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RadioNext è il programma settimanale di Radio 24 sulla trasformazione digitale, un confronto sulle tematiche digitali viste con gli occhi dell'imprenditore, del manager, del professionista per capire le opportunità e gli impatti che il cambiamento epocale che stiamo vivendo offre alla nostra classe…

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    • May 30, 2025 LATEST EPISODE
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    Dalla lamiera al bit: il modello digitale che ridisegna l'ecosistema dell'acciaio

    Play Episode Listen Later May 30, 2025


    Come trasformare una filiera matura in un hub di conoscenza quotidiana? Nel caso dell’acciaio, la risposta di Paolo Morandi, CEO di Siderweb, è una piattaforma digitale che connette 1.500 aziende lungo tutta la catena del valore, dai rottami alla distribuzione, integrando dati di mercato, analisi dei prezzi e ricerche originali in tempo reale. Il risultato è un connettore di conoscenza che, grazie a un ufficio studi verticale, rileva settimanalmente 60 categorie di prodotto e offre insight finanziari e normativi indispensabili per decisioni operative e strategiche. L’asse portante del modello è la community: contenuti prima, relazioni subito dopo. Webinar settimanali con centinaia di partecipanti e la biennale “Made in Steel” trasformano la dimensione online in momenti fisici di confronto, ribadendo che la tecnologia abilita ma le persone consolidano il valore. In questo equilibrio l’intelligenza artificiale diventa il prossimo acceleratore: dalla profilazione delle informazioni all’automazione dei prezzi, prepara la filiera a navigare mercati sempre più volatili.Il nodo della sostenibilità — economia circolare basata sul rottame, riduzione delle emissioni, regolamentazioni europee — spinge le imprese verso sinergie ancora parzialmente inesplorate. Da qui nasce “Industria Acciaio 2050”, esercizio condiviso tra produttori, distributori e settori d’impiego per anticipare materiali, processi e modelli di business dei prossimi decenni.Non basta però la proiezione sul futuro: occorre rendere il settore attrattivo per i talenti digitali. “Siderweb Educational” riunisce academy e best practice per raccontare l’acciaio come tecnologia abilitante e non come industria tradizionale. Quale altra filiera potrebbe trarre benefici da un hub che unisca formazione, dati proprietari e networking verticale?

    L'IA non pensa, ma ci costringe a pensare

    Play Episode Listen Later May 16, 2025


    Nel nostro dialogo con Riccardo Manzotti, ordinario di filosofia teoretica allo IULM di Milano, emerge una riflessione profonda e controcorrente sull’intelligenza artificiale, affrontata non dal punto di vista tecnico, ma da quello più inquietante e strategico: che cosa significa davvero pensare, e cosa ci distingue - se ancora qualcosa ci distingue - da un sistema algoritmico capace di linguaggio.L’intelligenza artificiale generativa oggi non è pensante nel senso classico, sostiene Riccardo Manzotti, e forse nemmeno noi lo siamo nel modo in cui ci siamo raccontati. Il pensiero, tradizionalmente legato a un “io interiore”, non è mai stato individuato scientificamente. E allora: abbiamo davvero bisogno del concetto di pensiero individuale per spiegare le capacità cognitive, oppure è un residuo animista che possiamo abbandonare?L’AI lavora diversamente da noi: parte dalla conoscenza e dal linguaggio, mentre l’evoluzione umana ha prima dato corpo e volontà, poi parola. È quindi legittimo chiedersi: stiamo davvero saltando le tappe, oppure stiamo invertendo la direzione evolutiva? E in questa inversione, quali sono i rischi, ma anche le opportunità strategiche per le organizzazioni?Un punto chiave per le imprese è comprendere che ciò che definiamo “intelligenza” non presuppone necessariamente coscienza o intenzione. Gli LLM (Large Language Models) non hanno uno scopo proprio: trasformano l’informazione in conoscenza, ma non “vogliono” nulla. Tuttavia, l’asimmetria tra linguaggio e volontà apre scenari complessi. Siamo pronti a riconoscere il momento in cui un sistema smette di essere uno strumento e inizia a essere un soggetto? E in quel momento, con quali criteri etici e giuridici dovremo trattarlo?Per le aziende, la posta in gioco non è solo l’adozione efficiente dell’AI, ma la capacità di interfacciarsi con un “agente” che imita - e forse supererà - le dinamiche sociali e cognitive umane. L’AI è uno specchio: ci mostra ciò che siamo, e ciò che potremmo perdere. La differenza cruciale, secondo Manzotti, resta nella nostra capacità di creare l’incommensurabile, di dare valore, di concepire ciò che ancora non esiste.In questo quadro, la domanda decisiva non è tanto “cosa può fare l’AI per noi”, quanto “cosa dice di noi il modo in cui costruiamo e usiamo l’AI”. E soprattutto: saremo capaci di distinguerci, o ci limiteremo ad allenare una macchina a diventare più umana di noi?Proveremo a dare risposte a queste e ad altre domande. Buon ascolto!

    Ogni prodotto è una piattaforma: il futuro dell'autenticità nel fashion e oltre

    Play Episode Listen Later May 9, 2025


    Mentre il dibattito sulle fake news continua ad animare il panorama mediatico, un altro tipo di falsificazione colpisce in modo altrettanto grave il tessuto economico: la contraffazione dei prodotti. Nell’intervista a Radio Next, Michele Casucci, CEO di Certilogo, ha offerto una prospettiva nitida sul valore strategico dell’autenticità, soprattutto per settori come moda, lusso e design. L’autenticazione, sostiene Casucci, non è solo una questione di sicurezza per il consumatore, ma un asset competitivo per le imprese.Come si garantisce oggi, concretamente, che un prodotto sia autentico? La risposta sta in sistemi di identificazione digitale applicati fin dalla fabbricazione — tag NFC o QR code univoci — capaci di contenere informazioni che vanno dalla semplice conferma dell’autenticità fino a dettagli su provenienza, materiali e impatto ambientale. Tutto accessibile con uno smartphone. Non si tratta solo di bloccare le imitazioni, ma di offrire ai brand un canale diretto e certificato di relazione con il cliente finale.Ma qual è la reazione del mercato? L'adozione di questi strumenti, inizialmente percepiti come un "nice to have", è oggi spinta dall’evoluzione normativa. Il Digital Product Passport europeo, atteso per il 2027, imporrà alle imprese l’obbligo di dotare i propri prodotti di un’identità digitale tracciabile. È un cambiamento sistemico, destinato a impattare l’intera filiera — dalla produzione al second-hand — abilitando modelli di economia circolare e strategie di post-vendita basate sulla trasparenza.Il second hand stesso, fenomeno in crescita esponenziale, trae beneficio diretto da queste tecnologie. La possibilità di rivendere un prodotto usato con una certificazione di autenticità e una “storia” tracciabile ne aumenta valore e fiducia, rendendo concreta l’idea di un mercato sostenibile e sicuro. In questo contesto, l’acquisizione di Certilogo da parte di eBay mostra chiaramente come l’autenticazione digitale diventi un'infrastruttura chiave per i marketplace del futuro.Non si tratta quindi solo di difendersi dalla contraffazione, ma di ripensare il prodotto fisico come veicolo di servizi, contenuti e relazioni. La domanda che ogni impresa dovrebbe porsi è: siamo pronti a trasformare ogni nostro prodotto in un touchpoint digitale credibile e interoperabile?

    Dal prompt al posizionamento: come cambia il lavoro del marketer

    Play Episode Listen Later May 2, 2025


    Il marketing tecnologico è entrato in una nuova fase, e non è più una questione di avere più dati, ma di capire quali usare, come e quando. Giorgio Spina, ai microfoni di Radio Next, ha tracciato un quadro nitido della transizione in corso nel MarTech: le piattaforme non crescono più linearmente ma si muovono su una curva esponenziale, spinte dalla diffusione capillare dell’intelligenza artificiale.Ma cosa significa davvero per un’azienda questa “crescita quantica”? Significa poter contare su strumenti che non si limitano a fornire dati, ma suggeriscono risposte, soluzioni, scelte. Non siamo più in una biblioteca, ma davanti a un bibliotecario esperto che sa dove guardare. Il cambio di paradigma si riflette concretamente in attività come la SEO, che non può più essere pensata solo per Google ma per un ecosistema che include motori come Perplexity o ChatGPT, capaci di “interpretare” piuttosto che indicizzare.Le piattaforme AI-based, come quelle adottate da Execus, spingono le aziende a ripensare sia le strategie di advertising sia il modo in cui si costruiscono i contenuti. In questa fase di passaggio, tuttavia, molte realtà mantengono un approccio duale: strumenti basati su intelligenza artificiale da un lato e attività “manuali” dall’altro, spesso gestite da team interni di data scientist. È il prezzo di una transizione che richiede ancora discernimento umano.Quanto può contare oggi, quindi, un contenuto ben pensato? Quanto siamo disposti ad affidarne l’efficacia agli algoritmi? Secondo Giorgio Spina, saper scrivere un prompt efficace sta diventando una soft skill strategica: non si tratta solo di usare strumenti, ma di saperli orientare, partendo da una comprensione profonda del contesto.Per le PMI italiane, spesso più lente nel recepire cambiamenti rapidi, la chiave potrebbe essere esterna: partner, consulenti, figure ponte capaci di tradurre le potenzialità dell’AI nella pratica quotidiana, senza forzature ma con visione. Perché l’unica vera scelta, oggi, è decidere se cavalcare l’onda o aspettare che passi. E in questo caso, l’onda non passa.

    Ripensare l'impresa con l'AI: alla scoperta di AI Week (parte II)

    Play Episode Listen Later Apr 25, 2025


    Proseguiamo in questa seconda puntata l'approfondimento sui temi dell'AI Week, che si terrà a Milano il 13 e 14 maggio, affrontando il tema dell'introduzione dell'AI nelle imprese strutturate - come Publicis Sapient o Brembo Solutions. Come si lavora per costruire framework e laboratori interni che ne orientino l'adozione con metodo, responsabilità e visione di lungo termine?Newsguard mantiene un approccio puramente giornalistico, limitando l'uso dell'AI a funzioni di supporto come la sintesi o la titolazione, ma senza mai rinunciare alla supervisione umana e alla trasparenza. L'intelligenza artificiale può essere un'alleata, ma chi scriverà domani gli articoli? La risposta, secondo Virginia Padovese, resta: “i giornalisti”. La fiducia e il coinvolgimento attivo dei lettori, uniti a percorsi formativi mirati, sono i cardini per una convivenza sostenibile tra AI e informazione.E nelle grandi agenzie internazionali? Marco Barbarini spiega come Publicis Sapient abbia strutturato un framework chiamato Level Up per misurare e indirizzare l'impatto dell'AI nei progetti con i clienti, supportato da un AI Lab trasversale che integra competenze ibride. “Il nostro obiettivo non è sostituire le persone, ma potenziarle: come Iron Man, con l'AI che fa da tuta e potenzia chi la guida”.La metafora del supereroe si trasforma in pragmatismo in aziende più tradizionali. Fabio Menichini racconta come, in Brembo Solutions, l'introduzione dell'AI abbia richiesto prima di tutto un lavoro culturale: far evolvere i processi da experience driven a data driven valorizzando però l'esperienza. Il loro Inspiration Lab in California è un avamposto di innovazione, ma le soluzioni devono poi essere applicabili nei contesti reali, dai reparti qualità a quelli ingegneristici, valorizzando le competenze locali.Come colmare allora il gap europeo in tema di AI? La risposta sembra univoca: investimenti, metodo, pratica. Ma serve anche coraggio per valorizzare eccellenze come l'artigianalità nel fashion, la creatività applicata o la fiducia nelle nuove generazioni. La trasformazione è in corso: la differenza la farà chi saprà coniugare il talento umano con le potenzialità tecnologiche.E se vi foste persi la prima puntata, potete trovarla qui

    Ripensare l'impresa con l'AI: alla scoperta di AI Week 2025 (parte I)

    Play Episode Listen Later Apr 18, 2025


    L’AI Week si conferma un punto d’incontro cruciale per chi nelle aziende sta cercando di comprendere come applicare concretamente l’intelligenza artificiale e per chi invece è pronto a raccontarne sviluppi e impatti. La prossima edizione del 13-14 maggio a Milano si presenta con un taglio internazionale - doppia lingua, traduzione simultanea - e un programma ricco che spazia dai casi applicativi ai temi etici e normativi.Il valore dell’evento emerge in particolare dalla varietà degli interventi. Ai nostri microfoni abbiamo invitato il con-fondatore dell'organizzazione Giacinto Fiore e tre dei protagonisti che saliranno sul main stage della manifestazione per farci dare un assaggio in anteprima dei contenuti che troveremo. Virginia Padovese, Managing Editor e Senior Vice President Partnership per Europa, Australia e Nuova Zelanda di NewsGuard, porterà sul palco una riflessione strutturata sul ruolo dell’AI nella produzione e diffusione della disinformazione: non tanto sulle singole fake news, quanto sulla valutazione di affidabilità delle fonti stesse. Un tema chiave per le aziende che oggi devono proteggere la propria reputazione, ma anche per chi sviluppa strumenti AI basati su dataset online. Quanto siamo sicuri che i modelli generativi non stiano semplicemente amplificando errori preesistenti? E che cosa accade quando il tasso di errore dei bot arriva fino al 62%?Il punto di vista di Marco Barbarini, Senior Director e General Manager Italy presso Publicis Sapient, introdurrà invece il nodo della trasformazione sostenibile: l’adozione dell’AI, per generare un vero impatto, deve passare da un cambiamento culturale e organizzativo, non solo tecnologico. Tra governance da ripensare e nuove competenze da introdurre, il problema non è tanto scegliere lo strumento giusto, quanto far sì che le aziende siano pronte a usarlo. In particolare, emerge una frattura: il middle management è spesso l’anello debole nella catena di adozione. Come superare questa resistenza?Sul fronte industriale, Fabio Menichini, Senior Manager di Brembo Solutions, presenteràa una case history concreta: Alchemix, un’applicazione AI per la generazione di formulazioni chimiche, ha ridotto da settimane a pochi minuti il ciclo di sviluppo delle pastiglie freno. Ma ciò che colpisce è l’estensione del modello a settori lontani come moda, food o pharma. L’AI diventa qui un abilitatore di “ricerca aumentata”, capace di valorizzare il know-how degli specialisti anziché sostituirli. Un caso di serendipità industriale: tecnologie sviluppate per individuare cricche nei freni si rivelano efficaci anche nel riconoscimento di difetti sui tessuti.L’intelligenza artificiale, dunque, entra in azienda in forme molto diverse ma sempre con un requisito chiave: comprendere bene dove e come può realmente abilitare nuovi processi. E il cambiamento, ancora una volta, parte dalle persone.

    Industria pesante, intelligenza leggera: l'età delle macchine e la sfida dell'industria 4.0

    Play Episode Listen Later Apr 11, 2025


    In un contesto industriale caratterizzato da impianti di dimensioni monumentali e da cicli produttivi stratificati, il progetto di interconnessione digitale avviato da KME Italy nello stabilimento di Fornaci di Barga rappresenta un esempio concreto di come anche le realtà più tradizionalmente "analogiche" possano evolvere verso una logica data-driven. Le macchine coinvolte nel processo, molte delle quali con oltre trent’anni di attività alle spalle, sono state il punto di partenza di una trasformazione che mira a conciliare sostenibilità, efficienza e continuità operativa.Come si rende “intelligente” una macchina progettata prima dell’era di Internet? La risposta non è banale e passa per la creazione di un’infrastruttura digitale capace di leggere, estrarre e correlare le informazioni presenti nei PLC di impianto. Il vero salto non è stato solo tecnologico, ma culturale: riconoscere il valore nascosto nei dati, spesso non utilizzati, ha permesso all’azienda di identificare margini di miglioramento su aspetti come la qualità, i tempi di intervento e soprattutto il consumo energetico.L’obiettivo del progetto, in fase avanzata di implementazione, è quello di interconnettere almeno sette macchine fondamentali lungo la linea di produzione, inclusi anche i sistemi ausiliari. Il partner tecnologico Alleantia e la piattaforma di analisi SAS hanno avuto un ruolo chiave nel creare un ecosistema in grado di dialogare con i macchinari, restituendo insight utili e immediatamente operativi. Una delle prime evidenze emerse? La conferma che “i processi storici” spesso congelano margini di miglioramento ancora inesplorati.Digitalizzare non è solo una questione di efficienza, ma una leva per ridurre i costi strutturali e aumentare la resilienza. Il collegamento con il sistema fotovoltaico installato due anni fa, ad esempio, consente oggi a KME di gestire in modo intelligente l’autoconsumo, correlando i picchi produttivi con la disponibilità energetica.A livello organizzativo, l’interconnessione apre lo spazio a nuove professionalità, come l’OT Manager, ponte tra operations e IT, che si affianca ai team di ingegneria di processo. Il messaggio è chiaro: integrare tecnologie e competenze è la chiave per una manifattura più competitiva e sostenibile. E come suggerisce Fanucci, il primo errore da evitare è sottovalutare il potenziale che i dati – anche quelli delle macchine più anziane – possono sbloccare.

    Non solo investire, ma co-creare: il modello insurtech di Vittoria Assicurazioni

    Play Episode Listen Later Apr 4, 2025


    Non è semplice per un’impresa tradizionale come una compagnia assicurativa aprirsi davvero all’innovazione, ma Vittoria Assicurazioni lo ha fatto con determinazione, avviando già dal 2019 un hub di open innovation che ha saputo mescolare visione strategica, impegno operativo e una comprensione profonda della trasformazione digitale. L’elemento distintivo? Non limitarsi a investire in start-up, ma co-creare, accelerandole a immagine e somiglianza dei bisogni reali della compagnia.Nel mondo assicurativo, spesso percepito come resistente al cambiamento, questo approccio rompe gli schemi: invece di cercare soluzioni pronte all’esterno, Vittoria ha scelto di guardarsi “allo specchio”, accompagnando le start-up lungo un percorso che include prevenzione, assistenza, monitoraggio del rischio e, naturalmente, assicurazione. Il tutto organizzato in quattro ecosistemi: casa, persona, mobilità e impresa connessa. Ma perché rischiare con un hub invece di acquisire soluzioni esistenti? "Perché solo così puoi ottenere un’aderenza autentica tra innovazione e modello operativo", risponde Nicolò Soresina, CEO di Vittoria Hub.Il valore generato non è solo economico, anzi. Dopo 600 candidature ricevute in cinque anni e una ventina di start-up accelerate, i risultati più interessanti riguardano cultura, know-how, nuovi metodi di lavoro. L’hub ha trasformato anche il mindset interno, favorendo un dialogo più fluido tra il mondo delle start-up e quello delle grandi organizzazioni.Ma allora, cosa serve davvero per costruire un hub efficace in azienda? Secondo Nicolò, è questione di metodo, pazienza e una regia mista: servono esperienze che arrivano da fuori, ma anche competenze che crescono dentro. E soprattutto un commitment reale del top management. "Per far avanzare l’innovazione - spiega - non serve un lancio da 40 metri come nel football americano, ma un avanzamento collettivo, compatto, come nel rugby".L’esperienza di Vittoria Assicurazioni rappresenta un caso concreto di come anche le realtà più strutturate possano diventare agenti attivi di innovazione, a patto di voler davvero "giocare la partita" con regole nuove. Un modello replicabile? Forse. Ma solo per chi è disposto a investire, prima di tutto, in cambiamento culturale.

    Puntata del 28/03/2025

    Play Episode Listen Later Mar 28, 2025


    Competenze, sovranità e open source: le carte dell'Europa nel gioco globale del digitale

    Play Episode Listen Later Mar 21, 2025


    E se la vera opportunità per le imprese europee, nella sfida tra Stati Uniti e Cina sul fronte digitale, fosse già nelle loro mani? Massimo Banzi, creatore di Arduino, intervistato ai microfoni di Radio Next, sostiene proprio questa tesi: nonostante la percezione comune, l'Europa non è affatto marginale nella competizione tecnologica globale. Certo, i grandi colossi digitali rimangono prevalentemente statunitensi, e i passi avanti compiuti dalla Cina appaiono sempre più rapidi e incisivi. Eppure, l’Europa mantiene un ruolo strategico fondamentale, spesso nascosto ai riflettori. Ad esempio, l'olandese ASML è leader mondiale nella produzione di apparecchiature indispensabili per realizzare microchip di ultima generazione.Ma c'è di più. Banzi vede nella sovranità digitale una vera e propria leva strategica: «è necessario raggiungere una certa autonomia, avere le nostre infrastrutture e software», afferma con decisione. E la chiave per questa autonomia risiede nell’open source, che sta già profondamente modificando il mercato. Aziende come la francese Mistral o Hugging Face stanno emergendo come protagoniste nella corsa agli strumenti di intelligenza artificiale open, offrendo valide alternative ai modelli proprietari americani. E qui nasce una domanda cruciale: è possibile competere globalmente applicando regole specifiche solo per l’Europa?Banzi sostiene che non solo è possibile, ma che questo rappresenta anche un’opportunità economica: adottare tecnologie open source in server europei significa creare valore, competenze e lavoro in Europa, mantenendo però una collaborazione globale aperta. Un modello già collaudato con successo, come dimostra l'ecosistema Wordpress, diffuso ovunque ma capace di adattarsi localmente alle esigenze normative e di mercato.Di fronte a uno scenario internazionale sempre più turbolento, quindi, Banzi vede l’incertezza non come un ostacolo ma come uno stimolo positivo. «Il caos generato a livello globale ha fatto partire numerose iniziative europee che prima erano rimaste in secondo piano», spiega. Una visione che dovrebbe spingere le imprese europee a riflettere: e se proprio questo fosse il momento giusto per investire decisamente in una via europea al digitale?

    Europa tech: dal ritardo strutturale alla leadership possibile

    Play Episode Listen Later Mar 14, 2025


    L'innovazione in Europa è a un bivio critico. Mentre Stati Uniti e Cina dominano l'intelligenza artificiale e le infrastrutture digitali, il Vecchio Continente si trova a dipendere da tecnologie estere, con il 90% delle aziende europee vincolate ai servizi cloud americani. Ma è davvero possibile invertire questa tendenza?Abbiamo affrontato il tema con Umberto Bottesini, founding partner di Blacksheep VenturesIl nodo centrale non è tanto la capacità di sviluppare software competitivo-dove l'Europa ha già eccellenze-quanto la fragilità delle infrastrutture tecnologiche. La produzione di semiconduttori e il cloud restano punti deboli, e finché dipenderemo quasi totalmente da fornitori esterni, il rischio di restare esclusi dal gioco sarà concreto.Il problema non è solo tecnologico, ma anche finanziario. Gli investimenti europei continuano a fluire verso gli Stati Uniti, dove la fiscalità e i rendimenti sono più attrattivi. Il capitale c'è, ma viene drenato fuori dai confini dell'UE. Il risultato? Un mercato frammentato, con 27 normative fiscali diverse che ostacolano lo sviluppo di un ecosistema competitivo.Per un'azienda europea, questo scenario presenta un doppio dilemma: da un lato, le imprese tradizionali devono capire se aspettare o investire subito nell'innovazione; dall'altro, le startup tecnologiche devono trovare modi più efficaci per trattenere talenti e crescere. Come? Adottando modelli di partecipazione più diffusi nel mondo anglosassone, come stock option plan generosi per i dipendenti chiave, e creando tecnologie pensate per rispettare il rigido framework normativo europeo su privacy, sicurezza e copyright.L'Europa può trasformare i suoi vincoli normativi in un vantaggio competitivo? E le aziende europee possono smettere di essere il "vaso di coccio" tra Stati Uniti e Cina? La sfida è aperta, ma una cosa è certa: aspettare non è un'opzione.

    Generazione Z e Alfa riscrivono le regole del lavoro: le imprese sapranno adattarsi?

    Play Episode Listen Later Mar 7, 2025


    Cosa vogliono davvero le nuove generazioni dal mondo del lavoro e della formazione? È una domanda che molte aziende si pongono, spesso senza trovare risposte immediate. Ne hanno parlato ai microfoni di Radio Next Costanza Turrini, fondatrice di Girls Code It Better, e Federico Capeci, CEO di Kantar Italia, offrendo una panoramica sulle sfide che imprese e istituzioni educative devono affrontare di fronte ai cambiamenti portati dalla Generazione Z e dalla nascente Generazione Alfa.Secondo Federico Capeci, il divario tra le aziende e i giovani lavoratori è più profondo di quanto si pensi. Se da un lato le imprese credono di comprendere le nuove generazioni perché ne adottano linguaggi e stili, dall’altro non colgono quanto sia radicalmente cambiata la loro prospettiva sul lavoro. Non è più visto come un mezzo di emancipazione, ma come un’esperienza da vivere giorno per giorno, con una forte attenzione alla flessibilità, all’equilibrio tra vita privata e professionale e alla ricerca di significato. Il problema? Molte aziende faticano ad adattarsi e a definire un nuovo modello di relazione con questi giovani talenti.La sfida è ancora più evidente nel campo della formazione. Costanza Turrini sottolinea come la scuola debba evolversi, passando dall’insegnamento tradizionale all’obiettivo di insegnare a imparare. Il mondo cambia rapidamente e le competenze richieste si trasformano di conseguenza: essere in grado di affrontare il cambiamento con curiosità e spirito critico diventa quindi più importante dell’accumulo di nozioni. Girls Code It Better dimostra come l’educazione digitale possa diventare un’opportunità di crescita per le nuove generazioni, in particolare per le ragazze, spesso scoraggiate dall’avvicinarsi alle discipline STEM a causa di stereotipi culturali ancora radicati.E poi c’è il rapporto con la tecnologia. La Generazione Alfa si prepara a utilizzare il digitale in modo più consapevole rispetto alla Generazione Z, ma il dibattito è aperto: regolamentare l’uso dei social, come ha fatto l’Australia vietandoli ai minori di 16 anni, è la strada giusta? Per Costanza Turrini potrebbe essere una soluzione utile a proteggere i più giovani da un’esposizione precoce, mentre Capecci invita a riflettere su un approccio più equilibrato, in cui l’educazione digitale giochi un ruolo chiave.Le aziende non possono ignorare questi cambiamenti. La nuova generazione ha un’idea diversa di successo, di carriera e di tecnologia. Il rischio? Creare un divario sempre più profondo tra le aspettative delle imprese e le esigenze dei futuri lavoratori. La sfida è aperta: chi saprà interpretare meglio questa trasformazione avrà un vantaggio competitivo decisivo nel prossimo futuro.

    Tokenizzazione e AI: le armi per un'esperienza d'acquisto fluida e sicura

    Play Episode Listen Later Feb 28, 2025


    Oggi il digitale e il retail tradizionale sono due facce della stessa medaglia, e la sfida per le imprese è quella di creare un'esperienza fluida e coerente per i consumatori, indipendentemente dal punto di contatto. Ma quali sono le principali difficoltà da affrontare per offrire un'esperienza d'acquisto senza frizioni?Secondo Arnab De, Head of Digital Products e Go-To-Market di Visa, ci sono tre grandi ostacoli: la sicurezza, l'inconsistenza dell'esperienza utente e la qualità dei dati. Il primo problema è il più evidente: il rischio di frodi nel mondo digitale è ancora molto più alto rispetto agli acquisti in negozio. Questo implica la necessità di soluzioni tecnologiche sempre più sofisticate, come la tokenizzazione, che rende inutilizzabili i dati di una carta di credito se rubati. Il secondo punto critico è la frammentarietà dell'esperienza utente: alcuni consumatori hanno a disposizione sistemi di pagamento avanzati e fluidi, mentre altri devono ancora inserire manualmente i dati della carta. Infine, la qualità dei dati gioca un ruolo chiave: informazioni errate o incomplete possono creare problemi sia alle aziende che ai clienti, generando rallentamenti e transazioni non riuscite.Ma cosa significa concretamente tutto questo per le aziende? La parola chiave è modernizzazione. Un'impresa che vuole competere nell'e-commerce deve adottare un ecosistema tecnologico all'altezza delle aspettative dei consumatori. L'uso di strumenti come la tokenizzazione e il riconoscimento biometrico non è più un'opzione, ma una necessità per garantire pagamenti sicuri e veloci. Inoltre, la nuova frontiera dell'intelligenza artificiale offre opportunità straordinarie per migliorare la sicurezza e la user experience, analizzando comportamenti e dati in tempo reale per ridurre al minimo le interruzioni nel processo d'acquisto.In questo scenario in continua evoluzione, le aziende devono porsi una domanda fondamentale: stanno facendo abbastanza per rimuovere le barriere tra il mondo fisico e digitale, o stanno ancora imponendo ai clienti processi obsoleti e macchinosi? La risposta a questa domanda potrebbe determinare chi resterà competitivo nei prossimi anni e chi invece sarà superato da player più agili e innovativi.

    Dall'Open Innovation alla Comunità di Scopo: il modello di NTT Data per innovare con le startup (parte II)

    Play Episode Listen Later Feb 21, 2025


    In questa seconda puntata tornano ai microfoni di #RadioNext, Giorgio Scarpelli, CTO Europe & Latam di NTT Data, Elisabetta Fasano, Innovation Engagement Leader di NTT Data, Diego Novati, responsabile tecnologico della raffineria di Falconara di Italiana Petroli e Danny Berco, founder di QSee per concludere l'approfondimento sul tema dell'open innovation. Per innovare non basta adottare nuove tecnologie: serve un ecosistema capace di far dialogare grandi aziende, startup e integratori di soluzioni. Nella seconda puntata di approfondimento su questa esperienza di co-innovazione, i protagonisti raccontano come NTT Data, Italiana Petroli e la startup QC abbiano lavorato insieme per migliorare produttività e sostenibilità nella raffineria di Falconara.Qual è stato l'elemento chiave di questo percorso? Il cuore del progetto è stato il Digital Twin, una tecnologia che consente di modellare e ottimizzare i processi industriali grazie all'analisi predittiva. Elisabetta Fasano sottolinea come questo approccio permetta di conoscere il presente, imparando dal passato, per prevedere il futuro. Attraverso la piattaforma sviluppata da NTT Data, Italiana Petroli ha potuto integrare dieci anni di dati operativi in un modello predittivo, migliorando l'efficienza della raffineria. Ma il successo di un'innovazione dipende dalla qualità dei dati: come garantirne l'affidabilità?Qui entra in gioco QSEE, la startup guidata da Danny Berco, che ha sviluppato un sistema di prescriptive analytics per validare e interpretare i dati, fornendo raccomandazioni concrete per ottimizzare la produzione. Un approccio che, secondo Diego Novati, ha permesso di migliorare il rendimento energetico e ridurre gli sprechi, rendendo più sostenibile l'intero processo di raffinazione.L'integrazione tra corporate e startup è sempre una sfida.Culture aziendali diverse, processi decisionali con tempistiche differenti e linguaggi non sempre allineati possono rappresentare un ostacolo. Tuttavia, come evidenzia Novati, il modello di co-creazione adottato in questa esperienza ha facilitato la collaborazione, abbattendo le barriere e accelerando il time-to-market dell'innovazione. Può questo approccio essere replicato in altri settori industriali?Secondo i protagonisti, la risposta è sì. Una volta definito il modello base, il Digital Twin e l'AI possono essere applicati a molte altre realtà, dall'energia alla manifattura. L'esperienza di NTT Data e Italiana Petroli dimostra che l'innovazione non è solo una questione di tecnologia, ma di ecosistemi: mettere in connessione aziende, startup e integratori permette di trasformare le sfide di oggi in opportunità concrete per il futuro.

    Dall'Open Innovation alla Comunità di Scopo: il modello di NTT Data per innovare con le startup (parte I)

    Play Episode Listen Later Feb 14, 2025


    L'innovazione non è più un esercizio isolato, ma un processo collaborativo che coinvolge aziende, startup e territori. È questa la visione alla base dell'iniziativa lanciata da NTT Data Italia, che ha trasformato il concetto di Open Innovation in un vero e proprio ecosistema, dove grandi aziende, realtà emergenti e comunità locali lavorano insieme per sviluppare soluzioni concrete e scalabili. Ma come si costruisce un modello di innovazione efficace? Partendo dal confronto con le grandi imprese clienti, il programma identifica le sfide chiave del settore, declinandole in veri e propri “challenge” aperti al contributo delle startup. L'obiettivo non è solo quello di individuare nuove tecnologie, ma anche di creare un dialogo tra diverse prospettive e competenze. L'approccio scelto da NTT Data Italia è inedito: un evento immersivo in un borgo storico, dove innovazione e tradizione si incontrano, coinvolgendo il tessuto economico e sociale del territorio. Giorgio Scarpelli, CTO Europe & Latam di NTT Data, sottolinea l'importanza di questo modello, evidenziando come la creazione di una “comunità di scopo” permetta di valorizzare le specificità locali e sviluppare soluzioni su misura. È davvero possibile generare valore per tutti gli attori in gioco? Il caso di Italiana Petroli e QSee dimostra che la risposta è affermativa. Diego Novati, responsabile tecnologico della raffineria di Falconara di Italiana Petroli, racconta come la sua azienda avesse la necessità di migliorare produttività e sostenibilità, individuando soluzioni per ottimizzare la profittabilità della raffineria e ridurre l'impronta carbonica. La collaborazione con la startup israeliana QSEE, fondata da Danny Berco, ha portato all'adozione di un sistema basato su intelligenza artificiale e machine learning per rendere i processi più efficienti e sostenibili. Il ruolo di orchestratore di questa collaborazione è stato fondamentale. Elisabetta Fasano, Innovation Engagement Leader di NTT Data, spiega come il suo team abbia agito da collettore tra il cliente e la startup, facilitando il confronto e traducendo le esigenze in soluzioni tecnologiche concrete. Il lavoro congiunto tra le parti ha permesso di costruire un progetto basato sulla tecnologia digital twin, dimostrando come l'innovazione possa essere guidata da una metodologia strutturata e condivisa. Ma questo modello è replicabile su scala più piccola? Secondo Giorgio Scarpelli, la chiave sta proprio nel coinvolgimento delle aziende territoriali. Creare una comunità di scopo permette di valorizzare le specificità locali e sviluppare soluzioni su misura, senza dover essere un grande player internazionale. Un'opportunità per tutte quelle aziende che vogliono innovare ma non sanno da dove partire.

    Dal corporate alle startup: il modello Plai di Mondadori per la trasformazione aziendale

    Play Episode Listen Later Feb 7, 2025


    Ci troviamo in un panorama sempre più competitivo, dove la trasformazione digitale continua ad essere un motore di cambiamenti, anche radicali. Le grandi aziende non possono più limitarsi a osservare l’innovazione dall’esterno. È questa la consapevolezza che ha spinto Mondadori a lanciare Plai, un acceleratore di startup pensato non solo per supportare l’ecosistema imprenditoriale emergente, ma anche per integrare nuovi modelli di business e tecnologie all’interno del gruppo. Ce ne ha parlato Stefano Argiolas, Chief AI Officer di Mondadori e Amministratore delegato di Plai. L’iniziativa nasce da un'esigenza chiara: l’intelligenza artificiale e le nuove tecnologie stanno ridefinendo l’intero settore editoriale e non solo. In questo contesto, affidarsi esclusivamente all’innovazione interna rischia di essere limitante. Plai diventa quindi un punto di contatto tra Mondadori e il mondo delle startup, selezionate attraverso call tematiche che filtrano le realtà più promettenti in settori strategici. L’obiettivo non è meramente finanziario, ma di valore: trovare soluzioni applicabili e scalabili, capaci di generare impatti concreti sul business. La sfida più grande? Integrare il mindset delle startup con la cultura aziendale. Le realtà emergenti portano agilità, destrutturazione e visione fuori dagli schemi, mentre le aziende consolidate possiedono esperienza, network e capacità di execution. Per favorire questa sinergia, Mondadori ha creato un sistema di “Champions”, figure interne che fungono da ponte tra il know-how corporate e le startup accelerate. Questo approccio ha permesso di trasformare l’open innovation in un asset strategico, capace di contaminare processi e visioni tradizionali con nuove prospettive. L’accelerazione dell’innovazione non è un concetto riservato solo alle grandi aziende del digitale. Anche i settori più tradizionali possono trarre vantaggio da questo modello. Tuttavia, affinché funzioni, è necessario un cambio di mentalità: la volontà di esplorare strade non convenzionali, investire nel lungo termine e accettare che il fallimento faccia parte del percorso. Creare un ecosistema di innovazione significa costruire una rete di talenti e opportunità, dove le startup non sono semplici fornitori di tecnologia, ma partner strategici per la crescita e la trasformazione aziendale.

    Additive Manufacturing su larga scala: è possibile?

    Play Episode Listen Later Jan 31, 2025


    La manifattura additiva sta ridefinendo il modo in cui le aziende affrontano la produzione, in particolare nei settori ad alta complessità come la nautica, l’aerospazio e l’automotive. Questa settimana ne abbiamo parlato Francesco De Stefano, amministratore delegato di Caracol, azienda specializzata nella stampa 3D di grande formato, che ha sviluppato una tecnologia che integra robotica, software avanzato e automazione proprietaria per realizzare componenti di dimensioni notevoli, eliminando la necessità di stampi tradizionali. Questo approccio consente di ridurre tempi e costi di produzione, rendendo i processi più agili e sostenibili. Uno degli aspetti più critici per le aziende operanti nel settore nautico è la necessità di scalabilità e personalizzazione. I cantieri si trovano spesso a dover gestire componenti altamente customizzati, con volumi di produzione relativamente bassi, che rendono poco conveniente l’uso di stampi tradizionali. La tecnologia sviluppata da Caracol permette di superare queste limitazioni, offrendo la possibilità di produrre pezzi unici o in piccole serie con un processo completamente digitale. La stampa diretta elimina la necessità di magazzino e consente di realizzare forme complesse senza costi aggiuntivi, ottimizzando la produzione just-in-time.L'uso di materiali avanzati, come polimeri compositi rinforzati con fibra di vetro o carbonio, garantisce prestazioni elevate senza compromettere la sostenibilità. Un esempio concreto di questo approccio è il progetto "Beluga", un'imbarcazione stampata in 3D utilizzando materiali riciclati provenienti dal settore del packaging. Questa innovazione non solo dimostra l’efficacia del processo, ma apre nuove prospettive per l’economia circolare nell’industria nautica e oltre.Oltre ai vantaggi tecnologici, l’additive manufacturing introduce un cambio di paradigma nella gestione della filiera produttiva. L’idea di una produzione distribuita, dove la manifattura avviene direttamente nel luogo di utilizzo, elimina la logistica complessa e consente di adottare un modello di produzione "as a service". Questo significa che i progettisti possono inviare i loro file CAD direttamente ai cantieri, che a loro volta possono produrre le componenti in tempo reale, senza dipendere da fornitori terzi. Un’evoluzione che, oltre a ottimizzare i tempi di consegna, riduce sensibilmente i costi, con risparmi che possono arrivare fino al 70%.Tuttavia, l’adozione della manifattura additiva su larga scala incontra ancora alcune barriere. Da un lato, esistono vincoli normativi e certificativi che devono essere superati, specialmente in settori regolamentati come l’aerospazio. Dall’altro, è necessaria una trasformazione delle competenze professionali: emergono nuove figure come il "super operatore", capace non solo di gestire la produzione, ma anche di programmare le macchine e ottimizzare il processo. Questo cambiamento sta già avvenendo grazie a investimenti in formazione e collaborazioni con istituzioni accademiche.Con la crescente domanda di personalizzazione, riduzione dei costi e sostenibilità, la manifattura additiva di grande formato rappresenta un'opportunità concreta per le aziende che vogliono innovare i loro processi produttivi. Non si tratta solo di una rivoluzione tecnologica, ma di un nuovo modello industriale, più flessibile ed efficiente, che sta progressivamente ridisegnando il panorama manifatturiero globale.

    Innovazione senza rottura: la via italiana alla trasformazione delle assicurazion, secondo IIA

    Play Episode Listen Later Jan 24, 2025


    Nel panorama assicurativo italiano, la trasformazione digitale si sta configurando non come una rivoluzione radicale, ma come un acceleratore di efficienza e penetrazione di mercato. Gerardo Di Francesco, vicepresidente dell’Italian Insuretech Association, ai microfoni di #RadioNext evidenzia come la tecnologia non debba essere interpretata come un sostituto degli intermediari tradizionali - broker e agenti - ma come uno strumento per potenziarne il ruolo. La sfida, in un settore storicamente legato a processi manuali e alla gestione di eccezioni, risiede nel bilanciare innovazione e complessità normativa.Uno dei temi centrali riguarda l’evoluzione delle polizze parametriche, basate su parametri oggettivi come eventi meteorologici, che richiedono un allineamento tra framework normativo e capacità tecniche per garantire equità nel risarcimento. Sebbene queste soluzioni promettano maggiore rapidità, il legame tra parametri e danno effettivo rimane un nodo critico, soprattutto in contesti geograficamente eterogenei come l’Italia.Sul fronte operativo, l’adozione di tecnologie come la Robotic Process Automation (RPA) e i Large Language Model (LLM) potrebbe rappresentare un salto quantico. Questi strumenti, capaci di interpretare documenti e automatizzare processi non lineari, offrono opportunità per snellire fasi come la liquidazione dei sinistri, tradizionalmente vincolate a valutazioni umane. Tuttavia, la resistenza al cambiamento deriva dalla natura stessa del settore, strutturato su eccezioni e casi particolari.Dal punto di vista del mercato, non emergono attori in grado di scalzare gli incumbent, ma piuttosto partnership tra player consolidati e startup. L’obiettivo è ampliare l’offerta attraverso servizi B2B2C, sfruttando la tecnologia per raggiungere un pubblico più ampio in un Paese ancora sottoassicurato. La concentrazione del mercato e l’ingresso di operatori esteri suggeriscono dinamiche competitive in evoluzione, dove l’eccellenza operativa e l’integrazione tecnologica diventeranno fattori chiave per differenziarsi.I prossimi mesi vedranno un focus su ricerche congiunte con università e società di consulenza per misurare l’impatto della trasformazione digitale lungo l’intera value chain, dalla sottoscrizione alla gestione dei sinistri, confermando una tendenza verso un’innovazione sistemica e collaborativa.

    Quali direzioni per i CMO nel 2025? Ce lo svela la Marketing Playlist - puntata 2

    Play Episode Listen Later Jan 17, 2025


    Torniamo a parlare del marketing del 2025, tema con coi avevamo chiuso la passata stagione di #RadioNext (alla fine della pagina troverete il link per recuperare la prima puntata). Questa settimana riprendiamo il filo e concludiamo il confronto che ha visto protagonisti Giulia Staffieri, direttore marketing e omnichannel di Leroy Merlin, Claudia Vassena, direttore sales e marketing di Intesa San Paolo, Benedetta Flammini, direttore marketing e communication di WWF Italia, e Fabio Sergio, Chief Design Officer di Accenture Song Italia. Questo confronto commenta i contenuti dell'ultima edizione della Marketing Playlist 2024 di Accenture Song, un'iniziativa che raccoglie le riflessioni dei principali direttori marketing italiani sui trend più rilevanti per il prossimo futuro.Guardando al 2025 emergono tre pilastri fondamentali che ridefiniscono il modo in cui le aziende si relazionano con i propri clienti e stakeholder. Il primo elemento chiave è il "beyond the core", ovvero la capacità delle aziende di espandere il proprio raggio d'azione oltre il core business tradizionale, adottando un approccio ecosistemico. Come evidenziato da Claudia Vassena, questo significa mettere in discussione le pratiche consolidate e cercare nuove opportunità di collaborazione con partner che condividono valori simili, come dimostrato dal caso della fusione tra Intesa San Paolo Casa e Onpal nel settore immobiliare.Il secondo pilastro è il "doing good", che rappresenta l'evoluzione dei temi ESG e della sostenibilità. Non si tratta più solo di rispettare determinati parametri, ma di integrare questi principi nel DNA aziendale per generare una crescita che bilanci obiettivi economici, sociali e ambientali. Questo approccio richiede un ripensamento dei modelli di business tradizionali e delle metriche di successo.Il terzo elemento è il "measuring the new", che affronta la sfida di misurare l'efficacia delle interazioni digitali in un contesto sempre più complesso. Come sottolineato da Giulia Staffieri, si sta passando da un approccio lineare basato sul funnel tradizionale a un modello più fluido e circolare, il "messy middle", dove il cliente si muove in modo non prevedibile tra diversi touchpoint. Questo richiede nuovi strumenti e metriche per comprendere e rispondere efficacemente alle esigenze dei clienti.Per le aziende, questi trend rappresentano sia una sfida che un'opportunità per ripensare le proprie strategie di marketing in modo più olistico e orientato al futuro. Il documento completo, disponibile gratuitamente sul sito di Accenture Song, offre approfondimenti e linee guida per navigare questa trasformazione.Per riascoltare la prima parte della nostra chiacchierata cliccate qui.

    ERP, RPA e Big Data: la sfida del comparto amministrativo e finanziario aziendale

    Play Episode Listen Later Jan 10, 2025


    Nella puntata di oggi proviamo a fare un punto sulle aree finanza e amministrazione, a valle del convegno organizzato da Richmond Italia di cui Claudio Honegger ne è l'amministratore delegato. Ogni azienda – grande, media o piccola – si trova ad affrontare un ambiente sempre più “data-driven”, dove la capacità di raccogliere, analizzare e interpretare dati in tempo reale costituisce un vantaggio competitivo essenziale. Non è più sufficiente basarsi su analisi retrospettive; si guarda avanti, in un contesto di instabilità economica, con decisioni e investimenti che si basano sempre più su dati prospettici.Questo cambiamento ha un impatto profondo non solo sui processi ma anche sulle persone coinvolte. I dipendenti delle aree amministrative e finanziarie, storicamente abituati a operare in modalità tradizionali, sono ora chiamati a produrre maggiori volumi di dati con strumenti digitali avanzati. Le tecnologie emergenti, come l’automazione robotica dei processi (RPA) e l’intelligenza artificiale, rappresentano soluzioni chiave per alleggerire il carico operativo, consentendo alle persone di concentrarsi su attività a maggiore valore aggiunto. La sfida è accompagnare questo cambiamento con strategie di formazione e coinvolgimento, facendo percepire la tecnologia come un mezzo, non un fine.Dalla prospettiva di chi fornisce queste soluzioni, l’adozione tecnologica è un processo che deve essere affrontato in modo olistico. Come sottolineato da Andrea Ruscica di Altea Federation, non basta implementare un ERP o un sistema di analisi dei dati. È fondamentale regolare l’intero ecosistema aziendale, integrando supply chain, operations e logistica per creare una base solida e interconnessa. La complessità di questi strumenti, benché mitigata dall’evoluzione tecnologica, richiede una visione strategica ben definita e un approccio chiaro al change management.Non si tratta solo di implementare nuove tecnologie; il cambiamento coinvolge anche l’organizzazione nel suo complesso, come ci ha spiegato Alberto Conta, che è head of administration di Illy. La visione deve essere corporate, evitando approcci individualistici che rischiano di frammentare i processi. Anche nelle piccole e medie imprese italiane, spesso considerate meno pronte rispetto alle grandi organizzazioni, si registra un crescente interesse verso l’adozione di tecnologie avanzate. In molti casi, queste aziende riconoscono che l’evoluzione digitale è una necessità per mantenere la competitività e cogliere nuove opportunità di business.Nel complesso, il panorama che emerge è quello di un sistema aziendale in cui tecnologia, processi e persone devono evolversi insieme, guidati da una chiara strategia di trasformazione. Una sfida che, se affrontata con consapevolezza, può garantire non solo la sopravvivenza ma anche la crescita sostenibile nel medio-lungo periodo.Buon ascolto!

    Quali direzioni per i CMO nel 2025? Ce lo svela la Marketing Playlist

    Play Episode Listen Later Dec 20, 2024


    Il marketing del 2025 è stato al centro della doppia puntata di chiusura d'anno di #RadioNext, con un confronto che ha visto protagonisti Giulia Staffieri, direttore marketing e omnichannel di Leroy Merlin, Claudia Vassena, direttore sales e marketing di Intesa San Paolo, Benedetta Flammini, direttore marketing e communication di WWF Italia, e Fabio Sergio, Chief Design Officer di Accenture Song Italia. Questo confronto commenta i contenuti dell'ultima edizione della Marketing Playlist 2024 di Accenture Song, un'iniziativa che raccoglie le riflessioni dei principali direttori marketing italiani sui trend più rilevanti per il prossimo futuro.Guardando al 2025 emergono tre pilastri fondamentali che ridefiniscono il modo in cui le aziende si relazionano con i propri clienti e stakeholder. Il primo elemento chiave è il "beyond the core", ovvero la capacità delle aziende di espandere il proprio raggio d'azione oltre il core business tradizionale, adottando un approccio ecosistemico. Come evidenziato da Claudia Vassena, questo significa mettere in discussione le pratiche consolidate e cercare nuove opportunità di collaborazione con partner che condividono valori simili, come dimostrato dal caso della fusione tra Intesa San Paolo Casa e Onpal nel settore immobiliare.Il secondo pilastro è il "doing good", che rappresenta l'evoluzione dei temi ESG e della sostenibilità. Non si tratta più solo di rispettare determinati parametri, ma di integrare questi principi nel DNA aziendale per generare una crescita che bilanci obiettivi economici, sociali e ambientali. Questo approccio richiede un ripensamento dei modelli di business tradizionali e delle metriche di successo.Il terzo elemento è il "measuring the new", che affronta la sfida di misurare l'efficacia delle interazioni digitali in un contesto sempre più complesso. Come sottolineato da Giulia Staffieri, si sta passando da un approccio lineare basato sul funnel tradizionale a un modello più fluido e circolare, il "messy middle", dove il cliente si muove in modo non prevedibile tra diversi touchpoint. Questo richiede nuovi strumenti e metriche per comprendere e rispondere efficacemente alle esigenze dei clienti.Per le aziende, questi trend rappresentano sia una sfida che un'opportunità per ripensare le proprie strategie di marketing in modo più olistico e orientato al futuro. Il documento completo, disponibile gratuitamente sul sito di Accenture Song, offre approfondimenti e linee guida per navigare questa trasformazione.

    Italia digitale: il difficile equilibrio tra regolamentazione e innovazione

    Play Episode Listen Later Dec 13, 2024


    La digitalizzazione in Italia si trova in una fase critica, dove le sfide superano ancora di gran lunga i progressi tangibili. Durante un'intervista con Giulia Pastorella, deputata e esperta di tematiche digitali, è emerso un panorama complesso, fatto di normative frammentate, difficoltà nell'adozione tecnologica e carenze strutturali che continuano a limitare il potenziale delle imprese e del settore pubblico.Uno dei temi principali trattati riguarda la frammentazione tra il mondo politico e quello aziendale. Da un lato, la regolamentazione europea, come la NIS2 e l'AI Act, introduce paletti necessari, ma spesso anticipa in modo parziale e incoerente le direttive, creando confusione e carichi burocratici per le imprese. Dall'altro, manca una strategia nazionale chiara e operativa che favorisca l'adozione delle tecnologie innovative nel tessuto produttivo. Le normative attuali impongono alle aziende di dedicare fino al 30% delle loro risorse alla compliance, riducendo le energie per l'innovazione e la crescita.L'interoperabilità dei sistemi e la digitalizzazione della pubblica amministrazione rappresentano un altro nodo cruciale. La mancanza di un approccio user-centric e la difficoltà nel centralizzare o rendere interoperabili i dati frenano lo sviluppo di servizi efficienti per i cittadini e le aziende. Il risultato è una PA che non riesce a competere con gli standard del settore privato, nonostante esperimenti positivi come l'App IO.In un contesto in cui il sud Italia potrebbe giocare un ruolo strategico, ad esempio come hub per i data center grazie alla disponibilità di energia e infrastrutture, le barriere normative e l'assenza di una regia nazionale limitano le opportunità di sviluppo. Allo stesso modo, il divario di competenze e infrastrutture tra nord e sud rimane un problema irrisolto, nonostante i fondi del PNRR e le iniziative frammentarie.Il messaggio centrale è chiaro: per le imprese, il contesto normativo e operativo italiano rappresenta una sfida importante. È necessario un equilibrio tra regolamentazione e supporto all'adozione, nonché una maggiore attenzione all'efficienza e alla semplificazione. In un momento in cui l'Europa spinge per una maggiore condivisione e valorizzazione dei dati, l'Italia rischia di rimanere indietro, penalizzando le aziende che cercano di innovare in un mercato già competitivo.

    Analytics e Customer Experience: la sfida dell'integrazione tra digitale e fisico

    Play Episode Listen Later Dec 6, 2024


    Il panorama degli analytics sta evolvendo rapidamente, riflettendo il cambiamento delle abitudini dei consumatori e l'impatto delle tecnologie emergenti sui modelli di business. Come evidenziato nella puntata di questa settimana, che ha visto come ospiti Pierre Casanova, Head of Corporate Development Global e Marco Ferraris, Country Manager italia e Iberia di Contentsquare, le aziende affrontano oggi una serie di sfide che richiedono un ripensamento strategico della customer experience, soprattutto nella convergenza tra il mondo digitale e quello fisico.Sapevate che il traffico di internet è ormai stagnante? Non cresce più. È un segnale che impone a chi opera nell'e-commerce di riconsiderare le proprie strategie, integrando maggiormente le esperienze online e offline. Dopo il COVID-19, molti player stanno cercando di riportare i clienti nei negozi fisici, evidenziando una necessità di connessione più umana e tangibile. Tuttavia, il divario di conversione tra online e offline resta ampio, con il 3% sul digitale contro il 25% nei punti vendita, una distanza attribuibile a problemi tecnici e a frizioni nell'esperienza utente che coinvolgono fino al 40% delle sessioni online.Questa difficoltà di allineamento tra team retail e digital, spesso organizzati in silos, è stata storicamente un ostacolo. Ma oggi la tecnologia consente una visione integrata a 360 gradi dell'experience, offrendo opportunità di misurazione e miglioramento. L'intelligenza artificiale emerge come una risorsa fondamentale: non solo per semplificare l'interpretazione dei dati, rendendola accessibile a tutta l'organizzazione, ma anche per predire e rispondere in modo proattivo ai micro-segnali generati dagli utenti.Le aziende italiane, in particolare le piccole e medie imprese, si trovano in una fase di transizione. Se da un lato il tessuto economico del retail, del fashion e del luxury favorisce una maggiore attenzione alla customer experience, il B2B inizia solo ora a cogliere le potenzialità degli analytics, spinto dalla necessità di maggiore completezza informativa nelle relazioni commerciali. Tuttavia, la capacità di integrare i dati tra i vari touchpoint aziendali, inclusi ERP e sistemi di magazzino, è ancora limitata, rallentando l'adozione di modelli realmente data-driven.Consideriamo, in chiusura, per un attimo l'impatto dell'AI nei processi decisionali: non si limita alla semplificazione, ma diventa una leva per trasformare i dati in azioni strategiche. Questo approccio appare particolarmente critico in settori più avanzati come il retail, dove l'adozione del mobile è in forte crescita, mentre in ambiti più tradizionali come l'energy, le utility e l'assicurativo, il ritardo nell'utilizzo degli analytics rappresenta ancora una barriera significativa.Il cammino verso un ecosistema integrato tra online e offline richiede investimenti, competenze e una visione a lungo termine. Le aziende che sapranno combinare intuizione manageriale e decisioni basate sui dati potranno posizionarsi meglio in un mercato sempre più complesso e competitivo.

    5G: la chiave per la competitività aziendale, ma l'Italia è pronta?

    Play Episode Listen Later Nov 29, 2024


    Il 5G rappresenta un punto di svolta tecnologico per il settore industriale, ma la sua implementazione procede a velocità diverse tra il mondo consumer e quello corporate. Da un lato, si contano già miliardi di utenti coperti dal 5G, dall’altro, il panorama industriale fatica ad adottare pienamente questa tecnologia come elemento abilitante per nuovi modelli di business e processi. La discrepanza deriva sia da questioni tecniche sia da fattori strategici e culturali. Ne abbiamo parlato, in questa puntata di #RadioNext con Riccardo Mascolo, direttore responsabile per le strategie del 5G per l'industria in Italia, Sud-Est Mediterraneo ed Eurasia di Ericsson.Il 5G è stato progettato specificamente per supportare casi d'uso industriali, offrendo velocità, latenza ridotta e una capacità di connettività avanzata. Tuttavia, molte imprese, soprattutto in Italia, non hanno ancora incluso questa tecnologia nelle loro strategie di digitalizzazione. Un tema cruciale è l'integrazione del 5G come piattaforma per creare una roadmap di innovazione, che potrebbe abilitare soluzioni come i digital twin, la gestione avanzata della logistica e l'automazione basata su dati in tempo reale.Le difficoltà, però, sono tangibili. In Italia, l’elevato costo delle frequenze ha limitato le possibilità di investimento degli operatori per il roll-out delle reti. Inoltre, la mancanza di una cultura dell’innovazione e di una chiara percezione dei benefici offerti dal 5G frena le aziende. Questo ritardo potrebbe tradursi in un gap competitivo significativo rispetto ai Paesi che stanno avanzando più velocemente.Esempi concreti mostrano il potenziale del 5G nel generare valore. Dal porto di Tuas a Singapore, che ha integrato il 5G per ottimizzare la logistica e la gestione dei droni, al cantiere navale di Ferrol in Spagna, dove l’augmented reality supporta la precisione nella costruzione di navi. Anche nel settore manifatturiero, progetti come la Mercedes Factory 56 dimostrano come il 5G possa rivoluzionare l’organizzazione delle linee produttive, eliminando i vincoli infrastrutturali dei cavi tradizionali.Per il contesto italiano, l’adozione del 5G potrebbe rivelarsi altrettanto strategica per le piccole e medie imprese, grazie a soluzioni scalabili come il network slicing e le reti ibride. Queste opzioni permettono di creare connettività specializzata, mantenendo sicurezza e segregazione dei dati. Tuttavia, per massimizzare i benefici, è indispensabile che le imprese adottino una visione a lungo termine, utilizzando il 5G non come soluzione isolata ma come piattaforma per abilitare una serie di use case integrati.L’innovazione richiede coraggio e una pianificazione strategica. Ritardare l'adozione potrebbe significare perdere opportunità di crescita e competitività. L’Italia è chiamata a una riflessione strategica per superare le barriere culturali e infrastrutturali che ancora ostacolano il pieno sfruttamento del potenziale del 5G.Buon ascolto!

    Innovazione, sostenibilità e co-creazione nel mercato della ceramica

    Play Episode Listen Later Nov 22, 2024


    Nel corso dell'intervista con Alberto Selmi, amministratore delegato di Laminam, abbiamo affrontato il tema della digitalizzazione e di come l'innovazione sia radicata nel DNA dell'azienda, evidenziando il ruolo centrale della tecnologia nella produzione e nel rapporto con i clienti. Laminam ha sviluppato la categoria delle grandi lastre ceramiche, proponendo superfici di dimensioni maggiori rispetto alle tradizionali ceramiche, con l'obiettivo di coprire qualsiasi superficie architettonica, dagli edifici ai mobili. L'integrazione con il mondo dell'architettura e la digitalizzazione del processo produttivo sono aspetti fondamentali per l'azienda, che punta ad offrire soluzioni innovative e su misura per i propri clienti.Un punto interessante emerso riguarda la co-creazione con i clienti, un processo nel quale Laminam mette a disposizione la propria competenza tecnologica e le materie prime, collaborando con architetti e progettisti per realizzare soluzioni uniche e personalizzate. Questo approccio non si limita alla creazione di nuovi prodotti ma coinvolge anche la ricerca di nuove texture e finiture, per rispondere in modo mirato alle richieste del mercato. La capacità di dialogare direttamente con il consumatore finale rappresenta un altro importante passo per Laminam, soprattutto per prodotti come i piani da cucina, che vedono la partecipazione attiva dei clienti nella fase di scelta. Questo ha comportato un adattamento interno all'azienda per poter rispondere alle esigenze di piccoli lotti e richieste specifiche.Alberto ha anche affrontato il tema della sostenibilità, sottolineando come l'azienda sia impegnata nella produzione di superfici sottilissime, di soli 2 mm, con l'obiettivo di creare prodotti altamente sostenibili e duraturi. La visione di Laminam è quella di proporre soluzioni che vadano oltre il concetto di riciclo, puntando su prodotti che possano durare nel tempo. Il contributo dell'intelligenza artificiale è stato un altro punto di discussione rilevante: Laminam utilizza l'AI per aumentare la produttività e supportare la creatività, pur mantenendo un equilibrio con il contributo umano, essenziale per preservare l'identità del marchio.La chiacchierata ha messo anche in luce l'importanza dell'apertura verso nuovi talenti, con un invito ai giovani con idee innovative a unirsi all'azienda. Buon ascolto!

    Manutenzione predittiva: il ruolo strategico dei dati per l'industria del futuro

    Play Episode Listen Later Nov 15, 2024


    La manutenzione predittiva rappresenta una sfida importante per molte aziende impegnate nell’evoluzione dei propri processi produttivi. L’approccio si basa sulla creazione di gemelli digitali, modelli virtuali che replicano fedelmente impianti, linee produttive o processi. Tuttavia, il valore di questi strumenti risiede nella gestione intelligente dei dati sottostanti: vibrazioni, temperature, velocità e altri parametri raccolti tramite sensori o integrati manualmente. Ne abbiamo parlato, ai microfini di #RadioNext con Alessandro Liani, amministratore delegato di Video Systems.La possibilità di ampliare il bacino di informazioni includendo dati esterni, come quelli di mercato, può incrementare ulteriormente il realismo e la funzionalità dei gemelli digitali. Immaginatelo applicato all'agricoltura di precisione: analizzando immagini e dati ambientali, è possibile ottimizzare la raccolta e la supply chain, anticipando il comportamento della domanda.Nel contesto industriale, il controllo qualità ha tratto grande vantaggio dalla visione artificiale combinata all’intelligenza artificiale. Questa integrazione ha raggiunto livelli di affidabilità molto elevati, consentendo un adattamento rapido a lotti produttivi più piccoli e diversificati, senza compromettere la flessibilità. Un aspetto distintivo è l’uso di algoritmi personalizzati, sviluppati internamente o adattati da modelli open source, che evitano soluzioni standardizzate e garantiscono maggiore precisione.Le principali barriere all’adozione di queste tecnologie risiedono nella gestione dei dati e nella formazione del personale. L’uso di infrastrutture ibride, che combinano cloud interno e strumenti on-premise, offre soluzioni per proteggere la proprietà dei dati. Parallelamente, emerge la necessità di investire nella formazione di figure chiave capaci di dialogare con i partner tecnologici.In una fase storica in cui il turnover generazionale e la carenza di manodopera qualificata sono sfide centrali, queste soluzioni rappresentano non solo un’opportunità per migliorare produttività e redditività, ma anche un elemento fondamentale per la sostenibilità del sistema manifatturiero.Buon ascolto!

    Evoluzione della manifattura italiana con Industra 4.0

    Play Episode Listen Later Nov 8, 2024


    L'industria manifatturiera italiana si trova di fronte a un percorso importante di cambiamento, guidata dall'adozione di tecnologie digitali e dall'evoluzione dei processi produttivi. L'esperienza di MT, azienda romagnola attiva nel settore degli utensili motorizzati, offre uno spaccato significativo di questa trasformazione.Gianluca Marchetti, erede della famiglia fondatrice, racconta come la sua azienda abbia saputo abbracciare l'Industria 4.0, interconnettendo il proprio parco macchine e sfruttando l'analisi dei dati per migliorare l'efficienza produttiva. Questo processo non è stato semplice, richiedendo un cambio di mentalità e l'inserimento di nuove figure professionali.Il ruolo cruciale dei dati e della loro analisi è emerso con chiarezza. MT ha sviluppato sistemi interni per monitorare in tempo reale i processi, condividendo le informazioni con i clienti per una maggiore trasparenza. Strumenti come l'Intelligenza Artificiale hanno inoltre permesso di analizzare rapidamente grandi moli di dati, ottimizzando ulteriormente la produzione.Tuttavia, la sfida più importante affrontata da MT riguarda le risorse umane. Il passaggio a una produzione più automatizzata e digitale richiede competenze in ambito IT e meccanico che spesso scarseggiano, soprattutto tra i giovani. L'azienda ha dovuto investire in programmi di formazione e sensibilizzazione per accompagnare i dipendenti in questo cambiamento.La difficoltà nel trovare figure adeguatamente formate è un problema diffuso nell'industria manifatturiera italiana, che fatica a attrarre i giovani. Come testimoniano le iniziative di MT, il settore deve lavorare per riconquistare l'appeal tra le nuove generazioni, valorizzando le opportunità offerte dalla rivoluzione digitale.Per scoprire la storia completa di questa realtà tutta italiana, non vi resta che seguirci. Buon ascolto!

    Dal pezzo unico alla produzione digitale sostenibile con la stampa 3D di Nugae

    Play Episode Listen Later Nov 1, 2024


    Nell'industria nautica, la manifattura additiva sta emergendo come tecnologia abilitante per la trasformazione digitale del settore. Ce ne ha parlato in quest'ultima puntata di #RadioNext Francesco Belvisi, CTO e Founder di Nugae , azienda specializzata nella stampa 3D di grandi dimensioni per componenti nautiche, evidenzia le opportunità di innovazione nei processi produttivi tradizionali. La tecnologia permette di realizzare componenti personalizzate e pezzi unici senza gli elevati investimenti e i lunghi tempi di produzione tipici dei metodi convenzionali, offrendo al contempo una significativa riduzione degli sprechi di materiale. Il mercato sta mostrando segnali di crescente interesse verso queste soluzioni, con una domanda che proviene sia dai cantieri navali sia dai proprietari di imbarcazioni. Le applicazioni spaziano dalla produzione di componenti strutturali, come una pilot house di 6 metri, alla realizzazione di parti di ricambio. La tecnologia consente anche l'integrazione di funzionalità multiple in un singolo componente, come l'inclusione di condotti per aria condizionata e passacavi, ottimizzando il design e riducendo la complessità dell'assemblaggio.Dal punto di vista dei materiali, l'azienda utilizza granulati invece dei tradizionali filamenti, sviluppando formulazioni specifiche con partner del settore delle materie plastiche. I materiali impiegati includono compositi rinforzati con fibra di carbonio o vetro, con basi in policarbonato, nylon, ABS o ASA, selezionati per la loro resistenza agli agenti marini.La digitalizzazione dei processi produttivi nel settore nautico sta aprendo nuove prospettive per l'ottimizzazione della supply chain, in particolare per la gestione dei ricambi. La possibilità di produrre componenti on-demand attraverso file digitali potrebbe ridurre significativamente i tempi di fermo delle imbarcazioni e i costi logistici. Questa evoluzione tecnologica si sta allineando con le competenze artigianali tradizionali, creando un modello produttivo che combina personalizzazione, efficienza e sostenibilità.

    Finanza digitale e immobiliare: quando la tecnologia trasforma gli asset improduttivi in opportunità

    Play Episode Listen Later Oct 25, 2024


    Nel contesto della crescente digitalizzazione dei servizi finanziari, Upside Town rappresenta un esempio di come la tecnologia stia trasformando il settore immobiliare e gli investimenti correlati. La piattaforma, come evidenziato dal CEO Luigi Ucci ai microfoni di Radio Next, opera come fintech vigilata specializzata nella validazione e nel finanziamento di progetti immobiliari, offrendo alle imprese un canale alternativo per la raccolta di capitali.Il modello operativo si basa su un processo completamente digitale che integra due componenti fondamentali: una rigorosa due diligence dei progetti, che include valutazioni di sostenibilità economica e conformità normativa, e un sistema di raccolta fondi attraverso equity crowdfunding regolamentato secondo gli standard ESMA. La piattaforma opera sotto la vigilanza di Consob e Banca d'Italia, con garanzie patrimoniali e assicurative che superano il milione e mezzo di euro.L'aspetto più rilevante per le aziende è la possibilità di accedere a forme di finanziamento complementari al credito bancario tradizionale, con un impatto positivo sul costo complessivo del capitale. Il caso presentato di un progetto immobiliare a Roma, completato in 5 mesi e mezzo con un rendimento del 21% su base annua, evidenzia le potenzialità di questo approccio in termini di velocità di esecuzione e rendimento.Un elemento di particolare interesse emerge nella possibilità di valorizzare asset immobiliari sottoutilizzati, come nel caso degli spazi ufficio resi ridondanti dallo smart working. La piattaforma permette di trasformare questi asset da centri di costo in opportunità di sviluppo, senza necessità di impiegare capitale proprio, generando benefici sia diretti che indiretti per l'economia locale e contribuendo al rinnovamento del patrimonio immobiliare in chiave sostenibile.Buon ascolto!

    La rivoluzione silenziosa della logistica nell'industria della ceramica

    Play Episode Listen Later Oct 18, 2024


    L'innovazione tecnologica sta trasformando anche settori tradizionalmente considerati meno propensi al cambiamento, come quello della ceramica. L'esperienza della Cooperativa Ceramica di Imola, raccontata dal direttore della logistica Andrea Buscaroli, ci permette di fare una riflessione su come l'adozione di nuove tecnologie possa ottimizzare i processi e migliorare l'efficienza operativa.Nel 2020, l'azienda ha introdotto la tecnologia RTLS (Real Time Location System) nel proprio magazzino spedizioni. Questo sistema permette la tracciabilità in tempo reale di oggetti come carrelli e palette, consentendo un controllo più accurato delle scorte e dei flussi logistici. L'implementazione ha portato all'eliminazione della documentazione cartacea e alla creazione di cruscotti con KPI che permettono di anticipare problematiche legate a picchi di lavoro e di allocare le risorse in modo più efficiente.L'introduzione di questa innovazione in uno stabilimento di oltre 500.000 metri quadri è stata realizzata gradualmente, senza interrompere le attività di spedizione. Il processo ha richiesto diversi mesi e ha coinvolto la scelta di partner logistici adeguati e l'installazione di infrastrutture come GPS e reti Wi-Fi nel piazzale esterno. Un aspetto cruciale è stato il coinvolgimento del personale fin dalle prime fasi del progetto, che ha permesso di superare le potenziali resistenze al cambiamento.Guardando al futuro del settore ceramico, Andrea Buscaroli prevede un'ulteriore evoluzione tecnologica, con l'introduzione dell'intelligenza artificiale e di sistemi robotici per la movimentazione dei materiali. Questi sviluppi potrebbero rispondere alle sfide poste dalla crescente dimensione e leggerezza dei prodotti ceramici, che rendono il picking manuale sempre più complesso.L'adozione di tecnologie avanzate come i robot antropomorfi solleva questioni relative ai costi di investimento e al loro ammortamento. Tuttavia, nonostante gli elevati costi iniziali, i benefici in termini di cicli di lavoro continui e di riorganizzazione dei team di lavoro potrebbero giustificare tali investimenti nel medio termine.Buon ascolto!

    Da necessità interna a business di mercato: evoluzione del modello di business

    Play Episode Listen Later Oct 11, 2024


    L'innovazione tecnologica sta rimodellando il settore energetico, come dimostra l'esperienza di Octopus Energy. Nella nuova puntata di #RadioNext, Giorgio Tomassetti, CEO di Octopus Energy Italia, ci ha raccontato come l'azienda abbia trasformato una necessità interna in un'opportunità di business rivoluzionaria.Al centro di questa trasformazione c'è Kraken, una piattaforma software sviluppata internamente per gestire tutti gli aspetti dell'attività energetica. Ciò che inizialmente era uno strumento per migliorare l'efficienza operativa di Octopus è diventato un prodotto di successo offerto ad altre aziende del settore, inclusi i concorrenti diretti.Giorgio Tomassetti sottolinea i vantaggi significativi offerti da Kraken: una riduzione dei costi operativi fino al 40% e un notevole aumento della soddisfazione dei clienti. La piattaforma, che ora gestisce 54 milioni di account in tutto il mondo, sta rapidamente diventando uno standard nel settore.L'approccio di Octopus Energy solleva interrogativi interessanti sulla gestione di modelli di business apparentemente contrastanti all'interno della stessa organizzazione. Per risolvere questa potenziale dicotomia conflittuale, l'azienda ha implementato una separazione funzionale per garantire la sicurezza dei dati e l'integrità operativa, pur mantenendo i vantaggi derivanti dalla sinergia tra i due rami dell'attività.Ma quanto è importante lavorare con un mindset flessibile e aperto all'innovazione? La decisione di rendere disponibile la propria tecnologia proprietaria ai concorrenti richiede un cambiamento di prospettiva, ma può portare a opportunità di crescita significative.L'esperienza di Octopus Energy evidenzia come, con la giusta visione e flessibilità e un pizzico di serendipity, le sfide operative interne possano trasformarsi in opportunità di mercato rivoluzionarie, ridefinendo i confini tradizionali del settore.Buon ascolto!

    Smart Wheels: la tecnologia sta rivoluzionando il trasporto merci

    Play Episode Listen Later Oct 4, 2024


    L'evoluzione tecnologica sta trasformando profondamente il settore della logistica e della supply chain, offrendo nuove opportunità per migliorare l'efficienza e il servizio al cliente. Nella chiacchierata di questa settimana la professoressa Valeria Belvedere dell'Università Cattolica di Milano ha delineato lo stato dell'arte delle tecnologie abilitanti nel campo dei trasporti e della gestione logistica.Partendo dai sistemi di Transportation Management (TMS), ormai standard consolidato per l'ottimizzazione dei percorsi e la pianificazione delle consegne, Valeria ha evidenziato l'importanza crescente di soluzioni più avanzate. Tra queste, i sistemi di Dock Management consentono di prenotare slot temporali per le operazioni di carico e scarico, riducendo i tempi di attesa e migliorando l'efficienza complessiva. Complementari a questi, i sistemi di Yard Management monitorano i movimenti dei veicoli all'interno dei centri logistici, garantendo sicurezza e ottimizzazione dei flussi.Un ambito particolarmente interessante è quello delle tecnologie indossabili, che stanno rivoluzionando le operazioni di magazzino. Dal voice picking, che permette agli operatori di ricevere istruzioni audio mentre si muovono a mani libere, si è passati a soluzioni di realtà aumentata come gli smart glasses. Questi dispositivi proiettano informazioni direttamente nel campo visivo dell'operatore, velocizzando le operazioni e riducendo gli errori. Applicazioni simili stanno emergendo anche nel settore dei trasporti, con sistemi che assistono gli autotrasportatori fornendo indicazioni di navigazione senza distogliere lo sguardo dalla strada.Tuttavia, l'introduzione di queste tecnologie solleva questioni importanti riguardo all'impatto sul lavoro umano. La nostra ospite ha sottolineato come spesso la reazione iniziale sia di diffidenza, con il timore che la tecnologia possa sostituire la manodopera. È fondamentale, quindi, comunicare efficacemente i benefici di queste soluzioni, che possono alleggerire compiti fisicamente gravosi e pericolosi, migliorando le condizioni di lavoro.In questo contesto, il reskilling emerge come una necessità cruciale. Il settore richiede personale sempre più qualificato, capace di gestire tecnologie sofisticate. La sfida è far comprendere, soprattutto ai giovani diplomati, che l'industria e la logistica offrono opportunità di carriera stimolanti e intellettualmente appaganti. Mentre la tecnologia continua a ridefinire il panorama della logistica e della supply chain, diventa essenziale bilanciare l'innovazione con le esigenze e le capacità del personale, creando un ambiente di lavoro più efficiente, sicuro e gratificante.Buon ascolto!

    Additive Manufacturing: la rivoluzione silenziosa che sta plasmando il futuro dell'industria

    Play Episode Listen Later Sep 27, 2024


    L'additive manufacturing sta emergendo come una tecnologia chiave in grado di rivoluzionare numerosi settori industriali, dalla nautica all'aerospazio. Abbiamo incontrato al Salone Nautico di Genova Andrea Biraghi, Business Unit Director Additive and Composite del gruppo Camozzi, che ci ha raccontato le potenzialità e le applicazioni di questa innovativa tecnica produttiva.L'additive manufacturing, comunemente noto come stampa 3D, consente la realizzazione di componenti complessi su larga scala utilizzando materiali termoplastici e metallici. Camozzi si distingue per la capacità di produrre oggetti di grandi dimensioni, con stampanti in grado di lavorare il metallo fino a 17x5x4 metri e i polimeri fino a 12x4x3 metri. Questa tecnologia trova applicazione in settori dove la personalizzazione, la riduzione dei costi e tempi di produzione, e la creazione di geometrie complesse sono cruciali.Tra i settori trainanti, Andrea Biraghi cita l'aerospaziale, dove la necessità di componenti leggeri e ad alte prestazioni è primaria. L'automotive, specialmente nel racing, beneficia della prototipazione rapida e della produzione di parti personalizzate. Nel campo medico, l'additive manufacturing permette la creazione di protesi su misura e modelli anatomici per la pianificazione chirurgica. Il settore della difesa sta esplorando la produzione on-site per superare le sfide logistiche in luoghi remoti.Un esempio notevole dell'applicazione di questa tecnologia è il sistema di pulizia e manutenzione installato sul nuovo Ponte Renzo Piano di Genova, realizzato in collaborazione con l'Istituto Italiano di Tecnologia. Inoltre, Camozzi ha contribuito alla creazione di un modulo Space Habitat, una delle più grandi strutture monolitiche in polimero realizzate in 3D, pensata per simulare la vita nello spazio.Guardando al futuro, Biraghi prevede una crescita significativa nel settore navale e marittimo, dove l'additive manufacturing potrebbe rivoluzionare i metodi costruttivi tradizionali e soddisfare la crescente domanda di personalizzazione da parte degli armatori.La digitalizzazione gioca un ruolo fondamentale in questo contesto. L'integrazione tra additive manufacturing e tecnologie digitali sta trasformando la catena di approvvigionamento, consentendo la produzione delocalizzata basata sulla trasmissione di file digitali anziché sulla spedizione di componenti fisici. Questo approccio promette di ridurre gli stock e ottimizzare la logistica.Da non sottovalutare infine l'importanza della sostenibilità nell'additive manufacturing. La tecnologia, intrinsecamente a basso spreco, combinata con la digitalizzazione, permette un controllo completo del ciclo di vita del prodotto, dalla progettazione al riciclo, contribuendo a ridurre l'impatto ambientale e ottimizzare l'uso delle risorse.Buon ascolto!

    NTT Data svela la "AI metamorfosi": la chiave per trasformare l'AI in vantaggio competitivo

    Play Episode Listen Later Sep 20, 2024


    E torniamo a parlare di Generative AI. Nella nostra intervista di oggi Ludovico Diaz amministratore delegato di NTT Data Italia, ha condiviso con noi alcuni interessanti spunti su come le aziende possano cavalcare questa rivoluzione tecnologica.Ludovico ha evidenziato l'importanza degli investimenti di NTT Data nello sviluppo di un proprio Large Language Model (LLM). Questa mossa strategica non è solo una dimostrazione di capacità tecniche, ma anche un'opportunità per comprendere a fondo le implicazioni etiche e pratiche dell'IA generativa. L'approccio di NTT Data sottolinea la necessità per le aziende di acquisire competenze pratiche nell'IA, non solo per utilizzarla efficacemente, ma anche per farlo in modo responsabile ed etico. Questo know-how può tradursi in un vantaggio competitivo significativo, permettendo alle aziende di implementare soluzioni IA più efficaci e affidabili.Proseguendo nella chiacchierata, Ludovico suggerisce che la chiave del successo sarà la capacità di selezionare e implementare il modello più adatto per ciascuna specifica applicazione. Questo scenario prefigura un mercato dell'IA più diversificato e competitivo, dove la specializzazione e l'adattabilità giocheranno un ruolo cruciale. Per le aziende, questo significa la possibilità di scegliere soluzioni IA su misura per le proprie esigenze specifiche, ottimizzando così l'efficienza e l'efficacia delle loro operazioni.L'intervista ha anche toccato il tema dell'innovazione hardware, con il progetto IOWN (Intelligent Optical and Wireless Network) di NTT Data. Questa iniziativa, che mira a rivoluzionare l'informatica utilizzando fotoni invece di elettroni, evidenzia l'importanza di considerare non solo gli aspetti software dell'IA, ma anche le infrastrutture che la supportano. Il focus sulla sostenibilità e sull'efficienza energetica di questo progetto riflette una crescente consapevolezza dell'impatto ambientale delle tecnologie digitali. Per le aziende, l'adozione di tali tecnologie potrebbe portare a significative riduzioni dei costi energetici e a un miglioramento della loro impronta ecologica.Il nostro intervistato ha enfatizzato la necessità per le aziende di intraprendere quella che NTT Data chiama "AI metamorfosi", un processo di trasformazione olistica che coinvolge l'intera organizzazione. Questo approccio suggerisce che l'adozione dell'IA non dovrebbe essere vista come un semplice aggiornamento tecnologico, ma come un cambiamento culturale e operativo profondo. L'intervista ha inoltre sottolineato l'importanza delle competenze umane nell'era dell'IA. Secondo Ludovico, l'abilità di porre le domande giuste e di interpretare criticamente le risposte fornite dall'IA sarà fondamentale. Questo punto di vista suggerisce un futuro in cui le discipline umanistiche e le competenze comunicative acquisiranno un valore crescente, affiancando e implementando le capacità tecniche. Per le aziende, investire nello sviluppo di queste competenze può portare a un utilizzo più efficace dell'IA, migliorando la capacità di problem-solving e l'innovazione all'interno dell'organizzazione.Buon ascolto!

    Puntata del 13/09/2024

    Play Episode Listen Later Sep 13, 2024


    Puntata del 06/09/2024

    Play Episode Listen Later Sep 6, 2024


    L'Innovazione energetica: dalle rinnovabili al nucleare, il futuro di Enea per un'Italia decarbonizzata

    Play Episode Listen Later Jul 26, 2024


    Innovazione è vivere nel presente con uno sguardo al passato, usando strumenti contemporanei per creare qualcosa di nuovo. Questa è la visione di Radio Next, che chiude lo speciale Innovazione e la stagione con una discussione sull'energia rinnovabile e nucleare, in compagnia di Giorgio Graditi, direttore generale di Enea, ospite ai nostri microfoni durante il Festival dell'innovazione di Padova.L'Italia è in pieno percorso di transizione energetica verso la decarbonizzazione, da completare entro il 2050. L'obiettivo è chiaro: aumentare significativamente la produzione di energia da fonti rinnovabili, supportata da infrastrutture adeguate. Enea, con il suo approccio di neutralità tecnologica, sta sperimentando un mix di tecnologie: solare fotovoltaico e termico, energia eolica, tecnologie avanzate per lo stoccaggio e l'energia geotermica, e vettori puliti come l'idrogeno.Il nucleare, spesso visto con scetticismo, può giocare un ruolo complementare alle rinnovabili. Gli Small Modular Reactors (SMR) rappresentano una valida opzione per la diversificazione della produzione energetica, con tempi di realizzazione più rapidi e costi relativamente contenuti. Questi reattori possono stabilizzare la rete energetica, rendendo il sistema più efficiente e flessibile.Superare le resistenze culturali verso il nucleare è fondamentale. Giorgio Graditi suggerisce un approccio rigoroso e scientifico per informare il pubblico, evidenziando le potenzialità di un nucleare avanzato e sostenibile. È essenziale anche formare nuove figure professionali nel settore, preparandosi per un futuro energetico diversificato.E la fusione nucleare? Vista come una vera e propria rivoluzione energetica, Enea è all'avanguardia in questo campo, lavorando su progetti che mirano a risolvere le sfide tecniche legate alla fusione. Con competenze riconosciute a livello internazionale, Enea sta realizzando infrastrutture per avanzare nella ricerca sulla fusione, in collaborazione con enti pubblici e privati.Radio Next chiude così la sua stagione, Ci vediamo a settembre con nuovi approfondimenti sull'innovazione tecnologica e i suoi impatti sui modelli di business e sui mercati. Buone vacanze a tutti, e arrivederci a settembre.Buon ascolto!Ti sei perso una delle puntate dello speciale estivo di #RadioNext sull'innovazione? Niente paura, puoi trovarle qui:- Cibo nello spazio e stazioni lunari: l'innovazione che rivoluziona il futuro dell'innovazione - Intelligenza artificiale e medicina di precisione. Dove siamo? Ce lo racconta Sanofi- Innovazione sostenibile e mobilità intelligente in aeroporto

    Innovazione sostenibile e mobilità intelligente in aeroporto

    Play Episode Listen Later Jul 19, 2024


    E siamo alla terza puntata di quattro dello speciale innovazione estivo di #RadioNest. Monica Scarpa, amministratore delegato del gruppo SAVE, ha discusso vari temi chiave relativi alla mobilità sostenibile e all'innovazione nel settore dei trasporti. Il gruppo SAVE, che gestisce cinque aeroporti tra cui Venezia, Verona, Treviso, Brescia e Charleroi in Belgio, sta lavorando attivamente da oltre dieci anni per promuovere la sostenibilità nel settore aeroportuale. L'obiettivo principale è l'integrazione dei carburanti sostenibili come il SAF e, in futuro, l'idrogeno verde. Monica Scarpa ha sottolineato l'importanza di una collaborazione trasversale tra diversi settori per affrontare le sfide della transizione energetica, menzionando lo sviluppo di aeromobili di ultima generazione, droni e nuovi mezzi di trasporto alimentati a batteria e idrogeno.Il gruppo SAVE è coinvolto anche in diverse iniziative per incorporare l'innovazione nei servizi di mobilità intelligente. La collaborazione con Urban V e la partecipazione al patto per la decarbonizzazione sono esempi di come il gruppo stia cercando di anticipare i tempi dell'idrogeno e di altre tecnologie sostenibili. Inoltre, l'uso dell'intelligenza artificiale per la gestione degli scali e dei terminal è un altro esempio di come il gruppo stia implementando soluzioni innovative per migliorare l'efficienza e ridurre l'impatto ambientale.La sfida più grande, secondo Monica Scarpa, è quella di lavorare in maniera integrata e coordinata con tutti gli stakeholder coinvolti, inclusi i decisori politici, per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità e innovazione nel settore dei trasporti. Buon ascolto!Ti sei perso una delle puntate dello speciale estivo di #RadioNext sull'innovazione? Niente paura, puoi trovarle qui:- Cibo nello spazio e stazioni lunari: l'innovazione che rivoluziona il futuro dell'innovazione- Intelligenza artificiale e medicina di precisione. Dove siamo? Ce lo racconta Sanofi

    Intelligenza artificiale e medicina di precisione: dove siamo? Ce lo racconta Sanofi

    Play Episode Listen Later Jul 12, 2024


    Seconda puntata dal Galileo Festival dell'innovazione a Padova. Radio Next ha ospitato Emanuele De Rinaldis, Vice Presidente Global Head of Precision Medicine and Computational Biology di Sanofi, per discutere l'importanza dell'intelligenza artificiale nella medicina di precisione. Sanofi ha investito significativamente nell'uso di big data biomedici e algoritmi computazionali per affrontare le sfide della ricerca biomedica.L'intelligenza artificiale in questo frangente ha svolto un ruolo cruciale nella ricerca e sviluppo di farmaci, migliorando l'efficienza e riducendo i costi. La tecnologia consente di analizzare grandi quantità di dati genetici, proteici ed epigenetici, migliorando l'identificazione dei bersagli molecolari per nuovi farmaci. Questo approccio ha il potenziale di trasformare l'industria, che attualmente richiede lo sviluppo di decine di farmaci per trovarne uno realmente efficace.La personalizzazione dei trattamenti è un altro tema chiave, con l'obiettivo di adattare le cure alle specifiche esigenze dei pazienti. Questo paradigma, nato in oncologia, viene ora esteso ad altre malattie come l'asma, grazie a una migliore comprensione delle diverse classi di malattie e a uno screening approfondito dei pazienti.Durante la nostra chiacchierata, Emanuele De Rinaldis ha enfatizzato l'importanza dei dispositivi indossabili e del monitoraggio in tempo reale per raccogliere dati preziosi sui pazienti. Questi dispositivi, insieme a informazioni genetiche e ambientali, permettono di predire eventi critici e personalizzare ulteriormente i trattamenti, migliorando la qualità della vita dei pazienti.Non vi resta che ascoltare la puntata per scoprire insieme a noi le nuove frontiere della ricerca farmaceutica. Buon ascolto!Ti sei perso una delle puntate dello speciale estivo di #RadioNext sull'innovazione? Niente paura, puoi trovarle qui: - Cibo nello spazio e stazioni lunari: l'innovazione che rivoluziona il futuro dell'innovazione

    Cibo nello spazio e stazioni lunari: l'innovazione che rivoluziona il futuro dell'esplorazione

    Play Episode Listen Later Jul 5, 2024


    Innovazione significa saper vivere il presente, valorizzando il passato con gli strumenti odierni per creare qualcosa di nuovo. Questa definizione, apparentemente semplice, nasconde una profondità che va ben oltre la mera tecnologia. In questa prima puntata registrata durante il Galileo Festival della Scienza e dell'Innovazione a Padova, Radio Next ha avuto l'opportunità di esplorare questo concetto con un'intervista a Walter Cugno, Vice President Exploration and Science Domain di Thales Alenia Space Italia.Il cibo nello spazio è un tema affascinante che rappresenta una sfida cruciale per le missioni di lunga durata. Attualmente, il cibo viene trasportato dalla Terra, un sistema che, sebbene efficace per la Stazione Spaziale Internazionale, risulta economicamente e logisticamente insostenibile per future missioni su Marte o stazioni lunari. Thales Alenia Space sta lavorando su soluzioni nuove per produrre cibo in loco, sfruttando risorse minime e rigenerando rifiuti organici. Programmi di ricerca come Melissa e studi condotti da università italiane stanno aprendo la strada a nuove tecnologie per la produzione di cibo nello spazio, dalle vitamine agli antiossidanti, fino alla stampa 3D di proteine.La questione non riguarda solo l'autosufficienza alimentare, ma anche il benessere psicologico degli astronauti, che potrebbe essere migliorato con la possibilità di consumare alimenti familiari. Questo è un punto cruciale per le missioni di lunga durata, dove il comfort del cibo può fare la differenza nell'affrontare l'isolamento e le difficoltà del viaggio.In parallelo ai programmi istituzionali, l'industria privata sta giocando un ruolo sempre più importante. Aziende non tradizionalmente legate allo spazio stanno entrando in questo settore, attratte dalle opportunità offerte dalla microgravità per migliorare prodotti terrestri, dai cibi ai farmaci, fino ai materiali avanzati. Questa sinergia tra pubblico e privato sta accelerando lo sviluppo di nuove tecnologie e infrastrutture, rendendo più concreta la possibilità di esplorazioni spaziali estese e permanenti.Il sogno del turismo spaziale, pur ancora lontano, sta diventando sempre più realistico. Progetti come il Gateway e il programma Artemis stanno gettando le basi per future colonie lunari, che potrebbero un giorno essere accessibili anche ai privati. Tuttavia, come per tutte le grandi imprese, il budget sarà un fattore decisivo.Per scoprire tutti gli aspetti affascinanti della corsa allo spazio raccontati da Walter Cugno, non vi resta che scaricare il podcast. Buon ascolto!

    Innovazione Digitale e Fan Engagement: che ne pensa la Juventus con Marco Castellaneta?

    Play Episode Listen Later Jun 28, 2024


    Era un po' di tempo che volevo affrontare questo argomento con qualcuno che ne sapesse. A discapito di quanto si possa pensare, la maggior parte delle squadre italiane, dalle più blasonate alle meno conosciute, non ha nemmeno un CRM. Ho invitato allora Marco Castellaneta, Head of Digital Media di Juventus Football Club, a #RadioNext e mi sono fatto raccontare. Sono emersi alcuni temi fondamentali sull'innovazione digitale nel mondo dello sport. Marco ci ha illustrato il funzionamento e le innovazioni introdotte dallo Juventus Creator Lab, una piattaforma dedicata alla creazione di contenuti digitali situata alla Continassa, il quartier generale della Juventus a Torino. Con oltre 170 milioni di follower distribuiti su 16 canali digitali, Juventus si impegna a produrre circa 1500 contenuti settimanali, evidenziando un approccio integrato e avanzato nella gestione della comunicazione e dell'engagement con i fan. La squadra (o dovremmo dire l'azienda?) cerca di mantenere un'attrattiva internazionale attraverso una strategia di contenuti che vada oltre il semplice risultato sportivo. La creazione di partnership con influenti content creator e community social, come 433 e Céline Dette, permette al club di ampliare la propria audience e di mantenere un engagement costante anche in periodi meno favorevoli dal punto di vista sportivoMa come si gestisce la relazione tra i club di calcio e i calciatori nel contesto digitale? Marco ha sottolineato come i calciatori siano diventati essi stessi dei media, con ecosistemi di comunicazione propri che a volte superano in visibilità quelli dei club. La Juventus, pur non commercializzando direttamente i canali dei giocatori, collabora con loro per creare sinergie e supporto reciproco.La monetizzazione della fanbase digitale è un altro punto nodale. Marco ha illustrato come il club stia evolvendo il proprio modello di sponsorizzazione per includere opportunità di visibilità sui canali digitali, rispondendo alle esigenze dei brand di inserirsi in maniera credibile nei contenuti prodotti dalla Juventus.Se volete sapere i dettagli, non vi resta che ascoltare tutta l'intervista.Buon ascolto!

    Alessandro Diana (Accenture): Marketing Digitale tra Life Centricity e Intelligenza Artificiale

    Play Episode Listen Later Jun 14, 2024


    Per chiudere il ciclo di tre puntate dedicate ai Visionari Digitali, abbiamo portato in questa puntata ai nostri microfoni Alessandro Diana, Accenture Song Lead per l'Italia, l'Europa Centrale e la Grecia. Insieme abbiamo discusso le evoluzioni e le sfide del marketing digitale. Durante la conversazione, abbiamo esplorato come il marketing si sia trasformato dagli inizi con i banner fino alle attuali strategie di "life centricity", che pongono al centro le persone e i loro valori.Ma come si passa dalla "customer centricity" alla "life centricity"? Questo nuovo paradigma si concentra sulla connessione con gli individui nella loro interezza, considerando non solo le loro esigenze come consumatori, ma anche i loro valori e interessi personali. L'approccio mira a creare relazioni più profonde e significative tra i marchi e il loro pubblico, migliorando la rilevanza del brand.Ovviamente, è necessario considerare il tema delicato dell'equilibrio tra personalizzazione e privacy. Dobbiamo giocoforza riconoscere che, sebbene le persone desiderino relazioni significative con i marchi, sono spesso riluttanti a condividere informazioni personali. La chiave, secondo Alessandro, risiede in uno scambio di valore trasparente, dove le persone vedono un reale beneficio nel condividere i loro dati.L'intelligenza artificiale (IA) emerge come una forza trasformativa: permetta ai brand di personalizzare le loro offerte su una scala senza precedenti, migliorando l'efficacia e la qualità delle campagne di marketing. Il caso di Vodafone Italia, dove l'IA ha raddoppiato il tasso di accettazione delle campagne senza impatti negativi sulla forza lavoro, integrando le linee guida del brand nei motori di intelligenza artificiale, è paradigmatico. E ci torneremo a settembre, per sentire direttamente dalla voce dei protagonisti questo straordinario business case.

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