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Hopera Podcast - Roma
Una promessa è una promessa | Michea Giuni | Hopera

Hopera Podcast - Roma

Play Episode Listen Later Feb 3, 2025 32:35


Quello che Dio promette lo mantiene. Ed è tramite una Sua promessa senza condizioni ad Abraamo quasi 4000 anni fa che, per la fede in Gesù, anche noi siamo adottati nella famiglia di Dio e possiamo vivere liberi dalla trappola della performance o dalla disperazione nel confrontarci con le nostre mancanze.

La Bibbia Oggi
Come preparare il mondo (e noi stessi) per la venuta del Re (Matteo 3:1-12) - Jonathan Whitman

La Bibbia Oggi

Play Episode Listen Later Nov 24, 2024 54:03


Predicazione espositiva del Pastore Jonathan Whitman di Matteo capitolo 3 versetti da 1 a 12. Registrata presso il Centro Evangelico Battista di Perugia il 17 Novembre 2024.Titolo del messaggio: "Come preparare il mondo (e noi stessi) per la venuta del Re"MATTEO 3 V1-121 In quei giorni venne Giovanni il battista, che predicava nel deserto della Giudea, e diceva: 2 «Ravvedetevi, perché il regno dei cieli è vicino». 3 Di lui parlò infatti il profeta Isaia quando disse:«Voce di uno che grida nel deserto:"Preparate la via del Signore,raddrizzate i suoi sentieri"». 4 Giovanni aveva un vestito di pelo di cammello e una cintura di cuoio intorno ai fianchi; e si cibava di cavallette e di miele selvatico. 5 Allora Gerusalemme, tutta la Giudea e tutto il paese intorno al Giordano accorrevano a lui; 6 ed erano battezzati da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati. 7 Ma vedendo molti farisei e sadducei venire al suo battesimo, disse loro: «Razza di vipere, chi vi ha insegnato a sfuggire l'ira futura? 8 Fate dunque dei frutti degni del ravvedimento. 9 Non pensate di dire dentro di voi: "Abbiamo per padre Abraamo"; perché io vi dico che da queste pietre Dio può far sorgere dei figli ad Abraamo. 10 Ormai la scure è posta alla radice degli alberi; ogni albero dunque che non fa buon frutto, viene tagliato e gettato nel fuoco. 11 Io vi battezzo con acqua, in vista del ravvedimento; ma colui che viene dopo di me è più forte di me, e io non sono degno di portargli i calzari; egli vi battezzerà con lo Spirito Santo e con il fuoco. 12 Egli ha il suo ventilabro in mano, ripulirà interamente la sua aia e raccoglierà il suo grano nel granaio, ma brucerà la pula con fuoco inestinguibile».

Equipaggiati
#225 - “Prima che Abramo fosse io sono” - Giovanni 8:48-59

Equipaggiati

Play Episode Listen Later Nov 8, 2024 7:17


Benvenuti ai 4 Vangeli-letture in 1 anno 5 gg a settimanaOggi: “Prima che Abramo fosse io sono”Gesù e Abraamo48 I Giudei [dunque] gli risposero: «Non diciamo noi con ragione che sei un Samaritano e che hai un demonio?» 49 Gesù replicò: «Io non ho un demonio, ma onoro il Padre mio, e voi mi disonorate. 50 Io non cerco la mia gloria; v'è uno che la cerca e che giudica. 51 In verità, in verità vi dico che se uno osserva la mia parola, non vedrà mai la morte». 52 I Giudei {dunque} gli dissero: «Ora sappiamo che tu hai un demonio. Abraamo e i profeti sono morti, e tu dici: “Se uno osserva la mia parola, non gusterà mai la morte”. 53 Sei tu forse maggiore del padre nostro Abraamo il quale è morto? Anche i profeti sono morti; chi pretendi di essere?» 54 Gesù rispose: «Se io glorifico me stesso, la mia gloria è nulla; chi mi glorifica è il Padre mio, del quale voi dite: “È nostro Dio!” 55 e non l'avete conosciuto; ma io lo conosco, e se dicessi di non conoscerlo sarei un bugiardo come voi; ma io lo conosco e osservo la sua parola. 56 Abraamo, vostro padre, ha gioito nell'attesa di vedere il mio giorno; e l'ha visto, e se n'è rallegrato». 57 I Giudei gli dissero: «Tu non hai ancora cinquant'anni e hai visto Abraamo?» 58 Gesù disse loro: «In verità, in verità vi dico: prima che Abraamo fosse nato, io sono».59 Allora essi presero delle pietre per tirargliele; ma Gesù si nascose e uscì dal tempio [passando in mezzo a loro, e così se ne andò].lascia un commentoSupport the show

Equipaggiati
#224 - “Voi siete figli del diavolo”! - Giovanni 8:37-47

Equipaggiati

Play Episode Listen Later Nov 7, 2024 6:45


37 So che siete discendenti di Abraamo; ma cercate di uccidermi, perché la mia parola non penetra in voi. 38 Io dico quel che ho visto presso il Padre [mio]; e voi pure fate le cose che avete udite dal padre [vostro] ». 39 Essi gli risposero: «Nostro padre è Abraamo». Gesù disse loro: «Se foste figli di Abraamo, fareste le opere di Abraamo; 40 ora invece cercate di uccidermi, perché vi ho detto la verità che ho udita da Dio; Abraamo non fece così. 41 Voi fate le opere del padre vostro». Essi {dunque} gli dissero: «Noi non siamo nati da fornicazione; abbiamo un solo Padre: Dio». 42 Gesù disse loro: «Se Dio fosse vostro Padre, mi amereste, perché io sono proceduto e vengo da Dio; infatti io non sono venuto da me, ma è lui che mi ha mandato. 43 Perché non comprendete il mio parlare? Perché non potete dare ascolto alla mia parola. 44 Voi siete figli del diavolo, che è vostro padre, e volete fare i desideri del padre vostro. Egli è stato omicida fin dal principio e non si è attenuto alla verità, perché non c'è verità in lui. Quando dice il falso parla di quel che è suo, perché è bugiardo e padre della menzogna. 45 A me, perché io dico la verità, voi non credete. 46 Chi di voi mi convince di peccato? Se dico la verità, perché non mi credete? 47 Chi è da Dio ascolta le parole di Dio. Per questo voi non le ascoltate; perché non siete da Dio».lascia un commentoSupport the show

Equipaggiati
#223 - La verita' vi fara' liberi - Giovanni 8:21-36

Equipaggiati

Play Episode Listen Later Nov 6, 2024 6:45


Benvenuti ai 4 Vangeli-letture in 1 anno 5 gg a settimanaOggi: La verita' vi fara' liberi21 Egli dunque disse loro di nuovo: «Io me ne vado e voi mi cercherete, e morirete nel vostro peccato; dove vado io, voi non potete venire». 22 Perciò i Giudei dicevano: «Si ucciderà forse? Poiché dice: “Dove vado io, voi non potete venire”». 23 Egli diceva loro: «Voi siete di quaggiù, io sono di lassù; voi siete di questo mondo, io non sono di questo mondo. 24 Perciò vi ho detto che morirete nei vostri peccati; perché se non credete che io sono, morirete nei vostri peccati». 25 Allora gli domandarono: «Chi sei tu?» Gesù rispose loro: «Sono per l'appunto quello che vi dico. 26 Ho molte cose da dire e da giudicare sul conto vostro; ma colui che mi ha mandato è veritiero, e le cose che ho udite da lui le dico al mondo». 27 Essi non capirono che egli parlava loro del Padre. 28 Gesù dunque disse {loro}: «Quando avrete innalzato il Figlio dell'uomo, allora conoscerete che io sono, e che non faccio nulla da me, ma dico queste cose come il Padre [mio] mi ha insegnato. 29 E colui che mi ha mandato è con me; egli non mi ha lasciato solo, perché faccio sempre le cose che gli piacciono».30 Mentre egli parlava così, molti credettero in lui. 31 Gesù allora disse a quei Giudei che avevano creduto in lui: «Se perseverate nella mia parola, siete veramente miei discepoli; 32 conoscerete la verità e la verità vi farà liberi». 33 Essi gli risposero: «Noi siamo discendenti di Abraamo, e non siamo mai stati schiavi di nessuno; come puoi tu dire: “Voi diverrete liberi”?» 34 Gesù rispose loro: «In verità, in verità vi dico che chiunque commette il peccato è schiavo del peccato. 35 Ora lo schiavo non dimora per sempre nella casa: il figlio vi dimora per sempre. 36 Se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete veramente liberi. lascia un commentoSupport the show

Passo dopo passo alla lettura della Bibbia

Scopri la Bibbia un versetto per volta con semplici commenti dell'insegnante Egidio Annunziata.LETTURA DELLA SACRA BIBBIAEsodo 3 - https://www.bible.com/it/bible...1 Mosè pascolava il gregge di Ietro suo suocero, sacerdote di Madian, e, guidando il gregge oltre il deserto, giunse alla montagna di Dio, a Oreb.2 L'angelo del Signore gli apparve in una fiamma di fuoco, in mezzo a un pruno. Mosè guardò, ed ecco il pruno era tutto in fiamme, ma non si consumava.3 Mosè disse: «Ora voglio andare da quella parte a vedere questa grande visione e come mai il pruno non si consuma!»4 Il Signore vide che egli si era mosso per andare a vedere. Allora Dio lo chiamò di mezzo al pruno e disse: «Mosè! Mosè!» Ed egli rispose: «Eccomi».5 Dio disse: «Non ti avvicinare qua; togliti i calzari dai piedi, perché il luogo sul quale stai è suolo sacro».6 Poi aggiunse: «Io sono il Dio di tuo padre, il Dio di Abraamo, il Dio d'Isacco e il Dio di Giacobbe». Mosè allora si nascose la faccia, perché aveva paura di guardare Dio.7 Il Signore disse: «Ho visto, ho visto l'afflizione del mio popolo che è in Egitto e ho udito il grido che gli strappano i suoi oppressori; infatti conosco i suoi affanni.8 Sono sceso per liberarlo dalla mano degli Egiziani e per farlo salire da quel paese in un paese buono e spazioso,in un paese nel quale scorrono il latte e il miele, nel luogo dove sono i Cananei, gli Ittiti, gli Amorei, i Ferezei, gli Ivvei e i Gebusei.9 E ora, ecco, le grida dei figli d'Israele sono giunte a me; e ho anche visto l'oppressione con cui gli Egiziani li fanno soffrire.10 Or dunque va'; io ti mando dal faraone perché tu faccia uscire dall'Egitto il mio popolo, i figli d'Israele».11 Mosè disse a Dio: «Chi sono io per andare dal faraone e far uscire dall'Egitto i figli d'Israele?»12 E Dio disse: «Va', perché io sarò con te. Questo sarà il segno che sono io che ti ho mandato: quando avrai fatto uscire il popolo dall'Egitto, voi servirete Dio su questo monte».13 Mosè disse a Dio: «Ecco, quando sarò andato dai figli d'Israele e avrò detto loro: “Il Dio dei vostri padri mi ha mandato da voi”, se essi dicono: “Qual è il suo nome?” che cosa risponderò loro?»14 Dio disse a Mosè: «Io sono colui che sono». Poi disse: «Dirai così ai figli d'Israele: “L'io sono mi ha mandato da voi”».15 Dio disse ancora a Mosè: «Dirai così ai figli d'Israele: “Il Signore, il Dio dei vostri padri, il Dio di Abraamo, il Dio d'Isacco e il Dio di Giacobbe mi ha mandato da voi”.Tale è il mio nome in eterno; così sarò invocato di generazione in generazione.16 Va', raduna gli anziani d'Israele e di' loro: “Il Signore, il Dio dei vostri padri, il Dio di Abraamo, d'Isacco e di Giacobbe mi è apparso, dicendo: ‘Certo, io vi ho visitati, ho visto quello che vi fanno in Egitto17 e ho detto: Io vi farò uscire dall'Egitto, dove siete maltrattati, verso il paese dei Cananei, degli Ittiti, degli Amorei, dei Ferezei, degli Ivvei e dei Gebusei, in un paese nel quale scorrono il latte e il miele'”.Episodio: Esodo 3Conduttore: Egidio AnnunziataLuogo: Nocera Inferiore, Salerno - ItalyEvento: Incontro domenicale della comunità Essere Un CristianoData: 24/12/2023Lingua: ItalianaProduzione: © Essere Un Cristiano 2023

La Bibbia Oggi
La domanda più importante della tua vita (Matteo 1:1-17) - Jonathan Whitman

La Bibbia Oggi

Play Episode Listen Later Oct 16, 2024 52:19


Iniziamo un nuovo libro!Introduzione al Vangelo di Matteo, a cura del Pastore Jonathan Whitman. Registrata presso il Centro Evangelico Battista di Perugia il 22 Settembre 2024.Titolo del messaggio: "La domanda più importante della tua vita".MATTEO 1:1-171 Genealogia di Gesù Cristo, figlio di Davide, figlio di Abraamo. 2 Abraamo generò Isacco; Isacco generò Giacobbe; Giacobbe generò Giuda e i suoi fratelli; 3 Giuda generò Fares e Zara da Tamar; Fares generò Esrom; Esrom generò Aram; 4 Aram generò Aminadab; Aminadab generò Naasson; Naasson generò Salmon; 5 Salmon generò Boos da Raab; Boos generò Obed da Rut; Obed generò Iesse, 6 e Iesse generò Davide, il re.Davide generò Salomone da quella che era stata moglie di Uria; 7 Salomone generò Roboamo; Roboamo generò Abia; Abia generò Asa; 8 Asa generò Giosafat; Giosafat generò Ioram; Ioram generò Uzzia; 9 Uzzia generò Ioatam; Ioatam generò Acaz; Acaz generò Ezechia; 10 Ezechia generò Manasse; Manasse generò Amon; Amon generò Giosia; 11 Giosia generò Ieconia e i suoi fratelli al tempo della deportazione in Babilonia. 12 Dopo la deportazione in Babilonia, Ieconia generò Salatiel; Salatiel generò Zorobabele; 13 Zorobabele generò Abiud; Abiud generò Eliachim; Eliachim generò Azor; 14 Azor generò Sadoc; Sadoc generò Achim; Achim generò Eliud; 15 Eliud generò Eleàzaro; Eleàzaro generò Mattan; Mattan generò Giacobbe; 16 Giacobbe generò Giuseppe, il marito di Maria, dalla quale nacque Gesù, che è chiamato Cristo. 17 Così, da Abraamo fino a Davide sono in tutto quattordici generazioni; da Davide fino alla deportazione in Babilonia, quattordici generazioni; e dalla deportazione in Babilonia fino a Cristo, quattordici generazioni.

Passo dopo passo alla lettura della Bibbia

Scopri la Bibbia un versetto per volta con semplici commenti dell'insegnante Egidio Annunziata.LETTURA DELLA SACRA BIBBIAGenesi 50 - https://www.bible.com/it/bible...1 Allora Giuseppe si gettò sulla faccia di suo padre, pianse su di lui e lo baciò.2 Poi Giuseppe ordinò ai medici che erano al suo servizio di imbalsamare suo padre; e i medici imbalsamarono Israele.3 Ci vollero quaranta giorni, perché tanto è il tempo che si impiega a imbalsamare. E gli Egiziani lo piansero settanta giorni.4 Quando i giorni del lutto fatto per lui furono passati, Giuseppe parlò alla casa del faraone, dicendo: «Se ora ho trovato grazia ai vostri occhi, fate giungere agli orecchi del faraone queste parole:5 “Mio padre mi ha fatto giurare e mi ha detto: ‘Ecco, io muoio; seppelliscimi nel mio sepolcro, che mi sono scavato nel paese di Canaan'. Ora dunque, permetti che io salga e seppellisca mio padre; poi tornerò”».6 Il faraone rispose: «Sali e seppellisci tuo padre come ti ha fatto giurare».7 Allora Giuseppe salì a seppellire suo padre e con lui salirono tutti i servitori del faraone, gli anziani della sua casa e tutti gli anziani del paese d'Egitto,8 tutta la casa di Giuseppe e i suoi fratelli e la casa di suo padre. Non lasciarono nella terra di Goscen che i loro bambini, le loro greggi e i loro armenti.9 Con lui salirono pure carri e cavalieri, così da formare un corteo numerosissimo.10 Quando giunsero all'aia di Atad, che è oltre il Giordano, vi furono grandi e profondi lamenti. Giuseppe fece a suo padre un lutto di sette giorni.11 Quando gli abitanti del paese, i Cananei, videro il lutto dell'aia di Atad, dissero: «Questo è un grave lutto per gli Egiziani!» Perciò fu messo il nome di Abel-Misraim a quell'aia, che è oltre il Giordano.12 I figli di Giacobbe fecero per lui quello che egli aveva ordinato loro:13 lo trasportarono nel paese di Canaan e lo seppellirono nella grotta del campo di Macpela, che Abraamo aveva comprato con il campo da Efron l'Ittita, come sepolcro di sua proprietà, di fronte a Mamre.14 Giuseppe, dopo aver sepolto suo padre, tornò in Egitto con i suoi fratelli e con tutti quelli che erano saliti con lui a seppellire suo padre.15 I fratelli di Giuseppe, quando videro che il loro padre era morto, dissero: «Chi sa se Giuseppe non ci porterà odio e non ci renderà tutto il male che gli abbiamo fatto?»16 Perciò mandarono a dire a Giuseppe: «Tuo padre, prima di morire, diede quest'ordine:17 “Dite così a Giuseppe: ‘Perdona ora ai tuoi fratelli il loro misfatto e il loro peccato; perché ti hanno fatto del male'”. Ti prego, perdona dunque ora il misfatto dei servi del Dio di tuo padre!» Giuseppe, quando gli parlarono così, pianse.18 I suoi fratelli vennero anch'essi, s'inchinarono ai suoi piedi e dissero: «Ecco, siamo tuoi servi».19 Giuseppe disse loro: «Non temete. Sono io forse al posto di Dio?20 Voi avevate pensato del male contro di me, ma Dio ha pensato di convertirlo in bene per compiere quello che oggi avviene: per conservare in vita un popolo numeroso.Episodio: Genesi 50Conduttore: Egidio AnnunziataLuogo: Nocera Inferiore, Salerno - ItalyEvento: Incontro domenicale della comunità Essere Un CristianoData: 3/12/2023Lingua: ItalianaProduzione: © Essere Un Cristiano 2023

Passo dopo passo alla lettura della Bibbia

Scopri la Bibbia un versetto per volta con semplici commenti dell'insegnante Egidio Annunziata.LETTURA DELLA SACRA BIBBIAGenesi 48 - https://www.bible.com/it/bible...1 Dopo queste cose, fu detto a Giuseppe: «Ecco, tuo padre è ammalato». Allora egli prese con sé i suoi due figli, Manasse ed Efraim.2 Giacobbe ne fu informato e gli fu detto: «Ecco, tuo figlio Giuseppe viene da te». Israele raccolse le sue forze e si mise seduto sul letto.3 Giacobbe disse a Giuseppe: «Il Dio onnipotente mi apparve a Luz nel paese di Canaan, mi benedisse4 e mi disse: “Ecco, io ti renderò fecondo, ti moltiplicherò, ti farò diventare una moltitudine di popoli e darò questo paese alla tua discendenza dopo di te, come proprietà perenne”.5 Ora, i tuoi due figli che ti sono nati nel paese d'Egitto prima che io venissi da te in Egitto sono miei. Efraim e Manasse saranno miei, come Ruben e Simeone.6 Ma i figli che hai generato dopo di loro saranno tuoi; essi saranno chiamati col nome dei loro fratelli, quanto alla loro eredità.7 Quanto a me, mentre tornavo da Paddan, Rachele mi morì nel paese di Canaan, durante il viaggio, a qualche distanza da Efrata; e la seppellii in quel luogo, sulla via di Efrata, che è Betlemme».8 Israele guardò i figli di Giuseppe e disse: «Questi chi sono?»9 Giuseppe rispose a suo padre: «Sono i miei figli, che Dio mi ha dati qui». Ed egli disse: «Ti prego, falli avvicinare a me e io li benedirò».10 Gli occhi d'Israele erano annebbiati per l'età e non ci vedeva più. Giuseppe li fece avvicinare a lui ed egli li baciò e li abbracciò.11 Israele disse a Giuseppe: «Io non pensavo più di rivedere il tuo volto ed ecco che Dio mi ha dato di vedere anche la tua prole».12 Giuseppe li allontanò dalle ginocchia di suo padre e si prostrò con la faccia a terra.13 Poi Giuseppe li prese tutti e due: Efraim alla sua destra, alla sinistra d'Israele, e Manasse alla sua sinistra, alla destra d'Israele, e li fece avvicinare a lui.14 E Israele stese la sua mano destra e la posò sul capo di Efraim, che era il più giovane, e posò la sua mano sinistra sul capo di Manasse, incrociando le mani; perché Manasse era il primogenito.15 Benedisse Giuseppe e disse: «Il Dio alla cui presenza camminarono i miei padri Abraamo e Isacco, il Dio che è stato il mio pastore da quando esisto fino a questo giorno,16 l'angelo che mi ha liberato da ogni male, benedica questi ragazzi! Siano chiamati con il mio nome, con il nome dei miei padri, Abraamo e Isacco, e si moltiplichino abbondantemente sulla terra!»17 Quando Giuseppe vide che suo padre posava la mano destra sul capo di Efraim, ne ebbe dispiacere e prese la mano di suo padre per levarla dal capo di Efraim e metterla sul capo di Manasse.18 Giuseppe disse a suo padre: «Non così, padre mio, perché questo è il primogenito; metti la tua mano destra sul suo capo».Galati 3 - https://www.bible.com/it/bible...Ebrei 9 - https://www.bible.com/it/bible...Episodio: Genesi 48Conduttore: Egidio AnnunziataLuogo: Nocera Inferiore, Salerno - ItalyEvento: Incontro domenicale della comunità Essere Un CristianoData: 19/11/2023Lingua: ItalianaProduzione: © Essere Un Cristiano 2023

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#185 - "Egli e' il Dio dei vivi" - Luca 20:27-47

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Play Episode Listen Later Sep 13, 2024 7:12


Benvenuti ai 4 Vangeli-letture in 1 anno 5 gg a settimanaOggi: "Egli e' il Dio dei vivi"Dibattito sulla risurrezione27 Poi si avvicinarono alcuni sadducei, i quali negano che ci sia risurrezione[g], e lo interrogarono, dicendo: 28 «Maestro, Mosè ci ha prescritto: “Se il fratello di uno muore, avendo moglie ma senza figli[h], il fratello di lui ne prenda la moglie e dia una discendenza a suo fratello[i]”. 29 C'erano dunque sette fratelli. Il primo prese moglie e morì senza figli. 30 Il secondo pure la sposò[j], 31 poi il terzo[k]; e così, fino al settimo, morirono senza lasciare figli. 32 Infine morì[l] anche la donna. 33 Nella risurrezione, dunque, di chi sarà moglie quella donna[m]? Perché tutti e sette l'hanno avuta per moglie». 34 Gesù [, rispondendo,] disse loro: «I figli di questo mondo sposano e sono sposati, 35 ma quelli che saranno ritenuti degni di aver parte al mondo avvenire e alla risurrezione dai morti non prendono né danno moglie; 36 neanche possono più morire perché sono simili agli angeli e sono figli di Dio, essendo figli della risurrezione. 37 Che poi i morti risuscitino, lo dichiarò anche Mosè nel passo del pruno, quando chiama il Signore, Dio di Abraamo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe[n]. 38 Ora, egli non è Dio di morti, ma di vivi; perché per lui tutti vivono». 39 Alcuni scribi, rispondendo, dissero: «Maestro, hai detto bene». 40 E non osavano più fargli alcuna domanda.Gesù e gli scribi41 Ed egli disse loro: «Come mai si dice che il Cristo è Figlio di Davide? 42 Poiché Davide stesso, nel libro dei Salmi, dice:“Il Signore ha detto al mio Signore: ‘Siedi alla mia destra,43 finché io abbia posto i tuoi nemici come sgabello dei tuoi piedi'”[o].44 Davide dunque lo chiama Signore; come può essere suo figlio?»45 Mentre tutto il popolo lo ascoltava, egli disse ai {suoi} discepoli: 46 «Guardatevi dagli scribi, a cui piace passeggiare in lunghe vesti, e che amano i saluti nelle piazze, i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei conviti; 47 essi divorano le case delle vedove e fanno lunghe preghiere per mettersi in mostra. Costoro riceveranno una condanna maggiore».lascia un commentoSupport the show

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Scopri la Bibbia un versetto per volta con semplici commenti dell'insegnante Egidio Annunziata.LETTURA DELLA SACRA BIBBIAGenesi 35 - https://www.bible.com/it/bible...1 Dio disse a Giacobbe: «Àlzati, va' ad abitare a Betel; là farai un altare al Dio che ti apparve quando fuggivi davanti a tuo fratello Esaù».2 Allora Giacobbe disse alla sua famiglia e a tutti quelli che erano con lui: «Togliete gli dèi stranieri che sono in mezzo a voi, purificatevi e cambiatevi i vestiti;3 partiamo, andiamo a Betel; là farò un altare al Dio che mi esaudì nel giorno della mia angoscia e che è stato con me nel viaggio che ho fatto».4 Essi diedero a Giacobbe tutti gli dèi stranieri che erano nelle loro mani e gli anelli che avevano agli orecchi; Giacobbe li nascose sotto la quercia che è presso Sichem.5 Poi partirono. Il terrore di Dio invase le città che erano intorno a loro, e nessuno inseguì i figli di Giacobbe.6 Così Giacobbe e tutta la gente che aveva con sé giunsero a Luz, cioè Betel, che è nel paese di Canaan.7 Lì costruì un altare e chiamò quel luogo El-Betel, perché Dio gli era apparso lì quando egli fuggiva davanti a suo fratello.8 Allora morì Debora, balia di Rebecca, e fu sepolta al di sotto di Betel, sotto la quercia che fu chiamata Allon-Bacut.9 Dio apparve ancora a Giacobbe, quando questi veniva da Paddan-Aram, e lo benedisse.10 Dio gli disse: «Il tuo nome è Giacobbe. Tu non sarai più chiamato Giacobbe, ma il tuo nome sarà Israele». E lo chiamò Israele.11 Dio gli disse: «Io sono il Dio onnipotente; sii fecondo e moltìplicati; una nazione, anzi una moltitudine di nazioni discenderà da te, dei re usciranno dai tuoi lombi;12 darò a te e alla tua discendenza dopo di te il paese che diedi ad Abraamo e a Isacco».13 E Dio se ne andò risalendo dal luogo dove gli aveva parlato.14 Allora Giacobbe eresse, nel luogo dove Dio gli aveva parlato, un monumento di pietra; vi fece sopra una libazione e vi sparse su dell'olio.15 Giacobbe chiamò Betel il luogo dove Dio gli aveva parlato.16 Poi partirono da Betel. C'era ancora qualche distanza per arrivare a Efrata, quando Rachele partorì. Ella ebbe un parto difficile.17 Mentre penava a partorire, la levatrice le disse: «Non temere, perché questo è un altro figlio per te».18 Mentre l'anima sua se ne andava, perché stava morendo, chiamò il bimbo Ben-Oni; ma il padre lo chiamò Beniamino.19 Rachele dunque morì e fu sepolta sulla via di Efrata, cioè di Betlemme.20 Giacobbe eresse una pietra commemorativa sulla tomba di lei. Questa pietra commemorativa della tomba di Rachele esiste tuttora.21 Poi Israele partì e piantò la sua tenda di là da Migdal-Eder.22 Mentre Israele abitava in quel paese, Ruben andò e si unì a Bila, concubina di suo padre, e Israele venne a saperlo.23 I figli di Giacobbe erano dodici. I figli di Lea: Ruben, primogenito di Giacobbe, Simeone, Levi, Giuda, Issacar, Zabulon.24 I figli di Rachele: Giuseppe e Beniamino.25 I figli di Bila, serva di Rachele: Dan e Neftali.Episodio: Genesi 35Conduttore: Egidio AnnunziataLuogo: Nocera Inferiore, Salerno - ItalyEvento: Incontro domenicale della comunità Essere Un CristianoData: 20/08/2023Lingua: ItalianaProduzione: © Essere Un Cristiano 2023

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Scopri la Bibbia un versetto per volta con semplici commenti dell'insegnante Egidio Annunziata.LETTURA DELLA SACRA BIBBIAGenesi 32 - https://www.bible.com/it/bible...1 Giacobbe continuò il suo cammino e gli vennero incontro degli angeli di Dio.2 Come Giacobbe li vide, disse: «Questo è l'esercito di Dio». E chiamò quel luogo Maanaim.3 Giacobbe mandò davanti a sé dei messaggeri a Esaù suo fratello, nel paese di Seir, nella campagna di Edom.4 E diede loro quest'ordine: «Direte queste cose a Esaù mio signore: “Così dice il tuo servo Giacobbe: Io ho abitato presso Labano e vi sono rimasto fino ad ora;5 ho buoi, asini, pecore, servi e serve; lo mando a dire al mio signore, per trovare grazia ai tuoi occhi”».6 I messaggeri tornarono da Giacobbe, dicendo: «Siamo andati da tuo fratello Esaù ed eccolo che ti viene incontro con 400 uomini».7 Allora Giacobbe fu preso da gran paura e angoscia, divise in due schiere la gente, le greggi, gli armenti, i cammelli che erano con lui e disse:8 «Se Esaù viene contro una delle schiere e la batte, l'altra che rimane potrà salvarsi».9 Poi Giacobbe disse: «O Dio di Abraamo mio padre, Dio di mio padre Isacco! O Signore, che mi dicesti: “Torna al tuo paese, dai tuoi parenti, e ti farò del bene”,10 io sono troppo piccolo per essere degno di tutta la benevolenza che hai usata e di tutta la fedeltà che hai dimostrata al tuo servo; perché quando passai questo Giordano avevo solo il mio bastone, e ora ho due schiere.11 Liberami, ti prego, dalle mani di mio fratello, dalle mani di Esaù, perché io ho paura di lui e temo che venga e mi assalga, non risparmiando né madre né figli.12 Tu dicesti: “Certo, io ti farò del bene e farò diventare la tua discendenza come la sabbia del mare, tanto numerosa che non la si può contare”».13 Egli rimase là quella notte; e di ciò che possedeva prese di che fare un dono a suo fratello Esaù:14 200 capre e 20 becchi, duecento pecore e 20 montoni,15 30 cammelle che allattavano e i loro piccoli, 40 vacche e 10 tori, 20 asine e 10 puledri.16 Li consegnò ai suoi servi, gregge per gregge separatamente, e disse ai suoi servi: «Passate davanti a me e lasciate qualche intervallo tra gregge e gregge».17 E diede quest'ordine al primo: «Quando mio fratello Esaù t'incontrerà e ti chiederà: “Di chi sei? Dove vai? A chi appartiene questo gregge che va davanti a te?”,18 tu risponderai: “Al tuo servo Giacobbe; è un dono inviato al mio signore Esaù: ecco, egli stesso viene dietro di noi”».19 Diede lo stesso ordine al secondo, al terzo e a tutti quelli che seguivano le greggi, dicendo: «In questo modo parlerete a Esaù, quando lo troverete,20 e direte: “Ecco il tuo servo Giacobbe; egli stesso viene dietro a noi”». Perché diceva: «Io lo placherò con il dono che mi precede e dopo soltanto mi presenterò a lui; forse mi farà buona accoglienza».21 Così il dono andò davanti a lui ed egli passò la notte nell'accampamento.22 Quella notte si alzò, prese le sue due mogli, le sue due serve, i suoi undici figli e passò il guado dello Iabboc.Episodio: Genesi 32Conduttore: Egidio AnnunziataLuogo: Nocera Inferiore, Salerno - ItalyEvento: Incontro domenicale della comunità Essere Un CristianoData: 30/07/2023Lingua: ItalianaProduzione: © Essere Un Cristiano 2023

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Scopri la Bibbia un versetto per volta con semplici commenti dell'insegnante Egidio Annunziata.LETTURA DELLA SACRA BIBBIAGenesi 28 - https://www.bible.com/it/bible...1 Allora Isacco chiamò Giacobbe, lo benedisse e gli diede quest'ordine: «Non prendere moglie tra le donne di Canaan.2 Parti, va' a Paddan-Aram, alla casa di Betuel, padre di tua madre, e prendi moglie là, tra le figlie di Labano, fratello di tua madre.3 Il Dio onnipotente ti benedica, ti renda fecondo e ti moltiplichi, in modo che tu diventi un'assemblea di popoli,4 e ti dia la benedizione di Abraamo: a te e alla tua discendenza con te, perché tu possieda il paese dove sei andato peregrinando, che Dio donò ad Abraamo».5 Isacco fece partire Giacobbe, il quale andò a Paddan-Aram da Labano, figlio di Betuel, l'Arameo, fratello di Rebecca, madre di Giacobbe e di Esaù.6 Esaù vide che Isacco aveva benedetto Giacobbe e l'aveva mandato a Paddan-Aram perché vi prendesse moglie e che, benedicendolo, gli aveva dato quest'ordine: «Non prendere moglie tra le donne di Canaan»,7 e che Giacobbe aveva ubbidito a suo padre e a sua madre ed era andato a Paddan-Aram.8 Esaù comprese che le donne di Canaan non erano gradite a suo padre Isacco.9 Allora andò da Ismaele, e prese per moglie, oltre quelle che aveva già, Maalat, figlia d'Ismaele, figlio di Abraamo, sorella di Nebaiot.10 Giacobbe partì da Beer-Sceba e andò verso Caran.11 Giunse ad un certo luogo e vi passò la notte, perché il sole era già tramontato. Prese una delle pietre del luogo, se la mise per capezzale e lì si coricò.12 Fece un sogno: una scala poggiava sulla terra, mentre la sua cima toccava il cielo; e gli angeli di Dio salivano e scendevano per la scala.13 Il Signore stava al di sopra di essa e gli disse: «Io sono il Signore, il Dio di Abraamo tuo padre e il Dio d'Isacco. La terra sulla quale tu stai coricato, io la darò a te e alla tua discendenza.14 La tua discendenza sarà come la polvere della terra e tu ti estenderai a occidente e a oriente, a settentrione e a meridione, e tutte le famiglie della terra saranno benedette in te e nella tua discendenza.15 Io sono con te, e ti proteggerò dovunque tu andrai e ti ricondurrò in questo paese, perché io non ti abbandonerò prima di aver fatto quello che ti ho detto».16 Quando Giacobbe si svegliò dal sonno, disse: «Certo, il Signore è in questo luogo e io non lo sapevo!»17 Ebbe paura e disse: «Com'è tremendo questo luogo! Questa non è altro che la casa di Dio, e questa è la porta del cielo!»18 Giacobbe si alzò la mattina di buon'ora, prese la pietra che aveva messa come capezzale, la pose come pietra commemorativa e vi versò sopra dell'olio.19 E chiamò quel luogo Betel; mentre prima di allora il nome della città era Luz.20 Giacobbe fece un voto, dicendo: «Se Dio è con me, se mi protegge durante questo viaggio che sto facendo, se mi dà pane da mangiare e vesti da coprirmi,21 e se ritorno sano e salvo alla casa di mio padre, il Signore sarà il mio DioEpisodio: Genesi 28Conduttore: Egidio AnnunziataLuogo: Nocera Inferiore, Salerno - ItalyEvento: Incontro domenicale della comunità Essere Un CristianoData: 2/07/2023Lingua: ItalianaProduzione: © Essere Un Cristiano 2023

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Scopri la Bibbia un versetto per volta con semplici commenti dell'insegnante Egidio Annunziata.LETTURA DELLA SACRA BIBBIAGenesi 26 - https://www.bible.com/it/bible...1 Nel paese ci fu una carestia, oltre la prima che c'era già stata ai tempi di Abraamo, e Isacco andò da Abimelec, re dei Filistei, a Gherar.2 Il Signore gli apparve e gli disse: «Non scendere in Egitto; abita nel paese che io ti dirò.3 Soggiorna in questo paese e io sarò con te e ti benedirò, perché io darò a te e alla tua discendenza tutti questi paesi e manterrò il giuramento che feci ad Abraamo tuo padre.4 Moltiplicherò la tua discendenza come le stelle del cielo e darò alla tua discendenza tutti questi paesi; tutte le nazioni della terra saranno benedette nella tua discendenza,5 perché Abraamo ubbidì alla mia voce e osservò quello che gli avevo ordinato: i miei comandamenti, i miei statuti e le mie leggi».6 Così Isacco rimase a Gherar.7 Quando la gente del luogo gli faceva delle domande intorno a sua moglie, egli rispondeva: «È mia sorella», perché aveva paura di dire: «È mia moglie». «Non vorrei», egli pensava,«che la gente del luogo mi uccida a causa di Rebecca». Infatti lei era di bell'aspetto.8 Mentre era là da molto tempo, avvenne che Abimelec, re dei Filistei, si affacciò alla finestra e vide che Isacco scherzava con Rebecca sua moglie.9 Allora Abimelec chiamò Isacco e gli disse: «Certo costei è tua moglie; come mai dunque hai detto: “È mia sorella”?» Isacco rispose: «Perché dicevo: “Non vorrei essere messo a morte a causa di lei”».10 E Abimelec: «Che ci hai fatto? Poco ci mancava che qualcuno del popolo si unisse a tua moglie, e tu ci avresti attirato addosso una grande colpa».11 E Abimelec diede quest'ordine a tutto il popolo: «Chiunque toccherà quest'uomo o sua moglie sia messo a morte».12 Isacco seminò in quel paese e in quell'anno raccolse il centuplo; il Signore lo benedisse.13 Quest'uomo divenne grande, andò crescendo sempre più, finché diventò ricchissimo:14 fu padrone di greggi di pecore, di mandrie di buoi e di numerosa servitù. I Filistei lo invidiavano.15 Perciò turarono e riempirono di terra tutti i pozzi che i servi di suo padre avevano scavati, al tempo di Abraamo suo padre,16 e Abimelec disse a Isacco: «Vattene via da noi, perché tu sei molto più potente di noi».17 Isacco allora partì di là, s'accampò nella valle di Gherar e vi si stabilì.18 Isacco scavò di nuovo i pozzi d'acqua, che erano stati scavati al tempo di suo padre Abraamo, e che i Filistei avevano turato dopo la morte di Abraamo; e li chiamò con gli stessi nomi con cui li aveva chiamati suo padre.19 I servi d'Isacco scavarono nella valle e vi trovarono un pozzo d'acqua viva.20 Ma i pastori di Gherar litigarono con i pastori d'Isacco, dicendo: «L'acqua è nostra». Così egli chiamò il pozzo Esec, perché quelli avevano litigato con lui.21 Poi i servi scavarono un altro pozzo e quelli litigarono anche per questo. E Isacco lo chiamò Sitna.Episodio: Genesi 26Conduttore: Egidio AnnunziataLuogo: Nocera Inferiore, Salerno - ItalyEvento: Incontro domenicale della comunità Essere Un CristianoData: 18/06/2023Lingua: ItalianaProduzione: © Essere Un Cristiano 2023

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Scopri la Bibbia un versetto per volta con semplici commenti dell'insegnante Egidio Annunziata.LETTURA DELLA SACRA BIBBIAGenesi 25 - https://www.bible.com/it/bible...1 Poi Abraamo prese un'altra moglie, di nome Chetura.2 Questa gli partorì Zimran, Iocsan, Medan, Madian, Isbac e Suac.3 Iocsan generò Seba e Dedan. I figli di Dedan furono gli Assurim, i Letusim e i Leummim.4 E i figli di Madian furono Efa, Efer, Anoc, Abida ed Eldaa. Tutti questi furono i figli di Chetura.5 Abraamo diede tutto ciò che possedeva a Isacco;6 ma ai figli delle sue concubine fece dei doni e, mentre era ancora in vita, li mandò lontano da suo figlio Isacco, verso levante, nella terra d'Oriente.7 La durata della vita di Abraamo fu di 165 anni.8 Poi Abraamo spirò in prospera vecchiaia, attempato e sazio di giorni, e fu riunito al suo popolo.9 Isacco e Ismaele, suoi figli, lo seppellirono nella grotta di Macpela nel campo di Efron, figlio di Soar l'Ittita, di fronte a Mamre:10 campo che Abraamo aveva comprato dai figli di Chet. Lì furono sepolti Abraamo e sua moglie Sara.11 Dopo la morte di Abraamo, Dio benedisse suo figlio Isacco; e Isacco abitò presso il pozzo di Lacai-Roi.12 Or questi sono i discendenti d'Ismaele, figlio di Abraamo, che Agar l'Egiziana, serva di Sara, aveva partorito ad Abraamo.13 Questi sono i nomi dei figli d'Ismaele, secondo le loro generazioni: Nebaiot, il primogenito d'Ismaele; poi Chedar, Adbeel, Mibsam,14 Misma, Duma, Massa,15 Adad, Tema, Ietur, Nafis e Chedma.16 Questi sono i figli d'Ismaele e questi i loro nomi, secondo i loro villaggi e i loro accampamenti. Furono i dodici capi dei loro popoli.17 Gli anni della vita d'Ismaele furono centotrentasette; poi morì, e fu riunito al suo popolo.18 I suoi figli abitarono da Avila fino a Sur, che è di fronte all'Egitto, andando verso l'Assiria. Egli si era stabilito di fronte a tutti i suoi fratelli.19 Questi sono i discendenti d'Isacco, figlio di Abraamo.20 Abraamo generò Isacco; Isacco aveva quarant'anni quando prese per moglie Rebecca, figlia di Betuel, l'Arameo di Paddan-Aram, e sorella di Labano l'Arameo.21 Isacco implorò il Signore per sua moglie Rebecca, perché ella era sterile. Il Signore lo esaudì e Rebecca, sua moglie, concepì.22 I bambini si urtavano nel suo grembo ed ella disse: «Se così è, perché vivo?» E andò a consultare il Signore.23 Il Signore le disse: «Due nazioni sono nel tuo grembo e due popoli separati usciranno dal tuo seno. Uno dei due popoli sarà più forte dell'altro, e il maggiore servirà il minore».24 Quando venne per lei il tempo di partorire, ecco che lei aveva due gemelli nel grembo.25 Il primo che nacque era rosso e peloso come un mantello di pelo. Così fu chiamato Esaù.26 Dopo nacque suo fratello, che con la mano teneva il calcagno di Esaù e fu chiamato Giacobbe. Isacco aveva sessant'anni quando Rebecca li partorì.27 I due bambini crebbero. Esaù divenne un esperto cacciatore, un uomo di campagna, e Giacobbe un uomo tranquillo che se ne stava nelle tende.Episodio: Genesi 25Conduttore: Egidio AnnunziataLuogo: Nocera Inferiore, Salerno - ItalyEvento: Incontro domenicale della comunità Essere Un CristianoData: 11/06/2023Lingua: ItalianaProduzione: © Essere Un Cristiano 2023

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Scopri la Bibbia un versetto per volta con semplici commenti dell'insegnante Egidio Annunziata.LETTURA DELLA SACRA BIBBIAGenesi 24 - https://www.bible.com/it/bible...1 Or Abraamo era diventato vecchio, d'età avanzata, e il Signore lo aveva benedetto in ogni cosa.2 Abraamo disse al più anziano dei servi di casa sua, che aveva il governo di tutti i suoi beni: «Metti la tua mano sotto la mia coscia3 e io ti farò giurare per il Signore, il Dio dei cieli e il Dio della terra, che tu non prenderai per mio figlio una moglie tra le figlie dei Cananei in mezzo ai quali abito;4 ma andrai al mio paese, dai miei parenti, e vi prenderai una moglie per mio figlio, per Isacco».5 Il servo gli rispose: «Forse quella donna non vorrà seguirmi in questo paese; dovrò allora ricondurre tuo figlio nel paese dal quale tu sei uscito?»6 Abraamo gli disse: «Guàrdati dal far tornare là mio figlio!7 Il Signore, il Dio dei cieli, che mi fece uscire dalla casa di mio padre e dal mio paese natale e mi parlò e mi giurò dicendo:“Io darò alla tua discendenza questo paese”, egli stesso manderà il suo angelo davanti a te e tu prenderai di là una moglie per mio figlio.8 Se la donna non vorrà seguirti, allora sarai sciolto da questo giuramento che ti faccio fare; soltanto, non ricondurre là mio figlio».9 E il servo pose la mano sotto la coscia di Abraamo, suo signore, e gli giurò di fare queste cose.10 Poi il servo prese dieci cammelli, tra i cammelli del suo signore, e partì, avendo a sua disposizione tutti i beni del suo signore; e, messosi in viaggio, giunse in Mesopotamia, alla città di Naor.11 Dopo aver fatto riposare sulle ginocchia i cammelli fuori della città presso un pozzo d'acqua, verso sera, all'ora in cui le donne escono ad attingere acqua, disse:12 «O Signore, Dio del mio signore Abraamo, ti prego, fammi fare quest'oggi un felice incontro; usa bontà verso Abraamo mio signore!13 Ecco, io sto qui presso questa sorgente; e le figlie degli abitanti della città usciranno ad attingere acqua.14 Fa' che la fanciulla alla quale dirò: “Abbassa, ti prego, la tua brocca perché io beva”, e che mi risponderà: “Bevi, e darò da bere anche ai tuoi cammelli”,sia quella che tu hai destinata al tuo servo Isacco. Da questo comprenderò che tu hai usato bontà verso il mio signore».15 Non aveva ancora finito di parlare, quand'ecco uscire, con la sua brocca sulla spalla, Rebecca, figlia di Betuel figlio di Milca, moglie di Naor fratello di Abraamo.16 La fanciulla era molto bella d'aspetto, vergine; nessun uomo l'aveva conosciuta. Lei scese alla sorgente, riempì la brocca e risalì.17 Il servo le corse incontro e le disse: «Ti prego, fammi bere un po' d'acqua della tua brocca».18 Lei rispose: «Bevi, mio signore»; e s'affrettò a calare la brocca sulla mano e gli diede da bere.19 Quando ebbe finito di dargli da bere, disse: «Io ne attingerò anche per i tuoi cammelli finché abbiano bevuto a sufficienza».20 E presto vuotò la sua brocca nell'abbeveratoio, corse di nuovo al pozzo ad attingere acqua e ne attinse per tutti i cammelli di lui.Episodio: Genesi 24Conduttore: Egidio AnnunziataLuogo: Nocera Inferiore, Salerno - ItalyEvento: Incontro domenicale della comunità Essere Un CristianoData: 4/06/2023Lingua: ItalianaProduzione: © Essere Un Cristiano 2023

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Scopri la Bibbia un versetto per volta con semplici commenti dell'insegnante Egidio Annunziata.LETTURA DELLA SACRA BIBBIAGenesi 23 - https://www.bible.com/it/bible...1 La vita di Sara fu di centoventisette anni. Tanti furono gli anni della sua vita.2 Sara morì a Chiriat-Arba, che è Ebron, nel paese di Canaan, e Abraamo venne a far lutto per Sara e a piangerla.3 Poi Abraamo si alzò, si allontanò dalla salma e parlò ai figli di Chet dicendo:4 «Io sono straniero e di passaggio tra di voi; datemi la proprietà di una tomba in mezzo a voi per seppellire la salma e toglierla dalla mia vista».5 I figli di Chet risposero ad Abraamo:6 «Ascoltaci, signore! Tu sei un principe di Dio in mezzo a noi; seppellisci la tua salma nella migliore delle nostre tombe; nessuno di noi ti rifiuterà la sua tomba perché tu ve la seppellisca».7 Abraamo si alzò, s'inchinò davanti al popolo del paese, davanti ai figli di Chet,8 e parlò loro così: «Se piace a voi che io seppellisca la salma togliendola dalla mia vista, ascoltatemi e intercedete per me presso Efron, figlio di Zoar,9 perché mi ceda la grotta di Macpela che è all'estremità del suo campo; me la dia per il suo prezzo intero, come tomba di mia proprietà nel vostro paese».10 Or Efron stava seduto in mezzo ai figli di Chet; ed Efron, l'Ittita, rispose ad Abraamo in presenza dei figli di Chet, di tutti quelli che entravano per la porta della sua città:11 «No, mio signore, ascoltami! Io ti do il campo e ti do la grotta che vi si trova; te ne faccio dono in presenza dei figli del mio popolo; seppellisci la salma».12 Allora Abraamo s'inchinò davanti al popolo del paese13 e, in presenza del popolo del paese, disse a Efron: «Ti prego, ascoltami! Ti darò il prezzo del campo, accettalo da me, e io seppellirò lì la salma».14 Efron rispose ad Abraamo:15 «Signor mio, ascoltami! Un pezzo di terreno di quattrocento sicli d'argento, che cos'è tra me e te? Seppellisci dunque la salma».16 Abraamo diede ascolto a Efron e gli pesò il prezzo che egli aveva detto in presenza dei figli di Chet: quattrocento sicli d'argento, di buona moneta corrente sul mercato.17 Così il campo di Efron, che era a Macpela di fronte a Mamre, il campo con la grotta che vi si trovava, tutti gli alberi che erano nel campo e in tutti i confini all'intorno,18 furono assicurati come proprietà di Abraamo, in presenza dei figli di Chet e di tutti quelli che entravano per la porta della città di Efron.19 Subito dopo, Abraamo seppellì sua moglie Sara nella grotta del campo di Macpela di fronte a Mamre, cioè Ebron, nel paese di Canaan.20 Il campo e la grotta che vi si trova furono assicurati ad Abraamo, dai figli di Chet, come sepolcro di sua proprietà.Episodio: Genesi 23Conduttore: Egidio AnnunziataLuogo: Nocera Inferiore, Salerno - ItalyEvento: Incontro domenicale della comunità Essere Un CristianoData: 28/05/2023Lingua: ItalianaProduzione: © Essere Un Cristiano 2023

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Scopri la Bibbia un versetto per volta con semplici commenti dell'insegnante Egidio Annunziata.LETTURA DELLA SACRA BIBBIAGenesi 22 - https://www.bible.com/it/bible...1 Dopo queste cose, Dio mise alla prova Abraamo e gli disse: «Abraamo!» Egli rispose: «Eccomi».2 E Dio disse: «Prendi ora tuo figlio, il tuo unico, colui che ami, Isacco, e va' nel paese di Moria, e offrilo là in olocausto sopra uno dei monti che ti dirò».3 Abraamo si alzò la mattina di buon'ora, sellò il suo asino, prese con sé due suoi servi e suo figlio Isacco, spaccò della legna per l'olocausto, poi partì verso il luogo che Dio gli aveva indicato.4 Il terzo giorno Abraamo alzò gli occhi e vide da lontano il luogo.5 Allora Abraamo disse ai suoi servi: «Rimanete qui con l'asino; io e il ragazzo andremo fin là e adoreremo; poi torneremo da voi».6 Abraamo prese la legna per l'olocausto e la mise addosso a Isacco suo figlio, prese in mano il fuoco e il coltello, poi proseguirono tutti e due insieme.7 Isacco parlò ad Abraamo suo padre e disse: «Padre mio!» Abraamo rispose: «Eccomi qui, figlio mio». E Isacco: «Ecco il fuoco e la legna; ma dov'è l'agnello per l'olocausto?»8 Abraamo rispose: «Figlio mio, Dio stesso si provvederà l'agnello per l'olocausto». E proseguirono tutti e due insieme.9 Giunsero al luogo che Dio gli aveva detto. Abraamo costruì l'altare e vi accomodò la legna; legò Isacco suo figlio e lo mise sull'altare, sopra la legna.10 Abraamo stese la mano e prese il coltello per scannare suo figlio.11 Ma l'angelo del Signore lo chiamò dal cielo e disse: «Abraamo, Abraamo!» Egli rispose: «Eccomi».12 E l'angelo: «Non stendere la mano contro il ragazzo e non fargli male! Ora so che tu temi Dio, poiché non mi hai rifiutato tuo figlio, l'unico tuo».13 Abraamo alzò gli occhi, guardò, ed ecco dietro a sé un montone, impigliato per le corna in un cespuglio. Abraamo andò, prese il montone e l'offerse in olocausto invece di suo figlio.14 Abraamo chiamò quel luogo «Iavè-Irè». Per questo si dice oggi: «Al monte del Signore sarà provveduto».15 L'angelo del Signore chiamò dal cielo Abraamo una seconda volta e disse:16 «Io giuro per me stesso», dice il Signore, «che, siccome tu hai fatto questo e non mi hai rifiutato tuo figlio, l'unico tuo,17 io ti colmerò di benedizioni e moltiplicherò la tua discendenza come le stelle del cielo e come la sabbia che è sul lido del mare; e la tua discendenza s'impadronirà delle città dei suoi nemici.18 Tutte le nazioni della terra saranno benedette nella tua discendenza, perché tu hai ubbidito alla mia voce».19 Poi Abraamo tornò dai suoi servi. Essi si levarono e insieme andarono a Beer-Sceba. E Abraamo abitò a Beer-Sceba.20 Dopo queste cose fu riferito ad Abraamo questo: «Ecco, Milca ha partorito anch'ella dei figli a Naor, tuo fratello:21 Uz, il primogenito, Buz, suo fratello,22 Chemuel padre di Aram, Chesed, Azo, Pildas, Idlaf e Betuel».23 E Betuel generò Rebecca. Questi otto Milca partorì a Naor, fratello di Abraamo.24 E la concubina di lui, che si chiamava Reuma, partorì anch'essa Teba, Gaam, Taas e Maaca.Episodio: Genesi 22Conduttore: Egidio AnnunziataLuogo: Nocera Inferiore, Salerno - ItalyEvento: Incontro domenicale della comunità Essere Un CristianoData: 21/05/2023Lingua: ItalianaProduzione: © Essere Un Cristiano 2023

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Scopri la Bibbia un versetto per volta con semplici commenti dell'insegnante Egidio Annunziata.LETTURA DELLA SACRA BIBBIAGenesi 21 - https://www.bible.com/it/bible...1 Il Signore visitò Sara come aveva detto; e il Signore fece a Sara come aveva annunciato.2 Sara concepì e partorì un figlio ad Abraamo, quando egli era vecchio, al tempo che Dio gli aveva fissato.3 Abraamo chiamò Isacco il figlio che gli era nato, che Sara gli aveva partorito.4 Abraamo circoncise suo figlio Isacco all'età di otto giorni, come Dio gli aveva comandato.5 Abraamo aveva cent'anni quando gli nacque suo figlio Isacco.6 Sara disse: «Dio mi ha dato di che ridere; chiunque l'udrà riderà con me».7 E aggiunse: «Chi avrebbe mai detto ad Abraamo che Sara avrebbe allattato figli? Eppure io gli ho partorito un figlio nella sua vecchiaia».8 Il bambino dunque crebbe e fu divezzato. Nel giorno che Isacco fu divezzato, Abraamo fece un grande banchetto.9 Sara vide che il figlio partorito ad Abraamo da Agar, l'Egiziana, rideva;10 allora disse ad Abraamo: «Caccia via questa serva e suo figlio; perché il figlio di questa serva non dev'essere erede con mio figlio, con Isacco».11 La cosa dispiacque moltissimo ad Abraamo a motivo di suo figlio.12 Ma Dio disse ad Abraamo: «Non addolorarti per il ragazzo, né per la tua serva; acconsenti a tutto quello che Sara ti dirà, perché da Isacco uscirà la discendenza che porterà il tuo nome.13 Anche del figlio di questa serva io farò una nazione, perché appartiene alla tua discendenza».14 Abraamo si alzò la mattina di buon'ora, prese del pane e un otre d'acqua e li diede ad Agar, mettendoglieli sulle spalle con il bambino, e la mandò via. Lei se ne andò e vagava per il deserto di Beer-Sceba.15 Quando l'acqua dell'otre finì, lei mise il bambino sotto un arboscello.16 E andò a sedersi di fronte, a distanza di un tiro d'arco, perché diceva: «Che io non veda morire il bambino!» E seduta così di fronte, alzò la voce e pianse.17 Dio udì la voce del ragazzo e l'angelo di Dio chiamò Agar dal cielo e le disse: «Che hai, Agar? Non temere, perché Dio ha udito la voce del ragazzo là dov'è.18 Àlzati, prendi il ragazzo e tienilo per mano, perché io farò di lui una grande nazione».19 Dio le aprì gli occhi ed ella vide un pozzo d'acqua e andò, riempì d'acqua l'otre e diede da bere al ragazzo.20 Dio fu con il ragazzo; egli crebbe, abitò nel deserto e divenne un tiratore d'arco.21 Egli si stabilì nel deserto di Paran e sua madre gli prese per moglie una donna del paese d'Egitto.22 In quel tempo Abimelec, accompagnato da Picol, capo del suo esercito, parlò ad Abraamo, dicendo: «Dio è con te in tutto quello che fai.23 Giurami dunque qui, nel nome di Dio, che tu non ingannerai me, né i miei figli, né i miei nipoti; ma che userai verso di me e verso il paese dove hai abitato come straniero la stessa benevolenza che io ho usata verso di te».24 Abraamo rispose: «Lo giuro».Galati 4 - https://www.bible.com/it/bible...Matteo 5 - https://www.bible.com/it/bible...Episodio: Genesi 21Conduttore: Egidio AnnunziataLuogo: Nocera Inferiore, Salerno - ItalyEvento: Incontro domenicale della comunità Essere Un CristianoData: 14/05/2023Lingua: ItalianaProduzione: © Essere Un Cristiano 2023

Passo dopo passo alla lettura della Bibbia

Scopri la Bibbia un versetto per volta con semplici commenti dell'insegnante Egidio Annunziata.LETTURA DELLA SACRA BIBBIAGenesi 20 - https://www.bible.com/it/bible...1 Abraamo partì di là andando verso la regione meridionale, si stabilì fra Cades e Sur; poi abitò come straniero in Gherar.2 Abraamo diceva di sua moglie Sara: «È mia sorella». E Abimelec, re di Gherar, mandò a prendere Sara.3 Ma Dio venne di notte, in un sogno, ad Abimelec e gli disse: «Ecco, tu sei morto, a causa della donna che ti sei presa; perché è sposata».4 Or Abimelec, che non si era ancora accostato a lei, rispose: «Signore, faresti perire una nazione anche se giusta?5 Egli non mi ha forse detto: “È mia sorella?” Anche lei ha detto: “Egli è mio fratello”. Io ho fatto questo nell'integrità del mio cuore e con mani innocenti».6 Dio gli disse nel sogno: «Anch'io so che tu hai fatto questo nell'integrità del tuo cuore: ti ho quindi preservato dal peccare contro di me; perciò non ti ho permesso di toccarla.7 Ora, restituisci la moglie a quest'uomo, perché è profeta; egli pregherà per te e tu vivrai. Ma, se non la restituisci, sappi che sicuramente morirai, tu e tutti i tuoi».8 Abimelec si alzò di mattina presto, chiamò tutti i suoi servi e raccontò in loro presenza tutte queste cose. E quegli uomini furono presi da grande paura.9 Poi Abimelec chiamò Abraamo e gli disse: «Che ci hai fatto? In che cosa ti ho offeso, ché tu abbia attirato su di me e sul mio regno questo grande peccato? Tu mi hai fatto cose che non si debbono fare».10 Di nuovo Abimelec disse ad Abraamo: «A che miravi facendo questo?»11 Abraamo rispose: «L'ho fatto perché dicevo tra me: “Certo, in questo luogo non c'è timor di Dio e mi uccideranno a causa di mia moglie”.12 Inoltre, è veramente mia sorella, figlia di mio padre, ma non figlia di mia madre, ed è diventata mia moglie.13 Or quando Dio mi fece emigrare lontano dalla casa di mio padre, io le dissi: “Questo è il favore che tu mi farai; dovunque giungeremo dirai di me: ‘È mio fratello'”».14 Abimelec prese delle pecore, dei buoi, dei servi e delle serve; li diede ad Abraamo e gli restituì Sara, sua moglie.15 Abimelec disse: «Ecco, il mio paese ti sta davanti; va' a stabilirti dove ti piacerà».16 E a Sara disse: «Ecco, io ho dato a tuo fratello mille pezzi d'argento; questo sarà per te come un velo agli occhi davanti a tutti quelli che sono con te, e sarai riabilitata di fronte a tutti».17 Abraamo pregò Dio e Dio guarì Abimelec, la moglie e le serve di lui, ed esse poterono partorire.18 Infatti, il Signore aveva reso sterile l'intera casa di Abimelec a causa di Sara, moglie di Abraamo.Episodio: Genesi 20Conduttore: Egidio AnnunziataLuogo: Nocera Inferiore, Salerno - ItalyEvento: Incontro domenicale della comunità Essere Un CristianoData: 07/05/2023Lingua: ItalianaProduzione: © Essere Un Cristiano 2023

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Scopri la Bibbia un versetto per volta con semplici commenti dell'insegnante Egidio Annunziata.LETTURA DELLA SACRA BIBBIAGenesi 18 - https://www.bible.com/it/bible...1 Il Signore apparve ad Abraamo alle querce di Mamre, mentre egli sedeva all'ingresso della sua tenda nell'ora più calda del giorno.2 Abraamo alzò gli occhi e vide che tre uomini stavano davanti a lui. Come li ebbe visti, corse loro incontro dall'ingresso della tenda, si prostrò fino a terra e disse:3 «Ti prego, mio Signore, se ho trovato grazia ai tuoi occhi, non passare oltre senza fermarti dal tuo servo!4 Lasciate che si porti un po' d'acqua, lavatevi i piedi e riposatevi sotto quest'albero.5 Io andrò a prendere del pane e vi ristorerete; poi continuerete il vostro cammino; poiché è per questo che siete passati dal vostro servo». Quelli dissero: «Fa' pure come hai detto».6 Allora Abraamo andò in fretta nella tenda da Sara e le disse: «Prendi subito tre misure di fior di farina, impastala e fa' delle focacce».7 Poi Abraamo corse alla mandria, prese un vitello tenero e buono e lo diede a un suo servo, il quale si affrettò a prepararlo.8 Prese del burro, del latte e il vitello che era stato preparato, e li pose davanti a loro. Egli se ne stette in piedi presso di loro, sotto l'albero, e quelli mangiarono.9 Poi essi gli dissero: «Dov'è Sara, tua moglie?» Ed egli rispose: «È là nella tenda».10 E l'altro: «Tornerò certamente da te fra un anno; allora Sara, tua moglie, avrà un figlio». Sara intanto stava ad ascoltare all'ingresso della tenda, che era dietro di lui.11 Abraamo e Sara erano vecchi, ben avanti negli anni, e Sara non aveva più i corsi ordinari delle donne.12 Sara rise dentro di sé, dicendo: «Vecchia come sono, dovrei avere tali piaceri? Anche il mio signore è vecchio!»13 Il Signore disse ad Abraamo: «Perché mai ha riso Sara, dicendo: “Partorirei io per davvero, vecchia come sono?”14 Vi è forse qualcosa che sia troppo difficile per il Signore? Al tempo fissato, l'anno prossimo, tornerò e Sara avrà un figlio».15 Allora Sara negò, dicendo: «Non ho riso»; perché ebbe paura. Ma egli disse: «Invece hai riso!»16 Poi quegli uomini si alzarono e volsero gli sguardi verso Sodoma; e Abraamo andò con loro per congedarli.17 Il Signore disse: «Dovrei forse nascondere ad Abraamo quanto sto per fare,18 dato che Abraamo deve diventare una nazione grande e potente e in lui saranno benedette tutte le nazioni della terra?19 Infatti, io l'ho prescelto perché ordini ai suoi figli, e alla sua casa dopo di lui, che seguano la via del Signore per praticare la giustizia e il diritto, affinché il Signore compia in favore di Abraamo quello che gli ha promesso».20 Il Signore disse: «Siccome il grido che sale da Sodoma e Gomorra è grande e siccome il loro peccato è molto grave,21 io scenderò e vedrò se hanno veramente agito secondo il grido che è giunto fino a me; e, se così non è, lo saprò».22 Quegli uomini partirono di là e si avviarono verso Sodoma; ma Abraamo rimase ancora davanti al Signore.Romani 3 - https://www.bible.com/it/bible...Episodio: Genesi 18Conduttore: Egidio AnnunziataLuogo: Nocera Inferiore, Salerno - ItalyEvento: Incontro domenicale della comunità Essere Un CristianoData: 23/04/2023Lingua: ItalianaProduzione: © Essere Un Cristiano 2023

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Scopri la Bibbia un versetto per volta con semplici commenti dell'insegnante Egidio Annunziata.LETTURA DELLA SACRA BIBBIAGenesi 17 - https://www.bible.com/it/bible...1 Quando Abramo ebbe novantanove anni, il Signore gli apparve e gli disse: «Io sono il Dio onnipotente; cammina alla mia presenza e sii integro;2 e io stabilirò il mio patto fra me e te e ti moltiplicherò grandemente».3 Allora Abramo si prostrò con la faccia a terra e Dio gli parlò, dicendo:4 «Quanto a me, ecco il patto che faccio con te: tu diventerai padre di una moltitudine di nazioni;5 non sarai più chiamato Abramo, ma il tuo nome sarà Abraamo, poiché io ti costituisco padre di una moltitudine di nazioni.6 Ti farò moltiplicare grandemente, ti farò divenire nazioni e da te usciranno dei re.7 Stabilirò il mio patto fra me e te e i tuoi discendenti dopo di te, di generazione in generazione; sarà un patto eterno per il quale io sarò il Dio tuo e della tua discendenza dopo di te.8 A te e alla tua discendenza dopo di te darò il paese dove abiti come straniero: tutto il paese di Canaan, in possesso perenne; e sarò loro Dio».9 Poi Dio disse ad Abraamo: «Quanto a te, tu osserverai il mio patto: tu e la tua discendenza dopo di te, di generazione in generazione.10 Questo è il mio patto che voi osserverete, patto fra me e voi e la tua discendenza dopo di te: ogni maschio tra di voi sia circonciso.11 Sarete circoncisi; questo sarà un segno del patto fra me e voi.12 All'età di otto giorni, ogni maschio sarà circonciso tra di voi, di generazione in generazione: tanto quello nato in casa, quanto quello comprato con denaro da qualunque straniero e che non sia della tua discendenza.13 Quello nato in casa tua e quello comprato con denaro dovrà essere circonciso; il mio patto nella vostra carne sarà un patto perenne.14 L'incirconciso, il maschio che non sarà stato circonciso nella carne del suo prepuzio, sarà tolto via dalla sua gente: egli avrà violato il mio patto».15 Dio disse ad Abraamo: «Quanto a Sarai tua moglie, non la chiamare più Sarai; il suo nome sarà, invece, Sara.16 Io la benedirò e da lei ti darò anche un figlio; la benedirò e diventerà nazioni; re di popoli usciranno da lei».17 Allora Abraamo si prostrò con la faccia a terra, rise, e disse in cuor suo: «Nascerà un figlio a un uomo di cent'anni? E Sara partorirà ora che ha novant'anni?»18 Abraamo disse a Dio: «Oh, possa almeno Ismaele vivere davanti a te!»Luca 16 - https://www.bible.com/it/bible...2 Corinzi 6 - https://www.bible.com/it/bible...Efesini 3 - https://www.bible.com/it/bible...Atti 3 - https://www.bible.com/it/bible...Esodo 40 - https://www.bible.com/it/bible...Deuteronomio 30 - https://www.bible.com/it/bible...Romani 2 - https://www.bible.com/it/bible...Romani 4 - https://www.bible.com/it/bible...Episodio: Genesi 17Conduttore: Egidio AnnunziataLuogo: Nocera Inferiore, Salerno - ItalyEvento: Incontro domenicale della comunità Essere Un CristianoData: 16/04/2023Lingua: ItalianaProduzione: © Essere Un Cristiano 2023

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#225 - “Prima che Abramo fosse io sono” - Giovanni 8:48-59

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Play Episode Listen Later Nov 10, 2023 2:57


Benvenuti ai 4 Vangeli-letture in 1 anno 5 gg a settimanaOggi: “Prima che Abramo fosse io sono”Gesù e Abraamo48 I Giudei [dunque] gli risposero: «Non diciamo noi con ragione che sei un Samaritano e che hai un demonio?» 49 Gesù replicò: «Io non ho un demonio, ma onoro il Padre mio, e voi mi disonorate. 50 Io non cerco la mia gloria; v'è uno che la cerca e che giudica. 51 In verità, in verità vi dico che se uno osserva la mia parola, non vedrà mai la morte». 52 I Giudei {dunque} gli dissero: «Ora sappiamo che tu hai un demonio. Abraamo e i profeti sono morti, e tu dici: “Se uno osserva la mia parola, non gusterà mai la morte”. 53 Sei tu forse maggiore del padre nostro Abraamo il quale è morto? Anche i profeti sono morti; chi pretendi di essere?» 54 Gesù rispose: «Se io glorifico me stesso, la mia gloria è nulla; chi mi glorifica è il Padre mio, del quale voi dite: “È nostro Dio!”[q] 55 e non l'avete conosciuto; ma io lo conosco, e se dicessi di non conoscerlo sarei un bugiardo come voi; ma io lo conosco e osservo la sua parola. 56 Abraamo, vostro padre, ha gioito nell'attesa di vedere il mio giorno; e l'ha visto, e se n'è rallegrato». 57 I Giudei gli dissero: «Tu non hai ancora cinquant'anni e hai visto Abraamo?» 58 Gesù disse loro: «In verità, in verità vi dico: prima che Abraamo fosse nato, io sono[r]».59 Allora essi presero delle pietre per tirargliele; ma Gesù si nascose e uscì dal tempio [passando in mezzo a loro, e così se ne andò].Support the show

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#224 - “Voi siete figli del diavolo”! - Giovanni 8:37-47

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Play Episode Listen Later Nov 9, 2023 2:52


Benvenuti ai 4 Vangeli-letture in 1 anno 5 gg a settimanaOggi: “Voi siete figli del diavolo”! 37 So che siete discendenti di Abraamo; ma cercate di uccidermi, perché la mia parola non penetra in voi. 38 Io dico quel che ho visto presso il Padre [mio]; e voi pure fate le cose che avete udite[n] dal padre [vostro] ». 39 Essi gli risposero: «Nostro padre è Abraamo». Gesù disse loro: «Se foste figli di Abraamo, fareste[o] le opere di Abraamo; 40 ora invece cercate di uccidermi, perché vi ho detto la verità[p] che ho udita da Dio; Abraamo non fece così. 41 Voi fate le opere del padre vostro». Essi {dunque} gli dissero: «Noi non siamo nati da fornicazione; abbiamo un solo Padre: Dio». 42 Gesù disse loro: «Se Dio fosse vostro Padre, mi amereste, perché io sono proceduto e vengo da Dio; infatti io non sono venuto da me, ma è lui che mi ha mandato. 43 Perché non comprendete il mio parlare? Perché non potete dare ascolto alla mia parola. 44 Voi siete figli del diavolo, che è vostro padre, e volete fare i desideri del padre vostro. Egli è stato omicida fin dal principio e non si è attenuto alla verità, perché non c'è verità in lui. Quando dice il falso parla di quel che è suo, perché è bugiardo e padre della menzogna. 45 A me, perché io dico la verità, voi non credete. 46 Chi di voi mi convince di peccato? Se dico la verità, perché non mi credete? 47 Chi è da Dio ascolta le parole di Dio. Per questo voi non le ascoltate; perché non siete da Dio».Support the show

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#223 - La verita' vi fara' liberi - Giovanni 8:21-36

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Play Episode Listen Later Nov 8, 2023 3:28


Benvenuti ai 4 Vangeli-letture in 1 anno 5 gg a settimanaOggi: La verita' vi fara' liberi21 Egli[j] dunque disse loro di nuovo: «Io me ne vado e voi mi cercherete, e morirete nel vostro peccato; dove vado io, voi non potete venire». 22 Perciò i Giudei dicevano: «Si ucciderà forse? Poiché dice: “Dove vado io, voi non potete venire”». 23 Egli diceva loro: «Voi siete di quaggiù, io sono di lassù; voi siete di questo mondo, io non sono di questo mondo. 24 Perciò vi ho detto che morirete nei vostri peccati; perché se non credete che io sono[k], morirete nei vostri peccati». 25 Allora gli domandarono: «Chi sei tu?» Gesù rispose loro: «Sono per l'appunto quello che vi dico. 26 Ho molte cose da dire e da giudicare sul conto vostro; ma colui che mi ha mandato è veritiero, e le cose che ho udite da lui le dico al mondo». 27 Essi non capirono che egli parlava loro del Padre. 28 Gesù dunque disse {loro}: «Quando avrete innalzato il Figlio dell'uomo, allora conoscerete che io sono[l], e che non faccio nulla da me, ma dico queste cose come il Padre [mio] mi ha insegnato. 29 E colui che mi ha mandato è con me; egli non mi ha lasciato solo[m], perché faccio sempre le cose che gli piacciono».30 Mentre egli parlava così, molti credettero in lui. 31 Gesù allora disse a quei Giudei che avevano creduto in lui: «Se perseverate nella mia parola, siete veramente miei discepoli; 32 conoscerete la verità e la verità vi farà liberi». 33 Essi gli risposero: «Noi siamo discendenti di Abraamo, e non siamo mai stati schiavi di nessuno; come puoi tu dire: “Voi diverrete liberi”?» 34 Gesù rispose loro: «In verità, in verità vi dico che chiunque commette il peccato è schiavo del peccato. 35 Ora lo schiavo non dimora per sempre nella casa: il figlio vi dimora per sempre. 36 Se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete veramente liberi. Support the show

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#185 - "Egli e' il Dio dei vivi" - Luca 20:27-47

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Play Episode Listen Later Sep 15, 2023 3:29


Benvenuti ai 4 Vangeli-letture in 1 anno 5 gg a settimanaOggi: "Egli e' il Dio dei vivi"Dibattito sulla risurrezione27 Poi si avvicinarono alcuni sadducei, i quali negano che ci sia risurrezione[g], e lo interrogarono, dicendo: 28 «Maestro, Mosè ci ha prescritto: “Se il fratello di uno muore, avendo moglie ma senza figli[h], il fratello di lui ne prenda la moglie e dia una discendenza a suo fratello[i]”. 29 C'erano dunque sette fratelli. Il primo prese moglie e morì senza figli. 30 Il secondo pure la sposò[j], 31 poi il terzo[k]; e così, fino al settimo, morirono senza lasciare figli. 32 Infine morì[l] anche la donna. 33 Nella risurrezione, dunque, di chi sarà moglie quella donna[m]? Perché tutti e sette l'hanno avuta per moglie». 34 Gesù [, rispondendo,] disse loro: «I figli di questo mondo sposano e sono sposati, 35 ma quelli che saranno ritenuti degni di aver parte al mondo avvenire e alla risurrezione dai morti non prendono né danno moglie; 36 neanche possono più morire perché sono simili agli angeli e sono figli di Dio, essendo figli della risurrezione. 37 Che poi i morti risuscitino, lo dichiarò anche Mosè nel passo del pruno, quando chiama il Signore, Dio di Abraamo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe[n]. 38 Ora, egli non è Dio di morti, ma di vivi; perché per lui tutti vivono». 39 Alcuni scribi, rispondendo, dissero: «Maestro, hai detto bene». 40 E non osavano più fargli alcuna domanda.Gesù e gli scribi41 Ed egli disse loro: «Come mai si dice che il Cristo è Figlio di Davide? 42 Poiché Davide stesso, nel libro dei Salmi, dice:“Il Signore ha detto al mio Signore: ‘Siedi alla mia destra,43 finché io abbia posto i tuoi nemici come sgabello dei tuoi piedi'”[o].44 Davide dunque lo chiama Signore; come può essere suo figlio?»45 Mentre tutto il popolo lo ascoltava, egli disse ai {suoi} discepoli: 46 «Guardatevi dagli scribi, a cui piace passeggiare in lunghe vesti, e che amano i saluti nelle piazze, i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei conviti; 47 essi divorano le case delle vedove e fanno lunghe preghiere per mettersi in mostra. Costoro riceveranno una condanna maggiore».Support the show

Celebration Italia con John Tufaro
Abraamo credette e obbedì | Pastore John Tufaro Celebration Italia

Celebration Italia con John Tufaro

Play Episode Listen Later Jul 17, 2023 44:57


Quanto sei disposto a fidarti di Dio? Ti fidi completamente di Dio? Sei disposto a obbedire a Dio, a qualunque costo? La risposta a queste domande dice molto di noi e della nostra fede. Fin dall'inizio, vediamo come Dio “esige” completa obbedienza, vediamo come Dio può solo “usare” (diventando veicoli di benedizione) solo coloro che sono disposti a fidarsi completamente di Dio. Dio non può essere condiviso e non sarà condiviso! Egli esige la nostra esclusiva devozione. Abramo ha lasciato tutto ed era disposto a sacrificare tutto! Come avere la fede di Abramo? Aspettare con fiducia – “Speranza” è comunemente usata per indicare un desiderio: la sua forza è la forza del desiderio della persona. Ma nella Bibbia la speranza è l'attesa fiduciosa di ciò che Dio ha promesso e la sua forza è nella sua fedeltà. Sii incrollabile: questa è la fede gentile che piace a Dio. Non facciamoci prendere dalle nostre emozioni! Le tue emozioni ti guideranno in errore TUTTO il tempo! Sii meticolosamente obbediente: il necessario è più importante del facile! La fede radicale non cerca mai il facile, cerca il Dio dell'impossibile. Conosci Dio – Dio deve essere rivelato nelle nostre vite! La sua rivelazione nella nostra vita è il carburante per la nostra fede.

Tempo di Riforma - il podcast
Domenica 14-5-2023 Servizio di culto evangelico-riformato

Tempo di Riforma - il podcast

Play Episode Listen Later May 8, 2023 59:59


Domenica 14 Maggio 2023 - Sesta domenica di Pasqua. Difficoltà di varia natura rendono dura anche la vita del popolo di Dio ma, come dice il Salmo 66 che ascolteremo all'inizio del nostro culto, “ ... poi ci hai tratti fuori in un luogo di refrigerio”. E' infatti nel Dio di Abraamo, Isacco, Giacobbe, nel Dio di Gesù Cristo che troviamo sicuro riposo, forza ed ispirazione. Che così possa essere nel nostro servizio di culto oggi. Prepariamocene.

La Bibbia Oggi
Può una fede senza opere salvarti? (Giacomo 2:20-26) - Jonathan Whitman

La Bibbia Oggi

Play Episode Listen Later May 1, 2023 50:13


Predicazione espositiva del Pastore Jonathan Whitman di Giacomo capitolo 2 versetti da 20 a 26. Registrata presso il Centro Evangelico Battista di Perugia il 30 Aprile 2023.Titolo del messaggio: "Può una fede senza opere salvarti?"GIACOMO 2 V20-2620 Insensato! Vuoi renderti conto che la fede senza le opere non ha valore? 21 Abraamo, nostro padre, non fu forse giustificato per le opere quando offrì suo figlio Isacco sull'altare? 22 Tu vedi che la fede agiva insieme alle sue opere e che per le opere la fede fu resa completa; 23 così fu adempiuta la Scrittura che dice: «Abraamo credette a Dio, e ciò gli fu messo in conto come giustizia»; e fu chiamato amico di Dio. 24 Voi vedete dunque che l'uomo è giustificato per opere, e non per fede soltanto. 25 E così Raab, la prostituta, non fu anche lei giustificata per le opere quando accolse gli inviati e li fece ripartire per un'altra strada? 26 Infatti, come il corpo senza lo spirito è morto, così anche la fede senza le opere è morta.

Vera Vita
164: 38 - Che cosa capiterà ai malvagi alla morte?

Vera Vita

Play Episode Play 23 sec Highlight Listen Later Mar 23, 2023 2:43


Tanti credono in molte cose, ma purtroppo pochi hanno una fede basata sulla Parola di Dio. Questo catechismo ti aiuterà ad avere una fede solida. Questo è domanda e risposta n. 38 della serie di domande e risposte brevi dal catechismo battista del 1693 - versione di Charles Spurgeon.Domanda: Che cosa capiterà ai malvagi alla morte?Risposta:  Le anime malvagi, alla loro morte, saranno gettate nei tormenti dell'inferno, ed i loro corpi giaceranno nei sepolcri fino all risurrezione e al giudizio del grande giorno. Versetti:Luca 16: 22-24 - Avvenne che il povero morì e fu portato dagli angeli nel seno di Abraamo; morì anche il ricco, e fu sepolto. 23 E nell'Ades, essendo nei tormenti, alzò gli occhi e vide da lontano Abraamo, e Lazzaro nel suo seno; 24 ed esclamò: "Padre Abraamo, abbi pietà di me, e manda Lazzaro a intingere la punta del dito nell'acqua per rinfrescarmi la lingua, perché sono tormentato in questa fiamma".Salmi 49: 14 - Sono cacciati come pecore nel soggiorno dei morti; la morte è il loro pastore; e al mattino gli uomini retti li calpestano. La loro gloria deve consumarsi nel soggiorno dei morti, e non avrà altra dimora.Link:Ebook - Fede RiformataConfessione di Fede BattistaVerità & Vita PodcastLa Soluzione per la tua PauraLibretto gratis - Mi ConnettoLibretto gratis - Riforma 500Libretto gratis - LiberoSpeakpipe - Lasciaci una domanda o commento Catechismo Playlist

Chiesa Cristiana Evangelica  della Vera Vite
Un bicchiere mezzo vuoto | 19 Febbraio 2023 |

Chiesa Cristiana Evangelica della Vera Vite

Play Episode Listen Later Feb 19, 2023


Quando pensi alla tua vita, pensi ad un bicchiere mezzo pieno, o a uno mezzo vuoto? E come credente, cosa ti aspetti che faccia Dio? Che forse lo riempia? Lo farà... ma non attraverso le opere del mondo. Non ora, ma alla fine. Ma quando tornerà il Figlio.---Predicatore: Marco Delle Monache CLICCA SUL TITOLO PER ASCOLTARE IL MESSAGGIOTempo di lettura: 9 minutiTempo di ascolto audio/visione video: 24 minutiNei miei trenta anni di servizio come pastore di questa e di altre chiese uno degli aspetti con cui mi sono sempre dovuto confrontare era la frustrazione.Di quale frustrazione sto parlando? No, non quella della crescita della chiesa in senso di numeri.Vivendo in un piccolo centro di una provincia poco popolata e mal collegata e in generale “refrattaria” alle novità sapevo da subito che la chiesa locale non sarebbe mai stata di centinaia, ma piuttosto di decine... e poche decine.Vi faccio vedere fisicamente la cosa per cui ero frustrato:Questa è l'immagine perfetta che la rappresenta: un bicchiere mezzo vuoto.La frustrazione era di vedere come molte persone avrebbero potuto essere felici se solo avessero accettato di muoversi da dove erano. Se avessero smesso di comportarsi come bambini, di avere il complesso di Calimero (quello che dice ce l'hanno tutti con me perché sono piccolo e nero) ma avessero guardato avanti, vedendo le benedizioni e non gli ostacoli, vedendo la metà piena del bicchiere e non la vuota, e avessero accettato il cambiamento, senza cercare di utilizzare i vecchi metodi del mondo.Devo dire che questa frustrazione continua ancora...perché, in fondo, anche io tendo ad essere così,a vedere ciò che manca e non ciò che c'è già.Meno male che, leggendo la Bibbia ho trovato solidi “compagni di sventura”;da Mosè fino a Paolo.Ed è proprio ad Mosè che voglio partire:“Mosè e Aaronne dissero a tutti i figli d'Israele: «Questa sera voi conoscerete che il Signore è colui che vi ha fatti uscire dal paese d'Egitto. Domattina vedrete la gloria del Signore, poiché egli ha udito i vostri mormorii contro il Signore. “ (Esodo 16:6-7 a)Con queste parole, Mosè anticipò il miracolo della manna che il Signore stava per fare a pro del popolo uscito dall'Egitto. Che strano, non trovate, che Mosè debba dire al popolo che  "questa sera" vedranno la gloria del Signore? Come mai dice così, se già avevano visto il Signore in azione  più volte, sia nelle dieci piaghe d'Egitto e sia nel passaggio del Mar Rosso? Non avevano già conosciuto la potenza del Signore?“Tutta la comunità dei figli d'Israele mormorò contro Mosè e contro Aaronne nel deserto. I figli d'Israele dissero loro: «Fossimo pur morti per mano del Signore nel paese d'Egitto, quando sedevamo intorno a pentole piene di carne e mangiavamo pane a sazietà! Voi ci avete condotti in questo deserto perché tutta questa assemblea morisse di fame!» “ (Esodo 16:2-4)Evidentemente non era bastato; evidentemente il popolo era concentrato su quello che mancava nel bicchiere, dimenticando quello che c'era, ovvero che ERANO SALVI!Fermati un attimo e rifletti:quali miracoli hai visto nella tua vita? E quali non hai visto, o non hai visto ancora?Ma (e adesso, sii onesto, sii onesta),quali sono più presenti nella tua mente?A quali pensi più spesso?A ciò che già hai visto e ricevuto, o all'altro?Quale parte del bicchiere stai guardando?Il sotto, mezzo pieno,o il sopra, mezzo vuoto?Facciamo un salto di qualche migliaio di anni, ed arriviamo a Paolo.Quando leggiamo 2 Corinzi 13:1-10 troviamo Paolo, probabilmente uno dei migliori ministri del Vangelo, che esprime una certa frustrazione nei confronti delle congregazioni di Corinto. Leggiamo 2 Corinzi 13:1-10 “Questa è la terza volta che vengo da voi. Ogni parola sarà confermata dalla bocca di due o tre testimoni. Ho avvertito quando ero presente tra di voi la seconda volta e avverto ora, che sono assente, tanto quelli che hanno peccato precedentemente quanto tutti gli altri che, se tornerò da voi, non userò indulgenza...”  (2 Corinzi 13:1-2) “Questa è la terza volta che vengo da voi.Questa è la seconda lettera. Ho già scritto in precedenza. Non sembra essere cambiato nulla...e quando arrivo lì da voi sono cavolo vostri”. Che ne dite, c'è un un po' di frustrazione nella parole di Paolo non è vero?Paolo esprime tutta la sua frustrazione, perché vede che i Corinzi, nonostante tutto quello che  avevano ricevuto da lui, ma soprattutto nonostante quello che avevano ricevuto da Gesù ( LA SALVEZZA!), stavano “ritornando indietro”.Quello che avevano già ottenuto il bicchiere mezzo pieno, non sembrava abbastanza...e cercavano di riempirlo con “altro”, che non fosse Cristo.Paolo esorta i Corinzi a cambiare i loro modi dicendo: “Infatti temo, quando verrò, di non trovarvi quali vorrei e di essere io stesso da voi trovato quale non mi vorreste; temo che vi siano tra di voi contese, gelosie, ire, rivalità, maldicenze, insinuazioni, superbie, disordini...” (2 Corinzi 12:20)Cosa è che bramano i Corinzi? Di avere tutto il bicchiere pieno! Ma Gesù non aveva detto “Ma per voi non deve essere così; anzi, il più grande tra di voi sia come il più piccolo, e chi governa come colui che serve.” ( Luca 22:26) ?E per avere il bicchiere pieno, in questo mondo, devi fare esattamente quello che facevano i Corinzi:contendere, far uscire l'ira per prevalere sugli altri...In una parola, essere come eri prima, non cambiare.Qui Paolo fa riferimento alla loro resistenza al cambiamento che ha causato disunità nella chiesa. Ma Paolo sapeva che la resistenza al cambiamento non solo ostacolava la crescita spirituale della chiesa, ma soprattutto quella individuale. Quanto sei “resistente” al cambiamento? Quanto stai cercando di conservare altre coseper avere tutto il bicchiere pieno?E quanto sei frustrato o frustrata di vedere che il bicchiere rimane mezzo vuoto?Se non lo sei affatto, alleluja! In qualsiasi momento della vita di credente tu ti trovi da curioso, a neo credente, a credente maturo, a credente stravecchio, la verità di Cristo che ti ha reso una nuova creatura ti appartiene!Se invece hai una qualche frustrazione, piccola o grande che sia, ascolta ciò che Paolo chiede ai Galati:“O Galati insensati, chi vi ha ammaliati, voi, davanti ai cui occhi Gesù Cristo è stato rappresentato crocifisso? Questo soltanto desidero sapere da voi: avete ricevuto lo Spirito per mezzo delle opere della legge o mediante la predicazione della fede?  Siete così insensati? Dopo aver cominciato con lo Spirito, volete ora raggiungere la perfezione con la carne?” (Galati 3:1-3)Paolo afferma: “E' da deficienti – insensati, glie lo dice due volte – pensare di ottenere con le cose del mondo( e in questo caso erano le regole della tradizione ebraica, i sacrifici, i lavaggi ecc:)la parte che vi manca ancora per essere perfetti.”; ovvero, riempire il bicchiere, avere tutto e oltre quello che abbiamo già.Più avanti Paolo dice loro:“Come vorrei essere con voi adesso e non parlarvi con questo tono, perché a questa distanza francamente non so più che cosa fare per voi! (C'è ben un bel po' di frustrazione qui!)  Ora ditemi, voi che pensate di dover obbedire alle leggi ebraiche per essere salvati, perché non volete capire il vero significato di quelle leggi? Infatti le Scritture ci dicono che Abramo ebbe due figli: uno dalla moglie schiava ed uno da quella libera.Non ci fu niente di straordinario nella nascita del bambino della schiava. Ma il bambino della moglie libera nacque soltanto in seguito ad una promessa di Dio.” (Galati 4:20-23 PV)In sostanza Paolo dice che Abraamo aveva provato a riempire il bicchiere dove mancava un erede che proseguisse la stirpe per adempiere alla promessa di avere una discendenza numerosa quanto le stelle del cielo con la “procreazione assistita” e i metodi del mondo mentre Dio aveva già in progetto la procreazione assistita e il metodo “miracolo di Dio”.Quale dei due ebbe successo? Fu Ismaele o Isacco l'erede, il  sostegno, la prosecuzione della stirpe, l'antenato di Cristo, la “risata di Dio” da cui viene il nome Isacco?Paolo era frustrato:i Galati avevano tutto... in una sola parola:Cristo. Erano SALVI! Qualsiasi cosa fosse accaduta! Paolo era disposto a mettere in discussione la sua stessa vita per far sì che i Galati raggiungessero la maturità spirituale. Ma doveva fare i conti con la natura umana dei Galati.Paolo sapeva che il cambiamento è essenziale per crescere in Cristo,ma i Galati cercavano la perfezione,il bicchiere pieno, nelle cose del mondo, nelle tradizioni, nei gesti che tutti gli altri facevano.Erano a quelle funi che si attaccavano, e non volevano mollare!A cosa ti aggrappi del tuo vecchio io? A quale fune? Quale fune del mondo pensi ti darà ciò che desideri? Quale pensi che Dio dovrebbe lanciarti...e non lo fa... ed è per quello che scegli l'altra?Se non ti aggrappi a nessuna fune se non quella di Cristo risorto, allora, di nuovo alleluja! Per te valgono le parole di Paolo ai Tessalonicesi:“Voi siete divenuti imitatori nostri e del Signore, avendo ricevuto la parola in mezzo a molte sofferenze, con la gioia che dà lo Spirito Santo, tanto da diventare un esempio per tutti i credenti della Macedonia e dell'Acaia. … la fama della fede che avete in Dio si è sparsa in ogni luogo, di modo che non abbiamo bisogno di parlarne...” (1 Tessalonicesi 1:6-8)Se invece aspetti ancora una fune da Dio per raggiungere ciò che credi manchi alla tua vita, vorrei poterti dire che Dio te la lancerà, prima o poi...ma sarei un bugiardo se ti dicessi che te la lancerà al 100%. Potrebbe...come anche no.Perché?Perché viviamo in un mondo caduto, dove non è fatta la volontà di Dio, ma quella del mondo?Ti ricordi come ci ha insegnato  Gesù a pregare il Padre? “...sia fatta la tua volontà, come in cielo, anche in terra.” (Matteo 6:10). E' un auspicio, qualcosa che ancora non c'è,una preghiera; e si prega ciò che non è ancora accaduto, affinché accada.E tu mi dirai: “Che bella prospettiva Marco!Allora il mio bicchiere resterà per sempre mezzo vuoto!”La risposta è: no! E non lo dico io, ma Paolo: ai Galati aveva detto:“Siete così insensati? Dopo aver cominciato con lo Spirito, volete ora raggiungere la perfezione con la carne?” (Galati 3:3)Paolo dice che c'è una perfezione da raggiungere, ma non con la “carne”, con il mondo.Ma quando?“Sono sicuro che Dio, che ha cominciato in voi la sua opera, vi aiuterà a crescere nella sua grazia fino a completare questa sua opera in voi il giorno in cui Gesù Cristo tornerà.” (Filippesi 1:6 PV)Ci sarà un giorno in cui Gesù tornerà a riempire tutto ciò che manca, a farlo traboccare:“...adesso possiamo vedere e capire soltanto molto poco di Dio, come se guardassimo in uno specchio appannato. Ma un giorno lo vedremo, faccia a faccia, e lo conosceremo completamente. Ora tutto quello che conosciamo è confuso e annebbiato, ma allora vedremo tutto chiaramente, proprio come il Signore vede nel mio cuore in questo momento.” (1 Corinzi 13:12 PV)Cosa vede in questo momento nel tuo cuore Cristo? Vede qualcuno o qualcuna che accetta la misura della sua vita mezza piena perché la reale  pienezza  arriverà soltanto quando Gesù tornerà?Nei miei trenta anni di servizio sono stato spesso frustrato nel vedere credenti “tiepidi”. Ma il Signore ha più spesso riempito il mio bicchiere con la vita di credenti caldi, ferventi, che avevano capito quando il loro bicchiere sarebbe stato riempito da Cristo e hanno vissuto la loro vita in attesa di quel giorno del giorno in cui Cristo sarebbe tornato.Preghiamo.GUARDA LE DIAPOSITIVE DEL MESSAGGIOGUARDA IL MESSAGGIO IN BASSA RISOLUZIONE SU FACEBOOKGUARDA IL MESSAGGIO IN BASSA RISOLUZIONE SU INSTAGRAM---GUARDA IL VIDEO DEL MESSAGGIO IN HD

Chiesa Cristiana Evangelica  della Vera Vite
Avere fede in un Dio misericordioso – Giona 4 | 4 Dicembre 2022 |

Chiesa Cristiana Evangelica della Vera Vite

Play Episode Listen Later Dec 4, 2022


Gesù è venuto a cambiare il mondo attraverso una Vergine; non perché Maria ne aveva fatto richiesta, non perché aveva fatto un “casting” per diventare la Madonna... Ma perché aveva fede... anche se non sapeva come sarebbe successo. La fede è la chiave di cosa accadrà nella tua vita... e in quella di chi ti scorre a fianco.---CLICCA SUL TITOLO PER ASCOLTARE IL MESSAGGIOTempo di lettura: 10 minuti Tempo di ascolto audio/visione video: 30 minutiOggi è la seconda domenica di Avvento,  e tradizionalmente accendiamo la seconda delle candele della corona dell'Avvento,  quella che ci rammenta la Fede.  L'angelo aveva detto a Maria:“«Come avverrà questo, dal momento che non conosco uomo?» L'angelo le rispose: «Lo Spirito Santo verrà su di te e la potenza dell'Altissimo ti coprirà dell'ombra sua; perciò, anche colui che nascerà sarà chiamato Santo, Figlio di Dio.... Maria disse: «Ecco, io sono la serva del Signore; mi sia fatto secondo la tua parola».” (Luca 1:34-35, 38)Ci sono alcune cose nella vita  verso le quali non è possibile rispondere in maniera razionale,  capire prima cosa e come accadrà.  Vi ricordate la prima volta che avete provato ad andare in bicicletta?  Non avete dovuto capire prima  come sareste restati in equilibrio su due ruote,  quale legge fisica avrebbe fatto si che non sareste caduti, o cadute ,  non avete dovuto studiare prima la “tenacia dell'asse giroscopico” (questa è la formula matematica). Semplicemente, siete saliti, siete caduti, siete risaliti...  e alla fine ce l'avete fatta...  Perché a fianco c'erano persona (probabilmente mamma e papà)  che vi dicevano che ce la potevate fare...  e voi gli avete creduto... per fede.È quello che succede quando si impara ad andare in bicicletta.  Ma è anche quello che succede quando si impara a servire Dio.  E' quello che è successo a Maria all'annuncio dell'angelo.  Ed è anche quello che accade nel libro di Giona al capitolo 3: “La parola del Signore fu rivolta a Giona, per la seconda volta, in questi termini:  «Àlzati, va' a Ninive, la gran città, e proclama loro quello che io ti comando». Giona partì e andò a Ninive, come il Signore aveva ordinato. Ninive era una città grande davanti a Dio; ci volevano tre giorni di cammino per attraversarla. Giona cominciò a inoltrarsi nella città per una giornata di cammino e proclamava: «Ancora quaranta giorni e Ninive sarà distrutta!»  I Niniviti credettero a Dio, proclamarono un digiuno e si vestirono di sacchi, tutti, dal più grande al più piccolo.  E poiché la notizia era giunta al re di Ninive, questi si alzò dal trono, si tolse il mantello di dosso, si coprì di sacco e si mise seduto sulla cenere. Poi, per decreto del re e dei suoi grandi, fu reso noto in Ninive un ordine di questo tipo: «Uomini e animali, armenti e greggi, non assaggino nulla; non vadano al pascolo e non bevano acqua. Uomini e animali si coprano di sacco e gridino a Dio con forza; ognuno si converta dalla sua malvagità e dalla violenza compiuta dalle sue mani. Forse Dio si ricrederà, si pentirà e spegnerà la sua ira ardente, così che noi non periamo».  Dio vide ciò che facevano, vide che si convertivano dalla loro malvagità e si pentì del male che aveva minacciato di fare loro; e non lo fece.” (Giona 3:1-10)Quando Dio aveva messo in sella Giona sulla bicicletta della sua misericordia per Ninive, Giona era caduto rovinosamente... ed era fuggito. La seconda volta Dio aveva rimesso Giona in sella, dandogli l'opportunità di testimoniare nella tempesta, rivolgendosi a lui in preghiera... Ed era caduto una seconda volta, facendosi buttare in mare  pur di non adempiere a ciò che Dio gli chiedeva.  Ma ora Giona è in piedi sulla spiaggia, dopo essere stato vomitato sulla terraferma. E Dio che fa?Senza menzionare gli errori, senza fargli una ramanzina, senza commenti sarcastici, Dio lo mette di nuovo sulla bici:“La parola del Signore fu rivolta a Giona, per la seconda volta, in questi termini: «Àlzati, va' a Ninive, la gran città, e proclama loro quello che io ti comando»” (Giona 3:1-2)Sono le stesse parole con cui si era aperto il libro“La parola del Signore fu rivolta a Giona, figlio di Amittai, in questi termini:  «Àlzati, va' a Ninive, la gran città, e proclama contro di lei che la loro malvagità è salita fino a me».” (Giona 1:1-2)È quello che  si chiama un déjà vu:  Giona ha fallito. Lui lo sa...  e Dio lo sa ancora di più.Altri profeti, come  Geremia e Aggeo,  hanno ricevuto più volte il comando da Dio di andare e parlare;   ma per essi era un'aggiunta, di un chiarimento  o di un'estensione di una rivelazione precedente.Solo a Giona è data una seconda e una terza possibilità.  È il Signore che, nella sua misericordia, manda di nuovo Giona.  E Giona si rialza, si lava di dosso il vomito del pesce, e “pedala”:“Giona partì e andò a Ninive, come il Signore aveva ordinato.” (Giona 3:3 a)Giona non sa come, ma ora pedala con successo nella giusta direzione.  E' una fede traballante... ma è una fede.  E questa è la misericordia inaspettata di Dio,  di dare una seconda, una terza, una “n” chance a chi ha fallito. La misericordia imprevista di Dio  significa che il fallimento non porta al licenziamento.Si racconta che un responsabile di un progetto dell'IBM  che aveva perso 10 milioni di dollari prima di essere abbandonato  fu convocato in una riunione presso la sede aziendale.  "Suppongo che vogliate le mie dimissioni", chiese.  “Senta- rispose il suo capo - Abbiamo appena speso 10 milioni di dollari per insegnarle cosa non fare, e vuole pure che la licenziamo?"Nella Bibbia ci sono persone che scappano da Dio,  tentano il suicidio, commettono adulterio, uccidono, creano falsi idoli, disobbediscono a Dio, mentono, rubano,  e in generale fanno ogni sorta di male.  Eppure Dio si è servito di loro  per realizzare i suoi piani del regno,  in base ad una sola caratteristica:  la fede.AbraamoNonostante Dio gli avesse promesso  che avrebbe avuto un figlio da sua moglie Sara,  egli seguì comunque un cattivo consiglio  e generò un figlio attraverso Agar, la serva di sua moglie.  Ma Dio non lo abbandonò. Dopo che Abraamo tornato a Dio,  divenne ancora il "Padre di molte nazioni".  Di lui Paolo ha detto:“Abraamo credette a Dio e ciò gli fu messo in conto come giustizia” (Romani 4:3)Abraamo aveva fede in Dio.DavideNonostante Davide abbia commesso omicidi e adulteri,  dopo essere tornato a Dio Dio dirà di lui che era è diventato "un uomo secondo il mio cuore" (Atti 13:22 c). Perché un giorno aveva detto queste parole, dinanzi al gigante Golia:“Tu vieni verso di me con la spada, con la lancia e con il giavellotto; ma io vengo verso di te nel nome del Signore degli eserciti, del Dio delle schiere d'Israele che tu hai insultate.” (1 Samuele 17:45)Davide aveva fede in Dio.PietroNonostante Pietro abbia negato di aver conosciuto Gesù in presenza di molte persone, quando è tornato a Dio è stato utilizzato per essere uno dei più grandi leader della Chiesa primitiva. Anzi, diede la sua vita per Gesù, e scrisse:“Queste prove servono a verificare se la vostra fede è forte e genuina. Essa viene messa alla prova come lʼoro è messo alla prova dal fuoco, che lo rende puro. Per il Signore la vostra fede è ben più preziosa dellʼoro...” (1 Pietro 1:7 a PV)Pietro aveva fede in Dio.Tutti questi giganti della Bibbia, dinanzi ai quali ci sentiamo minuscole formiche  e molti altri, hanno fallito... miseramente fallito. Eppure tutti loro furono ancora utilizzati da Dio per gli scopi del suo regno, a motivo della loro fede.E Giona? Giona è il più epico fallimento di successo della Bibbia!  Avvenuto attraverso una fede traballante, instabile, che fugge... ma c'è!Pensate: quando Pietro predicò il primo sermone del giorno di Pentecoste,  "in quel giorno furono aggiunte a loro (ai discepoli) circa 3.000 persone “ (Atti 2:41 b)" dice Atti: guardiamo a questo dato e ci stupiamo.Ma la predicazione di Giona vide più di 120.000 persone credere in Dio! Dal più grande al più piccolo, tutti credettero in Dio!  È il più grande risveglio mai registrato nelle Scritture.  Giona, grazie alla misericordia, inaspettata ma promessa, di Dio, continua a essere usato per gli scopi del regno di Dio. Dio, tramite la piccola fede di Giona salva un'intera città. Ninive, la città dannata, dove uno dei re scrisse che aveva fotto questo un suo nemico:"Gli ho trafitto il mento con il pugnale della mia mano affilata. Attraverso la sua mascella... gli feci passare una corda, gli misi una catena da cane e gli feci occupare... una cuccia". Ninive, TUTTA Ninive CREDE in Dio!Giona inizia cadendo dalla bici, Dio lo rimette in sella, e tramite la sua piccola fede condivide lo stesso la Parola di Dio. E non lo farà da distante, da un'altura, ma attraversando in lunghezza la città in mezzo alla loro vita e alle loro attività, dicendo: "«Ancora quaranta giorni e Ninive sarà distrutta!».Giona non aveva tutte le risposte; Maria non aveva tutte le risposte:“Come avverrà questo, dal momento che non conosco uomo?” (Luca 1:34 a)Noi non abbiamo tutte le risposte: ma Giona, Maria... e noi non  sapevamo neanche perché la bicicletta stava su... Ma ci siamo fidati: abbiamo avuto FEDE! E ciò che Dio aveva stabilito accadesse, è accaduto: Ninive si è convertita, Gesù è nato, la misericordia promessa di Dio è giunta... attraverso persone che talvolta avevano fallito.Nell'economia di Dio il fallimento non è mai un risultato determinante,  perché Dio non si arrende mai con nessuno,  quindi dobbiamo sempre aspettarci  che avvenga il miracolo della trasformazione.Immaginate e Maria avesse detto all'angelo “ No, guarda, io non sono proprio convinta di essere capace di portare in me il figlio di Dio... non penso sia possibile”.  Ma Maria aveva fede: non nelle parole dell'angelo, ma nelle promesse di Dio: “Ecco, io sono la serva del Signore; mi sia fatto secondo la tua parola” (Luca 1:38)Anche quando pensiamo che l'impresa sia troppo grande per noi,  la misericordia di Dio supera il nostro scetticismo  in ogni sorta di modo inaspettato. E questo chi insegna tre lezioni.Lezione 1In ogni momento dobbiamo avere compassione  per tutti coloro che nella nostra comunità hanno fallito. La vita di Ninive era fatta di violenza domestica,  abusi coniugali, bambini sfruttati, pornografia,, stupri,   rapine, truffe, scandali corruzione... Proprio come il mondo in cui nascerà Gesù... Proprio come il NOSTRO mondo!Cosa fece la differenza per Ninive? La piccola fede di Giona. Cosa ha fatto la differenza per il mondo? La fede di Maria. Senza sapere come sarebbe accaduto. Cosa può fare la differenza per la tua città, i tuoi amici, la tua famiglia, te stesso? Risponditi! La domanda è facile!Lezione 2Non abbiamo bisogno di vivere una vita perfetta  per avere un impatto significativo per Dio.  Raccontare il Vangelo è davvero molto simile a un mendicante  che dice a un altro mendicante dove trovare il cibo. Se il criterio per testimoniare di Cristo  fosse la purezza,  allora il cristianesimo sarebbe morto e nel giro di una generazione.  Ma non è questo il criterio.  Il criterio è comprendere l'incredibile misericordia che ci è stata data attraverso Gesù.  Non meritarla, ma riceverla comunque.Ciò significa che non è necessario essere perfetti per essere un o una testimone;  basta essere una persona che ha compreso la misericordia inaspettata ma promessa di Dio nella propria vita. Una misericordia che ci permette  di continuare a essere efficaci anche dopo aver fallito.Lezione 3Se vogliamo vedere una trasformazione, dobbiamo avere fede.  Fede in Dio.  Fede che Dio sia in grado di fare una vera differenza  nella vita delle persone.Se Giona, per quanto riluttante, può vedere Dio fare cose sorprendenti  attraverso un semplice messaggio predicato,  allora non c'è motivo per cui non possiamo aspettarci  che Dio sia altrettanto misericordioso oggi. Ninive fu messa in ginocchio dal pentimento. Non perché Giona avesse un desiderio ardente e feroce di vederli cambiare.  Non perché avesse raccolto un enorme gruppo di guerrieri della preghiera.  Non perché avesse preparato un sermone eloquente.Si pentirono... 120.000 persone... perché Giona aveva obbedito a Dio;  perché Dio attraverso la sua piccola fede aveva potuto operare.Gesù è venuto a cambiare il mondo attraverso una Vergine; non perché Maria ne aveva fatto richiesta non perché aveva fatto un “casting” per diventare la Madonna... Ma perché aveva fede... anche se non sapeva come sarebbe successo.Camminavamo con il nostro  Creatore, ma ci eravamo ribellati a Lui.  Il Creatore avrebbe avuto tutto il diritto di punirci,  ma, invece, ha voluto mostrarci misericordia.  Per mostrarci misericordia ha mandato un bambino attraverso una Vergine:“Poiché un bambino ci è nato, un figlio ci è stato dato, e il dominio riposerà sulle sue spalle; sarà chiamato Consigliere ammirabile, Dio potente, Padre eterno, Principe della pace...” (Isaia 9:5)Quel bambino è stato mandato per morire al nostro posto.  Se vogliamo evitare la separazione eterna,  dobbiamo riporre la nostra fede in Gesù.  Senza fede, anche una piccola come quella di Giona,  anche una che non sa cosa e come accadrà come quella di Maria, Dio non potrà usarci, e nulla accadrà attraverso di noi.Questo è il messaggio del Vangelo. Questo è il messaggio del Natale.  Non c'è motivo per cui l'impatto che il messaggio di quel primo Natale  non possa ancora essere efficace;  Giona ebbe impatto sui Niniviti,  e non aveva ancora l'esempio di Gesù da mostrare.  Noi abbiamo il Natale, abbiamo Cristo,  abbiamo la Salvezza che è discesa sulla terra!Dobbiamo solo avere fede, e credere che Dio sia  disposto  a usare persone come noi,  con tutti i nostri difetti, con tutte le nostre cadute, ancora ed ancora, per portare il messaggio.Dobbiamo anche avere fede,  e credere che Dio sia  in grado di cambiare i cuori più duri.Dopotutto, chi di noi aveva davvero previsto  quanta misericordia Dio fosse disposto a mostrare a ciascuno di noi  prima del primo Natale? Chi avrebbe potuto immaginare  che Dio sarebbe sceso sulla terra  per mettere le cose apposto?Il Natale viene per mostrare  che ciascuno può essere oggetto della misericordia di Dio;   quella misericordia deve essere mostrata a chiunque.  La nostra parte è avere fede, non capire come avverrà.Preghiamo.GUARDA LE DIAPOSITIVE DEL MESSAGGIOGUARDA IL MESSAGGIO IN BASSA RISOLUZIONE SU FACEBOOKGUARDA IL MESSAGGIO IN BASSA RISOLUZIONE SU INSTAGRAM---GUARDA IL VIDEO DEL MESSAGGIO IN HD

Keration Podcast
Variazioni sul tema della storia umana

Keration Podcast

Play Episode Listen Later May 29, 2022 7:59


Torniamo indietro nella storia, agli albori dell'umanità. A mano a mano che i primi esseri umani generavano figli e figlie, iniziarono a dividersi in piccolI gruppi che, un po' alla volta, diventarono i primi popoli. Ogni popolo parlava la propria lingua. Ogni popolo sviluppò le proprie credenze religiose. Quindi, ovunque decisero di stabilirsi, portarono con sé le proprie credenze ed espressioni linguistiche. Naturalmente, i nuovi ambienti contribuirono a far nascere nuove culture. Così, nel corso del tempo, ogni gruppo sviluppò la propria versione sull'origine di ogni cosa. Si noti che, all'inizio, c'era solo una coppia umana, Adamo ed Eva, che parlava una sola lingua e seguiva una sola religione. Poi nacquero migliaia di lingue, dialetti e religioni, man mano che la popolazione sulla terra aumentava dividendosi in decine e decine di popolazioni. È un po' come succede in ambito musicale con il tema e le sue variazioni. Si inizia eseguendo il tema originale, puro e semplice; poi segue una serie di variazioni in cui il tema è abbellito e addirittura distorto con cambiamenti di tempo, armonia e accompagnamento. Nonostante tutte queste variazioni, si può ancora debolmente riconoscere il tema originale o qualche sua parte. Questo è successo anche nella storia dell'umanità. Il tempo, la cultura etnica, la geografia e altri fattori hanno svolto un ruolo importante per formare variazioni distorte. Antiche memorie dell'Eden I popoli antichi ricordavano in qualche modo l'origine di Adamo ed Eva nell'Eden. Gli archeologi, scavando alla ricerca dei resti delle antiche civiltà, hanno trovato molte prove. Sono state scoperte tavolette di argilla, sigilli cilindrici, fogli di papiro, monumenti e altro materiale contenente le opinioni religiose di babilonesi, assiri, egiziani e di altri popoli. Sebbene si trovassero in vari luoghi del pianeta e avessero differenti credenze religiose, quegli antichi popoli avevano conservato alcuni ricordi dell'Eden. I loro documenti ne sono una prova tangibile. L'autore di Halley's Bible Handbook scrive: “Questi antichi documenti, scolpiti su pietra e argilla, proprio agli albori della storia, nella casa originaria dell'uomo … sono la prova che le caratteristiche basi della storia biblica di Adamo si fissarono profondamente nel pensiero dell'uomo primitivo”. Sono quindi pertinenti le osservazioni dell'archeologo Sir Charles Marston nel suo libro The Bible Comes Alive: “Quando si esaminano gli antichi scritti cuneiformi, alcuni precedenti ad Abraamo, e i sigilli incisi e le incisioni su pietra di Babilonia, Assiria e altre primitive civiltà, ci viene rivelata una notevole [evidenza] di prove. Anche la proporzione relativamente piccola di queste reliquie di un passato remoto che giungono alla nostra attenzione ci persuade del fatto che le storie della Creazione, della Tentazione e della Caduta dell'Uomo … come [sono] descritte nella Genesi fossero materia conosciuta e reale … e che, in un contesto politeistico, venivano insegnati nelle scuole di Ur dei Caldei”. --- Send in a voice message: https://anchor.fm/corgiov/message

Chiesa Cristiana Evangelica  della Vera Vite
In Cristo puoi... essere gentile | 30 Gennaio 2022 |

Chiesa Cristiana Evangelica della Vera Vite

Play Episode Listen Later Feb 2, 2022


Viviamo in un mondo in cui ci sono molte situazioni ed eventi che ci irritano. Paolo ci chiama ad essere gentili,  perché "Il Signore è vicino", tornerà a mettere le cose al loro posto e cammina con noi momento per momento verso quel futuro.  --- CLICCA SUL TITOLO PER ASCOLTARE IL MESSAGGIO Tempo di lettura: 13 minuti  Tempo di ascolto audio/visione video: 36 minuti Siamo alla seconda parte della nostra passeggiata in Filippesi 4, dove Paolo ci indica tutte le cose (e sono molte) che possiamo fare, se siamo “in Cristo”. Abbiamo parlato due settimane fa che in Cristo possiamo avere gioia indipendentemente da tutto ciò che ci circonda, che le cose girino per noi bene o meno. Questa settimana vedremo che in Cristo possiamo essere gentili. Immagina di essere al supermercato,  e di avere un carrello con poca roba da comperare; sei alla cassa e sta per arrivare il tuo turno, quando dietro te arriva una signora anziana, che ha un carrello più pieno del tuo; ha un bastone e cammina male. Cosa fai? Puoi decidere di non fare nulla, attendere il tuo turno, pagare e andare via... Oppure puoi farla passare avanti, aiutarla a mettere i prodotti sulla cassa, a imbustarli, e accompagnarla alla macchina con le buste della spesa. Cosa penseranno le persone che vedono la tua azione? Alcuni penseranno che sei stato “fesso", ma per la stragrande maggioranza di chi ti ha visto sarà che sei stato, sei stata “gentile”. Cosa vuol dire “essere gentili”? Quali azioni lo dimostrano? Far passare davanti a te una persona anziana al supermercato? Trattare bene gli animali e la natura? Non arrabbiarti con nessuno? Cosa altro? La parola “gentile” in italiano deriva dalla cultura romana,  dove significava “ciò che appartiene ad una “gens-gentis”;“gente” inteso come “famiglia". Una famiglia di cui si potesse tracciare la storia, le origini, da chi discendeva, le gesta nobili o i poteri che avevano avuto in passato.  A Roma antica solo la nobiltà aveva il privilegio  di conoscere il proprio passato  e di essere discendenti di  persone importanti: tutti gli altri erano il “vulgus” il “popolo”,  senza una storia, senza nobiltà. Per questo ciò che apparteneva al “vulgus”, al popolo, era “volgare” e quello che apparteneva alle “gentis” era “gentile”. Col tempo “volgare” divenne sinonimo di qualcosa brutto e rozzo,  “gentile” di qualcosa di bello e delicato. Ma dove troviamo la parola "gentile" nella Bibbia? Il Nuovo Testamento non usa mai la parola “gentile” se non per indicare le popolazioni pagane. Ma usa altre due parole simili: la prima è  questa: “L'amore è paziente, è benevolo...” (1 Corinzi 13:4 a) Benevolo in greco è χρηστευομαι chrēsteuomai; che significa “dimostrarsi utile”. L'altra parola è questa: “La vostra mansuetudine sia nota a tutti gli uomini. Il Signore è vicino.” (Filippesi 4:5) La parola greca ἐπιεικής epieikēs   a seconda della Bibbia usata e del versetto, è tradotta in italiano in molti modi diversi: mansuetudine, mitezza, ragionevolezza, affabilità, modestia, bontà, amabilità. In realtà la parola è composta da due parole: ἐπί epi, che significa "sopra, davanti, prima" ed εἴκω eikō, che significa "dare la precedenza, lasciare il posto". Ti ricordi dell'esempio del supermercato, vero? Paolo direbbe di te che sei stato, sei stata epieikēs  lasciando il tuo posto all'altro, facendo passare davanti la signora anziana. Lo scopo dell'essere gentili  è sia rendersi utili agli altri (chrēsteuomai) sia lasciare il posto a qualcun altro (epieikēs). Ma la gentilezza è più di questo.  Hai visto di recente uno qualsiasi dei talk show in tv? Oppure un dibattito tra due politici? Diresti che le persone erano gentili l'un l'altro? La realtà dei fatti dice  che è molto più facile irritarsi ed essere irritanti che essere gentili l'un l'altro. E gran parte dei programmi televisivi gioca proprio su questo, e invita al conflitto... perché fa “audience”... A seconda del carattere che abbiamo e a seconda della vita che abbiamo avuto, saremo più o meno propensi o propense ad essere gentili invece che scontrosi o irascibili. Indipendentemente dal nostro carattere più o meno “morbido”, come credenti dovremmo renderci utili agli altri e dovremmo cedere il nostro posto agli altri. E non lo dice Marco, ma la Parola di Dio; così dice Paolo ai Filippesi. “La vostra mansuetudine sia nota a tutti gli uomini. Il Signore è vicino.” (Filippesi 4:5) Paolo dice che tutti dovrebbero sapere che siamo di quelli che cedono il passo agli altri, che si dimostrano utili, che agiscono a favore di chi incontriamo nella vita. Esiste una Bibbia in inglese, chiamata “Amplified” che, quando una parola può avere più significati, li mostra tutti: se esistesse la stessa cosa in italiano questo versetto suonerebbe così: “Che la vostra mansuetudine, mitezza, ragionevolezza, affabilità, modestia, bontà, amabilità. sia evidente a tutti.  Il Signore sta per tornare!” (Filippesi 4:5 parafrasi) Vi ricordate il contesto in cui queste parole vengono dette, vero? Per prima cosa, Paolo  è in prigione; non è specificamente in prigione per la predicazione del Vangelo  ma perché persone del suo stesso popolo, i suoi nemici ebrei, lo accusano falsamente  e lo incolpano di creare dissenso contro il governo di Roma. Paolo è un traditore.  Paolo è stato incarcerato per mano della sua stessa gente. Ma anche la chiesa di Filippi sta attraversando un periodo turbolento; ci sono persone nella congregazione che stanno cercando di creare divisione, e dicono apertamente che gli insegnamenti di Paolo sono sbagliati. Persone della chiesa che lui stesso ha piantato e che lui stesso ha posto come guide sono ora contro di lui. Quanti di noi sarebbero stati impazienti, scontrosi o irascibili verso le persone che avevano provocato tutto questo? Paolo avrebbe avuto tutte le ragioni per esserlo! E invece no: Paolo ordina ai Filippesi  di far si che la loro gentilezza sia vista da tutti.  Non solo dagli altri cristiani,  ma da tutti coloro con cui vengono in contatto. Ma cosa sta chiedendo Paolo chiedendogli di essere “mansueti”?  Il modo migliore per sapere cos'è la mansuetudine è vedere come viene applicata nella Bibbia. Cominciamo con Gesù. All'inizio del suo ministero Gesù andò nel deserto e fu tentato. Ricordiamoci bene che questo Gesù Cristo è Dio.  Quando furono stesi i cieli e la terra, Gesù era lì.  Quando Satana fu cacciato dal Cielo, Gesù era lì.  Tutto il potere era nelle Sue mani.  E Satana a questo Gesù, a colui che ha creato il mondo, a colui che lo ha buttato dalla finestra del Paradiso, adesso arriva e gli dice: "Se ti prostri e mi adori ti darò tutte le nazioni". Non trovate sia un po' irritante? Riuscite ad immaginare cosa gli avremmo “consegnato” a Satana se fossimo stati al posto di Gesù? Volete che vi faccia qualche esempio? Meglio di no! Come reagì Gesù? Leggiamolo in Luca: “Il diavolo gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di' a questa pietra che diventi pane».  Gesù gli rispose: «Sta scritto: “Non di pane soltanto vivrà l'uomo”». Il diavolo lo condusse in alto, gli mostrò in un attimo tutti i regni del mondo e gli disse:  «Ti darò tutta questa potenza e la gloria di questi regni; perché essa mi è stata data e la do a chi voglio.  Se dunque tu ti prostri ad adorarmi, sarà tutta tua». Gesù gli rispose: «Sta scritto: “Adora il Signore, il tuo Dio, e a lui solo rendi il tuo culto”». Allora lo portò a Gerusalemme e lo pose sul pinnacolo del tempio, e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gettati giù di qui,  perché sta scritto: “Egli darà ordini ai suoi angeli a tuo riguardo, di proteggerti” e “Essi ti porteranno sulle mani, perché tu non urti col piede contro una pietra”». Gesù gli rispose: «È stato detto: “Non tentare il Signore Dio tuo”». Allora il diavolo, dopo aver finito ogni tentazione, si allontanò da lui fino a un momento opportuno. (Luca 4:3-13) Gesù nella sua avventura terrena era uno di quelli che "usava" la sua voce; non aveva un tono monocromo e placido. Gesù aveva urlato ai mercanti nel tempio, e più volte nei vangeli si dice che Gesù ha gridato. Ma qui, Gesù non alzò mai la voce; ma rispose citando ogni volta la parola di Dio :”Sta scritto … E' stato detto...” Cosa è la gentilezza secondo Gesù? E' non “reagire a molla” anche quando sappiamo al 100% di essere nel giusto. E' pensare biblicamente, ricordando all'altro la verità della parola di Dio, ma senza aggredire. Gesù era mansueto, ma questo non significava che fosse “debole”. L'immagine che normalmente si usa per descrivere la mansuetudine è quella dei bovini; le mucche sono esseri “mansueti”... ma non per questo sono “deboli”. Esse sanno di avere tutta la potenza necessaria per farci del male... ma decidono di non farlo (a meno che noi non facciamo qualcosa contro di loro); pascolano al nostro fianco, si fanno accarezzare. Questo significa essere mansueti: avere “potenza in controllo”. Gesù era fermo sulla Parola di Dio. Gesù possedeva tutta la potenza della Parola di Dio... esattamente come tu ed io. Ma dobbiamo conoscere la Parola; la dobbiamo leggere e studiare per averla a fianco nel momento del bisogno. Un altro esempio. Questa volta vediamo Barnaba.  Barnaba insieme a Paolo fu il leader del primo viaggio missionario negli Atti.  Assieme a loro c'era un uomo abbastanza giovane  di nome Giovanni, ma detto Marco. Dopo un po' che stava con loro, Giovanni detto Marco si stufò del lavoro di missionario e di punto in bianco li lasciò da soli. Più tardi Paolo e Barnaba pianificarono un secondo viaggio missionario.  Ecco come si svolse il viaggio: “Dopo diversi giorni Paolo disse a Barnaba: «Ritorniamo ora a visitare i fratelli di tutte le città in cui abbiamo annunciato la Parola del Signore, per vedere come stanno».  Barnaba voleva prendere con loro anche Giovanni detto Marco. Ma Paolo riteneva che non dovessero prendere uno che si era separato da loro già in Panfilia e che non li aveva accompagnati nella loro opera. Nacque un aspro dissenso, al punto che si separarono; Barnaba prese con sé Marco e s'imbarcò per Cipro. Paolo, invece, scelse Sila e partì, raccomandato dai fratelli alla grazia del Signore. E percorse la Siria e la Cilicia, rafforzando le chiese.” (Atti 15:36-41) Ora, forse Paolo e Barnaba non sono stati gentili, o amorevoli, o mansueti l'uno con l'altro.  Ma il trattamento gentile di Barnaba verso Marco  diede a Marco un'altra possibilità. Sapete cosa fruttò la mansuetudine di Barnaba? Fruttò un vangelo, perché Giovanni detto Marco in realtà è il Marco che ha scritto il secondo vangelo nella tua Bibbia. Più tardi Paolo si pentì di essere stato non gentile ed non amorevole con Barnaba e Marco; e quel Paolo, che lo voleva cacciare, scrisse di Marco a Timoteo: “Prendi Marco e conducilo con te, poiché mi è molto utile per il ministero.” (2 Timoteo 4:11 b) Marco era una persona  che avrebbe potuto essere allontanata dal ministero  a causa dei suoi fallimenti e a causa dell'impazienza di Paolo.  Fu la gentilezza di Barnaba che portò ad un risultato molto diverso. L'essere gentile di Barnaba significava essere disposto ad accettare  che non possiamo sempre avere tutto sotto controllo e che ci saranno momenti in cui le persone  non soddisfano le nostre aspettative. Significa che dobbiamo essere disposti  a mettere via lo spirito critico e giudicante  e sostituirlo con uno spirito che vuole incoraggiare  anche di fronte a  un fallimento. Significa che dobbiamo essere disposti  a mostrare il nostro apprezzamento per i doni e i contributi degli altri anche quando questi doni e contributi sono diversi dai nostri. Significa che dobbiamo essere disposti a riconoscere  che il nostro modo e il nostri piani  possono non essere sempre quelli migliori; e anche se sarebbero il modo migliore,  dobbiamo dare alle persone  l'opportunità di imparare nuove tecniche  senza essere condannati prima di iniziare. Significa che dobbiamo essere disposti  a permetterci l'un l'altro di fare errori.  E, quando diamo un incarico o un compito, riconoscere che la perfezione non arriverà  e le persone ci deluderanno, e ricordare che anche noi abbiamo deluso talvolta altri. Essere mansueti, essere gentili non significa essere sempre fermi o sempre morbidi; Gesù davanti al padre dell'errore, il diavolo, era stato fermo. Barnaba davanti all'errore di Marco era stato morbido. Essere gentili  significa essere  fermi o  morbidi a seconda della grazia necessaria alla situazione e al momento; la gentilezza è la grazia in azione. Dio è stato gentile con te e con me, e lo he tutt'ora nonostante  tu ed io lo irritiamo su base quotidiana. Infatti Dio ci permette di sbagliare... di peccare...  e poi ci aiuta dolcemente ad andare avanti. Dio avrebbe potuto giustamente prendere la via della giustizia immediata, punirci per il nostro peccato.  Ma sapeva che questo ci avrebbe schiacciato e ci avrebbe resi per sempre timorosi di avvicinarci a Lui.  Così Dio ha scelto una via diversa: “Il Signore non ritarda l'adempimento della sua promessa, come pretendono alcuni; ma è paziente verso di voi, non volendo che qualcuno perisca, ma che tutti giungano al ravvedimento.” (2 Pietro 3:9) La scorsa settimana Jean ha parlato del cuore di Gesù; un cuore aperto, che concede un'altra opportunità all'esattore corrotto Zaccheo. Un Gesù che lo incoraggia, nonostante Zaccheo non sia perfetto, e gli dice che anche lui, imperfetto come è, è figlio di Abraamo, fa parte del popolo di Dio. Quando doveva essere irritato Gesù  conoscendo che Zaccheo rubava, vessava  e faceva andare in  carcere le persone povere? Ma entrando in casa sua,  parlando con mansuetudine, sta dicendo a Zaccheo e a tutti quelli che erano lì … e anche a noi: “Vedete? Voi che siete in Cristo, dovete essere gentili con gli altri, nonostante quanto siate irritanti." Facile, vero? No... non lo è per nessuno, e nemmeno per Gesù lo era, credetemi! Paolo sottolinea nel versetto di Filippesi che l'essere mansueti ha un motivo e uno scopo: “La vostra mansuetudine sia nota a tutti gli uomini. Il Signore è vicino.” (Filippesi 4:5) Sulla frase “Il Signore è vicino” ci sono due possibili significati. Il primo (ed è il più “gettonato” nei commentari) è che Il Signore è vicino nel senso che la sua venuta  potrebbe avvenire in qualsiasi momento. Gesù sta per tornare,  e noi lo vedremo faccia a faccia. Perché mai questo ci dovrebbe rendere mansueti? Beh, sappiamo che quando Gesù verrà,  tutte le cose saranno messe a posto: il male sarà punito e il giudizio sarà giusto. La fedeltà sarà premiata e Dio loderà i suoi santi. Paolo allora dice che non dobbiamo stressarci troppo  perché Dio porterà equità alla fine. Il Signore è vicino.; tutto ciò che nella vita provoca rabbia  e irritazione verrà spazzato via. Non solo: molti di noi che si irritano a vicenda  saranno in cielo insieme; quindi cominciamo da subito ad usare gentilezza con quelli con cui dovremo trascorrere l'eternità. E dobbiamo mostrare gentilezza anche agli altri  che non sono ancora sulla via dell'eternità, perché vogliamo che anche loro siano con noi. Ma c'è un altro significato possibile e non è meno importante  (ed è quello che preferisco): il Signore è vicino nel senso che sta camminando con noi, è al nostro fianco ad ogni passo del cammino. Gesù è consapevole di come siamo,  di come pensiamo e di come agiamo, ed è interessato al fatto che,  come suoi ambasciatori nel mondo dimostriamo agli altri quale sia il suo cuore. “Il Signore è vicino” significa  che vede come viviamo il nostro cammino di fede. "“Il Signore è vicino”significa che  al nostro fianco vive il suo Spirito, il Consolatore, lo Spirito di Verità. Come puoi, tu  che sei stato, sei stata oggetto di tanta pazienza e dolcezza,  come puoi non mostrare agli altri  la stessa grazia che è stata usata verso di te? Come puoi tu, tu che sai che Dio aveva tutto il diritto di essere irritato,  e impaziente, e brusco con te  (ma non l'ha fatto) ,come puoi ora non estendere quella stessa grazia agli altri? Che la tua  mansuetudine, mitezza, ragionevolezza, affabilità, modestia, bontà, amabilità  sia evidente a tutti; sia ai credenti, ma anche (e forse soprattutto) a chi ancora non crede perché Gesù quelli sta cercando. In Cristo puoi essere una persona  che ha un approccio così gentile alla vita  che tutti intorno a te possono vedere la differenza che Cristo fa nella vita tua vita, nella vita di chi crede. “Da questo conosceranno tutti che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri.” (Giovanni 13:35) “Il Signore è vicino”: quale significato preferisci? Che Gesù sta per tornare, o che Gesù è al tuo fianco? Il significato può variare: l'obiettivo no. Il fine della mansuetudine, dell'essere gentili, è testimoniare di un Dio così grande, così innamorato,  così pieno di grazia e di compassione... “...che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna.” (Giovanni 3:16) Vivi così  e sarai un testimone, una testimone potente per il Signore Gesù Cristo. Vivi così e brillerai come come un faro,  in un mondo dove l'irritazione, l'impazienza,  l'insofferenza e la vendetta sono diventate la norma. “Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, affinché vedano le vostre buone opere e glorifichino il Padre vostro che è nei cieli.” (Matteo 5:16) Preghiamo.GUARDA LE DIAPOSITIVE DEL MESSAGGIOGUARDA IL VIDEO DEL MESSAGGIO IN BASSA RISOLUZIONE SU FACEBOOKGUARDA IL VIDEO DEL MESSAGGIO IN BASSA RISOLUZIONE SU INSTAGRAM ---GUARDA IL VIDEO DEL MESSAGGIO IN HD (Visita il nostro sito per ascoltare la registrazione audio, vedere il video del messaggio, per scaricare gli appunti e per vedere le diapositive del messaggio)

Chiesa Cristiana Evangelica  della Vera Vite
Il cuore di Gesù | 23 Gennaio 2022 |

Chiesa Cristiana Evangelica della Vera Vite

Play Episode Listen Later Jan 25, 2022


Un cuore aperto emana grazia, è ospitale con le gioie e i dolori degli altri, si rallegra con chi si rallegra e piange con chi piange. Un cuore aperto si siede assieme all'altro e non controlla l'orologio. Con quale cuore vivi la tua vita di credente? Con un cuore chiuso, o con un cuore aperto? Gesù ti chiede di avere un cuore come il suo. --- Predicatrice: Jean Guest CLICCA SUL TITOLO PER ASCOLTARE IL MESSAGGIO Tempo di lettura: 9 minuti Tempo di ascolto audio/visione video: 30 minuti Il nostro cuore è un organo straordinario. È grande quanto il mio pugno, eppure pompa oltre 9000 litri di sangue nel nostro corpo ogni giorno; batte una volta al secondo... Ecco due fatti singolari: la maggior parte degli attacchi di cuore avviene di lunedì, e il giorno più comune dell'anno per un attacco di cuore è... il giorno di Natale.  I poeti hanno scritto milioni di parole sul cuore, le pop star ne hanno fatto canzoni, Shakespeare ha scritto versi imitando il suo ritmo e Plinio il Vecchio ha coniato la più famosa citazione sul cuore - “La casa è dove si trova il cuore”. Dov'è il tuo cuore oggi? Dov'è il mio? Preghiamo con le parole di questa antica preghiera: “Signore del mio cuore, dammi una visione che mi ispiri. Signore del mio cuore, dammi luce per guidarmi. Signore del mio cuore, dammi la saggezza per dirigermi. Signore del mio cuore, dammi coraggio per rafforzarmi. Signore del mio cuore, dammi fiducia per consolarmi. Abbiamo imparato cosa vediamo quando guardiamo il volto e la postura di Gesù. Oggi guarderemo il suo cuore e scopriremo cosa ci insegna su Dio e come dovremmo rispondere a ciò che scopriamo. Forse inizierò con qualcosa che che non vi aspettate. Voglio parlare del cuore spezzato di Dio. Noi cantiamo spesso “spezza il mio cuore per ciò che si spezza il tuo”, ma cosa spezza il cuore di Dio? Questo è il momento in cui accade per la prima volta... “Poi udirono la voce di Dio il Signore, il quale camminava nel giardino sul far della sera; e l'uomo e sua moglie si nascosero dalla presenza di Dio il Signore fra gli alberi del giardino. Dio il Signore chiamò l'uomo e gli disse: «Dove sei?» Egli rispose: «Ho udito la tua voce nel giardino e ho avuto paura, perché ero nudo, e mi sono nascosto». Dio disse: «Chi ti ha mostrato che eri nudo? Hai forse mangiato del frutto dell'albero che ti avevo comandato di non mangiare?»L'uomo rispose: «La donna che tu mi hai messa accanto, è lei che mi ha dato del frutto dell'albero, e io ne ho mangiato». Dio il Signore disse alla donna: «Perché hai fatto questo?»”(Genesi 3:8-13 a) “Perché hai fatto questo?” Una volta camminavamo con Dio e vivevamo alla sua presenza, ma come esseri umani abbiamo scelto invece l'allettante astuzia che tutto consuma del peccato e come razza continuiamo a farlo; non possiamo incolpare nessun altro.  Giovanni dice: “Se diciamo di essere senza peccato, inganniamo noi stessi, e la verità non è in noi.”  (1 Giovanni 1:8 ) E Paolo aggiunge: “Fate dunque morire ciò che in voi è terreno: fornicazione, impurità, passioni, desideri cattivi e la cupidigia che è idolatria.”(Colossesi 3:5) Gesù disse che il problema del peccato è quello che viene da dentro il nostro cuore. “Diceva inoltre: «È quello che esce dall'uomo che contamina l'uomo; 21perché è dal di dentro, dal cuore degli uomini, che escono cattivi pensieri, fornicazioni, furti, omicidi, adultèri, cupidigie, malvagità, frode, lascivia, sguardo maligno, calunnia, superbia, stoltezza.” (Marco 7:20-22) Nessuno di noi ha motivazioni pure e quel "Perché hai fatto questo?" riecheggia attraverso le generazioni. Ma se è il nostro peccato che spezza il cuore di Dio, è il suo amore che trova il modo di guarire. Lo vediamo con più forza quando leggiamo di Gesù nel giardino del Getsemani la notte in cui fu tradito. “Allora Gesù andò con loro in un podere chiamato Getsemani e disse ai discepoli: «Sedete qui finché io sia andato là e abbia pregato». E, presi con sé Pietro e i due figli di Zebedeo, cominciò a essere triste e angosciato. Allora disse loro: «L'anima mia è oppressa da tristezza mortale; rimanete qui e vegliate con me». E, andato un po' più avanti, si gettò con la faccia a terra, pregando e dicendo: «Padre mio, se è possibile, passi oltre da me questo calice! Ma pure, non come voglio io, ma come tu vuoi». Poi tornò dai discepoli e li trovò addormentati. E disse a Pietro: «Così non siete stati capaci di vegliare con me un'ora sola? Vegliate e pregate, affinché non cadiate in tentazione; lo spirito è pronto, ma la carne è debole». Di nuovo, per la seconda volta, andò e pregò, dicendo: «Padre mio, se non è possibile che questo calice passi oltre da me senza che io lo beva, sia fatta la tua volontà». E, tornato, li trovò addormentati, perché i loro occhi erano appesantiti. Allora, lasciatili, andò di nuovo e pregò per la terza volta, ripetendo le medesime parole. Poi tornò dai discepoli e disse loro: «Dormite pure oramai, e riposatevi! Ecco, l'ora è vicina, e il Figlio dell'uomo è dato nelle mani dei peccatori. Alzatevi, andiamo; ecco, colui che mi tradisce è vicino».” (Matteo 26:36-46) Questo è ciò che N.T. Wright dice di questa scena:  "Il Getsemani è assolutamente centrale per ogni corretta comprensione di chi fosse realmente Gesù. Ma certamente Matteo è chiaro che, in questo momento cruciale, Gesù aveva affari urgenti e spiacevoli  da compiere con suo padre. Era arrivato fin là; aveva detto loro più e più volte che sarebbe stato arrestato, torturato e crocifisso; ma ora, all'ultimo minuto, questa conoscenza doveva farsi strada dalla sua mente, intrisa di scritture, fino a un cuore obbediente che prega. Ed è meravigliosamente confortante (come sottolinea lo scrittore agli Ebrei) che egli dovette fare questo straziante viaggio di fede, proprio come noi dobbiamo farlo.” ‘Se è possibile, passi oltre da me questo calice!'  Gesù era fermamente determinato a comprendere questo momento fatidico, alla luce della lunga narrazione delle scritture che vedeva ora giungere al suo culmine nella sua morte.  Ma, proprio per questo, si rese conto in modo nuovo e devastante di essere chiamato a scendere nell'oscurità, più in profondità di chiunque altro prima, l'oscurità di colui che, pur essendo il figlio stesso di Dio, avrebbe bevuto il calice che simboleggiava l'ira di Dio contro tutto ciò che è male, tutto ciò che distrugge e deturpa il meraviglioso mondo di Dio e le sue creature portatrici della sua immagine. Possiamo vedere questo stesso processo mentre la storia si snoda. Tutti gli elementi del male nel mondo sembrano precipitarsi su di lui: la politica dell'élite locale alla ricerca del potere, la brutalità casuale della Roma imperiale, la slealtà di Giuda,  il fallimento di Pietro.  I grandi sistemi che schiacciano chi si trova sulla loro strada, e i tradimenti intimi, fortemente personali, e tutto ciò che sta in mezzo, il disprezzo, l'incomprensione, la violenza. La storia è raccontata in modo tale che noi vediamo e sentiamo, piuttosto che solo immaginare, le diverse manifestazioni del male nel mondo. Matteo ci invita a vederle tutte convergere su Gesù. Questo è il senso di questa storia". C'è del vero quando cantiamo: "Non saprò  mai che prezzo ha quello che Tu hai pagato già".  Il peccato spezza il cuore di Dio e dovrebbe spezzare anche il nostro; non solo ciò che riguarda  il nostro personale fallimento, ma anche  la miriade di modi in cui il peccato guasta questo mondo e la vita delle persone. Ho detto nel mio ultimo  messaggio che il nostro vangelo è un vangelo di amore e di giustizia insieme; non possiamo predicare l'uno senza l'altro, né possiamo praticare l'uno senza dichiarare il suo amore.  Dobbiamo effettivamente mettere in parole il grido degli oppressi; la nostra attenzione deve essere rivolta ai poveri, ai perduti, ai soli, agli emarginati, agli esclusi. Forse conoscete la storia di San Lorenzo: quando i soldati romani vennero ad arrestarlo durante la persecuzione di Diocleziano nel 304 D.C. e pretesero di vedere le ricchezze della Chiesa, Lorenzo li portò in strada e mostrò loro i poveri, gli storpi e gli zoppi. 'Ecco il nostro oro' disse loro. È una bella risposta, ma il risultato è che lo fecero “cuocere” sulla piastra! All'inizio di quest'anno mi hanno mandato questo messaggio; mi ha fatto ridere, ma è un vero promemoria per non essere a proprio agio di fronte all'ingiustizia. E' questo che dovrebbe spezzarmi il cuore. QUEST'ANNO VOGLIO ESSERE PIU' SIMILE A GESU': uscire con i peccatorifar arrabbiare le persone religioseraccontare storie che fanno rifletterescegliere amici impopolariessere gentile, amorevole e misericordiosofare pennichelle sulle barche Un modo in cui possiamo essere più simili a Gesù è di avere il cuore aperto. Il suo sguardo era sempre d'amore, la sua postura era sempre di benvenuto, il suo cuore era sempre pronto a dare una possibilità alle persone.  “Gesù, entrato in Gerico, attraversava la città. Un uomo, di nome Zaccheo, il quale era capo dei pubblicani ed era ricco, cercava di vedere chi era Gesù, ma non poteva a motivo della folla, perché era piccolo di statura. Allora, per vederlo, corse avanti e salì sopra un sicomoro, perché egli doveva passare per quella via. Quando Gesù giunse in quel luogo, alzati gli occhi, gli disse: «Zaccheo, scendi, presto, perché oggi debbo fermarmi a casa tua».  Egli si affrettò a scendere e lo accolse con gioia. Veduto questo, tutti mormoravano, dicendo: «È andato ad alloggiare in casa di un peccatore!» Ma Zaccheo si fece avanti e disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà dei miei beni ai poveri; se ho frodato qualcuno di qualcosa gli rendo il quadruplo». Gesù gli disse: «Oggi la salvezza è entrata in questa casa, poiché anche questo è figlio di Abraamo...” (Luca 19:1-9) Zaccheo era un esattore delle tasse peccaminoso e disprezzato dalla folla. Ma era la persona che Gesù vide e chiese di rimanere nella sua casa. Noi siamo Zaccheo e tuttavia siamo anche la folla. Ci sono momenti nella nostra vita in cui possiamo tendere alla critica, giudicando le persone in modo stereotipato in base a criteri mondani. Ci sono anche momenti nella nostra vita in cui sappiamo di aver sbagliato, e abbiamo bisogno di pentirci - Gesù deve venire a casa nostra. Lui è l'unica persona che vede noi e la nostra vera natura e può trasformarla.  Zaccheo divenne l'opposto di quello che era stato per tutta la sua vita: aveva aperto suo cuore. Ma a volte, invece di avere il cuore aperto, abbiamo il cuore duro, sia per la nostra paura e insicurezza, sia per il dolore, la rabbia, la delusione causata da altre persone, o semplicemente perché non abbiamo tempo per le persone che non ci piacciono. A volte dimentichiamo che la nostra salvezza non è solo per noi. Siamo destinati ad avere il cuore aperto per uno scopo. “Vi darò un cuore nuovo e metterò dentro di voi uno spirito nuovo; toglierò dal vostro corpo il cuore di pietra (=un cuore duro) e vi darò un cuore di carne. ( =un cuore tenero e aperto)” (Ezechiele 36:26) Un cuore aperto non sente l'obbligo di autoproteggersi o di darsi delle arie. Un cuore aperto non vede alcun vantaggio nell'indossare una maschera o nel costruire un muro. Un cuore aperto sa di essere nascosto con Cristo in Dio, quindi non c'è più nulla da nascondere. Un cuore aperto emana grazia. Un cuore aperto è generoso con i suoi affetti. Un cuore aperto segue le sue passioni a pro del Vangelo. Un cuore aperto è ospitale con le gioie e i dolori degli altri. Si rallegra con chi si rallegra e piange con chi piange. Un cuore aperto si siede assieme all'altro e non controlla l'orologio. Ammorbidisci i nostri cuori, Signore, così che possiamo amarti con tutto il nostro cuore, la nostra mente, la nostra forza e la nostra anima e il nostro prossimo con tutto ciò che abbiamo. Amen.GUARDA LE DIAPOSITIVE DEL MESSAGGIOGUARDA IL VIDEO DEL MESSAGGIO IN BASSA RISOLUZIONE SU FACEBOOKGUARDA IL VIDEO DEL MESSAGGIO IN BASSA RISOLUZIONE SU INSTAGRAM--- GUARDA IL VIDEO DEL MESSAGGIO IN HD (Visita il nostro sito per ascoltare la registrazione audio, vedere il video del messaggio, per scaricare gli appunti e per vedere le diapositive del messaggio)

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Keration Podcast

Play Episode Listen Later Nov 25, 2021 3:22


♦ Quasi 50 anni fa, il governo israeliano riconobbe come ebrei i membri della setta nera etiope dei Falasha. In base a uno statuto del 1950 applicabile a tutti gli ebrei, quella controversa decisione consentì ai Falasha di trasferire immediatamente la cittadinanza. Quello statuto, infatti, era applicabile a qualunque ebreo sarebbe tornato in Israele. Eppure, la vera origine di quella setta etiope è controversa. Perché? Non esistono prove che si tratti di discendenti diretti di Abraamo, l'antico patriarca capostipite degli ebrei. Gli ebrei discendono da Isacco, figlio di Abraamo. Visto che tutta la discendenza è caratterizzata dal colore bianco della pelle, è difficile spiegare in che modo sarebbe avvenuto il cambiamento genetico alla pelle dei Falasha, la cui pelle è scura. Inoltre, sembra che non ci siano testimonianze dell'esistenza dei Falasha prima del XV secolo, (Abraamo visse nel XX secolo a.C., ovvero circa 35 secoli prima). Una spiegazione semplice potrebbe essere che, circa 500 anni fa, un gruppo di neri abbia aderito alla religione ebraica. Comunque, non si dimentichi che la parte delle Scritture Greche Cristiane, o Nuovo Testamento, ovvero la parte della Bibbia generalmente non accettata dagli ebrei, menziona un eunuco etiope. In Atti capitolo 8 si legge che “era stato a Gerusalemme ad adorare” e che “leggeva ad alta voce il profeta Isaia”. Questo fa ipotizzare che si fosse convertito alla religione ebraica e che fosse, quindi, un proselito. Il termine greco prosèlytos designa un non ebreo convertitosi al giudaismo; nel caso degli uomini, la conversione implicava la circoncisione. Proprio per questo, è stato ipotizzato che l'espressione “eunuco etiope” non indicasse un eunuco letterale, ma che fosse un uomo in vista dal punto di vista politico o commerciale. Quell'uomo, dunque, era in grado di generare figli, ovvero una discendenza. Detto questo, non c'è nessuna prova, però, che i Falasha siano suoi discendenti. --- This episode is sponsored by · Anchor: The easiest way to make a podcast. https://anchor.fm/app --- Send in a voice message: https://anchor.fm/corgiov/message

Il Libro Più Letto @ ttb.twr.org/italiano
Abraamo, Sara, Isacco, Giacobbe, Giuseppe

Il Libro Più Letto @ ttb.twr.org/italiano

Play Episode Listen Later Nov 2, 2021 16:48


La Bibbia Oggi
Ci possiamo fidare di Dio? (Romani 9:6-13) - Jonathan Whitman

La Bibbia Oggi

Play Episode Listen Later Sep 12, 2021 41:50


Predicazione espositiva del Pastore Jonathan Whitman su Romani capitolo 9 versetti da 6 a 13. Registrata presso il Centro Evangelico Battista di Perugia il 12 Settembre 2021.Titolo del messaggio: “Ci possiamo fidare di Dio?”ROMANI 9 V6-13"6 Però non è che la parola di Dio sia caduta a terra; infatti non tutti i discendenti d'Israele sono Israele; 7 né per il fatto di essere stirpe d'Abraamo, sono tutti figli d'Abraamo; anzi: «È in Isacco che ti sarà riconosciuta una discendenza». 8 Cioè, non i figli della carne sono figli di Dio; ma i figli della promessa sono considerati come discendenza. 9 Infatti, questa è la parola della promessa: «In questo tempo verrò, e Sara avrà un figlio». 10 Ma c'è di più! Anche a Rebecca avvenne la medesima cosa quand'ebbe concepito figli da un solo uomo, da Isacco nostro padre; 11 poiché, prima che i gemelli fossero nati e che avessero fatto del bene o del male (affinché rimanesse fermo il proponimento di Dio, secondo elezione, 12 che dipende non da opere, ma da colui che chiama), le fu detto: «Il maggiore servirà il minore»; 13 com'è scritto: «Ho amato Giacobbe e ho odiato Esaù»." 

Il Nostro Pane Quotidiano
Salvatore senza tempo - 29 Gennaio 2021

Il Nostro Pane Quotidiano

Play Episode Listen Later Jan 29, 2021 3:12


Gesù disse loro: “In verità, in verità vi dico: prima che Abraamo fosse nato, io sono”.Giovanni 8:58

Chiesa Cristiana Evangelica Pentecostale ADI Fino Mornasco
Che senso ha la mia vita? Perché vivo? Adifino.it

Chiesa Cristiana Evangelica Pentecostale ADI Fino Mornasco

Play Episode Listen Later Oct 11, 2020 49:16


Genesi 25:19-26 Discendenti d’Isacco 19 Questi sono i discendenti d’Isacco, figlio d’Abraamo. 20 Abraamo generò Isacco; Isacco aveva quarant’anni quando prese per moglie Rebecca, figlia…

Chiesa Cristiana Evangelica  della Vera Vite
La fede esemplare e radicale | 23 Agosto 2020 |

Chiesa Cristiana Evangelica della Vera Vite

Play Episode Listen Later Aug 28, 2020


La fede è il prodotto prezioso della grazia di Dio; non dobbiamo "sabotarla" attraverso la nostra incredulità, ma nutrirla attraverso una vita radicale. --- Predicatore: Mario Forieri CLICCA SUL TITOLO PER ASCOLTARE IL MESSAGGIO Tempo di ascolto audio/visione video: 38 min. Brani utilizzati: “Or la fede è certezza di cose che si sperano, dimostrazione di realtà che non si vedono.” (Ebrei 11: 1)    “...donne che riebbero per risurrezione i loro morti..” (Ebrei 11:35) “Egli le domandò: «Perché vuoi andare da lui proprio oggi? Non è il novilunio e neppure sabato». Ella rispose: «Andrà tutto bene!».”  (2 Re 4:23) “Ti prego, corri ad incontrarla e dille: "Stai bene? Sta bene tuo marito? E il fanciullo sta bene?"». Ella rispose: (al servo) «Stanno bene» “  (2 Re 4: 26  “Eppure Dio gli aveva detto: «È in Isacco che ti sarà data una discendenza». Abraamo era persuaso che Dio è potente da risuscitare anche i morti; e riebbe Isacco come per una specie di risurrezione.” (Ebrei 11: 18 -19) “Benedetto sarà il frutto del tuo grembo...” (Deuteronomio 28: 4) “Simon Pietro, servo e apostolo di Gesù Cristo, a coloro che hanno ottenuto una fede preziosa quanto la nostra nella giustizia del nostro Dio e Salvatore Gesù Cristo...” (2 Pietro 1:1) “Per la grazia che mi è stata concessa, dico quindi a ciascuno di voi che non abbia di sé un concetto più alto di quello che deve avere, ma abbia di sé un concetto sobrio, secondo la misura di fede che Dio ha assegnata a ciascuno.”  (Romani12:3) “Dov'è dunque il vanto? E' escluso. Per quale legge? Quella delle opere? No, ma per la legge della fede. “ (Romani 3:27) “Riteniamo ferma la confessione della nostra speranza, perché è fedele colui che ha fatto le promesse...” (Ebrei 10:23) GUARDA LE DIAPOSITIVE DEL MESSAGGIO LINK AL VIDEO SU FACEBOOK --- GUARDA IL VIDEO DEL MESSAGGIO IN HD (Visita il nostro sito per ascoltare la registrazione audio del messaggio, per scaricare gli appunti e per vedere le diapositive del messaggio)

Il Nostro Pane Quotidiano
Migliori amici per sempre - 28 Luglio 2020

Il Nostro Pane Quotidiano

Play Episode Listen Later Jul 28, 2020 2:51


“Abraamo credette a Dio, e ciò gli fu messo in conto come giustizia”; e fu chiamato amico di Dio. Giacomo 2:23

Oggi in Cristo
Ornamento e onore

Oggi in Cristo

Play Episode Listen Later Mar 23, 2020 8:59


Anche voi, mogli, siate sottomesse ai vostri mariti perché, se anche ve ne sono che non ubbidiscono alla parola, siano guadagnati, senza parola, dalla condotta delle loro mogli,  quando avranno considerato la vostra condotta casta e rispettosa. Il vostro ornamento non sia quello esteriore, che consiste nell'intrecciarsi i capelli, nel mettersi addosso gioielli d'oro e nell'indossare belle vesti, ma quello che è intimo e nascosto nel cuore, la purezza incorruttibile di uno spirito dolce e pacifico, che agli occhi di Dio è di gran valore. Così infatti si ornavano una volta le sante donne che speravano in Dio, restando sottomesse ai loro mariti, come Sara che obbediva ad Abraamo, chiamandolo signore; della quale voi siete diventate figlie facendo il bene senza lasciarvi turbare da nessuna paura. Anche voi, mariti, vivete insieme alle vostre mogli con il riguardo dovuto alla donna, come a un vaso più delicato. Onoratele, poiché anch'esse sono eredi con voi della grazia della vita, affinché le vostre preghiere non siano impedite. (1 Pietro 3:1-7 - La Bibbia) Indice della serie sulle lettere di Pietro Ognuno di noi dovrebbe conquistare gli altri con l'amore. Questo è ancora più vero all'interno di una coppia. L'apostolo Pietro aveva appena invitato i credenti appartenenti alle classi più umili a rimanere sottomessi ai loro padroni anche a quelli più difficili che potevano inasprirsi contro di loro anche a causa della loro fede (1 Pietro 2:18). L'idea era quella di conquistare la società con l'amore e non con la rivolta. Con la buona condotta c'era la possibilità di far riflettere anche i propri nemici predisponendoli a rispondere positivamente al Signore quando Egli avesse bussato alla porta del loro cuore (1 Pietro 2.12). Ora in questa sezione  lo stesso principio viene applicato alle donne cristiane nei confronti dei propri mariti, soprattutto quelli non credenti che potevano anche ostacolarle nella loro fede. In un mondo fortemente patriarcale come quella in cui vivevano Pietro e i suoi destinatari,  in cui le donne, come purtroppo accade di frequente ancora oggi, non godevano di alcuna considerazione nella società,  poteva essere forte la voglia di rivendicazione delle donne cristiane, il loro desiderio di giustizia stimolato dalla buona notizia di Gesù. Anche loro vengono esortate da Pietro ad accettare il loro ruolo difficile, senza ribellarsi.  Mentre, come si nota in seguito, Pietro si aspettava che il rapporto con un marito cristiano potesse essere decisamente più favorevole per la donna, la relazione con un marito incredulo poteva essere davvero complicata. Anche in questo caso il segreto era quello di accettare il proprio ruolo affidando a Dio la propria causa (vedi 1 Pietro 2.23). La speranza era che una  buona condotta, fedele e rispettosa, potesse conquistare il marito incredulo e portarlo al ravvedimento, più di tante prediche. Anche in questo caso il comportamento poteva parlare più di mille parole. Allora come oggi, purtroppo, le donne venivano spesso apprezzate dagli uomini più per la loro bellezza esteriore che per il loro carattere. Dio però era, ed è, interessato a ciò che è intimo e nascosto nel cuore sia in uomo che in una donna. Ecco perché Pietro ricorda che una donna cristiana avrebbe dovuto privilegiare la bellezza interiore piuttosto che curare solo l'esteriore.  Pietro era convinto che in quel modo, attraverso uno spirito dolce e pacifico, esse avrebbero conquistato alla causa di Cristo i loro mariti non credenti! Esse dovevano ispirarsi alle "sante donne" del passato, come Sara, che avevano sperato in Dio, e avevano curato quindi l'ornamento interiore più di quello esteriore. Questo ornamento interiore le aveva aiutate ad accettare il loro ruolo nella società con intelligenza. Sara si riferiva ad Abraamo chiamandolo "mio signore" come si usava a quel tempo (vedi Genesi 18.12), ma questo non le impediva di svolgere un ruolo attivo e partecipativo nelle decisioni della famiglia (vedi ad esem...

Allan Almeida
Il Credente di tipo Abraamo e il credente di tipo Lot. Pr. Allan Almeida / 16/02/2020

Allan Almeida

Play Episode Listen Later Feb 17, 2020 69:00


Il credente di tipo Abramo e il credente di tipo Lot Serie: Una vita RILEVANTE Esistono 2 tipi di cristiani: il sconfitto e il vincitore, il carnale e lo spirituale. • Tutti i cristiani sono vincitori (Rm. 8:37), ma alcuni vivono come sconfitti. Esempio di Abramo e Lot (Gn 13 e 14) • Entrambi erano giusti, ma uno era un vincitore e l'altro viveva sconfitto. Il credente vincente è colui che ha imparato ad ascoltare Dio e a seguire le sue indicazioni. Per le offerte e le decime. Donare direttamente all'Associazione Chiesa Cristiana La Vite mediante paypal (videiraitalia@gmail.com) o bonifico ai dati di seguito: Bonifico - UniCredit (Italia) - Associazione Chiesa Cristiana La Vite - IT28A 02008 52970 000104701164 -BIC/SWIFT: UNCRITM137L PayPal - https://paypal.me/lavitechurch?locale - videiraitalia@gmail.com I nostri social Instagram: @lavite.milano Facebook: @LaViteChurchMilano

Oggi in Cristo
Il Dio dei viventi

Oggi in Cristo

Play Episode Listen Later Jan 13, 2020


Poi vennero a lui dei sadducei, i quali dicono che non vi è risurrezione, e gli domandarono:  «Maestro, Mosè ci lasciò scritto che se il fratello di uno muore e lascia la moglie senza figli, il fratello ne prenda la moglie e dia una discendenza a suo fratello. C'erano sette fratelli. Il primo prese moglie; morì e non lasciò figli.  Il secondo la prese e morì senza lasciare discendenti. Così il terzo.  I sette non lasciarono discendenti. Infine, dopo tutti loro, morì anche la donna. Nella risurrezione, quando saranno risuscitati, di quale dei sette sarà ella moglie? Perché tutti e sette l'hanno avuta in moglie». Gesù disse loro: «Non errate voi proprio perché non conoscete le Scritture né la potenza di Dio?  Infatti quando gli uomini risuscitano dai morti, né prendono né danno moglie, ma sono come angeli nel cielo.  Quanto poi ai morti e alla loro risurrezione, non avete letto nel libro di Mosè, nel passo del pruno, come Dio gli parlò dicendo: "Io sono il Dio d'Abraamo, il Dio d'Isacco e il Dio di Giacobbe"? Egli non è Dio dei morti, ma dei viventi. Voi errate di molto». (Marco 12:18-27 - La Bibbia) Indice della serie sul vangelo di Marco L'ultima visita di Gesù a Gerusalemme lo vide impegnato in confronti diretti con tutte le classi politiche principali in Israele. I capi dei sacerdoti, gli scribi e gli anziani del popolo avevano incalzato Gesù mettendo in dubbio la sua autorità e Gesù, nella parabola dei vignaiuoli, aveva fatto capire loro che essi non aveva alcuna autorità e presto sarebbero stati rimossi (Marco 11:27-12:12). Poi era stata la volta di farisei ed erodiani che avevano tentato di coglierlo in fallo con una domanda sulle tasse dovute a Cesare ma Gesù ne era uscito sminuendo il valore del denaro su cui c'era l'effigie di Cesare e invitandoli piuttosto a preoccuparsi del proprio rapporto con Dio (Marco 12:13-27). Infine furono i sadducei a cercare di mettere in difficoltà Gesù. I sadducei  costituivano un gruppo molto potente in Isarele ed esercitavano un'influenza politica molto importante nell'ambito delle relazioni con i Romani. Essi consideravano validi solo i primi cinque libri della bibbia attribuiti a Mosè e, dalla loro interpretazione di tali libri, non emergevano riferimenti alla risurrezione nella quale essi non  credevano. Gesù mostrerà loro che si sbagliavano di grosso. Basandosi proprio sulla legge di Mosè essi dipinsero una situazione ipotetica in cui una donna prima di morire fosse stata sposa di sette fratelli senza avere figli. Quel quesito trovava le sue basi nella legge di levirato basata sul testo di deuteronomio 25:5-6 secondo cui nel caso in cui un uomo morisse senza lasciare figli, il fratello avrebbe dovuto sposare la cognata e il primo figlio di quell'unione sarebbe stato figlio del defunto, per mantenere il nome e la discendenza del defunto in Israele. Se la vita oltre la vita fosse stata una realtà di chi sarebbe stata moglie quella donna dopo la risurrezione? Ovviamente la donna non poteva essere moglie di tutti quegli uomini contemporaneamente... Essi pensavano di prendersi gioco di Gesù con il loro quesito mettendolo in difficoltà. Volevano inoltre vedere se Gesù condivideva quella dottrina nella quale credevano i farisei dei quali essi non condividevano l'agenda politica. La risposta di Gesù mise invece in evidenza le loro lacune. Infatti essi  dimostravano di non conoscere le scritture, non solo quelle profetiche che essi rifiutavano di riconoscere come ispirate da Dio, ma anche la stessa legge di Mosè! Innanzitutto Gesù precisò che la risurrezione implicava una trasformazione dell'essere umano, quindi anche se i risorti avrebbero avuto comunque un corpo fisico, ciò non significava che la vita eterna sarebbe stata identica alla vita che avevano vissuto in precedenza. Dopo la risurrezione non ci sarebbe stato alcun bisogno del matrimonio, probabilmente perché non ci sarebbe stato alcun bisogno di perpetuare ancora la  razza umana.

Chiesa Cristiana Evangelica  della Vera Vite
Aspettare inseguendo la Gioia - III° di Avvento | 15 Dicembre 2019 |

Chiesa Cristiana Evangelica della Vera Vite

Play Episode Listen Later Jan 1, 2020


C'è gioia nella tua vita? Se si, da dove la prendi? Dio ha un piano per darti una gioia completa; e quel piano passa attraverso Gesù. --- CLICCA SUL TITOLO PER ASCOLTARE IL MESSAGGIO Tempo di lettura: 10 min. Tempo di ascolto/visione audio/video: 29 min. La scorsa settimana abbiamo parlato della Speranza e della Fede che sono legate al Natale, simboleggiate dalle prime due candele della nostra ghirlanda dell'Avvento. Oggi abbiamo acceso la terza candela, quella che simboleggia la Gioia. Come definiresti la parola “gioia”? Cosa è che ti fa gioire nella vita? Un bel voto a scuola ? Una promozione al lavoro? La vittoria della tua squadra del cuore? Partiamo anche questa volta dalla definizione che ne fa  un famoso vocabolario (stavolta il Treccani) gioia¹ [dal fr. ant. joie, lat. gaudia, plur. di gaudium "gioia"]. - intensa e piacevole emozione che si prova quando si è felici o quando un fine viene raggiunto o un desiderio trova appagamento Notiamo anche questa volta un paio di caratteristiche della gioia come è intesa per il mondo. La prima si trova nell'origine della parola “gioia”: viene dal latino “gaudia” che è il plurale di “gaudium” che, in latino, significa... gioia! Per cui la trasposizione in italiano dovrebbe essere stata “gioio”: Quando UNA cosa mi rende felice, allora provo UN “gioio”. Sembra invece che, a noi italiani, una sola cosa non basti  per renderci felici... e abbiamo scelto il plurale: le gioie! Insomma, non basta una, ma servono più di una cosa piacevole per rendermi felice! Come seconda cosa il Treccani dice che la gioia arriva quando “un fine viene raggiunto o un desiderio trova appagamento” in altre parole, io ho un progetto in testa, in qualche modo (volontario o involontario)  il progetto va a buon fine, e solo quando ho ottenuto ciò che mi ero prefissato o avevo desiderato allora sono felice, provo “gioia”. Questa è la gioia “secondo il mondo”... E per noi che crediamo? Le fonti della gioia sono le stesse... oppure? Voglio vedere assieme a voi qualche brano della Bibbia dove i protagonisti provano gioia. 1. La gioia viene da qualcosa che non ti aspetti. Ricordate la storia  di come è nato Isacco  da Abraamo e Sara ormai vecchi? “Poi (gli angeli) gli dissero: «Dov’è Sara, tua moglie?» Ed egli rispose: «È là nella tenda».  E l’altro: «Tornerò certamente da te fra un anno; allora Sara, tua moglie, avrà un figlio». Sara intanto stava ad ascoltare all’ingresso della tenda, che era dietro di lui.  Abraamo e Sara erano vecchi, ben avanti negli anni, e Sara non aveva più i corsi ordinari delle donne.  Sara rise dentro di sé, dicendo: «Vecchia come sono, dovrei avere tali piaceri? Anche il mio signore è vecchio!»  Il Signore disse ad Abraamo: «Perché mai ha riso Sara, dicendo: “Partorirei io per davvero, vecchia come sono?”  Vi è forse qualcosa che sia troppo difficile per il Signore? Al tempo fissato, l’anno prossimo, tornerò e Sara avrà un figlio». ” (Genesi 18: 9-13) Sara non si aspettava di avere un figlio da vecchia... eppure... “Sara concepì e partorì un figlio ad Abraamo, quando egli era vecchio, al tempo che Dio gli aveva fissato.  Sara disse: «Dio mi ha dato di che ridere; chiunque l’udrà riderà con me». E aggiunse: «Chi avrebbe mai detto ad Abraamo che Sara avrebbe allattato figli? Eppure io gli ho partorito un figlio nella sua vecchiaia». (Genesi 21:2, 6-7) Il nome Isacco significa “risata”, perché Sara si ricordava di aver fatto una gran risata quando Dio aveva detto ad Abramo   che avrebbe avuto un figlio da una donna ultraottantenne e da un uomo centenario. Sara aveva aspettato un figlio... ma quando diceva lei. Quando era giovane, bella, in forze. Dove era la vera gioia per Sara? Avere un figlio? Quello di sicuro, ma soprattutto di averlo avuto “al tempo che Dio gli aveva fissato”. Dio è il dio dell'impossibile Diceva Sara:  “Chi avrebbe mai detto ad Abraamo che Sara avrebbe allattato figli?” Nessuno! Ma Dio lo aveva detto! Vi ricorda qualcosa  il dubbio di Sara? Di qualche altra donna della Bibbia che aveva dubitato di quello che Dio gli aveva mandato a dire circa una gravidanza? Dovrebbe! Leggiamo Luca 1: “L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco, tu concepirai e partorirai un figlio, e gli porrai nome Gesù... Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, dal momento che non conosco uomo?»  L’angelo le rispose: «Lo Spirito Santo verrà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà dell’ombra sua; perciò, anche colui che nascerà sarà chiamato Santo, Figlio di Dio.  Ecco, Elisabetta, tua parente, ha concepito anche lei un figlio nella sua vecchiaia, e questo è il sesto mese per lei, che era chiamata sterile; poiché nessuna parola di Dio rimarrà inefficace». (Luca 1:31, 34-37) Stesso dubbio di Sara... al contrario! Sara era troppo vecchia, Maria troppo giovane e vergine. Stesso risultato: l'angelo afferma che “ nessuna parola di Dio rimarrà inefficace” Maria avrà provato più gioia nella nascita di Gesù, o nel vedere che Dio era stato fedele? C'è un versetto nel vangelo di Luca che ci fa in parte capire la risposta, che sembra scritto piuttosto da uno psicologo invece che da un apostolo. “Andarono in fretta e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia; 17 e, vedutolo, divulgarono quello che era stato loro detto di quel bambino. E tutti quelli che li udirono si meravigliarono delle cose dette loro dai pastori. Maria serbava in sé tutte queste cose, meditandole in cuor suo.” (Luca 2:17-19) Maria “ci pensa a quello che è accaduto a quello che gli era stato detto. Penso che Maria avesse gioia nel tenere tra le braccia Gesù, ma più gioia nel vedere che Dio era stato fedele. Per chi crede, la gioia vera viene da qualcosa che non ti aspetti ma che Dio ha promesso. Facciamo che io vi dica che fra mezz'ora Gesù entrerà da quella porta non come Spirito Santo (che è già qui) ma fisicamente, con tanto di veste lunga, sandali e velo in testa, … mi credereste? Probabilmente chiamereste il CIM (Centro Igiene Mentale)! Ma supponete che accadesse davvero? Quale sarebbe la gioia più grande? Vedere Gesù, oppure vedere che quello che Gesù ha promesso, il suo ritorno  sulla terra, (e di conseguenza tutto il resto, il giudizio, la vita eterna, il Paradiso e così via) si avvera? Che Dio è stato fedele? Dio è già stato fedele, 2019 anni fa, anno più anno meno... “La Parola divenne uomo e visse qui fra noi, e noi abbiamo visto la sua gloria, la gloria dell'unico Figlio del Padre pieno di grazia e di verità.” (Giovanni 1:14 PV) La vera gioia del Natale è un dono che non ti aspetti,  è Dio che scende e si fa uomo. 2. La gioia viene da qualcuno che non ti aspetti A chi regalerai qualcosa quest'anno a Natale? Al tuo coniuge? Ai tuoi figli, Hai tuoi genitori? Forse a qualche amico caro? Oggi voglio stupirti, e dimostrarti che ho il dono di profezia. Ti dirò a chi NON regalerai di sicuro nulla. Non regalerai nulla al tuo ex o alla tua ex, quello (o quella) che ti ha tradito, che ha speso tutti i tuoi soldi, e ti ha trascinato in tribunale per un divorzio che non volevi. Non regalerai nulla a quella collega di lavoro che ha preso la promozione al tuo posto perché è andata a letto col capo e ti ha fatto retrocedere e dimezzare lo stipendio. Non regalerai nulla al giovane  che ha violentato tua figlia. Non regalerai nulla al tizio che ti ha svaligiato casa. Non regalerai nulla alla tizia  che dicendo bugie ti ha fatto licenziare. Sono un buon profeta vero? Nessuno regalerebbe qualcosa a quegli individui... Non sono un buon profeta, perché, in realtà c'è qualcuno che lo ha fatto e continua a farlo... ogni giorno... Dio! Dio non aveva alcun motivo  per farci dei doni,  anzi, tutt'altro. “Dio il Signore chiamò l’uomo e gli disse: «Dove sei?»  Egli rispose: «Ho udito la tua voce nel giardino e ho avuto paura, perché ero nudo, e mi sono nascosto».  Dio disse: «Chi ti ha mostrato che eri nudo? Hai forse mangiato del frutto dell’albero che ti avevo comandato di non mangiare?»  L’uomo rispose: «La donna che tu mi hai messa accanto, è lei che mi ha dato del frutto dell’albero, e io ne ho mangiato».  Dio il Signore disse alla donna: «Perché hai fatto questo?» La donna rispose: «Il serpente mi ha ingannata e io ne ho mangiato».” (Genesi 3:9-13) Paolo dice: “Una volta voi (attenzione, sta parlando di me e te) eravate estranei e nemici (di Dio), a causa delle vostre menti pervertite dal vostro malvagio modo di vivere.” (Colossesi 1:21 PV) Io sono l'ex che ha tradito e derubato, io sono il collega che compiace il capo per avere il posto, io sono quello che ha violentato tua figlia, io sono quello che ha svaligiato casa tua, Io sono quello che ti ha fatto licenziare ingiustamente... Magari non tutto assieme, ad ognuno il suo... ma io sono uomo, peccatore, nemico di Dio... Come posso aspettarmi la gioia nella vita? Ma Dio ha provveduto anche per me,  mi ha dato  un dono  che non mi aspettavo e non meritavo,  ci ha mandato qualcuno che non ci saremmo mai aspettati: “Tu moltiplichi il popolo, tu gli elargisci una gran gioia; esso si rallegra in tua presenza come uno si rallegra al tempo della mietitura, come uno esulta quando spartisce il bottino... Poiché un bambino ci è nato, un figlio ci è stato dato, e il dominio riposerà sulle sue spalle; sarà chiamato Consigliere ammirabile, Dio potente, Padre eterno, Principe della pace.” (Isaia 9:3, 5) La vera gioia del Natale  è qualcuno che che ti fa un dono,  nonostante tu lo abbia deluso e ferito. 3. La gioia viene da un valore che non ti aspetti Che cosa regalerai a Natale? Ci hai pensato? Hai già i pacchetti fatti? Oppure sei quello del “last minute”? Vorrei vedere con voi un breve filmato: Non mi dite “basta il pensiero”, perché se una cosa è “piccola” ma di buon gusto, se è di poco valore economico, ma la posso usare, mi è utile, la posso portare,  allora “basta il pensiero” va bene... Ma se è di pessimo gusto, se è “brutto”, inutile, ...che cosa te ne fai? E magari è di un parente... te la devi tenere, e pure ricordarti di tirarla fuori quando viene! E ci rimani male, perché magari ti aspettavi qualcosa di diverso! Abbiamo detto la scorsa volta che gli ebrei stavano attendendo il Messia, il Cristo, l'Unto... Si aspettavano un Re come Davide, che andasse in battaglia sul cavallo e combattesse con la spada... E' per quello che non capirono il valore del dono che Dio gli stava facendo, in pochi provarono gioia per l'arrivo di Gesù: Isaia lo aveva detto  che sarebbe accaduto: “Chi ha creduto a quello che abbiamo annunciato? A chi è stato rivelato il braccio del Signore? Egli è cresciuto davanti a lui come una pianticella, come una radice che esce da un arido suolo; non aveva forma né bellezza da attirare i nostri sguardi, né aspetto tale da piacerci” (Isaia 53:1-2) Eppure gli angeli lo avevano annunciato: “L’angelo disse loro: «Non temete, perché io vi porto la buona notizia di una grande gioia che tutto il popolo avrà: Oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo, il Signore.” (Luca 2:10-11) Non tutti gioirono: la scorsa settimana abbiamo visto chi  di sicuro non gioì: politici (Erode), Sacerdoti, Scribi,e assieme a loro  gran parte del popolo. Ma ci fu chi gioì quella stessa notte: “I pastori tornarono lodando Dio per tutto quello che avevano visto e sentito, proprio come l'angelo aveva annunciato loro. (Luca 2:13-20 PV) Quelle persone umili furono quelle  che divennero poi i discepoli e poi gli apostoli, a cui Gesù consegnò la sua gioia: “Se osservate i miei comandamenti, dimorerete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e dimoro nel suo amore. Vi ho detto queste cose, affinché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia completa. “ (Giovanni 15:10-11) Abbiamo visto allora che la gioia nella Bibbia viene da qualcosa che non ti aspetti ma che Dio fa accadere, viene da qualcuno che non ti aspetti ma che Dio fa arrivare, viene da un valore che non ti aspetti ma che Dio vuole dare. Facciamo la stessa cosa della scorsa settimana: incrociamo la definizione di gioia del vocabolario  con quello che abbiamo scoperto nella Bibbia gioia per la Bibbia: intensa e piacevole emozione che si prova quando si è felici  quando il  fine di Dio viene raggiunto e un desiderio di Dio verso l'uomo trova appagamento Avete fatto caso alle parole che ho detto? Accadere, arrivare, dare... La gioia per chi crede è quando accade qualcosa “ecco, la giovane concepirà, arriva qualcuno  partorirà un figlio, che da un dono di valore immenso. e lo chiamerà 'Dio con noi' ” (Isaia 7:14b) Conclusione Stai aspettando  questo tipo di gioia a Natale? Oppure pensi  che quello che Dio ti ha promesso sia, impossibile,  irraggiungibile, inattuabile? Dio è fedele al tempo che Dio ha fissato. (Genesi 21:2) nessuna parola di Dio rimarrà inefficace” (Luca 1:37): la gioia arriverà La gioia è arrivata, si è fatta uomo, è morta ed è risorta, per darti la sua gioia: “Tu hai mutato il mio dolore in danza; hai sciolto il mio cilicio e mi hai rivestito di gioia, perché io possa salmeggiare a te, senza mai tacere.” (Salmo 30:11-12) Cosa stai aspettando? Preghiamo. GUARDA LE DIAPOSITIVE DEL MESSAGGIO --- GUARDA IL VIDEO DEL MESSAGGIO (Visita il nostro sito per ascoltare la registrazione audio del messaggio, per scaricare gli appunti e per vedere le diapositive del messaggio)

Culti su Radio Beckwith
Culto evangelico - Vito Gardiol - Luca 16

Culti su Radio Beckwith

Play Episode Listen Later Jun 21, 2019 21:24


19 «C'era un uomo ricco, che si vestiva di porpora e di bisso, e ogni giorno si divertiva splendidamente; 20 e c'era un mendicante, chiamato Lazzaro, che stava alla porta di lui, pieno di ulceri, 21 e bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco; e perfino i cani venivano a leccargli le ulceri. 22 Avvenne che il povero morì e fu portato dagli angeli nel seno di Abraamo; morì anche il ricco, e fu sepolto. 23 E nell'Ades, essendo nei tormenti, alzò gli occhi e vide da lontano Abraamo, e Lazzaro nel suo seno; 24 ed esclamò: "Padre Abraamo, abbi pietà di me, e manda Lazzaro a intingere la punta del dito nell'acqua per rinfrescarmi la lingua, perché sono tormentato in questa fiamma". 25 Ma Abraamo disse: "Figlio, ricòrdati che tu nella tua vita hai ricevuto i tuoi beni e che Lazzaro similmente ricevette i mali; ma ora qui egli è consolato, e tu sei tormentato. 26 Oltre a tutto questo, fra noi e voi è posta una grande voragine, perché quelli che vorrebbero passare di qui a voi non possano, né di là si passi da noi". 27 Ed egli disse: "Ti prego, dunque, o padre, che tu lo mandi a casa di mio padre, 28 perché ho cinque fratelli, affinché attesti loro queste cose, e non vengano anche loro in questo luogo di tormento". 29 Abraamo disse: "Hanno Mosè e i profeti; ascoltino quelli". 30 Ed egli: "No, padre Abraamo; ma se qualcuno dai morti va a loro, si ravvedranno". 31 Abraamo rispose: "Se non ascoltano Mosè e i profeti, non si lasceranno persuadere neppure se uno dei morti risuscita"».

culto vito oltre mos figlio lazzaro evangelico avvenne valdesi abraamo chiesavaldese
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Culto evangelico - Vito Gardiol - Luca 16

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Play Episode Listen Later Jun 21, 2019 21:24


19 «C'era un uomo ricco, che si vestiva di porpora e di bisso, e ogni giorno si divertiva splendidamente; 20 e c'era un mendicante, chiamato Lazzaro, che stava alla porta di lui, pieno di ulceri, 21 e bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco; e perfino i cani venivano a leccargli le ulceri. 22 Avvenne che il povero morì e fu portato dagli angeli nel seno di Abraamo; morì anche il ricco, e fu sepolto. 23 E nell'Ades, essendo nei tormenti, alzò gli occhi e vide da lontano Abraamo, e Lazzaro nel suo seno; 24 ed esclamò: "Padre Abraamo, abbi pietà di me, e manda Lazzaro a intingere la punta del dito nell'acqua per rinfrescarmi la lingua, perché sono tormentato in questa fiamma". 25 Ma Abraamo disse: "Figlio, ricòrdati che tu nella tua vita hai ricevuto i tuoi beni e che Lazzaro similmente ricevette i mali; ma ora qui egli è consolato, e tu sei tormentato. 26 Oltre a tutto questo, fra noi e voi è posta una grande voragine, perché quelli che vorrebbero passare di qui a voi non possano, né di là si passi da noi". 27 Ed egli disse: "Ti prego, dunque, o padre, che tu lo mandi a casa di mio padre, 28 perché ho cinque fratelli, affinché attesti loro queste cose, e non vengano anche loro in questo luogo di tormento". 29 Abraamo disse: "Hanno Mosè e i profeti; ascoltino quelli". 30 Ed egli: "No, padre Abraamo; ma se qualcuno dai morti va a loro, si ravvedranno". 31 Abraamo rispose: "Se non ascoltano Mosè e i profeti, non si lasceranno persuadere neppure se uno dei morti risuscita"».

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Oggi in Cristo
Liberi in Cristo

Oggi in Cristo

Play Episode Listen Later Mar 26, 2019


Ditemi, voi che volete essere sotto la legge, non prestate ascolto alla legge? Infatti sta scritto che Abraamo ebbe due figli: uno dalla schiava e uno dalla donna libera; ma quello della schiava nacque secondo la carne, mentre quello della libera nacque in virtù della promessa. Queste cose hanno un senso allegorico; poiché queste donne sono due patti; uno, del monte Sinai, genera per la schiavitù, ed è Agar. Infatti Agar è il monte Sinai in Arabia e corrisponde alla Gerusalemme del tempo presente, che è schiava con i suoi figli. Ma la Gerusalemme di lassù è libera, ed è nostra madre. Infatti sta scritto:«Rallègrati, sterile, che non partorivi!Prorompi in grida, tu che non avevi provato le doglie del parto!Poiché i figli dell'abbandonata saranno più numerosidi quelli di colei che aveva marito».Ora, fratelli, come Isacco, voi siete figli della promessa. E come allora colui che era nato secondo la carne perseguitava quello che era nato secondo lo Spirito, così succede anche ora. Ma che dice la Scrittura? «Caccia via la schiava e suo figlio; perché il figlio della schiava non sarà erede con il figlio della donna libera». Perciò, fratelli, noi non siamo figli della schiava, ma della donna libera. Cristo ci ha liberati perché fossimo liberi; state dunque saldi e non vi lasciate porre di nuovo sotto il giogo della schiavitù. (Galati 4:21-5:1- La Bibbia)   Chi mi conosce sa che consiglio sempre di leggere la bibbia libro per libro e non solo qualche versetto preso a caso qua e là. Infatti questo ci aiuta ad avere una comprensione più completa ed evita che l'interpretazione di un singolo versetto magari fuori dal suo contesto ci porti a sviluppare idee sbagliate, spesso in contrapposizione con il resto delle scritture. Paolo si trovava di fronte a persone la maggior parte delle quali proveniva da religioni che ignoravano il Dio creatore dei cieli e della terra rivelato nelle scritture, persone che non conoscevano nei dettagli le scritture dell'antico testamento. Proprio per questo motivo essi erano facile preda di individui che li stavano influenzando con insegnamenti basati sulla loro interpretazione parziale della legge. Per questo motivo in questo brano Paolo esordisce in maniera provocatoria dicendo "Ditemi, voi che volete essere sotto la legge, non prestate ascolto alla legge?" ovvero, in sostanza, voi che volete fare i maestri, siete sicuri di conoscere bene la materia? Siete sicuri che la legge dica proprio quello che costoro vi stanno insegnando? Ovviamente Paolo non voleva prendersi gioco dei Galati facendo semplice sfoggio della sua conoscenza, ma voleva farli riflettere affinché considerassero il messaggio delle scritture nel suo insieme. Così egli utilizzò il racconto inerente la nascita di Ismaele e di Isacco, che troviamo nella Genesi, come un'illustrazione di ciò che stava accadendo anche nel suo tempo. Si noti che il "senso allegorico" a cui Paolo si riferisce non è quello dell'allegoria utilizzata nella patristica e in epoca medievale, in cui molto spesso i racconti biblici venivano utilizzati come pretesto per insegnare cose che non avevano nulla a che vedere con il senso originale dei testi utilizzati. Infatti, come dimostreremo, Paolo utilizza la narrativa della Genesi e il testo di Isaia applicandoli alla situazione dei Galati ma rimanendo comunque fedele al significato del testo originale. Si tratta quindi di un'applicazione legittima. Entrando nei dettagli dell'illustrazione usata da Paolo, quando Abraamo aveva ricevuto la promessa di una discendenza numerosa, lui e sua moglie Sara avevano pensato di poter "aiutare", per così dire, il Signore a mantenere la sua promessa. Siccome sembrava loro impossibile che Sara alla sua età potesse avere dei figli, Abraamo si era preso per moglie anche la serva di Sara, Agar, dalla quale aveva avuto un figlio chiamato Ismaele. Ma il Signore non aveva gradito quella scelta, non accettò di farsi aiutare da Abraamo, Egli aveva fatto una promessa e l'avrebbe mantenuta.

Oggi in Cristo
Siamo schiavi o figli?

Oggi in Cristo

Play Episode Listen Later Mar 19, 2019


Io dico: finché l'erede è minorenne, non differisce in nulla dal servo, benché sia padrone di tutto;  ma è sotto tutori e amministratori fino al tempo prestabilito dal padre. Così anche noi, quando eravamo bambini, eravamo tenuti in schiavitù dagli elementi del mondo; ma quando giunse la pienezza del tempo, Dio mandò suo Figlio, nato da donna, nato sotto la legge, per riscattare quelli che erano sotto la legge, affinché noi ricevessimo l'adozione.  E, perché siete figli, Dio ha mandato lo Spirito del Figlio suo nei nostri cuori, che grida: «Abbà, Padre». Così tu non sei più servo, ma figlio; e se sei figlio, sei anche erede per grazia di Dio.  In quel tempo, è vero, non avendo conoscenza di Dio, avete servito quelli che per natura non sono dèi; ma ora che avete conosciuto Dio, o piuttosto che siete stati conosciuti da Dio, come mai vi rivolgete di nuovo ai deboli e poveri elementi, di cui volete rendervi schiavi di nuovo? Voi osservate giorni, mesi, stagioni e anni! Io temo di essermi affaticato invano per voi. Siate come sono io, fratelli, ve ne prego, perché anch'io sono come voi. (Galati 4:1-12 - La Bibbia) L'apostolo Paolo nelle sue lettere dimostra di aver accolto con entusiasmo l'inizio di una nuova era, caratterizzata dalla venuta di Gesù Cristo in questo mondo. Per Paolo la venuta di Gesù era il culmine della storia, l'evento che cambiava la storia dell'umanità, l'evento con il quale il Signore sconfiggeva le forze della malvagità che a Lui si oppongono (si veda Col 2:15)  mantenendo le sue promesse di redenzione verso l'umanità che, proprio lasciandosi influenzare da tali forze, aveva peccato contro di lui fin dal giardino dell'Eden. Prima della venuta di Gesù, Giudei e stranieri avevano fatto percorsi molto diversi. Come abbiamo letto in precedenza i Giudei avevano ricevuto la legge che era stata loro precettore proprio per prepararli a ricevere il Messia (Ga 3:24-25)  mentre la maggioranza degli stranieri fin dai tempi antichi, influenzata da forze malvagie, talvolta indicati come dèmoni (De 32:17, 2Cr 11:15, Salmo 106:37), non adorava il vero Dio Creatore dei Cieli e della terra ma era dedito all'idolatria nelle sue varie forme. Nel brano che abbiamo appena letto Paolo spiega ai suoi lettori, in maggioranza stranieri, il fatto che nonostante questi percorsi molto diversi, entrambi i gruppi erano ora confluiti nella medesima famiglia secondo il disegno che Dio aveva già annunciato ad Abraamo. Come spesso accade Paolo utilizza delle similitudini per descrivere le realtà spirituali. Così egli paragona i Giudei ai figli di un padrone di casa e i pagani a servi che non hanno alcun rapporto di figliolanza con il padrone. Finché sono piccoli la differenza tra gli uni e gli altri non è evidente ma quando i bimbi crescono ed entrano nella piena maturità, i figli si appropriano dell'eredità mentre i servi ovviamente ne sono esclusi. Ma cosa succede se al momento della maggiore età il padrone di casa decide di adottare anche i servi come figli? Questo è proprio ciò che era accaduto con la venuta di Gesù il Messia, luce delle nazioni. Paolo aveva già descritto nella sezione precedente la condizione dei Giudei fino alla venuta di Gesù come quella di bambini sotto tutore (Ga 3:24-25). Proseguendo il discorso Paolo conclude che, pur essendo figli ed eredi, gli Ebrei non si erano appropriati dell'eredità perché, proprio come minorenni, essi erano sotto tutore. Il tutore, come abbiamo visto, era la legge che doveva condurre il "bambino" Israele verso la maturità. In sostanza la parte sostanziale delle promesse di Dio non erano ancora state elargite prima della venuta di Gesù perché lo scopo del Signore era sempre stato quello di allargare la famiglia (si legga a questo proposito Ebrei 11:39-40). Anche i pagani, fino alla venuta di Gesù, avevano avuto i propri tutori, ma tutori ben diversi...  Infatti essi erano sottoposti agli "elementi del mondo".  Si noti che questo termine non è banale,

Oggi in Cristo
Lo scopo della legge

Oggi in Cristo

Play Episode Listen Later Mar 14, 2019 9:43


Ma prima che venisse la fede eravamo tenuti rinchiusi sotto la custodia della legge, in attesa della fede che doveva essere rivelata. Così la legge è stata come un precettore per condurci a Cristo, affinché noi fossimo giustificati per fede. Ma ora che la fede è venuta, non siamo più sotto precettore; perché siete tutti figli di Dio per la fede in Cristo Gesù. Infatti voi tutti che siete stati battezzati in Cristo vi siete rivestiti di Cristo. Non c'è qui né Giudeo né Greco; non c'è né schiavo né libero; non c'è né maschio né femmina; perché voi tutti siete uno in Cristo Gesù. Se siete di Cristo, siete dunque discendenza d'Abraamo, eredi secondo la promessa. (Galati 3:23-29 - La Bibbia) Che relazione c'è tra la legge e Cristo? Come abbiamo visto, il Signore aveva promesso ad Abraamo di benedire tutte le nazioni attraverso la sua progenie e quella progenie è proprio Gesù Cristo. Gli stranieri si appropriavano di quelle benedizioni proprio riponendo la loro fede in Gesù Cristo e l'azione del Signore attraverso lo Spirito Santo in loro confermava che essi non avevano bisogno di diventare Giudei per avere una relazione con Lui e per essere accettati come figli di Dio. La legge non si contrapponeva alle promesse fatte ad Abraamo ma era stata piuttosto data ad Israele per essere guida del popolo affinché la loro relazione con Dio potesse svilupparsi.  Essa doveva accompagnare Israele nella sua crescita proprio come un precettore si prendeva cura di un bambino. Nel mondo in cui Paolo viveva, questa figura era generalmente uno schiavo il cui compito era quello di occuparsi dei bambini nelle cose di tutti i giorni su incarico dei genitori, occupandosi anche dell'istruzione dei bambini in prima persona o accompagnandoli presso insegnanti qualificati. Naturalmente questa figura aveva senso finché il bambino non fosse abbastanza grande da poter essere più indipendente. Utilizzando questa figura Paolo vuole fare comprendere che la legge aveva proprio svolto il compito di guidare Israele per prepararlo ad incontrare il Messia, il Cristo.  Nel momento in cui il Messia fosse giunto,  Israele avrebbe riposto la sua fede in Lui e quest'ultimo avrebbe ristabilito il regno di Israele che sarebbe entrato, per così dire, nella sua maturità nel rapporto con Dio! Con l'espressione "ora che la fede è venuta" Paolo si riferiva al fatto che Gesù era proprio il Messia promesso,  e quindi l'era della fede nel Messia, ovvero l'era della maturità di Israele era finalmente iniziata. Il regno di Dio aveva cominciato a svilupparsi proprio attraverso quei Giudei che erano diventati discepoli di Gesù e si sarebbe espanso attraverso la predicazione della buona notizia a tutte le nazioni fino al ritorno del Re dei Re!  Ora, se Cristo era  già venuto e il vangelo veniva già predicato agli stranieri che stavano ricevendo lo Spirito Santo in loro, se gli stranieri, così come i Giudei, stavano riconoscendo Gesù il Messia come loro Salvatore e Signore e  se il Signore attraverso lo Spirito Santo confermava che anche essi erano suoi figli, che bisogno c'era per gli stranieri di farsi circoncidere per diventare Giudei e sottoporsi  alla legge? Se avevano già conosciuto Cristo, non avevano bisogno di un precettore che li conducesse a Cristo. Attraverso il battesimo i credenti, sia Giudei che stranieri, si erano già "rivestiti di Cristo", infatti con il battesimo in acqua il credente si identifica proprio con Gesù Cristo nella sua morte e nella sua risurrezione, ovvero riconosce di essere morto con Gesù per cominciare una nuova vita con Lui !  Il battesimo testimonia quindi dell'unione che il credente sperimenta con Cristo, ed è proprio lo Spirito Santo che il Signore dona a coloro che ripongono la loro fede in Gesù a permettere loro di sperimentare questa nuova vita di comunione speciale con Gesù. La benedizione verso tutte le nazioni nella progenie di Abraamo si era finalmente manifestata in Gesù e non era riservata ad una categoria particolare.

Oggi in Cristo
La legge e la vita

Oggi in Cristo

Play Episode Listen Later Mar 11, 2019 9:43


Perché dunque la legge? Essa fu aggiunta a causa delle trasgressioni, finché venisse la progenie alla quale era stata fatta la promessa; e fu promulgata per mezzo di angeli, per mano di un mediatore. Ora, un mediatore non è mediatore di uno solo; Dio invece è uno solo.La legge è dunque contraria alle promesse di Dio? No di certo; perché se fosse stata data una legge capace di produrre la vita, allora sì, la giustizia sarebbe venuta dalla legge; ma la Scrittura ha rinchiuso ogni cosa sotto peccato, affinché i beni promessi sulla base della fede in Gesù Cristo fossero dati ai credenti.  (Galati 3:19-22 - La Bibbia) Se non ci si appropria delle promesse di Dio mediante la legge, perché dunque la legge? L'apostolo Paolo sa benissimo che il suo ragionamento avrebbe portato i suoi interlocutori a fare questa domanda.  Come abbiamo già osservato in precedenza, la legge si basava sul concetto di patto o alleanza, simile ai trattati di vassallaggio comuni nell'antico oriente, in cui un potente prometteva la sua protezione al debole in cambio del suo impegno a servirlo.  Come tutti i trattati, essa prevedeva una mediazione tra le due parti e la presenza di testimoni. Basandosi su un'interpretazione di De 33:2 secondo cui le "miriadi sante"  che accompagnavano Dio erano proprio gli angeli di Dio (si veda anche Eb 2:2 e At 7:53), Paolo osserva che quel patto tra Dio e Israele avvenne proprio mediante gli angeli che furono quindi testimoni del patto. La legge venne poi data al popolo attraverso la mediazione di Mosè.  La promessa invece, per sua natura, non ha bisogno di due parti perché è unilaterale, basata solo sulla grazia dell'unico Dio.   La legge e le promesse hanno quindi natura diversa e non sono in contrapposizione l'una con l'altra. Mentre le promesse di Dio guardavano già alla vita eterna che Dio avrebbe elargito per la fede in Gesù Cristo, la legge  non aveva alcuna pretesa di produrre la vita in coloro che la praticavano. Se si legge il pentateuco ci si rende conto del fatto che la legge data ad Israele era piuttosto complessa e regolava la vita del popolo in tutti i suoi aspetti sociali, politici, economici, morali, religiosi. In un certo senso si tratta della costituzione di base che doveva regolare la vita di una nazione speciale, una nazione santa che aveva una relazione speciale con l'unico vero Dio.  Attraverso di essa  il popolo di Israele avrebbe reso testimonianza all'unico vero Dio verso le altre nazioni che invece servivano altri dèi, dietro i quali si nascondevano forze spirituali  opposte a Dio indicate nelle scritture come demòni (De 32:17, 2Cr 11:15, Salmo 106:37, 1Co 10:20).  La vita famigliare, il modo di nutrirsi e di vestirsi, l'amministrazione della giustizia,  i rituali e i sacrifici con cui accostarsi a Dio... Tutto questo non serviva a guadagnarsi"la vita eterna", ma ogni cosa contribuiva a distinguere Israele dai popoli circostanti evidenziando la loro fedeltà al Dio Creatore dei cieli e della terra.  In questo modo il popolo di Israele doveva testimoniare al resto delle nazioni la loro fede nel Dio vivente e vero. Ma l'apostolo Paolo in questo brano mette in evidenza l'aspetto più importante della legge, ovvero il modo in cui la legge regolava e limitava le trasgressioni. Le punizioni previste per le violazioni della legge contribuivano a limitare le trasgressioni, ma la legge dava soprattutto al popolo di Israele un punto di vista privilegiato su quali fossero le cose giuste e quelle sbagliate,  sulla natura peccaminosa dell'uomo e sulla necessità di una purificazione continua per accostarsi a Dio attraverso il complesso sistema di sacrifici e offerte per i singoli e per l'intera nazione. Tutto questo avrebbe preparato il popolo di Israele al momento in cui Dio si sarebbe manifestato in maniera speciale attraverso il Messia, Gesù, ovvero la progenie di Abraamo che avrebbe benedetto tutte le nazioni. Attraverso la legge, fino alla venuta di Gesù,

Oggi in Cristo
Dio mantiene le promesse

Oggi in Cristo

Play Episode Listen Later Mar 8, 2019 9:43


Ringraziamo il Signore perché nella persona e nell'opera di Gesù Cristo le sue promesse si estendono a tutti noi,  indipendentemente dal fatto che siamo Giudei o stranieri. Se riponiamo la nostra fede in lui, Dio mostra verso di noi la sua grazia così come l'aveva mostrata ad Abraamo. Anche noi siamo giustificati per fede come Abraamo perché Dio mantiene le promesse.

Oggi in Cristo
Riscattati dalla maledizione

Oggi in Cristo

Play Episode Listen Later Mar 5, 2019 9:43


Cristo ci ha riscattati dalla maledizione della legge, essendo divenuto maledizione per noi (poiché sta scritto: «Maledetto chiunque è appeso al legno»), affinché la benedizione di Abraamo venisse sugli stranieri in Cristo Gesù, e ricevessimo, per mezzo della fede, lo Spirito promesso. (Galati 3:13-14 - La Bibbia) Cristo ci ha riscattati dalla maledizione della legge. Paolo stava dando una buonissima notizia ai suoi connazionali Giudei. Come abbiamo appreso in precedenza la maledizione della legge consisteva nelle conseguenze negative a cui Israele era andato incontro per non aver rispettato i termini del Patto con Dio. La conseguenza più evidente era sotto gli occhi di tutti, infatti Israele era sottoposto al governo di Roma e da ormai diversi secoli non c'era più un re discendente di Davide che governasse su di loro. Secondo quanto avevano detto i profeti, un giorno Dio avrebbe ristabilito la casa di Davide attraverso un suo discendente che sarebbe stato di nuovo unto Re e avrebbe riportato Israele alla preminenza sulle altre nazioni. Questo testo ci ricorda che quell'Unto (questo è il significato della parola Messia o Cristo), quel discendente di Davide è proprio Gesù. Ha quindi senso che Paolo lo indichi come Colui che aveva riscattato Israele dalla maledizione della legge. Ma in quale senso egli è addirittura divenuto maledizione? Morendo volontariamente sulla croce, Gesù aveva preso su se stesso le conseguenze della ribellione di Israele e, più in generale, le conseguenze del peccato dell'umanità. In questo senso egli aveva preso su di sé la maledizione prevista dalla legge, aveva pagato lui una volta per tutte per i peccati del proprio popolo come indicato in questo brano di Isaia: Dopo il tormento dell'anima sua vedrà la luce e sarà soddisfatto; per la sua conoscenza, il mio servo, il giusto, renderà giusti i molti, si caricherà egli stesso delle loro iniquità. Perciò io gli darò in premio le moltitudini, egli dividerà il bottino con i molti, perché ha dato se stesso alla morte ed è stato contato fra i malfattori; perché egli ha portato i peccati di molti e ha interceduto per i colpevoli. (Is 53:11-12) Paolo vide un parallelo con Deuteronomio 21:23 che si riferiva proprio alla maledizione e alla vergogna che accompagnava il cadavere di una persona che aveva commesso un delitto passibile della pena di morte e che veniva poi esposto su un albero. Gesù non aveva fatto nulla di male, eppure aveva pagato con la morte ed era stato esposto al pubblico ludibrio come se avesse commesso il peggiore dei delitti! Così Gesù aveva compiuto la sua missione riscattando dalla maledizione della legge tutti gli Israeliti che avevano creduto in lui ma non si era limitato a questo. Infatti l'opera di Cristo si era estesa anche alle altre nazioni secondo quanto il signore aveva annunciato proprio ad Isaia: Egli dice: «È troppo poco che tu sia mio servo per rialzare le tribù di Giacobbe e per ricondurre gli scampati d'Israele; voglio fare di te la luce delle nazioni, lo strumento della mia salvezza fino alle estremità della terra». (Is 49:6) Ecco perché Paolo continuava ad insistere su quanto fosse inutile per uno straniero aderire al Giudaismo tramite la circoncisione. Gesù aveva dato la sua vita sia per i circoncisi che per gli incirconcisi, la portata della sua opera era internazionale! Infatti uno degli effetti dell'opera di Cristo è quella che Paolo ricorda alla fine del brano: "affinché la benedizione di Abraamo venisse sugli stranieri in Cristo Gesù, e ricevessimo, per mezzo della fede, lo Spirito promesso." Il cerchio si chiude. Infatti Dio aveva chiamato Abraamo giustificandolo per fede ben prima che Israele esistesse come popolo e quindi ben prima della legge. Poi Israele come popolo era stato utilizzato da Dio per portare la sua luce agli altri popoli fino alla venuta della luce per eccellenza, ovvero il Messia. A quel punto Gesù aveva completato l'opera dando la sua vita per tutti i peccati degli uomini,

Oggi in Cristo
Legge senza fede?

Oggi in Cristo

Play Episode Listen Later Feb 28, 2019 9:43


E che nessuno mediante la legge sia giustificato davanti a Dio è evidente, perché il giusto vivrà per fede. Ma la legge non si basa sulla fede; anzi essa dice: «Chi avrà messo in pratica queste cose, vivrà per mezzo di esse».  (Galati 3:11-12 - La Bibbia) La legge e la fede sono forse in contrapposizione l'una con l'altra? A prima vista questo brano sembrerebbe dare una risposta affermativa a questa domanda, ma come sempre dobbiamo stare ben attenti a considerare bene le frasi sintetiche di Paolo nel contesto più ampio dell'intera rivelazione biblica a cui lui faceva riferimento. Come abbiamo visto la legge che Dio aveva dato ad Israele dopo aver liberato il popolo dalla schiavitù d'Egitto era un patto che impegnava entrambe le parti, Dio e il popolo, l'uno verso l'altro. È importante notare che la base della legge era la fedeltà al Dio che li aveva liberati dall'Egitto.  Non a caso il decalogo comincia con queste parole: Io sono il SIGNORE, il tuo Dio, che ti ho fatto uscire dal paese d'Egitto, dalla casa di schiavitù. Non avere altri dèi oltre a me. (Esodo 20:1-3) Il monoteismo, la fede nell'unico vero Dio Creatore dei cieli e della terra, era quindi la base dell'Ebraismo.  Quando Paolo scrive che "la legge non si basa sulla fede" non intende quindi affermare che si potesse legittimamente rispettare la legge senza avere fede nell'unico vero Dio. Anzi, leggendo l'antico testamento,  si trovano diversi richiami di Dio  contro una religione fatta di azioni che non erano accompagnate da un vero timore di Dio.  Ad esempio in Is 1:11-20 Dio prende le distanze da un comportamento apparentemente religioso che però veniva smentito nella vita di tutti i giorni da una mancanza di amore per Dio e per il prossimo. Come abbiamo visto in precedenza, la legge prevedeva benedizioni e maledizioni che non riguardavano la vita dopo la morte ma piuttosto erano legate alla sopravvivenza di Israele come popolo nel suo territorio. L'ubbidienza alla legge doveva comunque essere una conseguenza della fede. Il rapporto con Dio di ogni singolo israelita doveva basarsi sulla fede che aveva già caratterizzato Abele, Noè, Abraamo e tutti coloro che erano vissuti ancora prima che fosse data la legge. Qui Paolo cita un brano dell'antico testamento, Habacuc 2:4, che confermava la nozione secondo cui il giusto avrebbe vissuto per la sua fede, ovvero credendo e confidando nelle promesse di Dio. Il contesto del profeta Habacuc ci permette di comprendere meglio cosa ciò significhi. Ai suoi tempi Habacuc aveva appreso che il suo popolo sarebbe caduto per mano dei babilonesi ma Dio gli aveva garantito che ci sarebbe stato ancora un futuro per loro e che Dio avrebbe fatto giustizia. Habacuc aveva compreso e aveva esercitato la sua fede, accettando la difficile situazione a cui Israele andava incontro ma guardando al futuro con speranza: "io mi rallegrerò nel SIGNORE, esulterò nel Dio della mia salvezza. DIO, il Signore, è la mia forza; egli renderà i miei piedi come quelli delle cerve e mi farà camminare sulle alture. " (Ab  3:18-19) Citando Habacuc Paolo stava indicando che lui e i suoi connazionali Giudei dovevano esercitare la medesima fede a dispetto della situazione difficile in cui si trovavano, sottoposti ancora ai Romani. Anche se Gesù non li aveva liberati dai Romani ed era stato crocifisso, Egli era davvero il Messia, era risorto e un giorno sarebbe tornato come aveva promesso per stabilire saldamente il suo regno.  Prima del suo ritorno, Israele avrebbe affrontato ancora un lungo periodo difficile, come Gesù aveva preannunciato (Mt 23:37-39), ma coloro che avrebbero riposto in lui la loro fede non sarebbero stati delusi!  Con queste premesse, possiamo ora comprendere cosa intendeva sottolineare Paolo con la frase provocatoria secondo cui "la legge non si basa sulla fede". Molti suoi connazionali credevano certamente in Dio e stavano cercando sinceramente di ubbidire alla legge secondo quanto indicato dalla legge stess...

Oggi in Cristo
Figli di Abraamo

Oggi in Cristo

Play Episode Listen Later Feb 21, 2019 9:43


 O Galati insensati, chi vi ha ammaliati, voi, davanti ai cui occhi Gesù Cristo è stato rappresentato crocifisso? Questo soltanto desidero sapere da voi: avete ricevuto lo Spirito per mezzo delle opere della legge o mediante la predicazione della fede? Siete così insensati? Dopo aver cominciato con lo Spirito, volete ora raggiungere la perfezione con la carne? Avete sofferto tante cose invano? Se pure è proprio invano. Colui dunque che vi somministra lo Spirito e opera miracoli tra di voi, lo fa per mezzo delle opere della legge o con la predicazione della fede? Così anche Abraamo credette a Dio e ciò gli fu messo in conto come giustizia. Riconoscete dunque che quanti hanno fede sono figli d'Abraamo. La Scrittura, prevedendo che Dio avrebbe giustificato gli stranieri per fede, preannunciò ad Abraamo questa buona notizia: «In te saranno benedette tutte le nazioni». In tal modo, coloro che hanno la fede sono benedetti con il credente Abraamo. (Galati 3:1-9 - La Bibbia) Si usa dire che "chi comincia bene è a metà dell'opera". Però è anche vero che a volte si può cominciare bene e finire male.  Era proprio questo il pericolo che l'apostolo Paolo temeva per i destinatari della sua lettera. Per questo motivo l'apostolo Paolo, entrando nel vivo del tema di questa lettera, manifesta un forte disappunto verso quanto stava accadendo tra le comunità della Galazia. Le parole che egli utilizza sono aspre e si rivolge ai suoi interlocutori chiamandoli più volte "insensati". Anche il termine tradotto "ammaliati" nel testo originale è piuttosto forte come se essi si fossero fatti condizionare da una sorta di incantesimo. Perché Paolo utilizza un tono così forte? Era davvero così grave che i suoi interlocutori si facessero circoncidere? In fondo, anche lui era un Giudeo ed era quindi circonciso... Se si rilegge il brano immediatamente precedente comprendiamo che Paolo aveva percepito un'estrema pericolosità nel messaggio che si stava diffondendo. Il problema non era certamente la circoncisione o l'incirconcisione, come Paolo spiegherà meglio in seguito, ma i motivi che stavano spingendo alcuni stranieri ad aderire al giudaismo tramite la circoncisione, motivi che avrebbero finito per rendere l'opera di Cristo inefficace ai loro occhi. L'argomentazione di Paolo è chiara. Quando avevano riposto la loro fede in Gesù Cristo, il Signore aveva già dimostrato di gradire quegli stranieri nel suo popolo donando loro lo Spirito Santo. Se Dio avesse voluto che fossero circoncisi e fossero diventati Giudei, non avrebbe dato loro lo Spirito Santo prima della circoncisione! Per quale motivo pensavano che la circoncisione li avrebbe resi più completi ("completi" è il senso della parola tradotta "perfetti" in italiano)? Essi avevano cominciato bene affidandosi alla grazia di Dio per la loro salvezza, avevano accolto il messaggio di Paolo che presentava il "Cristo crocifisso" ovvero  l'opera del Messia, la sua morte,  la sua risurrezione, e gli effetti che tale opera aveva sulla storia dell'umanità. Ma ora pensavano di dover fare qualcosa per essere parte integrante del popolo di Dio in maniera più completa, come se lo sforzo umano (la carne) potesse aggiungere qualcosa al loro stato. Questo per Paolo, come vedremo più avanti, equivaleva a rinnegare l'opera di Gesù Cristo. Come Paolo ricorda ai Galati, egli sapeva che essere cristiani comportava delle sofferenze che i suoi interlocutori avevano già cominciato a patire.  Infatti il Giudaismo con le sue sinagoghe era religione lecita per il governo di Roma che aveva anche concesso ai Giudei di essere esentati dal culto imperiale, ma i cristiani non godevano di quel privilegio se non rimanevano all'interno del giudaismo.  Uno degli effetti dell'adesione al Giudaismo tramite la circoncisione poteva quindi essere quello di evitare la persecuzione nell'immediato. Questa poteva essere un'ulteriore argomentazione utilizzata da coloro che stavano istigando i Galati alla circoncisione,

Culti su Radio Beckwith
Culto evangelico - Marco Di Pasquale - Matteo 8

Culti su Radio Beckwith

Play Episode Listen Later Jan 25, 2019 23:00


5 Quando Gesù fu entrato in Capernaum, un centurione venne da lui, pregandolo e dicendo: 6 «Signore, il mio servo giace in casa paralitico e soffre moltissimo». 7 Gesù gli disse: «Io verrò e lo guarirò». 8 Ma il centurione rispose: «Signore, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto, ma di' soltanto una parola e il mio servo sarà guarito. 9 Perché anche io sono uomo sottoposto ad altri e ho sotto di me dei soldati; e dico a uno: "Va'", ed egli va; e a un altro: "Vieni", ed egli viene; e al mio servo: "Fa' questo", ed egli lo fa». 10 Gesù, udito questo, ne restò meravigliato, e disse a quelli che lo seguivano: «Io vi dico in verità che in nessuno, in Israele, ho trovato una fede così grande! 11 E io vi dico che molti verranno da Oriente e da Occidente e si metteranno a tavola con Abraamo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli, 12 ma i figli del regno saranno gettati nelle tenebre di fuori. Là ci sarà pianto e stridor di denti». 13 Gesù disse al centurione: «Va' e ti sia fatto come hai creduto». E il servitore fu guarito in quella stessa ora.

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Culto evangelico - Marco Di Pasquale - Matteo 8

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Play Episode Listen Later Jan 25, 2019 23:00


5 Quando Gesù fu entrato in Capernaum, un centurione venne da lui, pregandolo e dicendo: 6 «Signore, il mio servo giace in casa paralitico e soffre moltissimo». 7 Gesù gli disse: «Io verrò e lo guarirò». 8 Ma il centurione rispose: «Signore, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto, ma di' soltanto una parola e il mio servo sarà guarito. 9 Perché anche io sono uomo sottoposto ad altri e ho sotto di me dei soldati; e dico a uno: "Va'", ed egli va; e a un altro: "Vieni", ed egli viene; e al mio servo: "Fa' questo", ed egli lo fa». 10 Gesù, udito questo, ne restò meravigliato, e disse a quelli che lo seguivano: «Io vi dico in verità che in nessuno, in Israele, ho trovato una fede così grande! 11 E io vi dico che molti verranno da Oriente e da Occidente e si metteranno a tavola con Abraamo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli, 12 ma i figli del regno saranno gettati nelle tenebre di fuori. Là ci sarà pianto e stridor di denti». 13 Gesù disse al centurione: «Va' e ti sia fatto come hai creduto». E il servitore fu guarito in quella stessa ora.

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Culto evangelico - Giuseppe Sgroi - Luca 1

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Play Episode Listen Later Jan 11, 2019 21:36


46 E Maria disse:«L'anima mia magnifica il Signore,47 e lo spirito mio esulta in Dio, mio Salvatore,48 perché egli ha guardato alla bassezza della sua serva.Da ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata,49 perché grandi cose mi ha fatte il Potente.Santo è il suo nome;50 e la sua misericordia si estende di generazione in generazionesu quelli che lo temono.51 Egli ha operato potentemente con il suo braccio;ha disperso quelli che erano superbi nei pensieri del loro cuore;52 ha detronizzato i potenti,e ha innalzato gli umili;53 ha colmato di beni gli affamati,e ha rimandato a mani vuote i ricchi.54 Ha soccorso Israele, suo servitore,ricordandosi della misericordia,55 di cui aveva parlato ai nostri padri,verso Abraamo e verso la sua discendenza per sempre».56 Maria rimase con Elisabetta circa tre mesi; poi se ne tornò a casa sua.

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Culto evangelico - Giuseppe Sgroi - Luca 1

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Play Episode Listen Later Jan 11, 2019 21:36


46 E Maria disse:«L'anima mia magnifica il Signore,47 e lo spirito mio esulta in Dio, mio Salvatore,48 perché egli ha guardato alla bassezza della sua serva.Da ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata,49 perché grandi cose mi ha fatte il Potente.Santo è il suo nome;50 e la sua misericordia si estende di generazione in generazionesu quelli che lo temono.51 Egli ha operato potentemente con il suo braccio;ha disperso quelli che erano superbi nei pensieri del loro cuore;52 ha detronizzato i potenti,e ha innalzato gli umili;53 ha colmato di beni gli affamati,e ha rimandato a mani vuote i ricchi.54 Ha soccorso Israele, suo servitore,ricordandosi della misericordia,55 di cui aveva parlato ai nostri padri,verso Abraamo e verso la sua discendenza per sempre».56 Maria rimase con Elisabetta circa tre mesi; poi se ne tornò a casa sua.

Oggi in Cristo
Un residuo fedele

Oggi in Cristo

Play Episode Listen Later Oct 31, 2018 9:43


Dico dunque: Dio ha forse ripudiato il suo popolo? No di certo! Perché anch'io sono israelita, della discendenza di Abraamo, della tribù di Beniamino. Dio non ha ripudiato il suo popolo, che ha preconosciuto. Non sapete ciò che la Scrittura dice a proposito di Elia? Come si rivolse a Dio contro Israele, dicendo: «Signore, hanno ucciso i tuoi profeti, hanno demolito i tuoi altari, io sono rimasto solo e vogliono la mia vita»? Ma che cosa gli rispose la voce divina? «Mi sono riservato settemila uomini che non hanno piegato il ginocchio davanti a Baal». Così anche al presente, c'è un residuo eletto per grazia. Ma se è per grazia, non è più per opere; altrimenti, la grazia non è più grazia. Che dunque? Quello che Israele cerca, non lo ha ottenuto; mentre lo hanno ottenuto gli eletti; e gli altri sono stati induriti, com'è scritto: «Dio ha dato loro uno spirito di torpore, occhi per non vedere e orecchie per non udire, fino a questo giorno». E Davide dice: «La loro mensa sia per loro una trappola, una rete, un inciampo e una retribuzione. Siano gli occhi loro oscurati perché non vedano e rendi curva la loro schiena per sempre». (Romani 11:1-10 - La Bibbia)Indice della serie sulla Lettera ai Romani Il rifiuto del Messia da parte di molti in Israele determinava un cambiamento nel piano di Dio? Dio avrebbe rigettato il suo popolo? L'apostolo Paolo ha  dimostrato nelle sezioni precedenti che Dio aveva già previsto e annunciato attraverso Mosè e i profeti l'avvicinamento di coloro che erano lontani da Lui, fra le nazioni che non avevano ricevuto la sua legge, ma l'avvicinamento di costoro non significa certamente un ripudio del popolo di Israele da parte di Dio. Infatti era evidente che molti in Israele avevano risposto affermativamente alla chiamata di Dio. D'altra parte, come l'apostolo Paolo osserva, egli era proprio uno di questi! Il Signore aveva scelto Israele nei tempi antichi e aveva stabilito un rapporto con loro diverso da quello che aveva stabilito con ogni altra nazione. Anzi Israele era l'unica nazione che Dio stesso aveva formato per essere di benedizione a tutte le altre nazioni a partire dalla discendenza di Giacobbe attraverso la quale avrebbe attuato la promessa fatta ad Abramo: "Tutte le nazioni della terra saranno benedette nella tua discendenza, perché tu hai ubbidito alla mia voce" (Ge 22:18).  Quindi la nazione di Israele era stata scelta da Dio addirittura prima che esistesse come nazione... Si poteva pensare che Dio ora avesse completamente dimenticato la nazione che lui stesso aveva formato? Non aveva più nessun significato per lui? L'apostolo Paolo fa notare che ciò che stava accadendo ai suoi tempi, ovvero l'indurimento nei confronti della parola di Dio da parte di molti suoi connazionali, si era già verificato diverse volte nel passato. In particolare egli ricorda ai suoi lettori la situazione terribile in cui si trovava il popolo di Israele ai tempi di Elia che aveva addirittura pensato di essere rimasto l'unico uomo ancora fedele a Dio in Israele. Ma il Signore lo aveva rassicurato rivelandogli che c'erano almeno altri settemila uomini che come lui non si erano abbandonati all'idolatria (1Re 19:14-18). Così anche al presente, nel momento in cui Paolo scriveva, c'era un residuo di Israeliti che avevano creduto in Gesù come Messia ed erano certamente ben più di settemila visto che tremila Giudei si erano già convertiti nel solo giorno di Pentecoste, quel primo giorno di annuncio pubblico del vangelo di Gesù  da parte degli apostoli (At 2:41)! Anche se molti in Israele avevano creduto di poter raggiungere la giustizia di Dio attraverso le proprie opere (At 9:32), grazie a Dio c'era un residuo di Giudei che si erano avvicinati a Dio nel modo giusto confidando nella grazia di Dio rivelata attraverso Gesù Cristo. All'interno del popolo di Israele c'era quindi un residuo eletto (ovvero scelto) per grazia, non per opere,  un residuo fedele che aveva risposto alla chiamata di Dio adempiendo il piano di Di...

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Culto evangelico - Claudio Tron e Laura Pons - Deuteronomio 30

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Play Episode Listen Later Sep 24, 2018 22:29


15 Vedi, io metto oggi davanti a te la vita e il bene, la morte e il male; 16 poiché io ti comando oggi di amare il SIGNORE, il tuo Dio, di camminare nelle sue vie, di osservare i suoi comandamenti, le sue leggi e le sue prescrizioni, affinché tu viva e ti moltiplichi, e il SIGNORE, il tuo Dio, ti benedica nel paese dove stai per entrare per prenderne possesso. 17 Ma se il tuo cuore si volta indietro, e se tu non ubbidisci ma ti lasci trascinare a prostrarti davanti ad altri dèi e a servirli, 18 io vi dichiaro oggi che certamente perirete, e non prolungherete i vostri giorni nel paese del quale state per entrare in possesso passando il Giordano. 19 Io prendo oggi a testimoni contro di voi il cielo e la terra, che io ti ho posto davanti la vita e la morte, la benedizione e la maledizione; scegli dunque la vita, affinché tu viva, tu e la tua discendenza, 20 amando il SIGNORE, il tuo Dio, ubbidendo alla sua voce e tenendoti stretto a lui, poiché egli è la tua vita e colui che prolunga i tuoi giorni. Così tu potrai abitare sul suolo che il SIGNORE giurò di dare ai tuoi padri Abraamo, Isacco e Giacobbe».

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Culto evangelico - Claudio Tron e Laura Pons - Deuteronomio 30

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Play Episode Listen Later Sep 24, 2018 22:29


15 Vedi, io metto oggi davanti a te la vita e il bene, la morte e il male; 16 poiché io ti comando oggi di amare il SIGNORE, il tuo Dio, di camminare nelle sue vie, di osservare i suoi comandamenti, le sue leggi e le sue prescrizioni, affinché tu viva e ti moltiplichi, e il SIGNORE, il tuo Dio, ti benedica nel paese dove stai per entrare per prenderne possesso. 17 Ma se il tuo cuore si volta indietro, e se tu non ubbidisci ma ti lasci trascinare a prostrarti davanti ad altri dèi e a servirli, 18 io vi dichiaro oggi che certamente perirete, e non prolungherete i vostri giorni nel paese del quale state per entrare in possesso passando il Giordano. 19 Io prendo oggi a testimoni contro di voi il cielo e la terra, che io ti ho posto davanti la vita e la morte, la benedizione e la maledizione; scegli dunque la vita, affinché tu viva, tu e la tua discendenza, 20 amando il SIGNORE, il tuo Dio, ubbidendo alla sua voce e tenendoti stretto a lui, poiché egli è la tua vita e colui che prolunga i tuoi giorni. Così tu potrai abitare sul suolo che il SIGNORE giurò di dare ai tuoi padri Abraamo, Isacco e Giacobbe».

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Culto evangelico - Michele Petrocelli & Flora Rolfo - Genesi 18

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Play Episode Listen Later Jul 2, 2018 20:47


20 Il SIGNORE disse: «Siccome il grido che sale da Sodoma e Gomorra è grande e siccome il loro peccato è molto grave, 21 io scenderò e vedrò se hanno veramente agito secondo il grido che è giunto fino a me; e, se così non è, lo saprò».22 Quegli uomini partirono di là e si avviarono verso Sodoma; ma Abraamo rimase ancora davanti al SIGNORE. 23 Abraamo gli si avvicinò e disse: «Farai dunque perire il giusto insieme con l'empio? 24 Forse ci sono cinquanta giusti nella città; davvero farai perire anche quelli? Non perdonerai a quel luogo per amore dei cinquanta giusti che vi sono? 25 Non sia mai che tu faccia una cosa simile! Far morire il giusto con l'empio, in modo che il giusto sia trattato come l'empio! Non sia mai! Il giudice di tutta la terra non farà forse giustizia?» 26 Il SIGNORE disse: «Se trovo nella città di Sodoma cinquanta giusti, perdonerò a tutto il luogo per amor di loro».27 Abraamo riprese e disse: «Ecco, prendo l'ardire di parlare al Signore, benché io non sia che polvere e cenere. 28 Forse, a quei cinquanta giusti ne mancheranno cinque; distruggerai tutta la città per cinque di meno?» E il SIGNORE: «Se ve ne trovo quarantacinque, non la distruggerò».29 Abraamo continuò a parlargli e disse: «Forse, se ne troveranno quaranta». E il SIGNORE: «Non lo farò, per amore dei quaranta».30 Abraamo disse: «Non si adiri il Signore e io parlerò. Forse, se ne troveranno trenta». E il SIGNORE: «Non lo farò, se ne trovo trenta».31 Abraamo disse: «Ecco, prendo l'ardire di parlare al Signore. Forse, se ne troveranno venti». E il SIGNORE: «Non la distruggerò per amore di venti».32 Abraamo disse: «Non si adiri il Signore, e io parlerò ancora questa volta soltanto. Forse, se ne troveranno dieci». E il SIGNORE: «Non la distruggerò per amore dei dieci».33 Quando il SIGNORE ebbe finito di parlare ad Abraamo, se ne andò. E Abraamo ritornò alla sua abitazione.

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Culto evangelico - Michele Petrocelli & Flora Rolfo - Genesi 18

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Play Episode Listen Later Jul 2, 2018 20:47


20 Il SIGNORE disse: «Siccome il grido che sale da Sodoma e Gomorra è grande e siccome il loro peccato è molto grave, 21 io scenderò e vedrò se hanno veramente agito secondo il grido che è giunto fino a me; e, se così non è, lo saprò».22 Quegli uomini partirono di là e si avviarono verso Sodoma; ma Abraamo rimase ancora davanti al SIGNORE. 23 Abraamo gli si avvicinò e disse: «Farai dunque perire il giusto insieme con l'empio? 24 Forse ci sono cinquanta giusti nella città; davvero farai perire anche quelli? Non perdonerai a quel luogo per amore dei cinquanta giusti che vi sono? 25 Non sia mai che tu faccia una cosa simile! Far morire il giusto con l'empio, in modo che il giusto sia trattato come l'empio! Non sia mai! Il giudice di tutta la terra non farà forse giustizia?» 26 Il SIGNORE disse: «Se trovo nella città di Sodoma cinquanta giusti, perdonerò a tutto il luogo per amor di loro».27 Abraamo riprese e disse: «Ecco, prendo l'ardire di parlare al Signore, benché io non sia che polvere e cenere. 28 Forse, a quei cinquanta giusti ne mancheranno cinque; distruggerai tutta la città per cinque di meno?» E il SIGNORE: «Se ve ne trovo quarantacinque, non la distruggerò».29 Abraamo continuò a parlargli e disse: «Forse, se ne troveranno quaranta». E il SIGNORE: «Non lo farò, per amore dei quaranta».30 Abraamo disse: «Non si adiri il Signore e io parlerò. Forse, se ne troveranno trenta». E il SIGNORE: «Non lo farò, se ne trovo trenta».31 Abraamo disse: «Ecco, prendo l'ardire di parlare al Signore. Forse, se ne troveranno venti». E il SIGNORE: «Non la distruggerò per amore di venti».32 Abraamo disse: «Non si adiri il Signore, e io parlerò ancora questa volta soltanto. Forse, se ne troveranno dieci». E il SIGNORE: «Non la distruggerò per amore dei dieci».33 Quando il SIGNORE ebbe finito di parlare ad Abraamo, se ne andò. E Abraamo ritornò alla sua abitazione.

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Culto Evangelico - Gianni Genre - Luca 16

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Play Episode Listen Later Sep 26, 2016 25:26


Luca 16, V.V. 19-3119 «C'era un uomo ricco, che si vestiva di porpora e di bisso, e ogni giorno si divertiva splendidamente; 20 e c'era un mendicante, chiamato Lazzaro, che stava alla porta di lui, pieno di ulceri, 21 e bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco; e perfino i cani venivano a leccargli le ulceri. 22 Avvenne che il povero morì e fu portato dagli angeli nel seno di Abraamo; morì anche il ricco, e fu sepolto. 23 E nell'Ades, essendo nei tormenti, alzò gli occhi e vide da lontano Abraamo, e Lazzaro nel suo seno; 24 ed esclamò: "Padre Abraamo, abbi pietà di me, e manda Lazzaro a intingere la punta del dito nell'acqua per rinfrescarmi la lingua, perché sono tormentato in questa fiamma". 25 Ma Abraamo disse: "Figlio, ricòrdati che tu nella tua vita hai ricevuto i tuoi beni e che Lazzaro similmente ricevette i mali; ma ora qui egli è consolato, e tu sei tormentato. 26 Oltre a tutto questo, fra noi e voi è posta una grande voragine, perché quelli che vorrebbero passare di qui a voi non possano, né di là si passi da noi". 27 Ed egli disse: "Ti prego, dunque, o padre, che tu lo mandi a casa di mio padre, 28 perché ho cinque fratelli, affinché attesti loro queste cose, e non vengano anche loro in questo luogo di tormento". 29 Abraamo disse: "Hanno Mosè e i profeti; ascoltino quelli". 30 Ed egli: "No, padre Abraamo; ma se qualcuno dai morti va a loro, si ravvedranno". 31 Abraamo rispose: "Se non ascoltano Mosè e i profeti, non si lasceranno persuadere neppure se uno dei morti risuscita"».

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Culto Evangelico - Gianni Genre - Luca 16

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Play Episode Listen Later Sep 26, 2016 25:26


Luca 16, V.V. 19-3119 «C'era un uomo ricco, che si vestiva di porpora e di bisso, e ogni giorno si divertiva splendidamente; 20 e c'era un mendicante, chiamato Lazzaro, che stava alla porta di lui, pieno di ulceri, 21 e bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco; e perfino i cani venivano a leccargli le ulceri. 22 Avvenne che il povero morì e fu portato dagli angeli nel seno di Abraamo; morì anche il ricco, e fu sepolto. 23 E nell'Ades, essendo nei tormenti, alzò gli occhi e vide da lontano Abraamo, e Lazzaro nel suo seno; 24 ed esclamò: "Padre Abraamo, abbi pietà di me, e manda Lazzaro a intingere la punta del dito nell'acqua per rinfrescarmi la lingua, perché sono tormentato in questa fiamma". 25 Ma Abraamo disse: "Figlio, ricòrdati che tu nella tua vita hai ricevuto i tuoi beni e che Lazzaro similmente ricevette i mali; ma ora qui egli è consolato, e tu sei tormentato. 26 Oltre a tutto questo, fra noi e voi è posta una grande voragine, perché quelli che vorrebbero passare di qui a voi non possano, né di là si passi da noi". 27 Ed egli disse: "Ti prego, dunque, o padre, che tu lo mandi a casa di mio padre, 28 perché ho cinque fratelli, affinché attesti loro queste cose, e non vengano anche loro in questo luogo di tormento". 29 Abraamo disse: "Hanno Mosè e i profeti; ascoltino quelli". 30 Ed egli: "No, padre Abraamo; ma se qualcuno dai morti va a loro, si ravvedranno". 31 Abraamo rispose: "Se non ascoltano Mosè e i profeti, non si lasceranno persuadere neppure se uno dei morti risuscita"».

culto oltre mos figlio lazzaro evangelico avvenne abraamo gianni genre
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Culto Evangelico - Michele Petrocelli - Luca 16

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Play Episode Listen Later Aug 30, 2016 20:49


luca 16, V.V 19-3119 «C'era un uomo ricco, che si vestiva di porpora e di bisso, e ogni giorno si divertiva splendidamente; 20 e c'era un mendicante, chiamato Lazzaro, che stava alla porta di lui, pieno di ulceri, 21 e bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco; e perfino i cani venivano a leccargli le ulceri. 22 Avvenne che il povero morì e fu portato dagli angeli nel seno di Abraamo; morì anche il ricco, e fu sepolto. 23 E nell'Ades, essendo nei tormenti, alzò gli occhi e vide da lontano Abraamo, e Lazzaro nel suo seno; 24 ed esclamò: "Padre Abraamo, abbi pietà di me, e manda Lazzaro a intingere la punta del dito nell'acqua per rinfrescarmi la lingua, perché sono tormentato in questa fiamma". 25 Ma Abraamo disse: "Figlio, ricòrdati che tu nella tua vita hai ricevuto i tuoi beni e che Lazzaro similmente ricevette i mali; ma ora qui egli è consolato, e tu sei tormentato. 26 Oltre a tutto questo, fra noi e voi è posta una grande voragine, perché quelli che vorrebbero passare di qui a voi non possano, né di là si passi da noi". 27 Ed egli disse: "Ti prego, dunque, o padre, che tu lo mandi a casa di mio padre, 28 perché ho cinque fratelli, affinché attesti loro queste cose, e non vengano anche loro in questo luogo di tormento". 29 Abraamo disse: "Hanno Mosè e i profeti; ascoltino quelli". 30 Ed egli: "No, padre Abraamo; ma se qualcuno dai morti va a loro, si ravvedranno". 31 Abraamo rispose: "Se non ascoltano Mosè e i profeti, non si lasceranno persuadere neppure se uno dei morti risuscita"».

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Culto Evangelico - Michele Petrocelli - Luca 16

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Play Episode Listen Later Aug 30, 2016 20:49


luca 16, V.V 19-3119 «C'era un uomo ricco, che si vestiva di porpora e di bisso, e ogni giorno si divertiva splendidamente; 20 e c'era un mendicante, chiamato Lazzaro, che stava alla porta di lui, pieno di ulceri, 21 e bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco; e perfino i cani venivano a leccargli le ulceri. 22 Avvenne che il povero morì e fu portato dagli angeli nel seno di Abraamo; morì anche il ricco, e fu sepolto. 23 E nell'Ades, essendo nei tormenti, alzò gli occhi e vide da lontano Abraamo, e Lazzaro nel suo seno; 24 ed esclamò: "Padre Abraamo, abbi pietà di me, e manda Lazzaro a intingere la punta del dito nell'acqua per rinfrescarmi la lingua, perché sono tormentato in questa fiamma". 25 Ma Abraamo disse: "Figlio, ricòrdati che tu nella tua vita hai ricevuto i tuoi beni e che Lazzaro similmente ricevette i mali; ma ora qui egli è consolato, e tu sei tormentato. 26 Oltre a tutto questo, fra noi e voi è posta una grande voragine, perché quelli che vorrebbero passare di qui a voi non possano, né di là si passi da noi". 27 Ed egli disse: "Ti prego, dunque, o padre, che tu lo mandi a casa di mio padre, 28 perché ho cinque fratelli, affinché attesti loro queste cose, e non vengano anche loro in questo luogo di tormento". 29 Abraamo disse: "Hanno Mosè e i profeti; ascoltino quelli". 30 Ed egli: "No, padre Abraamo; ma se qualcuno dai morti va a loro, si ravvedranno". 31 Abraamo rispose: "Se non ascoltano Mosè e i profeti, non si lasceranno persuadere neppure se uno dei morti risuscita"».

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Culto Evangelico - Claudio Tron e Laura Pons - Genesi 21, V.V 22-34

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Play Episode Listen Later Jun 20, 2016 26:41


Genesi 21, V.V 22-3422 In quel tempo Abimelec, accompagnato da Picol, capo del suo esercito, parlò ad Abraamo, dicendo: «Dio è con te in tutto quello che fai. 23 Giurami dunque qui, nel nome di Dio, che tu non ingannerai me, né i miei figli, né i miei nipoti; ma che userai verso di me e verso il paese dove hai abitato come straniero la stessa benevolenza che io ho usata verso di te». 24 Abraamo rispose: «Lo giuro». 25 Poi Abraamo fece delle rimostranze ad Abimelec a causa di un pozzo d'acqua di cui i servi di Abimelec si erano impadroniti con la forza. 26 Abimelec disse: «Io non so chi abbia fatto questo; tu stesso non me l'hai fatto sapere e io non ne ho sentito parlare che oggi». 27 Abraamo prese pecore e buoi e li diede ad Abimelec; e i due fecero alleanza. 28 Poi Abraamo mise da parte sette agnelle del gregge. 29 E Abimelec disse ad Abraamo: «Che cosa significano queste sette agnelle che tu hai messe da parte?» 30 Abraamo rispose: «Tu accetterai dalla mia mano queste sette agnelle, perché ciò mi serva di testimonianza che io ho scavato questo pozzo». 31 Per questo egli chiamò quel luogo Beer-Sceba, perché entrambi vi avevano fatto giuramento. 32 Così fecero alleanza a Beer-Sceba. Poi Abimelec, con Picol, capo del suo esercito, si alzò e se ne tornarono nel paese dei Filistei. 33 E Abraamo piantò un tamarindo a Beer-Sceba e lì invocò il nome del SIGNORE, Dio dell'eternità. 34 Abraamo abitò molto tempo come straniero nel paese dei Filistei.

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Culto Evangelico - Claudio Tron e Laura Pons - Genesi 21, V.V 22-34

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Play Episode Listen Later Jun 20, 2016 26:41


Genesi 21, V.V 22-3422 In quel tempo Abimelec, accompagnato da Picol, capo del suo esercito, parlò ad Abraamo, dicendo: «Dio è con te in tutto quello che fai. 23 Giurami dunque qui, nel nome di Dio, che tu non ingannerai me, né i miei figli, né i miei nipoti; ma che userai verso di me e verso il paese dove hai abitato come straniero la stessa benevolenza che io ho usata verso di te». 24 Abraamo rispose: «Lo giuro». 25 Poi Abraamo fece delle rimostranze ad Abimelec a causa di un pozzo d'acqua di cui i servi di Abimelec si erano impadroniti con la forza. 26 Abimelec disse: «Io non so chi abbia fatto questo; tu stesso non me l'hai fatto sapere e io non ne ho sentito parlare che oggi». 27 Abraamo prese pecore e buoi e li diede ad Abimelec; e i due fecero alleanza. 28 Poi Abraamo mise da parte sette agnelle del gregge. 29 E Abimelec disse ad Abraamo: «Che cosa significano queste sette agnelle che tu hai messe da parte?» 30 Abraamo rispose: «Tu accetterai dalla mia mano queste sette agnelle, perché ciò mi serva di testimonianza che io ho scavato questo pozzo». 31 Per questo egli chiamò quel luogo Beer-Sceba, perché entrambi vi avevano fatto giuramento. 32 Così fecero alleanza a Beer-Sceba. Poi Abimelec, con Picol, capo del suo esercito, si alzò e se ne tornarono nel paese dei Filistei. 33 E Abraamo piantò un tamarindo a Beer-Sceba e lì invocò il nome del SIGNORE, Dio dell'eternità. 34 Abraamo abitò molto tempo come straniero nel paese dei Filistei.

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La fede di Abraamo viene provata

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Play Episode Listen Later Apr 6, 2014 45:00


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La fede di Abraamo viene provata

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Play Episode Listen Later Apr 6, 2014 849465:50


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La fede di Abraamo viene provata

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La fede di Abraamo viene provata

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Abraamo, in cammino verso il luogo di Dio

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Play Episode Listen Later Mar 9, 2014 849465:50


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Abraamo, in cammino verso il luogo di Dio

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Abraamo, in cammino verso il luogo di Dio

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Abraamo, in cammino verso il luogo di Dio

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Abraamo, seguace di Dio

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ebrei abraamo
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Abraamo, seguace di Dio

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ebrei abraamo
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Abraamo, seguace di Dio

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Abraamo, seguace di Dio

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