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iddio

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BASTA BUGIE - Cristianesimo
La miracolosa storia dell'Unitalsi

BASTA BUGIE - Cristianesimo

Play Episode Listen Later Mar 26, 2025 5:41


TESTO DELL'ARTICOLO ➜  https://www.bastabugie.it/8112LA MIRACOLOSA STORIA DELL'UNITALSI CHE PORTA A LOURDES 40MILA MALATI ALL'ANNOUn giovane a Lourdes nel 1903 minacciò il suicidio se non fosse stato guarito dalla Madonna... ma accadde l'impensabiledi Francesco De Sanctis C'è un treno bianco che, silenzioso, percorrendo le Alpi, porta i malati in pellegrinaggio a Lourdes. Tutti lo vedono, pochi però sanno che ogni passeggero ha una storia da raccontare. Una storia di sofferenza, di lacrime, di pianti, di fede perduta e poi ritrovata. Ogni storia ha però un "comun denominatore": la speranza di un miracolo, l'abbandono fiducioso nella Mamma celeste, Lei sola che può asciugare tutte le lacrime del mondo.Ora il treno è partito, e decine e decine di malati andranno a pregare l'Immacolata nel bellissimo santuario di Lourdes. Tutti conoscono l'UNITALSI (Unione Nazionale Italiana Trasporto Malati a Lourdes), ma non molti sanno però che la sua genesi è dovuta ad un singolare miracolo della Madonna. Un giovane ammalato, esasperato dal dolore, aveva gridato, davanti alla grotta di santa Bernadette: «O la Madonna a Lourdes mi guarisce, oppure là, dinanzi al suo santuario mi uccido!».Egli chiedeva un intervento dall'alto, supplicando la Madonna stessa di guarirlo. Cosa accadde in seguito?Nel 1903 fu organizzato un pellegrinaggio nazionale a Lourdes, diretto da monsignor Radini Tedeschi, vescovo di Bergamo. Viaggiavano per proprio conto quattro ammalati, uno dei quali attirava l'attenzione per la sua figura. Era un giovane romano di circa 30 anni, dal viso pallido, dallo sguardo truce. Il suo comportamento, il suo fare sprezzante ed altero allontanavano da lui quella naturale e spontanea simpatia, che ogni anima cristiana sente verso un infelice. Solo a guardarlo negli occhi si capiva che quel poveretto doveva sostenere dentro di sé una lotta terribile, che poteva volgere al tragico. Ma la Vergine vegliava amorosamente su quel giovane. Avrebbe Essa permesso che ai suoi piedi, un suo figlio, in un momento di follia... di disperazione, mandasse ad effetto il suo triste disegno?Il 2 settembre era il giorno stabilito per il ritorno in Italia. Una giornata triste. Dopo un ultimo commovente saluto alla grotta, i pellegrini si affrettarono alla stazione. Nell'attraversare i binari, dentro una carrozzella, giaceva il giovane pallido, sfinito dal male; ma il suo sguardo questa volta era lieto e sereno. Era così trasformato che quasi non sembrava lui. Invece era lui, proprio lui: il giovane malato che poco prima aveva minacciato il suicidio ora appariva trasfigurato e guarito nell'anima. Aveva gettato via la rivoltella con cui voleva togliersi la vita. Lasciamogli però la parola: «Sono venuto a Lourdes deciso a porre fine ai miei giorni con un colpo di rivoltella qualora non avessi ottenuto la guarigione. Iddio ha disposto altrimenti ed un sorriso della Vergine è bastato a mutarmi. Mi sento rassegnato, mi sento felice nella mia infelicità e voglio dedicare le mie deboli forze per onorare la Madonna».Quel giovane, Giovanni Battista Tommasi, mantenne la parola. Tornato a Roma, manifesto a monsignor Radini Tedeschi l'idea di fondare "L'unione Nazionale Italiana Trasporto Malati a Lourdes". Monsignor Radini accettò l'idea, l'aiutò, l'assecondò ed in breve tempo sorse in Roma l'associazione. Il giovane ne fu non solo il fondatore, ma il primo presidente per parecchi anni.Oggi l'UNITALSI porta ogni anno a Lourdes circa 40mila pellegrini in risposta all'appello della Vergine alla piccola Bernadette: «Si venga qui in processione». Così è stato e sempre sarà. Ogni anno migliaia di persone si mettono in cammino verso Lourdes, con il loro carico di dolore e di fede, di speranza e di carità. Tanti si convertono e cambiano vita. Tanti tornano a casa con il cuore trasformato dall'azione materna dell'Immacolata.Cerchiamo anche noi un treno bianco e saliamoci su. Anche se solo con l'intenzione, andiamo pellegrini a Lourdes perché, in un certo senso, anche noi siamo malati, se non nel fisico nell'anima. Chiediamo all'Immacolata di sanare prima di tutto le nostre piaghe spirituali e alla grotta santa supplichiamola di trasformarci, di renderci nuove creature, di darci l'unica cosa veramente importante in questa vita: non la sanità del corpo, ma la santità.

Adorazioni eucaristiche di don Leonardo Maria Pompei
Senza fede è impossibile piacere a Dio

Adorazioni eucaristiche di don Leonardo Maria Pompei

Play Episode Listen Later Mar 6, 2025 12:58


Meditazione all'ora santa di giovedì 6 marzo 2025Dalla lettera agli Ebrei (capitolo 11,1-16) La fede è realtà di cose sperate, e convincimento di cose che non si vedono. In questa gli antichi ricevettero buona testimonianza. Per fede noi pensiamo che il mondo è stato formato dalla parola di Dio, in modo che ciò che si vede non è sorto da cose che già apparivano. Per fede Abele offrì a Dio un sacrificio più eccellente che quel di Caino, e per esso ebbe la testimonianza di essere giusto, attestandolo Dio stesso col gradire le offerte di lui, e per via della fede, essendo morto, parla ancora. Per la fede Enoc fu trasportato sì che non vedesse la morte e non si trovò più perché Dio l'aveva portato via, ma prima della sparizione ricevette la testimonianza di essere piaciuto a Dio. Or senza fede non è possibile piacere a Dio, poiché chi s'accosta a Dio, deve credere che Egli esiste, e che Egli è rimuneratore di quelli che lo cercano. - Per la fede Noè divinamente avvisato di cose ancor non visibili, con pia cautela costruì un'arca per la salvezza della sua casa, e per essa condannò il mondo e divenne erede di quella giustizia che si ottiene secondo la fede. Per la fede Abramo chiamato a partire per un luogo che doveva ricevere in eredità, obbedì, e partì senza sapere dove andava. E per la sua fede venne a stanziarsi nella terra promessa come in terra straniera abitando nelle tende, insieme con Isacco e Giacobbe, eredi con lui della medesima promessa; poiché egli attendeva la città fornita di solide fondamenta, di cui architetto e costruttore è Iddio. - Per la fede la stessa Sara ricevette, oltre il limite dell'età, la virtù di dare in luce una creatura, poichè stimò fedele chi l'aveva promesso. E però da uno solo, e da uno già decrepito nacquero tanti di numero quante sono le stelle del cielo e i granelli di sabbia presso la riva del mare, che sono innumerabili. - Nella fede morirono tutti costoro senza aver conseguito la terra che era stata promessa, ma vedendola di lontano, e abbracciandola, e confessando di essere forestieri e di passaggio sulla terra. Chi dice così mostra chiaramente che è in cerca di una patria. Se avessero avuto in mente quella onde erano usciti, avrebbero avuto tempo di ritornarvi, invece aspirano ad una migliore e vale a dire a una patria celeste. E però Dio non si vergogna di essere chiamato il Dio loro, poiché preparò loro una città.

Economia per Tutti - Piano Inclinato
Difesa nella geostrategia mutevole. Con Leonardo Lucchesi. EpT S05E20

Economia per Tutti - Piano Inclinato

Play Episode Listen Later Feb 12, 2025 30:08


"Dagli amici mi guardi Iddio, che dai nemici mi guardo io". Ma cosa succede quando da tanto, troppo, tempo non si è più abituati a guardarsi dai nemici né dagli amici?Per comprendere l'economia, bisogna comprendere la natura umana.Puoi trovarci su tutte le piattaforme di podcast, inclusa la tua preferita.web:⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠http://www.PianoInclinato.it⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠email:⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠redazione@pianoinclinato.it⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠Newsletter Alieno Gentile:⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠https://alienogentile.substack.com/⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠

Il Nostro Pane Quotidiano
Ricominciare - 1 Gennaio 2025

Il Nostro Pane Quotidiano

Play Episode Listen Later Jan 1, 2025 3:01


Tutti quelli ai quali Iddio aveva destato lo spirito, si mossero per andare a ricostruire la casa dell'Eterno che è a Gerusalemme.Esdra 1:5

Rassegna di geopolitica
Rassegna di Geopolitica. Dagli amici mi guardi iddio. Il problema delle relazioni di Washington con gli alleati - Puntata del 4/09/2024

Rassegna di geopolitica

Play Episode Listen Later Sep 4, 2024 11:04


Onda Aragonesa
Las mañanas de Onda Aragonesa, Miguel Ángel Santolaria

Onda Aragonesa

Play Episode Listen Later Feb 27, 2024 33:30


Con Miguel Ángel Santolaria hablamos de la gran ópera de Puccini, Madama Butterfly, que fue estrenada en La Scala de Milán, el 17 de febrero de 1904, por lo que se han cumplido recientemente 120 años de su aparición en los escenarios. También escucharemos, en la voz maravillosa de nuestra prima donna zaragozana, Pilar Lorengar, las dos principales arias de la obra: Un bel di vedremo y Tu, tu piccolo Iddio.

BASTA BUGIE - Santi e beati
L'attualità del santo Curato d'Ars

BASTA BUGIE - Santi e beati

Play Episode Listen Later Aug 2, 2023 14:35


TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=160L'ATTUALITA' DEL SANTO CURATO D'ARS di Benedetto XVICari fratelli e sorelle, nell'odierna catechesi vorrei ripercorrere brevemente l'esistenza del Santo Curato d'Ars sottolineandone alcuni tratti, che possono essere di esempio anche per i sacerdoti di questa nostra epoca, certamente diversa da quella in cui egli visse, ma segnata, per molti versi, dalle stesse sfide fondamentali umane e spirituali. Proprio ieri si sono compiuti 150 anni dalla sua nascita al Cielo: erano infatti le due del mattino del 4 agosto 1859, quando san Giovanni Battista Maria Vianney, terminato il corso della sua esistenza terrena, andò incontro al Padre celeste per ricevere in eredità il regno preparato fin dalla creazione del mondo per coloro che fedelmente seguono i suoi insegnamenti (cfr Mt 25, 34). Quale grande festa deve esserci stata in Paradiso all'ingresso di un così zelante pastore! Quale accoglienza deve avergli riservata la moltitudine dei figli riconciliati con il Padre, per mezzo dalla sua opera di parroco e confessore! Ho voluto prendere spunto da questo anniversario per indire l'Anno Sacerdotale, che, com'è noto, ha per tema Fedeltà di Cristo, fedeltà del sacerdote. Dipende dalla santità la credibilità della testimonianza e, in definitiva, l'efficacia stessa della missione di ogni sacerdote.Giovanni Maria Vianney nacque nel piccolo borgo di Dardilly l'8 maggio del 1786, da una famiglia contadina, povera di beni materiali, ma ricca di umanità e di fede. Battezzato, com'era buon uso all'e-poca, lo stesso giorno della nascita, consacrò gli anni della fanciullezza e dell'adolescenza ai lavori nei campi e al pascolo degli animali, tanto che, all'età di diciassette anni, era ancora analfabeta. Conosceva però a memoria le preghiere insegnategli dalla pia madre e si nutriva del senso religioso che si respirava in casa. I biografi narrano che, fin dalla prima giovinezza, egli cercò di conformarsi alla divina volontà anche nelle mansioni più umili.Nutriva in animo il desiderio di divenire sacerdote, ma non gli fu facile assecondarlo. Giunse infatti all'ordinazione presbiterale dopo non poche traversie ed incomprensioni, grazie all'aiuto di sapienti sacerdoti, che non si fermarono a considerare i suoi limiti umani, ma seppero guardare oltre, intuendo l'orizzonte di santità che si profilava in quel giovane veramente singolare. Così, il 23 giugno 1815, fu ordinato diacono e, il 13 agosto seguente, sacerdote. Finalmente all'età di 29 anni, dopo molte incertezze, non pochi insuccessi e tante lacrime, poté salire l'altare del Signore e realizzare il sogno della sua vita.Il Santo Curato d'Ars manifestò sempre un'altissima considerazione del dono ricevuto. Affermava: «Oh! Che cosa grande è il sacerdozio! Non lo si capirà bene che in Cielo… se lo si comprendesse sulla terra, si morirebbe, non di spavento ma di amore!» (Abbé Monnin, Esprit du Curé d'Ars, p. 113). Inoltre, da fanciullo aveva confidato alla madre: «Se fossi prete, vorrei conquistare molte anime» (Abbé Monnin, Procès de l'ordinaire, p. 1064). E così fu. Nel servizio pastorale, tanto semplice quanto straordinariamente fecondo, questo anonimo parroco di uno sperduto villaggio del sud della Francia riuscì talmente ad immedesimarsi col proprio ministero, da divenire, anche in maniera visibilmente ed universalmente riconoscibile, alter Christus, immagine del Buon Pastore, che, a differenza del mercenario, dà la vita per le proprie pecore (cfr Gv 10,11). Sull'esempio del Buon Pastore, egli ha dato la vita nei decenni del suo servizio sacerdotale. La sua esistenza fu una catechesi vivente, che acquistava un'efficacia particolarissima quando la gente lo vedeva celebrare la Messa, sostare in adorazione davanti al tabernacolo o trascorrere molte ore nel confessionale.Centro di tutta la sua vita era dunque l'Eucaristia, che celebrava ed adorava con devozione e rispetto. Altra caratteristica fondamentale di questa straordinaria figura sacerdotale era l'assiduo ministero delle confessioni. Riconosceva nella pratica del sacramento della penitenza il logico e naturale compimento dell'apostolato sacerdotale, in obbedienza al mandato di Cristo: «A chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete resteranno non rimessi» (cfr Gv 20,23). San Giovanni Maria Vianney si distinse pertanto come ottimo e instancabile confessore e maestro spirituale. Passando «con un solo movimento interiore, dall'altare al confessionale», dove trascorreva gran parte della giornata, cercava in ogni modo, con la predicazione e con il consiglio persuasivo, di far riscoprire ai parrocchiani il significato e la bellezza della penitenza sacramentale, mostrandola come un'esigenza intima della Presenza eucaristica (cfr Lettera ai sacerdoti per l'Anno Sacerdotale).I metodi pastorali di san Giovanni Maria Vianney potrebbero apparire poco adatti alle attuali condizioni sociali e culturali. Come potrebbe infatti imitarlo un sacerdote oggi, in un mondo tanto cambiato? Se è vero che mutano i tempi e molti carismi sono tipici della persona, quindi irripetibili, c'è però uno stile di vita e un anelito di fondo che tutti siamo chiamati a coltivare. A ben vedere, ciò che ha reso santo il Curato d'Ars è stata la sua umile fedeltà alla missione a cui Iddio lo aveva chiamato; è stato il suo costante abbandono, colmo di fiducia, nelle mani della Provvidenza divina. Egli riuscì a toccare il cuore della gente non in forza delle proprie doti umane, né facendo leva esclusivamente su un pur lodevole impegno della volontà; conquistò le anime, anche le più refrattarie, comunicando loro ciò che intimamente viveva, e cioè la sua amicizia con Cristo. Fu «innamorato» di Cristo, e il vero segreto del suo successo pastorale è stato l'amore che nutriva per il Mistero eucaristico annunciato, celebrato e vissuto, che è divenuto amore per il gregge di Cristo, i cristiani e per tutte le persone che cercano Dio. La sua testimonianza ci ricorda, cari fratelli e sorelle, che per ciascun battezzato, e ancor più per il sacerdote, l'Eucaristia «non è semplicemente un evento con due protagonisti, un dialogo tra Dio e me. La Comunione eucaristica tende ad una trasformazione totale della propria vita. Con forza spalanca l'intero io dell'uomo e crea un nuovo noi» ( Joseph Ratzinger, La Comunione nella Chiesa , p. 80).Lungi allora dal ridurre la figura di san Giovanni Maria Vianney a un esempio, sia pure ammirevole, della spiritualità devozionale ottocentesca, è necessario al contrario cogliere la forza profetica che con-trassegna la sua personalità umana e sacerdotale di altissima attualità. Nella Francia post-rivoluzionaria che sperimentava una sorta di «dittatura del razionalismo» volta a cancellare la presenza stessa dei sacerdoti e della Chiesa nella società, egli visse, prima - negli anni della giovinezza - un'eroica clandestinità percorrendo chilometri nella notte per partecipare alla Santa Messa. Poi - da sacerdote - si contraddistinse per una singolare e feconda creatività pastorale, atta a mostrare che il razionalismo, allora imperante, era in realtà distante dal soddisfare gli autentici bisogni dell'uomo e quindi, in definitiva, non vivibile.Cari fratelli e sorelle, a 150 anni dalla morte del Santo Curato d'Ars, le sfide della società odierna non sono meno impegnative, anzi forse, si sono fatte più complesse. Se allora c'era la «dittatura del razionalismo», all'epoca attuale si registra in molti ambienti una sorta di «dittatura del relativismo». Entrambe appaiono risposte inadeguate alla giusta domanda dell'uomo di usare a pieno della propria ragione come elemento distintivo e costitutivo della propria identità. Il razionalismo fu inadeguato perché non tenne conto dei limiti umani e pretese di elevare la sola ragione a misura di tutte le cose, trasformandola in una dea; il relativismo contemporaneo mortifica la ragione, perché di fatto arriva ad affermare che l'essere umano non può conoscere nulla con certezza al di là del campo scientifico positivo. Oggi però, come allora, l'uomo «mendicante di significato e compimento» va alla continua ricerca di risposte esaustive alle domande di fondo che non cessa di porsi. Avevano ben presente questa «sete di verità», che arde nel cuore di ogni uomo, i Padri del Concilio ecumenico Vaticano II quando affermarono che spetta ai sacerdoti, «quali educatori della fede», formare «un'autentica comunità cristiana» capace di aprire «a tutti gli uomini la strada che conduce a Cristo» e di esercitare «una vera azione materna» nei loro confronti, indicando o agevolando a che non crede «il cammino che porta a Cristo e alla sua Chiesa», e costituendo per chi già crede «stimolo, alimento e sostegno per la lotta spirituale» (cfr Presbyterorum ordinis , 6). L'insegnamento che a questo proposito continua a trasmetterci il Santo Curato d'Ars é che, alla base di tale impegno pastorale, il sacerdote deve porre un'intima unione personale con Cristo, da coltivare e accrescere giorno dopo giorno.

Vera Vita
168: 40 - Che cosa rivelò Dio all'uomo perchè gli servisse come regola di obbedienza?

Vera Vita

Play Episode Play 26 sec Highlight Listen Later May 31, 2023 2:27


Tanti credono in molte cose, ma purtroppo pochi hanno una fede basata sulla Parola di Dio. Questo catechismo ti aiuterà ad avere una fede solida. Questo è domanda e risposta n. 40 della serie di domande e risposte brevi dal catechismo battista del 1693 - versione di Charles Spurgeon.Domanda: Che cosa rivelò Dio all'uomo perchè gli servisse come regola di obbedienza?Risposta: La regola che Iddio rivelò dapprima all'uomo perchè questi la osservasse, fu la legge morale, che è riassuntivamente compresa nei dieci comandamenti.Versetti:Deut. 10: 4 - Il SIGNORE scrisse su quelle due tavole ciò che era stato scritto la prima volta, cioè i dieci comandamenti che il SIGNORE aveva pronunciato per voi sul monte, parlando dal fuoco, il giorno dell'assemblea. E il SIGNORE me le diede.Matteo 19: 17 - Gesù gli rispose: «Perché m'interroghi intorno a ciò che è buono? Uno solo è il buono. Ma se vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti».Link:Ebook - Fede RiformataConfessione di Fede BattistaVerità & Vita PodcastLa Soluzione per la tua PauraLibretto gratis - Mi ConnettoLibretto gratis - Riforma 500Libretto gratis - LiberoSpeakpipe - Lasciaci una domanda o commento Catechismo Playlist

BASTA BUGIE - Storia
Il battesimo di Clodoveo nel 496 cambia la storia d'Europa

BASTA BUGIE - Storia

Play Episode Listen Later Dec 21, 2022 14:58


VIDEO: Clodoveo ➜ https://www.youtube.com/watch?v=qB293nyWv88TESTO DELL'ARTICOLO ➜ www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7255IL BATTESIMO DI CLODOVEO NEL 496 CAMBIA LA STORIA D'EUROPAOltre a convertire i barbari, la Chiesa doveva renderli capaci di sviluppare una grande civiltà. Tale era il piano divino e a questo scopo Essa aveva bisogno di un potente aiuto, di una spada che prendesse le sue difese, di un guardiano che preservasse i suoi diritti dalle aggressioni, di un potere secolare che fosse garante della sua indipendenza e le assicurasse, nel nuovo ordine di cose, una certa sovranità temporale diventatale più indispensabile che mai. Insomma, per assecondare l'azione della Chiesa, era necessario un popolo che unisse la rettitudine dell'animo, il carattere energico, il potere delle armi, un alto spirito di proselitismo e un ardore cavalleresco e cristiano per la causa della religione.Questo popolo stava per comparire e inaugurare una missione che per 14 secoli sarebbe stata consacrata dalla famosa formula: "Gesta Dei per francos". I franchi, uno dei popoli barbari, avrebbero avuto questa missione provvidenziale.Al contrario della maggioranza dei germani, che aveva abbracciato l'arianesimo, i franchi erano ancora pagani. Dall'anno 481 era alla loro testa un grande guerriero, Clodoveo, che nel 493 aveva sposato una nipote del Re dei burgundi, la principessa Clotilde. Il Re dei burgundi aveva assassinato tutta la famiglia di Clotilde (rimanendo così solo a governare), odiata dalla sua coscienza e dalla sua fede, che erano ariane come tutta la corte dei burgundi. Clotilde, infatti, era cattolica fervente e aveva sofferto la persecuzione degli ariani fanatici, temprando così le virtù che la dovevano sostenere nella sua grande missione.Divenuta sposa di Clodoveo, ella seppe presto conquistare il cuore del barbaro per mezzo della sua dolcezza e santità e, a poco a poco, riuscì a moderare le feroci abitudini di Clodoveo. Ella gli parlava spesso della inutilità degli idoli e della grandezza e soavità della religione cristiana, così come della speranza nell'eternità ad essa congiunta.Clodoveo, per quanto abbagliato, non voleva darsi per vinto. L'influenza di Clotilde era comunque tale che egli permise il battesimo del suo figlio primogenito; la creatura però morì e Clodoveo rimproverò aspramente la sua sposa attribuendo la morte del bambino alla collera degli dei. Tuttavia l'amore per Clotilde fece sì che ella riuscisse a far battezzare anche il secondo figlio. Ma quando, come il primo, anche questo bambino cadde gravemente malato, la collera del Re esplose in modo terribile. Iddio, che voleva mettere alla prova per l'ultima volta la fede della sposa, guarì miracolosamente la creaturina per le preghiere della madre: Clodoveo rimase profondamente impressionato da questo fatto.Poco dopo, nel 496, un altro popolo barbaro, quello degli alemanni, attraversò il Reno. Clodoveo ingaggiò battaglia contro esso vicino a Colonia, nella pianura di Tolbiac. Nel cuore della battaglia l'esercito di Clodoveo sbanda, la vittoria gli sfugge ed egli stesso è sul punto di cadere in potere dei suoi nemici; in quel momento gli tornano alla memoria gli insegnamenti di Clotilde. "Dio di Clotilde - grida a tutto petto - dammi la vittoria e non avrò altro Dio all'infuori di te!"; pochi istanti dopo l'esito della battaglia si rovescia, gli alemanni sono presi dal terrore, retrocedono, fuggono e quelli che non vengono uccisi si arrendono.Clodoveo mantenne il suo giuramento di rozzo, ma forte e lealissimo uomo naturale. Dopo Tolbiac, egli accettò di essere istruito nella fede da due santi vescovi (uno dei quali era il famoso S. Remigio, vescovo di Reims).Un episodio, avvenuto nel corso della sua istruzione religiosa, è utile per dare un'idea del forte spirito guerriero e del coraggio di questo capo dei franchi: all'udire che Gesù, uomo innocente e suo Salvatore, era stato impunemente crocifisso proruppe in un violento grido: "Infami assassini! fossi stato presente io coi miei franchi non sarebbe finita così!".Clodoveo si fece battezzare la vigilia di Natale del 496. Tremila suoi guerrieri, disposti a lasciare, come il loro capo, il culto degli idoli per quello di Gesù Cristo, lo circondavano nell'imponente cerimonia la cui grandezza era accresciuta dalla presenza di numeroso clero e dal canto degli inni sacri. Nel battezzarlo S. Remigio, detto il Samuele francese, fece udire a Clodoveo queste sublimi parole, formula di tutto il nuovo ordine che stava per sorgere: "Abbassa il capo, condottiero; adora quel che bruciasti e brucia quel che adorasti!".La conversione del Re e dei principali guerrieri franchi provocò la conversione della nazione, e l'esempio di Clodoveo contagiò anche le nazioni vicine, venendo imitato anche da altri capi franchi, come Valarico e i suoi figli. Due sorelle di Clodoveo, una pagana e l'altra ariana, ricevettero rispettivamente il battesimo e la riconciliazione con la Chiesa.La conversione di Clodoveo decise il futuro religioso di tutta la sua razza, poiché egli non tardò ad estendere il suo dominio sui territori che dipendevano da altri capi e a riunire tutte le tribù sotto un'unica monarchia. Il battesimo dei franchi fu, dunque, un evento di immensa portata. La conversione di un potente popolo germanico alla fede cattolica portava il sigillo del trionfo del cristianesimo contro l'eresia ariana e se tre tribù di germani abbandonarono la dottrina di Ario nel corso del VI secolo, lo si deve alla conversione dei franchi al cattolicesimo.Sarà necessario lavorare ancora per molto tempo per far penetrare la vita cristiana e sradicare i resti del paganesimo nel popolo franco, tuttavia la sua fedeltà alla Chiesa Romana non verrà smentita; la sua storia domina a partire da allora quella degli altri popoli e si lega strettamente alla storia della Chiesa. Esso salverà nel VII secolo la Cristianità contro l'invasione dell'Islam. Esso difenderà il papato minacciato dai longobardi e opererà sotto Carlo Magno per la conversione della Germania e, più tardi, dei Paesi Bassi. L'Inghilterra riceverà la civiltà da un popolo di cavalieri che l'aveva ricevuta dai franchi. I popoli scandinavi riceveranno da missionari franchi le prime scintille della fede. L'Oriente, durante le crociate, rimarrà tanto meravigliato dalle prodezze di questo popolo cavalleresco, che conserverà fino ai nostri giorni l'abitudine di identificare la fede romana con la civiltà francese.Nota di BastaBugie: Massimo Viglione nell'articolo seguente dal titolo "Il battesimo e la consacrazione di Re Clodoveo" parla dell'ampolla del sacro crisma portato dal cielo per mezzo d'una colomba, che servì a consacrare Clodoveo e tutti i re di Francia, suoi successori.Ecco l'articolo pubblicato su Radio Roma Libera l'8 maggio 2020:Clodoveo, figlio del capo della tribù dei Sicambri, aveva 11 anni quando nel 476 cadde per sempre l'Impero Romano d'Occidente. Quattro anni dopo divenne Re dei Franchi Salii, e da sovrano seppe sempre scegliere come suoi consiglieri vescovi cattolici, sebbene egli fosse ancora pagano e metà del suo popolo cristiano ma ariano. [...]Nel 493, dopo una serie di vittorie, l'esercito di Clodoveo stava per essere distrutto nella Battaglia di Tolbiac. Nel momento del più grande timore, Clodoveo ebbe la forza di imitare Costantino, giurando che qualora la sorte della battaglia si fosse rovesciata egli si sarebbe battezzato. [...]La vittoria arrise miracolosamente e subitaneamente a Clodoveo, il quale, incoraggiato anche dalla nascita del desiderato erede, nella notte di Natale del 496, assistito dalle preghiere di Clotilde, ricevette il Battesimo da san Remigio. [...]Ma un miracolo ancor più grande stava per avvenire, destinato a segnare per sempre la storia della Francia monarchica. Per un banale incidente, era venuto a mancare l'olio benedetto; san Remigio allora si mise a pregare, e subito, come riporta mons. Delassus, [...] che riprende il racconto del Baronio: Dio volle mostrare visibilmente quello che dice a tutti i fedeli: "Quando due o tre sono riuniti in mio nome, io mi trovo in mezzo a loro". Infatti, tutto ad un tratto, una gran luce, più risplendente che quella del sole, riempì tutta la cappella e in pari tempo s'intesero queste parole: "La pace sia con voi. Son io non temete: mantenetevi nel mio amore".Poi, dette queste parole la luce disparve e un odore d'ineffabile soavità profumò il palazzo, a fine di provare evidentemente che l'autore della luce, della pace e della dolcezza era venuto, perché, eccettuato il Vescovo, nessuno degli astanti aveva potuto vederlo, perché erano tutti abbagliati dallo splendore della luce. Il suo splendore penetrò il santo Vescovo, e la luce che raggiava da lui illuminava il palazzo con maggior splendore delle luci che lo rischiaravano.

Calendario Parole di Vita 2022
L'IMMENSO AMORE DI DIO • 18 Novembre 2022

Calendario Parole di Vita 2022

Play Episode Listen Later Nov 17, 2022 1:44


Meditazione dal Calendario Parole di Vita 2022....Iddio mostra la grandezza del proprio amore per noi, in quanto che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi(Romani 5:8)

DANIELA E LUIGI Archivi - HopeMedia Italia
Ubbidienza alle leggi di Dio e salute

DANIELA E LUIGI Archivi - HopeMedia Italia

Play Episode Listen Later Jul 21, 2022 16:09


Dio, al popolo di Israele uscito dall'Egitto in cammino attraverso il deserto, si presenta come l'Iddio che guarisce e che dà consigli per mantenere la salute. Gesù nei Vangeli sottolinea L'articolo Ubbidienza alle leggi di Dio e salute è stato appena pubblicato su HopeMedia Italia.

Calendario Parole di Vita 2022
DIO VUOLE SALVARTI • 22 Maggio 2022

Calendario Parole di Vita 2022

Play Episode Listen Later May 21, 2022 1:43


Meditazione dal Calendario Parole di Vita 2022.Infatti, Iddio non ha mandato il suo Figliuolo nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui(Giovanni 3:17)

Calendario Parole di Vita 2022
DIO AMA PERFETTAMENTE • 11 Maggio 2022

Calendario Parole di Vita 2022

Play Episode Listen Later May 10, 2022 1:46


Meditazione dal Calendario Parole di Vita 2022.Iddio mostra la grandezza del proprio amore per noi, in quanto che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi(Romani 5:8)

BASTA BUGIE - Omelie
Omelia della V Domenica Tempo Ord. - Anno C (Lc 5,1-11)

BASTA BUGIE - Omelie

Play Episode Listen Later Feb 1, 2022 5:34


TESTO DELL'ARTICOLO ➜ www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6828OMELIA V DOMENICA TEMPO ORD. - ANNO C (Lc 5,1-11)Le letture di questa domenica ci fanno meditare sul dono delle vocazioni. Che cos'è la vocazione? Si può dire che è una chiamata particolare a seguire Gesù più da vicino nella vita religiosa o sacerdotale. Il Signore sceglie delle creature e dona loro la grazia più grande dopo quella del santo Battesimo. La vita consacrata è, infatti, un anticipo già su questa terra della vita angelica che si condurrà un giorno in Paradiso. Nella prima lettura abbiamo ascoltato il racconto della vocazione del profeta Isaia. La risposta del Profeta è stata pronta e generosa: «Eccomi, manda me!» (Is 6,8). E nel Vangelo abbiamo sentito come Gesù chiamò i suoi primi Discepoli e come loro, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono. Gesù inoltre dice a Pietro: «D'ora in poi sarai pescatore di uomini» (Lc 5,10), ovvero collaboratore di Dio nella salvezza dei fratelli.Certamente il Signore chiama molti giovani alla vita consacrata o sacerdotale, dal momento che immensi sono i bisogni delle anime da salvare in ogni angolo della terra. Purtroppo sono sempre troppo pochi quelli che rispondono generosamente lasciando tutto per seguire il Signore. In proposito si racconta un episodio della vita di san Francesco Saverio.Una volta questo Santo, dopo aver predicato ai giapponesi sull'immenso amore di Dio nel donarci il suo Unigenito Figlio, sentì farsi questa grave obiezione: «Come mai Iddio, se è così buono come tu dici, ha aspettato tanto a farci conoscere i misteri del Cristianesimo?». A questa domanda, san Francesco Saverio si rattristò, poi si fece coraggio e rispose: «Volete saperlo?... Ecco: Dio aveva incaricato molti cristiani di venire ad annunziarvi il Vangelo; ma molti di essi non hanno voluto obbedire...».San Francesco Saverio fece un appello ai giovani che perdevano il loro tempo più bello in cose inutili: «Come vorrei... far conoscere a tanti uomini, più ricchi di scienza che di amore, il grande numero di anime che, per loro negligenza, sono prive della grazia e forse vanno all'inferno. Sono milioni di infedeli che forse si farebbero cristiani, se ci fossero missionari».Il missionario è veramente un pescatore di uomini, che non bada a sacrifici pur di guadagnare anime a Gesù Cristo. La vocazione missionaria è una vocazione eroica; santa Teresina del Bambin Gesù, paragonava il missionario al martire che perde la sua vita per amor di Dio. Dio chiama, chiama molti giovani. San Giovanni Bosco, in base alla sua esperienza di educatore della gioventù, diceva che un giovane su tre ha il dono della vocazione. Pensiamo a quante chiamate e a quante poche risposte...Bisogna pregare molto per ottenere il dono di numerose e sante vocazioni. Questo è il dono più grande, più necessario alla Chiesa e al mondo intero. A nulla varrebbero le più grandi opere se mancassero gli operai della messe. Diceva san Giovanni Maria Vianney: «Lasciate un paese per vent'anni senza sacerdote e gli uomini vi adoreranno le bestie». Pensiamo a quanti paesi sono senza sacerdote, a quante anime sono senza pastore. Bisogna molto pregare per implorare un dono così grande! Nella vita di mons. Ketteler, vescovo di Magonza in Germania, si legge un episodio molto bello, che ci fa capire quanto valga la preghiera umile e nascosta.Celebrando la Santa Messa in un monastero, mons. Ketteler rimase stranamente colpito, nel distribuire la Santa Comunione, alla vista di una suora. Quel volto lo aveva già visto in un'altra occasione. Finita la Messa espresse il desiderio di parlare alla Comunità: tutte le religiose si radunarono, ma il Vescovo non vi trovò quella che tanto l'aveva impressionato. Chiese se tutte fossero presenti e seppe che mancava una suora, che era già al lavoro. Venne chiamata e interrogata su quello che faceva, su quelle che erano le sue preghiere nel corso della giornata. Ella rispose che fin da bambina pregava molto il Sacro Cuore di Gesù e che di notte dedicava un'ora di preghiera per la conversione di quei giovani intelligenti, chiamati al sacerdozio, ma che trascurano la loro vocazione. Ancora più impressionato il Vescovo disse alla Superiora: «Io debbo la mia conversione da una vita frivola a questa suora. Una notte, nella foga della danza, vidi improvvisamente davanti a me un volto che mi fissava intensamente. Ne rimasi sbalordito, meditai su quella strana apparizione, compresi la leggerezza del mio operare e cambiai vita, entrando in Seminario. Oggi, nel distribuire la Comunione, ho riconosciuto quel volto, apparsomi nella notte».Ogni vocazione è un miracolo e solo la preghiera lo può ottenere.

Podcast di Giacinto Butindaro
Se uno guasta il tempio di Dio, Iddio guasterà lui

Podcast di Giacinto Butindaro

Play Episode Listen Later Apr 27, 2021 55:50


Se uno guasta il tempio di Dio, Iddio guasterà lui

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Episode 96: Lingua Italiana - "Parole di Vita" .3gp / "اللغة الإيطالية - "كلمات الحياة

===="Bishaaro Wanaagsan", "Heesaha Injiilka", "Ereyada Nolosha" - Luqadaha Ugu Muhiimsan ee Lagu Adeegsaday Soomaaliya / "Goo

Play Episode Listen Later Apr 7, 2021 64:33


Luqadda Talyaaniga - "Ereyada Nolosha" / "Words of Life" - Italian Language - .3gp // Giovanni 11 Nel principio era la Parola, e la Parola era con Dio, e la Parola era Dio. 2 Essa era nel principio con Dio. 3 Ogni cosa è stata fatta per mezzo di lei; e senza di lei neppure una delle cose fatte è stata fatta. 4 In lei era la vita; e la vita era la luce degli uomini; 5 e la luce splende nelle tenebre, e le tenebre non l'hanno ricevuta. 6 Vi fu un uomo mandato da Dio, il cui nome era Giovanni. 7 Egli venne come testimone per render testimonianza alla luce, affinché tutti credessero per mezzo di lui. 8 Egli stesso non era la luce, ma venne per render testimonianza alla luce. 9 La vera luce che illumina ogni uomo, era per venire nel mondo. 10 Egli era nel mondo, e il mondo fu fatto per mezzo di lui, ma il mondo non l'ha conosciuto. 11 E' venuto in casa sua, e i suoi non l'hanno ricevuto; 12 ma a tutti quelli che l'hanno ricevuto egli ha dato il diritto di diventar figliuoli di Dio; a quelli, cioè, che credono nel suo nome; 13 i quali non son nati da sangue, né da volontà di carne, né da volontà d'uomo, ma son nati da Dio. 14 E la Parola è stata fatta carne ed ha abitato per un tempo fra noi, piena di grazia e di verità; e noi abbiam contemplata la sua gloria, gloria come quella dell'Unigenito venuto da presso al Padre. 15 Giovanni gli ha resa testimonianza ed ha esclamato, dicendo: Era di questo che io dicevo: Colui che vien dietro a me mi ha preceduto, perché era prima di me. 16 Infatti, è della sua pienezza che noi tutti abbiamo ricevuto, e grazia sopra grazia. 17 Poiché la legge è stata data per mezzo di Mosè; la grazia e la verità son venute per mezzo di Gesù Cristo. 18 Nessuno ha mai veduto Iddio; l'unigenito Figliuolo, che è nel seno del Padre, è quel che l'ha fatto conoscere. 

Podcast di Giacinto Butindaro
L’Iddio di ogni grazia ha voluto farci grazia

Podcast di Giacinto Butindaro

Play Episode Listen Later Apr 6, 2021 61:32


L’Iddio di ogni grazia ha voluto farci grazia

Catechesi | RRL
194 - «Hai spezzato le mie catene» (Parte I)

Catechesi | RRL

Play Episode Listen Later Mar 1, 2021 3:09


Dopo la descrizione di tanti dolori e di tante pene, eccoci giunti finalmente a parlare di quell'ora benedetta nella quale l'anima purificata dall'espiazione se ne vola al cielo, pura come quando Iddio la ebbe creata e felice di sentirsi unita per sempre al suo bene. Chi potrà riferire le gioie di quel momento?

Vivere nel Fiat supremo
"Lo vuole Iddio, lo voglio io!"

Vivere nel Fiat supremo

Play Episode Listen Later Jan 11, 2021 35:32


Gesù spiega quanto grande sia l'affronto di chi non fa la volontà di Dio e come in questo modo ci si autocondanni a morire di fame, di freddo, di noia, di stanchezza, di debolezza. Il grande motto che dobbiamo tutti imparare: "se vuole Iddio, lo voglio io e se Dio non lo vuole, non lo voglio neanche io". Meditazione su Libro di cielo volume 20, 27 Dicembre 1926, 11 Gennaio 2021

Un libro tira l'altro
Alberto Oliva: la rinascita del teatro deve ripartire da una collaborazione tra artisti, politica e imprenditoria

Un libro tira l'altro

Play Episode Listen Later Nov 8, 2020


La recente crisi pandemica ci ha soltanto messi di fronte ad una situazione che storicamente è sempre stata molto diffusa - spiega Alberto Oliva nel suo libro "Il teatro ai tempi della peste. Modelli di rinascita" (Jaca Book, 208 p., € 18,00). Le pandemie sono sempre state occasioni di ripensamento che hanno poi generato ripartenze fondamentali. Anche le compagnie teatrali, quando si sono fermate, hanno poi ricominciato con una marcia in più. I momenti più virtuosi nella storia del teatro sono stati quelli in cui c'era la collaborazione di tre figure: il politico, l'organizzatore e l'artista. Per una vera rinascita dal teatro dovremmo ripartire da una ritrovata sinergia tra queste tre forze in gioco - conclude Oliva. RECENSIONI "La peste ad Atene" di Tucidide e Lucrezio (Scholé, 128 p., € 11,50) "Conferenze e discorsi 1937-1958" di Albert Camus (Bompiani, 352 p., € 22,00) "Dalla peste mi guardi Iddio" di Roberto Rusconi (Morcelliana, 208 p., € 16,50) "Gli anni della pazienza. Bea, l'ecumenismo e il sant'uffizio di Pio XII" di Saretta Marotta (Il Mulino, 762 p.; €52,00) "Diario di un Cardinale. La Chiesa negli anni delle ideologie nazifasciste e comunista" a cura di Sergio Pagano (San Paolo edizioni, 244 p., € 20,00) "Sotto il radioso dominio di Dio" di Giorgio Zanchini (Marsilio, 222 p., € 16,00) "Il gesuita comunista, vita estrema di Alighiero Tondi, spia in Vaticano" di Matteo Manfredini (Rubbettino, 240 p.; € 15,00) "Arrigoni e il delitto in redazione" di Dario Crapanzano (SEM, 168 p.; € 15,00) IL CONFETTINO "Paris noir .Le indagini dei giovani artisti" di Pier Domenico Baccalario e Guido Scardoli, (Il Battello a vapore, 254 p.; € 16,00)

Un libro tira l'altro
Un libro tira l'altro del giorno 08/11/2020: Alberto Oliva: la rinascita del teatro deve ripartire da una collaborazione tra artisti, politica e imprenditoria

Un libro tira l'altro

Play Episode Listen Later Nov 8, 2020


La recente crisi pandemica ci ha soltanto messi di fronte ad una situazione che storicamente è sempre stata molto diffusa - spiega Alberto Oliva nel suo libro "Il teatro ai tempi della peste. Modelli di rinascita" (Jaca Book, 208 p., € 18,00). Le pandemie sono sempre state occasioni di ripensamento che hanno poi generato ripartenze fondamentali. Anche le compagnie teatrali, quando si sono fermate, hanno poi ricominciato con una marcia in più. I momenti più virtuosi nella storia del teatro sono stati quelli in cui c'era la collaborazione di tre figure: il politico, l'organizzatore e l'artista. Per una vera rinascita dal teatro dovremmo ripartire da una ritrovata sinergia tra queste tre forze in gioco - conclude Oliva. RECENSIONI "La peste ad Atene" di Tucidide e Lucrezio (Scholé, 128 p., € 11,50) "Conferenze e discorsi 1937-1958" di Albert Camus (Bompiani, 352 p., € 22,00) "Dalla peste mi guardi Iddio" di Roberto Rusconi (Morcelliana, 208 p., € 16,50) "Gli anni della pazienza. Bea, l'ecumenismo e il sant'uffizio di Pio XII" di Saretta Marotta (Il Mulino, 762 p.; €52,00) "Diario di un Cardinale. La Chiesa negli anni delle ideologie nazifasciste e comunista" a cura di Sergio Pagano (San Paolo edizioni, 244 p., € 20,00) "Sotto il radioso dominio di Dio" di Giorgio Zanchini (Marsilio, 222 p., € 16,00) "Il gesuita comunista, vita estrema di Alighiero Tondi, spia in Vaticano" di Matteo Manfredini (Rubbettino, 240 p.; € 15,00) "Arrigoni e il delitto in redazione" di Dario Crapanzano (SEM, 168 p.; € 15,00) IL CONFETTINO "Paris noir .Le indagini dei giovani artisti" di Pier Domenico Baccalario e Guido Scardoli, (Il Battello a vapore, 254 p.; € 16,00)

il posto delle parole
Gianpaolo Anderlini "Perché Dio non ci ascolta?"

il posto delle parole

Play Episode Listen Later Oct 24, 2020 44:31


Gianpaolo Anderlini"Perché Dio non ci ascolta?"Prefazione di Riccardo Di Segni, rabbino capo di RomaQiqajonComunità di Bosehttps://www.monasterodibose.it/edizioni-qiqajon/perche-dio-non-ci-ascoltaSperare in Dio non significa attendere dal cielo la risposta alle nostre domande, ma tenere aperta la porta del cuore in modo che Dio possa essere tutto in noi anche quando ci mette alla prova e ci colpisce."Giobbe e Qohelet, con diverse corde e diversi accenti, si fanno interpreti della sconsolata solitudine di chi vorrebbe un mondo e un Dio diversi, e nulla può fare per cambiare le cose perchécome risulta difficile, se non impossibile, mutare il mondo, tanto meno si può mutare Dio.Così annota Qohelet: Vidi ancora sotto il sole che in luogo del diritto c'è l'iniquità e in luogo della giustizia vi è l'empietà. Io dissi in cuor mio: “Iddio giudicherà il giusto e l'empio, perché presso di lui c'è un tempo per ogni atto e una collocazione per ogni opera” (Qo 3,16-17) Il mondo è il luogo del sovvertimento, operato dall'uomo, dell'ordine delle cose voluto da Dio: l'empio e il malvagio prendono il posto dell'uomo giusto e dell'uomo retto e tutto, in questo nostro tempo, procede nella direzione che porta ad annullare la giustizia e a contraddire il diritto."Gianpaolo Anderlini si interessa da oltre quarant'anni di studi sull'ebraismo e di poesia. Già docente di materie letterarie in un liceo scientifico, è redattore della rivista QOL che si occupa del dialogo ebraico-cristiano.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarehttps://ilpostodelleparole.it/

Catechesi | RRL
175 - L’elemosina (Parte III)

Catechesi | RRL

Play Episode Listen Later Oct 19, 2020 6:17


Volete, dice S. Agostino, imparare a trafficar bene e a trarre dal vostro denaro copiosi interessi? Date quel che non potete conservar sempre, al fin di ottenere quel che non potete perdere mai. Infatti l’elemosina, oltre ad essere utile per le anime penanti, ha una virtù preservativa tutta speciale per impedire che si cada in Purgatorio o per abbreviare la pena di colui che l’ha fatta, poiché Iddio non si lascia vincer giammai in generosità dalle sue creature, che si mostrarono generose verso le altre. Date e vi sarà dato, è la regola evangelica, ed i fatti ci mostrano la verità di tale efficacia.

Uomini e Profeti - Radio3
"Iddio ordina l'amore per i parenti. Questioni di famiglia nella prospettiva islamica" con Deborah Scolart - IV puntata

Uomini e Profeti - Radio3

Play Episode Listen Later Oct 10, 2020 45:00


"Iddio ordina l'amore per i parenti. Questioni di famiglia nella prospettiva islamica" con Deborah Scolart - IV puntata

Uomini e Profeti - Radio3
"Iddio ordina l'amore per i parenti . Questioni di famiglia nella prospettiva islamica" con Deborah Scolart. III puntata

Uomini e Profeti - Radio3

Play Episode Listen Later Oct 3, 2020 45:00


"Iddio ordina l'amore per i parenti . Questioni di famiglia nella prospettiva islamica" con Deborah Scolart. III puntata

Catechesi | RRL
172 - Esempi di vere opere di bene

Catechesi | RRL

Play Episode Listen Later Sep 28, 2020 6:45


Bisogna che l'opera buona sia fatta in maniera soprannaturale e senza secondi fini, poiché allora soltanto Iddio la ricompensa; Bisogna che sia fatta in istato di grazia, poiché col peccato mortale sull'anima non si può soddisfare né per sé né per altri; Bisogna che nel farla abbiamo l'intenzione di applicarla alle anime purganti in generale, o a qualche anima in particolare, o ad una data categoria di anime, come dicemmo alla fine del capitolo precedente. Rimane ora a dimostrare come i Santi ci abbiano dato il buon esempio, spogliandosi in vita dei meriti delle loro buone opere a favore dei defunti. I fatti che potremmo citare sarebbero innumerevoli, poiché tutti i Santi più o meno hanno praticato quest'atto eroico, ma per brevità ci limiteremo solo ad alcuni più rilevanti.

Uomini e Profeti - Radio3
"Iddio ordina l'amore per i parenti. Questioni di famiglia nella prospettiva islamica" con Deborah Scolart. II puntata

Uomini e Profeti - Radio3

Play Episode Listen Later Sep 26, 2020 45:00


"Iddio ordina l'amore per i parenti. Questioni di famiglia nella prospettiva islamica" con Deborah Scolart. II puntata

Uomini e Profeti - Radio3
"Iddio ordina l'amore per i parenti - Questioni di famiglia nella prospettiva islamica" con Deborah Scolart - I puntata

Uomini e Profeti - Radio3

Play Episode Listen Later Sep 19, 2020 45:00


"Iddio ordina l'amore per i parenti - Questioni di famiglia nella prospettiva islamica" con Deborah Scolart - I puntata

Outcast Sala Giochi
art of rally è una dichiarazione d'amore in controsterzo | Outcast Sala Giochi

Outcast Sala Giochi

Play Episode Listen Later Sep 18, 2020 14:26


Funselektor è un genio e, dopo Absolute Drift, eccolo tornare sulle scene con un altro giocattolo corsistico, tanto stilizzato in un'estetica sbalorditiva quanto tecnico in un modello di guida che vuole essere simulativo, nonostante la visuale dall'alto: e ci riesce! art of rally è un'opera pazzesca, zen e impegnativa, rilassante ma esaltante, che farà la gioia di tutti gli appassionati del rally romantico, ma anche di chi cerca sempre gameplay sofisticati e appaganti, in generale. E poi, santo Iddio, quant'è bello il Giappone! Buon ascolto! Soundtraccia: Outcastempo - Alessandro Mucchi / Outcast Sala Giochi Loop - Alessandro Mucchi art of rally sarà disponibile dal 23 settembre 2020 su PC. Noi abbiamo avuto modo di provarlo grazie a un codice Steam fornitoci dall'agenzia di PR che segue il gioco.

Catechesi | RRL
170 - Le nostre opere e il loro valore

Catechesi | RRL

Play Episode Listen Later Sep 14, 2020 3:08


Resta ora a vedere più da vicino quali possibilità abbiamo di sollevare le anime purganti dalle loro pene. Sulla scorta della Teologia affermiamo che le nostre opere buone, finché viviamo, possono essere meritorie, impetratorie e soddisfattorie, secondo che ci danno diritto ad un nuovo grado di gloria in Paradiso, o muovono Iddio a concederci qualche grazia particolare, o valgono a rimetterci una parte più o meno grande della pena che ci rimarrebbe a scontare in questo mondo o nell'altro per le nostre colpe passate.

il posto delle parole
Roberta De Monticelli "Festival Filosofia"

il posto delle parole

Play Episode Listen Later Sep 12, 2020 27:54


Roberta De Monticelli"Festival Filosofia"http://festivalfilosofia.it/Festival Filosofia, CarpiLezione Magistrale di Roberta De MonticelliSabato 19 settembre 2020, ore 16:00"Un nonsoché di architettante e armonico"A partire dall'errore di Cartesio e Turing sulla coscienza, a quali condizioni una macchina può essere detta intelligente o pensante.Roberta de Monticelli è professoressa di Filosofia della persona presso l'Università Vita-Salute San Raffaele di Milano. Ha contribuito a una reinterpretazione della tradizione fenomenologica e ha sviluppato una teoria dell'identità e della persona che si misura con le filosofie della mente e con le neuroscienze. Più di recente ha formulato un'etica civile per il tempo presente. Tra le sue opere: La conoscenza personale (Milano 1998); L'ordine del cuore (Milano 2003); L'allegria della mente (Milano 2004); Nulla appare invano. Pause di filosofia (Milano 2006); Esercizi di pensiero per apprendisti filosofi (Torino 2006); Sullo spirito e l'ideologia. Lettera ai cristiani (Milano 2007); Ontologia del nuovo (et al., Milano 2008); La novità di ognuno. Persona e libertà (Milano 2009); La questione morale (Milano 2010); La questione civile (Milano 2011); Sull'idea di rinnovamento (Milano 2013); Al di qua del bene e del male. Per una teoria dei valori (Torino 2015); Il dono dei vincoli. Per leggere Husserl (Milano 2018).L'automa non replicabile Leibniz, uno degli iniziatori della grande avventura intellettuale da cui è nata l'informatica, usava distinguere due generi di automi. Nella classe più estesa stavano gli orologi e gli altri marchingegni, compreso l'universo. In quella più esclusiva invece gli individui, cioè le sole cose dotate di unità, e dunque anche di vera esistenza. Fra questi tutti i viventi, e anche Iddio, se c'è. Naturalmente, anche noi. Questa distinzione è andata perduta.Non so se parlate frequentemente con Alexa, o con Cortana, o con qualunque altra gentile signorina artificiale installata sui vostri dispositivi elettronici. Alexa la si può prendere per una persona: in questo caso supera il test di Turing – vale a dire il celeberrimo gioco ideato da Alan Turing nel 1950 per decidere se un computer possa comportarsi come un essere umano. Come ci racconta Giorgio Chinnici nel suo bellissimo libro Turing – L'enigma di un genio (Hoepli 2016), quando Deep Blue nel 1997 a New York sconfisse finalmente Kasparov, la cosa fece una certa impressione: ma di lì a poco la questione filosofica se un computer possa pensare sembrò perdere interesse. Anche per via del celebre esperimento mentale della stanza cinese, proposto da John Searle già nel 1980. Pensate a un umano chiuso in una stanza, che associa stringhe di parole inglesi a stringhe di parole cinesi, dando quindi in output una buona traduzione. Un po'come il Turco meccanico che nel Settecento sbaragliava i migliori scacchisti alla corte di Maria Teresa: con la differenza che l'uomo nascosto nella scatola sotto l'automa era un ottimo scacchista, e infatti l'automa era un fake, mentre il traduttore di Searle, che si comporta esclusivamente come l'esecutore di un algoritmo, non sa il cinese, quindi non traduce, anche se sembra. Difficile essere pensante, se ti manca la semantica. E se a furia di machine learning la impari, ti mancherà la pragmatica. E se impari anche quella, ti mancherà l'etica. E se ti programmano con le regole etiche giuste, ti mancherà la libertà di trasgredirle, e sarà quindi dubbio che tu le abbia osservate. E così via. Ma qual è la conseguenza che dobbiamo trarre da queste ragioni di scetticismo? Che una “macchina” non può “pensare”? O che il modello computazionale non è un buon modello della mente? La seconda pare più ragionevole. Perché limitare il concetto di macchina a quello di computer o macchina algoritmica? Perché non intendere per “macchina” un sistema fisico in grado di interagire con l'ambiente in cui si trova? Dopotutto il cervello umano è una “macchina” siffatta. E infatti: la filosofia della mente si è complessivamente ri-orientata verso il cosiddetto modello della mente incorporata, che interagisce con l'ambiente circostante, impara, cioè crea e stabilizza le proprie routines sinaptiche, si estende negli strumenti come gli smartphones. E mentre ricercatori e ingegneri informatici provano a simulare, con il modello delle reti neuronali, l'attività dei nostri cento miliardi di neuroni, le loro macchine ridiventano automi antropomorfi, come Sophia, il primo androide che ha ottenuto la cittadinanza di uno Stato (ancorché non particolarmente liberale in tema di genere, come L'Arabia Saudita). E quindi? Tutto risolto? Sophia, con le sue sessantadue espressioni facciali e la plasticità dei suoi comportamenti sociali, non è la prova quasi vivente che una macchina può pensare, e ci riuscirà in futuro sempre meglio? Abbiamo superato il dualismo cartesiano fra mente e corpo, software e hardware, cognizione e azione: se gli umani sono più scafati di Sophia, è perché sono macchine biologiche. Abbiamo compiutamente “naturalizzato” il pensiero, la coscienza e il libero arbitrio. Torna tutto? Si può metterlo in dubbio. Anche Leibniz ammette che siamo automi biologici. Anche lui è un critico del dualismo cartesiano. Ma prova a spiegare una differenza che il mainstream attuale ignora. Noi non siamo replicabili, a differenza di Sophia, Alexa, Cortana, una macchina di Turing, gli orologi e l'universo stesso. A differenza di tutte queste cose, abbiamo un'essenza individuale, un'ecceità, una vita irripetibile. Solo per questa ragione una persona è un ente di cui ci si può chiedere chi sia. Di nessun'altra cosa ha senso chiederlo: lo sanno anche i bambini. Eppure la nostra filosofia non sa più spiegare questa differenza… IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarehttps://ilpostodelleparole.it/

BASTA BUGIE - Cristianesimo
La morte di Maria e l'assunzione in cielo

BASTA BUGIE - Cristianesimo

Play Episode Listen Later Aug 19, 2020 10:39


TESTO DELL'ARTICOLO ➜http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6246LA MORTE DI MARIA E L'ASSUNZIONE IN CIELO di San Giovanni Paolo IICirca la conclusione della vita terrena di Maria, il Concilio riprende i termini della Bolla di definizione del dogma dell'Assunzione ed afferma: "L'Immacolata Vergine, preservata immune da ogni macchia di colpa originale, finito il corso della sua vita terrena, fu assunta alla celeste gloria in corpo e anima" (Lumen Gentium, 59). Con questa formula la Costituzione dogmatica Lumen gentium, seguendo il mio Venerato Predecessore Pio XII, non si pronuncia sulla questione della morte di Maria. Pio XII tuttavia non intese negare il fatto della morte, ma soltanto non giudicò opportuno affermare solennemente, come verità che doveva essere ammessa da tutti i credenti, la morte della Madre di Dio.Alcuni teologi, in verità, hanno sostenuto l'esenzione della Vergine dalla morte e il suo passaggio diretto dalla vita terrena alla gloria celeste. Tuttavia questa opinione è sconosciuta fino al XVII secolo, mentre in realtà esiste una tradizione comune che vede nella morte di Maria la sua introduzione alla gloria celeste.È possibile che Maria di Nazaret abbia sperimentato nella sua carne il dramma della morte? Riflettendo sul destino di Maria e sul suo rapporto con il divin Figlio, sembra legittimo rispondere affermativamente: dal momento che Cristo è morto, sarebbe difficile sostenere il contrario per la Madre. I PADRI DELLA CHIESA NON HANNO AVUTO DUBBIIn questo senso hanno ragionato i Padri della Chiesa, che non hanno avuto dubbi al riguardo. Basti citare san Giacomo di Sarug (+ 521), secondo il quale "il coro dei dodici Apostoli" quando per Maria giunse "il tempo di camminare sulla via di tutte le generazioni", la via cioè della morte, si raccolse per seppellire "il corpo virgineo della Benedetta". San Modesto di Gerusalemme (+ 634), dopo aver ampiamente parlato della "beatissima dormizione della gloriosissima Genitrice di Dio", conclude il suo "encomio" esaltando l'intervento prodigioso di Cristo che "la risuscitò dal sepolcro" per assumerla con sé nella gloria. San Giovanni Damasceno (+ 704), per parte sua, si chiede: "Come mai colei che nel parto passò sopra tutti i limiti della natura, ora si piega alle sue leggi e il suo corpo immacolato viene sottoposto alla morte?". E risponde: "Bisognava certo che la parte mortale venisse deposta per rivestirsi di immortalità, poiché anche il padrone della natura non ha rifiutato l'esperienza della morte. Egli, infatti, muore secondo la carne e con la morte distrugge la morte, alla corruzione elargisce l'incorruttibilità e il morire lo fa sorgente di risurrezione".È vero che nella Rivelazione la morte è presentata come castigo del peccato. Tuttavia il fatto che la Chiesa proclami Maria liberata dal peccato originale per singolare privilegio divino non porta a concludere che Ella abbia ricevuto anche l'immortalità corporale. La Madre non è superiore al Figlio, che ha assunto la morte, dandole nuovo significato e trasformandola in strumento di salvezza. Coinvolta nell'opera redentrice e associata all'offerta salvatrice di Cristo, Maria ha potuto condividere la sofferenza e la morte in vista della redenzione dell'umanità. Anche per Lei vale quanto Severo d'Antiochia afferma a proposito di Cristo: "Senza una morte preliminare, come potrebbe aver luogo la risurrezione?". Per essere partecipe della risurrezione di Cristo, Maria doveva condividerne anzitutto la morte.LA MORTE DI MARIA COME UN TRASPORTO D'AMOREIl Nuovo Testamento non fornisce alcuna notizia sulle circostanze della morte di Maria. Questo silenzio induce a supporre che essa sia avvenuta normalmente, senza alcun particolare degno di menzione. Se così non fosse stato, come avrebbe potuto la notizia restare nascosta ai contemporanei e non giungere, in qualche modo, fino a noi?Quanto alle cause della morte di Maria, non sembrano fondate le opinioni che vorrebbero escludere per Lei cause naturali. Più importante è la ricerca dell'atteggiamento spirituale della Vergine al momento della sua dipartita da questo mondo. A tale proposito, san Francesco di Sales ritiene che la morte di Maria sia avvenuta come effetto di un trasporto d'amore. Egli parla di un morire "nell'amore, a causa dell'amore e per amore", giungendo perciò ad affermare che la Madre di Dio morì d'amore per suo figlio Gesù.Qualunque sia stato il fatto organico e biologico che causò, sotto l'aspetto fisico, la cessazione della vita del corpo, si può dire che il passaggio da questa all'altra vita fu per Maria una maturazione della grazia nella gloria, così che mai come in quel caso la morte poté essere concepita come una "dormizione". In alcuni Padri della Chiesa troviamo la descrizione di Gesù stesso che viene a prendere sua madre nel momento della morte, per introdurla nella gloria celeste. Essi presentano, così, la morte di Maria come un evento d'amore che l'ha condotta a raggiungere il suo divin Figlio per condividerne la vita immortale. Alla fine della sua esistenza terrena, Ella avrà sperimentato, come Paolo e più di lui, il desiderio di essere sciolta dal corpo per essere con Cristo per sempre (cfr Fil 1, 23).L'esperienza della morte ha arricchito la persona della Vergine: passando per la comune sorte degli uomini, Ella è in grado di esercitare con più efficacia la sua maternità spirituale verso coloro che giungono all'ora suprema della vita.Nota di BastaBugie: nell'articolo seguente dal titolo "La Dormizione della Beatissima Vergine Maria" si ricorda l'insegnamento di sant'Alfonso che spiega che Maria morì nella dolcezza e felicità in quanto non aveva nessuna delle tre cose rendono amara la morte a noi poveri peccatori.Ecco l'articolo pubblicato su Radio Roma Libera il 8 e 15 Agosto 2020:In questa meditazione vogliamo considerare il carattere della morte della Beatissima Vergine Maria. In virtù dell'eccellenza e dell'eccelsa santità della Beatissima Vergine Maria ella è morta come uno che si addormenta. Perciò la sua morte viene descritta più precisamente come 'dormizione'. Se si chiedesse perché non avrebbe potuto evitare completamente la morte, la risposta deve essere perché Iddio voleva la Madonna tutta simile a Gesù, essendo morto il Figlio, conveniva che ancor morisse la Madre. Ora questa morte fu caratterizzata da due tratti: dalla sua dolcezza e dalla sua felicità.A questo riguardo insegna sant'Alfonso che ci sono tre cose rendono amara la morte: "l'attaccamento alla terra, il rimorso dei peccati, l'incertezza della salute". Mentre la Beatissima Vergine "morì tutta distaccata, come sempre visse, dai beni mondani; morì con somma pace di coscienza; morì con certezza della gloria eterna".1. IL DISTACCO DALLE COSE DI QUESTA TERRA [...]La Madonna fu l'esemplare il più insigne di tutti di questo spirito di distacco. Sant'Alfonso scrive: "Sin dall'età di 3 anni lasciò i suoi parenti ed andò a rinserrarsi nel Tempio per attendere solamente a Dio, distaccato dalle robe, contentandosi di vivere sempre povera, sostentandosi colle fatiche delle mani, distaccata dagli onori, ed amando la vita umile ed abietta - benché le toccasse l'onor di regina per ragione della discendenza che traeva dai re d'Israele. Rivelò la stessa Vergine a sant' Elisabetta benedettina, che quando fu lasciata nel Tempio dai suoi parenti stabilì nel cuore di non aver altro padre, e non amar altro bene, che Dio". [...]In breve, la Madonna era distaccata dalle cose di questo mondo e quindi la sua morte era dolce.2. LA PACE DI COSCIENZAPer citare ancora sant'Alfonso: 'I peccati fatti nella vita sono quei vermi che maggiormente affligono e rodono il cuore dei poveri peccatori moribondi, i quali, dovendo allora tra breve presentarsi al divino tribunale, si vedono circondati in quel punto dai loro peccati che lo spaventano e lor gridano intorno al dir di san Bernardo: 'Siamo opera tua. Non ti abbandoniamo.' Si può aggiungere che questo vale soprattutto per i peccati non perdonati, ma anche per quelli perdonati, perché anche questi affliggono la coscienza col rimorso, col rimorso per tempo perso o persino per tutta una vita sprecata, per occasioni mancate per amare Dio e progredire nella santità. Tutti questi peccati divengono vermi, come anche la coscienza stessa diviene verme all'ora della morte, e per i dannati diviene il verme che non muore mai.La Santissima Vergine Maria invece non poteva essere afflitta da alcun rimorso di coscienza perché era completamente libera dal peccato: sia originale che attuale. [...]3. LA CERTEZZA DI ANDARE IN PARADISOI peccatori che muoiono con dubbio della loro salute temono con un grande spavento di passare ad una morte eterna, mentre i santi si rallegrano nella loro grande speranza di andare a possedere Iddio nel cielo. "San Lorenzo Giustiniani, stando vicino alla morte e sentendo i suoi famigliari che piangevano intorno disse: 'Andate altrove a piangere: se volete stare qui con me, avete da godere come godo io in vedermi aprire la porta del paradiso ed unirmi col mio Dio". Similmente san Luigi Gonzaga, quando ricevette le notizie della morte, esclamò: "Mi sono rallegrato quando mi hanno detto: andremo nella casa del Signore".Eppure gli altri santi non avevano la certezza della divina grazia, né della propria santità, come ne era la Madonna, che già dalla parola dell'Arcangelo Gabriele aveva somma certezza di essere l'oggetto del sommo favore di Dio. Quanta era la sua certezza della propria salvezza, tanta era la sua allegria alle notizie della morte, del suo transito imminente al possesso pieno e definitivo di Dio. [...] Titolo originale: La dormizione di Maria (San Giovanni Paolo II)Fonte: Sito del Vaticano, 25 giugno 1997Pubblicato su BastaBugie n. 678

Spiritualità | RRL
159 - La Dormizione della Beatissima Vergine Maria (parte I)

Spiritualità | RRL

Play Episode Listen Later Aug 8, 2020 9:32


In questa meditazione vogliamo considerare il carattere della morte della Beatissima Vergine Maria. In virtù dell’eccellenza e dell’eccelsa santità della Beatissima Vergine Maria ella è morta come uno che si addormenta. Perciò la sua morte viene descritta più precisamente come ‘dormizione’. Se si chiedesse perché non avrebbe potuto evitare completamente la morte, la risposta deve essere perché Iddio voleva la Madonna tutta simile a Gesù, essendo morto il Figlio, conveniva che ancor morisse la Madre. Ora questa morte fu caratterizzata da due tratti: dalla sua dolcezza e dalla sua felicità.

BASTA BUGIE - Santi e beati
Il Santo fondatore del santuario di Pompei

BASTA BUGIE - Santi e beati

Play Episode Listen Later Jul 7, 2020 8:48


TESTO DELL'ARTICOLO ➜http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6196IL SANTO FONDATORE DEL SANTUARIO DI POMPEI di Corrado GnerrePuò sembrare strano che in una rubrica di apologetica possa essere inserito un articolo che riguarda la vita di un beato qual è Bartolo Longo, colui che è conosciuto come l'apostolo del Rosario. In realtà, la spiegazione è molto semplice: non c'è migliore difesa della Verità cattolica che la testimonianza dei santi; ma - diciamocelo francamente - una risposta di questo tipo può sembrare troppo scontata. È pur vero però che la vita di tutti i santi è legata a qualche grande particolare che è a sua volta legato alla conferma della Verità cattolica. Nel caso di Bartolo Longo ovviamente alla preghiera del Santo Rosario, la preghiera con cui "marianizzare" la vita. Ora - questo va detto a chiare lettere - non c'è migliore garanzia per ancorarsi alla Verità che stringersi e affidarsi all'Immacolata, Colei che ha generato la Verità incarnata, che ha dato il suo sangue e il suo Grembo alla Verità, Colei che ci ha donato la Verità. Non è un caso (chi non ne fosse convinto, andasse a verificare) che quando ci si allontana dalla devozione mariana, s'inizia a "scantonare" pericolosamente dal vero: è Lei che debella ogni eresia!Detto questo, passiamo al beato Bartolo Longo. Come dicevo, è stato il grande apostolo del Rosario, ma prima di diventarlo passò attraverso prove molto dure che gli permisero di capire ancor meglio quanto fosse indispensabile l'affidamento alla Madonna e la recita della preghiera mariana per eccellenza: il Rosario.Bartolo Longo nacque a Latiano, in Puglia, nel febbraio del 1841, in una famiglia agiata e rinomata. In gioventù ricevette una solida formazione cristiana. Studiò presso le Scuole Pie, nel Collegio di Francavilla Fontana. Terminò gli studi scolastici nel 1858 con il massimo dei voti; e fu proprio nel periodo scolastico che, grazie soprattutto ad un suo maestro, iniziò a praticare una forte devozione mariana.Ma dopo la scuola lo attendeva un periodo assai triste. Andò a studiare giurisprudenza prima a Lecce e poi a Napoli; e fu proprio nella città campana che iniziò a frequentare cattive compagnie, soprattutto coetanei di idee massoniche ed anticlericali. Si appassionò poi agli insegnamenti di intellettuali di formazione idealistica come Bertrando Spaventa e Luigi Settembrini... e finì per scagliarsi contro la Chiesa, in particolar modo contro i Domenicani, da sempre cultori della Scolastica e del sublime pensiero di san Tommaso d'Aquino.DA SACERDOTE DI SATANA AD APOSTOLO DEL ROSARIOL'anticlericalismo lo fece scivolare - come solitamente avviene - non nell'ateismo ma nell'irrazionalismo. In quegli anni lo spiritismo mieteva successo un po' dappertutto. Bartolo Longo, avvertendosi insoddisfatto e infelice, iniziò a frequentare alcuni circoli dediti a questa pericolosissima pratica. Egli stesso racconterà poi che ne fu talmente invischiato da divenire un vero e proprio "sacerdote di satana".Le conseguenze non tardarono a manifestarsi: Bartolo Longo si trovò distrutto fisicamente, ma soprattutto psichicamente, cadde in una fortissima depressione (patologia molto frequente in chi frequenta ambienti del genere) e fu più volte sull'orlo del suicidio. Ma la Vergine che lui aveva tanto amato, soprattutto nel periodo scolastico, lo salvò. Ella gli fece incontrare un santo sacerdote, proprio tra i Domenicani contro i quali aveva tanto combattuto, padre Alberto Radente. Questi lo confessò e da quel giorno la sua vita subì una svolta. Capì che doveva al più presto cambiare vita. La disperazione opprimeva ancora la sua mente, ma stava ad attenderlo un'esperienza straordinaria.Un giorno si sentiva particolarmente disperato e stava vagando per la Valle di Pompei, possedimento della Contessa De Fusco, dei cui beni era divenuto amministratore, quando... Egli stesso racconta quei momenti: «L'anima mia cercava violentemente Iddio [...]. Un giorno la procella dell'animo mi bruciava il cuore più che ogni altra volta, e mi infondeva una tristezza cupa e poco men che disperata. Uscii dalla casa De Fusco, e mi posi con passo frettoloso a camminare per la Valle senza saper dove [...]. Sentivami scoppiare il cuore. In cotanta tenebra, una voce amica pareva mi sussurrasse all'orecchio quelle parole che io stesso avevo letto, e che di frequente mi ripeteva il santo amico dell'anima mia [il padre Radente]: "Se cerchi salvezza, propaga il Rosario. È promessa di Maria". Chi propaga il Rosario è salvo! Questo pensiero fu come un baleno che rompe il buio di una notte tempestosa [...]. Coll'audacia della disperazione sollevai le braccia e le mani al cielo, e volto alla Vergine celeste: "Se è vero - gridai - che Tu hai promesso a San Domenico che chi propaga il Rosario si salva, io mi salverò perché non uscirò da questa terra di Pompei senza aver qui propagato il tuo Rosario!". Nessuno rispose: silenzio di tomba mi avvolgeva intorno. Ma, da una calma che repentinamente successe alla tempesta nell'animo mio, compresi che quel grido sarebbe stato un giorno esaudito [...]. La risposta del cielo non fu tarda».IL SANTUARIO DI POMPEIIn accordo con la Contessa De Fusco, che divenne sua grande collaboratrice nonché sua moglie (anche se i due coniugi vollero vivere un matrimonio in completa castità), Bartolo Longo decise di trasformare quella Valle, povera e dimenticata da tutti, nella Valle da cui lanciare in tutto il mondo la grande devozione al Santo Rosario.Occorreva un quadro che potesse adornare una vecchia chiesa parrocchiale che era nella Valle. Si rivolse al padre Radente per acquistare qualcosa a poco prezzo. Il Padre lo indirizzò da una certa suor Maria Concetta, a cui lui stesso aveva consegnato anni prima un vecchio quadro del Rosario. Inizialmente Bartolo Longo rimase sconcertato; il quadro gli sembrava troppo vecchio, ma accettò ugualmente il dono. Non sapeva come farlo giungere a Pompei per cui si fece aiutare da un carrettiere che stava trasportando del letame. Era il 13 novembre del 1875, sabato, giorno mariano per eccellenza.Dunque, il Rosario segnò la salvezza personale di Bartolo Longo; ma segnò anche la salvezza di poveri bimbi, figli di carcerati e orfani, strappati così alla vita di strada, per i quali il Longo fece costruire dei grandi collegi, proprio ai piedi del Santuario.C'è però qualcos'altro che dobbiamo aggiungere, qualcos'altro di molto importante. Bartolo Longo volle indicare il Rosario anche come salvezza della Civiltà cattolica. Nel 1883 cadeva il centenario della nascita di Lutero (1483), colui che aveva spaccato la cristianità; e ricorreva anche il centenario della vittoria cristiana sui Turchi a Vienna (1683). Fu proprio nel 1883 che decise di scrivere la celebre "Supplica", diffusa in tutto il mondo a difesa del Papato e della Civiltà cattolica. Questa fu letta per la prima volta il 14 ottobre del 1883 e da allora viene letta due volte l'anno: l'8 maggio e la prima domenica di ottobre. Bartolo Longo fu sempre devotamente sottomesso al Papa e dai Papi fu sempre incoraggiato. Lo sostennero prima Leone XIII e poi san Pio X.Morì il 5 ottobre del 1927, mese del Santo Rosario.Nota di BastaBugie: ecco il testo della Supplica alla Vergine del Santo Rosario di Pompei composta dal beato Bartolo Longo. Si recita l'8 maggio e la prima domenica di ottobre.Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.O Augusta Regina delle Vittorie, o Sovrana del Cielo e della Terra, al cui nome si rallegrano i cieli e tremano gli abissi, o Regina gloriosa del Rosario, noi fedeli tuoi figli, devoti del tuo Tempio di Pompei, in questo giorno solenne effondiamo gli affetti del nostro cuore e con confidenza di figli ti esprimiamo le nostre miserie. Dal Trono di clemenza, dove siedi Regina, volgi, o Maria, il tuo sguardo pietoso su di noi, sulle nostre famiglie, sull'Italia, sull'Europa, sul mondo. Ti prenda compassione degli affanni e dei travagli che amareggiano la nostra vita. Vedi, o Madre, quanti pericoli nell'anima e nel corpo, quante calamità ed afflizioni ci costringono. O Madre, implora per noi misericordia dal tuo Figlio divino e vinci con la clemenza il cuore dei peccatori. Sono nostri fratelli e figli tuoi che costano sangue al dolce Gesù e contristano il tuo sensibilissimo cuore. Mostrati a tutti quale sei, Regina di pace e di perdono. Ave, o MariaÈ vero che noi, per primi, benché tuoi figli, con i peccati torniamo a crocifiggere in cuor nostro Gesù e trafiggiamo nuovamente il tuo cuore. Lo confessiamo: siamo meritevoli dei più aspri castighi, ma Tu ricordati che, sul Golgota, raccogliesti, col Sangue divino, il testamento del Redentore moribondo, che ti dichiarava Madre nostra, Madre dei peccatori. Tu dunque, come Madre nostra, sei la nostra Avvocata, la nostra speranza. E noi, gementi, stendiamo a te le mani supplichevoli, gridando: Misericordia! O Madre buona, abbi pietà di noi, delle anime nostre, delle nostre famiglie, dei nostri parenti, dei nostri amici, dei nostri defunti, soprattutto dei nostri nemici e di tanti che si dicono cristiani, eppur offendono il Cuore amabile del tuo Figliuolo. Pietà oggi imploriamo per le Nazioni traviate, per tutta l'Europa, per tutto il mondo, perché pentito ritorni al tuo Cuore. Misericordia per tutti, o Madre di Misericordia! Ave, o MariaDegnati benevolmente, o Maria, di esaudirci! Gesù ha riposto nelle tue mani tutti i tesori delle Sue grazie e delle Sue misericordie. Tu siedi, coronata Regina, alla destra del tuo Figlio, splendente di gloria immortale su tutti i Cori degli Angeli. Tu distendi il tuo dominio per quanto sono distesi i cieli, e a te la terra e le creature tutte sono soggette.Tu sei l'onnipotente per grazia, Tu dunque puoi aiutarci. Se Tu non volessi aiutarci, perché figli ingrati ed immeritevoli della tua protezione, non sapremmo a chi rivolgerci. Il tuo cuore

Catechesi | RRL
155 - Beati misericordes

Catechesi | RRL

Play Episode Listen Later May 25, 2020 5:57


E qui sorge spontanea la domanda, che cosa faccia Iddio di quell'eccedenza di suffragi ch'egli rifiuta di applicare al defunto, al quale individualmente erano diretti. A noi pare probabilissimo ed in tutto conforme alle leggi della giustizia distributiva, che queste preghiere non vadano perdute, ma che siano applicate ad altre anime che a Dio meglio piace di sollevare.

Catechesi | RRL
154 - Giustizia divina

Catechesi | RRL

Play Episode Listen Later May 18, 2020 6:58


Quando si considera il peccato sotto questo rapporto, bisogna persuadersi che la misericordia di Dio regna perfino nell'Inferno, come dice S. Caterina da Genova, perché mentre il peccatore morto in disgrazia di Dio meriterebbe pena infinita quanto all'intensità e quanto alla durata, Iddio nella sua bontà ha voluto renderla infinita solo quanto al tempo, mentre riguardo all'intensità vi ha voluto porre un limite.

Catechesi | RRL
151 - Calcoli di anime in pena

Catechesi | RRL

Play Episode Listen Later Apr 27, 2020 7:31


Ciò non ostante vi è qualche cosa che ci atterrisce ancora di più, e cioè la durata dei Purgatorio non più considerata in se stessa, come si è fatto finora, ma considerata secondo la stima che ne fanno le anime. Pensandovi un po', noi vedremo che un'ora sola di Purgatorio sembrerà più lunga di un secolo a quelle povere infelici, sia per l'impazienza estrema in cui vivono di vedere Iddio, sia per il rigore dei loro supplizi. Riferiamo in proposito la seguente curiosissima storia che si legge negli Annali dei Padri Cappuccini (Tomo III, anno 1618).

Parole di Storie - Fiabe
Il garofano. Una fiaba dei fratelli Grimm

Parole di Storie - Fiabe

Play Episode Listen Later Apr 26, 2020 14:21


C'era una volta una regina che non poteva mettere al mondo figli. Ogni mattina si recava in giardino a pregare che Iddio le facesse dono di un figlio o di una figlia. Ed ecco, un angelo venne dal cielo e disse: -Rallegrati regina, avrai un figlio i cui desideri saranno realizzati: qualunque cosa al mondo egli voglia, l'avrà-. La regina andò dal re ad annunciargli la lieta notizia e, quando fu tempo, diede alla luce un figlio con grande gioia del re. Tutte le mattine ella andava a lavarsi nel parco con il bimbo, e un giorno, quando questi era già un po' cresciuto, le accadde di addormentarsi mentre lo aveva in braccio. In quella giunse il vecchio cuoco; egli sapeva che i desideri del bambino si sarebbero realizzati e lo rapì. Prese poi un pollo, lo sgozzò e spruzzò di sangue il grembiule e la veste della regina. Poi portò il bambino in un luogo nascosto, dove lo fece allattare da una balia, e corse dal re ad accusare la regina di esserselo lasciato rapire dalle bestie feroci. Il re, vedendo il sangue sul grembiule, lo credette e s'infuriò a tal punto che fece costruire un'alta torre, nella quale non penetrava luce; là rinchiuse la moglie facendo murare la porta. Continue reading

Parole di Storie
Il garofano. Una fiaba dei fratelli Grimm

Parole di Storie

Play Episode Listen Later Apr 26, 2020 14:21


C'era una volta una regina che non poteva mettere al mondo figli. Ogni mattina si recava in giardino a pregare che Iddio le facesse dono di un figlio o di una figlia. Ed ecco, un angelo venne dal cielo e disse: -Rallegrati regina, avrai un figlio i cui desideri saranno realizzati: qualunque cosa al mondo egli voglia, l'avrà-. La regina andò dal re ad annunciargli la lieta notizia e, quando fu tempo, diede alla luce un figlio con grande gioia del re. Tutte le mattine ella andava a lavarsi nel parco con il bimbo, e un giorno, quando questi era già un po' cresciuto, le accadde di addormentarsi mentre lo aveva in braccio. In quella giunse il vecchio cuoco; egli sapeva che i desideri del bambino si sarebbero realizzati e lo rapì. Prese poi un pollo, lo sgozzò e spruzzò di sangue il grembiule e la veste della regina. Poi portò il bambino in un luogo nascosto, dove lo fece allattare da una balia, e corse dal re ad accusare la regina di esserselo lasciato rapire dalle bestie feroci. Il re, vedendo il sangue sul grembiule, lo credette e s'infuriò a tal punto che fece costruire un'alta torre, nella quale non penetrava luce; là rinchiuse la moglie facendo murare la porta. Continue reading

Un Giorno Una Parola
Un Giorno Una Parola | 06/04/2020 | Osea 8 | Giovanni 18

Un Giorno Una Parola

Play Episode Listen Later Apr 6, 2020 4:20


O grande Iddio , come hai potuto lasciare il regno dei cieli e venire in questo mondo dove non ci sono che invidia ed odio? Come hai potuto offrire la tua potenza, la tua regalità, la pienezza della tua vita divina, per simili nemici?

Podcast di Giacinto Butindaro
Il sangue di Cristo ha purificato la nostra coscienza dalle opere morte per servire all’Iddio vivente

Podcast di Giacinto Butindaro

Play Episode Listen Later Mar 23, 2020 63:02


Il sangue di Cristo ha purificato la nostra coscienza dalle opere morte per servire all’Iddio vivente

Liturgia | RRL
115 - Deo gratias!

Liturgia | RRL

Play Episode Listen Later Feb 13, 2020 3:12


Al termine della lettura il ministrante/accolito risponde a nome del popolo: Deo gratias! “Sia ringraziato Iddio!” Cos’è più doveroso del “ringraziamento” del Signore dal profondo del cuore, per l’insegnamento fattoci per bocca dei Suoi inviati?

Catechesi | RRL
140 - Il Purgatorio delle persone consacrate a Dio

Catechesi | RRL

Play Episode Listen Later Feb 9, 2020 8:57


Nei precedenti capitoli si è visto come Iddio nella sua eterna giustizia punisca le anime in relazione alle grazie delle quali hanno abusato; è quindi naturale che le persone a lui consacrate abbiano a subire dopo morte tormenti gravissimi, proporzionati alla sublimità della loro vocazione.

TechnoPillz
TechnoPillz | Ep. 274 "Sincronizzazione: passare da una web app a un'app client-server"

TechnoPillz

Play Episode Listen Later Jan 30, 2020 29:00


L’annoso problema di avere dati (e file) che devono essere sincronizzati locale/server, affrontato in primo luogo con una logica da web app e, successivamente, se Iddio vuole, con un meccanismo più da app.Insomma, un sacco di bla bla bla di scarso interesse.Il post del blog di Lux in cui si parla (male) di PowerPoint e amici vari: http://macintelligence.org/blog/2020/01/22/e-solo-un-breve-invito/TechnoPillzFlusso di coscienza digitale.Vieni a chiacchierare sul riot: https://t.me/TechnoPillzRiotContribuisci alla Causa andando su: http://runtimeradio.it/ancheio/

TechnoPillz
TechnoPillz | Ep. 274 "Sincronizzazione: passare da una web app a un'app client-server"

TechnoPillz

Play Episode Listen Later Jan 30, 2020 29:00


L’annoso problema di avere dati (e file) che devono essere sincronizzati locale/server, affrontato in primo luogo con una logica da web app e, successivamente, se Iddio vuole, con un meccanismo più da app.Insomma, un sacco di bla bla bla di scarso interesse.Il post del blog di Lux in cui si parla (male) di PowerPoint e amici vari: http://macintelligence.org/blog/2020/01/22/e-solo-un-breve-invito/TechnoPillzFlusso di coscienza digitale.Vieni a chiacchierare sul riot: https://t.me/TechnoPillzRiotContribuisci alla Causa andando su: http://runtimeradio.it/ancheio/

Catechesi | RRL
136 - Giusto è Iddio

Catechesi | RRL

Play Episode Listen Later Jan 13, 2020 3:25


Nella vita di S. Margherita da Cortona si legge di due mercanti, passati all'altra vita lasciando impegni di giustizia non soddisfatti, i quali, per grazia di Dio, comparvero alla Santa chiedendole che avvertisse i loro parenti di soddisfare per loro, poiché altrimenti non sarebbero passati alla gloria degli eletti.

Catechesi | RRL
135 - Pene particolari

Catechesi | RRL

Play Episode Listen Later Jan 6, 2020 10:41


Adesso entriamo ancora più addentro nelle particolarità di tante sofferenze, e non contenti di questo, per dir così, panorama generale delle pene del Purgatorio, audizione nelle rivelazioni dei Santi le pene speciali inflitte dalla giustizia di Dio a quei falli, che la maestà sua ha più particolarmente in orrore. Fra codeste mancanze Iddio punisce molto severamente la vanità.

Catechesi | RRL
134 - Menzogna e tiepidezza

Catechesi | RRL

Play Episode Listen Later Dec 30, 2019 9:17


Quanto al peccato della menzogna, abbiamo già veduto dalla rivelazione di S. Maria Maddalena de' Pazzi come sia punito in modo singolarmente terribile, poiché Iddio, eterna Verità, ha in orrore la bugia. In molte apparizioni noi vediamo le povere anime raccomandarci di astenerci dalla menzogna, e dichiarare che all'altro mondo quelle che da taluni si considerano come cose da poco o semplici esagerazioni sono severamente punite. Raccomandano parimente quelle anime sante di astenersi dal fare i voti alla leggera e quando siano fatti, di osservarli scrupolosamente, poiché la giustizia di Dio è inesorabile.

Catechismo per bambini
63 - Daniele nella fossa dei leoni

Catechismo per bambini

Play Episode Listen Later Dec 25, 2019 11:20


Oggi ricordiamo tre episodi della vita di Daniele. Il primo è la condanna che i suoi amici subirono per rimanere fedeli a Dio. Infatti Nabucodonosor aveva obbligato tutti ad adorare la sua statua. Anania, Misael e Azaria si rifiutarono e perciò furono gettati nella fornace ardente. Ma Dio li protessero. Daniele rivela poi al successore di Nabucodonosor, che aveva profanato i vasi sacri di Gerusalemme l’eminente morte. Finalmente Daniele, a causa della invidia di molti viene gettato nella fossa dei leoni con l’accusa di aver pregato Iddio invece di pregare il re. Ma il Signore protege Daniele e fa morire i suoi accusatori sotto le falci dei leoni.

Radio evangélica del Reino
Dio Stesso, l’Unico IV La santità di Dio I Parte 2

Radio evangélica del Reino

Play Episode Listen Later Aug 25, 2019 24:34


Vediamo ora quali altre parole ed espressioni di Satana permettono all’uomo di scorgere il suo volto orrendo. Continuiamo a leggere un po’ la Scrittura. 3. Dialogo tra Satana e Jahvè Dio (Giobbe 1: 6-11) Or accadde un giorno, che i figliuoli di Dio vennero a presentarsi davanti a Jahvè, e Satana venne anch’egli in mezzo a loro. E Jahvè disse a Satana: “Donde vieni?” E Satana rispose a Jahvè: “Dal percorrere la terra e dal passeggiare per essa”. E Jahvè disse a Satana: “Hai tu notato il mio servo Giobbe? Non ce n’è un altro sulla terra che come lui sia integro, retto, tema Iddio e fugga il male”. E Satana rispose a Jahvè: “È egli forse per nulla che Giobbe teme Iddio? Non l’hai tu circondato d’un riparo, lui, la sua casa, e tutto quel che possiede? Tu hai benedetto l’opera delle sue mani, e il suo bestiame ricopre tutto il paese. Ma stendi un po’ la tua mano, tocca quanto egli possiede, e vedrai se non ti rinnega in faccia”. (Giobbe 2: 1-5) Or accadde un giorno, che i figliuoli di Dio vennero a presentarsi davanti a Jahvè, e Satana venne anch’egli in mezzo a loro a presentarsi davanti a Jahvè. E Jahvè disse a Satana: “Donde vieni?” E Satana rispose a Jahvè: “Dal percorrere la terra e dal passeggiare per essa”. E Jahvè disse a Satana: “Hai tu notato il mio servo Giobbe? Non ce n’è un altro sulla terra che come lui sia integro, retto, tema Iddio e fugga il male. Egli si mantiene saldo nella sua integrità benché tu m’abbia incitato contro di lui per rovinarlo senza alcun motivo”. E Satana rispose a Jahvè: “Pelle per pelle! L’uomo dà tutto quel che possiede per la sua vita; ma stendi un po’ la tua mano, toccagli le ossa e la carne, e vedrai se non ti rinnega in faccia”.