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Concludiamo oggi la nostra serie sulla storia degli Arabi dedicandoci all'estremo occidente del loro regno conquistato, quella Spagna che strapparono ai Visigoti e che chiamarono al-Ándalus!Attraverso ribellioni, guerre e incredibili trasformazioni architettoniche vi porteremo alla scoperta della nascente e turbolenta nazione araba occidentale, nel segno di quegli Omayyadi che abbiamo lasciato sconfitti a Baghdad!Un enorme grazie va a tutti i nostri avventori appartenenti alla Giovine Italia che ci sostengono su Patreon: Simonetta Pastorino, Andrea Margini, Tommaso Ottali, Andrea D'Agostini, Michele Sessa, Marzia Rositani, Massimiliano e Angelo Peirano e un grazie speciale al combattente delle cinque giornate Paolo Tazzioli!Direttamente dalla Legione Italiana di Patreon oggi ringraziamo Pasquale Miranda per il suo supporto!SOSTIENICI SU PATREON: https://www.patreon.com/barstoriaCANALE TELEGRAM: t.me/barstoriaPAGINA INSTAGRAM: www.instagram.com/bar_storiaCeltic Impulse - Kevin MacLeod (incompetech.com)Licensed under Creative Commons: By Attribution 3.0 Licensehttp://creativecommons.org/licenses/by/3.0/Tabuk by Kevin MacLeodLink: https://incompetech.filmmusic.io/song/4453-tabukLicense: https://filmmusic.io/standard-license
Gli Stati Uniti impongono sanzioni a Mosca, mentre alcuni Paesi europei espellono i diplomatici del Cremlino e Londra invia navi da guerra nel Mar Nero.
Lo scorso 14 aprile Stroncature ha ospitato la presentazione di “La Russia e l'Occidente. Visioni, riflessioni e codici ispirati a Vittorio Strada". Sono intervenuti Olga Strada, Fondazione Vittorio Strada, Michele Rosboch, Università di Torino, Associazione Study Center V. Grossman, Torino, Francesco Berti, Università di Padova.
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Chi sei tu che giudichi il domestico altrui?Romani 14:4
Se fosse un film comico, potremmo intitolarlo La scuola più pazza del mondo. Purtroppo, però, non è un film. È cronaca. Una scuola americana, la Lawrence High School, nel Massachusetts, ha abolito lo studio dell'Odissea perché l'opera sarebbe razzista e maschilista.
TESTO DELL'ARTICOLO ➜http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6302IL FILM HORROR CHE SPIEGA PERCHE' L'OCCIDENTE STA TORNANDO AL PAGANESIMO di Roberto MarchesiniPuò un film horror insegnare qualcosa sulla nostra società? La maggior parte dei film horror (genere che detesto) sono b-movies: grotteschi, involontariamente ridicoli, pressoché inutili. Ma, forse, Midsommar fa eccezione. Si tratta del secondo film del giovane e talentuoso regista ebreo Ari Aster. La trama è presto raccontata. La studentessa Dani è sconvolta dal suicidio/omicidio della sorella Terri e dei genitori. Dani, vittima di attacchi di panico, chiede aiuto al suo fidanzato Christian, laureato in antropologia culturale. Christian mostra a Dani scarsa empatia: è molto più interessato ad organizzare un viaggio con i suoi amici Josh (un altro antropologo), Mark (il buffone della compagnia) e Pelle, uno svedese trasferito negli Stati Uniti per frequentare l'università. Pelle, infatti, ha invitato i suoi amici in Svezia per visitare una comunità nella quale vive suo fratelli Ingemar. Quell'estate, infatti, la comunità celebrerà una cerimonia che si svolge ogni novant'anni. Un'occasione da non perdere per degli antropologi. Dani, che ormai ha solo Christian, chiede di partecipare al viaggio.Il gruppo arriva quindi ad Hårga che, che appare loro un posto bellissimo. Perché? Semplice: è il paradiso dei progressisti. La comunità è una grande famiglia che condivide tutto. I bambini vengono allevati da tutta Hårga, si dorme tutti insieme e insieme si consumano i pasti preparati insieme dalle donne, mentre gli uomini si dedicano alla cura dei campi. Sono ovviamente vegetariani, vivono dei frutti che la terra dona loro spontaneamente; non c'è elettricità, niente social media né tecnologia. Ovviamente, il sesso è libero e completamente slegato dalla riproduzione (programmata). Dimenticavo: ad Hårga comandano le donne; gli uomini fungono da fuchi da riproduzione o da animali da fatica. Tutti vanno in giro con dei vestiti etnici svedesi in tessuto naturale. E praticano (all'inizio sembra uno scherzo, ma poi si scopre che è vero) l'eutanasia: arrivati a 72 anni, i membri della comunità muoiono (o vengono eutanasizzati), perché «invece di invecchiare e morire nel dolore e nella paura e nella vergogna, noi doniamo la nostra vita». E... hanno davvero un gran rispetto per gli alberi, persino eccessivo (se qualcuno ha visto il film capirà l'ironia).Un'ultima cosa: hanno abbandonato il cristianesimo e sono tornati agli antichi culti pagani. Il rito famoso è, infatti, midsommar, calendimaggio in italiano: l'inizio della primavera, il risveglio della natura e della fertilità. Il resto non ve lo racconto, ma non è difficile da immaginare. Va solo sottolineato che si tratta di un vero e proprio film d'autore: luci, fotografia e inquadrature sono di livello altissimo. E - anche questo va detto - ci sono scene raccapriccianti e di sesso esplicito. Del resto, il genere è quello...ORA, PASSIAMO ALLA PARTE PIÙ INTERESSANTEMidsommar rappresenta il nostro futuro; o almeno uno dei nostri possibili futuri. È dove molti vorrebbero portarci: gaia, l'economia circolare, la crescita zero, il potere alle donne, l'eutanasia, la riproduzione programmata, il sesso libero... c'è tutto. Ed è, apparentemente, un paradiso. Tutti sereni, sorridenti, educati, felici (ma ricordiamoci che è un film horror...). E Midsommar rappresenta il nostro passato. Il passato pre-cristiano, il passato pagano. Sembra che il cristianesimo sia stato una parentesi in un unico flusso di paganesimo. Il mondo era pagano, tornerà pagano. Il nord Europa ha voltato le spalle al cristianesimo ed è già tornato (o sta tornando) al paganesimo. Forse i popoli germanici si sono convertiti in modo solo superficiale al cattolicesimo? Non hanno, in fondo, mantenuto una interiorità pagana? E i popoli mediterranei? Si, parlo di popoli mediterranei, non di «occidente». Perché l'impero romano era un impero mediterraneo, e l'impero romano ha ricevuto la Luce dalla Grecia, quella Luce che venne nel mondo ma non fu accolta dai suoi. Ma il Mediterraneo l'accolse. Hai voglia a far adorare la Pachamama: chi ha veramente visto la Luce è un blues brother, in missione per conto di Dio... Ah, no, quello era un altro film. Torniamo a Midsommar.Si tratta di un remake di un film del 1973, un altro film culto: The wicker man, con Christopher Lee. Anche questo è ambientato nel nord Europa, anche questo parla di un gruppo di persone che, in un ambiente bucolico, abbandona la croce e abbraccia il paganesimo. Anche qui c'è sesso libero, anche qui c'è un rito per propiziare la fertilità. Anche questo è un film horror. Perché abbandonare la croce per tornare al paganesimo significa immergersi nell'orrore.È SOLO UN FILM? MICA TANTO...Lo ha spiegato Jung, che di queste cose se ne intendeva. Un tempo, la terra era popolata di demoni. Gli antichi li chiamavano «dei». Poi è arrivato Cristo, e gli dei sono fuggiti. Dove? Secondo Jung si sono rifugiati all'interno dell'uomo: gli dei, gli antichi demoni, sono diventati malattie (C. G. Jung, Opere, Vol.XIII, Studi sull'alchimia, Bollati Boringhieri, Torino 1988, p.47). Ma ora, invocati, stanno tornando a popolare la terra. E torna l'orrore che Cristo aveva scacciato.Qualche lettore dirà: vabbeh, ma sono solo film. Che esagerazione. È vero, sono solo film. Non è un film, però, il festival di Beltane, che si tiene in Scozia ogni anno e che raduna ad ogni edizione sempre più partecipanti. Si tiene la vigilia di calendimaggio, o midsommer; la notte di Valpurga. Si adorano il fuoco, si celebra (vi lascio immaginare) la fertilità. Non è un film il festival del Burning man, che si tiene in Nevada ogni anno (e che ha molte attinenze con il rito di The wicker man). È un appuntamento irrinunciabile per i miliardari della Silicon Valley e per le star di Hollywood, insomma: per quelli che contano veramente. Se volete sapere cosa accade al Burning man dovete accontentarvi di qualche resoconto piuttosto purgato. Da Wikipedia: «Tutte le macchine fotografiche e le videocamere devono essere registrate all'arrivo in città e chi ha intenzione di effettuare delle riprese o fare fotografie per scopi commerciali deve accordarsi preventivamente con l'organizzazione del festival. Non tutti gli eventi possono essere ripresi». Chissà perché.Se vi dicono che la società del futuro satà una società «laica», non credetegli. Vogliono solo che abbandoniate Cristo. La società del futuro sarà pagana. Il futuro è l'orrore.Nota di BastaBugie: qui sotto si può vedere il trailer italiano ufficiale del film del 2019 "Midsommar - Il villaggio dei dannati" di cui si parla nell'articolo.https://www.youtube.com/watch?v=gMnFCl_Bqsk Titolo originale: Il film horror che spiega il nostro ritorno al paganesimoFonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 02-04-2020Pubblicato su BastaBugie n. 684
L'attentato della scorsa settimana nel quale sono rimaste uccise due guide locali e sei cooperanti francesi in Niger, il colpo di stato in Mali, l'instabilità del Burkina Faso, i gruppi jihadisti in agguato: il Sahel è sempre più il terreno fertile per la nascita di un nuovo Califfato? Ne abbiamo parlato con Camillo Casola, analista ISPI - Istituto per gli studi di politica internazionale ed esperto di Sahel, e con Jean-Hervé Jezequel, direttore progetto Saheldell'International Crisis Group.
Considerazioni sul coronavirus che colpisce la Cina e l'Occidente.
In questo secondo episodio parliamo del modo in cui l'Occidente ha influenzato la produzione degli anime e le varie attività ad esse correlate che non arrivano da noi (stage play, drama CD, ecc.).
L'Occidente secolarizzato e multiculturale è un supermercato, non una cultura. Abbiamo allo scaffale tutto ciò che desideriamo: ogni prodotto, ogni sapore, ogni musica. In che cosa credere ancora?
Cosa ci ha detto la storiaccia di Blitzchung e Blizzard? Cosa succede sul fronte orientale? Forse che c'è qualcosa che ci sta sfuggendo di mano. Un po' come è sfuggito alla figlia di Claudio, per colpa del padre, l'evento del secolo di Fortnite. Una storia che un giorno avrà delle ripercussioni gravissime. Ricordate, prima di leggerlo sui giornali, l'avete sentito qua.Scaletta:[01:45-45:40] - Blizzard e la questione cinese[45:40-01:14:00] - L'evento conclusivo di Fortnite Chapter 1
L'Occidente gioisce per il crollo dei consensi verso Putin e per l'ascesa di nuove forze politiche considerate più democratiche, ma una lettura più approfondita dei fatti smentisce questa errata interpretazione, delineando uno scenario più cupo e complesso.
di Riccardo GazzanigaLa bufera di libertà che soffia sull'Europa nel 1989 arriva da lontano: inizia con la salita al soglio pontificio di Papa Wojtyla nel 1978, continua con l'azione di Lech Walesa in Polonia e deflagra grazie alle mosse di Mikhail Gorbachev in Russia. Nell'estate del 1989, due mesi prima della caduta del Muro, trova anche la più improbabile delle colonne sonore: un festival che per la prima volta porta il rock occidentale al di là della cortina di ferro. Si chiama Moscow Music Peace Festival, e per due giorni ospita dentro lo stadio Lenin esaurito Bon Jovi, Motley Crue, Ozzy Osbourne, Skid Row, Cinderella, Scorpions e molti altri: un evento che rappresenta per il blocco sovietico quello che Woodstock è stato per l'Occidente. E chissà che la fine dell’Unione Sovietica per come il mondo l’ha conosciuta non cominci proprio qui, mentre una rockstar americana taglia in due la folla dello Stadio Lenin e tutto il 1989.Inizia con questo prologo il nuovo viaggio di Riccardo Gazzaniga in quell'anno di ribellione, scontri, musica e libertà, dopo il quale nulla sarà più come prima.
Dice che è bruciato l'Occidente, l'altra sera. Andiamo a farci un giro fuori dal Vault, per vedere se è sopravvisuto qualcosa?
Quella di Lepanto è stata un'immensa battaglia per la supremazia fra l'Occidente cristiano e l'Oriente islamico.
Il podcast di Alessandro Barbero: Lezioni e Conferenze di Storia
Le Crociate sono il primo momento in cui l'Occidente medievale, dopo secoli di ripiegamento su se stesso, si apre a una prospettiva di espansione mediterranea, condotta aggressivamente con le armi e con il commercio. Un'espansione che porterà i crociati europei e i mercanti delle città marinare italiane ad aggredire tanto il mondo islamico, sul versante meridionale del Mediterraneo, quanto il mondo dei Cristiani d'Oriente. Per la prima volta in quest'epoca alcune preziose testimonianze provenienti dal mondo arabo e dal mondo greco ci descrivono la società occidentale e i suoi capi, visti con l'occhio disincantato, talvolta ammirato, più spesso ironico, di chi apparteneva a una civiltà più sofisticata.
Alessandro Barbero al Festival della Mente: Lezioni e Conferenze di Storia
Le Crociate sono il primo momento in cui l’Occidente medievale, dopo secoli di ripiegamento su se stesso, si apre a una prospettiva di espansione mediterranea, condotta aggressivamente con le armi e con il commercio. Un’espansione che porterà i crociati europei e i mercanti delle città marinare italiane ad aggredire tanto il mondo islamico, sul versante meridionale del Mediterraneo, quanto il mondo dei Cristiani d’Oriente. Per la prima volta in quest’epoca alcune preziose testimonianze provenienti dal mondo arabo e dal mondo greco ci descrivono la società occidentale e i suoi capi, visti con l’occhio disincantato, talvolta ammirato, più spesso ironico, di chi apparteneva a una civiltà più sofisticata.
Iniziamo finalmente a ragionare sul declino dell'occidente, così come visto da me e Michele Boldrin. Oggi parliamo di ideologia e visione, alla ricerca di un paradigma che possa dirci come mai l'Occidente sta perdendo il mordente sul mondo. Il mio primo canale: http://bit.ly/rickdufer Il canale di Michele: https://www.youtube.com/user/MicheleBoldrin Sostienimi con Patreon: https://www.patreon.com/rickdufer Il mio libro "Elogio dell'idiozia": https://amzn.to/2J9WwKZ (versione ebook: https://amzn.to/2xSsoOD) Il mio show "FiloSoFarSoGood": https://www.spreaker.com/show/filosofarsogood Il mio profilo Instagram: https://www.instagram.com/rickdufer/ La mia pagina Facebook: https://www.facebook.com/rickdalferro/ Daily Cogito: dal lunedì al venerdì alle 7 del mattino!Svegliarsi per pensare oppure pensare per svegliarsi? Daily Cogito è ascoltabile e scaricabile dalle seguenti fonti:Canale Youtube: https://www.youtube.com/c/dailycogitoSpotify: http://bit.ly/DailySpoty iTunes: http://bit.ly/dailytunes
1. Crollo di FacebookFacebook ha perduto niente meno che 119 miliardi di dollari in un solo giorno, cioè il 19% del suo capitale. Il suo creatore, Mark Zuckerberg, ha visto assottigliarsi il suo portafogli personale di 15 miliardi di dollari. È il tonfo più grande della storia delle borse. E — secondo record assoluto — mai nessuna company aveva perso tanto in un colpo solo. Cause? Molte. La più importante? Si chiama Cambridge Analytics. E poi molti dei suoi 2 miliardi di utilizzatori devono avere capito due cose. Ficcava il naso dappertutto e obbediva troppo al Potere. 2. Trump rinvia il vertice con Putin Il segretario alla Sicurezza Usa ha reso noto che il vertice — annunciato via Twitter da Trump subito dopo l’incontro di Helsinki per il prossimo autunno — sarà spostato più avanti. Quando? “Quando finirà la caccia alle streghe contro la Russia”, è stata la risposta di Trump, tramite Bolton. È evidente che la caccia alle streghe è in pieno svolgimento a Washington, a tal punto da costringere Trump a battere in ritirata. Tattica, ma sempre ritirata. Forse sarà all’inizio dell’anno prossimo. Ma va rilevato che Putin non aveva neppure ancora risposto all’invito a recarsi a Washington. Dunque tutto è accaduto a Washington e non sono buone notizie, né per Donald Trump, né per tutti noi. 3. Per Lula libero: l'appello di Sanders ed altri parlamentari USAUn gruppo di 29 membri del Congresso americano, incluso l'ex candidato alla Casa Bianca Bernie Sanders, hanno inviato ieri una lettera all'Ambasciatore brasiliano a Washington Sergio Amaral, denunciando la prigionia "altamente discutibile e fortemente politicizzata" dell'ex presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva. "La lotta alla corruzione" continua la lettera "non dovrebbe essere usata per giustificare la persecuzione degli oppositori politici o per negar loro il diritto a partecipare ad elezioni libere". La lettera inoltre attacca duramente la presidenza "di estrema destra" di Michel Temer "installata nel mezzo di intensi attacchi contro la democrazia ed i diritti umani in Brasile”. Lula —n cima a tutti i sondaggi —rimane però in carcere dopo che la recente richiesta di scarcerazione e' stata sospesa.4. NATO: l'Italia riduce la spesa L'Italia abbassera' la spesa per la difesa prevista per il prossimo anno. È attualmente (ufficialmente) dll’1,5 del PIL , attualmente gia' bassa, l'1.15% del PIL. Lo ha annunciato ieri, il Ministro degli esteri Enzo Moavero Milanesi di fronte alla Commissione del Senato. Trump, che ha chiesto a tutti gli alleati di portare la spesa al 4% non sarà lieto. E viene smentita anche la promessa del Ministro della Difesa, Elisabetta Trenta, che voleva il 2%. Resta l’impegno del governo di arrivare al 2% entro il 2024. Cioè di buttare via altri miliardi per niente. 5. Pakistan: vince Imran Khan e l'Occidente non gioisce I risultati provvisori del voto di mercoledi 25 luglio per l’Assemblea Nazionale danno gia' un quadro chiaro: con 110 seggi su un totale di 272 dell'Assemblea Nazionale, il Partito Tehreek-e-Insaf (o PTI) vince con largo margine. Guidato dall'ex giocatore di cricket Imran Khan, non riesce però ad ottenere la maggioranza di seggi necessaria per formare un governo. Si prevede un’alleanza. Il risultato, non sorprendente ma migliore del previsto, interrompe l'egemonia della Lega Musulmana capeggiata dall'ex Primo Ministro Nawaz Sharif, che ha ottenuto 63 seggi. Il Partito Popolare di centro sinistra guidato da Bilawal Bhutto, figlio della premier assassinata Benazir Bhutto, ha ottenuto 42 seggi. Come osserva l'ex diplomatico britannico Craig Murray: "La democrazia del Pakistan non e' perfetta, ma non e' mai stata attaccata cosi' tanto dai media occidentali come ora con la vittoria di Imran Khan. Per pura 'coincidenza', Khan ha portato avanti per anni una campagna contro i bombardamenti via droni da parte degli USA e contro la presenza della NATO in Afghanistan".6. Regno Unito: via libera alla Cannabis medicinale La Gran Bretagna riconosce il valore terapeutico dei medicinali a base di cannabis. Lo annuncia il Ministro degli interni Sajid Javid, in barba alle ritrosie della premier Theresa May. Attualmente essi sono classificati come status 1 (che non riconosce le proprietà terapeutiche. Saranno ora portati al livello 2, con pieno riconoscimento terapeutico. La decisionemisura arriva dopo il recente scandalo sollevato dalla vicenda del 12enne Billy Caldwell, affetto da una grave forma di epilessia che, per essere curata costringeva la famiglia a importare illegalmente medicinali dall’estero. Esclusi gli usi “ricreativi" della cannabis
Italia propone, Europa incerta "Si è conclusa la riunione informale sul tema migrazione a Bruxelles e rientriamo a Roma decisamente soddisfatti. Abbiamo impresso la giusta direzione al dibattito in corso. Ci rivediamo giovedì al Consiglio Europeo." Questo il tweet del primo Ministro italiano Giuseppe Conte a seguito del summit straordinario sulle politiche migratorie di 16 leaders europei svoltosi ieri domenica 24 giugno. "Qualora possibile vogliamo trovare soluzioni europee" ha dichiarato la cancelliera tedesca "se non siamo tutti insieme, dobbiamo radunare coloro che sono interessati a uno sforzo comune e stringeremo accordi bilaterali o trilaterali. Non possiamo sempre aspettare di essere tutti e 28 d'accordo". Presenti fra gli altri i paesi in prima linea sul fronte sbarchi, ovvero Italia, Grecia e Spagna. Chiaramente, sono diverse le motivazioni che soggiaciono sotto le azioni politiche dei rispettivi paesi: dallo scongiurare spaccature interne come nel caso della coalizione di governo tedesca, al rifiuto di accettare quote migratorie, come nel caso dell'Ungheria che, non a caso, ha boicottato l'incontro di ieri. Ma e' altrettanto chiaro che la linea assertiva di Conte si sta facendo strada e sta trovando consenso. La Francia di Macron, che da ex potenza coloniale riscuote l'85% delle riserve monetarie di molti paesi africani, dovra' mettere da parte l'ipocrisia. I dieci punti stilati dal neo premier italiano sottolineano una volta di piu' l'urgenza di superare gli accordi di Dublino, che gettano tutta la responsabilita' sul primo paese di arrivo dei profughi, e di iniziare le politiche di accoglienza e distribuzione con hotspots direttamente nei paesi interessati, soprattutto in Africa ma non solo. Sul piatto delle riforme, anche gli accordi di Schengen. Pronta nuova provocazione in Siria... L'organizzazione terroristica Jabhat al-Nusra starebbe preparando una provocazione antirussa in Siria, insieme all'agenzia di stampa di un Paese mediorientale. La notizia e' stata resa nota dal Centro russo per la riconciliazione in Siria, informato a riguardo dagli abitanti di Idlib. Le immagini dei tagliagole impegnati nel salvataggio dei civili e nella ricostruzione delle infrastrutture, in realta' gia' distrutte nel corso di precendenti combattimenti, servirebbero a diffondere la falsa notizia di un attacco dell'aviazione russa e siriana in provincia di Idlib. "Impossibile prevenire simili provocazioni", afferma il presidente siriano, Bashar al-Assad ai microfoni dell'emittente russa Ntv. "Non hanno nulla a che vedere con la realta', sono frutto della loro immaginazione e dell'immaginazione dei loro mass media", spiega il leader siriano. Chi siano "loro", poi, lo dice chiaramente: “Il progetto della guerra in Siria e' stato sviluppato da alcuni Paesi occidentali, in primis dagli Stati Uniti, dalla Francia e dal Regno Unito". Damasco non permettera' che questi Paesi contribuiscano alla ricostruzione del Paese. "Quando gli Stati europei parlano di aiuti, in realta' stanno cercando nuove fonti di guadagno", spiega Assad. Intanto, pero', non abbassa la guardia: “I terroristi gia' sconfitti di Daesh e di Jabhat al-Nusra potrebbero tornare con un nuovo nome, poiche' l'Occidente se ne serve per raggiungere i suoi scopi". Di questo è convinto il presidente siriano. … E in Transnistria Con 64 voti favorevoli, 14 contrari e 83 astensioni , l'Assemblea generale delle Nazioni Unite ha adottato, venerdi' 22 giugno, la risoluzione proposta dalla Moldova sul ritiro del contingente russo dalla Transnistria. Mentre Bucarest ha accolto con favore l'esito del voto, Mosca teme che la "mossa propagandistica" del governo di Chisinau possa ostacolare il gia' fragile processo di riconciliazione tra Moldova e Transnistria. Non solo. Rischia di danneggiare seriamente anche i rapporti tra Mosca e Chisinau, aggiunge il presidente moldavo, Igor Dodon, che vede nel documento un tentativo deliberato di esacerbare la situazione. Ma il premier moldavo, Pavel Filip, non arretra di un solo passo: “Continueremo a sollevare la questione all'Onu finche' l'ultimo soldato russo non avra' abbandonato la Transnistria". Paese che si e' pronunciato contro il ritiro delle truppe russe. La loro presenza, infatti, e' regolata da trattati, al fine di garantire la pace e la sicurezza sul territorio. Aumenta la produzione petrolifera I Paesi Opec+ hanno concordato di aumentare la produzione petrolifera. Nel precedente accordo datato dicembre 2016, nell'ottica di un aumento del prezzo del greggio, si era ridotta l'estrazione di 1,8 milioni di barili al giorno. Tuttavia, anche a causa della politica statunitense nei confronti dell'Iran e del Venezuela, in 18 mesi la produzione petrolifera è calata di 2,8 milioni di barili al giorno, provocando cosi' un aumento dei prezzi giudicato eccessivo. Russia e Arabia Saudita, all'incontro di sabato scorso a Vienna, per evitare una destabilizzazone del mercato, hanno così proposto di ritornare ai limiti di riferimento, aumentando la produzione di 1 milione di barili al giorno a partire dal 1° luglio. Gli effetti dell'incontro gia' si fanno sentire, tanto che lunedi' il prezzo del greggio ha registrato una prima flessione. Gli esperti russi, intanto, annunciano la comparsa di una nuova organizzazione con la partecipazione di Mosca, la quale, come fa sapere il ministro saudita Khalid Al-Falih, e' gia' stata invitata a unirsi all'Opec come membro associato. Avanzano gli yemeniti sui sauditi Un nuovo lancio di missili Burkan H2 da parte del movimento yemenita Ansar Allah ha colto di sorpresa i cieli sopra Ryihad, nella notte di domenica 24 giugno, provocando, secondo l'emittente yemenita Al Masirah, danni materiali a diversi siti governativi, compreso il Ministero della Difesa saudita. Nel frattempo, in seguito all'offensiva saudita di larga scala lanciata il 13 giugno, l'esercito yemenita, assieme agli Houthi di Ansar Allah, ha ripreso il controllo dell'aeroporto della provincia orientale di Houdeidah ed e'riuscito ad allestire in poco tempo migliaia di esemplari di droni a produzione locale, piccoli, veloci e senza pilota. Nel confronto a terra del 21 giugno, sono riuscite a tenere testa alla controparte nemica facendo uso di vecchi fucili britannici lunghi 1.20m ed uccidendo 18 soldati.Ma sabato 23 giugno e' stato il porto sul mar Rosso ad essere protagonista di un feroce attacco della coalizione a guida occidentale-saudita, con la benedizione del Segretario di Stato americano Mike Pompeo e la presenza in loco di servizi segreti francesi, come rivela Le Figaro. Mentre i britannici, dalle Nazioni unite, chiedono, come parte del "processo di pace", la rimozione delle forze di Ansar Allah dal territorio. Come osservano alcuni analisti, a preoccupare l'Occidente non e' tanto l'influenza iraniana su Sanaa, quanto l'idea di uno Yemen genuinamente indipendente - che e' quello che gli houthi rappresentano - nonche' i crescenti investimenti cinesi nel petrolio yemenita. San Pietroburgo: la magia delle vele scarlatte
La mossa di Trump era davvero un'apertura alla Russia o solo tattica? E al Cremlino interessa davvero rientrare nel format del G8? La Germania delle sanzioni è la stessa che poi flirta con Mosca per il gas. La posizione strategica e i dilemmi del nuovo governo italiano. Un'indagine del titolare di List e Luigi De Biase sul confronto tra Stati Uniti e Russia. La strategia di Putin e il nuovo ordine mondiale, dazi e sanzioni, armi e ricerca tecnologica, nazione e cultura. Un viaggio nell'immenso paese che per l'Occidente resta ancora un dilemma. Una non democrazia che non può essere definita dittatura, un paese debole che è nello stesso tempo una potenza: la Russia di Putin. Ascolta RadioList.
Italia, la finanza mondiale pronta a concretizzare le sue minacceMentre, in Italia, la situazione politica resta fluida, mercoledi', l'agenzia di rating statunitense Moody's ha messo sotto osservazione 12 banche italiane in vista di un possibile declassamento del rating sovrano. Nella decisione sono coinvolte UniCredit, Intesa Sanpaolo, Banca Imi, Cdp, Mediobanca, Bnl, Fca Bank, Credito Emiliano, Credit Agricole-Cariparma, Cassa Centrale Raiffeisen, Invitalia e, infine, la Banca del Mezzogiorno. A stretto giro, Moody's ha preso in considerazione la possibilità di ridurre i rating a lungo termine delle società di servizi ai consumatori Cdp Reti, Compagnia valdostana delle acque, Hera, Italgas, Snam e Terna. Sotto esame anche i colossi Eni, Poste Italiane e Rai. Ma in alcuni Paesi, per esempio in Cina e in Russia, la grande troika americana delle agenzie di rating - Standard and Poor's, Moody's e Fitch - da tempo viene chiamata con il suo nome, ovvero uno strumento dell'elite finanziaria degli Stati Uniti nella lotta contro i suoi concorrenti. Completamente priva di trasparenza e di obiettività, se non quella dei suoi interessi economici, nel 2017 Moody's aveva tagliato il rating della Cina, la cui economia è in costante crescita da quasi trent'anni. "Il debito continua a salire e il potenziale di crescita rallenta", scrivevano allora gli analisti di Moody's dagli Stati Uniti, Paese che vanta un debito pubblico record di 21 mila miliardi di dollari, in crescita a una velocita' pari a oltre 36 volte quella del Pil. Non e' una novita' il coinvolgimento della troika nella crisi finanziaria di dieci anni fa: la banca Lehman Brothers aveva continuato a mantenere il rating “A” fino al 15 settembre del 2008, il giorno del suo fallimento. Per non parlare della Grecia. Non semplici osservatori esterni, quindi, ma partecipanti attivi agli eventi assieme ai mass media, perfetti canali di trasmissione del terrorismo finanziario. "Credo che sarebbe meglio se risolvessero le cose dall'interno della zona Euro senza compiere cambiamenti significativi, e certamente gli italiani hanno la possibilità di farlo", ci ha consigliato, martedi', un alto funzionario del Tesoro degli Stati Uniti. Va in scena a Kiev la parodia del caso SkripalIl giornalista russo Arkadij Babchenko, trasferitosi in Ucraina nel 2017 e "freddato" dai servizi speciali russi martedi', e' risuscitato. Si e' trattato, infatti, di una messinscena organizzata dal Servizio di sicurezza ucraino con l'obiettivo, dicono, di impedire un vero omicidio e di identificarne i mandanti. Che secondo Vasilij Hrytsak, a capo dei servizi segreti ucraini, si troverebbero, guarda caso, al Cremlino. 30 mila dollari, affermano a Kiev, la cifra promessa al finto sicario dal presunto intermediario di Mosca - il "signor G.", imprenditore ucraino che fornisce le armi per l'operazione dell'esercito di Kiev nel Donbass. Attraverso il suo avvocato, il "signor G." ha gia' fatto sapere che l'ordine di omicidio non e' affatto partito da Mosca, ma dal dipartimento di controspionaggio del Servizio di sicurezza ucraino. Forse, aggiungiamo noi, su richiesta di un concorrente commerciale. Nel frattempo, il procuratore generale dell'Ucraina, Jurij Lutsenko, ha accolto con entusiasmo la reazione della comunita' internazionale alla notizia dell'omicidio: "ancora all'oscuro del materiale delle indagini, il mondo intero ha immediatamente accusato la Russia". Niente di nuovo sul fronte occidentale, quindi. Gli italiani sono stati prontamente informati dai mass media dei rapporti ostili tra Arkadij Babchenko e il Cremlino. Mentre il capo della diplomazia britannica, Boris Johnson, si e' detto "scioccato dall'omicidio di un altro giornalista russo che esprimeva apertamente le sue opinioni". Non tutti, pero', hanno apprezzato lo scherzo. A esprimere "la sua più profonda indignazione alla scoperta della manipolazione attuata dai servizi segreti ucraini per la loro guerra dell'informazione" e' la ONG "Reporter senza frontiere". Anche il ministro degli Esteri belga, Didier Reynders, ha chiesto spiegazioni al regime ucraino. Una versione parodica del caso Skripal, la definiscono a Mosca. D'altronde, come sostiene la portavoce della diplomazia russa, Maria Zakharova, a Kiev, "l'isterismo antirusso è l'unico modo rimasto per restare al potere". Un potere che traballa, quello di Petro Poroshenko, che a meno di un anno dalle prossime elezioni ha un indice di gradimento del 6%. Si e' aperta cosi', quindi, con una messinscena surreale, la campagna elettorale del presidente in carica. Intanto, e' stato ucciso in Messico, stavolta per davvero, il giornalista Hector Gonzalez Antonio: il terzo nelle ultime due settimane, il sesto dall'inizio dell'anno. Ma questo non fa notizia.No Comment - L’etica di AssadSOT, Murad Gazdiev, giornalista di RT: "Per quanto riguarda la sua relazione con gli Stati Uniti, il presidente Trump l’ha definita, e cito, 'Animal Assad'. Lei ha un soprannome per il presidente degli Stati Uniti?"SOT, Bashar al-Assad, Presidente siriano: "Questa non è il mio modo di esprimermi, quindi non posso usare un linguaggio simile. Questa è la sua lingua, rappresenta lui, e penso che ci sia un principio molto conosciuto secondo cui “sei quello che dici”. Quindi, voleva rappresentare ciò che è, ed è normale. Comunque non ha muoverà nulla, e questo tipo di linguaggio non dovrebbe far cambiare nulla per nessuno.L'unica cosa che ti muove sono le persone che ti danno fiducia, persone che sono equilibrate, persone che sono premurose, persone che sono morali, etiche, questo è ciò che dovrebbe muovere qualcosa dentro di te, sia in positivo che in negativo. Qualcuno come Trump non muoverà niente per me.Autogol a stelle e strisce nella guerra commerciale con PechinoNonostante la tregua, gli Stati Uniti minacciano nuove misure economiche contro la Cina. La decisione di imporre un dazio del 25% sulle importazioni di prodotti cinesi per un valore totale di 50 miliardi di dollari, e' stata annunciata, martedi' scorso, dalla Casa Bianca. La lista completa dei prodotti verrà comunicata il 15 giugno e le tariffe potrebbero entrare in vigore dopo appena due settimane. Entro il 30 giugno, inoltre, Washington intende annunciare ulteriori misure volte a frenare gli investimenti cinesi negli Stati Uniti e ad aumentare il controllo sull'esportazione di tecnologie statunitensi in Cina. Pechino non ha nascosto la sua sorpresa di fronte alla decisione della Casa Bianca, in netto contrasto con quanto concordato a Washington con la delegazione cinese lo scorso 20 maggio. La portavoce della diplomazia cinese, Hua Chunying, ha messo in guardia gli Stati Uniti: questi cambi di opinione continui, ha detto, potrebbero rovinarne la reputazione. Pechino, in ogni caso, si riserva il diritto di rispondere adeguatamente alle nuove misure. Le azioni intraprese da Washington per pareggiare la bilancia commerciale con la Cina rischiano di provocare l'effetto contrario. Secondo quanto riferito dai mass media, Pechino avrebbe lanciato 46 nuovi progetti con l'obiettivo di raggiungere l'Occidente nella produzione di microprocessori di qualita' entro il 2020. Una decisione presa dopo che, lo scorso aprile, il dipartimento del commercio degli Stati Uniti aveva vietato alle aziende americane di vendere componenti al colosso cinese degli smartphone, Zte. Un duro colpo, quindi, per il gigante statunitense dei chip, Intel, che oggi fornisce i suoi prodotti alla Cina per un ammontare di 200 miliardi di dollari all'anno.Miguel Diaz-Canel, Presidente di CubaA nome dei cubani, che hanno apprezzato le tue vittorie, il talento e la solidarietà di fronte all'aggressione della destra imperialista e neoliberista, consapevoli che l'eredità rivoluzionaria è viva e vibrante in Venezuela, io dichiaro senza esitazioni che non importa quanto siano grandi le difficoltà e le sfide. Oggi e sempre potrai contare sulla solidarietà di Cuba. Grazie mille.Nicolas Maduro, Presidente del VenezuelaIntendiamo andare avanti con intensità nello sviluppo economico condiviso tra Cuba, Venezuela, ALBA e la nostra America. Ho vera fede in questo.
Pandora TVIran: “Tutto o niente” Tehran e' pronta a ripristinare il programma nucleare iraniano, se gli Stati Uniti usciranno dall'accordo sul nucleare o se ne modificheranno le condizioni. “Tutte le opzioni sono sul tavolo”, ha annunciato, non senza un velo di ironia, il capo della diplomazia iraniana, Mohammad Javad Zarif, intervistato domenica scorsa dalla CBS. “Se la Casa Bianca non rispettera' i propri impegni, Tehran reagira' in modo deciso”, ha precisato, martedi', il presidente iraniano, Hassan Rouhani. L'Iran, da parte sua, non solo continua a rispettare la propria parte di impegni, ma ha anche “migliorato significativamente l'accesso degli ispettori ai siti e alle informazioni”, ha dichiarato, lunedi', l'Agenzia internazionale per l'energia atomica, che assieme all'Unione Europea e alle Nazioni Unite invita le parti a preservare l'accordo. Gli Stati Uniti non fanno altrettanto, spiega Javad Zarif: negli ultimi 15 mesi, il presidente americano, Donald Trump ha preso tutte le misure per impedire all'Iran di beneficiare economicamente dell'accordo. “Non e' accettabile per noi avere un accordo unilaterale”, spiega il funzionario iraniano: “le trattative comportano un do ut des, nessuno e' preparato a dare se cio' che riceve e' solo temporaneo”. Nel gennaio scorso, su richiesta di Donald Trump, Regno Unito, Francia e Germania hanno istituito un gruppo di lavoro per “aggiustare” l'accordo, rendendolo piu' vantaggioso per gli Stati Uniti, che vorrebbero colpire anche il programma missilistico dell'Iran. Se l'obiettivo non sara' raggiunto, gli americani potrebbero ritirarsi entro il 12 maggio, ripristinando le sanzioni. Una possibilita' che i partner europei cercano di scongiurare. Emmanuel Macron e' gia' volato negli Stati Uniti, “non esiste un piano B”, ha detto; Angela Merkel, invece, arrivera' il 27 aprile. “Tutto o niente”, twitta, intanto, Javad Zarif: i leader europei dovrebbero incoraggiare Trump non solo a mantenere l'accordo sul nucleare, ma ancora più importante, a iniziare a implementare la sua parte degli accordi in buona fede”. Durante una visita a Pechino, il ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov, ha concordato con il suo omologo cinese di bloccare qualsiasi tentativo degli Stati Uniti di sabotare l'accordo. Di altro avviso Israele, che ha criticato il patto fin dal suo sviluppo da parte dell'amministrazione Obama. Yemen: Colpito il leader degli Houthi Il leader politico degli Houthi, Saleh al-Sammad, e' stato ucciso, giovedi' scorso, assieme a sei membri del suo entourage, in un raid della coalizione a guida saudita nella provincia di al-Hudayda, sul Mar Rosso. A darne l'annuncio ieri, lunedi' 23 aprile, l’agenzia di stampa “Saba”. Proclamati tre giorni di lutto nella zona settentrionale dello Yemen controllata dagli Houthi. “Le forze di aggressione, guidate dagli Stati Uniti e dal regime saudita, hanno la responsabilità di questo orrendo crimine e delle conseguenze che ne derivano”, ha dichiarato il leader spirituale di “Ansar Allah”, Abdul-Malik al-Houthi. Ma a cadere sotto le bombe della coalizione araba non sono soltanto i politici e i militari: domenica, un bombardamento saudita ha ucciso almeno 33 persone che stavano partecipando a una festa di matrimonio nella provincia di Hajja, nel Nord-Ovest dello Yemen. Tra le vittime, diversi bambini e donne, sposa compresa, almeno 46, invece, i feriti, tra cui lo sposo. Il Segretario generale dell'ONU, Antonio Guterres, ha condannato l'attacco. E ha chiesto un'indagine. Una richiesta strana, questa, data la rapidità con cui l'Occidente, negli ultimi tempi, e' in grado di scoprire i colpevoli di un incidente senza bisogno di alcuna prova.Armenia: Fine delle proteste nell’anniversario del genocidio Nell'anniversario del massacro di 1,5 milioni di armeni sotto l'impero ottomano nel 1915, gli armeni sono confluiti da tutto il Paese verso la collina delle rondini a Erevan, con fiori e foto, per onorare le vittime della mattanza. L'evento quest'anno cade all'indomani delle dimissioni dalla carica di premier dell'ex presidente Sarkisian, architetto del passaggio dell'Armenia a repubblica parlamentare. Sarkisian si è dimesso a soli 10 giorni dalla nomina, sulla scia di proteste promosse dall'opposizione capeggiata da Nikol Pashinyan. Oggi, quella che doveva essere una nuova puntata delle manifestazioni di protesta, con Pashinyan a guidare un corteo sino al memoriale, è diventata un atto di unificazione: il leader dell'opposizione ha annunciato che avrebbe marciato assieme al neo-premier ad interim Karen Karapetyan. Il parlamento di Erevan ora deve eleggere un nuovo primo ministro nel giro di una settimana. Sulle sponde del Nilo Egitto ed Etiopia si dividono Addis Abeba la chiamerà "Grande diga del rinascimento etiope", sorgerà sul Nilo Azzurro e a costruirla sarà la multinazionale italiana Salini Impregilo. Lunga 1,8 chilometri e alta 155 metri, sarà la più grande struttura di questo genere in Africa, e sosterrà inoltre quella che sarà la maggiore centrale idroelettrica del continente nero: 6mila megawatt, una potenza pari a tutta quella installata in Africa orientale. Il progetto però non piace a Sudan ed Egitto, gli altri due Paesi nei quali scorre il fiume, che temono una riduzione dell'acqua a loro disposizione, con gravi potenziali ripercussioni sulla loro agricoltura. “L’acqua è una questione di vita o di morte”, ha dichiarato il presidente egiziano al Sisi, "nessuno può toccare la quota d’acqua dell’Egitto”. Il Paese in particolare teme che il progetto possa intaccare la propria disponibilità di risorse idriche e danneggiare le coltivazione, penalizzando una popolazione che già si trova a fare i conti con periodiche carenze idriche. Ecco quindi la prima reazione, difensiva, del Cairo. Il parlamento ha approvato una legge che vieta la coltivazione di piantagioni che richiedono l’utilizzo di molta acqua, come riso e banane. Previste multe fino a 3mila dollari e nei casi più gravi la reclusione.
PTV News 14-04-18 - Una catastrofe politica e militare per l'occidentesorgente www.pandoratv.it
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Seconda rubrica della trasmissione radiofonica Equilibrium Network: https://www.facebook.com/EquilibriumNetwork/In collaborazione con Geopoliticalcenter.com: https://www.facebook.com/GeoPoliticalCenter/TEMI TRATTATI: - Comparazione forze russe e Nato- La propaganda del Cremlino, fra cyberattacchi e wikileaks- Sazioni contro la Russia: una danno per la loro economia?- Le mosse della Russia nei confronti di una vittoria di Trump o della ClintonIn onda ogni martedì, dalle 22:30, su NeverwasRadio: https://www.facebook.com/neverwasradio/Conduttori della trasmissione EQ Network: Alessandro Leonardi e Fabrizio Pizzolato
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Gary è morto, ma Angus ed Earl, aiutati da Pai Ling, non lasceranno che la sua morte sia vana e attaccheranno Benedict e i Divoratori di Loto con tutto quello hanno.Vecchi nemici, amici voltagabbana e ragazzine in pericolo: sono tutti all'interno della Pagoda Rovesciata!Questo è un podcast prodotto da Querty, Miglior Radio Online ai Macchianera Italian Awards 2015 e miglior network di podcast italiani. Trovate tutti gli episodi su http://fumblegdr.it dove potete vedere le miniature dei personaggi e su http://querty.it, dove potete anche associarvi al nostro network per aiutarci a produrre sempre nuovi podcast, o potete fare una donazione usando il tasto apposito che trovate all'indirizzo http://querty.it/associati.Potete anche decidere di fare una donazione continuativa di 3 € ogni 2 mesi.Potete scriverci sia in diretta che in settimana su Twitter a @FumbleGDR e potete mandarci un messaggio all'indirizzo fumblegdr@querty.itTrovate tutti gli episodi anche su iTunes, dove vi invitiamo a lasciare una recensione e un voto a 5 stelle, e su Spreaker.
Gary è morto, ma Angus ed Earl, aiutati da Pai Ling, non lasceranno che la sua morte sia vana e attaccheranno Benedict e i Divoratori di Loto con tutto quello hanno.Vecchi nemici, amici voltagabbana e ragazzine in pericolo: sono tutti all'interno della Pagoda Rovesciata!Questo è un podcast prodotto da Querty, Miglior Radio Online ai Macchianera Italian Awards 2015 e miglior network di podcast italiani. Trovate tutti gli episodi su http://fumblegdr.it dove potete vedere le miniature dei personaggi e su http://querty.it, dove potete anche associarvi al nostro network per aiutarci a produrre sempre nuovi podcast, o potete fare una donazione usando il tasto apposito che trovate all'indirizzo http://querty.it/associati.Potete anche decidere di fare una donazione continuativa di 3 € ogni 2 mesi.Potete scriverci sia in diretta che in settimana su Twitter a @FumbleGDR e potete mandarci un messaggio all'indirizzo fumblegdr@querty.itTrovate tutti gli episodi anche su iTunes, dove vi invitiamo a lasciare una recensione e un voto a 5 stelle, e su Spreaker.
L’idea della guerra pervade il lessico di media e leader politici in queste ore, dopo gli attentati di Bruxelles, le 31 vittime e le decine di feriti. “La guerra all’Europa“, hanno titolato diversi quotidiani questa mattina, riferendosi a quella dei terroristi che agiscono sotto le insegne di Daesh. “La guerra al terrorismo” è stata l’espressione utilizzata dal presidente francese Hollande. Il capo dell’Eliseo – dopo le bombe omicide e suicide di ieri – ha chiesto “una risposta mondiale ad una minaccia mondiale”. Memos ne ha parlato oggi con il politologo Yves Mény, presidente della Scuola Sant’Anna di Pisa, e il sociologo Fabrizio Battistelli, presidente dell’Istituto di Ricerche Internazionali Archivio Disarmo. Come si combatte il terrore di Daesh senza ricorrere alla guerra?
L’idea della guerra pervade il lessico di media e leader politici in queste ore, dopo gli attentati di Bruxelles, le 31 vittime e le decine di feriti. “La guerra all’Europa“, hanno titolato diversi quotidiani questa mattina, riferendosi a quella dei terroristi che agiscono sotto le insegne di Daesh. “La guerra al terrorismo” è stata l’espressione utilizzata dal presidente francese Hollande. Il capo dell’Eliseo – dopo le bombe omicide e suicide di ieri – ha chiesto “una risposta mondiale ad una minaccia mondiale”. Memos ne ha parlato oggi con il politologo Yves Mény, presidente della Scuola Sant’Anna di Pisa, e il sociologo Fabrizio Battistelli, presidente dell’Istituto di Ricerche Internazionali Archivio Disarmo. Come si combatte il terrore di Daesh senza ricorrere alla guerra?
È ancora in grado l'Occidente, e il cristianesimo che è la sua anima, di varcare le porte del nulla? Il libro di riferimento è: Umberto Galimberti, Cristianesimo, Feltrinelli Editore
Paolo Flores d'Arcais, filosofo, direttore di Micromega, ospite oggi a Memos, ha un'idea precisa dello scontro in atto tra l'Occidente e Daesh, il cosiddetto stato islamico. Al presidente francese Hollande che dichiara lo “stato di guerra” Flores d'Arcais replica che l'Occidente non vuole capire la natura di questa guerra. «E' una guerra – dice il direttore di Micromega – contro la modernità illuminista e contro ciò che dalla modernità illuminista in poi è stato promesso: una democrazia coerente, radicale, di sovranità uguale per tutti. Il fondamentalismo islamico lancia la propria sfida globale contro questa modernità illuminista. E' questa la radicalità dello scontro. Purtroppo, gli establishment occidentali non sono quelli che possono davvero combattere questa guerra, perché in larga misura, e da molti punti di vista, sono la “quinta colonna”, non rappresentano la civiltà nata dai lumi che diventa democrazia. Gli establishment occidentali sono, invece, coloro che la calpestano in continuazione e quindi non hanno credibilità e interesse per reggere questo scontro nei termini in cui si pone. Lo vogliono reggere solo come scontro geopolitico, di interessi nazionali. Ma è molto più di questo».
Paolo Flores d'Arcais, filosofo, direttore di Micromega, ospite oggi a Memos, ha un'idea precisa dello scontro in atto tra l'Occidente e Daesh, il cosiddetto stato islamico. Al presidente francese Hollande che dichiara lo “stato di guerra” Flores d'Arcais replica che l'Occidente non vuole capire la natura di questa guerra. «E' una guerra – dice il direttore di Micromega – contro la modernità illuminista e contro ciò che dalla modernità illuminista in poi è stato promesso: una democrazia coerente, radicale, di sovranità uguale per tutti. Il fondamentalismo islamico lancia la propria sfida globale contro questa modernità illuminista. E' questa la radicalità dello scontro. Purtroppo, gli establishment occidentali non sono quelli che possono davvero combattere questa guerra, perché in larga misura, e da molti punti di vista, sono la “quinta colonna”, non rappresentano la civiltà nata dai lumi che diventa democrazia. Gli establishment occidentali sono, invece, coloro che la calpestano in continuazione e quindi non hanno credibilità e interesse per reggere questo scontro nei termini in cui si pone. Lo vogliono reggere solo come scontro geopolitico, di interessi nazionali. Ma è molto più di questo».
L'incontro di oggi è con Padre Paolo Nicelli, missionario del Pontificio Istituto Missioni Estere (PIME), specializzato in Islamologia, è stato a lungo negli Stati Uniti e per diversi anni nelle Filippine. Ora è a Milano e insegna all'Istituto Superiore di Scienze Religiose, oltre ad essere Dottore della Biblioteca Ambrosiana. Con il nostro ospite parliamo della natura dell'Islam, che non è solo una religione, ma ha fondato una società, una civiltà e uno Stato Islamico. L'Islam nasce dall'esperienza originaria avvenuta a Yathrib, l'attuale Medina, quando, a partire dal 622 d.C, i musulmani si sono trasferiti dalla Mecca, e Maometto ha introdotto nel mondo arabo pre-islamico l'idea dell'unico Dio. Padre Paolo Nicelli ci accompagna in un viaggio attraverso il complicato mondo musulmano, illustrandoci le diverse sfaccettature e divisioni (sunniti e sciiti), i territori dove si è maggiormente espanso l'Islam (in particolare l'Indonesia) e le relazioni tra Islam e il Cristianesimo. Per Padre Paolo Nocelli, i cambiamenti avverranno laddove l'Islam si incontrerà o si scontrerà con l'Occidente e con le società dell'Estremo Oriente. È proprio in questi territori di confine e di pluralità di religioni e culture, che l'Islam sarà più stimolato a ripensare se stesso e a proporsi in maniera diversa.
1-A Panama incontro storico Obama - Raul Castro. Prosegue la normalizzazione dei rapporti tra Stati Uniti e Cuba. Ma Washington continua ad avere una relazione difficile con il Venezuela (Alfredo Somoza). 2-La scommessa della California. Rimanere il luogo del “tutto è possibile” nonostante una gravissima siccità. La mancanza d'acqua sarà una costante (Mark Hertsgaard, San Francisco).3-L'occidente sempre più importante nella strategia dell'ISIS. Da questa settimana la radio dello Stato Islamico trasmette anche in inglese (Stefano Allievi).4-In Turchia campionato di calcio sospeso. La decisione dopo le ultime violenze. Ma pesa anche il rapporto difficile tra il governo e il mondo del pallone (Dario Falcini). 5-Serie TV: il ritorno di Twin Peaks è ancora un mistero, legato alla presenza, o meno, di David Lynch alla regia (Massimo Alberti).
Quarta puntata di “Principi fondamentali”, l'appuntamento settimanale di Memos con la Costituzione. Ogni lunedì Memos racconta uno dei primi dodici articoli della nostra Carta fondamentale. Tema di oggi, l'articolo 4: il diritto al lavoro e il dovere (ovviamente non coercitivo, come sentiremo) di svolgerlo. Ospite: Ignazio Masulli, storico. Masulli è stato ordinario di Storia del Lavoro all'Università di Bologna. I suoi studi riguardano le trasformazioni strutturali del mondo del lavoro – con riferimento alle rivoluzioni industriali tra Otto e Novecento - e alle modificazioni più recenti del sistema produttivo e del lavoro. Il titolo del suo ultimo lavoro è: "Chi ha cambiato il mondo? La ristrutturazione tardocapitalista, 1970-2012" (Laterza, 2014). Si tratta di un'analisi su come si è affermato il pensiero neoliberista in tutto l'Occidente. «La rilettura della Costituzione – racconta il professor Masulli - serve a ritrovare il senso della cittadinanza, del patto sociale. Un senso che non si costruisce sulle leggi del mercato, ma in base ai diritti e ai doveri, a cominciare da quelli del lavoro».
Luciano Canfora è uno storico, un filologo. Insegna all'Università di Bari. E' stato uno degli ospiti di oggi a Memos, che torna sui fatti di Parigi della settimana scorsa. «Il concetto di scontro di civiltà – dice - lo trovo primitivo, rozzo, non ha alcun valore scientifico». Per Canfora sono altre e più profonde le radici di quanto accaduto a Parigi la settimana scorsa. «La sconfitta dell'ipotesi socialista nel mondo arabo, dovuta a vari fattori compresa la scelta delle grandi potenze occidentali di contrastare comunque il socialismo in tutte le sue forme, ha avuto come effetto inevitabile che grandi masse, per esempio del mondo islamico, riconoscessero la religione come àncora alternativa al modello occidentale. E' un gigantesco passo indietro rispetto al livello del XX secolo. Inoltre è strettamente connesso al fatto che, sconfitto il socialismo, per larghe masse l'alternativa è il fanatismo religioso. L'Occidente non può limitarsi a piangere, ma deve chiedersi quali sono le proprie responsabilità nel causare questa deriva. E' ammirevole che milioni e milioni di francesi si siano radunati, ma sarebbe bello evitare di dover fare funerali e molto meglio sarebbe prevenire le derive politiche». Massimo Cacciari, filosofo, è l'altro ospite della puntata di oggi e punta in particolare sull'Europa. «Le retoriche, come quelle di questi giorni sui valori, coprono sempre dei vuoti politici. In Europa si è affermata negli anni un'unica religione: quella tecnico-scientifica, quando va bene; quando invece va male quella della pecunia. Hai voglia di affermare valori, idee: da noi diventano pura retorica». Lo scontro è dunque politico, sulle scelte che si sanno o non si sanno compiere. Le civiltà non c'entrano.
1-La guerra allo Stato Islamico e la scomoda posizione turca. Ankara di fronte al dilemma di come tenere insieme la lotta al terrorismo e la soluzione della questione curda (Valeria Giannotta, Università Ankara)...2-La crisi dimenticata. Il caos nella Libia del dopo Gheddafi. Il punto di Esteri (Claudia Gazzini, International Crisis Group)...3-L'occidente e gli errori del passato. Nel nuovo Medio Oriente si ripetono le stesse politiche. L'analisi di Alfredo Somoza...4-Gli studenti di Hong Kong chiedono più democrazia. La protesta di piazza che lancia messaggi alle elite locali e al governo di Pechino (Gabriele Battaglia)...5-Friends e Lost. Le serie TV che hanno fatto storia nella nostra rubrica settimanale (Massimo Alberti)...6-Tra 48 ore a Ponferrada verrà assegnata la maglia iridata di ciclismo. In Spagna l'edizione 2014 dei mondiali (Dario Falcini)...Esteri torna lunedì.
Il cristianesimo ha perso la dimensione del sacro. Il suo cielo si è fatto vuoto. Alzando gli occhi dalla terra, altro non è dato scorgere se non il nulla che, come una notte nera e senza stelle, spegne anche lo sguardo. È ancora in grado l'Occidente, e il cristianesimo che è la sua anima, di varcare le porte del nulla?