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Quando i DismAlone passano il testimone a Giulia Strippoli e parlano di Impero Romano. Si ricorda il Melomane pazzo mentre ci si collega con Ira Rubini dalla Scala. Oggi un'interferenza di Radio Antonio diversa dal solito ma comunque sempre presente. Toni Gorgonzola chiama da Miasino e si conclude la puntata in bellezza con Massi l'aggiustatutto.
Quella di oggi è la Voce del mito per eccellenza nell'Antico Egitto e lo è perché è la Voce di Osiride, il dio dei morti. Sembrerà strano, ma la storia leggendaria su cui si fondavano la legittimità del potere regale e la gran parte delle credenze oltremonadane di questa straordinaria civiltà è sopravvissuta nella sua versione più completa -seppur tanto rielaborata e non priva di fantasiose (anche per un mito) aggiunte- grazie ad un filosofo e scrittore greco, vissuto all'ombra dell' Impero Romano e nato nel 50 d.C. circa, a Cheronea, in Beozia: Plutarco. Come sempre, a favore di chi ascolta, per alcuni dei passaggi estratti dal testo di Plutarco si è preferito fornire una parafrasi. Bibliografia: PLUTARCO, Iside e Osiride, a cura di M. Cavalli, Piccola Biblioteca Adelphi 179, Milano 1985; R. WILKINSON, The Complete Gods and Goddesses of Ancient Egypt, London, Thames & Hudson, 2003, 118-123. Musiche: 'The Legend Lives On' Music by StudioKolomna from Pixabay; 'Fading Light of the Faiyum on Ancient Egyptian Ney Flute' Music by Nate Loper from Pixabay Suoni: http://bigsoundbank.com by Joseph Sardin; http: //freesound.org CONTATTI: e-mail: info@kheru.it Facebook: https://www.facebook.com/profile.php?id=100086674804348 Instagram: https://www.instagram.com/kherupodcast/?igshid=MmIzYWVlNDQ5Yg%3D%3D
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Attila per i Romani (e per chiunque abbia visto il film con Diego Abatantuono) fu senza dubbio il barbaro per antonomasia. Tuttavia, a differenza di molti suoi colleghi prima e dopo di lui, il re unno fu l'unico ad avere una visione imperiale limpida e consapevole: voleva creare un Impero Romano-mongolo. E quasi ci riuscì se non fosse stato per un certo Ezio, un barbaro di seconda generazione a capo dell'esercito romano, e per una certa situazione proctologica compromessa dal fatto che non scendeva MAI da cavallo. In questa puntata Guido Damini racconta la battaglia dei Campi Catalaunici (l'attuale regione francese dello Champagne) del 451 d.C.See omnystudio.com/listener for privacy information.
Siete pronti per un'avventura filosofica? Nel nostro ultimo episodio, vi portiamo nel cuore del tardo Impero Romano per scoprire come Sant'Agostino ha cercato la #felicita in Dio.********Mario Alberto Catarozzo - Formatore e Business Coach professionista• https://mariocatarozzo.it | https://myp.srl• FACEBOOK: https://facebook.com/MarAlbCat• LINKEDIN: https://it.linkedin.com/in/macatarozzo• TWITTER: https://twitter.com/MarAlbCat• INSTAGRAM: https://www.instagram.com/mariocatarozzo• TELEGRAM: http://t.me/COACHMAC_official• BUONGIORNO FELICITÀ: https://www.facebook.com/groups/buongiornofelicita• GIOVEDÌ IN DIRETTA:https://myp.srl/webinar/
Un grande ospite è intervenuto nel programma Degiornalist dai nostri Fabiana Paolini e Claudio Chiari. Stiamo parlando di Aldo Cazzullo, storica firma del Corriere della Sera e autore del libro Quando eravamo i padroni del mondo. Roma: l'impero infinito, presentato ai nostri microfoni: «Ogni imperatore si è sentito il nuovo Cesare e ogni rivoluzionario si è sentito il nuovo Spartaco», esordisce Cazzulo. «Noi siamo gli eredi di tutto questo: viviamo in città fondate dai romani, viaggiamo su strade costruite dai romani, parliamo una lingua che deriva dal latino e portiamo nomi romani!», aggiunge il giornalista. Le tracce romane nella nostra società sono evidenti, tanto che Aldo ci ha spiegato se è rimasto in eredità qualcosa del sistema politico dell'antico Impero Romano, a partire dal tema dell'immigrazione: «Nell'antica Roma si poteva diventare romano indipendentemente dalla provenienza, dalla religione e dal colore della pelle, però se ti comportavi male ti mandavano via. Avevano le loro durezze ma sostenevano di discendere da Enea, che era di fatto un immigrato, un eroe sconfitto».
Il caso di Mike Negrete diventerà il vostro Impero Romano: si può scomparire nel nulla all'interno di un campus universitario tra i più frequentati al mondo e non essere mai più ritrovati? E' quello che è successo a questo ragazzo di 18 anni nel dicembre 1999. Di là dal velo, ma neanche poi troppo, vi raccontiamo della scoperta del sarcofago di uno dei faraoni più famosi al mondo... eppure molto bistrattato ai suoi tempi. La maledizione di Tutankamon è solo leggenda? Ovviamente sì, che domande! :D
Parliamo di: Impero Romano, Brutalismo, Il paradosso della carne, World best hotel e molto altro...
Bentornati a una nuova incredibile puntata del podcast L'Asse nella Manica Show. La realizzazione di questa puntata è stata messa a rischio dallo sciopero indetto dal S.U.D., il Sindacato Unito dellasse. Tuttavia, in questa puntata troverete: L'incontro con il Templare (nazista), una delle menti più influenti della contemporaneità, che ha cercato di promuovere la pace attraverso la guerra. In passato è stato: generale dell'Impero Romano, membro dei Templari Teutonici e, sorprendentemente, ha servito anche il Terzo Reich in Antartide. A seguire, uno scontro epocale: il Professor Testa di Coccio si trova di fronte alla Dottoressa Angela. Sì è la stessa Angela intervenuta qualche mese fa per parlare di Tinder, questa volta è tornata nelle vesti di assistente sociale senza peli sulla lingua nei confronti di "quell'handicappato" del professore. In questa sfida è in palio il figlio del Professor Testa di Coccio. Chi uscirà vittorioso? Il Maestro Anthony Rock non riesce a trovare l'uscita dagli studi de L'Asse, è quindi presente anche in questa puntata con le sue meravigliose canzoni che fondono l'arte alla cultura popolare. Le telecronache de L'Asse tornano su grande richiesta. C'è uno scontro al vertice tra i Bucchinari e i Transettoni. Lo stadio International è pronto per il fischio d'inizio degli arbitri. Si parte! L'episodio si conclude con un grande annuncio: L'Asse ha deciso di lanciare il proprio e-commerce, e a dirigerlo c'è il Jeff Bezos italiano. Rimani sintonizzato per scoprire tutte le offerte! --- Send in a voice message: https://podcasters.spotify.com/pod/show/lasse-nella-manicas-show/message Support this podcast: https://podcasters.spotify.com/pod/show/lasse-nella-manicas-show/support
Ci un un tempo in cui l'Impero Romano, sedutosi sui propri allori e sulla propria convinzione di superiore civiltà, decise che l'uso della forza doveva essere messo al bando in quanto segno inequivocabile di inciviltà. L'articolo Su violenza e dittatura proviene da Franz's Blog.
Ci un un tempo in cui l'Impero Romano, sedutosi sui propri allori e sulla propria convinzione di superiore civiltà, decise che l'uso della forza doveva essere messo al bando in quanto segno inequivocabile di inciviltà. L'articolo Su violenza e dittatura proviene da Franz's Blog.
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Qoelet Vs Memorie Di Adriano - Pensiero Parallelo Sapienza ebraica, filosofia greca e ancora un pò di Impero Romano nella prossima puntata! Partiremo da L'Ecclesiaste, libro sapienziale della Bibbia con il quale Dio sorprendentemente ispira un pensiero pessimistico e disincantato, sino alle soglie del cinismo: un monito immanente a rimanere con i piedi per terra, perchè la morte porta via ogni illusione di gloria terrena. Riapriemo poi le immortali pagine di Marguerite Yourcenar, per ascoltare il racconto del vecchio imperatore Publio Elio Traiano Adriano: il bilancio della vita di un uomo complesso, sensibile, intelligente, coltissimo, che sembra scritto quasi a guisa di commento e controcanto dell'Ecclesiaste. C'È UN TEMPO PER VIVERE, UNO PER MORIRE E UNO PER ASCOLTARE PENSIERO PARALLELO!" con Simone M. Sepe e Lucio Di Gaetano
L'Impero Bizantino (395 – 1453) è il nome con cui gli studiosi moderni e contemporanei indicano l'Impero romano d'Oriente – termine che iniziò a diffondersi già durante il dominato dell'imperatore Valente – di cultura prevalentemente greca, separatosi dalla parte occidentale, di cultura quasi esclusivamente latina, dopo la morte di Teodosio I nel 395. Il termine “bizantino” è stato introdotto solo a partire dal XVIII secolo dagli Illuministi, quando l'Impero romano d'Oriente era ormai scomparso da circa tre secoli. L'Impero Romano d'Oriente rimarrà in vita per più di undici secoli, sarà guidato da circa 90 imperatori e avrà un impatto di portata enorme sulla nostra storia. Sarà l'erede e la prosecuzione dell'antico Impero Romano; era infatti romano il suo stato giuridico, la sua capitale era detta “La nuova Roma” e i suoi abitanti erano i Romei. Un “luogo” di incontro quindi tra la struttura statale romana, la cultura greca e la religione cristiana.Alessandra Bucossi, professoressa associata presso l'Università Ca' Foscari Venezia, racconta per Storiainpodcast come la pars Orientalis dell'Impero Romano riuscì a sopravvivere alla caduta della parte Occidentale. Ci fa intraprendere un vero e proprio viaggio in più di mille anni di storia, soffermando l'attenzione su un impero, quello Bizantino, in grado di prosperare e adattare la sua fisionomia passando dal mondo antico, a quello tardo-antico, a quello medievale e al primo Rinascimento, pur rimanendo fedele all'idea di un Impero Romano universale. - L'Impero romano d'Oriente e la nuova Roma (Prima parte). - Come Bisanzio sopravvive alla crisi tra il VII e l'VIII secolo (Seconda parte). - Iconoclastia (Terza parte). - Il periodo macedone, l'espansione dell'Impero, i Comneni e le Crociate (Quarta parte). - L'ultimo secolo di un Impero millenario (Quinta parte).A cura di Deborah Natale. Montaggio di Silvio Farinahttps://storiainpodcast.focus.it - Canale La storia della Storia------------Storia in Podcast di Focus si può ascoltare anche su Spotify http://bit.ly/VoceDellaStoria ed Apple Podcasts https://podcasts.apple.com/it/podcast/la-voce-della-storia/id1511551427.Siamo in tutte le edicole... ma anche qui:- Facebook: https://www.facebook.com/FocusStoria/- Gruppo Facebook Focus Storia Wars: https://www.facebook.com/groups/FocuStoriaWars/ (per appassionati di storia militare)- Youtube: https://www.youtube.com/user/focusitvideo- Twitter: https://twitter.com/focusstoria- Sito: https://www.focus.it/cultura
L'Impero Bizantino (395 – 1453) è il nome con cui gli studiosi moderni e contemporanei indicano l'Impero romano d'Oriente – termine che iniziò a diffondersi già durante il dominato dell'imperatore Valente – di cultura prevalentemente greca, separatosi dalla parte occidentale, di cultura quasi esclusivamente latina, dopo la morte di Teodosio I nel 395. Il termine “bizantino” è stato introdotto solo a partire dal XVIII secolo dagli Illuministi, quando l'Impero romano d'Oriente era ormai scomparso da circa tre secoli. L'Impero Romano d'Oriente rimarrà in vita per più di undici secoli, sarà guidato da circa 90 imperatori e avrà un impatto di portata enorme sulla nostra storia. Sarà l'erede e la prosecuzione dell'antico Impero Romano; era infatti romano il suo stato giuridico, la sua capitale era detta “La nuova Roma” e i suoi abitanti erano i Romei. Un “luogo” di incontro quindi tra la struttura statale romana, la cultura greca e la religione cristiana.Alessandra Bucossi, professoressa associata presso l'Università Ca' Foscari Venezia, racconta per Storiainpodcast come la pars Orientalis dell'Impero Romano riuscì a sopravvivere alla caduta della parte Occidentale. Ci fa intraprendere un vero e proprio viaggio in più di mille anni di storia, soffermando l'attenzione su un impero, quello Bizantino, in grado di prosperare e adattare la sua fisionomia passando dal mondo antico, a quello tardo-antico, a quello medievale e al primo Rinascimento, pur rimanendo fedele all'idea di un Impero Romano universale. - L'Impero romano d'Oriente e la nuova Roma (Prima parte). - Come Bisanzio sopravvive alla crisi tra il VII e l'VIII secolo (Seconda parte). - Iconoclastia (Terza parte). - Il periodo macedone, l'espansione dell'Impero, i Comneni e le Crociate (Quarta parte). - L'ultimo secolo di un Impero millenario (Quinta parte).A cura di Deborah Natale. Montaggio di Silvio Farinahttps://storiainpodcast.focus.it - Canale La storia della Storia------------Storia in Podcast di Focus si può ascoltare anche su Spotify http://bit.ly/VoceDellaStoria ed Apple Podcasts https://podcasts.apple.com/it/podcast/la-voce-della-storia/id1511551427.Siamo in tutte le edicole... ma anche qui:- Facebook: https://www.facebook.com/FocusStoria/- Gruppo Facebook Focus Storia Wars: https://www.facebook.com/groups/FocuStoriaWars/ (per appassionati di storia militare)- Youtube: https://www.youtube.com/user/focusitvideo- Twitter: https://twitter.com/focusstoria- Sito: https://www.focus.it/cultura
L'Impero Bizantino (395 – 1453) è il nome con cui gli studiosi moderni e contemporanei indicano l'Impero romano d'Oriente – termine che iniziò a diffondersi già durante il dominato dell'imperatore Valente – di cultura prevalentemente greca, separatosi dalla parte occidentale, di cultura quasi esclusivamente latina, dopo la morte di Teodosio I nel 395. Il termine “bizantino” è stato introdotto solo a partire dal XVIII secolo dagli Illuministi, quando l'Impero romano d'Oriente era ormai scomparso da circa tre secoli. L'Impero Romano d'Oriente rimarrà in vita per più di undici secoli, sarà guidato da circa 90 imperatori e avrà un impatto di portata enorme sulla nostra storia. Sarà l'erede e la prosecuzione dell'antico Impero Romano; era infatti romano il suo stato giuridico, la sua capitale era detta “La nuova Roma” e i suoi abitanti erano i Romei. Un “luogo” di incontro quindi tra la struttura statale romana, la cultura greca e la religione cristiana.Alessandra Bucossi, professoressa associata presso l'Università Ca' Foscari Venezia, racconta per Storiainpodcast come la pars Orientalis dell'Impero Romano riuscì a sopravvivere alla caduta della parte Occidentale. Ci fa intraprendere un vero e proprio viaggio in più di mille anni di storia, soffermando l'attenzione su un impero, quello Bizantino, in grado di prosperare e adattare la sua fisionomia passando dal mondo antico, a quello tardo-antico, a quello medievale e al primo Rinascimento, pur rimanendo fedele all'idea di un Impero Romano universale. - L'Impero romano d'Oriente e la nuova Roma (Prima parte). - Come Bisanzio sopravvive alla crisi tra il VII e l'VIII secolo (Seconda parte). - Iconoclastia (Terza parte). - Il periodo macedone, l'espansione dell'Impero, i Comneni e le Crociate (Quarta parte). - L'ultimo secolo di un Impero millenario (Quinta parte).A cura di Deborah Natale. Montaggio di Silvio Farinahttps://storiainpodcast.focus.it - Canale La storia della Storia------------Storia in Podcast di Focus si può ascoltare anche su Spotify http://bit.ly/VoceDellaStoria ed Apple Podcasts https://podcasts.apple.com/it/podcast/la-voce-della-storia/id1511551427.Siamo in tutte le edicole... ma anche qui:- Facebook: https://www.facebook.com/FocusStoria/- Gruppo Facebook Focus Storia Wars: https://www.facebook.com/groups/FocuStoriaWars/ (per appassionati di storia militare)- Youtube: https://www.youtube.com/user/focusitvideo- Twitter: https://twitter.com/focusstoria- Sito: https://www.focus.it/cultura
L'Impero Bizantino (395 – 1453) è il nome con cui gli studiosi moderni e contemporanei indicano l'Impero romano d'Oriente – termine che iniziò a diffondersi già durante il dominato dell'imperatore Valente – di cultura prevalentemente greca, separatosi dalla parte occidentale, di cultura quasi esclusivamente latina, dopo la morte di Teodosio I nel 395. Il termine “bizantino” è stato introdotto solo a partire dal XVIII secolo dagli Illuministi, quando l'Impero romano d'Oriente era ormai scomparso da circa tre secoli. L'Impero Romano d'Oriente rimarrà in vita per più di undici secoli, sarà guidato da circa 90 imperatori e avrà un impatto di portata enorme sulla nostra storia. Sarà l'erede e la prosecuzione dell'antico Impero Romano; era infatti romano il suo stato giuridico, la sua capitale era detta “La nuova Roma” e i suoi abitanti erano i Romei. Un “luogo” di incontro quindi tra la struttura statale romana, la cultura greca e la religione cristiana.Alessandra Bucossi, professoressa associata presso l'Università Ca' Foscari Venezia, racconta per Storiainpodcast come la pars Orientalis dell'Impero Romano riuscì a sopravvivere alla caduta della parte Occidentale. Ci fa intraprendere un vero e proprio viaggio in più di mille anni di storia, soffermando l'attenzione su un impero, quello Bizantino, in grado di prosperare e adattare la sua fisionomia passando dal mondo antico, a quello tardo-antico, a quello medievale e al primo Rinascimento, pur rimanendo fedele all'idea di un Impero Romano universale. - L'Impero romano d'Oriente e la nuova Roma (Prima parte). - Come Bisanzio sopravvive alla crisi tra il VII e l'VIII secolo (Seconda parte). - Iconoclastia (Terza parte). - Il periodo macedone, l'espansione dell'Impero, i Comneni e le Crociate (Quarta parte). - L'ultimo secolo di un Impero millenario (Quinta parte).A cura di Deborah Natale. Montaggio di Silvio Farinahttps://storiainpodcast.focus.it - Canale La storia della Storia------------Storia in Podcast di Focus si può ascoltare anche su Spotify http://bit.ly/VoceDellaStoria ed Apple Podcasts https://podcasts.apple.com/it/podcast/la-voce-della-storia/id1511551427.Siamo in tutte le edicole... ma anche qui:- Facebook: https://www.facebook.com/FocusStoria/- Gruppo Facebook Focus Storia Wars: https://www.facebook.com/groups/FocuStoriaWars/ (per appassionati di storia militare)- Youtube: https://www.youtube.com/user/focusitvideo- Twitter: https://twitter.com/focusstoria- Sito: https://www.focus.it/cultura
L'Impero Bizantino (395 – 1453) è il nome con cui gli studiosi moderni e contemporanei indicano l'Impero romano d'Oriente – termine che iniziò a diffondersi già durante il dominato dell'imperatore Valente – di cultura prevalentemente greca, separatosi dalla parte occidentale, di cultura quasi esclusivamente latina, dopo la morte di Teodosio I nel 395. Il termine “bizantino” è stato introdotto solo a partire dal XVIII secolo dagli Illuministi, quando l'Impero romano d'Oriente era ormai scomparso da circa tre secoli. L'Impero Romano d'Oriente rimarrà in vita per più di undici secoli, sarà guidato da circa 90 imperatori e avrà un impatto di portata enorme sulla nostra storia. Sarà l'erede e la prosecuzione dell'antico Impero Romano; era infatti romano il suo stato giuridico, la sua capitale era detta “La nuova Roma” e i suoi abitanti erano i Romei. Un “luogo” di incontro quindi tra la struttura statale romana, la cultura greca e la religione cristiana.Alessandra Bucossi, professoressa associata presso l'Università Ca' Foscari Venezia, racconta per Storiainpodcast come la pars Orientalis dell'Impero Romano riuscì a sopravvivere alla caduta della parte Occidentale. Ci fa intraprendere un vero e proprio viaggio in più di mille anni di storia, soffermando l'attenzione su un impero, quello Bizantino, in grado di prosperare e adattare la sua fisionomia passando dal mondo antico, a quello tardo-antico, a quello medievale e al primo Rinascimento, pur rimanendo fedele all'idea di un Impero Romano universale. - L'Impero romano d'Oriente e la nuova Roma (Prima parte). - Come Bisanzio sopravvive alla crisi tra il VII e l'VIII secolo (Seconda parte). - Iconoclastia (Terza parte). - Il periodo macedone, l'espansione dell'Impero, i Comneni e le Crociate (Quarta parte). - L'ultimo secolo di un Impero millenario (Quinta parte).A cura di Deborah Natale. Montaggio di Silvio Farinahttps://storiainpodcast.focus.it - Canale La storia della Storia------------Storia in Podcast di Focus si può ascoltare anche su Spotify http://bit.ly/VoceDellaStoria ed Apple Podcasts https://podcasts.apple.com/it/podcast/la-voce-della-storia/id1511551427.Siamo in tutte le edicole... ma anche qui:- Facebook: https://www.facebook.com/FocusStoria/- Gruppo Facebook Focus Storia Wars: https://www.facebook.com/groups/FocuStoriaWars/ (per appassionati di storia militare)- Youtube: https://www.youtube.com/user/focusitvideo- Twitter: https://twitter.com/focusstoria- Sito: https://www.focus.it/cultura
La memoria materiale del periodo fulgente, in cui Ravenna fu capitale dell’Impero Romano d’Occidente è giunta fino a noi, nelle strutture rimaste tra le molte commissionate dall’imperatore Onorio e soprattutto da sua sorella, Galla Placidia. Strutture strepitose quelle realizzate tra il 408 ed il 450, soprattutto per i celebri mosaici che le ricoprono.
Actuación ofrecida en el XIII Certamen de marchas procesionales, organizado por la Banda de Cornetas y Tambores del Impero Romano de Moriles (Córdoba). Se interpretaron las siguientes marchas: - "El Alma de Triana" - Francisco Ortiz Morón - "Seña Santana" - Ángel Manuel Cebrero Miranda - "El Embrujo de Triana" - Jorge Águila Ordóñez e Isaac Manuel Gómez Jiménez - "Caridad" - Manuel Alejandro González Cruz - "Historias de Judea" - Miguel Ángel Jiménez Soto - "Hágase tu Voluntad" - Manuel Alejandro González Cruz - "La Esperanza" - Francisco Ortiz Morón - "La Fe" - Francisco Ortiz Morón - "¡A esta es!" - Manuel Alejandro González Cruz - "Otra vez lo vi pasar" - Manuel Alejandro González Cruz
Versione audio: Tra il V e il VI secolo d.C., Ravenna visse un periodo di straordinaria fortuna politica, culturale e artistica. Nel 402, infatti, l’imperatore Onorio decise di trasferire, da Milano, la residenza imperiale in questa città. La nuova, inaspettata condizione di capitale dell’Impero Romano d’Occidente richiese una eccezionale espansione urbana e la costruzione di […] L'articolo Il Mausoleo di Galla Placidia a Ravenna e i suoi mosaici proviene da Arte Svelata.
Così come duplice è la natura delle forze che spingono il percorso di Planck, tra amore per la vecchia fisica e apertura al progresso, così non poteva che essere duplice questa puntata. Planck si trova a dover affrontare il problema del corpo nero, che deve coniugare termodinamica ed elettromagnetismo; e per risolverlo deve cedere alla concezione atomica di Boltzmann, pur rimanendo restio a riconoscere che quegli oscillatori risonanti che generano lo spettro del corpo nero sono proprio i tanto vituperati atomi. Planck non lo sa, ma questo è l’inizio della fine: la fisica classica, sotto la spinta di innovatori riluttanti come lui e più entusiasti come Einstein, sta per cedere sotto l’impeto della rivoluzione quantistica. Sempre più scienziati si rendono conto che il quanto elementare d’azione – la nuova entità da lui introdotta per giustificare lo spettro del corpo nero – ha delle applicazioni che possono rendere conto e unificare tanti fenomeni per i quali si arrancava a trovare una spiegazione: l’effetto fotoelettrico, la struttura atomica, la fisica del mondo microscopico. Questi successi, che consolideranno l’immagine di Planck come autorità scientifica e figura di riferimento (non solo accademica, ma umana) e che saranno premiati con il Nobel per la fisica nel 1918, saranno presto contornati da ombre ed eventi funesti. Planck, uomo di Stato, allo Stato fedele, non concepisce una reazione al nascente Reich e all’antisemitismo che piaga il mondo scientifico della Germania tra le due guerre, se non in termini di temporeggiamenti e compromessi. In questo modo finisce sia per irritare il Reich, da cui cerca di mantenere l’indipendenza finché può all’interno del suo Istituto Kaiser-Wilhelm, sia per entrare in contrasto con gli ebrei allontanati dai loro posti di lavoro e poi costretti a fuggire dal Paese. La disgrazia di Planck culminò nella perdita dell’ultimo figlio rimasto in vita, giustiziato per aver attentato alla vita di Hitler, e nella distruzione della sua residenza durante i bombardamenti di Berlino. Ma rispetto ad altri, che vuoi per convinzione, vuoi per opportunismo aderirono alla filosofia del Terzo Reich diventandone esponenti a tutti gli effetti, Planck mantenne comunque una sua integrità, che nei brevi anni tra la guerra e la morte gli valse l’intitolazione dell’ex Kaiser-Wilhelm, ora chiamato Max Planck Institute. Nel corso della puntata discutiamo anche dell’evoluzione delle unità di misura, definite a partire dalla realtà umana, frammentate in Italia durante la parcellizzazione del territorio nazionale conseguente alla caduta dell’Impero Romano, riunite da Napoleone; e di come si sia proceduto a negli ultimi tempi a un’unificazione svincolata da fenomeni antropomorfi o legata a fenomeni terrestri, basata sulle costanti universali della fisica. Proprio come avrebbe voluto Planck. Fonti: John L. Heilbron, I dilemmi di Max Planck (1988), traduzione di Riccardo Valla, ed. Bollati Boringhieri Philip Ball, Al servizio del Reich: come la fisica vendette l'anima a Hitler (2015), traduzione di Daniele A. Gewurz, ed. Einaudi Michele Calvano, Sheldon Lee Glashow racconta Max Planck (2010), La Repubblica – L’espresso
Secondo una famosissima citazione di Goethe “L’identità europea è nata sui sentieri dei pellegrinaggi e il suo linguaggio comune è stata il cristianesimo”. E probabilmente il grande intellettuale tedesco non era molto lontano dalla verità. Ecco il mondo dei pellegrini, che parte dai primi pionieri del viaggio devozionale durante i secoli dell’Impero Romano fino ad … Leggi tutto "Il medioevo in Italia e in Europa – vol 2 – Cap 9/2 – Il Medioevo dei pellegrinaggi."
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Nella seguente lezione parleremo della storia di Roma: una città, una repubblica e un impero, la cui storia ha lasciato una traccia indelebile nella cultura italiana e non solo! Ripercorreremo rapidamente la storia di Roma dalle sue origini leggendarie fino all'apice del suo potere, quando divenne l'impero più vasto dell'antichità. L'Impero Romano: nascita, sviluppo e decadenza. Le lingue romanze La storia dell'Impero Romano è importantissima non solo per lo sviluppo della cultura italiana, ma anche per quanto riguarda le lingue europee, in quanto ha permesso l'espansione del latino a tantissimi territori, tra cui la Spagna, il Portogallo, la Francia, la Romania, ecc. Insomma, l'espansione dell'Impero Romano ha gettato le basi per la formazione di quelle che oggi chiamiamo “lingue romanze”, ovvero l'italiano, il francese, lo spagnolo, il portoghese, il rumeno e così via. Le tre età di Roma Gli storici suddividono la storia romana in tre grandi età: 1) Età regia: dal 753 a.C, anno della fondazione di Roma, al 509 a.C., anno dell'espulsione dei Tarquini (ultimi re di Roma) dalla città. 2) Età repubblicana: dal 509 a.C. al 27 a.C., anno durante il quale il Senato di Roma conferisce pieni poteri e il titolo di “Augusto” a Ottaviano. 3) Età imperiale: dal 27 a.C. al 476 d.C., anno della caduta dell'Impero Romano d'Occidente. Bene, fatta questa suddivisione cronologica, possiamo realmente entrare nel vivo della storia! L'Età regia La leggenda vuole che la città di Roma sia stata fondata a metà dell'VIII secolo a.C. da due fratelli cresciuti da una lupa: Romolo e Remo, discendenti di Enea. In realtà, i moderni studi archeologici e le ricerche storiche ritengono che la città di Roma nacque dall'unione delle piccole comunità che abitavano i sette colli di Roma, situati tutti sulla riva sinistra del Tevere. Durante la prima fase, detta età regia, Roma fu una città-stato monarchica, simile alle poleis greche: il potere era esercitato da un sovrano che veniva chiamato rex. Il re deteneva non solo il potere politico, ma anche quello militare e religioso; inoltre, era affiancato da un Senato, formato da anziani patrizi (la classe d'élite dell'antica società romana). La monarchia a Roma durò circa due secoli e mezzo, durante i quali, secondo la tradizione, si susseguirono 7 re: 1 - Romolo, che secondo la leggenda uccise suo fratello Remo, diventando il primo re di Roma; 2 - Numa Pompilio; 3 - Tullio Ostilio; 4 - Anco Marzio; 5 - Tarquinio Prisco; 6 - Servio Tullio; 7 - Tarquinio il Superbo. L'Età repubblicana Il settimo re di Roma, Tarquinio il Superbo, riuscì a farsi parecchi nemici, fin quando venne esiliato da Roma nel 509 a.C., diventando l'ultimo re della città. Ha inizio così l'età repubblicana, caratterizzata dal ruolo primario svolto dal Senato nel governo di Roma. Durante il periodo repubblicano, Roma si espanse in Italia e nel Mediterraneo a seguito delle guerre sannitiche contro i Sanniti e i loro alleati (IV-III secolo a.C.) e delle guerre puniche contro Cartagine (III-II secolo a.C.). Tuttavia, nel I secolo a.C. la Repubblica entrò in forte crisi, soprattutto a causa dello scontro tra chi appoggiava al Senato la fazione dei populares (fazione politica che sosteneva le istanze del popolo) e chi quella degli optimates (fazione aristocratica conservatrice). Le guerre civili Tra 83 e 82 a.C. la prima guerra civile a Roma vide scontrarsi la fazione dei populares guidati da Gaio Mario e la fazione degli optimates guidati da Lucio Cornelio Silla. Quest'ultimo ebbe la meglio e assunse il titolo di dittatore a vita dopo aver eliminato i suoi nemici. In ogni caso, i problemi interni non erano stati risolti: ne fu la prova la congiura organizzata contro la repubblica dal senatore romano Catilina e smascherata dall'avvocato Cicerone nel 63 a.C. Nel 60 a.C. i comandanti Pompeo, Crasso e Cesare, nonostante le differenze di partito, si unirono nel Primo Triumvirato per cercare di risolvere ...
En esta ocasión nos adentramos en la historia de la antigua Roma para conocer las causas de la caída del Imperio Romano de Occidente. No faltará en la mesa el análisis de aspectos como el cristianismo, la corrupción política, el ejército, la situación del limes, la "barbarización" de la sociedad y nombres propios como el de Teodosio, Alarico, Estilicón, la batalla de Adriánopolis, entre otros. Nos acompañan: Dr. Javier Solís: es doctor en Estudios del Mundo Antiguo por la Universidad Complutense de Madrid, es especialista en historia de Roma y en religiones en la Antigüedad. Ha participado en diferentes congresos nacionales e internacionales de investigación, así como en seminarios, coloquios y conferencias, o en la publicación de diferentes artículos, reseñas y trabajos en revistas y publicaciones científicas. Carmen Caesaris: es historiadora romanista (licenciada en Historia y especializada en Historia de Roma), arqueóloga (Máster) y ceramóloga, ya que su principal línea de investigación es la cerámica romana y los aspectos socioeconómicos y culturales derivados de ella (producción, comercio, alimentación, etc.), tema sobre sobre el que versa su Tesis Doctoral, a punto de finalizar. Le apasiona la divulgación, tarea que lleva a cabo en Twitter (@carmen_caesaris) y mediante colaboraciones en el programa “Ruta por la Historia” (@rutahistoriafm). Pedro Huertas: es arqueólogo, guía de museos y fundador de Roma no se hizo en un día. Además, conocemos las principales noticias culturales de la semana y hablamos con Álvaro Manso, portavoz de Cegal, quien nos indica las sensaciones obtenidas después del día del libro, que como sabes, este año se ha celebrado el 23 de abril. Orden de intervenciones: Aroa Velasco y las noticias culturales: 6:46 -25:20 Debate sobre la caída de roma: 27:28- 1:44:40 Todo esto y mucho más en mucho más en www.elcafedelalluvia.com Síguenos en twitter: @cafelluvia | Facebook: Cafedelalluvia |Instagram: elcafedelalluvia ¡Suscríbete a "El Café de la Lluvia"! ¿Te identificas con lo que hacemos? ¿Piensas que la cultura, la ciencia y la educación son herramientas de transformación social? Si es así, puedes apoyar el medio en: https://elcafedelalluvia.com/apoya-el-proyecto/
La magnifica città di Treviri, una delle più antiche della Germania, fu fondata dall’Imperatore Augusto nell’anno 16 a.C. Treviri (Trier) si trova nella regione della Renania-Palatinato, vicino al confine con il Lussemburgo. Fu una delle capitali dell’Impero Romano e residenza dell’imperatore romano d’Occidente fino al 395.
In questa lezione ci occuperemo di storia, più precisamente della storia dell'Unificazione dell'Italia. Infatti, intorno al 1815 (ma in realtà fin dalla caduta dell'Impero Romano avvenuta nel 476 d.C.) la penisola italiana era frammentata e divisa sotto diverse dominazioni, spesso straniere. Pertanto, ripercorreremo insieme le varie tappe, e conosceremo i personaggi più importanti, che hanno portato alla nascita dell'Italia unita che tutti conosciamo oggi! La storia dell'Unità d'Italia: Risorgimento (riassunto) Prima di iniziare, vediamo come era divisa l'Italia prima dell'unità, attorno al 1815: Il Regno Lombardo-Veneto (sottomesso all'Austria degli Asburgo) Il Regno di Sardegna (governato dal re Vittorio Emanuele I, insieme al Piemonte) Lo Stato della Chiesa (governato dal Papa) Il Regno delle Due Sicilie (governato dalla dinastia dei Borbone) Ducato di Modena Granducato di Toscana Ducato di Lucca (E altre piccolissime realtà) Società segrete e prime insurrezioni Durante il secolo XIX, alcuni patrioti sentirono il bisogno di unire tutta la penisola e creare un'unica nazione dando inizio a quella fase storica nota come Risorgimento. Tra questi patrioti vi era Giuseppe Mazzini, fondatore dell'organizzazione "Giovine Italia", un'associazione politica che aveva come obiettivo quello di trasformare l'Italia in una repubblica democratica unitaria, secondo i principi di libertà e indipendenza. Per evitare di essere arrestati ed imprigionati, i patrioti decisero di organizzarsi in società segrete, sparse sia nelle regioni controllate dall'Impero Austriaco, sia in quelle controllate dalla dinastia dei Borbone e con lo scopo di scatenare delle rivolte nei vari territori, e tra le più attive e famose vi era la Carboneria, i cui componenti si chiamavano Carbonari. Realizzare il loro sogno non sarebbe stato facile: prima, ben tre Guerre d'Indipendenza dovevano essere combattute! Prima Guerra di Indipendenza - 1847: Fu composto il Canto Nazionale degli Italiani, meglio noto come Inno di Mameli dal nome dell'autore Goffredo Mameli, che divenne immediatamente popolare durante le guerre di indipendenza. (Tutt'oggi è l'inno ufficiale dello Stato italiano) - 1848: scoppiò la Prima Guerra d'Indipendenza, in quanto, dopo varie insurrezioni anti-asburgiche nelle più importanti città del Lombardo-Veneto (Padova, Milano e Venezia), Carlo Alberto di Savoia si pose a capo di una coalizione di Stati italiani e dichiarò guerra all'Austria, con l'intenzione di conquistare il Regno Lombardo-Veneto. Inizialmente vittorioso, Carlo Alberto venne in seguito sconfitto e fu costretto a consegnare il regno a suo figlio, Vittorio Emanuele II. - 1852: Camillo Benso Conte di Cavour diventò primo ministro del Regno di Sardegna e iniziò a pianificare nuove strategie innovative per riuscire a unificare la penisola. Cavour, infatti, si rese subito conto che senza l'appoggio di una potenza europea non sarebbe mai stato possibile sconfiggere gli Asburgo, quindi, attraverso una serie di manovre diplomatiche, riuscì a ottenere il sostegno della Francia di Napoleone III Seconda Guerra d'Indipendenza e Spedizione dei Mille - 1859: scoppiò la Seconda Guerra d'Indipendenza: il Regno di Sardegna, affiancato dalla Francia, riuscì a ottenere la Lombardia, evento che portò, in seguito, l'annessione al Regno di Sardegna anche di Toscana, Parma, Modena e della parte di Romagna governata dallo Stato Pontificio. - 1860: Giuseppe Garibaldi, un generale, patriota e condottiero italiano, famoso sia in Europa che in America meridionale per le sue imprese che lo resero noto come “eroe dei due mondi”, con circa un migliaio di uomini al seguito, partì da Quarto, nei pressi di Genova, in nave e raggiunse Marsala, in Sicilia. Dalla Sicilia, combattendo contro l'esercito borbonico, i Mille conquistarono tutta l'isola e iniziarono a risalire verso Nord, vittoria dopo vittoria, fino a Napoli.
Nello scorso episodio "preludio" abbiamo visto come Claudio II, detto il “gotico” abbia preso il potere alla morte di Gallieno. Nessuno poteva saperlo ai tempi ma era l’inizio di una lunga serie di imperatori di origine illirica che risolleveranno i destini dell’Impero Romano dopo il caos della crisi del terzo secolo.Ma la crisi non è terminata: Claudio è morto di una delle ultime manifestazioni della peste di Cipriano, che ha devastato il mondo romano negli anni 40’ del secolo. Claudio ha lasciato il suo lavoro a metà: ha si inflitto una dura sconfitta ai Goti ma questi non sono ancora del tutto pacificati. Inoltre l’impero resta diviso più che mai, con le province occidentali – la Gallia e la Britannia – che sono ancora governate dagli imperatori nelle Gallie mentre l’oriente è dominato da Zenobia, la regina di Palmira.Il successore di Claudio avrà insomma delle belle gatte da pelare. Si trattasse di un altro imperatore mediocre si potrebbe anche pensare ad una permanente divisione dell’impero. Fortunatamente per i Romani quello che sta per salire al trono non è un uomo qualunque, ma uno dei più grandi imperatori che i Romani abbiano mai avuto: un giorno sarà chiamato “restitutor orbis”, il ristoratore dell’ordine mondiale, ordine in cui lo stato romano è al centro e tutto il resto si inchina alla sua potenza. I soldati hanno dato a questo futuro imperatore un soprannome: "manus ad ferrum", mano sulla spada. Il suo vero nome è Aureliano.---Per sostenere il podcast andate su https://italiastoria.com/come-sostenere-il-podcast/www.patreon.com/italiastoriawww.patreon.com/italiastoria
In una giornata di Marzo di milleseicentotre anni or sono, ad Alessandria d’Egitto, un’orda di monaci fanatici istigati dal Patriarca Cirillo violentava, uccideva e faceva letteralmente a pezzi una donna, Ipazia, una stimata filosofa e scienziata, ma soprattutto una grande Iniziata. Sia gli esecutori che i mandanti di questo efferato delitto restarono impuniti, perché ormai già da tempo, sia in Egitto che nelle altre province dell’Impero Romano, il vento era cambiato ed era stata imposta una nuova religione costruita ad arte per soddisfare un preciso disegno di dominio e di controllo sociale. Ipazia ebbe il destino di vivere proprio in questa terribile congiuntura storica ed operava, con i suoi insegnamenti, per la liberazione dell’umanità dalle proprie catene. Rappresentava un fascio di luce capace di squarciare le tenebre dell’oscurantismo, del dogmatismo e dell’ignoranza e per questo faceva tanta paura ai burattinai del “sistema” e andava a tutti i costi fatta tacere per sempre. Troppo vasta però era la sua fama perché la sua memoria potesse essere cancellata con un semplice tratto di penna. La Chiesa dovette così ricorrere a una mistificazione, inventando una figura che ne rivestisse, seppur invertite e ribaltate nei contenuti, le principali caratteristiche. Stiamo parlando di Santa Caterina di Alessandria, un personaggio mai esistito, costruito a tavolino per sostituire la figura della grande Filosofa ed Iniziata nell’immaginario collettivo delle future generazioni.
La Storia non si ferma - analisi e riflessioni della Scuola Superiore Studi Storici Scrivere lettere nella tarda antichità A cura di Giulia Marolla "L’età del cambiamento" è così che Peter Brown definisce la tarda antichità. È in questa fase di profondo mutamento sociale e culturale che vengono pubblicate numerose raccolte di lettere in lingua latina. In questo breve intervento prenderemo in esame alcune caratteristiche dell’evoluzione del genere epistolare nella parte Occidentale del tardo Impero Romano. Perché la tarda antichità "ci riguarda"? Scopriremo che i temi, le modalità di comunicazione e le preoccupazioni degli autori tardoantichi sono molto più vicini a noi di quanto immaginiamo. Immagine allegata: http://usmaradio.org/wp-content/uploads/2020/05/Visigothic_-_Pair_of_Eagle_Fibula_-_Walters_54421_54422.jpg Spilla: oro su bronzo, gemme, vetro e osso. VI secolo d.C. Luogo di ritrovamento: Tierra de Barros, Spagna. The Walters Art Museum, Baltimore. > Giulia Marolla è dottoranda presso la Scuola Superiore di Studi Storici dell’Università degli Studi della Repubblica di San Marino. Si occupa di epistolografia in età tardoantica e lavora ad un commento storico e linguistico del V libro delle Epistole di Sidonio Apollinare.
La centralità di Ravenna in epoca tardo antica è provata dalla sua scelta come capitale dell’Impero Romano di Occidente dal 402 ad opera dell’imperatore Onorio, dal successivo insediamento in questa sede di un quartier generale del sovrano barbarico Teodorico (493-526) e dalla sua strategica riconquista bizantina, che non mancò di sostituire la propria, alla politica delle immagini adottata dai precedenti sovrani definiti illegittimi.
Clodoveo, figlio del capo della tribù dei Sicambri, aveva 11 anni quando nel 476 cadde per sempre l’Impero Romano d’Occidente. Quattro anni dopo divenne Re dei Franchi Salii, e da sovrano seppe sempre scegliere come suoi consiglieri vescovi cattolici, sebbene egli fosse ancora pagano e metà del suo popolo cristiano ma ariano.
Questo episodio è la risposta ad una semplice domanda che ha una risposta impossibile: perché è caduto l’Impero Romano d’occidente?Il quinto secolo è stato penso per tutti un’appassionante montagna russa, passando da un impero unito sotto Teodosio, in teoria altrettanto forte che cento anni prima, ad una situazione nel mediterraneo dove i Romani non sono più padroni del mare nostrum, dove l’Impero Romano sopravvive nelle sue forme originarie solamente in oriente, mentre l’occidente è dominato da Re barbari, tra Franchi, Visigoti, Vandali e Ostrogoti. A volte nella narrazione complessiva si può perdere di vista il quadro complessivo. In questo episodio guarderemo dunque indietro e cercheremo di capire cosa è accaduto, e perché, all’Impero dei Romani.---Grazie ai miei Patreon:Livello Dante Alighieri: Paolo, David l’apostataLivello Galileo Galilei: Davide, Francesco, Jacopo Toso, Riccardo, Stefano, Roger, Anna, Vitor, Pierangelo, Luigi, Antonio e GiuliaLivello Marco Polo: Dominik, Giacomo, Jacopo, Marco, David, Fabio, Francesco, Roberto, Stefano, Sergio, Fabrizio, Gianmarco, John, Luca, Gianluca, Michel Andre, Marco, Federico, Tony, Mariette, Luca, Andrea, Gabriele, Bruno, Gabriele Mazzon, Ale, Maurizio, Enrico, Federico, Leandro, Patricia, Emiliano, Alessandro, Pietro e Silvio Per sostenermi su Patreon: https://www.patreon.com/italiastoria.Altre modalità disponibili sul sito: www.italiastoria.comMusiche di Riccardo Santato, con l’eccezione di ciaccona in sol minore per violino e basso continuo, pezzo interpretato e suonato da Eugene e Larissa Cherkasov
Secondo i libri di storia, il medioevo è un periodo storico lunghissimo, che dura mille anni, datato tra la fine dell’impero romano ( 476) e la scoperta dell’America (1492). In un’epoca costituita da molti secoli, è difficile orientarsi nella scelta delle espressioni poetiche di tutto questo tempo. Per la nostra puntata di oggi sulla poesia medioevale, abbiamo utilizzato tre criteri di scelta, scegliendo arbitrariamente su queste basi: 1- poesie che parlano delle gesta dei cavalieri; 2- poesie scritte nelle nuove lingue nazionali, che nascono dal latino e dalle lingue celtiche; 3- le poesie ormai “ colte”, diremmo moderne, che trasmettono ai nuovi tempi i valori classici greci e romani . E dunque 1- riportiamo alcuni versi della Chanson de Roland. Poi 2- qualche strofa del Cántico dei Cantici di San Francesco. Infine 3- alcuni versi di Dante Alighieri, sia amorosi del cosiddetto “ dolce stil novo”, che etici e filosofici. Chanson de Roland Le nuove nazioni hanno bisogno di eroi, di cavalieri, di modelli da seguire. In Francia si raccontano in versi le imprese di Carlomagno contro i saraceni in Spagna. Immaginiamoci che questi versi siano cantati dovunque, da teatranti, giullari, gente comune, a corte, ma anche per le strade, nei mercati, e il popolo, ascoltandoli, si senta parte di una nazione, di un aggregato stabile che permetta il rifiorire di iniziative, di commerci, di imprese militari. I versi sono scritti nella lingua d’oil, nucleo della lingua francese. Re Carlo, il nostro magno imperatore stette per sette interi anni in Spagna. Fino al mar conquistò la terra alpestre e a lui d’innanzi cedono castella, nè un borgo, e non un muro, rimase contr’a lui , nè città, tranne Saragozza che sta su la montagna. Queste “ canzoni” , veri reportage di guerra romanzata, sono state scritte intorno all’anno mille. Facciamo un salto di duecento anni e planiamo in Umbria. In questa regione specialmente, ma anche in altre, fiorisce il fenomeno del “monachesimo”, che ha una valenza non solo religiosa, ma anche civile e culturale. Uomini di città, in molti casi appartenenti a famiglie aristocratiche, decidono di andare lontano da casa, in luoghi eremitici, dove consacrarsi al Signore, ma anche lavorare i campi, illustrare, con splendide miniature, i vecchi libri, recuperare antiche pergamene, predicare i nuovi valori a masse sempre più estese di persone che vanno ad ascoltarli. Intorno ai frati, a partire dalle fondamenta cristiane, si ricostituisce una civiltà intera. Dopo il disastro economico successivo alla caduta dell’Impero Romano, i campi si ripopolano, si costruiscono castelli e borghi e, poi, sono edificate città sempre più grandi e potenti. Infine, sopratutto in Francia e Germania, si costituiscono nazioni. L’autore di questi versi è Francesco da Assisi, grandissimo innovatore della religione e della cultura. Nella sua opera e nella sua predicazione, uomo, Dio e Natura, si compenetrano. Niente di più attuale, è la stessa sensibilità dei giorni nostri. Questa splendida poesia è scritta in italiano( 1226) . È la prima, nella nostra lingua, di cui si conosca l’autore. È una lode a Dio, ma anche un inno alla vita. Ne riportiamo pochi versi: Altissimu, onnipotente, bon Signore, tue so’ le laude, la gloria e ‘honore et omne benedictione. Laudato sie, mi’ Signore, cum tucte le tue creature spetialmente messer lo frate sole... Et ellu è bellu e radiante cum grande splendore de te, Altissimo, porta significanza... Laudato si’, mi’ Signore, per sora luna e le stelle, in cielu l’ai formate clorite et preziose et belle Laudato si’ mi’ Signore, per frate vento et per aere et nubilo et sereno et omne tempo, per lo quale alle tue creature dai sostentamento Laudato si’, mi’ Signore, per sor’acqua, la quale è multo utile et umile et preziosa et casta ...e poi “ frate focu “, robustoso et forte e sora “ madre terra” la quale ne sostenta e ne governa... E infine: Laudate e benedicete mi’ Signore..serviatele cum grande humilitate . Veniamo a Dante. Abbiamo scelto due poesie. Una che inneggia all’amore per Beatrice, l’altra, compresa nel ventiseiesimo canto dell’inferno, che costruisce, solo con due versi, la nuova etica moderna. Versi magnifici. Tanto gentile e tanto onesta pare la donna mia quand’ella altrui saluta, che la lingua deven, tremando, muta e li occhi non l’ardiscon di guardare. Ella sen va, sentendosi laudare, benignamente d’umiltà vestuta, e par che sia una cosa venuta da cielo in terra a miracol mostrare. Mostrasi si piacente a chi la mira, che dà per li occhi una dolcezza al core, che intender non la può chi non la prova e par che dalla sua labia si muova uno spirito soave pien d’amore che va dicendo all’anima: sospira. XXVI canto dell’inferno: Ulisse è di nuovo partito per l’ignoto. Vuole scoprire, andare oltre i confini conosciuti, non usando, secondo Dante, nè la fede, nè la ragione. Per questo muore ed è collocato da Dante all’Inferno. Anche questi sono versi indimenticabili: O frati, ( fratelli) dissi, che per cento milia perigli siete giunti in Occidente a questa tanto piccola vigilia d’i nostri sensi ch’è del rimanente ( in questo poco tempo di vita sensibile che ci rimane), non vogliate negar l’esperienza di retro al sol, del mondo senza gente. (Dante credeva che a occidente si fosse dietro al sole e non ci fossero abitanti). Considerate la vostra semenza: fatti non foste a viver come bruti ma per segui vertute e canoscenza. La mia ragazza Sono la tua ragazza.... È la prima volta che lo sento dire in tutta la mia vita, veramente, in tutta la mia vita. Qualche volta mi sono innamorato. Qualcuna l’ho messa in Paradiso, così in alto che nemmeno le vedevo il viso, o l’ho travata nelle spazzature, lì mi piaceva razzolare tra rifiuti e fregature. Nessuna è stata la mia ragazza, semplicemente, naturalmente, senza paure, congetture, storpiature. Le tue parole fanno cigolare portoni arrugginiti che sento gemere nell’anima. Guardo il paesaggio tra le feritoie della mia costruzione, egoismo, delirio e vuoto indicano i territori su cui comandano. Mi scopro all’improvviso stanco esausto, della guerra di liberazione. Speciale POESIA è una nuova rubrica radiofonica a cura di Giovanni Varrasi, medico psichiatra e poeta, con la partecipazione di Claudio Coppini, nella veste di conduttore, e di Roberto Vacca, che legge i testi scelti di volta in volta. Un viaggio nella storia della poesia e dello sguardo poetico attraverso i secoli, fino alla nostra attualità, lasciando l’ultima parte del programma aperta ai radio ascoltatori che vorranno mettersi in gioco inviando alla redazione dei propri componomenti poetici. Potete inviare le vostre poesia a firenze@radiovocedellasperanza.it L'articolo Altrobinario: speciale poesia San Valentino (3) proviene da Radio Voce della Speranza.
Alessandro Barbero al Festival della Mente: Lezioni e Conferenze di Storia
Il professor Barbero presenta il suo libro “Barbari. Immigrati, profughi, deportati nell’Impero Romano” (ed. Laterza). Conferenza organizzata dall’Associazione Cultura e Sviluppo ad Alessandria.Evento: http://www.culturaesviluppo.it/?p=8644Video: https://www.youtube.com/watch?v=LwgQfZJ52EwTwitter: https://twitter.com/barberopodcastInstagram: https://instagram.com/barberopodcastFacebook: https://facebook.com/barberopodcastMusic from https://filmmusic.io: "Bossa Antigua" by Kevin MacLeod (https://incompetech.com) licensed with CC BY (http://creativecommons.org/licenses/by/4.0/)
Nelle vicende umane non esiste un punto d’equilibrio. Né in quelle individuali né in quelle delle comunità, grandi o piccole che siano, dalla singola famiglia al grande impero. Una società efficiente, ricca di energie vitali, è in espansione demografica ed economica: ha bisogno di maggiori risorse per soddisfare la propria crescente popolazione, e queste maggiori risorse creano a loro volta i presupposti per un ulteriore arricchimento. Quasi inevitabilmente la volontà di acquisirle finisce per creare una situazione di conflitto con altri gruppi umani. Anche qui la scala può variare, dalla famiglia, dalla tribù, all’impero. Non c’è alternativa, nelle vicende storiche, al movimento: o ci si espande o ci si contrae. L’espansione raggiunge un limite «fisiologico», dovuto all’esaurimento della spinta interna, si può creare per un periodo più o meno lungo una situazione di stasi apparente, nella quale le forze dell’organismo che fino a poco tempo prima si espandeva sembrano in grado di difendere i limiti raggiunti e imporre all’esterno un equilibrio vantaggioso: l’Impero Romano del II secolo, la Cina della «Grande Muraglia», l’Occidente attuale… Ma è solo apparenza. La stasi è sintomo di debolezza; la storia procede, e travolge le difese…
Nello scorso episodio uno dei grandi imperi della tarda antichità è crollato, ma invece di quello romano abbiamo visto dissolversi l’impero degli Unni, che non ha resistito alla perdita del suo grande leader, Attila.In questo episodio vedremo una lotta all’interno della chiesa nicena: certo i barbari credono ancora negli insegnamenti di Ario e Ulfila ma la Chiesa Imperiale ha felicemente risolto la disputa tra ariani e niceni, in favore di questi ultimi. Ora però la Chiesa dell’Impero Romano è sull’orlo di un conflitto che la spaccherà irrimediabilmente e per sempre: la disputa sulla natura di Cristo.
In questo episodio vedremo come dopo essere stati a lungo preziosi alleati di Roma, gli Unni si guadagneranno la loro nomea di tormento dei popoli civilizzati. In due devastanti confrontazioni con le armi dell’Impero Romano più resiliente – quello orientale – gli Unni si ergeranno a principale potenza militare dell’intero mondo mediterraneo, scalzando i Romani dal loro ruolo dominante per la prima volta in settecento anni. Poi faremo i bagagli assieme ad un caro amico, il nostro storico Prisco, e ci avventureremo con lui in una ambasciata che lo porterà nel cuore dell’impero Unno, al cospetto dell’uomo di fronte al quale tremano anche gli imperatori: il flagello di Dio, Attila.
Ora immaginatevi questa scena: l’impero è a pezzi, diviso in tre parti. Gli imperatori di Roma oramai controllano solo alcune zone dell’impero mentre i barbari hanno rotto le frontiere e saccheggiano impunemente città e province, sia via terra che via mare. Goti e Alamanni minacciano perfino Roma. Pestilenze hanno decimato la popolazione dell’impero fino al punto che è difficile trovare nuove reclute per l’esercito, l’inflazione galoppante sta distruggendo ogni relazione economia, riportando il mondo mediterraneo al baratto. Un imperatore debole siede nella sua capitale in nord Italia, sempre più impotente di fronte alle procelle della storia. Dei capi semibarbari sono pronti a rimpiazzarlo con un colpo di stato militare. L’impero, il grande impero dei Cesari e degli Augusti, pare sia destinato al cestino della storia.Parliamo del 476 dopo cristo, penserete? No, l’anno è il 268 e questa non è la storia della caduta dell’Impero Romano, ma la storia di come questo fu salvato da un gruppo di rozzi militari semibarbari provenienti dai confini dell’Impero. Parliamo degli illirici e questa è la storia del primo di loro, Claudio II, detto il Gotico.-------Per diventare sostenitori del podcast visitate il sito www.italiastoria.com, ci sono 3 modalità per farlo: con una donazione di 10,20,50 euro, su Patreon con donazioni mensili da 1 euro in su, con un semplice bonifico.-------Se volete aiutare "Storia d'Italia" potete votarla nel concorso per "miglior podcast emergente del 2019", entro il 10 Ottobre 2019, cliccando al seguente link e mettendo un like all'immagine su Instagram. https://www.instagram.com/p/B1-eVrqifky/ ---Per diventare miei mecenati: www.patreon.com/italiastoria. Altre modalità disponibili sul sito www.italiastoria.com
Fra i più famosi miti romani quello di Enea è però forse anche fra i meno esplorati. Avvalendosi del lavoro delle ricercatrici Licia Ferro e Maria Monteleone, autrici del libro “Miti romani” pubblicato da Einaudi, Enrico Tullio Pizzicannella narra di come Enea diede origine al popolo dei latini. La lettura del testo è preceduta da...
Perchè ho deciso di narrare la Storia d'Italia e una cavalcata spericolata attraverso tre secoli di Impero Romano, da Augusto a Diocleziano. Allacciate le cinture.---Per diventare miei mecenati: https://www.patreon.com/italiastoria. Altre modalità disponibili sul sito www.italiastoria.com
Civiltà, migrazioni, guerre. Un viaggio nel lato oscuro della storia umana. Con il Dr. Gastone Breccia, ricercatore di civiltà bizantina e esperto di teoria militare presso l’Università degli Studi di Pavia, e Markus Zohner. http://radiopetruska.com/discography/civilta-migrazioni-guerre-un-viaggio-nel-lato-oscuro-della-storia-umana-con-il-dr-gastone-breccia-ricercatore-di-civilta-bizantina-e-esperto-di-teoria-militare-presso-luniversita-degli/ Nelle vicende umane non esiste un punto d’equilibrio. Né in quelle individuali né in quelle delle comunità, grandi o piccole che siano, dalla singola famiglia al grande impero. Una società efficiente, ricca di energie vitali, è in espansione demografica ed economica: ha bisogno di maggiori risorse per soddisfare la propria crescente popolazione, e queste maggiori risorse creano a loro volta i presupposti per un ulteriore arricchimento. Quasi inevitabilmente la volontà di acquisirle finisce per creare una situazione di conflitto con altri gruppi umani. Anche qui la scala può variare, dalla famiglia, dalla tribù all’impero. Non c’è alternativa, nelle vicende storiche, al movimento: o ci si espande o ci si contrae. L’espansione raggiunge un limite «fisiologico», dovuto all’esaurimento della spinta interna, si può creare per un periodo più o meno lungo una situazione di stasi apparente, nella quale le forze dell’organismo che fino a poco tempo prima si espandeva sembrano in grado di difendere i limiti raggiunti e imporre all’esterno un equilibrio vantaggioso: l’Impero Romano del II secolo, la Cina della «Grande Muraglia», l’Occidente attuale… Ma è solo apparenza. La stasi è sintomo di debolezza; la storia procede, e travolge le difese…. Prof. Gastone Breccia Nato a Livorno il 19/11/1962, laureato in lettere classiche a Pisa, dottore di ricerca in Scienze Storiche, dal 1997 è ricercatore di Civiltà Bizantina – prima presso l’Università degli Studi della Basilicata, dall’anno accademico 2001/02 presso l’Università degli Studi di Pavia. Come professore aggregato del Dipartimento di Musicologia e Beni Culturali di Cremona tiene i corsi di Civiltà bizantina, Letteratura bizantina e (dall’a.a. 2016/17) Storia militare antica. Negli ultimi anni si è dedicato alla ricerca in campo storico-militare anche al di fuori dell’ambito della bizantinistica. Esperto di teoria militare, di guerriglia e controguerriglia, ha condotto ricerche sul campo in Afghanistan (2011) e Kurdistan (Iraq e Siria, 2015). È membro del direttivo della Società Italiana di Storia Militare (SISM) e collaboratore fisso della rivista Focus Wars.
"Amare è anche calcolare, eccome" Avranno «calcolato» ponderatamente i rischi prima di bussare alla porta della Chiesa i pagani che abitavano l’Impero Romano. Convertirsi significava infatti andare incontro ad una morte probabile. Eppure continuavano a ripetere ai cristiani che desideravano vivere come loro. Accadde anche a quel samurai che, vedendo San Francesco Saverio rispondere con pazienza e amore a dei bambini che lo insultavano e deridevano, ne rimase così affascinato da chiedergli di diventare cristiano come lui; quello straniero, infatti, doveva avere un tesoro molto più grande dell’onore che sino ad allora era stato la ragione della sua vita. «Quello che il cristianesimo offriva ultimamente ai convertiti non era nulla di meno della loro umanità» (G. Bardy), che Dio rivelava autentica e compiuta in Cristo. Incontrandola nei cristiani diveniva naturale «odiare» tutto quello che, nella loro vita, li stava ghermendo nella menzogna. Anche a noi è giunto lo stesso annuncio. Abbiamo visto e sperimentato il suo amore che ha salvato e rinnovato la nostra vita. Ma oggi, «andando a Gesù», che cosa speriamo? Siamo come la «molta gente» che lo seguiva o desideriamo davvero essere suoi «discepoli»? Seguire il Signore significa «costruire» con Lui una «torre» come quelle che si ergevano nei campi per raccogliere e difendere il raccolto. Occorre «calcolare la spesa», che comprende ogni istante della nostra vita, e discernere i «mezzi» con cui «portare la missione a compimento», ovvero «la propria croce». Significa «portare» con Lui ciò che ci umilia e che il mondo non può accettare, per annunciare a tutti che c’é una «torre» dove Cristo ci accoglie e ci difende; essa è proprio la croce di ciascuno, dove si può vivere sereni anche nella sofferenza, perché Lui ha seminato la vita nella morte. Scendere dalla Croce è consegnare se stessi e Cristo alla «derisione» del mondo, nello scandalo che impedisce a chi ci è accanto la salvezza. Seguendo il Signore siamo chiamati anche ad «affrontare» con Lui la «guerra» per strappare al «re» nemico i prigionieri della sua menzogna. Ma, è ovvio, non possiamo combattere senza «odiarlo». Non lottiamo però con le creature, ma contro il demonio e i suoi lacci: gli affetti per «padre, madre, fratelli e sorelle» vissuti nella carne e schiacciati nei compromessi, l’idolatria del denaro, feticcio che rappresenta potere e successo. Soprattutto la nostra «propria vita», con i suoi criteri, le ragioni, i progetti. «Chi non odia» tutto questo ogni giorno, finirà con l’odiare Dio per «accordarsi» con il nemico, anche se «lontano»; le sue tentazioni, infatti, sono subdole e difficili da smascherare... Il Signore ci ha «amati sino alla fine», «odiando» perfino il suo essere Dio pur di raggiungerci laddove giacevamo lontani dal Padre. Per questo «non può essere discepolo» di Gesù chi «non rinuncia a tutti i suoi averi» per far posto al suo amore incorruttibile, libero e autentico, che attira ogni uomo nel desiderio di esserne colmato.