Opera by Gaetano Donizetti
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Kurz erklärt: "Maria Stuarda" von der Dramaturgin Rita Thiele by Staatsoper Hamburg
Avui sentirem: "Maria Stuarda" (extractes) i "Lucia di Lammermoor" (extractes). Gaetano Donizetti (1797-1848)
ATENÇÃO: A entrevista foi feita em francês. Para acessar o vídeo com legenda, recomendamos acesse o nosso canal no YouTube ( https://youtu.be/f8rr2Ny_UNE ) Nesse vídeo, Christopher Forey, fala sobre como sua carreira de iluminador, atuando em diversos países europeus, construiu uma perspectiva sobre diferentes núcleos de trabalho dentro da iluminação na Europa. Christophe Forey criou as luzes para inúmeras apresentações de teatro, ópera e dança. Ele trabalha regularmente com os diretores Moshe Leiser e Patrice Caurier: Carmen, Fidelio, Leonore, Traviata, Mazeppa no WNO; Hamlet, Der Rosenkavalier, Pelléas et Mélisande, O Anel de Nibelungo, Don Carlo no Grande Teatro de Genebra; La Cenerentola, Turco na Itália, Maria Stuarda na Royal Opera House em Londres; Clari de Halevy, Gesualdo de M-A Dalbavie, Mosè, Comte Ory, Otello de Rossini na Ópera de Zurique; Giulio Cesare de Handel, Norma de Bellini, Iphigénie en Tauride de Gluck, O italiano em Argel de Rossini no Festival de Salzburgo, Giovanna d'Arco de Verdi no Scala de Milão; Don Giovanni e Nozze di Figaro de Mozart, A Coroação de Poppea de Monteverdi para Angers-Nantes-Opéra, Teseo de Händel no Teatro de Viena, etc. Ele também trabalhou com Günther Krämer, Lucinda Childs (Orfeo, Canções de Antes, Œdipus-Rex, O Mandarim Maravilhoso de Bartok), Silviu Purcarete (Parsifal de Wagner), Robert Gironès (Argélia 54-62 de Jean Magnan), Bruno Boëglin (Roberto Zucco de BM Koltès), Jean-Marc Bourg (Uma frase para minha mãe de Christian Prigent), Benjamin Dupé, Jean-Claude Berutti, Sarath Amarasingam, Cédric Dorier (incluindo Danse Delhi de Ivan Viripaev), Vincent Huguet (Os Contos de Hoffmann em Bilbau).
Nota come dea dell'amore e della bellezza, all'origine del mito Afrodite era anche una dea guerriera, perché eros e conflittualità, amore e guerra, pazienza e aggressività erano tutte sotto la sua giurisdizione - spiega Francesca Sensini, autrice del libro “Afrodite viaggia leggera. Sulle rotte dell'amore” (Ponte Alle Grazie, 176 p., € 16,00). RECENSIONI“Vulci. Produrre per gli uomini, produrre per gli Dèi” - catalogo della mostra(Fondazione Luigi Rovati, 288 p., € 40,00)“Storia culturale degli Etruschi” di Sybille Haynes(Fondazione Luigi Rovati - Johan and Levi, 520 p., € 48,00) “Sconosciute. 50 donne della Bibbia” di Alice Bianchi(Edizioni Paoline, 176 p., € 13,00)“Le giovani regine. Caterina de' Medici, Elisabetta di Valois, Maria Stuarda e il prezzo del potere” di Leah Redmond Chang(Mondadori, 588 p., € 30,00)“Caterina de' Medici. Da Firenze alla Francia” di Claudia Tripodi(Diarkos, 304 p., € 18,00)“Figlia di Re: un matrimonio per l'Italia” di Patrizia Debicke van der Noot(Ali Ribelli Edizioni, 342 p., € 15,00)“La figlia della Vittoria. Vita, corte e relazioni di Giovanna d'Austria” di Silvia D'Agata(Salerno Editrice, 208 p., € 26,00)“Le corrispondenti. La seconda guerra mondiale raccontata da sei donne al fronte” di Judith Mackrell(EDT, 560 p., € 28,00)“L'invenzione di Eva” di Alessandro Barbaglia(Mondadori, 204 p., € 18,00)IL CONFETTINO“In viaggio con le storie” di Paola Bongio e Mariangela Traficante(Morellini, 176 p., € 20,00)
Al igual que Madama Butterfly de Puccini cierra el lunes esta temporada del Teatro Real, Joan Matabosch es el responsable de despedir "Buena música para gañanes y gañanas" en nuestro cierre de temporada. En esta ocasión, nos presenta un adelanto de la programación 2024/2025 del Teatro Real que se centrará sobre todo en el s. XVIII. Estos son algunos de los títulos que podremos disfrutar: 1) Adriana Lecouvreur de Francesco Cilea (del 23 de septiembre al 11 de octubre, en la semana de la ópera). 2) Maria Stuarda de Gaetano Donizetti (del 14 al 30 diciembre, siendo el estreno de esta producción)3) Eugene Oneguin de Chaikovski (del 22 enero al 18 febrero, en honor a Aleksandr Pushkin)4) Mitridate, re di Ponto de Mozart (del 23 de marzo al 9 de abril, compuesta cuando tenía 14 años) 5) Les Indias Galantes de Jean-Phillipe Rameau (del 28 mayo al 1 de junio, un híbrido entre la ópera y la danza)6) I Lombardi Alla Prima Crociata de Verdi (del 6 y el 9 de julio, se presentarán otros dos títulos suyos)Escuchar audio
Annemieke Bosman praat met Luc Joosten, dramaturg van de opera Roberto Devereux, het sluitstuk van de Tudor trilogie van Gaetano Donizetti. Roberto Devereux is te zien bij Nationale Opera en Ballet. In Roberto Devereux (1837) laat Donizetti koningin Elizabeth I zien als oudere vrouw, twee jaar voor ze sterft. De harde politieke wereld aan het hof en in haar wereldrijk hebben van haar een strenge, verbitterde en eenzame vrouw gemaakt. Zelden heeft ze het geluk van de liefde gekend. Nu ze aan het eind van haar leven is gekomen en dat besef sterk doordringt, wordt haar verlangen alleen maar groter. Maar Elizabeth merkt al snel dat ze niet als enige haar hart aan Devereux verpand heeft. Veel meer dan de titelfiguur Roberto is Elizabeth het echte hoofdpersonage van de opera, en Donizetti heeft haar muzikaal zeer persoonlijk, menselijk en gedetailleerd uitgewerkt. Iedere gevoelsnuance in haar hart wordt in de muziek verklankt, van de innigste liefdesverlangens tot woede, haat, verachting en vertwijfeling. Daarmee is Roberto Devereux ook de meest moderne opera van de Tudor-trilogie. Met Roberto Devereux ronden regisseur Jetske Mijnssen en dirigent Enrique Mazzola het verhaal van koningin Elizabeth I af. Eerder lieten ze haar als kind zien in Anna Bolena, en als volwassen vrouw, op het toppunt van haar macht, in Maria Stuarda. In Roberto Devereux strijdt Elizabeth, aan het eind van haar leven, vooral tegen zichzelf.
CARISSIMI: Jephte “Cum vocasset in proelium” (Oratorio a 6) (27.38). Los Músicos de Su Alteza. Dir.: L.-A. González. Il lamento di morte di Maria Stuarda (8.42). E. Kirkby (sop.), A. Rooley (laúd). Cain (6.01). Hassler Consort. Dir.: F. Raml.Escuchar audio
Oggi a Cult: Gian Filippo Pedote sul film "Il soldato Peter"; la mostra "Ucraina. Fotografie di Stefano Rosselli" al Memoriale della Shoah; Laura Marinoni (ed Elisabetta Pozzi) in "Maria Stuarda al Teatro Carcano di Milano con la regia di Davide Livermore; la sesta edizione del Festival della Peste alla Fondazione Lazzaretto di Milano...
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7515MARIA STUARDA, LA REGINA DECAPITATA PERCHE' CATTOLICA di Rino CammilleriNessuna donna nella storia ha mai impressionato l'immaginario come questa sfortunata regina cattolica. Romanzi e tragedie (vi si cimentarono anche Alfieri e Schiller), opere liriche (Mercadante, Donizetti, etc), film. Di questi ultimi - ben 38 - il primo è addirittura del 1895; tra i migliori, uno del 1936 Katharine Hepburn e la regia di John Ford, fino all'ultimo del 2018 con Margot Robbie Saoirse Ronan, attrice straordinariamente somigliante alla vera Maria Stuarda.Qui, in omaggio al politicamente corretto, ci sono lord inglesi e scozzesi impersonati da attori afroamericani, quasi che ogni epoca senta il bisogno di rendere omaggio alla scozzese Mary Stewart che in Francia modificò il suo cognome nel più pronunciabile Stuart. La sorella di Enrico VIII, Margaret, era sua nonna. Perciò il trono d'Inghilterra sarebbe spettato a lei.INFANZIA TRAVAGLIATANata nel 1542, suo padre era Giacomo V, re di Scozia, che morì quando lei era in fasce. Cominciate le guerre con l'inglesi, il re scozzese fu sconfitto e morì, trentenne, di colera. Sua moglie Marie de Guise, secondo il trattato di pace avrebbero dovuto far sposare la figlia con Edoardo VI, figlio di Enrico VIII e Jane Seymour, protestante. Rifiutò e mandò al sicuro la piccola in Francia, storica allegata della Scozia. Maria Struart (Stuarda, all'italiana) crebbe alla corta di Caterina de' Medici, dove divenne coltissima (parlava sei lingue). I contemporanei la descrivono come alta, bella e d'incedere maestoso. Ottima cacciatrice e cavallerizza, a 16 anni sposò il figlio della medici, Francesco II, e divenne regina di Francia. Ma lui morì ben presto, e altrettanto presto lei si accorse che due regine vedove in Francia erano troppe. Cosi tornò in Scozia e vi si assise come regina. Ma trovò che il paese era diventato ormai calvinista a causa della predicazione del fanatico John Knox (sempre presentato così anche nei film).TRADITA DALLA TOLLERANZALei nata il giorno dell'Immacolata, realisticamente lasciò libertà di credo, ma non volle assolutamente cambiare il suo. Intanto in Inghilterra saliva al trono Elisabetta I, figlia di Enrico VIII e Anna Bolena.Il re scismatico aveva generato Maria Tudor con la moglie legittima Caterina d'Aragona. Maria I aveva regnato e si era sposata con Filippo II di Spagna, figlio di Carlo V. La Francia, trovatasi accerchiata dagli Asburgo, prese a fomentare il dissenso contro Maria I, anche se questa aveva restaurato il cattolicesimo in Inghilterra. E il dissenso era costituito da tutti quelli che si erano arricchiti con l'espropriazione dei beni della Chiesa effettuata da Enrico VIII. E che non aveva alcuna intenzione di restituire.Purtroppo, nata e cresciuta in mezzo agli intrighi e sempre in pericolo di vita, quando Maria I poté cingere la corona aveva ormai 37 anni, 38 quando sposò il molto più giovane Filippo di Spagna. Così, non ebbe prole e l'unica sperata gravidanza si rivelò un tumore maligno che presto la portò alla tomba.Morto anzitempo anche il successore Edoardo VI, Elisabetta si trovò, oltre che scomunicata da papa San Pio V (il che significava che i suoi sudditi cattolici erano sciolti da ogni dovere di obbedienza), con una temibilissima concorrente, Maria di Scozia, che tutti i legittimati, anche protestanti, consideravano la vera avente diritto al trono d'Inghilterra. Maria, intanto, si era accorta del gravissimo errore di aver concesso libertà religiosa, cosa che Maria I di Tudor si era ben guardata dal commettere nel suo regno. La tolleranza, infatti, rafforzò il potere della nobiltà protestante e lei, per blindarsi, comprese che doveva avere un erede. Ma non c'erano molti giovani maschi tra le teste coronate di quel tempo. Gli unici due potevano essere l'arciduca Carlo d'Austria, figlio dell'imperatore Carlo I, e don Carlos, figlio di Filippo II di Spagna.Le trattative col primo fallirono, e il secondo era uno psicolabile. La fretta indusse Maria a sposare il cugino Enrico Stuart, lord Darnley. La cosa gettò Elisabetta I nell'angoscia, perché anche quest'ultimo era nipote di Margaret, sorella di Enrico VIII.Così adesso i titolari di diritti sul trono inglese erano due, per giunta marito e moglie.SUL PATIBOLO CON IL VELO DA SPOSAA Maria, incinta e ben presto trascurata dal marito, non rimase che un amico confidente, il fidato segretario italiano Davide Rizzio, così che Knox prese ad accusarla di adulterio. Darnley finì ucciso e Rizzio massacrato. La propaganda puntò il dito contro la regina. Lei allora venne rapita e stuprata da lord Bothwell, che fu costretta a sposare con rito protestante. Ormai sfuggitale di mano la situazione, dovette accettare di abdicare a favore del figlio Giacomo VI, un bambino. Nel 1568 fuggì dal castello in cui era rinchiusa e riuscì a radunare un esercito che condusse personalmente in battaglia. Ma, sconfitta dovette chiedere asilo a Elisabetta I, di cui rimase prigioniera praticamente per vent'anni seguenti.Elisabetta esitava a far giustiziare una regina di diritto divino che era pure sua cugina. Ma la presenza in vita di Maria era un rischio costante per il suo trono. Sempre oggetto di intrighi e congiure, per lei viva Elisabetta non poteva dormire sonni tranquilli. Alla fine una serie di lettere opportunamente "rinvenute", incastrarono Maria per l'uccisione del marito. Mai prima un re o una regina erano stati sottoposti a processo.Ma i legulei di corte trovarono la gabola necessaria. Nel 1587 Maria Stuarda salì sul patibolo, vestita di nero, ma con un velo bianco da sposa. Si tolse l'abito e rimase con quello che aveva sotto: rosso, il colore dei martiri cattolici.Al boia servirono due colpi per spaccarle la testa.Elisabetta? Quello che in tutta la vita aveva cercato di evitare si realizzò in pieno: non avendo figli, il suo trono andò al figlio di Maria, Giacomo VI Stuart di Scozia, che divenne Giacomo I, d'Inghilterra e Scozia. Il quale volle che sua madre fosse seppellita a Westminster, nella tomba dei re (cosa che Elisabetta non aveva permesso). A proposito, il lettore avrà notato quante Marie ci sono in questa storia. Il fatto è che la Gran Bretagna fino allo scisma si gloriava del titolo di "Dote di Maria", la più devota alla Madonna nella nazioni cristiane.
Tre crittografi dilettanti hanno decifrato alcune lettere di Maria Stuarda rimaste inedite per 400 anni. Erano codificare con un sistema di più di 219 simboli — audio integrale di una serie su TikTok
Jetske Mijnssen is regisseur. Mijnssen regisseert verschillende internationale opera's. Haar werk is voornamelijk gefocust op een psychologische benadering van de karakters en hun lot. Ze heeft verscheidende prijzen gewonnen en producties gemaakt in onder andere Praag, Zürich en Berlijn. Haar nieuwe productie Maria Stuarda gaat over een gefantaseerde ontmoeting tussen Elizabeth I en Mary Stuart. Femke van der Laan gaat met Jetske Mijnssen in gesprek.
La Slovaquie en direct, Magazine en francais sur la Slovaquie
L'opéra de Gaetano Donizetti au Théâtre national slovaque, entretien avec la metteur en scene Gilbert Blin. Portrait du cinéaste Dusan Hanak, 85 ans.
Tg2 - Rai 2 (5/03/23) --- Send in a voice message: https://podcasters.spotify.com/pod/show/vito-rodolfo-albano7/message
Sie stand von Anfang an unter einem unguten Stern, Donizettis "Maria Stuarda", bis schließlich bei der Premiere die Primadonna assoluta, Maria Malibran, indisponiert die Bühne betrat.
Valik numbreid itaalia helilooja Saverio Mercadante (1795-1870) ooperist "Maria Stuarda". Esitavad Judith Howarth, Jennifer Larmore, Colin Lee, Manuela Custer, Pauls Putninš, Geoffrey Mitchell Choir ja Philharmonia Orchestra, dirigent Antonello Allemandi.
Elisabetta: Shirley VerrettMaria Stuarda: Montserrat CaballéRoberto: Eduardo GiménezGiorgio Talbot: Alan BakerLord Guglielmo Cecil: Ron BottcherAnna Kennedy: Deborah KiefferCoro e orchestra dell'American Opera SocietyCarlo Felice Cillario, direttore
The passionate opera Maria Stuarda comes to Cork Opera House on June 15th and 16th, telling the tumultous tale of Mary Queen of Scots and her cousin Elizabeth the First. Director of this Irish National Opera Production, Tom Creed, spoke to Elmarie See acast.com/privacy for privacy and opt-out information.
A clash of queens, one Catholic and Scottish, and one Protestant and English, is the subject of the INO's new production Maria Stuarda -The Trial of Lotta Rae, by Siobhan MacGowan, is a rape trial set in London at the beginning of the 20th century - Obi-Wan Kenobi on Disney+, starring Ewan McGregor.
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7002LE GUERRE GIUSTE DI SAN PIO V di Roberto de MatteiSan Pio V fu un papa santo e fu un Papa guerriero. Il suo nome è legato alla vittoria di Lepanto, ma egli aveva intenzione di portare la guerra anche in Inghilterra contro l'usurpatrice, Elisabetta Tudor, che scomunicò il 25 febbraio 1570 con la bolla Regnans in excelsis, dichiarandola decaduta dal suo preteso diritto alla corona inglese. Aveva una volta promesso che per una spedizione contro l'Inghilterra protestante non soltanto avrebbe impiegato i beni della Chiesa, ma sarebbe andato personalmente a guidarla.Il Papa aveva affidato la missione di operare per la restaurazione della Chiesa cattolica in Inghilterra a un suo agente a Londra, il banchiere fiorentino Roberto RidolfiRidolfi abitava nella capitale inglese da molti anni e aveva preso contatto con due influenti aristocratici cattolici i conti di Northumberlande di Westmoreland ai quali, d'accordo con Pio V, aveva assicurato un consistente aiuto finanziario per i loro progetti di sollevare il popolo inglese e liberare Maria Stuart. L'insurrezione scoppiò a Durham e Rippon il 16 novembre 1569. Lo stendardo degli insorti, rappresentante il Salvatore con le Cinque Piaghe sanguinanti come quello del Pilgrimage of Grace del 1536. I conti di Northumberland e Westmorland in un primo momento trionfarono ed ebbero la gioia di assistere alla Messa cattolica nella cattedrale di Durham; ma non riuscirono a liberare Maria Stuarda, anche perché non ottennero l'aiuto decisivo che avevano promesso i re cattolici di Spagna, Filippo II, e di Francia, Carlo IX.Fallita la ribellione del Nord d'Inghilterra, Ridolfi prospettò al Papa l'idea che il duca d'Alba, comandante dell'esercito spagnolo nei Paesi Bassi, invadesse l'Inghilterra appoggiando una nuova ribellione cattolica.Il Papa diede il suo sostegno all'iniziativa e il 5 maggio 1571 affidò a Ridolfi una lettera per Filippo II, in cui invitava il sovrano spagnolo a provvedere ai mezzi necessari all'esecuzione dell'impresa. Il sovrano spagnolo, come Pio V, sembrò entusiasta del piano, ma lasciò a sua volta l'ultima parola al duca d'Alba, che invece nutriva scetticismo sull'impresa. Lo stesso duca d'Alba, sempre molto pragmatico, il 5 dicembre 1569 aveva scritto a Filippo II, con una punta di sarcasmo, che il Papa "era così zelante che pensava che ogni cosa si sarebbe potuta realizzare senza usare gli ordinari mezzi umani". L'osservazione si sarebbe potuta capovolgere, affermando che il duca d'Alba era così pragmatico da pensare che ogni cosa potesse essere realizzata senza usare i mezzi soprannaturali. La battaglia di Lepanto avrebbe dimostrato, meno di due anni dopo, i risultati dello zelo soprannaturale di Pio V. Il santo Pontefice, che combatté i musulmani e i protestanti dimostrò con il suo esempio che esistono le guerre giuste. Guerre giuste sono quelle condotte per difendere la propria patria aggredita, ma anche e a maggior ragione, quelle per difendere la fede cattolica da un'aggressione che sta per compiersi o che è stata compiuta: nel primo caso quella dei Turchi, nel secondo caso quella dei protestanti.Il 21 aprile 1572, pochi giorni prima della morte, malgrado le sue sofferenze, il Santo Padre manifestò il desiderio di fare la visita alle sette basiliche di Roma. Cardinali, medici e familiari cercarono invano di dissuaderlo ed egli con fatica compì la sua devozione Al ritorno, sulla soglia del Vaticano incontrò un gruppo di cattolici inglesi, costretti all'esilio; s'intrattenne con essi ed esclamò: "Mio Dio, voi sapete che io sono sempre stato pronto a versare il sangue per salvezza della loro nazione".I beni spirituali sono più alti dei beni materiali e per essi i cattolici devono essere pronti a versare il proprio sangue. Tale fu l'insegnamento di san Pio V, uno dei più grandi Papi nella storia della Chiesa.
Sabato 30 aprile, nella cappella di Santa Maria Maggiore che raccoglie le spoglie di san PioV, mons. Marco Agostini ha celebrato una solenne Messa in Rito Romano antico in onore del grande Pontefice di cui ricorrono i 450 anni dalla morte, avvenuta il 30 aprile 1572. San Pio V fu un papa santo e fu un Papa guerriero. Il suo nome è legato alla vittoria di Lepanto, ma egli aveva intenzione di portare la guerra anche in Inghilterra contro l'usurpatrice, Elisabetta Tudor, che scomunicò il 25 febbraio 1570 con la bolla Regnans in excelsis, dichiarandola decaduta dal suo preteso diritto alla corona inglese. Aveva una volta promesso che per una spedizione contro l'Inghilterra protestante non soltanto avrebbe impiegato i beni della Chiesa, ma sarebbe andato personalmente a guidarlaIl Papa aveva affidato la missione di operare per la restaurazione della Chiesa cattolica in Inghilterra a un suo agente a Londra, il banchiere fiorentino Roberto RidolfiRidolfi abitava nella capitale inglese da molti anni e aveva preso contatto con due influenti aristocratici cattolici i conti di Northumberlande di Westmoreland ai quali, d'accordo con Pio V, aveva assicurato un consistente aiuto finanziario per i loro progetti di sollevare il popolo inglese e liberare Maria Stuart. L'insurrezione scoppiò a Durham e Rippon il 16 novembre 1569. Lo stendardo degli insorti, rappresentante il Salvatore con le Cinque Piaghe sanguinanti come quello del Pilgrimage of Grace del 1536. I conti di Northumberland e Westmorland in un primo momento trionfarono ed ebbero la gioia di assistere alla Messa cattolica nella cattedrale di Durham; ma non riuscirono a liberare Maria Stuarda, anche perché non ottennero l'aiuto decisivo che avevano promesso i re cattolici di Spagna, Filippo II, e di Francia, Carlo IX. Fallita la ribellione del Nord d'Inghilterra, Ridolfi prospettò al Papa l'idea che il duca d'Alba, comandante dell'esercito spagnolo nei Paesi Bassi. invadesse l'Inghilterra appoggiando una nuova ribellione cattolica.
Il romano, classe '97, ha debuttato con successo all'Opera House di Sydney interpretando il ruolo del Conte di Leicester nella Maria Stuarda di Gaetano Donizetti accanto al soprano russo Olga Peretyatko.
È in Australia il soprano russo Olga Peretyatko per interpretare il ruolo della Maria Stuarda nell'omonima opera di Gaetano Donizetti e che si è unita al crescente numero di artisti russi che condanna l'invasione russa dell'Ucraina.
In Donizetti's opera MARIA STUARDA, there is a non-historical confrontation of the two queen rivals: Elizabeth I and Maria Stuarda, the best dramatic moment of the opera, in a wonderful interpretation by Montserrat Caballe and Bianca Berini
Tutte le ouvertures di G. Donizetti III parte24. Marino Faliero 25. Maria Stuarda 26. Olivo e Pasquale 27. Parisina28. Poliuto - Sinfonia 'O nume pietoso' (Les Martyrs) 29. Roberto Devereux 30. Rosmonda d'Inghilterra 31. Torquato Tasso 32. Ugo di Parigi 33. Zoraida di Granata Artisti vari.
VIDEO: Maria regina di Scozia. Trailer italiano ➜ https://www.youtube.com/watch?v=3w7kMB9BVIQTESTO DELL'ARTICOLO ➜ http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=5524FILM SU MARIA STUARDA, LA REGINA DI SCOZIA DECAPITATA DA ELISABETTA PERCHE' CATTOLICA di Paolo GulisanoIeri è arrivato nei cinema italiani Maria regina di Scozia, un film diretto da Josie Rourke, con protagoniste Saoirse Ronan e Margot Robbie. La pellicola biografica è l'adattamento cinematografico della biografia My Heart Is My Own: The Life of Mary Queen of Scots scritta da John Guy. Il film narra le vicende di Maria Stuarda (8 dicembre 1542 - 8 febbraio 1587), regina di Scozia a sei giorni dalla nascita, regina di Francia per matrimonio a soli 16 anni e vedova a 18. Tornata nella nativa Scozia, nel frattempo divenuta un paese protestante, si scontra con i suoi lord ribelli guidati dal fanatico calvinista John Knox e infine deve scontrarsi con la cugina Elisabetta I d'Inghilterra, che nel frattempo aveva usurpato il trono inglese.Prima del cinema, l'arte si è già occupata della figura tragica della regina scozzese. Basti pensare al celebre dramma di Schiller. La pellicola della regista cattolica inglese Josie Rourke ha il merito di mostrare quella che non fu semplicemente una sfida tra due donne dalle straordinarie qualità come Maria ed Elisabetta, ma un vero scontro epocale tra due Paesi da sempre nemici, ma soprattutto uno scontro di religione. Una vera e propria guerra contro il Cattolicesimo. Si tratta di una storia non solo dimenticata, ma decisamente rimossa.Elisabetta, salita al trono d'Inghilterra, era decisa a togliere di mezzo quella rivale di fede cattolica che poteva vantare più diritti di lei a regnare su tutta l'isola britannica. Elisabetta tuttavia voleva non solo fagocitare la Scozia, da secoli sogno proibito dei Reali inglesi, ma principalmente sradicare il Cattolicesimo da quella nazione, così come dall'Inghilterra stessa e dall'Irlanda. Già suo padre, Enrico VIII, aveva favorito lo sviluppo tra gli scozzesi di una fazione filo-protestante e filo-inglese, che iniziò a ordire complotti contro il re e contro la Chiesa, in particolare contro uomini come il cardinale David Beaton, grande ecclesiastico e patriota. Come aveva notato Chesterton, il clero cattolico di Scozia aveva a cuore, oltre che il lavoro per la messe di Dio, anche il bene della nazione. L'Inghilterra finanziò bande di criminali, ubriachi, balordi, studenti falliti come lo stesso John Knox, per seminare disordini e paure nel Paese.Il giovane re di Scozia Giacomo V Stuart si rifiutò di seguire gli inviti di Enrico a lasciare la Chiesa e a seguire la sua riforma rivoluzionaria. Anzi, unendosi in matrimonio a Maria di Guisa rafforzò i legami con la Francia. Visto quindi il fallimento di ogni tentativo di condizionamento del sovrano scozzese, e temendo una ventilata crociata contro di lui da parte dei regni cattolici, guidata dallo stesso Giacomo, Enrico VIII ricorse alla forza. Nell'agosto del 1542 le sue truppe invasero la Scozia senza neppure la dichiarazione di guerra. Gli scozzesi subirono una pesante sconfitta, ma mentre il re giaceva agonizzante, fu raggiunto dalla notizia che nel palazzo di Linlithgow sua moglie aveva dato alla luce l'unico suo erede al trono, una bambina cui venne dato il nome di Mary.La principessa rappresentava le ultime speranze della Scozia, e fu affidata alle cure e alla protezione del cardinale Beaton, arcivescovo di Saint Andrews e primate di Scozia. Tuttavia la Chiesa e la nazione erano ormai alla mercé degli inglesi, che fecero in modo di inviare oro a profusione a tutti coloro che collaborassero alla diffusione della Riforma e delle nuove idee politiche. La Scozia, nonostante la sua lontananza geografica dal centro della cristianità, era stata per secoli una delle figlie predilette di Roma, tanto da meritarsi il titolo di Specialis Filia Romanae Ecclesiae, "figlia particolare della Chiesa Romana". Un titolo del quale i fedeli scozzesi erano sempre andati fieri. Il sedicesimo secolo trovò tuttavia il clero e i laici sorpresi e impreparati agli sconvolgimenti di quei tempi: la Chiesa, che conservava ancora felicemente le sue caratteristiche medioevali, fu letteralmente spazzata via, sradicata dal Paese senza quasi lasciare traccia: le gerarchie scomparvero, i fedeli rimasti furono dispersi, la Scozia rimase isolata rispetto alla vita cattolica del continente.In pochi anni la Riforma era penetrata in Scozia e aveva assunto il volto violento, iconoclasta e sterminatore del calvinismo di Knox. Il governo inglese aveva ospitato e in seguito sovvenzionato quest'uomo animato da un utopismo rancoroso, il quale aspirava a realizzare una comunità di perfetti, che detestava ferocemente ogni manifestazione dell'Incarnazione di Dio, a cominciare dall'Eucaristia, che incitava instancabilmente a profanare. Odiava la Messa, che riteneva "un rito superstizioso e blasfemo"; odiava ogni visibile realizzazione della carità. I suoi seguaci in pochi anni rasero al suolo tutti i monasteri e le più insigni chiese e cattedrali. Quella bellezza di armonie e di forme che aveva ingentilito il severo panorama nordico della Scozia fu ridotta in rovine.L'ultimo baluardo contro l'avanzare del regime del terrore era dunque la giovane principessa Mary, colei che nella forma italianizzata passò alla storia come Maria Stuarda. Gli uomini rimasti fedeli alla Casa degli Stuart la inviarono in Francia, mentre il governo veniva affidato a una reggenza. Maria visse una serena fanciullezza in Francia, sposò ancora giovane il Delfino, ossia l'erede al trono francese, e altrettanto giovane rimase vedova, quando un disgraziato incidente la privò del giovanissimo sposo, il sedicenne Francesco II. A questo punto, a 23 anni, Maria fece ritorno nella sua terra, a rivendicare il suo giusto diritto. La sua vicenda da questo punto si svolge in uno scenario di passione e tragedia: Maria era sbarcata a Edimburgo cosciente del ruolo a cui era chiamata, per il quale era nata ed era stata allevata. I suoi princìpi, conformi al sistema di valori in cui erano stati concepiti, basati sulla lealtà e la fedeltà, si scontrarono con la società nuova che si andava formando, selvaggia e crudele come non lo era mai stata in passato.La giovane regina attirò l'odio del vecchio Knox, che vide in lei la meretrice di Babilonia, al pari della Chiesa di Roma, da immolare perché potesse finalmente imporsi il nuovo ordine. Maria dovette affrontare un evento penosissimo quanto solo una guerra civile può esserlo: buona parte del Paese, della nobiltà e del popolo, vinse la paura e combatté al suo fianco. Accanto ai riformatori c'erano invece i nuovi "alleati" inglesi, certi che il prevalere del protestantesimo avrebbe finito per agevolare la progressiva anglicizzazione della Scozia e il suo spostamento nella sfera di influenza politica di Londra. Considerando il crollo del Cattolicesimo in Scozia, è certamente interessante notare quello che lo storico cattolico scozzese Compton MacKenzie ebbe a scrivere, individuando come il maggior peccato del clero cattolico del XVI secolo fosse stato la perdita di considerazione del sacramento della Messa. «La giustizia di Dio alla fine li privò di quello che non avevano sufficientemente stimato».Il Protestantesimo si diffuse grazie a una ondata emotiva, quella energia che nella Chiesa si era andata attenuando. Alla fine, dopo anni di lotte interne e contro le aggressioni inglesi, questa donna fiera e allo stesso tempo fragile, che aveva avuto un matrimonio infelice e aveva visto poi il suo sposo assassinato da una congiura, venne sconfitta in battaglia e portata prigioniera in Inghilterra. «Non dimenticatevi della sposa afflitta», era una scritta che era campeggiata sui suoi stendardi di guerra. Dopo la sconfitta molti fallirono e caddero nell'apostasia, ma altrettanti conservarono la memoria della Chiesa di Cristo afflitta, della terra sofferente, della libertà minacciata, e di una giovane umanissima regina.Gli inglesi decapitarono la regina di Scozia, dopo averla tenuta prigioniera per anni, l'8 febbraio 1587. Si trattò di un gesto crudele, indebitamente estraneo al diritto internazionale. La vita di Maria era stata intensa e in gran parte infelice. Le era toccato in sorte il fallimento politico e l'infelicità affettiva, provocata da un matrimonio sbagliato e da un amore difficile con un suo fedelissimo vassallo, il conte di Bothwell. Forse Maria non era stata quella che canonicamente si definisce una santa, tuttavia aveva sacrificato la propria vita per il bene del suo popolo e della Chiesa, affrontando tradimenti, intrighi di corte, minacce, guerre.Prima di salire al patibolo, lasciò questa preghiera, testimonianza di una fede intensa e appassionata: O Domine Deus, speravi in Te, O care mi Jesu, nunc libera me. In dura catena, in misera poena, desidero Te! Languendo, dolendo, et genuflectendo, adoro, imploro, ut liberes me. Durante l'orazione funebre per la regina uccisa, l'arcivescovo di Bourges disse che la sola colpa di Maria, per la quale era stata condannata, era stata di essere cattolica. Con Maria sconfitta e assassinata, si aprì per la Scozia l'ora più oscura della sua storia.Nota di BastaBugie: siamo andati a vedere il film, ma non ci è piaciuto perché infarcito di femminismo, multiculturalismo e gender. Peccato perché la storia è stata comunque rispettata abbastanza, addirittura Maria Stuarda appare come la buona (quale era, ma quando si parla dei cattolici, in genere, il cinema ne fa a pezzi la figura). In tanti dettagli si vede l'accurata ricostruzione storica, giusto per fare un esempio nella scena finale quando Maria viene decapitata e si presenta vestita di rosso a simboleggiare quello che stava subendo come un martirio (cosa del resto vera visto che era uccisa per la sua fede cattolica). Ma purtroppo i difetti del film, cancellano anche stavolta la possibilità di avere un bel film storico veritiero.
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6641SAN PIO V, STORIA DI UN PAPA SANTO di Rino CammilleriChe cosa non sappiamo, noi Kattolici, di san Pio V? Michele Ghisleri, domenicano e inquisitore, il papa di Lepanto, del messale «vetus ordo», del Rosario, il papa che, pur rinascimentale, non smise mai di indossare il saio sotto le vesti da papa? Eppure c'è sempre qualcosa che sfugge anche al più informato. Ed ecco il libro di Roberto De Mattei, storico accademico, che informa nel minimo dettaglio con un'opera che si può considerare definitiva, del tipo tutto-quel-che-volete-sapere-e-non-avete-mai-osato-chiedere: Pio V. Storia di un papa santo (Lindau, pp. 480, €. 32).Perciò, mi soffermerò su un particolare punto della biografia: il sostegno a Maria Stuarda, la regina cattolica che ha colpito l'immaginario come nessun'altra. Su di lei sono stati scritti romanzi, melodrammi e film a josa fin dai tempi di Lumière, interpretarla fruttò l'Oscar a Katherine Hepburn (l'ultimo in ordine di tempo vede in scena calibri come Saoirse Ronan, somigliantissima, e Margot Robbie, imbruttita per fare Elisabetta). C'è pure una canzone di Mike Oldfield (quello della colonna sonora de L'esorcista), To France. Mary Steward modificò il cognome in Stuart per renderlo pronunciabile ai francesi, di cui era diventata regina. Sua madre Mary era sorella di Enrico VIII, e Mary si chiamava la figlia legittima di lui e Caterina d'Aragona.Sì, Bloody Mary, Maria la Sanguinaria (senti chi parla...). Se vi chiedete come mai tutto questo spesseggiare di Marie nelle isole britanniche, sappiate che queste ultime erano la «Dote di Maria», intesa come la Madonna. Cioè, il regno più mariano del mondo fino allo Scisma. Mary Stuart, morto il marito re di Francia, non tardò a rendersi conto che due regine vedove erano troppe (l'altra era la suocera Caterina de' Medici) e tornò in Scozia, di cui era diventata regina. Salvo trovarla protestantizzata dal calvineggiante John Knox, con una bella fetta di nobiltà cui non pareva vero di poter fare come i colleghi inglesi divenuti protestanti per mettere le mani sui beni della Chiesa.Mary, giovane e bella, era coltissima e pure donna d'azione, ma non riuscì a barcamenarsi. Quando le uccisero il segretario, l'italiano cattolico Davide Rizzio, sotto gli occhi per isolarla vieppiù, trovò appoggio solo in san Pio V, che ne seguiva con apprensione le vicissitudini. Il papa il 6 giugno 1566 le scrisse di suo pugno per confortarla e le mandò 20mila scudi d'oro per i suoi bisogni, promettendone ancora quando ne avesse avuto disponibilità. Ma le cose precipitarono lo stesso e Mary Stuart dovette fuggire dalla Scozia. Dove?Non c'era che un posto: l'Inghilterra di Elisabetta I. Che in fondo era sua cugina. Quest'ultima le dimostrò affetto e comprensione, ma per sicurezza la mise sotto chiave. In fondo, era Mary ad avere diritto al trono d'Inghilterra, essendo Elisabetta figlia illegittima di Enrico VIII. E i legittimisti, anche protestanti, non mancavano di farlo presente. Per giunta, congiure e complotti e ribellioni di lord cattolici si susseguivano, tutti aventi come scopo di mettere Mary sul trono che le spettava. Elisabetta a quel punto tramutò l'ospitalità in prigionia vera e propria. E il 25 febbraio 1570 san Pio V la scomunicò con la bolla Regnans in excelsis, atto che la dichiarava decaduta e scioglieva i sudditi da ogni obbligo di obbedienza nei suoi confronti.Elisabetta reagì aggrappandosi spasmodicamente alla poltrona e portando al parossismo le persecuzioni anticattoliche. Alla fine, fece quel che aveva esitato a fare fino a quel momento, anche perché non si era mai visto nella storia un re di diritto divino processato e condannato. L'infelice Mary Stuart salì sul patibolo vestita di nero. Prima di porgere il collo al boia si tolse l'abito e mostrò che sotto aveva una veste rossa, il colore dei martiri. Il destino, sarcasticamente, volle che dopo Elisabetta al trono salisse suo figlio, Giacomo VI Stuart di Scozia e poi I d'Inghilterra. Però, con la madre prigioniera in Inghilterra, era stato cresciuto dai nobili scozzesi nella fede protestante.Nota di BastaBugie: Maria Stuarda, regina di Scozia, fu decapitata perché era cattolica e aveva più diritti di Elisabetta a regnare su tutta l'isola britannica.Per approfondire la sua storia e vedere il trailer del film del 2018 visita il sito www.filmgarantiti.it
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6652LA MONARCHIA INGLESE HA SEMPRE AVUTO PROBLEMI CON LE DONNE di Rino CammilleriLa monarchia inglese ha sempre avuto qualche problema con le donne. Enrico II il Plantageneto ne ebbe con sua moglie, Eleonora d'Aquitania, la quale gli portò in dote mezza Francia e la cosa fu all'origine della Guerra dei Cent'Anni. Quest'ultima fu risolta da una donna, santa Giovanna d'Arco, ma a sfavore degli inglesi. Quell'Enrico litigò con la Chiesa, e finì con l'assassinio del primate san Thomas Becket.Sei Enrichi dopo, l'VIII della serie meritò da papa Leone X il titolo di Defensor Fidei (che poi Paolo III, per via dello scisma, gli ritirò; e che ancora i re inglesi portano, ma a difesa dell'anglicanesimo) per aver difeso la fede cattolica contro Lutero. E pure lui era sposato con una gran donna, Caterina d'Aragona, che ripudiò per l'insignificante Anne Boleyn di cui si era invaghito (per lei scrisse una bellissima canzone, Greensleeves, ancora oggi eseguita). Qualcuno gli fece notare che non c'era bisogno di divorziare per farsi l'amante, ma lui voleva un figlio maschio e Caterina gli aveva dato solo Mary.Forse credeva che, avendo meritato come Defensor Fidei, il papa avrebbe chiuso un occhio e accettato la gabola della consanguineità (tutte le teste coronate sono in qualche modo parenti, e per forza di cose). Ma Caterina era zia dell'imperatore Carlo V, che era molto più Defensor Fidei di Enrico, visto che combatteva contro i protestanti e i musulmani. Così, il papa, tra l'incudine e il martello, scelse la giustizia. Ed Enrico si scatenò, imitando il predecessore II col trucidare un altro san Thomas di rilievo, il More, dando il via a un'ecatombe di cattolici che andò avanti per un paio di secoli. Ma con le donne continuò a sbagliare, impalmandone altre quattro di seguito e mandandole quasi tutte al patibolo. Il figlio maschio lo ebbe, ma questo durò poco e, ironia della sorte, fu giocoforza dare il trono a una donna, sua figlia Elisabetta I.Questa avrebbe potuto sposare chi voleva, soprattutto Filippo II di Spagna, ma quest'ultimo era ancora più Defensor Fidei del padre, e si opposero i nobili inglesi che dalla nazionalizzazione dei beni della Chiesa avevano tratto gran profitto. Per giunta, c'era una rivale, un'altra donna: Mary Stuart, figlia della sorella di suo padre, erede legittima perché Elisabetta era figlia di Anne Boleyn. Così, Elisabetta fece quel che neanche il padre aveva osato: processare e condannare a morte una regina unta dal Signore. A quel punto restava un'ultima cosa da sradicare negli inglesi, il culto della Vergine (l'Inghilterra si considerava il regno più mariano della Cristianità: Mary Dowry, «Dote di Maria»). E al di Lei posto mise se stessa, la Regina Vergine (nel senso di nubile), tanto che il suo corsaro preferito, Walter Raleigh, chiamò Virginia in suo onore la colonia americana che fondò. Ma anche lei dovette capitolare, perché tutti moriamo. E lasciare la poltrona proprio al figlio di Maria Stuarda: non c'erano altri.Non ci soffermiamo sui problemi di coppia degli altri regnanti inglesi, perché il gossip in tal senso è applicabile a tutte le teste coronate di ogni tempo. Ma la monarchia inglese è speciale perché è quella che, partendo da un'isola defilata, è riuscita a creare l'impero più esteso di tutti i tempi. E l'Impero Britannico fu inaugurato da un'altra donna, Victoria, che diede addirittura il suo nome a un'epoca e uno stile quantunque a occuparsi di politica fossero altri, soprattutto Disraeli. Lei si limitò a fare un sacco di figli, che maritò con mezza Europa (anche il Kaiser era suo nipote). Fu solo sfiorata dal caso di Jack lo Squartatore, che per molti ancora oggi andava ricercato nella famiglia reale britannica.Ma poi inventarono il cinema e i rotocalchi, e i riflettori si accesero su Edoardo VIII, che pur di sposare Wallis Simpson, una divorziata americana, rinunciò al trono. Anche a lui fecero notare che non c'era bisogno di abdicare se voleva convivere more uxorio con l'americana, purché in modo discreto. Niente, come Enrico VIII, voleva un matrimonio in piena regola. Così, il trono andò a suo fratello Giorgio VI, padre dell'attuale regina. La quale pare l'unica con la testa sulle spalle di tutta la real casata. Sua sorella Margaret volle sposare un fotografo. Dei figli di Elisabetta II, Carlo, Andrea, Anna e Edoardo, solo quest'ultimo non ha divorziato, e per le relative vicende basta andare in Internet. Adesso tocca a Meghan, ed è il turno dei nipoti. God save the Queen.
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6641SAN PIO V, STORIA DI UN PAPA SANTO di Rino CammilleriChe cosa non sappiamo, noi Kattolici, di san Pio V? Michele Ghisleri, domenicano e inquisitore, il papa di Lepanto, del messale «vetus ordo», del Rosario, il papa che, pur rinascimentale, non smise mai di indossare il saio sotto le vesti da papa? Eppure c'è sempre qualcosa che sfugge anche al più informato. Ed ecco il libro di Roberto De Mattei, storico accademico, che informa nel minimo dettaglio con un'opera che si può considerare definitiva, del tipo tutto-quel-che-volete-sapere-e-non-avete-mai-osato-chiedere: Pio V. Storia di un papa santo (Lindau, pp. 480, €. 32).Perciò, mi soffermerò su un particolare punto della biografia: il sostegno a Maria Stuarda, la regina cattolica che ha colpito l'immaginario come nessun'altra. Su di lei sono stati scritti romanzi, melodrammi e film a josa fin dai tempi di Lumière, interpretarla fruttò l'Oscar a Katherine Hepburn (l'ultimo in ordine di tempo vede in scena calibri come Saoirse Ronan, somigliantissima, e Margot Robbie, imbruttita per fare Elisabetta). C'è pure una canzone di Mike Oldfield (quello della colonna sonora de L'esorcista), To France. Mary Steward modificò il cognome in Stuart per renderlo pronunciabile ai francesi, di cui era diventata regina. Sua madre Mary era sorella di Enrico VIII, e Mary si chiamava la figlia legittima di lui e Caterina d'Aragona.Sì, Bloody Mary, Maria la Sanguinaria (senti chi parla...). Se vi chiedete come mai tutto questo spesseggiare di Marie nelle isole britanniche, sappiate che queste ultime erano la «Dote di Maria», intesa come la Madonna. Cioè, il regno più mariano del mondo fino allo Scisma. Mary Stuart, morto il marito re di Francia, non tardò a rendersi conto che due regine vedove erano troppe (l'altra era la suocera Caterina de' Medici) e tornò in Scozia, di cui era diventata regina. Salvo trovarla protestantizzata dal calvineggiante John Knox, con una bella fetta di nobiltà cui non pareva vero di poter fare come i colleghi inglesi divenuti protestanti per mettere le mani sui beni della Chiesa.Mary, giovane e bella, era coltissima e pure donna d'azione, ma non riuscì a barcamenarsi. Quando le uccisero il segretario, l'italiano cattolico Davide Rizzio, sotto gli occhi per isolarla vieppiù, trovò appoggio solo in san Pio V, che ne seguiva con apprensione le vicissitudini. Il papa il 6 giugno 1566 le scrisse di suo pugno per confortarla e le mandò 20mila scudi d'oro per i suoi bisogni, promettendone ancora quando ne avesse avuto disponibilità. Ma le cose precipitarono lo stesso e Mary Stuart dovette fuggire dalla Scozia. Dove?Non c'era che un posto: l'Inghilterra di Elisabetta I. Che in fondo era sua cugina. Quest'ultima le dimostrò affetto e comprensione, ma per sicurezza la mise sotto chiave. In fondo, era Mary ad avere diritto al trono d'Inghilterra, essendo Elisabetta figlia illegittima di Enrico VIII. E i legittimisti, anche protestanti, non mancavano di farlo presente. Per giunta, congiure e complotti e ribellioni di lord cattolici si susseguivano, tutti aventi come scopo di mettere Mary sul trono che le spettava. Elisabetta a quel punto tramutò l'ospitalità in prigionia vera e propria. E il 25 febbraio 1570 san Pio V la scomunicò con la bolla Regnans in excelsis, atto che la dichiarava decaduta e scioglieva i sudditi da ogni obbligo di obbedienza nei suoi confronti.Elisabetta reagì aggrappandosi spasmodicamente alla poltrona e portando al parossismo le persecuzioni anticattoliche. Alla fine, fece quel che aveva esitato a fare fino a quel momento, anche perché non si era mai visto nella storia un re di diritto divino processato e condannato. L'infelice Mary Stuart salì sul patibolo vestita di nero. Prima di porgere il collo al boia si tolse l'abito e mostrò che sotto aveva una veste rossa, il colore dei martiri. Il destino, sarcasticamente, volle che dopo Elisabetta al trono salisse suo figlio, Giacomo VI Stuart di Scozia e poi I d'Inghilterra. Però, con la madre prigioniera in Inghilterra, era stato cresciuto dai nobili scozzesi nella fede protestante.Nota di BastaBugie: Maria Stuarda, regina di Scozia, fu decapitata perché era cattolica e aveva più diritti di Elisabetta a regnare su tutta l'isola britannica.Per approfondire la sua storia e vedere il trailer del film del 2018 visita il sito www.filmgarantiti.it
Donizetti's Maria Stuarda is the focus of this week's episode. The third installment of the Tudor Trash Fest brings more drama, more historical gripes and the story of how it was a totally different opera at one point.
Il 19 maggio 1536 Anna Bolena viene decapitata; sua figlia Elisabetta I, il 19 maggio 1568 fa arrestare e poi giustiziare Maria Stuarda, l'acerrima nemica - 1974 Invenzione del cubo di Rubik.
Di Maria Stuarda si sono talmente occupati letterati e musicisti da farci perdere i contorni reali di questa donna, oramai quasi più un simbolo che una realtà. Proviamo a ritrovarla insieme questa grande regina, i suoi amori, la prigionia, il regno e la sua morte, tragica come tutta la sua esistenza.Irene Pivetti, ospite di Antonella Ferrera, autrice e conduttrice del programma, parla di donne, politica e potere.
1587: viene giustiziata Maria Stuarda 1819: nasce John Ruskin
Benjamin Fifita Makisi was born in Wellington, NZ and is of Tongan and Samoan descent. He began singing at a young age with the Tongan Wesley Methodist church choir in Wellington. He graduated with a Master of Performance (Opera) with High Distinction from the University of Sydney Conservatorium of Music and a Bachelor of Music (Performance) from Victoria University Wellington. He had also received his tutoring in New York, London and in Italy. He was a semi-finalist at the Vinãs Concourso Internationale in Barcelona, Spain 2005. He was the winner of the prestigious Sydney McDonalds Eisteddfod Aria in 2002. He was winner of the NZ Aria (Rotorua) in 2001. He was awarded creative arts NZ Iosefa Enari Memorial Award in 2002. His concert performances include performances with Operatunity ‘Viva Italia’ NZ Tour and Operatif in Brisbane, Australia; Government House Dominion Post Summer Pops 2012; Government House Gardens Auckland 2011; The Tenor Soloist in BRITTENS Les Illuminations for Wellington Vector Orchestra 2009; the Third Jew in Salome by STRAUSS with the Auckland Philharmonia 2008; Christchurch Symphony Orchestra Opera Gala in 2007. He has performed for TVNZ Media Awards, Westfield Style Pasifika, NZ Pacific Island Sports Award, NZ Samoan Sports Awards and has sung the National Anthem for the All Blacks. He has performed alongside Dame Kiri Te Kanawa and has performed with Dame Malvina Major, Sir Donald McIntyre and the Late Sir Howard Morrison. He had also sung for the State funeral of Sir Edmund Hillary broadcasted all around the world. Benjamin has also travelled extensively and performed in concerts in New York, London, Tuscany, Barcelona, London, Hong Kong, Sydney, Melbourne, Brisbane and the Pacific Islands. He recently performed the role of Abdallo in Nabucco by VERDI for Auckland Philharmonia Ochestra – Opera in Concert and Leicester in Maria Stuarda by DONIZETTI for Days Bay Opera, Wellington; the Narrator in Berlioz L'enfance du Christe for Bach Musica Viva in Auckland; St Nicholas by BRITTEN for Nota Bene in Wellington; the Tenor Soloist in Carmina Burana by ORFF for Auckland Philharmonia Orchestra and Conte Libenskof in The Journey to Rheims by ROSSINI for Days Bay Opera 2010; Edgardo in Lucia di Lammermoor by DONIZETTI for Opera Australia 2008; Pang in Turandot by PUCCINI and Arturo in Lucia di Lammermoor by DONIZETTI for NBR NZ Opera 2007; Ferrando in Cosi Fan Tutte by MOZART 2004 and Count Almaviva in Barber of Seville by ROSSINI 2003 for NBR NZ Opera Tour. He also performed the role of Prisoner/Muleteer/Turkish Moor alongside Anthony Warlow and Caroline O'Connor in the musical Man of La Mancha by WASSERMAN 2002 INTERNATIONAL COMPETITIONS & AWARDS 2005 Semi Finalist Francesco Viñas Int’l Concourso Barcelona, Spain Recipient Willi Fels Memorial Award New Zealand See omnystudio.com/listener for privacy information.
Joan Carden was born in Melbourne in 1937 on the anniversary of the great composer Giuseppe Verdi’s birth. After understudying June Bronhill as ‘The Merry Widow’ in 1960, Joan Carden sought tuition in London studying with her major musical influence, London-trained and based, West Australian-born, multi-lingual, expatriate vocal coach, Vida Harford.Joan Carden appeared in opera and concerts in Europe before initially joining The Australian Opera in concerts in 1970. The following year marked her stage debut with the company as ‘Liu’ in Turandot and ‘Marguerite’ in Faust. After much acclaim in Australia as ‘Gilda’ in Rigoletto she was invited to repeat the role at Covent Garden. Engagements ensued throughout the United Kingdom and United States.Joan Carden has sung virtually all the Mozart heroines. Her performance of ‘Violetta’ in Verdi’s La Traviata has been noted for the moving interpretation. Her voice in ‘Violetta’s’ famous aria, is on the sound track of the film Priscilla, Queen of The Desert.She has sung more than 50 major roles from the 18th century through to contemporary works , including: ‘Desdemona’ (Otello); ‘Leonora’ in both Il Trovatore and La Forza del Destino; ‘Elisabetta’ (both Don Carlos and Maria Stuarda); ‘Rosalinde’ in Die Fledermaus, ‘Feldmarschallin’ (Der Rosenkavalier) and ‘Ellen Orford’ (Peter Grimes); ‘Tatyana’ (Yevgeny Onyegin)- in Russian and English. Other title roles include Alcina, Lakme, and Adriana Lecouvreur.She has embraced Musical Theatre performances as Mother Abbess in the Gordon/ Frost Organisation’s The Sound of Music and Ida Strauss in Titanic. In 2003, she took on a last role for Opera Australia - ‘Public Opinion’ based on controversial political figure, Pauline Hanson, in a satirical new version of Orpheus in the Underworld.Joan Carden is engaging grace and charm. She reflects warmly on a career that has not only brought audiences great joy but also rewarded her, in the ability to gift the art of song.The Stages podcast is available from Apple podcasts, Spotify, Whooshkaa and where all good podcasts are found.
Unser Dramaturg Fabio Dietsche gibt einen Einblick in die Oper «Maria Stuarda».
Puntata regale di tea for Two. Paolo Restuccia e Loredana Germani si sfideranno per il futuro dell'Inghilterra. Da una parte Maria Stuarda, dall'altra Elisabetta I Tudor.God Save the QueenCattività è un programma di Luigi Annibaldi e Lucia Pappalardo, tutti i martedì alle 21. In contemporanea dai nostri salotti vi raccontiamo la realtà di chi ama scrivere e raccontare la realtà con un punto di vista forte sul mondo. Radio Genius: la radio di chi racconta e ascolta storie.
Maria Stuarda (Mary Stuart) is a tragic opera (tragedia lirica), in two acts, by Gaetano Donizetti, to a libretto by Giuseppe Bardari, based on Andrea Maffei's translation of Friedrich Schiller's 1800 play Maria Stuart. The opera is one of a number of operas by Donizetti which deal with the Tudor period in English history, including Anna Bolena (named for Henry VIII's second wife, Anne Boleyn), Roberto Devereux (named for a putative lover of Queen Elizabeth I of England) and Il castello di Kenilworth. The lead female characters of the operas Anna Bolena, Maria Stuarda, and Roberto Devereux are often referred to as the "Three Donizetti Queens". The story is loosely based on the lives of Mary, Queen of Scots (Mary Stuart) and her cousin Queen Elizabeth I. Schiller had invented the confrontation of the two Queens, who in fact never met. After a series of problems surrounding its presentation in Naples after the final dress rehearsal – including having to be re-written for a totally different location, a different time period, and with Buondelmonte as its new title – Maria Stuarda as we know it today premiered on 30 December 1835 at La Scala in Milan. Classical Music Discoveries is sponsored by La Musica International Chamber Music Festival and Uber. @khedgecock #ClassicalMusicDiscoveries #KeepClassicalMusicAlive #LaMusicaFestival #CMDGrandOperaCompanyofVenice #CMDParisPhilharmonicinOrléans #CMDGermanOperaCompanyofBerlin #CMDGrandOperaCompanyofBarcelonaSpain #ClassicalMusicLivesOn #Uber Support us on Patreon https://www.patreon.com/user?u=4186107 staff@classicalmusicdiscoveries.com
Il castello di Kenilworth (or, under its original name in 1829, Elisabetta al castello di Kenilworth) is a melodramma serio or tragic opera in three acts by Gaetano Donizetti. Andrea Leone Tottola wrote the Italian libretto after Victor Hugo's play Amy Robsart (1828) and Eugene Scribe's play Leicester, both of which following from Scott's novel Kenilworth (1821). Daniel Auber composed another opera on the same subject, Leicester, ou Le chateau de Kenilworth in 1823. This opera was the first of Donizetti's excursions into the Tudor period of English history, and it was followed in 1830 by Anna Bolena, (which was based on the life of Ann Boleyn, the second wife of King Henry VIII), then by Maria Stuarda (named for Mary, Queen of Scots) which appeared in different forms in 1834 and 1835. All represented the interests (even obsessions) of many Italian composers of the era, Donizetti's included, in the character of Elizabeth I, whose life he was to explore further in 1837 in his opera Roberto Devereux (named for a putative lover of Queen Elizabeth I.) The leading female characters of the operas Anna Bolena, Maria Stuarda, and Roberto Devereux are often referred to as the "Three Donizetti Queens." As Elisabetta al castello di Kenilworth the opera received its first performance on 6 July 1829 at the Teatro San Carlo, Naples and, in a revised version at the same house, as Il castello di Kenilworth on 24 June 1830. Classical Music Discoveries is sponsored by La Musica International Chamber Music Festival and Uber. @khedgecock #ClassicalMusicDiscoveries #KeepClassicalMusicAlive #LaMusicaFestival #CMDGrandOperaCompanyofVenice #CMDParisPhilharmonicinOrléans #CMDGermanOperaCompanyofBerlin #CMDGrandOperaCompanyofBarcelonaSpain #ClassicalMusicLivesOn #Uber Support us on Patreon https://www.patreon.com/user?u=4186107
Anna Bolena is a tragic opera (tragedia lirica) in two acts composed by Gaetano Donizetti. Felice Romani wrote the Italian libretto after Ippolito Pindemonte's Enrico VIII ossia Anna Bolena and Alessandro Pepoli's Anna Bolena, both recount the life of Anne Boleyn, the second wife of England's King Henry VIII. It is one of four operas by Donizetti dealing with the Tudor period in English history—in composition order, Il castello di Kenilworth (1829), Anna Bolena (1830), Maria Stuarda (named for Mary, Queen of Scots, it appeared in different forms in 1834 and 1835), and Roberto Devereux (1837, named for a putative lover of Queen Elizabeth I of England). The leading female characters of the latter three operas are often referred to as "the Three Donizetti Queens." Anna Bolena premiered on 26 December 1830 at the Teatro Carcano in Milan, to "overwhelming success." Weinstock notes that only after this success did Donizetti's teacher, Johann Simon Mayr, "address his former pupil as Maestro." The composer had begun "to emerge as one of three most luminous names in the world of Italian opera", alongside Bellini and Rossini. This broadcast is from the CMD Archives. This live recording was recorded on April 14, 1957 Classical Music Discoveries is sponsored by La Musica International Chamber Music Festival and Uber. @khedgecock #ClassicalMusicDiscoveries #KeepClassicalMusicAlive #LaMusicaFestival #CMDGrandOperaCompanyofVenice #CMDParisPhilharmonicinOrléans #CMDGermanOperaCompanyofBerlin #CMDGrandOperaCompanyofBarcelonaSpain #ClassicalMusicLivesOn #Uber
Welcome to The April Semi-Finals of The Geek Bracket! Our Contestants today are: Elliot Raff - @raff_sputin Dan May - @DannyGambit Shane Tilton - @Silnan Today's contestants will compete in five geek trivia rounds and the winner today will advance to the December Finals of The Geek Bracket! Follow us online! Facebook.com/geekbracketpodcast Twitter: @geekbracketpod Website: geekbracket.libsyn.com Please, leave a review for us in your favorite podcasting app as well! Today's Categories are: A Hall of Fame Day But What If It's Both? Fictitious Femurs Learn the Lingo Installation Art Interactive Art On Newsstands in Shibuya Such a Drag To I, To I, To Isengard Today's Double-Up List, in the Category of Music: Place the following 2019/2020 Met Operas in order of their world premieres, from earliest to most recent: Agrippina, Der Fliegende Holländer, Maria Stuarda, Tosca.
A great 1967 first-act confrontation pits Montserrat Caballe against Shirley Verrett.
A complete 1972 performance finds Beverly Sills facing off against Pauline Tinsley.
Maria's final scene features Mara Zampieri from 1986.
Edição de 27 de Janeiro 2020
Maria Stuart, Königin von Schottland, und Elisabeth I., Königin von England - zwei Rivalinnen-Soprane prallen in dieser Oper von Donizetti aufeinander. Statt eines drögen Historienschinkens präsentiert Regisseur Kobie van Rensburg präzises, auch witziges Theater ohne viel Schnickschnack. Am 10. November war in Passau Premiere.
Episode 6. Shirley Verrett II: La Regina del Bel Canto. In this episode in my Shirley Verrett miniseries, I explore a wide range of the artist’s bel canto roles, including the roles of Neocle in Rossini’s L’assedio di Corinto, Elisabetta in Donizetti’s Maria Stuarda, Leonora in La Favorita, Sinaïde in Rossini’s Mosè in Egitto and the French version Moïse et Pharaon, and finally, the roles of Adalgisa and, finally, the title role in Bellini’s Norma, surely one of her greatest creations. Musical examples abound, with other featured artists including Leyla Gencer as Maria Stuarda, and John Alexander, who played Pollione to both Verrett’s Adalgisa and her Norma. Countermelody is a new podcast devoted to the glories of the human voice raised in song. Singer and vocal aficionado Daniel Gundlach explores great classical and opera singers of the past and present with the help of guests from the classical music field: singers, conductors, composers, coaches, agents, and voice teachers. Daniel’s lifetime in music as a professional countertenor, pianist, vocal coach, voice teacher, and journalist yields an exciting array of anecdotes, impressions, and “inside stories.” At Countermelody’s core is the interaction between singers of all stripes, their instruments, and the connection they make to the words they sing. Please also visit the Countermelody website for updates, additional content, and to pledge your support. www.countermelodypodcast.com
With unabashed romanticism, Gaetano Donizetti sweeps us into the passions of the final days of Mary Queen of Scots in his Bel Canto masterpiece, Maria Stuarda. Donizetti seeks not accuracy in history and politics, but to explore the boundaries of affection and loyalty by imagining a tragic love-triangle involving Mary Stuart, Queen Elizabeth I, and Elizabeth’s favourite, the Earl of Leicester. Only one woman will survive. Keely and Pat co-host. Now you can feast on all three of Donizetti’s “Tudor Queen Operas” on Opera for Everyone: Anna Bolena, Episode 53; Maria Stuarda, Episode 54; Roberto Devereaux, Episode 44.
Donizetti dazzles in the Bel Canto masterpieces that comprise his Tudor Queen “trilogy.” In Anna Bolena, the first of these, Henry VIII has turned against his second wife, Anne Boleyn, and decided to make Anne’s lady-in-waiting, Jane Seymour, his next queen – in this take, for reasons of passion not dynastic politics. Opera For Everyone will soon be presenting the second Tudor Queen opera, Maria Stuarda, and you can find the third opera, Roberto Devereaux, as Episode 44. Enjoy these presentations of English “history” from an unabashedly Italian perspective. Keely and Pat co-host.
Storia e cinema è sempre stato un connubio che ha affascinato registi e spettatori. In occasione dell'uscita nei cinema di "Peterloo", l'ultima grande fatica dell'immenso Mike Leigh, abbiamo intrapreso un viaggio all'interno del Regno Unito, attraverso 400 anni di storia, grazie a quattro magnifici film: con "Maria Regina di Scozia" entriamo nel XVI sec e nell'aspro conflitto da Maria Stuarda ed Elisabetta I; poi con "Anonymous" sarà la volta del XVII sec e del mistero che circonda la figura di Shakespeare; con "La Favorita" entriamo prorompenti nel XVIII sec alla corte della regina Anna e con "Peterloo" ripercorriamo il dramma che nel 1819 ha segnato per sempre il proletariato di Manchester. Buon ascolto e Viva il Cinema! Ecco le uscite della settimana da noi consigliate: - BORDER - CREATURE DI CONFINE - FRATELLI NEMICI - UNA GIUSTA CAUSA - GAUGUIN A TAHITI Seguiteci su --> Fotogrammi Website / Facebook / Spotify / Mixcloud / LinkedIn
Roberto Devereaux, from 1837, is a Bel Canto opera by Gaetano Donizetti set at the end of the end of the reign of Elizabeth I of England. The opera is the third of Donizetti’s “Tudor Queen Operas,” preceded by Anna Bolena (1830) and Maria Stuarda (1835). The man, Roberto Devereaux, is the last in a series of courtiers favored by the famous Virgin Queen. However, Roberto has seriously disappointed both Elizabeth and Parliament. Matters of state and matters of the heart provided inspiration for both librettist Salvatore Cammaramo and composer Donizetti. English history was a starting point, but the story is not limited to the facts. Invention and imagination soar with the beautiful Bel Canto tunes. Hosted by Pat Wright and Keely Herron.
Als Renaissance-Kostümfest in eisiger Kristallkulisse zeigt das Münchner Gärtnerplatztheater Gaetano Donizettis Belcanto-Reißer bei der Premiere am 22. März. Die Königinnen Maria Stuart und Elisabeth I. glänzen mit viel Strass und Brillis - eine "Schwelgerei".
Ritratto di Valentina Cortese. Brani estratti da "Il giardino dei ciliegi" di Anton Cechov, "Il processo di Giovanna d'Arco a Rouen" di Anna Seghers, "Il quadrato senza un lato" a cura di Franco Quadri (Radiodue 1974), "Un personaggio per tre attori: Maria Stuarda" (Radiouno 1978)
Sie stand von Anfang an unter einem unguten Stern, Donizettis "Maria Stuarda", bis schließlich bei der Premiere die Primadonna assoluta, Maria Malibran, indisponiert die Bühne betrat. Autor: Markus Vanhoefer
Today’s episode is drawn from one of our Opera Boot Camp classes - an introductory tour through Donizetti’s Tudor Queen operas. These operas have garnered a lot of attention this spring and there is a wealth of history connected to these bel canto masterpieces. This episode explores important background information and musical highlights from "Anna Bolena," "Maria Stuarda," and "Roberto Devereux."
Mamma mia!!!! This is a blazing performance of Donizetti's "Maria Stuarda" from Florence 1967 under Francesco Molinari-Pradelli. The cast includes Leyla Gencer, Shirley Verret, Franco Tagliavini,Agostini Ferrin (Giorgio), Giulio Fioravanti (Cecil), and Mafalda Masini (Anna.) (69 min.)
Scenes from two operas that featured Montserrat Caballe at her greatest! First we have Maria Stuarda from Barcelona, 1969 under Reynald Giovaninetti, with Ina Delcampo,Pierre Duval, and John Darrenkamp, followed by a New York 1965 Roberto Devereux under Carlo Felice Cillario, with Lili Chookasian, Juan Oncina, Walter Alberti, and Ted Lambrinos. You will need a watch with a second hand at times to count how incredible is her breath control, especially in the Stuarda act two prayer. (72 min.)
A most exciting performance (highlights, as always) of Donizetti's "Maria Stuarda," from a 1971 La Scala performance under Carlo Felice Cillario. The cast features Montserrat Caballe, Shirley Verrett, Ottavio Garaventa, Giulio Fioravanti, and Rafael Arie (64 min.)
You all know of my great praise for dear Marisa Galvany, and you have responded with praise to my podcasts of her material. Here is another selection of her material, with some repeats, but sometimes it is more valuable to hear a compilation. Included are scenes and arias from Ernani,Traviata, Cavalleria (with Domingo), and Aida (as Aida and Amneris.) (58 min.) Galvany studied primarily under Armen Boyajian (also the teacher of Paul Plishka and Samuel Ramey). She made her professional opera debut at the Seattle Opera in 1968 in the title role of Giacomo Puccini's Tosca. The following year, she portrayed the title heroine in Simon Mayr's Medea in Corinto in New York City, a performance which was recorded for Vanguard. She made her first international appearance in 1972 at the Palacio de Bellas Artes in Mexico City in the title role of Giuseppe Verdi's Aida. In 1972 Galvany was offered a contract to join the roster of principal singers at New York City Opera by Julius Rudel. She accepted, making her debut with the company later that year as Elisabetta in Gaetano Donizetti's Maria Stuarda opposite Beverly Sills in the title role. She continued to sing regularly with that company through 1983, portraying such roles as Abigaille in Nabucco, Amelia in Un ballo in maschera, , Odabella in Attila, Santuzza in Cavalleria rusticana, Violetta in La traviata, and the title roles in Anna Bolena and Luigi Cherubini's Médée. She also sang in several different productions of Tosca where she partnered such tenors as José Carreras and Harry Theyard. In 1973, Galvany filmed her acclaimed Lady Macbeth, in Macbeth, for the Canadian Broadcasting Company, opposite Louis Quilico. That same year she made her first appearance with the Philadelphia Lyric Opera Company as Aida with Pier Miranda Ferraro as Radamès, Joann Grillo as Amneris, and Gianfranco Rivoli conducting. In 1974 she made her first appearance at the New Orleans Opera opening the 1974-1975 season as Rachel in Fromental Halévy's La Juive with Richard Tucker as Eléazar. She returned to open the company's next two consecutive seasons as Aida and Valentin in Les Huguenots, the latter production with Rita Shane and Susanne Marsee. She later returned to New Orleans to sing Salomé in Jules Massenet's Hérodiade. Galvany made her debut at the Metropolitan Opera in 1979, in the title role of Norma. In 1985, the singing-actress sang Gertrud in Hänsel und Gretel and Ortrud in Lohengrin on tour with the company, then the Kostelnička in Jenůfa during the Fall Season in the theatre. At the Cincinnati Opera, she appeared in Turandot (with Harry Theyard) and Salome (with Ticho Parly as Herod). During the mid 1980s, Galvany began to add mezzo-soprano roles to her repertoire. She sang Amneris in Aida at the Cincinnati Opera in 1985. In 1992 she sang the title role in Bizet's Carmen with the New York Grand Opera. (NYGO) She performed frequently with the NYGO up into the early 2000s. On the international stage Galvany has appeared at the Opern- und Schauspielhaus Frankfurt, the Liceu, the Great Theatre, Warsaw, the National Theatre in Prague, and the National Theatre in Belgrade among others. She has also sang in operas in Brazil and Venezuela. References The Metropolitan Opera Encyclopedia, edited by David Hamilton, Simon and Schuster, 1987. ISBN 0-671-61732-X Galvany, Marisa biography at operissimo.com (in German)
Compilation of various Confrontation Scenes from Maria Stuarda of Donizetti.I know you will enjoy the various sopranos/mezzos in this act one finale. The pairs (in order) are: Carmela Remigio/Sona Ganassi Janet Baker/Pauline Tinsley (In English,in mezzo key), Giusy Devinu/Enkelejada Shkosa Monserrat Caballe/ Shirley Verret Edita Gruberova/ Carmen Oprisanu Ruth Ann Swenson/ Lauren Flanigan Leyla Gencer/ Shirley Verret Beverly Sills/ Marisa Galvany (64 exciting minutes)
These are highlights from the English National Opera 1982 performance (live) of Donizetti's "Maria Stuarda," sung in English under Charles Mackerras. Featured is the phenomenal Dame Janet Baker and as cast that also includes: Rosalind Plowright ElizabettaDavid Rendall LeicesterJohn Tomlinson TalbotAlan Opie CecilAngela Bostock Hannah Kennedy (55 min.)
In tribute to the late marvelous Leyla Gencer, I present highlights from the three Donizetti "Queen" operas, Anna Bolena, Maria Stuarda, and Roberto Devereux. The great diva has left us in body, but her spirit and her legacy will remain forever for those of us who have treasured her remarkable contribution to the vocal art. May she rest in peace. (72 minutes)
In loving memory of the late Beverly Sills, I present a tribute to her magnificent career. Selections are from: Norma,Aida,Semele,Roberto Devereux,Coq D'Or, Maria Stuarda,Lucia,Assedio di Corinto,Ballad of Baby Doe, Fille du Reggiment, and Louise. (84 minutes)
Avast ye, cher public! La Cieca salutes Talk Like a Pirate Day with music from "The Pirates of Penzance" and "Maria Stuarda" (?)
Maria Stuarda: Barbara Frittoli, Elisabetta: Anna Caterina Antonacci, Anna Kennedy: Rachel Hynes, Giorgio Talbot: Jonathan Lemalu, Roberto, Conte di Leicester: Paul Charles Clarke, Lord Guglielmo Cecil: Christopher Purves. Scottish Chamber Orchestra; Sir Charles Mackerras. Edinburgh, August 14, 2002...
Maria Stuarda: Barbara Frittoli, Elisabetta: Anna Caterina Antonacci, Anna Kennedy: Rachel Hynes, Giorgio Talbot: Jonathan Lemalu, Roberto, Conte di Leicester: Paul Charles Clarke, Lord Guglielmo Cecil: Christopher Purves. Scottish Chamber Orchestra; Sir Charles Mackerras. Edinburgh, August 14, 2002...
Maria Stuarda: Barbara Frittoli, Elisabetta: Anna Caterina Antonacci, Anna Kennedy: Rachel Hynes, Giorgio Talbot: Jonathan Lemalu, Roberto, Conte di Leicester: Paul Charles Clarke, Lord Guglielmo Cecil: Christopher Purves. Scottish Chamber Orchestra; Sir Charles Mackerras. Edinburgh, August 14, 2002...