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Alle 7 di questa mattina hanno riaperto i seggi per le elezioni regionali in Emilia Romagna e in Umbria per il secondo giorno di votazioni. Si può votare fino alle 15 poi avrà inizio lo scrutinio.
Kamala Harris abbandonata dagli elettori di BidenI 5 stelle elogiano Trump e bacchettano la sinistra
Prende North Carolina e Georgia, a un passo dal trionfo.
Trump vince le elezioni americane. È in vantaggio su Harris tra i grandi elettori e nel voto popolare Donald Trump si è aggiudicato le elezioni americane. E' in vantaggio su Kamala Harris tra i grandi elettori e nel voto popolare. Questo stanno raccontando le elezioni americane. La battaglia tra i due candidati negli stati in bilico c'è stata, ma la cartina degli Stati Uniti è principalmente tinta del rosso dei repubblicani di Trump. "Abbiamo fatto la storia", sul palco di West Palm Beach con la sua famiglia e il vice J.D. Vance, Donald Trump ha dichiarato la vittoria e ha promesso di portare una nuova "età dell'oro" negli Stati Uniti. "Mettiamo le divisioni del passato alle spalle, stiamo uniti", dice Donald Trump nel suo discorso. Trump promette che fermerà le guerre e ricorda che durante il suo primo mandato non ci sono state guerre, ma piuttosto "una sconfitta dell'Isis in tempi record". L'America vira verso destra Il popolo americano vira verso destra, ma il Paese resta spaccato. Stando ai dati diffusi da CNN tra gli elettori di Trump l'economia rimane il tema più importante, seguito da immigrazione, democrazia, aborto e politica estera, Diverso è il parere generale, secondo cui a democrazia è il tema che sta più a cuore al 35% degli statunitensi che si sono recati alle urne. Seguono nell'ordine l'economia, che è la questione principale per il 31% degli elettori, poi l'aborto, l'immigrazione e la politica estera. Trump sta vincendo quindi sul malessere del ceto medio sempre più impoverito sul piano economico e sulla percezione di una incapacità dei democratici a risolvere il nodo dei flussi migratori. Dunque per la Harris è stata una strada in salita, perché sempre secondo CNN la maggioranza degli elettori si sono detti insoddisfatti della direzione del Paese, nello specifico ha disapprovato l'operato del presidente Joe Biden. Se stiamo a questi dati, gli americani hanno scelto Trump perché lo hanno ritenuto più credibile rispetto alla Harris, la cui candidatura è arrivata in extremis dopo il sostanziale fallimento di Biden. E il fallimento del presidente è stato visto anche in buona misura dalla sua vicepresidente Harris. "Il Corsivo" a cura di Daniele Biacchessi non è un editoriale, ma un approfondimento sui fatti di maggiore interesse che i quotidiani spesso non raccontano. Un servizio in punta di penna che analizza con un occhio esperto quell'angolo nascosto delle notizie di politica, economia e cronaca. ___________________________________________________ Ascolta altre produzioni di Giornale Radio sul sito: https://www.giornaleradio.fm oppure scarica la nostra App gratuita: iOS - App Store - https://apple.co/2uW01yA Android - Google Play - http://bit.ly/2vCjiW3 Resta connesso e segui i canali social di Giornale Radio: Facebook: https://www.facebook.com/giornaleradio.fm/ Instagram: https://www.instagram.com/giornale_radio_fm/?hl=it
(00:00) Sigla iniziale(01:00) I campioni d'Europa si fermano al box(12:24) Tra Cina e Ungheria, il Mef(26:02) Una garanzia di guai(43:22) Tassa, spendi, fai debiti: the Labour way(01:13:23) Elettori esigenti e narratori fantasiosiI fatti più interessanti della settimana, secondo il vostro Titolare.Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/phastidio-podcast--4672101/support.
Zuppa di Porro del 30 ottobre: rassegna stampa quotidiana
Mancano pochi giorni alle elezioni americane. E i sondaggi, questa volta, non ci sono di nessun aiuto per ipotizzare chi possa vincere, ma si limitano a descrivere una situazione di grande equilibrio e parità. Un equilibrio che possono rompere solo gli elettori indecisi. Ma chi sono gli indecisi d'America? E cosa può smuoverli?
Ansa - di Annalisa Rapanà.
Analizziamo la comunicazione di Trump
BRUXELLES (BELGIO) (ITALPRESS) - "La presunta maggioranza al Parlamento europeo ha un atteggiamento irrispettoso nei confronti della democrazia e degli elettori. Loro si possono prendere le loro vicepresidenze, noi ci teniamo la nostra dignità". Lo dichiara il capo delegazione della Lega al Parlamento Europeo, Paolo Borchia, a margine delle scelte sugli uffici di presidenza delle commissioni parlamentari.xf4/sat/gsl
BRUXELLES (BELGIO) (ITALPRESS) - "La presunta maggioranza al Parlamento europeo ha un atteggiamento irrispettoso nei confronti della democrazia e degli elettori. Loro si possono prendere le loro vicepresidenze, noi ci teniamo la nostra dignità". Lo dichiara il capo delegazione della Lega al Parlamento Europeo, Paolo Borchia, a margine delle scelte sugli uffici di presidenza delle commissioni parlamentari.xf4/sat/gsl
ANSA - di Benedetta Guerrera.Sondaggi horror negli Stati chiave. 'Lascio se lo ordina il medico'.
L'intervista del Ministro della Giustizia Carlo Nordio al Taormina book festival sulla separazione delle carriere: la Riforma è volontà dagli elettori. Il Guardasigilli commenta anche l'abolizione dell'abuso di ufficio e il problema del sovraffollamento delle carceri.>> Leggi anche l'articolo: https://tinyurl.com/yjc329yy>> Scopri tutti i podcast di Altalex: https://bit.ly/2NpEc3w
Una finestra sui fatti del giorno per andare oltre le notizie. Il direttore Daniele Capezzone dà voce ai contenuti editoriali di Libero con un extra-editoriale in formato podcast.Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/libero-in-tre-minuti--5680426/support.
Si apre sotto il segno della contestazione accesa il nuovo corso amministrativo inaugurato dal neosindaco di Caltrano Alberto Dal Santo, alle prese già nella prima seduta consiliare con la surroga del consigliere più votato della sua lista: sul tavolo infatti, le dimissioni di Marco Sandonà, nel frattempo investito del ruolo di Presidente di SVT. Un addio ancora prima di partire che non è piaciuto alla minoranza di "Viviamo Caltrano", subito in trincea contro l'amministrazione appena insediata.
Sembra una cosa complottista ma temo non lo sia i social ci intrappolano in bolle ideologiche e favoriscono l'estremismo, non credo ci sia un piano malefico per tutti questi risultati ma di fatto ci sono e dobbiamo andarci a patti. Ormai è abbastanza noto che i social possono creare bolle ideologiche che portano le persone a essere convinte delle cose più strane, rafforzando convinzioni e portandole all'estremo, scontrandosi a volte contro chi non la pensa come loro anche di pochissimo. Questo fenomeno è esacerbato da fattori come l'uso strumentale dei temi divisivi e la diffusione di discorsi d'odio. Tutti i miei link: https://linktr.ee/br1brownFonti:Addressing the Alt-Right Pipeline - Berkeley Political Review(PDF) Alt-right pipeline: Individual journeys to extremism onlineHatemongers ride on echo chambers to escalate hate speech diffusion | PNAS Nexus | Oxford AcademicNaspRead - A ciascuno la sua coerenza. Elettori e dimensioni della politica in EuropaTELEGRAM - INSTAGRAMSe ti va supportami https://it.tipeee.com/br1brown
Nella Lega la chiamano la zarina, anche se oggi sembra piuttosto spenta. Susanna Ceccardi è colei che ne 2014 ospite di Michele Santoro disse “Chi mi accusa di tenere più alla vita di un chihuahua che alla vita di un immigrato, non capisce che i chihuahua non sbarcano a migliaia sulle nostre coste”. Da sindaca di Cascina (Pisa) disse “non ho messo la foto di Sergio Mattarella nel mio ufficio, è un retaggio dell'ancien régime” e si rifiutò di celebrare un unione civile gay perché, disse “il registrucolo degli amanti omosessuali è un'invasione di campo ideologica in vista del mutamento del concetto di famiglia”. Nel 2017 disse “menomale” che i medici calabresi guadagnano meno di quelli dell'Emilia Romagna. Qualche mese fa ha confuso Aldo Moro prima con Berlinguer e con De Gasperi. Due anni fa ha confuso l'articolo 1 con l'articolo 3 della Costituzione. Per queste elezioni europee Ceccardi ha giocato la sua campagna con lo slogan “o me” e “o lui/lei”, nel goffo tentativo di polarizzare il suo elettorato (come se ce ne fosse bisogno). L'ha fatto con Mimmo Lucano, l'ha fatto con Lucia Annunziata, l'ha fatto Ilaria Salis, l'ha fatto con Elly Schlein. Lucano, Annunziata e Salis sono stati comodamente eletti a Strasburgo, facendo incetta di voti. Elly Schlein ha incassato un clamoroso risultato da segretaria del Partito democratico. Si potrebbe tranquillamente dire che gli elettori tra Ceccardi e altri hanno sempre scelto gli altri. Lei è rimasta in silenzio per ore perdendo la grinta della campagna elettorale, appesa alla ripartizione dei seggi e alle scelte del generale Vannacci potrebbe raccattare in giro. È il rischio di fare i bulli: quando si perde si perde sempre fragorosamente. #LaSveglia per La NotiziaDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/la-sveglia-di-giulio-cavalli--3269492/support.
A spoglio non ancora terminato il risultato di queste elezioni legislative è comunque chiaro: il Partito popolare europeo di Ursula von der Leyen rimane la prima formazione politica ed anzi consolida la sua posizione guadagnando una decina di seggi. Un risultato che conforta la Presidente della Commissione, nella corsa ad un secondo mandato che ha già annunciato voler dedicare alla stabilità (con socialisti, democratici e liberali) e alla lotta agli estremismi di destra e sinistra. Chi invece vorrebbe cambiare gli attuali equilibri sono le destre, più o meno estreme, di Giorgia Meloni e Marine Le Pen che hanno, rispettivamente, consolidato e stravolto gli equilibri politici in Italia e Francia. Una batosta alla quale il Presidente Emmanuel Macron ha subito risposto sciogliendo l'Assemblea nazionale e convocando nuove elezioni legislative per la fine di questo mese! Socialisti e democratici hanno complessivamente tenuto salvo in Germania, dove probabilmente, la partecipazione alla coalizione di Governo ha provocato più recriminazioni che risultati positivi. Infine, oltre ai liberali anche i Verdi e i Non iscritti hanno vissuto una vera Waterloo, perdendo complessivamente una sessantina di seggi. Che volto avrà quindi il Parlamento europeo prossimo venturo? Se Ursula von der Leyen guiderà ancora la Commissione, terrà conto della volontà delle destre di avere un'UE meno accentratrice e soprattutto con meno poteri sovranazionali? La “scommessa” politica di Macron riuscirà a salvare l'europeismo francese? Per discuterne, in una puntata speciale di Modem, in onda da Bruxelles, intervengono: Lorenzo Consoli, Corrispondente da Bruxelles per Askanews, già presidente dell'Associazione internazionale della stampa di Bruxelles; Matteo Gorgoni, Ricercatore all'European Policy Centre; Antonio Missiroli, Docente a Sciences Po, Parigi; Andrea Ostinelli, Corrispondente RSI Bruxelles.
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Quella che state per ascoltare è la prima puntata di Brussèl, il nuovo podcast di Pagella Politica sulle elezioni europee, che in dieci brevi puntate vi racconta tutto quello che c'è da sapere per arrivare preparati al voto dell'8 e 9 giugno.In questa prima puntata, che per oggi sostituisce il solito Poteri Forti, spieghiamo che cos'è e come funziona il Parlamento europeo. Le altre nove puntate di Brussèl, con l'accento sulla E, sono disponibili su tutte le piattaforme che usate per ascoltare i podcast. Vi lasciamo comunque un paio di link in descrizione Buon ascolto!Il nuovo podcast che ti spiega le elezioni europeeSpotifySpreakerApple podcastCREDITSigla Poteri Forti“Right on target” di Lemonmusicstudio Musiche Brussèl “Europe Travel” di Lexin Music“Documentary Background” di Lexin Music
La caratteristica tutta italiana di candidare persone per il parlamento europeo sapendo, sia gli elettori che gli eleggibili, che questi non metteranno mai piede in quel parlamento si ripete anche questa volta. Fonti: video "Europee, Schlein: "Mi candido ma resto in Parlamento contro Meloni" pubblicato sul canale YouTube Il Fatto Quotidiano il 21 aprile 2024; video "Meloni candidata alle Europee: "Scendo in campo. Sulla scheda scrivete Giorgia, sono una del popolo" pubblicato sul canale YouTube Il Fatto Quotidiano il 28 aprile 2024; video "Elezioni europee, Meloni: "Sulla scheda scrivete Giorgia, sono una del popolo" pubblicato sul canale YouTube alanews il 28 aprile 2024; video "Tajani: "Nel simbolo di Forza Italia il nome di Berlusconi ci sarà per sempre" pubblicato sul canale YouTube Il Fatto Quotidiano il 16 giugno 2023; video "Governo, sui social scoppiano le polemiche per i sottosegretari" pubblicato sul sito ilsole24ore.com il 25 febbraio 2021. Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
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Produzione e Sound Design - Matteo D'AlessandroCanale Youtube: https://www.youtube.com/channel/UC-Idufifk1hamoBzkZngr1wGruppo Facebook : https://www.facebook.com/groups/624562554783646/Gruppo Whatsapp: https://whatsapp.com/channel/0029VaD1eQk8vd1WyYUzH01cIl nostro Instagram: https://www.instagram.com/bibliotecadialessandria/?hl=itGruppo Telegram : https://t.me/joinchat/Flt9O0AWYfCUVsqrTAzVcg
Rispetto alle elezioni politiche, le Europee sono tutto un altro campionato. La cosa che più cambia tra le due competizioni elettorali è che per le seconde bisogna avere un bel gruppo di persone che lavora insieme.
NEW YORK (STATI UNITI) (ITALPRESS) - Massimo Tommasoli è tra i maggiori esperti mondiali sullo stato della democrazia e dal Palazzo di Vetro dell'ONU ai microfoni dell'Italpress fa un'analisi del “super ciclo elettorale” del 2024. Il direttore dei programmi globali del Think Tank IDEA, da New York sottolinea l'urgenza di salvaguardare l'integrità dei processi elettorali, per rafforzare la fiducia dei cittadini nelle istituzioni democratiche. Il rinnovato duello tra Joe Biden e Donald Trump mette in luce sfide e opportunità: cosa abbiamo imparato dai fatti del 6 gennaio 2021 a Washington?xo9/sat/gtr(video di Stefano Vaccara)
NEW YORK (STATI UNITI) (ITALPRESS) - Massimo Tommasoli è tra i maggiori esperti mondiali sullo stato della democrazia e dal Palazzo di Vetro dell'ONU ai microfoni dell'Italpress fa un'analisi del “super ciclo elettorale” del 2024. Il direttore dei programmi globali del Think Tank IDEA, da New York sottolinea l'urgenza di salvaguardare l'integrità dei processi elettorali, per rafforzare la fiducia dei cittadini nelle istituzioni democratiche. Il rinnovato duello tra Joe Biden e Donald Trump mette in luce sfide e opportunità: cosa abbiamo imparato dai fatti del 6 gennaio 2021 a Washington?xo9/sat/gtr(video di Stefano Vaccara)
A cura di Daniele Biacchessi Nel centrodestra cresce il fronte che che chiede una maggiore moderazione dei parti. Sono per l'esattezza quattro elettori su 10, secondo un'indagine effettuata dall'Istituto demoscopico Noto Sondaggi per Repubblica sui sostenitori della maggioranza di governo. Esiste dunque un elettorato moderato e non dovevamo scoprirlo dai sondaggi che si porta in ogni appuntamento elettorale un peso rilevante all'interno della base del centrodestra. Si tratta del 30% di chi ha votato FdI alle Politiche del 2022, del 61% di chi sceglie Forza Italia ed il 43% dei leghisti vorrebbero che i propri partiti avessero posizioni più moderate. Il 27% dei simpatizzanti centrodestra si definisce “moderato” e non di destra. Rispetto all'Unione Europea le differenze si moltiplicano a pochi mesi dal voto del prossimo 8-9 giugno. Il 55% di Forza Italia è apertamente filoeuropeo, in Fratelli d'Italia il 57% è critico, nonostante la posizione europeista della presidente Meloni, e nella Lega il dissenso è condiviso dal 65%. Intanto, la sconfitta alle recenti regionali in Abruzzo, non sembra essere stata compresa dal centrosinistra. In Basilicata Pd e M5s hanno scelto il loro candidato, Domenico Lacerenza, ma non hanno coinvolto Calenda che si sente escluso dalla coalizione. In un sistema di veti incrociati, si parla di una possibile ritirata di Lacerenza, dopo l'indignazione popolare per un candidato «calato dall'alto», e le proteste di Carlo Calenda, infuriato con Schlein. Per dirla come Romano Prodi, "se volete vincere dovete mettervi d'accordo, se volete perdere continuate così". ___________________________________________________ Ascolta altre produzioni di Giornale Radio sul sito: https://www.giornaleradio.fm oppure scarica la nostra App gratuita: iOS - App Store - https://apple.co/2uW01yA Android - Google Play - http://bit.ly/2vCjiW3 Resta connesso e segui i canali social di Giornale Radio: Facebook: https://www.facebook.com/giornaleradio.fm/ Instagram: https://www.instagram.com/giornale_radio_fm/?hl=it
A cura di Daniele Biacchessi Dopo il voto in Abruzzo, l'area del centrodestra si consolida al suo interno. L'elettorato della Lega in uscita si distribuisce equamente nelle altre formazioni della maggioranza, Fdl e Forza Italia. Non c'è un travaso di voti verso lo schieramento di centrosinistra allargato. Semmai, in numeri ridotti, contribuisce ad alimentare la disaffezione verso la politica. Sul campo largo, invece, l'analisi dell'Istituto Cattaneo è illuminante. L'astensione degli elettori 5S resta il vero punto debole del campo largo: i 15 punti persi dal Movimento 5Stelle dalle regionali del 2019 a quelle del 2024 sono il racconto di un disagio degli elettori grillini. Per l'Istituto Cattaneo è necessario che la coalizione si allarghi, per evitare il ripetersi indefinito dell'asimmetria che ha moltiplicato la vittoria in seggi del centrodestra alle elezioni politiche del 2022. Nel campo largo c'è una reciproca ostilità, coltivata dai leader verso gli altri partiti che oggi sono potenziali alleati. La diversità sui vari temi di politica interna e internazionale è più profonda tra i partner del centrosinistra rispetto all'elettorato del centrodestra. Le due componenti più volatili del centrosinistra sono rintracciabili negli elettori del M5S e tra gli elettori dell'area liberale e europeista (Azione, Iv, +Europa). Seguendo i numeri, «nel primo caso prevale, come del resto già in passato, la tendenza ad astenersi in occasione di elezioni locali. Nel secondo, la tendenza a ricollocarsi o a tornare verso il centrodestra, soprattutto quando, come nel caso abruzzese, i partiti dell'area liberale ed europeista sono alleati con il M5S». ___________________________________________________ Ascolta altre produzioni di Giornale Radio sul sito: https://www.giornaleradio.fm oppure scarica la nostra App gratuita: iOS - App Store - https://apple.co/2uW01yA Android - Google Play - http://bit.ly/2vCjiW3 Resta connesso e segui i canali social di Giornale Radio: Facebook: https://www.facebook.com/giornaleradio.fm/ Instagram: https://www.instagram.com/giornale_radio_fm/?hl=it
NAPOLI (ITALPRESS) - “É uno scandalo allontanare i cittadini dalle urne e votare con sistema vecchi di un secolo. Servono voto elettronico e digitale e comunque sistemi che aiutino i cittadini. E poi restituire la possibilità di scelta dei parlamentari con preferenze o veri collegi uninominali. Basta leggi truffa!”. Alfonso Pecoraro Scanio, presidente della fondazione Univerde e promotore delle rete Ecodigital, commenta con durezza i dati dello studio di Vis Factor che parlano di un italiano su 5 che non vota per problemi logistici.sat/gsl
Come si concilia l'ottimismo dei mercati, che si aspettano un lungo ciclo di bassa inflazione e di buona crescita, con l'inquietudine di parti rilevanti dell'opinione pubblica, non solo occidentale, che potrebbe tradursi, in questo 2024 costellato di scadenze elettorali, in significativi cambiamenti politici?
#notizie #podcast #politica #rassegnastampa
I fondi del Pnrr per l'assistenza ai fragili e i prezzi delle case vacanze in aumento
Elly Schlein guida il Pd da meno di un mese ma sembra che lo faccia da molto più tempo. In poche settimane, ha messo insieme una serie di messaggi di natura perlopiù radicale
Quel che Carlo Calenda dovrebbe imparare da Berlusconi Fonti: primo video su Tik Tok di Silvio Berlusconi, pubblicato sul suo profilo l'1 settembre 2022; video "Antonio Cornacchione - Silvio ha sempre ragione" pubblicato sul canale Youtube My VHS Channel il 26 luglio 2020 e tratto da una puntata di Zelig, programma comico condotto da Claudio Bisio e trasmesso da Canale 5; estratto della 61° edizione del Festival di Sanremo, andato in onda dal 15 al 19 febbraio del 2011 e condotto da Gianni Morandi con Luca e Paolo, Belén Rodrìguez e Elisabetta Canalis, disponibile su RaiPlay; dichiarazioni di Carlo Calenda in una puntata di DiMartedì del 14 febbraio 2023, programma condotto da Giovanni Floris e trasmesso da La7, disponibile su La7.it; intervento di Carlo Calenda durante la puntata di Tagadà del 17 febbraio 2023, programma trasmesso da La7 e condotto da Tiziana Panella, disponibile su la7.it; estratto dell'episodio "La ricotta", diretto da Pier Paolo Pasolini e contenuto nel film Ro.Go.Pa.G. del 1963, prodotto da Arco Film, Cineriz e Lyre Film, disponibile su Prime Video; intervento di Carlo Calenda alla puntata di L'aria di domenica del 29 novembre 2020, programma condotto da Myrta Merlino e trasmesso da La7, pubblicato sul canale Youtube di La7 Attualità il 2 dicembre 2020; intervento di Carlo Calenda alla puntata di L'aria che tira dell'8 giugno 2020, programma condotto da Myrta Merlino e trasmesso da La7, disponibile su la7.it; estratto del discorso di Silvio Berlusconi alla cena di Natale all'U-Power Stadium di Monza con gli sponsor e la prima squadra, pubblicato da Milano Today il 14 dicembre 2022; intervento di Marco Travaglio alla puntata di Otto e mezzo del 19 febbraio 2021, programma condotto da Lilli Gruber e trasmesso da La7, disponibile su la7.it; intervista di Giuseppe Brindisi a Silvio Berlusconi nel suo programma Zona Bianca, trasmesso da Rete 4 e disponibile su Mediaset Infinity; dichiarazioni di Carlo Calenda all'evento "La forza dei risultati. Uniti per Alessio D'Amato presidente" tenutosi a Roma il 10 febbraio 2023, disponibile su radioradicale.it; video delle dichiarazioni di Matteo Renzi nel corso dell'incontro del 12 agosto 2022 al Caffè della Versiliana di Marina di Pietrasanta, in provincia di Lucca, pubblicato sul canale Youtube de La Repubblica il 12 agosto 2022.
A cura di Daniele Biacchessi Il forte calo di affluenza alle regionali in Lombardia e nel Lazio conferma la tendenza già rilevata alle politiche del 25 settembre 2022, quando il 64,01% degli italiani si era presentato alle urne registrando un decremento di circa 10 punti percentuali rispetto alla tornata del 2018. Per le regionali lombarde e laziali il crollo è stato verticale, di numerosi punti decimali, maggiore nella provincia e nei piccoli paesi, di minore intensità nelle grandi città come Milano e Roma. E' vero che nel 2018 si votava in un'unica soluzione, ma l'apporto della seconda giornata del 13 febbraio è stato a dir poco modesto. Da dove arriva questa disaffezione? Il nodo chiave resta la mancanza di rappresentatività dei partiti, come dimostrano i dati degli iscritti alle forze maggiori del Paese. I cittadini sentono i partiti lontani dai loro bisogni reali, le candidature rimangono condizionate dalle decisioni dei leader nazionali e delle segreterie, e più in generale le polemiche generali offuscano i temi locali, quelli che giungono dai territori. Se si esclude l'impegno e la passione espressi da alcuni candidati, le elezioni regionali si sono svolte in un clima di scontro tra maggioranza e opposizione sul caso dell'anarchico Cospito, sui vertici della Rai, sugli effetti della manovra economica del Governo, sulle tensioni all'interno degli schieramenti, non ultimo le dure critiche di Silvio Berlusconi sulla presenza del presidente ucraino Zelensky al festival di Sanremo e il mancato accordo tra Partito Democratico e M5s nel Lazio, confermato invece in Lombardia. L'unica cosa certa di queste regionali è la vittoria netta del partito dell'astensione che testimonia l'allontanamento dei cittadini alla partecipazione politica.
Il dato più evidente disponibile dopo la prima delle due giornate elettorali in Lazio e Lombardia è il calo drammatico dell'affluenza: in Lombardia alle 19 di ieri era al 26,93%, in Lazio addirittura il 24,19%. Si potrà votare anche domani fino alle 15, ma i dati sono comunque preoccupanti e segno di una crescente disaffezione dei cittadini alla politica — e mentre una volta l'affluenza bassa “premiava” il centrosinistra, le cose non sono più così scontate da diverso tempo ormai. Qualche dato in più sull'affluenza in Lombardia: a Milano si è votato di più in zona 3 e di meno in zona 1, mentre a livello regionale l'affluenza è più alta della media nelle zone montane delle province di Bergamo e Brescia. Sono zone dove dovrebbe essere premiato il centrosinistra, ma il divario che separa i principali contendenti Fontana e Majorino sembra essere difficile da colmare per quest'ultimoSostieni l'informazione indipendente di the Submarine: abbonati a Hello, World! La prima settimana è gratisin copertina, elaborazione foto via Facebook / Attilio FontanaQuesto show fa parte del network Spreaker Prime. Se sei interessato a fare pubblicità in questo podcast, contattaci su https://www.spreaker.com/show/5344380/advertisement
Doveva essere un rivoluzione e invece è solo una furba presa del potere. Finché dura.#LaSveglia per La Notizia
"Io ho proposto il mio impegno di valore civico per le persone e la collettività, e ho proposto me stessa per come sono, senza maschere o sovrastrutture, con un programma che avrebbe dato alla Sicilia un volto moderno, profilo istituzionale e autorevolezza. Gli elettori hanno scelto un'altra guida e questo va accettato”. Così Caterina Chinnici, candidata alla presidenza della Regione Siciliana per il centrosinistra.tvi/red
"Le regole ci sono da 30 anni, sono le regole che ci siamo dati da sempre: il leader della coalizione lo decidono gli elettori del centrodestra". Lo dice il presidente di Noi con l'Italia Maurizio Lupi che parla a Napoli a margine della presentazione del simbolo con cui il suo partito si prepara a correre in vista delle elezioni del prossimo 25 settembre. xc9/pc/gsl
"Le regole ci sono da 30 anni, sono le regole che ci siamo dati da sempre: il leader della coalizione lo decidono gli elettori del centrodestra". Lo dice il presidente di Noi con l'Italia Maurizio Lupi che parla a Napoli a margine della presentazione del simbolo con cui il suo partito si prepara a correre in vista delle elezioni del prossimo 25 settembre. xc9/pc/gsl
L'ultima ricerca dell'istituto Ipsos presenta gli idealtypen dell'elettorato di vari partiti. L'elettore del PD è più istruito rispetto agli elettori degli altri partiti e appartiene alla fascia di reddito alta o medio-alta. Questo il freddo dato. Ma da ciò cosa si può inferire? --- Send in a voice message: https://anchor.fm/veridemocratici/message
Il 24 gennaio prendono il via le votazioni per il Presidente della Repubblica. A scegliere il successore di Sergio Mattarella saranno 630 deputati, 321 senatori e 58 delegati regionali. Abbiamo voluto approfondire il ruolo di questi ultimi, ascoltando le impressioni di due delegati che osservano la situazione lontano da Roma. di Davide Depascale
La principale differenza è tra l'elezione diretta da parte dei cittadini a quella indiretta da parte di un'Assemblea di Grandi elettori.
Nel programma Degiornalist su Radio Number One, nella mattinata di giovedì 13 gennaio è stato ospite uno dei grandi elettori in vista delle elezioni del prossimo Presidente della Repubblica. Parliamo di Alessandro Fermi, presidente del consiglio regionale (Lombardia). Il 24 si parte con una decina di giorni di messaggi, telefonate, ragionamenti: Fermi spiega che ci sarà solo una votazione al giorno per rispettare le regole Covid. Rischia di diventare un soggiorno vero e proprio a Roma, anche perché per Leone ci furono ventitré votazione. Poi si comincerà con "maggioranza +1" e tutto il resto.
Il Prof. Murtinu ha scritto un paper sull'interazione tra il desiderio dei partiti di vincere le elezioni e l'assenza di capacità cognitive degli elettori, soprattutto in campo economico. Più gli elettori ignorano le basi dell'economia, più i partiti hanno facile gioco nel distorcere la percezione delle loro competenze di governo, con promesse farlocche e quindi implementando politiche fiscali insostenibili.In sostanza al governo vengono selezionati non i più competenti, ma i pifferai senza scrupoli.
Nessun polo ha la maggioranza, decisivi ex M5s e gruppo Misto
Oltre ai vecchi stratagemmi c'è l'incognita degli smartphone non proibiti.
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6858DRAGHI DITTATORE? UNA BELLA IDEAEccallà, ci mancava solo la dichiarazione senza vergogna in diretta nazionale. Che barba la democrazia. Che barba i partiti che cercano di influenzare il governo. Che schifo i leader che si mettono di traverso sul trionfale cammino di sua santità Mario Draghi. Molto meglio una dittatura, in cui a decidere tutto è Supermario e gli altri si adeguano. Fino ad oggi eravamo quasi certi che molti democraticissimi intellettuali lo sussurrassero solo nei salotti buoni tra una tartina al caviale e l'altra, senza però esporre al grande pubblico la loro preferenza per una dittatura illuminata del premier Draghi. Ora invece Umberto Galimberti ha rotto il velo d'ipocrisia (e di questo occorre almeno dargli merito) ed è arrivato a confessare in diretta tv il disprezzo per i meccanismi della democrazia.In studio a In Onda si stava discutendo delle incomprensibili norme prodotte dal governo per "arginare" l'avanzata di Omicron. Riuscire a districarsi tra green pass, super green pass, tre tipologie di quarantene, contatti stretti o laschi, prima seconda o terza dose, è oggettivamente impossibile. Di chi è la colpa? Di Speranza, in teoria titolato a gestire la situazione sanitaria? Di Draghi, che guida questo governo "dei migliori"? No, ovviamente. Per Galimberti sono i partiti ad aver creato confusione. "La complicazione - ha detto - nasce dal fatto dal fatto che abbiamo un governo fatto di partiti che si detestano e il povero Draghi ha iniziato a fare delle mediazioni che moltiplicano le diversità dei casi all'interno dei quali si deve intervenire".Hai capito che orrore? I partiti cercano di interpretare le istanze degli italiani? Non sia mai: è lesa maestà. Dovrebbero starsene zitti e lustrare le scarpe al premier-padrone. "Se è vero che abbiamo un governo di salute pubblica - ha insistito Galimberti - se è vero che siamo in epoca di emergenza, non si può considerare Draghi una sorta di... non dico la parola dittatore, ma quasi? Che decida lui a prescindere dalle bandierine dei vari partiti che vogliono difendere questa o quell'altra categoria, allentando la difesa nei confronti di questo virus".In studio avrebbero dovuto indignarsi per quanto detto dal professorone. Non l'hanno fatto come non lo fecero con Monti quanto chiese una "informazione meno democratica", ma almeno stavolta si sono degnati di chiedere una precisazione. "Emergenza cosa vuol dire? - ha spiegato Galimberti - Che tutto va avanti come prima o c'è uno che decide? Questo voglio capire. Se siamo in emergenza fino a marzo, ci vorrà uno che decide. Io di Draghi mi fido, penso che non sia un pazzo, penso abbia le capacità per governare questa situazione, quindi lasciamo decidere a lui a prescindere dai pareri discordanti di tutti gli altri partiti. Questo significa emergenza".A dire il vero, questo significa "dittatura". E in teoria sarebbe una cosuccia contraria alla Costituzione. Ma ormai tra Monti che vuole "dosare dall'alto l'informazione" e Galimberti che sogna di incoronare Draghi imperatore, abbiamo capito una cosa: che in nome della presunta "emergenza", ormai prolungata da tempo immemore, si sta facendo strada l'ipotesi che si possa instaurare davvero l'uomo solo al comando. Senza che nessuno osi alzare il ditino. E pensare che i cronisti radical chic si stracciarono le vesti quando Salvini chiese agli elettori (ripeto: agli elettori!) i "pieni poteri" attraverso le urne. Che fine hanno fatto? Ah sì, lo sappiamo. Sono lì, in piedi, ad applaudire l'ingresso in sala stampa di suo splendore Draghi.Nota di BastaBugie: Rino Cammilleri nell'articolo seguente dal titolo "Draghi, da 30 anni sempre al posto giusto al momento giusto" racconta la carriera di Mario Draghi, sempre intento a gestire svolte importanti per l'Italia.Ecco l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 4 gennaio 2022:«No al clima di terrore sulla variante omicron. La gente sta a casa, ha paura di andare nei negozi perché è stato detto e scritto che se si va fuori si prende la variante omicron e si muore, invece è assolutamente falso. Qui se non ci diamo tutti una regolata, ma soprattutto voi media, l'Italia diventa un Paese povero e sempre di più, fino a quando non diventeremo l'oggetto dello shopping di altri Paesi che sono stati più intelligenti e competenti di noi. Lo sa dove sono in questo momento? In uno dei più bei negozi di Milano, ma è desolatamente vuoto» (A. Zangrillo, primario al San Raffaele, su Notizie.com, 24.12.21).Ora, non vorremmo essere accusati di complottismo, ma se malgrado tutto ne fossimo accusati, finché non diventa reato (ci manca poco, mi pare), chissenefrega? Ci limiteremo solo a mettere in fila alcune coincidenze storiche che ci paiono significative. Eccole. L'attuale presidente del consiglio, Draghi, è l'ennesimo salvatore della patria che ci viene paracadutato dall'alto senza passare per il vaglio delle elezioni popolari. Il popolo, tuttavia, è contento. Anzi, sono tutti contenti, ma proprio tutti. E questo ci induce ad alzare un sopracciglio perché mai a nessun altro italiano è stato riservato un così corale e sentito applauso dal mondo esterno: Usa, Ue, «mercati», finanza internazionale, «poteri forti» eccetera.Mai si era visto, per esempio, un capo del governo accolto da una standing ovation dai giornalisti prima ancora di cominciare a parlare in sala stampa («Zuppa di Porro», 23.12.21). Forse perché i giornali ormai boccheggiano e se non sono ancora morti è grazie ai sussidi governativi, negati, invece, ad altre categorie di lavoratori? Lo stesso vale per i giornalisti televisivi, gli uni mantenuti coattivamente dal contribuente e gli altri allineati, per forza di cose, a un partito che sostiene il governo. A pensar male si fa peccato, diceva uno che di politica se ne intendeva avendoci passato la vita e in ruoli apicali. E noi questo peccato lo facciamo volentieri, anche perché è uno dei pochi a non subire sanzione ultraterrena, anzi, è quasi raccomandato dal Vangelo: «siate candidi come colombe ma astuti come serpenti».E, con candore colombaro, osserviamo che l'attuale capo del governo, in predicato di Quirinale - ma tutti, diconsi tutti, esteri in primis, vogliono che resti dov'è, e anche questo fa riflettere - è dal 1992 che si ritrova, sempre lui, nei luoghi e/o tempi in cui l'Italia è stata, per dirla con Zangrillo, «l'oggetto dello shopping di altri Paesi che sono stati più intelligenti e competenti di noi».Nel 1992, infatti, era direttore generale del Tesoro, e in tale veste fu anfitrione al summit che si tenne sul panfilo reale inglese Britannia, ove si decisero le famose «privatizzazioni» italiche (c'erano anche Ciampi e Andreatta, che dieci anni prima avevano scisso le sorti di Bankitalia e Tesoro). Veniamo a tempi più recenti. Nel 2011, quando il famigerato «spread» provocò la caduta del governo Berlusconi, e miracolosamente ridiscese in pochi giorni non appena Monti e Fornero promisero «lacrime e sangue» (e mantennero), alla presidenza della Banca centrale europea c'era lui, l'attuale capo del governo italiano.E c'era sempre lui, nel 2007, alla guida di Bankitalia quando il Monte dei Paschi (oggi alla disperata ricerca di qualcuno che se lo compri) operò la famosa acquisizione di Antonveneta, causa di tutto quel che seguì e che oggi è in mano alle procure di mezza Italia. Non ricordo se Capezzone (ex radicale ora in Forza Italia) o Rizzo (l'unico comunista rimasto che non ha cambiato nome e non si fa dare gli input dalla sinistra americana) in un talkshow osservò che l'operazione bancaria del 2007 avrebbe richiesto quella «vigilanza» che Bankitalia ha tra i suoi compiti. Ma non ha importanza.In ogni caso è significativo che ci si ritrovi a dover dar ragione a un ex radicale e/o a un comunista duro&puro. Perché, delle due l'una: o ha ragione il complottista o ce l'ha Zangrillo quando parla di «competenza».
Più scartoffie e calo dell'export con l'Unione europea, per il 60% degli elettori è andata peggio del previsto. Colpa anche del virus.
Elezioni presidenziali, elezioni regionali, crisi politiche. Oggi parliamo di politica, di politica elettiva, facendo un giro del mondo e vedendo come sono andate o stanno andando le molte tornate elettorali di questi giorni, dall'Etiopia all'Iran, alla Francia, passando dalla crisi politica di #Bolsonaro che potrebbe aprire la strada al ritorno di Lula in Brasile. Sullo sfondo, una democrazia elettiva sempre più stropicciata e malconcia, che vede nell'astensione - ovunque altissima - uno dei sintomi della sua malattia.Tutte le notizie qui: https://www.italiachecambia.org/rassegna-stampa/elezioni-senza-elettori/Contribuisci: https://www.italiachecambia.org/contribuisci/
L'editoriale del direttore Nico Perrone per Dire Oggi
Con l'autore misterioso della pagina Facebook "Uomo morde cane", parliamo dei social, del conformismo e delle relazioni con la narrazione politica populista. Le tecniche per comunicare sui social, gli investimenti per avere like e la creazione del consenso politico. Siamo tutti appiattiti su una narrazione di comodo? La satira che fine fa? Il dissenso ha ancora futuro? Fedez è un leader politico?
I 538 'grandi elettori' dei 50 Stati americani e della capitale mettono il sigillo sulla vittoria di Joe Biden e di Kamala Harris. Trump ancora non accetta la sconfitta, mentre gli Stati Uniti hanno iniziato oggi la somministrazione dei vaccini per il coronavirus.
Oggi i grandi elettori Usa esprimeranno le loro preferenze, facendo di Biden il 40° Presidente Usa (anche se l'ufficialità arriverà solo il 20 gennaio con la ratifica del Senato). Ma per le strade montano le manifestazioni pro Trump. Intanto l'iceberg A68a, il più grande del mondo, rischia di arenarsi sulle coste della Georgia del Sud, causando un disastro ecologico. E un nuovo studio afferma che a partire dal 2020 la massa di oggetti costruiti dall'uomo super ala biomassa animale e vegetale del pianeta.Tutte le notizie qui: https://www.italiachecambia.org/rassegna-stampa/il-giorno-dei-grandi-elettori-usa/
https://odioh.wordpress.com/2020/12/06/alberto-bagnai-ci-sara-prima-o-poi-un-giudizio-degli-elettori-diretta-6-dicembre-2020/
Dopo la positività del presidente Usa Donald Trump al test sul COVID19 quali potranno essere le ripercussioni sulla campagna elettorale e sulla sicurezza? Ne abbiamo parlato con Carlos Sierra (stratega politico, partner di Renegade Public Affairs, ex staff della campagna di Joe Biden), con Stefano Mele (avvocato, esperto di cybersecurity e presidente del comitato cybersicurezza del Comitato Atlantico Italiano) e con Marco Valsania (corrispondente del Sole 24Ore da New York).
Dopo la positività del presidente Usa Donald Trump al test sul COVID19 quali potranno essere le ripercussioni sulla campagna elettorale e sulla sicurezza? Ne abbiamo parlato con Carlos Sierra (stratega politico, partner di Renegade Public Affairs, ex staff della campagna di Joe Biden), con Stefano Mele (avvocato, esperto di cybersecurity e presidente del comitato cybersicurezza del Comitato Atlantico Italiano) e con Marco Valsania (corrispondente del Sole 24Ore da New York).
«Se ci sono due forze politiche che gli elettori hanno completamente depennato sono Renzi e i 5 Stelle». Con una «presenza di 300 Parlamentari in più» e con la prima forza politica presente in Parlamento «che è stata cancellata democraticamente» è «legittima la riflessione con cui alcuni costituzionalisti in queste ore stanno facendo su quanto questo Parlamento rappresenti il voto degli italiani», ha aggiunto Salvini. Il segretario del Carroccio ha anche detto che «se in una Regione come il Veneto i 5 Stelle sono al 3% e se casa di Di Maio faticano ad arrivare al 10%, l'unica regione in cui si è provata l'alleanza di governo, in Liguria, M5S e Pd hanno preso una batosta memorabile... Lascio a loro le riflessioni». «Io mi ero impegnato a non usare il voto delle regionali e delle amministrative per logiche politiche nazionali. Prendo atto del fatto che il popolo ritiene che ci siano 300 parlamentari di troppo in Parlamento e che la prima forza politica presente numericamente in Parlamento non esiste più in alcune regioni italiane ma lascio a loro la riflessione», ha aggiunto.
"Per i 5 Stelle c’è un risultato che è quello che è. Mi auguro che l’elettorato 5 stelle, facendo tesoro di un’esperienza di Governo che è ancora in corso, voglia dare una spinta ragionevole al rinnovamento dell’Italia". Il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, ha commentato così il risultato elettorale del Movimento 5 Stelle alle Regionali in Emilia Romagna e Calabria. De Luca ha affermato che intende "continuare a dialogare con l’elettorato 5 Stelle, lasciamo stare i gruppi dirigenti dei vari partiti, voglio parlare ai cittadini, a quelli che hanno votato 5 Stelle per cambiare l’Italia e, ragionando, voglio spiegare che è esattamente quello che stiamo facendo nella Campania e quindi chiederò il sostegno convinto alle scelte politiche che stiamo facendo".
«La rivoluzione fallita è sulla coscienza del signor Beppe Grillo e sulla sua scelta di imporre l'alleanza con il Pd. La sta pagando e gli elettori gliela stanno facendo pagare. Non do colpe a Di Maio, è Grillo che per amore della poltrona ha chiesto ai suoi elettori di sposare il Pd, e loro scappano». Lo ha detto il leader della Lega, Matteo Salvini, durante una diretta su Facebook. «L’abbraccio mortale col PD dei poteri forti, imposto da Grillo, è stato un tradimento per milioni di italiani che volevano il cambiamento. Sia in Emilia Romagna che in Calabria molti ex elettori dei 5 Stelle sceglieranno la Lega. Il governo? Litigano su tutto, prima si vota meglio è,» ha detto ancora Salvini.
Elettori 5 Stelle: ha fatto bene Luigi Di Maio a dimettersi? Qual'è il vostro bilancio del suo lavoro alla testa del Movimento? (seconda parte)
Elettori 5 Stelle: ha fatto bene Luigi Di Maio a dimettersi? Qual'è il vostro bilancio del suo lavoro alla testa del Movimento? (seconda parte)
"Di Maio ha sbagliato i calcoli: a differenza sua, io mi sono sempre fatta votare ed eleggere e ho sempre mantenuto il vincolo di mandato. Lui che ora si fa dare gli ordini dai partiti che voleva combattere, dovrebbe stare in silenzio e chiedere scusa ai suoi elettori!". La presidente di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni ha replicato così al capo politico del M5S, Luigi Di Maio. Il leader 5Stelle, ospite a “Fuori dal Coro” (trasmissione condotta da Mario Giordano su Rete 4) aveva attaccato Meloni dicendo che "pur di non perdere la poltrona votò la fiducia al Governo Monti e votò la legge Fornero". I 5Stelle hanno rilanciato su Facebook l'intervento di Di Maio ricordando “soltanto grazie” a loro “è stata superata la Legge Fornero e fatta Quota 100 per mandare un po’ di gente in pensione”.
"C’è qualcuno, anzi tanti elettori del M5s che non si sentono più a casa loro, forse prima avevano principi nobili ora si stanno svendendo al Pd". Lo ha detto il vicesegretario della Lega, Andrea Crippa, parlando con i giornalisti fuori da Palazzo Chigi. "Se i 5 stelle sono d’accordo a fare l’alleanza con Boschi, Lotti e Renzi, votino la fiducia", ha aggiunto. "In tanti soffrono mal di pancia e prima o poi verranno fuori", ha detto ancora Crippa, che ha concluso: "In Sicilia nel weekend mi hanno avvicinato degli elettori del M5s e non si riconoscono più nel movimento mentre guardano alla Lega con interesse per la lealtà che ha dimostrato".
00:00 Governo Pd-M5S: per Messaggero, Giornale, Libero e Tempo lo danno per fatto; più scettici Repubblica e Fatto. Il nodo sarebbe il Conte bis. 03:20 Incredibile Pd: sarà 4 volta […]
Quando si inizia una campagna elettorale, spesso si ricorre ad una serie di ovvietà per tentare di convincere l'elettorato di essere i migiori...
I leader sono diversi e i partiti su alcuni temi (industria, innovazione, giustizia) hanno posizioni diverse, ma se andiamo a scavare su demografia, opinioni, atteggiamenti e comportamenti degli elettori, scopriamo che gli elettori di Lega e Cinque Stelle sono molto simili. Antonio Preiti, fondatore di Sociometrica, e il titolare di List esplorano questo scenario sulla base di una nuova ricerca sul corpo elettorale dei due partiti. Ascolta RadioList.
I leader e l'essere giovani? Può servire, ma non è l'arma vincente. I leader e il culto dell'immagine? Il fisico e le espressioni ginniche non sono l'asset decisivo. I leader e l'antipolitica? Ci arrivano perché sono a corto di risposte. E' il quadro che emerge da alcune riflessioni fatte dai due ospiti di oggi a Memos, due politologi: Donatella Campus dell'Università di Bologna (Lo stile del leader, Laterza, 2016) e Mauro Calise (La democrazia del leader, Il Mulino, 2016).
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Le tante facce di una verità. La sindaca di Quarto resiste ai ricatti ma non denuncia, il Movimento le chiede di dimettersi e poi la espelle, lei non se ne va, gli "anti-moralisti" - Pd in testa - lanciano la campagna al grido "siete come gli altri". Elettori o meno del M5S: come la pensate?
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Argomenti I "traditori" in prima pagina La "Letterina" di Belpietro Tradimento del mandato