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Parafrasando il trailer dei nostri amici e colleghi Daniele Soffiati e Alberto Grandi del podcast DOI: ci abbiamo preso gusto a rovinare i film. Oggi tocca a Gravity, presentato come quanto di più vicino ci fosse a un documentario, ma con un cast STELLARE (loool) e un centinaio di milioni di dollari di budget in più. Ah, e se non vi fidate di noi, fidatevi di chi ha smontato pezzo per pezzo la scienza dietro a questo film, ovverosia Samantha Cristoforetti e Scott Parazynsky.See omnystudio.com/listener for privacy information.
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7833SANGIULIANO, DIETRO LO SVARIONE C'E' LA SOLITA VULGATA di Stefano ChiappalonePiù che un semplice anacronismo è un boomerang. Domenica a Taormina durante l'evento "Taobuk 2024 - Identità italiana, identità culturale" il ministro Gennaro Sangiuliano a un certo punto ha citato: «... la Santa Inquisizione, perché l'Inquisizione nella Spagna dell'epoca era un contropotere molto forte. Colombo va davanti alla Santa Inquisizione e spiega il suo progetto. Colombo, sapete, non ipotizzava di scoprire un nuovo continente, ma Colombo voleva raggiungere le Indie circumnavigando la terra sulla base delle teorie di Galileo Galilei. Allora i padri, chiamiamoli "padri"...». Il tutto per dire che «Nell'attività normativa legislativa quando ci mettiamo a ragionare a come riformare, troviamo sempre i soloni che ci dicono: "Ma questa cosa non è mai stata fatta". Ma se nella storia dell'umanità non ci fosse stato qualcuno che a un certo punto ha rotto gli schemi, noi non avremmo fatto tante conquiste». Insomma, il riformatore odierno come un novello Colombo o Galileo.Applausi scroscianti sul posto e ironia sferzante sul web, facendo notare un "dettaglio" che dovrebbe essere ovvio come il proverbiale uovo di Colombo (restando in tema): le date non tornano, dal momento che Galileo Galilei nacque nel 1564, quando Cristoforo Colombo era morto da ben 58 anni e pertanto difficilmente avrebbe potuto avvalersi delle «teorie» dello scienziato pisano. Un'occhiata a wikipedia avrebbe risparmiato una gaffe tanto più eclatante in bocca al ministro della Cultura. Come se un sottosegretario agli Esteri confondesse i libanesi con i libici (ah no, è già accaduto). O se qualcuno collocasse Times Square a Londra invece che a New York... ma Sangiuliano ha fatto anche questo.Non c'è solo l'anacronismo: se pure Galileo fosse vissuto qualche tempo prima, di quali teorie si sarebbe potuto avvalere Colombo per il suo viaggio? Dell'eliocentrismo? A rendere possibile il viaggio di Colombo servivano due dati: che la terra fosse sferica, e lo si sapeva da parecchi secoli, malgrado qualcuno ancora sia convinto che le obiezioni a Colombo si basassero sul mito della "terra piatta" (ma la sfericità della terra era cosa nota anche nel vituperato Medioevo). E che la circonferenza terrestre fosse sufficientemente "piccola" da consentire la lunga navigazione attraverso l'Oceano. In effetti le misurazioni di Colombo attingevano alla Geografia non di Galileo bensì di Tolomeo (forse il ministro si riferiva a lui, come ipotizza Focus?)BASTA LO SLOGANSviste non da poco, ma che importa, basta aver lanciato lo slogan: l'uomo delle riforme incurante dei pregiudizi come il navigatore genovese, che la vulgata descrive – al pari di Galileo - come la quintessenza della modernità. Il che basta a godere di quella sorta di "impunità culturale" per cui su certi temi, argomenti o personaggi, si può pontificare a piacimento e ogni strafalcione è perdonato purché si esalti la (presunta) modernità di qualcuno rispetto alla (presunta) arretratezza dei tempi in cui visse. Uno schema buono per tutte le occasioni. E poi l'inquisizione ci sta sempre bene a dare un tocco noir, tanto nessuno va a controllare che non si occupava di viaggi per mare (e che le ricerche più recenti hanno restituito un'immagine non esattamente corrispondente alla leggenda nera, da non sostituire con una leggenda rosa, ma semplicemente con le luci e le ombre della verità storica). Potenza della propaganda ottocentesca che tuttora riecheggia dai sussidiari ai documentari.Comunque sia, le obiezioni dei dotti di Salamanca non si fondavano sul terrapiattismo, bensì su calcoli più esatti di quelli di Colombo: in altri termini, la circonferenza terreste era più ampia e quindi il viaggio sarebbe stato più lungo di quanto avesse preventivato il genovese. Troppo lungo per disporre di provviste sufficienti. E chissà come sarebbe finito se nel percorso tra il porto di Palos e le "Indie" non si fossero imbattuti in quel continente imprevisto. Forse come quello dei fratelli Vivaldi, che esattamente due secoli prima si erano già proposti di andare «per mare Oceanum ad partes Indiae», ma non fecero più ritorno.COLOMBO CATTOLICO ROMANOE la sbandierata modernità di Colombo? Il suo Giornale di bordo si apre «nella grande città di Granada dove (...) vidi il Re Moro venire alle porte della città e baciare le regali mani delle Vostre Altezze e del Principe mio signore». Dalla Reconquista all'ansia di convertire i popoli soggetti a quel «principe che è chiamato Gran Khan»: «quante volte egli ed i suoi predecessori avevano mandato messi a Roma per cercar dottori nella nostra Santa Fede che di essa li istruissero, e mai il Santo Padre ne li ha provveduti, e così tante persone andarono perdute per esser cadute in idolatrie ed aver ricevuto dottrine di dannazione». E poiché il Santo Padre non aveva fatto nulla (anche allora si temeva il proselitismo?), los reyes catolicos «hanno risolto di inviare me, Cristoforo Colombo, alle menzionate contrade dell'India, per vedere (...) la maniera in cui possa intraprendersi la loro conversione alla nostra Santa Fede».Un'ultima nota sulla modernità di Galileo, entrato suo malgrado - e anzitempo - in questa vicenda. Il nodo della querelle tra lui e il cardinale Bellarmino stava nella pretesa galileiana di proporre come verità un'ipotesi scientifica. Lasciamo la parola a uno storico non sospetto di filo-cattolicesimo, come Alessandro Barbero: «Attenzione a dire che Galileo era moderno... quando ha scoperto queste cose ha detto: "Questa è la verità e io intendo insegnare la verità". E il cardinale Bellarmino, pover'uomo, gli diceva: "Ma senti, noi non vogliamo farti mica delle cattiverie, basta che tu accetti di insegnare che questa è un'ipotesi e tu puoi anche dire che con quell'ipotesi lì le cose vanno bene, funzionano, però è un'ipotesi". E Galileo, duro: "No, è la verità, non è un'ipotesi!". E il mio professore di fisica concludeva, lo ricorderò per sempre: "Non era moderno Galileo, era moderno il cardinale Bellarmino!"».Parafrasando un noto tormentone di vent'anni fa: «Dammi tre parole: Colombo, Galileo e Inquisizione». Gli ingredienti perfetti per far sfoggio di luogocomunismo. E lo svarione è perdonato, perché in fondo è in linea con la vulgata.
Parafrasando una celebre canzone di Renato Zero in questo fine settimana più che mai viene da gridare W l'Italia Antifascista. Quando un uomo lo gridò alla prima del teatro alla Scala intervenì la DIGOS, quando uno scrittore prova a dirlo sulla TV di stato viene censurato. In un paese democratico come l'Italia questo non è ammissibile e quindi a costo di risultare il podcast aperto e chiuso in un episodio lo grido a pieni polmoni W L'ITALIA ANTIFASCISTA. Lo spezzone iniziale è preso dalla trasmissione "Chesarà..." andato in onda su RAI 3 in data 20.4.24 e di proprietà di RAI Radiotelevisione Italiana usato all' interno dell'episodio in linea con diritto di cronaca e critica.
Perchè i tiranni hanno creato un ministero per governare “la galassia, la Luna e gli altri corpi celesti"? In questa puntata alziamo l'asticella di una storia già profondamente violenta e demenziale. I due autocrati hanno creato un'economia in cui il settore trainante è quello delle pompe funebri. Parafrasando un grande film, gli Ortegas hanno una mentalità tipo “Lascia la pistola e pigliami i cannoli”. Sono più vicino al Padrino che a Gheddafi. Dopo aver fatto accordi con lo Steve Jobs della malavita, in questo episodio scopriamo il rapporto dei tiranni col paese più bello del mondo, l'Italia. Risponderemo, inoltre, a questa domanda: come ha fatto la tirannia coniugale a sconfiggere la Casa Bianca, la democrazia e a creare uno dei regimi più solidi del mondo? Testi di Antonio Losito. Il Compleanno Will era il 20 gennaio, ma fino a fine mese festeggiamo e vi facciamo un regalo: sconto del 20% su tutti i piani annuali per la nostra membership usando il codice sconto "COMPLEANNOWILL". Con la membership sostieni il nostro lavoro e hai accesso a contenuti speciali a te dedicati. Per saperne di più clicca qui! Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
Prima puntata della sesta stagione di J-TACTICS il podcast a tinte solo ed esclusivamente bianconere."E lasciami gridareLasciami sfogareIo senza amore non so stareIo non posso restareSeduto in disparteNé arte né parteNon sono capaceDi stare a guardareQuesti occhi di bracceE poi non provareUn brivido dentroE correrti incontro, gridartiTi amoRicominciamo..."Parafrasando il titolo della celeberrima canzone di Adriano Pappalardo, Ricominciamo.Ricominciamo una nuova stagione del nostro podcast per seguire con rinnovata e mai doma passione le vicende della vecchia signora bianconera.Speranze, sogni, aspettative e obbiettivi per questa stagione 23/24.Festeggeremo e saremo felici o al contrario saremo amareggiati e tristi?Lo scopriremo in questo lungo cammino fatto di 38 partite che analizzeremo in altrettante puntate di J-TACTICS dove analizzeremo e narreremo per voi le gesta dell'amata Juventus.In questa puntata un focus sul non proprio entusiasmante calciomercato dei bianconeri, il primo dell'era Giuntoli, e un bilancio sui primi tre match giocati con Udinese, Bologna e Empoli.Di questo ed altro parleremo in questa puntata!Diteci la vostra, interagiremo con voi in chat live!Ecco i link dei nostri social:CANALE TELEGRAM:https://t.me/+TYOn7FZAQwet7MAtINSTAGRAM:https://instagram.com/jtactics_?igshid=YmMyMTA2M2Y=TWITTER:https://twitter.com/RadioMDN?t=woKQltSFRUTw9qibbRZaJA&s=09
Trentatreesima e ultima puntata della quinta stagione di J-TACTICS, la rubrica di radiomegliodiniente.com, dedicata alla vecchia signora bianconera."Madonna che silenzio c'è stasera", è un film del 1982 diretto da Maurizio Ponzi, scritto e interpretato da Francesco Nuti.Francesco, single, disoccupato e oppresso da una madre possessiva, vive nel grigiore quotidiano, traumatizzato fin dal momento della sveglia che non vuol smettere di suonare, dall'incontro con sua madre che, nonostante abiti sullo stesso pianerottolo, lo prega di "tornare a casa", dall'incontro con una serie di personaggi stravaganti e surreali che incontra mentre percorre le vie di Prato in cerca di lavoro.L'ambientazione nella provincia toscana, famosa per l'industria tessile, è caratterizzata dalla presenza del telaio, il mostro dell'industria manifatturiera che ha reso ricca la città ma che è responsabile delle tante amputazioni delle dita degli operai. Francesco prosegue la sua avventura tutto il giorno e alla sera si ritrova ancora senza lavoro. Unica nota positiva la speranza di riconquistare Maria, la donna che lo aveva da poco abbandonato, e che sul finire della giornata lo cerca per telefono.Il grigiore, la rassegnazione e l'assenza di un futuro roseo del Francesco protagonista della pellicola che da il titolo all'odierna puntata di J-TACTICS può ahinoi trovare un'analogia con l'attuale situazione della Juventus. Tanta incertezza, al momento, per la vecchia signora bianconera. La penalizzazione di 10 punti in classifica inflitta alla Juventus dopo la sentenza della Corte federale d'appello della Figc a seguito della nuova udienza del processo plusvalenze, che di fatto l'ha estromessa dall'Europa che conta per la prossima stagione ha cambiato fortemente i piani della società.Lontani i tempi in cui i bianconeri acquistavano un big a stagione, come i vari Higuain, De Ligt e Cristiano Ronaldo, solo per fare qualche esempio.La Vecchia Signora aveva fatto le sue fortune su uno stadio di proprietà facendosi precursore in Italia di un processo di rinnovamento che lentamente sta coinvolgimento altre squadre. Stadium che negli ultimi mesi della scorsa stagione ha mostrato ampi buchi, con settori pressoché vuoti ed una totale assenza di tifo nel vero senso della parola rendendo ancor più desolante e grigio un finale di campionato avaro di soddisfazioni. Come detto, la querelle relativa alle plusvalenze e le conseguenti sentenze che in questa stagione hanno destabilizzato la squadra stravolgendo completamente la classifica per i bianconeri tanto da estrometterli dalla Champions e probabilmente da tutte le competizioni europee possono cambiare i piani della Juventus. La rosa potrebbe subire un forte ridimensionamento privandosi di quasi tutti i top player ripartendo con alcuni validi elementi emersi dalla Next Gen.Senza Champions e senza partecipazione alla competizioni Uefa, il danno economico per la società sarebbe importante, circa 50 milioni di euro. Ecco perché in questo senso bisognerà probabilmente anche monetizzare dalle cessioni oltre a lasciar scadere i contratti onerosi di alcuni giocatori.In quest'ottica rientra Adrien Rabiot che con un ingaggio da 7 milioni potrebbe non essere più una priorità per la società.La Juventus potrebbe dunque risparmiare qualcosa dagli ingaggi di Di Maria (che ha già salutato Torino e l'ambiente bianconero) e Rabiot ma potrebbe anche sacrificare Dusan Vlahovic.L'ultimo acquisto di un certo peso a livello economico effettuato dalla società, potrebbe presto lasciare la Juventus dopo appena un anno e mezzo.In questo senso il Bayern Monaco ha manifestato interesse per l'attaccante serbo e se arriverà l'offerta che la Juve si attende dai bavaresi il club la considererà con grande attenzione, ovviamente se verrà trovata un'alternativa ritenuta all'altezza. Alternativa che potrebbe anche essere trovata in casa con i vari Milik (in prestito dal Marsiglia ma con un riscatto non troppo dispendioso) e Kean, anche se numericamente la società dovrà comunque, in assenza di Dusan completare il reparto offensivo.Non è chiaro se anche Chiesa lascerà o meno la Juve, l'ex Fiorentina sicuramente sarà oggetto di una riflessione maggiore prima di pensare a metterlo sul mercato. E allora da chi ripartirà la Juventus? Se dovesse rimanere Allegri in panchina potrebbe essere in forte dubbio anche la permanenza di Szczesny, non tanto per via suo costo ma più che altro per le crepe nel rapporto con il tecnico livornese emerse post Siviglia di cui i due sono stati protagonisti con un botta e risposta. Il lavoro più difficile sarà piazzare i tanti giocatori che rientreranno dai prestiti come Arthur, Kulusevski, McKennie a Zakaria da cui la società vorrà monetizzare attraverso le cessioni o almeno prestiti onerosi.Sarà compito del nuovo DS, con Giuntoli che dovrebbe, si spera, arrivare a breve, per questo ruolo e con Giovanni Manna, attuale DS della Next Gen, come suo sostituto pro tempore.La Juventus 2023-24 potrebbe verosimilmente ricominciare da un mix di giovani e senatori con una base formata dai vari Perin, Danilo, Bonucci, Gatti, Bremer, De Sciglio, Fagioli, Locatelli, Miretti, Kostic e Iling. Alex Sandro ha beneficiato invece del rinnovo automatico a 6 milioni a stagione ma a fronte di un'offerta importante la Juventus si libererebbe volentieri anche di lui. Non meno spinosa è la situazione di Pogba, contratto di 3 anni a 10 milioni a stagione. Il francese, praticamente mai utilizzato quest'anno, potrebbe ridiscutere al ribasso con la società eventualmente le cifre del suo ingaggio e di sicuro anche in questo caso non si opporrebbe a una sua ipotetica cessione. Potrebbe invece rinnovare Juan Cuadrado per un altro anno solo però abbassando drasticamente il suo ingaggio attuale da ben 5 milioni. Allegri, avrà il compito di ricostruire dalle ceneri la nuova Juventus senza escludere eventuali ribaltoni in panchina che potrebbero riguardare anche il tecnico livornese, stando ai rumors degli ultimi giorni e con un Tudor ancora alla finestra ad aspettare.Parafrasando il titolo di uno dei capolavori del sempre troppo poco celebrato Nuti: Madonna che silenzio ci sarà da stasera senza J-TACTICS a parlare della nostra amata Juventus, per un estate o forse chissà, per sempre.Di questo e altro parleremo in questa puntata!Diteci la vostra, interagiremo con voi in chat live!Ecco i link dei nostri social:CANALE TELEGRAM:https://t.me/+TYOn7FZAQwet7MAtINSTAGRAM:https://instagram.com/jtactics_?igshid=YmMyMTA2M2Y=TWITTER:https://twitter.com/RadioMDN?t=woKQltSFRUTw9qibbRZaJA&s=09
Trentesima puntata della quinta stagione di J-TACTICS, la rubrica di radiomegliodiniente.com, dedicata alla vecchia signora bianconera."Un detenuto in attesa di giudizio".Parafrasando il titolo della bellissima pellicola di Nanni Loy si potrebbe definire così la serata della Juventus al Castellani di Empoli.Proprio come Alberto Sordi protagonista del film, la squadra di Allegri in attesa del giudizio della Corte d'Appello federale sul caso plusvalenze, va ad Empoli per giocare un match sulla carta semplice contro i padroni di casa oramai salvi e proseguire a mettere punti in cascina.È una serata da incubo per la Juventus.La squadra di Allegri prima fa i conti con la penalizzazione di 10 punti in classifica per la sentenza della Corte d'appello federale sul caso plusvalenze e poi incassa una pesante sconfitta con il risultato di 4-1.La Vecchia Signora scende quindi in campo al Castellani pochi minuti dopo l'ufficialità della stangata per effetto della quale passa dal secondo al settimo posto in classifica in un sol colpo.I bianconeri passano da 69 punti a 59, per l'ennesima volta viene stravolta a colpi di sentenza la classifica della Juve in questa stagione a dir poco travagliata.In attesa delle motivazioni ufficiali che saranno pubblicate nei prossimi giorni si legge nel comunicato: "Chiamata dal Collegio di Garanzia dello Sport a rinnovare la sua valutazione sulla sanzione da irrogare a carico della Juventus per il cosiddetto ‘caso plusvalenze', la Corte Federale d'Appello ha sanzionato il club bianconero con dieci punti di penalizzazione in classifica da scontare nella corrente stagione sportiva".Una situazione alla quale si arriva dopo che il Collegio di garanzia del Coni aveva restituito il maltolto, i 15 punti precedentemente tolti alla Juventus per la questione plusvalenze, chiedendo però una ridefinizione del tutto per una seconda modifica importante alla classifica del campionato.In definitiva la corte d'appello federale conferma l'impianto accusatorio iniziale e dunque la: "voluta e reiterata alterazione delle evidenze contabili per effetto di numerose plusvalenze i cui valori erano fittizi".Accolto quindi il ricorso della Juve solo su un aspetto, quello relativo alle responsabilità sportive dei dirigenti senza delega.Si legge infatti testualmente nella nota: "La Corte ha altresì prosciolto dalle incolpazioni ascritte i sigg.ri Pavel Nedved, Paolo Garimberti, Assia Grazioli Venier, Caitlin Mary Hughes, Daniela Marilungo, Francesco Roncaglio ed Enrico Vellano".Si apprende poi che nel nuovo dibattimento il procuratore federale Chinè aveva chiesto 11 punti di penalizzazione per la Juventus, quindi 2 in più rispetto alla precedente richiesta, perseguendo ancora una volta la famosa afflittività della pena, avente lo scopo, in base a quella che è stata definita come "dosimetria sanzionatoria", di privare la squadra di Allegri dei punti necessari per qualificarsi alle prossime coppe europee.Con 10 punti di penalizzazione, classifica alla mano, la Juve esce dalla zona Champions e dalla zona Europa, ma resta ancora in gioco per entrambi gli obbiettivi, tutto dipenderà dalle ultime 2 partite ancora da giocare.Match che arrivano in un clima da tregenda, con i bianconeri reduci come detto da una surreale prestazione contro l'Empoli dove molti protagonisti sono apparsi scarichi e mentalmente altrove.Di questo e altro parleremo in questa puntata!Diteci la vostra, interagiremo con voi in chat live!Ecco i link dei nostri social:CANALE TELEGRAM:https://t.me/+TYOn7FZAQwet7MAtINSTAGRAM:https://instagram.com/jtactics_?igshid=YmMyMTA2M2Y=TWITTER:https://twitter.com/RadioMDN?t=woKQltSFRUTw9qibbRZaJA&s=09
privo di forza. La morte era un'entità fisica e tangibile che si poteva descrivere e che si aspettava e, in quanto tale, poteva assumere l'aspetto di un inviato delle divinità. Ciò dipendeva dal tipo di decesso che coglieva l'individuo: malattia, incidente, assassinio, ecc. Parafrasando un passo delle massime di Ani, la morte, o il messaggero che la porta, poteva arrivare in qualsiasi momento e coglieva il bimbo come l'anziano: quando essa giungeva non si poteva dire che non era il momento, poiché non guardava in faccia a nessuno. Quindi la morte è un qualcuno ben individuato.#mummificazione #duat #pietrotesta #oltretombaegizio #anubitv #harmakisedizioni #anticoegittoAcquista La mummificazione di Pietro Testa: https://amzn.to/401vBVj
Il titolo della dodicesima puntata della quinta stagione di J-TACTICS, trae spunto da: "The day after tomorrow", che è un film del 2004, diretto da Roland Emmerich.Protagonista del film è il paleoclimatologo Jack Hall, il quale durante una campagna di ricerche sulla composizione degli strati di ghiaccio antartici giunge ad un'inquietante scoperta. Riportando quanto scoperto ad una conferenza delle Nazioni Unite, egli minaccia l'arrivo di una nuova glaciazione, che porrà fine alla vita umana così come è conosciuta.Un evento che, in modo inequivocabile, sarebbe causato dal surriscaldamento globale e dai cambiamenti climatici causati dall'attività umana. Ciò che Jack non sa, però, è che la sua profezia è destinata ad avverarsi molto prima del previsto.Nel momento in cui la natura inizierà a ribellarsi, allagando e distruggendo intere città, Jack dovrà raggiungere e tentare di salvare il figlio Sam, cercando allo stesso tempo di avvertire le autorità politiche di quanto deve ancora accadere.Facendo la nostra solita trasposizione dalla cinematografia al mondo del calcio, ed in modo particolare alle vicende juventine, potremo utilizzare il titolo e le vicende narrate nella pellicola per analizzare il vero e proprio terremoto che ha sconvolto il mondo bianconero nella serata del 28 novembre.Un'apocalisse proprio come quella descritta nella pellicola da cui trae spunto l'odierna puntata di J-TACTICS.L'intero CdA della Juventus rassegna le dimissioni a seguito della mancata unanimità nel voto per l'approvazione del bilancio.Il consiglio d'amministrazione più burrascoso, come gli eventi climatici descritti dal regista Hemmerich, della recente storia juventina, sancisce letteralmente la fine di un'epoca.28 novembre 2022, nel the day after tomorrow della Juventus è necessario chiedersi: Perché si sono dimessi tutti?Semplicemente perché era necessario questo atto per mettere in sicurezza la società, in definitiva un "gesto di grande responsabilità" dell'intero CdA ed in primis di Andrea Agnelli, a detta di molti.La tempesta in casa bianconera inizia mesi fa esattamente quando la Consob ha reso noti gli esiti della sua indagine sui bilanci della Juventus, riscontrando delle violazioni nei bilanci della in riferimento all'utilizzo delle plusvalenze e alla cosiddetta manovra stipendi risalente al 2020, formulando quindi la richiesta di riscrivere le parti del bilancio non ritenute corrette.La società bianconera dal canto suo in un primo momento non accetta i riscontri della Consob, ribadendo aver agito secondo le regole.Successivamente la dirigenza juventina si adegua alla richiesta dell'organo di vigilanza della Borsa ribadendo tuttavia nel comunicato la sua posizione.Tale atteggiamento non è condiviso però dall'intero Consiglio di Amministrazione, una parte dei sindaci, infatti, ritiene che non sia il caso di andare allo scontro e che più opportuno sarebbe accogliere le osservazioni della Consob.Tale divergenza di vedute sulle modalità d'azione ha l'effetto di aprire una spaccatura all'interno del Consiglio.Una situazione di forte tensione che precipita inevitabilmente lunedì 28.Il consiglio che avrebbe dovuto approvare il bilancio vede invece una delle consigliere indipendenti, Daniela Marilungo, annunciare le proprie dimissioni.Essendo praticamente impossibile ricomporre una tale spaccatura in tempi brevi, Andrea Agnelli e John Elkann (probabilmente più quest'ultimo) hanno quindi deciso che le dimissioni di tutti, con il conseguente azzeramento della dirigenza era la soluzione più celere per dare alla Juve un Consiglio in grado di affrontare le vicende giudiziarie con maggiore serenità.Secondo il pensiero della proprietà le dimissioni di Andrea Agnelli e dell'intero consiglio d'amministrazione della Juventus erano oramai un atto dovuto.Apportare delle modifiche al bilancio infatti sarebbe probabilmente apparso come un'ammissione di colpa per i reati ipotizzati in fase di indagine dagli inquirenti della Procura di Torino per i tre bilanci precedenti posti sotto esame, mentre approvare il bilancio senza alcuna modifica avrebbe fatto probabilmente sorgere una nuova ipotesi di reato.In assenza di un azzeramento, per Andrea Agnelli e ad altri membri del CdA si sarebbe configurata la possibilità di reiterazione del reato, per il quale i pubblici ministeri avevano già chiesto al GIP di disporre gli arresti domiciliari nei confronti del presidente della Juventus e di alcuni componenti della dirigenza, richiesta allora respinta dal giudice per le indagini preliminari.La mossa a sorpresa delle dimissioni era l'unica via percorribile per evitare arresto o interdizioni compromettendo la già delicata situazione della società bianconera.Come detto in precedenza: "gesto di grande responsabilità"."Questa tempesta cambierà il volto del nostro pianeta. A tempesta finita, saremo in una nuova era glaciale".Parafrasando questa frase di uno dei protagonisti del film di Emmerich noi possiamo dire: Questa tempesta cambierà il volto del nostra amata Juventus. A tempesta finita, saremo in una nuova era (si spera non glaciale).Sarà nostro gradito ospite l'amico Cristiano Corbo, collaboratore de: Il Bianconero.com., DAZN e calciomercato.com.Diteci la vostra, interagiremo con voi in chat live! Ecco i link dei nostri social:CANALE TELEGRAM:https://t.me/joinchat/AAAAAE2Dp-yj5b1N4SNcMQINSTAGRAM:https://instagram.com/jtactics_?igshid=1fg7nrkzhl2mtFACEBOOK:http://m.facebook.com/jtacticsmdn/
A qualunque latitudine, o longitudine, del mondo noi possiamo trovarci troveremo certamente qualcuno che parla il linguaggio universale della musica. Parafrasando quella vecchia e famosa canzone... jazz possiamo affermare ...che jazz meraviglioso... ...in questa ennesima puntata di Jazz in Family. Leggi tutto l'articolo e i dettagli di questa puntata al link https://www.jazzinfamily.com/la-puntata-del-7-aprile-2022-237/ --- Send in a voice message: https://anchor.fm/jazz-in-family/message
Parafrasando il celebre detto di Sant'Agostino il futuro non esiste, esiste il presente del futuro che è l'attesa. E anche l'attesa non è reale, rischia di essere ansia immotivata o illusione infondata. Eppure il futuro è da sempre una dimensione fondamentale della riflessione umana. L'idea di cosa succederà guida le nostre scelte, i nostri investimenti, le nostre azioni. Di sicuro in un mondo così incerto, ambiguo, complesso e volatile non è più così semplice avere un'idea del futuro. Eppure è proprio quando l'orizzonte si fa meno chiaro che bisogna alzare lo sguardo e cogliere i segnali deboli che possono indirizzare l'azione. Ma per riuscire a farlo dobbiamo avere la capacità di non essere assorbiti dal nostro presente, dedicando del tempo di qualità al futuro e di non essere vincolati dal nostro passato, trovando il modo di usare nuove lenti e prospettive.Ci vuole metodo allora per immaginare il futuro e fondare le nostre scelte e le nostre azioni.Il metodo per il futuro, o meglio per lo studio dei futuri possibili, c'è e ne parliamo con il professor Roberto Poli che da più di due decenni studia il futuro, i futuri, e ci aiuterà a districarci tra complicato e complesso, a capire la differenza tra previsioni, trend, esplorazioni ed anticipazioni, insomma, a darci del metodo per guardare avanti.Il professor Poli insegna Previsione sociale ed Epistemologia delle scienze sociali all'Università di Trento, è titolare dal 2013 della prima cattedra Unesco sui Sistemi anticipanti. Dal 2014 ha sviluppato il primo Master in Previsione Sociale.Presidente dell'Associazione dei Futuristi Italiani, membro del comitato scientifico dell'Italian Institute for the Future e dello Stellenbosch Institute for Advanced Studies, ha fondato Skopia, una società dedicata agli studi dei futuri.Questo il profilo linkedin del prof. Polihttps://www.linkedin.com/in/roberto-poli-b994938/questo il sito di Skopiahttps://www.skopia-anticipation.it/e questo il link al suo libro Lavorare con il futurohttps://www.amazon.it/Lavorare-futuro-strumenti-governare-lincertezza/dp/8823837014/E per continuare a seguire FBU:visita il sito: https://familybusinessunit.com/iscriviti alla nostra newsletter: https://familybusinessunit.com/comincia-subito/E al nostro canale telegram: https://t.me/fbuclub
ll titolo della sedicesima puntata della quarta stagione di J-TACTICS, trae spunto da "I promessi sposi" che è un film del 1941 diretto da Mario Camerini, basato sull'omonimo romanzo di Alessandro Manzoni.Data la consistenza dei mezzi tecnici e del cast messi in campo dalla casa produttrice Lux Film è da considerarsi, per quell'epoca, un kolossal.Interpretato da Gino Cervi, Dina Sassoli, Armando Falconi.La vicenda ha inizio con l'intimazione a Don Abbondio di non celebrare il matrimonio tra Renzo Tramaglino e Lucia Mondella.Di qui comincia la lunga serie di sventure che si accaniscono contro i due giovani promessi sposi. Dalla cerimonia del matrimonio bruscamente interrotto alla fuga dal paesello; dalla separazione di Renzo al suo faticoso cammino per le strade di Lombardia; dal rifugio di Monza al rapimento di Lucia compiuto dagli uomini dell'Innominato; dalla notte angosciosa passata da lei al castello, alla conversione dell'Innominato; dalle scene della rivolta a quelle del lazzaretto dove infine i due giovani si ritrovano e, dopo la benedizione di Padre Cristoforo, saranno finalmente uniti nel sacramento.Facendo la nostra solita trasposizione dalla cinematografia al mondo del calcio, ed in modo particolare alle vicende juventine, potremo utilizzare il titolo e le vicende narrate nella pellicola per analizzare il lieto fine della storia d'amore tra il gigante di Belgrado, Dusan Vlahovic e la vecchia signora bianconera.Parafrasando il Manzoni autore del celeberrimo romanzo riproposto nella pellicola da cui trae spunto l'odierna puntata di J-TACTICS, "Questo matrimonio s'ha da fare", e i novelli "promessi sposi" del calcio italiano alla stregua di Renzo e Lucia, possono convolare a giuste nozze sportive.Dusan Vlahovic alla Juventus è quasi fatta: l'apertura della Fiorentina, tramite le parole del direttore sportivo Pradè, ha di fatto dato il via libera ai bianconeri che hanno colto l'occasione per affondare il colpo e regalare l'attaccante a Massimiliano Allegri già in questa sessione di mercato. I gigliati hanno infatti fissato il prezzo del cartellino del centravanti serbo attuale capocannoniere della Serie A che ha un contratto in scadenza nel 2023 che non intende rinnovare, 70 milioni di euro senza grosse dilazioni o contropartite tecniche.Gli ex campioni d'Italia che hanno già un accordo di massima con il calciatore (quinquennale da circa 7 milioni di euro a stagione) devono ora trovare la formula giusta per convincere i Viola a cedere subito il classe 2000.Dopo mesi di muro di gomma, con posizione ferma al "non rinnoviamo", Dusan Vlahovic ed il suo entourage hanno dato la loro risposta definitiva alla Fiorentina sul futuro dell'attaccante serbo.Vlahovic vuole solo la Juventus, ha fatto sapere al club viola e ci andrà prima o poi, in un modo o nell'altro, e che non prenderà in considerazione nessun'altra proposta, da qualsiasi club e con qualsiasi stipendio possa arrivare.Fiorentina praticamente messa spalle al muro, costretta a cestinare tutte le offerte per il giocatore, come quella dei Gunners, ricevute nelle scorse settimane per il capocannoniere della Serie A.Vlahovic ha il coltello dalla parte del manico, forte del contratto in scadenza tra 18 mesi.La sua forte presa di posizione significa alcune cose: in primis che aveva non solo parlato ma addirittura già trovato un accordo con la Juventus, e poi che avesse probabilmente già messo in conto tutti i possibili scenari, anche di scontro aperto con i Viola, pur di approdare, prima o poi, in un modo o nell'altro, alla sua agognata Vecchia Signora.Come un novello Renzo che sfida don Rodrigo ed i suoi scagnozzi per avere la sua Lucia.I promessi sposi, appunto.Ecco che allora, facendo leva sulla ormai nota volontà di Vlahovic di vestire solo la maglia bianconera, la Juventus avrebbe presentato un'offerta limando leggermente le richieste della società toscana e ha già avviato i contatti per chiudere l'operazione a breve, prima della chiusura della finestra invernale di calciomercato. Secondo voci sempre più insistenti l'idea sarebbe di chiudere per una cifra vicina ai 60 milioni inserendo però una parte cospicua in bonus (50 milioni cash + 10 di bonus) e chiedere un pagamento dell'importo in almeno due rate, l'altra ipotesi, qualora non si riuscisse a trovare un'intesa a riguardo, è quella di aumentare il budget previsto per il mercato di gennaio andando a ridurre la cifra preventivata per la prossima sessione estiva.Mentre per Vlahovic, in scadenza con i Viola nel 2023, sarebbe pronto un contratto quinquennale da circa 7 milioni di euro a stagione, possibili le visite mediche a ridosso del weekend.L'acquisto del gigante serbo potrebbe portare ad un ribaltone nel reparto offensivo di Allegri, con la cessione di Morata destinato ai blaugrana allenati da Xavi grande estimatore del ragazzo spagnolo.La notizia della trattativa Vlahovic-Juve ha sollevato le contestazioni dei tifosi Viola, che hanno esposto uno striscione all'esterno dello Stadio Franchi.Uno striscione inequivocabile, che sembra sancire già l'addio, la parte della tifoseria più "fanatica" del tifo della Fiorentina, ha dato già l'addio a Dusan Vlahovic.Fuori dal Franchi è stato esposto uno striscione nella tarda serata di lunedì dai toni non proprio concilianti: "Il rispetto non si conquista con i goal! Vlahovic gobbo di me***".Vlahovic sembra destinato, nonostante tutto e tutti, a ripercorrere il cammino di Chiesa e Bernardeschi passati dalla Fiorentina alla Juve, nelle ultime stagioni.Non c'è niente da fare oramai, al cuor non si comanda, come si suol dire, questo matrimonio s'ha da fare, tra i promessi sposi, Dusan e la signora del calcio italiano.Sarà nostra gradita ospite l'amica Marialaura Scatena, collaboratrice di “L Football Magazine”, web magazine dedicato al calcio femminile, che quest'anno sarà presenza quasi costante nel podcast.Diteci la vostra, interagiremo con voi in chat live! Ecco i link dei nostri social:CANALE TELEGRAM:https://t.me/joinchat/AAAAAE2Dp-yj5b1N4SNcMQINSTAGRAM:https://instagram.com/jtactics_?igshid=1fg7nrkzhl2mtFACEBOOK:http://m.facebook.com/jtacticsmdn/
“Quando cammini su strada se cammini su destra va bene, se cammini su sinistra va bene. Se cammini nel mezzo prima o poi vieni schiacciato come grappolo d'uva”Parafrasando il maestro Miyagi potremmo dire “Se fai impresa e comunichi in correttamente va bene, se non fai impresa va bene. Ma se fai impresa e comunichi male o non comunichi, prima o poi vieni schiacciato come grappolo di uva”Che stare o non stare in LinkedIn e come ci si sta comunichino qualcosa di noi, credo oramai che sia un fatto assodata. Che utilizzare o no il digitale per arrivare al cliente, che sfruttare o non sfruttare il Social Selling per arrivare a sedersi difronte ad un potenziale cliente, di fatto impatti sulle nostre quote di mercato, penso sia un fatto altrettanto chiaro a tutti. Ma forse non a tutti è chiara la portata di queste regole, e ciò che queste determinano in termini di opportunità e fatturato. Oggi, per aiutarvi a trovare spunti di riflessioni utili a permettervi di fare uno scatto in avanti, riprenderò uno ad uno gli assiomi della comunicazione teorizzati da Paul Watzlawick. Tranquillo, nulla di noioso, nulla da farti sanguinare il naso al secondo minuto di questo podcast. Social Selling Pro (il corso) https://thesocialseller.kartra.com/page/Social-Selling-Pro
ll titolo della quindicesima puntata della quarta stagione di J-TACTICS, trae spunto da "Leoni per agnelli" (Lions for Lambs) che è un film del 2007 diretto da Robert Redford.Interpretato da Robert Redford, Maryl Streep e Tom Cruise.Il titolo è una metafora usata per descrivere polemicamente il concetto di eroici soldati agli ordini di comandanti inetti.Viene riportata dal personaggio di Redford, che ricorda un comandante tedesco, il quale lodava le gesta dei soldati inglesi, ma disprezzava la loro leadership, affermando: "Mai visti simili leoni comandati da simili agnelli".Nella trama si intrecciano tre storie che si svolgono contemporaneamente, ma in tre luoghi e contesti differenti.Alla West Coast University il Professor Malley cerca di risvegliare il potenziale di un brillante studente apparentemente ormai disinteressato e disilluso.A Washington D.C. l'ambizioso Senatore Irving rivela, durante un'intervista di una giornalista, un nuovo piano di guerra, descritto come risolutivo.La giornalista appare da subito scettica nei confronti dell'ottimismo del politico, arrivando a paragonare tale strategia a quella intrapresa durante la guerra in Vietnam.In Afghanistan Ernest e Arian, due soldati statunitensi, partecipano all'operazione descritta da Irving.Attraverso dei flashback si scopre che i due soldati erano due studenti del Professor Malley e che hanno deciso di arruolarsi durante lo svolgimento di un progetto per il corso, con la volontà di rinnovare la nazione una volta rientrati dalla guerra.Facendo la nostra solita trasposizione dalla cinematografia al mondo del calcio, ed in modo particolare alle vicende juventine, potremo utilizzare il titolo e le vicende narrate nella pellicola per analizzare il match tutto bianconero andato in scena all'Allianz Stadium tra la Juventus ed i friulani dell'Udinese.Partita che in se dice o dovrebbe dire poco.La squadra di Allegri reduce dal ko in Supercoppa italiana vince ancora in campionato, 8° risultato utile consecutivo.Allo Stadium, la Juventus batte 2-0 l'Udinese.Dybala torna titolare e segna al 19'.Nella ripresa i padroni di casa mettono al sicuro il risultato grazie a un colpo di testa di McKennie, salendo a 41 punti in classifica a ridosso della zona Champions.Come detto quindi partita con poco da raccontare.Dybala invece, dopo il suo gol ci racconta una storia assai diversa.La Juventus sblocca molto presto il risultato con l'Udinese, ma non c'è nessuna esultanza.Anzi, Paulo Dybala dopo aver segnato non festeggia e con uno sguardo torvo guarda verso la tribuna.Un messaggio preciso quello del ragazzo di Laguna Larga che ha guardato nella zona dove sono generalmente seduti i dirigenti bianconeri.Non serve uno scienziato o comunque molta fantasia per capire che l'attaccante ce l'abbia soprattutto con Maurizio Arrivabene, a.d. della Juve, che nelle ultime settimane si è espresso con toni molto duri e polemici nei confronti di Dybala, rimandando ulteriormente l'appuntamento decisivo per il rinnovo del contratto del giocatore.Dybala, da buon attaccante (merce rara di questi tempi alla Juve) dopo neanche 20 minuti apre le danze contro l'Udinese, un'azione ben congegnata e un pizzico di fortuna hanno permesso all'argentino di essere solo davanti a Padelli, che è stato trafitto da un tiro potente.Gol pesante, ma come detto, nessuna esultanza.Niente gioia per la ‘Joya' che pare non aver voglia di festeggiare.I compagni lo abbracciano, lui ricambia, poi Dybala resta da solo qualche secondo per poi rivolgere lo sguardo fissando con forza la tribuna, lo sguardo è tutto un programma.Un'occhiata di sfida rabbiosa quella dell'argentino che lancia il guanto di sfida ai dirigenti della Juve, con i quali non riesce a trovare l'accordo per il rinnovo del contratto.Ma quello sguardo era rivolto probabilmente in particolare a Maurizio Arrivabene, che nelle ultime settimane ha avuto parole molto dure per Dybala.Quella del rinnovo del numero 10 bianconero è una situazione oramai incancrenita da tempo, almeno due anni."Leoni per agnelli", proprio come il titolo della pellicola di Redford da cui trae spunto l'odierna puntata di J-TACTICS, ossia una metafora che descrive il concetto di eroici soldati agli ordini di comandanti inetti.Inetti come i nostri dirigenti che in ben un biennio non hanno mai trovato (o voluto trovare) il bandolo della matassa per rinnovare l'accordo con il giocatore argentino."Mai visti simili leoni comandati da simili agnelli", come disse qualcuno.La reazione dopo il gol all'Udinese non è altro che l'insofferenza delle ultime settimane venuta fuori tutta insieme.Dybala sperava di prolungare il contratto con la Juventus, che scade il 30 giugno, non ci è riuscito.Tra domanda e offerta c'è differenza, a quanto dicono i ben informati.I dirigenti juventini hanno nicchiato, non hanno detto sì e nelle ultime settimane lo scenario sembra cambiato, e questo si era già capito con alcune interviste rilasciate da Arrivabene ultimamente.Prima di Juve-Cagliari, a dicembre, l'ex Team Principal del cavallino rampante, aveva lanciato un messaggio a Dybala:"Io sono abituato a parlare molto chiaro. Al giorno d'oggi l'attaccamento alla maglia da parte di molti giocatori è in forma un pochino minore rispetto all'attaccamento che hanno per i procuratori. Lui è il numero 10 della Juventus. Paulo ha avuto parecchi problemi nell'ultimo periodo, ma quando ha giocato ha fatto bene, ed è un giocatore importante per noi".Le parole dell'attuale A.D bianconero.Prima di Roma-Juve, Arrivabene, aveva avuto ancora meno peli sulla lingua rispondendo a una domanda sul rinnovo della Joya: "Ognuno deve guadagnarsi il proprio posto e dimostrare il valore che gli si dà. Ciascuno di noi deve fare il suo dovere e viene giudicato per questo. Vediamo Dybala nelle prossime partite".Con il procrastinarsi del rinnovo, dall'Argentina giungono negli ultimi giorni voci di addio che sarebbe certo a fine stagione, con l'Inter e in particolare Marotta, che lo aveva già portato in bianconero, pronto a fare una super offerta a Dybala, che potrebbe clamorosamente diventare un giocatore nerazzurro.Operazione che se divenisse realtà testimonierebbe ulteriormente lo stato confusionale e l'assenza di seria programmazione di chi siede nella stanza dei bottoni alla Continassa.Parafrasando ancora una volta il film di Redford la moltitudine di tifosi bianconeri può legittimamente chiedersi in riferimento alla querelle Dybala: "Se non lo facciamo noi, chi lo farà?", così come la giornalista Janine Roth domanda al senatore Irving.Diteci la vostra, interagiremo con voi in chat live! 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Parafrasando uno dei più grandi successi della Diva Patty Pravo in questi giorni le Pazze Idee sono piovute come in una qualsiasi giornata di vacanza a Parigi. Il problema è che oggi non parliamo di tradimenti ma di pericolose FakeNews .
Nell' ultimo podcast dell'anno desidero fare gli auguri e ringraziare tutti quelli che seguono questa iniziativa via Youtube, newsletter, a quelli che hanno letto il libro de “La Finanza in Soldoni”L'augurio più appropriato, anche se in apparenza paradossale, è quello di un 2022 pericoloso. Perché pericoloso? Perché uno dei pilastri alla base di una corretta comprensione di qualsiasi fenomeno economico e finanziario, è che il rischio è una componente essenziale che non si può eliminare. Uno degli inganni più frequenti della propaganda populista e del marketing disonesto nella gestione del risparmio è che ci possa un qualche angolo del mondo senza pericoli e peggio ancora che ci sia qualcuno capace di proteggerci da qualsiasi rischio. Credere a narrazioni di questo genere è un po' come seppellire i propri soldi nel campo dei miracoli, dando credito al Gatto e alla Volpe in attesa di un albero di zecchini. Allora aspettiamoci un 2022 carico di rischi che non potremo eliminare e, la consapevolezza di questa prospettiva, è il punto di partenza per realizzare una gestione efficace di questo aspetto della nostra esistenza con il quale dobbiamo imparare a convivere. Che si tratti di una nuova variante del coronavirus, di una permanenza imprevista dell'inflazione o di un crollo improvviso dei mercati finanziari, siamo circondati dai rischi e dobbiamo imparare a conviverci perché non esistono alternative per sopravvivere. Parafrasando un aforisma che ha una storia millenaria ed è stato recentemente ripreso nella preghiera della serenità di Reinhold Niebuhr, posto che il rischio non può essere eliminato del tutto, possiamo augurarci per il prossimo anno di riuscire a distinguere i rischi eccessivi e intollerabili, che dobbiamo cercare di evitare, dai rischi gestibili e tollerabili che invece dovremmo affrontare senza paura. Auguri e in bocca al lupo per un 2022 pericoloso da la finanza in soldoni, che dal prossimo anno troverete ancora in Podcast, video Youtube e nel testodisponibile in libreria e nei principali bookstore on line. Vi ricordo che dal 28 ottobre è in libreria la nuova edizione de La Finanza In soldoni, il libro che ho scritto per spiegare in modo semplice e intuitivo le basi della finanza. Il libro è già presente in molte librerie del circuito Feltrinelli e Mondadori e in ogni caso può essere richiesto in qualsiasi libreria e acquistato sui principali bookstore on line come Amazon e IBS. Arrivederci.https://www.amazon.it/finanza-soldoni-Massimo-Famularo/dp/8868492458/Iscriviti alla newsletterhttps://lafinanzainsoldoni.substack.com/Leggi le "Storie di Tutti i colori più uno"https://www.amazon.it/Storie-tutti-colori-pi%C3%B9-uno/dp/B09F1G3WZP/Seguite i miei aggiornamenti via https://massimofamularo.com/https://www.youtube.com/c/MassimoFamularo/
Il titolo della sesta puntata della quarta stagione di J-TACTICS, trae spunto da "I cento passi” che è un film del 2000 diretto da Marco Tullio Giordana.Interpretato da Luigi Lo Cascio, Ninni Bruschetta, Tony Sperandeo, dedicato alla vita e all'omicidio di Peppino Impastato, attivista impegnato nella lotta alla mafia nella sua terra, la Sicilia.Il titolo prende il nome dal numero di passi che occorre fare a Cinisi per colmare la distanza tra la casa della famiglia Impastato e quella del boss mafioso Gaetano Badalamenti.Peppino Impastato venne ucciso il 9 maggio 1978, lo stesso giorno del delitto Moro.Messe in ombra dalla tragedia nazionale in atto in quei giorni, la sua storia e la sua tragica fine passarono praticamente inosservate e restarono ignote alla massa per più di vent'anni, sino all'uscita del film.Il giovane Peppino Impastato vive a Cinisi negli anni '70 cercando di sfuggire all'inesorabile legame con l'ambiente mafioso che il padre Luigi, un po' per inerzia, un po' perché ha una famiglia con una moglie e due figli da proteggere, non ha la forza di rompere. Anche di fronte alla vulnerabilità sua e della propria famiglia, Peppino, animato da uno spirito civico irrefrenabile, non esita, con l'involontaria complicità del fratello Giovanni, ad attaccare i mafiosi di Cinisi ed a denunciarne pubblicamente le malefatte.Il percorso “controcorrente” di Peppino nasce quando, da bambino, vede scorrere davanti a sé gli albori della lotta politica contro la mafia e il potere a essa colluso, lotta a cui poi prenderà attivamente parte diventato prima adolescente e poi adulto.«Questo è un film sulla mafia, naturalmente e senza dubbio.Ma facendo un'analisi più approfondita si può dire che è anche un film sull'energia, sulla voglia di costruire, sull'immaginazione e la felicità di un gruppo di ragazzi che hanno osato guardare il cielo e sfidare il mondo nell'illusione di cambiarlo.È un film sul conflitto familiare, sull'amore e la disillusione, sulla vergogna di appartenere allo stesso sangue.È un film su ciò che di buono i ragazzi del '68 sono riusciti a fare, sulle loro utopie, sul loro coraggio. Se oggi la Sicilia è cambiata e nessuno può fingere che la mafia non esista, ma questo non riguarda solo i siciliani, molto si deve all'esempio di persone come Peppino, alla loro fantasia, al loro dolore, alla loro allegra disobbedienza».Facendo la nostra solita trasposizione dalla cinematografia al mondo del calcio, ed in modo particolare alle vicende juventine, potremo utilizzare il titolo e le vicende narrate nella pellicola per analizzare una volta tanto non, come accade di solito, un match giocato dalla nostra amata Juventus, ma bensì un traguardo storico raggiunto dalla nostra trasmissione.La puntata odierna di J-TACTICS è la centesima.Cento puntate distribuite nell'arco di 4 anni, prima sulla piattaforma YouTube e poi nelle ultime tre stagioni sull'app di Spreaker.A chi avrà la bontà e pazienza di leggere questo articolo, teniamo a precisare che la citazione del capolavoro di Giordana dedicato a Peppino Impastato non vuole essere irriverente.La mafia e la storia del protagonista della pellicola sono cose serie.Nella trasposizione dalla cinematografia della puntata odierna vogliamo celebrare i nostri “100 passi” dalla nascita del nostro podcast ad oggi.Cento episodi dove ci siamo entusiasmati, depressi, arrabbiati, dove abbiamo provato a trasmettervi le nostre sensazioni e sentimenti di volta in volta provati in relazione alle vicende juventine del momento.Il nostro amore per la vecchia signora manifestato in 2 ore circa di diretta.Noi “controcorrente” come Peppino, ultimo baluardo nel mondo dei podcast dei colori bianconeri.Noi un gruppo di ragazzi appassionati del gioco più bello del mondo.Noi i ragazzi della redazione di J-TACTICS, il podcast a tinte bianconere realizzato da juventini per gli juventini e di megliodiniente.com.Noi un gruppo di ragazzi che come gli amici di Peppino, guardano il cielo e sfidano il mondo nell'illusione di cambiarlo.Parafrasando il celebre motto bonipertiano per noi:“La Juve non è importante, è l'unica cosa che conta“.Non abbiamo sponsor, non abbiamo migliaia di follower sui social, ma siamo gobbi e questo podcast e per tutti i veri gobbi del web.Seguiteci, aiutateci a crescere, ascoltateci!Sarà nostra gradita ospite l'amica Marialaura Scatena, collaboratrice di “L Football Magazine”, web magazine dedicato al calcio femminile, che quest'anno sarà presenza quasi costante nel podcast.Diteci la vostra, interagiremo con voi in chat live!Ecco i link dei nostri social:CANALE TELEGRAM:https://t.me/joinchat/AAAAAE2Dp-yj5b1N4SNcMQINSTAGRAM:https://instagram.com/jtactics_?igshid=1fg7nrkzhl2mtFACEBOOK:http://m.facebook.com/jtacticsmdn/
ll titolo della quarta puntata della quarta stagione di J-TACTICS, trae spunto da: “La solitudine dei numeri primi”, che è un film del 2010 diretto da Saverio Costanzo tratto dall'omonimo romanzo di Paolo Giordano.Mattia e Alice, coetanei torinesi, entrambi hanno un'infanzia difficile alle spalle, segnata dalla solitudine e dall'incomunicabilità.Alice, costretta a praticare sci dal padre che ne vuole fare una campionessa, si ferisce gravemente per una caduta e rimane zoppa; ha un rapporto conflittuale con il cibo che rasenta l'anoressia ed è derisa dalle compagne, umiliata e mortificata dalle loro prepotenze. Mattia, invece, custodisce un segreto che rivelerà solo ad Alice, ha sulla coscienza la scomparsa della gemellina Michela, autistica, mai più trovata, che aveva lasciato su una panchina per andare a una festa di compleanno di un suo amico. Con il tempo ha sviluppato sempre più il suo talento per la matematica.Proprio negli anni del liceo Mattia e Alice si conoscono, finiscono per trovarsi, quasi per completarsi in un'amicizia taciturna ma sincera. Mattia vede il rapporto che lo lega con Alice come quello che lega i numeri primi, quei numeri che in matematica sono divisibili solo per uno e per se stessi.Mattia intanto si è laureato brillantemente in matematica, mentre Alice abbandona gli studi per dedicarsi alla sua passione per la fotografia. Alice conosce Fabio, un affascinante medico, con il quale convola a nozze, il matrimonio della ragazza e una borsa di studio offerta a Mattia in una prestigiosa università tedesca porteranno, a causa dell'incapacità di parlarsi e di comunicarsi i propri reciproci sentimenti, i due giovani a perdersi.A ridosso dei trent'anni li ritroviamo più soli e disillusi di prima, il matrimonio di Alice è già naufragato, mentre Mattia ottiene prestigiosi riconoscimenti ma si sente sempre solo. Alice cerca l'amico perduto mandandogli una foto e una richiesta d'incontro in Germania.Egli corre subito da lei, entrambi vengono avvolti da mille emozioni nel vedersi, ma non riescono a spiegare ciò che provano. Di mattina Alice non trova più Mattia nel suo appartamento, scende nel parco sotto casa e lo trova sulla panchina dove tanti anni prima egli aveva ordinato alla sorellina di fermarsi attendendolo, con titubanza avvicina la mano alla sua testa, lo accarezza e si china a baciarlo.Facendo la nostra solita trasposizione dalla cinematografia al mondo del calcio, ed in modo particolare alle vicende juventine, potremo utilizzare il titolo e le vicende narrate nella pellicola per analizzare il dramma vissuto da Paulo Dybala nel lunch match di domenica. Una prodezza da fuori area, una fitta alla coscia e poi le lacrime all'uscita dal campo. Paulo Dybala è stato il grande protagonista della vittoria per 3-2 della Juventus sulla Sampdoria, nonostante l'infortunio muscolare, che lo ha costretto ad uscire dal campo dopo soli venti minuti di gioco.Un saliscendi di emozioni la partita dell'argentino, iniziata nel migliore dei modi con la rete dell'1-0 al decimo minuto. La Joya riceve un tocco corto da Locatelli e con una rasoiata ha messo il pallone nell'angolino, dove non può arrivare Audero. Un gol davvero bello e anche molto pesante quello del capitano bianconero, che indirizza il match subito sui binari giusti. Tutto troppo bello e perfetto per essere vero. Purtroppo però al 21′ il numero dieci bianconero è costretto a chiedere il cambio, l'argentino sente tirare dietro la coscia sinistra e ha subito la percezione che l'infortunio muscolare gli avrebbe impedito di giocare ancora.Paulo alza la mano e chiede il cambio, Allegri lo sostituisce con Kulusevski. Dybala abbandona il campo in lacrime, provano a sostenerlo prima Bentancur poi Chiesa, ma è inconsolabile, la Joya esce dal campo piangendo e torna negli spogliatoi. Il ragazzo di Laguna Larga salterà le prossime due gare e tornerà dopo la sosta per le Nazionali. Inevitabilmente viene da chiedersi il perché di quella reazione nel momento in cui è dovuto uscire dal campo nella gara di campionato contro la Sampdoria.Il motivo va ricercato secondo alcuni nel suo nuovo ruolo all'interno dello spogliatoio della Juventus dopo l'addio di Cristiano Ronaldo e Gigi Buffon. Dybala infatti quest'anno, per la prima volta dal suo arrivo a Torino, ha assunto la leadership della formazione bianconera (come dimostra il suo gesto verso i compagni dopo il pareggio casalingo contro il Milan). Sarebbe stato proprio il peso di questa responsabilità la causa delle lacrime della Joya.Solo e schiacciato dall'incomunicabilità del peso che porta sulle spalle, proprio come i protagonisti della pellicola da cui trae spunto l'odierna puntata di J-TACTICS.Parafrasando il film potremmo dire: “la solitudine dei numeri dieci”.L'argentino leader fuori dal campo e faro dentro al terreno di gioco della squadra di Massimiliano Allegri (nei 20 minuti giocati contro la Samp ha messo a segno un gran gol e servito due assist per Chiesa e Morata) certamente avrebbe voluto continuare a caricarsi la Juventus sulle spalle in questo momento difficile per arrivare al momento del rinnovo di contratto, da uomo simbolo della squadra bianconera.Ci azzardiamo a dire che forse più che la gravità dell'infortunio, dunque, sembra essere stata la consapevolezza di mancare in almeno due partite molto importanti per il proseguo della stagione bianconera, quella con il Chelsea in Champions League e il derby con il Torino, la causa di quel pianto inconsolabile all'uscita dal campo nella gara, poi vinta dalla sua Juventus domenica all'ora di pranzo. I numeri primi sono divisibili soltanto per 1 e per se stessi, se ne stanno al loro posto nell'infinita serie dei numeri naturali, schiacciati come tutti fra due, ma un passo più in là rispetto agli altri, sono numeri sospettosi e solitari…proprio come te, Paulo.Sarà nostro gradito ospite l'amico Nicola Balice giornalista, grande appassionato e conoscitore del calcio giovanile, collaboratore del Corriere di Torino e Corriere dello Sport.Diteci la vostra, interagiremo con voi in chat live! Ecco i link dei nostri social:CANALE TELEGRAM:https://t.me/joinchat/AAAAAE2Dp-yj5b1N4SNcMQINSTAGRAM:https://instagram.com/jtactics_?igshid=1fg7nrkzhl2mtFACEBOOK:http://m.facebook.com/jtacticsmdn/
“Caso Miracca, le fucilate verbali e le pallottole vere”, un'editoriale di Gabriele Romagnoli su La Stampa. Parafrasando: finché non si comincerà a prendere le distanze, condannare, espellere, sarà sempre peggio. Poiché alle parole sono seguiti i fatti, è con i fatti che occorre rispondere. Invece, niente. Neppure una frase. Silenzio. […] Su Il Corriere della Sera, invece, l'articolo di Massimo Gramellini - “Talebani distensivi” Kabul l'ultimo Consiglio dei ministri è stato piuttosto movimentato, con i talebani che si sparavano addosso tra di loro e il capo dei cosiddetti moderati, Baradar, dato per disperso. Al momento nessuno sa dire dove sia: se in ospedale o sottoterra.[…] Su La Repubblica, un terzo articolo di oggi, di Michele Sera - “Il ricatto della tradizione” Le spaventose immagini della mattanza di delfini e globicefali alle Far Oer hanno fatto il giro del mondo. Sono di speciale crudeltà, non è metaforico il mare di sangue che offende lo sguardo. Spiegano, gli autori di quel macello, che è tradizione.[…] Ascolta “Punti di Vista” a cura di Lapo De Carlo, ogni giorno su www.giornaleradio.fm oppure scarica la nostra app
Parafrasando il celebre brano di Gino Paoli possiamo riassumere la giornata di ieri tra delri di piazza e di palazzo.
IL PUNTO POLITICO – PIER LUIGI PELLEGRIN – - GIUSEPPE LITURRI 09/08/2021 Alle 15.10 con GIUSEPPE LITURRI (la Verità), consenso viziato da errore o dolo, ecco la falla giuridica del vaccino. Ma andiamo per ordine, la Cma (autorizzazione all'immissione in commercio autorizzata), disciplinata dal regolamento Ue nr.507, nonché la Corte costituzionale italiana prevedono che la somministrazione obbligatoria di farmaci sia preceduta da accertamenti scientifici definitivi. Cosa che ovviamente non può accadere a poco più di un anno e mezzo di Covid. Il problema, in definitiva, è che potrebbero sopraggiungere dati che vadano a contraddire quelli che hanno portato all'autorizzazione. Al riguardo è obbligatorio informare il cittadino che trattasi di “medicinale sottoposto a monitoraggio addizionale” e che l'autorizzazione è stata ottenuta con procedura “subordinata a condizioni”. Informazioni che sono effettivamente contenute nel bigino dei vari vaccini, ma mancano nella liberatoria da firmare prima di vaccinarsi. Il fatto che non sia obbligatorio il vaccino, ma lo sia il green pass, trasforma l'obbligo in divieto, ovvero in obbligo indotto. Una maniera clamorosa di prendere in giro i cittadini, trattandoli come bambini capricciosi, o peggio, sudditi; IL PUNTO POLITICO – PIER LUIGI PELLEGRIN – CRISTINA DE LLERA - 09/08/2021 Alle 15.40 con CRISTINA DE LLERA (consigliere delegato alla Cultura nel Comune di Iseo), bellezza, magia, speranza connotano la mostra “Germinazione della Terra”, del maestro di fama internazionale Giuseppe Carta. 70 sculture e 30 dipinti in esposizione a Iseo, nella sede dell'Arsenale dedicata alle mostre. Le opere saranno visibili al pubblico fino al 5 settembre; ; IL PUNTO POLITICO – PIER LUIGI PELLEGRIN – DITE LA VOSTRA (CHE IO PENSO LA MIA), AL TELEFONO LA TUA VOCE ALLO 02.66.20.35.29 (ANCHE WHATSAPP 346.64.27.756) - 09/08/2021 Alle 16.10 – Sushi con scarafaggi e muffa, sequestrati 500 kg di pesce: il ristorante degli orrori si trova in Italia: a) Parafrasando il poeta, per mangiare Sushi non è indispensabile essere stupidi, però aiuta; b) Dopo la Delta ci mancava la variante Temachi; c) Pare sia la stessa catena di quella gastronomia di Roma, dove qualche tempo fa fu fotografata una pantegana in mezzo al cibo; d) Non era una pantegana, era l'assessora alla sicurezza alimentare della giunta Raggi; e) Non era una pantegana, era la Raggi uscita senza trucco (la si può riconoscere dai generosi padiglioni auricolari; f) Guardate che la pantegana faceva parte del menù; g) Comunque, parafrasando de cuius, “buon sushi a tutti”; h) Mentre vi divertite con queste nauseabonde schifezze i poveri migrrrrrrrrrrrrrranti soffrono (e soffriscono) nei natanti ong (vorrete mica che Beppe Caccia vada a fare il cameriere); IL PUNTO POLITICO – PIER LUIGI PELLEGRIN – GENETLIACI, RICORRENZE E COMMEMORAZIONI - 09/08/2021 Alle 16.20 - L'appuntamento quotidiano con i fatti e i personaggi da ricordare oggi; IL PUNTO POLITICO – PIER LUIGI PELLEGRIN – ANGELO CHIANESE - 09/08/2021 Alle 16.40, con ANGELO CHIANESE (Campania – Napoli nord) - Qui Referendum, chi sbaglia paga! Ci metto la firma! Referendum sulla Giustizia;
IL PUNTO POLITICO – PIER LUIGI PELLEGRIN – – GIUSEPPE LITURRI 09/08/2021 Alle 15.10 con GIUSEPPE LITURRI (la Verità), consenso viziato da errore o dolo, ecco la falla giuridica del vaccino. Ma andiamo per ordine, la Cma (autorizzazione all'immissione in commercio autorizzata), disciplinata dal regolamento Ue nr.507, nonché la Corte costituzionale italiana prevedono che la somministrazione obbligatoria di farmaci sia preceduta da accertamenti scientifici definitivi. Cosa che ovviamente non può accadere a poco più di un anno e mezzo di Covid. Il problema, in definitiva, è che potrebbero sopraggiungere dati che vadano a contraddire quelli che hanno portato all'autorizzazione. Al riguardo è obbligatorio informare il cittadino che trattasi di “medicinale sottoposto a monitoraggio addizionale” e che l'autorizzazione è stata ottenuta con procedura “subordinata a condizioni”. Informazioni che sono effettivamente contenute nel bigino dei vari vaccini, ma mancano nella liberatoria da firmare prima di vaccinarsi. Il fatto che non sia obbligatorio il vaccino, ma lo sia il green pass, trasforma l'obbligo in divieto, ovvero in obbligo indotto. Una maniera clamorosa di prendere in giro i cittadini, trattandoli come bambini capricciosi, o peggio, sudditi; IL PUNTO POLITICO – PIER LUIGI PELLEGRIN – CRISTINA DE LLERA – 09/08/2021 Alle 15.40 con CRISTINA DE LLERA (consigliere delegato alla Cultura nel Comune di Iseo), bellezza, magia, speranza connotano la mostra “Germinazione della Terra”, del maestro di fama internazionale Giuseppe Carta. 70 sculture e 30 dipinti in esposizione a Iseo, nella sede dell'Arsenale dedicata alle mostre. Le opere saranno visibili al pubblico fino al 5 settembre; ; IL PUNTO POLITICO – PIER LUIGI PELLEGRIN – DITE LA VOSTRA (CHE IO PENSO LA MIA), AL TELEFONO LA TUA VOCE ALLO 02.66.20.35.29 (ANCHE WHATSAPP 346.64.27.756) – 09/08/2021 Alle 16.10 – Sushi con scarafaggi e muffa, sequestrati 500 kg di pesce: il ristorante degli orrori si trova in Italia: a) Parafrasando il poeta, per mangiare Sushi non è indispensabile essere stupidi, però aiuta; b) Dopo la Delta ci mancava la variante Temachi; c) Pare sia la stessa catena di quella gastronomia di Roma, dove qualche tempo fa fu fotografata una pantegana in mezzo al cibo; d) Non era una pantegana, era l'assessora alla sicurezza alimentare della giunta Raggi; e) Non era una pantegana, era la Raggi uscita senza trucco (la si può riconoscere dai generosi padiglioni auricolari; f) Guardate che la pantegana faceva parte del menù; g) Comunque, parafrasando de cuius, “buon sushi a tutti”; h) Mentre vi divertite con queste nauseabonde schifezze i poveri migrrrrrrrrrrrrrranti soffrono (e soffriscono) nei natanti ong (vorrete mica che Beppe Caccia vada a fare il cameriere); IL PUNTO POLITICO – PIER LUIGI PELLEGRIN – GENETLIACI, RICORRENZE E COMMEMORAZIONI – 09/08/2021 Alle 16.20 – L'appuntamento quotidiano con i fatti e i personaggi da ricordare oggi; IL PUNTO POLITICO – PIER LUIGI PELLEGRIN – ANGELO CHIANESE – 09/08/2021 Alle 16.40, con ANGELO CHIANESE (Campania – Napoli nord) – Qui Referendum, chi sbaglia paga! Ci metto la firma! Referendum sulla Giustizia;
IL PUNTO POLITICO – PIER LUIGI PELLEGRIN – - GIUSEPPE LITURRI 09/08/2021 Alle 15.10 con GIUSEPPE LITURRI (la Verità), consenso viziato da errore o dolo, ecco la falla giuridica del vaccino. Ma andiamo per ordine, la Cma (autorizzazione all'immissione in commercio autorizzata), disciplinata dal regolamento Ue nr.507, nonché la Corte costituzionale italiana prevedono che la somministrazione obbligatoria di farmaci sia preceduta da accertamenti scientifici definitivi. Cosa che ovviamente non può accadere a poco più di un anno e mezzo di Covid. Il problema, in definitiva, è che potrebbero sopraggiungere dati che vadano a contraddire quelli che hanno portato all'autorizzazione. Al riguardo è obbligatorio informare il cittadino che trattasi di “medicinale sottoposto a monitoraggio addizionale” e che l'autorizzazione è stata ottenuta con procedura “subordinata a condizioni”. Informazioni che sono effettivamente contenute nel bigino dei vari vaccini, ma mancano nella liberatoria da firmare prima di vaccinarsi. Il fatto che non sia obbligatorio il vaccino, ma lo sia il green pass, trasforma l'obbligo in divieto, ovvero in obbligo indotto. Una maniera clamorosa di prendere in giro i cittadini, trattandoli come bambini capricciosi, o peggio, sudditi; IL PUNTO POLITICO – PIER LUIGI PELLEGRIN – CRISTINA DE LLERA - 09/08/2021 Alle 15.40 con CRISTINA DE LLERA (consigliere delegato alla Cultura nel Comune di Iseo), bellezza, magia, speranza connotano la mostra “Germinazione della Terra”, del maestro di fama internazionale Giuseppe Carta. 70 sculture e 30 dipinti in esposizione a Iseo, nella sede dell'Arsenale dedicata alle mostre. Le opere saranno visibili al pubblico fino al 5 settembre; ; IL PUNTO POLITICO – PIER LUIGI PELLEGRIN – DITE LA VOSTRA (CHE IO PENSO LA MIA), AL TELEFONO LA TUA VOCE ALLO 02.66.20.35.29 (ANCHE WHATSAPP 346.64.27.756) - 09/08/2021 Alle 16.10 – Sushi con scarafaggi e muffa, sequestrati 500 kg di pesce: il ristorante degli orrori si trova in Italia: a) Parafrasando il poeta, per mangiare Sushi non è indispensabile essere stupidi, però aiuta; b) Dopo la Delta ci mancava la variante Temachi; c) Pare sia la stessa catena di quella gastronomia di Roma, dove qualche tempo fa fu fotografata una pantegana in mezzo al cibo; d) Non era una pantegana, era l'assessora alla sicurezza alimentare della giunta Raggi; e) Non era una pantegana, era la Raggi uscita senza trucco (la si può riconoscere dai generosi padiglioni auricolari; f) Guardate che la pantegana faceva parte del menù; g) Comunque, parafrasando de cuius, “buon sushi a tutti”; h) Mentre vi divertite con queste nauseabonde schifezze i poveri migrrrrrrrrrrrrrranti soffrono (e soffriscono) nei natanti ong (vorrete mica che Beppe Caccia vada a fare il cameriere); IL PUNTO POLITICO – PIER LUIGI PELLEGRIN – GENETLIACI, RICORRENZE E COMMEMORAZIONI - 09/08/2021 Alle 16.20 - L'appuntamento quotidiano con i fatti e i personaggi da ricordare oggi; IL PUNTO POLITICO – PIER LUIGI PELLEGRIN – ANGELO CHIANESE - 09/08/2021 Alle 16.40, con ANGELO CHIANESE (Campania – Napoli nord) - Qui Referendum, chi sbaglia paga! Ci metto la firma! Referendum sulla Giustizia;
Scriveva Camus: “Poter essere santi senza Dio è il solo problema concreto che oggi conosco”. Parafrasando potremmo dire che l'unico problema autentico è una ricerca spirituale per fare della vita un'opera d'arte, un cammino di piena umanizzazione. In quanto esseri umani, non siamo estranei gli uni agli altri e siamo dunque chiamati ad ascoltarci e a cercare insieme. Occorre credere nell'uomo, credere che possiamo umanizzare e rendere migliore la nostra convivenza, accettando di guardare oltre il nostro interesse immediato, verso un orizzonte comune e una speranza condivisa. In questo cammino tutti – credenti o non – sono chiamati a in-segnare, a fare segno gli uni agli altri, per aiutarsi reciprocamente. Abbiamo pochi giorni su questa terra: viviamoli cercando insieme vie di umanizzazione. La terra sarà più abitabile e la vita più bella per tutti.
Il titolo della trentesima puntata della terza stagione di J-TACTICS, trae spunto da: “ll delitto perfetto”, (Dial M for Murder) che è un film thriller del 1954 diretto da Alfred Hitchcock.Tony Wendice, un ex campione di tennis, scopre che la ricca moglie Margot lo tradisce con Mark Halliday.Wendice decide pertanto di sbarazzarsi della consorte inscenando “un delitto perfetto”, in modo da ereditare a tempo debito la sua fortuna.Per evitare qualunque sospetto a suo carico, Wendice si dedica alla scrupolosa e attenta elaborazione dell’omicidio, trovando il sicario ideale in Swann, uno spregiudicato ex compagno di college, losco individuo.Dopo averlo pedinato a lungo e studiate le abitudini di vita per ricattarlo, Wendice costringe Swann a uccidere per lui la moglie Margot, orchestrando così un delitto, a conti fatti, impeccabile.Ma gli eventi non vanno come previsto.Per garantirsi un alibi incontestabile, Wendice si reca con Halliday a un ricevimento, mentre alla stessa ora Swann s’introduce nell’appartamento dove l’ignara Margot sta dormendo.Margot si reca a rispondere al telefono e viene aggredita alle spalle da Swann, il quale tenta di strangolarla con una calza, una strenua e disperata resistenza consente però alla donna di liberarsi dell’omicida, e dopo una violenta colluttazione, la donna riesce a difendersi e uccide Swann, conficcandogli nella schiena un paio di forbici.Wendice, che assiste al telefono e comprende ciò che è accaduto, rientra immediatamente a casa e approfitta della situazione.Con freddezza e cinismo, riesce a inquinare le prove in modo da non coinvolgere sé stesso e nel contempo far accusare la moglie di omicidio.Margot viene così condannata al patibolo, Mark fa di tutto per convincere Tony ad ammettere di essere il mandante del defunto omicida, ma senza successo.Anche uno zelante e intelligente investigatore di Scotland Yard, dopo l’iniziale scetticismo sull’innocenza della donna, comprende a poco a poco che nella vicenda c’è qualcosa di poco chiaro e, grazie ad accurate indagini e a un abile stratagemma, trova le prove per scagionare definitivamente Margot e incolpare il marito-mandante.L’ispettore soddisfatto per il buon esito delle indagini afferma: “Si parla male di noi piedipiatti, ma i santi ci salvino dai poliziotti dilettanti”.Facendo la nostra solita trasposizione dalla cinematografia al mondo del calcio, ed in modo particolare alle vicende juventine, potremo utilizzare il titolo e le vicende narrate nella pellicola per analizzare l’umiliante prova offerta dai bianconeri di mister Pirlo nel match contro i rossoneri del Milan allo Stadium, domenica sera.Partita di vitale importanza per poter ancora avere speranze di agguantare un posto utile per qualificarsi alla prossima Champions League.Forse tuttavia gli unici a non aver avuto consapevolezza dell’importanza della posta in palio sono stati proprio i padroni di casa bianconeri, i quali danno vita per l’ennesima volta ad una prova senza carattere, grinta e sangue.Probabilmente con la disfatta di domenica sera gli oramai ex campioni d’Italia dicono addio a ogni velleità di partecipazione al massimo torneo continentale per club.Utilizzando il titolo della pellicola da cui trae spunto l’odierna puntata di J-TACTICS, in poche settimane (anche se le cause della disfatta vengono da molto più lontano) la Juventus, abdica dopo 9 anni dal trono di campione e quasi al contempo dice, con forte probabilità, addio alla partecipazione alla Champions del prossimo anno, retrocedendo come 10 anni fa quando questo ciclo ebbe inizio, in Europa League, torneo figlio di un Dio minore sotto tutti punti di vista, un “delitto perfetto” la cui vittima è proprio la Vecchia Signora.La Champions bisognerebbe volerla, oltre che meritarsela.Il Milan va a prendersela, facendo le cose in grande, tre gol uno più bello dell’altro allo Stadium, dove aveva sempre perso in campionato; tre punti che valgono doppio, tre colpi da k.o. a un avversario barcollante da settimane e che adesso forse non si rialzerà più.Nulla è ancora del tutto deciso nella corsa per l’ingresso in Coppa, che vale 50 milioni, ma la Juventus ha perso il senso dell’orientamento, dentro e fuori dal campo, non basta la presenza di John Elkann vicino al cugino Andrea Agnelli in tribuna a dare spinta e volontà agli uomini in campo.Quella di Pirlo, se mai lo è stata, non è più una squadra nel senso pieno del termine, il Milan lo è, e prova ancora gusto ad andare oltre alle difficoltà e ai propri limiti, regalandosi una serata sontuosa.La Juve, adesso quinta e in svantaggio nello scontro diretto col Milan e indietro per la differenza reti con il Napoli, non è più padrona del proprio destino, potrebbe non bastarle vincere le partite che mancano alla fine del campionato, amesso che ci possa riuscire in queste condizioni.Serviva una scossa che non c’è mai stata da parte di Pirlo, dei giocatori ed ancor meno da parte della società, oramai muta, colpevolmente assente e forse “complice” e “mandante” di una disfatta da mesi annunciata, la quale inspiegabilmente ha lasciato un inadeguato allenatore al proprio posto.Per essere una sfida chiave tra due fondatrici della defunta Superlega, non si può dire che lo spettacolo sia all’altezza.La Juve tuttavia ancora una volta riesce a far peggio di un avversario non trascendentale e, almeno in teoria, meno motivato.Pirlo in otto mesi non è riuscito ad andare oltre al classico cambio di gioco di Cuadrado, all’andata, Chiesa a destra aveva messo in crisi Hernandez, ma dopo tre settimane torna in campo a sinistra e non trova mai lo spunto giusto, mentre Morata e Ronaldo non tengono una palla e non danno profondità.Una situazione terribile e al limite della comicità, un disastro totale portato magistralmente avanti da tre anni di scelte societarie ridicole.La Caporetto della Juventus trova il suo apice nella gara con il Milan sotto gli occhi di John Elkann.Ora la situazione è davvero tesa e forse addirittura irrecuperabile.La colpa è di tutti: allenatore, giocatori e società, troppe scelte sbagliate nell’ultimo triennio e ora tutti i nodi stanno venendo al pettine.Primo errore della società è stato l’esonero di Sarri.Un esonero dettato dall’antipatia di senatori e presidente nei confronti del tecnico, accusato di non rappresentare al 100% il famoso stile Juventus.Intanto con la separazione da Sarri la Juventus ha cestinato una buona base di partenza per affidarsi ad un neofita.Il risultato è stato un allenatore totalmente impreparato al mondo della panchina.Un tecnico preso come gestore della squadra e ora in totale confusione, anche lui abbandonato dai senatori e anche lui alle prese con le stesse parole di Sarri: “lavorare con certi giocatori è difficile”.Un precedente preoccupante, che porta a porsi una domanda: chi comanda all’interno della Juventus?Alla scelta di Sarri si aggiunge anche un mercato che negli ultimi tre anni è stato gravemente insufficiente, se si aggiunge la questione Suarez il quadro che esce fuori è anche quello di una società completamente disorganizzata.La ciliegina sulla torta infine è stata la questione SuperLega, idea oramai naufragata, ma che mette in luce un altro particolare, l’assenza del presidente Agnelli per tutta la durata dell’anno, troppo impegnato il presidente bianconero si è completamente “dimenticato” della sua squadra, lasciandola da sola in un anno così complicato.È stato un “delitto perfetto”, quello che ha ucciso Madama bianconera.Parafrasando la celebre frase dell’ispettore di Scotland Yard nella pellicola: “i santi ci salvino dai dirigenti ed allenatori dilettanti”.Sarà nostro gradito ospite l’amico Alessandro Irrisolvibile, direttamente da Parigi.Diteci la vostra, interagiremo con voi in chat live! Ecco i link dei nostri social:CANALE TELEGRAM:https://t.me/joinchat/AAAAAE2Dp-yj5b1N4SNcMQINSTAGRAM:https://instagram.com/jtactics_?igshid=1fg7nrkzhl2mtFACEBOOK:http://m.facebook.com/jtacticsmdn/
⚠️ ONLINE IL NUOVO EPISODIO: SWING BLOCK, TRA MITO E REALTÀ ⚠️Da qualche anno ormai, la tecnica di muro c.d. “swing block” è entrata prepotentemente nella pallavolo italiana
Il titolo della venticinquesima puntata della terza stagione di J-TACTICS, trae spunto da: “La cena dei cretini”, (Le dîner de cons), che è un film del 1998 scritto e diretto da Francis Veber, ispirato ad un’opera teatrale di successo dello stesso regista.A Parigi, un gruppo di amici dell’alta borghesia organizza ogni settimana una cena, a cui bisogna portare ogni volta un cretino, cioè una persona di cui ridere per tutta la serata.L’appuntamento settimanale è in arrivo e l’editore Pierre Brochant ha trovato il perfetto invitato: si tratta dell’impacciato François Pignon, un dipendente pubblico con un hobby molto particolare, costruire modellini di monumenti famosi coi fiammiferi.Prima di recarsi alla cena con gli altri, Pierre invita François a prendere un aperitivo nel suo appartamento. Sfortunatamente, proprio in quel momento il padrone di casa viene colto da una fortissima lombalgia che gli impedisce qualsiasi movimento.Da quel momento, ogni maldestro tentativo del cretino di aiutare Pierre non farà che peggiorare irrimediabilmente la situazione.Facendo la nostra solita trasposizione dalla cinematografia al mondo del calcio, ed in modo particolare alle vicende juventine, potremo utilizzare il titolo e le vicende narrate nella pellicola per analizzare una vicenda che ha caratterizzato e movimentato in modo negativo le già agitate acque in casa bianconera nei giorni immediatamente precedenti il delicato derby della Mole contro i granata.Avere poco più di vent’anni non giustifica nessuno, soprattutto quando sei un personaggio pubblico, che guadagna fior di quattrini, e che è un idolo per milioni di ragazzi.Quello che è accaduto in una notte d’inizio primavera in collina a Torino, dunque, ha dell’incredibile.Accade che intorno alle 23.30, ben oltre l’orario di coprifuoco, un’auto dei carabinieri si ferma davanti al cancello della villa di Weston McKennie, texano centrocampista della Juventus e della nazionale statunitense.I militari sono stati chiamati da qualcuno perché in quella villa, è evidente, è in corso una festa, i carabinieri suonano, cercano di farsi aprire, ma dalla villa nessuno ha intenzione di farlo.All’interno, un numero imprecisato di persone, pare addirittura una ventina.Tra queste Paulo Dybala, attaccante argentino anche lui in forza ai bianconeri, e Arthur Melo, centrocampista brasiliano arrivato da qualche mese a Torino.La trattativa va avanti per un’ora, i carabinieri chiedono di entrare, gli occupanti non aprono, è una situazione delicata.Tra difficoltà con la lingua e timori, i calciatori aprono solo dopo parecchio tempo, alla fine, però, il cancello viene aperto e i militari entrano a casa McKennie.Da quel momento c’è massima collaborazione, ma ciò non toglie che gli uomini dell’arma si trovano difronte ad una palese violazione delle norme sugli assembramenti, sulla tutela della salute pubblica in relazione alla pandemia di Covid che imperversa in Italia e nel mondo da oltre un anno.In definitiva, i militari trovano una festa in piena regola, tra amici, incuranti della zona rossa e delle norme anti Covid i 3 calciatori della Juve (i ben informati dicono che in realtà fossero presenti come minimo anche altri 2 tesserati) si sono ritrovati tutti insieme, come se nulla fosse.Nonostante mancassero appena tre giorni ad una sfida delicatissima come quella contro il Torino.Da qui la reazione forte da parte della società, letteralmente furiosa e intenzionata fin da subito a non fermarsi alla semplice multa.Non soltanto perché il derby era uno snodo decisivo ma anche perché il club è sempre stato in prima fila, da quando è iniziata la pandemia, nell’osservare e far rispettare ai suoi tesserati tutti i protocolli anti coronavirus e le misure di contenimento, al contrario di altre note compagini di serie A.Il comportamento dei tre è stato quindi troppo fuori dalle regole per essere punito lievemente, dalla Continassa, infatti, oltre che la sanzione pecuniaria considerata provvedimento “minimo”, non si è fatta attendere l’ufficialità della scelta più forte, ovvero la non convocazione per il match contro i granata del Toro.Alla vigilia del derby poi Pirlo ha messo la sua parola fine sul caso dell’intervento delle forze dell’ordine per la cena a tarda ora a casa di McKennie, insieme ad Arthur e Dybala: “Non voglio più avere a che fare con questo discorso perché ne abbiamo già parlato abbastanza”; La decisione l’ho presa io, per quanto riguarda la parte tecnica, e la società ha fatto il resto prendendo la propria parte di decisioni”, ha spiegato il mister.Spostando poi l’attenzione dai festini al rettangolo di gioco e al calcio giocato, i gravi problemi della vecchia signora si sono riproposti anche nel derby, pur salvando la pelle, con un pareggio che ha più valore psicologico per come è stato raggiunto.Pasqua di riflessione insomma in casa Juve, perché il pareggio di Ronaldo (il gol è comunque uno dei pochi segnali di vita dati da CR7) non può nascondere l’ennesimo gol regalato con un assist agli avversari (l’imbarazzante azione del 2-1 granata), la lentezza del giro palla che ha consentito al Torino di riorganizzarsi sempre molto bene in difesa, una certa inadeguatezza dei centrocampisti incapaci di inserirsi nelle maglie della difesa avversaria e nello stesso tempo di fornire palloni giocabili alle punte.Si salva il solito Chiesa che, al di là del gol, è di gran lunga quello che si cala maggiormente nello spirito del derby, ma la prestazione generale non è così distante da quella a dir poco oscena vista con il Benevento.Parafrasando il titolo della pellicola da cui trae spunto l’odierna puntata di J-TACTICS, quella che è andata in scena nella villa di McKennie è stata davvero la più tipica “cena dei cretini”, e non meno da cretini è stata la prestazione sfoderata dall’intera compagine bianconera in un importantissimo derby della Mole, crocevia per la qualificazione ad un posto nella prossima Champions League che appare essere sempre più complicata per questa irriconoscibile Juventus.Sarà nostro gradito ospite l’amico Antonio Cunazza, fotografo, fondatore della rivista online Archistadia.it, appassionato di stadi ed architettura sportiva di cui scrive su L’Ultimo Uomo.Diteci la vostra, interagiremo con voi in chat live! Ecco i link dei nostri social:CANALE TELEGRAM:https://t.me/joinchat/AAAAAE2Dp-yj5b1N4SNcMQINSTAGRAM:https://instagram.com/jtactics_?igshid=1fg7nrkzhl2mtFACEBOOK:http://m.facebook.com/jtacticsmdn/
Antonio Lo Campo racconta l'atterraggio di Perseverance su Marte: "Base Jazero, Perseverance è atterrato!”. Parafrasando la frase di Neil Armstrong, quando annunciò il primo allunaggio del 1969, uno degli ingegneri della NASA ha annunciato trionfalmente l'atterraggio del rover Perseverance sulla superficie del cratere Jazero. Un cratere che si trova all'interno di un altro cratere, una sorta di bacino di 1.200 chilometri di ampiezza, formatosi in epoca remota dall'impatto di un grosso meteorite. [...]"Sul Corriere della Sera, Massimo Gramellini parla della vicenda di Alex Schwazer: "Assolto per non avere commesso il fatto. Il gip di Bolzano ha sancito ciò che le perizie dei RIS avevano già rivelato e il buonsenso suggeriva da tempo: le urine allungate di Dna che costarono al marciatore Alex Schwazer l'esclusione dall'Olimpiade di Rio e dal consesso delle persone cosiddette perbene non erano farina del suo sacco, ma furono alterate da qualcuno che non voleva più averlo tra i piedi. Inflazionati come siamo da complottismi che poggiano sulle fragili basi della maldicenza, vedere sbugiardato un complotto autentico ci coglie quasi impreparati. [...]".
Il titolo della diciottesima puntata della terza stagione di J-TACTICS, trae spunto da: “La classe operaia va in paradiso”, che è un film del 1971 diretto da Elio Petri, scritto con Ugo Pirro.Interpretato da Gian Maria Volonté e Mariangela Melato.Ludovico Massa, detto Lulù, è un operaio di 31 anni con due famiglie da mantenere e con alle spalle già 15 anni di lavoro in fabbrica, due intossicazioni da vernice e un’ulcera.Stakanovista e sostenitore del lavoro a cottimo, grazie al quale, lavorando a ritmi infernali, riesce a guadagnare abbastanza da potersi permettere l’automobile e altri beni di consumo, Lulù è amato dai padroni, che lo utilizzano come modello per stabilire i ritmi ottimali di produzione, e odiato dai colleghi operai per la sua diligenza che viene scambiata per servilismo.La sua vita continua in questa totale alienazione, che lo porta a ignorare gli slogan di protesta urlati e scritti dagli studenti fuori dai cancelli, finché un giorno ha un incidente sul lavoro e perde un dito.Così, improvvisamente, Lulù inizia a prendere coscienza della propria alienazione ed a considerare misera la sua vita, quindi si schiera contro quello che ritiene sia il ricatto del lavoro a cottimo e aderisce alle istanze radicali degli studenti e di alcuni operai della fabbrica, in contrapposizione alle posizioni più moderate dei sindacati.Il risultato di questo cambiamento è drammatico: Lulù viene abbandonato dalla compagna, licenziato in tronco dalla fabbrica e contemporaneamente abbandonato sia dagli studenti, che sostengono che il suo è un caso individuale e non di ‘classe’, sia dagli operai, che inizialmente non prendono nessun provvedimento per il suo licenziamento.Durante queste vicende il protagonista cerca inutilmente conforto facendo visita all’anziano Militina, un ex compagno di fabbrica costretto a finire i suoi giorni in manicomio.Quando ormai tutto sembra perduto, i suoi compagni, grazie al sindacato, riescono a farlo riassumere in fabbrica, alla catena di montaggio.Facendo la nostra solita trasposizione dalla cinematografia al mondo del calcio, ed in modo particolare alle vicende juventine, potremo utilizzare il titolo e le vicende narrate nella pellicola per analizzare il magico momento vissuto dal capitano Giorgio Chiellini ritornato a giganteggiare, dopo una lunga assenza per infortunio, nella difesa bianconera, nuovamente diventata impenetrabile.Una difesa “bunker“, ed una Juve tornata, secondo alcuni, ad essere nuovamente cinica, concreta con pochi fronzoli soprattutto in fase difensiva.Parafrasando il titolo della pellicola da cui trae spunto l’odierna puntata di J-TACTICS, la Juve di Pirlo nel suo camaleontico processo di cambiamento del modo d’intendere ed approcciare la partita, sarebbe in parte nuovamente “operaia”.A tratti quindi, non bellissima esteticamente ma estremamente funzionale e produttiva, almeno in termini di risultati ottenuti.In questa Juve decisivo sarebbe, conti alla mano, come detto, il ritorno di Chiellini stakanovista ed operaio della difesa, proprio come il Volonté descritto magistralmente da Elio Petri.Giorgio come il Ludovico Massa del film, pezzi di un ingranaggio più grande, la Juventus il primo, la fabbrica metalmeccanica il secondo, ed ognuno indispensabile a suo modo.Solo tre tiri per la Juventus nella serata allo Stadium, il numero più basso in una partita dall’avvento di Pirlo in panchina.Al netto delle statistiche, tuttavia, la classifica riserva il 3° posto con una partita in meno rispetto alle altre pretendenti allo scudetto.Bianconeri mai così in alto in questo campionato, traguardo raggiunto dopo il 2-0 alla Roma e il conseguente sorpasso sul podio.Per poter comprendere quanto è cambiata la Juve in 20 giorni, d’altronde basta riavvolgere il nastro allo scorso 17 gennaio: l’Inter vince 2-0 a San Siro, KO che costa il 6° posto e un ritardo di 10 punti dalla vetta del Milan.Da allora i numeri dicono ben altro per Andrea Pirlo: 6 vittorie di fila tra tutte le competizioni dalla Serie A alla Coppa Italia fino al trionfo in Supercoppa italiana.Successi consecutivi che diventano tre in Serie A, tutti senza concedere reti.Una squadra diversa, che ha ritrovato le sue certezze attraverso vecchi (soprattutto) e nuovi protagonisti, e che affronta con un entusiasmo mai visto la fase più importante della stagione.Una Juventus più concreta, che accetta di giocare nella propria area e che vanta il miglior reparto difensivo del campionato: 18 i gol concessi, gli ultimi proprio all’Inter di Conte.In quella sconfitta chi era tornato in campo in pianta stabile era Giorgio Chiellini, 36 anni, “operaio” della difesa ed un fattore per esperienza ed equilibrio.Lo dimostrano i tre clean sheet contro Bologna, Sampdoria e Roma, triplo 2-0 dove accanto al fedelissimo Bonucci non ha più concesso nulla.“È tornato e sta giocando bene come tutti gli altri – le parole di Pirlo nel post partita -, finché regge ne ha ancora”.Lo conosce l’allenatore e soprattutto la squadra, mai come quest’anno legata al suo capitano dopo anni di vittorie e titoli.Indicativo come tra i 6 clean sheet della Juve in campionato, 4 volte c’era proprio Chiellini in campo.Un leader ritrovato dopo l’infortunio, ma non solo: nel momento più difficile il gruppo si è ricompattato, i giocatori si mostrano più attenti e sanno soffrire nelle fasi cruciali delle gare.Un discorso che vale per i senatori ma anche per giovani, da Chiesa a Kulusevski, da Arthur a McKennie fino a Morata.Nell’augurarci che la vecchia signora possa finalmente proseguire nella buona strada intrapresa, forse può esser vero che anche “La classe operaia va in paradiso”.Sarà nostro gradito ospite l’amico Flavio Del Fante componente di Silent check podcast, appassionato dei colori giallorossi.Diteci la vostra, interagiremo con voi in chat live! Ecco i link dei nostri social:CANALE TELEGRAM:https://t.me/joinchat/AAAAAE2Dp-yj5b1N4SNcMQINSTAGRAM:https://instagram.com/jtactics_?igshid=1fg7nrkzhl2mtFACEBOOK:http://m.facebook.com/jtacticsmdn/
Parafrasando la domanda fondamentale di Guida Galattica per Autostoppisti, ti diamo un po' di consigli su come migliorare nella corsa. E, sapendo che la corsa è la metafora perfetta della vita e di tutto, questi consigli possiamo applicarli a tutto.Un grazie particolare a Francesco che ha contribuito alla nostra intro e ti ricordiamo che puoi essere anche tu protagonista di Fuorisoglia: basta inviarci le tue domande e i tuoi suggerimenti con un vocale su Whatsapp o Telegram al numero 347 6818091.
L'inflazionata frase "Keep Calm", tanto usata in messaggi di tutti i tipi e fino a qualche tempo addietro, diventa il punto di partenza di questo nostro commento alla puntata settimanale. Keep Calm, restate calmi, per avere la necessaria lucidità ad affrontare un periodo di lunghe, molto lunghe, settimane di sofferenze e privazioni. La situazione pandemica è sempre stata paragonata ad una situazione di guerra e le guerre non finiscono mai in poco tempo. Le guerre hanno sempre portato "sangue, fatica, lacrime e sudore" (W. Churchill) ed hanno sempre coinvolto tutti i residenti del posto. Restiamo calmi e ricordiamo che nella storia dell'umanità guerre e eventi naturali disastrosi sono cose "normali". In queste "normalità" è sempre emerso l'istinto ad aiutare chi era in difficoltà. Presentiamo le nostre legittime richieste di aiuto, arriveranno a salvarci. Ascoltiamo le richieste di aiuto che ci arrivano e adoperiamoci per risolverle. E' sempre stato così nella storia dell'uomo, non cambiamo proprio ora. Grandi successi ci aiutano ad ascoltare e meditare, nuovi classici infondono forza e coraggio. Chet Baker introduce, Roberto Cipelli sottolinea il concetto "Keep Calm". La doppia Z del jazz di Francesco Bearzatti prova a ridare un senso di libertà e di giustizia diffusa. Due nuovi amici, Sebastien Lovato e Sara Zamora, ci fanno sentire meno "soli" e più "in compagnia". Condividete questo articolo sui vostri canali social. Fate ascoltare del jazz ai vostri amici. Questo programma ucciderà il virus!!! # Titolo Artista/Gruppo Album 1 Pent-up house Chet Baker, Paul Bley Diane 2 Little Girl Blue Roberto Cipelli, Paolo Fresu L'equilibrio di Nash 3 Seven Steps to Heaven Ron Carter Foursight - Stockholm, Vol. 2 4 724 Blues Eivind Austad New Orleans Trio, Johnny Vidachovic, James Singelton That Feeling 5 Primitive Reality Alessandro Napolitano, Gaetano Partipilo, Giuseppe Bassi, Mark Sherman Other Side 6 El Regreso Francesco Bearzatti, Tinissima 4et Zorro 7 Blue Seven Sébastien Lovato, Manu Codjia For Virginia 8 I Still Feel Alive Sara Zamora Do It 9 Shadow Gianluca Porro, Rocco Ventrella, Ken Linh Doky, Giuseppe Bassi, Yahzarah Shadow --- Send in a voice message: https://anchor.fm/jazz-in-family/message
Parafrasando il noto libro di Gurdjeff "Incontri con uomini straordinari" questa notte incontriamo musiciste fuori dalle regole, eccezionali, imprendibili, coraggiose, donne che spesso hanno fatto di testa loro, capaci di stregare milioni di ascoltatori
Il titolo della trentaquattresima puntata della stagione numero due di J-TACTICS, trae spunto da: "La sottile linea rossa” (The Thin Red Line), che è un film del 1998 scritto e diretto da Terrence Malick.Si tratta del terzo lungometraggio del cineasta statunitense, che in 25 anni di carriera prima di quest’opera aveva realizzato solo altre due pellicole.Il film è tratto dall’omonimo romanzo di James Jones (1962), vero reduce della guerra nel Pacifico.Il soldato Edward Train così descrive nel pensiero tutti i suoi interrogativi su questa follia:«Chi ci sta uccidendo, derubandoci della vita e della luce, beffandoci con la visione di quello che avremmo potuto conoscere? La nostra rovina è di beneficio alla terra, aiuta l’erba a crescere, il sole a splendere?»Facendo la nostra solita trasposizione dalla cinematografia al mondo del calcio, ed in modo specifico alle vicende juventine, potremo utilizzare il titolo e le vicende narrate nella pellicola per analizzare la decisiva sfida valevole per gli ottavi di Champions League che vedrà impegnata la Juventus contro i francesi del Lione.Prosegue quest’anomala stagione per i bianconeri, dopo aver non senza fatica e patemi d’animo, conquistato il titolo di campione d’Italia al termine di una sorta di mini torneo estivo mascherato da campionato in cui praticamente tutto il girone di ritorno è stato recuperato in soli due mesi.I bianconeri si apprestano quindi a prender parte ad un’altra sorta di mini torneo, la Champions League.Una Champions concentrata, per effetto del lockdown, nel solo mese d’agosto.Un tour de force che si concluderà con la finalissima il 23, preceduta dai quarti e semifinali giocati eccezionalmente in gara unica.La vecchia signora, neo campione d’Italia, tuttavia inizierà il proprio cammino europeo partendo dagli ottavi di finale in quanto il lockdown a seguito dell’emergenza coronavirus impedì a suo tempo agli uomini di Sarri di disputare il retour match dopo la disastrosa prova offerta in Francia.Il Lione, l’ultimo ostacolo che se superato consentirà ai bianconeri di accedere alla serie di scontri ad eliminazione diretta per poi arrivare eventualmente alla finale di Lisbona.Dopo la conquista di un anomalo e soffertissimo nono titolo consecutivo, per via delle note vicende sanitarie che hanno sconvolto non solo il calcio ma il mondo intero, la sfida dello Stadium contro la compagine francese assume i connotati di una vera e propria resa dei conti.Una resa dei conti per il tecnico Sarri per il quale la conquista dello scudetto potrebbe non bastare in caso di debacle con il Lione, e per i giocatori stessi i quali in più occasioni visto il basso livello delle prove offerte post lockdown, sono stati accusati di scarso impegno ed attaccamento alla maglia.Così come il titolo della pellicola da cui trae spunto l’odierna puntata di J-TACTICS, i giocatori della Juve dovranno superare tutte le avversità e le problematiche che quest’anomala sfida presenterà.Nonostante il caldo, la fatica per le tante partite ravvicinate finora giocate, le tante assenze per infortunio, la Juventus dovrà trasformarsi in una: “Sottile linea rossa di eroi”.Nel capolavoro di Malick un reparto dell’esercito statunitense viene mandato alla conquista di un campo d’aviazione giapponese posto in cima a una collina.Il gruppo di militari è guidato dal mite capitano Staros, agli ordini dell’ambizioso colonnello Tall.Durante il lungo e sanguinoso assalto si consumeranno le vicende e i tormenti interiori di un gruppo di uomini costretti a confrontarsi con i propri doveri e soprattutto con la follia della guerra, mentre tutt’intorno la natura, lussureggiante e indifferente, sembra cullarli e contrapporsi alla loro logica.Allo stesso modo nella nostra trasposizione dalla cinematografia al calcio, il mite Maurizio Sarri e l’ambizioso (a dir poco) Cristiano Ronaldo dovranno guidare i bianconeri alla conquista dei quarti di finale di Champions League, dando un’ipotetico assalto alla collina presidiata dai giocatori lionesi, superando la stanchezza, i propri tormenti interiori, paure e il silenzio assordante di uno Stadium chiuso al pubblico.La sfida con il Lione sarà quindi una battaglia da vincere a tutti i costi per non perdere, ancor prima d’iniziare, l’ipotetica guerra da giocarsi in quel di Lisbona da metà agosto in poi.Ribadiamo la Juve dovrà quindi essere: “una sottile linea rossa di eroi”, in una torrida serata d’estate torinese.Ci chiediamo, in quali condizioni arrivano i bianconeri atleticamente e soprattutto mentalmente alla sfida con i francesi?Cosa dovrà fare la Juve per aver ragione dei propri avversari?Chi sarà l’uomo o gli uomini decisivi in questo match?Ancora, nella malaugurata ipotesi che la vecchia signora non riuscisse a superare il turno cosa accadrà a mister Sarri, verrà esonerato?Infine, in caso di esito infausto della sfida, la stagione bianconera potrebbe dirsi fallimentare nonostante la recente conquista dello scudetto?Parafrasando il celebre motto della città lionese, che recita: “Avant, avant, Lion le melhor”, ossia Avanti, avanti, Lione la migliore, a noi innamorati della vecchia signora non resta che urlare ancor più forte: Avanti, avanti, Juve tu sei la migliore!Sarà nostro gradito ospite l’amico e youtuber Matteo Marchesin, “Il Marchese Bianconero”.Diteci la vostra, interagiremo con voi in chat live!Ecco i link dei nostri social:CANALE TELEGRAM:https://t.me/joinchat/AAAAAE2Dp-yj5b1N4SNcMQINSTAGRAM:http://instagram.com/jtactics_FACEBOOK:http://m.facebook.com/jtacticsmdn/
Parafrasando il noto libro di Gurdjeff "Incontri con uomini straordinari" questa notte incontriamo musiciste fuori dalle regole, eccezionali, imprendibili, coraggiose, donne che spesso hanno fatto di testa loro, capaci di stregare milioni di ascoltatori
La voglia di fare cose grandi, cose per molte persone, cose che piacciano a tanti - è una trappola. Parafrasando una frase celebre, ne propongo un'alternativa più realistica.
Camomille, cedrate ed energy drink, come possono profetizzare il futuro del videogioco? Questione di bar virtuali e di podcast, in special modo quando si è su Ludenz! Parafrasando il famoso detto: a buon intenditor di acque zuccherate, tantissime parole! Buon ascolto in compagnia di BraunLuis, Logan e Kenshi! --------- - https://ludenz.blogspot.it- Iscrizione al canale: https://www.youtube.com/c/Ludenz- Facebook: https://www.facebook.com/LudenzOfficial/ Contatti- E-Mail: ludenzofficial@gmail.com- Twitter: https://twitter.com/LudenzOfficial - Telegram: https://telegram.me/Ludenz- Eventi Live e proposte commerciali: ludenzofficial@gmail.com- Instagram: https://www.instagram.com/ludenzofficial
Claude Lanzmann, leggendario regista produttore e sceneggiatore francese ci racconta oggi L'ultimo degli ingiusti, il suo film del quale ci dice: "Il rabbino Benjamin Murmelstein è stato l'ultimo capo del Consiglio Ebraico di Theresienstadt. Lo intervistai a Roma per un'intera settimana, nel 1975. A mio avviso, Theresienstadt è stata il fulcro, in tutti i sensi, della genesi della Soluzione Finale. Tutte quelle ore di conversazione, piene di rivelazioni inedite, continuavano a ronzarmi in testa e a tormentarmi. Sapevo di essere il depositario di qualcosa di unico: è trascorso molto tempo prima che mi arrendessi davanti all'evidenza che non avevo il diritto di tenere per me quelle informazioni. Parafrasando il capolavoro di André Schwarz-Bart, L'ultimo dei giusti, si definisce lui stesso "l'ultimo degli ingiusti". E' stato dunque lui a dare il titolo a questo film." Una puntata da non perdere arricchita anche dal documentario Walt Disney e l'Italia Una storia d'amore di Marco Spagnoli.
Renault Laguna Sportour 4Control - Wagon molto station o una station molto wagon? Le caratteristiche “genetiche” della Laguna Sportour Renault… grande viaggiatrice con quel non so che di sportività. Ecco la nostra prova su strada. Formula 1 - Una vita da mediano. Parafrasando la canzone di Ligabue - o da grande campione? La risposta sta nel suo palmarès. L’addio di Felipe Massa alla Ferrari dopo 7 anni di alti e bassi. Più bassi che alti, ad essere sinceri. Dall’esordio in F1 nel 2002 alla guida di una Sauber Petronas, all’approdo in Ferrari segnato da un terzo posto in classifica piloti (correva l’anno 2006) e dal secondo posto nel 2008, il suo anno migliore con 6 vittorie. Grazie Felipe comunque, e in bocca al lupo per il tuo futuro alla guida della Williams. Formula 1 - Ennesimo show della Red Bull a Dubai sulla pista pensile per elicotteri del Burj Al Arab Hotel. Showman dell’evento David Coulthard alla guida della vettura che ha contribuito a rendere invincibile Sebastian Vettel, 4 volte campione del mondo. Lamborghini Blancpain Super Trofeo Europa - L’italiano Andrea Amici si aggiudica il titolo della stagione. Congratulazioni. E per concludere le pillole di Autolink: - Seat Leon ST - Porsche Macan - Jaguar F-Type Coupé - Nissan GT-R 2014, anche Nismo
Renault Laguna Sportour 4Control - Wagon molto station o una station molto wagon? Le caratteristiche “genetiche” della Laguna Sportour Renault… grande viaggiatrice con quel non so che di sportività. Ecco la nostra prova su strada. Formula 1 - Una vita da mediano. Parafrasando la canzone di Ligabue - o da grande campione? La risposta sta nel suo palmarès. L’addio di Felipe Massa alla Ferrari dopo 7 anni di alti e bassi. Più bassi che alti, ad essere sinceri. Dall’esordio in F1 nel 2002 alla guida di una Sauber Petronas, all’approdo in Ferrari segnato da un terzo posto in classifica piloti (correva l’anno 2006) e dal secondo posto nel 2008, il suo anno migliore con 6 vittorie. Grazie Felipe comunque, e in bocca al lupo per il tuo futuro alla guida della Williams. Formula 1 - Ennesimo show della Red Bull a Dubai sulla pista pensile per elicotteri del Burj Al Arab Hotel. Showman dell’evento David Coulthard alla guida della vettura che ha contribuito a rendere invincibile Sebastian Vettel, 4 volte campione del mondo. Lamborghini Blancpain Super Trofeo Europa - L’italiano Andrea Amici si aggiudica il titolo della stagione. Congratulazioni. E per concludere le pillole di Autolink: - Seat Leon ST - Porsche Macan - Jaguar F-Type Coupé - Nissan GT-R 2014, anche Nismo
Arrivederci Felipe - Una vita da mediano. Parafrasando la canzone di Ligabue - o da grande campione? La risposta sta nel suo palmarès. L’addio di Felipe Massa alla Ferrari dopo 7 anni di alti e bassi. Più bassi che alti, ad essere sinceri. Dall’esordio in F1 nel 2002 alla guida di una Sauber Petronas, all’approdo in Ferrari segnato da un terzo posto in classifica piloti (correva l’anno 2006) e dal secondo posto nel 2008, il suo anno migliore con 6 vittorie. Grazie Felipe comunque, e in bocca al lupo per il tuo futuro alla guida della Williams.