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"Lo Hobbit", il grande romanzo di Tolkien, esce con una nuova traduzione. E allora noi leggiamolo, percorriamolo e torniamo a sognare, seguendo il viaggio di Bilbo Baggins! Leggi Lo Hobbit: https://amzn.to/3ApWRVH Inizia a usare ActivePowered con una prova di 14 gioni: http://activepowered.com/dufer ⬇⬇⬇SOTTO TROVI INFORMAZIONI IMPORTANTI⬇⬇⬇ Abbonati per live e contenuti esclusivi ➤➤➤ https://bit.ly/memberdufer I prossimi eventi dal vivo ➤➤➤ https://www.dailycogito.com/eventi Scopri la nostra scuola di filosofia ➤➤➤ https://www.cogitoacademy.it/ Impara ad argomentare bene ➤➤➤ https://bit.ly/3Pgepqz Prendi in mano la tua vita grazie a PsicoStoici ➤➤➤ https://bit.ly/45JbmxX Il mio ultimo libro per Feltrinelli ➤➤➤ https://amzn.to/3OY4Xca La newsletter gratuita ➤➤➤ http://eepurl.com/c-LKfz Tutti i miei libri ➤➤➤ https://www.dailycogito.com/libri/ Il nostro podcast è sostenuto da NordVPN ➤➤➤ https://nordvpn.com/dufer #hobbit #tolkien #rickdufer INSTAGRAM: https://instagram.com/rickdufer INSTAGRAM di Daily Cogito: https://instagram.com/dailycogito TELEGRAM: http://bit.ly/DuFerTelegram FACEBOOK: http://bit.ly/duferfb LINKEDIN: https://www.linkedin.com/pub/riccardo-dal-ferro/31/845/b14 -------------------------------------------------------------------------------------------- Chi sono io: https://www.dailycogito.com/rick-dufer/ -------------------------------------------------------------------------------------------- La musica della sigla è tratta da Epidemic Sound (author: Jules Gaia): https://epidemicsound.com/ - la voce della sigla è di CAROL MAG (https://www.instagram.com/carolmagmusic/) Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
In occasione dell'uscita della nuova traduzione, parliamo con Paolo Nardi de "Lo Hobbit", questo straordinario racconto spesso sottovalutato che amiamo così tanto! Leggi "Lo Hobbit": https://amzn.to/3Ad2Gp2 L'ultimo libro di Paolo: https://amzn.to/3YaoDNK ⬇⬇⬇SOTTO TROVI INFORMAZIONI IMPORTANTI⬇⬇⬇ Abbonati per live e contenuti esclusivi ➤➤➤ https://bit.ly/memberdufer I prossimi eventi dal vivo ➤➤➤ https://www.dailycogito.com/eventi Scopri la nostra scuola di filosofia ➤➤➤ https://www.cogitoacademy.it/ Impara ad argomentare bene ➤➤➤ https://bit.ly/3Pgepqz Prendi in mano la tua vita grazie a PsicoStoici ➤➤➤ https://bit.ly/45JbmxX Il mio ultimo libro per Feltrinelli ➤➤➤ https://amzn.to/3OY4Xca La newsletter gratuita ➤➤➤ http://eepurl.com/c-LKfz Tutti i miei libri ➤➤➤ https://www.dailycogito.com/libri/ Il nostro podcast è sostenuto da NordVPN ➤➤➤ https://nordvpn.com/dufer #hobbit #tolkien #rickdufer INSTAGRAM: https://instagram.com/rickdufer INSTAGRAM di Daily Cogito: https://instagram.com/dailycogito TELEGRAM: http://bit.ly/DuFerTelegram FACEBOOK: http://bit.ly/duferfb LINKEDIN: https://www.linkedin.com/pub/riccardo-dal-ferro/31/845/b14 -------------------------------------------------------------------------------------------- Chi sono io: https://www.dailycogito.com/rick-dufer/ -------------------------------------------------------------------------------------------- La musica della sigla è tratta da Epidemic Sound (author: Jules Gaia): https://epidemicsound.com/ - la voce della sigla è di CAROL MAG (https://www.instagram.com/carolmagmusic/) Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
Secondo episodio del ciclo sul cinema. Analisi dell'adattamento cinematografico de “Lo Hobbit” di Peter Jackson con cenni sul linguaggio filmico, trasposizione delle opere letterarie, sceneggiatura e doppiaggio. Conducono la puntata Simone Claudiani, Alessandra Olivieri, Giovanni Olivieri. Ospiti della serata: Fina Ciaravella, Alvise Renier e con la partecipazione di Erinvor - Tolkien e dintorni.
Sara Gianotto"Nella Terra di Mezzo con Tolkien"Tra storie, lingue e paesaggiGiulio Perrone Editorewww.giulioperroneditore.comRealtà e Fantasia: due parole che normalmente sono contrapposte. Tuttavia non possono fare a meno l'una dell'altra, arricchendosi a vicenda, e questo J.R.R. Tolkien lo sapeva bene. Secondo lo scrittore britannico la Terra di Mezzo non era semplicemente un luogo racchiuso tra le pagine dei libri, ma il nostro mondo in un suo passato mitico. Perciò, da una parte abbiamo i luoghi meravigliosiche possiamo esplorare nel Signore degli Anelli, Lo Hobbit e Il Silmarillion (e non solo): i reami degli Elfi, le roccaforti dei Nani e quelle degli Uomini, foreste antiche come il mondo stesso e terre nere dove la luce del sole non riesce a toccare il suolo. A queste si intrecciano i fili della vita del professore, nato in Sudafrica ma cresciuto a Birmingham e vissuto a Oxford. E così le dolci colline inglesi si riflettono nella placida Contea e viceversa; i campi devastati della battaglia della Somme richiamano l'orrore di Mordor e noi, oggi, ripercorrendo le orme di Tolkien a Oxford, possiamo toccare con mano i luoghi dove la Terra di Mezzo ha preso vita.Sara Gianotto è editor e copywriter. Per «I Sarti del Web» è responsabile del reparto copy e tiene la rubrica della «Penna Rossa». J.R.R. Tolkien e le sue opere sono la sua specializzazione, in particolare gli Elfi; oltre a workshop e seminari tenuti in giro per l'Italia per l'AssociazioneItaliana Studi Tolkieniani, ha pubblicato Scrivere in Tengwar (Polini Editore, 2017) e ha partecipato al progetto “Tolkien e i Classici”: Tolkien e Dante. Gli Elfi e l'amore stilnovistico, in Tolkien e i Classici (Eterea Edizioni, 2019); Tolkien e Alfieri. Fëanor e i caratteridella tragedia alfieriana, in Tolkien e i Classici vol. II (Eterea Edizioni, 2018) e alla sua traduzione in inglese edita dalla Walking Tree Publishers nel 2019.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itQuesto show fa parte del network Spreaker Prime. Se sei interessato a fare pubblicità in questo podcast, contattaci su https://www.spreaker.com/show/1487855/advertisement
Qual è il pensiero incoraggiante di Gandalf? Secondo me si tratta dell'idea più potente e importante di Tolkien, vediamo di cosa si tratta! Inizia a SUPER-imparare con Superprof, il sito leader nelle lezioni private, per imparare qualsiasi cosa! Usa il link per iniziare il tuo percorso con uno sconto esclusivo: https://www.superprof.it/?aff=3381 Puoi avere la tua borraccia AirUp con uno sconto speciale: https://airup.link/3r80GcZ - usa il codice sconto DAILYCOGITO per il 10% sulle bottiglie air up fino al 31 ottobre. ⬇⬇⬇SE VUOI CONOSCERCI MEGLIO⬇⬇ Abbonati al canale da 0,99/mese ➤➤➤ https://bit.ly/memberdufer Spettacoli e conferenze in tutta Italia ➤➤➤ https://www.dailycogito.com/eventi La CogitoLetter quotidiana ➤➤➤ http://eepurl.com/c-LKfz Il videocorso per parlare bene ➤➤➤ https://www.dailycogito.com/video-corso/ Il videocorso tra filosofia e psicologia ➤➤➤ https://psinel.com/psicostoici-sp/ Tutti i miei libri ➤➤➤ https://www.dailycogito.com/libri/ Canale Discord (chat per abbonati) ➤➤➤ https://discord.gg/pSVdzMB Il negozio (felpe, tazze, maglie e altro) ➤➤➤ https://www.dailycogito.org/ SE VUOI LEGGERE TOLKIEN 1) Il signore degli anelli: https://amzn.to/48lC7Kx 2) Lo Hobbit: https://amzn.to/46icSHw 3) Il Silmarillion: https://amzn.to/46bjwPw #tolkien #ilsignoredeglianelli #rickdufer INSTAGRAM: https://instagram.com/rickdufer INSTAGRAM di Daily Cogito: https://instagram.com/dailycogito TELEGRAM: http://bit.ly/DuFerTelegram FACEBOOK: http://bit.ly/duferfb LINKEDIN: https://www.linkedin.com/pub/riccardo-dal-ferro/31/845/b14 -------------------------------------------------------------------------------------------- Chi sono io: https://www.dailycogito.com/rick-dufer/ -------------------------------------------------------------------------------------------- La musica della sigla è tratta da Epidemic Sound (Ace-High, "Splasher"): https://login.epidemicsound.com/ - la voce della sigla è di ELIO BIFFI Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
Decimo Anniversario dell'uscita del film Lo Hobbit con Letture e commenti. conduce Fina Ciaravella Simone Claudiani ospiti Alessandra Olivieri Virginia Cavalli.
Benvenuti e Bentornati ad Astronomia al Planetario. Oggi intervistiamo Matteo Boni neolaureato in astrofisica a Bologna, appassionato di Astronomia, di giornalismo e di narrazione della Scienza.In questa puntata parliamo di comete in particolare della cometa di Halley e di come il racconto del passaggio della cometa sia cambiato negli ultimi 100 anni. Parliamo anche di idee di come fare divulgazione e di come contagiare il pubblico con la nostra passione per l'Astronomia.Ringrazio ancora per la disponibilità Matteo Boni per la partecipazione.Lorenzo inoltre consiglia come libri o film: -Paola Govoni (2002), "Un pubblico per la scienza. La divulgazione scientifica nell'Italia in formazione". Roma: Carocci.-Piero Tempesti (1984), "I segreti delle comete" (Biblioteca di Astronomia).Roma: Armando Curcio.-Silvia Bencivelli e Francesco Paolo de Ceglia (2013), "Comunicare la scienza".Roma: Carocci.-Stephen Hawking (1988), "Dal big bang ai buchi neri. Breve storia del tempo".Milano: BUR.-Stephen Hawking (2001), "L'universo in un guscio di noce". Milano: BUR.-Margherita Hack (2005), "Idee per diventare astrofisico. Osservare le stelle per spiegare l'universo". Bologna: Zanichelli.-Margherita Hack (2007), "Vi racconto l'astronomia". Bari: Laterza.-John R.R. Tolkien (2012), "Lo Hobbit". Milano: Bompiani.Per seguirci sui nostri social :-Facebook: https://www.facebook.com/planetariodimodena-Instagram: https://www.instagram.com/planetariomodena/-Twitter: https://twitter.com/planetario_mo-Sito : https://www.planetariodimodena.it/Musica della sigla: We Ride! - Reed Mathis
I rischi veri li corri da adulto, quando guardi quei film di cui tanto hai sentito parlare da pischello e che per un motivo o per un altro adesso non ti ricordi più. Noi l'abbiamo fatto con Willow, e ci siamo addentrati con molta curiosità, inquietudine, e l'immaginario ancora pregno di quell'ammucchiata di nani che è stato LO HOBBIT. E cos'è alla fine Willow? Sicuramente un film terribilmente ambizioso, ma non terribile e neanche meraviglioso. Solo un viaggio troppo lungo su una strada troppo battuta da mille altri film prima di lui. Un fantasy sull'avventura di un nano (vero) che deve proteggere un'amabile pupetta e superare in astuzia una regina malvagia uccidendo un mostro a due teste. Una roba standard e abbastanza tradizionale per il genere, un po' come la ribollita. Intro music performed by Stefano Gargiulo Guarda la Live stream sul nostro canale YouTube: Vintage People Channel Leggi la recensione sul nostro sito: Vintage People site Il gruppo telegram dei Vintage People: Vintage People group Puoi trovare tutto su Mike qui: Arcade Mike Linktree BUON ASCOLTO --- Send in a voice message: https://podcasters.spotify.com/pod/show/vintagepeople/message
Il concetto di "canone" in Tolkien è stato, ed è tutt'ora, argomento ampiamente dibattuto nell'ambito degli studi e recentemente inaspritosi con l'uscita della serie televisiva "Gli Anelli del Potere". Ma è possibile definire il "canone" in Tolkien? E in quale modo rispetto ad altri autori? È coretto parlare di canonicità tra libri, film e serie tv? Ma, soprattutto, quali opere del Professore sarebbero canoniche e quali, anche inaspettate, non ne rientrerebbero? Cercheranno di rispondere a queste e altre domande tre esperti studiosi di rinomata levatura nazionale e internazionale, Beppe Pezzini, Oronzo Cilli e Ivano Sassanelli, moderati da Pierluigi Cuccitto con il supporto dello staff di Radio Brea. La puntata andrà in onda Venerdì 18 Novembre sul canale Twitch di Radio Brea
Il concetto di "canone" in Tolkien è stato, ed è tutt'ora, argomento ampiamente dibattuto nell'ambito degli studi e recentemente inaspritosi con l'uscita della serie televisiva "Gli Anelli del Potere". Ma è possibile definire il "canone" in Tolkien? E in quale modo rispetto ad altri autori? È coretto parlare di canonicità tra libri, film e serie tv? Ma, soprattutto, quali opere del Professore sarebbero canoniche e quali, anche inaspettate, non ne rientrerebbero? Cercheranno di rispondere a queste e altre domande tre esperti studiosi di rinomata levatura nazionale e internazionale, Beppe Pezzini, Oronzo Cilli e Ivano Sassanelli, moderati da Pierluigi Cuccitto con il supporto dello staff di Radio Brea. La puntata andrà in onda Venerdì 18 Novembre sul canale Twitch di Radio Brea
Vi siete mai chiesti cosa ci fosse dietro alle fantastiche scenografie de “Il Signore degli Anelli”? Cos’è che rese questo film così rivoluzionario ed innovativo? In questo podcast vi spieghiamo tutti i segreti relativi ai costumi e agli effetti speciali impiegati per la realizzazione della pellicola. Qui la puntata in cui vi parliamo dell’intera saga! […]
Secondo episodio speciale (che poi speciale non è perché vuole diventare un'abitudine: ce lo ripetiamo come un mantra, ormai), con la preziosa moltiplicazione dei microfoni a beneficio di Chiara Martini, booktuber d'élite.Rispetto al primo meeting con Chiara, un mese fa, nel mondo sono accadute giusto due o tre cosette... ma noi cerchiamo di non farci sopraffare e distrarci/vi per mezz'ora o poco più.Oggi si parla di un genere, un pianeta, un universo. Amatissimo dai più, mal digerito da tanti altri lettori abituali. Le domande già si sprecano. È roba da ragazzini? Come la mettiamo con gnomi e draghi? E allora Harry Potter? Insomma: che fare con questo benedetto Fantasy?LO HOBBIT di J.R.R. TOLKIEN TITO DI GORMENGHAST di MERVYN PEAKEREDWALL & MARTINO IL GUERRIERO di BRIAN JACQUES
PENDENTE: Rubrica su Cinema, letteratura, fumetto ed esperienze culturali
L'Essere Umano al centro di tutto. Uno dei principi su cui si basa una filmografia assai poliedrica come quella di Peter Jackson, celebre regista che ha spaziato diversi generi ed emozionato milioni di spettatori. Ultimo capitolo della trilogia de "Lo Hobbit". Film poco convincente o finale dignitoso? Qualunque sia la risposta, è pur sempre cinema d'intrattenimento di qualità.
PENDENTE: Rubrica su Cinema, letteratura, fumetto ed esperienze culturali
L'Essere Umano al centro di tutto. Uno dei principi su cui si basa una filmografia assai poliedrica come quella di Peter Jackson, celebre regista che ha spaziato diversi generi ed emozionato milioni di spettatori. Secondo atto dell'avventura di Bilbo Baggins. Jackson stavolta si concede un capitolo intermedio che porta avanti i pregi e i difetti dell'operazione "Lo Hobbit"...ma diamine se è divertente!
PENDENTE: Rubrica su Cinema, letteratura, fumetto ed esperienze culturali
L'Essere Umano al centro di tutto. Uno dei principi su cui si basa una filmografia assai poliedrica come quella di Peter Jackson, celebre regista che ha spaziato diversi generi ed emozionato milioni di spettatori. Jackson torna nella Terra di Mezzo e lo fa attraverso la storia di Bilbo Baggins e della sua avventura insieme a una compagnia di nani. Ha inizio la trilogia de "Lo Hobbit". Purtroppo e per fortuna.
Ti aspettiamo lunedì 8 novembre 2021 nella sede di Fede & Cultura a Verona in via Marconi 60 per l'evento in presenza con Paolo Nardi "Leggiamo insieme Lo Hobbit". Per chi non ci può essere trasmetteremo anche in streaming qui su YouTube! Il libro: https://www.fedecultura.com/?store-page=Leggiamo-insieme-Lo-Hobbit-p411266824Iscriviti al nostro canale senza censura su Telegram ➜ https://t.me/fedecultura
Lettue e commenti dai vari passi de lo Hobbit conduce la puntata Martino Cardani, Simone Claudiani. Ospiti della serata Fina Ciaravella, Marta Tamburini, Eva Garavaglia.
BIOGRAFIA DI TOLKIEN, IL PIÙ GRANDE SCRITTORE DEL NOVECENTO, AUTORE DE ''LO HOBBIT'' E DE ''IL SIGNORE DEGLI ANELLI'' di Marco RespintiJohn Ronald Reuel Tolkien nasce da famiglia inglese il 3 gennaio 1892 a Bloemfontein, in Sudafrica, due anni prima del fratello Hilary Arthur Reuel (1894-1976). Nel 1895, i Tolkien tornano in Inghilterra. L'anno successivo muore il capofamiglia, Arthur Reuel (1857-1896). Nel 1900 la vedova, Mabel Suffield, si converte dall'anglicanesimo "alto" - conservatore - alla Chiesa cattolica con i due figli, perciò le famiglie Suffield e Tolkien, protestanti, interrompono ogni rapporto e ogni aiuto a lei e ai due orfani: nel 1904, ella muore a 34 anni perché, per ragioni economiche, non ha potuto curarsi adeguatamente. Il futuro filologo - riferisce il biografo Humphrey Carpenter - afferma: ""Mia madre è stata veramente una martire; non a tutti Gesù concede di percorrere una strada così facile, per arrivare ai suoi grandi doni, come ha concesso a Hilary e a me, dandoci una madre che si uccise con la fatica e le preoccupazioni per assicurarsi che noi crescessimo nella fede". Ronald Tolkien scrisse queste parole nove anni dopo la morte di sua madre. Ci indicano come egli associasse alla madre la propria appartenenza alla Chiesa cattolica. Si potrebbe aggiungere che, alla morte della mamma, la religione prese nei suoi affetti il posto che lei aveva precedentemente occupato. La consolazione che gliene derivò fu sia emozionale sia spirituale". Affidati a parenti e a conoscenti, gli orfani sono seguiti da un sacerdote cattolico proveniente dalla cerchia dei collaboratori del cardinale John Henry Newman (1801-1890). Nel 1910 Tolkien entra all'università di Oxford, dove frequenta corsi di studi classici, nonché di Lingua e Letteratura Inglesi, ottenendo il baccellierato con lode nel 1915. Il 22 marzo 1916 sposa Edith Bratt (1889-1971) con cui si era fidanzato nel 1914, dopo la conversione della giovane dall'anglicanesimo al cattolicesimo; ne avrà quattro figli: John Francis Reuel, nel 1917 - sacerdote cattolico dal febbraio del 1946 -; Michael Hilary Reuel (1920-1984); Christopher Reuel, nato nel 1924; e Priscilla Mary Reuel nel 1929.Nel 1916, scoppiata la Grande Guerra, il futuro filologo combatte sulla Somme - in Francia - come sottotenente, ma in novembre viene rimpatriato a causa della "febbre da trincea". Convalescente, nel 1917 inizia la composizione di The Book of Lost Tales, il grande affresco da cui derivano le sue opere narrative più note. Tornato a Oxford, nel 1918 entra nell'équipe del New English Dictionary. Nel 1919 è tutor universitario; nel 1920 lettore di Lingua Inglese all'università di Leeds dove, nel 1924, è titolare della stessa cattedra. Nel 1925 è nominato alla cattedra Rawlinson e Bosworth di Anglosassone all'università di Oxford, dove, dal 1945 al 1959, anno in cui lascia l'insegnamento, è titolare della cattedra Merton di Lingua e Letteratura Inglesi. Nel 1972 l'università di Oxford gli conferisce il dottorato ad honorem in Lettere e il 2 settembre 1973, a 81 anni, Tolkien si spegne a Bournemouth e la Messa funebre è celebrata dal figlio.LEWIS E "GLI SCARABOCCHIATORI"Nel 1926, Tolkien conosce l'anglista e scrittore Clive Staples Lewis (1898-1963), con cui stringe lunga e profonda amicizia. Con altri, il filologo è strumentale alla progressiva conversione dell'amico - almeno a partire dal 1929 - dall'ateismo al teismo, quindi all'anglicanesimo, deluso quando questi non completerà il cammino passando al cattolicesimo. Tolkien e Lewis sono noti anche come i principali animatori del club letterario oxfordiano degli Inklings, grosso modo "gli scarabocchiatori".IL VERO TOLKIENLe opere del Tolkien narratore vengono pubblicate e divengono famose - a volte originando un vero e proprio "culto della personalità", che il filologo non incoraggia e che anzi detesta, rifugge e teme - negli anni 1960 e 1970, contrassegnati dall'"alternativa", dalla psichedelia, dalla "fuga dalla realtà" e dalla contestazione. Accanto alla commercializzazione, talora brutale, della sua immagine, l'ideologizzazione di cui è fatto oggetto, anche in Italia, produce distorsioni assurde, che interpretano The Lord of the Rings ora come "bibbia" degli hippy; ora come testimonianza irrazionalista, puramente estetica, "reazionaria" e addirittura "cripto-fascista"; ora come insieme di tesi e di visioni neopagane, gnostiche ed esoteriche. Le opere tolkieniane sono, invece, incentrate su un grande affresco, di carattere anche teologico, fondato su amor, pietas e caritas, oltre che sul coraggio e sulla fortezza - compresi la dedizione, l'abnegazione e l'eroismo anche dei "piccoli" -, che il filologo ammirava nelle letterature classiche, nei racconti epici e mitologici, e nella Bibbia. Formato ai valori più classici del patriottismo inglese, del conservatorismo e della fede cattolica, Tolkien è assai lontano dalle descrizioni - a volte vere caricature - proposte da certa critica forzata, che ha fondamento solo in interpretazioni superficiali dei suoi motivi d'ispirazione, dei suoi espedienti narrativi e della sua passione per il mito, insieme emblema, esempio, modello, tipo e ideale. "Devo dire che tutto questo è un mito - scrive Tolkien a proposito della propria narrativa -, e non una nuova specie di religione o di visione". Ossia, "per quanto riguarda il puro espediente narrativo, questo, naturalmente, mi è servito per cercare esseri provvisti della stessa bellezza, dello stesso potere e della stessa maestà degli dèi dell'alta mitologia, che possano però anche essere accettati, diciamo pure audacemente, da chi creda nella Santa Trinità".Il filologo presenta sé stesso un poco dappertutto nella propria produzione letteraria, ma luogo privilegiato di autodescrizione della figura, dello spirito e della produzione tolkieniane sono certamente il saggio On Fairy-Stories, del 1947, e l'epistolario, del 1981. Poco scrittore di fantasia della modernità e molto più "raccoglitore" di narrazioni epiche, in Tolkien l'apporto creativo si esplicita maggiormente nell'opera di "codificazione" e di trasmissione che non in quella di produzione ex nihilo, dove il significato d'"invenzione" sta più nell'etimo del termine - "trovata", "scoperta", "rinvenimento" - che non nel senso corrente di "ideazione dal nulla" o in quello traslato di "bugia". Le sue storie - non necessariamente fattuali, ma reali perché vere - sono prodotto di "sub-creazione"; ovvero, della capacità poietica - produttrice e poetica - dell'uomo che crea, partecipando della facoltà più importante del proprio Creatore a immagine e somiglianza del quale è stato fatto. Dunque, la creazione letteraria come produzione umana che è imitatio Dei e cantico del e all'Altissimo, nonché uso dei talenti in una vita vissuta - militia super terram, nel senso più vasto - per tessere le lodi del Signore, a Lui ritornare e a Lui offrire la consecratio mundi. Strumento è la parola umana il cui inscindibile e profondo legame con il Verbo di Dio fattosi carne non sfugge a Tolkien filologo e narratore. "Io pretenderei - scrive -, se non pensassi che fosse presuntuoso da parte di una persona così mal istruita, di avere come obiettivo quello di dimostrare la verità e di incoraggiare i buoni principi morali in questo nostro mondo, attraverso l'antico espediente di esemplificarli attraverso personificazioni diverse, che alla fine tendono a farli capire".LO SCRITTORE CATTOLICOIl padre gesuita Guido Sommavilla e il frate minore francescano Guglielmo Spirito hanno, in Italia, evidenziato e sottolineato la dimensione cattolica della narrativa tolkieniana. "Il Signore degli Anelli è - scrive il filologo al padre gesuita Robert Murray - fondamentalmente un'opera religiosa e cattolica; all'inizio non ne ero consapevole, lo sono diventato durante la correzione. Questo spiega perché non ho inserito, anzi ho tagliato, praticamente qualsiasi allusione a cose tipo la "religione", oppure culti e pratiche, nel mio mondo immaginario. Perché l'elemento religioso è radicato nella storia e nel simbolismo. Tuttavia detto così suona molto grossolano e più presuntuoso di quanto non sia in realtà. Perché a dir la verità io consciamente ho programmato molto poco: e dovrei essere sommamente grato per essere stato allevato, da quando avevo otto anni, in una fede che mi ha nutrito e mi ha insegnato tutto quel poco che so". Sottolineando l'importanza dello "Scrittore della Storia, e non alludo a me stesso, l'unica persona sempre presente che non è mai assente e mai viene nominata ", Tolkien osserva: "Nel Signore degli Anelli il conflitto fondamentale non riguarda la libertà, che tuttavia è compresa. Riguarda Dio, e il diritto che Lui solo ha di ricevere onori divini". Apertamente egli afferma: "[...] sono un cristiano, cosa che può anche essere dedotta dalle mie storie, anzi un cattolico. Quest'ultimo fatto forse non può essere dedotto dalle mie storie; benché un critico [...] abbia affermato che le invocazioni di Elbereth e la figura di Galadriel nelle descrizioni dirette [...] siano chiaramente collegate alla devozione cattolica a Maria. Un altro ha visto nel pane da viaggio (lembas) un viaticum e nel fatto che nutre la volontà [...] e che è più efficace quando si è digiuni un riferimento all'Eucarestia. Cioè: la gente indugia in cose molto elevate anche quando si occupa di cose meno elevate come una storia fantastica". Cattolica è anche l'estetica dello scrittore, che parla di "[...] Nostra Signora, su cui si basa tutta la mia piccola percezione di bellezza sia come maestà sia come semplicità".Dunque, completamente errata e fuori luogo è l'impostazione - origine ed emblema di molte altre analoghe, anche diversamente formulate - del filosofo e leader della Nuova Destra francese Alain de Benoist, che nel "manuale" Comment peut-on être païen? del 1981, in traduzione italiana nel 1984, indica Tolkien - con altri - quale modello di preteso "neopaganesimo".
il Ghirigoro arriva a due cifre! ...e nel capitolo di oggi vi racconterà dell'insospettabile generosità di Minerva McGranitt, di come la Saga si intrecci con Lo Hobbit e Frozen, e di come evitare i bolidi mentre si cerca di segnare con la pluffa
Oggi abbiamo con noi NICOLAS GENTILE un viaggiatore fantastico della Terra di Mezzo.Nicolas ha fatto della sua passione per il mondo di Tolkien, per gli Hobbit e per la trilogia de Il Signore degli Anelli il suo scopo di vita. Con il suo progetto My Hobbit Life ha ricreato in Abruzzo una casa Hobbit e il suo sogno è quello di costruirci la Contea.Segui Nicolas su Instagram: @_myhobbitlife_
Benvenuti all'undicesimo episodio della serie spin-off Book Reading in cui il buon Benny ci leggerà il primo capitolo del capolavoro di J. R. R. Tolkien “Lo Hobbit”. Buon ascolto!
Sapevate che, oltre al Signore degli Anelli, Lo Hobbit e il Silmarillion, il nostro caro J. R. R. Tolkien si dilettava a scrivere dolci lettere vestendo i panni di Babbo Natale?
In questa puntata vi daremo le nostre impressioni su: – Lo Hobbit, gioco del 2010 di Reiner Knizia portato in Italia da Giochi Uniti; – Roam, di Ryan Laukat e da poco distribuito nel nostro paese da dV GIOCHI. Il Nikstarter di questa settimana è invece stato Bristol 1350, di Facade Games. E ricordatevi di...
Puntata interamente dedicata a lo Hobbit con Sara Morgan come co-condutricce ospiti Paolo Paron, Emy Morelli Simone Degasperis e la traduttrice per l'adizione Bompiani Caterina Ciuferri.
Puntata interamente dedicata a lo Hobbit con Sara Morgan come co-condutricce ospiti Paolo Paron, Emy Morelli Simone Degasperis e la traduttrice per l'adizione Bompiani Caterina Ciuferri.
Camminare, camminare, per arrivare dove? Dove siamo arrivati dopo le nostre escursioni metaforiche e reali? Cosa siamo diventati? Oggi a Bookcrossing proviamo a parlare delle nostre scarpinate interiori e dei panorami bellissimi che ci hanno regalato. Buon ascolto, buone letture!
Amo questo film, ancor di più il libro che mi ha fatto sognare da bambino e che continua ad emozionarmi sempre ogni volta che lo riprendo in mano. Adoro questa scena e il doppiaggio assolutamente sopraffino di Luca Ward. (Mi auguro sia un contributo che si possa considerare DIGNITOSO Lascio anche qualche canale esterno per i più curiosi dato che sono presente un po' su tutti i social con materiali di recitazione, scrittura, doppiaggio e disegno di diverso genere: :D #francescomerli #piumenere
TESTO DELL'ARTICOLO ➜http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6059NOVE CONSIGLI PER VIVERE CRISTIANAMENTE IN FAMIGLIA AI TEMPI DEL CORONAVIRUS di ANDREA FAUROOrmai la speranza che la reclusione in casa per via del Coronavirus duri pochi giorni va via via scemando; molti genitori si sono ritrovati di punto in bianco a riorganizzare le giornate dei propri figli e a domandarsi su come poter tenerli impegnati in maniera costruttiva.Mi permetto di dare alcuni spunti a quei genitori che avranno la voglia di leggerli; spunti che ovviamente vanno ricalibrati in base all'età, al sesso, al carattere e ai bisogni contingenti dei propri figli.San Giovanni Bosco soleva avere un certo timore quando vedeva avvicinarsi la fine della scuola e l'inizio delle vacanze estive che non aveva paura di definire come "la vendemmia del diavolo", proprio perché era un tempo che rischiava di essere trascorso male dai giovani che il buon Dio gli aveva affidato.Per analogia possiamo paragonarlo alla situazione presente, in cui se è vero che si fa di tutto per ricordare ai nostri ragazzi che non stanno in vacanza (e lo testimoniano anche i compiti o le video conferenze da parte dei professori in questi giorni), è anche vero che il tempo a disposizione è notevolmente aumentato per via della brutale interruzione della nostra vita di tutti i giorni.Ricordiamoci (e ricordiamo ai nostri ragazzi) che il fine dell'uomo è conoscere, amare e servire Dio: questa enorme quantità di tempo che abbiamo a disposizione va quindi organizzata e pianificata di modo tale che possa aiutarci nella nostra santificazione personale, non per l'ozio e la dissipazione; ogni nostra azione deve infatti essere fatta per amor di Dio e per la Sua maggior gloria.CONSIGLIO N° 1: STACCARE LA SPINASalvo i leciti motivi dovuti alla scuola, sarebbe bene moderare (se non eliminare del tutto) l'utilizzo di Tv, tablet, smartphone, videogiochi, ecc. sia per i rischi connessi al loro utilizzo sia per via della mentalità liberale e anticristiana che trasmettono molti film e giochi su consolle, per non parlare dei programmi spazzatura in TV e la carica ansiogena divulgata specialmente in questi giorni.Ovviamente non basta vietare la tecnologia... occorre anche dare valide alternative: libero spazio quindi a giochi di società da fare in famiglia, sport compatibilmente con gli spazi a disposizione, lettura di buoni libri che narrino la vita di eroi o di santi (belli e appassionanti sono i racconti De Wohl; altri autori consigliati sono Guareschi, Chesterton, Tolkien, Belloc, Benson) per dare ai ragazzi modelli da imitare veri, concreti, che appaghino la loro sete di grandezza... non Superman, Fedez o Jovanotti.Se capita si approfitti "cum grano salis" anche della visione di buoni film (abbastanza rari ma ce ne sono: The Passion di Mel Gibson, Cristiada di Dean Wright, [...] Undici settembre 1683 di Renzo Martinelli… ma anche film più leggeri come la Trilogia del Signore degli Anelli e Lo Hobbit di Peter Jackson o il Don Camillo interpretato da Fernandel.Poi la pratica (o scoperta) di qualche hobby come suonare uno strumento, dipingere, scrivere, disegnare, collezionare e catalogare oggetti ecc.CONSIGLIO N° 2 AVERE UNA VITA REGOLARELa saggezza popolare insegna: "Presto a letto e presto alzato fanno l'uomo ricco, sano e assennato."Con la momentanea sospensione della scuola e degli impegni della vita di tutti i giorni, è facile perdere la cognizione del tempo e lasciarsi andare.Occorre quindi - anche in tempo di reclusione in casa - abituare i ragazzi a mantenere orari fissi nell'andare a letto e nello svegliarsi la mattina, ma anche il rispetto di doveri minimi come il riordino della stanza e il rifacimento del letto; molta cura poi dovrà essere data alla fedeltà alla preghiera e alle buone abitudini circa la vita spirituale. Ovviamente nessuna raccomandazione varrà mai quanto il buon esempio dei genitori; si approfitti quindi di questo tempo per pregare in famiglia!CONSIGLIO N° 3: RIMANERE UNITI A DIOSolo rimanendo vincolati al Sommo Bene ci si può santificare: le preghiere del mattino e della sera, la recita del Santo Rosario, così come le preghiere prima e dopo i pasti sono essenziali per ogni cristiano. Ovviamente tutto ciò che può essere fatto in aggiunta (meditazione, devozioni particolari, ecc.) sono benvenute.CONSIGLIO N° 4: CHI LAVORA, DIO GLI DONAQuesti giorni non passino nella noia e nell'ozio! Educhiamo i ragazzi alla bellezza del lavoro fatto con cura, per amor di Dio e del prossimo. La vita in famiglia offre tante piccole e grandi occasioni per mettersi al servizio di qualcuno facendo piccoli lavoretti commisurati al sesso e all'età, quindi spazio alla fantasia e alle necessità: falciare il prato, imbiancare una parete, stendere i panni, pulizia della casa, riparare un lavandino, lavare i piatti, cucinare, rammendare dei pantaloni, lavare la macchina...CONSIGLIO N° 5: ARIA APERTAChe sia lo stare in terrazza o in un balcone in mezzo a piante e fiori coltivati con cura, che sia il breve tratto di strada che ci è ancora concesso di fare per andare a fare la spesa, o il bel giardinetto di casa, non lesiniamo l'idea di far stare il più possibile i nostri ragazzi a contatto con la natura... la stessa natura che essendo stata creata ci rimanda al suo Creatore.CONSIGLIO N° 6: BEATI I MISERICORDIOSIMolti nonni e in genere molti anziani e malati, in questo periodo di clausura forzata sono soli. In questa epoca di individualismo, sensibilizziamo i ragazzi a rendere loro qualche servizio andando in farmacia, portando loro la spesa, scrivendo loro delle lettere o anche semplicemente tenendo loro compagnia con una telefonata. Si facciano raccontare qualcosa della loro vita, della loro gioventù, dei sacrifici fatti e delle belle cose vissute... sarà un'occasione per i nostri ragazzi per imparare tante cose interessanti.CONSIGLIO N° 7: AVVICINARSI A GESÙ MENTRE MOLTI LO ABBANDONANOAl momento, pare che sia ancora possibile poter andare in chiesa a pregare. Bene... finché si potrà si colga l'occasione per farlo e si inviti i ragazzi a fare altrettanto, tenendo compagnia al Re dei re presente in corpo, sangue, anima e divinità nel Tabernacolo; esponendo le loro necessità, quelle dei propri cari, dei moribondi, della Chiesa e della nostra povera Italia.CONSIGLIO N° 8: COLTIVARE VERE AMICIZIEIn un tempo in cui la società si allontana sempre più da Dio è sempre più difficile trovare vere amicizie in cui ci si aiuta l'un l'altro a farsi santi, quindi anche se per il momento i nostri ragazzi sono privati della compagnia di buoni amici, non si dimentichino di loro e di pregare per le loro necessità, di contattarli in occasione del Santo Onomastico, del compleanno o anche per semplice cordialità.CONSIGLIO N° 9: RIFLESSIONE SULL'EDUCAZIONE PARENTALEQuesto tempo può essere sfruttato dai genitori anche per pensare seriamente al bene dell'anima dei propri figli attraverso un'educazione cattolica. [...]Si può anche approfittare di questo tempo per ingegnarsi su come iniziare un progetto di istruzione parentale cattolica da soli o con altri genitori. [...]Quindi... spazio alla riflessione, alla preghiera e al coraggio!Nota di BastaBugie: per approfondire l'importanza e la possibilità di fare insegnamento parentale visto che la responsabilità dell'educazione è dei genitori (e della Chiesa) e non dello Stato, si possono leggere gli articoli del dossier di BastaBugie sul tema dell'educazione parentale.
TESTO DELL'ARTICOLO ➜http://www.filmgarantiti.it/it/articoli.php?id=151GLI HOBBIT: TESTIMONI DI VIRTU' UMANE E CRISTIANE di Antonio Gaspari''Sei una bravissima persona, signor Baggins, e io ti sono molto affezionato, ma in fondo sei solo una creatura in un mondo molto vasto!'' GandalfLO HOBBIT: UN "PREQUEL" DE IL SIGNORE DEGLI ANELLI, UNA FIABA PER BAMBINI, O UN'OPERA MINORE DEL GRANDE TOLKIEN?Paolo Gulisano (autore di "La Mappa dello Hobbit" ed. Ancora):Questa storia è molto più che un prequel del Signore degli Anelli, come molti dei lettori - o spettatori - più recenti potrebbe credere. Non è una storia - come molto spesso accade nel caso dei prequel, appunto - per spiegare a posteriori gli antecedenti, i segreti, i misteri di un'opera.. Il racconto delle avventure di Bilbo Baggins e di altri personaggi ormai familiari ai lettori della saga dell'Anello, come Gandalf, Gollum, Elrond, nani ed elfi, uscì dalla fantasia di Tolkien molto tempo prima che le vicende della Guerra dell'Anello venissero immaginate. In realtà, il Signore degli Anelli fu concepito come il seguito de Lo Hobbit, e per molto tempo, nella corrispondenza che intercorreva tra Tolkien e l'editore, il libro in gestazione veniva chiamato "il nuovo Hobbit"."In un buco della terra viveva un Hobbit". Questa strana frase venne improvvisamente alla mente del giovane professore che in un caldo pomeriggio estivo, nella sua casa di Oxford, correggeva i compiti di ammissione all'università. Uno degli esaminandi aveva lasciato il suo elaborato di letteratura inglese in bianco, e il professor Tolkien, per una misteriosa ispirazione, scrisse su quel foglio bianco quella frase. Era nato un nome, Hobbit, e in breve tempo il nome sarebbe diventato un personaggio, la più originale creatura del vasto mondo fantastico del più geniale scrittore di Letteratura dell'Immaginario. Senza quel buffo personaggio, lo Hobbit, probabilmente tutto l'universo fantastico che Tolkien andava elaborando da anni non avrebbe mai conosciuto la pubblicazione.LEI SCRIVE NEL SUO SAGGIO CHE IL LIBRO NACQUE NON SOLO DALL'ERUDITA CONOSCENZA DEI MITI E DELLE LEGGENDE ANTICHE DEL SUO AUTORE, MA ANCHE DALLA SUA ESPERIENZA DI PADRE...Esatto. Tolkien raccontava ai propri quattro figli storie di buffi personaggi: Mister Bliss, il cagnolino Roverandom, ed infine favole dove coraggiosi piccoli protagonisti, come gli Hobbit, si battevano contro il male. La storia era nata certamente, nelle intenzioni dello scrittore, come una fiaba per bambini, narrata con un tono colloquiale in cui il narratore si rivolge ai piccoli lettore invitandoli ad avventurarsi loro stessi nella storia. Nel corso dei diversi anni di preparazione del libro, tuttavia, il racconto si arricchì progressivamente dei contenuti del Legendarium tolkieniano.Era una storia dal sapore antico, in cui si avvertiva l'eco delle antiche leggende, e in più arricchita di un piacevolissimo tipo di quella gioia che qualche anno prima Gilbert Chesterton aveva lamentato essere la grande assente dalla narrativa moderna: "Nella sua sostanza, la letteratura contemporanea è quasi totalmente priva di elementi gioiosi. E penso che sia giusto dire, parlando genericamente, che non è abbastanza infantile per essere gioiosa". Tolkien possedeva questo spirito infantile, inteso non come puerilità, ma come capacità di guardare alla realtà con occhi di bambino, pieni di domanda e di stuporeANCHE LO HOBBIT, COME IL SIGNORE DEGLI ANELLI, È CARICO DI SIMBOLOGIE CRISTIANE?Ne Lo Hobbit appare per la prima volta il grande tema della rinuncia, del sacrificio, che per Tolkien era una delle più grandi virtù, una delle forme più alte di eroismo, tema che sarà sviluppato profondamente nel Signore degli Anelli. La rinuncia al possesso di qualcosa, non per masochismo, non per un "di meno", ma per guadagnare "un di più" di umanità e di virtù. Bilbo Baggins della Contea è la testimonianza di come si possa divenire eroi, pur non essendo grandi e grossi, pur non appartenendo ad una élite, affrontando le sfide che la vita pone di fronte, per quanto insormontabili esse possano apparire.L'avventura che aveva vissuto gli aveva inoltre insegnato che le grandi imprese non sono opera di un eroe solitario, ma di una compagnia. L'amicizia fu per Tolkien uno dei sentimenti più importanti della vita, e così anche i suoi personaggi la coltivano con passione. La compagnia reciproca è una delle cose più gratificanti. E' condivisione di interessi, di sentimenti, e anche di avvenimenti. E' correzione fraterna, e magari richiamo all'essenziale, come quando, alla fine della storia, ricordando le avventure trascorse insieme, Gandalf rammenta a Bilbo i suoi limiti, dopo aver valorizzato tutti i suoi meriti: "Sei una bravissima persona, signor Baggins, e io ti sono molto affezionato, ma in fondo sei solo una creatura in un mondo molto vasto!" "Grazie al cielo!" disse Bilbo ridendo.
TESTO DELL'ARTICOLO ➜http://www.filmgarantiti.it/it/articoli.php?id=159MEZZO UOMO, GRANDI VIRTU' (ACQUISITE CON SFORZO E SACRIFICIO) di Giacomo Samek Lodovici Esce oggi nelle sale il kolossal Lo Hobbit, nella prima tappa di una trilogia tratta dall'omonimo grande racconto di J.R.R. Tolkien che è l'antefatto de Il Signore degli anelli. Se già la trasposizione cinematografica di quest'ultimo ha mietuto un enorme e planetario successo di pubblico (è il sesto incasso di tutti i tempi), è alquanto probabile che anche questa nuova saga, che ha creato molta attesa, conseguirà risultati non molto dissimili.In attesa di vedere il film, che ci auguriamo fedele al libro tolkeniano, qui indugiamo brevemente sull'attualità etica di quest'ultimo, che contiene (come minimo) due grandi temi morali sempre validi.Il primo è quello delle virtù umane. Come il don Abbondio manzoniano, molti dicono che «uno il coraggio non se lo può dare», e lo stesso molti pensano della fortezza, dello spirito di sacrificio e di tante altre virtù. Pensiamo inoltre che solo i predestinati possano proporsi elevati ideali morali, e ci accontentiamo del minimo.Lo Hobbit, per contro, smonta l'indolenza di chi vuol rimanere nel quieto vivere, di chi non vuol prendere iniziative, di chi è inerte di fronte alle molte ingiustizie che avvengono nel mondo, di chi accampa la scusa: «sono fatto così per carattere». Infatti, Bilbo, il protagonista, è un hobbit (una specie di mezzo uomo, alto poco più di un metro) amante della tranquillità, tutt'altro che un eroe predestinato, che però progressivamente coltiva se stesso, si autoforgia acquisendo virtù come quelle sopramenzionate, nonché le virtù dell'amicizia e della saggezza.Diventa capace di grandi imprese, si batte con orchi, lupi, vari altri esseri malvagi ed infine con un drago, ed acquisisce progressivamente una profonda saggezza, con cui evita una guerra sanguinosa.E tutte le grandi imprese compiute materialmente da Bilbo sono meno grandi di quella da lui compiuta su se stesso, sul proprio carattere. C'è una pagina in cui questo hobbit deve scegliere se avvicinarsi alla tana del drago, in cui Tolkien scrive: «andare oltre fu la cosa più coraggiosa che avesse mai fatto. Le cose tremende che accaddero in seguito furono niente al confronto: egli combatté la vera battaglia da solo», cioè in se stesso.Il secondo grande tema etico è quello del male umano e, di nuovo, delle virtù rispetto all'invisibilità. È un tema che si trova – per esempio – in Erodoto, che riferisce di un elmo che dà l'invisibilità, in Platone, che narra di un mitologico anello che rende invisibili, simile all'anello che Tolkien fa trovare a Bilbo, in Bentham, che progetta un carcere che renda inavvertibile il controllo, in Freud e tanti altri.Per un apologo di Freud e per molte persone, l'uomo rispetta le leggi ed evita di commettere il male solo se si sente sotto controllo e/o per timore delle sanzioni, ma nessuno rispetterebbe le leggi quando gli è vantaggioso trasgredirle se, grazie all'invisibilità, riuscisse ad evitare d'essere scoperto. Invece, per Platone e per Tolkien, l'uomo, anche se fosse invisibile, è in grado (anche se solo alcuni lo farebbero) di astenersi dal male proprio per il fatto che è male, cioè per evitare la malvagità del male, anche quando sia vantaggioso compierlo. Ne Lo Hobbit, come poi ricapiterà nel Signore degli Anelli, c'è un episodio emblematico in tal senso. Bilbo sta cercando di sfuggire ad una creatura spregevole – Gollum – che vuole ucciderlo e, grazie all'invisibilità datagli dall'anello, potrebbe colpirlo a morte: «Voleva ucciderlo – scrive Tolkien –. Ma non era un combattimento leale. Egli era invisibile adesso. Gollum non aveva una spada […] era infelice, solo e perduto». Così, nel cuore di Bilbo sgorgò un senso di pietà, finché, «ricaricato di nuova forza e risolutezza», oltrepassò il nemico senza ucciderlo.Quante lezioni, e grandi, da un piccolo Hobbit...
TESTO DELL'ARTICOLO ➜http://www.filmgarantiti.it/it/articoli.php?id=154UN OTTIMO FILM DI UN OTTIMO LIBRO di Paolo Maria FilipazziEsce nelle sale "Lo Hobbit – Un viaggio inaspettato", prima puntata della nuova trilogia con cui il regista Peter Jackson si cimenta nuovamente con il Legendarium tolkieniano. Ancora una volta Jackson si dimostra un grande regista: già nel precedente "Il Signore degli Anelli" era stato interprete fedele, non solo nella trama (anche se qualche "ritocchino" aveva fatto storcere il naso a qualche "purista"), ma soprattutto nello spirito, del grande scrittore inglese."Lo Hobbit" di Jackson non è una mera trasposizione dell'omonimo, stupendo libro, ma il regista sa inserire la vicenda nel contesto della "mitologia" elaborata da Tolkien e condensata ne "Il Silmarillion" e in un corpus sterminato di scritti pubblicati postumi a cura del figlio Christopher. Il risultato è una soddisfazione enorme per chi, come me, ama Tolkien di un amore bruciante. [...]Cosa dire, nel dettaglio, de "Lo Hobbit"? Ci sarebbero, ovviamente, da riempire pagine e pagine, ma limitiamoci a poche linee. Intanto, l'inizio: Bilbo Baggins è uno hobbit, un mezzo-uomo, una creatura piccola e attaccata alla vita comoda a benestante, alle grandi dormite, alle mangiate e alle bevute. E, soprattutto, detesta una cosa su tutte: le avventure. "Brutte, fastidiose scomode cose! Fan fare tardi a cena!". Un giorno, però, ecco presentarsi sul suo uscio il vecchio stregone Gandalf, venuto apposta a reclutarlo per un'avventura! Ecco qui, nascosto, l'elemento cristiano. Chi è Gandalf? Come si evince dal Silmarillion, Gandalf è uno degli Ainur, creature angeliche a cui Eru, l'Uno, chiamato anche Ilùvatar (in altre parole, Dio!) affidò Arda, la Terra. Ecco dunque, che un Angelo si presenta alla porta di questa piccola e fragile creatura, e la chiama al suo grande destino. E lo fa nella maniera più inaspettata, presentandosi sotto le spoglie di un anziano e stanco viandante. Subito dopo, ecco entrare in scena la Compagnia dei Nani, guidati da Thorin Scudodiquercia, in missione per liberare la Montagna dal terribile drago Smaug. Bilbo è destinato a reggere le sorti di questa missione. All'inizio non ne vuole sapere, ma qualcosa in lui, invece, brama l'avventura, e proprio questo qualcosa, alla fine, prende il sopravvento, fra l'incredulità dei Nani, che lo vedono inizialmente come un peso. Bilbo ha detto il suo "Sì" alla chiamata, un "Sì" dato liberamente e venuto dal cuore.Il seguito della storia lo lasciamo alla visione del film ed alla lettura dello splendido libro. Basti però, sapere, che alla fine sarà proprio Bilbo a determinare la riuscita della missione e la sopravvivenza stessa dei Nani di cui si ritrova a portare sulle spalle la responsabilità. Bilbo non è Achille o Sigfrido, non è il Superuomo nietzschiano, è una piccola, fragile ed impaurita creatura trovatasi di fronte ad una responsabilità all'apparenza più grande di lui, ma che riesce, nel continuo sacrificio di sé, nell'accettazione delle difficoltà e delle prove che gli si parano davanti, a terminare un viaggio che si rivelerà, alla fine, un vero e proprio pellegrinaggio interiore. In Bilbo, così come, più tardi, nei quattro piccoli hobbit de "Il Signore degli Anelli", si realizza una forma tutta nuova di eroismo: l'eroismo cristiano.Ovviamente nulla sarebbe possibile senza l'aiuto invisibile della Provvidenza, che incombe su tutta la storia senza mai essere nominata, ma la cui presenza costante viene svelata da Gandalf nel finale. "Non crederai mica, spero, che ti sia andata bene in tutte le tue avventure e fughe per pura fortuna, così, solo e soltanto per il tuo bene? Sei una bravissima persona, Bilbo Baggins, ed io ti sono molto affezionato; ma in fondo sei solo una piccola creatura in un mondo molto vasto!". "Grazie al cielo", risponde Bilbo, chiudendo con le sue parole la narrazione. E non c'è un finale più cristiano di questo.
TESTO DELL'ARTICOLO ➜http://www.filmgarantiti.it/it/articoli.php?id=182LA DESOLAZIONE DI SMAUG di Marco RespintiSi chiama hýbris, e nella tragedia greca, dalla Poetica di Aristotele in poi, traduce l'eccesso per superbia e l'orgoglio che prevarica, conducendo inevitabilmente alla rovina. La desolazione di Smaug, il secondo capitolo della trilogia cinematografica che il regista neozelandese Peter Jackson sta traendo da Lo Hobbit − il quinto lungometraggio, contando i tre de Il Signore degli Anelli, ispirato alle opere narrative più famose di J.R.R. Tolkien −, ne è colmo. Lo scrittore inglese era un aedo dell'introspezione dei cuori che abitano la commedia umana degli errori e il dramma storico del confronto con il destino, uno scaldo nell'affrescare la danza macabra delle vanità e del duetto epico tra l'eroico che si fa quotidiano e il quotidiano che si fa eroico. Solo le letture pusillanimi e superficialmente manichee possono dunque ridurre la sua narrativa (che è la traslitterazione del senso ultimativo del mito sul piano letterario) a un allegoria fantasy dello scontro tra il Bene e il Male, giacché non di questo egli tratta. Tutta la sua produzione letteraria e mitopoietica (perché Tolkien si cimentò a lungo e sapientemente anche con la riscrittura di miti e di saghe) è infatti un continuo interrogarsi sulla morte e sull'immortalità, e i suoi personaggi si muovono costantemente fra caduta e speranza, offrendo una galleria interminabile (nelle sue mille varianti quante sono le sfumature della libertà umana) di possibilità e di misure, di iati e di distanze, di abissi e di corrispondenze fra sé e la realtà più grande; quella che circonda tutti come in un abbraccio, che tutti contiene senza determinare alcuno e che in verità costituisce la vocazione di tutti, la quale – come sempre – può essere assunta e assecondata o rifiutata e sfuggita, oppure persino odiata e combattuta.La desolazione di Smaug coglie ancora una volta perfettamente l'animo di Tolkien, trasformandosi in un grande quadro narrativo in cui il tema costante è la tentazione a cui nessuno, seppur diversamente, sfugge. La tentazione di rinunciare o di strafare, la tentazione di andarsene o di esagerare, la tentazione di cedere o di redimersi da sé. Il tema è ancora quello del potere, buono o cattivo; anzi, buono e cattivo assieme. Il sapore è quello israelitico, biblico, in cui la regalità è un'arma a doppio taglio, come la spada, che consacra o uccide; un confine che è assieme ponte e barriera; una benedizione e al contempo una sciagura. Ci sono l'esodo e il cammino del ritorno, la patria agognata ma ancora negata, l'orrore e la generosità, i piccoli che diventano grandi e certi grandi che sono meschini, il tutto in un continuo rimescolamento di fronti che dipinge con realismo l'umana vicenda cui nessuno può sottrarsi.Mai titolo è stato più azzeccato. Questo secondo capitolo cinematografico tratto da Lo Hobbit è infatti il momento della desolazione, quello che la vita spirituale conosce bene e sa non essere un giudizio definitivo di disperazione ma la via stretta senza la quale poi non si spalancherebbe la porta larga delle consolazioni. Ché le consolazioni, come nella vita spirituale, verranno, l'anno prossimo, a Erebor, con il capitolo finale di questa seconda trilogia tolkieniana di Jackson.Ma c'è un ma. Ed è il rischio, serissimo, che lo spettatore perda clamorosamente l'occasione di questa magnifica meditazione, distratto dal film stesso. Una definizione de La desolazione di Smaug? Troppo. Troppo lungo questo secondo lungometraggio e troppo lunga l'intera operazione (bastavano certamente due film); troppo inutilmente lunghe certe sequenze e troppo, troppo corte altre, fin quasi alla banalizzazione (Beorn); troppi combattimenti − e troppo lunghi − e troppi elfi, così come troppo Radagast e un re Thranduil troppo esagerato; e soprattutto troppe libertà, al limite della caduta di tono (l'idillio tra il bel nano Kili e la selvaggia elfo femmina Tauriel, o certi dialoghi sgangherati tra il governatore di Pontelagolungo e il suo lacchè, per tacere di una battuta da caserma più contraria a Tolkien che alla decenza).Il regista Jackson ci ha abituati ad abbondanti interpretazioni e inserti che fino a oggi una loro logica l'hanno avuta; anche il suo Lo Hobbit letto dopo Il Signore degli Anelli, e quindi più "gotico" e dark, in fondo non tradisce lo spirito tolkieniano. Ma ne La desolazione di Smaug la cosa ottiene solo una narrazione distantissima dal testo de Lo Hobbit. Intendiamoci, Jackson eccelle ancora una volta nel dare forma alla Terra di Mezzo: le panoramiche e le ambientazioni sono straordinarie; il regno degli elfi silvani e il regno nanesco sotto la Montagna lasciano a bocca aperta; la fortezza diroccata di Dol Guldur e Pontelagolungo descrivono magnificamente il senso della decadenza che le pervade; e il suo drago Smaug è davvero magnifico. La recitazione di Richard Armitage (Thorin Scudodiquercia) è intensissima, Ian McKellen (Gandalf) sempre impeccabile, Martin Freeman un ottimo Bilbo Baggins e Ken Stott un Balin perfetto. Ma l'ordito del film è un videogame, e quel che ne soffre è la trama narrativa, debole, la più fragile di tutte le prove tolkieniane di Jackson (e la sontuosa colonna sonora cui ci ha abituati il compositore Howard Shore qui è praticamente inesistente). Verrebbe del resto da domandarsi sul serio cosa resti dell'uomo dietro la macchina da presa nel cinema odierno dove tutto è ormai tecnicamente possibile, e dove però tutto abbiamo già visto, il discrimine tra un prodotto e l'altro essendo solo la tecnologia che il budget può permettersi.Hýbris si diceva. Stavolta Jackson ha esagerato, seducendo lo spettatore solo per abbandonarlo. Un poco più di umiltà e qualche colpo ben assestato di forbice nel lavoro di postproduzione che sta ora ultimando per il capitolo finale dell'impresa farebbero un gran bene, regalandoci l'anno venturo la consolazione dopo la desolazione. Cioè il vero Tolkien.
TESTO DELL'ARTICOLO ➜http://www.filmgarantiti.it/it/articoli.php?id=205LA BATTAGLIA DELLE CINQUE ARMATE di Marco RespintiCon la terza e ultima tranche della riduzione cinematografica de Lo Hobbit finisce la lunga scorribanda del regista Peter Jackson nell'universo mitico-letterario di J.R.R. Tolkien. Non aggiungerò che per molti è un sollievo. Non mi addentrerò nella selva oscura del dibattito fra puristi e indulgenti perché è sin troppo facile smarrire la diritta via. Non elencherò gli errori le sviste, le esagerazioni e gli aspetti intollerabili della trilogia de Lo Hobbit, così come non mi soffermerò noiosamente a sottolinearne gli aspetti canonici in una sorta di sfoggio intellettualoide da "Trova la differenza" come fossimo ne La settimana enigmistica.Basterà dire che, rispetto alla trilogia cinematografica tratta da Il Signore degli Anelli, quella de Lo Hobbit appare più stanca, più ripetitiva, come se Jackson fosse a corto d'idee; ma servirà anche ripetere che il talentuoso cineasta neozelandese sa sempre, nonostante tutto, sorprenderci anche solo con uno scambio di sguardi, un apparente nonnulla, un dettaglio accennato e convincerci che sì, un incontro cor ad cor tra lui e Tolkien comunque vi è stato, e questo è nobilmente consolante.QUESTO BASTA PER GODERSI UN BEL FILMNel terzo capitolo cinematografico de Lo Hobbit non si può non ammirare l'orrido splendore degli ultimi minuti del suo riuscitissimo Smaug o la nordica bellezza di Pontelagolungo (vista in 3D sembra fisicamente di camminare sopra le sue palafitte o di pagaiare le gelide acque di suoi canali) o di quella struggente delle rovine di Dale. Le aule scavate dai Nani nel ventre di Erebor, la Montagna Solitaria, mozzano ancora una volta il fiato, come già facevano quelle di Moria de Il Signore degli Anelli, ma (cosa più importante di tutte) entrambe lo fanno nello stesso modo in cui lo fanno le descrizioni evocative, parole senza immagini, delle pagine di Tolkien. Le panoramiche degli scontri armati sono suggestive; le location della Nuova Zelanda uniche (ma qui da ringraziare è il buon Dio); la sequenza in cui il senno di Thorin Scudodiquercia viene obnubilato dall'avidità una perla di shakespeareana potenza; e perfetto è il sugo di tutta la storia, quando Bilbo e Thorin cercano parole adatte a sigillare la storia che però non vengono e così finalmente una volta tanto un bel silenzio viene scritto nel fumo dell'erba pipa. Tutto questo basta per godersi un bel film prima di tornare all'impagabile penna di Tolkien.BATTAGLIA DELLE CINQUE ARMATE?Eppure qualcos'altro su Lo Hobbit di Jackson si può dire; qualcosa che il rombante clangore delle armi e gl'interminabili duelli potrebbero rischiare di coprire. Ci è di aiuto il titolo di questo terzo film. Tutti sanno che Lo Hobbit non è affatto una trilogia [in verità, nemmeno il Signore degli Anelli è una trilogia, ma un unico libro, N.d.BB]; per la riduzione filmica è stato però necessario scovare dei sottotitoli; e questi sono stati intelligentemente ricavati dalle pagine di Tolkien senza stonature, storpiature, caricature. La versione italiana di quest'ultimo film, però, ci ha messo lo zampino, e così il perfettamente tolkieniano The Battle of the Five Armies dell'originale in inglese è incomprensibilmente diventato (persino contro la lettera delle edizioni italiane del romanzo, Adelphi e Bompiani) La battaglia delle cinque armate. Questioni di lana caprina? Niente affatto.Le "armate" sono parti di un esercito, l'esercito di una nazione è la difesa di un popolo intero. Quelli de Lo Hobbit sono gli eserciti di tre dei popoli liberi della Terra di Mezzo (Nani, Elfi e Uomini) contrapposti a due delle orde di Sauron (gli Orchi e i Mannari, perdite totali di "volto umano"). Il loro scontro è una delle molte battaglie di cui il mito e la storia ci tramandano gesta e lutti, eroismi e disfatte; una delle numerose battaglie che Tolkien narra ne Il Silmarillion, ne Lo Hobbit e ne Il Signore degli Anelli. E non battaglie qualsiasi, ma battaglie la cui posta in gioco è totale. Prive cioè di prova suppletiva, di secondo tempo, di ricuperi. Perché in realtà si tratta sempre e solo della medesima, unica battaglia: l'ultima battaglia. Non perché poi non ve ne siano più, ma perché sono definitive per chi le combatte. Sottrarsi a esse si può, ma è come sottrarsi alla vita, alla chiamata, alla possibilità di essere fino in fondo ciò per cui si è nati.DUE STENDARDI, DUE CAPITANII Cinque Eserciti de Lo Hobbit, anch'essi, si combattono seguendo Due Stendardi che si contrappongono. Sono gli Stendardi di cui ci parla sant'Ignazio di Loyola negli Esercizi spirituali. Qui l'esercitando viene invitato a vedere la scena, a contemplare i due capitani, Gesù e Satana, che si fronteggiano, e dietro di loro le schiere di luce e di tenebra pronte alla battaglia in un eterno presente che ci fissa; e così fissato l'esercitando deve scegliere dove schierarsi, chiedendo a Gesù di volerlo tra i suoi, implorandolo di arruolarlo, pregandolo di non badare ai suoi mille tradimenti.La Battaglia dei Cinque Eserciti de Lo Hobbit è sempre, ogni giorno, ogni minuto, perché è quella di sant'Ignazio. Le battaglie di Tolkien (che detestava cordialmente la guerra e le sue malvagità) sono le nostre. Selliamo il cavallo, cingiamo la spada, imbracciamo lo scudo e caliamo la visiera dell'elmo ogni mattina appena ci leviamo, pregando di stare ancora una volta tra le fila di capitan Gesù nonostante le nostre mille vigliaccherie, e poi c'infiliamo nella metropolitana che ci porta al lavoro. La Buona Battaglia è quotidiana, i Due Stendardi si scontrano sempre e la letteratura di Tolkien ci rieduca permanentemente a questo. Potete (lecitamente) dire quel che volete dei film di Jackson, ma questo Jackson sullo schermo ce lo rappresenta sublimemente.COS'E' L'ARCHENGEMMA?L'Archengemma (o Arkepietra) è la più grande gemma mai scoperta nella Montagna Solitaria, è chiamata anche Archepietra di Thrain. Fu scoperta da Thráin I detto il Vecchio dopo l'anno 1999 della Terza Era, anno in cui con molti Nani sfuggiti da Moria dopo il ridestamento del Balrog fondò il Regno sotto la Montagna.Ogni Nano la brama, come ogni ricchezza in generale. Fu trovata da Bilbo durante la perlustrazione delle aule della montagna, il quale cercò, invano, di usarla come merce di scambio per far finire l'assedio a cui era sottoposta la montagna.
TESTO DELL'ARTICOLO ➜http://www.filmgarantiti.it/it/articoli.php?id=152LO HOBBIT, UN VIAGGIO INASPETTATOdi Marco RespintiLo Hobbit è un racconto serio e per questo sa anche ridere di gusto nel momento giusto e mai canzonare con livore. E Lo Hobbit è un racconto vero perché parla di cose reali, anche se non sempre materiali.Chi ama Tolkien conosce la storia a menadito, mentre chi la ignora la vedrà disvelarsi affascinante e coinvolgente davanti agli occhi. Per questi motivi è futile o dannoso raccontarne la trama. Ci asteniamo. Non però dal contemplarne ancora una volta la vicenda.Vi è qualcosa là fuori, narra Tolkien con Lo Hobbit, che mai ti aspetteresti. Un dì soleggiato e tranquillo quel qualcosa viene bruscamente a bussarti alla porta, gettandoti dalla seggiola e scuotendoti dal quieto vivere. Cerchi di respingerla, la combatti, preferisci startene rintanato nel tuo cantuccio, ma - ancora non capisci come, dove e quando - essa ti prende; un po' per mano, un po' spintonandoti da dietro. Quel qualcosa ha il volto di uno che è più grande, maggiore di te. Uno che non è che sa già tutto in anticipo, o che è più intelligente ed erudito di te: semplicemente uno che percorre la medesima strada, che sarà anche la tua, da più tempo di te, che ha più esperienza e che quella esperienza ti mette a disposizione senza nemmeno starci troppo a pensare.Uno così, strano e affascinante, scorbutico se serve e dolce come sempre serve, ha radunato una banda. La più improbabile di tutte. Ti ci ficca dentro senza chiederti il permesso, e poi ti proietta in un mondo enorme che neanche sospettavi esistesse, irto d'insidie anche mortali e colmo di bellezze da mozzare il fiato. La sua banda sgangherata è fatta di gente che davvero non ti saresti mai scelta come compagnia, cui ti senti di per sé superiore, gente insomma con cui le persone perbene non si legano affatto. Non fai a tempo a rendertene conto, però, e già sei sul cammino, dietro a quella banda, borbottante e mugugnante come sempre, nostalgico del tuo far niente come sei fatto, e però attratto da un non so che cominci a sentir sorgere palpitando in un angolo remoto del cuore che non ricordavi più di avere.Il cammino, tuo e di quella banda, non è un vagare, perché ha una meta, e perché segue una guida. Ha pure uno scopo, una missione da compiere. Quale? La tua, che diamine. Rischiosa, ovvio, ma ne vale la pena. Forse non ne tornerai vivo, ma tanto hai già cominciato a chiederti se davvero serve salvarsi la vita a ogni costo se per farlo si rinuncia a viverla.I tuoi compagni un po' ti deridono: pensano che non sarai all'altezza. Ciò che dovrete fare è infatti nientemeno che un furto; o così lo chiamano coloro che non hanno più memoria, quelli per cui certe cose sono fuorilegge, vietate, indegne. Tipo farsi invitare e sospingere lungo una strada che ha un compito dentro una compagnia da un tipo che è diversissimo dagli altri.Lungo la strada t'imbatti per di più in un'altra sorpresa ancora, persino più grande; in realtà le sorprese con cui t'imbatti sono mille e una, quotidiane, e ora riesci a cavartela sempre meglio, scorgendoti crescere dentro e fuori come non credevi possibile. Una di quelle sorprese è però la più bizzarra e perigliosa di tutte. È quella che pone davanti alla vita e alla morte: alla morte prima e a quella seconda: al morire semmai avendo ben vissuto o al lasciarti vivere come un morto che cammina.C'è un incontro enorme dentro quell'incontro iniziale che già ti pareva insolito, e dentro c'è addirittura l'intera posta messa in gioco della tua missione, una posta davvero più grande, smisurata, impari, che ancora non hai capito sino in fondo, né tu né i tuoi compagni né chi cammina davanti a te da più tempo di te. Grande, ma così grande che solo dopo, a fatica e a brandelli riuscirai forse a iniziare a intuire; ha a che fare niente meno che con la salvezza, con quella di ognuno e di tutti, con il destino. Se te lo avessero chiesto prima, saresti già da tempo altrove; ma l'avventura umana non ti chiede mai il permesso per tirarti giù dalla branda e caricarti sulle spalle il tuo compito.Cammina e cammina, combatti e combatti, ridi e scherza, ti rendi improvvisamente conto che di quella compagnia sgangherata che ha disturbato i tuoi sonni tranquilli adesso non puoi più fare a meno, che adesso quei tipi strani sono tuoi amici per la pelle, che tu dipendi da loro o loro da te, che nulla è più come prima.Nulla è davvero più come prima. Per primo tu, per effetto anche dei tuoi amici, e subito dopo loro, anche per effetto tuo. Ti guardi, e non ti riconosci più. Sei un altro. Ti guardi meglio adesso che sei un altro irriconoscibile e vedi che in verità sei ancora quello di prima, che quel tuo volto nuovo già c'era, ma aveva bisogno di essere ripulito, portato alla luce, indossato. Ti guardi, insomma, e sei uomo, maturo, adulto e ragazzo assieme. Ti guardi e finalmente sei tu, cioè "io".Ti guardi, e ti rendi conto che leggere Lo Hobbit ti cambia la vita. Fine dell'avventura, fine della storia? No, inizio. Nulla sarà più come prima, meno male. Ti guardi, e sei finalmente diventato quel che eri nato per essere solo se la possibilità di quel destino l'avessi accolta con disponibilità pur senza capire, e un po' continuando a mormorare, ma da cui ti guardavi bene per mediocrità. I soloni ti chiamano mezz'uomo, ma perdonali Padre perché non sanno quello che dicono.«In te c'è più di quanto tu creda, figlio delle miti terre d'Occidente», disse morendo il nobile nano Thorin Scudodiquercia a Bilbo Baggins che un tempo era una sciacquetta e che oggi è un vero hobbit.Per vedere il trailer del film "Lo hobbit" e per leggere le schede dei migliori film mai prodotti, visita il sito www.FilmGarantiti.it
Stagione 1, Episodio 4 - From Brea With Love PROGRAMMA DELLA PUNTATA: - APPROFONDIMENTO TOLKIENIANO con LUKE&TONY L'approfondimento della puntata verrà dedicato a "Tolkien e l'Amore nelle Lettere" - OSPITE DELLA SERATA : i ragazzi de LoRollit! Vi ricordate de LO SVARIONE DEGLI ANELLI di Clistere.Org? Bene, saranno nostri ospiti i loro eredi nella fattanza, che stanno realizzando lo sdoppiaggio infame della trilogia de Lo Hobbit! - NOTIZIE FANTASY con Gilby e Ichi (tv, cinema, musica e videogame) NON MANCATE! COME SEGUIRE RADIO BREA: - per VEDERCI live, seguite le pagine Radio Brea - La WebRadio di Sentieri Tolkieniani e Associazione Culturale Sentieri Tolkieniani da cui andremo in diretta - per SENTIRCI in diretta, andate su www.spreaker.com/sentieritolkieniani - per ASCOLTARE i podcast su www.gopod.me/radiobrea, dove potrete selezionare il servizio di podcasting che preferite! COME INTERAGIRE? COMMENTI: Scrivete in diretta su spreaker.com/sentieritolkieniani o sul video in diretta che verrà trasmesso sulle nostre pagine Facebook MESSAGGI AUDIO: inviateli via Whatsapp al numero 391 3790739 COME SUPPORTARE RADIO BREA? Abbiamo aperto da pochi giorni il nostro canale KoFi sul quale fare delle piccole donazioni per permettere all'associazione Sentieri Tolkieniani di mantenere il progetto Radio Brea. Per effettuare una donazione, visitate il sito https://ko-fi.com/radiobrea
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TESTO DELL'ARTICOLO ➜ http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=5811NEL FILM SU TOLKIEN MANCA LA COSA PRINCIPALE: LA SUA FEDE CATTOLICA di Rino CammilleriTutti i fan de Il Signore degli Anelli, e si tratta di centinaia di milioni di persone in tutto il mondo, presumibilmente si precipiteranno a vedere il film, Tolkien, sulla vita dell'autore. Anzi, molti lo vorranno vedere in anteprima e pazienza per la lingua. Io, che faccio parte sia dei primi che dei secondi, me lo sono sorbito in originale ed ecco il mio commento: due ore che potevo impiegare meglio.Oh, il film è fatto bene, gli attori sono di prima scelta, la ricostruzione è accurata, eccetera eccetera. Ma anticipiamo subito che c'è una grande assenza: la religione. La religione cattolica, per la precisione, che per Tolkien fu fondamentale sia per la vita di tutti i giorni che per l'ispirazione della sua intera opera. Il film, biopic come viene definito il genere, parla solo del giovane Tolkien e si ferma dove dovrebbe cominciare, cioè dalla pubblicazione nel 1934 de Lo Hobbit e, con essa, l'inizio del lancio di Tolkien come scrittore. Tutto viene liquidato, secondo una moda ormai consolidata nei film tratti da storie vere, con le scritte finali sullo schermo, in coda al film, e che si spera che lo spettatore legga prima di guadagnare l'uscita.LA MADRE FU UNA ''MARTIRE" DELLA FEDE CATTOLICANoi sappiamo che l'evento che realmente segnò Tolkien fu il sacrificio della giovane madre Mabel, ripudiata dai parenti perché si era convertita al cattolicesimo e perciò abbandonata mentre moriva di diabete. Invece, nel film, l'unico accenno al cattolicesimo è pure odioso, nella migliore tradizione hollywoodiana: padre Francis Morgan, il prete che si prese cura dei due orfanelli Tolkien, rimprovera John R.R. perché l'ha visto uscire a tarda ora dalla stanza di Edith Bratt. Divieto di frequentarla fino alla maggiore età. Be', a parte il fatto che Edith era di qualche anno più anziana di John R.R. e, dunque, maggiorenne prima di lui, l'episodio così come è presentato (il cinema è emozione), mette in scena la solita bacchettoneria sessuale del clero papista, come è stato a lungo, e per molti è ancora, nell'immaginario del pubblico anglosassone.Evidentemente il regista (Dome Karukoski) e i soggettisti hanno tenuto presente un target ben preciso. O più semplicemente hanno riproposto quel che hanno capito loro. Il che, va detto, non è molto per un personaggio di tale portata. Tolkien nel film è un tormentato (nell'immaginario comune lo scrittore lo è sempre), mentre nella realtà non lo fu affatto. Ebbe una vita tranquilla e serena, un crescendo di successi che non gli diedero alla testa, una sola moglie (anzi, una sola donna), tutti i figli che gli riuscì di generare, amava le cose semplici e detestava le eccentricità, ebbe una bellissima carriera accademica e morì nel suo letto sorridente così come era vissuto.A OXFORD I CATTOLICI SONO SEPOLTI FUORIPrese parte alla Grande Guerra ma in battaglia non ci andò mai. Invece, nel film eccolo in trincea, dove gli orrori che vede gli ispirano i Nazgûl e Sauron. Vabbè, non sottilizziamo. Il problema stava, semmai, a monte: come fare un film su una vita in cui non è mai successo niente? Eppure, bastava spostarsi in avanti: non i primi trent'anni ma i successivi quaranta. Ecco allora il Tolkien profeta, che all'ora della crisi di Monaco divinava: «Si può ritenere che la Russia sia molto più responsabile della crisi attuale di quanto non sia Hitler stesso».Tornando al film, gli attori sono somiglianti: Nicholas Hoult (la Bestia Blu nella saga Marvel degli X-Men), Lily Collins (figlia di Phil, batterista dei Genesis), Colm Meaney (padre Francis), Derek Jacobi (il prof. Wright). Ma non c'è paragone, per esempio, con Viaggio in Inghilterra, che il regista Richard Attenborough nel 1993 trasse dalla vita di C.S. Lewis, il grande amico di Tolkien (e interpretato da Anthony Hopkins). Il quale, riferendosi all'opera del collega, così scrisse: «Queste storie non furono scritte per riflettere alcuna reale situazione del mondo. Piuttosto accadde il contrario: gli eventi reali cominciarono a conformarsi, orribilmente, alla vicenda che lui aveva inventato».Ancora oggi a Oxford i cattolici sono sepolti fuori, in una porzione riservata ai papisti del cimitero municipale di Wolvercote. Qui giace Tolkien («Beren») accanto alla moglie («Luthien»). Ma i titoli di coda accennano solo alle date.
Innanzitutto, una premessa: se pensate che il film racconti la vita di Tolkien e la genesi delle sue opere, soprattutto le sue più note vale a dire Lo Hobbit e Il Signore Degli Anelli, sappiate che rimarrete delusi. Tolkien non è il classico biopic che generalmente racconta, per filo e per segno e in ordine cronologico, la vita del protagonista in questione. Questo film racconta solo alcuni momenti significativi più altri, in modo molto frammentato. Leggi la mia recensione su: http://www.sentieritolkieniani.net/2019/10/11/tolkien-recensione-senza-spoiler/
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=5712PER CONOSCERE DAVVERO L'AUTORE DEL SIGNORE DEGLI ANELLI VA LETTA LA SUA BIOGRAFIA di Rino CammilleriDormiva non più di cinque ore per notte. Dopo quattro figli, lui e la moglie decisero per le camere separate, perché lui russava. Si alzava prestissimo al mattino, svegliava i tre maschietti e, con loro, in bicicletta faceva qualche chilometro per andare a messa nella chiesa cattolica più vicina. Al ritorno faceva colazione (a quel tempo per fare la comunione occorreva essere digiuni dalla sera precedente) e si sbarbava.Da buon inglese conservatore era metodico nelle sue abitudini. Odiava i dandy (che sospettava di omosessualità) alla Oscar Wilde e perciò si vestiva in modo usuale a comodo, flanella e tweed. Tanto, a lezione indossava la toga e si metteva il tight solo se c'era qualche cena accademica a cui dover presenziare. Unici svaghi, la pipa e la conversazione con gli amici davanti a una pinta.Si innamorò di sua moglie quando aveva sedici anni, e fu un amore contrastato. Edith si chiamava, e fu l'unica donna della sua vita. Quando doveva portare i bambini in vacanza al mare, era nei luoghi più scontati e banali della media borghesia inglese. Odiava tutto ciò che era francese, a cominciare dalla cucina. Conoscendo i sapori e la varietà di quest'ultima rispetto a quella inglese ci sarebbe da restare allibiti, ma questo aiuta a capire l'uomo e il suo amore sconfinato per tutto quanto era inglese. Per lo stesso motivo viaggiò pochissimo e solo per necessità.Nel Signore degli Anelli ciò che scoraggia la lettura nel neofita sono le prime quasi trecento pagine, tutte dedicate alla descrizione del mondo degli Hobbit. Ebbene, qualcuno ha arguito che Tolkien non dovette fare altro che osservare se stesso, la sua passione per la tradizione, per le abitudini consolidate, per la vita pacifica e senza scossoni. Infatti, Bilbo, the hobbit, piange perché «le avventure non finiscono mai».Per tutto ciò Tolkien «fu, per dirla con un'espressione moderna, un uomo di destra». Così scrive Humphrey Carpenter nel suo corposo J.R.R.Tolkien. La biografia (Lindau, pp. 438, €. 28). Un uomo di destra «per il fatto che onorava il suo re e la sua patria e non credeva nella capacità di governo del popolo». Per lui la democrazia richiedeva «princìpi spirituali» che si corrompevano nel «tentativo di renderli meccanici e formali». Così scriveva lui stesso. E concludeva, profeticamente: «Fino al giorno in cui qualche Orco non entrerà in possesso dell'Anello del Potere: e allora quello che otterremo, e stiamo ottenendo, sarà la schiavitù».Sempre per gli stessi motivi, «un'altra fonte di infelicità fu, in età avanzata, l'abolizione della messa in latino». Proprio lui, il linguista, lui che aveva creato un'intera mitologia per supportare con una saga le lingue che aveva inventato, il quenya e il sindarin di radici finniche e celtiche: se c'era uno che conosceva in profondità il significato di una lingua antichissima e universale era lui, lui che nella sua opera immortale aveva spiegato come certe porte potessero aprirsi solo al suono di una certa lingua, e solo a quello. Forse era troppo vecchio per firmare l'appello che una sessantina di intellettuali inglesi (tra cui lord Acton, Malcom Muggeridge, Agatha Christie) rivolse in quegli anni a Paolo VI affinché la messa di san Pio V restasse immutata.Tolkien, come si è detto, non amava viaggiare. Non ne aveva bisogno, viaggiava la sua fantasia, capace di creare «un progetto grandioso e stupefacente, che ha pochi eguali nella storia della letteratura». Cominciò con un quaderno di appunti, The Book of Lost Tales, «Il libro dei racconti perduti», che poi sarebbe stato conosciuto come Il Silmarillion. Le storie della Terra di Mezzo (Middle Earth, dal norvegese Midgard) costituiscono, con Lo Hobbit e Il Signore degli Anelli, compresi i mille rivoli che da essi si dipartono (come I figli di Hurin, per esempio), l'invidia di ogni scrittore, il cui sogno è passare alla storia con una sola invenzione. E magari farci tanti quattrini, come la Rowling con il suo Harry Potter. Con la differenza che la profondità del lavoro di Tolkien il maghetto se la sogna. Non per niente Tolkien «aveva sempre la sensazione di registrare qualcosa che esisteva già, da qualche parte, e non di "inventare"».
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=5693IL FILM SULLA VITA DI TOLKIEN PRESTO AL CINEMA di Ivo Musajo SommaJ.R.R. Tolkien (1892-1973), soprattutto per le recenti versioni cinematografiche delle sue opere principali, è entrato in qualche modo a far parte della cultura popolare, con il conseguente rischio di banalizzarlo riducendolo a semplice "autore di libri fantasy" o di piegare la sua opera ai dogmi del relativismo contemporaneo. Ne parliamo con Guido Milanese, professore ordinario di Lingua e letteratura latina e docente di Cultura classica e Letteratura comparata presso la Facoltà di Scienze linguistiche dell'Ateneo.Professore, qual è a suo avviso il profilo culturale autentico dell'opera di Tolkien?Credo che la chiave di lettura essenziale per accostarsi a Tolkien consista in un dato composito: Tolkien era un linguista, un padre, un professore ed era tutte queste cose in quanto cattolico. Era un linguista vero, uno di quelli che sanno le lingue, e sapere le lingue sul serio significa ascoltare le parole, il suono, le forme. Tolkien creava attraverso le lingue che conosceva. Si è detto tante volte, ed è vero, credo, che il suo raccontare nasce dalla volontà, forse dalla necessità, di far parlare a qualcuno le lingue che si era costruito - insomma un mondo che nasce perché qualcuno parli quelle lingue. Era un padre, uno che davvero amava raccontare favole e storie ai suoi bambini; era un professore noto per il modo trascinante con cui leggeva in classe i testi delle amatissime lingue dell'Inghilterra pre-normanna, l'Inghilterra anglosassone; quando spiegava il Beowulf venivano a sentirlo anche studenti che dell'antico inglese ben poco capivano.Una delle dimensioni più profonde della personalità di Tolkien fu proprio la sua sincera adesione alla fede cattolica. Si può definire Tolkien un grande autore cattolico del Novecento?Appunto, come dicevo prima, era un cattolico: un padre cattolico, un professore cattolico... cioè un uomo che pensava, e sentiva, il mondo come un luogo dotato di senso, un mondo verso il quale il Principio ha interesse, nel senso proprio di inter-esse, esserci in mezzo. Non so se Tolkien conoscesse Manzoni; ma credo che nel «la c'è la Provvidenza» di Don Lisander si sarebbe riconosciuto. Ovviamente questo dato è passato sotto silenzio dal mainstream corrente. Pensi solo al disastro di Notre-Dame: l'arcivescovo di Parigi ha fatto presente come in tanti interventi pubblici, anche apprezzabili, non fosse minimamente presente un dato appena un po' importante, cioè che l'edificio medievale andato a fuoco è una chiesa cattolica; "cattolico" non è una brutta parola, ha detto l'arcivescovo... Nel caso di Tolkien, si apprezza il narratore, alle volte anche lo studioso, ma lo si proietta in una religiosità neutra, cioè vuota. Con il risultato di non capire più nulla: la dimensione della Provvidenza, come si diceva, il senso della vocazione personale che si fa carne solo nell'accettazione del senso della vita (perché altrimenti diventa una folle prigione), il dramma della non-redenzione di Gollum. Non è un "fantasy" per effetti speciali: è il dramma, terribile e splendido, della vocazione di ciascuno di noi. Se si elimina il fondamento, nascosto ma palese, della mitologia di Tolkien, si ha un'epica impazzita, e nasce quel "tolkienismo" senza Dio che per opporsi alle ideologie del mainstream diventa a sua volta una forma di ideologia, e alquanto perversa.Tolkien tipico professore di Oxford della sua epoca, visceralmente "inglese", sospettoso verso gli Americani; trova orribile che un ottavo della popolazione mondiale già a quel tempo, a quanto aveva sentito dire, parlasse inglese: «Se è vero, che vergogna - dico io. Che la maledizione di Babele possa colpire le loro lingue in modo che possano dire solo "baa baa"». Intravedeva - e coerentemente giudicava - i primi segni del mondo in cui viviamo?Comincerei dalla visione "inglese", non "britannica", di Tolkien. Il mondo che egli amava era in realtà quello dell'Inghilterra precedente il 1066, l'arrivo dei Normanni; e non apprezzava in modo particolare la letteratura inglese. C'è una spruzzata di "little England" in Tolkien... ed è un tratto certamente curioso della sua personalità che si capisce se si conosce un po' del mondo inglese lontano da Londra; che è poi il mondo inglese non londinese che ha portato alla Brexit. Il rapporto di Tolkien con l'America e gli americani è a tratti alquanto buffo - sembra di sentire la Dowager Countess di Downton Abbey - anche quando parla con una qualche nostalgia del mondo di Jane Austen in una lettera del 1944 al figlio Christopher. Ma nel suo "antiamericanismo" Tolkien (identitario, cattolico, critico della modernità) intravvede la globalizzazione delle culture, cioè l'omologazione in una non-identità. Guardi che Tolkien era tutt'altro che un isolato dal mondo; contro il razzismo nazista scrive in modo sprezzante, e negli anni '40 capisce che il pericolo di un imbarbarimento anche in Inghilterra, causato dalla guerra, esiste. Forse vedeva un po' troppo in là; in generale, per chi capisce le cose (o le intuisce, per un tipo come Tolkien), il destino è quasi sempre segnato: quando si affermano certe verità non si è presi sul serio e spesso si è messi in ridicolo; quando poi il "quadro" previsto si verifica, chi ne aveva parlato in anticipo viene accuratamente cancellato dalla memoria, e i cantori della contemporaneità (che non avevano capito niente del processo in corso) sono felicissimi di illustrare le loro profonde interpretazioni di ciò che sta avvenendo. Il segno di questa omologazione dove tutti sono nulla è una non-lingua, la lingua del "baa baa" evocata da Tolkien.È atteso a settembre anche in Italia, dopo l'uscita nelle sale inglesi e americane, un film sugli anni giovanili di Tolkien, che si aggiunge ai film di Peter Jackson, sui quali i giudizi sono stati diversi. Qual è il suo parere al riguardo?Tolkien non aveva rifiutato l'idea di un adattamento cinematografico della sua opera, anzi si era impegnato a lungo nel progetto, pur fallito all'epoca. Un adattamento cinematografico è una traduzione, e ovviamente tutte le traduzioni perdono qualcosa e la necessità del mezzo modifica l'equilibrio compositivo. Pensi, in un altro campo, a una trascrizione per pianoforte di una sinfonia o di scene d'opera, alla Listz, o, al contrario, all'orchestrazione di opere nate originariamente per pianoforte, com'è il caso dei Quadri di un'esposizione. A me l'adattamento cinematografico del Signore degli anelli di Jackson piace molto; l'ambiente neozelandese è splendido, molti attori sono di alto livello, la musica è ben scritta ed eseguita. La versione cinematografica de Lo Hobbit mi piace decisamente meno. Sul film biografico in arrivo, ne parleremo quando sarà disponibile. Ho visto solo il trailer; temo aria di politically correct, ma vedremo.
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LO HOBBIT raccontato da Roberto Arduini
In occasione dello #HobbitDay, la nostra associazione è stata invitata presso la Locanda della Contea di Montalenghe (TO) a tenere una conferenza sulla prima importante pubblicazione del prof. J.R.R. Tolkien, Lo Hobbit appunto, a 80 anni dalla sua pubblicazione. Intervengono Chiara Nejrotti, Renzo Caimotto, Luisa Paglieri e Emanuele Manfredi. Presenta Luca Catalano, titolare della locanda e membro fondatore degli Ainur. Un giorno il professor Tolkien, durante la correzione di alcuni elaborati dei suoi allievi, si distrasse e scribacchiò su un foglio: “in un buco nel terreno viveva uno Hobbit”: da quest'episodio sarebbe nato il racconto che lo avrebbe reso famoso e che avrebbe poi portato all'opera maggiore: Il Signore degli Anelli. Tolkien stesso nelle sue lettere, dichiarò di non sapere assolutamente chi o che cosa fosse uno hobbit, mentre scriveva quelle parole apparentemente senza senso; soltanto in seguito nacquero La Contea e Bilbo Baggins. Ma come si situa la creazione de Lo Hobbit all'interno dell'opera tolkieniana? Se i legami presenti con Il Signore degli Anelli sono evidenti, vi sono tuttavia anche notevoli differenze tra la visione epica del secondo ed il tono più scanzonato, da romanzo per ragazzi, del primo. Diversi elementi inoltre, e in primo luogo l'Anello, cambiano completamente il proprio ruolo e la propria funzione. Lo Hobbit non è il “prequel” dell'opera principale, ma un romanzo con caratteristiche proprie che ha costituito il passaggio di congiunzione tra i racconti della Prima Era narrati nel Silmarillion e la produzione, apparentemente minore, di racconti e ballate che l'Autore scrisse innanzitutto per divertire i propri figli. Inoltre vi sono in esso tracce di una concezione più vicina al folklore del racconto popolare, anche se la grande epica già vi fa capolino. Un romanzo apparentemente semplice, che invece nasconde in sé numerosi percorsi da scoprire per poter comprendere meglio l'unità dell'intera opera tolkieniana. Nella nostra tavola rotonda ci metteremo insieme in cammino alla loro ricerca.
In occasione dello #HobbitDay, la nostra associazione è stata invitata presso la Locanda della Contea di Montalenghe (TO) a tenere una conferenza sulla prima importante pubblicazione del prof. J.R.R. Tolkien, Lo Hobbit appunto, a 80 anni dalla sua pubblicazione. Intervengono Chiara Nejrotti, Renzo Caimotto, Luisa Paglieri e Emanuele Manfredi. Presenta Luca Catalano, titolare della locanda e membro fondatore degli Ainur. Un giorno il professor Tolkien, durante la correzione di alcuni elaborati dei suoi allievi, si distrasse e scribacchiò su un foglio: “in un buco nel terreno viveva uno Hobbit”: da quest’episodio sarebbe nato il racconto che lo avrebbe reso famoso e che avrebbe poi portato all’opera maggiore: Il Signore degli Anelli. Tolkien stesso nelle sue lettere, dichiarò di non sapere assolutamente chi o che cosa fosse uno hobbit, mentre scriveva quelle parole apparentemente senza senso; soltanto in seguito nacquero La Contea e Bilbo Baggins. Ma come si situa la creazione de Lo Hobbit all’interno dell’opera tolkieniana? Se i legami presenti con Il Signore degli Anelli sono evidenti, vi sono tuttavia anche notevoli differenze tra la visione epica del secondo ed il tono più scanzonato, da romanzo per ragazzi, del primo. Diversi elementi inoltre, e in primo luogo l’Anello, cambiano completamente il proprio ruolo e la propria funzione. Lo Hobbit non è il “prequel” dell’opera principale, ma un romanzo con caratteristiche proprie che ha costituito il passaggio di congiunzione tra i racconti della Prima Era narrati nel Silmarillion e la produzione, apparentemente minore, di racconti e ballate che l’Autore scrisse innanzitutto per divertire i propri figli. Inoltre vi sono in esso tracce di una concezione più vicina al folklore del racconto popolare, anche se la grande epica già vi fa capolino. Un romanzo apparentemente semplice, che invece nasconde in sé numerosi percorsi da scoprire per poter comprendere meglio l’unità dell’intera opera tolkieniana. Nella nostra tavola rotonda ci metteremo insieme in cammino alla loro ricerca.
Il trentesimo anniversario di certi film capitano una volta sola nella vita: è per questo che Nanni Cobretti ci racconta un sacco di cose su "Rocky IV" nella sua rubrica Missione di Giustizia!Poi Aldo parla dell'ultimo film di "Hunger Games", facendo il punto della situazione riguardo quello che per il momento è l'ultimo franchise tratto da romanzi per ragazzi in grado di incidere sull'immaginario collettivo."Lunga vita a Tiberio!"Matteo e Aldo tifano per l'amico Daniel Cuello e per il suo libro "
"Lo Hobbit" di J.R.R. Tolkien - prof. Luigi Gaudio
Radio Giap Rebelde - l'audioteca di Wu Ming - Archivio 2011 - 2016
L’11 gennaio 2015 Wu Ming 4 ha tenuto una lezione su Lo Hobbit al Museo del Videogioco di Roma, all’interno del ciclo di conferenze organizzato dall’Associazione Italiana Studi Tolkieniani e dedicate al primo romanzo di J.R.R.Tolkien. Nelle quasi due ore di conferenza è racchiuso un buon condensato della riflessione di WM4 sull’opera in questione, portata avanti anche su Giap. Mettiamo a disposizione l’audio, corredato da un indice.Intro – 00:00 Libro e meta-libro – 3’41” «In un buco nel terreno…» – 7’12” Gandalf – 28’18” I nani – 35’19” Lo scassinatore borghese – 48’41” Risveglio & partenza – 57’37” Padre, madre… e solitudine – 1h02’07” Troll, elfi, goblin… – 1h08’45” …e Gollum – 1h13’27” Nel bosco – 1h26’30” Smaug il Terribile – 1h31’38” Il tradimento onesto e il compimento dell’eroe – 1h42’43”
Jay, SilentBob, Buddy e Randall 2.0. Questo è il team di Radio Brea - La WebRadio di Sentieri Tolkieniani! Nuovamente in diretta ogni due settimane con approfondimenti, curiosità, divertimento e tanta buona musica in tre ore di trasmissione interamente dedicate alle opere di J.R.R. Tolkien e i film di Peter Jackson che ne sono derivati. E per chi non ne avesse abbastanza, tantissime notizie dagli universi nerd paralleli! Partecipate in chat sul sito www.spreaker.com/user/sentieritolkieniani oppure chiamateci in diretta su Skype al contatto sentieri.tolkieniani COME ASCOLTARE RADIO BREA: collegatevi al sito www.spreaker.com/user/sentieritolkieniani Giovedì 12 Febbraio alle ore 20:30; se non riuscite a sentire la diretta aggiornate la pagina web, a volte qualche problema tecnico ci fa tardare di qualche minuto. SI RINGRAZIA: Mondiversi It's a Different World di Amos Pons NEMO Music Store e NEMO Service di Capitano Nemo Tolkien Italia - Tolkieniani italiani - Il Fantastico Mondo di J.R.R. Tolkien - Le Migliori Frasi Del Silmarillion - Le migliori frasi de "Lo Hobbit" - Sirius Black - La mentalità dei nazgûl - LA LOCANDA DEL PULEDRO IMPENNATO - LUOGO DI RACCONTI E MUSICA - Alla Locanda del Puledro Impennato - La porta di Moria __ Shop - Semplicemente 'Il Signore degli Anelli '
Jay, SilentBob, Buddy e Randall 2.0. Questo è il team di Radio Brea - La WebRadio di Sentieri Tolkieniani! Nuovamente in diretta ogni due settimane con approfondimenti, curiosità, divertimento e tanta buona musica in tre ore di trasmissione interamente dedicate alle opere di J.R.R. Tolkien e i film di Peter Jackson che ne sono derivati. E per chi non ne avesse abbastanza, tantissime notizie dagli universi nerd paralleli! Partecipate in chat sul sito www.spreaker.com/user/sentieritolkieniani oppure chiamateci in diretta su Skype al contatto sentieri.tolkieniani COME ASCOLTARE RADIO BREA: collegatevi al sito www.spreaker.com/user/sentieritolkieniani Giovedì 12 Febbraio alle ore 20:30; se non riuscite a sentire la diretta aggiornate la pagina web, a volte qualche problema tecnico ci fa tardare di qualche minuto. SI RINGRAZIA: Mondiversi It's a Different World di Amos Pons NEMO Music Store e NEMO Service di Capitano Nemo Tolkien Italia - Tolkieniani italiani - Il Fantastico Mondo di J.R.R. Tolkien - Le Migliori Frasi Del Silmarillion - Le migliori frasi de "Lo Hobbit" - Sirius Black - La mentalità dei nazgûl - LA LOCANDA DEL PULEDRO IMPENNATO - LUOGO DI RACCONTI E MUSICA - Alla Locanda del Puledro Impennato - La porta di Moria __ Shop - Semplicemente 'Il Signore degli Anelli '
Gli hobbit spacciatori di erba pipa più riforniti della Contea tornano in diretta Gioved' 29 Gennaio alle 20:30! Continua il dibattito sull'ultimo capitolo de Lo Hobbit; analizzeremo il film scena per scena insieme a voi! Partecipate in chat sul sito www.spreaker.com/user/sentieritolkieniani oppure chiamateci in diretta su Skype al contatto sentieri.tolkieniani COME ASCOLTARE RADIO BREA: collegatevi al sito www.spreaker.com/user/sentieritolkieniani Giovedì 29 Gennaio alle ore 20:30; se non riuscite a sentire la diretta aggiornate la pagina web, a volte qualche problema tecnico ci fa tardare di qualche minuto. SI RINGRAZIA: Mondiversi It's a Different World di Amos Pons NEMO Music Store e NEMO Service di Capitano Nemo Tolkien Italia - Tolkieniani italiani - Il Fantastico Mondo di J.R.R. Tolkien - Le Migliori Frasi Del Silmarillion - Le migliori frasi de "Lo Hobbit" - Sirius Black - La mentalità dei nazgûl - LA LOCANDA DEL PULEDRO IMPENNATO - LUOGO DI RACCONTI E MUSICA - Alla Locanda del Puledro Impennato - La porta di Moria __ Shop - Semplicemente 'Il Signore degli Anelli '
Gli hobbit spacciatori di erba pipa più riforniti della Contea tornano in diretta Gioved' 29 Gennaio alle 20:30! Continua il dibattito sull'ultimo capitolo de Lo Hobbit; analizzeremo il film scena per scena insieme a voi! Partecipate in chat sul sito www.spreaker.com/user/sentieritolkieniani oppure chiamateci in diretta su Skype al contatto sentieri.tolkieniani COME ASCOLTARE RADIO BREA: collegatevi al sito www.spreaker.com/user/sentieritolkieniani Giovedì 29 Gennaio alle ore 20:30; se non riuscite a sentire la diretta aggiornate la pagina web, a volte qualche problema tecnico ci fa tardare di qualche minuto. SI RINGRAZIA: Mondiversi It's a Different World di Amos Pons NEMO Music Store e NEMO Service di Capitano Nemo Tolkien Italia - Tolkieniani italiani - Il Fantastico Mondo di J.R.R. Tolkien - Le Migliori Frasi Del Silmarillion - Le migliori frasi de "Lo Hobbit" - Sirius Black - La mentalità dei nazgûl - LA LOCANDA DEL PULEDRO IMPENNATO - LUOGO DI RACCONTI E MUSICA - Alla Locanda del Puledro Impennato - La porta di Moria __ Shop - Semplicemente 'Il Signore degli Anelli '
Abbiamo esagerato: sei film in poco più di due ore. È che avevamo in studio Fabio "Faz" Deotto e, per la prima volta davanti ai microfoni, Gianluca "Gianluca" Didino. Hobbit, Bill Murray, Disney, Fincher, Rover, Salvatores!
Imprescindibile inizio con Vacanze di Natale '83 per cantare la grande fine di quel periodo di cinema berlusconista con Un Natale stupefacente, il film della normalizzazione del cinema di Natale. Le alternative di Natale saranno il terzo noiosissimo capitolo di Lo Hobbit, Big Hero 6 cioè il film Disney e uno dei migliori dell'anno Gone Girl - L'amore bugiardo. C'è poi Jimmy's Hall uno dei meno riusciti di Ken Loach e Il ragazzo invisibile di Salvatores. Per amanti del buonismo St. Vincent, ovvero Bill Murray che fa il burbero buono. Per il 2 Gennaio invece ci saranno moltissime uscite grandi da The imitation game a Big Eyes (di Tim Burton) fino a Si accettano miracoli di Siani e American Sniper di Eastwood. BONUS: i migliori dischi dell'anno da Faster
Imprescindibile inizio con Vacanze di Natale ’83 per cantare la grande fine di quel periodo di cinema berlusconista con Un Natale stupefacente, il film della normalizzazione del cinema di Natale. Le alternative di Natale saranno il terzo noiosissimo capitolo di Lo Hobbit, Big Hero 6 cioè il film Disney e uno dei migliori dell’anno Gone Girl - L’amore bugiardo. C’è poi Jimmy’s Hall uno dei meno riusciti di Ken Loach e Il ragazzo invisibile di Salvatores. Per amanti del buonismo St. Vincent, ovvero Bill Murray che fa il burbero buono. Per il 2 Gennaio invece ci saranno moltissime uscite grandi da The imitation game a Big Eyes (di Tim Burton) fino a Si accettano miracoli di Siani e American Sniper di Eastwood. BONUS: i migliori dischi dell’anno da Faster
Imprescindibile inizio con Vacanze di Natale ’83 per cantare la grande fine di quel periodo di cinema berlusconista con Un Natale stupefacente, il film della normalizzazione del cinema di Natale. Le alternative di Natale saranno il terzo noiosissimo capitolo di Lo Hobbit, Big Hero 6 cioè il film Disney e uno dei migliori dell’anno Gone Girl - L’amore bugiardo. C’è poi Jimmy’s Hall uno dei meno riusciti di Ken Loach e Il ragazzo invisibile di Salvatores. Per amanti del buonismo St. Vincent, ovvero Bill Murray che fa il burbero buono. Per il 2 Gennaio invece ci saranno moltissime uscite grandi da The imitation game a Big Eyes (di Tim Burton) fino a Si accettano miracoli di Siani e American Sniper di Eastwood. BONUS: i migliori dischi dell’anno da Faster
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Una puntata speciale dal vivo alla fumetteria Waste of Time di Milano. Con noi c’erano Lucio Besana e Claudio Serena, che si sono sfidati difendendo o abbattendo il secondo film de Lo Hobbit di Peter Jackson.
Puntata nasalizia!Blue Jasmine di Woody Allen, Oldboy di Spike Lee e Lo Hobbit: la desolazione di Smaug di peter Jackson. Fatevela bastare fino alla fine dell'anno, perché ci risentiamo nel 2014 per parlare del meglio e del peggio dell'anno appena trascorso. Buon ascolto e Buon Natale![00:00:28] L'angolo del tripudio[00:25:50] Blue Jasmine[00:52:00] Oldboy[01:15:00] Molière in bicicletta e Frozen in breve[01:17:30] Lo Hobbit: La desolazione di SmaugPotete ascoltare l'episodio al link diretto al file MP3 (per scaricarlo basta cliccare col destro e poi "Salva link con nome"): Clicca qui!Abbonatevi su iTunes: Clicca qui!Oppure ascoltate il podcast mediante il player Podtrac:
Dopo settimane di silenzio per come di festival e consigli comunali che vanno in onda al posto della tramsissione (sacrilegio!) si torna in onda con un suntino del festival di Torino in cui sono passati, attenzione, due bei film italiani, di cui uno è un esordio. Dopodichè come se non ci fosse un domani si passa ai film in uscita e usciti tra cui spicca Don Jon, una commedia americana molto divertente e originale e il grandissimo nuovo film di Woody Allen. Dopodichè un'anticipazione della settimana prossima con I sogni segreti di Walter Mitty, di e con Ben Stiller, e la cronaca di cosa ci sia nella seconda parte di Lo Hobbit, già in sala. Caso strano quello di Still Life, peculiare dramma britannico, e poi l'esilarante (involontariamente) Roma Criminale, un film rionale (a cui si contrappone la scoperta di Traffic department, blockbuster polacco straordinario). Impensabile non parlare poi di Indovina chi viene a Natale, il nuovo cinema natalizio italiano. Chicca di chiusura Philomena, il pessimo Old boy e l'immancabile cartone di Natale Disney: Frozen. E li abbiamo davvero citati TUTTI.
Dopo settimane di silenzio per come di festival e consigli comunali che vanno in onda al posto della tramsissione (sacrilegio!) si torna in onda con un suntino del festival di Torino in cui sono passati, attenzione, due bei film italiani, di cui uno è un esordio. Dopodichè come se non ci fosse un domani si passa ai film in uscita e usciti tra cui spicca Don Jon, una commedia americana molto divertente e originale e il grandissimo nuovo film di Woody Allen. Dopodichè un'anticipazione della settimana prossima con I sogni segreti di Walter Mitty, di e con Ben Stiller, e la cronaca di cosa ci sia nella seconda parte di Lo Hobbit, già in sala. Caso strano quello di Still Life, peculiare dramma britannico, e poi l'esilarante (involontariamente) Roma Criminale, un film rionale (a cui si contrappone la scoperta di Traffic department, blockbuster polacco straordinario). Impensabile non parlare poi di Indovina chi viene a Natale, il nuovo cinema natalizio italiano. Chicca di chiusura Philomena, il pessimo Old boy e l'immancabile cartone di Natale Disney: Frozen. E li abbiamo davvero citati TUTTI.
Dopo settimane di silenzio per come di festival e consigli comunali che vanno in onda al posto della tramsissione (sacrilegio!) si torna in onda con un suntino del festival di Torino in cui sono passati, attenzione, due bei film italiani, di cui uno è un esordio. Dopodichè come se non ci fosse un domani si passa ai film in uscita e usciti tra cui spicca Don Jon, una commedia americana molto divertente e originale e il grandissimo nuovo film di Woody Allen. Dopodichè un'anticipazione della settimana prossima con I sogni segreti di Walter Mitty, di e con Ben Stiller, e la cronaca di cosa ci sia nella seconda parte di Lo Hobbit, già in sala. Caso strano quello di Still Life, peculiare dramma britannico, e poi l'esilarante (involontariamente) Roma Criminale, un film rionale (a cui si contrappone la scoperta di Traffic department, blockbuster polacco straordinario). Impensabile non parlare poi di Indovina chi viene a Natale, il nuovo cinema natalizio italiano. Chicca di chiusura Philomena, il pessimo Old boy e l'immancabile cartone di Natale Disney: Frozen. E li abbiamo davvero citati TUTTI.
Continuiamo questa serie dedicata alla storia della composizione e pubblicazione de Lo Hobbit. In questa puntata ci concentreremo sul manoscritto della seconda fase - il più poderoso flusso creativo che porta il libro quasi alla conclusione. Vedremo in particolar modo come inizialmente gli avvenimenti conclusivi e relativi alla morte di Smaug erano stati concepiti in 3 modi radicalmente diversi da come poi avvengono nel libro pubblicato.
Iniziamo una serie di episodi dedicati alla composizione de Lo Hobbit: quali erano inizialmente le idee di Tolkien a riguardo dell'avventura di Bilbo, e come dopo la pubblicazione tornerà a ripensarla e modificarla. In questo primo episodio guardiamo il primissimo manoscritto del 1930 - in cui Gandalf era il leader dei Nani e non lo stregone - e cerchiamo di individuare le relazioni e rispondere alla domanda se e in che misura Lo Hobbit era ed è integrato nel legendarium.
Puntata speciale di Natale, andata in onda il 25 Dicembre di mattina, chiaramente partita con il bilancio dei film di Natale che si contengono la vetta del boxoffice (I 2 soliti idioti, Lo Hobbit e Colpi di fulmine), poi qualche uscita della settimana come La regola del sospetto, Zero Dark Thirty o Jack Reacher e qualche anticipazione del futuro prossimo venturo come Django Unchained o L'uomo dai pugni di ferro.
Puntata speciale di Natale, andata in onda il 25 Dicembre di mattina, chiaramente partita con il bilancio dei film di Natale che si contengono la vetta del boxoffice (I 2 soliti idioti, Lo Hobbit e Colpi di fulmine), poi qualche uscita della settimana come La regola del sospetto, Zero Dark Thirty o Jack Reacher e qualche anticipazione del futuro prossimo venturo come Django Unchained o L'uomo dai pugni di ferro.
Dopo il sequel fasteriano della settimana (stavolta batte tutti i record) cominciamo a parlare di una settimana piena di buone cose dal sorprendente The Grey e dal molto atteso Moonrise Kingdom, proseguendo poi con il primo diretto da una donna dell'Arabia Saudita, La bicicletta verde. Dopo aver raccontato la storia di Troppo Amici (che non è il sequel di Quasi amici) si parla del ritorno al cinema di Ritorno al futuro e si annunciano le sale in cui vedere Lo Hobbit a 48 fotogrammi al secondo...
Dopo il sequel fasteriano della settimana (stavolta batte tutti i record) cominciamo a parlare di una settimana piena di buone cose dal sorprendente The Grey e dal molto atteso Moonrise Kingdom, proseguendo poi con il primo diretto da una donna dell'Arabia Saudita, La bicicletta verde. Dopo aver raccontato la storia di Troppo Amici (che non è il sequel di Quasi amici) si parla del ritorno al cinema di Ritorno al futuro e si annunciano le sale in cui vedere Lo Hobbit a 48 fotogrammi al secondo...