiana.
Nella terza puntata dello speciale 26.09.21, indaghiamo i dossier più scottanti che il prossimo governo federale troverà sul tavolo della Cancelleria. Dalla complessa transizione energetica e industriale ai rapporti complicati con Stati Uniti, Russia, Cina e Francia. Dopo aver scandagliato i sedici anni di cancellierato di Angela Merkel e la campagna elettorale ancora in corso, analizziamo le sfide che affronterà il governo di Berlino nei mesi a venire. Con noi, I Barbari, esperti, docenti universitari ed analisti. Audio Credits: Original Soundtrack "The Space Podcast" by San Ignacio Jive Town by Shaolin Dub EULA - Beastin' Jingle All'interno del podcast sono presenti alcuni servizi giornalistici, ecco i link: www.youtube.com/watch?v=2J9y6s_ukBQ www.youtube.com/watch?v=88_kMQcgtBs www.youtube.com/watch?v=oTi5NjZDchc
Nella terza puntata dello speciale 26.09.21, indaghiamo i dossier più scottanti che il prossimo governo federale troverà sul tavolo della Cancelleria. Dalla complessa transizione energetica e industriale ai rapporti complicati con Stati Uniti, Russia, Cina e Francia. Dopo aver scandagliato i sedici anni di cancellierato di Angela Merkel e la campagna elettorale ancora in corso, analizziamo le sfide che affronterà il governo di Berlino nei mesi a venire. Con noi, I Barbari, esperti, docenti universitari ed analisti. Audio Credits: Original Soundtrack "The Space Podcast" by San Ignacio Jive Town by Shaolin Dub EULA - Beastin' Jingle All'interno del podcast sono presenti alcuni servizi giornalistici, ecco i link: www.youtube.com/watch?v=2J9y6s_ukBQ www.youtube.com/watch?v=88_kMQcgtBs www.youtube.com/watch?v=oTi5NjZDchc
Nel 2005 Angela Merkel entrava alla Cancelleria federale sostituendo Gerhard Schröder. Ci sarebbe restata per i successivi sedici anni. La crisi del 2015 sui rifugiato resterà l'evento che segnerà il suo cancellierato e per la quale Times le ha concesso la copertina. Con il suo stile di governo, pragmatico ma attento anche ai grandi principi, la Cancelliera tedesca è venuta a capo di tutte le crisi che ha dovuto affrontare, sino a quella del Covid. Tutto questo e moooolto di più nella prima puntata dello Speciale sulle Elezioni tedesche de I Barbari, il podcast a cura di Veronica Cirillo e Fernando D'Aniello e prodotto in collaborazione con il quotidiano il Domani. Audio Credits: Original Soundtrack "The Space Podcast" by San Ignacio Jive Town by Shaolin Dub EULA - Beastin' Jingle
Angela Merkel, dopo aver pugnalato Kohl, si ritrova da sola al vertice della CDU e le cose iniziano a farsi difficili: il partito è pieno di avversari e falsi amici, e lei stessa si ritroverà a essere, non di rado, avversaria e falsa amica dei suoi compagni di strada.Nel 2005 arriva il momento per Merkel di candidarsi alla Cancelleria, alla guida di un partito che sembra destinato a stravincere le elezioni e a mandare all'opposizione i socialisti. Ma Angela Merkel commette il più grave errore della sua carriera. Un errore che la porterà a un passo dal lasciare la politica per sempre. Un errore che, solo per un caso, non ha cambiato il corso della storia.
Il 29 luglio 2021, l'uomo ha esaurito tutte le risorse biologiche che il Pianeta è in grado di rigenerare. Per tutto il resto dell'anno le attività antropiche saranno in debito con la Terra. Ogni anno questa data è sempre più anticipata: nel 2020 cadeva il 22 agosto, nel 1970 era il 29 dicembre. Stiamo sfruttando ormai senza limite le risorse ambientali; fra le cause principali l'aumento dell'impronta ecologica delle attività umane, il consumo di suolo e la deforestazione. E' solo l'ultimo, inquietante, campanello d'allarme che ci dice ancora una volta che ci stiamo avvicinando pesantemente ad un punto di non ritorno. E la politica come reagisce davanti a tutto questo? Ci sono Paesi, tra cui per esempio l'Italia, in cui le istanze ambientaliste faticano a trovare uno spazio e una rappresentanza identificata a definita. Ci sono tanti altri Paesi, invece, in cui le forze ecologiste sono ormai diventate dei veri e propri partiti di massa, in grado di intercettare il voto di milioni di persone e di proporsi come forse in grado di intercettare speranze, istanze ed anche paure e inquietudini delle persone. Tra questi Paesi c'è sicuramente la Germania. Qui, da sempre, il partito dei Verdi è una forza radicata e dal peso specifico importante. Ma a due mesi dalle prime elezioni federali da sedici anni a questa parte senza Angela Merkel nel ruolo di vincitrice designata, i Grünen sono addirittura in corsa per la Cancelleria. Nell'ultima rilevazione Forsa, i Verdi sono accreditati del 21% delle preferenze, saldamente avanti rispetto alla Spd nel ruolo di seconda forza e sempre più vicini all'Unione Cristiano-Democratica e Cristiano Sociale, ferma al 26%. Secondo lo stesso sondaggio la leader dei Verdi Annalena Baerbock, nonostante alcune criticità comunicative, è davanti a tutti negli indici di gradimento per la Cancelleria. Ma cosa fa dei Verdi un partito così forte e radicato in Germania? Lo abbiamo chiesto a Udo Gumpel, giornalista, autore e scrittore, corrispondente in Italia del gruppo televisivo tedesco RTL. Conduce Stefano Cagelli
Ieri la Cancelleria vescovile ha reso noti i seguenti provvedimenti del Vescovo Beniamino Pizziol, che diventeranno operativi dopo l'estate. Altre nomine saranno rese note nel prossimo mese di settembre. Il Vescovo nella nota ringrazia "tutti i sacerdoti che hanno accolto la proposta di nuovi incarichi, servizi e responsabilità per il bene della comunità ecclesiale vicentina".
Ritorniamo a percorrere i passi della vita del conte De Maistre a partire dal suo periodo russo. Intanto le sorti del conte, sebbene i Francesi ne denunciassero l'attività filoborbonica, continuavano ad essere legate a quelle dei suoi re legittimi. Al crollo del Piemonte aveva adottato la divisa Hormis l'honneur, nul souci; dopo alcune peregrinazioni venne inviato in Sardegna quale reggente della Cancelleria...
Quanto conta la Germania nel mondo? Molto, o molto poco, a seconda del punto di osservazione: è una potenza economica e commerciale, ma non ha grande influenza diplomatica e militare. Le elezioni federali che si terranno il 26 settembre 2021 potrebbero portare un grande cambiamento: per la prima volta alla Cancelleria potrebbe arrivare una candidata dei Verdi, Annalena Baerbock. Una parte dell’opinione pubblica tedesca è convinta che l’economia da sola non basti più, e che Berlino debba smettere di essere il cosiddetto "egemone riluttante" in Europa, e diventare più influente. È un’evoluzione possibile? Nel tredicesimo episodio della 3ª stagione di Cavour, Francesco Maselli ne discute con Danilo Taino, editorialista e inviato del Corriere della Sera ed ex corrispondente da Berlino, e Fabrizio Maronta, responsabile delle relazioni internazionali di Limes.
In questo episodio I Barbari si pongono una sola domanda: chi vincerà le prossime elezioni nazionali tedesche? Veronica e Fernando analizzando l'andamento, i temi e le strategie delle principali compagini politiche che si contendono la Cancelleria del dopo Angela Merkel. Come sempre si parla anche di politica estera, lavoro ambiente e pandemia. Tutto questo e moooolto di più nell'Episodio 11 de I Barbari, il podcast a cura di Veronica Cirillo e Fernando D'Aniello. Audio Credits: Original Soundtrack "The Space Podcast" by San Ignacio Jive Town by Shaolin Dub EULA - Beastin' Jingle
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6561FINALMENTE GLI STATI UNITI RICONOSCONO IL GENOCIDIO ARMENO di Luca Della TorreLo scorso 24 aprile, il governo degli USA ha finalmente riconosciuto ufficialmente il genocidio del popolo armeno costato la vita a un milione e mezzo di cristiani sterminati con un piano normativo studiato a tavolino e realizzato con criminale determinazione dal governo ottomano musulmano turco tra il 1915 ed il 1917.Gli Stati Uniti si uniscono così ai 29 Paesi che nel mondo riconoscono che le efferate persecuzioni perpetrate con ferocia dalla Turchia durante la Prima Guerra Mondiale contro l'intero popolo di fede cristiana ed etnia armena rientrino a pieno titolo nella fattispecie di crimine penale internazionale di genocidio, come previsto dalla Convenzione ONU del 1948: 29 Stati sono ancora molto pochi in verità, rispetto ai 194 Stati membri dell'ONU.La decisione degli USA avrà ovviamente una ricaduta storica, politica e giuridica di portata internazionale nei confronti del tanto discusso alleato NATO, il regime islamico-nazionalista turco di Recep Taiyp Erdogan, che viene inchiodato alle sue precise responsabilità in tema di negazionismo sul genocidio armeno cristiano.Gli elementi storiografici che hanno portato a maturazione i processi per il riconoscimento di questo tragico capitolo nella storia della persecuzione alla fede cristiana sono dati dalla scoperta e pubblicazione nelle università USA del carteggio istituzionale di uno dei tre membri del Triumvirato che governò la Turchia ottomana durante la Prima Guerra Mondiale, il ministro Talat Pasha. In questi documenti si individuano le prove dei decreti, ordinanze, provvedimenti amministrativi finalizzati al massacro degli armeni.LA STRAGE DI UN MILIONE E MEZZO DI ARMENIA partire dall'aprile del 1915, il governo del Sultano turco in guerra contro le potenze alleate, pianifica a livello legale, militare un programma mirato alla eliminazione totale dal territorio ottomano della popolazione armena - cittadini turchi a tutti gli effetti ma di fede religiosa cristiana e non islamica e di gruppo etnico non turcomanno - attraverso arresti, massacri, stupri, deportazioni di massa, tra cui le celebri "marce della morte" verso i deserti della Mesopotamia. Le famiglie vengono smembrate, separando i genitori dai figli che vengono affidati in schiavitù a tribù curde dell'Impero ottomano; la legge di sicurezza per la deportazione ed espropriazione dispone la liquidazione dei beni dei cittadini armeni per miliardi di Euro attuali.Il frutto tragico di questa strategia porterà alla eliminazione fisica intenzionale di più di un milione e mezzo di armeni, alla luce dei più attendibili dati scientificamente assunti dalla comunità scientifica internazionale.La repressione dei cristiani armeni nell'Impero ottomano era cominciata in verità diversi anni prima. Già alla fine dell'Ottocento, nel momento in cui all'interno dell'Impero ottomano la vivace intraprendente minoranza cristiana si era organizzata per ribellarsi alle condizioni anacronistiche di "dimmithudine" (la sottomissione giuridica a discriminazioni dei diritti di libertà, politici, economici, praticate dai sistemi politici islamici verso le minoranze religiose cristiane in Medio Oriente da secoli) l'esercito turco si era già mobilitato.Gli storici armeni di quel periodo evidenziano che i militari di Costantinopoli uccisero con ferocia, nei quindici anni compresi fra il 1894 e il 1909, circa 200 mila persone. Uno sterminio, dunque, partito già dagli ultimi sultani, in particolare da Adbul Hamid II, che governò fino al 1909, e poi dal governo dei Giovani Turchi.Oggi la battaglia sul riconoscimento del genocidio riguarda più aspetti nell'ambito delle relazioni internazionali e della geopolitica: almeno tre.In primo luogo la legittimità della attribuzione del termine genocidio a questo stermino di massa, considerato come decisivo a livello di diritto internazionale: si consideri che il termine genocidio non nasce a seguito della Shoah ebraica della Seconda Guerra Mondiale, ma viene creato e introdotto nel diritto internazionale dal giurista accademico USA di origine polacca Raphael Lemkin, che studiò per primo negli anni ‘30 del XX secolo il dramma del popolo armeno nella Prima Guerra Mondiale.La nozione di genocidio introdotta grazie agli studi di Lemkin nella Convenzione ONU per la repressione del crimine di genocidio comprende tutte quelle condotte - uccisioni di massa, lesioni gravi, stupri, deportazioni, sottoposizione a condizioni di vita insostenibili fisicamente - miranti a distruggere in toto o in parte un gruppo nazionale, etnico, religioso, razziale.COPYRIGHT EBRAICO ESCLUSIVO SUL GENOCIDIOPer quanto paradossale possa apparire, si consideri che a livello di relazioni internazionali il termine genocidio è ancora oggetto di contesa sulla "proprietà esclusiva" del termine: un esempio è il discorso di memoria storica fortemente dibattuto in seno ad Israele - sia alla Knesset, il Parlamento, sia nelle accademie - sulla questione di esclusiva del genocidio ebraico e sulla unicità della Shoah. L'Armenia ha avuto parecchi contraddittori proprio con Israele al riguardo, contestando la pretesa israeliana al "copyright" esclusivo sulla tragedia del genocidio in forma di Olocausto nazista.Ciò vale pure per i criminali tragici misfatti compiuti dai regimi totalitari comunisti nel XX secolo: dall'Unione Sovietica alla Cambogia alla Cina, le responsabilità precise dei vertici politici, militari, di questi funesti leader - da Lenin a Stalin a Krushev, da Mao Ze Dong ai Khmer Rossi - tendono a non essere ricomprese nella qualifica di genocidio da parte dei governi che si sono succeduti agli stessi regimi.Così accade in Turchia: la reazione furibonda della Cancelleria turca a questo preciso atto d'accusa USA, tradisce l'impronta islamista-nazionalista che ancor oggi è la piattaforma giuridico-istituzionale che cementa le aspirazioni geopolitiche di questo scomodo alleato dell'Occidente: uno dei primi atti istituzionali che fondano la moderna Turchia in cui si incarna Erdogan è il Patto nazionale del 1920 dei Giovani Turchi, che afferma che il popolo turco ha una comune radice musulmana ed ottomana, che la rende unita per religione, razza e finalità.La Turchia vive oggi - con riferimento al mancato riconoscimento del genocidio armeno - la paradossale condizione dell'impianto costituzionale del proprio Stato, un mix di totalitarismo di evidente impronta islamista che confonde religione, Stato e società civile in un'unica definizione giuridica, e di esasperato nazionalismo panturanico che qualifica come nemico della nazione tutto ciò che proviene dall'Occidente: basti considerare che il Codice Penale turco prevede il reato di "offesa alla nazione turca" nei confronti di chiunque osi attribuire al governo turco di allora la responsabilità del presunto genocidio: le responsabilità giuridiche e politiche del milieu islamico ed islamista nei confronti dell'Occidente sono evidenti, il dialogo tra civiltà non è unilaterale se non esiste piattaforma identitaria condivisa su cui ragionare.Nota di BastaBugie: Leone Grotti nell'articolo seguente dal titolo "Genocidio armeno. Più Erdogan strepita, più si rivela debole" spiega perché Erdogan attacca Biden per il riconoscimento del genocidio armeno. Ma va detto anche che alle parole non seguono i fatti perché l'economia della Turchia è troppo fragile.Ecco l'articolo completo pubblicato su Tempi il 27 aprile 2021:Il riconoscimento ufficiale del genocidio armeno da parte di Joe Biden ha mandato su tutte le furie Recep Tayyip Erdogan. Il "sultano" ha intimato agli Stati Uniti di «rivedere immediatamente questo passo falso». Ha spiegato che il riconoscimento «avrà effetti devastanti sulle nostre relazioni bilaterali». Ha aggiunto che i rapporti con gli Usa «sono danneggiati come mai prima d'ora». E poi non ha fatto nulla di concreto, svelando l'estrema debolezza della Turchia.Il presidente turco sa di non potersi permettere sanzioni contro gli Stati Uniti per non indebolire ulteriormente un'economia già fragile e inimicarsi l'alleato Nato. Al contrario di quanto fatto in precedenza, non ha nemmeno ritirato l'ambasciatore, dimostrando ancora una volta l'inconsistenza delle minacce di Ankara. Al di là delle dichiarazioni di fuoco, infatti, più Erdogan urla più dimostra di essere debole.Quando nell'aprile 2019 la Camera dei deputati italiana riconobbe il genocidio armeno, Ankara si infuriò e ritirò il proprio ambasciatore. La stessa cosa fece nel 2015, quando fu papa Francesco a esprimersi sul genocidio. In entrambi i casi, gli ambasciatori tornarono al loro posto dopo pochi mesi.Erdogan sa che l'economia della Turchia è fragile. L'inflazione a marzo è cresciuta per il sesto mese consecutivo, aumentando il costo delle importazioni, a causa del continuo deprezzamento della lira. Nell'ultimo anno la lira turca ha perso più di un quinto del suo valore rispetto al dollaro americano. Ecco perché Ankara non può permettersi di protestare seriamente per il riconoscimento del genocidio armeno da parte di Biden.Parlare di genocidio armeno in Turchia è un reato punito dall'articolo 301 del codice penale. Ma lo sterminio di 1,5 milioni di armeni tra il 1915 e il 1917 è un fatto storico confermato da decine di migliaia di documenti ufficiali. Persino Hasan Cemal, nipote di quel Djemal Pasha che fu uno degli architetti del genocidio, ha scritto un libro intitolato 1915. Genocidio armeno, tradotto in Italia da Guerini. Nel libro si legge: «Finché noi turchi non prendiamo coscienza di ciò che è avvenuto, non potremo fare pace col nostro passato e considerarci una nazione con una storia».THE PROMISE (2016): IL MIGLIOR FILM SUL GENOCIDIO ARMENOPer sapere tutto sul film, che vede tra i protagonisti Christian Bale (ha interpretato Batman nella trilogia), visita il sito FilmGarantiti.ithttp://www.filmgarantiti.it/it/edizioni.php?id=72
Siamo andati a Berlino, dove abbiamo ascoltato le voci dei tedeschi sulla candidata alla Cancelleria dei Verdi, Annalena Baerbock, considerata l'astro nascente della politica in Germania. Ne abbiamo parlato con Daniel Mosseri, giornalista freelance per Il Foglio, Panorama e Il Giornale. Subito dopo siamo andati a Cuba, dove si chiude un'epoca con il passaggio del potere da Raul Castro a Miguel Dìaz-Canel: ne abbiamo parlato con Roberto Da Rin, inviato del Sole 24Ore per l'America Latina.
Il conte Pellegrino Rossi (Carrara, 13 luglio 1787 – Roma, 15 novembre 1848) è stato un economista, giurista, docente, diplomatico e politico italiano. Fu un'importante figura nella Monarchia di Luglio in Francia e fu ministro della giustizia, ministro dell'interno e Primo ministro nel governo dello Stato pontificio, con papa Pio IX. La mattina del 15 novembre 1848, giorno di riapertura del Parlamento, Rossi fu accoltellato sulle scale del Palazzo della Cancelleria; il suo assassinio fu l'inizio della serie di eventi che portarono alla proclamazione della Repubblica Romana. Rossi fu sepolto nella chiesa del palazzo dove aveva trovato la morte, in San Lorenzo in Damaso
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The permanent exhibition of Leonardo da Vinci, set up inside the Palazzo della Cancelleria in Rome, is renewed as it is every year, and for this reason, launches a new challenge for its visitors: to explore the most evocative corners of the capital by solving mysterious enigmas with a fun "treasure hunt.” Read the full article here --- Send in a voice message: https://anchor.fm/etn/message Support this podcast: https://anchor.fm/etn/support
On this episode of Showcase; Brian Eno: Film Music 1976 – 2020 00:35 Rupert Till, Professor of Music 01:20 Archibald Prize 08:06 Rotterdam's Depot for Artworks 10:33 Sjarel Ex, Director of the Museum Boijmans Van Beuningen 14:16 300-year-old Masterpiece in China 20:58 Da Vinci Exhibition in Palazzo della Cancelleria 23:31 #BrianEno #Rotterdam #DaVinci
La Germania dopo la Grande Guerra: parte III
La Germania dopo la Grande Guerra: parte III
Il pensiero e la visione europea della Cancelleria tedesca nel libro del giornalista Claudio Landi
Il caffè oggi lo prendiamo con l’Avv. Ugo Sebastiano del foro di Napoli e dell’istanza di sollecito in rima (rifiutata dalla cancelleria) per chiedere al magistrato di provvedere un ricorso monitorio fermo da 5 mesi.A cura di:Avv. Milena Miranda.Avv. Pierluigi Serra.Regia:Ornella Sala.
Con la pronuncia 14827/2016 ha ritenuto utilizzabile il formato utilizzato per creare degli archivi compressi anche per le comunicazioni di cancelleria.Articolo completo su: http://www.sistemiamolitalia.it/cassazione-ammesso-il-formato-zip-per-le-comunicazioni-di-cancelleria/
Sostituzioni in Udienza o adempimenti in cancelleria?Con l'Avv. Mirko Persichilli analizziamo la Prima APP interattiva per Avvocati e Praticanti: www.CollegaOnLine.it
Hofburg di Vienna - Appartamenti imperiali, Museo di Sisi, Museo delle argenterie
In questa sala vedete una tavola imbandita come ai tempi di Francesco Giuseppe per i pranzi familiari in cerchia ristretta di sua maestà imperiale. I pranzi di gala si svolgevano esclusivamente nei saloni delle feste della residenza, che erano più grandi. La tavola è apparecchiata secondo le direttive della “tavola di corte suprema”, visto che persino un pranzo di famiglia in cerchia ristretta seguiva un rigido cerimoniale. La tavola era sempre solennemente addobbata, al centro erano collocati i centrotavola dorati adorni di fiori, frutta e confetteria. Sui piatti segnaposto d’argento erano disposti tovaglioli di damasco piegati ad arte. Si apparecchiava soltanto per una portata alla volta, la minestra e i dolci venivano serviti in piatti di porcellana, mentre per tutte le altre portate si utilizzavano piatti d’argento. Sulle posate d‘argento c‘era il simbolo dell’aquila bicipite. Con ogni portata veniva servito un vino diverso, e per ciascuno di essi era prescritto un bicchiere a parte; i bicchieri verdi venivano adoperati per i vini del Reno. Inoltre ciascun commensale aveva una propria caraffa dell’acqua e del vino e una saliera personale. Per poter servire le pietanze sempre calde e appena cucinate, venivano trasportate nell’appartamento in questione dalla Cucina di corte in casse termiche riscaldate, e tenute al caldo in una stanza adiacente con scaldini a carbone e più tardi a gas. L’imperatore era seduto al centro della tavola, di fronte a lui l’ospite d’onore, seguivano poi gli altri commensali secondo il grado di parentela o il rango. Gli uomini si alternavano sempre alle donne e la conversazione era concessa soltanto con i vicini di tavola. Gli invitati venivano serviti contemporaneamente all’imperatore, che iniziava immediatamente a mangiare. Poiché una pietanza veniva dichiarata terminata non appena l’imperatore deponeva le posate e immediatamente sparecchiata, l’imperatore badava sempre a deporre le posate soltanto quando gli invitati avevano terminato. Un pranzo comprendeva da 9 a 13 portate e durava al massimo 45 minuti. Il caffè e i liquori venivano serviti al termine in un’altra stanza dove era inoltre concesso ai signori di fumare. Si conclude così la nostra visita degli Appartamenti imperiali. Se desiderate maggiori informazioni sullo stile degli arredi alla corte imperiale viennese, vi invitiamo a visitare anche la Collezione di arredi della corte imperiale/Museo del mobile, dove sono esposti mobili e interni di svariate residenze degli Asburgo. Di fronte all‘uscita degli Appartamenti imperiali si trova la fermata della linea U3 della metropolitana, che vi collega comodamente in tre fermate con la Collezione di arredi della corte imperiale/Museo del mobile (il viaggio dura 5 minuti). Infine vorremmo ricordarvi naturalmente anche gli Appartamenti imperiali nel castello di Schönbrunn, ex residenza estiva della famiglia imperiale. Appena usciti dagli Appartamenti imperiali vi ritroverete a Ballhausplatz, proprio accanto all‘ingresso degli uffici del presidente della Repubblica federale austriaca, e di fronte alla Cancelleria federale. Per orientarvi potrete consultare all‘uscita la planimetria. Infine vi ringraziamo della vostra visita con la quale avete contribuito alla conservazione degli Appartamenti imperiali, augurandovi un piacevole soggiorno a Vienna. www.hofburg-wien.at | Download Tour-Guide (PDF)© by Schloß Schönbrunn Kultur- und Betriebsges.m.b.H.
Hofburg di Vienna - Appartamenti imperiali, Museo di Sisi, Museo delle argenterie
Francesco Giuseppe aveva scelto per il proprio appartamento l‘ala detta della Cancelleria imperiale nel quale oltre ai suoi uffici si trovavano anche le sue stanze private, in cui abitò fino alla morte, nel 1916. L‘imperatore concedeva udienza due volte la settimana. Le date venivano pubblicate sul giornale Wiener Zeitung. Una volta presentata e ottenuta richiesta di un appuntamento personale, si accedeva a questa sala salendo il sontuoso scalone imperiale. Qui poi si aspettava di esser ammessi nella Sala delle udienze. Le pareti sono adorne di tre quadri monumentali di Johann Peter Krafft del 1832 che riproducono vicende della vita dell‘imperatore Francesco II/I, il nonno dell’imperatore Francesco Giuseppe. www.hofburg-wien.at | Download Tour-Guide (PDF)© by Schloß Schönbrunn Kultur- und Betriebsges.m.b.H.
La sede della Cancelleria federale e della Politica