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Comenzamos a lo festivo con Diego Guerrero, David de Jacoba y José Soto Sorderita. Ya con José nos quedamos y recordamos varios cantes de su álbum "Mi secreto pirata junto a las guitarras de Juan y Pepe Habichuela o Moraíto. Soto es un apellido ilustre en el universo flamenco escuchamos a algunos otros miembros de esa familia como Lela Soto o Vicente Soto. Terminamos con Ana Crisman y José de los Camarones.Escuchar audio
Per fruire di questo podcast dovrai ascoltare il precedente, che è dedicato più genericamente alla bambera. In questo episodio faremo un ascolto guidato di brani.La più antica registrazione è del 1935 fatta dal cantaor Pepe Pinto, con il titolo Pintera, come fosse una creazione sua o in altri casi la chiamò Fandango de Aznalcazar, che è in relatà il suo nome corretto di origine. Il cante è por fandango.Ascoltiamo la interpretazione molto forte e decisa di Pepe Marchena, che era molto creativo e non era interessato ad aderire a schemi, e della Bambera fece, per il film "Martingala" del 1940, una versione molto creativa por Milonga.Nel 1941 Gracia de Triana cantante di copla la incide come cante campero popular, por fandango. I flamencologi non avevano preso in considerazione questo brano, attribuendo alla coppia Pinto/Nina de los Peines la diffusione della Bambera.La moglie di Pepe Pinto, Pastora Pavon la Nina de los Peines, la rese molto famosa, cantandola parecchio, e la incise nel 1949 con il chitarrista Melchor de Marchena. In questa incisione canta in modo molto flamenco la più famosa letra di bambera, "Entre sabanas de Holanda": Fu lei a mettere a questo palo il nome.Ascoltiamo El Lebrijano che incide nel 1966 una primissima versione por buleria por solea, con la chitarra Nino Ricardo. La più famosa versione in buleria por solea, quella che ha fatto storia, è in realtà del 1970, suonata da Paco de Lucia, con il cante di Naranjito de Triana. Naranjito studiò parecchi cantes, andando a recuperare anche cantes non molto diffusi, e influenzò tanto altri cantaores, perché fu anche maestro, nella scuola forse più importante di cante flamenco della storia fino ad oggi, la Fundacion Cristina Heeren di Siviglia, con la sua voce potente ed espressiva, e ricama la melodia in modo molto flamenco. Il brano esce nella Antologia Cantaora, con il tiolo Homenaje a la Nina de los Peines. Alrtro brano da ascoltare per comprendere la bambera è inciso nel 1996 da Carmen Linares, con la chitarra dei fratelli Habichuela, ancora por fandango, nahce se ormai a quell'epoca era molto più diffusa la versione in buleria por solea. Anche Enrique Morente cantava la bambera por fandango, ma quando la incise, nel 1999 nel disco Lorca, la incise por tango, con la chitarra granadina meravigliosa di Pepe Habichuela. Interessante è che alla fine della strofa Enrique Morente ripete gli ultimi due versi, cosa che in Bambera non si fa, ma che invece si fa por tango. Ascoltiamo La Leyenda del Tiempo, pubblicata da Camaron de la Isla nel 1979. Il pubblico e la critica ricevettero male il disco, ma con il tempo lo apprezzarono sempre più. E' stata una versione psichedelica, rock, di una melodia tradizionale di un canto de columpio, che ti faccio ascoltare per farti sentire da dove viene. Il pianoforte introduce una melodia che ricorda la bambera che conosciamo come la più diffusa. Ma il canto ha una melodia diversa, quella che Camaron scelse per il suo La Leyenda del Tiempo. E' fatto su un tipico ritmo molto ternario, tipico del folklore andaluso. Ascoltiamo anche la Bambera di Arcos, per verificare che è proprio diversa! Canta Manolo Cantarrana con la chitarrqa di Manolo Sanlucar. Il cante por bambera non richiede necessariamente una salida del cante, visto che non nasce in ambito campestre e non flamenco. Molti importanti cantaores entrano direttamente con una letra. Ascoltiamo Gracia de Triana, che introduce il cante con un temple, più che una vera salida del cante. Intona la voce con le note della melodia. Ascoltiamo invece un esempio di salida del cante por bambera datto dal cordobese Jiménez Rejano: la voce copia la melodia di una strofa. In effetti, quale sistema migliore per sintonizzarsi su un palo che cantare la melodia stessa che lo identifica?La bambera non ha un cambio de sentido, ma c'è una bellissima registrazione fatta da Sonia Miranda, cantaora sivigliana residente ad Almeria, che voglio farti ascoltare, che va in modalità maggiore. Chissà perché questo cante così bello non è più diffuso di quello che è!Sono Sabina Todaro, mi occupo di flamenco e danze e musiche del mondo arabo dal 1985. Insegno dal 1990 a Milano, al Mosaico Danza, baile flamenco e un lavoro interessante sull'epressione delle emozioni attraverso le danze del mondo arabo che ho chiamato Lyrical Arab Dance. Mi è capitato di montare spesso una bambera nel mio lavoro di insegnante, ma per preparare questi episodi sulla bambera ho dovuto approfondire molto, e passare oltre rispetto alle informazioni superficiali che descrivono questo palo come una solea leggera con una letra particolare, scoprendo un vero gioiello. E' un po' una metafora della vita quello di non fermarsi alla superficie, e si possono scoprire dei veri tesori, cercando di capire perché le cose sono come sono. Ed è prezioso imparare a... cambiare idea.
In questo episodio ti racconto la teoria di questo bellissimo palo. Ce ne sarà un secondo di guida all'ascolto. E' un cante non tantissimo preso in considerazione nei recitales flamenchi, forse perché è troppo legato al folklore. Il nome viene da Bamba, nome popolare usato nella zona di Siviglia e Cadice, per indicare il columpio, l'altalena. Il termine viene forse da bambolear, che significa dondolare, oscillare. Tradizionalmente si creavano nelle feste soprattutto intorno al Guadalquivir, di cui sappiamo grazie a pittura e letteratura, forse su imitazione delle feste francesi, nelle quali si attaccava una corda ad un grosso albero, con una seduta di legno o di corde intrecciate. I giovani spingevano le fidanzate sull'altalena, cantando e facendo festa.L'idea dell'altalena era di spingere la fidanzata molto in alto vicino alla luna per propiziarle fertilità. I cantes de columpio avevano tematiche leggere, doi amore, gelosia, e il franchismo non li amò perché considerati "piccanti". Ma anche se il potere costituito non amava questi canti non li distrusse perché si trattava di una tradizione popolare orale, apprezzata e diffusa. Questi canti non erano complessi dal punto di vista musicale. Ad un certo punto i canti popolaroi di columpio cominciarono ad essere afflamencati, con influenza da parte dei cantes camperos, la temporera, la trillera, le ninnanane ecc. Importante nello sviluppo del palo che conosciamo oggi sono stati i cantes de columpio di Aznalcazar, un paese situato nella zona dell'Aljarafe Sivigliano, in direzione di Huelva. In quella zona andava in vacanza una coppia di cantaores importantissimi nella storia del flamenco: Pepe Pinto e la moglie Pastora Pavon, la Niña de los Peines, che appresero questi canti e cominciarono a farli propri. Anche Pepe Marchena conosceva questo canto. Pepe Pinto inserisce il cante fandango di Aznalcazar e lo chiama "pintera". Nel 1935 lo incide con questo nome, o con il nome di Fandango di Aznalzacaz, su ritmo di fandango, per l'etichetta Disco Gramofono. Come si arriva alla attuale concezione della bambera come di una sorta di variante della buleria por solea? Trattandosi di un cante di origine campestre, il suo ritmo naturale sarebbe quello del fandango, ma nel cante si sente tanto la cadenza andalusa e la modalità flamenca, con escursioni sulla scala minore. E la chitarra può accompagnarlo in modo molto spontaneo con le note della solea. Pepe Marchena nel 1940 ne incide una su aire di milonga per la colonna sonora del film "MNartin Gala". Davvero particolare: te lo farò sentire nel prossimo podcast! E' interessante come si possa riconoscere una melodia, nonostante venga cantata in un contesto musicale differente. Nel 1941 Gracia de Triana, una cantante popolare in Andalusia, la incide por fandango con il titolo di cante campero popular. La Niña de los Peines la incise nel 1949, accompagnata dal mitico chitarrista Melchor de Marchena, con il titolo "Entre Sabanas de Holanda", per l'etichetta "La voz de su amo" (La voce del padrone!) dopo averla cantata parecchio e averla fatta conoscere, dandole per la prima volta il nome di Bambera.Fino a qui, il cante por bambera non era mai stato cantato por buleria por solea. Il primo cantaor che lo mise in buleria por solea fu Juan Peña El Lebrijano, accompagnato da Niño Ricardo alla chitarra. Era il 1966. Dopo pochi anni, nel 1970, Naranjito De Triana nel fa una sua versione con la chitarra di Paco de Lucia, in una Antologia Cantaora, con il titolo "Homenaje a la Niña de los Peines". Molti dicono che sia stata la Niña de los Peines a mettere il ritmo di Solea alla Bambera, ma non è vero!Altro esempio da tener presente è quello di Enrique Morente, che lo cantava por fandango dal vivo, ma che lo incise nel 1999, accompagnato da Pepe Habichuela, con ritmo di tango! Questo cante è nato libero da ritmo, quindi si presta a diverse possibilità.La letra si basa su versi ottosillabi, 4 con due versi ripetuti o 5 con un verso ripetuto, per cui siamo in uno schema di fandango con 6 versi. Una bambera che ha fatto storia è La Leyenda del tiempo, nell'omonimo disco del 1979 di Camaron. All'epoca fu un disco super rivoluzionario, molto rock e innovativo e il suo valore viene riconosciuto molto tempo dopo. La melodia viene da un canto del canzoniere dei cantos populares españoles, dal titolo "La niña que esta en la bamba".Il flamenco non butta via niente, recupera e ricicla. Esiste anche la Bambera di Arcos de la frontera, ma non ha nulla a che vedere con quella che conosciamo. E viene accompagnata in modo maggiore, con una atmosfera diversa. Sono Sabina Todaro, mi occupo di flamenco e di danze e musiche del mondo arabo dal 1985. Dal 1990 insegno baile flamenco e Lyrical Arab Dance, un lavoro sull'espressione delle emozioni attraverso le danze del mondo arabo a Milano. La bambera è un bellissimo palo da affrontare, che ha una sonorità molto melodica. Il background musicale che le si suole dare quando viene ballata è quello della buleria por solea, ma rispetto a quest'ultimo la bambera è molto più fluida e melodica. Spesso purtroppo i bailaores la ballano come se si trattasse di una buleria por solea, cancellandone l'identità. Troppo veloce, e con movimenti piuttosto forti e un po' violenti, che nulla hanno a che fare con la dolcezza e la fluidità di questo cante. E' imteressante ballare con una velocità abbastanza elevata ma sempre fluida. Dal punto di vista fisico è simile a ballare por Caña o Polo.
Nos visita Antonio Benamargo, director de la Suma Flamenca de la Comunidad de Madrid. Escuchamos algunos de los artistas anunciados. Empezamos recordando una grabación de Morente con Pepe Habichuela, Pedro el Granaíno, Marina Heredia o Aurora Vargas. Terminamos con la guitarrista Antonia Jiménez.Escuchar audio
Empezamos con encuentros entre música india y flamenca con Pepe Habichuela, Melón Jiménez o Lara Wong. Escuchamos también a Jorge Pardo en directo por seguiriyas.Dedicamos el programa a conversar con Diego Guerrero que es quien ha preparado Flamenco de Bellota, un festival flamenco en su pueblo onubense. Escuchamos a algunos de sus protagonistas como El Capullo de Jerez.Escuchar audio
Escuchamos a algunos de los artistas programados esta semana en el festival Flamenco On Fire que se celebra estos días en Pamplona. Escuchamos a Saul Quirós, Gerardo Núñez, Pepe Habichuela, Jerónimo Maya, Gritos de Guerra o Luis Moneo o Raimundo Amador entre otros.Escuchar audio
Hace 10 años nació en Pamplona un festival con nombre en inglés y espíritu flamenco, 'Flamenco on fire'. Un certamen en honor al gran Sabicas, maestro de la guitarra, pamplonés, pero afincado durante años en Estados Unidos. El festival ha llevado hasta Navarra a figuras como Carmen Linares, José Mercé, Estrella Morente o Pepe Habichuela. Un evento que reúne cada año a jóvenes talentos de la región y trata de mezclar el cante, el toque y el baile puro con nuevos géneros y otras artes. Hablaremos con su director Arturo Fernández.Estrenamos sección veraniega de viernes con Andrés Simón y tomamos el camino del manga, porque cada vez son más los lectores y lectoras de historietas japonesas y estamos seguros de que encontraréis la adecuada para vosotros.Cerramos con doble ración de cine: estrenos semanales con Conxita Casanovas y bandas sonoras ideales para el baile, con Leyre Guerrero.Escuchar audio
Entrevista a un purista flamenco de los auténticos: Pepe Luis Carmona Habichuela. VERA ON Music Festival presenta la Entrevista a Pepe Luis Habichuela por Guillermo Nieto . Entrevistamos a Pepe Luis Habichuela, creemos que es una entrevista emotiva que no tiene desperdicio, una entrevista cercana y personal . Quien la ha escuchado asegura que es una entrevista que derrocha verdad. Esperamos también te guste a ti. Hoy entrevistamos a Pepe Luis Carmona Habichuela: Nacido en Madrid, en 1968, es miembro de una de las principales dinastías flamencas: Los Habichuela. Hijo del gran guitarrista Luis Habichuela, sobrino de Juan Habichuela y Pepe Habichuela, la guitarra, el cante y el flamenco le acompañaron de niño. Desde pequeño su voz se acopló al sonido de las guitarras de los Habichuelas, consiguiendo trasladar el sonido a madera característico de la familia a su voz, creando un estilo único y hasta ahora no igualado. Jondo y puro en la sabiduría de los grandes maestros, para Pepe Luis Carmona todo quedaba pequeño y junto a amigos y familia funda la 'Barbería del Sur', fusionando los ritmos y el sonido de siempre con la vanguardia del momento. Recorren todo el mundo con sus temas, y en la cúspide de la fama decide dejar el grupo en mano de Paquete y el Negri y crear su propia música, con ese sonido característico de su música y su voz: 'Caído del Cielo'. Pepe Luis ha trabajado con músicos de la talla de Camarón, Enrique Morente, Diego el Cigala, Pepe Habichuela, sus primos de Ketama, Guadiana, además de sus múltiples actuaciones con Pepe Luis Carmona Habichuela Grupo acompañado de músicos de la saga Habichuela. En 1990 crea el grupo de flamenco fusión La barbería del sur, siendo su productor y cantante. Con La barbería del sur graba dos discos: “La barbería del sur” (1990) e “Historias de un deseo” (1992).… decide separarse de La barbería del sur en 1993. Después comenzaría su camino en solitario .... Pepe Luis Habichuela, una entrevista sincera, pura y sin tapujos, al más puro estilo artista flamenco de los de antes, de los de verdad , de los puros.
El Pele y Ezequiel Benítez nos anuncian el Festival murciano de Lo Ferro. Lejos del sur, en Ponferrada se celebra esta semana Bierzo al Toque y escuchamos a algunos de los artistas anunciados como José del Tomate o Pepe Habichuela. Israel Fernández y Carlos de Jacoba llegan de la mano de Juan Carmona y para terminar Aurora Vargas y Antonio Reyes.Escuchar audio
Hemos participado en la tercera edición del Festival Estación Podcast celebrada del 21 al 25 de mayo en Madrid. En la última jornada tuvimos el placer de grabar la #Luna390 desde el Círculo de Bellas Artes en la compañía del saxofonista Antonio Lizana y el guitarrista Pepe Habichuela de invitados. Una conversación llena de complicidad, respeto y amistad entre dos artistas muy especiales que alumbran el mundo del flamenco desde dos generaciones bien diferentes.
Nos visita Paco Ortega con el que repasamos el cartel del festival "Flamencos y mestizos" que se celebrará muy pronto en la ciudad de Úbeda. Antes podemos escuchar a Potito, Pepe Habichuela y a Juan Habichuela Nieto.Escuchar audio
La obra de Don Enrique Morente Cotelo sigue resonando más allá de su partida en diciembre de 2010. Su legado perdura, como lo evidencia la conexión con sus hijos y esposa- cuyas obras acompañan este texto- y el eco de su arte en colaboraciones inesperadas, también la influencia atemporal que ha dejado en la música flamenca y en generaciones posteriores. Hoy Morenteamos en Músicas Posibles. Canción del arco iris Gualberto con E. Morente Y al volver la vista atrás El Vaporcito con Pepe Habichuela Negra, Si Tú SupierasAngel Caído Angel Caído Donde habite el olvido Sueña La AlhambraEl pequeño reloj + Vendiendo flores El Pequeño RelojChiquilín de bachín Chiquilín De BachínLa estrella Estrella Morente con Antonio, Josemi y Juan Carmona AutorretratoGranada enamora Niño Josele y Estrella Morente El mar de mi ventanaAurora Soleá Morente Aurora Y EnriqueAdagio Estrella Morente con Enrique Morente AutorretratoEscuchar audio
Julián Olivares es un maestro de la guitarra y el tres cubano. En su sonido se mezcla el son cubano con el jazz y el flamenco, transmitiendo la pasión y la fuerza de la música española y latina. Nos visita para presentar su debut en solitario, 'Calle Mayor'. Nacido en Madrid, este guitarrista y productor es licenciado en música moderna "Degree of Bachelor of arts (music) with Honours en LIPA (Liverpool Institute for performing arts)". Ha grabado y tocado en directo con Malú (2002-2022), Juan Carlos Calderón, Arijit Singh, Diana Navarro, Pastora Soler, Canteca de Macao, María Carrasco, Pepe Habichuela, Los Chocolatinos, María de la Flor, Valeria Castro, Sheila Blanco, Liuba María Hevia, Patricia González, Zenet o Trinidad Jiménez. También ha trabajado como productor de música para publicidad y televisión, y ha arreglado, grabado y producido varios discos (Ethnómada, A tu vera, Amaury Muro, Ermanno Panta, Holidays in the sun o El Combo Batanga). Escuchar audio
El portal de los podcast desde Aragón y para todo el planeta. Música y Palabras el programa de la música desde Aragón y para todo el planeta. Idoipe presenta nuevo disco, el segundo disco de estudio. El LP contiene la banda sonora creada por el artista para el documental que él mismo ha protagonizado y que se estrenó en el Centro Musical Artístico Las Armas de Zaragoza antes de ser proyectado en festivales de cine internacionales. El 4 de noviembre es la inauguracion de la Casa Chuglar en Berdun, un nuevo espacio que gestionara Angel Vergara y Toche Menal. AIEnRuta DeNuevo es un programa de la Sociedad de Artistas AIE que nace con el fin de llevar por todas las salas de conciertos de España la música en directo de los artistas que hayan publicado trabajos originales antes de 1985. Grupos y solistas, que siguen en activo con nuevas formaciones, presentando los éxitos que todos recordamos y su nuevas creaciones. Antonio Suárez Salazar, Guadiana, es uno de los más grandes cantaores en activo. De Badajoz, sobrino de Porrina de Badajoz, primo de la Negra, Juan Salazar y Los Chunguitos. Desde bien joven se foguea en los tablaos de Madrid, a donde se muda en 1972 y pronto es requerido por artistas como Tomatito, Pepe Habichuela y Enrique Melchor. Voz de las giras mundiales de Sara Baras y Antonio Canales, hasta el maestro Paco de Lucía manifestó su admiración por el talento de Guadiana. Mamá realizo la presentación en directo fue, nada menos, que en ese concierto homenaje a Canito considerado el germen de la Movida. Aunque en sus inicios se les asoció al pop sesentero español y la new wave, el talento de su hombre al frente, José María Granados, ha ido más allá. Varias de las canciones de Mamá forman parte del imaginario pop de varias generaciones. Como fue desde el principio, para disfrutar de la verdadera dimensión de su obra hay que verlos en directo. Ni virus, ni tormentas, ni volcanes, ni guerras. Nada detiene las ganas de seguir haciendo la mejor música negra cantada en castellano de J Teixi Band. Hasta al propio Javier Teixidor le cuesta recordar qué número ha hecho su último disco, En el barrio, publicado este mismo año. Sin abandonar el r&b de raíz clásica, directo y enérgico, el cuarteto madrileño llena de matices de otros géneros adyacentes su nuevo álbum. Sus actuaciones siguen siendo una de las experiencias más combustibles que se pueden vivir en una sala de conciertos. El alma mater de Malevaje, Antonio Bartrina, empezó a dar a conocer sus apasionadas melodías tangueras en los albores de los 80´. Aunque la base siempre fue bandoneón, guitarra y contrabajo, en la dilata carrera de Malevaje, la formación se ha estirado hasta ser casi una orquesta y ha contado con ilustres intérpretes de todo pelo para regresar siempre a su esencia. En la exclusiva selección de 18 canciones que marcaron la historia del tango realizada por Eduardo Makaroff, podéis encontrar “Esta noche me emborracho”. Amann & The Wayward Sons, la banda liderada por Pablo Amann, presenta “I Have to Change to Stay the Same”, nueva entrega de los bilbaínos tras la publicación de “Where Have The Good People Gone”. Ambos sencillos formarán parte de su próximo álbum que verá la luz previsiblemente a principios del próximo año. Mujer Cometa, la banda liderada por el músico zaragozano Jesús Viñas, debuta con EP homónimo grabado en los estudios “El Lado Izquierdo” bajo la producción de Dany Richter (Havalina, Rufus T. Firefly, Christina Rosenvinge). Como anticipo presentan “Esperando el Huracán”, ya disponible en Plataformas Digitales. Mujer Cometa, banda formada en Madrid, publica un catálogo de canciones con notables referencias de Rock pero con mucho músculo, el sonido de la banda los sitúa dentro de la escena Pop Rock actual más efervescente. En esta nueva producción Diego Amador presenta un escenario en el que Todo es Uno. En las manos de este músico único, piano, teclados, percusión, guitarra y bajo revelarán su concepto musical, que va más allá de lo meramente físico y la escucha pasiva, convirtiendo al público en arte y parte del Todo. Desde el fondo de su naturaleza sensible, lleva al oyente a un viaje global que confluirá en la hondura flamenca. Suscribete a nuestros episodios y no te pierdas ninguno Envíanos tus notas de voz a 654 93 42 41 Autor del programa: Francho Martinez Visita nuestros portales https://podcastaragon.es/ y https://musicaypalabras.es/
Aquesta setmana dediquem tot el programa a la guitarra flamenca de Pepe Habichuela. Net, fill, germà i pare de guitarristes flamencs, és un dels integrants de la gran dinastia dels Carmona i un dels grans renovadors de la guitarra flamenca, primer acompanyant a Enrique Morente i després des de la seva propia innovació amb col·laboracions amb el jazz i les músiques del món.
Buscadores Flamencos: Para celebrar el día del Flamenco, en este episodio de Sobremesa Flamenca tenemos un invitado de honor: el maestro Pepe Habichuela. Guitarrista legendario, de una de las sagas más importantes de la guitarra flamenca. Hemos hablado de sus inicios en Granada, de Madrid, de Enrique Morente, su hijo Josemi Carmona, de sus vivencias, consejos y cada palabra de este maestro de la guitarra, me ha llenado el corazón, porque lo admiro y sigo desde que empecé a tocar la guitarra flamenca. Para Buscadores Flamencos, tenerlo como invitado, es un hito que guardaremos como un tesoro. Gracias maestro Pepe Habichuela #podcast #guitarraflamenca
Hoy, para celebrar la Navidad, tenemos un invitado muy especial. Viene del linaje de los Habichuela y su padre es el maestro Pepe Habichuela. Fue parte fundamental de Ketama, uno de los grupos de flamenco fusión más importantes de España, que marcaron a todas las generaciones posteriores del flamenco. Ha aportado un nuevo color y forma de tocar a la guitarra flamenca, cargada de sensibilidad, delicadeza, gusto, armonía e improvisación, siendo inspiración para guitarristas como Diego del Morao, Antonio Rey o Rycardo Moreno. Hemos hablado de todas las cosas que nos gustan a los guitarristas, pero también de la vida, la inspiración, la evolución y la pureza. Con todos ustedes, el maestro: Josemi Carmona
Torna la musa de Palafrugell amb un dels seus discos m
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ALEX CONDE, DAVE HOLLAND · PEPE HABICHUELA, ALBERT SANZ, DIANNE REEVES, KURT ELLING, SEDAJAZZ KIDS BAND 26 ed. FESTIVAL DE JAZZ DE VALÈNCIA FESTIVALES DE VERANO. 2 Parte Más información: https://www.lossonidosdelplanetaazul.com
Del nuevo disco de Sílvia Pérez Cruz a MARO, Melissa Laveaux, con Djone o con November Ultra, con diferentes maneras de mezclar tradiciones y música electrónica, algo que también encontramos en Fatoumata Diawara, tanto con Damon Albarn como con -M-. Repetimos con Albarn, reimaginando a Paul McCartney y con este nos quedamos revisitado por Khruangbin. El teu nom - Mov.5: Renacimiento Sílvia Pérez Cruz Salir distinto - Mov.2: La Inmensidad Sílvia Pérez Cruz con Pepe Habichuela, Carmen Linares, Carles Benavent, Diego Carrasco Planetes i orenetes - Mov.1: La Flor Sílvia Pérez Cruz juro que vi flores (feat. Silvia Pérez Cruz) MARO, Sílvia Pérez Cruz just wanna forget you MARO Cold Swim DJ Pone, Melissa Laveaux Rosewater Melissa Laveaux,November Ultra Nsera Fatoumata Diawara, Damon Albarn Massa Den Fatoumata Diawara,-M- Long Tailed Winter Bird Paul McCartney (Damon Albarn Remix) Pretty Boys Paul McCartney, Khruangbin Texas sun Khruangbin Escuchar audio
Presentación de la segunda parte del disco "Nuestra mejor manera de decírtelo", que me regalan los artistas flamencos Blanca del Rey, Pepe Habichuela, Antonio Campos, Camerata Flamenco Project, Davis Lagos, Alfredo Lagos, Antonia Jiménez, Naike Ponce, Kike Terrón, Marco Niemietz, La Fabi, Curro carrasco, Marco Flores y Vicente Soto Sordera. Escuchar audio
Mucha música con referencias a lo cotidiano, vivencias, memorias y sentimientos que explican el día a día. Pasada y presente. Por eso, en el DESAFINADO 78, suenan: "Casa Carreras" VERA FAUNA "Estrella" ENRIQUE MORENTE & PEPE HABICHUELA "Himno a la clase media" ARDE "Sinner Boy" TASTE "Desde el jergón" LOS ENEMIGOS Nos visita una banda a la cual 2023 le va a dar muchas alegrías, y que llevan sonando muchos meseS en DESAFINADO; BRAVA. Hablamos con Nerea, JOrge y Jaime, y además nos interpretan una canción inédita (que casi con seguridad aparecerá en su disco de debut). Sentimos algunos problemas de sonido en esta emisión. Disculpas.
Empezamos con artistas que actúan hoy en el festival "Desvarío" de Barcelona y en la "Caracolá" de Lebrija: Josemi, Colina, Bandolero, Pepe Habichuela o Esperanza Fernández, también recordamos a Morente. Se ha presentado la programación completa del festival "Flamenco on Fire" de Navarra y nos cuenta algunos de sus detalles su director Arturo Fernández. Escuchar audio
La seguiriya predomina en este programa, tal vez por el ambiente bélico no deseable que nos invade. Empezamos con el álbum "25 madrugadas de Moneo", lo nuevo de Mercé y de Ezequiel Benítez. La seguiriya en directo de Pepe Habichuela y después celebramos el 25 aniversario de un álbum titulado "Habichuela en rama" que firmó en 1997 Pepe Habichuela. Escuchar audio
Madrid, enero de 2022. El cielo de la capital española luce un azul característico del invierno madrileño. Es un día especial para una reunión casi íntima, con el maestro José Luis Montón y la cantante Sandra Carrasco, en la centenaria fábrica de guitarras, Ramírez. Allí conversamos sobre el disco "Canciones al Oído", sobre el próximo espectáculo de José Luis Montón en Madrid y acerca de la guitarra que el taller Ramírez dedicó a este maestro del flamenco. Para escuchar este programa haga click sobre el audio. Espectáculo Flamenco & Classica Uno de los eventos flamencos más esperados del nuevo año es, sin duda, el concierto que tomará la Gran Vía madrileña el próximo 25 de febrero en el Teatro Rialto. Flamenco & Classica es el concierto que ofrece el guitarrista y compositor José Luis Montón, en el que propone un viaje a la esencia del flamenco en compañía de Carmen Linares, Sandra Carrasco, Roko, María Toledo, Sheila Blanco, Inma 'La Carbonera' y Miguel de la Tolea. Al igual que el disco del mismo nombre publicado la pasada primavera, el repertorio de Flamenco & Classica reúne temas originales que nacen como arreglos flamencos de composiciones con nombrepropio en lahistoria de la música clásica, un personal tributo que José Luis Montón rindió a Bach, Beethoven, Schubert o Chopin, en un espectacular álbum al que se unieron las conocidas voces de Miguel Poveda y Pitingo. Con la intención de trasladar al escenario la potencia de aquel álbum, tan aplaudido por la crítica especializada, el maestro Montón ha querido rodearse de algunas de las voces más carismáticas que le acompañaron en la grabación del disco: Roko, Sheila Blanco, María Toledo y Sandra Carrasco, con quien acaba de publicar nuevo disco Canciones al oído. Pero además, suma al elenco a los cantaores Inma La Carbonera, Miguel de la Tolea y a la célebre Carmen Linares. Compañera de generación de artistas como Paco de Lucía, Camarón, Enrique Morente, Pepe Habichuela y José Mercé, la cantaora jienense está considerada como una leyenda viva del flamenco. Un elenco compuesto por las mejores voces del panorama actual se subirá al escenario junto al prestigioso guitarrista para vivir una experiencia inolvidable, donde disfrutar de melodías que están en el imaginario colectivo, desde una mirada flamenca. Una vez más, y de nuevo con magistral destreza, el Maestro Montón demostrará con este viaje a la esencia del flamenco su gran capacidad para dialogar con otros estilos musicales. He ahí su sello, el de la constante búsqueda de fusiones con otras culturas y estilos con los que conversar desde su raíz flamenca, logrando trasladar al espectador a un universo mágico, sin artificios, abrazando la fuerza de lo sencillo y con una sensibilidad que no conoce barreras. Fuente: Comunicado de prensa.
Del álbum "Cositas buenas" de Paco de Lucía escuchamos un par de piezas y también a Duquende o David de Jacoba que formaron parte del grupo del guitarrista. A Camarón, Pepe Habichuela... Algunas cositas buenas. Escuchar audio
Desde Pamplona hablamos con Pansequito, Pepe Habichuela y con los directores del festival "Flamenco on fire". Escuchamos algunas grabaciones del festival grabadas esta misma semana. Escuchar audio
Granada, sus cantes, sus toques, sus artistas. Un paseo por la Granada flamenca en las guitarras de Pepe Habichuela, Miguel Ángel Cortés y Miguel Ochando, y en las voces de Enrique Morente, Marina Heredia o Antonio Campos. Escuchar audio
Empezamos con grabaciones de Tomasa la Macanita, seguimos en Extremadura con Pablo Suárez y Miguel Vargas, escuchamos una grabación del espectáculo de la última Suma flamenca titulado Morente-Habichuela protagonizado por Pepe Habichuela, Kiki Morente, Josemi Carmona y Bandolero. Escuchar audio
Con Carlos Alsina, Rubén Amón, Rosa Belmonte, Guillermo Altares, Sergio del Molino y Nacho Vigalondo nos adentramos en la apasionante historia de los flamencos españoles que, en los años 60 y 70, se fueron a trabajar a Japón para ahorrar dinero. Lo hacemos a partir del libro 'Un tablao en otro mundo', de David López Canales, y hablamos con uno de los protagonistas aún vivos de aquella aventura, el guitarrista Pepe Habichuela. Además, reseñamos el western de Tom Hanks 'Noticias del gran mundo'.
Grabaciones de las actuaciones de Macanita, Kiki Morente con Pepe Habichuela desde el balcón del Ayuntamiento de Pamplona con motivo de la última edición del Festival Flamenco on fire. Escuchar audio
Suma Flamenca, el festival de la Comunidad de Madrid. Entrevista con su director, Antonio Benamargo, y músicas, entre otros, de Pepe Habichuela, Rafael Riqueni, José de la Tomasa y Mayte Martín. Escuchar audio
Con motivo del confinamiento que vamos a vivir durante, al menos, estas dos próximas semanas, en FLAMENCOMANIA todos los días vamos a realizar una emisión en streaming en la que haremos un repaso de lo mejor de nuetra hemeroteca. En este programa realizado en la jornada del martes, 17 de marzo marzo, podrán disfrutar de un programa dedicado exclusivamente al baile flamenco en el que podrán disfrutar de: - Rocío Molina y Fernando de la Morena por Bulerias en el XX Festival de Jerez (2016) - Rafaela Carrasco por alegrías en el espectáculo 'Nacida Sombra' en el XIX Festival Flamenco de Nimes (2019) - Edu Guerrero por tangos en el espectáculo 'Sombra Efímera II' en el XXX Festival Falmenco de Nimes (2020) - Patricia Guerrero por alegrías en el espectáculo 'Distopía' en el XXX Festival Flamenco de Nimes (2020) - María del Mar Moreno por alegrías en el espectáuclo 'Soníos Negros' en el Teatro Central de Sevilla (2016) - Alberto Sellés por bulerías y tanguillos en el espectáculo 'Las Campanas del Olvido' en el Teatro de las Cortes de San Fernando (2014) - Isabel Bayón, Pepe Habichuela y José Valencia por tangos en el Teatro de la Maestranza de Sevilla (2016) - Farruquito con Manuel Moneo por seguiriyas en el espectáculo 'Improvisao' en el Alcazar de Jerez (2014) - María Moreno, El Junco, David Palomar y Dani de Morón por bulerías y fin de fiesta en el espectáculo 'De la Caleta a Tetuán' en el Festival Flamenco Tarab de Tetuán (2015) - El Bo, Antonio Malena y Tía Yoya junto con el resto de la compañía de María del Mar Moreno en el espectáculo 'Jerez Puro. Esencia' en el Teatro Romano de Itálica de Sevilla (2018)
STANDARD SEMANAL.- “Muskrat Ramble”.-JAZZ RECUERDO ANIVERSARIO.- The Buddy De Franco Quartet - Mr. Clarinet-1953 .JAZZACTUALIDAD.-trío BENAVENT-DI GERALDO-PARDO con “FLAMENCO LEAKS. PROG.Nº 651.- Dos horas para el análisis y repaso a la historia y actualidad que generan esta música americana . Todo en el tono que acostumbra este programa, en dos secciones JAZZ ANIVERSARIO y JAZZ ACTUALIDAD importantes novedades y diferentes canales de comunicación que se ofrecerán al oyente. STANDARD SEMANAL.- “Muskrat Ramble” JAZZ RECUERDO ANIVERSARIO.- The Buddy De Franco Quartet - Mr. Clarinet-1953 The Buddy De Franco Quartet* ?– Mr. Clarinet Sello: Verve Records ?– MV 1143 Serie: Immortal Jazz On Verve III – Vol. 7 Formato: Vinyl, LP, Album, Reissue, Mono País: Japan Publicado: Género: Jazz Estilo: Bop, Cool Jazz Lista de Títulos A1 Buddy's Blues 9:03 A2 Ferdinando 5:06 A3 It Could Happen To Me 4:22 A4 Autumn In New York 3:54 B1 Left Field 4:01 B2 Show Eyes 3:13 B3 But Not For Me 7:00 B4 Bass On Balls 7:50 Compañías, etc. • Manufactured By – Nippon Grammophon Co., Ltd. Créditos • Bass – Milt Hinton • Clarinet – Buddy DeFranco • Drums – Art Blakey • Piano – Kenny Drew • Supervised By – Norman Granz Notas Recorded July 1953 in New York. Japanese mono reissue before October 1, 1971. Bonifacio Ferdinand Leonard "Buddy" DeFranco (Camden, Nueva Jersey, 17 de febrero de 1923 ? Panama City, Florida, 24 de diciembre de 2014)1 fue un clarinetista de jazz estadounidense. De origen italiano, comenzó a tocar el clarinete en 1935 con sólo 12 años para ayudar a su padre ciego a mantener a su familia muy pobre que vivía en el sur de Filadelfia. A los 16 años ya era un músico que giraba a través de los Estados Unidos con varias bandas. Su carrera se desarrolló en lo que se considera la época dorada del swing jazz y las big bands, que tenía como principales clarinetistas a Artie Shaw, Benny Goodman y Woody Herman. Pero él fue el primero en dedicarse con su instrumento al bebop y a la música de Charlie Parker, y con Tony Scott se convirtió en uno de los pocos clarinetistas en ese tipo de la historia del jazz. También fue el primero en utilizar el clarinete bajo en el jazz con resultados extraordinarios. Entre sus colaboraciones más importantes se encuentran las que tocó con Count Basie, Sonny Clark y Tal Farlow. De 1966 a 1974 fue líder de la orquesta de Glenn Miller. También tocó con George Shearing, Gene Krupa, Charlie Barnet, Art Tatum, Oscar Peterson, Terry Gibbs, Art Blakey, Tommy Gumina y muchos otros. Se le dedicó una hermosa biografía en el libro: Una vida en la edad de oro del Jazz. También fue organizador del festival de jazz para jóvenes talentos Buddy DeFranco Jazz Fest y en 1996 como maestro y profesor publicó su versión del método Hanon para el aprendizaje de clarinete de jazz. Junto con su amigo de Tony Scott es considerado el más grande de todos clarinetista de jazz de su tiempo. JAZZ ACTUALIDAD .-Esta semana vamos a tener al trío BENAVENT-DI GERALDO-PARDO con “FLAMENCO LEAKS. Tras 20 años de la publicación de su primer disco; “El directo de Sevilla”, grabado en el Teatro Central, Carles Benavent (bajo eléctrico), Tino di Geraldo (batería) y Jorge Pardo (saxo y flauta), lo celebran y nos presentan “Flamenco Leaks”. Vida profesional conjunta entorno a las principales figuras del flamenco, colaboraciones individuales en incontables proyectos de casi todos los géneros, premios, reconocimientos, participación en centenares discos, miles de conciertos y horas y horas de convivencia y música. Vidas dedicadas al completo a la creación e interpretación, hacen de ellos, alumnos aventajados, inventores y maestros a la vez, que no necesitan más presentación. «El trío», que lejos de pretensiones, es el nombre con el que su público les conoce, es «un experimento» de resultados sin precedentes . Cada uno con su proyecto personal activo y exitoso, se juntan de cuando en cuando para, como un cometa, hacer una pasada por los teatros y festivales. En este caso, el proyecto Flamenco Leaks es su tercer álbum y segundo de estudio, que se presentará en directo a lo largo de 2020. Son una inusitada formación, de propuesta libre e indómita, flamenco de 24 quilates, alejado de la ortodoxia y el folclorismo. MÚSICA con mayusculas, que se nutre de la experiencia de estos titanes en su excelso devenir vital y musical entorno al flamenco, el jazz, el rock, el clásico, las músicas del mundo, etc Como si fueran las fugas a las que ser refiere el título del disco Flamenco Leaks, el jazz contenido que desarrollan sobre un escenario Carles Benavent, Tino di Geraldo y Jorge Pardo va ofreciendo pequeñas gotas de flamenco. Una discreta gotera que crece y crece cuando sus instrumentos vuelan libres en las improvisaciones. Y ese goteo constante, por momentos, parece una lluvia torrencial cuando por ejemplo se incorporan, ya sin disimulo, notas inconfundibles de La Tarara que popularizó Federico García Lorca hace un siglo o, más cerca en el tiempo, Camarón de la Isla a finales del XX. Benavent (bajo eléctrico), Tino de Geraldo (batería) y Jorge Pardo (saxo y flauta) no tocan flamenco, pero en su música se reconocen los flamencos, y por eso en la mañana de este jueves había más artistas de este género —como Carmen Linares, Pepe Habichuela o Josemi Carmona— que de cualquier otro en la presentación del último disco del trío, dos décadas después de su debut, en la sede madrileña de la Sociedad General de Autores (SGAE). Una presentación en la que desplegaron sus virtudes en un directo con un par de temas. “Una de las cualidades de esta pequeña banda es que ninguno de nosotros somos de una familia de abolengo flamenco pero, a pesar de ello, nuestro territorio común es el flamenco”, aseguró Jorge Pardo (Madrid, 62 años), “en nuestra música no hay ningún elemento ni estético, ni visual, ni de ningún tipo, que realmente haga ver el flamenco: no hay un pañuelo de lunares, no hay una guitarra, no hay un cante, no hay un tacón de una bota, no hay ninguno de esos elemento que son tan típicamente flamencos... y sin embargo, pregúntale a cualquier flamenco y mira lo que cuenta…”. Así es. Todos han evolucionado su música con este género musical, al tiempo que con el jazz y otros estilos. “Yo nunca he estudiado flamenco, lo he vivido”, resumió Pardo, con muchas colaboraciones y discos en solitario en sus labios. Y si Di Geraldo (Toulouse, 59 años) fue batería de los más grandes del flamenco, desde Camarón a Manolo Sanlúcar, Benavent (Barcelona, 65 años), que ha tocado incluso con Miles Davis o Chick Corea, presenta un currículo similar. De hecho, los miembros de este veterano trío se conocen desde hace cuatro décadas, cuando a finales de los setenta formaron parte del sexteto que fundó Paco de Lucía para revolucionar el flamenco. Junto al guitarrista, fallecido hace cinco años, formaron como miembros sus hermanos Pepe y Ramón, Rubem Dantas y Manolo Soler, además de Pardo, Di Geraldo y Benavent. Una formación en la que De Lucía presentaba al bajo del sexteto como: “A la guitarra china, Carles Benavent”, rememoró entre risas el barcelonés, que aplicó en sus inicios un truco para afrontar con su bajo la velocidad de toque del maestro de la guitarra flamenca: “Hay que ser un poco pícaro, das los acentos bien dados y parece que has tocado toda la partitura”. “Carles Benavent, Tino di Geraldo y Jorge Pardo llevaban tiempo siendo reconocidos como músicos excelentes en varios territorios musicales y casi todo el orbe terráqueo. Tres tipos de diversas procedencias, un madrileño que pugnaba por ser un músico de jazz, un catalán metido en el rock progresivo y un asturiano criado en el punk. Afortunadamente el flamenco se cruzó en sus carreras y se transformaron. Pasaron de ser los mejores en lo suyo a ser ÚNICOS. Unos artistas, unos músicos que asumen la posibilidad de crear como un reto posible” señala José Manuel Gómez, en la hoja de promoción del disco.
El próximo día 8 de marzo se celebra el Dia Internacional de la Mujer, declarado por la ONU en 1975. Paradojicamente, en EEUU se celebra oficialmente solo desde 1994, a pesar de que es en este país donde se encuentran los orígenes de esta conmemoración. ¿Por qué ese día Bueno, seguro que ya conocéis la historia: el 8 de marzo de 1857, un grupo de trabajadoras textiles decidió salir a las calles de Nueva York para protestar por sus míseras condiciones laborales. Sería una de las primeras manifestaciones para luchar por sus derechos. Distintos movimientos y sucesos se produjeron a partir de ese episodio, y el más cruento de la lucha por los derechos de la mujer se produjo el 25 de marzo de 1911, cuando se incendió la fábrica de camisas Shirtwaist de Nueva York. Un total de 123 mujeres y 23 hombres murieron. La mayoría eran jóvenes inmigrantes que tenían entre 14 y 23 años. En fin, aunque nuestro objetivo sea que no exista el Día Internacional de la Mujer por la sencilla razón de que no existan motivos para ello, lo cierto es que esa realidad está muy lejos de ser cierta. Bienvenido pues el día internacional de la mujer, una y mil veces. Y si alguien cree todavía que esta lucha es absurda o inútil, le vendría bien recordar las palabras de Rosa Luxemburgo: “Quienes no se mueven no notan sus cadenas”. En “Nada más que música” nunca hacemos distinción de hombres o mujeres en la programación de la música, nos guiamos sencillamente por unos parámetros, subjetivos desde luego, de calidad. Hoy haremos una excepción, cediendo a la tentación de programar solamente música interpretada por mujeres. Así que, empezamos: con todos vosotros la Excma. Sra. Mirian Makeba Mirian Makeba y su conocido Pata Pata. Icono de la lucha contra el apartheid en Sudáfrica, Makeba, marginada durante más de tres décadas por el régimen racista sudafricano, siempre estuvo comprometida con la lucha por los derechos civiles y contra el racismo, una entrega que llevó a cabo hasta el último minuto de su vida Dando un giro de 180º, escuchamos ahora a una gran cantante portuguesa, Amalia Rodrigues. Amália Rodrigues fue una cantante de fados y actriz portuguesa. Apodada la «Reina del Fado», es la cantante que más ha popularizado este tipo de música en el mundo, después de haber grabado más de 170 discos a lo largo de su vida. Su fama se internacionalizó durante las décadas de 1950-1970, pero sus vínculos con el régimen del dictador António de Oliveira Salazar, la obligaron a retirarse de los escenarios durante la década posterior a la Revolución de los Claveles de 1974. A pesar de estas vinculaciones, Amália es la artista portuguesa por excelencia, habiendo elevado el fado a la categoría de tesoro nacional. Y ahora, otra vuelta de tuerca, escuchamos Billie Holiday. Billie Holiday, nacida en Filadelfia, fue una cantante de jazz, y está considerada una de las tres voces femeninas más importantes e influyentes de este género musical, junto con Sarah Vaughan y Ella Fitzgerald, de las que también hablaremos. Billie Holiday impregnaba sus canciones con una intensidad inigualable que, en numerosos casos, era fruto de sus propias vivencias porque, las letras que cantaba, era su propia vida. Y es que Holiday tuvo un problema de adicción a las drogas durante casi toda su vida. La heroína y el alcohol la destruyeron. Murió a causa de una cirrosis hepática, el 17 de julio de 1959, a la edad de 44 años. Y ahora abróchense los cinturones porque, desde Italia, llega MINA, “La Tigresa de Cremona” Mina Anna Mazzini, Mina, la «Tigresa de Cremona». En 1962 su primer embarazo se convirtió en un escándalo en Italia, ya que Mina y el actor Corrado Pani, padre del niño, no estaban casados. La Rai (radiotelevisión pública italiana) la censuró durante casi dos años, tras los cuales se vio obligada a permitir el regreso de la cantante a los escenarios, ya que el público italiano reclamó insistentemente su presencia a través de cartas a la Rai. De ella se ha dicho: «Mina es la mejor cantante de raza blanca del planeta» (Louis Armstrong). «Si no tuviera mi voz, querría tener la de una joven cantante italiana llamada Mina » (Sarah Vaughan) «Mina es la más grande cantante que existe » (Liza Minnelli) Sitio ahora para la música clásica y el Bel Canto y nada menos que de la mano de la mejor: María Callas y su interpretación de Madame Butteerfly, Maria Callas fue una soprano griega considerada la cantante de ópera más eminente del siglo XX. Capaz de revivir el bel canto en su corta pero importante carrera, fue llamada «La Divina» por su extraordinario talento vocal y actoral. Aún hoy genera controversia su peculiar voz, de registro amplio y que unida a su dominio de la técnica, le permitió cantar roles desde soprano ligera a los dramáticos e incluso de mezzo (Carmen, Dalila). Para las revistas del corazón, su nombre estará siempre asociado a Aristóteles Onassis, el que, parece ser, fue el gran amor de su vida. Otra mujer extraordinaria, Luz Casal “Estoy cansada de ser una muñeca más. Entre paredes de cartón no es suficiente mirar la televisión, para saber que esto va mal”. Luz Casal lo cantaba en No aguanto más, hacia 1982. Fue uno de sus primeros éxitos. La cantante mantiene vivo su discurso feminista y tolerante, una actitud que aprendió de niña en un hogar complicado. Un cáncer de mama no ha sido suficiente para que esta mujer deje los escenarios, ni la vida. Otra grande, Ella Fitzgerald. Ella Fitzgerald, la Reina del jazz, fue una cantante estadounidense que dominó como nadie éste genero. No obstante esta condición básica de jazzista, el repertorio musical de Ella Fitzgerald es amplísimo e incluye swing, blues, bossa nova, samba, góspel, calypso, canciones navideñas, pop, etc. Junto con Billie Holiday y Sarah Vaughan, está considerada como la cantante más importante e influyente de la historia del jazz (y, en general, de la canción melódica popular de Estados Unidos). Solo decir que estaba dotada de una voz con un rango vocal de tres octavas. En los años cincuenta destacó, en paralelo a la obra de Frank Sinatra, por sus versiones de los temas de los grandes compositores estadounidense: Duke Ellington, Cole Porter, Johnny Mercer, etc.). Ganó catorce premios Grammy, incluyendo el Grammy a toda su carrera, y fue galardonada con la Medalla Nacional de las Artes y la Medalla Presidencial de la Libertad de Estados Unidos. Vamos a escuchar ahora a una instrumentista privilegiada: Candy Dulfer, saxofonista. Candy empezó a tocar el saxofón cuando tenía seis años y a los catorce ya tenía su propia banda, Funky Stuff. Su hit "Lily was here" (con la colaboración de Dave Stewart) fue grabada en 1989 y estuvo en la cima de las listas de toda Europa y es la que acabamos de escuchar. Su carrera musical ha sido prolífica: nueve discos de estudio, dos discos de directos y un recopilatorio y ha trabajado y grabado con otros músicos tales como, Prince, Dave Stewart (Eurythmics), Van Morrison, Lionel Richie, Beyoncé, Pink Floyd, Aretha Franklin, Blondie, Alan Parsons, en fin, un larguísimo etcétera. Su estilo musical se basa principalmente en el smooth jazz y el jazz-pop, aunque su evolución le ha permitido acercarse a más estilos, como el R&B, el funk, el hip hop o la música latina. Nuestro recorrido por la obra de grandes mujeres nos acerca ahora al flamenco, con una invitada de lujo: Carmen Linares. Carmen Pacheco Rodríguez, nacida en Linares, es una cantaora de flamenco que está considerada como una de las más completas y con mayor conocimiento de estilos flamencos junto a la "Niña de los Peines". Compañera de generación de artistas como Paco de Lucía, Camarón, Enrique Morente, Pepe Habichuela y José Mercé y maestra y cantaora de referencia de la generación de artistas jóvenes como Estrella Morente o el mismisimo Miguel Poveda. Es visitante asidua de escenarios como Carnegie Hall de Nueva York, Sadler´s Wells de Londres, Palau de la Música de Barcelona, Auditorio Nacional de Madrid y la Cité de la Musique de París. Volviendo al jazz, nos encontramos con una gran artista que heredó la calidad y la calidez de su padre: Natalie Cole. Natalie Maria Cole fue una cantante estadounidense de jazz, soul y R&B. Hija del legendario cantante de jazz Nat King Cole, tuvo éxitos a mediados de los años 1970 como artista de R&B. A principio de la década de los 80, Natalie Col dio un frenazo a su carrera con pocas actuaciones y un bajón en las ventas, todo ello debido a su adicción a las drogas. Cole resurgió como una artista pop con el álbum de 1987 Everlasting (Eterno), con una versión de «Pink Cadillac» («Cadillac rosa») de Bruce Springsteen. En la década de los 1990 regrabó los éxitos de su padre, entre los sucuales "Unforgettable ... with Love" ("Inolvidable... con amor") tuvo unas ventas de siete millones de copias y también hizo que Cole ganara numerosos Premios Grammy. Su carrera se puede dividir en dos etapas: en la primera, hizo R&B y urban; después trabajó más en el jazz. Durante su carrera vendió más de 30 millones de álbumes. Falleció a la edad de 65 años en el Cedars-Sinai Medical Center en Los Ángeles, California debido a una insuficiencia cardíaca congestiva. Seguimos adelante con un vieja conocida: Astrud Gilberto. Astrud Gilberto es una cantante brasileña de bossa nova, samba y jazz. Su vinculación con el mundo de la música comenzó cuando se casó en 1959 con uno de los primeros guitarristas de bossa nova, João Gilberto. En 1963 estaba acompañando a su esposo en Nueva York mientras grababa con el pianista y compositor Antonio Carlos Jobim y con el saxofonista estadounidense Stan Getz un disco de fusión entre el jazz y la bossa nova. Empujada por su marido, Astrud Gilberto cantó unas estrofas y gustó tanto su voz que, a pesar de no tener experiencia previa, grabó el disco Getz/Gilberto, aunque no figuró en los créditos del disco. Su éxito cantando Garota de Ipanema la catapultó como una de las intérpretes más conocidas de una época de oro de la música brasileña. A partir de entonces emergió como nombre reconocible en todo el mundo y comenzó una larga carrera artística. Astrud Gilberto es también una artista pintora, y es conocida por su apoyo a los derechos de los animales. Y volvemos a la música clásica, por que no? Lo hacemos con Sharon Kam, clarinetista. La clarinetista Sharon Kam, nacida en Haifa, Israel, en el seno de una familia de músicos, aprendió a tocar el violín y el piano en su infancia, para luego decantarse por el clarinete. Debutó a los dieciseis años con la Orquesta Filarmónica de Israel dirigida por Zubin Mehta y en la actualidad es invitada habitual de las mejores orquestas. Aquí la hemos escuchado interpretando un fragmento del Concierto para clarineta, en A mayor, de Morzart. Y de la clásica, al jazz. Karen Souza. Karen Souza es una cantante argentina de jazz, reconocida internacionalmente. Empezó su carrera colaborando con diversos productores de música electrónica pero cuando fue invitada a participar en el primer disco de la saga “Jazz and 80s” realizados por su sello Músic Brokers, Karen Souza encontró su lugar en el jazz contemporáneo. Essentials, su primer disco, fue un éxito inmediato. En él se repasan una serie de canciones “esenciales” y tamizadas por el jazz. Una delicia. De este disco es Corcovado, la canción que le hemos oído interpretar. Sin abandonar el jazz, escuchamos ahora a Andrea Motis. Andrea Motis nació en Barcelona en mayo de 1995 y es una trompetista, saxofonista y cantante de jazz española. Se formó musicalmente, a partir de los 7 años, en la Escuela Municipal de Música de Sant Andreu, un barrio de Barcelona. En 2007, con sólo 12 años, comenzó a colaborar con el grupo de jazz Sant Andreu Jazz Band, dirigido por el profesor de música y músico Joan Chamorro quién la descubrió artísticamente y con quién ha grabado seis discos. Su voz ha sido comparada con la de Norah Jones. Y para despedirnos por hoy, que mejor que hacerlo con Bebe y su éxito “Malo”. Una canción que no necesita ninguna explicación. La igualdad es cosa de todos, de las mujeres y de los hombres, de los hombres y de las mujeres, y solo colectivamente, llegaremos a conseguir ese objetivo. Lo dijo Simone de Beauvoir: “El feminismo es una forma de vivir individualmente y de luchar colectivamente.”
El próximo día 8 de marzo se celebra el Dia Internacional de la Mujer, declarado por la ONU en 1975. Paradojicamente, en EEUU se celebra oficialmente solo desde 1994, a pesar de que es en este país donde se encuentran los orígenes de esta conmemoración. ¿Por qué ese día Bueno, seguro que ya conocéis la historia: el 8 de marzo de 1857, un grupo de trabajadoras textiles decidió salir a las calles de Nueva York para protestar por sus míseras condiciones laborales. Sería una de las primeras manifestaciones para luchar por sus derechos. Distintos movimientos y sucesos se produjeron a partir de ese episodio, y el más cruento de la lucha por los derechos de la mujer se produjo el 25 de marzo de 1911, cuando se incendió la fábrica de camisas Shirtwaist de Nueva York. Un total de 123 mujeres y 23 hombres murieron. La mayoría eran jóvenes inmigrantes que tenían entre 14 y 23 años. En fin, aunque nuestro objetivo sea que no exista el Día Internacional de la Mujer por la sencilla razón de que no existan motivos para ello, lo cierto es que esa realidad está muy lejos de ser cierta. Bienvenido pues el día internacional de la mujer, una y mil veces. Y si alguien cree todavía que esta lucha es absurda o inútil, le vendría bien recordar las palabras de Rosa Luxemburgo: “Quienes no se mueven no notan sus cadenas”. En “Nada más que música” nunca hacemos distinción de hombres o mujeres en la programación de la música, nos guiamos sencillamente por unos parámetros, subjetivos desde luego, de calidad. Hoy haremos una excepción, cediendo a la tentación de programar solamente música interpretada por mujeres. Así que, empezamos: con todos vosotros la Excma. Sra. Mirian Makeba Mirian Makeba y su conocido Pata Pata. Icono de la lucha contra el apartheid en Sudáfrica, Makeba, marginada durante más de tres décadas por el régimen racista sudafricano, siempre estuvo comprometida con la lucha por los derechos civiles y contra el racismo, una entrega que llevó a cabo hasta el último minuto de su vida Dando un giro de 180º, escuchamos ahora a una gran cantante portuguesa, Amalia Rodrigues. Amália Rodrigues fue una cantante de fados y actriz portuguesa. Apodada la «Reina del Fado», es la cantante que más ha popularizado este tipo de música en el mundo, después de haber grabado más de 170 discos a lo largo de su vida. Su fama se internacionalizó durante las décadas de 1950-1970, pero sus vínculos con el régimen del dictador António de Oliveira Salazar, la obligaron a retirarse de los escenarios durante la década posterior a la Revolución de los Claveles de 1974. A pesar de estas vinculaciones, Amália es la artista portuguesa por excelencia, habiendo elevado el fado a la categoría de tesoro nacional. Y ahora, otra vuelta de tuerca, escuchamos Billie Holiday. Billie Holiday, nacida en Filadelfia, fue una cantante de jazz, y está considerada una de las tres voces femeninas más importantes e influyentes de este género musical, junto con Sarah Vaughan y Ella Fitzgerald, de las que también hablaremos. Billie Holiday impregnaba sus canciones con una intensidad inigualable que, en numerosos casos, era fruto de sus propias vivencias porque, las letras que cantaba, era su propia vida. Y es que Holiday tuvo un problema de adicción a las drogas durante casi toda su vida. La heroína y el alcohol la destruyeron. Murió a causa de una cirrosis hepática, el 17 de julio de 1959, a la edad de 44 años. Y ahora abróchense los cinturones porque, desde Italia, llega MINA, “La Tigresa de Cremona” Mina Anna Mazzini, Mina, la «Tigresa de Cremona». En 1962 su primer embarazo se convirtió en un escándalo en Italia, ya que Mina y el actor Corrado Pani, padre del niño, no estaban casados. La Rai (radiotelevisión pública italiana) la censuró durante casi dos años, tras los cuales se vio obligada a permitir el regreso de la cantante a los escenarios, ya que el público italiano reclamó insistentemente su presencia a través de cartas a la Rai. De ella se ha dicho: «Mina es la mejor cantante de raza blanca del planeta» (Louis Armstrong). «Si no tuviera mi voz, querría tener la de una joven cantante italiana llamada Mina » (Sarah Vaughan) «Mina es la más grande cantante que existe » (Liza Minnelli) Sitio ahora para la música clásica y el Bel Canto y nada menos que de la mano de la mejor: María Callas y su interpretación de Madame Butteerfly, Maria Callas fue una soprano griega considerada la cantante de ópera más eminente del siglo XX. Capaz de revivir el bel canto en su corta pero importante carrera, fue llamada «La Divina» por su extraordinario talento vocal y actoral. Aún hoy genera controversia su peculiar voz, de registro amplio y que unida a su dominio de la técnica, le permitió cantar roles desde soprano ligera a los dramáticos e incluso de mezzo (Carmen, Dalila). Para las revistas del corazón, su nombre estará siempre asociado a Aristóteles Onassis, el que, parece ser, fue el gran amor de su vida. Otra mujer extraordinaria, Luz Casal “Estoy cansada de ser una muñeca más. Entre paredes de cartón no es suficiente mirar la televisión, para saber que esto va mal”. Luz Casal lo cantaba en No aguanto más, hacia 1982. Fue uno de sus primeros éxitos. La cantante mantiene vivo su discurso feminista y tolerante, una actitud que aprendió de niña en un hogar complicado. Un cáncer de mama no ha sido suficiente para que esta mujer deje los escenarios, ni la vida. Otra grande, Ella Fitzgerald. Ella Fitzgerald, la Reina del jazz, fue una cantante estadounidense que dominó como nadie éste genero. No obstante esta condición básica de jazzista, el repertorio musical de Ella Fitzgerald es amplísimo e incluye swing, blues, bossa nova, samba, góspel, calypso, canciones navideñas, pop, etc. Junto con Billie Holiday y Sarah Vaughan, está considerada como la cantante más importante e influyente de la historia del jazz (y, en general, de la canción melódica popular de Estados Unidos). Solo decir que estaba dotada de una voz con un rango vocal de tres octavas. En los años cincuenta destacó, en paralelo a la obra de Frank Sinatra, por sus versiones de los temas de los grandes compositores estadounidense: Duke Ellington, Cole Porter, Johnny Mercer, etc.). Ganó catorce premios Grammy, incluyendo el Grammy a toda su carrera, y fue galardonada con la Medalla Nacional de las Artes y la Medalla Presidencial de la Libertad de Estados Unidos. Vamos a escuchar ahora a una instrumentista privilegiada: Candy Dulfer, saxofonista. Candy empezó a tocar el saxofón cuando tenía seis años y a los catorce ya tenía su propia banda, Funky Stuff. Su hit "Lily was here" (con la colaboración de Dave Stewart) fue grabada en 1989 y estuvo en la cima de las listas de toda Europa y es la que acabamos de escuchar. Su carrera musical ha sido prolífica: nueve discos de estudio, dos discos de directos y un recopilatorio y ha trabajado y grabado con otros músicos tales como, Prince, Dave Stewart (Eurythmics), Van Morrison, Lionel Richie, Beyoncé, Pink Floyd, Aretha Franklin, Blondie, Alan Parsons, en fin, un larguísimo etcétera. Su estilo musical se basa principalmente en el smooth jazz y el jazz-pop, aunque su evolución le ha permitido acercarse a más estilos, como el R&B, el funk, el hip hop o la música latina. Nuestro recorrido por la obra de grandes mujeres nos acerca ahora al flamenco, con una invitada de lujo: Carmen Linares. Carmen Pacheco Rodríguez, nacida en Linares, es una cantaora de flamenco que está considerada como una de las más completas y con mayor conocimiento de estilos flamencos junto a la "Niña de los Peines". Compañera de generación de artistas como Paco de Lucía, Camarón, Enrique Morente, Pepe Habichuela y José Mercé y maestra y cantaora de referencia de la generación de artistas jóvenes como Estrella Morente o el mismisimo Miguel Poveda. Es visitante asidua de escenarios como Carnegie Hall de Nueva York, Sadler´s Wells de Londres, Palau de la Música de Barcelona, Auditorio Nacional de Madrid y la Cité de la Musique de París. Volviendo al jazz, nos encontramos con una gran artista que heredó la calidad y la calidez de su padre: Natalie Cole. Natalie Maria Cole fue una cantante estadounidense de jazz, soul y R&B. Hija del legendario cantante de jazz Nat King Cole, tuvo éxitos a mediados de los años 1970 como artista de R&B. A principio de la década de los 80, Natalie Col dio un frenazo a su carrera con pocas actuaciones y un bajón en las ventas, todo ello debido a su adicción a las drogas. Cole resurgió como una artista pop con el álbum de 1987 Everlasting (Eterno), con una versión de «Pink Cadillac» («Cadillac rosa») de Bruce Springsteen. En la década de los 1990 regrabó los éxitos de su padre, entre los sucuales "Unforgettable ... with Love" ("Inolvidable... con amor") tuvo unas ventas de siete millones de copias y también hizo que Cole ganara numerosos Premios Grammy. Su carrera se puede dividir en dos etapas: en la primera, hizo R&B y urban; después trabajó más en el jazz. Durante su carrera vendió más de 30 millones de álbumes. Falleció a la edad de 65 años en el Cedars-Sinai Medical Center en Los Ángeles, California debido a una insuficiencia cardíaca congestiva. Seguimos adelante con un vieja conocida: Astrud Gilberto. Astrud Gilberto es una cantante brasileña de bossa nova, samba y jazz. Su vinculación con el mundo de la música comenzó cuando se casó en 1959 con uno de los primeros guitarristas de bossa nova, João Gilberto. En 1963 estaba acompañando a su esposo en Nueva York mientras grababa con el pianista y compositor Antonio Carlos Jobim y con el saxofonista estadounidense Stan Getz un disco de fusión entre el jazz y la bossa nova. Empujada por su marido, Astrud Gilberto cantó unas estrofas y gustó tanto su voz que, a pesar de no tener experiencia previa, grabó el disco Getz/Gilberto, aunque no figuró en los créditos del disco. Su éxito cantando Garota de Ipanema la catapultó como una de las intérpretes más conocidas de una época de oro de la música brasileña. A partir de entonces emergió como nombre reconocible en todo el mundo y comenzó una larga carrera artística. Astrud Gilberto es también una artista pintora, y es conocida por su apoyo a los derechos de los animales. Y volvemos a la música clásica, por que no? Lo hacemos con Sharon Kam, clarinetista. La clarinetista Sharon Kam, nacida en Haifa, Israel, en el seno de una familia de músicos, aprendió a tocar el violín y el piano en su infancia, para luego decantarse por el clarinete. Debutó a los dieciseis años con la Orquesta Filarmónica de Israel dirigida por Zubin Mehta y en la actualidad es invitada habitual de las mejores orquestas. Aquí la hemos escuchado interpretando un fragmento del Concierto para clarineta, en A mayor, de Morzart. Y de la clásica, al jazz. Karen Souza. Karen Souza es una cantante argentina de jazz, reconocida internacionalmente. Empezó su carrera colaborando con diversos productores de música electrónica pero cuando fue invitada a participar en el primer disco de la saga “Jazz and 80s” realizados por su sello Músic Brokers, Karen Souza encontró su lugar en el jazz contemporáneo. Essentials, su primer disco, fue un éxito inmediato. En él se repasan una serie de canciones “esenciales” y tamizadas por el jazz. Una delicia. De este disco es Corcovado, la canción que le hemos oído interpretar. Sin abandonar el jazz, escuchamos ahora a Andrea Motis. Andrea Motis nació en Barcelona en mayo de 1995 y es una trompetista, saxofonista y cantante de jazz española. Se formó musicalmente, a partir de los 7 años, en la Escuela Municipal de Música de Sant Andreu, un barrio de Barcelona. En 2007, con sólo 12 años, comenzó a colaborar con el grupo de jazz Sant Andreu Jazz Band, dirigido por el profesor de música y músico Joan Chamorro quién la descubrió artísticamente y con quién ha grabado seis discos. Su voz ha sido comparada con la de Norah Jones. Y para despedirnos por hoy, que mejor que hacerlo con Bebe y su éxito “Malo”. Una canción que no necesita ninguna explicación. La igualdad es cosa de todos, de las mujeres y de los hombres, de los hombres y de las mujeres, y solo colectivamente, llegaremos a conseguir ese objetivo. Lo dijo Simone de Beauvoir: “El feminismo es una forma de vivir individualmente y de luchar colectivamente.”
(Por Jerry, para Jerry)Dedicado a los artistas que desafían el orden establecido, que navegan en solitario y se juegan la tibia y la calavera, son perseguidos por raros y les escamotean los royalties y los derechos de autor y luego; para colmo, les llamamos ¡Piratas! ¡Gracias Jerry!Jerry González fue el espíritu que renovó la salsa, Jerry redefinió el jazz latino y descubrió que Monk era un rumbero, Jerry siempre fue flamenco por eso cuando llegó a Madrid muchos flamencos se sintieron identificados; otros no. En eso consiste el arte. “Jerry González es más importante que su música” Chema García Martínez. Las citas: Homenaje a Jerry González 29 de octubre 2018 Café Berlín, Madrid.Homenaje del Círculo Flamenco de Madrid a José Luis Gálvez. Día 11 de octubre con Diego del Morao, Antonio Reyes, Cancanilla de Málaga, Diego El Cabrillero, Fernando de la Morena, Jesús Mendez, Luis Moneo.Festival flamenco, Pepe Habichuela y David de Jacoba. 2 de noviembre 2018 Café Berlín. Esperanza Fernández y Miguel Ángel Cortés. 3 de noviembre 2018.Dorantes. 9 de Noviembre.Sevilla Canta: Triana – Las Tres Mil. Invitado Antonio Canales. 10 de noviembre 2018.Jorge Pardo y Carles Benavent. 16 de noviembre 2018.Pedro el Granaíno y Antonio Patrocinio. 17 de noviembre 2018.Duquende y Diego del Morao “A Camarón”. 23 de noviembre 2018.Gema Moneo y Belén López. 24 de noviembre 2018.José Mª Bandera – “Paco de Lucía. Canción andaluza”. 30 de noviembre 2018.La Lupi. Los lunes flamencos, Teatro Flamenco Madrid. 15 de noviembre 2018.Rancapino. Los lunes flamencos, Teatro Flamenco Madrid. 22 de noviembre 2018.Manuel Reyes. Los lunes flamencos, Teatro Flamenco Madrid. 29 de noviembre 2018.Maui. Domingos de vermút y potaje. Noviembre y diciembre Teatro Flamenco Madrid.Homenaje a José Menese. Auditorio Nacional, Madrid. 29 de octubre 2018. (Foto Destacada: Jerry González)
El 17 de Junio estará con nosotros en el Teatro Victoria Eugenia de Donostia, uno de las grandes flamencos: Pepe Habichuela. Siempre con un alma joven, su toque cabalga entre su formas más ortodoxas y enraizadas al clan de los Carmonas. Vendrá acompañado de tres promesas tanto del cante, del toque y de baile, siendo Granada el hilo conductor entre ellos cuatro: Kiki Morente, Juan Habichuela nieto y Alba Heredia. Desde Aldapeko entrevistamos al maestros de maestros, Pepe Habichuela, en el nos contará cositas buenas....
He vuelto a Nueva York con el Flamenco Festival que ha metido 20.000 espectadores en 8 ciudades de los Estados Unidos. He seguido las huellas de Truman Capote en Desayuno en Tiffanys y me he llevado un disgusto en la joyería. Trump construyó una torre (1980-83) al lado y se llevó por delante parte de la historia de la ciudad. Para compensar escuchamos la fabulosa versión de Moon River con Antonio Serrano, Javier Colina y Josemi Carmona durante un directo en el Hotel AC Recoletos de Madrid que organiza Juan Laguna. Una versión que vale por tres.El encuentro entre Arturo O'Farrill y su hijo Adam y Pepe Habichuela y su hijo Josemi Carmona fue una gozosa manera de “hacer familia” a la que se sumaron Kiki Morente, Javier Colina, Alba Heredia y Bandolero. Amanece en Nueva York y no importa la hora en que te levantas, siempre es demasiado temprano. Arcángel canta a la Aurora.Hago doblete, ceno escuchando a Dorantes en el Jazz at the Lincon Center y con Rosalia & Refree en el Joe's Pub. Entre medias me pierdo en Nueva York. Paro un taxi, me dice que no sabe donde está la calle. Llego cuando Rosalia canta: “ponme la mano aquí Catalina”.Naike Ponce, Paquete, Yelsy Heredia y José Suárez baten un récord del flamenquismo mundial, salen al escenario del Joe's Pub directos desde el aeropuerto, sin probar sonido, sin decir aquello de: “súbeme aquí primo que no se escucha na”.“Hemos salido vivos de milagro” que dijo el maestro Morente. Se ha muerto Cecil Taylor un neoyorquino que hizo trinchera en el jazz con la ayuda inspiradora de Carmen Amaya.Vuelvo a Madrid y me encuentro con Rycardo Moreno en el Café Central y aparece Jorge Pardo que ha vuelto de la India y me encuentro con Refree que le ha hecho la música al Miedo de Albert Pla que está en Madrid (teatro Nuevo Apolo) hasta el 6 de mayo. Rescatamos una de esas canciones suyas que dan miedo pero que no sale en este espectáculo, yo diría que deslumbrante, si no fuera porque los videojuegos son otra cosa. Y volvemos a tener unos próximos meses “espantosos” de buen flamenco en Madrid. Festival en el Corral de La Morería, Festival “Flamenco Madrid” en el teatro Fernán Gómez y creo que después llega la Suma y como siempre recordamos que NO HAY GUIRIS PA TANTO FLAMENCO así que arrimen la sardina al hombro que más calienta. Y no olviden de compartirlo con sus amistades, las reales y las ficticias.
En el DÍA DE ANDALUCÍA los “tres tenores” dieron la nota por separado. El Pavor-Rotti desde el estudio central de Ripollet Ràdio, El Carreras desde su casa porque la nevada y el frío no le dejó salir y El plácido en domingo desde Abanilla (Murcia) a +17º bebiendo cervecita fresca. Nos visitó el sr. Domingo que disfrutó en directo Pepe Habichuela – […] The post Los Tres Tenores 28/02/2018 first appeared on Ripollet Ràdio.
Pepe Habichuela tocará el Día de los Museos, 18 de mayo en la plaza del Museo Reina Sofía invitado por Discópolis entre 14 y 15 horas. Entrada libre hasta completar aforo. Escuchar audio
Pepe Habichuela tocará el Día de los Museos, 81 de mayo en la plaza del Museo Reina Sofía invitado por Discópolis entre 14 y 15 horas. Escuchar audio
Durante cuatro meses hasta abril se celebra en Zaragoza la tercera edición del Ciclo De La Raíz 2017, con las actuaciones de Pepe Habichuela, Aurelio, Pájaro, Rosalía y Raúl Refree, Shantel o Jenny & The Mexicans, entre otros. Radio Gladys Palmera es la emisora oficial. José Arteaga entrevista a José Luis Cortés, director artístico del Ciclo De La Raíz. Preferimos el concepto de ciclo, que se desarrolla durante tres mese con conciertos semanales, a tres días cargados de concierto. Y la idea es aplicar la mirada oblicua: o lo muy puro o nuevas formas de expresión, de Pepe Habichuela a Rosalía. Cultura radical sin perder de vista la raíz. Por otra parte Darío Manrique entrevista a Luca Frasca, argentino afincado en España desde hace muchos años, integrante de Mastretta y colaborador de multitud de artistas. El álbum se llama El Hombre Burbuja porque cada burbuja tiene su personalidad. Me gusta tanta música diferente que este es el resultado. Después de trabajar tantos años como teclista me siento un poco amateur ejercer de vocalista. Pero es un reto. No olvidamos las novedades discográficas. Hoy os ofrecemos algunos estrenos y avances de gran importancia. Los nuevos álbumes de Les Amazones d'Afrique (un supergrupo de mujeres lideradas por Mariam Doumbia, Oumou Sangaré y Mamani Keita); el pianista Eric Legnini y su larga lista de ilustres invitados; la joven californiana Weyes Blood y su colaboración con Ariel Pink; las grandísimas canciones casi abandonadas de Paul McCartney y Elvis Costello; los psicodélicos gallegos Fogbound y la extraordinaria Aimee Mann...
Nos quedamos sin palabras para describir las músicas que hemos escuchado este verano. Nos tiramos por el balcón de la calle de la Mañueta donde nació Sabicas en Pamplona y rendimos homenaje a Juan Habichuela en el festival Flamenco on Fire. Asistimos a la ceremonia que ofreció desde allí Pepe Habichuela.Hacía calor a la hora en que Montse Cortés nos ofreció su primer escalofrío con una vidalita que escuchamos a Enrique Morente y que aquí canta Estrella con Juan Habichuela.Estar junto a Pepe Habichuela es un privilegio y escucharle, aún más. Si estoy con uno de los grandes guitarristas del planeta, Josemi Carmona siempre le repito: ¡Qué moderno que es tu padre! Y Josemi siempre se ríe y siempre está de acuerdo. Y sé que no puedo explicárselo a un guitarrista porque es una sensación que uno tiene. Estábamos en una mesa redonda en Pamplona y le tiraron los tejos a Jerónimo para que sacara la guitarra y demostrara lo que le había enseñado Sabicas. Jerónimo, que estuvo cumbre, dijo: “a mí me han enseñado a respetar a mis mayores” y le pasó la guitarra a Pepe Habichuela que nos tocó una falseta de Sabicas y una de su padre. Por la mañana en el balcón de La Mañueta, Pepe Habichuela le había interpretado una composición de Sabicas “a mi manera” y ahí volví a exclamar: ¡Jo, qué moderno que es Pepe Habichuela! Y sé que no sé explicarlo mejor.Metaflamenco Hemos comenzado la nueva temporada por el futuro con el encuentro entre Raúl Rodríguez y Jackson Browne que están de gira en España y que ofrecieron su primer concierto en Nueva York. Rendimos homenaje a Dolores Vargas La Terremoto que en 1958 se fue a Nueva York y grabó con Sabicas. Volvemos a recordar su voz tomada del libro de Jose Manuel Gamboa La Correspondencia de Sabicas (Flamenco Vive).A Nueva York fue Juan Habichuela a la Feria mundial de 1964 y 1965 y a la vuelta se trajo los discos de Sabicas en la maleta. Sabicas luego mostró sus preferencias por Paco de Lucía... pero al tío Sabas no le gustaba que metiera instrumentos raros como el bajo de Carles Benavent y... cuando Juan Habichuela grabó Campo del Príncipe (2002) llamó a Benavent para interpretar A mi África una composición de Sabicas.Jorge Pardo está “Metaflamenco” en su nuevo disco Djinn (manantial de músicas) no sabemos si Rycardo Moreno se apuntará a la nueva etiqueta, le escuchamos en su disco Varekay con Guadiana y Lin Cortés.Escuchamos, de nuevo, el exquisito acompañamiento de Juan Habichuela a su compadre Enrique Morente. Luego no metemos por tarantas que culminan Camarón y Paco. Nos vamos con una mezcla ya escuchada con Lole y Manuel que anticipan un clásico de Kutxi Romero y los Marea. “Manuela canta saetas” y otro día les cuento lo del chupinazo.
Breve historia de la historia. Se celebró en Pamplona durante la última semana de agosto la primera edición del festival Flamenco On Fire. Dedicado a Sabicas. Allí en la calle del Carmen hay un bar que lo llaman “la casa de Sabicas”, un sabio con un copa en la mano me dijo: “queremos que el flamenco sea una cosa normal en Pamplona”PLAYLIST:1. Sabicas sobre Pamplona.2. José Merce Navarra fragmento por alegrías.3. Sabicas sobre Carmen Amaya y los cuartos.4. Marea- Ciudad de los gitanos (fragmento).5. José Mercé – Al alba.6. Camarón – Volando Voy.7. Kiko Veneno versus Marea - Mercedes blanco.8. Los Evangelistas – Alegrías de Enrique.9. Estrella Morente – La Estrella.10. Pepe Habichuela con Josemi Carmona y Dave Holland - El ritmo me lleva.11. Tomasito – Agradecido (Rosendo por bulerías).12. Lole y Manuel – Nuevo día (fragmento).13. Marea – Manuela canta saetas (edit).14. Arcangel – Alosno (trilla).15. Tomasito – Al abandono.16. Niña Pastori – Morao.17. Barricada – Sueño con serpientes.
Rendimos homenaje al sello Nuevos Medios, cuya labor, con el no hace mucho desaparecido Mario Pacheco al frente, ha sido fundamental en el impulso de los grandes valores y nuevos aires del flamenco en las últimas décadas, pero también ha tenido presencia activa en los campos del rock, el pop y la canción de autor. Del recopilatorio que conmemora sus 30 años de actividad extraemos músicas de Ketama con Toumani Diabaté y José Soto, Diego Carrasco con Remedios Amaya, Moraíto Chico en solitario y acompañando a Miguel Poveda, Duquende con Tomatito, Enrique Morente con Pepe Habichuela, Chicho Sánchez Ferlosio y Rosa Jiménez, Pata Negra, Carles Benavent con Paco de Lucía y Jorge Pardo con Agustín Carbonell Bola. Ahí es ná. Y aprovechamos la música de Benavent y Pardo para anunciar su presencia, entre otros interesantes intérpretes, en el V Festival de Flamenco-Jazz de la madrileña sala La Escalera de Jacob.