Podcasts about gheddafi

Libyan revolutionary, politician and political theorist

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gheddafi

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Musica
“Il colonialismo italiano in Libia” di Sara Hamssaoui

Musica

Play Episode Listen Later Feb 14, 2025 14:16


“Il colonialismo italiano in Libia” di Sara Hamssaoui è un testo ben scritto e mai banale destinato a diventare centrale per il pensiero decoloniale italianoIscriviti al canale Telegram per guardare tutta la lista di tutti gli eventi (ad oggi) confermati ed avvisatemi se ne conoscete altri Mentre qui trovate tutti i link di Medio Oriente e Dintorni: Linktree, ma, andando un po' nel dettaglio: -Tutti gli aggiornamenti sulla pagina instagram @medioorienteedintorni -Per articoli visitate il sito https://mediorientedintorni.com/ trovate anche la "versione articolo" di questo podcast. - Qui il link al canale Youtube- Podcast su tutte le principali piattaforme in Italia e del mondo-Vuoi tutte le uscite in tempo reale? Iscriviti al gruppo Telegram: https://t.me/mediorientedintorniOgni like, condivisione o supporto è ben accetto e mi aiuta a dedicarmi sempre di più alla mia passione: raccontare il Medio Oriente ed il "mondo islamico"

Tunnel
Carotaggi #20 - Erasmus: EuroPerugia

Tunnel

Play Episode Listen Later Jan 16, 2025 20:37


Un nuovo carotaggio con un breve racconto della mistica esperienza del Perugia in Coppa UEFA del 2003-04. Contiene parole come: Gheddafi, Allianssi, Sant'Ercolano, Gaucci.

Il Corsivo di Daniele Biacchessi
Il vuoto lasciato da Assad | 12/12/2024 | Il Corsivo

Il Corsivo di Daniele Biacchessi

Play Episode Listen Later Dec 12, 2024 2:33


Spesso, in Occidente, si tende a parlare di un “popolo siriano”, come se si trattasse di un gruppo nazionale omogeneo. In realtà, la popolazione che vive nel territorio siriano è assai variegata, essendo composta, in larga misura, da cittadini arabi di fede sunnita, ai quali vanno ad aggiungersi due minoranze piuttosto rilevanti (e cioè, un 12 % di arabi appartenenti alla setta sciita degli Alawiti ed un ulteriore 9% di Curdi). La componente cristiana del Paese, almeno fino a una decina di anni fa, raggiungeva, invece, la percentuale del 10%, ma è, comunque, sempre stata decisamente frazionata al suo interno, tra una pluralità di confessioni (cristiani arabi, assiri e armeni), cui si sono, storicamente, sommati anche i cespugli di altri gruppi etno-religiosi come i Drusi, i Turkmeni e i Circassi. Per secoli provincia dell'Impero Ottomano, la Siria, dopo la fine della Prima Guerra Mondiale, finisce sotto il controllo della Francia fino al 1946, quando ottiene la sua piena indipendenza ed inizia per lei un lungo periodo di gravi instabilità e di scontri militari, soprattutto tra le componenti sunnite e quelle alawite. A porre temporaneamente un freno a tutto questo stato stato di cose, sarà un golpe guidato, nel 1970, dal generale Hafez Assad (padre dell'odierno presidente appena fuggito a Mosca) che imporrà, attraverso una ferrea dittatura, il completo controllo della minoranza alawita sull' intera nazione: il tutto, a scapito della maggioranza sunnita che, tra l'altro, sarà sovente oggetto di spietate repressioni, come quella che, nel 1982 , nella sola città di Hama, lascerà sul campo oltre ventimila vittime. La Siria è, dunque, sempre stata - ed è tuttora – un terreno di scontro che ha origini molto lontane. E' difficile, quindi, pensare oggi ad un popolo siriano che, finalmente, trova il coraggio e le energie per ribellarsi – come fosse un solo uomo – agli oltre cinquant'anni della tirannia degli Assad….Molto meglio, per non ricevere poi sgradevolissime sorprese, considerare che, anche quello che sta avvenendo in queste ore, altro non è se non una delle tante fasi dell'atavico conflitto tra Islam sciita e Islam sunnita. Speriamo, naturalmente di sbagliarci, ma riteniamo più che probabile che ad emergere dalla dissoluzione del regime di Assad, non sarà tanto una struttura statale unitaria, quanto, invece, il sorgere, su tutto l'attuale territorio siriano, di una complessa serie di aree tribali militarizzate e costantemente ostili fra di loro. Del resto, anche la Libia del dopo Gheddafi ci ha insegnato qualcosa... "Il Corsivo" a cura di Daniele Biacchessi non è un editoriale, ma un approfondimento sui fatti di maggiore interesse che i quotidiani spesso non raccontano. Un servizio in punta di penna che analizza con un occhio esperto quell'angolo nascosto delle notizie di politica, economia e cronaca. ___________________________________________________ Ascolta altre produzioni di Giornale Radio sul sito: https://www.giornaleradio.fm oppure scarica la nostra App gratuita: iOS - App Store - https://apple.co/2uW01yA Android - Google Play - http://bit.ly/2vCjiW3 Resta connesso e segui i canali social di Giornale Radio: Facebook: https://www.facebook.com/giornaleradio.fm/ Instagram: https://www.instagram.com/giornale_radio_fm/?hl=it

Il Corsivo di Daniele Biacchessi
Il vuoto lasciato da Assad | 12/12/2024 | Il Corsivo

Il Corsivo di Daniele Biacchessi

Play Episode Listen Later Dec 12, 2024 2:33


Spesso, in Occidente, si tende a parlare di un “popolo siriano”, come se si trattasse di un gruppo nazionale omogeneo. In realtà, la popolazione che vive nel territorio siriano è assai variegata, essendo composta, in larga misura, da cittadini arabi di fede sunnita, ai quali vanno ad aggiungersi due minoranze piuttosto rilevanti (e cioè, un 12 % di arabi appartenenti alla setta sciita degli Alawiti ed un ulteriore 9% di Curdi). La componente cristiana del Paese, almeno fino a una decina di anni fa, raggiungeva, invece, la percentuale del 10%, ma è, comunque, sempre stata decisamente frazionata al suo interno, tra una pluralità di confessioni (cristiani arabi, assiri e armeni), cui si sono, storicamente, sommati anche i cespugli di altri gruppi etno-religiosi come i Drusi, i Turkmeni e i Circassi. Per secoli provincia dell'Impero Ottomano, la Siria, dopo la fine della Prima Guerra Mondiale, finisce sotto il controllo della Francia fino al 1946, quando ottiene la sua piena indipendenza ed inizia per lei un lungo periodo di gravi instabilità e di scontri militari, soprattutto tra le componenti sunnite e quelle alawite. A porre temporaneamente un freno a tutto questo stato stato di cose, sarà un golpe guidato, nel 1970, dal generale Hafez Assad (padre dell'odierno presidente appena fuggito a Mosca) che imporrà, attraverso una ferrea dittatura, il completo controllo della minoranza alawita sull' intera nazione: il tutto, a scapito della maggioranza sunnita che, tra l'altro, sarà sovente oggetto di spietate repressioni, come quella che, nel 1982 , nella sola città di Hama, lascerà sul campo oltre ventimila vittime. La Siria è, dunque, sempre stata - ed è tuttora – un terreno di scontro che ha origini molto lontane. E' difficile, quindi, pensare oggi ad un popolo siriano che, finalmente, trova il coraggio e le energie per ribellarsi – come fosse un solo uomo – agli oltre cinquant'anni della tirannia degli Assad….Molto meglio, per non ricevere poi sgradevolissime sorprese, considerare che, anche quello che sta avvenendo in queste ore, altro non è se non una delle tante fasi dell'atavico conflitto tra Islam sciita e Islam sunnita. Speriamo, naturalmente di sbagliarci, ma riteniamo più che probabile che ad emergere dalla dissoluzione del regime di Assad, non sarà tanto una struttura statale unitaria, quanto, invece, il sorgere, su tutto l'attuale territorio siriano, di una complessa serie di aree tribali militarizzate e costantemente ostili fra di loro. Del resto, anche la Libia del dopo Gheddafi ci ha insegnato qualcosa... "Il Corsivo" a cura di Daniele Biacchessi non è un editoriale, ma un approfondimento sui fatti di maggiore interesse che i quotidiani spesso non raccontano. Un servizio in punta di penna che analizza con un occhio esperto quell'angolo nascosto delle notizie di politica, economia e cronaca. ___________________________________________________ Ascolta altre produzioni di Giornale Radio sul sito: https://www.giornaleradio.fm oppure scarica la nostra App gratuita: iOS - App Store - https://apple.co/2uW01yA Android - Google Play - http://bit.ly/2vCjiW3 Resta connesso e segui i canali social di Giornale Radio: Facebook: https://www.facebook.com/giornaleradio.fm/ Instagram: https://www.instagram.com/giornale_radio_fm/?hl=it

Italia Mistero
Aldo Semerari: il professore nero (3° parte - Gheddafi ed Ustica)

Italia Mistero

Play Episode Listen Later Dec 2, 2024 32:03


Aldo Semerari nel giugno/luglio del 1980 è protagonista di un viaggio in Libia per incontrare Gheddafi, quale sia il contenuto di tale incontro non è dato sapere ma si colloca , pur non sapendo la data precisa, fra gli avvenimenti delle stragi di Ustica e Bologna. La visita, certamente collegata all'attività del Semerari a Villa Mafalda, segue il rapimento Aleandri della banda della Magliana, la rapina alla Chase Manhattan Bank di Roma, l'omicidio Leandri. Il cerchio intorno ad Aldo Semerari si sta stringendo. #italiamistero #semerari #bandadellamagialana Italiamistero puntata www.italiamistero.it: https://www.italiamistero.it/ 00:00 Introduzione 01:57 il rapimento Aleandri 09:02 Nar e Banda della Magliana 12:23 Omicidio Leandri 17:11 Omicidio Amato 22:00 Ustica e Bologna

Pillole di Storia
#456 - La morte di Gheddafi e la fine della Prima Guerra Civile libica

Pillole di Storia

Play Episode Listen Later Sep 9, 2024 29:17


La serie sulla Libia : https://www.youtube.com/watch?v=NkLeE44YR_I&list=PLpMrMjMIcOklxsuGrAysKddh4eoZho_HF&ab_channel=LaBibliotecadiAlessandria

Pillole di Storia
#448 - Come Gheddafi cercò di salvare il suo regime, un camaleonte politico

Pillole di Storia

Play Episode Listen Later Aug 26, 2024 35:09


La serie sulla Libia : https://www.youtube.com/watch?v=NkLeE44YR_I&list=PLpMrMjMIcOklxsuGrAysKddh4eoZho_HF&ab_channel=LaBibliotecadiAlessandria

Pillole di Storia
#434 - Eldorado canyon, bombardare Tripoli per uccidere Gheddafi

Pillole di Storia

Play Episode Listen Later Jul 22, 2024 33:39


Per approfondire gli argomenti della puntata:La serie sulla Libia : https://www.youtube.com/watch?v=NkLeE44YR_I&list=PLpMrMjMIcOklxsuGrAysKddh4eoZho_HF&ab_channel=LaBibliotecadiAlessandria

Pillole di Storia
#430 - Gheddafi contro l'Occidente: l'incidente di Sidra

Pillole di Storia

Play Episode Listen Later Jul 15, 2024 35:18


Per approfondire gli argomenti della puntata:La serie sulla Libia : https://www.youtube.com/watch?v=NkLeE44YR_I&list=PLpMrMjMIcOklxsuGrAysKddh4eoZho_HF&ab_channel=LaBibliotecadiAlessandria

Pillole di Storia
#418 - Gheddafi, il "Liberatore d'Africa" e le sue armi atomiche

Pillole di Storia

Play Episode Listen Later Jun 24, 2024 42:06


Per approfondire gli argomenti della puntata:La serie sulla Libia : https://www.youtube.com/watch?v=NkLeE44YR_I&list=PLpMrMjMIcOklxsuGrAysKddh4eoZho_HF&ab_channel=LaBibliotecadiAlessandriaLa puntata sulla guerra civile libanese : https://www.youtube.com/watch?v=_isp6OQfBg4&ab_channel=LaBibliotecadiAlessandria

Pillole di Storia
#413 - La rivoluzione di Gheddafi e la fine del sogno pan-arabo

Pillole di Storia

Play Episode Listen Later Jun 14, 2024 43:12


Produzione e Sound Design - Matteo D'AlessandroCanale Youtube: https://www.youtube.com/channel/UC-Idufifk1hamoBzkZngr1wGruppo Facebook : https://www.facebook.com/groups/624562554783646/Gruppo Whatsapp: https://whatsapp.com/channel/0029VaD1eQk8vd1WyYUzH01cIl nostro Instagram: https://www.instagram.com/bibliotecadialessandria/?hl=it

Pillole di Storia
#409 - La Repubblica Araba di Libia, Gheddafi e come farsi tanti nemici

Pillole di Storia

Play Episode Listen Later Jun 7, 2024 38:06


Produzione e Sound Design - Matteo D'AlessandroCanale Youtube: https://www.youtube.com/channel/UC-Idufifk1hamoBzkZngr1wGruppo Facebook : https://www.facebook.com/groups/624562554783646/Gruppo Whatsapp: https://whatsapp.com/channel/0029VaD1eQk8vd1WyYUzH01cIl nostro Instagram: https://www.instagram.com/bibliotecadialessandria/?hl=it

Pillole di Storia
#405 - Come Gheddafi prese il potere in Libia

Pillole di Storia

Play Episode Listen Later May 31, 2024 36:35


Produzione e Sound Design - Matteo D'AlessandroCanale Youtube: https://www.youtube.com/channel/UC-Idufifk1hamoBzkZngr1wGruppo Facebook : https://www.facebook.com/groups/624562554783646/Gruppo Whatsapp: https://whatsapp.com/channel/0029VaD1eQk8vd1WyYUzH01cIl nostro Instagram: https://www.instagram.com/bibliotecadialessandria/?hl=it

Non Aprite Quella Podcast
S08 E02 Il Caso Lolli - L'Italiano Vero

Non Aprite Quella Podcast

Play Episode Listen Later May 29, 2024 73:58


Questa è la storia di un playboy di Rimini, un multimilionario venditore di yacht che aveva tutto: soldi, fama, modelle, connection politiche. La sua esistenza, insomma, era quella visione instagrammabile della vita che in tanti, oggi, sognano di avere. Ora immaginatevi questo stesso uomo che aveva tutto seduto in una delle peggiori prigioni della Libia, torturato dagli uomini di Gheddafi. Alcuni lo definiscono “l'ultimo avventuriero”, altri un truffatore o addirittura un terrorista, per noi invece… questo è Il Caso Giulio Lolli - L'italiano vero Iscriviti al Patreon per ascoltare UN EPISODIO IN PIÙ a settimana: patreon.com/NAQP Seguici su Instagram per video esclusivi e molto altro: @nonapritequellapodcast Compra il nostro merch: merch.nonapritequellapodcast.com Per sponsor, collaborazioni o semplici mail: nonapritequellapodcast@gmail.com Segui Matteo su Instagram: @matteo.lenardon Segui Pedar su Instagram: @iosonopedar Segui J-Ax su Instagram: @j.axofficial Grazie ai nostri flex producer: Antonio Cassese, Armando, Baiocchi In Brodo, Dr. Amido Di Patata, Giovanni Mazzoleni, La Ele, Manuel Mastromatteo, Mariano Incoronato, Matteo Galiazzo, Mauro Redaelli, Michele Battistella, Mimmo, Nick Franco, Paolo Olivieri, Ric, Salvo Greg, Shedly The Mad Hatter, Svizzerotto Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices

News dal pianeta Terra
Una buona notizia per la Libia

News dal pianeta Terra

Play Episode Listen Later Mar 15, 2024 9:10


Dopo 13 anni di caos in seguito alla morte di Muhammar Gheddafi, la Libia potrebbe tornare al voto per riunire lo stato, dopo che le tre principali fazioni hanno deciso di creare un governo temporaneo per le elezioni. Marina Pierri, direttrice artistica del Festival delle serie tv, ci racconta di Antonia – una nuova serie tv italiana che parla dell'endometriosi, scritta e interpretata da Chiara Martegiani.  Rassegna stampa: L'Aquila è Capitale italiana della cultura 2026. Un altro passo verso la rinascita Stop al nuovo Codice della strada, mobilitazioni in tutta Italia dal 9 al 12 marzo, Paola Piacentini 

Tyranny
Gli Ortegas, i tiranni che vogliono fare la guerra ai marziani VOL 2

Tyranny

Play Episode Listen Later Jan 26, 2024 31:34


Perchè i tiranni hanno creato un ministero per governare “la galassia, la Luna e gli altri corpi celesti"? In questa puntata alziamo l'asticella di una storia già profondamente violenta e demenziale. I due autocrati hanno creato un'economia in cui il settore trainante è quello delle pompe funebri. Parafrasando un grande film, gli Ortegas hanno una mentalità tipo “Lascia la pistola e pigliami i cannoli”. Sono più vicino al Padrino che a Gheddafi. Dopo aver fatto accordi con lo Steve Jobs della malavita, in questo episodio scopriamo il rapporto dei tiranni col paese più bello del mondo, l'Italia. Risponderemo, inoltre, a questa domanda: come ha fatto la tirannia coniugale a sconfiggere la Casa Bianca, la democrazia e a creare uno dei regimi più solidi del mondo? Testi di Antonio Losito. Il Compleanno Will era il 20 gennaio, ma fino a fine mese festeggiamo e vi facciamo un regalo: sconto del 20% su tutti i piani annuali per la nostra membership usando il codice sconto "COMPLEANNOWILL". Con la membership sostieni il nostro lavoro e hai accesso a contenuti speciali a te dedicati. Per saperne di più clicca qui! Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices

Il Mondo
Perché si parla di nuovo di Ustica? Risponde un corrispondente francese. Alla Russia non conviene riaprire l'accordo sui cereali ucraini.

Il Mondo

Play Episode Listen Later Sep 6, 2023 24:37


In un'intervista rilasciata al quotidiano la Repubblica dall'ex presidente della corte costituzionale Giuliano Amato ha detto che l'aereo fu abbattuto per errore da un caccia francese. Il faccia a faccia tra Vladimir Putin e Recep Tayyip Erdogan non è servito a convincere Mosca a rilanciare l'accordo da cui è uscita lo scorso luglio. Eric Jozsef, corrispondente di LibérationGabriele Crescente, editor di Europa di Internazionale LINKUstica: https://www.youtube.com/watch?v=6OAV1HgMUv8Video cereali: https://www.ilsole24ore.com/art/ultime-notizie-mondo-oggi-vertice-putin-erdogan-sochi-russia-distrugge-droni-e-motoscafi-kiev-AFifyij?refresh_ce=1 Se ascolti questo podcast e ti piace, abbonati a Internazionale. È un modo concreto per sostenerci e per aiutarci a garantire ogni giorno un'informazione di qualità. Vai su internazionale.it/podcast Scrivi a podcast@internazionale.it o manda un vocale a +39 3347063050Consulenza editoriale di Chiara Nielsen.Produzione di Claudio Balboni, con Vincenzo De Simone.Musiche di Tommaso Colliva e Raffaele Scogna.Direzione creativa di Jonathan Zenti.

Ecovicentino.it - AudioNotizie
Strage di Ustica, Amato: “Il Dc9 abbattuto da missile francese”. Meloni: “Metta a disposizione le prove”

Ecovicentino.it - AudioNotizie

Play Episode Listen Later Sep 3, 2023 1:15


L'ex premier Giuliano Amato lancia un'accusa pesante: il Dc9 dell'Itavia precipitato vicino a Ustica il 27 giugno 1980 è stato abbattuto da un missile francese. In un'intervista Amato spiega che "Era scattato un piano per colpire l'aereo sul quale volava Gheddafi, ma il leader libico sfuggì alla trappola perché avvertito da Craxi".

Ecovicentino.it - AudioNotizie
Ustica, l'ex premier Amato: “L'aereo fu colpito da un missile francese”

Ecovicentino.it - AudioNotizie

Play Episode Listen Later Sep 2, 2023 1:38


In un'intervista a Repubblica Giuliano Amato parla della tragedia di Ustica e punta il dito contro i francesi. Mentre si aspetta di vedere cosa uscirà nell'inchiesta bis sulla strage condotta dalla Procura di Roma, l'ex premier dichiara che il Dc9 dell'Itavia precipitato vicino a Ustica il 27 giugno 1980 è stato abbattuto da un missile francese.

Ottanta
Ep 2: Claudio Gentile e l'Africa italiana

Ottanta

Play Episode Listen Later Jul 23, 2023 22:24


Nessuno se lo ricorda mai, ma l'Italia esprime il primo calciatore campione del mondo nato in Africa. C'è di mezzo la Quarta sponda libica, l'impero di Mussolini, la dittatura di Gheddafi. Le vie del calcio, e della Storia, sono infinite. I contributi di questa puntata sono: Estratto "la proclamazione dell'impero", Istituto Luce, disponibile sul canale Youtube Open History; Estratto radiocronaca di Enrico Ameri, Finale mondiali 1982, (11/7/1982). Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices

Il Corsivo di Daniele Biacchessi
Ustica, 43 anni dopo: le carte inchiodano la Francia | 27/06/2023 | Il Corsivo

Il Corsivo di Daniele Biacchessi

Play Episode Listen Later Jun 27, 2023 2:25


A cura di Daniele Biacchessi 27 giugno 1980. L'aereo Dc 9 Itavia IH870 parte con ritardo dall'aeroporto Guglielmo Marconi di Bologna. Il suo arrivo a Palermo è previsto intorno alle 21, ma il velivolo non atterrerà mai. Sparisce dai radar sopra i cieli tra le isole di Ponza e Ustica, in una località aeronautica denominata Punto Condor. 81 morti, nessun sopravvissuto. 43 anni dopo sappiamo molte cose di ciò che avvenne intorno alle 21 del 27 giugno 1980. Non fu un incidente o una bomba collocata nell'aereo, ma l'onda d'urto di un missile lanciato da un velivolo rimasto sconosciuto nell'ambito di uno scenario di guerra. L'allora Presidente del Consiglio e poi Capo dello Stato Francesco Cossiga indicò davanti ai giudici del tribunale civile di Palermo i francesi come i possibili mandanti della strage: il vero bersaglio era un Mig libico su cui volava Gheddafi. Nell'inchiesta bis scaturita dalle dichiarazioni di Cossiga, la procura di Roma ha chiesto e ottenuto dall'Aise, i servizi segreti, 32 documenti ora desecretati che escludono ogni manovra palestinese dietro all'abbattamento del Dc9 dell'Itavia. Gli investigatori hanno interrogato numerosi avieri francesi di stanza nella base di Solenzara, in Corsica, che hanno confermato la versione fornita dal generale Nicola Bozzo, allora braccio destro di Carlo Alberto Dalla Chiesa, secondo cui quella sera  c'era un traffico aereo militare francese fuori dal comune. Sulle responsabilità francesi avevo accennato anche in un mio vecchio libro "Punto Condor" scritto con il collega Fabrizio Colarieti. Forse è giunto il momento che Parigi racconti cosa è accaduto davvero il 27 giugno 1980 di 43 anni fa e che l'Italia sia in grado di avere quel coraggio politico che finora è mancato a tanti Governi. 

Il Corsivo di Daniele Biacchessi
Ustica, 43 anni dopo: le carte inchiodano la Francia | 27/06/2023 | Il Corsivo

Il Corsivo di Daniele Biacchessi

Play Episode Listen Later Jun 27, 2023 2:25


A cura di Daniele Biacchessi 27 giugno 1980. L'aereo Dc 9 Itavia IH870 parte con ritardo dall'aeroporto Guglielmo Marconi di Bologna. Il suo arrivo a Palermo è previsto intorno alle 21, ma il velivolo non atterrerà mai. Sparisce dai radar sopra i cieli tra le isole di Ponza e Ustica, in una località aeronautica denominata Punto Condor. 81 morti, nessun sopravvissuto. 43 anni dopo sappiamo molte cose di ciò che avvenne intorno alle 21 del 27 giugno 1980. Non fu un incidente o una bomba collocata nell'aereo, ma l'onda d'urto di un missile lanciato da un velivolo rimasto sconosciuto nell'ambito di uno scenario di guerra. L'allora Presidente del Consiglio e poi Capo dello Stato Francesco Cossiga indicò davanti ai giudici del tribunale civile di Palermo i francesi come i possibili mandanti della strage: il vero bersaglio era un Mig libico su cui volava Gheddafi. Nell'inchiesta bis scaturita dalle dichiarazioni di Cossiga, la procura di Roma ha chiesto e ottenuto dall'Aise, i servizi segreti, 32 documenti ora desecretati che escludono ogni manovra palestinese dietro all'abbattamento del Dc9 dell'Itavia. Gli investigatori hanno interrogato numerosi avieri francesi di stanza nella base di Solenzara, in Corsica, che hanno confermato la versione fornita dal generale Nicola Bozzo, allora braccio destro di Carlo Alberto Dalla Chiesa, secondo cui quella sera  c'era un traffico aereo militare francese fuori dal comune. Sulle responsabilità francesi avevo accennato anche in un mio vecchio libro "Punto Condor" scritto con il collega Fabrizio Colarieti. Forse è giunto il momento che Parigi racconti cosa è accaduto davvero il 27 giugno 1980 di 43 anni fa e che l'Italia sia in grado di avere quel coraggio politico che finora è mancato a tanti Governi.

Zuppa di Porro
Putin? Come Gheddafi: solo lui sa gestire la guerra per bande

Zuppa di Porro

Play Episode Listen Later Jun 26, 2023 19:52


00:00 Buongiorno ai commensali! Vi aspetto alla festa della Ripartenza a Bari il 7-8 luglio. 00:40 Golpe Russia, il giallo sul capo della brigata Wagner sparito nel nulla. Intanto la Cia sapeva già tutto sulla rivolta. 02:00 Alessandro Campi sul Messaggero associa Putin a Gheddafi sul controllo delle bande interne. 03:34 Parola ai commensali. 04:00 […]

Uacanda
Silvio "d'Arabia" e il Medio Oriente, un'eredità pesante

Uacanda

Play Episode Listen Later Jun 15, 2023 10:54


I rapporti tra Silvio Berlusconi e il Medio Oriente, in particolare con la Libia. L'imbarazzo per i bombardamenti francesi del 2011 e la fine della grande amicizia con Muammar Gheddafi. Il post guerra fredda segna il cambio di rotta dell'Italia nella politica mediorientale. La cessazione di un rapporto di vicinato con l'altra sponda del Mediterraneo e l'aggancio incondizionato alle politiche statunitensi. Ascolta l'intervista al prof. Antonio Maria Morone, docente in Storia contemporanea dell'Africa all'università di PaviaLe rimesse in Africa fruttano fino a oltre il 10percento del Pil, ma le commissioni sono ancora le più care al mondo. L'Onu studia un piano per abbassarle. Ascolta il report di Gianni Ballarini

Racconti di Storia Podcast
Ustica: La Verita' Giudiziaria - Con L'Avv. Daniele Osnato

Racconti di Storia Podcast

Play Episode Listen Later Jun 13, 2023 111:27


Ricevi dove e quando vuoi tutti gli ingredienti freschi e già dosati per cucinare ricette nuove e sempre diverse. L'ispirazione per le tue cene è in una box per cucinare! Solo con l'offerta esclusiva di HELLO FRESH! https://bit.ly/3oFAh5d Codice SCONTO: CHEFIT99Il nostro canale Youtube: https://www.youtube.com/channel/UC1vziHBEp0gc9gAhR740fCwSostieni DENTRO LA STORIA su Patreon: https://www.patreon.com/dentrolastoriaAbbonati al canale: https://www.youtube.com/channel/UC1vziHBEp0gc9gAhR740fCw/joinSono passati 43 anni da quella tragica notte del 27 Giugno 1980. 43 Anni di bugie, di omissioni, di ricerca della verita' mai concluse, di depistaggi. Abbiamo voluto parlarne con l'Avvocato Daniele Osnato, il legale dei parenti delle vittime, che ha seguito per molti anni tutta la vicenda giudiziaria, dai processi che non hanno riguardato la strage, alla tristemente famosa sentenza di assoluzione dei Generali dell'Aviazione che, a torto, viene portata come prova maestra dell'ipotesi della bomba a bordo. Un'intervista lunga, emozionante con chi ha vissuto, nelle aule di giustizia italiane, una delle vicende piu' misteriore ed assurde della storia d'Italia.Dalla sentenza di II Grado del 15 Dicembre 2005 - Prima Corte D'Assise D'Appello Di Roma:"Le stesse ipotesi (si sottolinea ipotesi e non certezze) dell'abbattimento dell'aereo ad opera di un missile o di esplosione a bordo non hanno trovato conferma dato che la carcassa dell'aereo non reca segni dell'impatto del missile e, nel caso della bomba all'interno dell'aereo, bisogna ritenere che l'ignoto attentatore fosse a conoscenza del dato che l'aereo sarebbe partito da Bologna con due ore di ritardo per poter programmare il timer con due ore di ritardo per l'esplosione visto che di criminali kamikaze che potessero essere a bordo allora non vi era traccia."Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/racconti-di-storia-podcast--5561307/support.

Il Corsivo di Daniele Biacchessi
Perché il Governo italiano incontra Haftar, l'uomo delle fosse comuni | 06/05/2023 | Il Corsivo

Il Corsivo di Daniele Biacchessi

Play Episode Listen Later May 6, 2023 2:42


A cura di Ferruccio Bovio Il generale libico Kalifa Haftar è stato due giorni a Roma dove ha incontrato la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ed il ministro degli Esteri Antonio Tajani. Per chi non lo ricordasse o non lo conoscesse ancora, l'ex ufficiale dell'esercito di Gheddafi già circa tre anni fa aveva manifestato apertamente quale fosse il suo atteggiamento nei confronti del nostro Paese, sequestrando per oltre tre mesi 18 pescatori di Mazara del Vallo: ma questo è niente se accostato alla condanna per crimini contro l'umanità che gli è stata inflitta in contumacia da un tribunale americano per le atrocità commesse dai suoi soldati durante la seconda guerra civile libica dal 2019 al 2020. Spintosi, infatti (con l'immancabile supporto dei mercenari russi della Wagner), fino alle porte di Tripoli per rovesciare il Governo ufficialmente riconosciuto dall'ONU, quello che era allora considerato da tutti come “l'uomo forte della Cirenaica” dovette poi però scoprire amaramente di non essere davvero così “forte” quando, a sostegno delle milizie tripolitane, arrivarono armi e tecnici militari dalla Turchia che lo costrinsero ad una rapida ed ingloriosa ritirata. Ritirata che però fu costellata dalla diffusione di fosse comuni che, ogni tanto, vengono scoperte ancora oggi. Ciò nonostante, l'Italia mantiene un suo consolato a Bengasi - capoluogo della Cirenaica e roccaforte di Haftar – e sta cercando adesso di definire un accordo con l'imbarazzante interlocutore, nel tentativo di fermare i flussi dei migranti che provengono dalla Libia. Non a caso, dei sedicimila disperati che hanno già lasciato quest'anno le coste libiche per tentare l'approdo nel nostro Paese, ben diecimila sono partiti proprio dalla Cirenaica, sebbene questa sia la zona della Nazione nord africana più distante dai nostri litorali e, quindi, teoricamente meno indicata. Pertanto, se gli scafisti stanno eleggendo la Cirenaica quale punto privilegiato di partenza per le loro imbarcazioni, la cosa significa essenzialmente che le forze di sicurezza locali chiudono volentieri un occhio (o anche due) quando si tratta di concludere affari coi trafficanti di esseri umani. Il generale Haftar che ha appena lasciato la nostra Capitale è certamente un uomo molto meno autorevole rispetto ad un recente passato, ma non ha affatto perduto la sua tendenza ad approfittare di tutti i mezzi di cui dispone per farsi valere. E si sa che in Libia la soglia che separa la sfera di influenza della malavita (che sfrutta cinicamente la disperazione della gente) da quella del potere politico non sempre è così ben delineata. Non eravamo presenti al colloquio tra Meloni e Haftar e, quindi, non possiamo sapere con esattezza cosa si siano detti, ma non ci vuole molto ad immaginare che, nei prossimi mesi, l'impegno italiano nei riguardi del leader della Cirenaica dovrà essere molto concreto.

Il Corsivo di Daniele Biacchessi
Perché il Governo italiano incontra Haftar, l'uomo delle fosse comuni | 06/05/2023 | Il Corsivo

Il Corsivo di Daniele Biacchessi

Play Episode Listen Later May 6, 2023 2:42


A cura di Ferruccio Bovio Il generale libico Kalifa Haftar è stato due giorni a Roma dove ha incontrato la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ed il ministro degli Esteri Antonio Tajani. Per chi non lo ricordasse o non lo conoscesse ancora, l'ex ufficiale dell'esercito di Gheddafi già circa tre anni fa aveva manifestato apertamente quale fosse il suo atteggiamento nei confronti del nostro Paese, sequestrando per oltre tre mesi 18 pescatori di Mazara del Vallo: ma questo è niente se accostato alla condanna per crimini contro l'umanità che gli è stata inflitta in contumacia da un tribunale americano per le atrocità commesse dai suoi soldati durante la seconda guerra civile libica dal 2019 al 2020. Spintosi, infatti (con l'immancabile supporto dei mercenari russi della Wagner), fino alle porte di Tripoli per rovesciare il Governo ufficialmente riconosciuto dall'ONU, quello che era allora considerato da tutti come “l'uomo forte della Cirenaica” dovette poi però scoprire amaramente di non essere davvero così “forte” quando, a sostegno delle milizie tripolitane, arrivarono armi e tecnici militari dalla Turchia che lo costrinsero ad una rapida ed ingloriosa ritirata. Ritirata che però fu costellata dalla diffusione di fosse comuni che, ogni tanto, vengono scoperte ancora oggi. Ciò nonostante, l'Italia mantiene un suo consolato a Bengasi - capoluogo della Cirenaica e roccaforte di Haftar – e sta cercando adesso di definire un accordo con l'imbarazzante interlocutore, nel tentativo di fermare i flussi dei migranti che provengono dalla Libia. Non a caso, dei sedicimila disperati che hanno già lasciato quest'anno le coste libiche per tentare l'approdo nel nostro Paese, ben diecimila sono partiti proprio dalla Cirenaica, sebbene questa sia la zona della Nazione nord africana più distante dai nostri litorali e, quindi, teoricamente meno indicata. Pertanto, se gli scafisti stanno eleggendo la Cirenaica quale punto privilegiato di partenza per le loro imbarcazioni, la cosa significa essenzialmente che le forze di sicurezza locali chiudono volentieri un occhio (o anche due) quando si tratta di concludere affari coi trafficanti di esseri umani. Il generale Haftar che ha appena lasciato la nostra Capitale è certamente un uomo molto meno autorevole rispetto ad un recente passato, ma non ha affatto perduto la sua tendenza ad approfittare di tutti i mezzi di cui dispone per farsi valere. E si sa che in Libia la soglia che separa la sfera di influenza della malavita (che sfrutta cinicamente la disperazione della gente) da quella del potere politico non sempre è così ben delineata. Non eravamo presenti al colloquio tra Meloni e Haftar e, quindi, non possiamo sapere con esattezza cosa si siano detti, ma non ci vuole molto ad immaginare che, nei prossimi mesi, l'impegno italiano nei riguardi del leader della Cirenaica dovrà essere molto concreto.

BASTA BUGIE - Politica
L'incriminazione di Putin impedisce un negoziato per la pace

BASTA BUGIE - Politica

Play Episode Listen Later Mar 21, 2023 10:59


TESTO DELL'ARTICOLO ➜ www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7355L'INCRIMINAZIONE DI PUTIN IMPEDISCE UN NEGOZIATO PER LA PACE di Gianandrea GaianiL'ordine d'arresto per Vladimir Putin per crimini di guerra emesso dalla Corte Penale Internazionale (CPI) è stato definito "giustificato" dal presidente degli Stati Uniti Joe Biden ed è stato accolto con favore e persino con entusiasmo in diverse nazioni europee.Resta il dubbio però se i diversi leader e ministri che si sono espressi in tal senso in Occidente abbiano la reale percezione del significato e delle possibili conseguenze di una iniziativa giuridica che rischia di allontanare definitivamente ogni ipotesi di negoziato per far cessare la guerra in Ucraina, allarga il fossato che separa la Russia dall'Occidente e avvicina ulteriormente la possibile escalation del conflitto.Trattare il leader di una grande potenza nucleare, membro permanente del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite quale è la Russia, alla stregua di un criminale avrà conseguenze gravi, specie per l'Europa, anche perché buon senso vorrebbe di non cercare con insistenza di alzare il livello del confronto con la Russia se non si ha quanto meno la certezza di essere pronti ad affrontarlo magari anche con una ragionevole possibilità di vincerlo.Sul piano giuridico il mandato d'arresto della Corte Penale Internazionale appare per certi versi grottesco. Non solo perché i processi di Norimberga si fanno eventualmente (anche per prudenza) ai nemici già vinti, a guerra finita. A meno che non si voglia considerare Vladimir Putin alla stessa stregua del sudanese Bashir o del libico Gheddafi, leader di nazioni certo meno influenti della Russia, incriminati dalla Corte Penale Internazionale solo quando gli Stati Uniti avevano deciso di toglierli di mezzo e il cui destino appariva segnato, mentre la sconfitta e la "liquidazione" di Putin oggi non può certo venir data per scontata.Non a caso la stessa Corte non ha mai dato seguito con indagini e incriminazioni alle pur circostanziate accuse di cumini di guerra di cui vennero accusati gli anglo-americani in Iraq e Afghanistan. Se la pretesa della Corte Penale Internazionale dell'Aja è esercitare una giustizia internazionale sui crimini di guerra allora deve valere per tutti e non può essere solo strumento dei vincitori sui vinti o utile a esercitare pressioni a favore di un belligerante sull'altro.CORTE PENALE INTERNAZIONALE NON ACCETTATA DA USA E UCRAINAIn ogni guerra tutti i belligeranti sono esposti al rischio di simili accuse e proprio per mettersi al riparo da ogni rischio di incriminazione molte nazioni non hanno sottoscritto lo Statuto di Roma con cui nel 2002 è stata istituita la Corte Penale Internazionale (che non è un organismo delle Nazioni Unite), riconosciuta da 123 stati ma non da molti altri inclusi Stati Uniti, Russia, Cina, Israele, mentre l'Ucraina aveva aderito ma poi non ha mai ratificato la sua adesione.Grottesco quindi che in USA e Ucraina si esulti per un mandato emesso da una corte che questi stessi stati si guardano bene dal riconoscere, ma ancora più grottesco è che a chiedere l'arresto di Putin sia stato il capo procuratore della Corte Penale Internazionale, il britannico Karim Khan, e a concederlo il presidente della Corte Penale Internazionale, il magistrato polacco Piotr Hofmansky. Entrambe figure la cui nazionalità è in cima alla classifica dell'ostilità nei confronti della Russia e di Putin. Che si tratti quindi di un mandato d'arresto dal valore squisitamente politico non vi è alcun dubbio come dimostra anche il tenore delle accuse.Quanto ai crimini di guerra non c'è dubbio che nel conflitto in corso da 13 mesi (e da nove anni) ne siano stati compiuti dai russi come dagli ucraini. Come accade del resto in tutte le guerre e specie in quelle civili che dividono in due lo stesso popolo come è accaduto nella ex Jugoslavia e come accade dal 2014 in Ucraina.Lo scorso anno Amnesty International documentò con un report dettagliato un numero consistente di crimini di guerra compiuti dalle truppe di Kiev in Donbass ma nessuna corte internazionale indagò né emise mandati d'arresto per Zelensky o esponenti politici e militari ucraini. Anzi, politica e media imbastirono su due piedi un "processo" contro Amnesty International che aveva osato criticare l'uso dei civili del Donbass come scudo per gli schieramenti di truppe e artiglieria ucraini in mezzo a case e scuole.Nessuna reazione dai soloni del diritto internazionale neppure di fronte alle immagini di prigionieri russi feriti a colpi di kalashnikov dopo la resa o a quelli dei soldati di Mosca feriti sul campo di battaglia e giustiziati con raffiche alla testa dai militari di Kiev, mentre in Europa da mesi si invocano (lo fa con cadenza regolare il presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen) processi contro Putin e gli esponenti del governo russo.VALUTAZIONE DI PARTEL'accusa di rapimento di minori e deportazione della popolazione ucraina in Russia mostra una volta di più come la Corte Penale Internazionale abbia recepito sulla vicenda esclusivamente le valutazioni di Kiev (che ha fornito prove unilaterali di 600 casi di deportazione di bambini), che comprensibilmente ha sempre negato vi sia una parte della popolazione ucraina schierata con i russi per non dover ammettere che questo conflitto è anche, fin dal suo scoppio nel 2014, una guerra civile. Termine il cui utilizzo non a caso viene punito col carcere dalle leggi di Kiev.I russi sostengono invece di aver evacuato civili e soprattutto minori per sottrarli alla guerra e del resto moltissimi bambini, donne e anziani vennero portati in Russia, soprattutto a Rostov e in altre regioni di confine, fin dall'inizio del conflitto in Donbass, nel 2014. Strano che per nove anni nessuna corte internazionale abbia rilevato gli estremi di reato per contestare a Putin deportazioni di massa e rapimenti di minori.Innegabile che in questa guerra, proprio per la sua natura anche "civile", il controllo e il consenso della popolazione rientrino tra gli obiettivi dei due belligeranti ma non si può neppure negare che la Russia sia oggi la nazione che ospita il maggior numero di profughi ucraini ed è difficile ritenere che milioni di ucraini che hanno trovato rifugio in Russia siano stati deportati.I più recenti dati dell'Alto commissariato dell'ONU per i Rifugiati (UNHCR) riferiscono che la Russia ospita il numero più alto di rifugiati ucraini, quasi 3 milioni, cioè quasi il doppio di quanti ne ospiti la Polonia, nazione al secondo posto nella classifica dell'accoglienza ai profughi ucraini.Eppure, ci piaccia o meno, non è difficile notare che nei territori ucraini in mano ai russi e ai loro alleati vivono molti ucraini fedeli a Mosca, come a Mariupol dove sabato Putin ha visitato le nuove aree residenziali costruite dopo la lunga battaglia dello scorso anno, o che al fianco delle truppe di Mosca combattono almeno 80 mila ucraini delle regioni orientali.QUELLO CHE LA TV NON DICEAncora più difficile non fare caso (anche se i media da noi ne parlano poco) che migliaia di civili preferiscono restare nelle cittadine contese lungo la prima linea degli 800 chilometri di fronte nella guerra in Ucraina.Persone che rischiano la vita tra bombardamenti e combattimenti, che sopravvivono in scantinati e che rifiutano l'evacuazione, in parte per non lasciare le proprie case ma in parte anche perché attendono l'arrivo delle truppe russe. A Bakhmut, come in altre aree del fronte dove i russi sono all'offensiva, la polizia ucraina sta attuando evacuazioni forzate di civili, trasferiti a ovest contro la loro volontà. Eppure nessuna corte sembra pronta a definirle deportazioni.Molti negli USA evidenziano l'errore dell'Amministrazione Biden nel sostenere l'iniziativa di una corte non riconosciuta da Washington e che potrebbe domani puntare il dito contro gli Stati Uniti, altri sottolineano che il mandato di arresto viene annunciato alla vigilia della visita a Mosca del leader cinese Xi Jinping con il chiaro obiettivo di indebolire il presidente russo nel vertice bilaterale.Non si può escludere che tra gli obiettivi politici del mandato di arresto vi sia proprio quello di isolare Putin e di indurre i vertici di Mosca a rimuoverlo dal Cremlino trasformandolo nel capro espiatorio del conflitto in Ucraina.Una scommessa rischiosa per almeno due ragioni. Innanzitutto il mandato di arresto potrebbe rafforzare i consensi intorno a Putin confermando ulteriormente, dopo i massicci aiuti militari dei paesi NATO a Kiev, la narrazione del Cremlino che dipinge questo conflitto come una "nuova guerra patriottica" necessaria per rispondere alla minaccia dell'Occidente che intende isolare e sconfiggere la Russia.Una valutazione che allontanerà ogni ipotesi di soluzione negoziata della guerra. Inoltre, considerando quali esponenti di spicco siano emersi in seguito al conflitto in Ucraina, non vi sono indizi utili a ritenere che un eventuale successore di Putin sia più moderato o più incline ad accettare una ritirata dai fronti ucraini che a Mosca avrebbe l'amaro sapore della sconfitta. Semmai è vero il contrario.

Quarto potere
Ep. 334 | Contro Putin arrivano i Leopard

Quarto potere

Play Episode Listen Later Jan 26, 2023 15:07


Rassegna stampa del 26 01 23 | Gli USA assieme agli alleati europei inviano tank, carri armati e armi all'Ucraina che si prepara a respingere la nuova offensiva di Putin. Mentre Giorgia Meloni fatica a tenere Lega e Forza Italia su questo punto il blog di Beppe Grillo avverte Zelensky “farai la fine di Saddam e Gheddafi”.

Flagged
Ep. 100-Libia

Flagged

Play Episode Listen Later Dec 23, 2022 9:03


La bandiera libica è una delle più recenti ma in realtà ha una storia che risale a metà Novecento. Scopriamo da dove originano i 3 colori e come mai in passato vi era una bandiera a tinta unita verde come bandiera nazionale! Buon ascolto!

ARTICOLI di Rino Cammilleri
Chi vuole distruggere Giorgia Meloni?

ARTICOLI di Rino Cammilleri

Play Episode Listen Later Sep 28, 2022 11:48


TESTO DELL'ARTICOLO ➜ www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7150CHI VUOLE DISTRUGGERE GIORGIA MELONI? di Rino CammilleriScusate se, giunto al fin della licenza, pongo una domanda alla Bertoldo: ma che votiamo a fare? Campagna elettorale al calor bianco, se in questo sito liberale pubblico una recensione culturale, ci sono lettori che sbuffano perché ho derogato dal Di Maio-Letta-Meloni-Salvini-Renzi-Calenda. A me però viene in mente il verso di Battiato, il famoso cantautore del boh: «Quante stupide galline che si azzuffano per niente».Sì, perché proprio i frequentatori di questo sito dovrebbero sapere come andrà a finire. Ok, il centrodestra vincerà (salvo saponette sotto al piede last minute). E poi? Ricordate Salvini ministro degli Interni? Due rinvii a giudizio. Due! L'ha sfangata? Buon per lui, ma la famosa immunità parlamentare serviva proprio ad evitare che un politico fosse costretto a perdere tempo prezioso in cause. L'avversario si azzoppa anche intralciandolo. Ebbene, immaginate che cosa succederà a un governo di centrodestra. Proprio chi qui mi legge dovrebbe sapere bene quale è stato il calvario di Berlusconi: li ebbe tutti addosso, interni ed esterni. Merkel, Sarkozy, spread, mercati, poteri forti, finanza internazionale, Soros, giornali, media mondiali, nani&ballerine. Perfino Veronica Ciccone, in arte (si fa per dire) Madonna, venne a cantare in Italia con un video in cui tra i grandi cattivi della storia ci aveva messo il Cavaliere, sicura di strappare l'applauso di tutti color-che-contano qui e in the world.La nostra magistratura è stata riportata all'imparzialità? No. I direttori di testata sono tornati al giornalismo puro? No. La Rai è tornata al pluralismo? No. E allora, ripeto, che votiamo a fare? Il parlamento europeo ha fatto una standing ovation in sostegno al Gay Pride vietato dalla Serbia. Ed è da mò che condanna Polonia e Ungheria per gli stessi motivi, cui si aggiunge l'aborto che in Polonia è crollato del 92% da quando il governo ha vietato quello eugenetico (il che la dice tutta).Orban viene portato a esempio di bestia nera malgrado sia stato votato da praticamente tutti gli ungheresi. I polacchi, romantici come al solito (di loro si ricorda l'eroica carica di cavalleria contro i panzer tedeschi), per odio storico contro i russi mandano armi, uomini, soldi a Zelensky, e hanno accolto mezza Ucraina quantunque non possano permetterselo economicamente. A loro, però, zero Pnrr: non sono democratici perché non consentono l'aborto a go-go e non esaltano i Gay Pride. Orban, meno romantico è più furbo, piglia il gas da Putin e non dovrà cuocere il gulash senza fuoco. Aspettiamo Madonna, nani&ballerine esibire la sua faccia coi baffetti alla Hitler.Ma guardiamoci, noi italiani: è una settimana che stiamo incollati ai funerali della regina, e chissenefrega del Britannia. I peggiori nemici del nostro benessere stanno nella City e a Wall Street, ma chi lo dice è un complottista antiamericano.Berlusconi, reo di voler difendere le ragioni del suo Paese, dovette piegarsi a far la guerra a Gheddafi, che era come tagliarsi le gambe da soli. Per dire. Ebbene, la Meloni, se vincerà lei, lo sa bene; infatti prima della campagna era andata a farsi dare la benedizione dai conservatives americani. Da qui il suo sostegno a una guerra ucraina i cui perdenti siamo noi, come sa bene. Non aveva altra scelta: chi vuol comandare in Italia deve chiedere il permesso agli americani. Ma appena si azzarderà a (cercare di) fare gli interessi nazionali, si scatenerà il solito inferno.Da qui la reiterata domanda: ma che votiamo a fare? Badate non è un invito all'astensione (che è ciò che vogliono i nostri avversari: comandare senza l'intralcio di elezioni), perché votare serve almeno a contarci e far sapere all'avversario da che parte sta il popolo. Ma prepariamoci a far scorte di valium.Nota di BastaBugie: Luca Volontè nell'articolo seguente dal titolo "Allarme europeo (in malafede) sulla Meloni" spiega perché la prospettiva di un'Italia governata dal centrodestra (a guida Fratelli d'Italia) ridesta paure strumentali agitate da media e governi europei (mentre Polonia e Ungheria si congratulano e anche la Russia è disponibile a collaborare, a certe condizioni).Ecco l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 27 settembre 2022:Fascisti eredi di Mussolini, pericolosi attentatori dell'Europa... la zizzania sparsa da Letta e dalla sinistra illiberale ha attecchito. Al di là degli insulti ignoranti, si apre uno spazio da protagonista per l'Italia in Europa, nel Mediterraneo e per la pace in Ucraina. Una premessa è nota ma d'obbligo: Già Alleanza Nazionale, con la svolta di Fiuggi, aveva tagliato le proprie radici con ogni ispirazione fascista, tant'è che Pino Rauti e altri fondarono il Movimento Sociale Fiamma Tricolore. A maggior ragione, Fratelli d'Italia, nato nel 2012 e presentatosi sin dalle elezioni del 2013, non ha nulla nel suo programma e tra i suoi principi ispiratori che possa rifarsi alle esperienze fasciste, tanto meno quella di Benito Mussolini. Inoltre, Giorgia Meloni è stata eletta Presidente dei Conservatori europei (ECR) lo scorso 29 settembre 2020, non di una famiglia politica europea di "estrema destra".Non c'è alcuna buona fede nei commenti dei giornali internazionali, piuttosto livore ideologico per l'ennesima sconfitta della sinistra e della sua "supposta superiorità morale". Partiamo. AlJazeera scova commentatori allarmati del pericolo neofascista in Italia, allo stesso modo si legge della preoccupazione del fascismo di ritorno in Italia sui giornali turchi, tra i quali l'Hurriyetdaily accusa la Meloni di aver forgiato il suo partito sull'eredità del fascismo e Benito Mussolini, mentre il DailySabah si spinge sino a vedere nella Meloni un nuovo Mussolini. La Turchia teme di rivedere un'Italia che finalmente si riappropri del proprio ruolo nel Medio Oriente e nel Mediterraneo, i suoi giornali usano toni indegni.In Spagna, Francia e Germania i partiti di governo e quotidiani hanno espresso anch'essi preoccupazione per i risultati delle elezioni italiane. Il ministro degli Esteri spagnolo Jose Manuel Albares ha dichiarato che il voto italiano è stato legittimo ma ha lamentato che alcune forze politiche mirano a seguire «il modello di Putin... che è autoritario e non crede nella pluralità o nella diversità» e lanciato il malocchio sull'Italia dicendo che il «populismo finisce sempre allo stesso modo: con una catastrofe». A spalleggiare il governo Sanchez, è stato anche stavolta l'editoriale de El Pais, dove troviamo un crogiolo di accuse insulse sulla "stella fascista" che guida la Meloni e la sua idea poco femminista – perché pro-life – sulle donne. Proprio ieri, però, la ex vicepresidente del governo ed esponente socialista Carmen Calvo, ha accusato l'esecutivo di voler distruggere tutta la legislazione sull'eguaglianza femminile, dopo l'approvazione della Legge Trans. Chi è contro le donne?Peggio la Francia dove, interpellata dalla radio francese BFMTV, il primo ministro Elisabeth Borne ha detto di esser pronta, insieme alla Unione europea, a vigilare perché «ogni Stato deve essere in linea con i valori europei, sullo stato di diritto, sui diritti umani, tra i quali il rispetto del diritto all'aborto». La Borne avrebbe ben altro da fare: guida un governo di minoranza e avrà difficoltà ad approvare la "legge di bilancio", nel quale recentemente due esponenti di spicco di Verdi e dei Socialisti si sono dovuti dimettere per le accuse di violenze e tutto l'ufficio di presidenza della commissione sull'incesto, istituita dopo gli scandali della sinistra, lamenta la grave disattenzione dell'esecutivo. Più prudente il presidente Macron che, rispetta i risultati elettorali e si augura, «come vicini e amici, di continuare a lavorare insieme». Per Le Monde invece il successo della Meloni, per la prima volta dalla Marcia su Roma di Benito Mussolini, è un pericolo mortale per l'Europa, visti i risultati delle destre in Svezia e della Le Pen in Francia.In Germania, il vice-portavoce del Cancelliere Olaf Scholz, si è limitato a dire che «l'Italia è un Paese molto favorevole all'Europa, con cittadini molto favorevoli all'Europa e presumiamo che questo non cambierà». Su Der Spiegel fanno capolino le accuse all'Italia spendacciona, con i soldi europei, mentre DW dà ampio spazio a tutti coloro che legano FdI e Meloni al fascismo, Mussolini e la definiscono (come in altri quotidiani) di "estrema destra" per voler promuovere "Dio, patria e famiglia".Il brillante Eric Mamer, portavoce della Commissione EU, dice che la Commissione spera "di avere una cooperazione costruttiva con le autorità italiane", dopo la formazione del nuovo governo. Un passo avanti, dopo le volgari ingerenze della Von der Leyen descritte su La Bussola i giorni scorsi. L'"house organ" della sinistra globalista, Politico, si diletta a paragonare gli anni di Mussolini con il prossimo governo della Meloni, il The Guardian, dopo aver ospitato le farneticanti analisi di Roberto Saviano, si preoccupa per inesistenti discriminazioni verso gli Lgbtqi e la permanenza dell'Italia nella Ue.Tutti i leaders conservatori europei hanno invece espresso le congratulazioni per il successo del centrodestra e della Meloni (il polacco Mateusz Morawiecki e l'ungherese Viktor Orban in primis). Le tre superpotenze? La Cina rimane contrariata dalla dichiarazione della Meloni sul ritiro italiano dalla "Via della Seta" e il sostegno a Taiwan, gli Usa con Antony Blinken sono «pronti a lavorare con il nuovo governo», mentre dal Cremlino Dmitry Peskov dice che la Russia è pronta «ad accogliere qualsiasi forza politica che sia in grado... di dimostrare un atteggiamento più imparziale e costruttivo verso il nostro Paese». Mosca così apre ad un possibile impegno diplomatico italiano.

Italian Roots and Genealogy
La nazione Sanniti d'Italia

Italian Roots and Genealogy

Play Episode Listen Later Sep 21, 2022 29:50


Intervista avvincente e informativa all'autrice NICOLA MASTRONARDI sui Sanniti che occuparono l'Italia centrale per molti secoli prima di Cristo e combatterono diverse guerre con Roma.Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze – Indirizzo Storico-Internazionale. Membro dell'Accademia dei Georgofili, è studioso delle civiltà semi nomadi dell'Appennino italiano e del Mediterraneo. Da venti anni alterna la libera professione nel campo dei reportages di turismo escursionistico, agli interessi di storia antica (sannita) e contemporanea.Addetto stampa di istituzioni e ambienti politici italiani, ha collaborato, tra le altre, con testate come La Repubblica, Il Sabato, Il Tempo, riviste del gruppo QN-Quotidiani Nazionali e trasmissioni televisive della Rai Radiotelevisione Italiana. Dal  2003 al 2010 è stato consulente di Linea Verde Orizzonti, Rai Uno. Cultore di Storia del Giornalismo e Storia Contemporanea presso il Corso di laurea in Scienze Politiche dell' Università degli Studi del Molise, nel 2011 ha pubblicato “Gheddafi,  la rivoluzione tradita” ( Mimesis Edizioni, Mi). Noti i suoi saggi sul sistema tratturale dell'Appennino italiano e il volume “I Giganti verdi – Immagini e suggestioni sui tratturi del Molise” (Volturnia Ed., 2006)“Viteliú, il nome della libertà” è stato il suo noto romanzo d'esordio cui seguirà una trilogia sulle guerre sannitiche del IV e III secolo avanti Cristo. “I Figli del Toro” è il primo di questi.ViteluiTranslation by Letizia Sinisi from Italy Rooting.The Greg Krino ShowVeteran, pilot, and attorney - Greg Krino - takes you on a deep-dive with experts to...Listen on: Apple Podcasts SpotifyToro Buy Nicola's BooksSupport the show

Cocktail
Gheddafi

Cocktail

Play Episode Listen Later May 2, 2022 29:24


In questa puntata parliamo dell'uomo che ha governato la Libia per più di 40 anni, ovvero Muhammar Gheddafi. Anni pieni di cambi di posizione quelli con alla guida il colonnello, incentrati inizialmente sulla ricerca di una terza via rispetto al capitalismo e al comunismo, con l'uscita del suo Libro Verde, titolo ispirato al Libretto Rosso di Mao, e una politica guidata dal socialismo nazionalista islamico, in imitazione di quello egiziano di Nasser. Fu anche uno dei più grandi investitori nel terrorismo internazionale, con diverse organizzazioni direttamente finanziate e appoggiate dallo Stato libico. Il nuovo millennio segna però l'inizio della fine per Gheddafi, con progetti ambiziosi come l'Unione Africana e la condanna del terrorismo islamico e di movimenti come Al Qaeda, ma i rapporti sempre più logori con gli Stati Uniti portano alla sua caduta nel 2011. Un personaggio sicuramente ambiguo, ma allo stesso tempo molto intrigante e affascinante, che abbiamo deciso di raccontarvi.

il posto delle parole
Antonio Losito "Diventa un tiranno"

il posto delle parole

Play Episode Listen Later Apr 18, 2022 17:58


Antonio Losito"Diventa un tiranno"Da Gheddafi ai dittatori di oggi. 10 lezioni per comandare il mondoRizzoli Editorehttps://www.rizzolilibri.it/Se pensate che i tiranni siano figure ormai tramontate dalla Storia, vi sbagliate di grosso. Anzi, oggi come oggi, stanno facendo da ponte tra il Novecento e Tik Tok. E, se in un biennio di Covid si sono moltiplicati più dei virologi, dimostrano di avere anche grandiosi progetti per il futuro. Come Saif Gheddafi, figlio di tanto padre, che nell'agosto 2021 ha dichiarato al «New York Times»: «Devi giocare con la mente del popolo. Devi muoverti lentamente, come in uno spogliarello». Attualmente i sondaggi lo danno al 57% quale futuro leader della Libia...A fronte di questo fenomeno globale, la penna implacabile di Antonio Losito, autore comico di nobile pedigree, ci offre un libro unico, insieme manuale di self-help (i tiranni sono esempi di straordinario successo e qualcosa avranno pure da insegnarci!) e carrellata satirica irresistibile in cui la realtà fa più ridere di qualsiasi fantasia. Queste pagine raccontano di passioni irrefrenabili – come quella del cinefilo Kim Jong-il che rapì un regista e una star –, visioni ultraterrene – Maduro parla con i morti reincarnati in uccelli –, exploit femminili – né Imelda Marcos né Elena Ceausescu hanno conosciuto gender gap – e curiosi esperimenti sociali: metti un talebano che si fa un selfie a piazza San Pietro con un gelato in mano...Tutto questo e molto altro, come solo la miglior satira può fare, ha l'effetto di indurci a ridere a crepapelle e, allo stesso tempo, di ispirarci riflessioni profonde sul tempo che stiamo vivendo e sul futuro che ci attende.Antonio Losito autore televisivo da 20 anni, ha lavorato per Rai 1, Rai 2, Canale 5, Italia Uno, La7, Sky e i canali Discovery, contribuendo a centinaia di prime e seconde serate. Diversi i format su cui si è espresso: dallo show della Gialappa's ai grandi varietà di Rai 1, dai talent show (The Voice) a programmi comici fra cui Zelig, Stand up Comedy e i recenti Battute e Una pezza di Lundini (Premio Satira Politica di Forte dei Marmi 2020 e 2021). È sceneggiatore di sit-com e docente di scrittura creativa. È autore del podcast Tyranny che per alcune settimane nel 2021 è stato il più ascoltato in Italia.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarehttps://ilpostodelleparole.it/

In Prima gli Italiani
S02E30 - Eccesso di Zelensky

In Prima gli Italiani

Play Episode Listen Later Apr 14, 2022 57:27


In questa puntata: Orsi(ni), telegatti, maiali parlanti e l'oca di Santori, Canfora e Santoro sull'Ucraina, la fine dell'amicizia tra Silvio e Putin, le elezioni francesi e il Real Madrid geopolitico, Gheddafi e Walter "Lenin" Novellino, bimbominkia, arrosticini, e molto, molto altro...

Racconti di Storia Podcast
L'ASCESA e la CADUTA di GHEDDAFI

Racconti di Storia Podcast

Play Episode Listen Later Mar 13, 2022 23:47


Racconto di FEDERICO BETTUZZIIstrionico, camaleontico e stravagante, Muammar Gheddafi ha rappresentato per oltre 40 anni lo stereotipo del dittatore eccentrico. Per anni fiancheggiatore dei palestinesi nella lotta contro l'occidente, fiero avversario degli Stati Uniti, sostenitore di una politica araba condivisa, nel corso degli anni cambio' opinioni ed atteggiamento svariate volte, fino ad arrivare alla collaborazione con la CIA. Dalla rivoluzione libica del 1969 alla triste fine del 2011, in questo video vi racconteremo la sua storia.Guarda Il Video Su Youtube: https://youtu.be/pxanzV91r0MIl Blog di Federico Bettuzzi: https://raccontidistoria.blogspot.com/Sostieni Noir Italiano su Patreon: https://www.patreon.com/noiritalianoDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/racconti-di-storia-podcast--5561307/support.

Uacanda
Libia: le elezioni che i miliziani non vogliono

Uacanda

Play Episode Listen Later Dec 17, 2021 8:27


In questo numero:- Libia: all'indomani dell'azione armata della Brigata Al-Samoud che la sera del 15 dicembre ha circondato l'ufficio del premier Dbeibah a Tripoli, per allontanare le elezioni del 24 dicembre, ascolta l'analisi di Antonio Morone, coordinatore del Corso in studi dell'Africa e dell'Asia all'Università di Pavia (nella foto, manifestazione pro-voto della società civile in Libia).- Una fake news la cancellazione della Coppa d'Africa in Camerun dal prossimo 9 gennaio. Ma il rischio che ne esca depotenziata per l'egoismo dei club europei è forte. Ascolta il nostro cronista accreditato Alex Čizmić.- Ridurre del 2% le spese militari a favore della lotta alla pandemia. La proposta dei Nobel in Italia cade nel vuoto. Ascolta il punto di Gianni Ballarini.

Inglorious Globastards - IL PODCAST
La Libia volta pagina, l'Italietta no

Inglorious Globastards - IL PODCAST

Play Episode Listen Later Dec 1, 2021 14:26


In Libia da qualche settimana si è instaurato un governo di unità nazionale sotto l'egida dell'ONU dopo 10 anni di guerra civile.Il Presidente del Consiglio Draghi ha dedicato la sua prima missione internazionale alla nostra ex colonia per riannodare i rapporti e cercare di riparare i danni fatti da tutti i governi che si sono succeduti dalla caduta di Gheddafi.Purtroppo l'Italia nel corso degli anni e' diventata lo zimbello del Mediterraneo. Un paese inaffidabile e pavido che abdica ai suoi impegni e orienta la politica estera quasi solo in funzione dei flussi migratori perché fanno aumentano l'audience dei TG e delle trasmissioni spazzatura.Su tutto il resto l'Italia, a cui l'America e la comunità internazionale avevano conferito un ruolo di leadership nella gestione della crisi libica, ha infilato la testa sotto la sabbia e si è prodigata solo ad alimentare un fiume di chiacchiere vacue e ritornelli buoni per riempire le scartoffie inutili degli archivi diplomatici.Grazie alla vigliaccheria italiana in Libia si sono installati militarmente Russi e Turchi che hanno riempito il vuoto di potere con una manciata di soldati e qualche mezzo militare recuperato dai magazzini. Grazie a questa scaltrezza si siederanno al tavolo della pace da vincitori mentre il governo italiano blatera di infrastrutture per le quali non ha un dinaro da mettere sul piatto.

Pagine Esteri
LIBIA. 10 anni dopo l'uccisione di Gheddafi un altro Gheddafi punta alla presidenza

Pagine Esteri

Play Episode Listen Later Nov 23, 2021 7:56


Saif al Islam Gheddafi, 49 anni, non si vede in pubblico dal 2014. Molti libici nel 2011 lo odiavano, oggi sperano che la sua elezione aiuti la riconciliazione nazionale e porti stabilità alPaese. Intervista a Hamad Kashbur, operatore umanitario a Tripoli

Esteri
Esteri di martedì 16/11/2021

Esteri

Play Episode Listen Later Nov 16, 2021 27:29


1- Calcio e diritti umani. Nonostante le promesse del Qatar migliaia di lavoratori stranieri sono ancora intrappolati e sfruttati. la denuncia di Amnesty a un anno dai Mondiali. ( Martina Stefanoni) ..2-Stati Uniti – Cina. Il primo incontro Biden – Xi Jinping all'insegna della cortesia ma nessun progresso sulla questione di Taiwan. ( Roberto Festa) ..3- Vaccino anti covid. Pfizer e Moderna guadagnano mille dollari al secondo grazie ai contratti firmati esclusivamente con i paesi ricchi. Nel resto del mondo invece solo il 2% della popolazione ha completato la vaccinazione. ( Guglielmo Vespignani) ..4-Sanità privata e miseria. In India arrestato il più grande trafficante di organi. La Storia di Esteri ..( Sandro Gilioli) ..5-Libia, la stabilità politica rischia di rimanere un miraggio. Dopo il figlio di Gheddafi anche il Generale Haftar si candida alle presidenziali di dicembre. ..( Emanuele Valenti) ..6-Il libro del martedì. Il suicidio dell'Urss di Sergio Romano. ( Vincenzo Mantovani) ..7-Dalla Cop 26. L'impatto dei fertilizzanti di sintesi sulla produzione dei gas serra. ( Marta Gatti)

The Essential
Chiusa COP26. Di padre in figlio, un Gheddafi candidato in Libia

The Essential

Play Episode Listen Later Nov 15, 2021 5:52


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Radio Bullets
22 ottobre 2021 - Notiziario

Radio Bullets

Play Episode Listen Later Oct 22, 2021 14:36


Le Barbados eleggono la prima presidente di sempre, rimpiazzata la monarchia. Afghanistan: due esplosione a conduttura elettrica, mezza Kabul e non solo al buio. Haiti: minacce di morte se non verrà pagato il riscatto per i sequestrati americani e canadesi. Libia: il corpo di Gheddafi sarà consegnato alla sua famiglia. Egitto: arrestato robot che si credeva una spia. Siria: giustiziati 24 piromani. Questo e molto altro nel notiziario di Radio Bullets, a cura di Barbara Schiavulli. Per sostenerci www.radiobullets.com /sostienici

Tunnel
#64 - Come può uno Scoglio...

Tunnel

Play Episode Listen Later Oct 21, 2021 97:09


In questa puntata:- Focus: siamo andati in Libia e ci abbiamo trovato Gheddafi, guardaroba pazzeschi, litri di latte e Beppe Sannino- Update: come stanno andando i gironi di qualificazione africani per Qatar 2022

Radio Bullets
6 settembre 2021 - Notiziario

Radio Bullets

Play Episode Listen Later Sep 6, 2021 12:53


Afghanistan: ucciso Fahim Dashti, portavoce della resistenza del Panshir ed eminente difensore dei giornalisti. A Ghor, uccisa dai talebani poliziotta incinta. Libia: rilasciato il figlio di Gheddafi. Colpo di Stato in Guinea, dissolto il governo. Stati Uniti: veterano in Florida spara ad una famiglia, “me lo ha detto Dio” Questo e molto altro nel notiziario di Radio Bullets, a cura di Barbara Schiavulli. Musiche di Walter Sguazzin

Tyranny
Gheddafi, il tiranno con gli schiacciamosche d'oro

Tyranny

Play Episode Listen Later May 4, 2021 29:20


Ripercorriamo la più stravagante dittatura di tutti i tempi, quella di Gheddafi, capiremo perchè Il Colonnello ha chiesto al mondo di cancellare la Svizzera, perchè ha proposto all'Onu di trasferire israeliani e i palestinesi alle Hawaii e perchè ha tentato, per vent'anni, di annettere alla Libia un pezzo di Puglia. Testi di Antonio LositoAscolta gli altri podcast di Will: https://shor.by/MGFh Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices

Radio Bullets
23 ottobre 2020 - Notiziario Africa

Radio Bullets

Play Episode Listen Later Oct 23, 2020 10:40


NIGERIA – Le proteste non si placano, il paese sull'orlo del caos GUINEA – Situazione postelettorale ad alta tensione COSTA D'AVORIO – Preoccupano le violenze preelettorali, ancora circoscritte BURUNDI – L'ex presidente Buyoya condannato all'ergastolo in contumacia. Ora è Alto rappresentante dell'Unione Africana ERITREA – Il presidente Afewerki dovrà rispondere davanti a un tribunale svedese di crimini contro l'umanità LIBIA – Il cugino di Gheddafi vuole trascinare in giudizio Hillary Clinton Questo è il notiziario Africa a cura di Giusy Baioni

Esteri
Esteri di lunedì 08/04/2019

Esteri

Play Episode Listen Later Apr 8, 2019 28:23


1- Il Generale Haftar, l'ex oppositore di Gheddafi che sogna di ..diventare il nuovo uomo forte della Libia. ..( Arturo Varvelli – Ispi) ..2-Brexit. Theresa May Parigi e Berlino per chiedere una proroga. ..Mercoledì si terrà a bruxelles il vertice straordinario. ..( Emanuele Valenti) ..3-Israele domani al voto. Favorito Benny Gantz, con il suo partito laico e centrista Bianco e Blu ma il premier ..uscente Netanyahu avrebbe i numeri per formare il governo. ..( Intervista a Jamal Zakut. ..4-"Un'immensa esasperazione fiscale": il premier francese Edouard Philippe presenta le conclusioni del Grande Dibattito voluto da Macron per placare la rabbia dei gilet gialli. ..( Luisa Nannipieri) ..5-Stati Uniti: Donald trump silura la ministra degli interni perché stanco delle onde di migranti. ( Roberto Festa) ..6-Ambiente: a Londra entra in vigore Ulez, zona a bassissima emissione. ( Alessandra Puppi) ..7- Serie TV: Netflix e la TV interattiva. Da Bandersnatch a You vs Wild. ( Alice Cucchettti – Film TV)

Esteri
Esteri di lunedì 24/09/2018

Esteri

Play Episode Listen Later Sep 24, 2018 26:40


1- C'era una volta la Libia, dopo la caduta di Gheddafi lo Stato non esiste più...Da Tripoli la Testimonianza di un grande inviato. ( Intervista a Lorenzo Cremonesi) ..2- Argentina: inizia lo sciopero generale di due giorni contro la politica economica del governo e l'accordo con il fondo monetario. ( Alfredo Somoza) ..3- Brexit: c'è molta confusione sotto il cielo laburista. Alla conferenza di Liverpool il partito di jeremy corbyn si spacca sulla convocazione di un secondo referendum che riguarda solo le modalità del divorzio dall'unione europea. ( Roberto festa) ..4-Stato di diritto. La commissione europea deferisce la Polonia alla corte di giustizia...Bruxelles accusa il governo di minare l'indipendenza della magistratura...( Esteri) ..5- “ Bullismo commerciale “: Pechino pubblica il libro bianco sul protezionismo di Trump. ..Entrano in vigore oggi i dazi da 200 mld di dollari imposte da Washington alla Cina...( Gabriele Battaglia) ..6-Serie Tv, ritorno sugli Emmy awards e sullo storico pareggio tra Hbo e netflix. ..( Alice Cucchetti – Film tv)

Esteri
Esteri di martedì 20/03/2018

Esteri

Play Episode Listen Later Mar 20, 2018 27:20


1-Francia: Sarkozy ancora in stato di fermo. L'ex presidente avrebbe ricevuto milioni di euro dalla Libia di Gheddafi per il finanziamento della sua campagna elettorale del 2007. ..( Francesco Giorgini) ..2-Facebook sotto pressione dopo il furto dei dati di 50 milioni di elettori americani. Oggi nuovo crollo in borsa. I vertici convocati dalle autorità statunitensi e e britanniche. ..( Esteri) ..3-Elusione fiscale: l'europarlamento lancia un piano per ..rendere più difficile spostare i profitti dove si paga di meno. ..( Alessandro Principe) ..4-Cina. Si è concluso il Congresso nazionale del popolo che ha proclamato XI Jinping presidente a vita..( Gabriele Battaglia )..5-Festival dei diritti umani a Milano. Oggi la prima giornata...Focus sulla protezione delle foreste in Kenya ( Kuki Gallmann – Cecilia di Lieto – Danilo di Biasio)