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BASTA BUGIE - Omelie
Omelia XXIV Domenica T. Ord - Anno B (Mc 8,27-35)

BASTA BUGIE - Omelie

Play Episode Listen Later Sep 10, 2024 6:43


TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7886OMELIA XXIV DOMENICA T. ORD - ANNO B (Mc 8,27-35) di Giacomo BiffiL'episodio offertoci in questa pagina del Vangelo di Marco è tra i più ricchi di insegnamento di tutta la vita del Signore. Si colloca in una delle rare occasioni nelle quali Gesù sconfina dalla sua terra e arriva in vista di una città pagana; una città che era stata fondata circa trent'anni prima dal figlio di Erode, Filippo, in onore dell'imperatore Cesare Augusto; e perciò era stata chiamata Cesarea di Filippo.Era un paese verdeggiante e solcato dalle acque: Gesù vi si rifugia col piccolo gruppo degli apostoli, per un momento di riposo e di riflessione, lontano dalla folla esigente e incalzante dei suoi compatrioti. In questo contesto di raccoglimento e di pace, il Signore invita i discepoli ad affrontare due questioni decisive: il mistero di Cristo e della sua vera identità e il mistero della salvezza del mondo ottenuta attraverso la croce.Sono due distinte lezioni. Tutte e due ci mostrano Pietro come l'interlocutore privilegiato, lo scolaro più sveglio e più reattivo. Ma è uno scolaro dal rendimento alterno: prima è acuto, e risponde bene; poi è ottuso, e sbaglia l'intervento. Prima docile all'interiore illuminazione di Dio, poi condizionato dalla mentalità mondana; prima lodato e poi rimproverato aspramente dal suo Maestro.SOLO LA CHIESA PUO' RIVELARCI LA VERA IDENTITA' DI GESU'La prima questione si riferisce all'identità di Gesù: Chi dice la gente che io sia? Chi sono io, secondo voi? È una domanda che ha un valore perenne, ed è ancora di attualità. Nessun uomo che pensa può sfuggire a questo interrogativo: o presto o tardi vi si deve confrontare. Chi è Gesù? Non andremo certo a cercare la risposta al cinema, sui giornali o alla televisione o in "ciò che dice la gente". Abbiamo visto che la "gente" - cioè la cultura mondana, arbitraria e vuota, scettica e irremovibile nei suoi pregiudizi, inquieta e incapace di cercare sinceramente la verità - non sa dare una risposta concorde; soprattutto non sa dare una risposta vera.La risposta la cercheremo da Pietro, cioè dalla Chiesa, la quale conosce il suo Signore e il suo Sposo, ed è in grado di rivelarcene il volto. È il volto del più bello dei figli dell'uomo, nel quale riluce ogni valore umano e ogni giustizia; è il volto di colui che è stato mandato da Dio a dirci le cose come stanno, perché tutti potessimo deciderci a orientare bene la nostra vita; è il volto di colui che ha detto: Chi vede me, vede il Padre, e perciò è lo stesso volto del Dio eterno, reso accessibile e leggibile alle creature che vivono nelle nebbie della storia; è il volto del nostro Salvatore, dell'unico che può salvarci davvero.Ci salva prima di tutto da quel mare di bugie, di falsità, di stupidità, nel quale siamo quotidianamente immersi e dal quale ci libera soltanto la conoscenza delle verità eterne donateci dal Vangelo; poi ci salva dalla nostra condizione di sofferenza e di morte, persuadendoci che ogni dolore ha un senso e un pregio agli occhi di Dio e che la nostra morte sarà vinta per sempre nel destino di risurrezione che ci aspetta; infine ci salva da tutte le tirannie che inceppano e umiliano la nostra esistenza: dalle mille prepotenze di chi ci vuol dominare, dalle mille paure che ci affliggono, dalle mille debolezze interiori che ci spingono a fare ciò che pur sappiamo ingiusto e riprovevole. Egli, poiché è l'unico Signore, ci dà la capacità di non arrenderci mai, ci dà il coraggio di vivere, ci dà la forza di vincere ogni seduzione del male.Tutto questo è stato intuito e riconosciuto a Cesarea di Filippo da Pietro che dice: Tu sei il Cristo, cioè tu sei l'inviato da Dio e il Salvatore degli uomini.LA NOSTRA RILUTTANZA AD ACCETTARE LA CROCE COME PARTE INTEGRANTE DEL PROGETTO DIVINO DI SALVEZZAMa Gesù è un Salvatore crocifisso. Questa seconda parte dell'insegnamento è la più dura da accettare. Cominciò a insegnare loro che il Figlio dell'uomo doveva molto soffrire. Certo, Cristo è colui che alla fine vince, perché ha con sé la vittoria di Dio; ma la sua è una vittoria che passa attraverso la sconfitta, l'umiliazione, la morte. Certo egli è il Re dell'universo e come tale apparirà alla fine, perché a lui è stato dato ogni potere in cielo e in terra; ma comincia a regnare dall'alto di una croce, coronato sì ma di una corona di spine. Egli è colui che è la vita e a tutti può dare la vita; ma la vita che egli dà germoglia dalla sua morte terribile.Gesù faceva questo discorso apertamente. Traspare da questa annotazione lameraviglia dell'evangelista, quasi a dire: Aveva il coraggio di annunciare queste cose agli apostoli trasecolati. Si capisce allora la reazione di Pietro: interpreta il sentimento di tutti e si ribella. Prende in disparte Gesù, come farebbe un uomo autorevole e sensato con un giovane che l'ha detta grossa, e si mise a rimproverarlo.Pietro siamo noi. Ci riconosciamo in quest'apostolo schietto, generoso, che però fa fatica a capire i disegni di Dio. Anche noi facciamo fatica a capire i disegni di Dio, quando includono il dolore, la mortificazione, la fine delle nostre speranze terrene. Anche noi siamo tentati di dar pareri al Signore, e di dirgli che si preoccupi un po' di più di far trionfare la giustizia, che si dia un po' da fare per far risplendere la verità davanti a tutti, che si affretti a confondere i suoi nemici e a rasserenare ed esaltare i suoi amici.Anche noi, come Pietro, siamo pronti a suggerire al Signore quale sia la strada che deve percorrere; una strada che possibilmente non passi dal Calvario. È curioso notare che l'apostolo è stato talmente spaventato dall'idea della passione, che non sembra essersi accorto che Gesù contestualmente annunciava anche l'ora della resurrezione e della gloria: Il Figlio dell'uomo doveva molto soffrire, ...venir ucciso, e dopo tre giorni risuscitare. Sembra non essersi avveduto che la vicenda aveva un lieto fine.Invece il progetto di Dio va considerato tutto: c'è la croce, ma c'è anche - e definitiva - la gioia; c'è la morte, ma c'è anche la vita eterna; c'è la sconfitta, ma c'è anche la gloria. Il dolore e la prova sono la strada, e una strada che è obbligatorio percorrere; però non sono la mèta o la condizione finale. La mèta è la felicità senza termine, ed è assicurata a tutti coloro che, partecipando alla sorte del figlio di Dio crocifisso, parteciperanno anche alla sorte del Figlio di Dio che regna glorioso.Come dice san Paolo, noi siamo eredi di Dio, coeredi di Cristo, se veramente partecipiamo alle sue sofferenze per partecipare anche alla sua gloria (Rm 8,17).

Sognandoilpiano: la musica, nel profondo.
Se cominci a farlo, cambierà tutto intorno a te.

Sognandoilpiano: la musica, nel profondo.

Play Episode Listen Later Jun 16, 2024 16:02


Spesso diamo per scontato il lavoro e l'impegno degli altri, dimenticando quanto possa essere importante un semplice "grazie" o un riconoscimento sincero. I giudizi negativi fanno rumore, ed è per questo motivo essenziale imparare a esprimere il nostro apprezzamento per bilanciare questo squilibrio. E ti racconto cosa è successo quando ho deciso di mandare una mail con l'oggetto "se vuoi lasciarmi, basta dirmelo"... --- Send in a voice message: https://podcasters.spotify.com/pod/show/sognandoilpiano/message

BASTA BUGIE - Santi e beati
La terribile storia dimenticata dei francescani martirizzati dai musulmani

BASTA BUGIE - Santi e beati

Play Episode Listen Later Mar 12, 2024 7:29


TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7723LA TERRIBILE STORIA DIMENTICATA DEI FRANCESCANI MARTIRIZZATI DAI MUSULMANI di Rino CammilleriOggi voglio ricordare i sette francescani, e non solo loro, che nel 1920 vennero martirizzati dai musulmani. Nel 1920,dunque dopo la fine della Grande Guerra, dopo i trattati di pace, dopo che Kemal Ataturk aveva respinto i Greci e salvato la Turchia. Che, lo ricordiamo, era stata alleata degli sconfitti Imperi centrali.Il genocidio del popolo armeno - il primo, nella storia, a convertirsi al cristianesimo - era stato completato da un pezzo, i turchi, stretti tra i Bolscevichi di Lenin a nord e le potenze occidentali, soprattutto Inghilterra e Francia, che si spartirono il loro ex impero, dopo aver orribilmente incendiato Salonicco (la più ricca delle loro città, ma ricca grazie a greci e armeni), visto che Ataturk intendeva modernizzare il suo popolo vietando fez, veli e barbe per dare un sterzata laica alla vita turca (ben rendendosi conto che la causa dell'arretratezza stava proprio nella religione), avrebbero potuto smetterla con le scimitarre e l'uccisione inutile e insensata dei cristiani. Invece no. Ecco la storia che andiamo a raccontare.Alla fine del 1919 tre francescani, due  italiani e un ungherese, vennero assegnati dalla Custodia della Terra Santa a Mugiukderest, in Armenia. Erano padre Francesco De Vittorio (38 anni), fratel Alfredo Dolentz (67), austriaco, e fratel Salvatore Sabatini (45). La missione era completamente distrutta e ora, a guerra finita, la Custodia intendeva ripristinarla in qualche modo. Provvisti di denaro, i tre riuscirono a farvi affluire le famiglie superstiti e a radunare la trentina di bambini rimasti orfani. Sotto la loro direzione si cominciò a riattare qualche casa e, soprattutto, a impiantare un orfanotrofio per quei bambini abbandonati che chissà come erano riusciti a scappare al genocidio. I tre frati erano tutto: medici, farmacisti, vivandieri, maestri, padri. Ma nel gennaio del 1920 ricominciò l'incubo: la notizia che i massacri di cristiani erano ripresi giunse fino alla missione e quei poveri disgraziati, la cui sfortuna non sembrava aver mai fine, presero a disperarsi. Dove altro sarebbero potuti andare? Ora che avevano riguadagnato un minimo di tranquillità, pur nella miseria, bisognava di nuovo scappare?UN INVITO A CENALeggo in una vecchia news del Centro studi Giuseppe Federici che ai tre frati, in pensiero per i loro orfanelli, si presentò uno del posto, un musulmano di cui avevano fatto la  conoscenza e che si era comportato sempre amabilmente con loro. Ne conosciamo il nome: Leuimen Oglu Alì. Aveva una grande casa e si  offrì di ospitare i missionari e tutti gli orfanelli. Anzi, poiché c'era ancora posto, poteva accogliere anche tutti i pochi cristiani del luogo. E arrivò a mettere a disposizione alcuni locali per gli oggetti, le cose care che ognuno avesse ritenuto di portare con sé. Cominciò così il trasloco. In quella nuova casa sarebbero stati al sicuro, così aveva garantito loro l'anfitrione. Anche se si fosse scatenato il pogrom, lui li avrebbe protetti, perché nessuno avrebbe osato violare la casa di un notabile musulmano. Erano a cena, gentilmente offerta dal loro ospite, quando i tre frati sentirono colpi di fucile provenienti dalla strada. D'istinto si alzarono da tavola per sbirciare dalle finestre, ma a quel punto Leuimen Oglu Alì gettò la maschera. Estratta una pistola, mentre i tre gli davano le spalle li freddò con pochi colpi, poi andò ad aprire il portone di quelli fuori, con cui era d'accordo. Dei cristiani e orfanelli non ne rimase vivo neppure uno. Poi la banda di assassini andò a saccheggiare la chiesa, l'orfanotrofio e le case delle vittime, completando l'opera con un bel falò di tutto. Tutto questo accadde il 23 gennaio 1920.CHIESA BRUCIATAPadre Alberto Amarisse, 46 anni, era superiore alla missione di Jenige-Rale. Negli stessi giorni i turchi invasero l'Armenia e uccisero lui e tutti gli altri cristiani. Padre Stefano Jalincatjan, 51 anni, armeno, era superiore alla missione Donkalè. Scappato all'ora dalle guerra, era tornato per riunire i superstiti e cercare di ricostruire quanto era stato distrutto. Ma il 23 gennaio 1920 i turchi tornarono. Capeggiati da tal Naggiar Mustafà, si avventarono nel villaggio e presero a incendiare tutto. I cristiani si rifugiarono in chiesa e, nella missione, mentre i turchi li calpestavano di fucilate. Ma prevalse l'opinione di risparmiare munizioni, visto che quelli si erano barricati. Così, mano alla benzina, diedero fuoco a tutto e arrostirono gli sventurati, missionario compreso. Al giovane fratel Giuseppe Achillian, 25 anni e armeno pure lui, andò meglio. Nel senso che non morì ammazzato. Invasa l'Armenia, ricominciarono le marcie forzate della popolazione cristiana. Molti morirono di stenti e fatica. Lui, il più giovane e in forze, partito il 23 gennaio, resistette fino al 15 del mese successivo. Ma, arrivato ad Adana, schiantò per lo strapazzo. E, se questa fu la sorte, figurarsi quella di donne, vecchi e bambini. L'italiano padre Leonardo Bellucci, 39 anni, dopo il servizio militare (il clero italiano non era ancora esentato, lo sarà con Mussolini), finita la guerra fu assegnata alla missione di Aleppo come economo e insegnante nel collegio che i francescani avevano là. Stava recandosi a Gerusalemme in treno quando, alla stazione di Kherbet el- Ghazi, un gruppo di beduini armati lo costrinse a scendere. Venne freddato sul posto a colpi di fucile. E, non contenti ne impalarono il cadavere. Allah è grande. Forse Abramo sbagliò a mettere incinta Agar...

Legionarivs Mindset-USQUE AD FINEM
EPISODIO 46 - AGISCI

Legionarivs Mindset-USQUE AD FINEM

Play Episode Listen Later Jan 14, 2024 22:50


Perché devi agire Non puoi partire da dove sei per arrivare dove vuoi senza intraprendere azioni. Quando inizi ad agire in modo concreto per ottenere ciò che vuoi metti in moto tutti i meccanismi che ti porteranno al successo. Cosa succede quando agisci Quando agisci fai sapere a coloro che ti circondano che sei deciso a raggiungere il tuo obiettivo. Le altre persone iniziano a notare ciò che stai facendo e se hanno obiettivi analoghi si associano a te. Cominci a ricevere feedback preziosi su come fare meglio, prima e più semplicemente ciò che fai. Cose che un tempo ti sembravano complicate iniziano a diventare semplici. La fiducia in te stesso aumenta e ti impegni a fondo in tutti gli ambiti della tua vita.

Timbuctu
Ep. 126 - La Russia, i saluti romani e come tutto (ri)cominciò

Timbuctu

Play Episode Listen Later Jan 11, 2024 13:29


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Flamenco Chiavi in Mano podcast
#104 La salida del cante - Flamenco Chiavi in Mano

Flamenco Chiavi in Mano podcast

Play Episode Listen Later Dec 8, 2023 14:12


La salida del cante è la partenza del cante, la preparazione a cantare che il cantaor flamenco fa per sintonizzare la sua voce (e tutto l'uditorio) sull'atmosfera del palo che si accinge ad interpretare. Le melodie utilizzate per fare questo sono in gran parte del tutto codificate dalla tradizione.Nel prossimo podcast ti darò esempi pratici commentati.Con la salida del cante, il cantaor entra nella stanza emozionale del palo e ne definisce l'anima, utilizzando delle sillabe particolari: ay ay, le lé, le ré, tirititran, torrotro, tiritiri. Quando il cantaor fa ayay viene definito quejio (appunto, lamento) o ayeo, onomatopeicamente. Ogni palo specifico ha una introduzione del cante peculiare, e quindi la salida del cante già ci dà grandi informazioni sull'identità del palo che arriverà. Tirititran probabimente viene dal fatto che la lettera T essendo dentale, è molto secca ed esplosiva, ritmica, molto più di altre lettere, e la lettera R somiglia al rasgueo, alla tecnica chitarristica in cui la mano si muove come un ventaglio e tocca tutte le corde come un rullo di tamburo. Il tirititran più famoso è quello di Alegria de Cadiz, ma non tutte le Alegrias vanno introdotte con il tirititran: l'Alegria de Cordoba no!Ricordo un aneddoto simpaticissimo, raccontato in concetro dal grandissimo cantaor gaditano Chano Lobato: un cantaor, Ignacio Epeleta, in un Café cantante, doveva cantare ma aveva appena partecipato ad una festa, in cui aveva molto apprezzatogli ottimi vini della zona, e la sua memoria era un po' offuscata dall'alcol. Cominciò a cantare usando apputno queste lettere tirititran, non ricordando il verso poetico. La cosa piacque e da un "problema" la storia del flamenco fece nascere una tradizione. Le sillabe Le lé, Le ré terminano con Ay, vengono dall'arabo: l'introduzione del canto arabo avviene con le parole Ya Lel, Ya Ain, o notte o occhio. Da lì sicuramente viene! La salida del cante con Le lé avviene ad esempio por tango e soprattutto por tiento.Una cosa che fa il cantaor prima di iniziare a cantare molto spesso, è il temple: un piccolo ay che il cantaor fa sottovoce, per intonare la nota di base. Nei dischi viene poi rimosso, o forse il cantaor lo fa con un volume così basso che non si sente, ma il fenomeno è molto comune. Il cantaor dovrebbe appunto portare con sé tutti i presenti a sintonizzarsi sulla emozionalità del palo in questione: se lo ascolti bene ti aiuterà ad entrare meglio nello spirito del palo. Sono Sabina Todaro, mi occupo di flamenco e di danze e musiche del mondo arabo dal 1985. Insegno baile flamenco a Milano dal 1990 e un lavoro sull'espressione delle emozioni attraverso le danze del mondo arabo che ho chiamato Lyrica Arab Dance. Quando insegno a volte gli allelivi si straniscono che non si balli durante la salida del cante. I ballerini bravi non ballano, ma ascoltano.Se guardi su Youtube lo vedrai: i ballerini che non sono tanto bravi a volte ballano nella salida del cante, zeppando il tutto con mille passi che li distraggono dal cante. Ma quelli bravi ascoltano, per sintonizzarsi sul cante. Il flamenco è come una torta meravigliosa, con frutta, creme ecc. Assaporala tutta, non concentrarti sui passi che sono come avere una torta buonissima e mangiarne soltanto due ciliegine. Soffermati ad ascoltare la salida del cante e potrai assaporare meglio tutta la torta!

Andata e Ritorno - Storie di montagna
125 - Maria Plozner Mentil: la storia delle portatrici carniche

Andata e Ritorno - Storie di montagna

Play Episode Listen Later Dec 4, 2023 25:34


Il fronte di guerra al confine tra Carnia e Carinzia ha rappresentato uno dei grandi paradossi del primo conflitto mondiale. Le comunità italiane e austriache avevano convissuto da sempre, collegate tra loro da un valico alpino fondamentale sia per le economie locali che per lo sviluppo del conflitto: il Passo Monte Croce Carnico.Le donne dei paesi a valle divennero una risorsa fondamentale per l'esercito italiano. Educate e rodate alla fatica, dei carri armati in vestito che non si sarebbero di certo tirate indietro alla richiesta d'aiuto dei battaglioni. Lassù infatti c'erano giovani, figli, mariti, compagni, fidanzati, padri, c'era una parte delle loro famiglie in difficoltà. Le donne, come previsto, risposero presenti.“Andiamo che altrimenti quei poveretti muoiono di fame”Cominciò in questo modo la storia delle portatrici carniche. Una storia importante, caduta nel dimenticatoio, assieme a quella di altre donne: come le cadorine ad esempio, impiegate allo stesso modo a supporto dell'attività bellica. A rappresentare questo movimento femminile sia sul fronte Carnico che sui restanti fronti alpini: Maria Plozner Mentil.Contatto mail: andataeritorno.podcast@gmail.comSito e blog: https://www.quotastories.comNewsletter: https://andataeritornopodcast.substack.com/Music by Epidemic Sound

FATTI DI TEATRO
Eleonora e Gabriele, a love story

FATTI DI TEATRO

Play Episode Listen Later Nov 18, 2023 12:34


Cominciò a Venezia questa lunga e tormentata storia d'amore tra “la Divina” Eleonora Duse e “il Vate” Gabriele D'Annunzio. Questa storia fu anche una collaborazione artistica fra due dei massimi esponenti del mondo dell'arte e della cultura del tempo e ci racconta molto della figura umana e professionale della “più grande attrice del mondo”.FATTI DI TEATRO è un podcastScritto e narrato da Simone Pacini Una produzione Clacson.mediaSegui "Fatti di Teatro - la storia del teatro come non te l'ha mai raccontata nessuno" anche su:Instagram LinkedinFacebookTelegram

BASTA BUGIE - Cristianesimo
Bisogna baciare ogni croce che il Signore permette nella nostra vita

BASTA BUGIE - Cristianesimo

Play Episode Listen Later Oct 31, 2023 11:18


TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7563BISOGNA BACIARE OGNI CROCE CHE IL SIGNORE PERMETTE NELLA NOSTRA VITAI santi hanno un legame profondo con la Croce, da San Francesco a Santa Veronica Giuliani, da Santa Brigida a Padre Pioda I Tre SentieriNel film The Passion di Mel Gibson c'è questa scena: consegnano a Gesù, ormai già una maschera di dolore e di sangue per le flagellazioni subite, la Croce; ed Egli s'inginocchia dinanzi ad essa e la bacia.Dunque, Gesù bacia il proprio patibolo. Il Cristianesimo esige - anzi possiamo dire: pretende - anche questo paradosso: baciare lo strumento del propria sofferenza.Ciò si spiega con la scelta che Dio ha fatto: salvare attraverso la sofferenza. Una scelta certamente misteriosa, ma vera, indiscutibile, che non si può negare. E se lo si volesse negare, si nullificherebbe il Cristianesimo stesso.Scrive san Luigi Grignon de Monfort nella sua Lettera agli amici della Croce: "Non accogliete mai una croce senza baciarla con umile gratitudine, e se poi la bontà di Dio vi favorisse di una croce un po' pesante, ringraziatelo in modo speciale e invitate altri a ringraziarlo. Fate come quella povera donna che, dopo aver perso tutti i suoi beni in un processo a lei ingiustamente intentato, fece subito celebrare una Messa con l'offerta dei dieci soldi che le erano rimasti, per ringraziare il Signore della buona sorte che le era capitata".Amare dunque la Croce, baciarla, ringraziare perché c'è... sembrano cose del tutto innaturali. Se si ragionassimo solo attraverso la carne (come direbbe san Paolo) saremmo nell'assurdo; ma se si ragionasse secondo lo spirito, allora si capirebbe tutto. Si capirebbe che è proprio la Croce di Cristo a rendere tutto intellegibile, tutto ordinato, tutto consolante, nell'opprimente caos del non senso che ci sarebbe se la Croce non ci fosse. Infatti, senza la Croce non si capirebbe come non disperarsi dinanzi al male.Nota di BastaBugie: Antonio Tarallo nell'articolo seguente dal titolo "La Croce, i crocifissi e i santi, un legame profondo" parla dei santi che hanno avuto un legame profondo con la Croce e, di conseguenza, con i crocifissi.Ecco l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 14 settembre 2023:«Ti saluto, o Croce santa,/ che portasti il Redentor;/ gloria, lode, onor ti canta/ ogni lingua ed ogni cuor»: queste, le parole dell'inno che accompagnano la liturgia dei venerdì di Quaresima che precedono la Pasqua. Sono parole di un inno alla Croce - «vessillo glorioso di Cristo» e «salvezza del popol fedel» - che tutti conosciamo. Ed è proprio la Croce, signum fondamentale per il cristianesimo, ad essere esaltata nella festività che viene celebrata oggi dalla Chiesa cattolica. Contemplandola, le immagini si rincorrono.Fra questi fotogrammi ce n'è uno particolare: nella cappella maggiore della basilica di San Francesco ad Arezzo, vi è un affresco dal titolo L'Esaltazione della Croce (nella foto), opera di Piero della Francesca, uno dei capolavori della pittura rinascimentale. I colori e le forme creati dall'artista raccontano il rientro della Santa Croce a Gerusalemme per poter essere issata per la devozione. L'imperatore Eraclio I (la sua figura è andata perduta nell'affresco), dopo aver ripreso la Croce sconfiggendo Cosroe II, si appresta a riportarla in città, ma un angelo lo interrompe sulla via e ferma la sua parata trionfale. Il vescovo Zaccaria lo esorta, allora, a un atteggiamento d'umiltà: solo entrando scalzo, l'imperatore potrà riportare la Croce a Gerusalemme. È questa l'umiltà che si deve portare al Sacro Legno che ha visto Cristo sofferente e morente. Ed è questa l'umiltà che i santi hanno sempre dimostrato davanti all'inesplicabile mistero che è racchiuso in quel simbolo di morte divenuto per ogni cristiano simbolo di luce e risurrezione.Inevitabile, dunque, che tutti i santi abbiano avuto un legame profondo con la Croce e, di conseguenza, con i crocifissi, riproduzioni lignee o di altra fattura che iconograficamente ci presentano il momento del Cristo sul Golgota.San Francesco d'Assisi ha avuto con la Croce sempre un dialogo particolare, a cominciare dal Crocifisso di San Damiano, la famosa opera lignea davanti alla quale il Padre Serafico ha ricevuto la chiamata a servire la Chiesa di Dio, a "ripararla". Il crocifisso fu trasferito, nel 1257, nel protomonastero di Santa Chiara in Assisi dove si trova tutt'oggi: si tratta di un'icona di dimensioni 210×130 centimetri, databile intorno al 1100, di autore sconosciuto. L'opera lignea rappresenta il "Christus triumphans", cioè il "Cristo trionfante" sulla morte. La figura di Gesù è rappresentata non solitaria perché contornata da alcune figure: la Vergine Maria; san Giovanni; Maria Maddalena e Maria di Cleofa; Longino, il soldato romano che ferì il costato di Gesù. Poi, in basso a destra, vi sono: Stephaton, identificato come il soldato che offrì a Gesù la spugna imbevuta nell'aceto; e, in ultimo, poco sopra la spalla sinistra del centurione, si nota un piccolo volto che - secondo la convenzione del tempo - potrebbe essere attribuibile allo stesso volto dell'artista che ha dipinto l'icona. A chiudere tutta questa esplosione di figure, vi sono sei angeli, disposti alle due estremità del braccio orizzontale del crocifisso.«E anche adesso amo così caritatevolmente l'anima tua, che prima di privarmene, mi farei di nuovo mettere in croce, se fosse possibile. Imita l'umiltà mia; io, Re della gloria e degli Angeli, indossai vili panni e udii con le mie orecchie ogni insulto e disprezzo» (Rivelazioni). Sono parole d'amore cristiano quelle che Gesù rivolge a santa Brigida di Svezia. Tra la santa e il Cristo crocifisso vi è, infatti, un rapporto davvero unico: la dedizione per la Passione pone Brigida fra quelle aureole che hanno trovato in Cristo crocifisso non solo un'ideale di vita religiosa ma una vera e propria compenetrazione esistenziale. Come san Francesco rivive la Croce divenendo lui stesso alter Christus, così Brigida riesce a entrare nel Mistero del Golgota con una forza strepitosa, avvincente. Un segno visibile di questo dialogo è il crocifisso custodito, a Roma, nella basilica di San Paolo fuori le mura. Era il 1349 quando la santa partì alla volta della Città Eterna per partecipare al Giubileo che si sarebbe tenuto nel 1350, anno in cui verrà raggiunta dalla figlia Caterina. Assieme a lei, deciderà di fare visita in pellegrinaggio alle basiliche romane. E fu proprio durante uno di questi pellegrinaggi che avvenne l'incontro tra santa Brigida e il crocifisso ligneo della basilica romana. In questo luogo, Brigida, mentre contemplava il Sacro Legno, vide il volto di Cristo volgersi verso di lei. Cominciò, così, il dialogo fra i due: quello scambio di parole darà vita al libro delle Rivelazioni e alle Quindici Orazioni sopra la Passione di N.S. Gesù Cristo. Ancora oggi, quel crocifisso è lì, nella basilica, nella Cappella del SS. Sacramento fatta costruire in occasione del giubileo del 1725, a 375 anni dal prodigioso evento.Altra figura femminile, santa Veronica Giuliani, conosciuta come "la sposa di Cristo". Nel monastero delle Cappuccine a Città di Castello, vicino Perugia, è conservato il crocifisso che parlò a santa Veronica. Ai tempi della santa, si trovava nell'infermeria della struttura religiosa. Nel suo Diario mistico troviamo la descrizione prodigiosa dell'evento: «Schiodando un braccio dalla croce, mi fece cenno di avvicinarmi al suo costato. E mi trovai tra le braccia di Cristo crocifisso. Quello che ho provato allora non riesco a raccontarlo: sarei voluta rimanere per sempre sul suo santissimo costato».E davanti a un crocifisso in legno san Pio da Pietrelcina ricevette il 20 settembre del 1918, sei giorni dopo la festa dell'Esaltazione della Croce, le stimmate. Era mattina, il frate cappuccino aveva appena celebrato la Santa Messa e al momento del ringraziamento per il sacrificio eucaristico appena celebrato viene sorpreso da una sorta di riposo, «simile ad un dolce sonno», così lo descriverà anni avanti. Intorno a lui, il silenzio e solamente il volto gemente di Cristo sulla Croce del Golgota. Ed è in quel silenzio che dopo la comparsa di un «misterioso personaggio (...) che aveva le mani ed i piedi ed il costato che grondava sangue», san Pio si ritroverà con «mani, piedi e costato» traforati e grondanti di sangue.Altro grande importante crocifisso è quello di san Camillo de Lellis, il fondatore dell'Ordine dei Chierici Regolari Ministri degli Infermi, che - assieme ai suoi primi compagni d'avventura - era solito riunirsi a pregare in una saletta dell'ospedale romano di San Giacomo: in questo luogo vi era custodito un crocifisso in legno che oggi si trova in una cappellina della chiesa della Maddalena (sempre a Roma), meta di molti pellegrini. Le braccia di Gesù si presentano staccate dal Sacro Legno poiché - come viene narrato nella prima biografia ufficiale del santo, Vita del Padre Camillo de Lellis di padre Sanzio Cicatelli (1615) - Cristo gli venne in sogno in un momento di sconforto spirituale, esortandolo a continuare la sua missione: «Non temere pusillanime, continua, perché questa non è opera tua, ma opera mia!». Detto ciò, staccò le sue braccia dalla Croce,

Homo Umamis
Episodio 6 - Tutto cominciò da una caramella alla pera...

Homo Umamis

Play Episode Listen Later Sep 7, 2023 38:49


Nel 1851, le caramelle agli aromi artificiali di frutta fanno il loro ingresso trionfale nella Londra vittoriana, accolte da entusiasmo e meraviglia. Oggi, nel 2023, la frase “senza aromi artificiali” imperversa sulle etichette dei prodotti che compriamo. Ma come siamo arrivati fino a questo punto? E soprattutto, dove sta andando il mondo straordinario, ingegnoso e ormai indispensabile degli aromi artificiali? Scopriamolo insieme in questa nuova puntata!  ---- La scienza è una cosa seria, non seriosa! INSTAGRAM: https://www.instagram.com/ilchimicosullatavola/ FACEBOOK: https://www.facebook.com/ilchimicosullatavola/ ---- Sul nostro sito trovi tutte le nostre attività e i nostri articoli: https://www.ilchimicosullatavola.it/ ---- Ti è piaciuto il podcast? Supporta questo e tanti altri progetti offrendoci un caffè simbolico: https://ko-fi.com/ilchimicosullatavola

BASTA BUGIE - Politica
Cosa resta di Berlusconi?

BASTA BUGIE - Politica

Play Episode Listen Later Jun 20, 2023 13:44


TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=2990COSA RESTA DI BERLUSCONI? di Massimo IntrovigneGli editoriali che si susseguono su diversi quotidiani nazionali hanno un punto in comune. Manifestano, oppure criticano, l'incapacità della sinistra italiana di capire il berlusconismo, e la fretta di ridurlo - come già avvenne per il fascismo - a una semplice «parentesi» nella storia d'Italia. Questo atteggiamento non è casuale. Deriva da un errore sociologico che risale a Friedrich Engels (1820-1895) e alla prima Scuola di Francoforte, attiva in Germania fra le due guerre mondiali e che cercava di mettere insieme marxismo e psicanalisi.Secondo la visione della storia di Karl Marx (1818-1883) e di Engels, il cammino storico è sì accidentato ma si muove in una direzione precisa: quella del «progresso», che culminerà nella società socialista e nel comunismo. La necessità di questo esito può essere provata scientificamente ricorrendo all'economia, che per Marx è la scienza delle scienze. Questa scienza proverebbe che i «lavoratori» - in particolare, ma non solo, gli operai - sono destinati ad acquisire sempre maggior peso sociale. E, siccome questi lavoratori sono per definizione progressisti - ancorché abbiamo bisogno del Partito Comunista per rendersene conto - ecco che la direzione progressista della storia è ineluttabile.La Scuola di Francoforte si trovò di fronte al dramma dell'ascesa del fascismo in Italia e del nazionalsocialismo in Germania. I suoi esponenti dovettero ammettere negli anni 1930 che il fascismo e il nazismo erano genuinamente popolari, e che fra i loro sostenitori non c'erano solo «ricchi» ma anche milioni di «lavoratori», il che metteva in crisi la teoria marxista. I «lavoratori», che avrebbero dovuto essere antifascisti, invece erano in buona parte fascisti.Questo problema - si resero conto i teorici di Francoforte - non era nuovo. Engels se l'era già posto a proposito di movimenti ancora più reazionari, secondo lui, della destra politica: le grandi religioni. Anche queste erano cresciute grazie al sostegno di milioni di poveri, non solo dei ricchi. Com'era stato possibile?Una prima spiegazione - che Engels usava per Muhammad (570-632), il fondatore dell'islam, ma non è che Gesù Cristo gli fosse tanto più simpatico - era che i leader religiosi fossero affetti da patologie - erano schizofrenici o epilettici - o presentassero quelle deformazioni della psiche che la scienza dell'Ottocento attribuiva ai grandi criminali: e che questa follia o depravazione li rendesse in qualche modo affascinanti. La Scuola di Francoforte applicò la stessa interpretazione ad Adolf Hitler (1889-1945) o Benito Mussolini (1883-1945), riducendoli a casi da manicomio criminale.Ma la spiegazione non convinceva. Ammettendo anche che Muhammad, o Mussolini, fossero pazzi, non si spiegava perché alcuni pazzi «perdono» e finiscono all'ospedale psichiatrico e altri «vincono» e radunano milioni di seguaci. Quando nella sua totalità la Scuola di Francoforte scappò dalla Germania nazista e si trasferì negli Stati Uniti, l'analisi si fece più sofisticata. Si sostenne che i folli criminali che hanno successo nella storia si distinguono per la loro sagacia nell'uso della propaganda. Theodor Adorno (1903-1969) e Max Horkheimer (1895-1973) diedero persino la colpa ai fumetti, che avrebbero veicolato ideologie «di destra», così sottilmente imposte dalle «destre» ai «lavoratori», incorrendo nei giustificati lazzi di Umberto Eco, uomo di sinistra ma grande estimatore dei fumetti.La sinistra italiana si è trovata di fronte allo stesso problema con Berlusconi. Finita la Prima Repubblica, la direzione della storia e del «progresso» era chiara: i «lavoratori» avevano vinto - con un piccolo aiuto dei magistrati - e la sinistra sarebbe andata al potere. Invece, nel 1994, vinse Berlusconi, con numeri che dimostravano come non avessero votato per lui solo i «ricchi». La sinistra italiana - rimasta più marxista di quelle di altri Paesi - applicò gli schemi di Engels e della Scuola di Francoforte. Cominciò a sostenere che Berlusconi era un «gangster» - nelle ultime settimane Eugenio Scalfari ha rivendicato più volte di essere stato il primo a usare questa espressione per il Cavaliere, prima ancora che entrasse in Parlamento - affetto da vere patologie psicologiche se non psichiatriche. E continuò con la seconda spiegazione: il gangster malato vinceva grazie alla sua abilità nell'uso dei mezzi di propaganda - stavolta (il progresso vale anche per i cattivi) non i fumetti ma la televisione. La sinistra ha continuato per vent'anni a spiegare il berlusconismo con queste categorie. E ha continuato a perdere.Giunge ora come un soffio di aria fresca il libro di uno storico accademico, Giovanni Orsina, «Il berlusconismo nella storia d'Italia» (Marsilio, Venezia 2013), che fa piazza pulita di queste idee davvero stantie. Orsina è molto attento a non offendere i suoi colleghi legati alla vulgata marxista, e a chiarire che neppure a lui è troppo simpatico Berlusconi - a sostenere il contrario si rischia di perdere la cattedra o peggio - ma rovescia completamente l'interpretazione corrente.Se Berlusconi sia o meno affetto da turbe psico-patologiche o sia un delinquente nato è cosa, suggerisce Orsina, che interessa abbastanza poco allo storico o al politologo - meno ancora al sociologo, aggiungo io - dal momento che la vera domanda è perché il suo messaggio abbia avuto successo. Né tutto si può spiegare con la televisione e il denaro. La potenza di fuoco mediatica della sinistra non è mai stata veramente inferiore a quella del Cavaliere. Si tratta dunque finalmente di spostarsi dal mezzo al messaggio, cercando di capire perché i contenuti di Berlusconi abbiano sedotto tanti italiani. Qui sta il centro del libro di Orsina, la cui argomentazione riposa su un'intuizione che mi sembra brillante e corretta.Per capire Berlusconi, sostiene Orsina, dobbiamo tornare al Risorgimento, quando l'Italia fu fatta contro la maggioranza degli italiani. La classe dirigente politica e culturale del Risorgimento voleva rifare gli italiani. Si riempiva la bocca con l'elogio degli italiani ideali, ma degli italiani reali aveva «ribrezzo». Di qui una robusta politica che Orsina definisce non solo pedagogica ma «ortopedica»: gli italiani andavano rieducati e rifatti, se del caso ingessandoli e intervenendo chirurgicamente. Da questo punto di vista, insiste Orsina, nonostante le evidenti differenze, il fascismo e la Prima Repubblica non furono poi tanto diversi dall'Italia del Risorgimento. Anche il fascismo - e perfino la Prima Repubblica, dal momento che i suoi leader erano cattolici liberali e progressisti che accettavano nella sostanza la narrativa risorgimentale - erano «ortopedici» e volevano rifare gli italiani, considerati intrinsecamente disordinati, lavativi, evasori fiscali, ribelli allo Stato e alle sue leggi.Rispetto a questa lunghissima storia, Berlusconi rappresentò una vera rivoluzione copernicana. Scese in campo affermando «L'Italia è il Paese che amo» e dichiarando che prima che gli italiani rispettassero le leggi occorreva sincerarsi che le leggi rispettassero gli italiani. Per la prima volta - non in assoluto, ma nell'ambito di forze politiche in grado di vincere le elezioni e andare al governo - qualcuno rovesciava l'ideologia risorgimentale: gli italiani - affermava Berlusconi - sono già fatti, vanno benissimo così o quasi, si tratta semmai di rifare l'Italia, cioè lo Stato e la politica che per decenni si sono costruiti contro il Paese reale.Miscela di populismo e di liberalismo economico, il berlusconismo - ci spiega Orsina - ebbe enorme successo proprio per questo rovesciamento. Il Cavaliere capì che in Italia c'erano milioni di elettori «di destra» che si turavano il naso e votavano DC ma in realtà non condividevano neppure il dossettismo filo-risorgimentale della classe dirigente democristiana.Tuttavia - è la seconda parte del libro di Orsina - il berlusconismo è fallito. Non perché alla fine il Cavaliere abbia dovuto soccombere ai giudici - in una loro parte di rilievo, espressione eccellente di quella mentalità «ortopedica» e anti-italiana - ma perché, sottovalutando forse quanto gli «ortopedici» avessero occupato tutti i gangli vitali e culturali della società italiana, non riuscì mai veramente a rovesciarne i metodi e i programmi.Qui, però, mi separo in parte da Orsina. La rivoluzione di Berlusconi - che ha certo avuto qualche risultato parziale positivo - è fallita non solo per le ragioni indicate dallo storico, ma - o così penso io - perché il Cavaliere non ha mai chiarito, a se stesso e a chi lo ascoltava, che cosa esattamente amasse dell'Italia. Si è limitato per lo più a dire che l'Italia com'era - quella disprezzata dagli «ortopedici» a partire dal Risorgimento - gli piaceva perché era fantasiosa, creativa, intelligente,

Sognandoilpiano: la musica, nel profondo.
Se non cominci da qui, sarà difficile imparare a suonare il pianoforte da adulto.

Sognandoilpiano: la musica, nel profondo.

Play Episode Listen Later Jan 23, 2023 8:12


In questo episodio condivido una visione importante per cominciare a suonare il piano. È ciò che ho imparato in anni e anni. --- Send in a voice message: https://podcasters.spotify.com/pod/show/sognandoilpiano/message

Claudio lost in the world - Podcast di viaggio motivazionale
5 Qualità Che Ricevi Appena Cominci A Viaggiare

Claudio lost in the world - Podcast di viaggio motivazionale

Play Episode Listen Later Dec 3, 2022 17:14


Viaggiare non è solo dare, ma soprattutto acquisire nuove virtù che possono evolvere la tua vita. Goditi la puntata e realizza una nuova idea di te. ✔️È uscito il mio nuovo libro "Nel nome del viaggio". Prenota la tua copia su Amazon ✔️ La mia storia su www.claudiolongoinviaggio.com

Podcast - TMW Radio
Ep. 292 - Non si cominci a criticare De Ketelaere

Podcast - TMW Radio

Play Episode Listen Later Sep 7, 2022 3:39


Ep. 292 - Non si cominci a criticare De Ketelaere

Mymeantime.it
Il giallo Agatha Christie - Podcast

Mymeantime.it

Play Episode Listen Later Oct 20, 2021 15:26


L’infedele Archibald Christie, primo marito di Agatha, darà una figlia alla scrittrice e anche il suo nome ma la colpirà profondamente negli affetti in un periodo di grande infelicità, nello stesso anno in cui nasce Elisabetta Seconda, la regina tuttora felicemente regnante. Agatha reagirà in maniera sconvolgente. In questo episodio vengono rievocati i fatti e suggerite le possibili cause di un comportamento inesplicabile poiché riferito ad una scrittrice che ha fatto della razionalità la sua cifra narrativa. Ma nella biografia di Agatha si incontrano spesso tratti insoliti, non a tutti noti. Eccone alcuni: Imparò da sola a leggere, all’ età di cinque anni e contro il desidero della madre (alla quale fu per altro molto legata).Negli anni della Grande Guerra fu volontaria Crocerossina e acquistò una certa familiarità con farmaci e veleni.Cominciò a scrivere gialli anche per effetto di una scommessa fatta con la sorella maggiore Madge. La scommessa consisteva nel saper raccontare una vicenda credibile senza che il lettore riuscisse a individuare il colpevole prima del colpo di scena finale.Conobbe il secondo futuro marito, Max Mallowan, nel luogo stesso in cui ambientò uno dei suoi gialli più famosi: l’ Orient ExpressNon amava scrivere di suo pugno le sue storie. Preferiva dettarle e farle trascrivere da altri.Per solito scriveva due o tre romanzi l’annoSecondo il Guinness dei primati le sue opere sono state stampate in oltre due miliardi di copie: un miliardo in lingua inglese e l’ altro miliardo in oltre 100 altre lingue.

Storia in Podcast
Cristoforo Colombo - Terza parte

Storia in Podcast

Play Episode Listen Later Aug 30, 2021 11:59


Cristoforo Colombo (Genova, 26 agosto – 31 ottobre 1451 – Valladolid, 20 maggio 1506) fu un navigatore ed esploratore italiano della Repubblica di Genova, tra i più importanti protagonisti delle grandi scoperte geografiche europee a cavallo tra il XV e il XVI secolo. Deve la sua fama ai viaggi che portarono alla colonizzazione europea delle Americhe. L'importanza delle sue scoperte è tale che al suo nome sono ispirati numerosi toponimi nel Nuovo Mondo, uno tra tanti quello del Paese sudamericano della Colombia.Il Prof. Vittorio H. Beonio Brocchieri spiega per Storiainpodcast come con la scoperta dell'America del 1492 cambiò il panorama geopolitico dell'Occidente. Il Mediterraneo perse la sua egemonia e il suo ruolo di epicentro indiscusso, le monarchie nazionali cominciarono a trasformarsi in potenze colonizzatrici e l'Europa dovette fare fronte a nuove e spesso drammatiche problematiche, quali la schiavitù e le malattie portate dagli europei. Cominciò così a diffondersi il colonialismo verso altri continenti.Beonio Brocchieri, è Professore di Storia Moderna presso il Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell'Università della Calabria. La sua attività di ricerca si rivolge prevalentemente verso tre ambiti: la storia economica e sociale dell'Italia, la storia delle idee politiche e sociali e la storia globale in età moderna. - La scoperta dell'America (Prima parte) - Il Mediterraneo perde il ruolo centrale (Seconda parte) - La schiavitù (Terza parte) - Il Colonialismo (Quarta parte)https://storiainpodcast.focus.it - Canale La storia della StoriaA cura di Deborah Natale. Montaggio di Silvio Farina.------------Storia in Podcast di Focus si può ascoltare anche su Spotify http://bit.ly/VoceDellaStoria ed Apple Podcasts https://podcasts.apple.com/it/podcast/la-voce-della-storia/id1511551427.Siamo in tutte le edicole... ma anche qui:- Facebook: https://www.facebook.com/FocusStoria/- Gruppo Facebook Focus Storia Wars: https://www.facebook.com/groups/FocuStoriaWars/ (per appassionati di storia militare)- Youtube: https://www.youtube.com/user/focusitvideo- Twitter: https://twitter.com/focusstoria- Sito: https://www.focus.it/cultura

Storia in Podcast
Cristoforo Colombo - Seconda parte

Storia in Podcast

Play Episode Listen Later Aug 30, 2021 7:01


Cristoforo Colombo (Genova, 26 agosto – 31 ottobre 1451 – Valladolid, 20 maggio 1506) fu un navigatore ed esploratore italiano della Repubblica di Genova, tra i più importanti protagonisti delle grandi scoperte geografiche europee a cavallo tra il XV e il XVI secolo. Deve la sua fama ai viaggi che portarono alla colonizzazione europea delle Americhe. L'importanza delle sue scoperte è tale che al suo nome sono ispirati numerosi toponimi nel Nuovo Mondo, uno tra tanti quello del Paese sudamericano della Colombia.Il Prof. Vittorio H. Beonio Brocchieri spiega per Storiainpodcast come con la scoperta dell'America del 1492 cambiò il panorama geopolitico dell'Occidente. Il Mediterraneo perse la sua egemonia e il suo ruolo di epicentro indiscusso, le monarchie nazionali cominciarono a trasformarsi in potenze colonizzatrici e l'Europa dovette fare fronte a nuove e spesso drammatiche problematiche, quali la schiavitù e le malattie portate dagli europei. Cominciò così a diffondersi il colonialismo verso altri continenti.Beonio Brocchieri, è Professore di Storia Moderna presso il Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell'Università della Calabria. La sua attività di ricerca si rivolge prevalentemente verso tre ambiti: la storia economica e sociale dell'Italia, la storia delle idee politiche e sociali e la storia globale in età moderna. - La scoperta dell'America (Prima parte) - Il Mediterraneo perde il ruolo centrale (Seconda parte) - La schiavitù (Terza parte) - Il Colonialismo (Quarta parte)https://storiainpodcast.focus.it - Canale La storia della StoriaA cura di Deborah Natale. Montaggio di Silvio Farina.------------Storia in Podcast di Focus si può ascoltare anche su Spotify http://bit.ly/VoceDellaStoria ed Apple Podcasts https://podcasts.apple.com/it/podcast/la-voce-della-storia/id1511551427.Siamo in tutte le edicole... ma anche qui:- Facebook: https://www.facebook.com/FocusStoria/- Gruppo Facebook Focus Storia Wars: https://www.facebook.com/groups/FocuStoriaWars/ (per appassionati di storia militare)- Youtube: https://www.youtube.com/user/focusitvideo- Twitter: https://twitter.com/focusstoria- Sito: https://www.focus.it/cultura

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Cristoforo Colombo - Prima parte

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Play Episode Listen Later Aug 30, 2021 9:50


Cristoforo Colombo (Genova, 26 agosto – 31 ottobre 1451 – Valladolid, 20 maggio 1506) fu un navigatore ed esploratore italiano della Repubblica di Genova, tra i più importanti protagonisti delle grandi scoperte geografiche europee a cavallo tra il XV e il XVI secolo. Deve la sua fama ai viaggi che portarono alla colonizzazione europea delle Americhe. L'importanza delle sue scoperte è tale che al suo nome sono ispirati numerosi toponimi nel Nuovo Mondo, uno tra tanti quello del Paese sudamericano della Colombia.Il Prof. Vittorio H. Beonio Brocchieri spiega per Storiainpodcast come con la scoperta dell'America del 1492 cambiò il panorama geopolitico dell'Occidente. Il Mediterraneo perse la sua egemonia e il suo ruolo di epicentro indiscusso, le monarchie nazionali cominciarono a trasformarsi in potenze colonizzatrici e l'Europa dovette fare fronte a nuove e spesso drammatiche problematiche, quali la schiavitù e le malattie portate dagli europei. Cominciò così a diffondersi il colonialismo verso altri continenti.Beonio Brocchieri, è Professore di Storia Moderna presso il Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell'Università della Calabria. La sua attività di ricerca si rivolge prevalentemente verso tre ambiti: la storia economica e sociale dell'Italia, la storia delle idee politiche e sociali e la storia globale in età moderna. - La scoperta dell'America (Prima parte) - Il Mediterraneo perde il ruolo centrale (Seconda parte) - La schiavitù (Terza parte) - Il Colonialismo (Quarta parte)https://storiainpodcast.focus.it - Canale La storia della StoriaA cura di Deborah Natale. Montaggio di Silvio Farina.------------Storia in Podcast di Focus si può ascoltare anche su Spotify http://bit.ly/VoceDellaStoria ed Apple Podcasts https://podcasts.apple.com/it/podcast/la-voce-della-storia/id1511551427.Siamo in tutte le edicole... ma anche qui:- Facebook: https://www.facebook.com/FocusStoria/- Gruppo Facebook Focus Storia Wars: https://www.facebook.com/groups/FocuStoriaWars/ (per appassionati di storia militare)- Youtube: https://www.youtube.com/user/focusitvideo- Twitter: https://twitter.com/focusstoria- Sito: https://www.focus.it/cultura

Storia in Podcast
Cristoforo Colombo - Quarta parte

Storia in Podcast

Play Episode Listen Later Aug 30, 2021 10:05


Cristoforo Colombo (Genova, 26 agosto – 31 ottobre 1451 – Valladolid, 20 maggio 1506) fu un navigatore ed esploratore italiano della Repubblica di Genova, tra i più importanti protagonisti delle grandi scoperte geografiche europee a cavallo tra il XV e il XVI secolo. Deve la sua fama ai viaggi che portarono alla colonizzazione europea delle Americhe. L'importanza delle sue scoperte è tale che al suo nome sono ispirati numerosi toponimi nel Nuovo Mondo, uno tra tanti quello del Paese sudamericano della Colombia.Il Prof. Vittorio H. Beonio Brocchieri spiega per Storiainpodcast come con la scoperta dell'America del 1492 cambiò il panorama geopolitico dell'Occidente. Il Mediterraneo perse la sua egemonia e il suo ruolo di epicentro indiscusso, le monarchie nazionali cominciarono a trasformarsi in potenze colonizzatrici e l'Europa dovette fare fronte a nuove e spesso drammatiche problematiche, quali la schiavitù e le malattie portate dagli europei. Cominciò così a diffondersi il colonialismo verso altri continenti.Beonio Brocchieri, è Professore di Storia Moderna presso il Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell'Università della Calabria. La sua attività di ricerca si rivolge prevalentemente verso tre ambiti: la storia economica e sociale dell'Italia, la storia delle idee politiche e sociali e la storia globale in età moderna. - La scoperta dell'America (Prima parte) - Il Mediterraneo perde il ruolo centrale (Seconda parte) - La schiavitù (Terza parte) - Il Colonialismo (Quarta parte)https://storiainpodcast.focus.it - Canale La storia della StoriaA cura di Deborah Natale. Montaggio di Silvio Farina.------------Storia in Podcast di Focus si può ascoltare anche su Spotify http://bit.ly/VoceDellaStoria ed Apple Podcasts https://podcasts.apple.com/it/podcast/la-voce-della-storia/id1511551427.Siamo in tutte le edicole... ma anche qui:- Facebook: https://www.facebook.com/FocusStoria/- Gruppo Facebook Focus Storia Wars: https://www.facebook.com/groups/FocuStoriaWars/ (per appassionati di storia militare)- Youtube: https://www.youtube.com/user/focusitvideo- Twitter: https://twitter.com/focusstoria- Sito: https://www.focus.it/cultura

Dentro alla storia
I conquistadores nel nuovo mondo

Dentro alla storia

Play Episode Listen Later Aug 26, 2021 29:49


Pochi anni dopo la scoperta dell'America, gli spagnoli iniziarono a interessarsi alle ricchezze del territorio e ad assoggettare i popoli che lì vivevano. Cominciò cioè l'epoca dei conquistadores, avventurieri che ebbero gioco relativamente facile nel far crollare gli imperi locali.

Capital Records pt 1
Podcast del 20/07/2021 - Quella sera che Peter Gabriel cominci a cantare in un modo un po' strano

Capital Records pt 1

Play Episode Listen Later Jul 20, 2021 1:27


Capital Records pt 1
Podcast del 20/07/2021 - Quella sera che Peter Gabriel cominci a cantare in un modo un po' strano

Capital Records pt 1

Play Episode Listen Later Jul 20, 2021 1:27


Favole della buonanotte per manager
La donnola e il gallo

Favole della buonanotte per manager

Play Episode Listen Later Jul 14, 2021 1:30


Una donnola aveva preso un gallo e cercava un pretesto plausibile per mangiarlo.Cominciò allora ad accusarlo di essere molesto agli uomini, perché cantando non li lasciava dormire. Ma il gallo si difendeva affermando che lo faceva nel loro interesse, affinché si svegliassero per attendere alle faccende quotidiane.E lo accusava di violare le leggi di natura, accoppiandosi con sua madre e le sue sorelle.Ma egli asseriva che anche questo lo faceva nell'interesse del padrone, perché così le galline facevano molte uova.Allora la donnola esclamò: "Sì, certo, sai trovare delle belle giustificazioni. Ma io non voglio per questo rimanere a bocca asciutta!" E se lo divorò.

Into the Night
Podcast del 14/05/2021 - Blues Brothers, tutto cominciò quando…

Into the Night

Play Episode Listen Later May 14, 2021 1:29


Into the Night
Podcast del 14/05/2021 - Blues Brothers, tutto cominciò quando…

Into the Night

Play Episode Listen Later May 14, 2021 1:29


Zazà. Cultura, società, meridione e spettacolo - Radio 3

Puntata dedicata al genio di Carmelo Bene, scomparso nel 2002 all'età di 64 anni; con Luisa Viglietti sul suo libro "Cominciò che era finita"; le poesie giovanili di Carmelo Bene nel volume "Ho sognato di vivere"; l'integrale di "Salo...

Capital Records pt 2
Podcast del 12/03/2021 - Quella serata del Festival Rock Italiano quando cominciò la carriera dei Litfiba

Capital Records pt 2

Play Episode Listen Later Mar 12, 2021 2:11


Un caffè che vale
Dodi Battaglia: Il coraggio di vincere

Un caffè che vale

Play Episode Listen Later Feb 23, 2021 41:12


Chitarrista, cantautore e compositore italiano, la musica è stata il suo dono. Dodi, dopo la fisarmonica, studiata per nove anni, tredicenne passò alla chitarra. Nato nella città della musica: Bologna era un vivaio di talenti. Cominciò a frequentare i ritrovi musicali. Poi, nel 1968 la proposta di entrare a far parte dei Pooh: aveva appena 17 anni.

ITALIANO BELLO • Storie e letture in italiano

Finalmente – era la sera che aspettava da tante settimane. Aveva pensato e ripensato a cosa poteva indossare a Halloween. Poi, quando meno se lo aspettava, ebbe l‘idea per il costume perfetto. L‘idea le venne mentre era seduta a tavola e mangiava la zucca al forno. Le piacevano tanto le zucche – le mangiava con gli gnocchi, nelle zuppe, al forno, impanate o nel risotto. La bambina era dotata e sapeva usare la macchina da cucire. Con l'aiuto della madre era riuscita a creare un costume stupendo. E così, quella sera si travestì da zucca. Cominciò i preparativi nel tardo pomeriggio. Il tempo sarà perfetto, pensava guardando fuori dalla finestra. C'era tanta nebbia e attorno ai lampioni la luce fredda sembrava un'aureola. La bambina mise il costume sul letto e lo ammirò. Raccolse i suoi capelli lunghi e li legò in una coda di cavallo, poi si mise il cappello arancione con la punta verde. Sua madre la aiutò a indossare il costume e le chiuse la cerniera lampo dietro la schiena. Si mise le scarpe arancioni che aveva dipinto lei stessa e prese il piccolo cestino. Era pronta per uscire. Aprì la porta e sentì l'aria fredda sulla sua faccia dipinta. Aveva dipinto dei triangoli sopra gli occhi e una striscia sulla bocca. Fece un respiro profondo guardandosi attorno. Vide tanti altri bambini in costume che avevano il suo stesso piano: raccogliere i dolci. Salutò la madre e cominciò il suo giro. Vicino alla scuola incontrò le sue amiche – una strega con una scopa, una vampira con un mantello verde scuro e una mummia. Andarono verso il porto dove abitavano tante persone benestanti che gli avrebbero sicuramente dato dei dolci. Era strafelice, ma stanca quando tornò a casa. Il suo cestino era pieno di cose buonissime. Si era divertita molto con le sue amiche e pensò che quella sera era stata un successo. Si tolse il costume e andò a letto. Mentre si addormentava, immaginò già il prossimo Halloween. Sarebbe stato perfetto di nuovo, ne era sicura. ______________

il posto delle parole
Alessandro Vanoli "Primavera"

il posto delle parole

Play Episode Listen Later Mar 20, 2020 28:59


Alessandro Vanoli"Primavera"La stagione inquietaIl Mulino Editorewww.mulino.itIn bilico tra il gelo dell'inverno e il caldo dell'estate, periodo di profumi, di piogge e di vento, di sconforto e di speranza, la primavera è per sua natura inquieta. Raccontarla significa narrare di feste dedicate alla vita che rinasce e di luce che ritorna: dai greci agli ebrei, sino alla Pasqua dei cristiani. Ma anche di eserciti e di mercanti – che per secoli hanno atteso che i mari si facessero calmi per ripartire –, di rivoluzioni, di diritti e conquiste. La primavera è però prima di tutto ciclo terrestre, equinozio, risvegliarsi di sensi e di corpi, di fiori, erbe, insetti, uccelli, in un'ansia di desiderio dove tutto sembra rimandare in realtà a qualcosa di più antico e profondo: forse alle origini del mondo, a quella natura primordiale alla quale ci lega la nostra stessa biologia. La primavera racconta una sorta di struggente nostalgia, di quando, alle origini, noi e il mondo eravamo una cosa sola, legati dallo stesso ritmo e dallo stesso ordine delle cose.Così comincia "Primavera"In principio.I cieli e la terra scossi dai gemiti di un'alba di tempesta. Un'aria calda, bagliori grigi all'orizzonte, un'eco di tuono. Cominciò forse con un rumore di pioggia: lenta e irregolare, poi il suono si fece fragore e il fragoreboato. E in un istante, tutto fu acqua: scorreva, gocciava, respirava, scrosciava tra le rocce di torrenti appena nati. Una pioggia fitta come una risata. E con la pioggia venne la vita. E la vita si protese verso il cielo con ogni stelo, ramo o foglia. E scavò nel fango, immergendo radici affamate nel buio della terra. Poi il fragore poco alla volta si spense, lasciando un nuovo silenzio carico di voci, mentre vapori di nebbia salivano densi dalla terra e una luce dorata si schiudeva tra squarci di nuvole nere. Quel giorno la primavera ebbe i tuoi occhi. Flora, Demetra, Proserpina, qualunque sia il tuo nome. Si aprirono stupiti e sorridenti dal profondo inestricabile di un bosco appena sorto. Quel giorno la primavera ebbe il tuo corpo. Lunghi capelli castani intrecciati di foglie; seni bianchi umidi ancora dell'ultima pioggia; braccia e gambe dischiuse nei colori di larghi fiori profumati.Alessandro Vanoli è esperto di storia mediterranea. Tra i suoi libri per il Mulino: «Andare per l'Italia araba» (2014), «Quando guidavano le stelle» (2015), «La Sicilia musulmana» (2016), «L'ignoto davanti a noi (2017)», «La via della seta» (con F. Cardini, 2017) e in questa stessa serie «Inverno» (2018).IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.it

Parole di Storie - Mitologia
Il diluvio, Deucalione e Pirra. Mitologia

Parole di Storie - Mitologia

Play Episode Listen Later Dec 29, 2019 12:17


La felicità degli esseri umani era stata contaminata dai mali usciti dal vaso di Pandora. Gli uomini avevano scoperto le malattie, il dolore, la cattiveria. All'inizio ne rimasero sconvolti, non sapevano che cosa fossero. Poi cominciarono ad abituarsi. Anzi, se la spassavano proprio, tanto che s'erano dimenticati degli dèi e si comportava male. Zeus pensò che non poteva continuare così, gli uomini dovevano ricevere una bella lezione. Cominciò a raccogliere le nubi. Grigie, nere, minacciose. Continue reading

Chiacchiere da Venere - Podcast da donne!
Non cambiare per via degli “altri”

Chiacchiere da Venere - Podcast da donne!

Play Episode Listen Later Nov 8, 2019 19:09


Sai cosa non ti piace di come stai vivendo la tua vita, sai anche cosa invece adori e vorresti conservare. Cominci a pensare che sia possibile intraprendere un percorso di evoluzione personale, e poi… …Poi vedi i tuoi bimbi e ti dici “ma no, come posso cambiare la mia routine senza creare problemi a loro?” oppure guardi il tuo compagno e pensi “lui certamente crederà che mi sto montando la testa e che qualcosa tra di non sta funzionando”.Quante volte il “pensiero degli altri” è la SCUSA che utilizziamo per bloccare la nostra crescita? Siamo proprio così sicure che questi “altri” pensino di noi quello che immaginiamo!?Ne parliamo nel podcast di oggiCONTINUA A SEGUIRMI SU www.chiacchieredavenere.it/newsletter

Chiacchiere da Venere - Podcast da donne!
Non cambiare per via degli “altri”

Chiacchiere da Venere - Podcast da donne!

Play Episode Listen Later Nov 8, 2019 19:09


Sai cosa non ti piace di come stai vivendo la tua vita, sai anche cosa invece adori e vorresti conservare. Cominci a pensare che sia possibile intraprendere un percorso di evoluzione personale, e poi… …Poi vedi i tuoi bimbi e ti dici “ma no, come posso cambiare la mia routine senza creare problemi a loro?” oppure guardi il tuo compagno e pensi “lui certamente crederà che mi sto montando la testa e che qualcosa tra di non sta funzionando”.Quante volte il “pensiero degli altri” è la SCUSA che utilizziamo per bloccare la nostra crescita? Siamo proprio così sicure che questi “altri” pensino di noi quello che immaginiamo!?Ne parliamo nel podcast di oggiCONTINUA A SEGUIRMI SU www.chiacchieredavenere.it/newsletter

Radio evangélica del Reino
Il sospiro dell’Onnipotente

Radio evangélica del Reino

Play Episode Listen Later Aug 27, 2019 12:54


Esiste un enorme segreto nel tuo cuore. Non lo hai mai conosciuto perché hai vissuto in un mondo senza luce. Il tuo cuore e il tuo spirito sono stati rapiti dal malvagio. I tuoi occhi sono coperti dall’oscurità; non riesci a vedere il sole nel cielo, né la stella che luccica nella notte. Le tue orecchie sono otturate da parole ingannevoli e non puoi sentire la voce fragorosa di Jahvè, né il suono delle acque che scorrono dal trono. Hai perso tutto ciò che avrebbe dovuto appartenerti e tutto ciò che l’Onnipotente ti ha donato. Sei entrato in un mare infinito di amarezza, senza una forza che ti salvi, senza nessuna speranza di sopravvivenza, lasciato a combattere nella confusione… A partire da quel momento, sei destinato a essere afflitto dal malvagio, a essere tenuto lontano dalle benedizioni dell’Onnipotente, fuori dalla portata di ciò che offre l’Onnipotente, e intraprendi una strada senza ritorno. Un milione di chiamate non riusciranno a svegliare il tuo cuore e il tuo spirito. Dormi profondamente nelle mani del malvagio, che ti ha attirato nel regno senza confini, senza direzione, senza indicazioni. Così, hai perso la tua purezza originale, la tua innocenza, e hai cominciato a nasconderti dalle cure dell’Onnipotente. Il malvagio guida il tuo cuore in ogni occasione e diventa la tua vita. Non hai più paura di lui, non lo eviti più, non dubiti più di lui. Anzi, nel tuo cuore lo tratti come Dio. Cominci a custodirlo, a adorarlo, a essere inseparabile dalla sua ombra, e vi affidate l’uno all’altro nella vita e nella morte. Non hai idea di quali siano le tue origini, del perché esisti, o del perché muori. Consideri l’Onnipotente uno sconosciuto; non conosci le Sue origini, tanto meno tutto ciò che Egli ha fatto per te. Tutto ciò che procede da Lui ti è divenuto odioso. Non lo apprezzi e non ne riconosci il valore. Cammini con il malvagio, sin dal giorno in cui hai cominciato a ricevere doni dall’Onnipotente. Tu e il malvagio camminate attraverso migliaia di anni di tempeste e bufere. Insieme a lui, vai contro Dio, la fonte della tua vita. Non ti penti, e tanto meno capisci che sei sul punto di perire. Ti dimentichi che il malvagio ti ha tentato, ti ha afflitto; dimentichi le tue origini. E così, il malvagio ti ha danneggiato, passo dopo passo, fino a oggi. Il tuo cuore e il tuo spirito sono desensibilizzati e decaduti. Non ti lamenti più dell’angoscia del mondo, non credi più che il mondo sia ingiusto. Non ti importa neanche più dell’esistenza dell’Onnipotente. Ciò è dovuto al fatto che hai riconosciuto il malvagio come il tuo vero padre, e non puoi più separartene. Questo è il segreto nel tuo cuore.

ARTICOLI di Rino Cammilleri
Per conoscere davvero l'autore del Signore degli Anelli va letta la sua biografia

ARTICOLI di Rino Cammilleri

Play Episode Listen Later Jul 16, 2019 5:33


TESTO DELL'ARTICOLO ➜ http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=5712PER CONOSCERE DAVVERO L'AUTORE DEL SIGNORE DEGLI ANELLI VA LETTA LA SUA BIOGRAFIA di Rino CammilleriDormiva non più di cinque ore per notte. Dopo quattro figli, lui e la moglie decisero per le camere separate, perché lui russava. Si alzava prestissimo al mattino, svegliava i tre maschietti e, con loro, in bicicletta faceva qualche chilometro per andare a messa nella chiesa cattolica più vicina. Al ritorno faceva colazione (a quel tempo per fare la comunione occorreva essere digiuni dalla sera precedente) e si sbarbava.Da buon inglese conservatore era metodico nelle sue abitudini. Odiava i dandy (che sospettava di omosessualità) alla Oscar Wilde e perciò si vestiva in modo usuale a comodo, flanella e tweed. Tanto, a lezione indossava la toga e si metteva il tight solo se c'era qualche cena accademica a cui dover presenziare. Unici svaghi, la pipa e la conversazione con gli amici davanti a una pinta.Si innamorò di sua moglie quando aveva sedici anni, e fu un amore contrastato. Edith si chiamava, e fu l'unica donna della sua vita. Quando doveva portare i bambini in vacanza al mare, era nei luoghi più scontati e banali della media borghesia inglese. Odiava tutto ciò che era francese, a cominciare dalla cucina. Conoscendo i sapori e la varietà di quest'ultima rispetto a quella inglese ci sarebbe da restare allibiti, ma questo aiuta a capire l'uomo e il suo amore sconfinato per tutto quanto era inglese. Per lo stesso motivo viaggiò pochissimo e solo per necessità.Nel Signore degli Anelli ciò che scoraggia la lettura nel neofita sono le prime quasi trecento pagine, tutte dedicate alla descrizione del mondo degli Hobbit. Ebbene, qualcuno ha arguito che Tolkien non dovette fare altro che osservare se stesso, la sua passione per la tradizione, per le abitudini consolidate, per la vita pacifica e senza scossoni. Infatti, Bilbo, the hobbit, piange perché «le avventure non finiscono mai».Per tutto ciò Tolkien «fu, per dirla con un'espressione moderna, un uomo di destra». Così scrive Humphrey Carpenter nel suo corposo J.R.R.Tolkien. La biografia (Lindau, pp. 438, €. 28). Un uomo di destra «per il fatto che onorava il suo re e la sua patria e non credeva nella capacità di governo del popolo». Per lui la democrazia richiedeva «princìpi spirituali» che si corrompevano nel «tentativo di renderli meccanici e formali». Così scriveva lui stesso. E concludeva, profeticamente: «Fino al giorno in cui qualche Orco non entrerà in possesso dell'Anello del Potere: e allora quello che otterremo, e stiamo ottenendo, sarà la schiavitù».Sempre per gli stessi motivi, «un'altra fonte di infelicità fu, in età avanzata, l'abolizione della messa in latino». Proprio lui, il linguista, lui che aveva creato un'intera mitologia per supportare con una saga le lingue che aveva inventato, il quenya e il sindarin di radici finniche e celtiche: se c'era uno che conosceva in profondità il significato di una lingua antichissima e universale era lui, lui che nella sua opera immortale aveva spiegato come certe porte potessero aprirsi solo al suono di una certa lingua, e solo a quello. Forse era troppo vecchio per firmare l'appello che una sessantina di intellettuali inglesi (tra cui lord Acton, Malcom Muggeridge, Agatha Christie) rivolse in quegli anni a Paolo VI affinché la messa di san Pio V restasse immutata.Tolkien, come si è detto, non amava viaggiare. Non ne aveva bisogno, viaggiava la sua fantasia, capace di creare «un progetto grandioso e stupefacente, che ha pochi eguali nella storia della letteratura». Cominciò con un quaderno di appunti, The Book of Lost Tales, «Il libro dei racconti perduti», che poi sarebbe stato conosciuto come Il Silmarillion. Le storie della Terra di Mezzo (Middle Earth, dal norvegese Midgard) costituiscono, con Lo Hobbit e Il Signore degli Anelli, compresi i mille rivoli che da essi si dipartono (come I figli di Hurin, per esempio), l'invidia di ogni scrittore, il cui sogno è passare alla storia con una sola invenzione. E magari farci tanti quattrini, come la Rowling con il suo Harry Potter. Con la differenza che la profondità del lavoro di Tolkien il maghetto se la sogna. Non per niente Tolkien «aveva sempre la sensazione di registrare qualcosa che esisteva già, da qualche parte, e non di "inventare"».

Pantheon
#8 Leonardo e l'Adorazione dei Magi

Pantheon

Play Episode Listen Later Apr 27, 2019 30:00


"Cominciò una tavola dell'adorazione dei Magi, che v'è su molte cose belle... " Un'altra opera del giovane Leonardo lasciata incompiuta ci aiuta da una parte a comprendere la sua personalità, il suo spostarsi da una città...

magi leonardo da vinci brian eno firenze paolo conte vasari cominci lorenzo pavolini federica barozzi
Soundscapes
"The end"

Soundscapes

Play Episode Listen Later Jan 28, 2019 1:05


- By Luca Severini, 3A Liceo Scientifico - Gli sembrava una giornata come le altre. L'unica differenza è che quel giorno c'era il sole e si sentivano cinguettare gli uccellini. Camminava sulla poca neve rimasta a terra, di ritorno dal lavoro. "Crack, crack, crack". Tirava dritto verso casa. Nella monotonia della sua vita, quel giorno gli appariva come una rinascita. Non era solo l'arrivo della primavera, avvertiva in sé una rinascita spirituale. Sì, forse era un po' metereopatico. Camminado si sentiva persino coccolato dal traffico cittadino, che non era molto intenso in quel tratto di strada. Stranamente era più eccitato del solito. Che fosse solo il tempo? No...Aveva fatto qualcosa che non doveva, qualcosa di stupido, che però lo faceva sentire vivo. Nell'armonia dei suoni, cominciò poco a poco a diventare paranoico. Sentì una macchina passargli vicino e frenare bruscamente. Nello stesso momento, lo distrassero le voci che fuoriuscivano dal bar lì a due passi. Quel solo istante ruppe completamente l'armonia dei suoni."Che quella macchina avesse frenato per me? Cercava me? Ma era subito ripartita! Impossibile! Resta calmo, calmati”, si diceva. “E quei tizi che parlavano al bar? Forse qualcuno mi stava osservando. Mi sta osservando qualcuno adesso?”, continuava a dirsi. “Devo solo continuare a camminare, devo solo arrivare a casa." ripeteva ossessivamente nella testa.Quella pacatezza che aveva all’ inizio della camminata ormai era solo un ricordo. I rumori nell'ultimo tratto di strada erano gli stessi, ma era lui a non essere più lo stesso. Cosa aveva fatto? Perché era così paranoico?Era arrivato a casa. Mentalmente annientato. Sconquassato emotivamente. Aprì la porta e la chiuse velocemente. I rumori del mondo fuori si spensero, e rimase in silenzio coi soli rintocchi dell'inquietudine.Nei giorni precedenti era entrato nel deep web, solo per curiosità, per sfizio. Aveva parlato con chi non avrebbe mai dovuto parlare, né trattare. Prese un pezzetto di carta e accese il computer. Voleva rimediare ai suoi errori. Cancellarsi dal sito a cui s'era iscritto ed evitare che le cose degenerassero. Cominciò a prendere appunti, scriveva velocemente, era nel panico; batteva forte le dita sulla tastiera senza tregua. Il pensiero della morte lo tormentava. Scriveva e pigiava tasti. Non si calmava. Improvvisamente qualcuno spaccò il vetro della finestra. Frantumi di vetri e poi Pam!...Pam!...Pam! Tre colpi di pistola silenziata alla schiena.Era morto, accasciato sulla scrivania, col braccio che penzolava giù.Dalla finestra rotta, la natura estasiata tornò a farsi sentire. L’assassino selezionò qualcosa con il mouse sul computer della vittima. Intanto, terribile era il gocciolio del sangue sul pavimento...

Lectio del Vangelo di Marco
Commento a Marco 6, 6b-12 Chiamò innanzi i Dodici e cominciò a inviarli (Lectio del 17 - 2 - 2015)

Lectio del Vangelo di Marco

Play Episode Listen Later Feb 17, 2015 64:42


Commento a Marco 6, 6b-12

Lectio del Vangelo di Marco
Commento a Marco 6, 6b-12 Chiamò innanzi i Dodici e cominciò a inviarli (Lectio del 17 - 2 - 2015)

Lectio del Vangelo di Marco

Play Episode Listen Later Feb 17, 2015 64:42


Commento a Marco 6, 6b-12

BASTA BUGIE - Famiglia e matrimonio
Oltre i due figli la vita cambia in meglio

BASTA BUGIE - Famiglia e matrimonio

Play Episode Listen Later Jan 10, 2014 16:55


TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=3099OLTRE I DUE FIGLI LA VITA CAMBIA... IN MEGLIO! di Lindsay BoeverLa dimensione della famiglia americana media è di 2,5 persone, con una media di 0,9 bambini per nucleo familiare. WOW! Quando ho visto questa statistica, oggi, sono rimasta impressionata dai numeri. Il numero di figli per famiglia è drasticamente diminuito dall'ultima volta che ci avevo fatto caso.Non avevo mai capito perché le persone hanno due figli finché non ho avuti figli a mia volta. Nella mia testa sono cresciuta immaginando di avere centinaia di figli. Veramente. Sognavo una casa piena di bambini. Non capivo affatto la realtà della maternità. Non sapevo cosa significasse avere le nausee di mattina. Non capivo quanto la gravidanza possa essere difficile e a volte spaventosa per la maggior parte delle persone. Non sapevo cosa significasse restare svegli tutta la notte per varie settimane di seguito per poi essere svegliata la mattina da un bambino di due o tre anni molto riposato. Non avevo mai pensato a tutte queste cose. Non conoscevo la pena di chinarsi preoccupata a morte su un figlio malato. Non sapevo come ci si sente a preoccuparsi continuamente per il futuro e la formazione di un figlio. Ecco, ero sicura di me e ignorante. Poi ho avuto un figlio. Ho avuto il mio primo figlio e me ne sono innamorata perdutamente.COME LA MAGGIOR PARTE DELLE MADRI CON I LORO PRIMI FIGLI ERO METICOLOSA SU TUTTOMi assicuravo di leggere per lui 40 ore al giorno, gli insegnavo il linguaggio dei segni, preparavo tutte le sue pappe, lo portavo fuori ogni giorno, e leggevo ogni libro sull'essere genitori, per assicurarmi di non rovinarlo a vita. Ma guardando indietro ero davvero sopraffatta. Vedete, quando una donna si sposa ed ha un figlio, la vita che prima conosceva cambia completamente. La tua vita non è più solo tua, per sempre. Sei interamente responsabile per un altro essere umano. Mi ricordo di aver pensato, la prima volta che si ammalò: "Se non lo porto io dal dottore non lo farà nessun altro." Devi prendere decisioni importanti su cose come vaccini, scelta della scuola, parto naturale o pilotato, allergie, strategie parentali (sculacciare o non sculacciare), problemi a dormire, capricci, problemi alimentari,, ecc. ecc. Non c'è un barometro nella maternità. Non ricevi una medaglia alla fine della giornata che ti dice: "Brava, hai gestito bene quella crisi!" oppure: "Bene! ottima scelta per la vaccinazione!" oppure: "Gran bel cambio di pannolino!". Quindi per la prima volta, nella vita di molte donne ci si trova davanti a uno scenario da primo giorno di scuola solo che i libri di testo sono al livello del tuo post-dottorato.SEMBRA CHE INTORNO ALLA SCADENZA DEL SECONDO ANNO, LA MAGGIOR PARTE DELLE PERSONE SI ARRISCHI AD AVERE UN ALTRO FIGLIOCi sono: ecco perché la maggior parte delle persone non va oltre il limite dei due figli. Si lo so, alcuni dicono che è per altre ragioni tipo: finanze, gravidanze difficili o addirittura pericolose. Però, quando parli seriamente con una donna scorgi in lei la solitudine e il desiderio di avere altri figli. Probabilmente lei neanche lo sa. Quanto a me, ho avuto il mio primo figlio al quale ho dato tutta la mia attenzione. Poi ne ho avuto un altro al quale sentivo che avrei dovuto dare tutta la mia attenzione. Questo era davvero un compito impossibile. Chi può farcela? Mi ricordo quando dovevo andare da qualche parte e facevo in modo di avere un esercito di persone ad aiutarmi. Veramente. Ammiravo le madri di famiglie numerose e mi sentivo inadeguata accanto a loro. Ero allo zoo con i miei due bambini e sei delle mie sorelle ognuna a reggere qualche gamba e braccio e possibilmente anche respirare per loro se ce ne fosse stato bisogno. Poi vedevo madri di dieci figli... Senti questa: da sole allo zoo!... e anche sorridenti.Quando vivevamo in Oklahoma mettevo nel bagaglio abbastanza giocattoli perché nelle otto ore di viaggio avessero qualcosa di nuovo da guardare ogni 2,3 minuti. Era ridicolo. A messa ci portavamo un buffet, così che non passasse un attimo in quell'ora senza che potessero mangiare o guardare qualcosa. Non guidavo MAI per più di un'ora da sola perché: potrebbe piangere o qualcosa del genere, cosa che non doveva succedere. E' la prima volta da quando sei madre che ne hai uno che gattona e in più un neonato. Mia madre dice sempre che la maggior parte dei bambini diventa normale al loro primo compleanno. Il che significa: questa cosa l'ho vista e rivista. Tu hai questo bambino dolce bello innocente che fa tutto ciò che dovrebbe per il suo primo anno di vita e poi... qualcosa succede. Comincia ad avere le sue opinioni. Come osa pensare da sé? Improvvisamente fa capricci in pubblico, inarca la schiena, si sdraia per terra, si arrampica su qualsiasi cosa, va a pescare nel water, diventa un mangiatore schizzinoso. Loro sono un disastro e tu sei un disastro. Mi ricordo una mia cara amica che piangeva sulle foto del suo bambino da piccolo per la metamorfosi subita nel suo secondo anno di vita. Mai prima di allora ti eri trovata davanti a continue decisioni su come gestire quel polipo che ti ritrovi in casa. In più hai un neonato per il quale il cuore della notte è il momento di massima attività. Nota bene: il gattonatore che ha dormito nella stanza accanto per 13 ore di fila non essendo informato si sveglia comunque per far festa alle sei di mattina. Come faceva a non sapere che tu hai preso sonno solo alle 5 e mezzo? Davvero, chi continuerebbe a fare una cosa del genere? Sei così stanco e sopraffatto che tu sai che Dio non può volere che uno viva in quel modo.E tu ti trovi a dire: "Non sono in grado di essere una buona madre per i due che ho, perché dovrei farne altri?" "Non riesco a immaginare di sentirmi così per il resto della mia vita." "Posso usare i miei talenti in modi più produttivi che non siano avere altri bambini". "Ero molto più paziente prima di avere dei figli" "Non sono utile a nessuno in questo stato".Questa vocina nella tua testa non viene da Dio. E' il demonio che prova a scoraggiarti dal fare il più importante lavoro che tu possa mai fare. Vedi, come ogni nuovo lavoro, qualcosa comincia a cambiare dopo due bambini, (alcuni dicono dopo tre, ma la maggior parte due). Cominci a abituarti al tuo nuovo lavoro. Tutte le tue piccole paure e domande non sono più costantemente presenti. Cominci a vedere fasi nei tuoi bambini e sai che normalmente "anche questo passerà". Cominci ad avere una pacifica accettazione della tua "promozione" e cominci a vederla in questo modo. Come facevo a sentirmi più stanca con un bambino di quanto non lo sia adesso con sei? Perché non è più un problema guidare per otto ore da sola con tutti i miei figli ma fino a pochi anni fa non avrei guidato per 30 minuti con uno solo? Come mai adesso riesco a fare tre ore di viaggio per andare a trovare mia madre e ogni figlio si accontenta di un solo libro per tutto il viaggio quando in passato avevano un giocattolo per ogni 5 minuti e i viaggi erano così faticosi e snervanti?TU COMINCI A CAMBIARECominci a vedere ogni figlio molto diversamente. Cominci a guardare il più grande non come a uno di cinque anni, ma con la prospettiva, del tutto nuova, di uno che vivrà a casa ancora solo per altri 13 anni. Ti godi la loro infanzia, e sei consapevole che la maggior parte delle cose che fanno sono fasi. Ti accorgi di quanto vola il tempo, e cerchi di rallentare. Tu sai che possono dormire o non dormire, e anche se non dormono, improvvisamente e stranamente diventa: "Va bene uguale". Perché succede questo? Quando avevo solo Dominic mi dovevo alzare nel mezzo della notte, io ero veramente la persona più stanca di tutta l'America. Davvero. Avevo bisogno di due sonnellini durante la giornata perché mi sentivo davvero molto stanca. Ma poi ti adatti. Ora non mi sento più così stanca come quando avevo solo un bambino. Tu vai avanti e Dio ti fa andare avanti.UNA MADRE DI NOVE FIGLI MOLTO SAGGIA MI DISSE UNA VOLTA: "I GIORNI SONO LUNGHI MA GLI ANNI SONO BREVI".Vorrei cambiarlo in: "Alcuni giorni sono lunghi, ma gli anni sono davvero troppo brevi." Cominci a vedere come le cose cambiano da una stagione all'altra. Ti ritrovi a dire: "Solo l'estate scorsa gli piaceva correre in bici fuori, ora è più tranquillo e vuole stare dentro mentre noi usciamo." Vedi, queste sono le lezioni alla scuola della maternità. Con ogni nuovo figlio hai una promozione. Dio ci cesella e ci rifinisce e ci fa belle. Perché le madri di famiglie numerose sono edificanti? Perché ci piace star loro vicino? Non fraintendetemi, non voglio dire che le madri due figli non hanno niente da insegnarci. Non è questo che voglio dire. Quello che voglio dire è che in ogni lavoro la persona che è stata lì più a lungo e ha più esperienza è piuttosto saggia. Ci sono persone che vorrebbero dei figli ma non possono avere. Le persone forse non sono sagge a meno che non abbiano figli e specialmente molti figli? No, niente affatto. Tutti hanno qualcosa da insegnare. Non sono qui a darmi pacche sulla spalla (sono ancora in mezzo al guado). Sono qui solo per incoraggiare e semplicemente per dire: "Vai avanti." Il mondo ti dice di fermarti. Ma il mio punto è semplicemente: se sei stata benedetta con il dono