Podcasts about dell'iran

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Cavour
Omicidi, nucleare, sanzioni: i problemi dell'Iran #24

Cavour

Play Episode Listen Later Dec 11, 2020 40:10


Cosa cambia nello scenario mediorientale l'omicidio di Mohsen Fakhrizadeh, importante scienziato nucleare iraniano? E in che modo può essere collegato a quello del generale Qasem Soleimani per mano americana dello scorso 3 gennaio? E soprattutto: la prospettiva di un contrattacco iraniano contro Israele e l'Occidente minaccia di ostacolare gli sforzi per rilanciare un accordo nucleare con l'Iran da parte dell'amministrazione Biden che si sta per insediare? E l’Italia in tutto questo ha davvero un ruolo? Nel secondo episodio della 3ª stagione di Cavour, Francesco Maselli ne discute con Gabriella Colarusso, giornalista di Repubblica, e Nicola Pedde, direttore dell’Institute for Global Studies.

Sherpa News - Notizie dal Mondo
Lo stallo diplomatico dell'Iran, tra attesa e provocazioni

Sherpa News - Notizie dal Mondo

Play Episode Listen Later Dec 7, 2020 22:03


Questa settimana parliamo del misterioso omicidio di Moshen Fakhrizadeh, uno dei padri del programma nucleare iraniano, e delle sue implicazioni geopolitiche

Nessun luogo è lontano
Nessun luogo è lontano del giorno 09/10/2020: Le elezioni negli Stati Uniti e le attese dell'Iran

Nessun luogo è lontano

Play Episode Listen Later Oct 9, 2020


In attesa delle prossime elezioni presidenziali statunitensi, ci chiediamo quali sono le aspettative in merito da parte delle nazioni contrapposte.Oggi siamo andati in Iran, all'indomani delle nuove sanzioni decise da Washington contro Teheran: ne abbiamo parlato con Pejman Abdolmohammadi (professore di Storia e Politica del Medio Oriente all'Università di Trento, autore con Giampiero Cama del libro "Contemporary Domestic and Foreign Policies of Iran"), con Ghanbar Naderi (giornalista di Press TV, tv di stato iraniana) e con Aniseh Bassiri Tabrizi (Research Fellow al RUSI- Royal United Services Institute).

Nessun luogo è lontano
Nessun luogo è lontano del giorno 09/10/2020: Le elezioni negli Stati Uniti e le attese dell'Iran

Nessun luogo è lontano

Play Episode Listen Later Oct 9, 2020


In attesa delle prossime elezioni presidenziali statunitensi, ci chiediamo quali sono le aspettative in merito da parte delle nazioni contrapposte.Oggi siamo andati in Iran, all'indomani delle nuove sanzioni decise da Washington contro Teheran: ne abbiamo parlato con Pejman Abdolmohammadi (professore di Storia e Politica del Medio Oriente all'Università di Trento, autore con Giampiero Cama del libro "Contemporary Domestic and Foreign Policies of Iran"), con Ghanbar Naderi (giornalista di Press TV, tv di stato iraniana) e con Aniseh Bassiri Tabrizi (Research Fellow al RUSI- Royal United Services Institute).

Conversazioni sull'Iran
S2x06 Storia dell'Iran 1890 - 2020

Conversazioni sull'Iran

Play Episode Listen Later Sep 10, 2020 71:49


Diretta con Farian Sabahi

storia diretta farian sabahi dell'iran
Conversazioni sull'Iran
Il sapore dell'Iran

Conversazioni sull'Iran

Play Episode Listen Later May 23, 2020 81:04


Cristina Bianciardi, appassionata di cinema iraniano, dopo l'incontro con Abbas Kiarostami nel 2000 inizia a studiare il farsi. Vive in Iran per un anno e al ritorno in Italia resta legata al Paese. Nel 2019 nasce il progetto culinario Persian food experience con l'intento di far conoscere la cucina persiana agli italiani

In 4 Minuti
Giovedì, 6 febbraio

In 4 Minuti

Play Episode Listen Later Feb 5, 2020 4:26


Il voto del Senato sull'impeachment a Trump, il sostegno dell'Iran ai combattenti palestinesi, la condanna Onu alle annessioni israeliane.

In 4 Minuti
Martedì, 21 gennaio

In 4 Minuti

Play Episode Listen Later Jan 20, 2020 4:59


I numeri Oxfam sulla disuguaglianza, il voto sull'autorizzazione a procedere contro Salvini, le nuove minacce dell'Iran.

Prisma
Prisma di mer 08/01 (prima parte)

Prisma

Play Episode Listen Later Jan 7, 2020 19:55


La risposta dell'Iran all'omicidio del generale Soleimani: guerra in vista? Con Lorenzo Cremonesi del Corriere della Sera da Baghdad, Roberto Festa e Farian Sabahi (prima parte)

prima sera baghdad soleimani prisma corriere farian sabahi roberto festa dell'iran
USMARADIO
[Esordi] Ninna nanna a Teheran di Nassim Honaryar

USMARADIO

Play Episode Listen Later Dec 15, 2019 3:39


Nassim Honaryar parla del suo graphic novel Ninna nanna a Teheran (Rizzoli Lizard, 2019), un ritratto crudo e onesto dell'Iran contemporaneo [intervista di Camilla Marchioni].

In 4 Minuti
Venerdì, 8 novembre

In 4 Minuti

Play Episode Listen Later Nov 7, 2019 4:32


Il discorso di Patuanelli alla Camera, l'assenza di Berlusconi al processo sulla trattativa, il nuovo passo dell'Iran verso il nucleare.

In 4 Minuti
Venerdì, 6 settembre

In 4 Minuti

Play Episode Listen Later Sep 5, 2019 3:42


Gli ultimi sviluppi da Londra, il giuramento del Conte bis, il nuovo passo indietro dell'Iran sul nucleare.

In 4 Minuti
Venerdì, 19 Luglio

In 4 Minuti

Play Episode Listen Later Jul 18, 2019 4:14


Gli scontri nel governo e con l'Ue, l'ammissione dell'Iran, la richiesta di chiarimenti dell'Ucraina a Salvini.

Radio Malaparte
Confini: alle radici dello scontro Usa-Iran

Radio Malaparte

Play Episode Listen Later Jul 1, 2019 10:19


In questa seconda puntata di "Confini" vi spieghiamo dove e come nasce l'ossessione statunitense nei confronti dell'Iran: uno scontro pluridecennale che, prima di essere economico e geopolitico, è anzitutto ideologico.

Radio List
Giocare a risiko nel Golfo

Radio List

Play Episode Listen Later May 16, 2019 47:06


Lo Stretto di Hormuz è pieno di navi da guerra. Cosa sta succedendo nel Golfo? Energia, commercio, equilibrio del Medio Oriente, interesse dell'America e politica di potenza dell'Iran. Perché questa crisi è pericolosa e impatta anche sulla nostra vita quotidiana. Un'indagine del titolare di List e Dario Fabbri, analista di Limes. Ascolta RadioList.

Cominciamo Bene - Le interviste
L'Iran e le condanne a Nasrin Setoudeh - Reza Khandan

Cominciamo Bene - Le interviste

Play Episode Listen Later Mar 19, 2019 7:36


Nasrin Setoudeh, avvocata iraniana per la difesa dei diritti umani, è stata condannata nelle scorse settimane a un totale di 38 anni di prigione nonché a 148 frustate.Questa non è la prima volta che viene arrestata: la prima volta era stata nel 2011, ma era stata liberata nel 2013 nel quadro di nuovi accordi internazionali da parte dell'Iran. Il nuovo fermo è arrivato nel giugno del 2018, e di nuovo l'Iran sa che la vicenda potrebbe suscitare delle reazioni internazionali.I mezzi di informazione riferiscono diversi numeri riguardo alle sentenze e alle condanne, ma da quanto riferisce la stessa Nasrin Setoudeh in un documento lasciato al marito la somma complessiva di anni di detenzione ammonta a 38, come già era stato annunciato da Amnesty International. L'impressione è che questa volta dovrà accadere qualcosa di molto importante perché venga rilasciata, e la pressione internazionale avrà certamente un ruolo fondamentale.Ne parla Reza Khandan, marito di Nasrin Setoudeh.

Musiche dal mondo
Ooldouz Pouri: Waiting For The Dawn

Musiche dal mondo

Play Episode Listen Later Jan 13, 2019 27:53


L'etichetta norvegese KKV svolge da tanti anni una importante attività di valorizzazione di artisti - soprattutto donne - del mondo arabo e del Medioriente che rappresentano con la loro musica l'aspirazione alla democrazia, i diritti di minoranze o popoli oppressi, la lotta per la libertà di espressione, i diritti delle donne. Dedicando una attenzione non occasionale a cantanti iraniane, la KKV ha pubblcato anni fa un album di Mahsa Vahdat, che - date le severe restrizioni a cui la pratica pubblica della musica da parte delle donne è sottoposta in Iran - impartisce lezioni di canto persiano nella propria casa ad allieve che come lei non hanno per il momento la prospettiva di esibirsi in pubblico in patria, ma che sono motivate ad apprendere una grande arte e un grande patrimonio. Già presente in Songs in the Mist, altro album pubblicato dalla KKV, una di queste allieve, Ooldouz Pouri, arriva adesso ad un album personale: il grosso del repertorio è costituito da brani in lingua azera (quella azera è la più importante minoranza etnica dell'Iran), canzoni d'amore che sono state popolari negli anni cinquante e sessanta, cantate all'epoca dalle grandi dive della canzone in Persia.

Cominciamo Bene - Le interviste
Eleonora Ardemagni - Alta tensione tra Iran e Stati Uniti

Cominciamo Bene - Le interviste

Play Episode Listen Later Jul 25, 2018 10:17


Alta tensione Usa-Iran. Uno scambio di minacce tra Donald Trump e il presidente iraniano Hassan Rouhani. In un tweet, il presidente statunitense ha minacciato conseguenze gravissime, insieme alla «guerra di tutte le guerre».Eleonora Ardemagni, ricercatrice associata Ispi (Istituto per gli Studi di Politica Internazionale) spiega la situazione politica, la verificabilità delle minacce e la strategia di Trump volta all'indebolimento dell'Iran.«È nuova questa situazione di escalation sia a livello verbale che economico», dice.

News da Pandora TV . it
PTV News 25.06.18 - Italia propone, Europa incerta

News da Pandora TV . it

Play Episode Listen Later Jun 25, 2018 9:52


Italia propone, Europa incerta "Si è conclusa la riunione informale sul tema migrazione a Bruxelles e rientriamo a Roma decisamente soddisfatti. Abbiamo impresso la giusta direzione al dibattito in corso. Ci rivediamo giovedì al Consiglio Europeo." Questo il tweet del primo Ministro italiano Giuseppe Conte a seguito del summit straordinario sulle politiche migratorie di 16 leaders europei svoltosi ieri domenica 24 giugno. "Qualora possibile vogliamo trovare soluzioni europee" ha dichiarato la cancelliera tedesca "se non siamo tutti insieme, dobbiamo radunare coloro che sono interessati a uno sforzo comune e stringeremo accordi bilaterali o trilaterali. Non possiamo sempre aspettare di essere tutti e 28 d'accordo". Presenti fra gli altri i paesi in prima linea sul fronte sbarchi, ovvero Italia, Grecia e Spagna. Chiaramente, sono diverse le motivazioni che soggiaciono sotto le azioni politiche dei rispettivi paesi: dallo scongiurare spaccature interne come nel caso della coalizione di governo tedesca, al rifiuto di accettare quote migratorie, come nel caso dell'Ungheria che, non a caso, ha boicottato l'incontro di ieri. Ma e' altrettanto chiaro che la linea assertiva di Conte si sta facendo strada e sta trovando consenso. La Francia di Macron, che da ex potenza coloniale riscuote l'85% delle riserve monetarie di molti paesi africani, dovra' mettere da parte l'ipocrisia. I dieci punti stilati dal neo premier italiano sottolineano una volta di piu' l'urgenza di superare gli accordi di Dublino, che gettano tutta la responsabilita' sul primo paese di arrivo dei profughi, e di iniziare le politiche di accoglienza e distribuzione con hotspots direttamente nei paesi interessati, soprattutto in Africa ma non solo. Sul piatto delle riforme, anche gli accordi di Schengen. Pronta nuova provocazione in Siria... L'organizzazione terroristica Jabhat al-Nusra starebbe preparando una provocazione antirussa in Siria, insieme all'agenzia di stampa di un Paese mediorientale. La notizia e' stata resa nota dal Centro russo per la riconciliazione in Siria, informato a riguardo dagli abitanti di Idlib. Le immagini dei tagliagole impegnati nel salvataggio dei civili e nella ricostruzione delle infrastrutture, in realta' gia' distrutte nel corso di precendenti combattimenti, servirebbero a diffondere la falsa notizia di un attacco dell'aviazione russa e siriana in provincia di Idlib. "Impossibile prevenire simili provocazioni", afferma il presidente siriano, Bashar al-Assad ai microfoni dell'emittente russa Ntv. "Non hanno nulla a che vedere con la realta', sono frutto della loro immaginazione e dell'immaginazione dei loro mass media", spiega il leader siriano. Chi siano "loro", poi, lo dice chiaramente: “Il progetto della guerra in Siria e' stato sviluppato da alcuni Paesi occidentali, in primis dagli Stati Uniti, dalla Francia e dal Regno Unito". Damasco non permettera' che questi Paesi contribuiscano alla ricostruzione del Paese. "Quando gli Stati europei parlano di aiuti, in realta' stanno cercando nuove fonti di guadagno", spiega Assad. Intanto, pero', non abbassa la guardia: “I terroristi gia' sconfitti di Daesh e di Jabhat al-Nusra potrebbero tornare con un nuovo nome, poiche' l'Occidente se ne serve per raggiungere i suoi scopi". Di questo è convinto il presidente siriano. … E in Transnistria Con 64 voti favorevoli, 14 contrari e 83 astensioni , l'Assemblea generale delle Nazioni Unite ha adottato, venerdi' 22 giugno, la risoluzione proposta dalla Moldova sul ritiro del contingente russo dalla Transnistria. Mentre Bucarest ha accolto con favore l'esito del voto, Mosca teme che la "mossa propagandistica" del governo di Chisinau possa ostacolare il gia' fragile processo di riconciliazione tra Moldova e Transnistria. Non solo. Rischia di danneggiare seriamente anche i rapporti tra Mosca e Chisinau, aggiunge il presidente moldavo, Igor Dodon, che vede nel documento un tentativo deliberato di esacerbare la situazione. Ma il premier moldavo, Pavel Filip, non arretra di un solo passo: “Continueremo a sollevare la questione all'Onu finche' l'ultimo soldato russo non avra' abbandonato la Transnistria". Paese che si e' pronunciato contro il ritiro delle truppe russe. La loro presenza, infatti, e' regolata da trattati, al fine di garantire la pace e la sicurezza sul territorio. Aumenta la produzione petrolifera I Paesi Opec+ hanno concordato di aumentare la produzione petrolifera. Nel precedente accordo datato dicembre 2016, nell'ottica di un aumento del prezzo del greggio, si era ridotta l'estrazione di 1,8 milioni di barili al giorno. Tuttavia, anche a causa della politica statunitense nei confronti dell'Iran e del Venezuela, in 18 mesi la produzione petrolifera è calata di 2,8 milioni di barili al giorno, provocando cosi' un aumento dei prezzi giudicato eccessivo. Russia e Arabia Saudita, all'incontro di sabato scorso a Vienna, per evitare una destabilizzazone del mercato, hanno così proposto di ritornare ai limiti di riferimento, aumentando la produzione di 1 milione di barili al giorno a partire dal 1° luglio. Gli effetti dell'incontro gia' si fanno sentire, tanto che lunedi' il prezzo del greggio ha registrato una prima flessione. Gli esperti russi, intanto, annunciano la comparsa di una nuova organizzazione con la partecipazione di Mosca, la quale, come fa sapere il ministro saudita Khalid Al-Falih, e' gia' stata invitata a unirsi all'Opec come membro associato. Avanzano gli yemeniti sui sauditi Un nuovo lancio di missili Burkan H2 da parte del movimento yemenita Ansar Allah ha colto di sorpresa i cieli sopra Ryihad, nella notte di domenica 24 giugno, provocando, secondo l'emittente yemenita Al Masirah, danni materiali a diversi siti governativi, compreso il Ministero della Difesa saudita. Nel frattempo, in seguito all'offensiva saudita di larga scala lanciata il 13 giugno, l'esercito yemenita, assieme agli Houthi di Ansar Allah, ha ripreso il controllo dell'aeroporto della provincia orientale di Houdeidah ed e'riuscito ad allestire in poco tempo migliaia di esemplari di droni a produzione locale, piccoli, veloci e senza pilota. Nel confronto a terra del 21 giugno, sono riuscite a tenere testa alla controparte nemica facendo uso di vecchi fucili britannici lunghi 1.20m ed uccidendo 18 soldati.Ma sabato 23 giugno e' stato il porto sul mar Rosso ad essere protagonista di un feroce attacco della coalizione a guida occidentale-saudita, con la benedizione del Segretario di Stato americano Mike Pompeo e la presenza in loco di servizi segreti francesi, come rivela Le Figaro. Mentre i britannici, dalle Nazioni unite, chiedono, come parte del "processo di pace", la rimozione delle forze di Ansar Allah dal territorio. Come osservano alcuni analisti, a preoccupare l'Occidente non e' tanto l'influenza iraniana su Sanaa, quanto l'idea di uno Yemen genuinamente indipendente - che e' quello che gli houthi rappresentano - nonche' i crescenti investimenti cinesi nel petrolio yemenita. San Pietroburgo: la magia delle vele scarlatte

News da Pandora TV . it
PTV News 06-06-18 - L’Italia nuovo centro del mondo. A Torino si riunisce il gruppo Bilderberg

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Play Episode Listen Later Jun 6, 2018 10:12


L’Italia nuovo centro del mondo. A Torino si riunisce il gruppo Bilderberg Torino Tra due giorni il gruppo Bilderberg, fondato da Rockfeller, tornerà a riunirsi dal 7 al 10 giugno nel 66esimo incontro annuale. Sede scelta per questa edizione è la città di Torino. Come da tradizione, l'incontro, a cui parteciperanno soltanto in 128 tra ministri, industriali, amministratori delegati di multinazionali, vertici di numerose banche e pochi "eletti" del mondo politico, economico, accademico e mediatico, sarà rigorosamente a "porte chiuse". Come avvenuto in passato (quando hanno partecipato personalità ai massimi livelli della cosa pubblica come Mario Monti, Romano Prodi, Umberto Agnelli e Franco Bernabè) sono state invitate anche personalità italiane come John Elkann, presidente di Fca e di Exor, la giornalista Lilli Gruber, Lucio Caracciolo, direttore di Limes, Elena Cattaneo, senatrice a vita e direttrice del laboratorio di cellule staminali dell’Università Statale di Milano, il direttore generale della Banca d’Italia Salvatore Rossi e il segretario dello Stato Vaticano, cardinale Pietro Parolin. A questi meeting non sono previsti verbali, né relazioni o risoluzioni, anche se i temi che si affrontano riguardano il presente e il futuro del mondo. I partecipanti possono intervenire senza essere vincolati alle convenzioni dei propri uffici e possono fare uso delle informazioni ricevute durante l'incontro, rendendole pubbliche. Unica "regola" da rispettare è la segretezza della “fonte". Perché ci chiediamo noi. Le indiscrezioni vogliono che i temi scelti in questa "quattro giorni" siano il populismo in Europa, la sfida della disparità, il futuro del lavoro, l’intelligenza artificiale, gli Stati Uniti prima delle elezioni di medio termine, il libero scambio, la leadership mondiale degli Stati Uniti e la Russia, il computer quantistico, Arabia Saudita e Iran, il mondo ‘post-verità’ e eventi attuali.In arrivo altri F35. Primi guai per i risparmi della nuova Difesa italiana. Nuovo ordine italiano a Washington per altri 8 F-35. Il contratto, figlio della programmazione stabilita dall’ex ministro della Difesa, Paola Pinotti, è stato siglato tra Pentagono e Lockheed Martin lo scorso 25 aprile, mentre l’Italia era ancora senza governo. Gli ultimi cacciabombardieri ci costeranno 730 milioni di dollari secondo le previsioni di Lockheed Martin, circa 1,3 miliardi di dollari secondo stime indipendenti. Il costo medio reale di ogni aereo è stato finora di circa 150 milioni di euro, ma per rendere pienamente operativi i 10 velivoli pre-serie già consegnati sarà necessario aggiornarne il software allo standard Block 4 spendendo circa 40 milioni di dollari in più per ogni aereo. Dunque, il costo complessivo dei 90 cacciabombardieri F-35 che Roma prevede di comprare è di almeno 14 miliardi di euro (di cui 4 già pagati), più altri 35 miliardi di costi operativi e di supporto logistico per i trent’anni di vita operativa. Ma ora abbiamo un nuovo governo. Il programma elettorale originario del Movimento 5 Stelle prevedeva il taglio del Programma F-35. Ora che facciamo, dottoressa Trenta? https://www.defense.gov/News/Contracts/Contract-View/Article/1503297/Mosca apre all’Europa Nel suo primo viaggio in Europa dopo la riconferma al Cremlino, il presidente russo, Vladimir Putin, a Vienna, incontrando il cancelliere austriaco Sebastian Kurz, si è detto pronto a recuperare tutti i canali di comunicazione e collaborazione con l'Unione europea. Putin ha sottolineato che le sanzioni economiche e diplomatiche dell'Ue contro il suo Paese danneggiano non solo Mosca: "Le sanzioni sono dannose per tutti ed è nell'interesse di tutti che si tolgano", ha detto, dopo l'incontro con il presidente, Alexander Van der Bellen. Putin ha ricordato infatti che la Russia ha mantenuto fino al passato recente almeno una ventina di meccanismi di cooperazione e dialogo, che per il momento sono sospesi: da anni la cooperazione con l'Europa è "virtualmente congelata", ma - ha precisato il presidente della Federazione Russa - Mosca è "aperta e pronta" a riprendere a lavorare insieme. Ai margini degli incontri politici, sottolineiamo gli accordi siglatila dalla russa Gazprom e l'austriaca OMV per la fornitura di gas, validi fino al 2040. Il gasdotto Nord Stream 2, che collega il bacino del Baltico con le coste tedesche, entrera' in servizio nel 2019. Ognuno dei due rami avra' una portata di 27.5 miliardi di metri cubi, il doppio di quella attuale. Costo totale dell'operazione: 9.5 miliardi di euro. L'accordo commerciale fra Vienna e Mosca in verita' dura da esattamente 50 anni, l'Austria fu il primo paese dell'Europa occidentale a siglare l’intesa energetica con la Russia nel lontano 1968. Tra i partners commerciali di Gazprom troviamo altre compagnie europee: le tedesche Uniper e Wintershall, la francese Engie e la anglo-olandese Shell.L’Europa si fida dell’Iran L'Iran candidato dall’Unione Europea a ricevere finanziamenti della BEI (Banca Europea degli Investimenti). La Commissione europea dunque continua a sostenere l'accordo sul nucleare iraniano e a "contribuire alla tutela degli interessi delle società europee che investono in Iran.” Da oggi il Parlamento europeo e il Consiglio avranno un periodo di due mesi per opporsi a tali misure prima che entrino in vigore. Senza obiezioni, gli atti aggiornati saranno pubblicati e entreranno in vigore al più tardi all'inizio di agosto, quando entrerà in vigore la prima serie di sanzioni statunitensi. "L'Unione europea è pienamente impegnata a portare avanti l'attuazione continua, piena ed efficace del JCPOA, a patto che l'Iran rispetti anche i suoi obblighi - ribadisce la Commissione - allo stesso tempo, l'Unione europea si impegna anche a mantenere la cooperazione con gli Stati Uniti, che rimangono un partner chiave e un alleato”. Intanto, i ministri degli Affari esteri e delle Finanze di Regno Unito, Germania e Francia hanno scritto al Segretario di Stato americano, Mike Pompeo, e al Segretario al Tesoro degli Stati Uniti, Steven Mnuchin. L’intento dichiarato è confermare l'impegno all'attuazione dell'accordo. Nella lettera, datata 4 giugno, i ministri, esortando Washington a risparmiare le aziende europee dalle cosiddette sanzioni secondarie, individuano le aree chiave per cui chiedono l'esenzione, prodotti farmaceutici e sanitari, energia, settore automobilistico, aviazione civile, infrastrutture e banche. Questo perché “un ritiro dell'Iran dall'accordo nucleare, sottolineano i ministri europei, potrebbe ulteriormente sconvolgere una regione in cui un conflitto ulteriore sarebbe disastroso”.Arabia Saudita al Qatar: “Armi russe solo per me” "L'acquisto di qualsiasi apparecchiatura militare è una decisione sovrana su cui nessun paese deve intervenire”. Sono le parole del ministro degli Esteri del Qatar, Muhamad bin Abdulrahman Al Thani che seguono la lettera inviata da re Salman al presidente francese Emmanuel Macron e pubblicata da Le Monde. In essa si esprime "profonda preoccupazione" per i negoziati tra il Qatar e Mosca per l'acquisto del sistema di difesa russo S-400, e si ventila un'azione militare per frenare Doha. "E' una violazione della legge internazionale" ha proseguito Al Thani” e delle regole del Consiglio di Cooperazione del Golfo, poiche' il Qatar non rappresenta affatto una minaccia per l'Arabia Saudita. Perseguiremo tutte le vie legali, ma ogni opzione e' sul tavolo, anche quella militare". Proprio ieri, martedi' 5 giugno, ricorreva un anno dal blocco commerciale e diplomatico imposto al Qatar - accusato di sostegno al terrorismo internazionale - da Arabia saudita, Bahrain, EAU ed Egitto.Siria: coalizione a guida USA accusata di massacro In una lettera indirizzata al Segretario Generale dell'ONU e al Presidente del Consiglio di Sicurezza, il Ministro degli Esteri siriano, Walid Muallem, ha denunciato l'incessante aggressione della "coalizione illegittima" a guida USA, che ha massacrato civili innocenti ad al-Hasaka, Raqqa eDeir Ezzor come punizione per non aver aderito alle milizie separatiste alleate di Washington. Inoltre, cosi' facendo, continua la lettera, “E' stata violata la sovranita', la sicurezza e l'integrita' territoriale della Siria". Secondo Muallem, gli Stati Uniti avrebbero cercato di ristrutturare i rapporti con Daesh, reintegrando i terroristi in altre milizie col fine di riconquistare i territori liberati dalle forze governative. In taluni casi supportandoli apertamente con bombardamenti aerei contro l'esercito siriano, l'ultimo dei quali avvenuto il 24 maggio in seguito a un attacco Isis nella campagna di Deir Ezzor. La lettera coincide con la pubblicazione di un rapporto Amnesty International che denuncia i massacri dei civili siriani per mano statunitense, francese e britannica avvenuti a Raqqa fra giugno e ottobre dell'anno scorso.

News da Pandora TV . it
PTV News 30-05-18 - Italia, la quiete tra le tempeste

News da Pandora TV . it

Play Episode Listen Later May 30, 2018 12:03


Pandora TV1. Italia, la quiete tra le tempeste Dopo aver sfondato, martedì, la soglia dei 320 punti, con le voci della riapertura di una trattativa per un possibile governo giallo-verde, lo spread ha aperto oggi in netto calo con 270 punti base, 20 in meno rispetto alla chiusura di ieri. Avvio positivo a Piazza Affari, con l’indice Ftse Mib che segna un rialzo dello 0,67%. E le banche rimbalzano dopo due giorni di sofferenza. Positive anche le altre piazze europee. Ma la situazione resta fluida, con affermazioni contraddittorie riportate dai mass media che rendono difficile prevederne gli sviluppi. Stamane, ai microfoni di Agorà su Rai Tre, il capogruppo della Lega al Senato, Gian Marco Centinaio, ha ribadito che per la Lega il nome di Paolo Savona al ministero dell'Economia rimane un punto fermo: "per noi Savona è il ministro dell'Economia. Riteniamo che il suo curriculum sia all'altezza di stare in quella squadra di governo. E secondo noi, continua Centinaio, quella è la squadra migliore per portare avanti quel programma''. "Inutile", conclude, l'ipotesi di un voto estivo: "una maggioranza in Parlamento esiste gia'". Mentre il leader della Lega, Matteo Salvini, dice no al voto anticipato al 29 luglio, ed esorta Mattarella: "ci dica come uscire dallo stallo", "non ostacoleremo soluzioni d'emergenza". "Crediamo che il più grande errore sia stato quello di respingere il Governo del cambiamento 48 ore fa", dichiara, da parte sua, il leader del M5s, Di Maio,"ora ci sono due strade: o si fa partire il Governo Conte con una soluzione ragionevole, o si va al voto subito". Intanto, il presidente del Consiglio incaricato, Carlo Cottarelli, non ha ancora sciolto la riserva.2. Finanza e multinazionali sul piede di guerra "La mancata approvazione della proposta di governo dei vincitori delle elezioni politiche è il riconoscimento formale della fine della democrazia e del passaggio della sovranità del popolo Italiano alla finanza e alle multinazionali. Il pensiero neoliberista può festeggiare il suo trionfo liberticida". Ad affermarlo e' Paolo Maddalena, giurista e giudice emerito della Corte Costituzionale. "La spiegazione data dal Presidente della Repubblica - fare il bene dei risparmiatori italiani, impedendo l’uscita dall’euro - non convince, continua Maddalena, e non tiene conto che il debito pubblico non nasce dai nostri sprechi, ma ci viene imposto dalla speculazione finanziaria, incostituzionale e illegale, la quale non si ispira più alla regola della domanda e dell’offerta, ma a quella della pura convenienza individuale, costringendoci a “privatizzare” e a “svendere” tutte le nostre fonti di produzione della ricchezza, in modo da privarci dell’intero territorio, e cioè dell’esistenza stessa della nostra Comunità politica". "Cottarelli è lì per fare la patrimoniale, il prelievo straordinario sui patrimoni degli italiani", scrive Maurizio Blondet, "Jens Weidmann (presidente della Deutsche Bundesbank) non fa che ripeterlo in tutte le sedi: voi italiani siete più ricchi di noi, avete risparmi e patrimoni per centinaia di miliardi – usateli per ridurre il vostro debito pubblico". Il governo, continua Blondet, farà le nomine in scadenza, mettendoci suoi scherani e servi di obbedienza piddina: Cassa Depositi e Prestiti, Leonardo-Finmeccanica, RAI, Sogei, Ferrovie dello Stato e Poste Italiane, Enel ed Eni. Questo è il Deep State italiano, che Cottarelli affiderà al partito che ha perso le elezioni. "È stato un processo lungo, subdolo, quasi invisibile. Durato 30 anni", aggiunge il direttore di PandoraTV, Giulietto Chiesa. "Finora pochi se n'erano accorti. Domenica 27 è stata celebrata, coram populo, la sua epifania. I "padroni universali" ci hanno detto che il potere è il loro. E che il Consiglio di Amministrazione della Banca conta di più della volontà di un popolo. Dei popoli. E che non siamo e non saremo più proprietari né dei nostri beni, né del nostro destino e neppure della nostra vita. Se il popolo italiano non comprende, ora, questa sentenza, non ci sarà più riscatto." 3. Il "governo del cambiamento" fa tremare Berlino A riprova dell'esattezza di queste considerazioni, il commissario europeo per il bilancio e le risorse umane, Gunther Oettinger, intervistato martedi' sera dall'emittente Deutsche Welle News, si aspetta che "che gli sviluppi nei mercati, nei titoli e nell’economia italiana assumano dimensioni tali da diventare un segnale agli elettori a non votare per i populisti di destra o di sinistra". "Posso solo sperare che questo possa avere un ruolo nella campagna elettorale e che mandi un segnale a non dare a populisti di destra o di sinistra alcuna responsabilità nel governo", conclude il politico tedesco. D'altronde, come ha dichiarato, martedi', lo stesso Paolo Savona, "se non avesse avuto veti inaccettabili, perché infondati, il governo Conte avrebbe potuto contare sul sostegno di Macron". Che, in effetti, si era precipitato a telefonare al premier incaricato Giuseppe Conte, esprimendo la sua impazienza di lavorare insieme. "Ora Savona conferma che il governo cui Mattarella ha impedito di vedere la luce poteva contare su un alleato importante in Europa", spiega Maurizio Blondet. "Anzi, che Macron aspettava con ansia di partecipare con Conte (e con Savona come ministro dell’Economia) all’imminente incontro europeo al vertice di Bruxelles, per esercitare una pressione efficace – finalmente – sulla Germania".4. Si rafforza l'asse Cina-Iran-Russia Pechino intende continuare a lavorare con Teheran, nonostante la decisione di Donald Trump di abbandonare l'accordo sul nucleare e di reimporre le sanzioni. Xi Jinping incontrera' il suo omologo iraniano, il presidente Rouhani, ai margini del summit di Shangai dell'Organizzazione per la Cooperazione che si svolgera' il 9 e 10 giugno prossimi. Sara' presente anche il presidente russo, Vladimir Putin. Russia e Cina, assieme ad alcuni Stati europei, sono fra i firmatari dell'accordo del 2015 ed intendono salvarlo. Pechino e' il principale partner commerciale di Teheran e fra i maggiori acquirenti di petrolio. Potrebbe inoltre subentrare al vuoto lasciato dalle compagnie statunitensi ed europee che si accingono a lasciare il Paese in seguito alle sanzioni. L'Iran e' membro osservatore dell'organizzazione per la Cooperazione, a cui si sono aggiunti recentemente India e Pakistan e che rappresenta il 40% della popolazione mondiale. Nel frattempo, a un mese circa dalla condanna dell'Iran da parte di un giudice newyorkese per gli attacchi dell'11 settembre, l'Iran ha deciso ieri, martedi' 29 maggio, di trascinare gli USA nella Corte internazionale di Giustizia per l'attacco terristico ai danni del parlamento di Teheran accaduto il 7 giugno dell'anno scorso, in cui morirono 17 persone, e rivendicato dall'Isis. "Piu' volte, durante la sua campagna elettorale, Donald Trump ha affermato che l'Isis e' una creatura di Hillary Clinton", affermano i parlamentari, "percio' la responsabilita' ricade su Washington". 5. Ancora bombe su Gaza L'aviazione militare israeliana ha bombardato ieri sera, martedi' 29 maggio, la Striscia di Gaza. Secondo l'esercito, sarebbero stati colpiti un tunnel in costruzione presso il checkpoint di Kerem Shalom e 55 postazioni della formazione Yihad Islamica, che poche ore prima, assieme ad Hamas, aveva lanciato dei razzi contro alcune citta' israeliane. Al momento, non si registrano morti o feriti. Il tutto avviene mentre un gruppo di imbarcazioni di civili, fra cui alcuni feriti durante la Grande Marcia del Ritorno, e' stato fermato dalla marina israeliana durante un tentativo di rompere il blocco sul mare. Ma soprattutto, alla vigilia di un accordo di cessate il fuoco reciproco fra Israele ed Hamas, con la mediazione dell'Egitto, ora fortemente compromesso . "Tutto dipendera' da Hamas", ha commentato il Ministro dell'intelligence, Israel Katz,. "Se continuano ad attaccare, non so quale sara' il loro destino". Intanto, mentre le testimonianze dirette si diffondono su Internet, la Knesset, il parlamento di Tel Aviv, discute un disegno di legge che prevede il carcere fino a 10 anni per chiunque riprenda con video o foto le gesta dell'esercito israeliano.6. Media israeliani: accordo segreto tra Mosca e Tel Aviv in Siria La grande offensiva dell'esercito siriano per liberare la Siria meridionale dai tagliagole e' ai nastri di partenza. Il dislocamento di mezzi tecnici militari nelle province di Daraa e di Quneitra continua ormai da qualche giorno, mentre l'aviazione siriana lancia volantini sui territori occupati, esortando i terroristi a gettare le armi. Territori che, pero', fanno parte della zona di deescalation nel Sud del Paese, al confine con Israele, tanto che Mosca intende concordare l'operazione con Tel Aviv, Washington e Amman. Il ministro della Difesa israeliano, Avigdor Lieberman, e il capo dell'intelligence militare, Tamir Hyman, raggiungeranno la capitale russa entro domani, giovedi' 31 maggio, per assicurarsi che gli Hezbollah e le forze filo-iraniane non partecipino all'offensiva. Lunedì scorso, a pochi giorni dai colloqui, i media israeliani avevano riferito di un accordo segreto tra Russia e Israele, secondo cui Tel Aviv si sarebbe impegnato a non ostacolare il ritorno dell'esercito siriano nelle zone di confine sulle Alture del Golan. Mosca, in cambio, garantirebbe il passaggio dei territori liberati dai tagliagole sotto il controllo esclusivo di Damasco. Quasi a conferma dell'esistenza dell'accordo, sempre lunedi', il ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov, ha dichiarato che "al confine tra Israele e la Siria, dalla parte siriana ci saranno esclusivamente esponenti delle forze armate della Repubblica Araba". Da parte sua, il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, ha immediatamente precisato che Israele si oppone alla presenza dell'Iran in qualsiasi zona della Siria.7. Brasile. L'incarcerato Lula in testa ai sondaggi

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PTV News 25-05-18

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Play Episode Listen Later May 25, 2018 8:14


Pandora TVIsraele vuole il Golan siriano Dopo aver dichiarato Al-Quds (Gerusalemme) capitale di Israele, Tel Aviv sta premendo sul governo degli Stati Uniti per riconoscere la sua "sovranità" sulle alture del Golan siriano occupate, ha ammesso il ministro dell'intelligence israeliana, Yisrael Katz, alla Reuters. Tema sarebbe ora "in cima all'agenda" dei colloqui diplomatici tra Tel Aviv e Washington, anche per danneggiare la presunta espansione della presenza e dell'influenza dell'Iran in Siria. Le dichiarazioni di Katz arrivano il giorno dopo che il rappresentante repubblicano Ron DeSantis ha rivelato di aver presentato una proposta al Congresso degli Stati Uniti per riconoscere le Alture occupate del Golan, appartenenti alla Siria, territorio israeliano. Proseguono i movimenti anomali in Siria Secondo fonti militari russe le informazioni sul presunto attacco della scorsa notte alle posizioni siriane da parte della coalizione guidata dagli Stati Uniti "non sono coerenti con la realtà”. Ieri sera era arrivata la notizia che subito dopo la liberazione di Damasco e mentre l'esercito siriano e i suoi alleati continuano a eliminare le ultime sacche di terroristi, la coalizione a guida USA avrebbe colpito siti militari siriani nei pressi di Al-Bu Kamal, nella campagna a sud-est di Deir Ezzor. Quasi in contemporanea, un jet isareliano avrebbe bombardato la base militare siriana di Al-Daba’a, a ovest di Homs, per poi essere abbattuto dal sistema di difesa modificato dai siriani S-200. I dubbi restano. Sempre giovedi', dei gruppi terroristi hanno colpito con dei missili gli impianti elettrici di Mhardeh presso Hama, nella zona centrale del paese, fra i piu' grandi impianti della Siria. Non si registrano morti. Gli impianti, spesso sotto attacco anche in passato, sono stati distrutti, ma le autorita' hanno gia' predisposto la riparazione.Macron alla corte di Putin "Sono perfettamente consapevole del ruolo insostituibile della Russia nella soluzione dei problemi internazionali". San Pietroburgo, Forum Economico Internazionale. Con queste parole ieri, giovedi' 24 maggio, il presidente Emmanuelle Macron ha sorpreso gli astanti alla conferenza stampa, dopo un incontro durato ben piu' di 4 ore."La Francia e' un paese indipendente. Ed il dialogo con Mosca e' una manifestazione di questa posizione indipendente". Toni ben diversi da quelli conflittuali denotati nell'incontro a Parigi di un anno fa, tanto che Macron, esordendo con "Caro Vladimir", ha espresso la volonta' di tornare, nel caso la Francia arrivi alle finali dei mondiali di calcio. Sul piatto, le situazioni in Ucraina, Iran, Corea, Siria. Riguardo quest'ultima, nonostante le tensioni seguite all'attacco aereo franco-britannico-statunitense di aprile a Douma, i due hanno concordato per una soluzione politica del conflitto, seguendo un meccanismo che unisca gli sforzi di Russia, Iran e Turchia nei colloqui di Astana’ da una parte e dall’altra quelli di uno strano gruppo, costituito da Francia, Gran Bretagna, Germania, Giordania, USA e Arabia Saudita. Inoltre hanno stabilito di lanciare una nuova inchiesta congiunta sul presunto uso di armi chimiche in Siria. Sull'Iran, entrambi concordano nel preservare l'accordo sul nucleare, per quanto Putin rimanga scettico sulla volonta' di Macron di allargarlo al programma missilistico e alle attivita' di Teheran in medioriente. Ma sullo sfondo delle parole, fatti e cifre: sono circa i 20 i contratti bilaterali miliardari firmati. Con 170 rappresentanti provenienti da 60 compagnie francesi, la delegazione francese e' la piu' grossa presente al forum. La sola Total, minacciata di uscire dall'Iran per via delle sanzioni, ha appena portato a casa un affare da 25.5 miliardi di dollari con la russa Novatek nel progetto di estarzione di gas naturale liquefatto nell'Artico Gas-2. Rostelecom e Nokia hanno concordato una joint venture per soluzioni tecnologiche innovative, fra cui la formazione di un provider russo. Gli investimenti statali diretti riguardano sei contratti e contano in circa 1 miliardo di dollari. Del resto, il motto del Forum e' "Creare un'economia di fiducia”.Tensione USA -Nord Corea: incontro cancellato o rimandato? "Non vedevo l'ora di incontarla. Purtroppo, data l'ira tremenda e l'aperta ostilita' da lei dimostrata in una recente dichiarazione, ritengo che sia inappropriato, per ora, tenere questo incontro pianificato da tempo". Cosi’ la lettera indirizzata ieri giovedi' 24 maggio da Donald Trump a Kim Jong-un riguardo al tanto atteso incontro del 12 giugno a Singapore. Ironicamente, solo poche ore dopo la demolizione del sito di test nucleari di Punggye, svoltasi sotto gli occhi di una ventina di giornalisti provenienti da tutto il mondo. Minacce alternate ai ringraziamenti: "Voi parlate di arsenali nucleari, ma i nostri sono enormi e potenti e prego Dio di non doverli mai usare”. La lettera continua così: "Alla fine, e' solo il dialogo che conta. Un giorno, vorro' davvero incontrarla. Nel frattempo, desidero ringraziarla per il rilascio degli ostaggi. E' stato un bellissimo gesto, molto apprezzato”; e si conclude con un messaggio criptico, dal momento che e' stata Washington a cancellare l'incontro, non Pyongyang: "Se dovesse cambiare idea rispetto al summit, non esiti a chiamarmi o a scrivermi". Le dichiarazioni di ostilita' a cui si riferisce Trump sono quelle esternate dal vice ministro nordcoreano Choe Son-hui: "Potremmo annullare la nostra partecipazione al summit, nel caso in cui Washington continuasse con le sue azioni fuori legge ed oltraggiose”, riferendosi alle esercitazioni militari congiunte fra Corea Del Sud e Stati Uniti. "Che l'incontro avvenga in una stanza o in un testa a testa nucleare, dipende interamente dall'atteggiamento di Washington" ha continuato Choe. Ma mentre scriviamo apprendiamo che in una nota ufficiale di stamane il ministero degli Esteri nord coreano ha espresso, nonostante le difficolta', "la volonta' di sedersi al tavolo dei negoziati con gli USA in qualsiasi momento". Parole enfatizzate dallo stesso Kim Jong-Un, che ha parlato di "un disperato bisogno di questo incontro per risolvere le ostilita'. Faremo di tutto per perseguire la pace e la stabilita' della penisola coreana e dell'umanita'". Il leader coreano minimizza l'ostilita' dimostrata dal suo funionario Choe, ascrivendola ad una reazione in seguito alle allusioni del vice presidente americano Mike Pence e del consigliere John Bolton a una "libizzazione" della penisola coreana. Dal canto suo il Segretario di Stato Mike Pompeo e' determinato a perseguire il dialogo, come dichiarato in una telefonata di stamane con il ministro degli Esteri sud-coreano, la signora Kang Kyung-wha. Anche Seoul, difatti, e' decisa nel proseguire il dialogo iniziato in aprile. Dalle colonne del Global Times, la Cina fa sapere che ancora crede nel mantenimento del summit, ma c'e' bisogno di fiducia e sinora Pechino, nonostante le accuse di Trump di interferenze, e' il sostegno piu' affidabile per Pyongyang. Mentre dal forum di San Pietroburgo, Vladimir Putin ha espresso dispiacere per la cancellazione del summit, sottolineando come Kim Jong Un abbia mantenuto tutte le sue promesse.

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PTV News - 23-05-18 - La Ue può salvare l'accordo sul nucleare iraniano

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Play Episode Listen Later May 23, 2018 7:32


Pandora TVLa Ue può salvare l'accordo sul nucleare iraniano? Nonostante le minacce di cambio di regime e le nuove sanzioni USA, secondo gli esperti le autorita' iraniane starebbero tentando tutte le strade diplomatiche per salvaguardare l'accordo sul nucleare del 2015. Tutto dipendera' dalla posizione dell'Ue, le cui intenzione sembrano chiare, ma limitate dai legami con Washington. Fra i punti chiave, il mantenimento dell'Iran nel sistema bancario Swift, necessario al pagamento delle transazioni legate all'import/export. Le prime sanzioni annunciate dagli USA sono rivolte a funzionari accusati di finanziare gli hezbollah libanesi, ma non hanno, per ora, toccato la Banca Centrale di Teheran. L'amministrazione iraniana, che rappresenta la linea politica moderata del paese, ha le sue gatte da pelare non solo a causa delle ingerenze esterne, ma anche nella gestione dell'opposizione interna che preme per l'uscita dall’accordo, oltre che per rivedere lo stato delle relazioni con gli Emirati Arabi Uniti, dopo il sostegno annunciato da Abu Dhabi agli Stati Uniti. Per il ministro degli Esteri tedesco, Heiko Maas, oggi in visita a Washington, "in Germania, ma anche in Europa, si è decisi a fare tutto quanto necessario per salvaguardare l’intesa con l'Iran", una posizione, ha precisato il capo della diplomazia tedesca, che va nella direzione “degli interessi europei in materia di sicurezza”. Un aspetto sottolineato anche dal capo della diplomazia francese: “Queste sanzioni non aiutano il dialogo, al contrario: rinforzeranno i conservatori iraniani indebolendo di fatto la presidenza Rouhani”, ha commentato il Ministro Jean-Yves Le Drian. Nel frattempo, domani Emmanuel Macron sara’ ospite d'onore al Forum economico internazionale di San Pietroburgo, la sua prima visita ufficiale in Russia, volta a rilanciare la cooperazione economica e a cercare concessioni diplomatiche da parte del leader del Cremlino, Vladimir Putin. Per il professor Farhang Jahanpour dell'Universita' di Oxford, gli USA, ritirandosi dall'accordo, avrebbero fatto in realta' un gran favore all'Iran: "Trump ha praticamente unito tutto il mondo a favore dell'accordo, stabilendo sanzioni su paesi terzi che commerciano con l'Iran". Di piu': secondo l'accademico, "una combinazione di passi legali, finanziari e politici da parte dei paesi europei potrebbe estendere i benefici dell'accordo”.Sanzioni Iran: reazioni dal mondo La compagnia energetica austriaca Omv continua i suoi progetti in Iran nonostante il ritiro degli Stati Uniti dall'accordo nucleare con Teheran. "La Omv sta monitorando da vicino gli sviluppi politici negli Stati Uniti e nell'Unione europea" ha dichiarato l'amministratore delegato Johann Pleininger. "Il progetto non si è fermato", ha precisato, ma "non sono ancora stati fatti investimenti”. Di diverso avviso la BP, che ha interrotto i lavori nel giacimento di gas di Rhum nel Mare del Nord. La BP detiene una quota del 50 per cento, mentre la National Iranian Oil Company possiede l'altra meta'. La società ha citato la reintroduzione delle sanzioni statunitensi contro Teheran come motivo della sospensione. Nel frattempo, il petrolio vola e raggiunge quasi i 72$ al barile e il Medio Oriente ribolle. Dopo l’annuncio del Tesoro americano di sanzioni a cinque cittadini iraniani per i loro legami con i Pasdaran ed Hezbollah, il capo di stato maggiore dell'esercito iraniano, Mohamed Baqeri, ha fatto sapere che l'Iran non chiederà il permesso a nessuno per potenziare la propria difesa. Nello stesso tempo, il viceministro degli Esteri siriano, Faisal Mikdad, è irremovibile: "Il ritiro dalla Siria delle forze iraniane e di Hezbollah è fuori discussione.” Per il ministro siriano “la questione non è nemmeno nell'agenda dei colloqui, dal momento che riguarda la sovranità della Siria.” Il ministro ha poi precisato: "Quelli che chiedono cose del genere, e sicuramente non sono i nostri amici russi, stanno considerando la possibilità di un intervento in Siria, con il sostegno ai terroristi in Siria e altrove nella regione”.La Cina riduce i dazi sulle auto Dopo la pubblicazione del preaccordo tra Cina e USA che impegna l'impero Celeste ad aumentare le importazioni dagli Stati Uniti per riequilibrare la bilancia commerciale a favore degli americani, si iniziano a vedere i primi risultati concreti. La Cina infatti ridurrà i dazi dal 25% al 15% sull'importazione di automobili dall'estero. Secondo gli analisti a beneficiare dell'apertura di Pechino saranno soprattutto le automobili di gamma alta, molto richieste dalla nascente classe media cinese. Peraltro non solo il settore automobilistico beneficerà del ritrovato clima sereno tra le due superpotenze. Secondo Reuters a breve sarà tolto il bando del governo americano che impedisce alle società di telecomunicazioni USA di vendere apparati tecnologici alla ZTE Corp, il gigante pubblico delle telecomunicazioni cinese. La ZTE era stata colpita da sanzioni, decise dall'amministrazione Obama, a causa di spedizioni di merci verso l'Iran e la Corea del Nord. Continua l’avanzata della Cina capitalista In Cina nasce il primo velivolo sviluppato interamente da una compagnia privata, il Guanyi GA20. Si tratta di un velivolo a 4 posti a propulsione singola GA20, che raggiunge un raggio di 1200 km e una velocita' massima di 360 km all'ora. Prevista una produzione annua di 200 pezzi da qui al 2022. La proprieta' intelletuale e' interamente in mano alla compagnia cinese Guanyi Aero.Trump-Kim: questo incontro s'ha da fare L'incontro fra Donald Trump e Kim Jong Un previsto per il 12 giugno a Singapore sembra essere a rischio: "C'e' un'alta probabilita' che non avvenga" ha commentato il presidente americano ieri durante l’incontro alla casa Bianca con l'omologo sud coreano Moon Jae-in. I dubbi aumentano in seguito alle rimostranze del leader nord coreano, preoccupato dalle esercitazioni congiunte delle forze sud-coreane e statunitensi oltre che dalle esternazioni del consigliere Jonhn Bolton sulla riproposizione dello scenario libico in Corea del Nord. Un cambio di tono che invece Trump ha ascritto all'influenza di Pechino su Pyongyang. Tuttavia, si scorgono anche segnali di distensione: il Segretario di Stato americano, Mike Pompeo, si e' mostrato ottimista verso il mantenimento dell'appuntamento del 12 giugno, mentre stamane il ministro sudcoreano per l'Unificazione delle due Coree, Cho Myoung-gyon, ha dichiarato che "Sara' un processo lungo con molti ostacoli”. Intanto una delegazione di 20 giornalisti provenienti da Russia, USA, Gran Bretagna, Corea del Sud e Cina e' stata invitata ad assistere alla distruzione dell'unico sito per i test nucleari in Corea del Nord. Kim Jong Un ha promesso per oggi "uno spettacolo" in cui gli stabili verranno rasi al suolo. In marcia contro la Monsanto https://ruptly.tv/vod/20180520-003No Comment: 20 maggio, Buenos Aires. Più di 400 città nel mondo scendono in piazza contro la Monsanto. In Argentina si alza la voce dei manifestanti contro l'uso nell'agricoltura di pesticidi e di veri e propri cocktail chimici, senza il controllo dello Stato. Per Marcos Filardi, avvocato e difensore dei diritti umani, nelle zone rurali e più arretrate del Sud America si starebbe già compiendo "un vero e proprio ecocidio". Stando all'attivista, le sostanze chimiche utilizzate nelle coltivazioni di frutta e verdura starebbero portando a "una serie di effetti collaterali sull'uomo: aumento del cancro, delle malformazioni, delle malattie respiratorie e degli aborti spontanei”.

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PTV News 17-05-18 - Israele risponde con le bombe alla condanna internazionale delle violenze

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Play Episode Listen Later May 17, 2018 9:21


Pandora TVIsraele risponde con le bombe alla condanna internazionale delle violenze Nella notte di giovedi' 17 maggio, l'esercito israeliano ha attaccato la Striscia di Gaza con mezzi aerei e di terra. Bombardamenti cosi' pesanti da far tremare gli edifici sul lungomare di Gaza city, ad alcuni chilometri di distanza. “I caccia dell'aviazione israeliana hanno colpito sette obiettivi di Hamas nel Nord della Striscia di Gaza: quattro erano edifici dell'infrastruttura militare di Hamas, mentre gli altri tre erano strutture per la produzione di armi”, fa sapere il portavoce delle forze di difesa israeliane, che aggiunge: “gli attacchi sono stati condotti in risposta al fuoco di mitragliatrici di grosso calibro in direzione della città di Sderot”. Intanto, e' atteso per domani un altro venerdi' di proteste. Il ministro della Difesa israeliano, Avigdor Lieberman, ha chiesto che Israele abbandoni il Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite, auspicando che gli Stati Uniti facciano altrettanto. Lieberman ha infatti criticato la condanna dell’Onu della strage di manifestanti palestinesi compiuta lunedi' dall’esercito israeliano. Nel frattempo, l’organizzazione internazionale Oxfam ha lanciato ieri un appello per sensibilizzare l'opinione pubblica sulla crisi umanitaria a Gaza. “Dieci anni di blocco da parte di Israele hanno causato il collasso delle infrastrutture e dei servizi di base per due milioni di abitanti intrappolati nella Striscia, in maggioranza profughi, ormai allo stremo”, si legge nel comunicato. La situazione umanitaria è disperata: quasi la metà della popolazione non ha cibo a sufficienza, con un tasso di disoccupazione arrivato oltre il 40% e quasi 24 mila persone ancora senza casa dalla guerra del 2014. Accordo sul nucleare, nubi in vista tra Stati Uniti e Unione Europea Bruxelles intende salvaguardare i benefici economici dell'accordo sul nucleare iraniano di fronte alle sanzioni Usa. A tal fine, potrebbe servirsi dello “statuto di blocco”, una norma risalente al 1996 che impedisce l'applicazione nell'Unione Europea di misure decise da Paesi terzi e che prevede risarcimenti per le aziende che subiscano perdite. Il commissario europeo per gli affari interni, Dimitris Avramopoulos, fa sapere che la questione sara' discussa al vertice dei capi di governo europei, previsto per oggi a Sofia. L'accordo sull'Iran “non è perfetto”, ma tutti nell'Unione europea “condividono l'opinione che vada mantenuto”, fa sapere in queste ore Angela Merkel al margine dell'incontro, mentre il leader francese, Emmanuel Macron, invita tutte le parti a proseguire su un accordo più largo. “Indispensabile”, afferma, “perché l'intesa del 2015 va completata”. Gentiloni, da parte sua, si affretta a sottolineare che “nessuno di noi pensa minimamente di mettere in discussione le relazioni con il nostro principale alleato, gli Stati Uniti”, ma sull'Iran, dice, “ci sono differenze tra l'Unione e l'amministrazione Usa, che vanno gestite come si gestiscono le differenze tra alleati”. Martedì, intanto, i ministri degli Esteri di Francia, Germania e Regno Unito hanno concordato con il capo della diplomazia iraniana, Mohammad Javad Zarid, lo sviluppo di un programma per il rafforzamento dei legami economici. Teheran è alla ricerca di alternative Le aziende europee non sembrano troppo ottimiste sulle prospettive di lavoro in Iran. Se Stati Uniti e Francia non concederanno a Total un permesso speciale per il proseguimento dei lavori, il gigante francese del petrolio potrebbe recedere dal progetto iraniano “South Pars”, fa sapere l'azienda. Teheran, da parte sua, cerca nuove collaborazioni. E' stata firmata oggi, ad Astana, un'intesa provvisoria per la creazione di una zona di libero scambio tra gli Stati membri dell'Unione economica eurasiatica e l'Iran. Secondo il vice premier russo, Dmitrij Kozak, l'accordo dara' una forte spinta all'interscambio commerciale tra i Paesi. Nel frattempo, la Banca centrale dell'Iran potrebbe ricorrere alle criptovalute per sottrarsi all'influenza del dollaro e del sistema SWIFT. Come fa sapere il presidente del comitato parlamentare per l'economia, Mohammad Pourebrahimi, a tale proposito Teheran sta collaborando con Mosca: “se riusciremo a promuovere questo progetto, ha detto, saremo i primi Paesi a utilizzare criptovalute negli scambi commerciali”.Il prezzo del petrolio sale alle stelle Mentre in Italia si discetta del possibile aumento dei tassi sul debito pubblico, una nuova e grave tempesta rischia di prospettarsi per l'economia mondiale. A destare preoccupazioni questa volta è la più importante delle materie prime e vero motore della crescita: il petrolio. Ad aver innescato l'aumento del prezzo del brent che oggi viaggia a quasi 72 dollari al barile, mentre il WTI viaggia a quasi 80 dollari, è stato l'accordo tra paesi Opec e Russia per un taglio della produzione e soprattutto le tensioni tra USA e Iran a causa dell'uscita degli americani dall'accordo sul nucleare iraniano. Una così potente fiammata dei prezzi dell'energia non potrà che favorire i paesi produttori come la Russia, il Venezuela e l'Arabia Saudita, mentre danneggerà i paesi importatori come quelli europei, che vedranno aumentare i costi della loro produzione portando ad una minore competitività delle loro merci nei mercati mondiali. Si prospettano tempi interessanti.Mosca non abbandona la Siria Navi da guerra russe armate di missili da crociera Kalibr saranno stanziate nel Mediterraneo in modo permanente, pronte a reagire in caso di attacchi in Siria da parte dei terroristi internazionali. Lo ha annunciato ieri, mercoledi' 16 maggio, il presidente russo, Vladimir Putin, che ha fatto notare come l'impiego di missili da crociera e di aerei imbarcati abbia gia' dimostrato la propria efficacia, infliggendo gravi perdite ai terroristi e annientando le loro principali infrastrutture. “Questi e altri compiti cruciali sono stati affrontati con successo soprattutto grazie all'alta prontezza tecnologica e di combattimento della nostra marina militare”, ha affermato il leader russo, che ritiene ora essenziale potenziare la componente navale della forza nucleare strategica, aumentando cosi' il ruolo della marina nella deterrenza nucleare. Putin ha inoltre sottolineato l'importanza di sviluppare gruppi navali multifunzione in grado di contrastare le minacce militari in mare. Intanto, sono in programma per quest'anno 102 spedizioni navali e di sottomarini.Pyongyang: la Corea del Nord non è la LibiaL'incontro tra Donald Trump e Kim Jong-un, previsto per il prossimo 12 giugno a Singapore, potrebbe essere annullato. Come dichiara il Ministero degli Esteri della Corea del Nord, Washington deve porre fine alla politica di minacce e di richieste unilaterali. L'accordo per cui Pyongyang dovrebbe rinunciare alle armi nucleari in cambio della revoca delle sanzioni non interessa la leadership del Paese. “Ci parlano di benefici economici. Ma noi non abbiamo mai chiesto agli Stati Uniti di costruirci un'economia, e non accetteremo mai un accordo simile”, si legge nel comunicato. “Non ci è stato notificato nulla”, fa sapere Donald Trump, “vedremo cosa succede”. Nel frattempo, funzionari di alto rango della Casa Bianca e del Dipartimento di Stato, tra cui Bolton, consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, valutano l'ipotesi di un modello libico di denuclearizzazione per la Corea del Nord. “Ma la Corea del Nord, e il mondo lo sa molto bene, non e' la Libia, e nemmeno l'Iraq, che hanno incontrato destini miserabili, lasciando l'intero Paese in mano a potenze ostili”, fa sapere Pyongyang. E aggiunge: il nostro amore per la pace non va confuso con la debolezza. Le manovre congiunte “Max Thunder” in Corea del Sud, iniziate lo scorso 11 maggio e che vedono la partecipazione di caccia stealth F-22 nuovi di zecca e di bombardieri strategici B-52, non contribuiscono alla distensione. Tanto che Pyongyang, definendola una “palese provocazione”, ha cancellato i negoziati di mercoledi' 16 maggio con Seul. Il capo della diplomazia cinese, Wang Yi, sostiene la posizione di Pyongyang: “il problema va risolto facendo passi reciproci”, ha detto. Mentre il leader cinese, Xi Jinping, ha offerto il sostegno della Cina per il conseguimento di relazioni pacifiche con la Corea del Sud e per il rafforzamento dell'economia nordcoreana.

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PTV News 03-05-18 - 9-11- l'Iran condannato a risarcire

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Play Episode Listen Later May 3, 2018 6:56


Pandora TV1. 9/11: l'Iran condannato a risarcire Una corte di New York ha condannato la Repubblica Islamica dell'Iran, le Guardie Rivoluzionarie e la Banca Centrale Iraniana al pagamento di 6 miliardi di dollari, per risarcire i familiari delle vittime dell'attacco terroristico dell'11 settembre 2001. Secondo il JASTA (JUSTICE AGAINST SPONSORS OF TERRORISM ACT), una legge approvata nel 2016, anche Stati sovrani possono essere giudicati per coinvolgimento in terrorismo internazionale. Lo stesso giudice, George Daniels, aveva rigettato in marzo il ricorso dell'Arabia Saudita, da cui provenivano 15 su 19 dei dirottatori, condannandola di fatto al pagamento di miliardi di dollari di risarcimento. Ma per quanto riguarda l'Iran, la Commissione ufficiale sull'11 settembre non ha mai fornito prove, se non vaghe allusioni al transito di alcuni dirotattori per l'Iran mentre andavano in Afghanistan, tuttavia mai comprovato dai timbri nei passaporti. Ma in tempi di condanne senza prove, e' il messaggio simbolico che conta. E il messaggio, subito dopo lo show di Benjamin Nethanyahu sull'arsenale nucleare dell'Iran, e' arrivato con un tempismo straordinario.2. In Ucraina è vietato l'accesso ai dissenzientiIl regime ucraino ha bloccato l'ingresso nel Paese di tre giornalisti stranieri, un italiano, un russo e un ceco. Tutti diretti a Odessa per il quarto anniversario del rogo nella Casa dei Sindacati, avvenuto il 2 maggio del 2014, quando decine di persone furono arse vive dai nazionalisti ucraini per essersi opposte al golpe. Le guardie di frontiera hanno motivato il rimpatrio dei giornalisti accusandoli di coprire gli eventi in Ucraina in modo poco attendibile. Intanto, mentre i cittadini di Odessa portavano fiori sul luogo della tragedia, le organizzazioni nazionaliste Svoboda, Nacionalnyj Korpus e Pravyj Sektor hanno marciato nelle strade della citta', celebrando quella che hanno definito una “dimostrazione di forza ucraina” contro i “terroristi filorussi”. Sullo sfondo, l'operazione antiterrorismo del regime ucraino nel Donbass ha lasciato il posto all'operazione delle Forze unificate. Che gli americani, fa sapere il Dipartimento di Stato, hanno gia' dotato di missili anticarro Javelin. Con buona pace degli Accordi di Minsk, della cui inattuazione, pero', viene accusata la Russia.3. Corea: processo di pace fra le contraddizioni Le truppe USA rimarranno in Corea del Sud, nonostante i colloqui di pace in corso. Lo ha ribadito il portavoce del presidente sudcoreano Moon Jae-in ieri, mercoledi' 2 maggio. Una risposta nervosa alle esternazioni del consulente del presidente, per cui "sarebbe difficile a questo punto giustificare la loro presenza nella penisola". Ma Moon Jae-in chiarisce che "e' bene non creare ulteriore confusione", ricordando che Kim Jon-un ha ritirato la richiesta di rimozione delle truppe USA come pre-condizione degli accordi. Pechino, intanto, lancia chiari messaggi per cui non intende essere marginalizzata dai colloqui. L'editoriale di ieri del Global Times titolava: "Il ruolo della Cina sara' indispensabile per la denuclearizzazione della penisola". A sottolinearlo, il Ministro degli Esteri cinese, Wang Yi, ed il suo cancelliere si sono recati a Pyongyang ieri, per restaurare i rapporti bilaterali fra i due Paesi. Nel frattempo, il processo di pace continua: allestita una linea telefonica diretta fra i leaders delle due Coree ed una commissione speciale sudcoreana volta ad implementare i risultati dello storico incontro di venerdi', mentre Trump ha annunciato stamane il rilascio imminente di 3 ostaggi americani da parte di Pyongyang. Un segnale volto a prepare la strada all'incontro fra il presidente americano e Kim Jong-un.4. La guerra tra Nato e Russia si combatte in EuropaLe manovre NATO “Siil-2018”, iniziate ieri, mercoledi' 2 maggio, nel Sud-Est dell'Estonia e nella Lettonia settentrionale, ovvero lungo i confini con la Russia, sono le più grandi esercitazioni militari della storia estone. Termineranno il 13 maggio e coinvolgeranno oltre 15mila soldati, compresi riservisti e membri del gruppo paramilitare estone "Kaiseliit". Ulteriori 2 mila soldati sono arrivati da 10 Paesi della NATO, tra cui Stati Uniti, Regno Unito e Germania, ma anche da Stati che non appartengono all'Alleanza: Ucraina, Georgia, Svezia, Finlandia e Irlanda. Lo scenario prevede che le truppe coinvolte respingano l'attacco di “Murinius”, uno Stato inventato, ostile alla cultura e alla democrazia occidentali e il cui territorio, guarda caso, corrisponde a quello della Russia. Mentre nell'alleato di Murinius, “Griseus”, si puo' facilmente riconoscere la Bielorussia. Secondo il senatore russo, Alexey Pushkov, oggi, nel mondo, esistono due possibili punti di scontro tra Russia e Stati Uniti: la Siria e il Baltico. 5. Riga agli abitanti russofoni: “Valigia, stazione, Russia” Martedi' 1 maggio, a Riga, diecimila manifestanti sono scesi in piazza per protestare contro la riforma dell'istruzione, che prevede, entro il 2021, il passaggio all'insegnamento in lingua lettone in tutte le scuole del Paese, comprese quelle russe. “Chi e' contrario puo' tranquillamente tornarsene in Russia!”, ha replicato su Twitter il segretario del ministero della Giustizia, Jānis Iesalnieks, con tanto di illustrazione della Madre Patria che chiama. Dimenticando, pero', che in Lettonia, secondo il censimento del 2011, almeno il 30% degli abitanti e' russofono. Mentre a Riga e a Daugavpils, le due maggiori citta' del Paese, la percentuale supera il 50%. Intanto, il leader del movimento in difesa delle scuole russe, Aleksandr Gaponenko, un professore di 64 anni, e' in prigione dal 20 aprile, accusato di una non meglio precisata attivita' “contro l'integrita' dello Stato”.

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PTV News 26.04.18 - La dura minaccia di Israele allIran

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Play Episode Listen Later Apr 26, 2018 9:13


Pandora TVwww.pandoratv.it La dura minaccia di Israele all’Iran "Se l'Iran attaccherà Tel Aviv, Israele colpirà Teheran e distruggerà ogni postazione militare iraniana in Siria". A dirlo è il ministro della Difesa israeliano, Avigdor Lieberman, in un'intervista ad Elaph, un portale saudita basato a Londra. Anche Riad, come Israele, teme le manovre iraniane nella regione medio orientale. L'intervista arriva alla vigilia di un incontro di Lieberman a Washington con alti funzionari americani. Il ministro sottolinea che Israele non può tollerare la presenza dell'Iran in Siria. A suo parere, il regime iraniano è prossimo "ai suoi ultimi giorni" e il probabile ritiro americano dall'accordo nucleare lo porterà al crollo economico. Anche perchè, secondo Lieberman, Teheran avrebbe speso oltre 13 miliardi di dollari in Siria e ne spende altri due ogni anno per sostenere Hezbollah, Hamas e la Jihad Islamica. Israele, afferma Lieberman senza fornire altri dettagli, è impegnato in un dialogo con alcuni paesi arabi. "Le cose si stanno muovendo nella giusta direzione - afferma - siamo d'accordo al 75%”. I capi della diplomazia della Russia Sergey Lavrov, della Turchia Mevlut Cavusoglu e dell'IranMohammad Javad Zarif si incontreranno a Mosca il 28 aprile prossimo.USA, Francia e NATO contro l’accordo sul nucleare iraniano Emmanuel Macron non e' riuscito a convincere Trump sulla necessita' di preservare l'accordo sul nucleare iraniano. Infatti, e' vero il contrario. “La Francia non lascera' l'accordo, perche' lo abbiamo firmato. Ma il presidente Donald Trump ed io abbiamo deciso di lavorare a un nuovo accordo globale”, ha annunciato il leader francese dopo la sua visita negli Stati Uniti. Tra le condizioni del nuovo accordo, lo stop al programma missilistico di Tehran e la “promozione della stabilita' politica” nella regione. Due punti che rendono impossibile qualsiasi compromesso con il governo iraniano. “Il programma missilistico dell'Iran ci preoccupa in modo particolare, così come i suoi sforzi per destabilizzare la regione, il sostegno a vari gruppi terroristici e la minaccia alla libera navigazione”, ha dichiarato in queste ore a Bruxelles il Segretario generale della NATO, Jens Stoltenberg. Dall'International Film Festival di Teheran, il regista americano, Oliver Stone, si e' detto scioccato dal discorso di Macron: “Ricordo molto bene quanto fui fiero quando il presidente Chirac disse di no a George Bush quando voleva invadere l'Iraq. E adesso vediamo questo giovane uomo che non ha per nulla il senso della storia, della grande tradizione della Francia. La Francia deve imparare che non puo' piu' essere imperialista. Macron deve imparare a non essere un imperialista”, spiega Oliver Stone. Nel frattempo, Mosca sottolinea che qualsiasi accordo preso senza la partecipazione di Russia e Cina, ma soprattutto dell'Iran, non avra' alcuna efficacia giuridica. D'altronde, come afferma il presidente iraniano, Hassan Rouhani, “l'uomo d'affari Donald Trump non ha alcuna competenza in materia di politica, di diritto e di trattati”.Israele risponderà L'uso della forza militare senza il consenso del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite favorisce i terroristi. Lo ha dichiarato Vladimir Putin, che mercoledì 25 aprile, in occasione del nono incontro internazionale sulla sicurezza, ha accolto a Sochi i rappresentanti di alto livello di 118 Paesi. Questa prassi, adottata “da alcuni membri della comunità internazionale”, contribuisce all'inasprimento dei conflitti, genera instabilità politica, spiega il leader russo, con particolare riferimento ai recenti attacchi perpetrati dalla coalizione occidentale e da Israele sul territorio siriano, che presto potrebbero farsi più pericolosi. La fornitura di armi antiaeree a Damasco iniziera' a breve, annuncia lo Stato Maggiore russo, il quale, tuttavia, non specifica il tipo di sistema. Secondo alcune fonti, tra cui l'ambasciatore siriano a Mosca, potrebbe trattarsi di S-300. Che il ministro della Difesa israeliano, Avigdor Lieberman, ha già minacciato di distruggere. “E' importante che le armi difensive che i russi stanno fornendo alla Siria non vengano usate contro di noi”, ha detto, “altrimenti Israele rispondera'”. “Se qualcuno mirera' ai nostri aerei, lo annienteremo”. Israele si riserva cosi' il diritto di bombardare, impunito, uno Stato sovrano. Opac: "Nessuna arma chimica a Damasco"'L'OPAC conferma di non aver trovato nessun'arma chimica nel centro di ricerca Barzeh di Damasco’. Ad annunciarlo ieri, 25 aprile, è il generale Sergey Rudskoy, Capo della Direzione Operativa russa, che aggiunge: ‘In qualsiasi paese dove ci siano armi chimiche, queste vengono conservate e protette scrupolosamente. I tre edifici bombardati il 7 di aprile avrebbero dovuto provocare la morte immediata di migliaia di persone. Invece le persone sono sta immediatamente assistite e senza alcuna protezione'. L'annuncio arriva subito dopo il secondo sopralluogo degli ispettori a Douma e a poche ore dalla sessione straordinaria presso il quartier generale olandese dell'OPAC, all'Aja: proprio ora, mentre scriviamo, la Fact-Finding Mission - la commissione indipendente incaricata di verificare i dati - sta interrogando testimoni siriani. Pechino accusa Washington: “Non siete i paladini dei diritti umani” Il Consiglio di Stato della Repubblica Popolare Cinese ha pubblicato, martedi', un rapporto sulle violazioni dei diritti umani negli Stati Uniti. Nulla a che fare col documento pubblicato venerdi’ scorso dal Dipartimento di Stato americano che, nel suo consueto ruolo di difensore dei diritti umani in tutto il mondo, si esprimeva sugli affari interni di Cina, Russia, Iran, Corea del Nord, Turchia e Birmania. “La sensazione - afferma Pechino - e' che in questo mondo soltanto negli Stati Uniti esista la situazione ideale per il rispetto dei diritti umani”. Ma la realta’ americana e' ben diversa dalle sensazioni. Gravi violazioni dei diritti civili, discriminazione razziale sistemica, anche contro donne, bambini e disabili, vertiginoso aumento del divario tra ricchi e poveri. Nel 2017, più di 40 milioni di americani hanno vissuto in povertà. Di questi, quasi la metà, 18,5 milioni, in condizioni di povertà estrema. Un punto a parte, le operazioni militari statunitensi all'estero, per esempio in Siria, che hanno provocato migliaia di vittime. Mentre nel campo di prigionia di Guantanamo continuano le torture. Il Venezuela verso nuove elezioni tra le proteste Operazione Ragnatela. Cosi' l'opposizione venezuelana ha definito la nuova ondata di proteste pianificata per domani, venerdi 27 aprile. Obiettivo: obbligare il presidente Nicolas Maduro ad abbandonare il paese. Un'iniziativa elogiata dal Segretario generale dell'Organizzazione degli Stati Americani (OSA), Luis Almagro. Dopo il fallimento del negoziato con il governo, l'opposizione è determinata a non partecipare alle elezioni presidenziali e comunali del 20 maggio, nonostante la presenza di osservatori internazionali. Una chiara volonta' di boicottaggio del processo democratico. Nel frattempo, l'opposizione venezuelana radunata nel MUD, Tavolo di Unita' Democratica, ha dichiarato il suo sostegno alle violenti proteste in Nicaragua contro il governo sandinista di Ortega, che hanno visto sinora la morte di 30 persone e durante le quali, lunedi' 22 aprile, e' stata distrutta un'enorme statua riproducente l'ex leader venezuelano, Hugo Chavez. Nicolas Maduro condanna le violenze in Nicaragua, comparandole a quelle provocate dal MUD in Venezuela, con 125 morti in 4 mesi. Intanto, domenica inizia la campagna elettorale, sei i candidati in lizza, ma lo sfidante principale di Maduro rimane Henri Falcón, ex militare che non ha aderito al boicottaggio evocato dal MUD. Il cancelliere venezuelano Jorge Arreaza, interpellato in una conferenza stampa presso la sede dell'ONU a New York, prevede piu' del 60% di partecipazione alle urne.

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PTV News 24-04-18 - Iran- "Tutto o niente"

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Play Episode Listen Later Apr 24, 2018 6:46


Pandora TVIran: “Tutto o niente” Tehran e' pronta a ripristinare il programma nucleare iraniano, se gli Stati Uniti usciranno dall'accordo sul nucleare o se ne modificheranno le condizioni. “Tutte le opzioni sono sul tavolo”, ha annunciato, non senza un velo di ironia, il capo della diplomazia iraniana, Mohammad Javad Zarif, intervistato domenica scorsa dalla CBS. “Se la Casa Bianca non rispettera' i propri impegni, Tehran reagira' in modo deciso”, ha precisato, martedi', il presidente iraniano, Hassan Rouhani. L'Iran, da parte sua, non solo continua a rispettare la propria parte di impegni, ma ha anche “migliorato significativamente l'accesso degli ispettori ai siti e alle informazioni”, ha dichiarato, lunedi', l'Agenzia internazionale per l'energia atomica, che assieme all'Unione Europea e alle Nazioni Unite invita le parti a preservare l'accordo. Gli Stati Uniti non fanno altrettanto, spiega Javad Zarif: negli ultimi 15 mesi, il presidente americano, Donald Trump ha preso tutte le misure per impedire all'Iran di beneficiare economicamente dell'accordo. “Non e' accettabile per noi avere un accordo unilaterale”, spiega il funzionario iraniano: “le trattative comportano un do ut des, nessuno e' preparato a dare se cio' che riceve e' solo temporaneo”. Nel gennaio scorso, su richiesta di Donald Trump, Regno Unito, Francia e Germania hanno istituito un gruppo di lavoro per “aggiustare” l'accordo, rendendolo piu' vantaggioso per gli Stati Uniti, che vorrebbero colpire anche il programma missilistico dell'Iran. Se l'obiettivo non sara' raggiunto, gli americani potrebbero ritirarsi entro il 12 maggio, ripristinando le sanzioni. Una possibilita' che i partner europei cercano di scongiurare. Emmanuel Macron e' gia' volato negli Stati Uniti, “non esiste un piano B”, ha detto; Angela Merkel, invece, arrivera' il 27 aprile. “Tutto o niente”, twitta, intanto, Javad Zarif: i leader europei dovrebbero incoraggiare Trump non solo a mantenere l'accordo sul nucleare, ma ancora più importante, a iniziare a implementare la sua parte degli accordi in buona fede”. Durante una visita a Pechino, il ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov, ha concordato con il suo omologo cinese di bloccare qualsiasi tentativo degli Stati Uniti di sabotare l'accordo. Di altro avviso Israele, che ha criticato il patto fin dal suo sviluppo da parte dell'amministrazione Obama. Yemen: Colpito il leader degli Houthi Il leader politico degli Houthi, Saleh al-Sammad, e' stato ucciso, giovedi' scorso, assieme a sei membri del suo entourage, in un raid della coalizione a guida saudita nella provincia di al-Hudayda, sul Mar Rosso. A darne l'annuncio ieri, lunedi' 23 aprile, l’agenzia di stampa “Saba”. Proclamati tre giorni di lutto nella zona settentrionale dello Yemen controllata dagli Houthi. “Le forze di aggressione, guidate dagli Stati Uniti e dal regime saudita, hanno la responsabilità di questo orrendo crimine e delle conseguenze che ne derivano”, ha dichiarato il leader spirituale di “Ansar Allah”, Abdul-Malik al-Houthi. Ma a cadere sotto le bombe della coalizione araba non sono soltanto i politici e i militari: domenica, un bombardamento saudita ha ucciso almeno 33 persone che stavano partecipando a una festa di matrimonio nella provincia di Hajja, nel Nord-Ovest dello Yemen. Tra le vittime, diversi bambini e donne, sposa compresa, almeno 46, invece, i feriti, tra cui lo sposo. Il Segretario generale dell'ONU, Antonio Guterres, ha condannato l'attacco. E ha chiesto un'indagine. Una richiesta strana, questa, data la rapidità con cui l'Occidente, negli ultimi tempi, e' in grado di scoprire i colpevoli di un incidente senza bisogno di alcuna prova.Armenia: Fine delle proteste nell’anniversario del genocidio Nell'anniversario del massacro di 1,5 milioni di armeni sotto l'impero ottomano nel 1915, gli armeni sono confluiti da tutto il Paese verso la collina delle rondini a Erevan, con fiori e foto, per onorare le vittime della mattanza. L'evento quest'anno cade all'indomani delle dimissioni dalla carica di premier dell'ex presidente Sarkisian, architetto del passaggio dell'Armenia a repubblica parlamentare. Sarkisian si è dimesso a soli 10 giorni dalla nomina, sulla scia di proteste promosse dall'opposizione capeggiata da Nikol Pashinyan. Oggi, quella che doveva essere una nuova puntata delle manifestazioni di protesta, con Pashinyan a guidare un corteo sino al memoriale, è diventata un atto di unificazione: il leader dell'opposizione ha annunciato che avrebbe marciato assieme al neo-premier ad interim Karen Karapetyan. Il parlamento di Erevan ora deve eleggere un nuovo primo ministro nel giro di una settimana. Sulle sponde del Nilo Egitto ed Etiopia si dividono Addis Abeba la chiamerà "Grande diga del rinascimento etiope", sorgerà sul Nilo Azzurro e a costruirla sarà la multinazionale italiana Salini Impregilo. Lunga 1,8 chilometri e alta 155 metri, sarà la più grande struttura di questo genere in Africa, e sosterrà inoltre quella che sarà la maggiore centrale idroelettrica del continente nero: 6mila megawatt, una potenza pari a tutta quella installata in Africa orientale. Il progetto però non piace a Sudan ed Egitto, gli altri due Paesi nei quali scorre il fiume, che temono una riduzione dell'acqua a loro disposizione, con gravi potenziali ripercussioni sulla loro agricoltura. “L’acqua è una questione di vita o di morte”, ha dichiarato il presidente egiziano al Sisi, "nessuno può toccare la quota d’acqua dell’Egitto”. Il Paese in particolare teme che il progetto possa intaccare la propria disponibilità di risorse idriche e danneggiare le coltivazione, penalizzando una popolazione che già si trova a fare i conti con periodiche carenze idriche. Ecco quindi la prima reazione, difensiva, del Cairo. Il parlamento ha approvato una legge che vieta la coltivazione di piantagioni che richiedono l’utilizzo di molta acqua, come riso e banane. Previste multe fino a 3mila dollari e nei casi più gravi la reclusione.

Cominciamo Bene - Le interviste
La situazione siriana e gli interessi globali

Cominciamo Bene - Le interviste

Play Episode Listen Later Apr 19, 2018 10:09


La strategia di disimpegno messa in atto dagli Stati Uniti in Siria sembra aprire ad un invio di truppe da parte dell'Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti e Qatar: l'intervento dei diversi Paesi del Golfo andrebbe anche a danneggiare la presenza e il ruolo dell'Iran, considerato dagli USA come uno degli Stati più pericolosi della regione.Sul versante europeo invece le recenti mosse della Francia dimostrano come l'Unione Europea non riesca ad intervenire con coordinazione nella questione siriana: anche in questo caso si tratta dell'affermazione degli interessi dei singoli stati in Medio Oriente.Da nessuna parte invece pare attivarsi un interesse per la ricostruzione in Siria. Anche la ricostruzione di un paese è legata a degli interessi.Ne parla Dario Fabbri, consigliere scientifico e corrispondente America di Limes.

Cominciamo Bene - Le interviste
L'amministrazione Trump e l'accordo sul nucleare con l'Iran

Cominciamo Bene - Le interviste

Play Episode Listen Later Mar 16, 2018 9:58


La decisione del presidente degli Stati Uniti Trump di licenziare il Segretario di Stato Rex Tillerson è segno, a quasi tre anni dalla ratifica dell'accordo sul nucleare tra Iran e i Paesi del "5+1" (i membri del Consiglio di Sicurezza dell'Onu con potere di veto con l'aggiunta della Germania), di una nuova posizione americana in contrasto con l'amministrazione Obama. Mike Pompeo, ex direttore della CIA che sostituirà Tillerson, è più vicino a Trump e ha una visione più radicale sulla questione iraniana rispetto al suo predecessore.Al momento si parla di una ridefinizione dei rapporti politici, ma c'è il timore di una cancellazione dell'accordo che ha portato alla fine della corsa agli armamenti nucleari da parte dell'Iran.Ne parla Nicola Pedde, direttore dell'Institute for Global Studies.

Pentathlon
Mercoledì 28 Giugno - Diario di Balon Mundial - Iran

Pentathlon

Play Episode Listen Later Jun 28, 2017 1:55


La squadra dell'Iran che ha vinto il suo girone con tre vittorie su altrettante gare.

Esteri
Esteri di mar 31/01

Esteri

Play Episode Listen Later Jan 30, 2017 27:59


1-Muslim Ban. Nelle istituzioni americane si amplifica l'opposizione contro il provvedimento di Donald Trump. ..Il punto di esteri. ..( Londra contro Trump a cura di Paola Tamma) ..2-Canada. La strage nella moschea del Quebec opera di uno studente di estrema destra. Profilo di un giovane troll che si scatena contro migranti e femministe su Facebook..3-Test missilistico dell'Iran. Convocato il consiglio di sicurezza dell'onu. Possibili tensioni tra Teheran e Washington. ..( Emanuele Valenti) ..4-Unione Africana. il 38 esimo vertice di Addis Abeba segnato dal reintegro del Marocco dopo 33 anni di assenza. ( Raffaele Masto) ..5-coltivazioni Ogm: i 27 si dividono sugli OGM. Ancora nessuna decisione su tre mais transgenici. ( Alessandro Principe)..6-Terre agricole: una vita dedicata ai miscugli di semi. ..( Marta Gatti)

canada donald trump washington iran quebec semi terre ancora londra teheran marocco muslim ban ogm esteri possibili addis abeba profilo convocato raffaele masto alessandro principe dell'iran emanuele valenti paola tamma unione africana marta gatti
Considera l'armadillo
Considera l'armadillo mar 05/04

Considera l'armadillo

Play Episode Listen Later Apr 4, 2016 29:10


Dove si parla dei Cani annusa tumori in Francia, dell'Iran che vieta gli animali nei circhi, di Boston dove i negozi non possono più vendere i cuccioli, con ROBERTO PIEDINOVI, presidente di Gruppo Ambiente Ardea Robbio, del Parco Naturale Valpometto, di Ghiandaie, di Volpi, di Tassi, di Puzzole, di Lucciole, di Rane, di Scoiattoli Rossi e si scopre che Roberto avrebbe voluto essere una Poiana

Esteri
Esteri di lun 22/09

Esteri

Play Episode Listen Later Sep 21, 2014 28:51


1-Isis rafforza la posizione dell'Iran. Teheran promette maggior coinvolgimento ..e in cambio chiede a Washington di rivedere la sua politica. ( Emanuele Valenti) ..2-Stop Ebola: la nuova iniziativa di medici senza frontiere. Dal marzo scorso l'epidemia ha causato 2800 morti. ( Roberta Petrucci MSF) ..3-Venezuela sull'orlo del default: a ottobre scadono due bond da 4,5 miliardi di dollari. dubbi sulla capacità di rimborsarli. ( Alfredo Somoza ) ..4-Gran Bretagna, al via il congresso dei laburisti. Tra otto mesi le elezioni politiche. ..5-Riforme economiche: Il premier francese Valls a rapporto da angela merkel. La cancelliere tedesca promuove parigi ma insiste sul rispetto del patto di stabilità. ..6-cambiamenti climatici: domani a New York il vertice Onu. vigilia segnata da grosse manifestazioni in tutto il mondo. ..7-Tempi duri per il Qatar. L'emirato alle prese con gli scandali legati ai Mondiali 2022. ( dario Falcini) ..8-Romanzo a fumetti: oggi la storia di Sacco e Vanzetti. ( Maurizio Principato)

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Esteri di gio 19/06

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Play Episode Listen Later Jun 18, 2014 29:01


1-Crisi irachena: Se Al Maliki è un problema anche per gli USA. Braccato dai sunniti, il premier può contare solo sull'appoggio dell'Iran. ( Laura Silvia Battaglia, Emanuele valenti, da Teheran l'analista mojtaba mousavi = ..2-Mutilazioni genitali: svolta in egitto...Corte d'assise per i responsabili dell'infibulazione di una ragazzina. ( Laura Cappon) ..3-La Croazia ha un problema. Minacce e abusi nei confronti di giornalisti. Dal progetto “ Safety Net” sulla libertà di stampa. ( Andrea Monti, Inoslav Besker, Osservatorio Balcani e Caucaso) ..4-Con due secoli di ritardo l'africa scopre il legame treni- svillupo. La cina finanzia una mega ferrovia che collega i grandi laghi all'oecano indiano. ..( Alfredo Somoza) ..5-Dien Bien phu, 60 anni dopo. Ultima puntata..( Marcello Lorrai) ..6-le recensioni di vincenzo mantovani: Catastrofe 1914. L’Europa in guerra, di Max Hastings. ....Esteri torna lunedì 23 giugno !!!

united states dal corte hastings ultima crisi safety net teheran emanuele l'europa esteri croazia catastrofe minacce dien bien phu max hastings caucaso andrea monti laura silvia battaglia marcello lorrai alfredo somoza laura cappon dell'iran osservatorio balcani dien bien
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Darwin in Iran - Feeder s03e15

Feeder

Play Episode Listen Later Feb 14, 2009 56:00


Il server ha preso freddo questa settimana e non si è sentito troppo bene. Ne è risultato che l'intera diretta ha saltellato come i losties sull'isola. L'unico modo per sentirsi la puntata in cui abbiamo festeggiato in compleanno di Darwin è il podcast qui sopra (abbiamo cambiato host per i podcast, se ci sono problemi fatecelo sapere nei commenti).Oltre a celebrare l'origine della specie abbiamo anche avuto l'onore di avere come ospite e capo-cuoca della serata una amica di Feeder, Sara. Sara ci ha portato una ricetta iraniana e ci ha raccontato un po' di cose della cucina dell'Iran. La traduzione in italiano del nome della ricetta è: una cipolla e due patate.

food green iran oltre cibo feeder cucina sesso l'unico claudio serena radionation dell'iran