POPULARITY
La segunda ciudad más importante de Bulgaria es también una de las más antiguas de Europa. Poblada desde hace ocho milenios, Plovdiv ha visto desfilar diversas culturas por este estratégico lugar a orillas del río Maritsa, en la región histórica de Tracia. Sus siete colinas –seis desde que laminaron una para hacer adoquines– permiten estudiar el desarrollo de la antigua Filipópolis, como se llamaba en tiempos romanos. Su teatro, el foro y parte de un estadio son valiosos vestigios de la antigüedad hoy integrados entre calles y plazas. La profesora de arte Zvezda Nikova nos acompaña en este paseo que parte del promontorio de Nebet Tepe, recorre el casco antiguo, el bohemio barrio de Kapana y termina en el gran parque Tsar Simeon. Por el camino conocemos a la guía de turismo Mariana Kirilova y a las profesoras de español Veselka Nenkova, Elena Kermanova y Rayna Tancheva. Sus voces nos ayudan a componer este gran retrato sonoro de Plovdiv, destino imprescindible de la península balcánica que fue Capital Europea de la Cultura en 2019.Escuchar audio
Agradece a este podcast tantas horas de entretenimiento y disfruta de episodios exclusivos como éste. ¡Apóyale en iVoox! Acceso anticipado para Fans - **** VIDEO EN NUESTRO CANAL DE YOUTUBE **** https://youtube.com/live/RqYMO5ToUng +++++ Hazte con nuestras camisetas en https://www.bhmshop.app +++++ #historia #historiamilitar #bizancio Tras el gran periodo expansivo de la "renovatio imperii" de Justiniano, va a competer a sus sucesores la defensa de tan vasto territorio. Al norte de Tracia, un pueblo estepario que está envuelto en las brumas de la Historia, desafió la presencia bizantina: los avaros. ¿Quiénes eran, y qué cruentas guerras tuvieron contra los emperadores de Constantinopla? Para contestar a estas preguntas, nos acompañará como siempre José Soto Chica, autor, académico y divulgador de gran renombre.Escucha este episodio completo y accede a todo el contenido exclusivo de BELLUMARTIS PODCAST. Descubre antes que nadie los nuevos episodios, y participa en la comunidad exclusiva de oyentes en https://go.ivoox.com/sq/618669
Le origini della petenera sono avvolte nel mistero:si ipotizza una origine ebraica, oppure che fosse nata a Paterna de la Ribera, in provincia di Cadice, o che fosse il nome di una cantaora mitica, di cui in realtà non si sa nulla. Esploriamo un po' la storia, per capire meglio. I flamencologi lavorano oggi parecchio sulle emeroteche per verificare storicamente che cosa sia successo, relativamente alla presenza del flamenco. La prima volta in assoluto in cui si parla di Petenera fu a Città del Messico, il 6 gennaio 1823, parlando di uno spettacolo al Teatro Coliseo. Si è anche trovata una petenera scritta, del 1827, sempre petenera messicana.Ci sono due studiosi che hanno investigato tanto sulla petenera americana: Lenica Reyes Uñiga, messicana che ha scritto sulla petenera la tesi per il suo dottorato in etnomusicologia, e José Miguel Hernandez Jaramillo, etnomusicologo sivigliano, che gestisce un bellissimo podcast, "Sonidos olvidados". Altro studioso importantissimo è Faustino Nuñez, che ha ricaercato nella stampa indicazioni sulla petenera. In Spagna si comincia a parlare della petenera nel 1826 a Cadice, quando entrò a far parte del repertorio di pionieri danzatori come Luis Alonso, che ballava "la petenera, il son di Veracruz", il son “jarocho”, cioè di Veracruz, Messico. E nel 1827 Lázaro Quintana, nipote anche del cantaor delle origini El Planeta, cantava la petenera americana o veracruzana. Per la prima volta nel 1844 si parla di una petenera gaditana, a Cuba, come spettacolo di danza: per la prima volta si parla di una petenera gaditana e non di petenera americana. Logicamente Cadice è il maggiore porto sull'atlantico in Spagna, e quindi le novità culturali entravano in SPagna da lì, quindi la prima petenera spagnola era per forza gaditana!A metà dell'800 la petenera comincia a comparire nell'elenco dei brani interpretati a Triana durante le feste organizzate in locali pubblici o privati per il divertimento dei ricchi o per intrattenere i primi viaggiatori, solitamente animate da artisti gitani. Nel 1954 la petenera entra in teatro con danzatori professionisti. ed entra sempre pèiù a far parte di serate e spettacoli. La petenera delle origini aveva un ritmo ternario, quello tipico del folklore andaluso in particolare e di quello spagnolo in generale. La petenera che esiste in Messico è un Son, un genere musicale popolare ballabile. La melodia della petenera flamenca è chiarissimamente influenzata dalla melodia tradizionale messicana della zona Huasteca. In Messico la petenera ha varianti regionali, e si riconoscono almeno 4 stili: Jarocho, uno delle coste Grande e Chica di Oaxaca e Guerrero, una canzone istmeña di Oaxaca, e la petenera huasteca, incentrata sul personaggio della sirena. Ascoltiamo un esempio di come suona la petenera messicana: chi conosce la petenera flamenca sentirà sicuramente la stessa melodia!E' molto probabile che questa melodia nasca in Spagna, come una tonada, e si sia modificata una volta arrivata in America. La forma poetica è quella del romance, componimento poetico spagnolo di origine castigliana, a carattere epico-lirico, in doppi ottonari in assonanza. Non si può però sapere se alcuni cantes antichi restarono in Spagna e si evolsero verso la petenera o se in Spagna non rimase nulla e tutti i canti andarono in America e lì vennero trasformati. CIò che è certo è che ci sono melodie tradizionalli spagnole in cui si possono ravvisare le origini della petenera. Ti faccio ascoltare una prima melodia, del repertorio sefardita ebraico. Gli ebrei nel 1492 sono stati espulci da Spagna e Portogallo, e alcuni sono arrivati in america. Il brano è cantato in Ladino, la antica lingua ebraica di origine neolatina, molto simile allo spagnolo, parlata teoricamente da circa 200.000 persone al mondo ma poco conosciuta. Il titolo è "A la una yo nassí a las dos me engrandesí". Fa parte del canzoniere ebraico del XV secolo. Ascoltiamo un'altro brano, portato alla luce da Antonio Barberán, direttore della cattedra di flamencologia di Cadice e creatore di un interessantissimo blog, "El callejon del Duende". Al brano Barberán ha posto come titolo "La petenera del Niño Turco", ma il vero titolo sarebbe "Las horas de la vida". Il cantante della registrazione è Haim Effendi, probabilmente la maggiore autorità storica in termini di canto ebraico sefardita. Nato in Tracia, oggi territorio turco, ha vissuto tanto in Egitto e ha viaggiato molto, diffondendo il suo modo di cantare e il suo repertorio. Il brano pubblicato dall'uniersità ebraica di Gerusalemme, grazie alle ricerche del Centro di musica Ebraica. Si sente che è una melodia antica, ma si sente che la petenera viene da lì. Altro brano che voglio farti ascoltare è registrato da José de Los Reyes Santos El Negro del Puereto, registrata nella Magna Antologia del Cante Flamenco del 1982. Il padre del Negro era di Paterna de la Ribera. Il brano è un antico Corrido Gitano, "El romance de la Monja" o "Mi madre me metio a monja". Quello che non si sa è se questa melodia sia stata cantata così perché la melodia di questo corrido fosse veramente questa o se sia stato El Negro o se qualcun altro di Paterna de la Ribera abbia messo qeusta melodia, dato che a Paterna c'è un amore particolare veros questo palo. Fatto sta che la melodia è la questa!Parliamo delle origini del nome. Nel dizionario non c'è nulla che possa riportare alle origini di questo nome. Per moltissimo tempo si è fatto riferimento alle tesi di Antonio Machado Alvarez Demófilo, scrittore, antropologo e folclorista spagnolo, padre dei poeti Antonio e Manuel Machado, uno dei maggiori intellettuali in Andalusia nella seconda metà dell'800 e il primo esponente dello studio “scientifico” del flamenco.Nel 1881 esce la sua "Colección de cantes flamencos", pietra miliare nella storia del flamenco: la prima volta in cui ci si avvicina a quest'arte con criteri scientifici antropologici. L'opera tratta delle origini dei cantes e compila letras di vari palos. Demófilo si appoggiò a due cantaores riconosciuti all'epoca, Juanelo di Jeréz e Silverio Franconetti (colui che spinse il flmenco verso il professionismo). La opera di Demofilo è fonte di studio inevitabile.Demófilo afferma che petenera è corruzione del termine paternera. Vero è che gli andalusi distorcono facilmente le parole, e che Petenera suona come Trianera, come aggettivo di un luogo, e in più Juanelo non avrebbe avuto interessi nel mentire.Altra possibile opzione è che Petenera fosse una cantaora, forse di Malaga, forse di Cuba o di Paterna... ma di questo personaggio non ci sono evidenze storiche. Molti, studiosi anche autorevolissimi, del flamenco, la accettano come teoria indiscutibile, ma Juanelo però non era uno studioso, e semplicemente vedeva la realtà dal suo punto di vista. Consideriamo sempre che è difficile cambiare idea quando un parere è molto radicato da molto tempo!Un altro teorico del flamenco, Francisco Rodriguez Marin, aggiunge a quella di Demofilo una teoria mitica, nel 1898: Petenera era una cantaora (avallando le teorie di Juanelo e di Demofilo) molto bella, che seminava intorno a sé donne gelose e uomini innamorati. La teoria si basa sul contenuto di alcune letras, come se fossero verità scientifiche: "quien te puso petenera no te supo poner nombre que te debió de haber puesto la perdición de los hombres" chi ti ha chiamato petenera non ti ha saputo mettere il nome, ti avrebbe dovuto chiamare la perdizione degli uomini. Qualcuno ha persino ipotizzato che Paterna non fosse quella in provincia di Cadice ma in provincia di Valencia. Molto più probabilmente il termine viene etimologicamente dall'America: una regione del Guatemala al confine con il Messico si chiama Petén e il suo aggettivo è proprio petenero. La Spagna ebbe molto a che fare con questa regione perché è la sede della cultura Maya. E appunto in Messico si dà questo nome Petenera a diversi Son. Altra cosa importante da valutare riguardo alla petenera flamenca sono le sue origini ebraiche. A parte le origini musicali che affondano nella tradizione ebraico sefardita, nei brani che abbiamo già ascoltato, abbiamo diverse letras che parlano degli ebrei, la più famosa delle quali è "A donde vas bella judia, tan descompuesta y a a deshoras? Voy en busca de Rebeco que esta en la sinagoga" Dove vai bella ebrea così sconvolta e a questa tarda ora? Vado a cercare Rebeco che è nella sinagogaIl contenuto di questa letra è po' strano: non esistevano più le sinagoghe in Spagna dal 1492 (quindi dovrebbe essere una letra precedente al 1492, ma non ne sono rimaste tracce per secoli), Rebeco è un nome strano, se fosse ebraico sarebbe al femminile, Rebeca, inoltre le donne non andavano alla sinagoga, e tanto meno da sole e in tarda serata. Sembra parlare di una atmosfera molto più recente. Insomma i punti interrogativi sono grandi! D'altra parte nessuna letra ci può dire dove nascano i palos, altrimenti questa letra: En La Habana nací yo debajo de una palmera; allí me echaron el agua cantando la petenera. (Sono nato all'Havaa sotto una palma e lì mi hanno battezzato cnatando la petenera) vorrebbe dire che viene da Cuba La melodia antica era ritmata e piuttosto rapida, ma nel corso del tempo si è flamenchizzata, perdendo la componente ritmica, e rallentando tantissimo. Sono Sabina Todaro, mi occupo di flamenco e danze e musiche del mondo arabo dal 1985. Dal 1990 insegno baile flamenco e Lyrical Arab Dance, un interessante lavoro sull'espressione delle emozioni in danza, a Milano al Mosaico Danza.Ti consiglio di affrontare lo studio di un baile por petenera se vuoi capirte meglio il flamenco!o su
En su séptimo trabajo, Hércules capturó al toro de Creta, que había sido enviado por Poseidón y estaba causando estragos en la región. En el octavo, fue enviado a Tracia para capturar las yeguas carnívoras de Diomedes, logrando calmarlas al alimentarlas con su dueño. En el noveno trabajo, Hércules obtuvo el cinturón mágico de Hipólita, reina de las Amazonas, tras enfrentarse a las guerreras debido a la intervención de Hera.
Platón murió oyendo una flauta desafinada, qué puede haber más trágico que eso, nada. Una esclava venida de la Tracia la tocaba para él y amargó sus últimas horas. Aquí están sus grandes obsesiones: la política, la filosofía, la belleza. Su biografía, iluminada por los nuevos datos sobre su muerte que han revelado los papiros de Herculano. En Calamares en su tinta, bienvenidos
Metemos el bisturí en esta magistral partitura, inauguradora de todo un género. Escuchamos la Toccata y el comienzo de Pelléas et Mélisande de Debussy. Después, Possente spirto, Questi campi di Tracia, Dal mio permesso amato, In queste lieto y Rosa del ciel, todos ellos fragmentos de esta ópera inaugural. Y el comienzo de las Vísperas de la Beata Vergine. Intervienen las voces de Philipp Huttenlocher, William Mateuzzi, María Cristina Kiehr, Gerd Turck. Roberta Invernizzi y Víctor Torres. Bajo la rectoría de maestros como Nikolaus Harnoncourt, Sergio Bartolo y Gabriel Garrido.Escuchar audio
Lenka si doma v chodbe objavila na zemi živého cvrčka. Chová gekona, ktorý sa nimi živí, takže cvrčky u nej nie sú žiadny nezvyk, ale doposiaľ sa jej nestalo, že by jej nejaký ušiel. A tak započala misia „nájdi a zneškodni cvrčka“. Djuro si zaspomínal, ako jeho svokrovi ušla fretka. Až sa dostali k rôznym ďalším zverstvám.
In questa seconda parte della lezione, ci concentriamo particolarmente sulla polveriera balcanica, a partire dal tentativo di modernizzazione e occidentalizzazione dell'impero ottomano messo in atto con il colpo di stato del 1908 ad opera del gruppo di rivoluzionari proclamatisi "Giovani turchi". L'effetto concreto di questo tentativo di salvare un organismo politico ormai in evidente ed avanzato declino consiste nell'ulteriore destabilizzazione delle province più esterne, in particolare proprio dei Balcani. Si riaccendono le dinamiche centrifughe in quella regione: nascono nuovi stati, mentre quelli esistenti si coalizzano sottraendo nuovi territori al sultanato. La Grecia si estende alla Macedonia, alla Tracia e conquista l'isola di Creta; nasce l'Albania; Romania e Bulgaria ampliano i loro territori e così la Serbia. La Bosnia Erzegovina, invece, finisce sotto le armi dell'Austria, che la trasforma da semplice protettorato a provincia asburgica. E' proprio a Sarajevo, capitale della Bosnia, che un giovane bosniaco collegato a società segrete basate in Serbia si assume il compito di assassinare Francesco Ferdinando, arciduca d'Austria, successore designato al trono di Vienna. Questo gesto produce l'ultimatum austriaco a Belgrado e lo scoppio della Grande guerra. Per capire il clima del tempo, leggiamo i concitati telegrammi che si scambiano lo zar di tutte le Russie e il kaiser di Germania, rispettivamente Nicky e Willy, due cugini primi, tutti variamente imparentati tra loro e con la nonna d'Europa, la regina Vittoria, morta nel 1901. L'Italia, all'ultimo minuto, si sfila dalla guerra e per alcuni mesi si farà corteggiare dai due schieramenti impegnati nella guerra di trincea mettendo all'asta la propria partecipazione al conflitto e, addirittura, la propria neutralità. Nel maggio 1915 d'Annunzio scende in campo con la sua retorica per suscitare un rumoroso entusiasmo per l'entrata in guerra dell'Italia a fianco dell'Intesa. In quelle settimane si sperimentano parole d'ordine che anticipano linguaggio e gesti destinati a diventare lo spirito dell'Italia fascista. --- Send in a voice message: https://podcasters.spotify.com/pod/show/stefano-dambrosio5/message
En este episodio exploraremos algunos de los mitos sobre Zeus, el rey de los dioses. Conocido por su mal carácter y sus infidelidades, descubrirás algunos de sus mitos más relevantes como el de Salmoneo, quien intentó convencer a sus súbditos de que era el mismisimo Zeus y fue destruido, y el de Ixion, a quien Zeus destruyó por traicionar su hospitalidad. Tambien hablamos de Io, una hermosa sacerdotisa que cayo en las manos de Zeus, de como Hera la celosa esposa de Zeus y diosa del matrimonio hizo de su vida un verdadero martirio, del que se libero tras un largo viaje lleno de dificultades a través de Grecia, Tracia, el Mar Negro hasta encontrar paz y tranquilidad en Egipto.Finalmente, hablamos de Europa, otra mujer atacada por Zeus, y en cuyo honor el continente lleva su nombre. No te pierdas este episodio fascinante lleno de mitología griega y mitos de dioses y héroes.La web del podcast: https://www.mitosymas.com/ Síguenos en las redes sociales:Facebook: https://www.facebook.com/demit... Twitter: https://www.twitter.com/mitosY... Instagram: https://www.instagram.com/mito...
El nuevo emperador, Maximino, procedía de una familia de campesinos y era nativo de Tracia. Tenía una fuerza y un tamaño descomunales, y su ambición era igualmente enorme. Como consideraba que ser pastor era demasiado poco para él, se alistó en el ejército romano durante el reinado de Severo, y pronto llamó la atención del emperador por sus muestras de fuerza.
Agradece a este podcast tantas horas de entretenimiento y disfruta de episodios exclusivos como éste. ¡Apóyale en iVoox! Terminada la pequeña “guerra fría” entre Constantino y Licinio en el 324, se rompen de nuevo, como quien rompe lanzas de guerra, las hostilidades entre los dos cuñados. Comienza otra vez la guerra en caliente y nosotros analizamos este nuevo ciclo bélico con la primera de sus batallas, que es la que tiene lugar en los campos de Adrianópolis, en Tracia, muy cerca de Tesalónica y también de Bizancio, en julio del 324. Estudiamos esta batalla, sus características y consecuencias a corto plazo. Un enfrentamiento que dará a Constantino la victoria pero que no derrotará a Licinio de manera definitiva. De hecho, el augusto de oriente podrá escapar a Bizancio (su capital), y de ahí a Asia con la intención de reclutar nuevas tropas, lo que dará lugar a nuevos lances (dos batallas más: Helesponto y Crisópolis) que serán materia para el siguiente capítulo. Bienvenidos al capítulo 76 de EODR. FACEBOOK: https://www.facebook.com/elocasoderoma TWITTER: @elocasoderoma INSTAGRAM: https://www.instagram.com/carlosdemiguelpodcaster/?hl=es PATREON: https://www.patreon.com/elocasoderoma WEB: www.elocasoderoma.com Escucha el episodio completo en la app de iVoox, o descubre todo el catálogo de iVoox Originals
Agradece a este podcast tantas horas de entretenimiento y disfruta de episodios exclusivos como éste. ¡Apóyale en iVoox! Anno Domini 249, 1002 aUc Tras la gran persecución de cristianos que tuvo lugar bajo el gobierno de Decio, hoy nos centramos en el resto de las actuaciones que llevó a cabo este emperador romano, destacando sobre todo su lucha contra las hordas godas del bajo Danubio. Dedicaremos especial atención a quiénes eran y de dónde venían estas tribus godas, revisaremos su origen en el frío mar Báltico y su lento y penoso peregrinar de norte a sur y de este a oeste en busca de mejores tierras. Analizaremos las diferentes culturas godas y los restos materiales que nos han dejado y que han sido convenientemente estudiados por la arqueología, sin olvidarnos de las fuentes escritas clásicas. Así llegaremos hasta el brutal choque que tendrá lugar en el 251 dC entre la legiones de Decio y la confederación goda liderada por el astuto caudillo Cniva, que se resolverá de manera inesperada en la cruel batalla de Abrito, en Tracia. Un enfrentamiento que tendrá importantes y terribles consecuencias para el devenir del Imperio Romano durante los siglos siguientes. Faber est suae quisque fortunae… ¿Qué deparará, la veleidosa Fortuna, al emperador Decio? Música utilizada en este episodio: Ant DK: Elium War David Gay-Perret: Apprentissage Blue Giraffe: Epic trailer Grégoire Lourme: Freedom Soldiers PajamaF: Heroic Epic Music Grégoire_Lourme: Darkness Warriors Zero Project: Return of the king Robert Karpinski: Eli Xcyril: Elfman 01 Akashic Records: Epic medieval battle www.antenahistoria.wordpress.com www.elocasoderoma.com Escucha el episodio completo en la app de iVoox, o descubre todo el catálogo de iVoox Originals
Anno Domini 249, 1002 aUc Tras la gran persecución de cristianos que tuvo lugar bajo el gobierno de Decio, hoy nos centramos en el resto de las actuaciones que llevó a cabo este emperador romano, destacando sobre todo su lucha contra las hordas godas del bajo Danubio. Dedicaremos especial atención a quiénes eran y de dónde venían estas tribus godas, revisaremos su origen en el frío mar Báltico y su lento y penoso peregrinar de norte a sur y de este a oeste en busca de mejores tierras. Analizaremos las diferentes culturas godas y los restos materiales que nos han dejado y que han sido convenientemente estudiados por la arqueología, sin olvidarnos de las fuentes escritas clásicas. Así llegaremos hasta el brutal choque que tendrá lugar en el 251 dC entre la legiones de Decio y la confederación goda liderada por el astuto caudillo Cniva, que se resolverá de manera inesperada en la cruel batalla de Abrito, en Tracia. Un enfrentamiento que tendrá importantes y terribles consecuencias para el devenir del Imperio Romano durante los siglos siguientes. Faber est suae quisque fortunae… ¿Qué deparará, la veleidosa Fortuna, al emperador Decio? Música utilizada en este episodio: Ant DK: Elium War David Gay-Perret: Apprentissage Blue Giraffe: Epic trailer Grégoire Lourme: Freedom Soldiers PajamaF: Heroic Epic Music Grégoire_Lourme: Darkness Warriors Zero Project: Return of the king Robert Karpinski: Eli Xcyril: Elfman 01 Akashic Records: Epic medieval battle www.antenahistoria.wordpress.com www.elocasoderoma.com Escucha el episodio completo en la app de iVoox, o descubre todo el catálogo de iVoox Originals
Interview téléphonique de Maryse Carlin réalisée par Eliane Pérus. Maryse Carlin, claveciniste, pianiste, est directrice du "Festival de Musique Ancienne de Saint Savin" et directrice artistique du "Kingsbury Ensemble". Elle explicite le choix de ce créneau particulier - de la musique ancienne, né de la rencontre avec son futur mari le grand pianiste américain Seth Carlin. Elle aborde les spécificités de ce festival créé il y a quinze ans : - faire connaître la musique du baroque au romantisme sur instruments d'époque, - mise en valeur du patrimoine architectural du Lavedan, - rencontre avec des musiciens des deux côtés de l'Atlantique. Elle revient sur deux grands moments du festival : - en 2021, l'histoire en musique du chocolat - en 2019, le Chevalier de Saint-Georges, compositeur et maître d'armes avec la participation de Jean-Michel Jouanne, acteur. Maryse Carlin nous présente la programmation détaillée de l'édition 2022 qui comporte 5 concerts plus un concert dédié aux enfants le 3 août à la librairie- bistrot "Le Cairn" à Arras en Lavedan. Extraits musicaux présents dans ce podcast : - au début José de Nebra : "Ya se fue, y de nirarla" de Iphigenia en Tracia (1747) - au milieu Rameau Les sauvages/ Forêts paisibles - Indes galantes - à la fin Maryse Carlin interprète la "Fifth suite - La Guigna" de Forqueray Concerts les 30 juillet, 2, 4, 6 et 9 août 2022. Vous pourrez retrouver l'ensemble de cette programmation sur le site du festival : http://www.festivalsaintsavin.com/programmes.html Les billets sont disponibles en appelant Le 05 62 42 56 49 ou le 06 14 17 19 88 et à l'entrée des concerts. 20 euros pour adultes, 10 euros handicapés, demandeurs d'emploi, et étudiants Gratuit pour les moins de 15 ans Pour tout renseignement: 06 14 17 19 88 (secrétariat) 05 62 42 56 49 (pendant le festival) 05 62 97 02 23 (Abbatiale de St Savin) email: musiqueanciennepaysdesgaves@gmail.com
ORFEO Questi i campi di Tracia, e quest'è il loco Dove passomm'il core Per l'amara novella il mio dolore. Poi che non ho più speme Di ricovrar pregando, Piangendo e sospirando Il perduto mio bene, Che posso io più se non volgermi a voi, Selve soavi, un tempo Conforto a miei martir, mentr'al ciel piacque Per farvi per pietà meco languire Al mio languire? Voi vi doleste, o monti, e lagrimaste, Voi sassi, al dipartir del nostro sole, Et io con voi lagrimerò mai sempre, E mai sempre darommi, ahi, doglia, ahi, pianto! ECO … hai pianto! ORFEO Cortese Eco amorosa, Che sconsolata sei E consolar mi vuoi ne' dolor miei, Benché queste mie luci Sien già per lagrimar fatte due fonti, In così grave mia fera sventura Non ho pianto però tanto che basti. ECO ... basti! ORFEO Se gli occhi d'Argo avessi, E spandessero tutti un mar di pianto, Non sarà il duol conforme a tanti guai. ECO ... ahi! ORFEO S'hai del mio mal pietade io ti ringrazio Di tua benignitade. Ma mentre io mi querelo, Deh, perché mi rispondi Sol con gli ultimi accenti? Rendimi tutti interi i miei lamenti. Ma tu, anima mia, se mai ritorna La tua fredda ombra a quest'amica piaggia, Prendi da me queste tue lodi estreme, Ch'or a te sacro la mia cetra e 'I canto, Come a te già sopra l'altar del core Lo spirto acceso in sacrifizio offersi. Tu bella fusti e saggia, e in te ripose Tutte le grazie sue cortese il cielo, Mentre ad ogn'altra dei suoi don fu scarso. D'ogni lingua ogni lode a te conviensi, Ch'albergasti in bel corpo alma più bella, Fastosa men quanto d'onor più degna. Or l'altre donne son superbe e perfide Ver chi le adora, dispietate, instabili, Prive di senno e d'ogni pensier nobile, Onde a ragion opra di lor non lodansi. Quinci non fia già mai ehe per vil femina Amor con aureo stral il cor trafiggami. https://open.spotify.com/track/1qgGc1HQkD7SjuubEiyqOu?si=2ynl41W5Tbq97isnhlYPvg&utm_source=copy-link
El ciclo hiperbóreo contiene toda una serie de pavorosos relatos fantásticos del escritor norteamericano Clark Ashton Smith ubicados en la mítica isla de la Antigua Grecia, más allá de Tracia, donde vivía el todopoderoso Bóreas. hogar de textos apócrifos como el Libro de Eibon o los vástagos del terrible dios amorfo Tsathoggua... Que nos harán compañía en nuestro relato de esta noche... Así pues, acomódense en su cubil favorito, apaguen las luces, enciendan una vela y prepárense para disfrutar de uno de los más bizarros relatos del Ciclo de Hiperbórea... Si quieres contribuir a nuevos delirios primigenios síguenos en nuestras redes y apóyanos en Ivoox! Escucha el episodio completo en la app de iVoox, o descubre todo el catálogo de iVoox Originals
En el anterior capítulo vimos cómo Alejandro de Macedonia se hacía con la corona con sólo veinte años tras la repentina muerte de su padre, Filipo II, asesinado durante una boda. El joven monarca compensaba su juventud e inexperiencia con grandes dosis de ingenio y arrojo personal. Primero consolidó las conquistas de Filipo en Grecia y en las regiones de Tracia e Iliria, donde habitaban tribus indómitas que solían poner en jaque con frecuencia los dominios septentrionales de Macedonia. Tras ello anudó con fuerza la alianza panhelénica que forjado su padre años antes. Con la retaguardia en paz se dispuso a lanzarse sobre la yugular del imperio persa. La campaña de Alejandro en Asia consistió en una victoria tras otra durante varios años. Venció a los persas en la batalla del Gránico, liberó las ciudades griegas de la costa del Egeo, conquistó toda Anatolia, cortó el nudo gordiano, volvió a imponerse a los persas en la batalla de Issos, se apoderó de Fenicia y entró en Egipto, donde se hizo coronar faraón. En muy poco tiempo había arrebatado al imperio de Dario III aproximadamente la mitad de su extensión. Pero todo aquello no era suficiente para él. Tras visitar el oráculo de Amón en el oasis de Siwa se dirigió a Mesopotamia en busca del rey de reyes. Le derrotó en la batalla de Gaugamela y luego corrió tras él para eliminarle físicamente. Esto último no lo consiguió. Se le anticipó Bessos, un sátrapa persa de la región de Bactria, que quiso ocupar su lugar. Con Dario fuera de juego el ejército macedonio ocupó Babilonia e incendió la ciudad de Persépolis. En el año 329 a.C., sólo cinco años después de haber cruzado el Helesponto, ya era el dueño y señor de prácticamente todo el imperio persa. Pero no era suficiente para él, quería más, aspiraba a llegar a los confines del mundo conocido. Eso le llevaría de cabeza a la última de sus campañas, la que le conduciría hasta las puertas de la India. Entre los años 327 y 326 acaudilló una expedición al valle del Indo, cruzó el río y, de nuevo de victoria en victoria, alcanzó la cuenca del Ganges. En ese punto sus generales le pidieron regresar. No querían seguir avanzando hacia el este. Alejandro tuvo que dar su brazo a torcer. Les había exigido mucho durante demasiado tiempo y había llegado la hora de organizar todo lo conquistado, que era de una extensión inabarcable. Se estableció en Babilonia donde se dedicó a planificar nuevas campañas bélicas que comenzarían con una que habría de marchar sobre la península arábiga. Pero no pudo ser. A los 32 años, en junio del año 323 a.C. Alejandro, que había sido precoz en todo, también lo fue en abandonar este mundo. A sus espaldas dejaba el mayor imperio de su época conquistado en muy pocos años en una de las mayores gestas de la toda la historia de la humanidad. No sobreviviría mucho ese imperio. Sus generales, los denominados diádocos, pelearon entre ellos por la herencia y se la repartieron. Hoy en La ContraHistoria vamos a conocer más a fondo la segunda parte de la vida y conquistas de Alejandro Magno desde que decidió lanzarse contra la India hasta que su imperio se fragmentó tras su muerte alumbrando el mundo helenístico que tanta influencia tendría sobre civilizaciones como la romana. En El ContraSello: - Cristóbal Colón - Las momias de los faraones Bibliografía: - "Alejandro Magno" de Antonio Guzmán Guerra - https://amzn.to/3vSSBrm - "Alejandro Magno" de Mary Renault - https://amzn.to/3kFoTRz - "Alejandro Magno" de A. B. Bosworth - https://amzn.to/38yFQu7 - "Breve Historia de Alejandro Magno" de Charles E. Mercer - https://amzn.to/37KRF0g - "Alejandro Magno. Héroe, líder y conquistador" de Javier Navarro Santana - https://amzn.to/3MBMdeS >>> “La ContraHistoria de España. Auge, caída y vuelta a empezar de un país en 28 episodios”… https://amzn.to/3kXcZ6i Apoya La Contra en: · Patreon... https://www.patreon.com/diazvillanueva · iVoox... https://www.ivoox.com/podcast-contracronica_sq_f1267769_1.html · Paypal... https://www.paypal.me/diazvillanueva Sígueme en: · Web... https://diazvillanueva.com · Twitter... https://twitter.com/diazvillanueva · Facebook... https://www.facebook.com/fernandodiazvillanueva1/ · Instagram... https://www.instagram.com/diazvillanueva · Linkedin… https://www.linkedin.com/in/fernando-d%C3%ADaz-villanueva-7303865/ · Flickr... https://www.flickr.com/photos/147276463@N05/?/ · Pinterest... https://www.pinterest.com/fernandodiazvillanueva Encuentra mis libros en: · Amazon... https://www.amazon.es/Fernando-Diaz-Villanueva/e/B00J2ASBXM #FernandoDiazVillanueva #AlejandroMagno Escucha el episodio completo en la app de iVoox, o descubre todo el catálogo de iVoox Originals
Host Ruben Britt speaks with counselor and educator Tracia Agard-Thompson of Step Up Academie in Barbados. She talks about her career path, her work with children, and more. Plus, she discusses her motivation for starting the program and career counseling.
Matutina para el Día 203 | Julio 22 “Después de esto miré, y he aquí otra, semejante a un leopardo, con cuatro alas de ave en sus espaldas; tenía también esta bestia cuatro cabezas; y le fue dado dominio.” Daniel 7: 6 El leopardo es un animal carnívoro feroz que se destaca por la rapidez y agilidad de sus movimientos. El poder que sucedió al Imperio Persa se identifica en el cap. 8:21 como "Grecia". Las alas y cabezas cuádruples sugerían un cuarteto de algún tipo, junto con una rapidez de leopardo y un sigilo de movimiento. En la época de Daniel, no había nada en el horizonte político que indicara la posibilidad de que Grecia ocupará la importante posición de un imperio mundial. El leopardo, un depredador, es uno de los carnívoros más rápidos y, con la adición de cuatro alas, se vuelve especialmente veloz. Esta ilustración describe el asombroso ritmo de la conquista de Alejandro el Magno desde Grecia hasta Egipto y la India. En doce años (334-323 aC), subyugó por conquista o sumisión voluntaria a la totalidad del Imperio Persa y más. Esta hazaña se vuelve especialmente asombrosa cuando se sabe que este período incluyó un asedio de Siete meses de Tiro y tres años de sometimiento a Bactria. Junto con sus victorias militares vino la cultura y el idioma griego o helenístico, que luego allanó el camino para la difusión del Evangelio por todo el mundo. Cuando Alejandro murió repentinamente sin un heredero, sus generales dividieron el imperio en cuatro reinos principales (las "cuatro cabezas"). Ptolomeo tomó Egipto y las tierras cercanas. Seleuco recibió a Siria, Asia Menor y las naciones orientales conquistadas. Lisímaco gobernaba Tracia y los territorios circundantes y, por último, Casandro controlaba Macedonia y Grecia. Posteriormente, Tracia fue absorbida por el Imperio Seléucido, y el poder de Macedonia fue frenado por el creciente poder de Roma. Todo solo podría haber predicho el que conoce nuestro futuro con exactitud, que es nuestro Dios Jehová. Soy Oscar Oviedo y este es el Devocional “Daniel en 365 días” Producido por el Ministerio One4Seven #Matutina #DevocionalMatutino #Daniel365 #One4Seven
Año 401 antes de Cristo; 10.000 hoplitas griegos, procedentes de las ciudades-estado de Atenas y Esparta, de Arcadia y Creta, de Tracia y Siracusa, se encuentran en Cunaxa, a dos días de camino de Babilonia, el corazón del Imperio Persa. ¿Qué hacen allí estos hombres? ¿Por qué se encontraba un contingente a 2.000 kilómetros de casa, en la tierra más hostil imaginable? En este nuevo IgnotoPills hablamos de la Expedición de los Diez Mil, que nos narró Jenofonte (comandante de dicha expedición) en su libro Anábasis. Bienvenidos a la Terra Ignota 00:10 Presentación 01:45 La rebelión de Ciro el Joven 04:20 La batalla de Cunaxa 05:40 La victoria de los hoplitas 07:10 La traición de Tisafernes 08:10 Jenofonte, nuevo líder de los hoplitas 09:10 La marcha por el Imperio Persa 12:00 Disensiones internas en los diez mil 13:00 La vuelta a casa 14:30 La Anábasis, inspiración de Alejandro Magno 16:05 Los sacrificios en el ejército griego 17:00 Jenofonte y Sócrates 18:00 The Warriors, los amos de la noche 19:30 Novelas históricas Música: Multi - Era of war J.R.S. Schattenberg https://youtu.be/2o8-KrVViVo Multi - Imperium J.R.S. Schattenberg https://youtu.be/KPhfTgayGWQ "Scott Buckley - Titan [Epic]" is under a Creative Commons license (CC-BY) Music promoted by BreakingCopyright: https://youtu.be/8mdDft5-q28 ________________________________________________________________ Recuerda darle a subscribirse para no perderte futuros contenidos. Y si te gusta, te animamos a compartirlo con tus amigos y conocidos. Podéis encontrarnos en Youtube: https://www.youtube.com/c/TerraIgnota Twitter: https://Twitter.com/terraignota O escucharnos en iVoox: https://t.co/lzrRyNot9Z Spotify: https://t.co/QlkfeJ2uiq Google Podcasts: https://t.co/Zxn7BRnurK Únete a nuestro Discord: https://t.co/T4bxEfBpPC
“Anástasis” (Saphrane Records) es el nuevo álbum de la icónica cantante y percusionista griega Katerina Papadopoulou. “Anástasis” es también la palabra griega para resurrección y representa el concepto de esta grabación: cómo la música griega viaja, cambia y se mantiene viva. Un precioso disco de una espléndida cantante, acompañado de un conjunto de primera. Las canciones de este proyecto retratan un viaje imaginario de la Rosa de Jericó a través del espacio y las edades, en lugares que fueron parte de la cultura helénica. Las canciones y melodías provienen de Asia Menor, el Egeo, Tracia, Macedonia, Pontos y el sur de Italia. El virtuoso de la kora Ballaké Sissoko (Mali), ha lanzado su nuevo álbum, «Djourou«, a través del sello parisino Nø Førmat. «Djourou» es el undécimo álbum de Sissoko. Incluye composiciones en solitario junto con colaboraciones con el gran artista africano Salif Keita, Camille de Nouvelle Vague, la principal intérprete de la kora, Sona Jobarteh, y el violonchelista francés Vincent Segal (¡con quien Sissoko ha editado dos álbumes para Nø Førmat!). Ballaké Sissoko se sintió atraído por la kora a una edad temprana, aprendiendo de su padre Djelimady Sissoko, un maestro intérprete que tocaba con el Ensemble Instrumental Du Mali, del que también fue subdirector. Cuando Djelimady falleció cuando sus hijos aún eran pequeños, Ballaké asumió su papel no solo como sostén de la familia, sino también en la orquesta nacional de su país. Su fascinación natural por otros géneros más allá del alcance de la tradición mandinka, como la guitarra flamenca y el sitar indio, inició una serie de colaboraciones elogiadas por la crítica, incluidas las que ha hecho con el violonchelista Vincent Segal.
C'è un pianeta che è dedicato al dio della guerra, Ares: Marte, proprio per il suo colore tendente al rosso.Il rosso è il colore del sangue, il colore della battaglia, dello scontro corpo a corpo: è il colore di Ares, il dio della guerra.Figlio di Zeus e di Era, Ares non è un dio tra i più amati, nella cerchia olimpica. Egli cerca il rutilante rumore della battaglia, le scintille che le lame producono nei duelli, gli assalti e gli scontri in campo aperto.Pare che Zeus stesso lo tenga in odio per questa sua bellicosa passione.È nato in Tracia, terra di guerrieri, insieme alla sorella Eris, la dea della discordia.Ella semina malcontento e sospetto, voci false e invidie tra i paesi, i popoli e le stesse grandi città, le Polis: in questo modo favorisce l’intere di Ares che gode nel vedere i guerrieri combattere.
La historia de Espartaco es una de las más conocidas de la antigua Roma. Nació en Tracia en el año 113 a.C., y su nombre se convirtió en leyenda por liderar una rebelión de esclavos. A este acontecimiento se le conoce como Guerra de los Esclavos o Guerra de los Gladiadores, durante los años 73 y 71 a.C., en época de la República romana.
Maratona, Salamina, Adrianopoli, Legnano, Lepanto, Austerlitz, Waterloo, Gettysburg, Caporetto, Stalingrado: le battaglie che hanno segnato la Storia, raccontate dal più amato storico italiano, Alessandro Barbero. Ben oltre il semplice resoconto militare, quello che viene evocato in questi podcast, a cura di Frame, è tutto un mondo fatto di persone, idee, visioni. Lo sforzo prodigioso dei 300 spartani alle Termopili, la Grande Armée di Napoleone in marcia verso oriente, il Generale Lee a Gettysburg, il sogno nazista infranto a Stalingrado.Le cause, le ragioni, le strategie politiche e militari messe in campo, il punto di vista dei soldati e dei generali, ma anche il contesto, la cultura, la società e la vita di quegli anni. Perché ogni battaglia è in sé una prova di forza, un momento di contrasto tra visioni del mondo diverse che arrivano alla "resa dei conti", per decidere come si scriverà il seguito della Storia.È una torrida giornata d'estate quando l'esercito romano giunge in vista del nemico. Da ormai due anni i Goti saccheggiano in lungo e in largo la Tracia: quello che si sposta lentamente per sfuggire alle truppe imperiali è al tempo stesso un esercito e un popolo in marcia. In questa battaglia, scoppiata per caso, Roma subisce la sconfitta più decisiva della sua storia, più grave di Canne e di Teutoburgo. Si apre la strada alle invasioni barbariche e alla fine dell'impero d'Occidente.La stagione completa de "Le grandi battaglie della Storia" è disponibile in esclusiva su Audible.
On episode 84, we bring on Tracia of @Skindom.usa Skincare and Cosmetics. We discuss her job as a esthetician, skin products for men/women, and her being a Nicki stan.
[...] Al giovane fu data in sposa la splendida ninfa Euridice ed Orfeo l'amava talmente tanto che nessuna felicità poteva paragonarsi a quella dei due giovani sposi di Tracia. Ma un giorno che la ninfa correva spensierata per la campagna, una vipera nascosta nell'erba, la morse e la povera Euridice morì , uccisa dal veleno del serpente. Inutilmente Orfeo cercò di placare il suo immenso dolore, errando per i boschi e per le montagne con la sola compagnia della sua lira; nulla poteva fargli dimenticare il volto dolcissimo della sua amata sposa. Egli volle allora andarla a cercare nelle oscure caverne dei Morti. [...] Continue reading
En este episodio contamos la historia de Espartaco, el protagonista de la tercera guerra servil en contra de Roma y uno de los iconos europeos más populares. Desde su captura en Tracia, su vida como gladiador en el ludus de Quintus Batiatus, sus victorias contra Glaber hasta su última batalla contra Craso.
Celebramos los tres discos favoritos de Mundofonías del mes de enero, con las griegas afincadas en Estambul del Sinafi Trio; la 7ª promoción de la Kreiz Breizh Akademi, desde Bretaña, y la nueva entrega de los legendarios Gaiteros de San Jacinto, desde el Caribe colombiano. Y en Colombia seguimos, rindiendo nuestro sentido homenaje a Carlos "Cuco" Rojas, arpista e impulsor del grupo Cimarrón y recientemente fallecido. Continuamos con diversas interacciones eléctricas, rockeras y jazzísticas con las músicas de Anatolia, Afganistán y Tracia, para acabar con sonoridades acústicas con inspiraciones célticas e inglesas. We celebrate the three Mundofonías' favorite albums for January, by the Greek musicians living in Istanbul, Sinafi Trio; the 7th release by the Kreiz Breizh Akademi, from Brittany, and the new release of the Colombian Caribbean legends Los Gaiteros de San Jacinto.We continue in Colombia, paying a heartfelt tribute to Carlos "Cuco" Rojas, harp player and leader of Cimarrón band, recently passed away. We move on with different electric, rock and jazz influenced tunes from Anatolia, Afghanistan and Thrace, to end up with acoustic tunes and Celtic and English inspirations. Favoritos de enero / January favorites · Sinafi Trio - Ümmü k?z - ?ho · Kreiz Breizh Akademi #7 - Teñval eo an noz - Hed · Los Gaiteros de San Jacinto - Herencia de gaiteros - Toño García: El último cacique Homenaje colombiano, rock oriental y folk atlántico / Colombian tribute, Oriental rock and Atlantic folk · Cimarrón - Arpa del horizonte - Orinoco · Yasak Helva - Gardrop fuat - Retefe · Kefaya & Elaha Soroor - Jama narenji - Songs of our mothers · Thrax Punks - Aygerinós - Thrax punks · Seamus Egan - Tournesol - Early bright · Simon Mayor - Mad as a March hare - Winter with mandolins · Hilary James - A song & jig for good measure - English sketches Imagen / Image: Sinafi Trio
Le Arpie sono rappresentate come donne provviste d'ali, oppure come uccelli dalla testa di donna. Hanno artigli aguzzi e assai velenosi. Si diceva che abitassero le isole Strofadi, nel Mar Egeo. Queste creature vengono considerate demoni della tempesta, si cibano delle anime delle persone, dopo averli rapiti. Portavano con se l'odore terribile della morte. Più tardi, il poeta Virgilio le pose nell'anticamera degli Inferi, in compagnia d'altri mostri feroci. Continue reading
Le Arpie sono rappresentate come donne provviste d'ali, oppure come uccelli dalla testa di donna. Hanno artigli aguzzi e assai velenosi. Si diceva che abitassero le isole Strofadi, nel Mar Egeo. Queste creature vengono considerate demoni della tempesta, si cibano delle anime delle persone, dopo averli rapiti. Portavano con se l'odore terribile della morte. Più tardi, il poeta Virgilio le pose nell'anticamera degli Inferi, in compagnia d'altri mostri feroci. Continue reading
Le Arpie sono rappresentate come donne provviste d’ali, oppure come uccelli dalla testa di donna. Hanno artigli aguzzi e assai velenosi. Si diceva che abitassero le isole Strofadi, nel Mar Egeo. Queste creature vengono considerate demoni della tempesta, si cibano delle anime delle persone, dopo averli rapiti. Portavano con se l’odore terribile della morte. Più tardi, il poeta Virgilio le pose nell’anticamera degli Inferi, in compagnia d’altri mostri feroci. Continue reading
Il nostro appuntamento di oggi con Europa Europa ci porta dove l'Europa finisce. Ospite dei nostri studi la scrittrice bulgara Kapka Kassabova, autrice di Confine, che racconta la storia degli uomini lungo il grande limes dell'Europa sud-orientale, "là dove Bulgaria, Grecia e Turchia convergono e divergono, perché così sono fatti i confini". Un luogo carico di storia dove, indistintamente inizia il nostro continente e finisce qualcos'altro che non è più veramente Asia. Spazio come sempre all'attualità, con le polemiche intorno al MES, gli sviluppi sulla formazione della nuova Commissione UE, il fondo pensioni europeo e i numeri preoccupanti sull'antisemitismo.
Vania Radoeva es autora del libro 'Un viaje hacia Bulgaria'. Con ella hablamos sobre la historia y tradiciones de este estado desde los tiempos más remotos cuando formaba parte de la antigua Tracia
Vania Radoeva es autora del libro 'Un viaje hacia Bulgaria'. Con ella hablamos sobre la historia y tradiciones de este estado desde los tiempos más remotos cuando formaba parte de la antigua Tracia
Vania Radoeva es autora del libro 'Un viaje hacia Bulgaria'. Con ella hablamos sobre la historia y tradiciones de este estado desde los tiempos más remotos cuando formaba parte de la antigua Tracia
Uccelli dalle piume di bronzo? Zampe e becchi pure di bronzo? Escrementi corrosivi?!? La fantasia dei greci per trovare animali fantastici non ha limiti! Liberare Stinfalo da questa piaga che impedisce ai viandanti una strada sicura è la nuova fatica di Eracle. Si recherà poi a Creta, per liberare Minosse dall'impiccio di quel toro bianco meraviglioso che Poseidone prima gli ha donato e poi ha reso pazzo. Attraverserà la Tracia dove dovrà destreggiarsi con le Cavalle di Diomede, re crudele e sanguinario che farà una inaspettata brutta fine... Navigherà infine lungo il fiume Termodonte per arrivare alle sue foci, dove si erge la città di Temiscira, la città delle Amazzoni. La capricciosa figlia di Euristeo, infatti, desidera ardentemente avere la Cintura di Ippolita, la regina delle donne-guerriere...Ti auguro una buon ascolto e e ti aspetto per il prossimo episodio: l'ultimo di questa serie!.
Este episodio se titula, “Jerónimo.”A sus 30 años, Jerónimo fue probablemente el mayor erudito Cristiano de su tiempo. És una de las mas grandes figuras en la historia en la traducción de la Biblia, pasandose 3 décadas produciendo la versión latina que sería la norma durante mil años. Pero Jerónimo no era un intelectual perdido en las nubes. Anhelaba la vida de los Ermitaños que consideramos en el episodio anterior y que a menudo exhibía una disposición amargada que trataba a los que se le oponían con sarcasmo profundo y brutales insultos.Su nombre en latín era, EUSEBIUS SOPHRONIUS HIERONYMUS y nació en el año 345 d.C. de padres Cristianos ricos o en Aquilea en el NE de Italia o al otro lado del Adriático en Dalmacia.A los 15 años, Jerónimo y un amigo se fueron a Roma para estudiar Retórica y Filosofía. Como muchos alumnos de hoy en día, siguió el camino inmoral de sus compañeros. Pero después de todo su libertinaje caía en periodos de intenso auto-desprecio. Para calmar su conciencia, visitaba las tumbas de los mártires y de los santos en Roma en las extensas catacumbas. Jerónimo dijo más tarde que la oscuridad y el terror que encontró allí le parecía una advertencia adecuada del infierno al cual sabía que su alma estaba destinada.Esta conciencia sensible es interesante a la luz de su escepticismo inicial sobre el Cristianismo. Ese escepticismo comenzó a derretirse cuando él comprendió que lo que estaba experimentando era la convicción del Espíritu Santo. Su mente no pudo ganarle a su corazón y finalmente se convirtió. A los 19 años, fue bautizado.Luego se trasladó a Trier en Galia, donde empezó estudios teológicos y comenzó a trabajar haciendo copias de comentarios y obras doctrinales para clientes adinerados. Jerónimo luego regresó a Aquilea, donde se estableció en la comunidad de la iglesia y hizo muchas amistades. Varios de estos lo acompañaron cuando empezó un viaje a través de Tracia y Asia menor hasta el norte de Siria. En Antioquia, dos de sus compañeros murieron y él cayó gravemente enfermo. Durante esta enfermedad, él tuvo una visión que lo llevó a dejar a un lado sus estudios de las obras clásicas y dedicarse a Dios. Se sumió en un profundo estudio de la Biblia, bajo la orientación de un líder de la iglesia de Antioquía llamado Apolinares. Este Apolinar posteriormente fue etiquetado como un hereje por sus opiniones poco ortodoxas sobre Cristo. Fue uno de varios que en estos momentos estaba tratando de averiguar cómo entender y expresar la naturaleza de Jesús; era Dios, hombre o ambos? Y si ambos, ¿cómo podíamos entender estas dos naturalezas que operaban dentro de Una en Jesús? Apolinar decía que Jesús tuvo un cuerpo y alma humana, pero que su mente fue divina. Este punto de vista, llamado Apolinarianismo creativamente, fue declarado herético en el Concilio de Constantinopla en el año 381, aunque en la iglesia ya la había rechazado como una opinión viable de cómo ver a Cristo en el año 362 d.C. en un sínodo en Alejandría, presidido por nuestro amigo Atanasio. Mientras que estuvo en Antioquía y como secuela de su enfermedad y la pérdida de sus amigos, Jerónimo fue tomado por un deseo de vivir una vida ascética como ermitaño. Él se retiró al desierto al Sureste de Antioquía, ya bien poblada por compañeros ermitaños. Jerónimo pasó su aislamiento con más estudios y redactando comentarios. Él comenzó a aprender Hebreo bajo la tutela de un Judío convertido, y mantuvo correspondencia con los Judíos cristianos de Antioquía. Obtuvo una copia de los Evangelios en Hebreo, fragmentos de los cuales se conservan en sus notas. Jerónimo tradujo partes de estas al griego.Regresando a Antioquía en el 379, fue ordenado por Paulino, quien nos acordamos fue el obispo de la congregación pro-Nicea allí. El era el Obispo y líder de la iglesia apoyada por Roma, después que la iglesia de Antioquía Arriana fue tomada por el Obispo pro-Nicea llamado Meletius. En lugar de las 2 iglesias fusionándose porque ya no había causa de división, se convirtieron en frentes políticos en la batalla por supremacía entre Roma y Constantinopla.Reconociendo la habilidad de Jerónimo como erudito, Paulino se apresuro a ordenar a Jerónimo como sacerdote, pero el monje sólo acepto con la condición de que él nunca tendría que llevar a cabo las funciones sacerdotales. Otra vez, Jerónimo hundió en sus estudios, especialmente en las Escrituras. Asistió a conferencias, examinó los papiros, y entrevistó a profesores y teólogos.Se trasladó a Constantinopla para proseguir el estudio de las Escrituras bajo Gregorio de Nacianceno. Pasó 2 años allí, y luego Paulino le pidió que regresara a Antioquía para acompañarlo a Roma para tratar la cuestión sobre quién era el legítimo Obispo de Antioquía. Paulino sabía que Jerónimo seria un poderoso aliado para su posición. De hecho lo hizo, y el papa Dámaso I quedó tan impresionado con Jerónimo, que lo convenció de quedarse en Roma. Por los próximos 3 años, Jerónimo se convirtió en una celebridad en Roma. Él tuvo un lugar destacado en la mayoría de los consejos del Papa. En un punto, su influencia sobre el papa era tan grande que él tuvo la audacia de decir, "Dámaso es mi boca".Él inició una revisión de la Biblia Latina basada en los manuscritos griegos del Nuevo Testamento. También actualizo el libro de los Salmos que hasta ese momento se basaban en la Septuaginta, una traducción Griega del Hebreo.En Roma, fue rodeado por un círculo de mujeres adineradas y educadas, incluyendo algunas de las más nobles familias aristócratas. Ellos fueron movidos por el ascetismo de Jerónimo y empezaron a imitar su ejemplo de rechazar la indulgencia mundana. Esto no lo hizo popular con el clero secular de Roma que se gozaba con la atención de esas mujeres preciosas, ricas y disponibles. Pero la afrenta de Jerónimo a quitarles su diversión no acabo allí. El ofendía su búsqueda de placer y caminos amorosos con su lengua afilada y duras críticas. Como un historiador explica, "el detestaba a la mayoría de los Romanos y no se disculpaba por detestarlos." Se burlaba de la falta de caridad, la ignorancia y, por añadidura, de la vanidad del clero secular. Los hombres del tiempo eran excesivamente aficionado a las barbas, así que Jerónimo decía, "Si hay cualquier santidad en una barba, nadie está más santos que una cabra!"Poco después de la muerte de su patrón, el papa Dámaso en Diciembre del 384 d.C., Jerónimo se vio obligado a abandonar Roma, tras una investigación trajo que alegaba que él había tenido una relación inapropiada con una viuda rica llamada Paula. Este no fue el único cargo en contra de él. Más grave fue la muerte de una mujer joven que había tratado de seguir su estilo de vida ascética, debido a la mala salud causada por los rigores que el exigió que siguiera. Todo el mundo podía ver cómo su salud disminuía durante los 4 meses que ella siguió a Jerónimo. La mayoría de los Romanos, estaban indignados por causar la muerte prematura de una animada y adorable joven, y en la insistencia de Jerónimo a su madre que no debía llorar por la muerte de su hija. Cuando criticó su dolor como excesivo, los Romanos decían que no tenia corazón.Así que en agosto de 385 d.C., dejó Roma para no regresar y regresó a Antioquía, acompañado por su hermano, varios amigos, y seguido un poco después por la viuda Paula y su hija. Los peregrinos, acompañados por el obispo Paulino de Antioquía, visitaron Jerusalén, Belén y Galilea, y luego fueron a Egipto, el hogar de los más grandes héroes de la vida ascética.En el verano de 388 regresó a Israel. Un estudiante rico de Jerónimo fundó un monasterio en Belén para que él lo administrara. Este monasterio incluyó 3 claustros para las mujeres y un albergue para los peregrinos.Fue allí que pasó sus últimos 34 años. Él terminó su mayor contribución, iniciada en el año 382 d.C. por la instrucción del Papa Dámaso: una traducción de la Biblia al Latín._________________________________________________________________________________________________________El problema no era que no había una Biblia en Latín; ¡el problema era que había demasiadas! Éstas variaban ampliamente en su exactitud y veracidad. Dámaso le había dicho, "Si vamos a depositar nuestra confianza en los textos latinos, es para nuestros adversarios decirnos cual, porque hay tantas variedades como existen copias. Si, por el contrario, buscamos encontrar la verdad de una comparación de muchas, ¿por qué no mejor volver al original griego y corregir los errores introducidos por traductores inexactos, y por las torpezas de alteraciones por críticos ignorantes, y, además, todo lo que se ha insertado o cambiado por copistas más dormidos que despiertos?"En primer lugar, Jerónimo trabajó a partir de la Septuaginta, la traducción griega del Antiguo Testamento. Pero luego estableció un precedente para posteriores traductores: el Antiguo Testamento tenía que ser traducido del original Hebreo. En su búsqueda de precisión, aprendió hebreo y consultó a rabinos judíos y eruditos.Una de las mayores diferencias que vio entre la Septuaginta y el original Hebreo era que los judíos no incluyen los libros ahora conocidos como los Libros Apócrifos en el canon de las Sagradas Escrituras. Aunque se sintió obligado a incluirlos, Jerónimo dejó en claro que aun si bien podrían ser considerados "libros" de la iglesia, no eran libros canónicos inspirados.Después de 23 años, Jerónimo completó su traducción, que los cristianos utilizaron por más de 1000 años, y en 1546 el concilio de Trento declaró que era el único auténtico texto latino de las Escrituras.Lo que ha marcado esta Biblia como única, fue el use del lenguaje de la vida cotidiana, Jerónimo del uso de la vida cotidiana o de la calle de sus tiempos, en lugar del lenguaje arcaico clásico de los eruditos latinos. Los académicos y el clero la desacreditaron como vulgar, pero se hizo muy popular. La Vulgata Latina, como fue llamada, se convirtió en la Biblia principal de la Iglesia Romana por el próximo milenio.La traducción de Jerónimo fue tan venerada que hasta la reforma, los eruditos traductores solo trabajaban en base a la Vulgata. Serían otros mil años hasta que traductores trabajaran directamente de los manuscritos griegos del NT. La Vulgata Latina aseguro que el Latín, en lugar de Griego, sería el lenguaje de la Iglesia Occidental. El resultado de igual manera fue que siglos más tarde hubiera una liturgia y Biblia que los laicos ya no podrían entender, y que esto precisamente era lo contrario de la intención original de Jerónimo. También es la razón por la que muchos nombres científicos y términos proceden del Latín, más que el griego, que era el idioma de los eruditos hasta la aparición de la Vulgata.La Biblia latina no fue la única obra en la cual Jerónimo trabajó mientras que estaba en Belén. Él también produjo varios comentarios, un catálogo de autores cristianos, y una respuesta al desafío del Pelagianismo, una enseñanza aberrante que veremos en un futuro episodio. A este periodo también pertenecen la mayoría de las polémicas de Jerónimo, sus denuncias de las obras y gente que Jerónimo consideraba peligrosa. Igual produjo un escrito sobre la amenaza de algunos de los errores de Orígenes. Denunció al Obispo Juan de Jerusalén y a otros, incluyendo algunos de sus amigos.Algunos de los escritos de Jerónimo contienen opiniones provocadoras sobre cuestiones morales. Cuando digo provocadora, estoy siendo generoso; eran, en el mejor de los casos aberrantes y al borde de ser heréticos. Todo esto surgió de su ascetismo extremo. Mientras que el Monasticismo que el seguía le permitida producir un enorme volumen de trabajo, su enfoque apasionado de la estricta disciplina fue nada mas que un extremismo legalista. El insistía en la abstinencia de una dieta normal, el empleo, e incluso el sexo matrimonial. Sus posiciones son tan extremas en este sentido, que incluso otros ascetas le llamaban radical.Por lo que sabemos, ninguna de las obras de Jerónimo se perdieron en el curso de los siglos. Hay unos manuscritos medievales que marcan el inicio de su labor en la traducción de la Biblia. Varias colecciones existentes del siglo 16 son las primeras copias de sus escritos. A través de los años, Jerónimo ha sido un tema favorito de los artistas, especialmente pintores del Renacimiento Italiano.Murió en Belén a finales de Septiembre de 420 d.C..
Tracia, Naomi and Chezia from National Citizen Service (NCS) introduce themselves to INUF and explain more about the NCS experience, the work they delivered to a community placement. INUF the charity are always opening doors to the community and ...........
I Goti, dopo l'indecisiva battaglia "ad salices" sono riusciti a passare le difese romane sui Balcani e dilagare in Tracia per la seconda volta. Per Graziano e Valente, gli imperatori d'occidente e d'oriente, è finito il tempo delle mezze misure. In questo episodio vedremo cosa faranno entrambi gli imperatori per risolvere, una volta per tutte, il problema dei Goti. Un’azione combinata dei due imperi porterà a quella che sarà la più importante battaglia di una intera generazione, combattuta in un calda giornata di agosto nei pressi di una città della tracia: Adrianopoli.---Per diventare miei mecenati: www.patreon.com/italiastoria. Altre modalità disponibili sul sito www.italiastoria.com
Abrimos con los tres discos favoritos del mes, a cargo de Gaiteros de Ovejas, desde el Pacífico colombiano; Rodopi Ensemble, desde Grecia y celebrando la región cultural de Tracia, y la música con raíces en el sur de la India y la tradición clásica occidental de Nirmala Rajasekar, con su proyecto Maithree. Continuamos con nuestras Mundofonews, hablando de Los Viernes de la Tradición, Klagkosmos, Les Arabofolies, EXIB Música, Ségou'Art, Premios MIN de la Música Independiente, GlobalFest Awards, Gabon Music Expo, Fira Mediterrània de Manresa, el premio a fRoots de la Folk Alliance, los mejores del lustro de Songlines y los del año según la crítica crítica alemana. En Alemania continuamos, con grabaciones de la última edición del festival de Rudostadt, para terminar con sabrosas novedades afroamericanas. We start with the three favorite monthly albums, by Gaiteros de Ovejas, from the Colombian Pacific; Rodopi Ensemble, from Greece, celebrating the cultural area of Thrace, and the music with Southern Indian and Western classical roots by Nirmala Rajasekar and her project Maithree. We continue with our Mundofonews, talking about Los Viernes de la Tradición, Klagkosmos, Les Arabofolies, EXIB Música, Ségou'Art, Premios MIN de la Música Independiente, GlobalFest Awards, Gabon Music Expo, Fira Mediterrània de Manresa, the Folk Allance award to fRoots magazine, the best albums of the last 5 years by Songlines and the best of the year according the German critics. And we continue in Germany, with some recordings made at Rudostadt festival, to finish with some tasteful Afro-American new releases. · Gaiteros de Ovejas - El trasnocha perro - Pa' amanecé · Rodopi Ensemble - Kita me glikia mou agapi - Thraki: Thrace, the paths of Dionysus · Nirmala Rajasekar - Prism - Nirmala Rajasekar presents: Maithree, the music of friendship · Saz'Iso - Doli laceja nga stani - Rudolstadt Festival 2018 [VA] · Monsieur Doumani - Esyra to milon - Rudolstadt Festival 2018 [VA] · Torupilli Jussi Trio - Ramtaa / Torupilli Jussi lugu nr 21 - Rudolstadt Festival 2018 [VA] · Léo Leobons - Obá Ibo - Ritual · Les Bushinengé - Awasa (1) - Nèg mawon de Guyane · Canalón de Timbiquí - Tío Guachupesito - Tío Guachupesito [single] · (Les Bushinengé - Songé (2) - Nèg mawon de Guyane) Imagen / Image Gaiteros de Ovejas por / by Jheysser Enrique Machuca Bertel
Legenda despre sibile. Roma după Sulla. Ascensiunea lui Mitridate și războiul cu Roma.
Despre primii Europeni și originea denumirii Europei. Epoca bronzului pe teritoriile noastre. Cultura Minoană și Miceniană. Cădecerea civilizațiilor epocii bronzului. Tracii.
[...] Al giovane fu data in sposa la splendida ninfa Euridice ed Orfeo l'amava talmente tanto che nessuna felicità poteva paragonarsi a quella dei due giovani sposi di Tracia. Ma un giorno che la ninfa correva spensierata per la campagna, una vipera nascosta nell'erba, la morse e la povera Euridice morì , uccisa dal veleno del serpente. Inutilmente Orfeo cercò di placare il suo immenso dolore, errando per i boschi e per le montagne con la sola compagnia della sua lira; nulla poteva fargli dimenticare il volto dolcissimo della sua amata sposa. Egli volle allora andarla a cercare nelle oscure caverne dei Morti. [...] Continue reading
După eșecul lui Zopyrion lucrurile s-au mai liniștit în Tracia, până la întoarcerea lui Lisimah. Cetățile grecești se revoltă, de data asta și cu ajutor din partea unui diadoh inamic, și Lisimah trebuie să răspundă. Viitorul rege al Traciei, Macedonului și Asiei Mici, Lisimah reușește să se impună peste rămășița nordică a vastului imperiu al … Continuă să citești #031 – Lisimah, rege al Traciei
După plecarea lui Alexandru rămân în urmă diverși „strategi”, care vor încerca să profite de plecarea acestuia. După o încercare de desprindere din imperiu, Tracia se liniștește sub Zopyrion, care găsește de cuviință să transforme Marea Neagră într-un lac macedonean. Nu reușește, și pe drumul de întoarcere o armată getică îl învinge.
În anul 335 î.Chr. Alexandru, fiul lui Filip al II-lea, nu era „cel Mare”, dar se pregătea să devină. Și pentru că se pregătea să devină, primul lucru pe care l-a făcut a fost să-i calmeze pe greci și pe tracii care îi stăteau în coaste. Alexandru face o incursiune în Tracia în căutarea unor … Continuă să citești #029 – Alexandru cel Mare înainte să fie cel Mare
Espiritualidad ortodoxa, San Nectario de Egina por Rogelio Sáez Carbó, que tuvo lugar en Espacio Ronda (Madrid) el 14 de Junio 2016. A cargo de Rogelio Sáez Carbó, monje de la Iglesia Ortodoxa San Nectario era de una pobre familia de Silyvria del siglo XIX, de la región de Tracia. Cuando tenía 29 años, se convirtió en monje en la isla de Chios. El patriarca lo envió a estudiar teología a Atenas. Nectario fue ordenado sacerdote y más tarde se convirtió en obispo de Pentápolis. Sin embargo, debido a los celos y a supuestas irregularidades, fue destituido de su cargo, para ser enviado de nuevo a Atenas y a la isla de Eubea. Sufrió como mendigo, pero perseveró y su integridad y sabiduría brillaron con resplandor. Los habitantes de Eubea lo socorrieron. Se convirtió en el decano de la Facultad de Teología de Atenas en 1910, y ayudó a iniciar un convento, convirtiéndose en padre espiritual con poderes curativos para muchas personas de toda Grecia. Diez años más tarde, fue llevado de Egina a una sala de un hospital de Atenas para pobres y enfermos incurables. Allí entregó su espíritu y murió, siendo preparado para ser enterrado. Su suéter fue colocado en una cama contigua de un paralítico, que de pronto recobró su fuerza y se rehabilitó, siendo sanado por completo. La habitación, que se había convertido en una capilla, se llenó de una dulce fragancia durante muchos días tras su reposo en el Señor nuestro Dios. “Busca a Dios todos los días. Pero búscalo en tu corazón, no en el exterior. Y cuando lo encuentres, guárdalo con temor y temblor, como los querubines y los serafines, pues tu corazón es convertido en el trono de Dios. Sin embargo, para encontrar a Dios, hazte humilde como el polvo ante el Señor, pues el Señor no soporta al orgulloso, mientras que visita a los que son humildes en su corazón, y he aquí porqué dice: “Al que yo mire, es al que es dulce y humilde de corazón”. Palabras de San Nectario de Egina (1846-1920), “El Hacedor de Milagros de Egina», escritor prolífico, teólogo, asceta y místico Nuestro conferenciante en esta ocasión será el Rogelio Sáez Carbó, Archimandrita del Arzobispado Ortodoxo de España y Portugal perteneciente al Patriarcado Ecuménico de Constantinopla, párroco de Valladolid, Segovia y Lanzarote, Vicario para el centro y norte de España, Gibraltar e Islas Canarias, y monje del Monasterio de San Nicolás Varsas en Grecia. ————————— Puedes ver el video completo de esta conferencia en: http://television.mindalia.com/espiritualidad-ortodoxa-san-nectario-de-egina-por-rogelio-saez/ http://www.espacioronda.com http://www.mindalia.com – La Red Social de Ayuda a través del Pensamiento http://www.mindaliaradio.com – La Radio del Pensamiento Positivo http://www.circulosdeayuda.com Los videos de esta y otras conferencias y entrevistas de interés en http://www.mindaliatelevision.com Puedes escuchar este y otros audios en http://mindaliacomradio.ivoox.com
Espiritualidad ortodoxa, San Nectario de Egina por Rogelio Sáez Carbó, que tuvo lugar en Espacio Ronda (Madrid) el 14 de Junio 2016. A cargo de Rogelio Sáez Carbó, monje de la Iglesia Ortodoxa San Nectario era de una pobre familia de Silyvria del siglo XIX, de la región de Tracia. Cuando tenía 29 años, se convirtió en monje en la isla de Chios. El patriarca lo envió a estudiar teología a Atenas. Nectario fue ordenado sacerdote y más tarde se convirtió en obispo de Pentápolis. Sin embargo, debido a los celos y a supuestas irregularidades, fue destituido de su cargo, para ser enviado de nuevo a Atenas y a la isla de Eubea. Sufrió como mendigo, pero perseveró y su integridad y sabiduría brillaron con resplandor. Los habitantes de Eubea lo socorrieron. Se convirtió en el decano de la Facultad de Teología de Atenas en 1910, y ayudó a iniciar un convento, convirtiéndose en padre espiritual con poderes curativos para muchas personas de toda Grecia. Diez años más tarde, fue llevado de Egina a una sala de un hospital de Atenas para pobres y enfermos incurables. Allí entregó su espíritu y murió, siendo preparado para ser enterrado. Su suéter fue colocado en una cama contigua de un paralítico, que de pronto recobró su fuerza y se rehabilitó, siendo sanado por completo. La habitación, que se había convertido en una capilla, se llenó de una dulce fragancia durante muchos días tras su reposo en el Señor nuestro Dios. “Busca a Dios todos los días. Pero búscalo en tu corazón, no en el exterior. Y cuando lo encuentres, guárdalo con temor y temblor, como los querubines y los serafines, pues tu corazón es convertido en el trono de Dios. Sin embargo, para encontrar a Dios, hazte humilde como el polvo ante el Señor, pues el Señor no soporta al orgulloso, mientras que visita a los que son humildes en su corazón, y he aquí porqué dice: “Al que yo mire, es al que es dulce y humilde de corazón”. Palabras de San Nectario de Egina (1846-1920), “El Hacedor de Milagros de Egina», escritor prolífico, teólogo, asceta y místico Nuestro conferenciante en esta ocasión será el Rogelio Sáez Carbó, Archimandrita del Arzobispado Ortodoxo de España y Portugal perteneciente al Patriarcado Ecuménico de Constantinopla, párroco de Valladolid, Segovia y Lanzarote, Vicario para el centro y norte de España, Gibraltar e Islas Canarias, y monje del Monasterio de San Nicolás Varsas en Grecia. ————————— Puedes ver el video completo de esta conferencia en: http://television.mindalia.com/espiritualidad-ortodoxa-san-nectario-de-egina-por-rogelio-saez/ http://www.espacioronda.com http://www.mindalia.com – La Red Social de Ayuda a través del Pensamiento http://www.mindaliaradio.com – La Radio del Pensamiento Positivo http://www.circulosdeayuda.com Los videos de esta y otras conferencias y entrevistas de interés en http://www.mindaliatelevision.com Puedes escuchar este y otros audios en http://mindaliacomradio.ivoox.com
Espiritualidad ortodoxa, San Nectario de Egina por Rogelio Sáez Carbó, que tuvo lugar en Espacio Ronda (Madrid) el 14 de Junio 2016. A cargo de Rogelio Sáez Carbó, monje de la Iglesia Ortodoxa San Nectario era de una pobre familia de Silyvria del siglo XIX, de la región de Tracia. Cuando tenía 29 años, se convirtió en monje en la isla de Chios. El patriarca lo envió a estudiar teología a Atenas. Nectario fue ordenado sacerdote y más tarde se convirtió en obispo de Pentápolis. Sin embargo, debido a los celos y a supuestas irregularidades, fue destituido de su cargo, para ser enviado de nuevo a Atenas y a la isla de Eubea. Sufrió como mendigo, pero perseveró y su integridad y sabiduría brillaron con resplandor. Los habitantes de Eubea lo socorrieron. Se convirtió en el decano de la Facultad de Teología de Atenas en 1910, y ayudó a iniciar un convento, convirtiéndose en padre espiritual con poderes curativos para muchas personas de toda Grecia. Diez años más tarde, fue llevado de Egina a una sala de un hospital de Atenas para pobres y enfermos incurables. Allí entregó su espíritu y murió, siendo preparado para ser enterrado. Su suéter fue colocado en una cama contigua de un paralítico, que de pronto recobró su fuerza y se rehabilitó, siendo sanado por completo. La habitación, que se había convertido en una capilla, se llenó de una dulce fragancia durante muchos días tras su reposo en el Señor nuestro Dios. “Busca a Dios todos los días. Pero búscalo en tu corazón, no en el exterior. Y cuando lo encuentres, guárdalo con temor y temblor, como los querubines y los serafines, pues tu corazón es convertido en el trono de Dios. Sin embargo, para encontrar a Dios, hazte humilde como el polvo ante el Señor, pues el Señor no soporta al orgulloso, mientras que visita a los que son humildes en su corazón, y he aquí porqué dice: “Al que yo mire, es al que es dulce y humilde de corazón”. Palabras de San Nectario de Egina (1846-1920), “El Hacedor de Milagros de Egina», escritor prolífico, teólogo, asceta y místico Nuestro conferenciante en esta ocasión será el Rogelio Sáez Carbó, Archimandrita del Arzobispado Ortodoxo de España y Portugal perteneciente al Patriarcado Ecuménico de Constantinopla, párroco de Valladolid, Segovia y Lanzarote, Vicario para el centro y norte de España, Gibraltar e Islas Canarias, y monje del Monasterio de San Nicolás Varsas en Grecia. ————————— Puedes ver el video completo de esta conferencia en: http://television.mindalia.com/espiritualidad-ortodoxa-san-nectario-de-egina-por-rogelio-saez/ http://www.espacioronda.com http://www.mindalia.com – La Red Social de Ayuda a través del Pensamiento http://www.mindaliaradio.com – La Radio del Pensamiento Positivo http://www.circulosdeayuda.com Los videos de esta y otras conferencias y entrevistas de interés en http://www.mindaliatelevision.com Puedes escuchar este y otros audios en http://mindaliacomradio.ivoox.com
Vrei sa sponsorizezi acest show sau sa propui un invitat interesant? Scrie-ne pe contact@citypodcast.ro Gabriel Bugnar, jurnalist si producator TV a lasat presa pentru pasiunea sa pentru rulote. El a castigat un proiect prin care vrea sa creeze prima rulota romaneasca, Tracia. Dialogul cu jurnalistul Adrian Boioglu pleaca de la televiziune si merge catre pasii care vor duce la finalizarea acestui proiect. Afla mai multe despre Gabriel Bugnar de pe blogul sau personal. Proiectul primei rulote romanesti este descris si aici sau aici. Episodul pilot al emisiunii Romania din Rulota. Ai idei, pareri despre acest show sau vrei sa ne spui ceva? Contacteaza-ne pe contact@citypodcast.ro, pe Twitter sau Facebook. Adrian Boioglu este @boioglu pe Twitter si poate fi citit pe www.boio.ro Intra pe CityPodcast.ro pentru a asculta si celelalte show-uri din prima retea de podcast-uri din Romania. Nu uita sa dai “Subscribe” in iTunes sau in aplicatia ta preferata de ascultat podcast-uri si sa ne dai un rating in cit mai bun in iTunes. Ne ajuta sa aparem si in fata altor ascultatori din Romania. Reteaua CityPodcast.ro este sustinuta de Ovidius Clinical Hospital, Radio Constanta si Radio Dobrogea.
Shower habits transcript:Heyang: Your eating habits can speak volumes about your personality, in the same way your shower habits can be quite telling,too. After today's show, you will be able to find your shower habit and see what it says about you. 你最真实的自己在洗澡的时候可能会表现出来喔,你相信吗?So let’s go through the list more or less to see if your shower habits are as revealing as mine. OK, I’ll go first. Basically, what I definitely would do when I go into a shower is singing in the shower. It is the best thing, I mean, you go into the shower, and you are in a closed environment. It’s just you, the shower and the shampoo bottle, and that becomes my microphone. That also becomes my Oscar Academy Award in my hand, and I’ve practiced it many times. “Thank you so much. I thank the team. I thank the crew. I thank all of those who have helped me, and most of all, I need to thank my parents. If they didn’t help me and raise me up, how could I have gotten this award of best actress? Mark: Wait, that was sing, and then acting as well, you are talented in the shower, aren’t you? Well, my shower activities seem very dull. I just go into the shower, leave the shower, dry myself with the towel. That’s it. It’s not very interesting at all. But the one thing that I can confess up to actually is that I was always tempted to shave in the bath, just to save time. But I never did it, because of the reactions you just gave us, horror. Then when I was watching a 007 movie, James Bond movie, he would shave in the bath. After that, I thought it’s all right then. What’s your confession?Luo Yu: Basically, there are two things I would do when I take shower. For one thing definitely, I would sing, like Heyang did, because I think the sound effect is better than Karaoke sometimes. And you are demonstrating the true yourself to the audience, naked, without wearing anything. It’s the real side of yourself. Another thing definitely I would do is brushing my teeth. Actually we debated it a couple of days ago in the office. According to a report, a lot of men do so.Mark: Brush my teeth in the shower? No! I’ll be honest with you. If someone else is using the sink, then I will. I’m not actually in the shower. I will sort of use the water from the shower. I’ll put the tooth brush in the shower water and then clean my teeth. I must say, Heyang, you do know that men shave different parts than women, right? I’m talking about facial hair. It is not a big deal for a man to shave in the bath.Heyang: Oh, Mark, you’ve just muddied the water even more. Mark: But women shave their legs, don’t they? That’s what I was referring to.Heyang: Yeah, that’s the only thing we are referring to obviously. Let me just try to clarify who are the people that brush their teeth in the shower. Those people will take full advantage of the multi-tasking brain. And those who like to sing, like myself, you are a confident individual who doesn't overly worry about what other people think about you. This will help you to go far in life. Okay, some nice words I picked up for myself and those who are in my breed. There is a whole bunch of other types of things people do in the shower. And I have to proudly announce that it’s not just singing in the shower that I do, there is this also taking a long, luxurious bath. That is something I enjoy immensely too. You are showing the world there is no need to be stressed out. Then if you are in times of stress or drama, you know you can prefer letting things go and enjoy life’s simple pleasures instead. I didn’t read so much out of my actions, but I think it’s something very relaxing and soothing. Sometimes I read, and sometimes I would put on very cheesy music.Mark:Yeah, that’s good for a bath. Do you have something in the bath, and a candle, do you have that?Heyang: Sometimes I do.Luo Yu: And essential oil as well?Heyang: Luo Yu, you know so much about this. Well, give us more information on the different kinds of oils and bath salt, and all kinds of great things you put in the bath.Luo Yu:Unfortunately, the only essential oil I use is the lavender oil and milk. I combine them together. Mark:They can be relaxing actually.Heyang:Our wechat listener Tracia says what she likes to do is to just let water run all over her. She knows it’s a bad thing. That is not environmental friendly. But that’s what she likes to do. Our lovely listener Suzie says she listens to Round Table during the shower, and I think that’s a great idea. I would recommend that to everyone. So you are getting the hot topics, you are getting your English improved, and you get to listen to these three very interesting people talking about interesting things. Yeah, that’s just self-promotion from me.
In Lombardia è legge la Banca delle terra: la regione promette di assegnare le aree di proprietà del demanio in disuso, i cittadini vogliono tornare all'agricoltura? - Nuovo sgombero in via Tracia, quartiere San Siro, gli occupanti ritornano nello stabile appena la polizia lascia l'area - In studio con noi Fabio Galesi, consigliere di Zona 8 a Milano, minacciato per il suo impegno nel quartiere Quarto Oggiaro
In Lombardia è legge la Banca delle terra: la regione promette di assegnare le aree di proprietà del demanio in disuso, i cittadini vogliono tornare all'agricoltura? - Nuovo sgombero in via Tracia, quartiere San Siro, gli occupanti ritornano nello stabile appena la polizia lascia l'area - In studio con noi Fabio Galesi, consigliere di Zona 8 a Milano, minacciato per il suo impegno nel quartiere Quarto Oggiaro
Tales de Mileto (624 a.C.-?, 548 a.C.) fue un filósofo y matemático griego cuya influencia sigue presente hoy. Sus obras se perdieron pero sus ideas fueron divulgadas por otros que vinieron después, entre ellos, el filosofo Platón, quien, en su diálogo sobre la naturaleza del saber que lleva por título Teeteto (Thaetetus), pone en boca de Sócrates una anécdota que ha hecho de Tales el prototipo de sabio despistado. En la obra de Platón, Sócrates le dice a Teodoro: “Cuéntase Teodoro que, ocupado Tales en la astronomía y mirando a lo alto, cayó, un día, en un pozo, y que una sirvienta de Tracia, de espíritu alegre y burlón, se rió de él diciendo que quería saber lo que pasaba en el cielo y que se olvidaba de lo que tenía delante de sí y a sus pies”. Les invito a escuchar la biografía de Tales de Mileto, escrita por Tomás Pedraza.
Gli Argonauti e il tranello di Pan: un fenomeno di panico - Gli Argonauti in Tracia e le Arpie - Simplegadi: le rocce che si muovono -
Este episodio se titula, “Jerónimo.”A sus 30 años, Jerónimo fue probablemente el mayor erudito Cristiano de su tiempo. És una de las mas grandes figuras en la historia en la traducción de la Biblia, pasandose 3 décadas produciendo la versión latina que sería la norma durante mil años. Pero Jerónimo no era un intelectual perdido en las nubes. Anhelaba la vida de los Ermitaños que consideramos en el episodio anterior y que a menudo exhibía una disposición amargada que trataba a los que se le oponían con sarcasmo profundo y brutales insultos.Su nombre en latín era, EUSEBIUS SOPHRONIUS HIERONYMUS y nació en el año 345 d.C. de padres Cristianos ricos o en Aquilea en el NE de Italia o al otro lado del Adriático en Dalmacia.A los 15 años, Jerónimo y un amigo se fueron a Roma para estudiar Retórica y Filosofía. Como muchos alumnos de hoy en día, siguió el camino inmoral de sus compañeros. Pero después de todo su libertinaje caía en periodos de intenso auto-desprecio. Para calmar su conciencia, visitaba las tumbas de los mártires y de los santos en Roma en las extensas catacumbas. Jerónimo dijo más tarde que la oscuridad y el terror que encontró allí le parecía una advertencia adecuada del infierno al cual sabía que su alma estaba destinada.Esta conciencia sensible es interesante a la luz de su escepticismo inicial sobre el Cristianismo. Ese escepticismo comenzó a derretirse cuando él comprendió que lo que estaba experimentando era la convicción del Espíritu Santo. Su mente no pudo ganarle a su corazón y finalmente se convirtió. A los 19 años, fue bautizado.Luego se trasladó a Trier en Galia, donde empezó estudios teológicos y comenzó a trabajar haciendo copias de comentarios y obras doctrinales para clientes adinerados. Jerónimo luego regresó a Aquilea, donde se estableció en la comunidad de la iglesia y hizo muchas amistades. Varios de estos lo acompañaron cuando empezó un viaje a través de Tracia y Asia menor hasta el norte de Siria. En Antioquia, dos de sus compañeros murieron y él cayó gravemente enfermo. Durante esta enfermedad, él tuvo una visión que lo llevó a dejar a un lado sus estudios de las obras clásicas y dedicarse a Dios. Se sumió en un profundo estudio de la Biblia, bajo la orientación de un líder de la iglesia de Antioquía llamado Apolinares. Este Apolinar posteriormente fue etiquetado como un hereje por sus opiniones poco ortodoxas sobre Cristo. Fue uno de varios que en estos momentos estaba tratando de averiguar cómo entender y expresar la naturaleza de Jesús; era Dios, hombre o ambos? Y si ambos, ¿cómo podíamos entender estas dos naturalezas que operaban dentro de Una en Jesús? Apolinar decía que Jesús tuvo un cuerpo y alma humana, pero que su mente fue divina. Este punto de vista, llamado Apolinarianismo creativamente, fue declarado herético en el Concilio de Constantinopla en el año 381, aunque en la iglesia ya la había rechazado como una opinión viable de cómo ver a Cristo en el año 362 d.C. en un sínodo en Alejandría, presidido por nuestro amigo Atanasio. Mientras que estuvo en Antioquía y como secuela de su enfermedad y la pérdida de sus amigos, Jerónimo fue tomado por un deseo de vivir una vida ascética como ermitaño. Él se retiró al desierto al Sureste de Antioquía, ya bien poblada por compañeros ermitaños. Jerónimo pasó su aislamiento con más estudios y redactando comentarios. Él comenzó a aprender Hebreo bajo la tutela de un Judío convertido, y mantuvo correspondencia con los Judíos cristianos de Antioquía. Obtuvo una copia de los Evangelios en Hebreo, fragmentos de los cuales se conservan en sus notas. Jerónimo tradujo partes de estas al griego.Regresando a Antioquía en el 379, fue ordenado por Paulino, quien nos acordamos fue el obispo de la congregación pro-Nicea allí. El era el Obispo y líder de la iglesia apoyada por Roma, después que la iglesia de Antioquía Arriana fue tomada por el Obispo pro-Nicea llamado Meletius. En lugar de las 2 iglesias fusionándose porque ya no había causa de división, se convirtieron en frentes políticos en la batalla por supremacía entre Roma y Constantinopla.Reconociendo la habilidad de Jerónimo como erudito, Paulino se apresuro a ordenar a Jerónimo como sacerdote, pero el monje sólo acepto con la condición de que él nunca tendría que llevar a cabo las funciones sacerdotales. Otra vez, Jerónimo hundió en sus estudios, especialmente en las Escrituras. Asistió a conferencias, examinó los papiros, y entrevistó a profesores y teólogos.Se trasladó a Constantinopla para proseguir el estudio de las Escrituras bajo Gregorio de Nacianceno. Pasó 2 años allí, y luego Paulino le pidió que regresara a Antioquía para acompañarlo a Roma para tratar la cuestión sobre quién era el legítimo Obispo de Antioquía. Paulino sabía que Jerónimo seria un poderoso aliado para su posición. De hecho lo hizo, y el papa Dámaso I quedó tan impresionado con Jerónimo, que lo convenció de quedarse en Roma. Por los próximos 3 años, Jerónimo se convirtió en una celebridad en Roma. Él tuvo un lugar destacado en la mayoría de los consejos del Papa. En un punto, su influencia sobre el papa era tan grande que él tuvo la audacia de decir, "Dámaso es mi boca".Él inició una revisión de la Biblia Latina basada en los manuscritos griegos del Nuevo Testamento. También actualizo el libro de los Salmos que hasta ese momento se basaban en la Septuaginta, una traducción Griega del Hebreo.En Roma, fue rodeado por un círculo de mujeres adineradas y educadas, incluyendo algunas de las más nobles familias aristócratas. Ellos fueron movidos por el ascetismo de Jerónimo y empezaron a imitar su ejemplo de rechazar la indulgencia mundana. Esto no lo hizo popular con el clero secular de Roma que se gozaba con la atención de esas mujeres preciosas, ricas y disponibles. Pero la afrenta de Jerónimo a quitarles su diversión no acabo allí. El ofendía su búsqueda de placer y caminos amorosos con su lengua afilada y duras críticas. Como un historiador explica, "el detestaba a la mayoría de los Romanos y no se disculpaba por detestarlos." Se burlaba de la falta de caridad, la ignorancia y, por añadidura, de la vanidad del clero secular. Los hombres del tiempo eran excesivamente aficionado a las barbas, así que Jerónimo decía, "Si hay cualquier santidad en una barba, nadie está más santos que una cabra!"Poco después de la muerte de su patrón, el papa Dámaso en Diciembre del 384 d.C., Jerónimo se vio obligado a abandonar Roma, tras una investigación trajo que alegaba que él había tenido una relación inapropiada con una viuda rica llamada Paula. Este no fue el único cargo en contra de él. Más grave fue la muerte de una mujer joven que había tratado de seguir su estilo de vida ascética, debido a la mala salud causada por los rigores que el exigió que siguiera. Todo el mundo podía ver cómo su salud disminuía durante los 4 meses que ella siguió a Jerónimo. La mayoría de los Romanos, estaban indignados por causar la muerte prematura de una animada y adorable joven, y en la insistencia de Jerónimo a su madre que no debía llorar por la muerte de su hija. Cuando criticó su dolor como excesivo, los Romanos decían que no tenia corazón.Así que en agosto de 385 d.C., dejó Roma para no regresar y regresó a Antioquía, acompañado por su hermano, varios amigos, y seguido un poco después por la viuda Paula y su hija. Los peregrinos, acompañados por el obispo Paulino de Antioquía, visitaron Jerusalén, Belén y Galilea, y luego fueron a Egipto, el hogar de los más grandes héroes de la vida ascética.En el verano de 388 regresó a Israel. Un estudiante rico de Jerónimo fundó un monasterio en Belén para que él lo administrara. Este monasterio incluyó 3 claustros para las mujeres y un albergue para los peregrinos.Fue allí que pasó sus últimos 34 años. Él terminó su mayor contribución, iniciada en el año 382 d.C. por la instrucción del Papa Dámaso: una traducción de la Biblia al Latín._________________________________________________________________________________________________________El problema no era que no había una Biblia en Latín; ¡el problema era que había demasiadas! Éstas variaban ampliamente en su exactitud y veracidad. Dámaso le había dicho, "Si vamos a depositar nuestra confianza en los textos latinos, es para nuestros adversarios decirnos cual, porque hay tantas variedades como existen copias. Si, por el contrario, buscamos encontrar la verdad de una comparación de muchas, ¿por qué no mejor volver al original griego y corregir los errores introducidos por traductores inexactos, y por las torpezas de alteraciones por críticos ignorantes, y, además, todo lo que se ha insertado o cambiado por copistas más dormidos que despiertos?"En primer lugar, Jerónimo trabajó a partir de la Septuaginta, la traducción griega del Antiguo Testamento. Pero luego estableció un precedente para posteriores traductores: el Antiguo Testamento tenía que ser traducido del original Hebreo. En su búsqueda de precisión, aprendió hebreo y consultó a rabinos judíos y eruditos.Una de las mayores diferencias que vio entre la Septuaginta y el original Hebreo era que los judíos no incluyen los libros ahora conocidos como los Libros Apócrifos en el canon de las Sagradas Escrituras. Aunque se sintió obligado a incluirlos, Jerónimo dejó en claro que aun si bien podrían ser considerados "libros" de la iglesia, no eran libros canónicos inspirados.Después de 23 años, Jerónimo completó su traducción, que los cristianos utilizaron por más de 1000 años, y en 1546 el concilio de Trento declaró que era el único auténtico texto latino de las Escrituras.Lo que ha marcado esta Biblia como única, fue el use del lenguaje de la vida cotidiana, Jerónimo del uso de la vida cotidiana o de la calle de sus tiempos, en lugar del lenguaje arcaico clásico de los eruditos latinos. Los académicos y el clero la desacreditaron como vulgar, pero se hizo muy popular. La Vulgata Latina, como fue llamada, se convirtió en la Biblia principal de la Iglesia Romana por el próximo milenio.La traducción de Jerónimo fue tan venerada que hasta la reforma, los eruditos traductores solo trabajaban en base a la Vulgata. Serían otros mil años hasta que traductores trabajaran directamente de los manuscritos griegos del NT. La Vulgata Latina aseguro que el Latín, en lugar de Griego, sería el lenguaje de la Iglesia Occidental. El resultado de igual manera fue que siglos más tarde hubiera una liturgia y Biblia que los laicos ya no podrían entender, y que esto precisamente era lo contrario de la intención original de Jerónimo. También es la razón por la que muchos nombres científicos y términos proceden del Latín, más que el griego, que era el idioma de los eruditos hasta la aparición de la Vulgata.La Biblia latina no fue la única obra en la cual Jerónimo trabajó mientras que estaba en Belén. Él también produjo varios comentarios, un catálogo de autores cristianos, y una respuesta al desafío del Pelagianismo, una enseñanza aberrante que veremos en un futuro episodio. A este periodo también pertenecen la mayoría de las polémicas de Jerónimo, sus denuncias de las obras y gente que Jerónimo consideraba peligrosa. Igual produjo un escrito sobre la amenaza de algunos de los errores de Orígenes. Denunció al Obispo Juan de Jerusalén y a otros, incluyendo algunos de sus amigos.Algunos de los escritos de Jerónimo contienen opiniones provocadoras sobre cuestiones morales. Cuando digo provocadora, estoy siendo generoso; eran, en el mejor de los casos aberrantes y al borde de ser heréticos. Todo esto surgió de su ascetismo extremo. Mientras que el Monasticismo que el seguía le permitida producir un enorme volumen de trabajo, su enfoque apasionado de la estricta disciplina fue nada mas que un extremismo legalista. El insistía en la abstinencia de una dieta normal, el empleo, e incluso el sexo matrimonial. Sus posiciones son tan extremas en este sentido, que incluso otros ascetas le llamaban radical.Por lo que sabemos, ninguna de las obras de Jerónimo se perdieron en el curso de los siglos. Hay unos manuscritos medievales que marcan el inicio de su labor en la traducción de la Biblia. Varias colecciones existentes del siglo 16 son las primeras copias de sus escritos. A través de los años, Jerónimo ha sido un tema favorito de los artistas, especialmente pintores del Renacimiento Italiano.Murió en Belén a finales de Septiembre de 420 d.C..